Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto per l'Ambiente Marino Costiero Unità Organizzativa di Mazara del Vallo Un contributo alla valorizzazione del pescato Mediterraneo : i gamberi del nostro mare senza conservanti a cura di: G. Bono, C. Badalucco, S. Cusumano e C. Cavalcante MINISTERO POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI Introduzione Questo opuscolo raccoglie i passi più importanti di un'idea nata dal desiderio di migliorare le tecniche di conservazione a bordo del pescato e che ben presto è diventata un progetto di ricerca finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole. In particolare, lo scopo del progetto è stato quello di eliminare l'uso dei conservanti chimici nella conservazione dei crostacei pregiati pescati con reti a strascico. Queste sostanze cominciarono ad essere utilizzate nel mondo della pesca a strascico intorno agli anni sessanta - almeno nell'area siciliana al fine di arrestare il processo di annerimento (melanosi) a cui sono soggetti, dopo la cattura, i gamberi rosa, i gamberi rossi e gli scampi. Questo annerimento è un fenomeno naturale che rientra nei processi degradativi post-mortem tipici del pescato e che nel caso specifico, è determinato dall'azione di alcuni enzimi, noti come Polifenolossidasi, su alcuni composti fenolici presenti nel caratteristico tegumento che riveste i crostacei. Dopo oltre quaranta anni dall'introduzione di questa tecnica, i crostacei vengono ancora oggi trattati con una soluzione di bisolfito di sodio che, oltre a questi specifici scopi, viene sempre più utilizzata come antiossidante anche nella conservazione di tanti altri alimenti di uso quotidiano come alcolici, formaggi, salumi, ecc. Se da un lato, quindi, assistiamo ad un impiego sempre più diffuso di additivi, dall'altro, molti studi scientifici dimostrano che la frequente assunzione di alimenti contenenti tali sostanze determina il superamento della dose giornaliera tollerabile e può essere causa di reazioni patologiche a carico dell'apparato respiratorio e del sistema immunitario (Gunnison & Jacobsen, 1987). Di fronte ad un effetto così poco rassicurante, che d'altra parte si contrappone ad una crescente attenzione dei consumatori per prodotti alimentari sani, da qualche decennio, i tecnologi alimentari si sono dati un gran da fare per individuare e testare nuovi processi di lavorazione e tecniche di confezionamento in grado di contrastare il 1 problema dell'annerimento che oltre ai crostacei, riguarda molti altri alimenti di uso quotidiano. In tal senso, gli elementi e le metodologie su cui oggi si scommette molto, nel campo della conservazione degli alimenti, sono il freddo e soprattutto il confezionamento dei prodotti in imballaggi cosiddetti barrierati, capaci di mantenere l'alimento, sia esso carne, pesce o vegetale, sotto una miscela di gas diversa da quella atmosferica. Convinti, allora, che qualcosa si poteva fare nell'interesse di tutti (consumatori e pescatori), tra il 2005 ed il 2006, è stato condotto uno studio per valutare gli effetti delle atmosfere modificate (AM) e del congelamento sulla melanosi dei gamberi e degli scampi. L'efficacia di questa nuova tecnica di confezionamento del prodotto è stata valutata attraverso analisi chimico-fisiche e valutazioni sensoriali. I risultati, ottenuti con la nuova procedura, sono stati poi comparati con quelli rilevati in campioni di crostacei conservati alla vecchia maniera. Ecco allora come sono andati i fatti. 2 Materiali e metodi Preparazione dei campioni Dopo alcune prove volte a verificare il corretto funzionamento della macchina confezionatrice (Fig. 1) a bordo di un motopesca a strascico, il primo vero test di confezionamento di crostacei in atmosfera modificata è stato effettuato nel maggio del 2005. Figura 1 - La confezionatrice a bordo del M/P Cosimo Gancitano La prova in mare è iniziata con una normale battuta di pesca (cala) di circa 4 ore, a cui è seguita la selezione delle tre specie di crostacei, il rapido lavaggio con acqua marina 3 corrente e la baiatura. Allo scopo, è stata preparata una vasca in vetroresina con acqua marina e ghiaccio in parti Figura 2 - La baiatura degli scampi uguali. Quando la temperatura dell'acqua è calata a valori prossimi allo 0 °C, sono stati immersi i crostacei per un tempo sufficiente a portare la loro temperatura interna ad un valore prossimo a quella del ghiaccio fondente (Fig. 