Centro Studi di Economia
applicata all'Ingegneria
PROGRAMMA DELLE ATTIVITA’
ANNO 2011
dicembre 2010
INDICE
1. PREMESSA
2. GESTIONE DEI SISTEMI IDRICI
2.1. Studi per la gestione dei sedimenti della traversa di ponte Barca e per lo smaltimento dei
fanghi di spurgo dell’adduttore Barca-Lentini
2.2 Corso di formazione Wataclic (Water Against Climate Change) sulla gestione sostenibile
delle acque in Sicilia. (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
2.3 Incontro su “La gestione delle acque in ambito urbano” in occasione della Giornata mondiale
dell’acqua (World Water Day 2011-WWD 201109) 22.03. 2011 (in collaborazione con
l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
2.4 Seminario sulla gestione delle acque in Sicilia: situazioni e prospettive (in collaborazione con
l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
2.5 Seminario sulla produzione di sedimenti, interventi per la sistemazione di bacino e gestione
dell’interrimento degli invasi artificiali (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
3. RISORSE NATURALI E SVILUPPO DELL'AGRICOLTURA
3.1 Progetto di ricerca sulla fitodepurazione produttiva di biomasse cellulosiche per
l’ottenimento di etanolo di seconda generazione - FITOPROBIO
3.2 BANDO PSR 2007/2013 - Misura 124 - “Trasferimento di innovazioni nel processo
produttivo per il settore ortoflorofrutticolo” (Microplant). Assessorato Agricoltura e Foreste
- Dipartimento Interventi Infrastrutturali – Regione Siciliana
3.3 BANDO PSR 2007/2013 - Misura 124 - “Innovazioni per il miglioramento della qualità delle
produzioni e il recupero di biomassa dai noccioleti”; Assessorato Agricoltura e Foreste Dipartimento Interventi Infrastrutturali – Regione Siciliana
3.4 Studio sulle tecniche di bilancio energetico superficiale per la quantificazione dei processi
evapotraspirativi di vigneti in ambienti mediterraneo – Progetto PRO.VITE
3.5 Programma operativo Italia-Malta 2007-2013 - Progetto MORISO: Monitoraggio delle
risorse idriche sotterranee ed interventi per il controllo dell’intrusione marina e per la
riduzione dell’inquinamento da attività agricole.
3.6 Convegno riuso acque reflue (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
3.7 Seminario sui nuovi utilizzi delle arance rosse in Sicilia (in collaborazione con l’Assessorato
BB.CC. e I.S.)
3.8 Progetti di formazione presentati su bandi della Regione Siciliana
3.9 Seminario sul cambiamento climatico e agricoltura: strumenti di monitoraggio ed interventi
di mitigazione (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
3.10 Seminario sul monitoraggio dei fabbisogni irrigui: tecniche di misura e scale di applicazione
(in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
4. SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
4.1 Seminario sulla gestione del Servizio Idrico Integrato in Sicilia (in collaborazione con
l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
5. TUTELA DELL'AMBIENTE E GESTIONE DEI SISTEMI DI DISINQUINAMENTO
5.1 Progetto di ricerca sullo sviluppo sostenibile del territorio della “Riserva Naturale Orientata
La Timpa di Acireale”
5.2 Programma operativo Italia-Malta 2007-2013 - Progetto ProMed: La protezione
dell’ambiente nelle isole del Mediterraneo attraverso la valorizzazione della coltura arborea.
5.3 Progetto FO.C.U.S.: Fotovoltaico Compatibile con l’Uso in Serra – L.R. n.23 del 16.12.2008
finanziato dalla linea di intervento 4.1.1.1 del POR FSER Sicilia 2007 – 2013
5.4 Corso di formazione sull’utilizzo dei sistemi di fitodepurazione per il trattamento ed il riuso
delle acque reflue (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
5.5 Seminario sull’adeguamento, rinaturazione e manutenzione dei corsi d’acqua naturali (in
collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
5.6 Corso sulla gestione integrata e sostenibile dei rifiuti (in collaborazione con l’Assessorato
BB.CC. e I.S.)
5.7 Convegno su fitosanitari e ambiente: analisi dei rischi per la salute umana e ambientale (in
collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
5.8 Seminario sulla sostenibilità della produzione e trasformazione di biomassa a fini energetici
(in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
6. PROMOZIONE E DIFFUSIONE DELLE ATTIVITA' DEL CENTRO
6.1 Collana editoriale sulla gestione delle acque
6.2 Sito web del CSEI Catania
7. SERVIZI PER ATTIVITA' DI FORMAZIONE E/O RICERCA NELLE AREE DI
INTERESSE DEL CENTRO
7.1 Attività di assistenza tecnica agli enti operanti nell’area dell’acqua e dell’ambiente
1. PREMESSA
In continuità con le iniziative degli anni scorsi, il programma delle attività per il 2011 prevede la
prosecuzione dell'azione del CSEI Catania nelle seguenti aree di intervento: gestione dei sistemi
idrici; risorse naturali e sviluppo dell'agricoltura; servizio idrico integrato; tutela dell'ambiente e
gestione dei sistemi di disinquinamento; promozione e diffusione delle attività del Centro; servizi
per attività di formazione e/o ricerca nelle aree di interesse del Centro.
In particolare per il 2011 il CSEI Catania ha in programma le seguenti iniziative:
Gestione dei sistemi idrici:
- Studi per la gestione dei sedimenti della traversa di ponte Barca e per lo smaltimento dei fanghi di
spurgo dell’adduttore Barca-Lentini
- Corso di formazione Wataclic (Water Against Climate Change) sulla gestione sostenibile delle
acque in Sicilia. (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
- Incontro su “La gestione delle acque in ambito urbano” in occasione della Giornata mondiale
dell’acqua (World Water Day 2011-WWD 201109) 22.03. 2011 (in collaborazione con
l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
- Seminario sulla gestione delle acque in Sicilia:situazioni e prospettive (in collaborazione con
l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
- Seminario sulla produzione di sedimenti, interventi per la sistemazione di bacino e gestione
dell’interrimento degli invasi artificiali (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
Risorse naturali e sviluppo dell'agricoltura:
- Progetto di ricerca sulla fitodepurazione produttiva di biomasse cellulosiche per l’ottenimento di
etanolo di seconda generazione - FITOPROBIO
- BANDO PSR 2007/2013 - Misura 124 - “Trasferimento di innovazioni nel processo produttivo
per il settore ortoflorofrutticolo” (Microplant). Assessorato Agricoltura e Foreste - Dipartimento
Interventi Infrastrutturali – Regione Siciliana
- BANDO PSR 2007/2013 - Misura 124 - “Innovazioni per il miglioramento della qualità delle
produzioni e il recupero di biomassa dai noccioleti”; Assessorato Agricoltura e Foreste Dipartimento Interventi Infrastrutturali – Regione Siciliana
- Studio sulle tecniche di bilancio energetico superficiale per la quantificazione dei processi
evapotraspirativi di vigneti in ambienti mediterraneo – Progetto VITE
- Programma operativo Italia-Malta 2007-2013 - Progetto MORISO: Monitoraggio delle risorse
idriche sotterranee ed interventi per il controllo dell’intrusione marina e per la riduzione
dell’inquinamento da attività agricole
- Convegno sul riuso delle acque reflue (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
- Seminario sui nuovi utilizzi delle arance rosse in Sicilia (in collaborazione con l’Assessorato
BB.CC. e I.S.)
