Santa Maria, Madre di Dio, Madre nostra insegnaci a
credere, sperare ed amare con te. Indicaci la via verso il
suo regno! Stella del mare, brilla su di noi e guidaci nel
nostro cammino!
(Dalla “Preghiera a Maria” di Benedetto XVI)
L’attesa è ormai una realtà
d’immediata realizzazione.
Tutta la cittadina è in fibrillazione. Il mare, le grotte, gli scogli, il porto dei pescatori e quello turistico si stanno
preparando per offrire il look più bello della
loro naturale immagine. I due mari sono sempre più calmi, le grotte più luminose, gli scogli
più lucidi, i porti colmi di imbarcazioni trepidanti per osannare con le loro sirene il Santo
Padre, fanno di Leuca “l’anticamera del paradiso” più liturgica per un rito d’eccezione..
I contenuti di questo numero esprimono sentimenti, emozioni ricchi di pathos umano a da
vissuti personali, che in vario modo vogliono
offrire un contributo per il “grande evento”.
L’incendio del quadro della Madonna di Leuca, la via leucadense dei pellegrini, i luoghi
particolari indicati per “i poveri pellegrini” diretti al Santuario, le varie preghiere, i saluti al
Papa da parte d’associazioni e scolaresche e
alcune iniziative di carattere strettamente locale quali la processione dei pescherecci che
accompagnano il Papa, l’annullo speciale delle
poste, arricchiscono sempre più questa
IV pubblicazione. Alle parole del
nostro Vescovo rivolte ai fedeli
per una preparazione sempre più viva e partecipata
per la venuta del Papa segue anche la presentazione
di un fascicolo sul “Magistero di Papa Benedetto
XVI” preparato per questa particolare occasione. L’apprezzata accoglienza dei numeri precedenti da parte dei lettori ci
da conforto e speranza di offrire anche con questo numero
stimoli e dignitosa informazione.
N. 4 Aprile 2008
REDAZIONE:
- Circolo Culturale La Ristola - Santa Maria di Leuca
- Parrocchia Cristo Re - Marina di Leuca
- Santuario-Basilica, Santa Maria di Leuca
- Amministrazione Comunale - Castrignano del Capo
- Responsabile: Antonio Corrado Morciano
- Stampa: Editrice Salentina - Galatina (LE)
2
La PAROLA DEL VESCOVO
La visita del Santo Padre Benedetto XVI
è un dono della Provvidenza alla nostra
Chiesa che intende rafforzare i suoi vincoli di comunione con il successore di
Pietro, la roccia su cui Gesù ha fondato
la Chiesa, il garante dell’autenticità della tradizione cristiana.
Il suo magistero illumina ed orienta
con sicurezza il cammino della chiesa nel
mare della storia contemporanea con i
suoi problemi nuovi o che si pongono in
maniera nuova.
A Lui Gesù ha affidato il compito di
“confermare” i fratelli nella fede assicurandogli la Sua preghiera, per cui la sua
parola non è “una” parola tra le tante,
anche autorevoli, ma “la parola autentica” che richiede da noi cristiani non solo
l’ascolto attento, ma anche l’accoglienza
e l’adesione totale, sincera e fedele animata e sostenuta dalla fede.
Cosi s.r.l.
LAVORAZIONI MARMI
PIETRE E GRANITI
73030 SURANO (LE)
s.s. 275 Maglie - Leuca km 13,300
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3
La più grande
distruzi one
del Santuario nel 1624
Il quadro prima dell’incendio
4
“Nell’anno 1624, essendo vescovo
di Alessano Nicolì Antonio Spinelli
Preside di Lecce Annibale Macedonio e Barone di Alessano Fabrizio
Guarini, vennero di fatto le Galere
Algerine in Leuca, posero fuoco, e
profanarono il Sacro Tempio”.
L’episodio quindi avvenne in questo
modo:
Il giorno 19 del mese di Giugno, nell’anno 1624, 13 Feluche di corsari
algerini provenienti da Diserta approdarono nel porto di Leuca. Scesi
dalle imbarcazioni i pirati salirono
sul colle Japigeo, si orientarono verso il Santuario, entrarono in chiesa e
incominciarono a saccheggiare ogni
cosa.
L’intento era quello di depredare tutto ciò che si poteva prendere. Furono presi calici, oggetti preziosi, e indumenti sacri.
Non potendo portare via altri suppellettili si scatenò l’odio e l’avversione verso ogni cosa per cui come
suole avvenire in circostanze di saccheggi e furti, si fece ricorso all’incendio, quale forma di totale distruzione. Avvenne così anche per il
quadro dipinto dal pittore Giacomo
Palma il Giovane. L’autore del dipinto viene chiamato «il giovane»
per distinguerlo dallo zio Giacomo
Palma senior che dipinse nel 1510 il
secondo quadro della Madonna di
Leuca, andato distrutto in una incursione dei turchi avvenuta nel 1537.
Come si è accennato, del quadro
completo, dipinto da Giacomo Palma Junior, le fiamme risparmiarono
la parte centrale, esattamente quella
che noi oggi veneriamo e che è col-
24
locata sull’altare maggiore del
Santuario.
Due fonti molto importanti ci offrono ampie delucidazioni.
La prima, contenuta nella relazione del Vescovo di Ugento
Mons. Nicola Spinelli datata a
Napoli il 15 dicembre 1624, cioè
sei mesi dopo l’accaduto, così si
esprime:
“Hac die 19 Junii presentis anni 1624 a turcarum copiis igni
subissa ac omnibus vasibus sacris, paramentis ac bonis omnibus mobilibus in ipsa existentibus ad ducatorum mille
circiter valorem ascendentibus
spoliatae ac depredata fuit”.
(“In questo giorno, 19 Giugno
dell’anno corrente 1624 (la chiesa) messa a sacco e fuoco dai
soldati Turchi spogliata e depredata da tutti i vasi sacri, dei paramenti e di
tutti i mobili esistenti nella stessa chiesa
per un valore di circa 1000 ducati...”).
L’altra, quella del Visitatore Apostolico
Mons. Andrea Perbenedetti.
Questi, nella visita che fece nel Santuario il
29 febbraio del 1628, quattro anni dopo
che ci fu il saccheggio, scrive che saccheggiarono ogni cosa: addirittura bruciarono le
tele degli altari e dissacrarono la chiesa con
sacrifici di animali compiuti sugli altari e
bruciati sugli stessi. Naturalmente portarono via tutto ciò che vi era: calici, indumenti, oggetti sacri. Dopo aver descritto la grave incursione, sottolinea l’episodio del
quadro bruciato:
«Mirum tamen quod, cum iconem totam
ipsius B.V.M. scidisset et in ignem proiecissent, facies illesa remansit licet discissa...».
(«È mirabile che avendo strappato tutta
l’immagine della B.V.M. e gettata nel fuoco, rimase illesa la faccia, (la parte centrale della tela) benchè fosse stata squarciata...).
È l’immagine collocata sull’altare esposta
alle venerazione dei pellegrini.
Purtroppo in quel funesto giorno, i pirati
non si fermarono solo a Leuca. Si diressero nella vicina Castrignano distruggendo e
depredando anche qui la Chiesa.
Il Visitatore Apostolico Mons. Andrea Perbenedetti, nella visita effettuata nella Chie-
sa Matrice di Castrignano il 24 Febbraio
dell’anno 1628, precisa quanto accaduto:
«... fuit spoliata, ecclesia prophanata fons
aquae lustralis subversa, icones altarium
globumis plumbeis sciopis emissis perforatae et in terram eiectae...»
