Pride Rivista mensile - Autorizzazione del tribunale di Milano n.351 del 7-5-1999 - Direttore responsabile: Gianni Rossi Barilli. Distribuzione gratuita in tutti i locali (in edicola o libreria euro 2,5). Trasporto esonerato da DDT ai sensi del DPR n.472 del 14-8-1996
IL MENSILE GAY ITALIANO
Copia gratuita (€ 2,5 in edicola e libreria)
n° 126 DICEMBRE 2009
PSICOLogi
ARGENTINA
ORSI E MODA
126
4
Dicembre 2009
Illustrazione in copertina di Massimo Basili
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11
14
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Gianni Rossi Barilli
Stefano Bolognini
Pasquale Quaranta
Stefano Bolognini
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37
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Antonio Malvezzi
Francesco Gnerre
Mario Cervio Gualersi
Francesco Belais
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Francesco Belais
Marco Albertini
Giovanbattista Brambilla
Pigi Mazzoli
Carmine Urciuoli
Francesco Gnerre
Vincenzo Patanè
Francesco Belais
Roberto Cangioli
Massimo Basili
Generi umani
Omofobi “diversi”
Riparare i terapeuti
Estorsori in crisi
Cronaca Italia
Cronaca estero
Transgender Tv
L’identità nel pozzo
Dal porno a Beckett
Sulle tracce di Evita
Cover su cover
Belli e... impossibili
Vanity Bear
Memoranda
Zig Zag
Internet
Libri
Cinema
Vita notturna
Musica
Fumetti
Metropoli
Dove e cosa
Edito da Associazione culturale GLBT > Amministratore unico_Frank Semenzi > Direttore responsabile_Gianni Rossi Barilli
Coordinamento grafico_Paolo Colonna > Segreteria di redazione_Marco Albertini.
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u
pride
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La prenotazione di spazi pubblicitari deve avvenire entro il giorno 5 del mese precedente la pubblicazione (ad esempio: il 5
gennaio per il numero di febbraio). I comunicati stampa (anche per l’aggiornamento della guida ai locali gay d’Italia e per l’agenda) e
le grafiche pubblicitarie devono pervenire in redazione entro il giorno 10 del mese precedente la pubblicazione (ad esempio:
il 10 gennaio per il numero di febbraio). Non si garantisce la pubblicazione di quanto prenotato o pervenuto oltre tali date.
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attualità+cultura
Lo scandalo Marrazzo mette il dito sulla piaga del persistente razzismo sessuale che
si accanisce oggi in particolar modo sulle persone trans. E indica che la soluzione del
problema è sempre la stessa: uscire dalla gabbia del pregiudizio.
Generi umani
Gianni Rossi Barilli
Un famosissimo aneddoto tratto dalla vita di
Albert Einstein narra che quando lo scienziato emigrò negli Stati Uniti per mettersi al
riparo dalle persecuzioni naziste si trovò a compilare un formulario doganale in cui gli si chiedeva di specificare la propria razza. E lui scrisse
“razza umana”, sintetizzando in un aggettivo la
propria protesta, lucida e impotente, contro
il delirio antropologico della cultura che aveva
partorito l’incubo hitleriano e da cui non era
esente neppure l’America, terra promessa della
libertà anche per gli esuli europei degli anni
trenta.
Oggi il razzismo classico ha perso un po’ del suo
antico smalto e questa amara storiella potrebbe
quindi apparire datata, ma se solo proviamo a
sostituire a “razza” la parola “sesso” possiamo
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constatare che è attualissima per tutte quelle
persone che semplicemente desiderando essere
se stesse sfidano i ferrei confini di genere stabiliti dalla tradizione a presidio dell’ordine sociale:
le persone transessuali. Se quello etnico si è
evoluto in forme più sottili, il razzismo sessuale
è rimasto rozzo al punto da non contemplare
alcuna sfumatura tra i due poli opposti e gerarchicamente complementari del maschile e del
femminile. Malgrado tutti i trucchi e le paillettes
che si vedono in giro, siamo ancora all’abc. E
a più di trent’anni di distanza risuona ancora
disperatamente minoritaria la profezia culturale
di Mario Mieli: siamo tutti transessuali.
Questo ovviamente non per togliere peso e
valore alla specifica esperienza di coloro che in
senso “tecnico”, e per la legge italiana tuttora
necessariamente chirurgico (quando si dice la
rozzezza…), vengono definiti transessuali, ma
per ribadire due cose che potrebbero da subito
farci stare tutti un po’ meglio: 1) in amore,
come scriveva Goethe, esistono tante sfumature quante ce ne sono tra un naso aquilino e
uno camuso, e tale poetica constatazione vale
anche per sesso e genere; 2) il problema non
siamo noi, ma le etichette che ci affibbiano.
Perciò sono le etichette che devono adeguarsi a
noi e non viceversa.
In queste settimane, a margine del caso
Marrazzo, ne abbiamo sentite di cotte e
soprattutto di crude su transessualità e dintorni. L’aspetto ripugnante è che dai bassifondi
dell’immaginario collettivo, dove si forma
tradizionalmente la coscienza sessuale media,
cultura+attualità
è uscito di tutto e di più, a conferma della
sconfinata barbarie culturale in cui viviamo. E
trasversale, per giunta, a schieramenti politici
e differenze di classe e d’istruzione. Quando
c’è di mezzo il sesso (e il genere), stiamo
parlando di come ciascuno di noi si concepisce
nel profondo, dell’immagine primordiale che
abbiamo di noi stessi. E siccome tale immagine è
incredibilmente inadeguata alla complessità del
reale, è logico che le sue verità siano più spesso
di quanto si creda pregiudizi elaborati per solidificare e rendere permanente l’ignoranza, che
è parente stretta dell’ingiustizia.
Perciò è capitato che le peggio cose siano
saltate fuori non solo nelle chiacchiere da
bar, ma anche nei salotti solitamente meno
trash della Tv e dei grandi giornali d’opinione.
Abbiamo visto e letto intellettuali progressisti
predire l’apocalisse a causa della “regressione”
derivante dall’allentamento dei confini di
genere, unica barriera che ci separa dal caos;
femministe colte e brillanti sparare giudizi così
superficiali sull’attrazione erotica dei maschi
verso le trans brasiliane da far vergognare
Alberoni; giornaliste emancipate confessare
una freudiana invidia del pene a fronte della
sfida “persa in partenza” contro una rivale trans
munita di bocce da guerra, nonché soprattutto
di artiglieria pesante al piano inferiore.
A un livello più elementare, si può osservare
che la vicenda Marrazzo ha contribuito ulteriormente ad accreditare la popolare equazione
trans=prostituta, che pur essendo una semplificazione ignorante è un modo efficace per
relegare la questione in un mondo a parte, dal
quale gli esseri “alieni” non possano evadere
per venire a metterci in discussione. Fino a non
troppo tempo fa accadeva la stessa cosa ai gay,
come testimonia ancora la rituale formula degli
articoli di cronaca nera che ci informano su
indagini condotte “negli ambienti omosessuali”.
Sintomatico del generale disagio nel maneggiare
il linguaggio sul terreno minato dell’identità
sessuale è anche l’insistita attribuzione dell’articolo “il” alle trans che si presumono non
operate. Negli ambienti stradali delle trans e
travestite più ruspanti è pacifico che chiamare
al maschile una collega è come dare del figlio
di buona donna a un mafioso. Lo si fa quando
si vuole sganciare la bomba atomica, perché
quel maschile è lo sfregio su una dura lotta per
conquistare la propria identità a dispetto di un
mondo che la nega e la relega ai margini. Così,
quando nella “neutralità” delle cronache giornalistiche la trans diventa il trans, citando magari
anche il nome di battesimo riportato sui documenti, pare proprio di assistere a una vendetta.
È la crudeltà della norma che sbatte la porta in
faccia al soggetto non conforme e lo svalorizza
alla radice: puoi inventarti tutte le identità che
vuoi, ma a stabilire chi sei veramente siamo noi.
C’è però anche il bicchiere mezzo pieno. Tutto
questo gran parlare, per lo più a vanvera, di
transessuali ci offre una fotografia nitida e
dettagliata del problema, che è già un punto
di partenza. Sia pure in modo disorganizzato,
in queste settimane si è sviluppato in Italia un
dibattito pubblico sulla questione di un’ampiezza senza precedenti. Ed è solo continuando
a discutere, confutando luoghi comuni e incrinando certezze fittizie giorno dopo giorno, che
potremo sperare di ottenere qualche progresso
civile. L’analisi critica ci può essere di grande
aiuto, ma non può evidentemente essere l’unica
freccia al nostro arco. Dobbiamo riuscire a far
emergere anche quello sguardo su un mondo
più accogliente e intelligente che ispira le nostre
critiche ma non ne viene rappresentato compiutamente. Proporre in chiaro i nostri modelli
alternativi.
Per questo abbiamo scelto di illustrare queste
pagine con alcune immagini tratte da una bella
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mostra fotografica sulla visibilità trans organizzata a Torino dal circolo culturale glbt “Maurice”. Trenta straordinarie fotografie di persone
transessuali scattate da Antonio Fontana,
che ci offrono uno sguardo davvero diverso (e
per una volta in senso buono) su questa realtà
tanto provocatoria per gli asfittici schemi delle
persone “normali”.
Qui non ci sono i mostri dell’immaginario pulp,
ma persone serene e smaliziate capaci di giocare con gli stereotipi di tradizione con ironia,
per seppellirli con un bonario sorriso e lasciar
spazio a una realtà meno convenzionale. Una
dimostrazione visiva del fatto che c’è molto da
scoprire oltre il muro del pregiudizio.
Coerentemente con il tema, la mostra è stata
organizzata all’aperto, sotto gli occhi di tutti,
nel cuore della Torino indaffarata del periodo
natalizio.
Scrivono i curatori: “Ci piace immaginare i passanti che, incuriositi dai colori accesi delle foto e
dai soggetti un po’ bizzarri, si soffermino a constatare che esiste un mondo trans che va oltre
il rotocalco scandalistico, oltre la cronaca nera,
oltre lo stereotipo ed è fatto di una moltitudine
di diversità. Contro un’omologazione sempre
più dilagante, affermare il diritto alla diversità
ci sembra un dovere morale. Perciò la nostra
mostra apre con la scritta ‘Quando perdiamo il
diritto ad essere diversi, perdiamo il privilegio
di essere liberi’. (Charles Evans Hughes)”.
La mostra
Generi di prima necessità
a cura di Christian Ballarin
Torino, via Lagrange
fino al 31 dicembre 2009
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OGNI DOMENICA 4 DANCEFLOORS CON ANIMAZIONE
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Cristian, 23 anni, commesso
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cultura+attualità
Il ministero per le pari opportunità ha dato il via alla prima campagna di comunicazione
sociale governativa contro l’omofobia. Proviamo a valutarla.
Omofobi “diversi”
Stefano Bolognini
[email protected]
“Omosessuale, eterosessuale: non importa,
nella vita certe differenze non possono contare”, “Rifiuta l’omofobia, non essere tu quello
diverso”, sono gli slogan della campagna lanciata
dal ministero per le pari opportunità il mese
scorso. È la prima campagna governativa sul
tema mai diffusa nel nostro paese.
Così il centro-destra, dopo la bocciatura del
disegno di legge contro l’omofobia, grazie al
ministro Mara Carfagna, la stessa persona
che tempo fa ebbe a dire che gli omosessuali
sono costituzionalmente sterili, mette un
cerotto all’allarme omofobia che ha scosso il
paese, mantenendo una delle promesse fatte
all’associazionismo gay in ottobre.
“Sono riuscita a rompere un piccolo tabù
facendo rientrare la lotta all’omofobia tra i
compiti del governo’’, ha dichiarato il ministro
che ha pure rilanciato la legge anti-omofobia: “A
breve presenteremo un decreto legge contro
l’omofobia che possa trovare tutti d’accordo e
che possa contribuire al rispetto della diversità”.
Ma vediamo nei dettagli la campagna ideata
dalla Young & Rubicam, un’agenzia di creativi di Roma per un investimento di circa due
milioni di euro in uno spot in onda su tutte le
televisioni, una striscia radiofonica e opuscoli da
distribuire nelle scuole.
Il volantino, nero funerale, riporta uno degli slogan e in un testo del tutto condivisibile chiede
di rifiutare l’omofobia perché “chiunque può
essere il prossimo oggetto di persecuzione” e
“vittima di questa superficialità discriminatoria
non è solo l’omosessuale, è la società intera”.
Ancora, il flyer spiega che “l’omofobia, è l’avversione immotivata e irrazionale alle persone
omosessuali. Come tutte le fobie, l’omofobia è
una paura patologica. È il terrore dell’intimità
con lo stesso sesso, che spesso nasconde
l’angoscia di guardarsi nello specchio fino in
fondo... L’omofobia è una malattia dalla quale si
può guarire” . Questa definizione fatta propria
e diffusa dal centro-destra suona come una
rivoluzione considerate le numerose voci di
1
Nella vita
certe
differeNze
NoN possoNo
coNtare.
Rifiuta
l’omofobia.
esponenti dell’area che negavano addirittura,
almeno fino a ieri, l’esistenza e la portata del
fenomeno.
lo spot destinato alle televisioni, diretto da
Laura Chiossone, ancora a tinte cupe,
mostra un’ambulanza che corre a sirene spiegate
con una donna ferita o ammalata, il compagno o
un amico che l’assiste, un infermiere e l’autista.
I volti sono tirati e la voce fuori campo rivolta
al compagno o amico della paziente spiazza un
poco: “Di quest’uomo ti interessa sapere di
più se assomiglia a suo padre, a sua madre o
non ti importa?”. Mentre l’inquadratura stacca
sull’autista la voce ci chiede se ci interessa il
suo numero di scarpe o se non è importante.
Poi compaiono due infermieri, un uomo e una
donna, che evidentemente attendono l’ambulanza in ospedale. La voce insiste: “Di loro ti
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attualità+cultura
2
interessa sapere se sono omosessuali o eterosessuali o non ti importa? Nella vita certe differenze non possono contare, rifiuta l’omofobia”.
Se il nesso tra somiglianza ai genitori, numero
di scarpe e orientamento sessuale pare un poco
azzardato, ciò che balza immediatamente agli
occhi è l’ambientazione sinistra del video, quasi
un thriller. L’intento dei creatori è, ce lo spiega
un articolo comparso sul web, “far diventare lo
spettatore testimone di una situazione di profondo coinvolgimento emotivo, inducendolo ad
esprimere una propria scala valoriale attraverso
la quale giudicare ciò che sta accadendo davanti
ai suoi occhi. Alla fine dello spot lo spettatore
si renderà conto che nei momenti davvero
importanti della vita ciò che realmente conta è
la persona, con le sue capacità e doti individuali,
e non il suo orientamento sessuale”.
Com’era prevedibile il video ha diviso la comunità gay e sul web le critiche, fotogramma per
fotogramma, di utenti anonimi sono decine
e sembrano inquadrare alcuni dei limiti del
messaggio sociale.
Eccone alcune, in ordine sparso: “Ma che
spot è? Dovresti rispettarmi perché ti salvo il
culo?”; “Orribile... ovviamente chi è che viene
trasportato dall’ambulanza? Una bella coppia
etero con anello nuziale bene in vista. Che
meschinità poi paragonare l’omosessualità col
numero di scarpe... Che orrore... Invece di far
vedere l’amore, gli affetti, il rispetto...”; “Bello, il
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pietismo è diventato un modo molto geniale per
inculcare in una cultura omofoba il rispetto e la
considerazione... Come dire: ti rispetto perché,
in punto di morte, non sei diverso da me...”;
“‘Non essere tu quello diverso’. Praticamente
sono riusciti ad usare il concetto di diversità
come insulto. Evviva il ministero delle pari
opportunità”. Persino il portale web Gay.tv ha
stroncato sonoramente la campagna: “Il claim
risulta quantomeno discutibile: presuppone che
“qualcuno” sia diverso; implica che la “diversità”
sia qualcosa di automaticamente negativo e
invita alla civiltà (il rifiuto dell’omofobia) in termini di adeguamento conformista. Abbastanza
superficiale. Tendenzialmente poco d’impatto
[sic!]. Decisamente controverso. Non essere tu
quello diverso... ma diverso da chi?”.
Dall’altra parte non mancano i molti che, più
timidamente, insistono sui pregi della campagna:
“Lo spot va bene, ma è davvero vergognoso che
nel 2009 in Italia ci sia bisogno di uno spot del
genere perché ogni fine settimana qualcuno
deve aggredire ’sti gay, ma basta”; “Il video è
proprio triste... ma meglio di nulla, almeno ‘qualcosina’ si sta muovendo”; “A me non dispiace. È
delicato, essere omosessuali è normale. Siamo
omosessuali, siamo uguali. Io lo sono e non mi
sento diverso da nessuno”. Insomma lo spot
sicuramente non è passato inosservato.
Ad offrirci un parere strettamente tecnico sulla
campagna è l’Osservatorio campagne di comunicazione sociale (occs.it).
4
Uno dei fondatori è Enzo
Cucco, noto militante gay
torinese: “Della comunicazione sociale si valutano
target, obiettivo e mezzi
impiegati. I mezzi impiegati
ci paiono importanti, lo spot
si vede già in Tv nelle fasce
di maggior ascolto e sulla
stampa. Sul target, e cioè
a chi è diretta la campagna,
purtroppo il ministero non
ha rilasciato una scheda
tecnica. Considerata la
diffusione possiamo dire
che la campagna è molto
generalista e cioè diretta
alla popolazione che non sa nulla dell’omofobia
e non si pone il problema di che cosa sia. Da
questo punto di vista sicuramente il messaggio
scelto è efficace perché incomincia a sollevare
la questione all’opinione pubblica partendo
correttamente da ciò che pensa la popolazione:
la vita privata è privata quindi non importa se
uno è omosessuale o meno. Da qui all’omofobia
o ai perché l’omofobia vada stigmatizzata il
passaggio è meno chiaro. Nello spot c’è anche
un contro-messaggio: sembra che l’omofobia
colpisca solo coloro che rendono pubblica la
loro omosessualità. Comunque il nostro giudizio sui contenuti resta positivo. Quanto poi sia
efficace contro l’odio manifesto francamente
non lo so, sicuramente sarà efficace per la presa
di coscienza che l’omofobia esiste. Del resto,
costruire una campagna di comunicazione
sociale efficace è molto difficile. Dati questi
limiti, la campagna del governo è davvero un
primo passo avanti”.
Anche l’associazionismo è su questa linea
d’onda, ma tutti chiedono al ministero anche
un secondo passo. Lo chiede il presidente di
Arcigay, Aurelio Mancuso, che sottolinea
l’assenza di una campagna contro la transfobia:
“Questo primo importante passo del ministero
non resti isolato: adesso va affiancato dalla
messa in opera di strumenti concreti: innanzi
tutto l’avvio di strumenti formativi nelle scuole
per l’educazione alla diversità e contro il
bullismo”. Pragmatico anche Luca Trentini,
responsabile diritti umani dell’associazione:
“Apprezziamo lo sforzo del ministero. Certo
non può bastare. A iniziative di sensibilizzazione
si dovrebbero unire proposte concrete capaci di
incidere nella cultura del paese e di riconoscere
dignità alle persone e alle famiglie omosessuali
e trans. Serve educazione, serve formazione,
servono leggi e tutele concrete”.
Anche i gay di centro-destra di Gaylib applaudono il ministero, ma rilanciano: “Il ministro
Carfagna ha iniziato a tradurre in fatti l’apertura
necessaria che il Popolo della Libertà dovrà
compiere verso il riconoscimento dei diritti
civili per le persone e le coppie omoaffettive”,
dichiara il segretario dell’associazione Daniele
Priori.
Una domanda aleggia comunque sulla campagna: sarà davvero diffusa o sarà il solito spot
governativo utile a mettere a tacere coloro che
dicono che questo governo non vuole fare nulla
per sciogliere il nodo omofobia?
Rosalba Veltri, consigliera del ministro
per le pari opportunità per la comunicazione
istituzionale e responsabile della campagna ci
rassicura: “Il ministero ha previsto una copertura decisa di due mesi con questa campagna,
più che per tutte le altre. Stiamo anche valutando di distribuire le magliette con lo slogan
ad alcune manifestazioni romane e abbiamo
pensato a internet: la campagna è su facebook,
msn, studenti.it… Stiamo impazzendo, tra Tv,
radio, quotidiani e free press: è la campagna
ministeriale con la copertura più massiccia che
abbiamo in corso”. E dopo?
“Faremo un recall, uno studio su come e quanto
il messaggio sia riuscito a penetrare nella popolazione italiana e valuteremo il da farsi”.
1 - Il manifesto della campagna antiomofobia del ministero
2, 3 - Campagne canadesi contro l’omofobia
4 - L’on. Concia, il ministro Carfagna e Luxuria
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attualità+cultura
Un convegno internazionale su “Omosessualità e psicoterapie” organizzato a Roma
punta i riflettori sulle pratiche di ispirazione religiosa che in pieno XXI secolo ancora
tentano di convertire all’eterosessualità i pazienti gay.
Riparare i terapeuti
Pasquale Quaranta
la sede prestigiosa (la
Biblioteca nazionale di
Roma) e l’organizzazione
impeccabile, il convegno
si colloca tra i più importanti mai tenuti in Italia
su questo argomento.
Finalmente si entra dentro l’annosa questione
delle cosiddette “terapie
riparative” o di riconversione sessuale, si prende
la parola e si risponde in
modo qualificato.
Il
condizionamento
terapeutico dell’orientamento sessuale si discute
sotto diversi profili:
quello deontologico (è un
giusto fine?), scientifico
(ricerche affidabili ne
dimostrano la praticabilità?), psicologico (cosa
spinge una persona a
chiedere di modificare
il proprio desiderio?),
sociale (la richiesta di “riorientamento” deriva da
una pressione alla conformità?), religioso (c’è
un conflitto di “valori”
tra essere omosessuale
e anche cattolico o
musulmano o ebreo? E
se tale conflitto esiste, viene prima il precetto
o il vissuto?).
I trattamenti per modificare l’orientamento
omosessuale non appartengono solo ai tentativi delle scienze della psiche ottocentesche.
Anche se negli ultimi decenni è emerso che il
“problema” da affrontare non è l’omosessualità,
bensì l’omofobia, una minoranza significativa di
terapeuti non si arrende a una concezione non
patologica dell’omosessualità e porta avanti il
1
Ci voleva un convegno internazionale per
ribadire con forza che l’idea di curare l’omosessualità è fuori dal mondo. E proprio per
questo il 7 novembre scorso Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista, ordinario
presso la facoltà di psicologia 1 dell’università
La Sapienza di Roma, ha promosso la giornata
di studio “Omosessualità e psicoterapie”. Considerata l’autorevolezza dei relatori, italiani e
stranieri, le oltre 1500 richieste di iscrizione,
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tentativo di aiutare clienti/pazienti lesbiche, gay
e bisessuali a diventare eterosessuali. Secondo
uno studio condotto da Annie Bartlett
della St. George’s University di Londra, il 17%
di un campione di 1328 professionisti della
salute mentale inglesi riferisce di aver adottato
interventi orientati a modificare le preferenze
sessuali dei pazienti omosex.
Il convegno chiarisce, qualora ce ne fosse
ancora bisogno, che l’omosessualità non è una
malattia (dal 1973, come sappiamo, l’American
Psychiatric Association (Apa) ha eliminato
la diagnosi di “omosessualità” dal Manuale
diagnostico e statistico dei disturbi mentali),
e che data la mancanza di prove empiriche
sull’efficacia di questi trattamenti, proporli è
quantomeno imprudente e dannoso. Non si
può offrire una terapia priva di requisiti basati
sull’evidenza in grado di provarne l’efficacia e
coloro che utilizzano i media piuttosto che le
riviste scientifiche specializzate sono ormai
smascherati: chi testimonia su internet e nelle
chiese di essere “guarito” dalla sua “ferita”
in genere occupa una posizione dirigenziale
all’interno di uno dei gruppi – ma forse sarebbe
meglio dire aziende – che cercano di curare le
persone omosessuali, quali “Exodus”, “Courage”, “Living Waters”.
La testimonianza di molti pazienti sottoposti
a terapia riparativa ci informa sui danni di tali
pratiche e sul senso di finzione che permea
la vita di persone omosessuali che cercano di
vivere come se fossero eterosessuali nella speranza che questo cambi davvero il loro orientamento sessuale. Jack Dresher, membro
dell’Apa, esprime preoccupazioni di tipo etico
in relazione alle “pratiche selvagge e marginali
dei ‘terapeuti’ della conversione sessuale”. In
risposta al crescente interesse dei media, nel
2000 e nel 2007 l’Apa ha preso pubblicamente
posizione raccomandando ai suoi professionisti
di astenersi dal tentativo di modificare l’orientamento sessuale di un individuo, e di tenere in
mente l’adagio medico “primum non nocere”.
cultura+attualità
2
Finalmente anche noi in Italia siamo in grado
di rispondere ex cathedra a questa offensiva
reazionaria. Rispondiamo come persone
(omosessuali e non) e come studiosi, ricercatori, docenti che occupano posizioni di rilievo
in ambito accademico e che hanno alle spalle
pubblicazioni scientifiche di tutto rispetto. Parliamo alla pari, sulla base di esperienze vissute
e competenze scientifiche. Siamo in grado di
decifrare ed esaminare - come tra gli altri ha
mostrato al convegno Paolo Rigliano, psichiatra e psicoterapeuta - i fondamenti teorici,
le strategie argomentative, cliniche e religiose,
e le finalità di tutte quelle pratiche che mirano
a modificare o influenzare “esplicitamente o
meno” l’orientamento sessuale dei pazienti.
Per mascherare il fatto che proporsi esplicitamente come “riparatori” implica un’interpretazione morale dell’omosessualità come
condizione inferiore, sbagliata o comunque
indesiderabile, i moderni “terapeuti” oggi pongono la contesa in altri termini. Consapevoli
che non è possibile presentarsi alla comunità
scientifica come interlocutori credibili con tesi
non dimostrate dai fatti, i nuovi “riparatori” si
appellano alla libertà di autodeterminazione
e al rispetto dei valori (anche religiosi) del
paziente.
L’articolo 4 del codice deontologico degli psicologi italiani sancisce il rispetto di tali valori.
5
3
“Nell’esercizio della professione”, si legge nel
documento, “lo psicologo rispetta la dignità, il
diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione
ed all’autonomia di coloro che si avvalgono
delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema
di valori; non opera discriminazioni in base a
religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale,
stato socio-economico, sesso di appartenenza,
orientamento sessuale, disabilità”.
L’articolo, tuttavia, si presta a interpretazioni
diverse. A spazzare via ogni equivoco, Marialori Zaccaria, Presidente dell’ordine psicologi del Lazio, che afferma di non condividere
l’idea di un progetto terapeutico che preveda
“a priori” quali debbano essere i risultati che il
paziente dovrà ottenere, e che sia finalizzato,
da subito, a raggiungere questi obiettivi. In altre
parole, un terapeuta non può decidere di cambiare l’orientamento sessuale di un paziente. O
almeno questa è la nostra interpretazione.
Non possiamo tacere, infatti, che tale principio
secondo il quale “a priori” non si può sapere
quale risultato otterrà il paziente si può
declinare anche in altro modo. Non ha alcuna
difficoltà a confermarlo Tonino Cantelmi,
psichiatra e psicoterapeuta, presidente
dell’Associazione italiana psichiatri e psicologi
cattolici, che interpretando a suo modo il
medesimo principio, ribadisce la centralità dei
valori religiosi nell’identità narrativa dei propri
clienti/pazienti. Cosa dovrebbe fare un terapeuta, si chiede, se il cliente/paziente in forza
del proprio convincimento religioso vuole cambiare il proprio orientamento omosessuale?
Porre l’interrogativo in questi termini, farebbe
desumere che egli, pur non affermandolo esplicitamente, lasci aperta ogni possibilità, tra cui
anche quella del riorientamento sessuale.
A questo punto, tra le proposte avanzate al
convegno, oltre a quella di sostituire il termine
“omofobia” con il concetto multidimensionale
di “omonegatività” (dove l’omofobia in senso
stretto è solo un fattore nel contesto più
ampio di atteggiamenti che coinvolgono il piano
sociale, culturale, legale, religioso, morale), ci
sembra importante sottolineare proprio la
necessità di elaborare linee guida inequivocabili
che l’ordine nazionale degli psicologi dovrebbe
includere tra i suoi documenti e raccomandare
agli iscritti di tener presente per la psicoterapia
con clienti/pazienti omo e bisessuali, pena
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4
l’espulsione dall’ordine stesso. Tutto ciò si
rende necessario per evitare ulteriori danni
alle persone gay, lesbiche e bisessuali causati
dai terapeuti riparativi. Per chi volesse rendersi
conto con i propri occhi della nocività delle loro
pratiche, segnaliamo il documentario Abomination. Homosexuality and the Ex-Gay
Movement, che raccoglie le testimonianze di
“ex-pazienti” delle teorie riparative e alcune
interviste rilasciate da clinici e ricercatori
psichiatri e psicologi.
Abomination
Lo scopo principale del lavoro, diretto e
prodotto da Alicia Salzer, è mettere in luce
le false speranze che il movimento ex-gay
offre a quanti si trovino in conflitto con il
proprio orientamento omosessuale. I protagonisti del documentario sono quattro
“ex-pazienti” delle terapie riparative: Nita,
che ha trascorso ben 20 anni a cercare di
sopprimere i propri desideri omosessuali;
Dave, che pur considerando positivamente il supporto ottenuto dalla comunità
ex-gay non ha ottenuto alcun risultato
dal “trattamento”; Randy, un ministro
dell’Arkansas che descrive le sue personali
difficoltà nel voler conciliare l’identità gay
con una vita religiosa; e infine Mary Lou,
una madre allontanata dalla figlia lesbica
per motivi religiosi. Ad accompagnare
le testimonianze dei “sopravvissuti”, lo
psichiatra Robert Spitzer spiega dal
punto di vista scientifico cosa ci dice la
ricerca attuale sulle terapie riparative, al di
là del sensazionalismo mediatico. Il documentario ci informa sul senso di finzione
che permea la vita di persone omosessuali
che cercano di vivere come se fossero eterosessuali nella speranza che questo cambi
davvero il loro orientamento sessuale.
1 - La locandina del convegno “Omosessualità e psicoterapie”
2 - Jack Dresher
3 - Tonino Cantelmi
4 - Gustavo Pietropolli Charmet
5 - Vittorio Lingiardi
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attualità+cultura
Le quotazioni dell’estorsione gay sono in ribasso: gli omosessuali vittime di ricatto
sempre più spesso si rivolgono alla polizia anziché limitarsi a pagare in silenzio. Ecco
qualche esempio tratto dalle cronache di provincia degli ultimi mesi.
Estorsori in crisi
Stefano Bolognini
[email protected]
“Dirò a tutti che sei gay, se non paghi il mio silenzio”. La minaccia, declinata più o meno elegantemente, è stata un incubo per molte generazioni
di omosessuali “velati”, ma oggi sembra avere
perso un bel po’ di mordente. Intendiamoci: la
provincia italiana (e non solo) è ancora piena
di omosessuali “insospettabili” che coltivano in
segreto le loro passioni proibite. Ma sempre più
spesso le esigenze di riservatezza finiscono per
venire meno di fronte alla prospettiva di dover
mettere mano al portafoglio e sottostare a un
ricatto che rischia di trasformarsi in un incubo
permanente.
È questa l’interessante novità che emerge ad
un attento spoglio di quotidiani locali che con
una certa frequenza riportano storie “a lieto
fine” di omosessuali che denunciano i loro
aguzzini alle forze dell’ordine. Meglio un outing
forzato, insomma, che centinaia o migliaia di
pride
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euro sborsati a fondo perduto,
come insegna il caso Marrazzo.
Il maggior numero di denunce
sembra essere un segnale incoraggiante di un cambiamento di
prospettiva: essere “sputtanati”
come gay vale oggi molto meno
di qualche centinaia di euro. Ma
quanto vale?
2000 euro, calci e pugni e un’effrazione dell’abitazione per un
attempato signore di Crema,
che, un anno fa incontrò su un
treno un marocchino 27enne.
I due decisero di trascorrere
qualche giorno insieme, ma alla
fine dell’idillio il giovane scatena
l’inferno con la richiesta di
andare immediatamente in banca
insieme a insulti e violenze.
Dopo la liberatoria denuncia,
l’estorsore è stato condannato a
quattro anni di reclusione.
Dal profondo nord al profondo
sud. A Maglie, in Puglia, dove
la richiesta di 700 euro per non
diffondere un video hard gay su
internet è bastata all’involontario
protagonista del filmato per
sporgere denuncia. I carabinieri
hanno arrestato un 27enne e un 22enne che
si erano presentati a ritirare la somma, non
trovando, a sorpresa, il coraggioso attore ma i
militari dell’Arma.
A Cittadella, in provincia di Padova, per
la richiesta di “soli” 250 euro un 30enne si è
rivolto ai carabinieri denunciando un prostituto
che aveva conosciuto su internet e che dopo
richieste sempre più esose per rapporti a
pagamento pretendeva quella cifra non per
fare sesso, ma per non dire nulla ai familiari
del giovane. Anche in questo caso la condanna
all’aguzzino ha superato i tre anni di reclusione.
Infine, per molto meno, piccole somme di 5 o
10 euro, è scattata la denuncia ad un diciassettenne che chiedeva soldi ad un quattordicenne
per non spifferare a tutta la scuola le sue tendenze omosessuali.