- Progetti di formazione presentati su bandi della Regione Siciliana
- Seminario sul cambiamento climatico e agricoltura: strumenti di monitoraggio ed interventi di
mitigazione (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
- Seminario sul monitoraggio dei fabbisogni irrigui: tecniche di misura e scale di applicazione (in
collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
Servizio idrico integrato:
- Seminario sulla gestione del Servizio Idrico Integrato in Sicilia
l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
(in collaborazione con
Tutela dell'ambiente e gestione dei sistemi di disinquinamento:
- Progetto di ricerca sullo sviluppo sostenibile del territorio della “Riserva Naturale Orientata “La
Timpa” di Acireale”
- Programma operativo Italia-Malta 2007-2013 - Progetto ProMed: La protezione dell’ambiente
nelle isole del Mediterraneo attraverso la valorizzazione della coltura arborea.
- Progetto FO.C.U.S.: Fotovoltaico Compatibile con l’Uso in Serra – L.R. n.23 del 16.12.2008
finanziato dalla linea di intervento 4.1.1.1 del POR FSER Sicilia 2007 – 2013
- Corso di formazione sull’utilizzo dei sistemi di fitodepurazione per il trattamento ed il riuso delle
acque reflue (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
- Seminario sull’adeguamento, rinaturazione e manutenzione dei corsi d’acqua naturali (in
collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
- Corso sulla gestione integrata e sostenibile dei rifiuti (in collaborazione con l’Assessorato
BB.CC. e I.S.)
- Convegno su fitosanitari e ambiente: analisi dei rischi per la salute umana e ambientale (in
collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
- Seminario sulla sostenibilità della produzione e trasformazione di biomassa a fini energetici (in
collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
Promozione e diffusione delle attività del Centro
- Collana editoriale sulla gestione delle acque
- Sito web del CSEI Catania
Nell’ambito dei servizi per attività di formazione e/o ricerca nelle aree di interesse del centro
permane la disponibilità a svolgere su richiesta attività di assistenza tecnica a favore degli enti
operanti nell’area dell’acqua e dell’ambiente.
Nel seguito vengono illustrate l'articolazione operativa, i contenuti e i risultati attesi delle attività in
programma.
2. GESTIONE DEI SISTEMI IDRICI
2.1 Studi per la gestione dei sedimenti della traversa di ponte Barca e per lo smaltimento dei
fanghi di spurgo dell’adduttore Barca-Lentini
Il CSEI Catania svolgerà nel 2011 uno studio sulla gestione dei sedimenti della traversa di ponte
Barca (sistema idrico Salso-Simeto) e sullo smaltimento dei fanghi di spurgo dell’adduttore BarcaLentini.
Alla luce degli studi suddetti sarà redatto un Piano di Gestione della Traversa di Ponte Barca in
conformità a quanto disposto dall’art. 114 del D.Lgs 152/2006 che richiama il Decreto del
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio del 30 giugno 2004 “Criteri per la redazione
del progetto di gestione degli invasi, ai sensi dell'articolo 40, comma 2, del decreto legislativo 11
maggio 1999, n. 152, e successive modifiche ed integrazioni, nel rispetto degli obiettivi di qualità
fissati dal medesimo decreto legislativo”. Inoltre, nella redazione del Piano di Gestione dovrà
tenersi conto dell’Allegato 22 al Piano di Tutela della Acque della Sicilia “Direttive per la
salvaguardia ed il miglioramento degli idrosistemi regionali – Gestione dei serbatoi artificiali nella
regione siciliana”.
Attività 1: Gestione dei sedimenti della traversa ponte Barca
Il Piano di Gestione della Traversa di Ponte Barca sarà finalizzato a definire il quadro previsionale
delle operazioni di svaso, sfangamento e spurgo connesse con le attività di manutenzione della
traversa di Ponte Barca, da eseguirsi anche per stralci, per assicurare il mantenimento ed il graduale
ripristino della capacità utile propria dell'invaso e per garantire prioritariamente in ogni tempo il
funzionamento degli organi di scarico e di presa, nonché a definire i provvedimenti da porre in
essere durante le suddette operazioni per la prevenzione e la tutela delle risorse idriche invasate e
rilasciate a valle dello sbarramento, conformemente alle prescrizioni contenute nel Piano di Tutela
delle acque del bacino del fiume Simeto e nel rispetto degli obiettivi di qualità dello stesso.
Il Piano di Gestione, ove possibile, in conformità a quanto stabilito al comma 4 art. 3 del DPR
30/06/2004, definirà inoltre gli scenari per l'utilizzazione delle operazioni di apertura e chiusura
delle paratie in corrispondenza degli eventi di piena, in relazione alla possibilità di soddisfare le
seguenti esigenze:
a) garantire comunque la funzionalità degli scarichi di fondo a fronte dei fenomeni di
interrimento;
b) ricostituire il trasporto solido a valle degli sbarramenti;
c) modulare le condizioni di deflusso a valle degli sbarramenti, ricorrendo alle possibilità di
laminazione dell'invaso.
Le principali attività che verranno svolte dal CSEI Catania per la redazione del Piano di Gestione
saranno le seguenti:
1. Rilievo plano-altimetrico della zona d’invaso e restituzione di un modello tridimensionale del
fondo;
2. Confronto del rilievo attuale con un rilievo planimetrico fornito dal Consorzio e valutazione dei
volumi di sedimento accumulati a monte della traversa;
3. Caratterizzazione del sedimento su numero minimo di tre campioni prelevati in due diverse zone
dell’invaso;
4. Valutazione della quantità e la qualità del materiale solido in sospensione nelle acque
normalmente rilasciate nel corpo idrico a valle dello sbarramento;
5. Caratterizzazione di campioni d’acqua, prelevati in due punti di campionamento sovrastanti il
materiale depositato.
6. Messa a punto di interventi per la rimozione o l’allontanamento dei sedimenti e valutazione
degli effetti ambientali sull’ecosistema lacuale e fluviale.
Attività 2: Smaltimento dei fanghi di spurgo dell’adduttore Ponte Barca-Lentini
L’adduttore Barca-Lentini ha inizio a circa 450 m dall’opera di presa della traversa di Ponte Barca e
può essere alimentato dalla traversa oppure dalle acque di scarico della centrale Enel di Barca
tramite una vasca di disconnessione. La lunghezza totale dell’adduttore, dal punto di inizio fino allo
sbocco nell’invaso di Lentini, è di circa 24.3 km, dei quali l’ultimo tratto di lunghezza di 1,2 km è
in galleria. Esso è realizzato con due condotte in c.a.p. DN 2400. Le portate di progetto variano, a
seconda della fonte di alimentazione dell’adduttore e della quota invasata nel serbatoio, da 14.8
m3/s a 23,70 m3/s. Il funzionamento idraulico è previsto sia in pressione che a superficie libera entro
le condotte. A tal fine lungo il tracciato sono state realizzate tre torri piezometriche per la rientrata e
fuoriuscita dell’aria.