«... la chiesa fu spogliata e profanata, rovesciato il fonte battesimale, le icone degli
altari forate dalle palle di piombo e gettate a terra...»
È chiaro l’atteggiamento di distruzione e di
saccheggio verificatosi anche in questo
luogo sacro. Si può immaginare come si
manifestò l’odio verso le strutture sacre, i
vari quadri esistenti e perfino verso il fonte battesimale.
Come testimonianza di quel terribile e
drammatico evento, ancora oggi si notano,
su una tela conservata nella sagrestia della
chiesa di San Michele, allora certamente
collocata su di un altare, alcune perforazioni causate dal piombo degli schioppi lanciati dai pirati assalitori.
L’episodio dell’incendio descritto è quello
che maggiormente viene ricordato per i riflessi legati alla devozione e venerazione
del quadro collocato sull’altare principale
della Basilica Santuario. Vi sono altri fatti
di pirateria accaduti nel tempio mariano. I
più significativi si sono verificati nel 1537
e nel 1689.
P. Corrado Morciano
5
Presentazione
del Libretto
sul Magistero del Papa
In occasione della visita del Papa a S.Maria di Leuca, alcuni Sacerdoti e Laici hanno
offerto spunti per una riflessione sul Magistero di Papa Benedetto XVI.
La presentazione del libretto fatta dal nostro Vescovo è quanto mai preziosa e illuminante. Ecco quanto scrive in merito:
“Il presente dossier vuole presentare, in forma sintetica, il vasto insegnamento di Benedetto XVI attingendo direttamente alle fonti, un insegnamento molte volte deformato,
manipolato, stravolto dai mezzi di comunicazione, in particolare da certa stampa che
estrapolando dal loro contesto parole e pensieri, fanno dire al Papa l’esatto contrario
di quello che dice effettivamente.
I temi affrontati sono quelli più cruciali del nostro tempo: dall’amore
alla speranza cristiana e al rapporto tra ragione e fede, dalla famiglia alla sfida educativa, dalla difesa e promozione della vita
umana ai temi sociali quali: il progresso e il
divario tra ricchi e poveri, la giustizia,la politica e l’economia, il lavoro e la salvaguardia del creato.
Sono certo che questo lavoro aiuterà tutti a
conoscere meglio apprezzare, accogliere e
vivere il magistero del Papa. E questo sarà
certo il modo migliore per esprimere il nostro affetto a Benedetto XVI ed accogliere
la Sua visita.
Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato nel redigere questo dossier.
Vito De Grisantis
Vescovo
Lungomare Cristoforo Colombo
73040 Castrignano del Capo (LE)
tel. +39 0833 758687
[email protected]
6
Benedetto XVI
tra i pugliesi
II nostro pensiero, in questo tempo di attesa
della venuta del Papa, ci riporta alla sua
omelia del 24 aprile 2005, quando ha richiamato l’attenzione sull’umanità smarrita che,
oggi, non trova più la strada nelle diverse
forme di deserto.
Si può parlare di deserto in Puglia e che cosa può trovare Benedetto XVI in questa terra
di sole, di mare, di profumi, di colori, di sapori, di amicizia, di solidarietà?
In Puglia il Papa vedrà le bellezze della natura, in questo tempo in cui “i tesori della terra non sono più al servizio dell’edificazione
del giardino di Dio, nel quale tutti possano
vivere, ma sono asserviti alle potenze dello
sfruttamento e della distruzione” (Benedetto
XVI). La sua presenza incoraggerà, perciò, i
pugliesi a custodire la bellezza di Dio impressa nel creato, di cui fa parte anche ogni
uomo e donna.
Il Papa, guardando più da vicino i cristiani
non chiusi nell’intimismo della loro fede,
scorgerà il loro cuore grande, incontrerà persone che, pur nelle varie traversie storiche,
hanno continuato a vivere il cristianesimo
secondo il comandamento dell’amore consegnato da Gesù Cristo ai suoi nell’ultima cena.
Mentre il mondo sembra girare senza una
meta da raggiungere, senza un motivo per
cui vivere, senza percorsi da intraprendere,
in Puglia sono tanti coloro che continuano a
custodire i valori umani e cristiani che danno
senso all’esistenza. Essi traducono il critianesimo in gesti di carità insieme con gli uomini e le donne di buona volontà. Si mettono in ascolto dell’altro/a, si donano gratuitamente, sono a disposizione di chi ha bisogno
per camminare insieme, si caricano delle solitudini del mondo e delle microstorie umane
di ogni giorno, sono solidali con chi è nell’indigenza, con chi non conta, con chi è solo. È proverbiale l’ospitalità della gente pugliese.
Volgendo lo sguardo sulla società attuale si
nota, come dice nell’omelia Benedetto XVI,
il deserto dell’abbandono e della solitudine:
i membri sembrano delle isole che non hanno alcun legame, né comunicano tra loro. Se
l’amore per sempre sembra non esistere pensiamo alle relazioni amicali, familiari e
sponsali interrotte, alla costruzione di tante
relazioni virtuali che si accendono e si spengono al ritmo di un clic di mouse, agli amori nati chattando, il Papa può trovare nella
terra pugliese ancora molti coloro che credono all’amore fedele.
In un mondo abitato da individui le cui relazioni spesso sono competitive e individualistiche, i pugliesi sembrano voler diffondere
un senso di nostalgia di relazioni autentiche.
Non mancano esempi di persone sposate o
consacrate che divengono luogo e tempo dell’amore gratuito di Dio per l’umanità. Non è
difficile, infatti, trovare in Puglia coppie che
si amano, che rimandano con la tenerezza all’amore trinitario, che dedicano il loro tempo
con dedizione infinita ai loro figli e al volontariato, condividendo spesso la propria esistenza con gli ultimi della terra, e consacrati
che riflettono la presenza di Dio nella storia
attraverso la preghiera e il servizio verso i
fratelli.
Mentre nella vita personale e fraterna sembra
farsi strada, con modalità diverse, la desertificazione, il Papa, con la sua presenza incoraggerà certamente i pugliesi a rimanere fedeli alle proprie radici cristiane e a trasformare ogni deserto incontrato in
un’oasi di pace.
Diana Papa,
sorella povera di S. Chiara
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Le Figlie di S. Maria di Leuca
Lampade viventi
del Santuario
Siamo le Suore “Figlie di Santa Maria di
Leuca” una Congregazione nata all’estremo
Lembo dell’Italia, all’ombra di un Santuario
Mariano in seguito proclamato Basilica,
chiamato “Sancta Maria de Finibus Terrae”
nella provincia di Lecce.
“Noi figlie di Santa Maria di Leuca” formiamo una grande famiglia, nella quale tutti i
membri hanno uguali diritti e doveri. Pur
provenendo da diversi paesi e continenti,
siamo affratellate dalla comune vocazione.
Viviamo in comunità locali più o meno numerose, secondo le necessità e le possibilità,
alcune nei grandi centri, altre alla periferia,
altre ancora nelle missioni.
Nell’attuare lo scopo specifico della nostra
Congregazione, ci ispiriamo alla massima
evangelica; “Qualunque cosa avrete fatto al
più piccolo di questi miei fratelli, l’avrete
fatto a me” (Mt 25,40) e alla figura del Buon
Pastore che va in cerca della pecorella smarrita, la raccoglie e la riporta all’ovile” (Lc
15,5).