Oggi poi, persino i più velati, come uomini
sposati e preti, denunciano. È il caso di un
imprenditore sposato che vive nei dintorni di
Novara e si è visto recapitare sul tergicristallo
dell’auto di lusso un’esosa richiesta di 60mila
euro da due marocchini ventenni. Uno dei
giovani si era intrattenuto con l’industriale in
auto, l’altro intanto scattava a poca distanza
inequivocabili fotografie. Poi la minaccia di spedire il materiale scottante alla moglie e, orrore,
a tutto il paese. L’uomo, dopo essersi confidato
con amici poliziotti, ha denunciato e i due sono
stati arrestati.
Quattro anni di carcere, ancora, si sono meritati
due romeni denunciati per l’estorsione di ben
80mila euro a un focoso sacerdote ottantenne
di San Colombano in provincia di Milano
al quale erano state scattate foto durante i
“momenti intimi” passati assieme ai due.
A questi classici della letteratura estorsiva si
aggiungono denunce più creative: talmente
surreali che solo la volontà della vittima di
allontanare da sé il sospetto di omosessualità
sembrerebbe poterli spiegare. È il caso di un
quarantenne di Guidonia, in provincia di
Roma, che ha posato nudo in scatti bollenti per
il proprio socio d’affari per poi, almeno così ha
spiegato alle forze dell’ordine, vendere le fotografie e salvare la società in crisi. Dopo le foto
hard l’estorsione del socio in affari: “Faranno il
giro di Guidonia, perderai la reputazione”. Da
qui la denuncia.
Fantasioso pare anche un parroco di Piacenza
che avrebbe donato ben 10 mila euro ad un
sardo 28enne (già condannato per almeno 3
estorsioni sessuali ai danni di religiosi) con il
nobile intento di aiutare la famiglia del giovane.
Peccato che l’uomo chiederà al don altri 10
mila euro per non diffondere un filmato fatto
con il cellulare nel quale si vede chiaramente il
prete impegnato in un rapporto sessuale con il
ricattatore. Il sacerdote giura ai carabinieri che
il video non esiste, ma gli interrogatori sono
top secret. Certo è che 10mila euro per un
video che non esiste sono un bel gruzzoletto.
Comunque, e con i casi denunciati solo
quest’anno potremmo continuare a lungo, la
tendenza sembra confermata: le estorsioni continuano, soprattutto in provincia, ma almeno in
questo settore il delitto paga sempre meno.
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cronaca
italia
Catanzaro:
delitto
“d’onore”.
Questa
l’ipotesi
investigativa
riguardante l’omicidio di Francesco
Pavone, 34enne trovato ucciso in
casa propria a fine ottobre. Le indagini
hanno condotto fino a Valdir
Scalzo, 27enne tossicodipendente
che secondo l’accusa avrebbe
torturato e assassinato Pavone per via
della avances sessuali da lui ricevute.
Novara: denunciata per truffa e
condannata a restituire il maltolto
un’ingegnosa coppia eterosessuale
dove lui si era finto gay per sedurre
un facoltoso giovane conosciuto per
caso e lei un’amica d’infanzia, entrata
in scena per spingere la vittima del
raggiro ad allargare i cordoni della
borsa. L’inganno ha funzionato e ha
fruttato 25.000 euro, ma quando il
truffato ha scoperto il trucco si è
rivolto alla polizia che ha individuato
i truffatori.
Bologna: prosegue senza esclusione
di colpi la guerra di trincea parrocchiale
sul coro gay Komos, dapprima ammesso
a utilizzare come sala prove i locali
della parrocchia di San Bartolomeo
della Beverara, poi espulso per ordine
della curia in seguito alla delazione di
alcuni parrocchiani e infine rientrato
dalla finestra per cantare in chiesa a
gole spiegate. Il parroco, don Nildo
Pirani, si chiama diplomaticamente
fuori e spiega che il Komos è stato
invitato a cantare nell’ambito di una
rassegna su invito di un altro coro.
“Che potevo fare io?”, ha confidato a
“Repubblica”, “non posso dire che non
voglio il coro gay in chiesa. Il cardinale
mi impedì di ospitare quel coro per
le prove perché esisteva una lettera
della Congregazione per la dottrina
della fede che metteva in guardia i
sacerdoti dal concedere l’uso di sale
ai gay. Stavolta voglio vedere se la curia
mi dice qualcosa”.
Viareggio:
messaggini
molesti,
compresi mms a luci rosse. Per avere
bombardato con tali armi improprie
un ragazzo con cui aveva avuto una
breve relazione qualche anno fa, un
uomo è stato condannato per stalking.
Mite comunque l’entità della pena.
Dopo vani tentativi di promuovere una
riconciliazione tra le parti il giudice ha
deciso per un’ammenda di 150 euro. “
pride
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Famiglie all’emiliana
“Welfare garantito a tutti i conviventi”, annuncia la regione Emilia Romagna.
E subito scoppia la solita indecorosa bagarre. La coraggiosa innovazione,
o la pietra dello scandalo secondo i punti di vista, sta nell’articolo 42 della
legge finanziaria varata dalla giunta regionale, che dovrebbe essere ratificata
dal consiglio entro Natale. Cosa dice questo articolo? Che tutti i cittadini,
nessuno escluso, hanno diritto di accedere ai servizi pubblici e privati senza
discriminazioni legate all’orientamento sessuale o allo stato civile. Che siano
etero, gay, trans, single, conviventi o sposati in chiesa, i cittadini emiliani sono
tutti uguali di fronte alla regione quando si tratta di diritti come quelli all’abitazione, alla sanità e all’istruzione. Sembrerebbe una banalità nell’Europa del
XXI secolo e come tale, tenendo il profilo più basso possibile, hanno cercato
di presentarla l’amministrazione regionale e la maggioranza di centrosinistra
che la sostiene. Hanno pure specificato, a scanso di polemiche, che non c’è
nessun collegamento diretto tra il riconoscimento delle famiglie di fatto, che
spetta al parlamento nazionale, e questa norma
che considera prioritariamente i diritti del singolo
individuo. Ma non c’è stato niente da fare: la
polemica è scoppiata ugualmente e a cavalcarla c’è
il solito trasversale partito cattolico. Per Silvia
Noè, capogruppo Udc in consiglio regionale, si
tratta di “una legge che grida vendetta” in quanto
si permette di abolire le naturali gerarchie tra le
persone e i loro modi di vivere. Come ha spiegato
al quotidiano dei vescovi “Avvenire” il sociologo
Pierpaolo Donati, questa legge “dice alla gente
che la famiglia non importa nulla, perché i benefici
vengono erogati a prescindere dalla famiglia in cui
si vive; il che comporterà dei grossi effetti perversi
e delle discriminazioni verso le famiglie”. O per
dirla con il presidente del Forum regionale delle
associazioni familiari Ermes Rigon, nel testo
“la famiglia, la coppia con figli, non viene adeguatamente presa in considerazione come un bene
sociale primario per l’intera comunità regionale.
Non le viene riconosciuta priorità sociale e antropologica”. La curia bolognese intanto si preoccupa
a gran voce per il sovvertimento dell’ordine,
tanto più che quest’anno il piatto è più ricco del
solito perché la dotazione di fondi destinati al
welfare famigliare è balzata da 5 a 25 milioni di
euro. Niente paura però: il sottosegretario alla
presidenza del consiglio con delega per la famiglia
Carlo Giovanardi (nella foto), promette che rimetterà le cose a posto.
“Se il consiglio regionale dell’Emilia Romagna, dovesse confermare il testo
proposto dalla giunta che parifica le unioni di fatto alle famiglie fondate sul
matrimonio”, ha dichiarato, “il governo senz’altro lo impugnerà davanti alla
corte costituzionale. Non è possibile infatti aggirare surrettiziamente il precetto costituzionale, che definisce la famiglia come società naturale fondata
sul matrimonio, trattando in maniera uguale situazioni che sono diverse e
non riconoscendo quel patrimonio costituito dalla famiglia che accetta di
assumersi obblighi e responsabilità sociali”. Tradotto in italiano: la torta alle
famiglie “normali” e le briciole, se ne restano, a tutti gli altri. La battaglia sul
welfare ha poi un ovvio risvolto elettorale nell’imminenza delle elezioni regionali, che il centrodestra intende sfruttare a fondo facendo leva sui pregiudizi
dell’elettorato e sui sensi di colpa dei cattolici del centrosinistra formalmente
invitati a cambiare campo in nome dei valori non negoziabili.
Razzisti per sesso
Il razzismo omofobico, secondo un’indagine condotta da Eurobarometro per conto della commissione europea, rimane una delle
specialità del nostro paese. Secondo l’indagine infatti gli europei che
individuano l’odio verso gli omosessuali come un motivo di discriminazione sono in media il 47%. Nel nostro paese la percentuale è
invece del 61%, in compagnia della Francia, e di poco alle spalle di
Grecia (64%) e Cipro (61%). Siamo comunque sopra le medie continentali anche per quanto riguarda il razzismo su base etnica: il 71%
degli italiani intervistati ha infatti affermato che essere di una razza
diversa costituisce un problema, contro il 61% della media europea.
Meglio di noi in questo caso hanno ancora la Francia (79%) e le insospettabili
democrazie nordiche: Danimarca (77%), Svezia (78) e Olanda (80).
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pride
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cronaca
italia
Cronache violente
Prosegue in tutto il paese la
striscia delle aggressioni e
dei gesti di intolleranza nei
confronti dei gay. Il mese
scorso a Roma, mentre si
celebrava a tempi record il
processo contro Alessandro
Sardelli
(Svastichella,
foto a sinistra) che aveva
aggredito due ragazzi gay
che si baciavano all’uscita
della discoteca ferendo gravemente uno dei due, un’analoga aggressione è stata denunciata all’uscita
di un’altra discoteca. Questa volta però, fortunatamente, l’intervento
della polizia ha impedito che accadesse il peggio. Pochi giorni prima, a
Ostia, un trentenne era stato aggredito a calci e pugni da tre persone
e se l’era cavata (si fa per dire) con la rottura di una costola e del setto
nasale. “Mi hanno urlato frocio comunista e poi mi hanno massacrato di
botte”, ha raccontato l’assalito. All’origine dell’attacco, forse, un abbigliamento considerato poco virile.
Meno cruenta la disavventura denunciata da un ventunenne di Palermo,
che si è rivolto alla polizia dopo essere stato sbattuto fuori in malo
modo da un locale perché, ha raccontato, si era scambiato un bacio con
un altro ragazzo. Solo un bacio, nessuna oscenità, ha precisato nel suo
racconto. Ma ciò che a lui poteva sembrare niente di che è diventato
un “atteggiamento eccessivo” nella versione fornita dai proprietari del
locale, che hanno spiegato di aver fatto intervenire i buttafuori dopo le
lamentele di altri clienti e di non aver usato la violenza: solo la fermezza
necessaria di fronte alla resistenza dei ragazzi che venivano cacciati via
dalla sicurezza. Questione ovviamente di punti di vista. È positivo che le
denunce emergano e si intensifichino, anche se da noi continua a mancare una normativa specifica contro la violenza omofobica. Fatto che è
diventato oggetto di una recente interrogazione alla commissione europea presentata da alcuni eurodeputati italiani e olandesi, tra cui Gianni
Vattimo. L’Europa, sostengono i parlamentari, deve pretendere di più
dagli stati membri in materia di lotta all’omofobia.
Due volte omofobi
Il film si intitola Due
volte genitori e per fare
pendant il comune
di Como ha pensato
bene di respingerlo in
due modi: no al patrocinio comunale di una
pubblica
proiezione
organizzata dall’associazione ComoGayLesbica e no all’utilizzo
dell’Auditorium della
biblioteca comunale per la proiezione medesima. Si tratta di un toccante
e istruttivo documentario, diretto da Claudio Cipelletti e girato con
la collaborazione di Agedo, che racconta le storie di padri e madri alle
prese con il “dramma” dell’omosessualità dei loro figli. Dal dolore della
scoperta al ritrovato equilibrio dell’accettazione. Un prodotto che “più
per famiglie” non si può, senza neppure l’ombra di contenuti scandalosi,
eppure impresentabile per il sindaco Stefano Bruni e per la sua
giunta. A documentare il carattere puramente ideologico del rifiuto è
risultato illuminante un commento dell’assessore Sergio Gaddi, il cui
assessorato è stato significativamente ribattezzato da ComoGayLesbica
“alla cultura omofobica e impari opportunità”. “Condivido la scelta del
sindaco, anch’io avrei detto di no”, ha spiegato. “Concedere un pubblico patrocinio a questa proiezione avrebbe significato riconoscerle
un valore. Ritengo una coppia omosessuale di genitori un’aberrazione
innaturale. Poi, in privato, ognuno fa quello che vuole”. Peccato solo
che il film non parli di coppie omosessuali di genitori ma di genitori
di omosessuali e che dunque l’assessore, quando ha rilasciato questa
dichiarazione, non sapesse neppure di cosa stesse parlando”. Come dare
torto all’onorevole Chiara Braga, deputata comasca del Pd, che ha
definito la vicenda “grave e culturalmente preoccupante?”.
pride
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italia
cronaca
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Punizione esemplare
Destituzione dal ruolo di parroco della comunità delle Piagge e invio forzato a “vivere un
periodo di riflessione e di preghiera”. Questa
la pena decisa dall’arcivescovo di Firenze
Giuseppe Betori nei confronti di don
Alessandro Santoro (a sinistra), un prete
vicino alla gente che ha acconsentito a sfidare
l’autorità delle gerarchie a fin di bene, pur
sapendo che l’avrebbe pagata cara. La colpa di
don Santoro è quella di avere unito in matrimonio con il rito religioso Sandra Alvino,
64 anni, e Fortunato Talotta, 58. I due
vivono in coppia da 26 anni ed erano già sposati
civilmente, ma Sandra, secondo il Vaticano, è donna solo agli occhi della
legge e non a quelli di Dio, essendo nata uomo. La curia fiorentina aveva
già espressamente respinto la richiesta di nozze religiose per la coppia
due anni fa e il divieto è stato ribadito di recente anche dall’arcivescovo
Betori. Ma ciò non è bastato a fare indietreggiare don Santoro, che in
segno di manifesto dissenso ha scelto di fare felici Sandra e Fortunato. Lei
in bianco con il bouquet in mano e lui in completo grigio di fronte a 200
persone commosse in una piccola chiesa di periferia, dove alla fine conta
solo l’amore anche perché non c’è granché d’altro in giro. Fulminea come
il morso di un cobra la vendetta di santa madre chiesa. All’indomani delle
nozze don Santoro era già stato sollevato dall’incarico e in capo a pochi
giorni è stato spedito in “ritiro spirituale”. E a quest’ordine ha deciso
di obbedire, nell’interesse dei suoi parrocchiani. Ma non si è pentito,
anzi: ha dichiarato che quel matrimonio lo celebrerebbe un’altra volta. E
narrano le cronache che don Santoro, alle nozze di Sandra e Fortunato
abbia citato una frase di don Milani per chiarire il proprio atteggiamento
di prete disobbediente: “Si è veramente obbedienti solo quando si ha il
coraggio della franchezza e dell’accoglienza”.
Avanti e indietro
La giurisprudenza italiana gioca
a favore dei diritti glbt? A volte
sì altre meno, come illustrano
alcune recenti sentenze. È
sicuramente “pro” un verdetto
della corte di Cassazione che
ha annullato una condanna a 30
anni nei confronti di Domenico
Bottari, colpevole di aver
ucciso nel 2005 uno studente universitario, Renato Venier, nei
confronti del quale provava una passione non corrisposta. La cassazione,
accogliendo il ricorso della difesa, ha annullato la sentenza d’appello che
aveva fatto aumentare la pena di sedici anni inflitta in primo grado in
base alla motivazione che il delitto fosse stato commesso “per motivi
abietti”. La cassazione, rilevando che tale giudizio si fondava sul carattere
omosessuale dell’amore omicida, ha puntualizzato che “si tratta di sentimenti propri di ogni essere umano sia esso omo oppure eterosessuale,
sentimenti ai quali soltanto con contraddizione logica potrebbe riferirsi
il concetto di abietto”. Il processo d’appello è stato quindi ripetuto e,
escludendo l’aggravante dei motivi abietti, per Bottari sono stati confermati i sedici anni decisi in primo grado. Tutto un altro significato ha
invece un’altra sentenza, sempre della cassazione, che il mese scorso
ha respinto il ricorso di un cittadino marocchino che si era opposto
a un provvedimento di espulsione dichiarandosi omosessuale e quindi
perseguibile anche con il carcere nel suo paese d’origine. Curioso il ragionamento della prima sezione civile della corte: per avere diritto a restare
in Italia, l’immigrato gay che viene da un paese in cui l’omosessualità è
reato (e perciò chiede asilo) deve poter dimostrare di essere già stato
perseguitato. Altrimenti dovrà tornare in patria. Se poi lì lo arrestano,
quando esce potrà ritentare con l’asilo e certamente sarà più fortunato.
Concludiamo con una nota di speranza: una recentissima sentenza del
tribunale penale di Milano, ha accolto come parte civile un convivente
omosessuale che aveva chiesto un risarcimento nel processo per la
morte del suo compagno in un incidente stradale. Un convivente, ha
stabilito il giudice, ha titolo al risarcimento, a prescindere dal fatto che la
convivenza sia etero o gay.
dicembre 09
pride
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cronaca
estero
Mai dire Maine
Buenos Aires: dopo le unioni civili,
approvate nel 2003, via libera anche
al matrimonio a tutti gli effetti nella
capitale argentina. La coppia pilota
è quella formata da José Maria
Di Bello e Alex Freyre, uniti il
primo dicembre. La scorsa primavera
si erano rivolti alla magistratura,
dopo che la città di Buenos Aires
aveva respinto la loro domanda di
matrimonio. Il giudice ha stabilito che il
monopolio eterosessuale sull’istituto
del matrimonio è incostituzionale e
il sindaco di Buenos Aires, Mauricio
Macrì ha abbozzato: “Dobbiamo
accettare la realtà e viverla. Il mondo
va in questa direzione”. Il parlamento
nazionale intanto, con il sostegno del
partito al governo, studia una riforma
del codice civile per consentire le
nozze gay in tutto il paese.
Parigi: nuovo passo avanti per le
famiglie glbt. Il 10 novembre scorso il
tribunale amministrativo di Besançon
ha autorizzato una donna lesbica ad
adottare un bambino. Anche questa
volta la decisione arriva al temine di
una sofferta battaglia legale. La donna,
un’insegnante in coppia da vent’anni
con una psicologa, aveva ricevuto
già due rifiuti alla sua richiesta di
adozione. Di qui i ricorsi al tribunale
amministrativo e alla corte europea
dei diritti dell’uomo, che lo scorso
anno in relazione a questo caso
aveva condannato la Francia per
discriminazione sessuale.
Istanbul: un’associazione glbt è di
nuovo nel mirino delle autorità turche.
Accade a Izmir, la terza città del paese,
dove l’associazione glbt Triangolo
Rosa-Nero è stata incriminata dalla
magistratura come gruppo “contrario
alla morale e ai valori della famiglia”.
Il processo si aprirà in febbraio. Nel
gennaio scorso la corte d’appello di
Istanbul aveva annullato una sentenza
di condanna per oltraggio alla morale
inflitta in primo grado all’associazione
glbt LambdaIstanbul. Sembrava che la
Turchia si stesse incamminando verso
l’Europa, ma ora si torna alla casella di
partenza.
Teheran: Sarebbero attualmente
cinque, secondo Human Rights
Watch, le persone che attendono
l’esecuzione di una condanna a
morte per omosessualità in Iran. In
tutti i casi si tratta di giovani da poco
maggiorenni, alcuni dei quali erano
però minorenni all’epoca dei fatti
per cui sono stati destinati alla pena
capitale. Le campagne internazionali
per ottenere un ripensamento da
parte delle autorità iraniane non hanno
finora prodotto risultati apprezzabili.
pride
dicembre 09
L’arcidiocesi di Washington
Si dice che una batosta alla quale si giunge impreparati fa più male, ed è proprio
vero nel caso del referendum sui matrimoni gay che si è tenuto nel Maine lo
scorso 3 novembre. Con poco meno del 53% dei voti validi, il popolo sovrano
ha abrogato una legge nuova di zecca approvata dal parlamento e controfirmata dal governatore che consentiva alle coppie dello stesso sesso di convolare a nozze. Il piccolo e pacifico Maine, famoso fino a ieri solo per i romanzi
di Stephen King e le storie della detective Jessica Fletcher, è diventato così il
trentunesimo stato dell’unione in cui gli elettori hanno detto no all’uguaglianza
giuridica degli omosessuali. Come hanno sottolineato gli esponenti del fronte
omofobico che avevano imposto la consultazione, ogni volta che è stata interpellata direttamente la gente si è schierata dalla parte della tradizione. Quello
che secondo i pronostici
doveva essere il voto
della svolta si è rivelato
invece
un’amarissima
conferma dell’impopolarità dei diritti glbt. Non
è bastato convincere i
politici di professione e
neppure raccogliere più
fondi degli avversari, la cui
propaganda apocalittica
sulle conseguenze della
violazione
dell’“ordine
naturale” legate all’ingresso in società della famiglia omosessuale si è dimostrata comunque più
efficace.
Dopo la delusione e le lacrime dei promessi sposi è arrivato il momento
della riflessione. In cima alla lista dei colpevoli è finito il presidente Barack
Obama, accusato di non avere speso neppure una parola per favorire un
diverso esito del referendum, ma al di là del gioco del cerino sulle responsabilità è emerso chiaramente che l’ottimismo sulla rapidità del mutamento
mentale degli americani dev’essere ridimensionato. Occorre una spinta in più,
che potrebbe arrivare da una sentenza della corte suprema federale, probabile destinazione finale dei mille rivoli delle battaglie legali in corso in tutta la
nazione. Ma ci vorrà tempo, e del resto anche dopo un eventuale verdetto
favorevole la questione del consenso popolare non è di quelle che si possano
eludere facilmente. Dev’essere chiaro però che la fonte primaria di legittimazione dei diritti di una minoranza, quando questi
(come nel caso specifico) sono del tutto coerenti con
il dettato costituzionale, non può essere la decisione
della maggioranza.
Intanto la guerra continua. Un colpo piuttosto basso
lo ha sferrato l’arcidiocesi di Washington D.C,
minacciando di sospendere l’assistenza ai bisognosi
che svolge per conto dell’amministrazione cittadina
se il consiglio comunale della capitale (dotato di
poteri analoghi a quelli di un parlamento statale) non
modificherà la legge sui matrimoni omosessuali che
dovrebbe essere approvata questo mese. Il testo in
discussione non obbligherà naturalmente le chiese a
celebrare nozze gay, ma prevede che anche le confessioni religiose debbano rispettare i diritti dei loro
eventuali dipendenti omosessuali e riconoscere loro,
se richiesti, benefits come congedi parentali o matrimoniali. E sono proprio questi i doveri da cui la chiesa
cattolica vuole essere esentata, altrimenti lascerà
senza minestra i 68.000 poveri di cui si occupa in forza
di un contratto con l’amministrazione locale che negli
ultimi anni le ha fruttato oltre otto milioni di dollari di
entrate. “Non è la chiesa che minaccia di uscire dalla
città”, ha tuonato la portavoce dell’arcidiocesi Susan Gibbs, “è la città che
ci dice che se vogliamo continuare a collaborare non possiamo seguire gli
insegnamenti della nostra fede”. La cosa strana, vista dall’Italia, è che questo
classico tentativo di rovesciare la frittata ha fatto imbufalire i consiglieri comunali (incluso qualche cattolico), che hanno respinto la minaccia al mittente con
argomenti di stupefacente buonsenso. La politica, è stato detto, non può farsi
scrivere le leggi dalla religione. E nemmeno si possono concedere deroghe
speciali per consentire la discriminazione dei cittadini sulla base di principi
religiosi, o peggio ancora affidare la gestione di fondi pubblici a chi li utilizza
per discriminare. Morale: a questo punto non è più la chiesa cattolica che
minaccia di andarsene, ma la città di Washington che è pronta ad affidare le
proprie attività assistenziali a più caritatevoli soggetti.
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pride
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cronaca
estero
Ken troppo checca
Può mancare una vecchia checca
a un cocktail party? Assolutamente no, si saranno detti alla
Mattel pianificando la nuova
collezione di bambole Barbie
ispirata a una festa in piscina
a Palm Beach. Così, oltre alle
varie mises da spiaggia mondana
della protagonista assoluta, dal
cilindro dei creativi è uscito
fuori anche un Ken Sugar
Daddy (foto) che più camp non
si può. Pettinatissimo, in giacca
verde su camicia rosa in tinta
con il guinzaglio, dal quale pende
un cagnolino bianco. Sugar Daddy, in gergo, è un signore attempato che
cerca la compagnia sessuale di persone più giovani in cambio di qualche
“regalino”. Di solito è etero, ma non necessariamente. E questa volta
proprio non lo sembra. Risultato: il bambolotto va a ruba tra i gay e fa
vedere rosso ai perbenisti, anche a prescindere dall’orientamento sessuale presumibile. Al punto da indurre la casa produttrice a un’esilarante
precisazione: Sugar è il nome del cane.
Effetto nozze
Siamo sempre più soli in Europa. Con
un progetto di legge del governo la
cui entrata in vigore, dopo il passaggio parlamentare, è prevista per
il prossimo primo gennaio, anche la
cattolica Austria ha dato il via libera
alle unioni civili tra persone dello
stesso sesso. Il testo approvato il 17
novembre dal consiglio dei ministri è
frutto di una faticosa mediazione tra
socialdemocratici e popolari, i due
grandi partiti storici che condividono
la guida del paese. Consentirà ai
componenti di una coppia gay o
lesbica di portare lo stesso cognome
e di godere degli stessi benefici delle
coppie sposate ai fini pensionistici,
ma non contempla la possibilità di
adottare bambini o l’accesso alle tecniche di riproduzione assistita. Un
compromesso che non soddisfa nessuno, visto che da un lato i socialdemocratici hanno annunciato l’intenzione di modernizzare la legge in parlamento e dall’altro il cardinale Schoenborn, arcivescovo di Vienna, ha
inaugurato ufficialmente la crociata in difesa del matrimonio tradizionale.
Apre invece al matrimonio omosessuale il primo ministro portoghese
José Socrates (nella foto sopra), che nell’illustrare il programma del
nuovo governo uscito dalle elezioni del 27 settembre ha sottolineato
l’intenzione di rispettare l’impegno preso in campagna elettorale. “Ho
assunto questa proposta nel mio programma elettorale”, ha affermato,
“e l’ho difesa nel dibattito pubblico. Ho dunque piena legittimità per proporla e farla approvare da questo parlamento”. La riforma, ha aggiunto
Socrates, vuole essere un gesto di riconciliazione verso gli omosessuali,
maltrattati dalla sua e dalle precedenti generazioni. Il partito socialista
del premier ha perso la maggioranza assoluta nelle recenti elezioni, ma
sul tema delle nozze gay e lesbiche potrà contare su una comoda maggioranza facendo blocco con le altre forze di sinistra rappresentate in
parlamento. Tanto più che il partito socialdemocratico, maggiore forza
dell’opposizione moderata, è diviso al proprio interno sull’argomento. A
capitanare l’opposizione al progetto di riforma annunciato da Socrates,
in cui non dovrebbe essere incluso comunque il diritto di adottare,
rimangono la destra nostalgica e le associazioni cattoliche che si sono
distinte nella lotta contro la depenalizzazione dell’aborto, introdotta
definitivamente solo nel 2007 dopo un’estenuante battaglia e ben due
referendum popolari. Anche nel caso del matrimonio tra persone dello
stesso sesso, l’arma più temibile è quella del referendum in un paese
almeno sulla carta al 90% cattolico. Ma il primo ministro ha dichiarato
che l’organizzazione di una consultazione popolare è esclusa.
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ESTERO
cronaca
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L’onore di Haider
Un’inopinata sentenza del tribunale di Graz, in Austria, ha stabilito che
parlare impunemente della peraltro assai nota omosessualità dell’ex
governatore della Carinzia e leader dell’estrema destra austriaca Jörg
Haider, costituisce reato di “offesa all’onore di una personalità”.
Perciò ha condannato a un’ammenda di 100mila euro il tabloid tedesco
“Bild Zeitung”, che nell’ottobre scorso aveva pubblicato le rivelazioni
con foto di un giovane che affermava di essere stato per anni l’amante
dell’uomo politico, deceduto nel 2008 in seguito a un incidente stradale.
La famiglia Haider intende amministrare con giudizio l’immagine del
defunto, buon padre di famiglia e marito devoto, che in questa veste
continua ad essere un marchio che rende bene e meritevole di tutela.
Vietate quindi le chiacchiere sull’altro Haider, quello che la notte in cui
morì era appena uscito da un bar gay e che il suo braccio destro Stefan
Petzner, a cadavere ancora caldo, aveva definito tra i singhiozzi “l’uomo
della mia vita”. Sempre sull’onda dell’emozione, Petzner si era soffermato
in un’intervista sui dettagli della sua relazione amorosa con il capo. Ma
poi, a mente fredda, aveva dovuto ritrattare le scandalose rivelazioni. La
sentenza del tribunale di Graz non ha comunque mancato di suscitare
qualche comento ironico. Un giornale austriaco ha osservato che se si
vieta l’outing post-mortem, un bel po’ di ricercatori storici rischiano di
trovarsi disoccupati.
“Zero” a zero
Il mensile “Zero”, la più importante
rivista gay di Spagna, ha annunciato
che cesserà le pubblicazioni dopo
dodici anni di presenza in edicola.
Le motivazioni sono di tipo squisitamente economico e sono state fornite
dal direttore della rivista Miguel
Àngel Lopez, che ha citato tra le
cause principali del collasso dei conti
un calo delle entrate pubblicitarie di
circa il 60% e l’indisponibilità delle
banche o di qualunque altro soggetto
a concedere finanziamenti. “Abbiamo
retto quello che non si poteva
reggere”, ha spiegato Lopez, “e ci
vediamo come un esempio concreto
di quello che sta succedendo. Siamo una vittima in più”. “Zero”, che al
momento dell’annunciata chiusura aveva 16 dipendenti fissi, è stato per
un decennio uno dei prodotti più interessanti dell’editoria gay internazionale. Un felice mix di eleganza e militanza che ha saputo rappresentare
in modo incisivo il periodo più entusiasmante della liberazione glbt in
Spagna: la pacifica rivoluzione delle menti che ha raggiunto il suo scopo
con le riforme di Zapatero, passando però prima attraverso ogni fibra
della società spagnola. Come seppero testimoniare alcune celebri copertine della rivista, come quelle dedicate ai coming out di un alto ufficiale
dell’esercito e di un prete cattolico. Il direttore Lopez non ha escluso
future riformulazioni del progetto, precisando tuttavia che “dovrà cambiare il modello. Crediamo di poter proseguire mantenendo lo spirito
della rivista e anche la funzione sociale che abbiamo acquisito nel tempo,
ma è certo che lo stato dei conti e le condizioni del mercato non ci
consentono di andare avanti in questo momento”.
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cronaca
estero
Vescovo lesbica
Si chiama Eva Brunne (a sinistra), ha 55
anni e passerà certamente alla storia come
il primo vescovo dichiaratamente lesbica
ordinato dalla chiesa luterana di Svezia, che
di recente aveva già dato il via libera alla celebrazione di matrimoni religiosi tra persone
dello stesso sesso. Non esistevano però
ancora nemmeno quelli civili (anch’essi legalizzati solo quest’anno) quando il neo vescovo
Eva incontrò la sua attuale partner, con la
quale alleva una figlia. La coppia dovette così
accontentarsi dell’unione registrata, in vigore
in Svezia dal 1994. Eva Brunne ha ricevuto
nel maggio scorso la nomina a vescovo di
Stoccolma ed è stata consacrata a novembre nella cattedrale di Uppsala.
“Sono molto felice”, ha dichiarato, “che la nostra chiesa stia stabilendo qui
un esempio e stia scegliendo me come vescovo basandosi sul mio essere
qualificata a questo incarico, pur sapendo che può incontrare resistenze
altrove” Tra queste ultime è da menzionare quella dell’ex arcivescovo
Gunnar Weman che in una dichiarazione alla stampa ha affermato che la
nomina di Brunne non è compatibile con le sacre scritture.
Portiere alla porta
“Detesto i gay, lo penso veramente. Penso che sia disgustoso sentirli
parlare al femminile. Non posso stare nella stanza con qualcuno che è
gay. Guardateli mentre si baciano, è vomitevole”. Queste simpatiche frasi
provengono dall’autobiografia di Arek Onyszko (nella foto sopra),
portiere di origini polacche di una squadra di calcio danese, e gli sono
costate il posto di lavoro. Il club che lo aveva ingaggiato, lo Fc Midtjylland,
l’ha infatti licenziato in tronco in seguito alle polemiche suscitate dalle
dichiarazioni omofobiche contenute nel libro. Onyszko, che si proclama
fervente cattolico e alla propria fede religiosa attribuisce l’impossibilità
di frequentare “certe persone”, era già stato licenziato nel giugno scorso
da un’altra squadra danese, l’Odense, dopo essere stato condannato a
tre mesi di carcere per aggressione nei confronti della ex moglie. Uscito
di galera con la possibilità di scontare l’ultima parte della pena agli arresti
domiciliari controllati con braccialetto elettronico, aveva ottenuto un
nuovo contratto per ricominciare. Ma anche qui è andata male. “Sentivamo di fare bene quando gli abbiamo dato una nuova opportunità
dopo la sua condanna”, hanno spiegato i dirigenti del Midtjylland, “ma
ha tradito la nostra fiducia. Dopo aver avuto l’opportunità di leggere il
libro e di discutere del suo contenuto, non avevamo altre alternative che
licenziare Arek”.
Il linguaggio omofobico nello sport è stato di recente oggetto di un
doveroso mea culpa da parte di un ex campione di hockey statunitense,
Justin Bourne, oggi commentatore sportivo per “Usa Today”. Sulle
colonne di questo giornale Bourne ha firmato un articolo dal titolo
programmatico: “È ora di smetterla con gli insulti omofobi nell’hockey”.