L’adduttore Barca-Lentini, durante il periodo irriguo, viene utilizzato anche per il prelievo di acque,
precedentemente invasate durante il periodo invernale, dal serbatoio di Lentini e la loro adduzione
tramite i canali consortili alle aree irrigue. Durante le operazioni di spurgo, tramite gli appositi
manufatti idraulici che sono posti lungo il suo sviluppo, si è verificato da parte dei tecnici del
consorzio la presenza di una notevole quantità di fanghi maleodoranti, i quali attualmente vengono
scaricati direttamente in canali consortili o nel reticolo idrografico naturale con grave pregiudizio
dell’ecosistema.
La quantità dei fanghi che viene periodicamente spurgata tramite i pozzetti idraulici, secondo le
informazioni raccolte dai tecnici, risulta molto variabile di anno in anno; tuttavia le sue
caratteristiche organolettiche preoccupano non poco i tecnici e molti agricoltori, i cui terreni sono
limitrofi ai manufatti discarico. Tali agricoltori lamentano infatti l’odore particolarmente sgradevole
durante le operazioni di spurgo e il successivo rilascio in alveo o nei canali.
Per individuare l’origine dei fanghi e per individuare eventuali soluzioni, il CSEI Catania redigerà
uno studio dove saranno contenute le seguenti informazioni:
a) quantificazione del volume di fango che si produce durante le operazioni di spurgo
dell’adduttore;
b) caratterizzazione qualitativa dei sedimenti sia fisica, ricavate da analisi di classificazione
granulometrica, che chimica, anche in termini di inquinanti presenti, necessaria per ottenere, fra
l'altro, informazioni sulla provenienza del materiale solido sedimentato nell’adduttore, nonché,
ove necessario, il saggio biologico per evidenziare eventuali effetti tossici. Le analisi da
condurre sui sedimenti sono quelle previste:
- dal D.M. 5.2.1998 integrato e modificato dal D.M. 186/2006, avente per oggetto
“Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero
ai sensi degli artt. 31 e 33 del D. Lgs. 5 febbraio 1997, n 22, Allegato 1, riguardante le
“norme tecniche generali per il recupero di materia dai rifiuti non pericolosi;
- dal D.M. Ambiente e Tutela del Territorio 30.8.2005 (tab.5, limiti di concentrazione
nell’eluato per l’accettabilità in discariche per rifiuti pericolosi), se non utilizzabile deve
essere conferita in discariche di materiali non pericolosi.
c) formulazione di ipotesi, ove possibile, dell’origine e della causa di formazione dei fanghi
all’interno dell’adduttore;
d) messa a punto di un piano di interventi per la rimozione e asportazione dei fanghi di
espurgo.
Il CSEI Catania redigerà pertanto uno studio dove saranno contenuti informazioni e ipotesi utili per
individuare l’origine e la causa di formazione dei fanghi all’interno dell’adduttore e per indicare,
ove possibile, eventuali soluzioni. Sarà inoltre messo a punto un piano di interventi per la rimozione
e asportazione dei fanghi di espurgo.
2.2 Corso di formazione Wataclic (Water Against Climate Change) sulla gestione sostenibile
delle acque nella in Sicilia (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
Il corso di formazione rientra nell'ambito delle attività previste dal progetto Life+ WATACLIC
(Water Against Climate Change) che si propone di far conoscere su tutto il territorio italiano
approcci e tecniche che permettono un uso più razionale della risorsa idrica oltre che ridurre
l’impatto ambientale degli scarichi urbani.
A 10 anni dall’approvazione della Direttiva Quadro sulle acque e a 15 anni dalla Legge Galli è
ormai evidente la necessità di introdurre innovazioni sia tecniche che amministrative nel sistema di
gestione delle acque e degli scarichi urbani, tanto più nella prospettiva di contrastare ed adattarsi al
cambiamento climatico. L’obiettivo ultimo è promuovere anche nel settore idrico quella
innovazione (non solo tecnico scientifica ma anche culturale e amministrativa) che nel settore
energetico sta rappresentando una formidabile leva per lo sviluppo economico.
In particolare gli incontri in programma rientreranno tra gli eventi della campagna “Acqua e
regole” rivolta prevalentemente ad amministratori pubblici e tecnici di Comuni e Province,
professionisti e ordini professionali.
I principali argomenti che saranno affrontati riguarderanno le possibili soluzioni per la gestione
sostenibile delle acque (raccolta e riuso delle acque di pioggia, separazione e riuso delle acque
grigie, gestione sostenibile del runoff urbano, ecc.) e come promuoverle attraverso le norme
urbanistiche e i regolamenti edilizi.
Sono in programma due incontri formativi in Sicilia orientale e occidentale, della durata di un
giorno e mezzo, di tipo interattivo (non solo frontale) per approfondire i problemi reali dei
partecipanti e condividere con loro possibili soluzioni (potrebbe essere anche l'occasione per
discutere il "regolamento edilizio tipo”).
Ciascun incontro sarà preceduto dall'invio di questionari ai partecipanti in modo da raccogliere le
prime indicazioni sui problemi locali e facilitarne il coinvolgimento attivo.
Il periodo previsto per lo svolgimento dei due incontri sarà la prima parte del mese di aprile
Le relazioni saranno tenute da esperti dell’Istituto di Ricerca Ambiente Italia e Iridra ed è prevista la
distribuzione di materiale informativo contenente: a) un database delle tecniche di gestione
sostenibile dell'acqua; b) un database di progetti realizzati di interesse per il tema; c) un documento
tematico sull'integrazione delle soluzioni per la gestione sostenibile delle acque nella pianificazione
urbanistica.
2.3 Incontro su “La gestione delle acque in ambito urbano” in occasione della Giornata
mondiale dell’acqua (World Water Day 2011- WWD 201109) 22.03.2011(in collaborazione
con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
La Giornata Mondiale dell’Acqua è un evento che viene promosso ogni anno dalle Nazioni Unite ed
istituito per la prima volta in occasione della Conferenza di Rio del 1992. L’evento dell’anno 2011
è dedicato al tema “Urban water management”.
In occasione di tale evento il CSEI Catania organizzerà un seminario dal titolo: “La gestione delle
acque in ambito urbano” che vedrà il coinvolgimento di relatori esperti sulle tali tematiche e sarà
rivolto ad amministratori e tecnici di Enti pubblici e a liberi professionisti che si occupano della
progettazione di sistemi idrici e della gestione e monitoraggio delle risorse idriche in ambito
urbano.
Saranno inoltre organizzati degli incontri divulgativi con gli studenti di alcune scuole della
Provincia di Catania (scuole primarie, scuole secondarie di 1° grado e di 2° grado). Tali incontri
avranno lo scopo di sensibilizzare gli studenti sulle problematiche legate alla gestione delle acque
ed in particolare alla gestione delle acque in ambito urbano, con particolare riferimento al territorio
della provincia di Catania.
Per gli studenti sarà inoltre predisposto un concorso dove saranno premiati i migliori elaborati
prodotti sul tema della gestione delle acque urbane.
2.4 Seminario sulla gestione delle acque in Sicilia:situazioni e prospettive (in collaborazione con
l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
Il D. Lgs. 152/2006 ha introdotto rilevanti innovazioni sulla organizzazione, sulle competenze, sugli
strumenti e sulle norme relative alla gestione delle acque per i diversi usi. Alcune parti ed articoli di
tale decreto legge sono stati già modificati, ed è in fase di ristrutturazione l’intero decreto per cui si
prevede la sostituzione del precedente testo.