Come per Gesù anche per la nostra Fondatrice Madre Elisa Martinez e per noi, i “piccoli” non sono solo i bambini ma anche i poveri, i bisognosi, gli indifesi, gli infelici. Infatti le nostre principali attività apostoliche
sono: le Parrocchie, il Nido, L’Asilo Nido, la
Le figlie di S. Maria di Leuca durante
una cerimonia liturgica
Scuola Materna, la Casa Famiglia, l’Assistenza agli Ammalati, agli Anziani, le missioni.
Il tratto caratteristico della nostra Congregazione è la Spiritualità Mariana. Da Maria,
inizio e modello della Chiesa, impariamo
l’amore alla Chiesa diamo al nostro apostolato un’apertura ecclesiale e partecipiamo
alla missione della Chiesa.
La nostra presenza nella Basilica di Santa
Maria di Leuca fa parte del nostro Apostolato, prestiamo servizio nelle animazioni liturgiche e all’accoglienza dei pellegrini.
La nostra Congregazione è stata fondata da
Madre Elisa Martinez, nativa di Galatina
(Le). Nel Decreto di erezione in Istituto di
Diritto Diocesano emanato il 15 Agosto
1941, si fa menzione dell’attività apostolica
che fin dal 1938 la nostra Fondatrice, stava
svolgendo tra la gioventù e l’infanzia. Fu il
Vescovo di Ugento, Mons. Giuseppe Ruotolo che eresse l’Istituto con proprio decreto e
chiese alla nostra Fondatrice di chiamare le
sue Figlie con il nome di “Santa Maria di
Leuca”. Dopo due anni dall’approvazione di
diritto diocesano, venne concesso anche il
Decreto di Diritto Pontificio, il 29 Maggio
1943.
La presenza del santo padre Benedetto XVI
il 14 Giugno nella Basilica Santa Maria de
Finibus Terrae, è per noi un segno di grazia
straordinaria sia per il nostro
Istituto sia per la nostra presenza al Santuario.
La Vergine di Leuca ha voluto che in questo Santuario il
successore di Pietro venisse
per rafforzare la fede di tanti
pellegrini devoti della Madonna e confermare il vero
senso della devozione alla
Vergine di Leuca.
Piene di graditudine a Dio
vogliamo rendervi partecipi
della gioia di questo anniversario del carisma che lo spirito ci ha donato attraverso il
cuore della nostra amata fondatrice madre Elisa Martinez.
Sr. Carmelina
8
Il letterato
Barone Comi
in preghiera
davanti alla
Madonna
SANTA MARIA DE FINIBUS TERRAE
Ricorda Donato Valli in una sua intervista
su Comi (Studi di storia e cultura meridionale, 1992, pag.39): “Il poeta non amava
partecipare alla Messa a Lucugnano…quando poteva si recava a Leuca; una volta, una
domenica, gli chiesi cosa fosse successo.
Era successo che sulla via di Leuca, nei
pressi di Gagliano, una donnetta del popolo
gli aveva chiesto un passaggio. Mi disse: - Il
discorso che ho avuto con questa donna, le
sue parole, sono state così profonde che
nessun sapiente le avrebbe pronunziate”.
Quegli itinerari verso il Santuario sono importanti: non solo per il tempo necessario a
raggiungerlo, per l’alone di misticismo che
accompagnava il viaggio, per i pensieri che
si avvicendavano; ma per le lunghe meditazioni nella solitudine della sua casa, per
l’elaborazione delle emozioni provate, per
l’elevazione della sua mente alla ricerca
dell’ispirazione.
Fra lacrime e preghiere, l’ultimo suo libro,
edito nel 1967, è il condensato di questi anni difficili, fra il 1958 e il 1965, di questi
momenti di esaltazione e di sconforto. Come avverte Baudelaire citato in epigrafe (la
lettura di Bénédiction da cui sono tratti i
versi è fondamentale per la comprensione
della poetica di Comi) bisogna ringraziare
Dio per averci dato la sofferenza, salutare
rimedio alla nostra imperfezione: “Soyez
béni mon Dieu qui donnez la souffrance /
Comme un divin remède à nos impuretés”.
Unico sollievo il pianto, unico conforto la
preghiera. È quasi palpabile qui il ruolo di
Leuca, l’impennata verso l’alto, l’ascesa a
Dio e la funzione del dialogo con i cieli.
Ma la più bella preghiera è datata almeno
vent’anni prima, nel 1938, ed è compresa
nella raccolta intitolata Poesia (Roma,
1939) e poi riproposta in Spirito d’armonia
(Lucugnano, 1954). Ecco sgorgare bellissi-
che si venera nel celebre Santuario di Leuca
in provincia di Lecce
incoronata dal Capitolo Vaticano
il 21 novembre 1722
me dal cuore le parole, che solo la Vergine
può ascoltare e comprendere, ecco il senso
dell’invocazione alla Madre perché l’anima
si liberi dalla prigione corporale, per innalzarsi leggera e rientrare nella celeste armonia. In particolare è in coincidenza con la
festa dell’Immacolata che l’idea si fa parola, dolcissima:
Dammi, o Madre, le armi
della purezza…ch’io sia
guarito per tua magia
nello spirito e nelle carni:
e tutto l’essere bruci
- nell’ansia del suo destino –
di quelle vergini luci
che incoronano il Tuo mattino…
e che improvvisamente avvolta
nell’inno delle Tue ali
l’anima dissepolta
dalle stagioni carnali
riemerga fra lo zaffiro
del Tuo celeste respiro.
Recita un vecchio adagio: “La preghiera è
luce per la mente, riposo per il cuore, forza
per la volontà: l’umiltà della fede è la sua
radice, la speranza il suo tronco, la carità il
suo fiore”. È proprio lo spirito con cui Comi si affidava alla preghiera.
Alessandro Laporta
9
Papa Benedetto XVI, p elle
sulla strada ver
Il Santo Padre rinvigorisce l’antica
tradizione pellegrinale verso Leuca del
culto per la Madre del Salvatore
La visita del Santo Padre Benedetto XVI a
Santa Maria di Leuca, nel giugno prossimo,
si può collocare a mio giudizio nel solco
della forte devozione mariana che vive da
diversi secoli nell’antica tradizione pellegrinale verso Maria de Finibus Terrae, all’estremo lembo del Capo di Leuca.
Numerosi pellegrini hanno calcato nel corso
dei tempi le antiche e polverose strade
salentine per giungere a rendere omaggio
alla Madre del Salvatore nella Basilica collocata nel tacco d’Italia. Nei lunghi viaggi,
quasi sempre a piedi, i pellegrini spesso si
fermavano per un breve ristoro o per una
notte di riposo presso gli antichi ospedali,
istituzioni caritatevoli e assistenziali (oggi
le chiameremmo “enti”) a gestione talora
religiosa e talora laica che in diversi paesi
davano riparo e aiuto non solo a persone erranti ma anche a indigenti e malati.
Tricase è uno dei tanti centri come Andrano,
Alessano, Specchia Preti, Tutino e altri che
nella loro storia annoverano l’antico ospedale, pur se non sempre e non per tutti il
riscontro documentale è soddisfacente.
Per Tricase ad esempio, nel 1719 i documenti narrano del “venerabile Ospedale” presente in via Cittadella nel borgo di S. Angelo che è “vicino alla Piazza Grande” indicata dall’antico Catasto del 1745 come luogo “vicino” alle “case (dell’Ospedale) dove
vanno ad alloggiare i pellegrini” e identificata nell’attuale e centrale piazza Giuseppe
Pisanelli.