Con il nobile intento di comunicare ai giovani modelli di comportamento
migliori, l’autore se n’è dette pubblicamente quattro: “Quando giocavo
non ho fatto che contribuire a questa cultura piena di omofobia e di
pregiudizi che regna nell’hockey. Ho usato insulti omofobici più volte di
quanto non mi piacerebbe ammettere. Sei mesi dopo essermi ritirato,
ho cominciato a sentire un piccolo rimorso, poi un enorme nodo allo
stomaco. E al momento di rileggere la prima stesura di questo articolo
ho sentito del disgusto per me stesso”.
È davvero strano quanto sia popolare la parola “frocio” in un ambiente
come quello sportivo, in cui stando alla maggior parte degli addetti ai
lavori l’omosessualità neppure esiste.
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attualità+cultura
Dal Grande Fratello agli speciali di Pomeriggio Cinque, il/la trans impazza in Tv. In America
si sta già progettando il serial T mentre il grande schermo vanta un’antologia cinegender
già bella folta.
Transgender Tv
Antonio Malvezzi
Candis Cayne
È davvero il momento della “trans-missione”.
Dopo le infanticide, i collassi ambientali, il
viola vinaccia, i tracolli economici, gli harem
di Berlusconi, ora è il transgender a fare tendenza. È inutile cercare complicate spiegazioni
sociologiche: la novità e la sorpresa tirano
sempre, e dopo le tristi “marrazzate” fagocitate da un gossip sempre più vorace è stata
una catena irrefrenabile, comunque circondata
da quell’aura di pruderie che comunque fa
audience. Ecco quindi l’ingresso gender al GF10
di Gabriele Belli, bel fustacchione baffuto e
composto che prima si chiamava Elettra ed è un
trans FtoM, ossia una donna che sta diventando
pride
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a tutti gli effetti un uomo. L’ha pure
rivelato nella casa, e i coinquilini si
sono stupiti ben poco, alla faccia
di chi immaginava chissà quale
scandalo. E dire che c’è pure un
simpatico gay effeminato, Maicol
Berti, schietto e sprintoso - il suo
“ci piace!” con pollice alzato è lo
spassoso tormentone di questa
edizione - catalizzatore di un consenso sempre più ampio, anche su
Facebook.
Così, sdoganato a tutti gli effetti il
trans - anche se l’opinione pubblica
continua a confondere il travestito
con il/la transessuale come è
stato spiegato anche a Pomeriggio
Cinque in una puntata interamente
dedicata all’argomento - già si
sta pensando di telesfruttarlo
commercialmente il più possibile.
Il canale via cavo americano HBO,
di indubbia qualità e molto attento
agli sperimentalismi innovativi, ha
annunciato il progetto seriale T, su
una donna che desidera diventare
un uomo e intraprende un lungo
percorso di ricerca interiore e realizzazione esteriore per rinascere
in un corpo dell’altro sesso. La
sceneggiatura è stata affidata alla
rodata coppia Amy Epstein e Dan
Futterman, già autori di due serie di successo,
lo psico-illogico In Treatment e il meno noto
da noi Tell Me You Love Me. Non è la prima
volta, in realtà, che questa rete si occupa di
transgenderismo: già nel 2003 produsse il film
tv Normal con protagonisti Jessica Lange e
Tom Wilkinson, ma in quel caso era un uomo
che desiderava con tutto il cuore (e il resto)
diventare una donna.
Gli americani, sempre più avanti, sempre anticipatori, avevano già masticato il trans-plot in
varie salse, più o meno gender: nel pungente
serial Dirty Sexy Money c’era un personaggio
matronale, grandioso, irriverente, la statuaria
Carmelita, interpretata da una vera trans
MtoF, Candis Cayne (all’anagrafe risultava come
Brendan McDaniel). Di lui/lei si innamora un
candidato al senato, l’apparentemente irreprensibile Patrick Darling, che si svalvola a tal punto
da chiederle la mano pur essendo già sposato.
Come non citare, poi, la strepitosa Samantha di
Sex and The City che non riesce a dormire
perché sotto la sua finestra un agguerrito
gruppo di trans mulatte rumoreggia e decide di
diventare loro amica solo per tenerle a bada?
Pure al cinema pullulano personaggi trans e la
superdiva Nicole Kidman sarà un pittore
che diventa una donna, al fianco di Gwyneth
Paltrow che sarà la moglie (o il marito?) in The
Danish Girl firmato da Tomas Alfredson,
regista di quel gioiellino horror che è Lasciami
entrare. Tratto dalla storia vera del danese
Einar Wegener ricostruita nell’omonimo best
seller di David Ebershoff, è stato sceneggiato
da Lucinda Coxon, già autrice di The Heart
of Me. Ma il gender bender, ossia il genere
trans al cinema, ha una sua ricca letteratura:
se il meraviglioso La moglie del soldato
di Neil Jordan con la strepitosa mulatta Jaye
Davidson innamorata di un terrorista dell’Ira
(un indimenticabile Stephen Rea) resta uno dei
titoli migliori in assoluto, i film che trattano di
trans attraversano decenni e nazioni: lo svizzero Thelma di Pierre-Alain Meier nel 2002, il
brasiliano Princesa di Enrique Goldman l’anno
prima e poi l’americano Boys Don’t Cry con
una Hilary Swank da Oscar, gli italiani Come mi
vuoi, Mary per sempre, Rosatigre, Belle
al bar con una deliziosa Eva Robin’s giusto per
fare qualche esempio.
Nonostante questa sovraesposizione inevitabilmente trans-mediatica, gli stereotipi a
riguardo sono duri a morire: così l’equazione
transessuale = prostituta è dura a morire, e le
persone trans continuano a essere massacrate
nonché discriminate, non tanto sul posto di
lavoro per un semplice motivo: spesso non
riescono nemmeno ad arrivarci, visto che solo
in rari casi il lavoro riescono ad averlo, proprio
per il semplice fatto di essere trans.
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cultura+attualità
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Luigi Romolo Carrino, autore di Acqua storta, libro rivelazione del 2008, pubblica il
suo secondo romanzo, Pozzoromolo: storia di un travestito tenero e violento che vive
l’angoscia di essere nel mondo “come un errore”. Abbiamo intervistato l’autore.
L’identità nel pozzo
Francesco Gnerre
[email protected]
Il suo primo libro, Acqua storta, raccontava la
tragica violenza di un amore gay nella mente di
un camorrista in lotta contro il proprio desiderio profondo. Il nuovo romanzo, Pozzoromolo,
appare almeno a prima vista molto diverso. Al
posto dei camorristi troviamo l’universo alieno
di un manicomio giudiziario, da cui ci parla un
personaggio impegnato in una difficile ricerca
di sé.
“In realtà”, ci spiega Luigi Romolo Carrino, “un
elemento di continuità tra i due libri c’è. Anche
in questo caso si tratta di un’indagine un po’
noir che parte dal sottobosco dei sentimenti,
sottobosco che nel caso di Acqua storta nasceva
da un mondo dove l’omosessualità non è
nemmeno concepita, qui dall’impossibilità delle
persone di dare un po’ d’amore al protagonista,
un travestito che vive l’esperienza dell’internamento in un ospedale psichiatrico giudiziario.
In entrambi i romanzi parto da un discorso di
reclusione che per me è sempre importante,
è un fatto che rimanda ad una matrice autobiografica, anche se non autoreferenziale. Nel
caso di Pozzoromolo si tratta di un processo
identitario che non mi appartiene per quanto
riguarda l’aspetto esterno della situazione, ma
mi appartiene da un punto di vista della mia
formazione. Il protagonista vive un processo
identitario infinito che forse non si risolverà
mai. È un po’ l’impossibilità di vivere la loro
storia dei camorristi gay. Poi c’è da aggiungere
che io sono affascinato dalla psicoanalisi, dalla
psicologia, sono attratto dal processo di recupero della memoria”.
Perché hai scelto proprio un ospedale
psichiatrico giudiziario ?
L’esperienza di un ospedale psichiatrico giudiziario non l’ho vissuta, ma quella di un ospedale
psichiatrico sì e la scrittura mi ha aiutato ad
uscire da una forma di mutismo che per un
certo periodo ha caratterizzato la mia vita.
Io ho avuto momenti in cui non parlavo, quasi
comunicavo a gesti. Questa forma di reclusione,
insieme ai ricordi dell’infanzia nella masseria dei
nonni in un paese della provincia di Avellino, poi
l’ho trasfigurata e si è trasformata nella storia
di Pozzoromolo.
Vuoi dirmi qualcosa di più su questo
forte
coinvolgimento
autobiografico?
Si tratta di esperienze
personali che magari
non interessano, ma
se vuoi te le racconto.
Negli anni ottanta
sono andato a vivere in
Germania dove viveva
mio padre, nel tentativo di recuperare un
rapporto con lui dopo
che i miei genitori si
erano separati. Da
anni con mio padre
non avevo rapporti. Lì
ho fatto lavori diversi,
anche l’operaio e, sarà
stato lo stress, una
forma di esaurimento
nervoso, ad un certo
punto
nell’officina
dove lavoravo mi sono
accasciato, senza più
forze, sulla macchina
che stavo utilizzando
per la fresatura. Hanno
chiamato un’ambulanza
e mi hanno portato in
un ospedale dove sono
rimasto qualche mese.
Dell’ultimo periodo in
cui sono stato lì non
ricordo molto. Ricordo solo degli spostamenti
quando mi riprendevo e mi sospendevano i
tranquillanti. È stato un periodo brutto, sentivo
repulsione per tutto quello che mi circondava,
ero aggressivo e violento. Poi ho cominciato
ad accettare il ruolo di figlio, al di fuori del
contesto della seconda famiglia di mio padre.
Successivamente ho cercato di interessarmi a
queste situazioni, ho parlato con medici, con
malati di mente, con reclusi, e si sono fuse cose
che ho cercato di capire, cose che ho intuito,
esperienze che ho visto e che ho vissuto.
In questa ostilità verso il mondo, che
nel libro ha momenti di grande intensità, ha avuto un qualche ruolo la tua
sessualità ?
Sì, penso di sì. La mia aggressività nasceva certo
anche dalla sensazione di non avere la terra
su cui poggiare i piedi e questa è poi anche la
base di tanta aggressività omofobica.Questa
insicurezza, questa paura di poter essere
omosessuali. Credo sia questo il motivo per
cui questo libro piace poco agli uomini, perché
hanno più insicurezze, certo anche le donne ne
hanno su questi temi, ma le affrontano meglio.
Gli uomini nel romanzo sono tutti pavidi e
insicuri. Paradossalmente l’uomo più virile che
cerca una sua autenticità nel romanzo è proprio
Gioia, il/la protagonista, che non rinuncia mai a
conoscersi, senza ipocrisie. La sua è una forma
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attualità+cultura
definire di pedofilia.
Dopo aver letto il
libro, mia madre non
mi ha detto “mi sono
riconosciuta e ne esco
con le ossa rotte”, che
poteva essere un bel
momento di riflessione
sulla nostra esperienza,
sulla sua situazione
di giovane donna in
un ambiente difficile,
anche sul suo coraggio
di certe scelte…. No,
la prima cosa che lei ha
voluto sapere è stata
se quell’episodio “con
zio Giggino” che viene
narrato nel romanzo,
era vero. Se è vero, mi
ha detto, io mi metto
in macchina, vado da
lui e gli sparo. Le ho
chiarito che si tratta
di letteratura, ma ho
avuto la sensazione che
lei per un momento
abbia sperato che quel
racconto fosse vero,
perché così poteva trovare una giustificazione
alla sessualità del figlio,
poteva individuare un
di educazione sentimentale tutta particolare.
Io poi a livello personale certi problemi li ho
risolti, ma si è trattato di un processo lungo e
difficile. Quanto alla mia sessualità è un discorso
complesso. Mia madre, per esempio, ancora
oggi, non vuole sentirne parlare…..
I genitori spesso non se ne rendono
conto, ma non volerne parlare è un
rifiuto terribile, o no?
Sì, certo, hai ragione. Mia madre, ancora oggi,
mi chiede quando mi sposo e quando provo a
parlare di queste cose, cambia argomento. Ti
racconto una cosa che non ho mai raccontato.
Mia madre ha letto il libro solo una settimana fa.
Nel libro, come hai visto, si racconta, tra l’altro,
di un’esperienza sessuale del protagonista bambino con un adulto, un episodio che possiamo
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“responsabile”.
Con mio padre è diverso, ma anche con mia
madre, nonostante tutto, adesso ho un buon
rapporto. Questo libro in fondo è anche un
inno ai miei genitori, è dedicato a loro.
Mi parli della tua formazione di scrittore, dei tuoi modelli letterari?
Io ho sempre scritto, da quando ero piccolo,
scrivevo in mezzo ai filari di tabacco della
masseria dei miei nonni, che rievoco nel
romanzo, leggevo molto, ma non ho fatto studi
di letteratura. Prima ho studiato ragioneria e
poi, quando sono tornato dalla Germania, mi
sono laureato in Informatica. La mia formazione
letteraria è tutta personale. Poi ho incontrato
Nino Velotti, mio carissimo amico, poeta e
scrittore, ora soprattutto musicista. A lui ho
fatto leggere delle mie poesie ed è stato lui a
spingermi sulla strada della scrittura. Quanto
ai miei modelli, a parte la Recherche di Proust
da cui ovviamente non si può prescindere,
potrei fare i nomi di alcuni poeti, in particolare
Emily Dickinson e Dino Campana, della Elsa
Morante di Menzogna e sortilegio e del Mondo
salvato dai ragazzini, del Viaggio al termine della
notte di Céline, di Profumo di Patrick Süskind,
della Trilogia della città di K. Di Agota Kristof,
ma l’elenco potrebbe continuare e poi, può
sembrarti strano, ma fondamentale per me è
anche il Manuale di fisica I, in particolare la parte
relativa alle leggi delle forze.
Oltre che di romanzi e racconti tu sei
anche autore di poesie e di testi teatrali. Quale di questi linguaggi senti
più tuo?
È difficile rispondere. Ci sono cose che si
possono dire con la narrativa, altre non puoi
dirle se non con la poesia. Se proprio debbo
rispondere ti dico che il linguaggio che sento più
mio è quello della poesia, ma parlo della poesiaperformance della compagnia Valdoca, della
poesia di Maria Angela Gualtieri, secondo me
il poeta più corposo che abbiamo oggi in Italia.
In questo romanzo tu utilizzi registri
diversi, dal flusso di coscienza al fiabesco dei racconti della nonna (alcuni
dei quali bellissimi), dal realismo
delle scene all’interno dell’ospedale
ai momenti lirici (soprattutto nelle
pagine in cui il/la protagonista parla
dei genitori) con figure tipiche della
poesia. Anche nello stile si tratta di
un libro molto più complesso del precedente. È così?
Sì, Questo libro ha avuto una gestazione di
20 anni, è stato un processo catartico, attraverso il quale ho cercato di tirar fuori delle
cose che avevo urgenza di sviscerare più che
di raccontare. Acqua storta è stata un po’ una
sfida. Io provavo a pubblicare questo libro, ma
mi dicevano che era bello, ma difficile, troppo
sperimentale, troppo complesso. Così ho
voluto dimostrare che potevo scrivere anche
altro e quando ho mandato Acqua storta alla
casa editrice Meridiano Zero è stato accettato
subito.
Quando ti ho contattato per questa
intervista ad un certo punto mi hai
detto che in questo libro forse ti sei
“scoperto” troppo. Perché hai questa
sensazione?
Perché rispetto ad Acqua storta questo libro è
più autobiografico, è più sofferto, ci sono più
dentro, ci sono, sia pur trasfigurate, esperienze
familiari terribili, abbandoni traumatici... Certe
pagine del libro non riesco a rileggerle, sono
per me carne viva.
Luigi Romolo Carrino
Luigi Romolo Carrino è nato a Napoli nel
1968. Vive attualmente a Roma. Informatico, è specializzato in problem solving e
ingegneria del software.
È autore di testi teatrali (Ricordo di famiglia,
Il morso per attaccarsi), di libri di poesia (Il
settimo senso, Il Laboratorio / Le Edizioni,
Temposanto, Liberodiscrivere Edizioni),
di racconti (Lorelai dei girasoli e Blank in
Men on men 5, Mondadori, In parti uguali
in Napoli per le strade, Edizioni Azimut) e
di due romanzi, Acqua storta e Pozzoromolo
(pp. 288, euro 15,00), entrambi editi da
Meridiano Zero di Padova.
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cultura+attualità
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Per gli estimatori dei film a luci rosse è un mito, ma Carlo Masi tradisce i set della Colt
Studio per il teatro di ricerca. Lo abbiamo incontrato per parlare di questa sfida, del
cinema hard e del suo grande amore.
Dal porno a Beckett
Mario Cervio Gualersi
[email protected]
Non accade spesso che una pornostar salga
in palcoscenico per interpretare un testo di
Samuel Beckett. Ma per Carlo Masi, il più
eclettico interprete del cinema gay a luci rosse,
non è un problema. 33 anni, romano, laureato,
scritturato in esclusiva dalla Colt Studio
con cui ha realizzato dieci film, guadagnandosi
due nomination per i GayVn Awards, Carlo
ha accettato l’offerta del regista Andrea
Adriatico che l’ha voluto protagonista di
Senzaparole. La pièce ha debuttato con
successo a Teatri di Vita a Bologna dove lui ha
prestato la sua fisicità alla parabola dell’uomo in
balia di forze misteriose che ne condizionano il
destino in un metaforico deserto. Lo abbiamo
raggiunto al termine dello spettacolo, stanco
ma con tanta voglia di raccontarsi.
Dal set porno al palcoscenico: parlaci
di questa tua nuova esperienza.
Ho dovuto imparare tante cose nuove che non
sapevo, un nuovo linguaggio teatrale diverso da
quello del cinema, i tempi e una speciale tensione del corpo. Forse i lettori non lo sanno, ma
sono un ingegnere informatico e la mia formazione è dunque scientifica, molto lontana quindi
dal mondo di Beckett. Non avevo neppure idea
di chi fosse; quando me lo hanno proposto, ho
letto la sua biografia oltre ad alcune opere e
sono rimasto colpito: per me era qualcosa di
inaspettato. Mi ha intrigato la sua figura, l’assegnazione del Premio Nobel, la vita a Parigi e
la sua relazione con Peggy Guggenheim delle
cui collezioni d’arte moderna a New York e
Venezia sono assiduo frequentatore. Ero anche
curioso di sperimentare un genere di teatro
lontano da quello che io avevo visto in passato,
decisamente tradizionale. Non sempre il significato dei suoi lavori è facile da decodificare ma
in questo mi ha aiutato Adriatico.
I suoi personaggi angosciati e fragili
sembrano agli antipodi della tua fisicità…
Ne ho preso atto, ma stavo proprio cercando
sfide in altri campi perché del porno sono
abbastanza stufo: quello che nella mia carriera
potevo fare l’ho fatto. Ne sono contento e non
me ne vergogno, ma sento il bisogno di rinnovarmi. Quando ho incontrato Andrea, ho capito
che avrebbe portato alla luce parti di me che
non sono abituato a mostrare, infatti credo sia
uscito un lato interessante del mio personaggio.
È riduttivo ingabbiare una persona nel cliché del
pornoattore: sono un uomo come tutti gli altri,
più completo e complicato, con lati oscuri e
introversi, rispetto all’immagine che uno dà in
questo lavoro in cui ci viene chiesto di essere
superficiali, goliardici e divertenti.
Ti sei chiesto perché Adriatico abbia
pensato a te come interprete ideale?
Questa pièce di Beckett è profondamente metaforica: protagonista è il desiderio. E chi meglio
di un pornoattore può incarnare un uomo che
desidera e cerca di rincorrere l’oggetto del suo
desiderio?
La sera del debutto ero spaventato e mi tremavano le gambe, ma al termine mi sono goduto i
miei primi applausi come attore: sul palco ero in
ombra e mi sono potuto permettere un grande
sorriso e un po’ di commozione. Mi piacerebbe
continuare su questa strada e fare altre esperienze, magari su testi meno impegnativi e più
“leggeri”.
Pensi che il pubblico sapesse della tua
altra carriera?
Sicuramente una buona parte sì. Ho fatto pubblicità sui miei media (il sito www.carlomasi.
com, un blog e una presenza su Facebook con
20.000 fan associati) e ho ricevuto congratulazioni da chi è venuto a vedermi e parecchi
messaggi d’incoraggiamento. Spero di non
deludere che mi vuole conoscere in una veste
inedita. Nel personaggio ho messo sentimento
e tanta sofferenza, perché nella vita quando ho
desiderato qualcuno l’ho fatto in modo così
intenso e forte che poi, talvolta, ne ho ricavato
anche molto dolore.
Ricordaci come hai iniziato la carriera
di pornostar.
Premesso che provengo da una famiglia semplice che mi ha fatto studiare con molti sacrifici, mi sono laureato nel 2003 e ho cominciato
a lavorare come ricercatore in un laboratorio
d’intelligenza artificiale all’università della
Sapienza di Roma. Pensavo ingenuamente che
con la laurea arrivasse anche la tranquillità
economica, invece mi trovavo in tasca 800
euro al mese con in più sul capo la scure dei
tagli dei fondi alla ricerca e la spasmodica corsa
ai finanziatori privati per non dover troncare
bruscamente un percorso già intrapreso. Ero
innamorato di quello che facevo ma cominciavo a nutrire altre curiosità intellettuali e
l’intenzione di guadagnare qualcosa di più. Un
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attualità+cultura
anno dopo già mandavo curriculum a destra e
a manca e nello stesso tempo avevo messo il
mio profilo su alcuni siti gay con una foto in
costume da bagno. All’improvviso ricevo una
risposta da un tizio che si qualifica come selezionatore dell’agenzia Colt, una delle cinque più
importanti al mondo: io sono certo si tratti di
uno scherzo, ma faccio subito un check e risulta
tutto vero. Parto per San Francisco, faccio un
provino, accordandomi per una scena soft, e
vengo selezionato. Mi offrono un contratto in
esclusiva per la “prima linea”, cioè un gruppo
ristretto di pornoattori che devono lavorare
soltanto fra di loro. Al momento di firmare
mi prende uno scrupolo morale: mi chiedo se
sia giusto accettare soldi per fare sesso. Non
l’avevo mai fatto in nessuna forma, ma ho deciso
che andava bene e da quel momento non è più
stato un problema. Il primo film è stato quasi
una passeggiata. Ero già un fan della Colt Studio e da studente risparmiavo per comprarmi
i loro calendari o riviste. Mi sono trovato al
centro dell’attenzione di una compagnia che mi
ha affiancato vere e proprie star del porno e
non mi ha mai costretto a fare cose che non mi
andavano, facendomi ricredere sull’ambiente
che da fuori ritenevo vagamente sordido.
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Qui mi sembra che tu abbia incontrato
anche l’amore…
Esatto. Dopo aver girato anche fuori dalla stupenda California, a Palm Spring (una città dove
il 52% degli abitanti è gay) e alle Hawaii, arrivo a
Sacramento e conosco Adam Champ che girava
il suo primo film. Ci innamoriamo e da allora
siamo inseparabili. Era il 2007. Adesso abitiamo
a Roma, la mia città, nel paese che adoro. Adam
è argentino, ha la mia stessa età, è laureato nel
corrispettivo del nostro Isef e sta continuando
il lavoro che ha iniziato accanto a me. Ora mi
tiene compagnia qui a Bologna: è una prova
d’amore, farsi da parte mentre l’attenzione è
tutta su di me.
Nell’ambito della vostra coppia, come
gestite il problema – se c’è – della
gelosia, viste le occasioni offerte dalla
professione?
Siamo entrambi gelosissimi e facciamo litigate
immense. Ogni volta che tornavamo da un set
c’era una camera d’albergo distrutta: sangue
latino non mente. Ammetto che io lo sono di
più. Adam si è un po’ calmato. Quando torna,
comincio a chiedergli cose stupide, tipo “L’hai
baciato, quante volte, come lo toccavi, che c’hai
fatto, come siete venuti, perché siete venuti
così, l’hai deciso tu perché ti andava di farlo…?”,
insomma una serie di cazzate, ma non ci posso
fare niente.
Quando hai avuto la prima percezione
di essere gay?
A nove anni. Un amichetto con cui giocavo al
dottore mi ha raccontato che se mi toccavo
e continuavo a tirare arriva una sensazione
strana… Però bisognava guardare qualcosa di
eccitante. Io ho preso un volume dell’enciclopedia in cui c’erano le illustrazioni dei maschietti e
delle femminucce a tutte le età: sapevo che avrei
dovuto guardare il corpo delle femmine, ma
non capivo qual era la parte eccitante. Invece
col maschio ha funzionato subito: non c’erano
dubbi… In compenso nell’adolescenza ho sofferto come un cane: mi sono innamorato del
mio miglior amico e mi sentivo un mostro. Poi
a 17 anni mi sono messo davanti allo specchio
e mi sono detto; sei gay, accettalo e basta. L’ho
detto a tutto il mondo e chi ha avuto qualcosa
da ridire è uscito dalla mia vita per sempre.
Si mormora che tu abbia intenzione di
lasciare questo lavoro in tempi brevi:
cosa ha significato per te essere una
pornostar?
Ho firmato un contratto che mi lega a vita con
la Colt e significa che finché vivo, se girerò un
film porno, dovrà essere con loro. Vorrei preparare il mio pubblico a una graduale uscita di
scena con una serie di film di congedo, per farmi
ricordare al mio meglio. Tutto però è ancora
da decidere e potrei cambiare idea. Essere una
pornostar ti toglie molto perché muta radicalmente il tuo rapporto col sesso: diventa una
merce e non lo fai più soltanto per tuo piacere,
sai che stai cedendo qualcosa che ha un valore.
Poi mi hanno pesato i troppi stereotipi associati
al porno: sei giudicato per quello che fai e non
per quello che sei, a livello umano e culturale;
infine il rapporto con le persone, anche quelle
che ti ammirano, non è mai autentico come lo
sarebbe se tu fossi uno sconosciuto, ma mediato
da preconcetti o idee cristallizzate.
Come affronti l’idea del tempo che
passa?
A volte mi mette paura, soprattutto pensando a
quanto il mondo gay sia succube della giovinezza
e della bellezza. Mi immagino a 50 anni, coi
capelli bianchi, ricordare le occasioni perdute
della mia vita o sentirmi opporre dei rifiuti.
Ma sono un ottimista e spero ci sarà sempre
qualcuno che apprezzerà un bel daddy…
Ritorno alle origini
Ha messo in scena Pasolini, Koltès,
Cocteau, Mishima e Copi, ma per Andrea
Adriatico l’opera di Samuel Beckett ha un
valore speciale: da Dondolo ha infatti tratto
il suo primo spettacolo da regista, Le ceneri
di Beckett, realizzato nel 1989, un mese e
mezzo prima della morte del drammaturgo
irlandese. Oggi, dopo un’attività ventennale
che spazia anche nel cinema (Il vento, di sera
e All’amore assente, in cui le pulsioni omosessuali sono al centro della sceneggiatura),
Adriatico torna a Beckett con un ciclo di
quattro pièce dal titolo Non io nei giorni
felici. Dalla fusione di Atto senza parole I e II,
nasce Senzaparole con Carlo Masi e Rossella
Dassu; Dondolo, interpretato da Angela
Baraldi, è l’esatta ripresa dello spettacolo
degli esordi in cui una donna ascolta la sua
stessa voce raccontare una vita di attesa e
solitudine; in Non io un’altra donna (Francesca Mazza), della quale l’autore impone
che l’unico dettaglio visibile sia la bocca,
racconta in terza persona una delirante
storia di emarginazione con un misterioso
Auditore quale unico testimone; infine uno
dei testi più celebri e rappresentati, Giorni
felici, cavallo di battaglia di grandi attrici
d’ogni paese. Qui Winnie, interrata prima
sino al busto e poi fino al collo accanto a
un compagno muto, monologa rievocando
sprazzi di un passato senza tempo: il regista
rilegge quest’opera alla luce del rapporto
di coppia, focalizzandosi sugli elementi che
rimandano alla sessualità e all’erotismo. A
misurarsi con questo ruolo c’è Eva Robin’s,
già protagonista diretta da Andrea in La
voce umana, Ferita e Frigo.
Divise in due serate, le quattro pièce sono
andate in scena a Teatri di Vita a Bologna:
mentre ne attendiamo la meritata circuitazione in altre città, vedremo a breve il
documentario di Adriatico + o – Il sesso
confuso. Racconti di mondi nell’era dell’Aids.
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Buenos Aires, Argentina: un’ottima e sorprendente meta per il turismo gay di tutto il
mondo. Storia, natura e “manzi” per una vacanza indimenticabile.
Sulle tracce di Evita
Francesco Belais
[email protected]
Quando si pensa all’altra parte del mondo, al
nostro inverno che laggiù è estate, al Natale
in spiaggia, senza neve, slitte trainate da renne,
maglioni e sciarpe, subito ci viene in mente
l’Australia, terra di canguri e surfisti superboni. Ma se, invece che verso est, proviamo a
guardare verso ovest, alla stessa latitudine e
condizioni climatiche, troviamo un’altra terra.
Situata all’estremità del continente sudamericano, è assai nota per l’allevamento dei bovini,
l’esportazione della carne e per i tanti nostri
connazionali che all’inizio dello scorso secolo vi
sono emigrati a trovar fortuna e che, grazie alla
Raffaella nazionale, dopo decenni di assenza,
hanno potuto rincontrare i parenti lontani. Vi
ricordate come strillava la Carrà?: “…perché
dall’Argentina finalmente è quiiiiiiiiiiiii!”...
Insomma, con l’inoltrarsi dell’autunno e dell’inverno, per andare a trovare un po’ di caldo e di
tepore la terra di Evita Peròn può rivelarsi
una buonissima meta, anche per il turismo gay.
Senza contare il valore aggiunto dato dall’interpretazione di Madonna nel ruolo di Evita,
nell’omonimo film del 1996, diretto da Alan
Parker.
Il volo diretto dall’Italia per Buenos Aires,
della durata di circa tredici ore, è garantito
da Alitalia, ma per i milanesi e i residenti del
nord purtroppo non è diretto, poiché la partenza è da Roma. In alternativa c’è Aerolineas
Argentinas, ma anche in questo caso da Roma.
Alitalia, se prenotate in tempo, fa degli ottimi
prezzi, ma preparatevi all’idea che il volo
subisca ritardi. Alcuni miei amici che vivono là
mi hanno riferito che il Roma-Buenos Aires è
“puntualmente” in ritardo.
Buenos Aires è considerata una delle
capitali gay del Sudamerica e, per quanto
riguarda l’omosessualità e la vita gay in genere,
l’Argentina è più avanti di noi. Sin dal 2003,
infatti, le unioni civili tra persone dello stesso
sesso sono state approvate in alcune zone del
paese, tra cui figura il territorio della capitale.
La vita notturna, soprattutto a Buenos Aires,
è decisamente vivace e ricca di offerte. Come
avevo accennato prima, la carne è il piatto forte
dell’Argentina, in tutti i sensi. Oltre a delle
ottime bistecche, vuoi per il gran mix di razze e
nazionalità nel dna della
popolazione argentina,
tra sangue terrone
italiano, europeo, indio
e chi più ne ha più ne
metta, per le strade di
Buenos Aires si possono
avvistare dei manzi
mozzafiato.
Ogni anno, il primo
sabato di novembre per
le vie della capitale si
svolge la tradizionale
parata gay, lesbica, trans
e bisex (www.marchadelorgullo.org.ar)
alla
quale partecipano molte
migliaia di persone.
Pensate, quando qua
in Italia≠ß la giornata
mondiale contro l’Aids
passa
praticamente
inosservata, il primo
dicembre del 2005, per
mantenere viva l’attenzione nei confronti di
questa grave infezione
(che peraltro interessa
un’alta percentuale della
popolazione locale), il
governo argentino ha
permesso l’installazione
di un gigante preservativo rosa sull’obelisco
di Avenida 9 de Julio,
simbolo della città.
La vita in Argentina è
abbastanza a buon mercato, il cambio Euro/
Pesos è decisamente conveniente, mangiare nei
ristoranti, anche quelli di buon livello non ha
mai un costo troppo elevato per i nostri budget, questo, oltre ai numerosi divertimenti e
attrazioni, attira ogni anno moltissimo turismo
gay, da ogni parte del mondo. Idem per quanto
riguarda gli alberghi, ne potete trovare di ottimi
a costi accessibili. Vi consiglio di cercarne uno
nella zona di Recoleta, la più elegante della
città, oppure nel caratteristico quartiere
1
Palermo, o nella più centrale area di San
Telmo. Se volete una sistemazione decisamente più gaya, sappiate che da ottobre 2007 a
Buenos Aires ha aperto i battenti una filiale del
gruppo Axel Hotel, la prima catena mondiale di
alberghi creata per la comunità gay. Tale apertura è stata peraltro non soltanto caldeggiata
dalle autorità locali, ma anche festeggiata con
un grande party cui hanno preso parte molti
esponenti della politica, della televisione, del
cinema e della moda.
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Le zone di Buenos Aires che vi ho elencato
poc’anzi, insieme a Barrio Norte, sono
sicuramente quelle di maggiore interesse
turistico e quelle dove si concentra anche la
scena gay. Recoleta è la parte più residenziale
e antica della città, con bellissime ville coloniali
accanto a grattacieli di più recente costruzione,
qui potete visitare anche l’antica chiesa Nostra
Signora del Pilar, terminata nel 1732, che
esiste ancora ed è stata dichiarata monumento
nazionale. Accanto a questa vi è l’antico cimitero dove, tra le varie personalità argentine, è
sepolta anche Eva Peròn. Sempre a Recoleta
vi è anche un grande monumento dedicato
alla memoria di Evita. Facendo una bella
passeggiata si può arrivare fino a Plaza de
Mayo dove si affaccia la famosa Casa Rosada,
la sede centrale del potere esecutivo della
Repubblica Argentina e monumento nazionale.