Ne risulterà un quadro normativo ampiamente modificato a livello nazionale che in Sicilia dovrà
essere ulteriormente rivisitato sia in relazione alle specifiche competenze della Regione sia in
particolare in conseguenza della soppressione della Agenzia Regionale per le Acque ed i Rifiuti.
Il CSEI Catania nell’ambito dei suoi specifici obbiettivi si propone di organizzare, con il sostegno e
l’apporto degli Enti regionali interessati, un seminario rivolto ai responsabili degli Assessorati
regionali, dell’Arpa, degli ATO acque, degli uffici del Genio Civile e dei Consorzi di bonifica per
pervenire ed individuare chiaramente e concordemente le diverse competenze e le modalità del
necessario coordinamento.
Il seminario sarà suddiviso in tre sessioni principali.
Sessione 1 - LE RISORSE IDRICHE: DISPONIBILITA’
• valutazione
• attribuzione ai diversi usi
• concessioni: normativa e vincoli
Sessione 2 - LA GESTIONE DEI CORPI IDRICI NATURALI E COSTRUITI
• i corsi d’acqua naturali:salvaguardia, manutenzione e gestione
• la gestione degli invasi
• i corpi idrici sotterranei: individuazione e salvaguardia
Sessione 3 - LA GESTIONE DELLE ACQUE PUBBLICHE
(normative generali)
• La gestione delle acque per uso civile ed industriale
• La gestione delle acque per uso agricolo
2.5 Seminario sulla produzione di sedimenti, interventi per la sistemazione di bacino e
gestione dell’interrimento degli invasi artificiali (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
L'interrimento dei serbatoi artificiali è divenuto un problema di grande attualità sia per la corretta
gestione delle risorse idriche, sempre più a rischio deficit, sia per la salvaguardia ambientale dei
corsi d'acqua e delle coste. Il CSEI Catania, in collaborazione il prof. Bruno Molino, dell'Università
degli Studi del Molise, ha organizzato diversi incontri seminariali su queste tematiche.
Il primo seminario, organizzato nel maggio 2006, è scaturito da un momento di confronto di alcune
attività di ricerca condotte dalle Università che costituivano le Unità Operative del Progetto di
Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN) intitolato "Prevenzione e riduzione dell'interrimento degli
invasi artificiali: interventi nel bacino idrografico e nel serbatoio, gestione dei sedimenti". Nel
corso del primo seminario sono stati considerati i processi di erosione (superficiale e di massa) dei
versanti, il trasporto solido nei corsi d’acqua, le tecniche di monitoraggio dell’interrimento, gli
interventi per il recupero della capacità utile interrita, le modalità di gestione e di smaltimento dei
sedimenti, nonché la possibilità di un loro eventuale riutilizzo. Sono state quindi affrontate le
problematiche a scala di bacino, tenendo presenti i tempi di risposta talvolta estremamente lunghi
del bacino stesso
Sono seguite poi, su richiesta dei partecipanti e degli stessi ricercatori, altre cinque edizioni in cui
sono state di volta in volta approfondite le varie tematiche anche alla luce di quanto previsto dal
Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (DM 30/06/2004) che definisce i
criteri per la redazione del Progetto di Gestione degli invasi (ai sensi dell’art. 40 del D.Lgs.
152/1999), con l’obiettivo principale (ma non unico) di mantenere e salvaguardare la capacità
d’invaso dei serbatoi artificiali. E’ stata quindi approfondita l’analisi del Progetto di Gestione,
imposto al gestore delle dighe dall’art. 114 del D.L. n°152/06, “al fine di assicurare, tra l’altro, il
mantenimento e/o il recupero della capacità di invaso e la salvaguardia sia della qualità dell'acqua
invasata sia del corpo ricettore”.
Poiché l’applicazione del D.L. n°152/06 richiede specifiche conoscenze e competenze sui diversi
interventi che condizionano la vita e la funzionalità dell'invaso, ma anche la salvaguardia del bacino
a monte del corso d'acqua a valle dello stesso, obiettivo dei seminari è stato quello di offrire agli
enti gestori, nonché agli organismi deputati al controllo ed approvazione dei Piani di Gestione, gli
strumenti necessari alla conoscenza ed alla risoluzione di diverse problematiche connesse alla
gestione degli invasi artificiali. I seminari hanno affrontato nello specifico nuove soluzioni per la
gestione dei sedimenti e della risorsa idrica a seguito di operazioni di sfangamento, soffermandosi
in particolare sull'economicità di utilizzo di sedimenti sabbiosi per il ripascimento delle coste in
erosione
Sono intervenuti ai seminari, anche in qualità di relatori, rappresentanti di enti gestori di invasi
artificiali, di organi istituzionali di gestione e controllo, di centri di ricerca e società specializzate
nel monitoraggio e negli interventi di recupero della capacità d’invaso.
Dalle problematiche affrontate è emerso che per poter procedere “al meglio” occorre in una prima
fase procedere con la “conoscenza” e quindi proseguire poi con una seconda fase di
“pianificazione”. Le Regioni dovranno occuparsi quindi di redigere, nel più breve tempo possibile,
il Piano di Tutela delle Acque ed il Piano di Dissesto Idrogeologico.
Per approfondire le tematiche riguardanti il complesso sistema che concerne le normative sulle
acque, da approfondire per arrivare al Progetto di Gestione degli invasi, è stato pensato di
organizzare la settima edizione del seminario che avrà come contenuti l’approfondimento di temi
riguardanti la produzione di sedimenti, gli interventi per la sistemazione di bacino e la gestione
dell’interrimento degli invasi artificiali.
3. RISORSE NATURALI E SVILUPPO DELL'AGRICOLTURA
3.1 Progetto di ricerca sulla fitodepurazione produttiva di biomasse cellulosiche per
l’ottenimento di etanolo di seconda generazione - FITOPROBIO
Il progetto “Fitodepurazione produttiva di biomasse cellulosiche per l’ottenimento di etanolo di
seconda generazione” - Settore “bioenergetico” finanziamenti a sportello - Scheda di progetto
MOD. A Allegato 1 DM n. 353 del 16/07/03, rientra nel quadro di potenziamento delle filiere
bioenergetiche, come previsto da diversi documenti di programmazione comunitaria e nazionale.
Nel Documento di Programmazione Economico-Finanziaria 2007-2011, il Governo interviene con
decisione, valorizzando le risorse interne, promuovendo le fonti rinnovabili in maniera efficiente e
secondo logiche di filiera industriale. Tra le fonti rinnovabili, grande rilevanza è già stata poi
riservata alle “Agro-energie”, che dovranno essere favorite attraverso il rafforzamento delle
potenzialità della L. 81/2006.
Il progetto finanziato dal Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, della durata di
36 mesi e già al secondo anno di svolgimento, si propone di valutare la fattibilità e la sostenibilità
agronomico-ambientale ed energetico-economica della produzione di biomasse ottenibile da piante
no food utilizzabili nei processi di fitodepurazione.
Nel corso del progetto verranno organizzati almeno un workshop ed una conferenza dedicata.