Siamo in definitiva a ridosso di via Tempio
l’asse principale del paese tratto della via
pellegrinale verso il santuario di Leuca, méta fondamentale per il già, esteso culto mariano nell’epoca.
“È [...] Tricase una delle Terre più principali
di quest’ultimo capo salentino, posta nella
parte settentrionale del medesimo: diece
miglia distante dal Tempio di Santa Maria
di Leuche [...]”.
Così scriveva verso la fine del ‘600 lo
storico tricasino Antonio Micetti.
Difatti il nucleo abitato di Tricase era ubicato sulla strada più breve che univa Otranto a
Leuca e al suo confluire in una derivazione
dell’importante strada che da Lecce portava
allo stesso santuario [...]; il viaggiatore che
arrivava da Lecce entrava quindi in paese da
Porta Napoli [...] posta a nordovest e continuava il suo canmmino verso Leuca uscendo
da Porta Terra, ubicata a sudest del paese.
Lo stesso Antonio Micetti tra la fine del
‘600 e gli inizi del ‘700 scriveva che a Tricase vi è una devozione per la Madonna di
Leuca più diffusa che altrove nel Capo
Salentino e che in via Tempio, di fronte alla
Chiesa di S. Maria del Tempio, “vi è un
palazzo, fatto costruire nel 1563 da Lupo
Milanese, sulla cui facciata è inserita una
nicchia con l’immagine di S. Maria di Leuca e un’iscrizione “O vos, qui transitis bibite et quiescite [O voi, che passate bevete e
riposate]” indicante l’iniziativa del Milanese, perpetuata con un legato testamentario “[...] che il giorno 13 d’Agosto [è il 13
d’aprile, n.d.a.] si dovesse dare a bere gratuitamente vino buono a chiunque passagiero andasse a salutare S. Maria di
Leuche [...]”.
Fin dall’antichità e per disposizione di diversi papi, il Santuario di S. Maria de
Finibus Terrae dispensa indulgenze per il
pellegrino che vi si rechi e sia confessato e
comunicato.
Nel correre dei secoli il flusso pellegrinale
verso Finibus Ferrae è considerevole, come
Via Lecce s.s. 7 ter zona ind.
73012 Campi Salentina - Le
Tel. 0832.793971 • fax 0832.793971
10
I, p ellegrino dei pellegrini,
ada verso Maria
rileva il 13 aprile 1613 il vescovo di Alessano Nicola Antonio Spinelli nella relazione sullo stato della sua diocesi inviata
alle autorità ecclesiastiche romane: “Multa
est peregrinorum frequentia singulis anni
temporibus ultramontanorum, praesertim
die vero 13 aprilis supra duodecim prima
vero augusti concurrunt supra quinquaginta
hominum millia”.
Lo stesso vescovo precisa che le date del 13
aprile e 1 agosto sono diventate gli appuntamenti principali della devozione mariana
nel territorio.
Tricase dunque è attraversata da numerosi
pellegrini e se ne trova traccia anche nei libri contabili dei sodalizi religiosi dell’epoca
come la Confraternita dei Morti della “parrocchiale chiesa di Tricase”; essa difatti, tra
l’altro, il 16 maggio 1745 spende quaranta
grana per acquistare dei pesci da regalare ai
“confratelli di Latiano” che si recano “in
processione in Leuche”.
Vi è da precisare l’esistenza di un’altra via
pellegrinale verso Leuca che non attraversa
necessariamente Tricase; la percorrono, presumibilmente nel 1692, il sacerdote Geronimo Marciano con altri sacerdoti e amici, in
pellegrinaggio da Salice Salentino con sosta a Leuca il 1 agosto e ritorno a Salice sei
giorni dopo.
Il tragitto comprende Carmiano, S. Pietro in
Lamis, Martano, Carpignano, Otranto, Vignacastrisi, Depressa, Tutino, Alessano,
Montesardo, Leuca, Cutrofiano, Galatina e
Tricase.
Centro Storico,
Via Tempio
e la Chiesa
di S. Maria
del Tempio
(a sinistra)
Nardò. Il cammino è narrato in ottave dialettali popolaresche intitolate “Viaggio de
Leuche, a lengua noscia de Rusce”.
È probabile che Tricase divenga parte di una
delle vie pellegrinali verso Leuca contestualmente alla presenza, nel territorio, della
cripta della Madonna del Gonfalone in S.
Eufemia.
Le tracce del passaggio in Tricase di “poveri
pellegrini” spesso significativamente a due
a due come narra il Nuovo Testamento a
proposito dei discepoli si possono rinvenire
anche in epoche precedenti la metà del
XVIII secolo: Ercole Chianca, Procuratore
della tricasina Confraternita dei Morti nel
periodo temporale dal 1695 al 1696, annotando le spese del pio sodalizio riporta diverse e numerose “carità per due poveri pellegrini”, “carità per povero pellegrino” e ancora “carità per due famiglie pellegrinanti”
per un totale di diciotto pellegrini ai quali
sono da aggiungere le due famiglie per le
quali non è riportato il numero dei componenti.
Giungono da varie località e sono di diverse
nazionalità ebrei, spagnoli, luterani, allemanici, oppure provenienti dalle regioni
francesi della Lorena, della Borgogna, della
Savoia affrontano il lungo cammino in coppie, pronti probabilmente al mutuo soccorso, oppure inseriti in nuclei familiari, talora
convertiti di recente al cattolicesimo.
Entrano in Tricase varcando Porta Napoli
dopo aver visto susseguirsi albe e tramonti
tra disagi di ogni genere, percorrono via
Tempio la strada della memoria più antica,
quella generata dalla storia degli antichi
padri locali si fermano a metà tragitto laddove Lupo Milanese ha disposto che anche
i suoi eredi facciano bere e riposare ogni anima vagante, riprendono la via fino alla
chiesa parrocchiale dove la generosità della
Confraternita li rifocilla e li rincuora,
sostano nell’antico Ospedale per riprendere
le buone energie e quindi, attraversata Porta
Terra dove i tanti passaggi mostrano ancora
oggi di avere appena scalfito l’antico basolato in pietra, riprendono l’ultimo tratto del
cammino verso Leuca, la meta finale,
verso l’amata Madre Maria.
Rodolfo Fracasso
11
Il Papa
tra noi
Alcuni mesi fa, i mezzi di informazione
diedero la notizia che il Papa sarebbe venuto in Puglia e anche a Santa Maria di Leuca.
Questa notizia, fu subito smentita dal Vescovo di Ugento. Dopo un po’ di tempo, la
televisione, i giornali hanno parlato di nuovo della visita del Papa. Finalmente, questa
volta era tutto vero. Infatti il 14 Giugno alle
ore 16,30 l’elicottero con il Papa a bordo at-
terrerà sul piazzale di punta Ristola. Questo
per l’intera Puglia e per il Salento e Santa
Maria di Leuca in particolare sarà un grande evento. La presenza del Papa tra noi sarà
motivo di grande soddisfazione e molti pellegrini turisti verranno per vedere da vicino
il santo pontefice. Il Papa porterà un messaggio di speranza, regalerà un sorriso a tutti noi che lo aspettiamo con ansia. Per il 14
Giugno si prevedono più di 50.000 persone.
Il Papa con la sua particolare macchina
compirà il percorso che va da punta Ristola, attraverserà il lungomare, visiterà il porto turistico e si dirigerà verso il santuario
per giungere poi sul piazzale della basilica
dove troverà ad attenderlo una grande moltitudine di persone.