È lì che risiedeva la Peròn e da quelle stesse
finestre si è affacciata anche Madonna/Evita.
Oltre alle funzioni istituzionali, la Casa Rosada
ospita anche il Museo de la Casa de Gobierno,
un’esposizione storica di oggetti legati alla
storia del paese e dei suoi presidenti, Peròn
compreso. Nella stessa piazza vi sono anche
altri importanti edifici: la cattedrale, la sede
del governo cittadino e la Banca Nazionale.
Palermo è un quartiere molto caratteristico,
con abitazioni al massimo di due piani, in cui
si concentrano negozi, pub, ristoranti e locali
notturni. Qui, in un edificio che un tempo ospitava un piccolo hotel di lusso, si trova il Museo
Evita, dove sono esposti abiti, scarpe, gioielli,
fotografie, documenti inediti e tantissime altre
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memorabilia della Peròn. A San Telmo si trova
la maggior parte dei locali gay e in quest’area si
svolge ogni domenica un interessante mercato
delle pulci. Numerosi sono i bar gay in tutta
la città: La Cigale, il Flux, il Bach Bar, il
Marlene, El Olmo, il Sitges, e tanti altri
ancora. In molti di questi c’è lo spettacolo delle
drag e in tutti è molto facile fare amicizia e
rimorchiare, i gay argentini sono molto friendly.
Vi sono anche diversi cruising: Emporium,
Zoom, Anchorena e Tom’s. Per gli amanti
dei vapori c’è l’Energy Spa for men, che
più che altro è un centro benessere e il Full
che invece è la classica sauna, in un edificio
in stile coloniale, sicuramente la migliore, sia
per fare incontri sia per un bel bagno turco o
una sauna finlandese. Non si contano le serate
gay danzanti, di ogni tipo e per tutti i gusti: il
Contramano, discoteca gay con vent’anni
di storia; Alsina, dotata di darkroom; Km
Zero con show stile Broadway, go-go boys e
strippers; il Glam, carino al sabato sera; la one
night gay Human che si svolge al Mandarin
è sicuramente la più figa sia come location che
come prodotto musicale, house di buon livello.
Tenete presente che in Argentina si esce di
casa molto tardi, prima delle 2 del mattino i
locali sono praticamente deserti. Forse è anche
per questo che ci sono vari after hours,
con clientela mista gay e gay friendly, sparsi un
po’ per la città, ma di questi dovete trovare i
relativi flyer di volta in volta poiché le location
cambiano spesso.
Consultate internet anche per scovare le tante
altre offerte di ristoranti gay e dei tanti altri
servizi per la comunità, diffidate invece della
guida Spartacus, che non sempre riporta dati
aggiornati. Tra i posti da visitare mettete
in programma anche Puerto Madero, il
porto di Buenos Aires sul Rio de la Plata, in
spagnolo fiume dell’argento, chiamato così per
il colore grigio scuro delle sue acque, da cui
deriva anche il nome l’intera nazione. Da qui
è possibile prendere un battello e in poche ore
raggiungere la città di Colonia del Sacramento,
in Uruguay, sull’altra sponda del fiume. Un altro
quartiere di Buenos Aires da non perdere è la
Boca, con il Caminito, tipico per le case di
mille colori e dove il tango è di casa.
Buenos Aires può inoltre essere una buona
tappa intermedia, se avete in programma un
viaggio abbastanza lungo, per poi visitare il
vicino Brasile, o altre zone più selvagge dell’Argentina, come la Patagonia e la Terra del Fuoco.
A Buenos Aires fate però molta attenzione a
non sconfinare nelle aree non turistiche. Come
la maggior parte delle metropoli sudamericane
si passa dal lusso estremo di alcune aree al
degrado delle favelas, che qui sono chiamate
“villa miseria”. Finire anche casualmente in una
villa può essere molto pericoloso.
Non mi resta che augurarvi buon viaggio e…
che santa Evita sia con voi!
1 - Profilattico sull’Obelisco di Buenos Aires per il World
AIDS Day
2 - Tango sul Caminito
3 - La Casa Rosada
4 - Villa miseria
5 – Gioventù locale in un parco
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attualità+cultura
Cover
su cover
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Tratte dal libro Pop Life - una vita in copertina di Luciano Tallarini, vi presentiamo
alcune immagini entrate nella cultura discografica
di praticamente ogni gay e un’eccezionale inedita
Mina, che rigettò l’idea creativa che Tallarini aveva
realizzato per lei ispirandosi a un quadro esposto
al Louvre (“con questa immagine ho voluto
esaltare il gesto delle mani di Mina con l’indice
che si congiunge al pollice, tipico delle sculture
del ‘400”).
Chi è Luciano Tallarini? Ivan Cattaneo dice che
“parlare di Mister Tallarini non è cosa semplice.
Luciano ha reso il prodotto discografico di
un’eleganza squisita. È un ‘animale da salvare’, un
creativo vero, uno che ha manipolato l’immagine
senza fermarsi alla copertina seguendo il progetto
artistico fino al risultato finale, vuoi sul palco di
Sanremo, del Festivalbar o delle trasmissioni televisive più prestigiose. Si è sempre spinto oltre, in
territori culturalmente più avanzati trascinando
con sé il frivolo mondo della canzonetta”.
Aver lavorato con gli artisti e le icone più
grandi (di Loredana Bertè dice: “Imprevedibile,
trasgressiva, genio e sregolatezza a volte anche
eccessiva, l’unica vera rockstar italiana”), ma
anche con illustri sconosciuti e illustri meteore,
ha permesso a Tallarini di sperimentare ed
esplorare qualsiasi tecnica di grafica, fotografia,
illustrazione, disegno...
Con Raffaella Carrà ha collaborato poco ma lei
gli scrive: “Caro ‘Talla’, forse troppo sporadiche
le nostre collaborazioni, solo 2, ma, certamente
indimenticabili. Grazie per il “magico” disegno
dell’album Applauso e poi per il fortunato Raffica.
2 incontri, 2 successi e com’è il proverbio…”.
Della copertina di Patty Pravo che abbiamo
scelto tra le tante presenti nel volume, Tallarini
dice: “Patty a quei tempi era affascinante, misteriosa, irraggiungibile, credo che questa immagine
rappresenti ancora oggi il mito di Nicoletta”.
Come dargli torto?
Ornella Vanoni, sua grande amica, racconta che
“Talla appartiene a quelle persone diverse,
diverse perché se ne sta perdendo lo stampo,
mai approssimativo, puntuale affettuoso e creativo. Talla fa parte della mia vita e del mio lavoro
da tanto tempo, il tempo del gioco, il tempo del
sogno, il tempo insomma”.
Tallarini ha approfittato di queste pagine anche
per togliersi un piccolo sasso dalla scarpa, un
gesto di affetto verso Loretta Goggi: “Il talento di
Loretta è rimasto intatto ed inossidabile. Non si
capisce perché la televisione preferisca proporre
delle “F.... lesse” senza talento né tanto meno
fascino”.
Altra chicca è un aneddoto sulla copertina del
disco di Renato Zero Cattura (“L’icona art decò
che ho creato per Zero sta a rappresentare la
sua granitica carriera, ispirata alle celebri statue
del foro italico del tragico ventennio”) che in un
primo tempo aveva in realtà pensato per Patty
Pravo. Secondo il cantante, “un disco riveste da
sempre un ruolo importantissimo nel percorso
di un artista. Ma è soprattutto memoria collettiva. Appunti di viaggio di chi fruisce la musica e
di chi la realizza. Tutti gli eventi, nonché tutti gli
altri accadimenti che ci riguardano, si possono
facilmente associare alle emissioni discografiche.
A quei titoli. A quei repertori ed inevitabilmente
ad una copertina”.
Un lavoro dietro le quinte che ha rappresentato una continua sfida, decisamente vinta su
tutti i fronti.
cultura+attualità
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Sono giovani, affascinanti e sexy e sono i sacerdoti del Calendario Romano 2010. Ed
è umanamente molto difficile non concepire pensieri impuri.
Belli e... impossibili
Francesco Belais
[email protected]
C’è qualcuno di voi che ricorda il vecchio serial
televisivo Uccelli di rovo? Oppure il più recente
spot della Coca Cola light (www.youtube.com/
watch?v=-EV-agX8H-g) con un ragazzo strafigo che esce nudo dalle acque del mare per poi
rivelare, rivestendosi, la sua vera identità? Se
siete dei fans di Sex & the city non potete aver
dimenticato l’episodio in cui anche la sessuosa
e audace Samantha s’invaghisce di un bel frate,
che però ai piaceri del corpo predilige quelli
dell’anima e pertanto la rifiuta. E già. Stiamo
parlando proprio di preti, di quelli belli però,
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che il loro status rende
ancora più appetibili.
Deve aver capito bene
questo meccanismo
della mente umana,
femminile
e
gay
soprattutto, un geniale
editore romano. Già
da qualche anno circola, soprattutto nelle
edicole della capitale,
ma
anche
delle
principali città italiane, un curioso calendario,
sicuramente il più originale in commercio:
il Calendario Romano. Niente nudo, o
immagini osé, i modelli, tutti ben coperti, e
tutti molto, molto affascinanti, sono… preti!
Altro che i calendari di “Max”, con il bell’attore
di turno che si spoglia per dodici mesi di fila, o
quelli delle case di produzione hard gay, o degli
sportivi e così via.
L’immaginario gay non può rimanere immune
da questi aitanti sacerdoti, o presunti tali.
Quello in copertina, che tiene in mano uno
stradario di Roma è
davvero mozzafiato. E
che dire di “gennaio”,
oppure di “agosto”?
Chissà se chi ha ideato
questo
fortunato
calendario è un ingenuo oppure uno che
la sa lunga? Cerchiamo
di approfondire. All’interno del calendario,
in una lettera firmata
dall’editore si precisa
che questo NON è
un calendario ufficiale
della
Santa
Sede
(volevamo ben dire!),
ma “solo uno strumento informativo a
disposizione di quanti
visitano Roma”(?). Poi
si passa ai fini benefici
d e l l ’o p e r a z i o n e :
“Si smentisce inoltre che il ricavato delle
vendite sia destinato nella totalità ad opere
di beneficienza anche se ciò non vuol dire che
- (ascoltate bene) - nel considerare la Carità
madre e silente fontana di tutte le grazie, non
si soccorrano in parte opere di pubblica misericordia”. Ok, la curiosità delle dame della carità
che hanno acquistato il calendario è “in parte”
placata. Ma la nostra morbosità di sapere se si
tratti o meno di veri sacerdoti? “Circa le immagini fotografiche - prosegue il simpatico editore
– altra inesattezza di molti mass media vuole
che i ritratti siano i più fotogenici sacerdoti del
Vaticano e a questo proposito, nello smentire
questa affermazione, si palesa che non solo
appaiono sacerdoti o seminaristi ma, anche,
che in alcuni casi sono fotografati dei laici,
come quelli ripresi durante le funzioni religiose
della Settimana Santa di Siviglia o in altri luoghi
della Cristianità. (…) Sappia leggere ognuno
nella freschezza dei volti giovani il consenso
riscosso dalla Chiesa nelle nuove generazioni
per mezzo delle quali, a guisa della Fenice,
risorge rinnovandosi e fortificandosi”. Geniale!
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Orsi e moda: un abbinamento impossibile come il diavolo e l’acqua santa? Come ogni
regola che si rispetti anche questa ha le sue eccezioni. In proposito vi presentiamo
alcune riflessioni veramente eccezionali.
Vanity Bear
Marco Albertini
[email protected]
La riflessione culturale dentro e intorno al
mondo bear negli ultimi tempi è decisamente
andata in letargo. Per risvegliare le coscienze
e offrire anche un contributo “Made in Italy”
a questi studi, abbiamo analizzato una nicchia
molto particolare di gay orsi. Sono decisamente pochi ma esistono, e sono ricercati in
particolar modo dai rari “cacciatori” che, come
loro, sanno che la differenza tra Gucci e Pucci
non è solo una consonante. Loro modelli di
riferimento, perché vere icone di stile oltre
che di pelo o di stazza, sono ad esempio
Babydaddy, il bassista e mente del gruppo
glam-pop dei Scissor Sisters, il compianto
geniale stilista Gianfranco Ferré o Alber
Elbaz, l’attuale direttore creativo della maison
Lanvin. E per mettere alla prova la “fashionista”
che è in voi, alzi la mano chi conosce i designer
nordamericani Jeffrey Costello e Robert
Tagliapietra: stereotipi del taglialegna, coppia nel lavoro e nella vita e Vogue Fashion Fund
finalist nominations nel 2005 e nel 2006.
L’immagine di questo animale, nella sua versione
giocattolo più classica, ispirò persino due famosi
stilisti. Jean-Charles de Castelbajac
disegnò un cappotto composto da soli orsetti
di peluche, modello indossato da Madonna e
dalla supermodel Helena Christensen nel film
Prêt à porter di Robert Altman. Moschino
invece, con il suo ironico senso estetico a metà
tra il dadaismo e la pop art, li usò per decorare
il collo di un lineare cappottino nero molto chic
(e poco cheap, dato che è stato anche battuto a
caro prezzo in un’asta di moda vintage).
In una sottocultura che si è fortemente costruita intorno a un codice visuale preciso, piuttosto rozzo e che si è evoluto poco, il concetto
di “fashion bear” sembra una contraddizione in
termini. Per saperne di più ne abbiamo quindi
intervistati alcuni molto speciali, perché anche
noi non siamo mai stati così chic.
Cominciamo con Alessandro Moroni e
Maurizio Francesconi, entrambi esperti di
moda e da anni attivi nel settore che ci rispondono “a quattro mani”.
Come vedete lo stile “bear” fatto di
camicia di flanella a stampa scozzese,
jeans e scarpe da taglialegna: un clas-
sico che non stanca
mai o un limite culturale che bisognerebbe superare?
Premettiamo che il bear da
immaginario collettivo non
esiste più per un motivo
esclusivamente culturale:
il bear che oggi gira per la
città può essere un “aBEARcrombie” (un casual in
realtà fighettino a base di
polo Fred Perry attillate
e barbe perfettamente
rifilate) quindi casual ma
“curato”, non il boscaiolo
del Kentucky stereotipato
che ormai si vede solo più
in certi film porno che
leghiamo a questa definizione. Nel 2009 ciascuno
di noi (bombardato dalle
pubblicità, dalla televisione e dalle riviste) tende
ad avere un look sempre
più “moderno” (talvolta
riuscendoci, talvolta no
con somma angoscia di noi
osservatori).
Cosa intendete per
moderno?
La
parola
moderno
significa
molte
cose:
Illustrazione di Gianluca “Nerobear” Manna
innanzitutto la voglia di
uniformarsi a un modello
che riteniamo sia quello che ci esprime al girando nelle nostre città spesso vediamo
meglio e che quindi ci farà sentire parte di un copie sbiadite di modelli che la gente vorrebbe
“gruppo sociale”, allontanando da noi coloro copiare arrivando a pensare che indossando un
che sono differenti (quello che in antropologia abito gessato (ma mai di Caraceni) e un paio
si chiama l’altro da sé) e facendoci sentire di Car Shoe viola si sarà come Lapo Elkann,
automaticamente accettati dalla maggioranza che indossando un paio di scarpe da ginnastica
del gruppo che appunto ci interessa.
con paillettes e gli skinny si sarà come Mika e
Riportando la questione su un piano meno indossando un paio di occhiali da sole anche
teorico bisogna dire che in Italia la questione per dormire saremo come Anna Wintour.
del look è maggiormente sentita rispetto Ebbene, non è così. Bisogna tentare di creare
ad altri paesi, è come se la possedessimo nel uno stile che sia proprio, magari riconducibile
Dna e ci porta comunque a curare la nostra a dei modelli comuni, ma che sia il più possibile
immagine più di quanto succeda negli altri declinato in base alle nostre esigenze di vita e
paesi. Bisogna però anche sottolineare che al nostro fisico.
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pride
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attualità+cultura
Jeffrey Costello e Robert Tagliapietra
Secondo voi è possibile sfatare il mito
che i maschi omosessuali hanno tutti
buon gusto?
Dovremmo tentare di non essere vittime
di luoghi comuni: basta girare per le città e
studiare come la gente si veste. Lo stancante
luogo comune sul fatto che gay equivale a buon
gusto andrebbe eliminato, perché è ovvio che
il cattivo gusto è assolutamente trasversale.
E per trasversale si intende anche gli addetti
ai lavori, che dovrebbero aver fatto del buon
gusto la bandiera di appartenenza e che invece
si propongono ai nostri ormai stanchi occhi con
delle mises che francamente facciamo fatica a
definire di buon gusto, eleganti o anche solo
passabili. Per avere un’idea di questo il consiglio
è quello di andare a dare un’occhiata a www.
thesartorialist.blogspot.com per notare ottimi
e pessimi risultati di stile, e fra i pessimi risultati possiamo citare quello di vari personaggi
famosi e non.
Vogliamo parlare di Karl Lagerfeld
da stilista orso per Chanel a “sekka
orrenda” con tanto di libro sulla sua
drastica dieta?
Karl Lagerfeld e la sua trasformazione sono
l’ennesimo segreto di Fatima. Inspiegabili per
lungo tempo, fino al momento in cui Kaiser Karl
ha ritenuto fondamentale farci conoscere ogni
particolare del suo cambio di stazza…anche no!
Ma in realtà Herr Lagerfeld è in buona compagnia, infatti il fondatore e direttore della rivista
“Citizen K”, che risponde al nome di Kappauf,
ha seguito una dieta persino più impressionante
di quella di Lagerfeld, che gli ha talmente cambiato i connotati da creargli non pochi problemi
con le autorità per farsi imbarcare sul volo di
ritorno dalla Cina (dopo la sfilata di Fendi sulla
Grande Muraglia), in quanto la foto sul passaporto (pre-dieta) non coincideva minimamente
con l’uomo che la polizia aveva davanti. Last but
not least: Mr Alexander McQueen che facendo
altalenare la sua circonferenza da una taglia
60 ad una 46 per tornare da dove era partito,
come le vecchie pendole a casa della nonna,
ci fa capire che la schizofrenia con la quale
cambiamo il nostro giro vita è equivalente alla
contrazione presente nel cranio. Magari in
questi tre casi no, però avremmo molti esempi
presenti nello showbiz che potremmo portare
a suffragio della nostra teoria.
Passiamo ora a Costantino Della Gherardesca,
opinionista “fisso” nelle trasmissioni di Piero
Chiambretti in cui sfoggia sempre look molto
ben studiati che denotano un rapporto intenso,
per quanto fuori dagli schemi, con l’eleganza.
La tua ultima “reincarnazione” a
Chiambretti night è il radical chic: steso
su una dormeuse indossi occhiali dalla
montatura trendy e una strabiliante
t-shirt con l’immagine di Franca Sozzani, la direttrice di “Vogue Italia”.
Quanto sei un vanity bear nella vita
reale?
Credo di essere la Ulrike Meinhof dei Vanity
Bear. La maggior parte degli orsi che conosco
fanno lo sbaglio fondamentale di mettere il
“sesso” prima della “moda”. Vogliono sembrare
maschili ed attraenti, e quindi si conformano a
degli stereotipi pensando di diventare più “normali” e quindi “sexy” seguendo la logica che le
fantasie sessuali altrui si basano su dei modelli
pedestri di “maschio”. Facendo questo la
maggior parte delle volte non risultano “sexy”
bensì sembrano semplicemente degli sfigati.
Bisogna accettare la propria perversione. Bisogna accettarsi allo specchio, e non concentrarsi
sulle incongruenze fra la nostra immagine e la
realtà di come ci sentiamo. Gli orsi che hanno
paura di essere “vanity” devono leggere Lacan.
Se l’eleganza si vede dal dettaglio,
pride
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secondo te la comunità bear potrà
mai essere hip o è condannata a
essere uno stereotipo antiestetico a
oltranza?
La trovo già nettamente più hip di quella dei
palestrati che vanno alle discoteche col techno
o la house music. Meglio un orso, anche non
“vanity”, di una discotecara. I meno hip sono
i gay che ascoltano Madonna e vanno in discoteca en masse. Non si rendono conto che fanno
congelare il sangue da quanto sono poco giusti.
Molti gay orsi sembrano Giove ma
appena aprono bocca o si muovono
diventano Giunone. Una contraddizione di scarso gusto o una giusta
appropriazione politica del proprio
più intimo sé?
Mah, io sembro estremamente frocio quando
parlo. Tanto appena un uomo mi conosce
meglio si rende conto che sono io il maschio
alfa. Fin troppo. Non stiro, non cucino, non
lavo i piatti, non faccio nulla di domestico. Non
saprei dove cominciare. Oltretutto detesto
i bambini dopo 20 secondi. Non mi sono mai
fatto mettere i piedi in testa dagli altri uomini,
mi sono sempre sentito in obbligo di confrontare la gente quando è necessario. L’uomo non
sta nella maniera bensì nei fatti.
Per la sfilata della sua collezione uomo
primavera/estate 2010 lo stilista
belga Walter Van Beirendonck deve
aver scelto gli indossatori sul sito
bearwww.com Secondo te è l’inizio di
una nuova era o un fuoco di paglia?
Mah, non si può mai essere certi di queste
cose. Si entra in dei discorsi di identità sessuale
troppo complicati. Il povero Foucault si rivolta
nella tomba tutti i giorni per via di quanto sono
conformisti i gay contemporanei. Comunque il
modello di riferimento sessuale è totalmente
soggettivo, cambia a detta delle mode di
pensiero. Basti pensare a quando, in passato,
andavano di moda i ragazzini magri, le donne
grasse, i vecchi ecc. La cosa veramente importante che bisogna capire è che i propri gusti
sessuali non sono personali ma fanno parte del
condizionamento che il linguaggio e la società
hanno sulla nostra mente. Non è un caso che
i nostri pensieri più intimi siano condivisi da
milioni di persone.
La prossima volta che aprite l’armadio quindi,
quale che sia la spesa che dedicate al vostro
guardaroba ricordatevi di declamare: “To bear
or not to bear? This is the question”.
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memoranda
1
Giovanbattista Brambilla
[email protected]
C C
looney
Della storia Canalis-Clooney non me ne
importa nulla. Innanzitutto perché George
Clooney mi dice meno di niente, sia come
attore che come sex-symbol. Inoltre, qualcosa
non mi quadra in tutta la vicenda. C’è qualcosa
di troppo asettico ed esibito. Lui poi, ha avuto
una vita atipica per uno di Hollywood: un matrimonio durato quattro anni e senza figli con
l’attrice Talia Balsam e poi dal 2000 al 2005 una
love story con l’inglese Lisa Snowdon. In seguito,
due fidanzate, di cui una cubista e l’altra barista.
Assolutamente ignote, ritornate nel nulla. Si sa
molto di più sul maiale Max, da salotto, per cui
l’attore nel frattempo stravedeva. Se ben
ricordo, il suino è ora defunto. Lo scorso agosto
il sito americano TMZ, aveva etichettato la
“velina” Canalis come: “Modella trentenne e
fidanzata seriale di calciatori famosi”. Dimenticandosi d’accennare alle velleità artistiche della
Canalis, che dopotutto meno di due anni fa
ebbe un ruolino nel sexy-film inglese Virgin Territory (da noi: Decameron Pie) con due stars hollywoodiane di tutto rispetto: Misha Barton
e Hayden Christensen. Le voci sulla presunta gayezza di quest’ultimo (messe in giro
pure dalla Barton in preda a logorrea alcolica)
ne hanno frenato irrimediabilmente la carriera.
Tant’é che da noi è sparito dai giornali. Risale al
19 ottobre scorso, un articolo sul “Corriere
della Sera” col titolone “Clooney-Canalis,
amore senza baci”, scritto da Fabrizio Roncone.
Un pezzo con presunzione di “colore &
costume” in cui si fanno le pulci alla coppietta.
Dicendo che i due a Roma alloggiano in hotel
con camere separate. Cosa che io penso del
tutto normale, la Canalis ne userà una come
camerino per ricevere parrucchieri, truccatori
e sarti…si tratta pur sempre d’una “diva”
onfidential
nostrana, dico io. Di solito poi si tiene una
seconda stanza per ricevere i giornalisti. Roncone ricorda pure la celebre frase recentemente
pronunciata da Brad Pitt, compagnone di
Clooney, che fece il giro del mondo: ”Sarebbe
tempo che George facesse outing, dichiarando
tutto l’amore che prova per il suo compagno”.
Roncone la formula così, in altro loco io l’ho
trovata scritta sotto altre varianti. Ricordiamo
che Pitt è “non sposato” con Angelina Jolie, una
che fu ritenuta una presunta lesbica nei gossip
americani per anni. La coppia, molto impegnata
nei diritti civili, ha dichiarato che non convolerà
a nozze finché anche i loro amici gay non
potranno farlo. In effetti la battuta goliardica di
Brad Pitt pare fosse partita all’ennesima
domanda rompiscatole di un cronista sul “tema”
nozze. E la cosa ebbe un seguito, con l’altro
amicone Matt Damon (uno che ad inizio
carriera davano per fidanzato con l’inseparabile
buddy Ben Affleck) e che in vista del Festival del
Cinema al Lido, buttò lì durante un’intervista
scherzosa: “Sì, sarebbe bello che George
venisse a Venezia con il suo vero fidanzato”. La
frase esplose da noi come una bomba. Matt,
poi, si precipitò al “David Letterman Show” per
smentire tutto e parlare dell’ossessione tutta
italiana per l’omosessualità di Clooney. Tale
pettegolezzo, in Italia, iniziò ad essere “sussurrato” pubblicamente in un “Vanity Fair” di circa
sette anni fa. Il giornalista del “Corriere” si
chiede perché il duo Clooney-Canalis non si
scambi mai un bacio in pubblico. Insinuando
chissà che. Nel frattempo, risale al 29 ottobre,
la vendetta di Clooney su Pitt con delle dichiarazioni scherzose al settimanale francese
“Gala”: “Ho un incubo ricorrente. Un uomo
che mi accarezza e che non la smette di dire che
sono bello: alzo gli occhi ed è Brad Pitt . Spesso
mi paragonano a Brad. È una cosa che mi dà
enormemente fastidio, non voglio assomigliare
a una femminuccia!”. Ma a me la goliardata, più
che divertente, sembra assai stupida. Ma
quand’è che una “chiacchiera”, se circola a lungo
come accade ormai per tutti gli attori di successo, vuol dire automaticamente che è vera?
Per quanto riguarda Clooney ho una notizia che
nessuno ha mai pubblicato. Nel 2006, al bar
dell’albergo Cipriani a Venezia, durante il Festival del Cinema, ci fu una cena dalla mezzanotte
alle tre del mattino cui parteciparono Clooney
con l’allora fidanzata Sarah Larson (con cui
ruppe nel giugno 2008), il suo pubblicista Stan
Rosenfield (un signore calvo e piccolo di mezza
età), Richard Gere con la moglie Carey
Lowell, Jude Law e l’italiano Claudio
Masenza (celebre giornalista e selezionatore
del Festival di Venezia). Ebbene, il giorno dopo
al Lido deflagrò la notizia che Clooney aveva
passato la nottata in intimità al Cipriani con il
suo amante: un meccanico muscoloso, tarchiato
e con capelli rasati! Quella volta, per fortuna, la
fetecchia non fu pubblicata da alcun giornale.
Nel suo blog (olgopinions.ilcannocchiale.it) la
giornalista Olghina di Robilant, il 22 agosto
scorso, ha scritto intelligentemente: “Pitt ha
detto: “Sposerò Angelina quando George sposerà his partner”. Serve sapere che in inglese
non esiste il femminile della parola partner,
valida ugualmente sia al femminile che al
maschile. L’aggettivo his riguarda George,
ovviamente, pertanto la frase è adattabile sia ad
una compagna che ad un compagno. Chi ha
deciso che questa battuta rende automaticamente Clooney gay? Questo lo dico perché mi
sembra un’esagerazione lo scandalo annesso,
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memoranda
2
semmai deve dirlo lo stesso Clooney. E se anche
fosse gay? Non cambierebbe la vita di nessuno o
nessuna. A me personalmente non importa
niente. L’aspetto che invece mi dispiacerebbe,
nel caso specifico, sarebbe che lo stesso Clooney si senta in colpa, in torto, anomalo o inaccettabile perché gay. Questo sì che è brutto.
Questo renderebbe tutte le sue gite in motocicletta e le attività pubblicamente esibite di
‘machismo’ una tristissima commedia. Inutile e
sciocca. Una commedia che ha messo in croce
attori come Rock Hudson, Farley Granger,
Rodolfo Valentino, Cary Grant, Montgomery
Clift, perfino Marlon Brando che io conobbi
quando aveva perso la testa per l’attore francese Christian Marquand (entrambi all’epoca
icone di maschilismo), tanto che diede il nome
di Christian al suo primo figlio. Si potrebbero
citare una caterva di personalità del cinema che
per volere di agenzie e produzioni hanno sposato controvoglia delle signore e attrici disponibili, costringendosi ad una bisessualità non
sempre gradita agli stessi interessati. Perché?
Per soddisfare un pubblico bacchettone o per
offrire ai fan un’immagine falsata che rientri nei
canoni della cosidetta normalità? Ridicolo e
ingiusto. Peggio, trattasi di una istigazione
all’ipocrisia che non ha nulla di sano e che porta
le vittime del ‘costume’ comunemente accettato a vivere con i piedi in due staffe con esibizioni grottesche, matrimoni e figli che pagano lo
scotto, spesso a suicidi.” Ed ancora Olghina
prosegue: “Oggi, in questo diluvio di foto
mediatiche settimanali con giovanotti muscolosi
buttati nelle luci della notorietà da agenti omosessuali, direttori di giornali gay, e chi più ne ha
più ne metta, non si capisce più un bel niente. Se
proprio si deve, si faccia questo benedetto
‘outing’ e che gli interessati vivano la loro omosessualità tranquillamente, senza provare il
bisogno di dare spiegazioni, alle quali nessuno
avrebbe comunque diritto. Che Clooney si lanci
in motoscafo con il meccanico che vive vicino a
casa sua, magari abbracciandolo, e allora? Le
signore deluse saranno solo invidiose del meccanico.” Ma sul versante di chi è sfavorevole al
“coming-out” degli attori sono giunte voci
autorevoli da due noti registi hollywoodiani, gay
dichiarati, come Todd Holland e Don
Roos. Quest’ultimo ha dichiarato:”Non credo
che il coming-out degli attori possa aiutare ad
abbattere l’omofobia. Penso che invece quello
di dottori, insegnanti e legali potrebbero essere
più utili”. Spesso è riportato l’esempio dell’attore Rupert Everett che dopo essersi
“dichiarato” è stato relegato a ruoli secondari.
Per me la cosa non è credibile, innanzi tutto
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3
perché Everett è troppo maledettamente
English style per gli Usa e non ha mai avuto
grande talento interpretativo. Inoltre è troppo,
lampantemente, effeminato e ritoccato dal chirurgo per essere credibile in ruoli da sciupa
femmine alla James Bond. Di recente hanno
molto stupito le rivelazioni di un libro su Paul
Newman (sul cui autore Darwin Porter nutro
seri dubbi di assoluta credibilità) in cui lo si
descrive come una checca sfranta e scatenata,
pur in versione “macho”. Notevoli le descrizioni
dei suoi rapporti sentimental-sessuali con
Marlon Brando, James Dean, Sal
Mineo, Anthony Perkins e soprattutto
Steve McQueen. E se quest’ultimo era gay,
non c’è proprio più religione che tenga e non
vedo improbabili pure tutte le dicerie su Clooney. E se pure Rock Hudson non fu mai sputtanato, negli anni ’50, dalla perfida rivista pettegoliera “Confidential” capisco anche perché
Newman l’abbia fatta franca fino alla post-mortem. Ora però, il sistema giornalistico è più
capillare e s’è diffusa pure la diceria, secondo
cui, pure Will Smith avrebbe aderito all’onnipotente Scientology per far tacere certe supposizioni di gayezza. Altro ben protetto dalla setta
è Tom Cruise la cui storia con Penelope Cruz
non ha mai convinto nessuno, tanto quanto il
finto matrimonio a Bracciano con l’attrice
decaduta Katie Holmes. È del luglio scorso la
notizia che pure John Travolta, dopo la
morte del figlio Jett, vorrebbe abbandonare
Scientology. Non si sa se ne deriverebbe un suo
bel coming out e relativa deriva cinematografica. E da noi in Italia come va nello showbiz?
Siamo messi molto peggio. Basti pensare al ballerino Roberto Bolle, che si arrampica sugli
specchi dell’ipocrisia, o alle ridicole dichiarazioni del cantante Samuele Bersani che per
allontanare le “voci” da se stesso non evita a
dichiarare a “Vanity Fair” del 30 settembre
scorso: “Non ho mai visto Lucio Dalla mano
nella mano con un uomo e non so che cosa
faccia in privato: sono affari suoi. Vero è che,
dall’inizio della mia carriera mi ha fatto fare un
disco in cambio di niente. Lucio per me è un
maestro, e mi dispiace che si dicano queste
stronzate da parrucchiere.”
1 - George Clooney ed Elisabetta Canalis a Roma (2009)
2 - Esplode lo scandalo Liberace (Confidential, 1957)
3 - Rivelazioni su Tab Hunter e l'agente gay Henry Willson
(Uncensored, 1956)
4 - Cary Grant con l’amato Randolph Scott (anni ’30)
5 - Rock Hudson (1950 ca.)
6 - Paul Newman (1970 ca.)