Saranno organizzate visite guidate ai siti sperimentali e vi saranno occasioni per stage e tirocini
pratico-applicativi.
Esso sarà sviluppato da Unità Operative di tre partner operanti in stretta sinergia:
U.O. n° 1, Dipartimento di Agronomia Ambientale e Produzioni Vegetali dell’Università di Padova
(DAAPV-UNIPD)
U.O. n° 2, CSEI Catania Centro Studi di Economia applicata all’Ingegneria
U.O. n° 3, Dipartimento Biotecnologie, Agroindustria e Protezione della Salute dell’ENEA (BASENEA) nel Centro Ricerche della Trisaia di Rotondella (Matera).
Le U.O. DAAPV-UNIPD e CSEI Catania svilupperanno esperienze pilota con sistemi di
fitodepurazione in ambienti e con piante diverse, in modo da analizzare e presentare differenti
soluzioni di riferimento per realtà agricole del Nord e del Sud Italia. Esse selezioneranno le specie
in collaborazione con le indicazioni dei ricercatori del BAS, e condurranno i processi produttivi in
campo per ottenere le biomasse fermentescibili. Queste verranno consegnate all’U.O. n° 3 che
eseguirà i test di fermentazione e le caratterizzazioni del valore energetico.
Assieme, le tre U.O. svilupperanno le elaborazioni e le analisi di scenario attraverso il metodo della
Life Cycle Assessment (LCA).
L’attività sperimentale del CSEI Catania, condotta nel 2010, è stata condotta su:
- due letti di fitodepurazione a flusso sub-superficiale orizzontale (H-SSF1 e H-SSF2) per il
trattamento terziario delle acque reflue urbane del comune di San Michele di Ganzaria.
Entrambi i letti, ciascuno di superficie pari a circa 2.000 m2, sono vegetati con Phragmites
australis;
- un impianto sperimentale per la coltivazione di colture da biomassa irrigate con le acque
reflue trattate dagli impianti di fitodepurazione di San Michele di Ganzaria (sopra descritti).
L’impianto è stato realizzato adottando uno schema a blocchi randomizzati replicati tre volte
con parcelle elementari di circa 9 m2 nelle quali sono state poste a dimora piante di Vetiveria
zizanoides (L.) Nash e di Miscanthus x Giganteus. È presente, inoltre, un’altra parcella di
circa 1000 m2, coltivata ad Arundo donax (L.). Per le parcelle piccole, sono state valutate tre
diverse tesi irrigue (restituzione 33%, 66% e 100% ET) mentre per la parcella grande due
(restituzione del 66% e del 100% ET);
un impianto di fitodepurazione a flusso sub-superficiale orizzontale (4,5 m2) per il
trattamento delle acque grigie di una singola abitazione. Il letto filtrante è vegetato con
Cyperus papyrus e Canna indica;
L’indagine sperimentale ha previsto la valutazione:
- delle caratteristiche chimico-fisiche e microbiologiche delle acque reflue in ingresso ed in
uscita dagli impianti di fitodepurazione H-SSF1 e H-SSF2;
- dei principali parametri biometrici (statura, diametro del culmo, numero foglie, fase
fenologica) delle piante presenti negli impianti sperimentali (Phragmites australis, Vetiveria
zizanoides, Miscanthus x Giganteus, Cyperus papyrus, Canna indica e Arundo donax);
- delle produzioni in biomassa fresca e secca della Phragmites australis, della Vetiveria
zizanoides, del Miscanthus x Giganteus, del Cyperus papyrus, della Canna indica e
dell’Arundo donax (L.), in diversi periodi di raccolta.
-
Nel 2011 il CSEI Catania proseguirà l’attività sperimentale sugli impianti di fitodepurazione a scala
reale e sull’impianto sperimentale per la coltivazione di colture da biomassa irrigate di San Michele
di Ganzaria. Per quest’ultimo sarà previsto una riconfigurazione dell’impianto irriguo per poter
valutare, nel corso della stagione irrigua, tre diverse tesi:
- una in asciutto;
- una tesi irrigua con restituzione del 50% dell’evapotraspirato;
- una tesi irrigua con restituzione completa dell’evapotraspirato.
Inoltre, a San Michele di Ganzaria, è prevista la messa a punto di un impianto di fitodepurazione a
scala pilota (12 letti di fitodepurazione a flusso sub-superficiale orizzontale) vegetato con
Phragmites australis, Cyperus papirus, Arundo donax, Vetiveria zizanoides e Miscanthus x
Giganteus.
In particolare, l’esistente impianto di fitodepurazione a scala pilota, costituito da 8 vasche di
fitodepurazione, verrà integrato con altre quattro nuove vasche di fitodepurazione realizzate con le
medesime caratteristiche costruttive di quelle già esistenti. L’impianto pilota verrà alimentato con le
acque reflue prelevate dalla vasca di sedimentazione secondaria dell’impianto di depurazione
comunale.
Nell’attività di ricerca saranno valutati:
- l’efficienza del trattamento delle acque reflue urbane con sistemi di fitodepurazione (a scala
pilota e a scala reale) in rapporto sia ai limiti dettati dal D.Lgs. 152/2006, per lo scarico su
corpo idrico superficiale, che a quelli previsti dal D.M. 185/2003 per il riutilizzo a scopo
irriguo dei reflui depurati;
- il contributo, nei processi di depurazione, di diverse specie di piante erbacee: Phragmites
australis, Arundo donax, Vetiveria zizanoides, Cyperus papyrus, Miscanthus x Giganteus;
- la risposta bio-agronomica e la produttività di diverse specie erbacee (Phragmites australis,
Arundo donax, Vetiveria zizanoides, Cyperus papyrus, Miscanthus x Giganteus) impiegate
nei sistemi di fitodepurazione, o coltivate in pieno campo, per la produzione di bioetanolo di
seconda generazione.
3.2 BANDO PSR 2007/2013 - Misura 124 - “Trasferimento di innovazioni nel processo
produttivo per il settore ortoflorofrutticolo”. Assessorato Agricoltura e Foreste Dipartimento Interventi Infrastrutturali – Regione Siciliana
Il progetto, a valere sui fondi del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Sicilia per il periodo
2007/2013 - Misura 124 “Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei
settori agricolo e alimentare e in quello forestale”, e finanziato dall’Assessorato Agricoltura e
Foreste - Dipartimento Interventi Infrastrutturali, riguarda la diffusione ed il trasferimento
tecnologico ed ha per titolo: “Trasferimento di innovazioni nel processo produttivo per il settore
ortoflorofrutticolo”.
Per la partecipazione alla presentazione delle istanze progettuali, il cui capofila è il CSEI Catania, è
stato necessario aderire ad una ATS a cui hanno partecipato altri enti di ricerca ed imprese (ATS
Microplant). Il CSEI Catania si occuperà prevalentemente dell’attività di diffusione e divulgazione
dei risultati.