Il Papa celebrerà la santa messa e all’omelia ci inviterà senz’altro ad essere buoni, umili, altruisti e ad aver fede in Dio. La
presenza del Papa poi, sarà l’occasione perché Leuca venga conosciuta da tutti i popoli degli stati europei. A noi certamente porterà gioia felicità e spensieratezza.
Gli alunni della classe Iª dell’Istituto Comprensivo di Castrignano del Capo
Via Ferrara, 20/B - PARABITA (LE)- Tel. e Fax 0833.595770
12
web: http://www.givierre.it • e-mail: info@[email protected]
Ogni giorno ci
accompagni
il pensiero
del Papa
settembre
1 D s. GIUSEPPE LAV.
2 L s. ATANASIO
3 M Ss. FILIPPO e GIAC.
4 M s. PORFIRIO
5 G s. TEODORO
6 V s. GIUDITTA
7 S s. AUGUSTO
8 D ASCENSIONE di N.S.
9 L s. LUMINOSA
10 M s. ALFIO
11 M s. ACHILLE
12 G s. PANCRAZIO
13 V s. EMMA
14 S s. MATTIA ap.
15 D PENTECOSTE
16 L s. UBALDO
17 M s. PASQUALE B.
18 M s. VENANZIO
19 G s. IVO
20 V s. BERNARDINO
21 S s. VALENTE
22 D SS. TRINITÀ
23 L s. DESIDERIO
24 M MARIA Ss. AUSILIAT.
25 M s. BEDA prete
26 G s. FILIPPO NERI
27 V s. OLIVIERO
28 S s. EMILIO
1 M s. GIUSTINO
2 G s. MARCELLINO
3 V s. CLOTILDE
4 S s. QUIRINO di T.
5 D s. BONIFACIO
6 L s. NORBERTO
7 M s. ROBERTO
8 M s. VITTORINO
9 G s. PRIMO
10 V s. DIANA
11 S s. BARNABA
12 D s. ONOFRIO
13 L s. ANTONIO di P.
14 M s. ELISEO
15 M s. VITO
16 G s. AURELIANO
17 V s. RANIERI
18 S s. MARINA
19 D s. ROMUALDO
20 L s. ETTORE
21 M s. LUIGI GONZAGA
22 M s. PAOLINO da N.
23 G s. LANFRANCO
24 V Nat. di s. Giov. B.
25 S s. PROSPERO
26 D s. VIGILIO DI T.
27 L s. LADISLAO
28 M s. ATTILIO
1 V s. ESTER
2 S s. OTTONE
3 D s. TOMMASO ap.
4 L s. ELISABETTA
5 M s. ANTONIO M.Z.
6 M s. MARIA GORETTI
7 G s. POMPEO
8 V s. ADRIANO
9 S s. FABRIZIO
10 D s. MARZIALE
11 L s. BENEDETTO ab.
12 M s. GOFFREDO
13 M s. ENRICO
14 G s. CAMILLO de L.
15 V s. BONAVENTURA
16 S B.V. del CARMINE
17 D s. ALESSIO
18 L s. FEDERICO
19 M s. ARSENIO
20 M s. VERA
21 G s. LORENZO
22 V s. MARIA MADDAL.
23 S s. BRIGIDA
24 D s. CRISTINA
25 L s. GIACOMO ap.
26 M Ss. GIOACC. e ANNA
27 M s. CELESTINO
28 G s. CELSO
1 G s. EGIDIO
2 V s. ELPIDIO
3 S s. GREGORIO M.
1 L s. ALFONSO
4 D s. ROSALIA
2 M s. EUSEBIO
5 L s. GIORDANO
3 M s. LIDIA
6 M s. IMPERIA
4 G s. GIOVANNI M.V.
7 M s. REGINA
5 V MADON. della NEVE
8 G NATIV. di MARIA V.
6 S TRASFIG. del SIG.
9 V s. SERGIO
7 D s. GAETANO
8 L s. DOMENICO
10 S s. NICOLA da T.
9 M s. FERMO
11 D s. PROTO
10 M s. LORENZO m.
12 L s. GIOVENZIO
11 G s. CHIARA verg.
13 M s. GIOV. CRISOSTOMO
12 V s. EUPLIO
14 M Esaltazione s. Croce
13 S Ss. PONZ. E IPP.
15 G B.V. ADDOLORATA
14 D s. ALFREDO
16 V Ss. CORN. e CIPR.
15 L ASSUNZIONE di M.V. 17 S s. ROBERTO BELLAR.
16 M s. ROCCO
18 D s. GIUSEPPE da C.
17 M s. SETTIMIO
19 L s. GENNARO
18 G s. ELENA
20 M s. CANDIDA
19 V s. GIOVANNI EUDES 21 M s. MATTEO
20 S s. BERNARDO di C. 22 G s. MAURIZIO
21 D s. PIO X, papa
23 V s. LINO papa
22 L B.V. MARIA REGINA 24 S s. GERARDO
23 M s. ROSA da LIMA
25 D s. AURELIA
24 M s. BARTOLOMEO
26 L Ss. COSMA e DAMIANO
25 G s. LODOVICO
27 M s. VINCENZO de’ PAOLI
26 V s. ALESSANDRO
28 M s. VENCESLAO
27 S s. MONICA
29 G Ss. MICH., GABR., RAFF.
28 D s. AGOSTINO
30 V s. GEROLAMO
“Mi fa sempre una profonda e rinnovata impressione il fatto che la penultima invocazione del Padre, nostro «rimetti a noi i
nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori)» è l’unica che il Signore ha fornito di un commento, che è in verità un’esortazione: «come noi li rimettiamo ai nostri debitori».
Implicitamente ciò significa: se non vi perdonate a vicenda, come può il Padre perdonare a voi? Ma in questo contesto vorrei
sottolineare prima di tutto l’altro aspetto,
ciò che è di propriamente umano in questa
materia. La cellula originaria di tutta la convivenza umana è la famiglia; è in essa che
dobbiamo imparare le fondamentali relazioni che sostanziano la convivenza tra gli
uomini, e così dunque anche la capacità di
entrare in relazione con Dio. In essa e solo
a partire da essa, la vicinanza e la condivisione dell’amore possono vincere la diversità e l’alterità di qualunque contrapposizione e pervenire a una vera comunanza umana. In essa le generazioni devono imparare a capirsi: dalla buona salute della
famiglia che dipende anche la disposizione
pacifica di un popolo. Quando la famiglia
non può incontrare l’uomo e la donna, il
giovane e il vecchio, le relazioni fondamen-
ottobre
novembre
1 S s. TERESA del B.G.
2 D Ss. ANGELI CUST.
3 L s. ESICHIO
4 M s. FRANCESCO d’A.
5 M s. PLACIDO
6 G s. BRUNO
7 V B.V. del ROSARIO
8 S s. PELAGIA
9 D s. DIONIGI
10 L s. DANIELE
11 M s. FIRMINO
12 M s. SERAFINO
13 G s. EDOARDO
14 V s. CALLISTO
15 S s. TERESA d’AVILA
16D s. EDVIGE
17 L s. IGNAZIO d’ANT.
18 M s. LUCA evang.
19 M Ss. ISACCO e C. m.
20 G s. ARTEMIO
21 V s. ORSOLA
22 S s. SALOMÉ
23D s. GIOV. da Cap.