7 - Steve McQueen in Quelli della San Pablo (1966)
4
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6
7
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pride
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rubriche
statistiche
di Pigi Mazzoli
[email protected]
Oggi è il 7 novembre 2009, e sto scrivendo il mio
pezzo da pubblicare qui su “Pride” a dicembre.
Come ogni anno decido di parlare di prevenzione, perché il primo dicembre è la giornata
mondiale contro l’Aids. L’ennesima giornata che
passerà ancora più silenziosamente di quella
dell’anno precedente.
E allora parlerò dell’ennesima campagna di sensibilizzazione creata in questi giorni, sperando
che non cada nell’indifferenza di quelli a cui è
diretta, per l’ennesima volta.
La lancia la Fondazione Nadir, la trovate qui:
www.testhiv.it
Nella presentazione snocciola dei dati: “È in
aumento il numero delle persone che scoprono
di essere sieropositive solo al momento della
diagnosi di Aids, ovvero in uno stadio di malattia
zig*zag
molto avanzato: siamo passati dal 21% nel 1996
al 60% nel 2008. Questo dato ci suggerisce che
una buona parte di persone infette ignora per
molti anni la propria sieropositività. Questo
porta a non entrare tempestivamente in trattamento e a non adottare le precauzioni che diminuiscono il rischio di diffusione dell’infezione.
Sottoporsi allo screening periodico di malattie
a trasmissione sessuale (tra cui l’Hiv) è un comportamento intelligente, civico e responsabile.
Perché tanta reticenza e paura del test quando
una eventuale risposta positiva, ancora in buone
condizioni di salute, permette di affrontare il
problema più serenamente, e avere maggiori
scelte terapeutiche per combattere il virus e
mantenere una buona qualità della vita?”.
In un recente convegno dell’Anlaids è stato
detto: “La Lombardia è la prima regione italiana
nel rapporto tra casi e numero di abitanti: sei
ogni centomila l’anno contro i quattro dell’Emilia Romagna e i tre dell’Umbria. Quasi la metà
di queste persone non si rivolge ai centri
specializzati. Ci sono 14-15 mila malati di Aids
pride
dicembre 09
a Milano invece degli 8-9 mila regolarmente
censiti. Ogni anno in Lombardia circa duemila
persone contraggono l’infezione da virus Hiv. In
tutta Italia i nuovi sieropositivi sono circa 4.000
l’anno. In Lombardia abbiamo più di un terzo
delle persone in terapia con farmaci antiretrovirali, su 50 mila circa in Italia, e più di un terzo
delle persone che vivono con l’Aids, su 110-130
mila in Italia. Uno dei problemi principali è il
cosiddetto sommerso, cioè le persone che non
sanno di essere sieropositive e non si rivolgono
alle strutture sanitarie. Se in Europa la percentuale è del 25-30%, in Lombardia si stima che si
avvicini al 40%”.
Eppure in quest’ultimo anno l’unica volta che il
tema Aids è arrivato alla prima pagina è stato
quando il papa ha pronunciato per la prima volta
la parola preservativo, per dire che non
si devono usare.
Proprio ora che le cure sono ad un
livello tanto avanzato da non lasciare
dubbi sull’opportunità o meno di curarsi,
sul tema cala il silenzio e l’indifferenza.
Come se l’unico interesse alla questione
fosse dato dalle parole “incurabile” e
“mortale”.
Curarsi (almeno qui da noi dove le cure
sono gratuite) e usare il preservativo
riuscirebbe a far recedere pian piano
l’epidemia.
Mi ha scritto un lettore, chiedendo di
non pubblicare la sua lettera perché
nessuno ancora sa, per dirmi che era
appena diventato sieropositivo, e che
era uno di quelli che ha sempre fatto
prevenzione, senza sgarrare mai, e che
era affranto ancora di più proprio per
questo. Non ho trovato parole che
potessero consolarlo (se ne trovano
mai?) e ho provato un dolore molto
grande.
Le regole del sesso sicuro che noi tutti
ripetiamo non sono sicure al 100%,
anche senza errori c’è la possibilità
dell’incidente, a volte silente, inavvertito.
Se il piccolo errore o il piccolo incidente accade con una persona sieropositiva
non in cura, il rischio aumenta, perché chi non
è in cura ha nel corpo quantità notevolmente
maggiori di virus e quindi ha notevolmente più
possibilità di essere pericoloso per gli altri.
Oppure, con l’errata presunzione di essere
sani, le regole si seguono con troppa elasticità,
chi invece sa, non rischia per una leggerezza.
Ecco perché la scelta di fare il test ed entrare
in cura in caso di positività, non è una scelta
personale ma riguarda anche le persone con cui
si vuole fare sesso.
Nessuno ci obbliga a smettere di fare sesso.
Nessuno ci imprime a fuoco sulla fronte il
simbolo della nostra sieropositività.
Sta a noi, sieropositivi consci e inconsci del
nostro stato, fare qualcosa per non danneggiare
gli altri, quelli a cui siamo simpatici e che dicono
sì alle nostre proposte.
Perché, in futuro, a scoprire di essere sieropositivi siano sempre meno persone. Perché il
sesso possa continuare ad essere per tutti la
cosa bella che è.
dicembre 09
pride
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SEXY SHOP
+ VICINO A TE :
VIENI DALLE NOSTRE PARTI ?? ABITI IN ZONA ??... SCEGLI IL
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62
rubriche
di Carmine Urciuoli
[email protected]
Nasce il dominio .gay
Sono varie le iniziative per proporre all’ICANN,
l’ente internazionale che decide su internet
(www.icann.org), l’introduzione del nuovo
dominio .gay (dot gay, in inglese il termine “dot”
significa “punto”) che permetterà di registrare
siti come ad esempio www.milano.gay o anche
www.salute.gay. “La proposta mi trova entusiasta perché favorirebbe una grande visibilità nel
web in tutto il mondo” ci dice Franco Grillini,
cui abbiamo chiesto una opinione. “Internet si è
dimostrato uno strumento essenziale in questi
anni, per le lotte di liberazione del movimento
lgbt perché come mezzo di comunicazione è
stato perfetto nel mettere in rete centinaia
di migliaia di persone sparse in territori dove
spesso non esiste altra forma di relazione. Il
dot gay servirebbe a dare ulteriore impulso a
questa dinamica di visibilità e di comunicazione
riconoscendo anche il ruolo che i gay hanno
avuto nel successo della rete. Per quanto mi
riguarda credo che tutti coloro che sono affezionati alla tecnologia e a internet dovrebbero
appoggiare questa proposta anche se non sono
gay, per solidarietà e per rendere ulteriormente
democratico un mezzo di comunicazione che
ha cambiato la vita di tutti”. Sui siti, per ora
solo in inglese, tutte le istruzioni per inviare la
propria adesione.
www.dotgayalliance.com
www.dotgay.com
Brevi dal web
Segno dei tempi che cambiano, GayRoma.it,
uno dei primi portaloni gay destinato ad una
comunità locale, fondato da Mauro Cioffari nel
1999, diventa un blog ma anche nella sua veste
più snella continua ad offrire spunti di dibattito
proponendosi come “Villaggio Mediatico della
Comunità glbtq romana”.
gayroma.splinder.com
Google lancia il servizio dashboard una pagina
che consente a chi ha già un account google di
vedere quali dati personali sono stati archiviati,
il servizio è finalizzato anche a ridurre la
diffidenza che gli utenti hanno in merito alla
gestione della privacy da parte del motore di
ricerca (www.google.com/intl/it/privacy.html).
www.google.com/dashboard
L’Europa nel mese della prevenzione
Parte ufficiosamente il primo dicembre la diciottesima conferenza internazionale sull’Aids che
si svolgerà dal 18 luglio 2010 nella vicina Vienna
(www.aids2010.org), e che porterà sull’Europa
i riflettori del mondo in materia di prevenzione e cura. Tra le maggiori organizzazioni
transnazionali europee si segnalano AidsActionEurope (www.aidsactioneurope.org) cui
aderiscono le italiane Nps (www.npsitalia.net)
e Lila (www.lila.it), l’Eatg (www.eatg.org),
per migliorare l’accesso ai farmaci nella cura
dell’Hiv, e l’associazione per il monitoraggio
dell’epidemia nei paesi Ue (www.eurohiv.org).
Sul sito del concorso (www.hivideo.it) di Nps
destinato a giovani, è possibile vedere tutti
i video-spot contro l’Hiv/Aids realizzati. La
consegna del premio dell’edizione 2009 è il 29
novembre all’Alcatraz di Milano nel corso della
HIVideo SPOT AWARD.
Cyber Lex
Da questo mese sulla rubrica internet si inaugura uno spazio dedicato alle questioni legali, in
cui esperti risponderanno alle domande che i
lettori invieranno.
Domanda inviata da Marco G., 21 anni, Vicenza.
Assistere a show privati in webcam
in cambio di soldi oppure offrire
soldi (come ricariche telefoniche o su
postepay) per cybersex è illegale ? A
quali sanzioni si va incontro ?
Risponde l’avv. Antonio Rotelli, presidente della
Rete Lenford (www.retelenford.it)
“Il sesso a pagamento non è previsto come
reato dal nostro ordinamento se fatto tra
adulti consenzienti, quindi è permesso. La
legge italiana punisce solo il favoreggiamento
e lo sfruttamento della prostituzione. A questo
proposito, secondo un orientamento che sta
diventando costante nella giurisprudenza,
potrebbe essere considerato reato la pubblicazione su siti o portali di annunci di escort o
l’offerta di sesso a pagamento, anche nell’ipotesi
che il sesso offerto fosse solo virtuale attraverso
una webcam. Questo perché secondo una innovativa interpretazione data dai giudici, ‘atto di
prostituzione sarebbe qualsiasi atto sessuale
che viene compiuto dietro pagamento di un corrispettivo e risulta finalizzato, in via diretta ed
immediata, a soddisfare la libidine di colui che ha
chiesto o che è destinatario della prestazione’.
Quindi non sarebbe requisito necessario la
congiunzione carnale. In questo caso le pene
vanno da due a sei anni di reclusione, più una
multa e la confisca dei profitti realizzati con
l’attività illecita.”
EROSSTRIP
Sono tante le sorprese in serbo per chi ha la
pazienza di navigare attraverso un sito dai percorsi
non certo lineari, messo su grazie al lavoro
amatoriale del webmaster appassionato di nudo
maschile ed erotismo.
www.blogaboutmen.com
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naseem rakha
una madre non dimentica
di Francesco Gnerre
[email protected]
traduzione di Francesca Toticchi
NEWTON COMPTON
ROMA 2009
pp. 334
euro 12,90
Il pomeriggio del 6 maggio 1985, Daniel Joseph
Robbin, un giovane meccanico di 19 anni, ha
picchiato e poi ucciso con un colpo di pistola
il quindicenne Steven Joseph Stanley, detto
Shep, durante una rapina nella casa del ragazzo,
nell’Oregon. Questa almeno è la versione
ufficiale del fatto che nessuno sembra mettere
in discussione. La vittima, ancora in vita, è stata
trovata dal padre, il vicesceriffo Nat Stanley.
All’epoca dei fatti, gli Stanley (il capofamiglia, la
moglie Irene e i due figli, la giovane vittima e
la sorella Blis di 12 anni), originari dell’Illinois,
vivevano solo da un anno e mezzo in Oregon.
Irene, la giovane madre, ricorda ancora la contrarietà del figlio e la testarda insistenza con
cui il marito aveva voluto questo trasferimento,
che è stato all’origine della tragedia che ha
distrutto la sua famiglia. Dopo il processo che
ha condannato a morte l’assassino, tutta la sua
vita è concentrata sull’attesa dell’esecuzione,
come se la morte di Daniel Robbin potesse
restituirle il figlio o come se quell’esecuzione
potesse finalmente far tornare tutto a posto,
come le dice il marito.
Passano anni nell’attesa mentre la sua vita e la
stessa unità familiare vanno in frantumi. La figlia
se ne è andata e tra Irene e il marito è calato un
silenzio incolmabile fino a che il giorno in cui il
figlio avrebbe compiuto venticinque anni, dopo
un tentativo di suicidio, decide di affrontare
l’assassino di suo figlio: la sua morte non servirà
a placare il suo dolore, come tutti le dicono, e
comincia a mettere in discussione le stesse idee
di giustizia o di vendetta. Non è più interessata
all’esecuzione dell’assassino, ma inizia una clandestina corrispondenza epistolare con lui che
potrebbe sembrare una forma di complicità tra
vittima e carnefice, ma che è qualcosa d’altro,
una ragione di vita per la donna, forse uno spiraglio per capire cose che le sono rimaste sempre incomprensibili e quando, dopo diciannove
anni di attesa, nel 2004, arriva la comunicazione
della data dell’esecuzione, il fragile equilibrio
della sua vita, di quella di suo marito, della loro
figlia e dello stesso assassino viene travolto. È
a questo punto che tanti indizi, disseminati fin
dalle prime pagine della narrazione, cominciano
ad avere un senso.
Il giovane Shep era omosessuale, cosa di cui
lei non aveva mai avuto alcun sospetto, e ad
uccidere il ragazzo sono stati, prima della persona che ha premuto il grilletto, la vergogna e
i pregiudizi di suo marito, accecato dall’omofobia, e tutto l’ambiente culturale in cui lei stessa
lo ha educato, a cominciare dai discorsi del
reverendo White che impreca ancora contro
le nuove leggi che permettono a due uomini o a
due donne di sposarsi, come avviene in Massachussets, in Oregon, nel Vermont, in California
e a poco a poco nella maggior parte degli Stati
americani. “Non c’era da stupirsi”, pensa la
donna, “se Shep non le aveva detto di essere
gay. Tutte le domeniche, tutte le maledette
domeniche, trascinava lui e Bliss in chiesa. E
ogni dannatissima volta il pastore White diceva
cosa era giusto e cosa era sbagliato. Shep era
sbagliato, molto più che sbagliato: agli occhi del
pastore e a quelli di Dio. E ovviamente doveva
essere sbagliato anche agli occhi della mamma.
Le si riempirono gli occhi di lacrime. Certo che
non me l’ha detto. Quello che era, chi era, era un
peccato. Una depravazione. Come avrebbe mai
potuto dirglielo? E se anche lo avesse fatto, lei
come avrebbe reagito?”.
La scoperta dell’omosessualità del figlio e
della dinamica dei fatti di quel lontano maggio
cambierà radicalmente il corso degli eventi e
costringerà tutti a fare i conti col passato.
La storia drammatica di questa famiglia della
provincia americana è ben costruita, con sensibilità e capacità di indagare la complessità degli
affetti secondo i canoni di un buon romanzo di
successo, con colpi di scena, momenti di presa
di coscienza e di commozione, con riflessioni
edificanti sull’orrore della pena di morte, sui
concetti di giustizia, di vendetta, di perdono.
Di particolare interesse, a me pare, è però
soprattutto il punto di vista sull’omosessualità
e sull’omofobia affidato a personaggi eterosessuali costretti finalmente a riflettere sui loro
errori, sui loro pregiudizi e sulle responsabilità
di tanto odio.
SEGNALAZIONI
Michael Curtin, La Lega antiNatale, Marcos y Marcos, Milano 2009, pp. 445, euro 12,00
Per chi è infastidito dalle feste natalizie un romanzo stravagante contro il Natale: quattro
bizzarri personaggi (tra cui uno che ama indossare abiti da donna, ma è ossessionato dalla
paura di essere trovato morto in guêpière) provano a sabotare con ironia la grande festa: “se
il Natale fosse una persona uscirei in una notte di nebbia a tagliargli la gola, poi mi costituirei”.
Nicola Lecca, Il corpo odiato, Mondadori, Milano 2009, pp. 222, euro 18,00
Un giovane gay in lotta con se stesso e con il proprio corpo fino alla scoperta dell’amore
e alla comprensione che “soltanto accettandosi nella propria imperfezione e nella propria
incompletezza si può cominciare a percorrere la strada della felicità”. Un romanzo di
formazione che è un po’ una versione moderna di Alexis o il trattato della lotta vana di Marguerite
Yourcenar.
Paola Presciuttini, Il ragazzo orchidea, Gaffi Editore, Roma 2009, pp.198, euro 8,50
A partire dal mito di Orchide (un giovane al quale un giorno spuntano due meravigliosi
seni femminili, ma lui, smarrito, si getta da una rupe e nel luogo dove cade gli dei fanno
spuntare un prato di orchidee) la scrittrice narra la storia, forse un po’ idealizzata, ma non
priva di momenti di poesia, dell’incontro tra due identità fragili: una transessuale italiana e un
immigrato marocchino.
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Spetters - Spruzzi
di Vincenzo Patanè
[email protected]
Prima di cedere alle lusinghe di Hollywood (dove
farà molta fortuna, dirigendo film famosissimi,
spesso non esenti da omoerotismo, come Basic
Instinct o Robocop), l’olandese Paul Verhoeven
si era fatto conoscere in patria con alcuni film
originali, contraddistinti da una durezza che poi
scomparirà nelle opere seguenti. Tra questi,
oltre il celebre Il quarto uomo, c’è Spetters –
Spruzzi (1980), proposto in dvd dalla Fox.
In una cittadina olandese, tre ragazzi – Rien
(Hans Van Tongeren), Hans (Maarten Spanjer)
e il meccanico Eef (Toon Agterberg) – pur
molto diversi tra di loro, sognano di scappare
dal proprio mondo soffocante, proletario
e provinciale. Rien e Hans, in particolare,
hanno l’ambizione di diventare campioni di
motocross, magari in competizione con il loro
idolo, il centauro Gerrit Witkamp (un giovane
Rutger Hauer) che sta per essere incoronato
campione del mondo.
Gli allenamenti e le gare si mischiano alle loro
vicende sentimentali. Quando capita dalle loro
parti un’avvenente ragazza bionda, Fientje
(Renée Soutendijk), che vende würstel e crocchette assieme al fratello gay in una rosticceria
ambulante, tutti e tre ne rimangono conquistati
e la sua presenza cambierà loro la vita. Per
primo tocca a Rien, sicuramente quello più
dotato in sella nonché l’unico fra i tre ad avere
un rapporto stabile con una ragazza, rimanere
irretito da lei. La ragazza riesce a procurargli un
ottimo contratto con una scuderia giapponese
grazie a un giornalista sportivo (Jeroen Krabbé,
il protagonista poi de Il quarto uomo e di For a
Lost Soldier). Ma il destino vuole diversamente,
perché il ragazzo per uno sfortunato incidente
rimane paralizzato e, fortemente depresso, si
uccide. Così tocca a Eef, il quale le propone di
andare a vivere in Canada, grazie a dei soldi che
si procura rapinando dei gay in luoghi di battuage, sicuro di non essere denunciato. Ma un
gruppo di ragazzi gay per vendetta lo violenta:
un atto tremendo che però fa sì che Eef capisca
di essere omosessuale, tanto da mettersi con il
fratello di Fientije, uno dei suoi stupratori. Così
è la volta di Hans, il quale però, resosi conto di
non valere poi tanto nel motocross, sceglie di
aprire una friggitoria assieme a Fientje, adattandosi ad una vita borghese ma più tranquilla.
Il film (che qualcuno ha visto come una
“gioventù bruciata” olandese) fu lanciato in
Italia con dialoghi di Pier Vittorio Tondelli e
col titolo di Spruzzi, la traduzione del titolo
olandese (che forse rimanda all’olio delle moto,
a quello della friggitoria di Fientije o magari
allo sperma). La storia, che per buona parte
procede lineare con toni quasi di commedia,
è contraddistinta da un esplicito realismo, con
molti nudi e tante scene eloquenti, come quella
in cui i tre protagonisti si misurano il membro
per stabilire chi andrà a letto per primo con la
ragazza.
Molti poi i momenti fortemente drammatici: il
suicidio di Rien, le violenze del padre di Eef,
fanatico religioso, che picchia il figlio ogni qualvolta questi si allontana da quella che lui ritiene
sia la retta via, e soprattutto lo stupro del
ragazzo, una scena di fortissima espressività.
Il film è efficacissimo nel mostrare l’amarezza
dei personaggi, costretti ad abbandonare le
proprie illusioni. Ma, proprio come Il quarto
uomo, si presta naturalmente a molte critiche.
Sin dall’uscita, fu infatti accusato di cinismo, di
misoginia (il personaggio di Fientje è sembrato
a molti amorale, perché sa quello che vuole e si
concede a tutti pur di raggiungere il suo scopo)
e di omofobia. Certo la maniera di Eef di capire
quella parte di sé che non voleva ammettere è
decisamente traumatica e ancora più ambiguo
sembra il rapporto che lega lo stupro subito
alle continue brutalità del padre. Ma è giusto
rispettare il percorso scelto dal film sulla
scoperta dell’omosessualità, nobilitata peraltro
dal coraggioso coming out del ragazzo al padre.
Verhoven, almeno nei suoi film olandesi, è fatto
così: non gira attorno all’argomento, ma lo
prende di petto, senza luoghi comuni ed evitando la ricerca del consenso generale a favore
di un cinema di grande presa, che sa creare non
poche emozioni.
Arriva nelle sale Valentino. The Last Emperor, diretto da
Matt Tyrnauer. A Venezia è stata una vera sorpresa perché molti
si aspettavano fosse semplicemente un documentario biografico
del celebre stilista, Valentino Garavani, da poco ritiratosi
dalle passerelle. Invece è un film interessante che segue passo
passo gli ultimi due anni di carriera del designer, con non pochi
momenti critici e salaci, nonché uno sguardo a volte impietoso
sull’affascinante ma spietato mondo della moda. Ne viene fuori la
maniera particolare di Valentino di concepire la moda e il Bello,
ma soprattutto l’aspetto umano e privato, sia nel rapporto con i
suoi adorati cinque carlini sia col compagno Giancarlo Giammetti,
col quale sta assieme da circa cinquant’anni. Non fosse altro per
questo bisogna vedere il film perché a suo modo è una bellissima
storia d’amore, raccontata con affetto e sincerità e interpretata
dai protagonisti stessi. Molte ovviamente le star, tra modelle e
attrici, presenti nel film.
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VICOLO VECCHIO 3
CH - 6900 MASSAGNO
LUGANO
T +41 91 967 50 51
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Anche un altro anno sta per finire e la domanda sorge spontanea. Qual è lo stato di salute della nightlife
italiana di oggi e come sarà quello di domani? Forse è colpa della crisi, ma c’è davvero un momento di stanca.
A Milano, con la giunta Moratti, si respira un’aria assolutamente contraria alla vita notturna: netto giro di
vite, chiudono locali con pretesti assurdi, baristi, buttafuori e dj restano senza lavoro. Roma forse è più
vivace, anche perché lì c’è il turismo, che è una risorsa importante e vuole vivere anche la notte. Firenze è
andata molto giù, era il top della vita notturna e dei trend musicali negli anni ottanta, ma ora quella scena
meravigliosa è un ricordo lontano. La Versilia e la riviera romagnola si sono addormentate: non c’è stato
un rinnovamento nella scena del clubbing. Nemmeno musicale. Dalla disco alla new wave fino alla house,
dagli anni ‘70 agli anni’ 90 ci sono state scosse di rinnovamento, ora non si fa altro che riscaldare la stessa
minestra. Il giro di vite c’è forse perché certa vita notturna porta eccessi come alcol o droga? O forse perché
ci preferiscono tutti a casa, Carosello, o al massimo il Grande Fratello, e poi a letto? Caro Babbo Natale, e già
che ci siamo anche cara Befana, le nostre città sono diventate dormitori, ridateci quella notte in cui anche voi
così abilmente vi muovete, portando doni. Noi vogliamo viverla e, se possibile, anche divertirci. Buone Natale
a tutti, e ci vediamo qui… l’anno prossimo!
di Francesco Belais
[email protected]
Selen dj
GENTE
DELLA
NOTTE
Da porno diva a disc jockey, ecco la storia di Luce in arte Selen.
Sta suonando la sua musica in molti locali, anche gay. A gennaio
uscirà il suo primo disco: “The star of the night” che sta già
spopolando nelle piste da ballo. Il suo sito: www.selendj.it
Come ti sei avvicinata al mondo dell’hard?
Era un modo di sentirmi libera e una forma di ribellione
contro il perbenismo e l’ipocrisia. Ho sempre fatto tutto
con la massima spontaneità e con un po’ d’incoscienza.
Come hai deciso di diventare una dj?
Per caso. Ero in discoteca e il dj Kharma mi ha detto che
mi avrebbe vista bene dietro la consolle. Sul momento mi
sono messa a ridere, ma poi ho provato a mettere un paio
di dischi, e devo dire che è stata una sensazione bellissima.
Da quel momento ho cominciato a pensarci sul serio... ed
eccomi qua.
Qual è il genere di musica che proponi?
Non ho un genere preciso, suono quello che sento dentro,
potrebbe essere house come pop, quello che importa è
che trasmetta le mie sensazioni del momento, voglia di
ballare e sensualità.
Suoni soprattutto in serate gay, come mai?
Ho sempre avuto un ottimo feeling con il mondo gay. E
sapere che questo mio sentimento è ricambiato mi rende
molto felice. Negli ambienti gay sento sempre un calore
molto sincero, mi piace il modo di pensare liberamente e
amarsi senza vincoli.
Ti senti più un animale notturno o diurno?
Diciamo che ho sempre vissuto intensamente la notte,
anche se ultimamente le mie abitudini sono un po’
cambiate. La notte mi regala sempre emozioni uniche.
Qual è la cosa più imbarazzante che ti è
accaduta in una serata?
Imbarazzo… cosa significa ?
Sei single o fidanzata?
Single.
Qual è il tuo uomo ideale?
Mio figlio Gabriele, di 3 anni.
Cosa pensi della scena gay italiana?
Rispetto ad altri paesi, credo che la strada sia ancora lunga.
ma mi sembra che ultimamente stia riuscendo a imporre la
sua presenza in modo molto deciso.
Cosa pensi dei recenti attacchi di omofobia in
Italia?
È la dimostrazione che alla stupidità non c’è mai limite.
Sei mai stata discriminata nella società per il
fatto di essere stata una porno star?
Sì e ne ho anche sofferto molto, purtroppo la gente ha
paura di tutto quello che esce fuori dai canoni. Ma ho
imparato sulla mia pelle che quelli che più giudicano sono in
realtà quelli che meno se lo potrebbero permettere.
Un tuo messaggio alla comunità gay?
Continuate a fare in modo che la stupidità dell’essere
umano non leghi le mani alla voglia di amore che tutti
abbiamo dentro.
AA.VV. – House anthems 2009/2010 (D:Vision)
Nuovo anno alle porte ed ecco la compilation che periodicamente unisce i successi dance dell’anno alle novità club. Gli artisti più popolari con 32 brani rigorosamente non mixati arricchita dal
packaging “dj-friendly” completo di track-list da portare nella propria cd-bag. Le novità dance più
interessanti: da Martin Solveig “Boys & Girls” a Sharam Ft. Kid Cudi “She Came Along”, da Milk &
Sugar “Let The Sun Shine” a Benny Benassi Vs. Iggy Pop “Electro Sixteen”.
AA.VV. – Club session Vol. 14 (Energy/D:Vision)
Tutte le novità club più interessanti dell’inverno selezionate dal lungimirante team
di dj & producer di casa D:vision. La label italiana conferma così la sua leadership
nel mercato house presentando chicche delle grandi Strictly Rhythm e Ministry of Sound,
ma soprattutto stringe ancora più il rapporto con la
r affinatissima Defected, di cui include le sue più importanti novità: John Dahlbäck, Chocolate Puma Vs. Baggi Begovic,
Reboot, Yass & Jay Sebag, Byron
Stingily, solo per citare alcuni degli
artisti presenti.
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MIna - Facile
musica
di Roberto Cangioli
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Tra le decine di proposte discografiche che
cercano di farsi spazio durante il periodo
pre-natalizio, per chiudere quest’anno pieno
di incertezze abbiamo pensato ad un’artista
che in maniera inossidabile, da più di 50 anni,
mantiene alto il vessillo della musica italiana: a
distanza di due anni dall’ultimo album di inediti
ecco il nuovo disco di Mina, Facile. Parcheggiate temporaneamente le arie classiche che
hanno suggellato Sulla tua bocca lo dirò, con cui
la cantante si è lasciata guidare dal maestro
Gianni Ferrio, arrangiatore dei brani classici,
Facile riprende il filo del discorso intrapreso
con il precedente Bau. Poiché come al solito
mesi prima dell’uscita del nuovo lavoro incominciano a circolare voci sugli autori dei brani,
sui probabili duetti e più in generale, sulla rosa
delle canzoni dalla quale l’artista attingerà per
comporre il set definitivo delle tracce, questa
volta Mina ha voluto aggiungere una nota di
suspense già a partire dalla copertina, cercando
di mettere fuori pista l’ascoltatore. In questo
caso siamo all’opposto rispetto alla ricercatezza di Sulla tua bocca lo dirò: il fido Mauro
Balletti traccia una Mina stilizzata, così come la
vedrebbe un bambino di pochi anni. Il disegno
richiama l’ideale di semplicità e innocenza
infantile e racchiude in sé il significato globale
del titolo di questo disco. Rispetto a Bau, Facile
conta una maggiore presenza di autori molto
eterogenei tra loro. Viene difatti riconfermata
la coppia Andrea Mingardi e Maurizio Turelli,
autori della maggior parte dei brani dell’album
passato e dello spiritoso brano che per la
prima volta ha visto lo scorso anno duettare
Mina e Ornella Vanoni, “Amiche mai”. Mingardi
e Turelli siglano su Facile quattro episodi di
matrice cantautoriale: una graffiante “Ma tu
mi ami ancora”, le ironiche “Non si butta via
niente” e “Più del tartufo sulle uova” e la cover
di un vecchio brano dell’autore bolognese,
“Eccitanti conflitti confusi”. Probabilmente la
maggiore attesa attorno a questo disco si è
venuta a creare nel momento in cui è stato
annunciato che Cristiano Malgioglio sarebbe
tornato a scrivere per Mina. L’ultima sua
collaborazione risale al 1985, quando aveva
firmato il testo italiano di “Mi mandi rose”,
inclusa in Finalmente ho conosciuto il conte
Dracula. Cristiano è l’autore del testo della
canzone che apre l’album, “Questa vita loca”,
cover italiana di “Vida loca” del compositore
cubano naturalizzato messicano Francisco
“Pancho” Cespedes. È un brano bellissimo dalla
connotazione esotica come piace a Malgioglio e
in cui Mina esprime il meglio di se stessa in una
suggestiva interpretazione vocale tra le migliori
dell’ultimo periodo. Due anni fa in Tv, durante
la sua partecipazione all’Isola dei Famosi, Cristiano disse che l’ex calciatore Francesco Coco
era l’ispiratore per una canzone che avrebbe
voluto proporre a Mina e che ora trova posto
su Facile: “Carne viva”, firmata in coppia con
Corrado Castellari, è un intenso e disperato
brano d’amore che miscela jazz e musica latina,
tra i più riusciti del disco.
Se Mina è nota perché con piacere acconsente
l’accesso alla sua corte a vari esordienti - come
per la coppia formata da Matteo Mancini e
Gianni Bindi autori di “Volpi nei pollai” - è
anche vero che spesso invece è lei stessa a
ricercare nelle nuove generazioni di musicisti
italiani la fonte per qualche canzone. Non c’è
da stupirsi quindi se in questo album troviamo
la collaborazione che Boosta dei Subsonica
bramava da tempo: l’intensa “Non ti voglio
più” strizza l’occhio alla psichedelia dei Beatles
periodo Revolver, con qualche accenno alle
sonorità dei Roxy Music. Oltre ai Subsonica
un altro gruppo italiano è presente in Facile;
si tratta degli Afterhours (gruppo su cui Mina
aveva già dimostrato apprezzamento durante
lo scorso festival di Sanremo) che firmano gli
arrangiamenti di “Adesso è facile”, brano cantato in coppia con il cantante della famosa rock
band, Manuel Agnelli. Tra i giovani non poteva
mancare Axel Pani, che aveva già dato la sua
voce in “Portati via”, uno dei brani di Bula Bula.
Il “nipotino” di Mina firma assieme a Maurizio
Morante il singolo aggressivamente sensuale
che ha anticipato l’uscita di questo disco, “Il
frutto che vuoi” e - assieme a Samuele Cerri e
Mattia Gysi - una canzone dai toni delicati che
fa riaffiorare alla memoria una Mina di tanti anni
fa. Sarà l’atmosfera di questo periodo, ma ascoltare sotto l’albero “Con o senza te” ci fa sentire
un po’ più vecchi e nostalgici, speriamo sia solo
una sensazione passeggera… ah, 'sta vida loca.
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pride
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fumetti
di Massimo Basili
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L’opera omnia di Ralf König è in via di pubblicazione completa in
Italia grazie soprattutto all’impegno della bolognese Kappa Edizioni. Peccato che i suoi libri escano col contagocce! Sono infatti
passati due anni dall’uscita del primo capitolo del fumetto che ha
fatto conoscere l’autore tedesco al grande pubblico, ovvero “Der
bewegte Mann”, uscito da noi come Tutti lo vogliono (vedi “Pride”
n°102).