Il progetto ha l’obiettivo di trasferire ad aziende ortoflorofrutticole innovazioni di tecniche di
propagazione allo scopo di aumentare la competitività commerciale attraverso la messa a punto e il
perfezionamento di protocolli per l’attività propagativa mediante la coltura in vitro. L’obiettivo
finale del progetto è quello di consentire alle aziende di organizzare in proprio laboratori di
micropropagazione, utilizzando i protocolli messi a punto con il progetto, anche tenendo in
considerazione i risultati complessivamente raggiunti (qualità delle piante ottenute). Tali aziende
potranno costituire degli spin-off per un’ulteriore espansione delle tecniche trasferite a beneficio dei
comparti produttivi interessati. In particolare, il progetto si pone l’obiettivo di accrescere il livello
tecnologico delle aziende apportando vantaggi riconducibili alla specializzazione dei processi
produttivi, al miglioramento della qualità dei prodotti, all'incremento delle produzioni,
all'ottenimento di redditi congrui. Con l’applicazione della micropropagazione, infatti, sarà
possibile, per colture scelte in modo appropriato, ridurre i tempi di inserimento delle produzioni sul
mercato e migliorare la produttività del vivaio sia in termini qualitativi che quantitativi. Le piante
così ottenute saranno geneticamente uniformi e garantite sotto il profilo fitosanitario. Aziende in
grado di produrre e/o commercializzare materiale vegetale proveniente da moltiplicazione in vitro
possono essere messe in condizione di disporre autonomamente o in forma consociata di nuove
varietà o di nuovi sistemi produttivi, senza dover necessariamente dipendere dalle ricerche e
dall'innovazione proveniente da altri paesi, nonché di valorizzare le specie tipiche del nostro
ambiente, che hanno tradizionalmente un significativo valore produttivo, ornamentale,
paesaggistico ed ecologico.
Il progetto si articola in 5 azioni ognuna delle quali perseguirà obiettivi specifici:
Azione 1: sviluppare e trasferire alle aziende protocolli di moltiplicazione in vitro per specie
ortoflorofrutticole delle quali si producono quantità elevate con tecniche tradizionali ma non sempre
di elevata e costante qualità, per specie economicamente importanti ma poco commercializzate nei
nostri ambienti, per specie normalmente importate da paesi esteri, per specie poco frequenti ma
potenzialmente collocabili sul mercato, per specie che potrebbero avere interessi ai fini officinali,
erboristici, medici ed ambientali.
Azione 2: ottimizzare il processo di acclimatazione del materiale micropropagato in ambiente
protetto e in pieno campo, mediante la valutazione dell’efficacia di formulati chimici, concimi,
biostimolanti.
Azione 3: valutare le produzioni ottenute sotto il profilo agronomico e sanitario, monitorare la
stabilità genetica e la rispondenza varietale, mettere a punto pratiche agronomiche in grado di
determinare l’espressione migliore del fenotipo delle specie micropropagate, in funzione delle
finalità per le quali sono state prodotte.
Azione 4: valutare il livello di gradimento di potenziali acquirenti nei riguardi delle produzioni
derivanti da micropropagazione che siano caratterizzate da peculiarità agronomiche, fenotipiche,
genetiche e sanitarie superiori anche per confronto con il materiale prodotto in modo convenzionale.
Azione 5: svolgere attività di diffusione sulle tecniche messe a punto e realizzare iniziative per il
trasferimento delle innovazioni a favore di altre aziende del territorio regionale e di tecnici e
professionisti operanti nel settore.
Per raggiungere gli obiettivi descritti il progetto prevede la creazione di una rete che svilupperà
processi di produzione basati su tecnologie innovative. La rete è composta da: un Ente di Ricerca
(Università di Catania - DOFATA) che è detentore dell’innovazione; da cinque imprese agricole
ubicate nella Sicilia orientale aventi caratteristiche differenti (produzioni floricole, orticole e
frutticole); da una società che fornisce mezzi tecnici e materie prime (Impresa Pavoni); dai Centri
Regionali per le Tecnologie Agroalimentari (Ce.R.T.A.) che provvederà a supportare le attività di
valutazione del materiale prodotto e ad effettuare la certificazione dello stesso; da un centro di
ricerca, formazione e assistenza tecnica (CSEI Catania) che assumerà le funzioni di capofila e che si
occuperà del trasferimento e della diffusione dei risultati; da una associazione di imprese agricole
(Coldiretti Ragusa) che supporterà l’attività di diffusione dei risultati. Tale rete dovrà determinare lo
sviluppo in primo luogo delle imprese facenti parte del progetto e, successivamente, mediante il
trasferimento dei risultati, del comparto vivaistico regionale.
Le cinque azioni del progetto fanno riferimento alle due macroattività “Trasferimento applicativo e
collaudo dei risultati della ricerca/introduzione innovazione” e “Dimostrazione, disseminazione e
diffusione dei risultati dell’innovazione”. La prima macroattività include l’ azione 1: “Definizione
del protocollo per la produzione di piantine micropropagate” e l’azione 2: “Acclimatazione e
coltivazione del materiale micropropagato”. L’azione 1 sarà realizzata dal DOFATA e consisterà
nella produzione di piante micropropagate delle specie scelte in accordo con i partner di progetto. Il
numero di piante prodotte sarà diverso in funzione delle singole specie e dipenderà sia dalla
efficienza del protocollo di micropropagazione sia dalle esigenze delle aziende legate alle
caratteristiche specifiche delle loro produzioni. L’azione 2 sarà effettuata dalle Imprese agricole che
coltiveranno le piante micropropagate. Saranno eseguite operazioni di acclimatazione necessarie per
il successo del ciclo di micropropagazione e per la successiva gestione ordinaria del materiale
prodotto e ci si avvarrà di strutture serricole all’avanguardia già esistenti presso le aziende partner.
In questa fase l’azienda Pavoni fornirà concimi e biostimolanti e valuterà l’efficacia dei diversi
prodotti scelti sull’accrescimento del materiale micropropagato. Alla seconda macroattività
appartengono l’azione 3 “Caratterizzazione del materiale micropropagato e confronto con le
produzioni convenzionali”, l’azione 4 “Valutazione dell’impatto delle produzioni micropropagate
sul mercato” e l’azione 5 “Formazione, diffusione e trasferimento dei risultati”. L’azione 3 sarà
effettuata dal DOFATA e dal CSEI Catania e prevede una serie di attività di rilevamento di dati sul
materiale prodotto. In particolare, le piante micropropagate saranno valutate sotto il profilo
morfologico, genetico, fisiologico e sanitario. Per le specie aventi cicli vegeto-produttivi di durata
superiore ai 2 anni i rilevamenti riguarderanno solo le fasi coincidenti con il periodo di attività del
progetto. L’azione 4 sarà effettuata dalle singole aziende partner che valuteranno gli effetti
dell’innovazione attraverso rilevazioni di mercato. A tale scopo, per almeno 5 specie campione,
verranno rilevati i risultati del gradimento da parte degli operatori di settore del materiale
micropropagato rispetto a quello prodotto con tecniche convenzionali. Infine, l’azione 5 sarà
effettuata dal CSEI Catania e dalla Coldiretti Ragusa e prevede attività informative sul progetto
finalizzate alla divulgazione dei dati e dei risultati ottenuti; a tale scopo saranno organizzati incontri
e seminari. In questa fase, oltre alle imprese partner, verranno coinvolte le imprese del territorio e le
più importanti Istituzioni professionali e di Assistenza Tecnica Regionale.