24 L s. ANTONIO M. CL.
25 M s. CRISPINO
26 M s. EVARISTO
27 G s. FIORENZO
28 V Ss. SIM. e G. ap.
29 S s. ERMELINDA
30D s. LUCANO
1 M TUTTI I SANTI
2 M Commem. Defunti
3 G s. MARTINO de P.
4 V s. CARLO
5 S s. MAGNO
6 D s. LEONARDO
7 L s. ERNESTO
8 M s. GOFFREDO
9 M DEDIC. BAS. LAT.
10 G s. LEONE MAGNO
11 V s. MARTINO
12 S s. GIOSAFAT
13 D AVV. AMBROSIANO
14 L s. VENERANDA
15 M s. ALBERTO M.
16 M s. EDMONDO
17 G s. ELISABETTA D’U.
18 V Dedic. Basilica
Ss. Pietro e Paolo
19 S s. PONZIANO
20 D CRISTO RE
21 L Present. B.V.M.
22 M s. CECILIA
23 M s. CLEMENTE I, papa
24 G s. CRISOGONO
25 V s. CATERINA
26 S s. LIBERALE
27 D Iª di AVVENTO
28 L s. SOSTENE
29 M s. SATURNINO
dicembre
1 G s. ELIGIO
2 V s. BIBIANA
3 S s. FRANCESCO SAV.
4 D IIª di AVVENTO
5 L s. DALMAZIO
6 M s. NICOLA da BARI
7 M s. AMBROGIO
8 G IMM. CONCEZIONE
9 V s. SIRO
10 S MAD. di LORETO
11 D IIIª di AVVENTO
12 L s. GIOVANNA FR.
13 M s. LUCIA
14 M s. GIOV. della Croce
15 G s. MASSIMINO
16 V s. UMBERTO
17 S s. LAZZARO
18 D s. GRAZIANO
19 L s. DARIO
20 M s. URSICINO
21 M s. PIETRO CANISIO
22 G s. DEMETRIO
23 V s. VITTORIA
24 S s. ADELE
25 D Natale di N. Sig.
26 L s. STEFANO
27 M s. GIOVANNI ev.
28 M SS. INNOCENTI
29 G s. TOMMASO B.
30 V s. EUGENIO
tali del vivere umano si trasformano in una
lotta di tutti contro tutti.
Per questa ragione, la dedizione dei padri
verso i figli viene considerata la condizione
preliminare all’instaurazione della pace
messianica. E la distruzione delle famiglie è
perciò il più sicuro indice della vittoria dell’anticristo, di colui che distrugge per sempre la pace, accreditandosi però sotto le spoglie di colui che reca pace e liberazione.
In una conversazione tra esperti, è stata posta la questione: dunque, chi si deve allora
veramente convertire? I padri rispetto ai
giovani, o i giovani rispetto ai padri? Non è
questa la soluzione. Non è che gli uni devono convertirsi nei confronti degli altri piuttosto, sia gli uni che gli altri si devono
convertire, avendo di nuovo il coraggio di
credere in Dio. Solo così impareranno tutti
ad accettarsi e a comprendersi a vicenda.
Soltanto mediante la conversione del cuore
a Dio possono di nuovo fiorire il coraggio di
camminare fianco a fianco e la fiducia nell’uomo e così anche capacità di amarlo, e di
abbracciare la sua diversità”.
(Diener eurèr Frude, pp. 47s)
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13
S
e ben coordinato, può trasformarsi,
in crescendo, in un evento turisticoreligioso a cadenza annuale di primo
ordine e di policromo effetto di massa
lungo tutta la nostra penisola quale Porta
d’Oriente protesa al centro del Mediterraneo, custode di storia, arte, cultura e molteplici religiosità.
La manifestazione, nel massimo rispetto
per chiunque e per ogni cosa, trasmette un
implicito, generale, messaggio d’amore
“insieme verso la Madonna di Leuca, alla ricerca di noi stessi, delle origini, alla
conoscenza del territorio, nella fraterna
amicizia e socializzazione”; Oggi, più che
mai, il messaggio può apportare un ulteriore contributo a tali sentimenti, che cercano, sempre più, di farsi strada, a fatica,
nelle singole coscienze a livello mondiale.
L’itinerario Leucadense, riproposto annualmente, richiamarebbe, per il futuro,
tantissimi partecipanti che verrebbero
ospitati nel Salento, nelle più diverse
strutture ricettive.
Potranno sventolare vessilli della Regione, della Provincia di Lecce e dei vari Comuni, delle Pro loco, associazioni laiche e
religiose che, per l’occasione, si ritroverebbero simpaticamente insieme; sempre
gradita è l’accoglienza, in itinere, dei Sindaci; sarà auspicabile la presenza degli organi di informazione, di stampa, radio e
TV locali e nazionali tra simboli relativi al
senso della manifestazione, in corale, sana allegria ed amicizia nel rispetto di tutti; saranno graditi musicanti ed artisti di
strada multietnici, canti, danze ecc.
Ricalcando l’esatto, autentico camminamento originale, ancora oggi, per fortuna,
in gran parte, esistente e, per quel che possibile, lontano dal grande flusso veicolare,
abbiamo intercettato, lungo le più meridionali delle dorsali, che convergono verso il promontorio Japigio, un asse viario
insolito che, contrariamente ad ogni regola, si snoda a breve distanza dagli antichi
centri abitati senza mai toccarli. L’itinerario collegava, come sottile filo invisibile,
numerose cripte conventi, cappelle, edicole votive e santuari. Stiamo ultimando il congiungimento con Brindisi,
attraverso le millenarie S. Maria
d’Aurio, S.M. a Cerrate, Valesio ecc.
Movendo, rigorosamente, a piedi, da
Piazza Duomo di Lecce, l’itinerario si
snoderà lungo zone di elevato interesse
naturalistico-storico-religioso-archeologico-culturale, in quanto si inoltrerà nel Salento megalitico e rupestre, anche, attraversando contesti collinari panoramici di
eccezionale bellezza.
Nell’ultimo tratto, i novelli pellegrini
sfioreranno Alessano, città di Don Tonino
Bello, per aggregare tutti coloro che, nel
Barbarano,
Chiesa S. Maria di Leuca del Belvedere
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ricordo del suo straordinario vissuto, possano, di nuovo, riascoltarne il suo, sempre
più attuale, messaggio d’amore.
Il Cammino dopo avere toccato Leuca Piccola, giungerà, poi, per la grande scalinata
finale, al cospetto del Santuario Mariano,
sulla leggendaria, scenografica propaggine carsica dove l’Italia termina strapiombando in mare, dove lo sguardo si perde
sulla netta incurvatura dell’orizzonte.
Il saluto da parte delle Autorità e degli or-
ganizzatori, oltre alla benedizione finale
nel Santuario de Finibus Terrae impartita
da padre Giuseppe Stendardo, concluderanno, magnificamente, il Cammino per
Leuca con l’augurio che possa divenire,
per il futuro, una tradizione popolare sempre più a grande partecipazione pubblica.
Il Cammino per Leuca non presenterà,
ovviamente, i disagi e le difficoltà che caratterizzarono il periodo medioevale o la
primitiva religiosità; i novelli pellegrini
avranno, anche, la possibilità di sostare
presso conventi, o più attuali mutationes
et mansiones, necessiteranno di luoghi di
ristoro e di sia pur minime comodità, impensabili nell’antichità. I tempi cambiano... resta, però, il richiamo della coscienza alle tradizioni che può perpetuarsi, con
ritorni turistici, spesso, dai risvolti imprevedibili.
Durante il Cammino per Leuca, le nostre
guide trekking procederanno con passo
cadenzato, possibile a chiunque, in grado
di camminare, voglia cimentarsi nei circa
20 km di media al giorno e la nostra referente alla cultura illustrerà i punti più significativi su tutta la lunghezza dell’asse
Lecce-Leuca.