Ne I nuovi uomini (Pretty baby - Der bewegte Mann 2) scopriamo che il matrimonio riparatore tra Doro e Axel non ha
risolto i problemi della coppia: la gravidanza ormai avanzata di
Doro ha sferrato un duro colpo alle prestazioni sessuali del pur
aitante Axel, inibito dal pancione. Inoltre, non gli è stata del tutto
perdonata la scappatella con l’amico gay Norbert, che intanto
si è fidanzato con un rude macellaio dalle sospette tendenze
etero. Per sicurezza Doro costringe Axel a togliere il saluto a
Norbert e alle altre “amiche”. Quando però una vecchia compagna di scuola di Axel arriva in città e gli propone una serata
di sesso infuocato, al nostro fedifrago sorge il problema di dove
consumare. L’unico che può aiutarlo è l’amico Norbert… Inutile
dire che anche questa volta König ci delizia con un caleidoscopio
di equivoci e situazioni esilaranti, dove i molti vizi e le poche
virtù di gay ed etero vengono sezionati senza pudore e in relativa
par condicio. Il tono di rivendicazione militante ci ricorda che la
storia è datata 1988, quando König era già un genio del racconto
a fumetti ma forse un po’ più ingenuo e idealista di oggi. Forse
sta proprio qui il limite della storia, rispetto alle opere della
maturità di König come Palle di Toro o Super Paradise: mentre ne
I nuovi uomini l’autore sottolinea con soddisfazione la superiorità
del mondo gay dal punto di vista della mancanza di ipocrisie nel
gestire i costumi sessuali e sentimentali rispetto a quello etero,
nei lavori successivi i personaggi acquistano maggior spessore
psicologico e dosi via via più abbondanti di cinismo, arrivando ad
esorcizzare con risate amare lo sfascio generale che ci circonda.
In altre parole: gli etero saranno pure oppressi dal conformismo
familista borghese; certo è che neppure l’anarchismo sessuale dei
gay dà loro la felicità…
In ogni caso, un libro da non perdere!
L’autore giapponese Yoshikazu Yasuhiko (Yas) ha rivisitato figure
chiave della Storia spesso accusate di essere fanatiche o crudeli,
talvolta strumenti nelle mani di forze più grandi di loro (vedi
“Pride” nn. 87 e 96 con i suoi Alessandro Magno e Giovanna
d’Arco). A queste caratteristiche non sfugge Lucio Domizio
Enobarbo, ultimo esponente della dinastia Claudia che regnò a
partire dal 54 d.c col nome di Nerone, in uno dei periodi
massima espansione politico-militare dell’impero romano.
Salito al trono a soli diciassette anni in seguito all’omicidio
dell’imperatore Claudio da parte di sua madre, Agrippina,
che pensava di governare attraverso il figlio, Nerone si
dimostrò all’inizio saggio e moderato sotto la guida del filosofo Seneca, per poi trasformarsi in un tiranno sanguinario.
La storiografia più recente tende ad addolcire la sua personalità
e ad assolvere Nerone dall’accusa di aver provocato il celebre
incendio di Roma. Così fa Yas, ma l’autore non esita comunque a
dipingerlo come un antipatico e sgradevole pusillanime, assecondando i pettegolezzi tramandati da Tacito, Agrippina e Svetonio,
nonché la propaganda dei primi cristiani. Come nelle altre sue
opere storiche, Yas racconta le vicende di Nerone attraverso
gli occhi di un personaggio laterale: qui è un prestante gladiatore germanico soprannominato Remo, per il quale Nerone
prova del tenero e al quale si rivolge nei momenti di difficoltà.
Però Remo disprezza i lascivi costumi dell’imperatore, come i
riti orgiastici durante i quali Nerone faceva immobilizzare efebi
nudi che poi assaliva e possedeva vestito di pelli di leopardo, o
che castrava per poi simulare di sposarli. La descrizione accurata
delle usanze romane anche in materia sessuale è solo uno degli
aspetti che rendono gustosa e appassionante la lettura di questo
fumetto, sorvolando su un certo fastidio col quale Yas descrive
i personaggi omosessuali, a partire da Petronio Arbitro, l’autore
del Satyricon.
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Ralf König
I nuovi uomini
Kappa edizioni, b/n, pp. 128, euro 13,00
Yoshikazu Yasuhiko
Il mio nome è Nerone (vol. 1 e 2)
Yamato edizioni, b/n con sovraccoperta,
pp. 256 ciascuno, euro 15,00 ciascuno
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Pagina 1
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NEW AGE 181
“Air of tomorrow”
sampler
NEW AGE 182
“Touching the
extremes” sampler
NEW AGE 183
“The best moment”
sampler
NEW AGE 184
“Sea of tranquillity”
sampler
NEW AGE 185
“A human journey”
sampler
NEW AGE 186
“The Sea Remember”
sampler
PARISH
JOHN RABBIT BUNDRICK
BEKKI WILLIAMS
TOM SALVATORI & IRIS
LITCHFIELD
KATIE HOPE
EMMA NINEL
MATTHEW LABARGE
ATARAXIA
CHRIST
FREUD
NANA RAVEN
BETWEEN INTERVAL
JEFFREY FISHER
BLISS
BLACKMORE’S NIGHT
CHINMAYA DUNSTER & THE
CELTIC RAGAS
SUNDAD
MONTE CRISTO
THOMAS BECKER
CAPITANATA
FRANK SMITH
MULO FRANCEL – EVELYN
HUBER
ANDREAS VOLLENWEIDER
ANDY RADOVAN
JAMIE BONK
R. KANE
IRFAN
LUNAR KINGS feat. TRIIN
CHUCK LOEB
TOM SALVATORI - IRIS LITCHFIELD
SILVIA NAKKACH
DECHEN SHAK-DAGSAY
CRISTINA MAURO
MAURO GALLUCCIO
MYTHOS
JEFF BALL
KENNETH KUO
JEFF OSTER
PARISH
MEDWIN GOODALL & TERRY
OLDFIELD
CHARLY CARTISANO
JETOPA
GERAINT HUGHES
ANN SWEETEN
KATIE HOPE
RICCARDO ZAPPA
MARK BRITTEN
JOHN BUNDRICK
ANAEL
JAMIE CRAIG
CHRISTOPHER PAUL
CAROLA
MYRDDIN
NAJEE
LARISA STOW & SHAKTI TRIBE
LUCA PONZUOLI
CAPITANATA
SILVARD
ERIC ROBERTS
FRANCESCO BUCCHERI
HARRISON EDWARDS
ANTONIO TESTA
OMAYA
ELAPHE GUTTATA
DIEGO MORGA
MALOU BERG
R. FELLINI
AMANASKA
SARAH INGRAHAM
RUNESTONE
BRADFIELD
MARCO BANDUCCI &
SERGIO BARBIRATO
ANDREAS
NAZANIN
NEW AGE 187
“La via dello spirito”
sampler
NEW AGE 188
“Emotion Of A Sigh”
sampler
NEW AGE 189
“Divenire”
sampler
NEW AGE 190
“Sensibilità”
sampler
NEW AGE 191
“Spessore”
sampler
NEW AGE 192
“Perseveranza”
sampler
STUART MICHAEL
STEPHEN PEPPOS
BLACKMORE’S NIGHT
ASHRON
MONICA STADLER
ALLAN BALDWIN
SOULAFRICA
NAMASTE
CHRIS GLASSFIELD
TERRA DEL SOL
CAPITANATA
MICHAEL STRIBLING
OMAR AKRAM
CRAIG PADILLA
SCOTT AUGUST
OENYAW
KLAUS SCHULZE &
LISA GERRARD
PARISH
ABEL LEMUS
TABOADA
THREEFOLD
PAUL SPEER
LUCIANA BIGAZZI
GNOMUSY
DAVID WRIGHT
MICHAEL DULIN
MACRAMÈ
MASSIMO D’ARRIGO
JOHN SAVANNAH
MARTINO DE CESARE
CAPRICE
PAUL HARTNOLL
CAPITANATA
MARCO BANDUCCI &
SERGIO BARBIRATO
AFRA THI
MICHAEL STRIBLING
LIS ADDISON
SILVARD
ULTRAMARIN
BRIAN ROLLAND
ANDREA CECCOMORI
MARSHALL STYLER
LAWRENCE BLATT
CAPITANATA
STEVEN C
MAHANTA DAS
DYAN GARRIS
PARISH
PETER MILLER
MARC ENFROY
DANILO REA – MARTUX_M
MAURO GALLUCCIO
RASA
ALQUIMIA
OTTMAR LIEBERT
ALESSANDRA CELLETTI
ROBERT SCHROEDER
CAPITANATA
AZ SAMAD
FRAGILE STATE
BERNWARD KOCH & PABLO
JON DIAZ
GIUSEPPE MANCA
BOCATORO CAFÉ
WILLIAM ACKERMAN
JAYA LAKSHMI
P.O.S.C.
ART OF INFINITY
SOFIA LOELL
HOL BAUMANN
JOSHUA SAMSON
THE NESSIE
CAPITANATA
BUVANA
DEUTER
dicembre 09
pride
74
METROPOLI
ITALIA
QUIIKY
Quiiky nasce dalle idee giovani e imprenditoriali di
un’azienda operante nel settore alberghiero con
più di 100 dipendenti e oltre i 2 milioni di fatturato.
Quiiky dispone di uno staff composto da una decina
di professionisti del settore turistico impegnati
giornalmente nella selezione e contrattazione
di strutture alberghiere gay & gay friendly e
nell'ideazione di proposte viaggio innovative per
ogni genere di cliente. Con oltre 350 agenzie di
viaggio in tutta Italia dove poter acquistare i nostri
prodotti, siamo stati i primi ad aver stampato in
Italia un Catalogo Viaggi Gay. Dopo il successo della
linea Luxury e il catalogo “Quiiky Destinations” con
proposte in strutture da sogno, quest'inverno uscirà
anche il catalogo “Quiiky Libero di viaggiare come
sei”, con proposte di viaggio per i meno esigenti. I
cataloghi hanno anche una sezione chiamata "Focus
on Gay Life", dove è possibile trovare informazioni
sulla vita gay della destinazione trattata. L'obiettivo
di Quiiky è di proporre alla comunità omosessuale
un servizio di qualità, la tranquillità di prenotare
in piena libertà e la gioia di poter scoprire nuove
destinazioni gay friendly e ultimo nostro grande
successo è stato Israele. www.quiiky.com
AGENZIA IL DELFINO
In un panorama ormai saturo di annunci e contesti
che privilegiano soprattutto il sesso o l'avventura,
è nata una nuova realtà per i single gay: l'agenzia il
Delfino. Noi ci proponiamo di far da tramite tra gay
motivati a intraprendere delle relazioni umane in cui
sicuramente la componente “sesso” è fondamentale
ma non è certo l'unica. Chiamateci per verificare
nelle sedi di Torino e Milano i profili più adatti a voi,
troverete sicuramente qualcuno che soddisferà le
vostre aspettative. Il nostro servizio riguarda solo
reali opportunità di incontrarsi e conoscersi, per
scegliere attivamente un cammino da proseguire
insieme. Info 3408789989,
www.agenziaildelfino.com
PIEMONTE
TORINO
011 SAUNA CLUB
A due passi dal Palazzo Reale, centro storico della
città torinese, il circolo privato 011 Sauna club
offre 800 m2 di locale pulito e discreto, in cui agli
ingredienti tradizionali (sauna finlandese, bagno
turco, 400 m2 di labirinto malizioso, dark cabins,
glory holes, sling rooms, cruising zone, maxi sala
cinema) sono stati aggiunti caratteri innovativi.
pride
dicembre 09
Illuminazione soffusa e candele profumate creano
un’atmosfera calda e protettiva in un tenue
sottofondo musicale curato da un esperto dj, 2
maxi schermi per le proiezioni di film a tematica gay
(non esistono solo i porno), impianto Tv a circuito
chiuso per la sicurezza degli spogliatoi, cruising bar
di sabato e naked party fino all’alba di domenica.
Una maxi vasca idromassaggio cromoterapeutica
aromatizzata offre benessere ai soci. In ogni
momento delle 12 ore di apertura giornaliera
(tutti i giorni) i proprietari e il personale offrono
cordialità e sicurezza, e con simpatia incoraggiano
la conoscenza reciproca e l’amicizia e con inusitata
energia combattono l’eventuale mercificazione
dell’incontro. Info 011284263, www.011saunaclub.it
GARAGE CLUB
Ampliato su due livelli Garage Club offre lounge
bar, ristorazione, area fumatori, sala video,
sauna finlandese con cromoterapia, vasca
idromassaggio Jacuzzi, ambienti relax, bagno turco
e climatizzazione. Tutti i giorni ingresso a condizioni
esclusive per tutti gli under 25, militari, forze
dell'ordine e per gli orsi dei siti www.superbear.
eu e www.ciaobear.com che presenteranno la
newsletter pubblicata. Lunedì, mercoledì e venerdì,
dalle 22 il molto frequentato “Naked party”. Sabato
dalle 14 “Bears day” con prima consumazione
compresa. Sabato sera “Predisco” con sorteggio
ingressi omaggio e consumazione per Les Folies
Scandal. Tutti i giorni dalle 19 aperitivo offerto a
tutti i soci. Secondo ingresso giornaliero e ingresso
per la serata successiva gratuiti. Aperto tutti i
giorni dalle 14 alle 2 (orario prolungato nelle serate
naked). Convenzionato con il Circolo Maurice e
l'Associazione GayLib. Info, 3463006612,
www.garageclub.it
LOMBARDIA
MILANO
ASA – THE NAMES PROJECT
Anche quest’anno l'Associazione Solidarietà Aids,
organizza la manifestazione “La Coperta dei Nomi”,
che consiste nell’esposizione di un pannello di
coperte “patchwork” tessute da amici o parenti di
vittime dell’Aids, affinché il loro ricordo non vada
perduto. ASA le raccoglie e le conserva dal 1987
e a oggi sono più di duemila. Le coperte dei nomi
saranno stese a Milano presso il Conservatorio
di musica Giuseppe Verdi in via Conservatorio 12,
domenica 29 novembre dalle 11 alle 19. Alle 12 il
discorso commemorativo tenuto dal Presidente e
lettura dei nomi degli uomini e delle donne colpiti
dal virus con un breve ricordo delle stesse. Nel corso
della manifestazione i nostri volontari distribuiranno
materiale informativo per sensibilizzare la
cittadinanza alla prevenzione dal contagio e
risponderanno ad ogni domanda sull’Hiv (diagnosi,
terapie, qualità della vita...). Info 0258107084,
www.asamilano.org
DEPOT
Questo mese Depot vi ripropone un evento che
ha riscosso molto successo: sabato 26 dalle 15
alle 20 potrete partecipare al primo naked party
pomeridiano con passamontagna. Se vorrete
concludere alla grande la giornata, dalle 22 potrete
"conoscere" e vedere nel club alcuni dei ragazzi
della casa di produzione di Berlino “Spritzz”, di cui
siamo sponsor, che saranno disponibili, durante
la serata, a mostrare di cosa sono capaci. Solo al
Depot! Informiamo che giovedì 31 il club è chiuso
ma il giorno 1 ci sarà il naked party dal pomeriggio.
Per conoscere tutti gli altri party che ci rendono
unici www.depotmilano.com
FLEXO MILANO
Lo staff del Flexo augura a tutti un buon Natale ed
un felice Anno Nuovo. Giovedì 31 il Flexo aprirà alle
00.30. Dopo il brindisi di mezzanotte vi aspettiamo
per festeggiare insieme. Sempre intriganti i naked
party del martedì e giovedì e la nuova location dello
spogliatoio vi permette di usufruire al meglio di
tutti gli spazi del locale. Nuovo appuntamento una
domenica pomeriggio al mese con Sneakersexitaly
www.sneakersexitaly.com, oltre al sempre più
affollato ultimo venerdì del mese con ingresso e
spazi separati per il gruppo. www.flexoclub.it
ILLUMINED
Immancabili gli appuntamenti che hanno reso
Illumined una meta fissa dei pomeriggi e delle serate
milanesi. Al piano superiore ogni sera la "sala Fire"
apre alle 22 per gli appuntamenti naked o a tema; al
piano terra il bar è aperto 24 ore su 24 e nel piano
seminterraneo la zona relax è sempre pronta, pulita
e attrezzata con numerose e accoglienti cabine.
Appuntamenti nella sala Fire a dicembre sono:
lunedì "Fire Off" (la sala Fire spegne le luci), martedì
"Naked Party", mercoledì "Masked", giovedì "Naked
Party". Venerdì 4 il classico appuntamento FIST,
venerdì 11 sera MASKED, venerdì 18 party TOTAL
NAKED, venerdì 25 DILDOS PARTY. Lunedì 7 TOWEL
PARTY in tutto il locale: la sala Fire sarà accessibile
a tutti e nel locale i soci dovranno obbligatoriamente
vestire l'asciugamano (che vi forniamo noi) come
in una sauna a esclusione delle scarpe. Giovedì 31
HARD SEX NIGHT (infiliamoci… in bocca i panettoni)
dalle 22. Ogni sabato nella sala Fire è serata NAKED.
Domenica sempre NAKED dalle 20 tranne domenica
20 con lo speciale appuntamento FIST a partire dalle
15. L'ingresso è riservato esclusivamente ai soci
Arcigay muniti di tessera e di proprio documento di
identità. Cruising Illumined è in via Napo Torriani 12
(vicino alla Stazione Centrale). Info 0266985060.
LA CESIRA @ SHOCKING CLUB
Continua anche nel mese di dicembre la serata
DQ, l’unico varietà di Milano che offre in questi
giovedì pre-natalizi uno spettacolo di qualità con
tutto l’umorismo e l’ironia della padrona di casa.
La Cesira, Carlo Bruni e tutto lo staff DQ hanno in
serbo per voi svariate sorprese, per scoprirle basta
venirci a trovare tutti i giovedì allo Shocking Club in
via Bastioni di Porta Nuova 12. Si inizia alle 20.30
con un ricco buffet, alle 22.30 c’è lo spettacolo e a
seguire disco con Moira dj. Ingresso in lista 12 euro,
studenti ingresso gratuito. Info Max 3332600608,
Davide 3480435725, www.lacesira.it
METRÒ CENTRALE
Lo staff della sauna Metrò Centrale augura a tutti
un felice Natale e buon inizio anno nuovo. Da noi
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dicembre 09
pride
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METROPOLI
le feste si sentiranno da subito: la prima e la terza
domenica gran buffet con tanto panettone e nel
periodo natalizio un fantastico dono per tutti coloro
che trascorreranno qualche ora in sauna. Venerdì
25, giorno di Natale, apertura alle 14, mentre
giovedì 31 chiusura anticipata alle 20. Per tutto il
mese gli orari resteranno invariati e quindi apertura
alle 12 tutti i giorni e chiusura alle 2 di notte. Info
026671908, www.metroclub.it
METRÒ CIMIANO
Merry Christamas and Happy New Year! La sauna
Metrò Cimiano resterà aperta per tutte le festività e
vi ricordiamo gli appuntamenti fissi con il Magnum
Club Italia il 1° e il 3° sabato del mese. Sauna secca,
bagno turco, vasca, idromassaggio, camerini relax,
video xxx. dark room, hot zone, sala fumatori, bar
con personale sempre disponibile, tutto ciò fa di
Metrò Cimiano una delle saune più apprezzate di
Milano. www.metroclub.it
BERGAMO
LA CHIAVE
Nel pieno centro di Bergamo nasce una nuova
one night gay, lesbian and friendly. “La Chiave” è
ristopianobar in una location urban style a 2 passi
dalla stazione. Lo chef propone a prezzi veramente
light (si parte da 20 euro, vino, acqua, caffè, e
live show) ottimi antipasti, primi e secondi dalla
tradizione bergamasca e non solo, il tutto condito
da musica e divertimento. L’apertura mercoledì 16 è
affidata alla verve di Riki Cellini che presenta il nuovo
cd “Adelante”. Martedì serata anni ‘80 con Claudia;
il primo mercoledì del mese evento gay friendly (gli
altri mercoledì single night: ceni al locale e decidi tu
con chi sederti); il giovedì è Fun&Live ovvero “Canta
che ti passa” con Riki Cellini; il venerdì e il sabato
PopDisco e karaoke con Monica. Consigliata la
prenotazione 3355242390. www.lachiavepianobar.it
BRESCIA
FALLO @ OUTLIMITS
“Fallo” è il nuovo sabato notte della discoteca
Outlimits di Paderno Franciacorta. Ciquitina e Mr
Frozen ci accolgono in un vortice di divertimento
e allegria, in un locale rinnovato nei colori e
nell'arredamento. Sabato 5 “Fallo against Aids”,
notte di solidarietà per non dimenticare che l'Aids
esiste. Lunedì 7 ingresso gratuito per tutti. Sabato 12
elezione di Mr Fallo Dicembre e “Men at Work” party
con sexy boys. Sabato 19 sei pronto per incontrare
la tua anima gemella? Single party premiato con un
viaggio per 2 persone! Venerdì 25 festa di Natale con
musica, panettone e spumante per tutti. Sabato 26
sei pronto a scartare il tuo pacco? Favolosi premi tra
cui un notebook e 2 telefoni cellulari touch screen.
Giovedì 31 tutti insieme festeggeremo l'arrivo del
2010 e nel corso della nottata buffet, spumante,
spettacolo di strip men e estrazione con premi. Ogni
mattina alle ore 4 ti offriamo la colazione con caffè,
cappuccino e brioches nel nuovo coffee bar situato a
bordo pista. Sono aperte le iscrizioni per partecipare
al concorso Mister Fallo, chiama il numero 340
9508560. Info & tavoli 3475014287, www.fallo.tv,
www.outlimts.it
NEW TRAP
Sabato 5 al New Trap si celebra la giornata
pride
dicembre 09
mondiale contro l'Aids. Ci uniamo alla campagna di
sensibilizzazione con l'allestimento di una grande
mostra di artisti di tutto il mondo con tema la lotta
al virus Hiv. La festa continua con il grande "PARTY
FOR LIFE", dove sarà gradito un abbigliamento in
rosso per testimoniare la propria adesione. Lunedì
7 eccezionalmente aperti per "MADONNA NIGHT
PARTY", con special guest ALBY LA NUIT e uno
special price. Sabato 12 il caro art director FRANCO
festeggia il compleanno e, siccome gallina vecchia
fa buon brodo, festeggeremo con “HOT STRIP NITE”
e un KILT CONTEST dove meno c'è sotto e meglio
sarà! Ospite della serata Luca Carrara dj. Sabato
19 EXTRAORDINARIO appuntamento con il gruppo
EXTRALARGE e la megafesta "LUNAPARK"! Venerdi
25 chiusi perchè Natale con i tuoi ma Santo Stefano
con noi! Sabato 26 Luca Carrara dj vi rimetterà in
sesto dalle mangiate e vi farà pregustare la dolce
attesa del 31 con un "WAITING FOR NEW YEAR
PARTY". Giovedì 31 insieme al gruppo EXTRALARGE
presentiamo "IL CAPODANNO PIÙ PAZZO DEL
MONDO": dalle 23.30 Madame Colette e tutto lo staff
vi attendono per una mega festa! Buffet, brindisi,
sorprese e prezzi nello stile Trap. Sabato 2 gennaio
2010 apertissimi con "TRAP BEAUTY FARM", dove
saranno estratti ingressi omaggio in sauna e sedute
omaggio di massaggi e relax tailandese. Si ringrazia
la CITY SAUNA di Verona e THAI spa di Brescia.
Martedì 5 gennaio si festeggerà quella befana di
ALBY LA NUIT! Regali ai bimbi buoni, per tutti special
price, gratis il carbone e i fiammiferi per dare fuoco
alla befana. Info 3406857585, www.trapmad.it
DESENZANO DEL GARDA
BIG MAMA’S
Ogni lunedì al Big Mama’s la noche es caliente con
i ritmi caraibici di Michael e Angelito dj! Venerdì
dalle 22 musica a 360 gradi. Sabato “Big disco nite”
dalle 22 alle 4 e se arrivi entro le 23 paghi la metà.
La domenica dalle 20 l’animato karaoke 20 dove
tu sei il protagonista. Giovedì 24 super veglia di
Natale con lo scambio dei regali riciclati e venerdì
25 arriva la Babba Natalias! Giovedì 31 “Big festa di
Capodanno” con numerose animazioni a sorpresa.
Info 3471509452, 3472563585, www.bigmamas.it
SEXY SHOP C’EST LA VIE
Vieni in vacanza dalle nostre parti o abiti in zona
e non sai che regalo fare? Noi risolviamo il tuo
problema! Siamo vicini al cavalcavia del treno, a
2 minuti dall’uscita dell’autostrada di Desenzano
del Garda. Da noi potrai trovare idee piccanti e
stuzzicanti, ingresso e comodo parcheggio privato
sul retro, massima privacy. Pagamenti anonimi con
bancomat e carte di credito (non appare la scritta
“sexy shop”). Tutto per la coppia moderna. Se non
sei mai venuto… fallo! Sexy Shop C’est La Vie, viale
Marconi 130, t. 0309911784, aperto anche tutte le
domeniche. Vedi pubblicità dentro la rivista.
VARESE
GRAN CAFÈ FOREVER
“Forever Drag” è la nuova serata Drag Queen al Gran
Cafè Forever di Ispra in via Roma 695 (di fronte alla
stazione). Un discobar e ristorante gay friendly dove
il buon umore ti accompagna dall'aperitivo a oltre
il dopo cena! Maya Luna, ideatrice del progetto,
presenta la serata di giovedì affiancata dall’esplosiva
Drag Jessica, e insieme ti intratterranno con la
loro verve, esibizioni Classic Drag e umorismo, in
una serata divertentissima dove ci sarà da ballare
insieme dopo lo show. Nessun ingresso da pagare
e tutte le consumazioni a soli 5 euro! Come se non
bastasse vogliamo offrire un chupito a chiunque
stampi e presenti la locandina settimanale della
serata pubblicata di volta in volta su Facebook. Cosa
vuoi di più dalla vita? “Forever Drag” è ovvio! Info
0332782842.
ZSA ZSA
La notte di Capodanno la discoteca Zsa Zsa si inebria
ma non delle solite gocce di profumo. Co Co' Chanel
Party sarà il protagonista di questa notte magica.
La serata inizia con un raffinato dinner-buffet con
lounge music e prosegue con uno spettacolo e a
seguire trash, commercial, house music. Lo Zsa Zsa
rimane aperto tutti i venerdì e sabato con la “Disco
night”, mentre domenica iniziamo alle 19.30 con
buffet, karaoke, musica latina e commerciale. Zsa
Zsa è aperto venerdì, sabato è disco night, domenica
karaoke e live show con buffet. Info 3491734234,
3462211545, www.zsazsa.it
TRENTINO
ALTO ADIGE
BOLZANO
THE FIRST DISCO
Eh sì, siamo a dicembre, tempo di compere, regali,
atmosfera natalizia, mercatini e tanta neve! Ma è
anche l'occasione di venire in discoteca per chi ha
voglia come noi di divertirsi. Le notti folli “The First
Disco” a Bolzano infatti continuano! Unica data del
mese sabato 19 con un gran galà di Natale. The First
Disco & Miss Geena Ciccone presentano una serata
prenatalizia decisamente poco tradizionale e molto
irriverente, con ospiti favolosi tutti da scoprire e
con qualche inaspettato ma gradito regalino firmato
Geena! A gennaio si ritorna a pieno regime ma per
adesso non vi anticipiamo nulla! Sabato 9 e sabato
23 gennaio scoprirete cosa succederà e chi saranno
i nostri ospiti. Vi aspettiamo e vi stupiremo come
sempre e forse di più, non dubitatene! La disco
GLBT & heterofriendly del Trentino Alto Adige è The
First Disco c/o Sei come Sei a Bolzano sud-zona
fiera. Info Andrea 3336071630. www.thefirstdisco.it
SAUNA EXIT
Tra un mercatino di Natale e un buon bicchiere di
vin brulé, vi ricordiamo che a dicembre la sauna
rimane chiusa giovedì 24 e giovedì 31. Invece il
25 e 26 dicembre e il 1 gennaio è aperta e per le
giornate “only men” in sauna consultate il sito www.
sauna-exit.it Vi offriamo due saune finlandesi, un
bagno turco, due vasche idromassaggio da 4 e da
6 posti, sala relax, camerini relax e uno snack bar
dove si possono gustare anche pasti caldi. Lasciatevi
coccolare e venite a trovarci, vi daremo comfort e
discrezione! Evento unico venerdì 4 con NICOLAS
DARK ROOM NIGHT e la più bollente delle notti, con
go-go boys a servirvi il buffet tra le 20.30 e le 21.30!
Segui la penombra tra candele, incensi e troverai la
via del piacere... La chiusura sarà quando ci saremo
saziati di divertimento e relax. Per info a www.
gayromeo.com/sauna-exit-bolzano o telefonate al
3474700645. Che si può desiderare ancora? Sauna
Exit, impossibile resistere alla tentazione.
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OFFICINA
LA
A
I
S R
A TO
V A
O M
U U
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V 4 ORGIA
S 5 SOLO NUDI
D 6 PORSEI VENETI
privato dalle h. 16.00
L 7 UNDERWEAR
V 11 FIST-ORGIA
LUCA MI
S 12 SOLO NUDI
V 18 ORGIA
+ ANIM
S 19 PORSEI VENETI
privato dalle h. 22.00
V 25 NATALEX
S 26 GANG BANG VENETO
D 27 BAR
OGNI GIOVEDI
SOLO NUDI
INGRESSO OMAGGIO
WWW.GAYROMEO.COM/OFFICINA
-OFFICINA CLUB- VIA VOLTA1 LIMENA INFO: 349 09 41 909 -WWW.CLUBOFFICINA.COM INGRESSO RISERVATO AI SOCI UNO CLUB - APERTO G-V-S-D- DALLE H.22
CRUISING - DISCO - BAR - LIMENA - PADOVA
dicembre 09
pride
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GIORNO & NOTTE
Alpin Garden Wellness Resort
Le ferie sono le settimane più belle e preziose
dell’anno e l’ambiente in cui si trascorrono
è altrettanto importante. All’hotel Alpin
Garden Wellness Resort, a pochi passi
dal centro storico del paese ladino di Ortisei,
troverete il comfort di un hotel a cinque stelle
e l’atmosfera personale di un’impresa familiare
e ricca di tradizione. La posizione dell’hotel è
eccezionale, adagiato nel naturale panorama
mozzafiato della val Gardena, con i suoi prati
verdi o coperti di neve e le maestose cime
dolomitiche.
Le comode camere e suite sono amorevolmente arredate con tanto legno, e negli
spazi comuni comode poltrone invitano a
chiacchierare, star bene e rilassarsi. L’hotel
inoltre offre ai suoi ospiti un centro benessere
superlativo: la Wellness & SPA “Kleopatra”,
che in più di 1000 m2 disposti su due piani
propone relax per il corpo e lo spirito, perché
anche la bellezza (interiore ed esteriore) vuole
la sua parte. Nella piscina esterna riscaldata
si specchiano le cime delle montagne, mentre
sette diverse saune e “Schwitzstube” (sauna
tirolese in cirmolo a 45°) provvedono al vostro
appagamento fisico.
Una cucina curata fa apparire sui tavoli il meglio
della gastronomia locale e mediterranea, con
menù variegati e preparati ogni giorno con
ingredienti freschi e sani. Per i più attenti all’alimentazione ci sono menu salutisti e croccanti
verdure dal buffet. I golosi potranno gioire di
fronte alla scelta di dolci e naturalmente non
manca all’appello un’importante selezione di
eccellenti vini.
Per un fine settimana romantico o sportivo
sulle piste da sci, piuttosto che per staccare
le spine e liberarsi dallo stress, un ambiente
friendly vi aspetta ed è pronto ad accogliervi
tutto l’anno.
Alpin Garden Wellness Resort, t. 0471796021,
www.alpingarden.com
pride
dicembre 09
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dicembre 09
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METROPOLI
VENETO
VENEZIA
METRÒ VENEZIA SAUNA
Buon compleanno! Domenica 20 alle ore 17.30 Metrò
Venezia festeggia i suoi primi nove anni e lo staff è
pronto a celebrare assieme ai propri clienti questo
magnifico traguardo. Una mega torta vi aspetta
e l'ingrediente principale sarà il divertimento!
Ovviamente siete tutti invitati a trascorrere un po'
di ore in nostra compagnia. Arriva il freddo, quindi
cosa c'è di meglio di una calda sauna, rilassanti
massaggi e intriganti labirinti? Metrò Venezia in
un ambiente pulito e molto riservato inoltre vi fa
incontrare nuove persone. Ricordiamo lo sconto
under 26 tutti i giorni e il “mega sconto” under 26 il
martedì. Il giovedì si entra in sauna con soli 5 euro.
Dicembre è pieno di festività ma la sauna di Mestre
rimane sempre aperta tutti i giorni dalle 14 alle 2 di
notte, escluso giovedì 24 e giovedì 31 con chiusura
anticipata alle 20. Anche nelle altre festività di
gennaio la sauna rimane sempre aperta dalle 14 alle
2. Info 0415384299, www.metroclub.it
PORTO DE MAR
Anche a dicembre al PDM CLUB serate emozionanti
e divertenti. Tutti i venerdì sono "Nuova Era". Non
più costo d'ingresso, niente cover charge: si paga
solo quello che si beve al ritmo di musica house
e commerciale proposta dai resident dj Claudio
Melani & dj Nokode, con animazione di splendidi gogo boys a rotazione. "In Fabula" è il tema del party
di Capodanno! Si consiglia di prenotare e mettersi
in lista con Frank 3386677997. Party altrettanto
strepitoso sarà "Colpo di stato al Porto de Mar", con
musica anni ‘80/’90, animazione stravagante, tanta
bella gente selezionata e ingresso solo con invito.
La “London night” con il debutto delle Copy&Paste
drag queen in veste Spice Girls e tante altre serate
daranno al sabato del PDM l'atmosfera giusta per
un divertimento puro! Appuntamento imperdibile è
il “Pazzo Karaoke” di Madame Cabaret (ingresso
omaggio con buffet gratuito e cabaret show) ogni
domenica sera. PortodeMar è anche su Facebook.
Info 3462113085, www.portodemar.com
PADOVA
DANCING QUEEN
Il regalo di Natale arriva in anticipo! Domenica
6 ritornano a grande richiesta "Le Bambole" in
Cabaret Queens Live Show, con sempre nuovi
personaggi e gag. Tutte le domeniche potete stare
in compagnia della fantastica Miss Linda con il
karaoke, il drag show, il superbingo e il buffet per
chiudere la settimana in bellezza! Dancing Queen @
Flexo Padova.