Il CSEI Catania si occuperà dell’azione di diffusione e trasferimento dei risultati ottenuti, che si
articolerà in una fase di trasferimento interno dell’innovazione e delle tecniche da collaudare, ed in
una fase di promozione e divulgazione esterna delle attività svolte. L’attività di trasferimento
interno si realizzerà attraverso 12 Project meeting, di durata giornaliera, che serviranno a trasferire,
nel contesto della partnership, il know-how che ciascun partner possiede per giungere alla
sperimentazione e collaudo dell’innovazione. Durante i suddetti incontri saranno coinvolti i vivaisti
e i soggetti che operano nel settore. In particolare, verranno trasferiti informazioni sui nuovi
protocolli di produzione e coltivazione messi a punto, da utilizzare successivamente nelle attività di
propria competenza, nonché di conoscere le caratteristiche quali-quantitative delle nuove tipologie
di prodotto così ottenute. In particolare il compito del CSEI Catania sarà quello di occuparsi della
pianificazione ed organizzazione dei meeting, curando in particolar modo le modalità, le tecniche
ed il materiale necessario a garantire il trasferimento tecnologico tra i partner. La Coldiretti di
Ragusa, attraverso un tecnico a progetto, si occuperà di tutte le attività volte al coinvolgimento delle
aziende agricole e delle associazioni di categoria finalizzato alla divulgazione dei risultati
progettuali. L’attività di divulgazione esterna dei risultati sarà invece effettuata mediante la
realizzazione di un seminario introduttivo, che si svolgerà presso la Facoltà di Agraria di Catania, e
di 3 seminari da realizzare durante la fase conclusiva del progetto. I seminari, organizzati dal CSEI
Catania in collaborazione con gli altri partner di progetto, permetteranno agli operatori del settore di
riscontrare la qualità e le caratteristiche del materiale micropropagato in confronto con i prodotti
convenzionali. Gli incontri conclusivi verranno realizzati nei territori ove sono ubicati le sedi
produttive delle imprese partner e/o dove esiste un tessuto vivaistico recettivo alle innovazioni di
prodotto e di processo. In particolare, gli incontri saranno realizzati presso le seguenti località: 1)
Marina di Modica (RG); 2) Grammichele (CT); 3) S. Pier Niceto (ME). L’azione di diffusione
prevede inoltre la realizzazione di un opuscolo tecnico-scientifico, in cui saranno illustrati i
protocolli di produzione messi a punto nel corso dell’attività. I contenuti del progetto e
l’innovazione della micropropagazione oggetto della fase di divulgazione saranno invece descritti
all’interno di un pieghevole che verrà distribuito nell’ambito dei seminari. Tutti i documenti,
risultati ed iniziative realizzate nell’ambito del progetto verranno inseriti in un sito WEB
appositamente creato.
3.3 BANDO PSR 2007/2013 - Misura 124 - “Innovazioni per il miglioramento della qualità delle
produzioni e il recupero di biomassa dai noccioleti”- Assessorato Agricoltura e Foreste Dipartimento Interventi Infrastrutturali – Regione Siciliana
Il progetto, a valere sui fondi del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Sicilia per il periodo
2007/2013 - Misura 124 “Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei
settori agricolo e alimentare e in quello forestale”, e finanziato dall’Assessorato Agricoltura e
Foreste - Dipartimento Interventi Infrastrutturali, riguarda la diffusione ed il trasferimento
tecnologico ed ha per titolo: “Innovazioni per il miglioramento della qualità delle produzioni e il
recupero di biomassa dai noccioleti”.
Per la partecipazione alla presentazione delle istanze progettuali, il cui capofila è l’Azienda Florena
Matteo di Palermo, è stato necessario aderire ad una ATS a cui hanno partecipato altri enti di ricerca
ed imprese. Il CSEI Catania si occuperà prevalentemente dell’attività di diffusione e divulgazione
dei risultati.
La corilicoltura in Sicilia è localizzata in quattro areali ben distinti ricadenti nelle province di
Messina, Catania, Enna e Palermo e, secondo i dati ISTAT del 2008, occupa una superficie di circa
15.000 ettari con una produzione di poco superiore alle 17.000 tonnellate.
Il progetto ha l’obiettivo di trasferire ad aziende corilicole del territorio dei Nebrodi innovazioni di
tecniche colturali al duplice scopo di aumentare la competitività commerciale attraverso un
miglioramento quali-quantitativo delle produzioni, e attraverso lo sfruttamento integrale della
coltura con produzione e riciclo di biomassa (residuo della potatura di produzione) a fini energetici.
La possibilità inoltre di sfruttare l’elevata attitudine pollonifera delle varietà autoctone costituirebbe
una forma di valorizzazione delle stesse in quanto i polloni non costituirebbero più un impegno
gravoso dal punto di vista economico e colturale bensì materiale che andrebbe ad aumentare
quantitativamente la biomassa prodotta dai corileti.
Il raggiungimento di tali obiettivi può consentire alle aziende partecipanti di diversificare l’offerta
produttiva ed integrare il loro reddito attraverso una migliore organizzazione aziendale. La
possibilità di utilizzo integrale di una coltura tradizionale, affermata sul territorio, con una storia e
tradizione antica, ben conosciuta dagli agricoltori, sembra suscitare forti aspettative per
l’integrazione del reddito e per il rilancio di tutto il comparto corilicolo che può contribuire al
problema energetico attraverso la produzione di combustibili derivanti da prodotti e residui.
L’utilizzo delle biomasse prodotte dai corileti (circa 2t/ha)
risulta molto interessante per le
caratteristiche energetiche del legno di potatura: esso presenta infatti un Potere Calorifico Superiore
(PCS) di 17,67 MJ/Kg (valori riferiti alla sostanza secca) e un Potere Calorifico Inferiore (PCI) di
16,45 MJ/Kg di s.s.. Le biomasse particolarmente idonee per le conversioni termochimiche sono
quelle caratterizzate da un elevato PCI > 13-14 MJ/kg di s.s..
Tutte le aziende impegnate nel progetto forniranno una produzione di 2,7 tonnellate di biomassa
necessaria per garantire il funzionamento della caldaia automatizzata ad alto rendimento, già a
disposizione dell’ATS, che verrà collocata all’interno di una scuola di 1000mq. L’energia termica
prodotta verrà utilizzata per il riscaldamento degli ambienti attraverso il semplice processo di
combustione diretta.
Il progetto si articola in 5 azioni ognuna delle quali perseguirà obiettivi specifici:
Azione 1: sviluppare e trasferire alle aziende sistemi innovativi e pratiche colturali per la
produzione e il recupero delle biomasse dai noccioleti allo scopo di sfruttare in maniera integrale la
coltura e contribuire alla produzione energetica come soluzione innovativa nel territorio e per
l’integrazione del reddito.
Azione 2: trasferire le tecnologie per il miglior utilizzo delle biomasse ottenute dalla potatura ai fini
della produzione di calore/energia.
Azione 3: verificare la produttività dei corileti sottoposti a prelievo della biomassa sia nella stagione
immediatamente successiva agli interventi cesori, che nella stagione produttiva successiva.
Azione 4: valutare l’impatto sulla convenienza economica all’utilizzo delle biomasse dai noccioleti.