2). Una volta raffreddati e sgrondati dell'acqua in eccesso, una parte dei crostacei è stata confezionata in imballaggi ad effetto barriera (Fig. 3) poi chiusi sotto una miscela a diversa composizione di azoto (N2) e di anidride carbonica (CO2) (Fig.4). Successivamente, i campioni sono stati congelati a -35 °C per circa 8 ore. Un secondo gruppo di campioni è stato invece pretrattato con bisolfito di sodio secondo i modi e tempi indicati 4 Figura 3 - La pesatura e la sistemazione dei campioni di gambero rosa nei contenitori ad effetto barriera nuti alla temperatura di -20°C per tutto il periodo della prova che è durata un anno. Per quanto concerne la scelta dei contenitori in cui confezionare il pescato, si è privale-giata una vaschetta rettangolare realizzata in materiale multistrato trasparente (PETEVOH-PE) ad effetto barriera gas. Gli stessi componenti impiegati per la vaschetta sono stati, ovviamente, utilizzati per la realizzazione del film plastico che è stato termosaldato lungo il bordo superiore della vaschetta. dall'equipaggio, poi, sono stati congelati nei medesimi modi dei precedenti. Infine, un terzo campione di controllo è stato congelato come i precedenti ma senza alcun tipo di trattamento. Terminata la prova in mare tutti i campioni sono stati trasferiti in laboratorio e mante- Figura 4 -Il confezionamento a bordo in atmosfera modificata 5 Analisi chimiche e fisiche Le caratteristiche meccaniche dei nuovi imballaggi ed in particolare la loro capacità di impedire l'interscambio tra la miscela di gas interna all'imballaggio e l'aria atmosferica, sono state monitorate sia dopo il primo mese dal campionamento che dopo un anno di stoccaggio dei campioni in congelatore. Gli effetti della nuova tecnica di conservazione sulla qualità delle carni dei crostacei sono stati invece seguiti attraverso la misura di due parametri: l'ABVT (azoto basico volatile totale) e il TBA (grado di rancidità), il cui tenore è considerato un utile indice per valutare il grado di freschezza o alterazione dei prodotti della pesca. Gli esami sono stati eseguiti ogni due mesi lungo un periodo di un anno. Valutazione sensoriale Le caratteristiche organolettiche di gamberi e scampi, osservate sia prima della cottura che successivamente, sono state valutate da due giudici esperti. Entrambi i giudici hanno valutato il grado di annerimento e l'odore in campioni di gamberi appena decongelati e crudi. Su aliquote del prodotto cotto (appena lessato) hanno invece rivalutato l'odore a cui hanno aggiunto un giudizio sul sapore e la consistenza delle carni. 6 Risultati Gambero rosa (Parapenaeus longirostris) In linea di massima i risultati delle analisi chimiche volte a monitorare il deterioramento del prodotto non hanno mostrato differenze significative tra i campioni confezionati sotto atmosfera modificata, quelli pretrattati con bisolfito di sodio e quelli conservati senza alcun trattamento. Si è rilevato solo un leggero aumento della rancidità nei campioni conservati senza alcun trattamento, ma solo a partire dal sesto mese di magazzinaggio. Questi risultati sembrano confermare che la melanosi non influenzi significativamente il processo di degradazione cui vanno incontro i tessuti dei prodotti della pesca subito dopo la cattura. Per quanto riguarda l'analisi del colore si è riscontrato che i campioni confezionati sotto atmosfera modificata mantengono lo stesso aspetto di quelli pre-trattati con sodio bisolfito fino al sesto mese di magazzinaggio (Fig.5 e 6). Dopo tale periodo, i campioni confezionati sotto AM tendono ad annerirsi leggermente. Figura 5 - Gambero rosa dopo 6 mesi di magazzinaggio a -20°C ed in atmosfera modificata 7 Per quanto riguarda, invece, i risultati della valutazione sensoriale, nessuna differenza è stata rilevata tra i campioni confezionati sotto azoto e quelli pre-trattati con bisolfito di sodio. Figura 6 - Gambero rosa dopo 9 mesi di magazzinaggio a -20°C ed in atmosfera modificata Gambero rosso (Aristaeomorpha foliacea) I risultati delle analisi chimiche non mostrano differenze significative tra i campioni confezionati sotto atmosfera modificata, quelli pre-trattati con sodio bisolfito e quelli conservati senza alcun trattamento. Anche per questa specie, quindi, si può confermare che la melanosi non influenzi significativamente il processo di degradazione. Dall'analisi del colore, si rileva che i campioni confezionati in AM e quelli pre-trattati non mostrano nel corso dell'anno particolari segni di pigmentazione (Fig.7). 