FLEXO MULTICLUB
Il Flexo Club ha un nuovo look che lo rende una vera
e propria discoteca; nuova pista, nuovo impianto
luci, nuovo spazio per gli spettacoli! Sabato 5
“Beardoc Winter Edition” e dj set by Massimo Santi
from Radio Company, www.beardoc.com. Martedì 7,
FLEXO vs SKY LIGHT: disco night, drag show, go-go
boys, happy music per ballare sino all'alba. Sabato
19 “X night by MLCV”, serata del Moto Leather Club
Veneto. Giovedì 24 vigilia di Natale chiuso. Giovedì 31
apertura ore 22 con brindisi di mezzanotte e buffet in
pride
dicembre 09
compagnia di Miss Linda e Drag Live Show. Per tutto
il mese speciale iniziativa “Vieni a vedere il nuovo
Flexo”: il giovedì ingresso omaggio senza obbligo di
consumazione (esclusi prefestivi e festivi). “Happy
New Bear” sabato 2 gennaio per scambiarsi gli
auguri per il nuovo anno e sabato 16 gennaio ospite
dal vivo, direttamente dalle classifiche anni '80 e
dall'Isola dei Famosi, Dan Harrow! Il Flexo Club e lo
staff augurano a tutti buone festività e un Flexo anno
nuovo. Info 3397379579, www.flexoclub.it
HOT DOG
“Hot Xmas & Hot New Year” da tutto lo staff dello
Hot Dog di Padova! Come sempre anche il mese di
dicembre sarà veramente caldo e l'appuntamento
è tutte le sere dalle 20 con i nostri Naked Parties.
Le domeniche e i festivi apriamo dalle 14.
L'appuntamento clou del mese sarà Capodanno,
con brindisi di mezzanotte e buffet, e si sa che
"chi s…a a capodanno s…a tutto l'anno"! Tutte le
nuove zone sono state ampiamente apprezzate e
collaudate in serate sempre più Hot, dove voi siete i
veri protagonisti e spettatori. Il club è aperto a tutti
i soci maschi in possesso della tessera Arcigay Uno
Club Card, nessuno escluso. Passa dallo Hot Dog al
Flexo con una speciale riduzione e viceversa. Info
3386665207, www.hot-dog-padova.com
METRÒ PADOVA
Perché non trascorrere il Natale a Metrò Padova,
una delle saune più frequentate d’Italia? La sauna
rimarrà sempre aperta anche durante le feste
natalizie, e continua la promozione per gli UNDER 26
con ingresso a solo 5 euro lunedì e giovedì. Grazie
alla sua esperienza e alla qualità del servizio trovate
un locale all’avanguardia e per qualunque tipo di
esigenza con 2 saune finlandesi, bagno turco, vasca
idromassaggio Jacuzzi, una vera palestra attrezzata,
bar con paninoteca, servizio massaggi e doccia
solarium U.V.A. Per i più trasgressivi c’è la zona dark
con glory holes, labirinti, video xxx e la possibilità di
avere camerini personali con tv all’interno. Facile da
raggiungere, si trova a dieci minuti dalla stazione e
dall’autostrada. Apertura tutti i giorni dalle14 alle 2
con sconti orari per chi arriva dopo le 20.
www.metroclub.it
OFFICINA
Se dicembre è un mese freddo da noi l’ambiente è
sempre "molto caldo". Ogni giovedì solo nudi con
ingresso gratuito è un appuntamento fisso sempre
più frequentato. Il party "FIST_LUCAMI” è venerdì
11. Questo mese ben tre appuntamenti “PORSEI_
VENETI”: domenica 6 dalle 16, sabato 19 dalle 22 e
giovedì 31 dopo mezzanotte (per info e liste www.
gayromeo.com/PORSEI_VENETI). Se vuoi essere
informato di tutte le nostre iniziative iscriviti su
www.gayromeo.com/officina Info 0498842425,
3490941909, www.clubofficina.com
THE BLOCK
The Block ospita le prime olimpiadi di Capodanno!
Ti senti olimpionico? Iscriviti alla disciplina a cui
sei più predisposto. I giochi si svolgeranno tutta
la notte e alle competizioni si alterneranno show e
momenti di relax. Per nutrire gli atleti sarà offerta
una ricca cena a buffet con specialità rinvigorenti!
La fiamma olimpica sarà accesa alle 22, sorretta
e alimentata dalla sacra Miss Pam. Ospite
internazionale dell’evento from Barcelona dj Raul a
cui si alterneranno i dj Andy J, Ronkini, Jack e Killer.
Info 3484500418, www.block.it
VERONA
ROMEO’S
Dicembre inaugura altre importanti novità al
Romeo's Club: ogni venerdì sera entrando in
discoteca se si tiene il bluetooth del proprio cellulare
acceso si partecipa a giochi con estrazione di premi
che saranno distribuiti durante la nottata dance
più hot del Triveneto. E chi al venerdì sera rinnova
la tessera Arcigay un ulteriore drink in omaggio!
Venerdì 4 "Apriamo i panettoni"; venerdì 11 "Tacchi
sotto l'albero"; venerdì 18 "Superstar discoparty" e
venerdì 25 "Natale@Dancefloor". Sabato 5 “Naked
party”. Proseguono le feste del Magnum Club Italia
sabato 12 con la Festa di Santa Lucia e sabato 26 per
la Festa di Santo Stefano. Sabato 19 l'immancabile
"Mask party", il naked party misterioso. Domenica
qualche piccola variante: le serate del 6 e del 20
saranno dedicate alle proiezioni di video a tematica
gay in collaborazione con Arcigay Pianeta Urano.
Domenica 13 e 27 invece piccanti serate cruisingbar. Appuntamenti fissi: martedì "Underwear party";
mercoledì "Karaoke bar"; giovedì l'immancabile e
collaudato "Naked party". Giovedì 31 eccezionale
gran veglione di San Silvestro targato Magnum Club
Italia: “Happy New Bear” (con possibilità di cena
su prenotazione). Info Nicola 3409660487. Lista
Superstar 3471861979, www.romeosclub.it
SEXY SHOP PRIMA O POI
Vieni in vacanza dalle nostre parti o abiti in zona
e non sai che regalo fare? Noi risolviamo il tuo
problema! Siamo a 5 minuti dall’Arena, dalla fiera
e da tutte le uscite dell’autostrada di Verona. Da noi
potrai trovare idee piccanti e stuzzicanti, ingresso
e comodo parcheggio privato sul retro, massima
privacy. Pagamenti anonimi con bancomat e carte
di credito (non appare la scritta “sexy shop”). Tutto
per la coppia moderna. Se non sei mai venuto…
fallo! Sexy Shop Prima o Poi, corso Milano 51, t.
0458187000. Vedi pubblicità dentro la rivista.
SKYLIGHT
Un grande dicembre allo Skylight! Sabato 5 ritorna
dj Giusy Consoli dalle folli serate de Les Folies de
Pigalle. Sabato 12 guest dj Federica Babydoll.
Sabato 19 il party ufficiale di Lady Gaga con il nuovo
e coinvolgente show dei Karma B. In regalo Gaga
Gadget e cd esclusivi. Sabato 26 PostChristmas
Party con guest Big dj Severino da Londra. Per
concludere il 2009, il Capodanno Skylight è TALENT
DISCO, l'ultima notte dell'anno sprigiona il tuo
talento! Ti senti un animatore? Ti senti una drag
queen? Ti senti Britney Spears o Madonna? Spedisci
entro giovedì 31 un video che lo rappresenti. I filmati
ricevuti saranno proiettati sullo schermo della sala
centrale e saranno giudicati dal pubblico. Se non
hai la possibilità di realizzarlo da solo, giovedì 31 lo
potrai registrare direttamente da noi nella saletta a
pianoterra appositamente attrezzata. Tutti i sabati
apertura alle 24 e liste attive fino alle 1.20. Info
3382390848, 3474200010, www.skylightdisco.com
PESCHIERA DEL GARDA
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problema! Siamo a 5 minuti da tutti i parchi di
divertimento del Garda, a 2 minuti dell’uscita
dell’autostrada di Peschiera del Garda. Da noi
81
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PROGRAMMA SALA FIRE DICEMBRE
FIST PARTY
VEN 04/12 DALLE 22.00
DOM 20/12 DALLE 15.00
TOWEL PARTY
LUN 07/12 DALLE 22.00
MASKED PARTY
VEN 11/12 DALLE 22.00
TOTAL NAKED PARTY
VEN 18/12 DALLE 22.00
DILDOS PARTY
VEN 25/12 DALLE 22.00
HARD SEX NIGHT
GIO 31/12 DALLE 22.00
NAKED PARTY
TUTTI I SABATI DALLE 22.00
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dicembre 09
pride
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METROPOLI
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parcheggio, massima privacy. Pagamenti anonimi
con bancomat e carte di credito (non appare la
scritta “sexy shop”). Tutto per la coppia moderna.
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Paradise, via XX settembre 43, Cavalcaselle (VR), t.
0456402471, aperto anche tutte le domeniche. Vedi
pubblicità all’interno della rivista.
EMILIA ROMAGNA
BOLOGNA
IGOR LIBRERIA
In collaborazione con LUO - Libera Università
Omosessuale giovedì 10 alle 21.30 presso il
Cassero, Via Don Minzoni 18, presentazione del
libro “Pozzoromolo” e incontro con l’autore L.R.
Carrino. Conduce Vincenzo Branà (ingresso libero)
Info 051229466, 051557954 , www.cassero.it/luo,
www.myspace.com/igorthegaybookshop
PARMA
LE MALE CLUB
Entrati a pieno regime, con apertura da mercoledì
a sabato, siamo già tra i locali più in voga della
comunità gay emiliana. I giovedì si svolgono le “one
night”, eventi unici tra cui lo spettacolo delle drag
queen, gli strip maschili, la notte lesbo e gli ospiti
speciali. I folli sabati sono discoteca con animazione
tutta al maschile e importanti dj con musica house
e commerciale. La conturbante dark room per soli
uomini può essere una succulenta guarnizione a
una serata un po' diversa. In collaborazione con
l’Associazione Radicale CERTI DIRITTI organizziamo
però anche incontri con autori di testi utili a
definire e delineare l’orizzonte dei diritti negati
in Italia alla comunità gay oggi come ieri. Venerdì
11 “AMORE CIVILE – Dal diritto della tradizione al
diritto della ragione”, sarà presente il curatore
Francesco Bilotta. Venerdì 18 “PSICOTERAPIA ED
OMOSESSUALITÀ”, con l’autrice Margherita Graglia,
psicologa e psicoterapeuta. Gli incontri iniziano alle
21 presso il club e si terranno anche a gennaio.
Cercaci su Facebook e diventa fan per essere
aggiornato sulla programmazione settimanale. Info
Luca 3471556550, Kelly 3933308927.
LIDO DI CLASSE
HOTEL ZEUS
Carla e Franco augurano di cuore un buon anno 2010
a tutti i clienti amici dell'Hotel Zeus di Lido di Classe.
www.zeushotel.it
TOSCANA
FIRENZE
CRISCO CLUB
Continua la storia del Crisco club, lo storico locale
gay di via sant’Egidio che ha riaperto con la nuova
gestione di Paolino Penelope e Gianluca Vignozzi.
Pur mantenendo l'inconfondibile spirito che lo
ha
segnato fin dall'apertura, il Crisco rinasce
con un carattere diverso.
Non più solo cruising
bar ma anche spazio per mostre, incontri, eventi,
pride
dicembre 09
performance, serate a tema, feste e molto altro
ancora! Venerdì 18 Eva Robin's sarà presente per
la mostra fotografica "Eldorado Nuova Apertura",
un evento organizzato con Arcigay Firenze "Il
Giglio Rosa". Realizzata in occasione della giornata
mondiale contro l’omofobia, la mostra si compone
di installazioni fotografiche sulla Berlino gay degli
anni ’30 e di quattro ritratti esclusivi a Eva Robin’s.
Lunedì “Naked & underwear party” (tranne lunedì
7). Mercoledì serate only for men. Giovedì “B/Sex
Nite”. Il 1° e 3° venerdi del mese LA ROBOTERIE con
St_robot & Lorenzo Franchini. Il 2° e 4° venerdi del
mese Francesco Belais DJ. Sabato LISA by Logic
Italia Sound Audio. Giovedì 31 aperti fino alle 10 del
mattino! Info 3397230615, 3284930709,
www.criscoclub.it
FABRIK
In un Fabrik completamente rinnovato ogni venerdì è
S/FRIDAY l’appuntamento house & elektro del Fabrik.
Ogni giovedì BLACKOUT PARTY illuminazione a
bassa intensità, contatti ad alto voltaggio. Domenica
6 BEARS TEA h. 17-22, merenda e aperitivo tra orsi
con torte, stuzzichini, drink e tè alla menta. Dj sets
a rotazione dalle 17 alle 22 e la serata continua
regolarmente fino alle 3. L’appuntamento si ripeterà
domenica 3 gennaio per salutare con un Woof! il
2010. Domenica 13 e domenica 27 HARDSEXPARTY
h 16-21, dress code obbligatorio: leather, rubber,
sospensorio o total naked (ammissione riservata
in lista sul nostro sito) dalle 16 alle 21. La serata
prosegue regolarmente fino alle 3. In collaborazione
con bearwww.com sabato 19 BEARS TROOPS,
l'evento della comunità ursina toscana. Giovedi 31
HAPPY NEW BEAR, veglione di fine anno con orsi,
cacciatori, dj, panettone e spumante. Apertura ore
23 fino alle 6. Ingresso riservato ai soli soci Arcigay/
Unocard. Only for men. Visita il sito per scoprire
le novità e la possibilità di metterti in lista con
riduzione. Info 3498906645. www.fabrikfirenze.it
mercoledì “Free Entry”, appuntamento da sempre
amato dai più giovani; martedì e giovedì da non
perdere l'Extremenakedparty ormai un “must” nella
vita gay notturna capitolina; venerdì con il “Black out
party” ogni scoperta è illuminata solo da candele.
Sabato è da non perdere con i caldi sexy show con
famosi pornodivi e la domenica dalle 22 vi mettiamo
in mutande o per chi preferisce totalmente nudi.
Venerdì 4 CATACOMBS MIX ”Welcome party” LCR@
Frequency dalle 23 con dress code obbligatorio.
Sabato 5 BLUFF PARTY dalle 21 alle 23, dress code
ONLY FULL LEATHER e CATACOMBS NIGHT dalle 23,
dress code obbligatorio. Venerdì 11 “BEAR BUTCH”,
l’appuntamento ursino firmato Good Bear. Sabato 19
“SNIFF MY SNEAX” Sneakersexitaly@Frequency.
Giovedì 24 e venerdì 25 siamo chiusi. Giovedì 31
“GOOD-BYE 2009” festeggiamo insieme l’arrivo
del nuovo anno! Entrata con tessera Arcigay. Info
Ottavio 3406939719, Francesco 3476123752.
www.thefrequency.it
K CLUB
Negli anni novanta nasce a Roma “K”, il primo
men’s club d’Italia. Con i suoi 300 m2 è da oltre un
decennio ancora il più grande “locale d’incontro”
della capitale. Senza fronzoli, in ambientazione
leather, offre un ampio spazio dedicato a labirinti
e cabine di vario genere, glory holes, dark rooms
e sling, una zona bar e proiezioni hard di qualità
da godere in un’area cinema. Il tutto condito da
un’atmosfera erotica, dove la libertà nell’essere
sé stessi vince sulla necessità di apparire alla
moda. Il K club è anche impegnato nella campagna
per la prevenzione delle malattie sessualmente
trasmissibili, infatti, all’ingresso è possibile ricevere
gratuitamente preservativi specifici per rapporti
omosex, cosa solitamente estranea alla cultura
italiana. Aperto da martedì a domenica dalle 22.30
fino alle 3-4. Entrata con tessera Arci.
www.ksexclub.it
MARCHE
CAMPANIA
SENIGALLIA
NAPOLI
SAUNA VELLUTO
La sauna Velluto sarà come sempre pronta ad
accogliervi 7 giorni su 7, anche durante il periodo
delle feste! Vi segnaliamo che giovedì 31 l'apertura
sarà posticipata alle 18 (il normale orario quotidiano
è dalle 15), poiché trascorreremo il Capodanno
assieme. Un diverso modo di festeggiare all'insegna
del "sexy relax", accompagnato per l'occasione
da un meraviglioso buffet e vini marchigiani di
primissima qualità e ottimi spumanti (sempre
autoctoni) per il brindisi d'uopo. Sauna Velluto
resterà infatti aperta tutta la notte, e dopo una breve
pausa riaprirà alle 15 del 1° gennaio. Non perdetevi
un Capodanno davvero originale, roba da intenditori
insomma! Buone feste a tutti dallo staff di Sauna
Velluto. www.saunavelluto.it
DEPOT
Straordinariamente questo mese il club rimane
aperto anche lunedi 7. Per le feste Depot ti aspetta
nei giorni 24, 25, 26 e 27 per “Special Christmas”.
Tra tutti i partecipanti domenica 27 saranno estratti
10 abbonamenti gratuiti. Giovedì 17 la one night
dedicata agli orsi e ai loro ammiratori. Sabato 5
serata “Black out”. Sabato 12 tutti in mimetica per
la serata “Militare” e sabato 19 “Full fetish” party
con dress code. L'ultimo dell'anno a partire dall'una
vi aspettiamo per il party “Welcome 2010”. Per gli
altri appuntamenti visitate il sito
www.depotnapoli.com
LAZIO
ROMA
FREQUENCY
Il più grande men's club romano, aperto 7 giorni
su 7 dalle 22, vi invita a trascorrere piacevoli notti
con un calendario sempre ricco di eventi. Lunedì e
RED MOON
Il vostro miglior Capodanno è al Red Moon, la
discoteca per soli uomini, dove festeggeremo con
la seconda edizione di Mister Bear Campania con il
gruppo Bears of Naples capitanata da Lucio e Max
Orso. Spettacolo, spumante e tanta allegria per
buttarci alle spalle crisi e amori perduti. Premi per
i classificati e gadget portafortuna per tutti. Sono
aperte le iscrizioni, premierà il vincitore della prima
edizione. Buon Natale e felice Anno Nuovo anche
dalla Sauna Blu Angels. Info 0815625298, www.
bearsofnaples.com, www.saunabluangels.com
GIORNO & NOTTE
83
CanCan, Paris à Milan
CanCan, Paris à Milan è un delizioso negozio a pochi passi dalle colonne di
San Lorenzo a Milano, che porta i suoi avventori a fare un metaforico viaggio in
una Parigi retrò e un pò maliziosa. Varcando la soglia si viene accolti da Philippe,
fioraio à la page a Parigi e proprietario insieme al designer Alberto dello shop. Lo
sguardo che scorre fra gli scaffali coglie splendidi oggetti e idee regalo, dove vintage
e nuovo si fondono tra giocosìtà ed ironia. Bijoux, accessori moda e per la casa,
memorabilia… Ogni proposta è scelta con cura, seguendo una linea del tempo
che parte dallo stile Liberty fino agli anni Settanta. America, Londra, un po' di Italia,
ma soprattutto Francia. Ecco i paesi di origine degli oggetti esposti, tutti scovati
nei luoghi segreti delle città, nei mercatini e nei grandi saloni di Parigi. Il fil rouge è
l'allegria e tutto è colorato, gioioso, divertente. Buon Natale!
CanCan, Paris à Milan, via De Amicis 7 - t. 0280502683
dicembre 09
pride
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studio know how
entertainment
dvd/personal lubricants/dildos
butt plugs/jockstraps/cock rings
condoms/toys & souvenirs
AMPio sPAzio Articoli leAther
doccino AnAle in PlAsticA 7 euro
MILANO Via antonio da recanate 7 (mm staz. Centrale) 20124
tel. 02-67391224 fax 02-67847756
aperto dal lunedì al sabato (orario continuato) h. 9,30 - 19,30
ROMA Via S.Gallicano 13 (trastevere)
tel. 06-58335692 fax 06-58390427
Chiuso il lunedì, aperto dal martedì al sabato h. 10,00 - 20,00
pride
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nome:
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11938
11939
11940
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città:
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cognome:
via:
numero:
provincia:
DOCCinO anaLe
telefono :
pago allegando assegno
(obbligatorio per avvertire della spedizione)
pagherò contrassegno al corriere
SPEDIZIONE RISERVATA CON IMBALLO ANONIMO SPESE SPEDIZIONE 11,00 Euro NON INVIARE FRANCOBOLLI
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI / SPEDIZIONE CON CORRIERE ESPRESSO IN 24/48 ORE
dicembre 09
pride
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Guida Gay d’Italia
Dove e Cosa
AOSTA
Associazioni
Comitato regionale Arcigay “Articolo 3”,
c/o Espace Populaire, via J. C. Mochet 7,
t. 329/6862948,
http://arcigayaosta.blogspot.com
ASTI
Locali e Disco
Boschetto Bar, viale Partigiani 34,
t. 0141/352471, 347/5811687
BARI
Associazioni
Kabum Pride Village, Associazione
Promozione Pari Opportunità, info 348/6104584,
wwww.lefateignoranti.fan-club.it
Locali e Disco
Boulevard Disco Pub, c.so Vittorio Emanuele
40a/42, t. 393/9904951
El Merendero Disco, SS 100 uscita Adelfia,
Rutigliano (BA), www.elmerenderodisco.it
Makumba Gay Tribe, c/o Heineken Disco Club,
via G. Pastore km 1.100, Gioia del Colle (BA), one
night gay ogni primo e terzo sabato,
t. 347/3670135, www.gaybari.it
North Wind Disco Pub, via Giannone 18 (zona
Campus), t. 080/5580028, h. 21-4, chiuso lun,
www.nordwinddiscopub.eu.com
Gilda club, v.le Einaudi 60, one night domenica,
t. 340/8244204, www.francescopetit.fan-club.it
Saune
Millenium Bath, v. Adriatico 13, t.080/5342530
BERGAMO
Locali e Disco
Divina Fashion Bar, b.go S. Caterina 1, h. 19-2,
chiuso dom/lun, www.bardivina.it
Get Up Club, via Bianzana 46, t. 349/5525092,
www.discogetup.com
La Chiave, risto piano bar, via San Francesco
d’Assisi, t. 335/5242390, chiuso lun,
www. lachiavepianobar.it
Mamo’s Bar, via Baschenis 13/a, t. 035/270014,
dalle 17, chiuso lun, www.mamos.it
Ristoranti
Brodo di Giuggiole, via Colleoni 10, Dalmine
(BG), t. 035/566581, chiuso lun sera e sab pranzo
Trattoria Anita, via al Luio 60, t. 035/521830,
Alzano Lombardo (BG), chiuso lun e mar a pranzo.
Saune
The City Sauna, via della Clementina 8,
t. 035/240418, www.thecitysauna.com
Sex Shop
Center Fantasy, Via Manzù 3/d, Curno (BG),
t. 035/614111, www.centerfantasy.it
Altro
Comotti gomme, via Giovanni XXIII 1, Azzano
S. Paolo (BG), t. 035/532110, sconti per i lettori
di “Pride”, [email protected]
MABB Autoservizi, via Costituzione 17, Sovere
(BG), t. 035/979826, www.busmabb.com
Jammin’bar, c/o Orio Centre, v. Portico 59/61,
Orio al Serio (BG), t. 035/318210
BOLOGNA
Associazioni
Arcigay nazionale, via Don Minzoni 18,
pride
dicembre 09
t. 051/6493055, www.arcigay.it
AGEDO, c/o Com. Provinc. Arcigay “Il Cassero”
Comitato provinciale Arcigay “Il Cassero”,
v. Don Minzoni 18, t. 051/6494416,
www.cassero.it
Gruppi Sportivi
Bogavolley
Allenamenti mar/gio 22-24 c/o palestra CUSB,
Via del Carpentiere 19, info t. 338/1083693,
www.bogavolley.it , [email protected]
Big Mama’s, via Mapella 7, Lonato (BS),
www.bigmamas.it
DayBar, v.le Europa 45 /M, Montichiari (BS),
www.daybar.it
Out Limits, via U. Foscolo 2, Paderno
Franciacorta (BS), t. 030/657536, 030/8375178,
335/8775189, ven e sab 22.30-5,
www.outlimits.it
Re Desiderio Pub, vicolo Lungo 11,
www.redesiderio.com
Trap, via Castagna 55, t. 340/6857585,
ven-sab, www.trapmad.it
Valliesteeedigei, serate itineranti,
t. 347/1509452, 347/2563585,
www.vallisteeedigei.it
BRINDISI
Hotel
B&B Lune Saracene
Gruppo Pesce, c/o Piscina Vandelli,
t. 329/4547793, lun e gio h. 19.30-20.30
Hotel
Strada Provinciale 28, Ostuni-Francavilla km
13, S.Michele Salentino, t. 0831/966294
www.lunesaracene.it
B&B Friendly
Via Guelfa 74, t. 388/3488788
www.bbfriendly.it
I Portici Hotel, via Indipendenza 69,
t. 051/42185, www.iporticihotel.com
Locali e Disco
Bananissima, pub & bar, via Carracci interno
del Parco Angeletti, tutti i giorni h. 22-3
Bart, via Polese 47/a, t. 051/243998,
www.bartclub.net
Easy Staff, stagione estiva c/o Chalet dei
giardini Margherita, viale Meliconi 1, one night
ven h. 23-4, t. 339/6278524,
www.gaybologna.com
Ganesh, via Polese 47/c, t. 051/5877771, h. 19-03
Movida Club, v. S. Felice 6b, t. 051/232507, h. 17-6
Red Club, via del Tipografo 2, venerdì e sabato
dalle 23. t. 051/6011241, www.discoredclub.com
Ristoranti
Trattoria Papa Re, p.za Unità 6, t. 051/356120,
chiuso domenica
Saune
Black Sauna, via del Tipografo 2,
t. 051/6011241, h. 14-2 ven-sab 14-3, chiuso mar,
www.blacksauna.com
Cosmos Sauna, via Boldrini 22
Steam, via Ferrarese 22/i, t. 051/363953, dalle
14, www.steamsauna.it
Shop
Igor Libreria, via San Petronio Vecchio 3,
t. 051/229466, www.myspace.com/
igorthegaybookshop
La Boutique dell’Eros, Via Polese 32,
t. 051/4070551, www.laboutiquedelleros.it
BOLZANO
Locali e Disco
The First disco, c/o Seicomesei, via Buozzi 3
(vicino fiera), one night sabato, t. 333/6071630,
www.thefirstdisco.it
Saune
Exit sauna wellness, via Visitazione 2 /
Mariaheimweg 2, t. 347/4700645, mar/giov/ven
18-00.30 sab/dom 14-00.30,
www.sauna-exit.it.
BRESCIA
Locali e Disco
Antico Borgo (dalla Giò), via Borgo Trento 38.
Circolo Le Visionnaire, concerti live,
proiezioni, esposizioni, Contrada Carmine 10/c,
lun-sab 18-1, www.levisionnaire.info
CAGLIARI
Hotel
B&B La Terrazza sul porto
Attico in centro con terrazza panoramica
Largo Carlo Felice 36, t. 070/658997,
339/8760155, www.laterrazzasulporto.com
Locali e Disco
Go Fish, v. G.B. Venturi 12/14, t. 070/45453169,
348/5876314, gio e sab, www.go-fish.it
Il Fico d’India, lungomare Poetto,
t. 070/380936
Rainbow Café, via Rossini 16 angolo via Verdi,
t. 347/6078384
CATANIA
Hotel
B&B Crispi Rooms
Via Francesco Crispi 15, 1° piano,
tel/fax 095/532548, www.crispirooms.com
B&B Four rooms, via Monserrato 9,
t. 095/448239, 348/3243872
www.4roomshotel.com
Hotel Villa Romeo, via Platamone 8,
t. 095/534714, www.hotelvillaromeo.it
Locali e Disco
Codice Rosso Cruising bar,
via Conte Ruggero 48, t. 340/9076099,
www.ilcodicerosso.com
Café Noir, zona porto vicino ex Capannone,
t. 349/2693745, 347/9548021
Le Capannine, v.le Kennedy 93, Lidi Playa,
Stradella Capannine, t. 349/2693745, one night
venerdì, www.cristinagarofalo.it
Pegaso’s Circus, v.le Kennedy 80, Lidi Playa,
t. 095/7357268, 348/3534116, one night sabato
e prefestivi, www.pegasos.it
Pegaso’s club, v. Canfora 9, t. 349/1732207,
gio-dom
Ristoranti
Neva caffè, p.zza San Francesco 4/5,
t. 095/315545, h. 7-3
Saune
Terme di Achille, via Tezzano 13,
t. 095/7463543, 333/4305708, mar-dom 14-24,
sab no stop, www.termediachille.com
Sauna Mykonos, via Platamone 20,
t. 095/531355, mar-dom 16-23,
www.saunamykonos.it
CESENA
Hotel
Villaggio Camping delle Rose, v. Nazionale
Adriatica 29, Gatteo a Mare (FC), t. 0547/86213,
www.villaggiorose.com
COMO
Ristoranti
Risoamaro, via Milano (Mariano Comense),
t. 031/750997, chiuso domenica
www.risoamaro.it
COSENZA
Altro
Libreria Domus Universitaria, via Monte
Santo 70, t. 0984/23110,
www.libreriadomus.com
CREMONA
Associazioni
Comitato provinciale Arcigay “La Rocca”,
via Speciano 4 (presso ARCI), Presidente
t. 338/5015488, Vicepresidente t. 347/2783901,
www.arcigaycremona.it
La Goccia, gay credenti, via De Berenzani 18/c,
t. 0372/471622, 347/4116736.
Locali e Disco
Notte Praga, v.le Po 129 d, t. 0372/410798,
349/3763150, one night sabato h. 23-4,
www.nottepraga.com
CUNEO
Turismo
Sphera Friendly Viaggi, viaggi gay,
via Torino 21, Moretta (CN), t. 899500030,
www.sphera-friendly.it
DESENZANO DEL GARDA
Locali e Disco
Art Club c/o Centro commerciale Garda 1,
via Mantova 1/a, t. 030/9991004, mer-ven
(donne) - sab 23-5, www.artclubdisco.com
Sisì pub, piazza Duomo 13/A, t. 030/9140085,
lun-sab 21-2 dom 18-2, chiuso primo lunedì e
martedì, del mese, www.sisipub.com
Shop
Sexy Shop C’est La Vie, viale Marconi 130,
t. 030/9911784, aperto tutti i giorni
Saune
Splash Club, via Faustinella 1, t. 030/9142299,
lun-ven 15-1, sab 15-2, dom 14 - 24,
www.splashclub.it
Shop/Altro
Lucas Kazan Production (produz. film hard),
via del Molin 45/f, t. 333/2017811,
www.lucaskazan.com
FIRENZE
Hotel
Medici Hotel, via de’ Medici 6, t. 055/284818,
www.hotelmedici.it
Pensione Matilde, via Nazionale 17,
t. 055/288147, 392/9127871,
www.pensionematilde.eu
Locali e Disco
Crisco club, gay disco - cruising bar,
via San Egidio 43/r, t. 055/2480580, aperto dalle
h. 22, chiuso dom e mar, www.criscoclub.com
Fabrik cruising bar, via del Lavoro 19 zona ind.
Fibbiana, Calenzano (FI), t. 349/8906645, mardom dalle 22, www.fabrikfirenze.it
Hard Bar 85, via Guelfa 85 rosso,
t. 055/2645461, www.hardbar85.it
Piccolo Café, borgo Santa Croce 23/r,
87
dicembre 09
pride
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DOVE E COSA
t. 055/2001057
Tabasco Disco Gay, piazza Santa Cecilia 3,
055/213000, www.tabascogay.it
Y.A.G. B@R, via de’ Macci 8r, t. 055/2469022
www.yagbar.com
Saune
Florence Baths, via Guelfa 93 rosso,
t. 055/216050, www.florencebaths.eu
Altro
Extro, parrucchieri, via di Avane 58, Empoli (FI),
t. 0571/82007.
FORLI’
Locali e Disco
Exarea Café, viale Gramsci 81, t. 338/5652490,
one night giovedì dalle 21 alle 24, domenica
aperitivo con drag show dalle 19 alle 22,
www.myspace.com/exarea81
GENOVA
Locali e Disco
Aqua Club Bar (presso la sauna), orario
invernale: gio 21.30-1, ven-dom 21,30-2
Attitude Hot, c/o Fellini Disco,
via XXII Ottobre 182r, t. 334/1974008,
348/37113115, one night domenica,
www.attitudeclub.it
Virgo Discoclub, via Carzino 13 rosso,
t. 347/8151451, www.virgoclub.com
Saune
Aqua Club, salita Salvatore Viale 15/r,
orario invernale: da ven a lun 15-21 (chiuso mar),
t. 010/588489
GROSSETO
Associazioni
Comitato provinciale Arcigay “Leonardo
da Vinci”, via Parini 7/e, t. 0564/1911305,
347/0788972, www.grossetogay.it
Friendly Maremma, www. friendlymaremma.it
LECCO
Ristoranti
Ristorante Sanmauro, via De Gasperi 82
(Casatenovo), t. 039/9202601,
www.sanmauroweb.it
LUCCA
Locali e Disco
HUB, via Poggio 29, Ponte S. Pietro (LU),
www.hub.fm
MANTOVA
Shop
Etnoambienti, mobili etnici, via Lonato 4,
Castiglione delle Stiviere (MN), t. 0376/638007,
339/1118042, chiuso lun mattina,
www.etnoambienti.it
MILANO
Associazioni
Comitato provinciale Arcigay CIG
“Centro di Iniziativa Gay”, via Bezzecca 3, t.