La logistica, le ricerche, le guide, i pieghevoli, i berrettini distribuiti da SpeleoTrekkingSalento miranti, con questa iniziativa, ad un fortissimo ritorno di immagine per tutto il territorio Salento, oltre all’uso dei pullman, saranno sostenuti dalla
Provincia e dal Comune di Lecce.
Considerando che il Salento sta attraversando un momento di particolare sviluppo
turistico, ci si augura che la Regione, la
Provincia, i Comuni, possano supportare,
con determinazione, questo nostro grande
progetto mirante, anche, alla ulteriore conoscenza, valorizzazione e divulgazione
del nostro Territorio.
Lecce, 25 marzo 2008
Il pioniere del trekking nel Salento
presidente Riccardo Rella
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15
Annullo
postale
Per ricordare il grande evento del
Papa a S. Maria di Leuca è stata
preparata una particolare cartolina
per un annullo postale. La cartolina rappresenta la facciata del Santuario, la colonna con la statua
della Madonna e la figura del
Santo Padre Benedetto XVI. I filatelici certamente avranno modo
di aumentare la loro collezione.
16
I pescherecci...
e i Pescatori di Leuca
L’omaggio che ogni anno,i pescatori, in occasione della festa della Madonna di Leuca,
esternano a mare con le loro imbarcazioni,
sarà ripetuto all’arrivo del Papa a Punta Ristola. L’iniziativa del Parroco, D.Giuseppe
Martella di accompagnare il Papa via mare
con i pescherecci è stata accolta ben volentieri. Il Papa Benedetto XVI mentre attraverserà il lungomare i pescatori lo accompagneranno con i suoni delle sirene.
17
Il Papa
ci lascerà
un
patrimonio
incalcolabile
da portare
dentro di
noi per
sempre
l Papa verrà a Leuca dopo essere stato
all’Onu per confermare il progetto di
“pace e prosperità con l’aiuto di Dio”.
Lo farà con una voce sicura e forte, tanto diversa dal suo fisico fragile, e con
un argomentare logico e chiaro.
Non ci sarà sicuramente lo stes-
I
so impatto mediatico, perché il Salento non
è l’America e Leuca non è New York, ma il
santuario di “Santa Maria de finibus terrae”
è un luogo-simbolo non solo della Cristianità ma di tutte le religioni mediterranee.
La terra del Capo di Leuca è una terra a
struttura verticale sulla quale si sono strati-
Il villaggio dove il sole è energia
18
GAGLIANO DEL CAPO
S.S. 275 Gagliano-Leuca km. 35,800
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ficate nel tempo diverse civiltà ed ha registrato una successione di culture con un avvicendarsi di mondi diversi e di modi differenti di vedere il mondo, che si sono sovrapposti come strati di terra o di foglie cadute,
senza mai sparire definitivamente. Leuca,
da sempre, è il crocevia di una malinconica
poesia orientale e di una triste prosa occidentale: tutto si mescola e si meticcia nella
cultura di un Sud povero, come tutti i Sud
del mondo.
Benedetto XVI parlerà dell’attenzione della
Chiesa cattolica per la “costruzione del bene comune dell’intera umanità, intesa come
famiglia di popoli”. Ma il Santo Padre sa
bene che la povertà è il nemico numero uno
della vita dell’uomo, che però non si dovrà
alleviare con la distruzione dell’ambiente:
si determinerebbe un intreccio perverso, un
circolo vizioso che bisognerebbe spezzare
subito. Il Papa teologo in America ha criticato il paradosso di un consenso multilaterale che continua ad essere in crisi a causa
della sua subordinazione alle decisioni di
pochi, mentre i problemi del mondo esigono dalla comunità internazionale interventi
sotto forma di azione comune.
Non deve ingannare l’espressione miracolosamente serena che illumina il volto del Papa e il suo impareggiabile aplomb mantenuto con soave dolcezza: Benedetto XVI è
stato duro nel richiamare “alla realtà dei
Paesi poveri che rimangono ai margini di un
autentico sviluppo integrale e sono perciò a
rischio di sperimentare solo gli effetti nega-
tivi della globalizzazione”.
Ma anche la società occidentale vive momenti contraddittori e confusi, che hanno
bisogno disperato di una nuova ispirazione
e di una più forte capacità di amare, come
quella di Dio che “caritas est”. Da Leuca
papa Ratzinger lancerà un’invocazione contro la durezza dei cuori umani, ricorrendo
all’aiuto di Dio, quel Padreterno che non è
lontano ed intoccabile, perché il Figlio Suo,
Cristo, una consolazione per l’umanità, ha
un cuore umano.
Nel nome di Cristo il Papa ci inviterà ad
avere il cuore sgombro e generoso, capace
di aiutare il prossimo e i poveri e di prendere le difese dell’ambiente. “La terra – ha denunciato il Papa – geme sotto il peso dell’avidità consumistica e lo sfruttamento irresponsabile. Dobbiamo ascoltare nel profondo per rispondere con un’azione sociale
rinnovata che nasce dall’amore universale
che non conosce limiti”.
E l’incanto di Leuca è un autentico atto
d’amore di Dio, che non possiamo tradire o
deturpare: ce lo confermerà la visita del Papa di Roma. Teniamoci dentro l’urlo della
felicità per quello che Benedetto XVI ci dirà e ci darà. Ci lascerà un patrimonio incalcolabile che tutti abbiamo il dovere di portare dentro di noi, per sempre.
Beppe Longo
19
Chi fa le scarpe al Pontefice
Benedetto Mocassino
Morbidissime le calzature di Ratzínger
sono prodotte da un novarese. Che ne
ha fatte anche un paio in raso bianco.
Con un significato particolare.
Da ciabattino a sarto del Papa: sembra una
favola, invece è capitato sul serio. Protagonista della storia da libro Cuore è Adriano
Stefanelli, 57 anni, artigiano della pelle originario di Tuglie con bottega in pieno centro a Novara, su corso Cavour 14, già appartenuta al padre Antonio. «Mi colpì molto
vedere Papa Wojtyla sofferente durante una
Via Crucis. Ho pensato di poterlo aiutare offrendogli scarpe morbidissime senza cuciture. Ne ha prese cinque paia, più uno in raso
bianco che rappresentano l’unione tra la
Chiesa cattolica e quella ortodossa, oggi
esposte nella casa-museo di Giovanni Paolo
II a Wadowice» racconta a Panorama l’artigiano, che conserva gelosamente le foto
scattate assieme al Pontefice. Adesso la favola si è ripetuta. Stefanelli ha scritto a
monsignor Georg Gaenswein, segretario
particolare di Benedetto XVI, per offrirgli
altri mocassini. Rossi rubino.La risposta è
arrivata immediata dalle stanze del Vaticano: «La ringrazio per l’omaggio. Il Papa
calza un numero 42 e non ha alcun problema ai piedi». «Sono scarpe in vitello morbidissimo rosso, senza cuciture, con linguetta
corta, due elastici laterali e suola sottile di
cuoio con ovale di gomma fatte a mano»
spiega Stefanelli. «Hanno una particolarità:
cambiano colore al sole. Diventano più o
meno rosse, proprio come accade al rubino». Costi? «Sono doni, nessuna spesa. Né
per Giovanni Paolo II né per Benedetto
XVI». Mentre non trova conferma ufficiale
la voce che Ratzinger abbia calzato anche
scarpe Prada, l’artigiano novarese sta diventando richiestissimo: anche il patriarca di
Mosca, Alessio II, gli ha commissionato alcuni mocassini. Pochi giorni fa si è recato
nel suo negozio Luca di Montezemolo.