8 Figura 7 - Gambero rosso dopo 12 mesi di magazzinaggio a - 20°C ed in atmosfera modificata Solo nei campioni conservati senza alcun trattamento si è rilevato un progressivo annerimento diventato intenso alla fine dell'anno di monitoraggio. Per quanto riguarda i risultati della valutazione sensoriale, nessuna differenza è stata rilevata tra i campioni confezionati sotto azoto e quelli pre-trattati con bisolfito di sodio. Scampo (Nephrops norvegicus) Dal punto di vista chimico, non sono state rilevate differenze significative tra i campioni confezionati sotto atmosfera modificata, quelli pre-trattati con bisolfito di sodio e quelli conservati senza alcun trattamento. Dall'analisi del colore, si è rilevato che i campioni confezionati in AM non hanno mostrato, nel corso dell'anno, 9 rilevanti segni di annerimento e si sono comportati allo stesso identico modo dei campioni pre-trattati con bisolfito di sodio (Fig.8). Figura 8 - Scampi dopo 6 mesi di magazzinaggio a -20°C in atmosfera modificata Altro discorso va, invece, fatto per i campioni conservati senza alcun trattamento che come previsto presentavano un modesto annerimento sin dal secondo mese di magazzinaggio. Riguardo ai risultati della valutazione sensoriale (odore, sapore e consistenza), nei campioni confezionati sotto AM si è rilevata una leggera perdita di qualità nell'ultima valutazione fatta al dodicesimo mese. Mentre nella valutazione intermedia (al sesto mese) non si è apprezzata alcuna differenza tra i due nuovi metodi di confezionamento e quello tradizionale. 10 Conclusioni I risultati che si ricavano dallo studio effettuato nel corso di un anno su campioni di gambero rosa, gambero rosso e scampi ci indicano che: · una vita commerciale di 12 mesi di magazzinaggio congelato è eccessiva, specie dal punto di vista organolettico, per tutti i campioni a prescindere dal metodo di confezionamento e conservazione. E' consigliabile, pertanto, non superare i 6-8 mesi; · il trattamento con bisolfito di sodio è risultato quello più efficace nel ritardare la comparsa dell'annerimento dei crostacei (melanosi), tuttavia anche il confezionamento in azoto ha dato in tal senso risultati soddisfacenti; · dal punto di vista chimico non sono risultate, in linea di massima, differenze sostanziali tra i diversi tipi di confezionamento; · i campioni trattati con bisolfito di sodio presentavano, però, una concentrazione di SO2 leggermente maggiore rispetto ai 150-200 mg/kg consentiti dalla leggi sanitarie vigenti. Ricordiamo a questo proposito, che la scelta di confrontare i nuovi metodi, diciamo meno impattanti, con ciò che il metodo tradizionale realmente offre al consumatore finale, era supportata dalla consapevolezza che le dosi di solfiti presenti nelle confezioni di crostacei che acquistiamo al banco del supermercato, molto spesso sopravanzano i limiti imposti per legge (Hardisson et al., 2002). 11 Bibliografia Bak L. S., A.B. Andersen, E. M. Andersen, G. Bertelsen (1999), Effect of modified atmosphere packaging on oxidative changes in frozen stored cold water shrimp (Pandalus borealis), Food Chemistry 64 (1999) 169-175. Bono, G., G.Baldrati, C. Badalucco, 2006. Effect of modified atmosphere packaging on melanosis (Parapenaeus in longirostris). frozen 2 nd Joint deep-water rose Trans-Atlantic shrimp Fisheries st Technology Conference, Quebec City, Oct. 29- Nov. 1 , 2006. FAO Symposium on the significance of fundamental research in the utilization of fish, Studies on post mortem biochemical changes in prawns, Husum BDR 26-30 may 1964, Vol. 1, FAO, Roma (Italy) Gunnison, A. and Jacobsen D. (1987). Sulphite hypersensitivity. A critical review . Critical Reviews in Toxicology, Volume 17, pp. 185-214 Hardisson, A., Rubio, C., Fras, I., Rodrguez, I. and Reguera J.I. (2002). Content of sulphite in frozen prawns and shrimps. Food control, 13(4): 275-279 Official Methods of Analysis of AOAC International, 15th edition, Association of Official Analytical Chemists, Arlington, Virginia (1990). Maggiori informazioni sono disponibili sul sito: http://www.utp-iamc.it Indirizzo E-mail: [email protected] Gli autori desiderano ringraziare per la preziosa collaborazione: la Stazione Sperimentale Industria Conserve Alimentari di Parma; il dott. Gianfranco Baldrati, il dott. Pietro Pirazzoli ed il Sig. Iller Incerti. 12