02/54122225, lun-ven 15-20; Tel. amico gay lunmar-gio-ven 20-23 t. 02/541222227,
www.arcigaymilano.org
AGEDO Associazione Genitori Di Omosessuali,
via Bezzecca 4, t. 02/54122211, giov 14-17.30,
www.agedo.org
ASA Associazione Solidarietà Aids,
via Arena 25, t. 02/58107084,
www.asamilano.org
Gruppo del Guado, cristiani omosessuali,
v. Soperga 36, t. 346 3081901,
www.gaycristiani.it
pride
dicembre 09
Gruppi Sportivi
Gruppo Pesce Milano
Non le solite vasche! Nuoto e nuoto
sincronizzato con il gruppo SyncDifferent,
infoline t. 340/5246398,
www.gruppopesce.org,
[email protected]
Hotel
Hotel Charly, (sconti ai lettori di Pride secondo
disponibilità, no periodi fiera), via Settala 76,
t. 02/2047190, www.hotelcharly.com
Hotel Garda, (sconti ai lettori di Pride secondo
disponibilità, no periodi fiera) via Napo Torriani
21, t. 02/66982626, www.hotelgardamilan.com
B&B Maggiolina, via Edolo 6, t. 392/4994983,
www.bbmaggiolina.it
Locali e Disco
Afterline Club, via Sammartini 25,
t. 02/36519232, 339/3876398, lun-sab dalle 22,
chiuso dom, www.afterline.it
Barbarella club, c/o Tropicana, viale Bligny 52,
one night sabato, t. 331/7130878,
www.barbarellaclub.com
Billy, c/o Magazzini Generali, via Pietrasanta
14, t. 335/8327777, 348/8279862, one night
sabato, www.billyclub.it
Join the Gap by CIG, c/o Borgo del tempo
perso, via Fabio Massimo 36, one night dom
dalle 20, t. 02/54122225
Company Club, via Benadir 14, t. 02/2829481
chiuso lun, www.companyclub.org.
Cruising Canyon, via Paisiello 4
Depot cruising bar, via dei Valtorta 19,
t. 02/2892920, www.depotmilano.com
Discordia, c/o Tocqueville 13, via A. de
Tocqueville 13, one night sab, t. 338/5229280,
338/2595752
Flexo, via Oropa 3, t. 02/26826709, lun-sab
dalle 21, dom dalle 15, www.flexoclub.it
Gasoline, via Bonnet 11
H.D., via Caruso ang. via Tajani, t. 02/718990,
lun-mar-ven-sab
Illumined cruising, via Napo Torriani 12,
t. 02/66985060, aperto 24 ore tutti i giorni,
www.club-illumined.com
Kickoff, events for women and gay friends,
www.kickoff.biz
King, via Derna 19, t. 346/1472861, chiuso mar,
www.kingmilano.com
K.O. Club, via Resegone 1, t. 339/7798450,
dom-gio h. 22-3, ven-sab h. 22-6,
www.koclubmilano.com
Le Maschere, via Maiocchi 12 t. 02/20240176,
339/5621382, h. 10.30-2.
Mono, via Lecco 6, t. 339/4810264,
347/4434228, chiuso lun, dj-set dopo le 23,
www.myspace.com/monomilano
Next Groove Café, via Sammartini 23,
t. 348/7444957, h. 10-2
Nuova Idea, via De Castilia 30
One way disco, via F. Cavallotti 204, Sesto S.
Giovanni (MI), t. 02/2421341, 348/7424824, one
night sabato, www.oneway.it
Oracle, largo La Foppa angolo c.so Garibaldi 47,
one night giovedì serata DQ con La Cesira staff,
t. 348/0435725, 333/2600608,
www.oraclemilano.com
Papé Satan, one night dom dalle 24, info
location t. 347/9270360
Pour Homme, c/o Magazzini Generali,
via Pietrasanta 16, t. 02/5393948, 334/1178011,
one night sabato, www.pourhomme.tv
Rhabar, alzaia Naviglio Grande 150, mer-dom
19-2, www.rhabar.it.
T-bear discoclub, via Breda 158,
t. 02/27005565, 346/7505875,
www.t-bearmilano.it
That’s all, one night ven, t. 339/3632056,
349/1077832, 388/7556380, www.thats-all.com
X Club, via Sammartini 23, t. 02/67070683,
328/7022099, mer-dom h. 21 fino al mattino,
www.xclubmilano.com
Ristoranti
Acqua e Farina, via dell’Artigianato 4 (Agrate
Brianza), t. 039/6893022,
www.acquaefarina.net
Al Grigliaro, via Archimede 43, t. 02/747142,
02/7385628, chiuso lun e gio a mezzogiorno
Cavallini, via Mauro Macchi 2, t. 02/6693174
Grani e Braci, via Farini angolo via Ferrari,
t. 02/36637422, www.graniebraci.it
Saune
Alexander’s Club Sauna, via Pindaro 23,
t. 02/2550220, tutti i giorni h. 13-1,
www.alexandersauna.net
Magic Sauna, via Maiocchi 8 (4°piano),
t. 02/29406182, h. 10.30-24, chiuso martedì.
Metrò Milano Centrale, via Schiapparelli 1,
t. 02/66719089, h. 12-2, www.metroclub.it
Metrò Milano Cimiano, via Oropa 3,
t. 02/28510528, mer-gio h. 14-21, ven-sab dalle
14, dom e festivi dalle 13, www.metroclub.it
Royal Hammam, via Plezzo 16, aperta tutti i
giorni dalle 12, www.royalhammam.com.
Terme di Milano, via Varese 4, t. 02/29000516
Thermas, via Bezzecca 9 , t. 02/5450355,
dom-gio h. 12-00, ven-sab h. 12-1,
www.thermasclub.com.
Sex Shop
Bushido Sex Shop, via Andrea Doria 48/a,
t. 02/6693651, lun h. 11-19.30, mar-sab h. 9.3019.30, dom h. 9.30-13, www.bushidomilano.com
Studio Know How Entertainment,
via Antonio da Recanate 7, t. 02/67391224,
lun-sab 9.30-19.30
Shop
Arconati 9, arte e cornici, via Arconati 9,
t. 02/54100035, 338/7246028,
[email protected]
Babele libreria, v.le Regina Giovanna 24b,
t. 02/36561408 lun 15-19.30, mar-sab 10.3019.30, dom 15-19.30, www.libreriababele.it
CanCan, oggettistica e regali, via de Amicis 7,
t. 02/80502683, [email protected]
Imbarcogay Viaggi, via Fiamma 31,
t. 02/36504844, www.imbarcogay.it
Internet Café, piazza Duca d’Aosta 14,
lun-ven 8-24, sab-dom 9-24,
www.gayromeo.com/internetcafemilano
La Milanottica, via Vitruvio 43, t. 02/6693723
Pier pour hom, libri, moda e oggettistica,
viale Gorizia 14, t. 02/89075230,
www.pierpourhom.it
Altro
Gay.tv, www.gay.tv
Il Delfino club, agenzia relazionale per gay e
lesbiche (su appuntamento), v. Monte di Pietà 21,
t. 340/8789989, www.agenziaildelfino.com
Il Dito e la Luna, edizioni lesbiche, gay e
transgender, www.ilditoelaluna.com
L’altro martedì, Radio popolare FM 107.6, mar
dalle 22.40 alle 23.30 anche in streaming,
www.radiopopolare.it
Terapista del massaggio
Specializzato in massaggi antistress, craniosacrali, decontrutturanti e linfodrenanti
via Elio Reguzzoni 9, t. 345/2162929
[email protected]
MODENA
Associazioni
Comitato provinciale Arcigay “Matthew
Shepard”, via IV Novembre 40/a,
t. 348/7669298, www.arcigaymodena.org
Locali e Disco
Frozen, v. Contrada 346, ogni martedì h.21-2
www.myspace.com/frozenitaly
Fusion Clubkfe, v. Donzi 8, ogni giovedì h. 18-1
www.fusionclubkfe.com
NAPOLI
Associazioni
Comitato provinciale Arcigay “Antinoo”,
vico san Geronimo 17, lun-ven 17-21, t./fax
081/5528815, www.arcigaynapoli.org.
Ponti Sospesi, gay credenti,
www.gruppopontisospesi.eu
Hotel
Casa vacanze
“La Casa dei Gigli”
Via Tribunali 339, t. 320/0123663
[email protected]
Dolce sonno Morelli, via Domenico Morelli
49, t. 081/2452291, 338/3576314.
Locali e Disco
Depot, via della Veterinaria 72, t. 081/7809578,
mar-dom dalle 21, www.depotnapoli.com
Disco Velvet, via Cisterna dell’Olio 11,
t. 349/6748557, one night dom,
Macho Lato, disco-cruising-lounge club,
v. Abate Minichini 62, t. 320/1994834,
328/3093182, 081/7803062, lun-dom dalle 22,
www.macholato.it
Redmoon Disco, Centro direzionale Isola A/7
(via Taddeo da Sessa-C.so Meridionale),
t. 349/5943306, giovedì serata’bear’ con
www.bearsofnaples.it.
Ristoranti
Taverna la Napoli Popolare, v. degli Ulivi 29,
Frazione Villaggio Coppola, Castelvolturno (CE),
t. 081/5094144, 339/1221381, 331/9390916
www.tavernalanapolipopolare.com
Saune
Blu Angels Sauna, Centro direzionale Isola
A/7 (via Taddeo da Sessa-C.so Meridionale),
tutti i giorni 14-22, t. 081/5625298
www. saunabluangels.com
Altro
Freelovers, organizzazione serate,
t. 338/3334769, www.freelovers.it
Napoligaypress, gay news blog a Napoli e in
Campania, www.napoligaypress.it
Velenika, organizzazione serate,
t. 349/6748557, www.velenika.it
NOVARA
Locali e Disco
B-Bar, via Bottelli 10, Arona (NO), friendly,
chiuso lunedì
ORTISEI
Hotel
Alpin Garden Wellness Resort*****,
via J. Skasa 68, t. 0471/796021,
fax 0471/796601, www.alpingarden.com
OSTUNI
Hotel
Pietrefitte B&B, contrada Pascarosa SP14
Ostuni/Martina Franca, t. 0831/330778,
348/0446507, 320/6508874,
www.pietrefitte.com
PADOVA
Locali e Disco
Anima bar, via Vicenza 15, h. 21-2, chiuso mar
DOVE E COSA
Bertelli’s, via Gritti 3, tutti i giorni dalle 18
wine bar, t. 347/8809766
Cabaret Queens, via Ricci 7/F, t. 349/1432269,
328/9181036 mer, ven, sab dalle 23, drag queen
show dalle 24, www.cabaretqueens.com
Café Noir, via Santuario 29, Monteortone Abano Terme (PD), t. 349/8432385, h. 10-2,
chiuso giovedì
Cruising 47 (ex Chill Out sauna), via Jacopo
Avanzo 47, t. 049/603888, aperti tutti i giorni
dalle 20 in poi
Dancing queen, one night domenica c/o Flexo
Flexo Multiclub, via Turazza 19, int. 3,
t. 049/8074707, 339/7379579, mer-dom, festivi e
prefestivi dalle 22, www.flexoclub.it
Hot Dog, via Turazza 19, scala A, lun-sab dalle
20, dom e festivi dalle 14, t. 338/6665207
www.hot-dog-club.com
Officina cruising, via A. Volta 1/7, Limena (PD),
t. 338/8721747, gio-dom 22-3,
www.clubofficina.com
Pixel @ Flexo, t. 346/5774101
Slam bar, via Oma 58, Casale di Scodosia (PD)
The Block Discoclub, v. A.Volta 1/7, Limena
(PD), t. 333/90604343, www.block.it
Tiratardi Pub, via Palermo 20, t. 347/7096771,
www.tiratardi.it
Ristoranti
Hosteria Padovanino, via S. Chiara 1, chiuso
lun (aperto solo la sera), t. 049/8765341
Saune
Metrò Club, via Turazza 19, t. 049/8075828,
h. 14-2, www.metroclub.it
Altro
Agenzia LeiLeiLuiLui, agenzia matrimoniale e
relazionale, t. 349/0893495 (dalle 10 alle 21)
Tanti Lati latitanti, Radio Gamma 5 MHz 94,0,
lun. dalle 19.30 alle 21.30, t. (in diretta)
049/700700, 049/700838, anche in streaming,
www.radiogammacinque.it
PALERMO
Shop
AltroQuando libreria, via Vitt. Emanuele 143,
t. 091/6114732, www.altroquando.org
Locali e Disco
Exit Bar, p.za S. Francesco di Paola 40,
t. 091/6111990, 348/7814698, h. 21-3 chiuso mar,
www.exitdrinks.com
I grilli bar, largo Cavalieri di Malta 11
Malox, piazzetta della Canna 8/9,
t. 091/6124712.
Altro
Associazione Stanze al Genio
Casa-museo con esposizione permanente di
mattonelle antiche e collezionismo vario
Via Garibaldi 11, t. 340/0971561
www.stanzealgenio.it,
[email protected]
PARMA
Locali e Disco
Disco Andromeda, via Gramsci 5, Soragna
(PR), t. 0524/597204, sab e prefestivi dalle 22
Le Male Club, via Montesporno 16/a,
t. 347/1556550, 393/3308927
PERUGIA
Shop
Castro Market, info e ordini: t. 800/993305, da
cell. 075/8583526, h. 9,30-19 lun-ven,
www.castromarket.it
PESARO URBINO
Shop
La Casa dei Sogni, strada della Romagna 209,
Siligata di Pesaro (PU), t. 0721/209070,
www.luxury-house.it
Sex Shop
Sexy Moon, via Nazionale Adriatica 21/23,
Gabicce Mare (PU), t./fax 0541/953608
PESCARA
Saune
Rainbow Thermas, viale Europa 10,
Montesilvano (PE), t. 392/3459549,
340/7708324, dom-ven 15-2, sab orario
continuato, www.rainbowclubthermas.com
Locali e Disco
Phoenix, via Caravaggio 109, t. 085/73689,
338/5252134, mer-dom, www.phoenixclub.it
PESCHIERA DEL GARDA
Shop
Sexy Shop Secret Paradise, via XX Settembre
43, Cavalcaselle SS.11 (VR), t. 045/6402471,
aperto tutti i giorni
PIACENZA
Associazioni
Comitato provinciale Arcigay “L’.A.T.OMO”,
strada Malchioda 39, t. 346/6877021,
340/1643270, http://piacenzagay.blogspot.com/
Locali e Disco
Chikos, discoclub, via dell’Aguzzafame 87,
t. 335/8775189, 0523/497050, sab 22.30-5,
www.chikos.it
Altro
Nirvana Studio, per il tuo benessere
psicofisico, piazza Casalino 6, Fiorenzuola d’Arda
(PC), t. 380/5478212, www.gianantoniocorna.it
PISA
Associazioni
Comitato provinciale Arcigay “Pride!”,
via San Lorenzo 38, t. 050/555 618,
www.arcigaypisa.it
Locali e Disco
Bar Colors, via Mossotti 10, t. 050/500248,
www.colors.fm
Saune
Siesta Club 77, via Porta a Mare 26,
t. 050/2200146, dom-gio 15-24, ven-sab 15-1
Altro
Gay.it S.p.A., via Ravizza 22/F, www.gay.it
Out Travel, agenzia viaggi, t. 800/131011,
050/3155555, www.outtravel.it
PORDENONE
Locali e Disco
Heaven Club via Friuli 16, Fontanafredda (PD),
mar-sab h. 22-4, chiuso dom-lun,
t. 0434/999828, www.heavenclub.it
RAGUSA
Altro
Darsena Travel, agenzia viaggi e servizi
turistici e ‘Friendly Club’, via E. Giunta 72,
Pozzallo (RG), t. 0932/957320,
www.darsenatravel.com
RAVENNA
Ristoranti
Blu Bar, v.le Da Verrazzano 30, t. 333/2420334
chiuso lun, estate sempre aperto.
Art Livingston café/ristopub, v. Marabina 239,
Lido di Dante (RA), dalle 9 all’alba
Hotel
Zeus, via Vivaldi 66, Lido di Classe (RA),
t. 0544/939172, www.zeushotel.it
Locali e Disco
Calipsho, bar gelateria, via M. Polo 22, Lido di
Classe (RA), t. 0544/939234.
Sex Shop
Cactus Sex Shop, viale da Verrazzano 24,
Lido di Classe (RA), t. 0544/948207,
www.sexycactus.com
REGGIO EMILIA
Associazioni
Comitato provinciale Arcigay Arcilesbica
“Giòconda”, via Emilia all’Ospizio 102,
t. 0522/550383; Telefono amico mar e gio h. 2123 t. 0522/332372 www.arcigayreggioemilia.org
Locali e Disco
Il Castello del Vescovo, piazza Castello 6,
Arceto di Scandiano (RE), one night dom h. 22
Planet Café, via Guido Da Castello 13/d,
t. 0522/436660, one night martedì
mar
RICCIONE
Hotel
Luxury House, interior design per il tuo lusso,
via Circonvallazione 3, t. 0541/697013,
www.luxury-house.it
RIMINI
Hotel
B&B Casa Madana, via Giumbo 26/a,
www.casamadana.com
Locali e Disco
Classic Club, discoteca, via Feleto 11,
t. 0541/7311134, www.clubclassic.net
Enigma Labirint Club, via Ausa 173, Coriano
(RN), t. 0541/729401, lun-gio h. 18-2, ven-dom
h. 18-04, www.enigmalabirintclub.com
Fuera, piazzale Gondar 1, Bellariva (RN),
t. 338/4655512, tutti i giorni dalle 21, martedì
drag queen show, www.fuera.it
ROMA
Associazioni
Circolo di Cultura Omosessuale
Mario Mieli, via Efeso 2a, t. 06/5413985,
www.mariomieli.org
Comitato provinciale Arcigay “Gruppo
ORA”, via N. Zabaglia 14, t. 06/64501102, mer
Welcome Group h. 19-21, ven Gruppo Giovani
h. 19-21, www.arcigayroma.it
Gay Help Line, 800 713 713, numero verde
gratuito anche da cellulare, consulenza
legale, psicologica, medica, info su locali ed
associazioni glbt, lun-mer-gio-sab h. 16-20,
www.gayhelpline.it
R.E.F.O. rete evangelica fede e omosessualità,
c/o chiesa valdese di piazza Cavour, www.refo.it
Hotel
Ares rooms
Via Domenichino 7, scala A (5° piano),
t. 06/4744525, 340/2781248,
www.aresrooms.com,
[email protected]
B&B Gaspare
Via Balilla 16, t. 328/8333486,
328/3631863, www.bbgaspare.com,
[email protected]
B&B Romamia
Via Giacomo Ciamician 73 (metro B),
camere climatizzate con bagno privato e tv,
t. 393/6923965, www.bebromamia.com,
[email protected]
89
Hotel Derby
via Vigna Pozzi 7, t. 06/5136978,
www.hotelderby.it, [email protected]
B&B Frutta e Verdura, via Vibio Sequestre 20,
t. 347/2446721, www.fruttaeverdura.roma.it
Locali e Disco
Alibi, via Monte Testaccio 39/44,
t. 06/5743448, mer-sab.
Amigdala, 2° ven del mese c/o Dimmidisi, 4°
ven del mese c/o Rising Love, t. 392/0929671,
www.amigdalaqueer.it
Circolo degli Artisti, via Casilina Vecchia 42,
t. 06/70305684, one night Omogenic ogni ven
dalle 23, www.circoloartisti.it
Coming Out Pub, via S. Giovanni in Laterano 8,
t. 06/7009871, www.comingout.it
Eagle Club, via Placido Zurla 68, tutti i giorni
dalle 22.30, www.eagleclubroma.com
Frequency, via Enea 34, t. 340/6939719, ven e
dom dalle 15, www.thefrequency.it
Frutta e Verdura, c/o Studio 69, via Monte
Testaccio 94, t. 347/8797063, after hour dom e
festivi dalle 4.30
Garbo, vicolo Santa Margherita 1a (Trastevere),
t. 06/5812766, chiuso lunedì
Glamdala, ogni 3° sabato del mese c/o
Lanificio 159, via di Pietralata 159/a,
t. 392/0929671, www.amigdalaqueer.it
Hangar Disco Bar, via in Selci 69,
t. 06/48813971, chiuso mar,
www.hangaronline.it
Icecream Bears, dolci artigianali,
via S. Giovanni in Laterano 120, t. 06/97997028
www.myspace.com/icecreambears
Il Diavolo Dentro, largo Itri 23/24,
lun-giov h. 16-20, ven-sab h. 22-4, chiuso dom,
t. 392/3388267, www.ildiavolodentro.com
K Men’s Club, v. Amato Amati 6/8,
t. 06/21701268, 349/5876731, h. 22.30-4, chiuso lun
Max’s Bar video, via Achille Grandi 7/a,
t. 06/70301599, lun, gio, ven, dom,
www.maxsbar.net
My bar, via S. Giovanni in Laterano 12,
t. 06/7004425, h. 9-2,
www.anfiteatro-mybar.com
Muccassassina, c/o Qube, via di Portonaccio
212, one night ven, www.muccassassina.com
Skyline Bar, via Pontremoli 36, t. 06/7009431,
22.30-3, ven-sab 22.30-4, dom 17-3,
www.skylineclub.it
Ristoranti
Ristorante Cinese Città in Fiore,
via Cavour 273, t. 06/4824874
Taverna Edoardo II, vicolo Margana 14,
t. 06/69942419, chiuso martedì,
www.edoardosecondo.com
Pani’s Restaurant, via Laurentina 62/a,
t. 06/5408949, da mar a sab la sera, dom a
pranzo, www.panisrestaurant.it
Saune
Apollion Sauna, via Mecenate 59/a,
t. 06/4825389, tutti i giorni h. 14-23,
www.apollionsauna.com
Europa Multiclub, via Aureliana 40,
t. 06/4823650, www.gaysaune.it
Mediterraneo Sauna, via Pasquale Villari 3,
t. 06/77205934, tutti i giorni ore 13-23,
www.saunamediterraneo.it
Terme di Roma, via Persio 4, t. 06/7184378
Sex Shop
Studio Know How, via S. Gallicano 13
(Trastevere), t. 06/58335692, fax 06/58390427,
mar-sab 10-20
Box Sex Store, via delle Mimose 65/67,
t. 06/2312679
dicembre 09
pride
90
DOVE E COSA
Shop
Edizioni Libreria Croce, via Noto 23,
t. 06/4746780, www.edizionicroce.com
François Boutique, via del Boschetto 3,
t. 06/485743
Hydra 2, clothing and accesories,
via Urbana 139, t. 06/48907773, h. 11-20,
www.myspace.com/hydra2
Imbarcogay, agenzia viaggi, v. L. Vanvitelli 33,
t. 06/5743912, www.imbarcogay.it
Internet Café, via Cavour 213, orario 9-1.
Non Solo Capelli, Largo Giovanni Ansaldo 6-7,
t. 06/5139600
ROVIGO
Locali e Disco
4Uonly, via dell’Artigianato 46, Stienta, dalle
21, t. 349/8767091
SAN BENEDETTO DEL TRONTO
Turismo
Alternative Holidays/Picenia viaggi, viaggi
gay, largo La Spezia 6, San Benedetto del Tronto
(AP), t. 800688606,
www.alternative-holidays.eu
SASSARI
Associazioni
MOS Movimento Omosessuale Sardo,
via Rockfeller 16/C, t. 079/219024,
www.movimentomosessualesardo.org
SENIGALLIA
Locali e Disco
Pensiero Stupendo, Via Montignano 3,
Castel Colonna (AN), t. 347/0779266,
347/4758758, ven-sab e prefestivi h. 23-4,
www.pensierostupendo.net
Saune
Velluto, S.S. Adriatica Sud 184, Marzocca (AN),
dom-gio 15-24, ven 15-1, sab 15-2,
www.saunavelluto.it
SIENA
Locali e Disco
Al Cambio, via di Pantaneto 48, t. 339/8177044,
www.alcambio.net
SIRACUSA
Locali e Disco
Libreria Caffetteria Biblios Café,
via del Consiglio Reginale 11, t. 093/121491,
347/7908092, www.biblios-cafe.it
TAORMINA
Locali e Disco
Shatulle Bar, piazza Palladini 4, t. 0942/626175
TARANTO
Locali e Disco
Cocomero’s, viale Jonio 160, S. Vito (TA),
t. 099/4002795, 348/5416059,
www.cocomerosclub.com
TORINO
Associazioni
Circolo culturale glbt “Maurice”,
via della Basilica 3, t. 011/5211116, linea amica
ConTatto t. 011/5211132, lun-ven 19-21,
sab 15-17, www.mauriceglbt.org
Fondazione Sandro Penna, v. Santa Chiara 1,
t. 011/5212033, www.fondazionesandropenna.it
Locali e Disco
Caffè Leri, corso Vittorio Emanuele II 64,
pride
dicembre 09
t. 011/543075, chiuso lun, www.caffeleri.it
Extreme, via San Massimo 31, t. 392/7132209,
www.myspace.com/extremecafe
Il Male Pub, via Lombardore 10 , t. 011/284617,
h. 21-3, chiuso lun e mar
Les Folies Scandal, c/o Chalet,
viale Virgilio 25, t. 347/5811687, one night
sabato dalle 23.30, www.lesfoliescandal.it
Metropolis, via Principessa Clotilde 82,
t. 011/484116, one night al sabato.
Queever, c/o Le Beach, Murazzi del Po lato
sinistro, one night dom dalle 19.30,
www.queever.it
Shortbus libreria-cocktail café culturale,
v. Gaudenzio Ferrari 5/I, t. 011/2763987, mar-sab
h. 18.30-2.30, www.shortbuscafe.it
Tunnel Club, via Sordevolo 7/b,
t. 345/5948018, da mar a dom dalle h. 17,
www.gayromeo.com/tunnelclub
XXX Cruising bar, via Messina 5/d,
t. 011/284263, naked party mar h. 20-2 e sab
h. 22-6, www.011saunaclub.it
Zi’ Barba Ristovineria via Pellico 13/e,
t. 011/658391, h. 18-2, www.zibarba.com
Saune
011 Sauna, v. Messina 5/d, t. 011/284263, lunven h. 14-2, sab h. 14-06, dom e fest. h. 14-1,
www.011saunaclub.it
Garage Club, corso Stati Uniti 35,
t. 346/3006612, tutti i giorni h. 14 -2,
www.garageclub.it
Altro
Il Delfino club, agenzia relazionale per gay e
lesbiche, via San Francesco d’Assisi 22,
t. 340/8789989, www.agenziaildelfino.com
TORRE DEL LAGO
Associazioni
Friendly Versilia www.friendlyversilia.it
Hotel
B&B Caffeletti, via Pardini 34/c,
t. 347/1964685, www.caffeletti.com
B&B Fate e folletti
via Garibaldi 33, t. 0584/350546, 339/5894702,
www.fateefolletti.com
B&B Las Dunas, via Alfano 20/b,
t. 348/9173963, www.lasdunasbeb.com
Locali e Disco
Bocachica, viale Europa 1, t. 0584/350976
Frau Disco, viale Europa, t. 0584/342282,
www.fraumarleen.com
Adagio, viale Europa 9, t. 392/9232446,
h. 12-notte
Mama Beach, viale Europa a 100 m. dal Mama
Mia, www.mamabeach.it
Mama Mia, v.le Europa 5, t. 389/6262642,
www.mamamia.tv
Priscilla bar tabacchi (Pride in distribuzione),
v.le Europa, aperto tutto l’anno, t. 0584/341804,
www.priscillacaffe.it
TREVISO
Associazioni
Comitato provinciale Arcigay Arcilesbica
Treviso e Belluno “Queerquilia”, via Pisa 13
c/o Rifondazione Comunista, www.queerquilia.it
Locali e Disco
Hostaria Vecchia Malvasia, via Trevisi 29,
t. 0422/547819, chiuso lun
Gold, via L. da Vinci 4, Godega S. Urbano (TV),
t. 334/3165316, one night sab, www.discogold.it
Saune
Hobby One Club, v. L.da Vinci 4, Godega S.
Urbano (TV), chiuso lun, t. 0438/388256,
www.hobbyone.it
DOVE E COSA
TRAPANI
Hotel
B&B Belvedere
via Medea 2/b, Erice mare (TP)
t. 333/1174848, [email protected],
www.belvederebeb.com
UDINE
Locali e Disco
Pabitele, v. Fiume 13, one night merc h. 21.30
VARESE
Locali e Disco
Gran Cafè Forever, via Roma 695, Ispra (VA),
t. 0332/782842
Zsa Zsa, via Orrigoni 7, info/liste
t. 349/1734234, 346/2211545, www.zsazsa.it
Ristoranti
Quattrocento, via Santa Maria Maddalena 18,
t. 0332/811310, chiuso sab mattina
Saune
Flug 3343 sauna, via Paradisera 58, Gallarate
(VA), t. 0331/245959, 335/8190705
www.newflug.org
VENEZIA
Hotel
B&B Fujiyama
Solo camere per non fumatori
Calle Lunga San Barnaba 2727A, Dorsoduro
tel. (+39)041/7241042,
fax (+39)041/2771969,
www.bedandbreakfast-fujiyama.it
B&B La Venise, via Dante 107, Mestre (VE),
t. 348/7751836, www.lavenise.it
Locali e Disco
Porto de Mar, cruising bar, via delle Macchine
41/43, Marghera (VE), t. 346/2113085,
www.portodemar.com.
Ristoranti
Al Salice, via Salezzo 10, Ceggia (VE),
t. 0421/323143, chiuso mer e sab a mezzogiorno.
S. Marco, Piscina di Frezzeria 1659/b,
t. 041/2960664
Saune
Metrò Venezia, via Cappuccina 82/b, Mestre
(VE), t. 041/5384299, tutti i giorni h. 14-2,
venerdì e sabato h. 14-3, www.metroclub.it
Altro
Erre studio’s, parrucchieri, Rampa Cavalcavia
17, Mestre (VE), t. 041/5314679, mar-sab 9-18,
no prenotazione
VERONA
Hotel
B&B Casal dei Pazzi, t. 045/597249,
347/8149538
Relais san Michele
vicino al lago di Garda
Località Cason degli Ulivi 11,
Rivoli Veronese (VR)
t. 045/7238142, 328/3227965
www.relaissanmichele.it,
[email protected]
Locali e Disco
L’Église, via Santa Felicita 8, t. 045/961178,
338/3907839, tutti i giorni h. 12-2, ristorante
solo a pranzo, www.eglise.it
Luclà bar, via Bentegodi 4/a, lun-ven h. 7-2,
sab-dom h. 18-2, t. 345/2290250,
www.luclacaffe.it
Romeo’s Disco Bar, via Giolfino 12,
t. 335/7713380, ven-sab-dom disco h. 23,
www.romeosclub.it
Skylight, via Fontanella 28, S. Bonifacio (VR),
t. 045/7612587, 338/2390848, 347/4200010,
www.skylightdisco.com
Ristoranti
Al Bracere, via Adigetto 6/a, t. 045/597249
Saune
The City Sauna, via Giolfino 12, t. 045/520009,
orario estivo (fino al 31 agosto) dalle 15 alle 20
Shop
Opera Prima, via Pascoli 25, Affi (VR)
Sexy Shop Prima o Poi, corso Milano 51,
t. 045/8187000
t. 0041(0)765356603 (attivo prima di ogni
evento), www.collegati.ch
Imbarco Immediato, associazione
gaylesbica Ticino, via Colombi 1, Bellinzona,
0041(0)797800666,
www.imbarcoimmediato.ch
Saune
Gothic, vicolo Vecchio 3, (Massagno), t. 0041/
91
91/9675051, h. lun-gio h.15-24, ven h. 15-1, sab e
prefestivi h. 14-1, dom h. 14-24
www.gothicsauna.ch
Hotel
Lugano guesthouse, via Tesserete 7,
(Massagno), vicino alla Gothic sauna dove vi
sarà consegnata la chiave, t. 0041/91/9676077,
http://homepage.hispeed.ch/luga_guesthouse
VICENZA
Associazioni
Aletheia, associazione glbt, Circoscrizione 6,
via Thaon de Revel 44, incontri mer dalle 20.30,
t. 333/2912035, www.gruppoaletheia.it
VITERBO
Shop
Alimentari
di Della Rocca Pier Luigi
via Maiocchi 55/57, Roccalvecce (Viterbo)
tel. (+39)0761/911008,
fax (+39)346/7216629
Orari di apertura: 8-13 / 15.30-19.30
Estero
GERMANIA - BERLINO
Hotel
Art Hotel Connection, Fuggerstraße 33,
Berlino, t. +49 (30) 210218800,
www.arthotel-connection.de
SAN MARINO
Associazioni
LGBT San Marino Associazione Culturale,
via Francesco Flora 12, Domagnano,
t. 333/7776144 (Segretario),
www.lgbtsanmarino.splinder.com
SPAGNA - BARCELLONA
Hotel
Affittacamere Riccardo
via Aribau angolo via Aragò,
t. 0034/656898348, [email protected]
SPAGNA - GRAN CANARIA
Hotel
Pasiòn Tropical, c/o Las Adelfas 6, Playa del
Inglés, San Agustìn, t. 0034/928770131,
www.pasion-tropical.com
SVIZZERA - LOCARNO
Locali e Disco
Max Way Bar, via B. Rusca 34,
t. 0041/91/7512936, chiuso dom,
www.maxwaybar.ch
SVIZZERA - LUGANO
Associazioni
Collegati, collettivo gay & lesbico Ticino,
dicembre 09
pride
92
DOVE E COSA
Abbonatevi a Pride!
[email protected]
pride
dicembre 09
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dicembre 09
pride
M
Y
CM
MY
CY
CMY
02 GEN.
C
K
pride
dicembre 09
05 DIC.
c/o Nuovo Flexo/ via Turazza 19/ Padova IT / info e prenotazioni: +39 334 1459804/ www.beardoc.com / Ingresso riservato ai soci Uno Club Card
16 GEN.
94
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dicembre 09
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