Nemmeno lui ha messo mano al portafoglio? «Anche per il presidente della Ferrari
ho voluto fare un omaggio, ma lo stesso
modello, in colori diversi: giallo, rosso, blu,
nero è stato ordinato per tutta la squadra.
Loro pagheranno».
Romana Liuzzo
Esposizione delle scarpe del Papa nella sala del Terminal di Leuca
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Il Suo passaggio segnerà
per sempre la storia
di questa nostra terra
che amiamo.
Marinai d’Italia del Gruppo Castrignano del Capo, S. Maria di Leuca
Santità,
Le scrivo con il cuore gonfio di commozione per dirLe quanto sia trepidante per noi
l’attesa della Sua venuta. La Sua visita nella nostra amata Leuca ci onora, e ci rincuora sapere che Ella, che per noi è Guida sicura e Padre amorevole, con il Suo passaggio
benedirà la nostra terra, le nostre famiglie,
le nostre umili vite.
La Sua presenza qui sarà per
noi come la liete novella, la
Parola di Dio che è conforto
e ristoro, la speranza della
vita eterna. Ci benedica
Santo Padre e interceda a
Dio per noi e per i nostri
Fratelli morti in mare, alla
cui Memoria rivolgiamo alte
le nostre Preghiere.
Noi, Marinai d’Italia di questo piccolo gruppo, ci onoriamo di darLe il benvenuto,
a Lei che di Pietro è il successore. Possa il Suo sguardo benevolo posarsi sui nostri cuori di figli e benedirci.
Il Suo passaggio segnerà per sempre la storia di questa nostra terra che amiamo.
Donato Schirinzi
V. Presidente Associazione Nazionale
Marinai d’Italia
Gruppo Castrignano del Capo Santa Maria di Leuca
Da oltre 60 anni
al servizio della “Persona”, degli Artigiani e delle Piccole Imprese.
Sede Provinciale: Lecce, Piazzetta E. Montale n. 4
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21
Le Pro Loco
del Salento
incontrano Papa
Benedetto XVI
Anche la sezione provinciale leccese dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia (UNPLI Lecce), il 14 giugno sarà a Santa Maria
di Leuca: anche noi accoglieremo Papa Benedetto XVI,anche noi saremo accolti dal
Santo Padre.
Santa Maria de Finibus Terrae… Sembrerebbe che tutte le cose del Salento siano già impresse nella sua forma, nella sua collocazione, nel suo emergere-scomparire nel mare.
La condizione della lontananza, prima di
tutto. Alla Fine della Terra… vivere qui abitua l’occhio agli spazi, adatta il cuore alla
speranza, apre il pensiero all’ignoto ed alla
diversità, rende vigili all’attesa ed all’oltremare. A volte riempie di malinconiche assenze.
Anche per questo, forse, ci emoziona l’arrivo di un Padre del nostro tempo: viene ad
abbreviare la distanza e ci accompagna cordiale nei giardini della Storia e dell’Assoluto. Volge a noi lo sguardo.
E, dall’altro canto, potrà egli stesso, il Santo Padre, lasciarsi pervadere dai respiri della Storia e dell’Assoluto che abitano da
sempre qui, nel Lontano, alla Fine della Terra. Su questo lungo pontile naturale disteso sulle acque, nel Salento, la Grecia si
è voluta fare Magna, la Cristianità ha
preso il mare verso le proprie radici in Terrasanta, l’Oriente ha
incontrato l’Occidente. Due mari si incontrano, ma anche due cieli: davvero dall’alto
del Santuario, il 14 giugno, il Papa e le genti salentine guarderanno l’infinito e Benedetto XVI indicherà la traccia di una Via,
sospesa nell’intreccio di azzurri confluenti
da ogni direzione (basso-alto, est-ovest).
Tutto converge, quindi. Tutto si riunisce e
combacia e si ricompone in questa estremità di terre emerse. Anche gli opposti. E allora potremmo continuare a chiamarla Finibus Terrae, questa punta protesa sul Nulla,
ma possiamo anche, all’opposto, guardarla
e sentirla come punto d’inizio.
Il 14 giugno sarà l’inizio di una nuova tappa nei nostri cammini spirituali. È sempre
così quando si incontra un Padre, un sapiente, un santo carismatico: il percorso lungo le
nostre vie personali supera durezze e affaticamenti, ci si lancia su un nuovo pezzo di
cammino.
Noi dell’UNPLI, come è nella nostra ragion
d’essere, mostreremo dove si colloca Santa
Maria di Leuca: all’inizio di una geografia.
All’inizio dell’Europa, per chi viene dal mare. All’inizio dell’Oltremare, per chi viene
dalla terra ferma. All’inizio dell’Occidente e
dell’Oriente, dei Nord e dei Sud del mondo.
Quello che è da sempre nello spirito delle
pro loco, allora, per un giorno troverà
espressione, conferma e stimolo nell’inse-
DITTA RAHO VITTORIO
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gnamento del Santo Padre: nascere
all’Inizio della Terra è per se stesso una vocazione all’accoglienza.
Le pro loco UNPLI sono da sempre impegnate in un’appassionata
opera di volontariato tesa a rendere ogni giorno più accogliente e
preziosa questa nostra terra, in
un’ottica di tolleranza ed accettazione che storicamente è nelle corde più intime dei nostri popoli.
Tra i tanti significati ed impulsi
che emaneranno dalla visita di Sua
Santità, questo probabilmente sarà
tra i più consoni all’associazionismo che l’UNPLI rappresenta: la
disponibilità verso chiunque sia altro da noi è una necessità ed un valore che il
mondo d’oggi non può sottovalutare.
Flussi di uomini e patrimoni culturali differentissimi si muovono tra di noi ed il nostro
compito dovrà essere sempre più quello di
promuovere l’accettazione e l’accoglienza
nei confronti di ogni altro essere umano che
arrivi o transiti su questa Terra d’Otranto.
È nell’insegnamento di Papa Benedetto e di
tutta la Cristianità: il mondo non ha confini
tra le genti ed il diverso, lo “straniero” ap-
partiene al nostro stesso genere umano. Oggi più che mai è fondamentale comprendere
e far proprio questo spirito, che da sempre
ci anima come volontari delle Pro Loco.
E sarà bellissimo esprimerlo insieme a Papa
Benedetto, là a Finibus Terrae, dove invece
tante cose il 14 giugno avranno inizio.
Il Presidente Provinciale UNPLI
Adelmo Carlà
La Peregrinatio Mariae “nelle case” a Leuca
guidata dal Parroco Don Giuseppe Martella
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Come si arriva
a Leuca
Per chi viaggia in:
Auto: autostrada A 14 per Bari - da
Bari Superstrada per Lecce da Lecce Tangenziale Ovest
per Gallipoli - Leuca o Tangenziale Est per Maglie Leuca;
Aereo: Aeroporto di Brindisi;
Treno: Stazione di Lecce e poi treno per Maglie,
Gagliano del
Capo oppure,
da Lecce, Autobus Salentoinbus.
Si ringrazia l’Amministrazione Comunale di Supersano
per il generoso contributo versato a favore dell’iniziativa
del Giornale “Il Papa a Santa Maria di Leuca”
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Filiale di Santa Maria di Leuca
Via Cristoforo Colombo, 35 - tel. 0833 758 931 - fax 0833 758 000
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Il Papa a Santa Maria di Leuca 4