Azione 5: svolgere attività di diffusione sulle tecniche colturali innovative adottate e realizzare
iniziative per il trasferimento delle innovazioni a favore di altre aziende del territorio regionale e di
tecnici e professionisti operanti nel settore.
Per raggiungere gli obiettivi specifici sopra descritti, il progetto prevede la creazione di una rete.
Tale rete è composta da un Ente di Ricerca (Università di Catania - DOFATA) che è detentore
dell’innovazione, da una Società Consortile (Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia) che
fornirà informazioni tecnologiche sulla produzione di energia da biomassa, da cinque imprese
agricole ubicate nel territorio dei Nebrodi aventi caratteristiche differenti (estensione, giacitura,
tecniche colturali adottate), da una Società a responsabilità limitata (Fratelli Caprino srl) che
provvederà alla trasformazione dei prodotti corilicoli, da una società che fornisce mezzi tecnici e
materie prime (Impresa Pavoni), da un centro di ricerca, formazione e assistenza tecnica (CSEI
Catania) e da un’associazione di categoria (Unione Provinciale Agricoltori) che si occuperanno
della diffusione dei risultati. Tale rete contribuirà allo sviluppo delle imprese facenti parte del
progetto e, successivamente, mediante il trasferimento dei risultati, dell’intero comparto corilicolo
regionale.
Il progetto si compone di 5 azioni che fanno riferimento alle due macroattività “Trasferimento
applicativo e collaudo dei risultati della ricerca/introduzione innovazione” e “Dimostrazione,
disseminazione e diffusione dei risultati dell’innovazione”. La prima macroattività include l’azione
1 “Adozione di sistemi innovativi di produzione e recupero delle biomasse dai noccioleti”, l’azione
2 “Utilizzo delle biomasse per la produzione di energia alternativa” e l’azione 3 “Produttività e stato
fitosanitario dei corileti sottoposti a prelievo della biomassa”. L’azione 1 sarà realizzata dal
DOFATA e consisterà nel mettere a disposizione delle aziende e trasferire tecniche colturali
innovative per un miglioramento quali-quantitativo delle produzioni di biomassa residuale. In
particolare saranno realizzati diversi piani di concimazione al fine di valutarne l’impatto
sull’incremento di biomassa. Il nocciolo, a differenza degli altri fruttiferi, è stato raramente soggetto
a operazioni di potatura della chioma ma interventi cesori adeguati sarebbero necessari anche per
questa specie per assicurare una buona e costante attività vegetativa nel medio e lungo termine.
Verranno attuati diversi sistemi di potatura, manuale e meccanica, e verranno condotti rilievi sul
tempo di esecuzione, sul numero tagli/pianta distinti in base alla posizione e al diametro della
superficie di taglio e sugli aspetti quanti-qualitativi della produzione di biomassa. Inoltre, si
effettueranno verifiche di pieno campo sulla raccolta ed imballaggio della biomassa valutando
diverse macchine per il condizionamento dei residui di potatura.
L’azione 2 sarà effettuata dal Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia: la biomassa residuale
ottenuta dalla potatura dei noccioleti verrà utilizzata per alimentare un piccolo impianto pilota per la
produzione di calore/energia e sarà valutata anche la convenienza tecnico-economica di impiego
della potatura di altre specie arboree presenti nel territorio, fra cui il castagno. Campioni
rappresentativi di biomassa verranno analizzati per una valutazione sulla quantità prodotta e sul
potere calorifico dei diversi materiali.
L’azione 3 sarà effettuata dal DOFATA e dalle Aziende aderenti al progetto: verranno eseguiti
rilievi atti a confrontare la produttività, la qualità e l’attitudine alla trasformazione industriale dei
frutti provenienti dai corileti sottoposti a potatura manuale e a potatura meccanica rispetto a quelli
non potati. Inoltre sarà valutato il profilo fitosanitario dei noccioleti sottoposti al prelievo di
biomassa con particolare riferimento alle condizioni di inoculo e sviluppo del mal dello stacco.
Alla seconda macroattività appartengono l’azione 4 “Impatto sulla convenienza economica
all’utilizzo delle biomasse” e l’azione 5 “Formazione, diffusione e trasferimento dei risultati”.
L’azione 4 sarà effettuata dal CSEI Catania e dalle singole aziende partner che valuteranno la
convenienza economica all’utilizzo delle biomasse.
Infine, l’azione 5 sarà effettuata dal CSEI Catania e dalla Confagricoltura e prevede una serie di
attività informative sul progetto finalizzate alla divulgazione dei dati e dei risultati ottenuti; a tale
scopo saranno organizzati incontri e seminari. In questa fase, oltre alle imprese partner, verranno
coinvolte le imprese del territorio e le più importanti Istituzioni professionali e di Assistenza Tecnica
Regionale L’azione di diffusione e trasferimento dei risultati ottenuti si articolerà in due fasi: nelle
fasi iniziali del progetto, sarà organizzato un seminario che illustrerà agli esperti del settore le
iniziative, i contenuti dell’iniziativa progettuale ed i risultati che si intendono perseguire. Il
seminario sarà realizzato presso la Facoltà di Agraria di Catania. Oltre all’iniziativa di cui sopra, sarà
realizzata una fase di trasferimento interno fra le aziende partecipanti al progetto. L’attività di
trasferimento interno si realizzerà attraverso 12 Project meeting, di durata giornaliera, che serviranno
a trasferire, nel contesto della partnership, il know-how che ciascun partner possiede per giungere
alla sperimentazione e collaudo dell’innovazione. Compito del CSEI Catania sarà quello di
occuparsi della pianificazione ed organizzazione dei meeting, curando in particolar modo le
modalità, le tecniche ed il materiale necessario a garantire il trasferimento tecnologico tra i partner,
di concerto con l’Unione Provinciale Agricoltori di Messina che si occuperà di tutte le attività volte
al coinvolgimento delle aziende agricole e delle associazioni di categoria finalizzato alla
divulgazione dei risultati progettuali. L’attività di divulgazione esterna dei risultati conclusivi del
Progetto sarà invece effettuata mediante la realizzazione di un seminario da svolgersi nella Provincia
di Messina. Il seminario, organizzato dal CSEI Catania in collaborazione con gli altri partner di
progetto, permetterà agli operatori del settore di riscontrare la qualità e le caratteristiche dei prodotti
realizzati nell’ambito del progetto in esame. L’incontro verrà realizzato presso la sala conferenze del
Comune di Sant’Agata di Militello. L’azione di diffusione prevede inoltre la realizzazione di un
opuscolo tecnico-scientifico, in cui saranno illustrati i protocolli di produzione messi a punto nel
corso dell’attività. I contenuti del progetto in esame e l’innovazione di processo saranno invece
descritti all’interno di un pieghevole che verrà distribuito nell’ambito dei seminari. Tutti i
documenti, risultati ed iniziative realizzate nell’ambito del progetto verranno inseriti in un sito WEB
appositamente creato.
3.4 Studio sulle tecniche di bilancio energetico superficiale per la quantificazione dei processi
evapotraspirativi di vigneti in ambienti mediterraneo – Progetto PRO.VITE
Il CSEI Catania ha già lavorato nel 2010 al primo anno del progetto VITE, che ha la durata di due
anni, finanziato dall’Assessorato delle Risorse Agricole e Alimentari della Regione Siciliana e che
riguarda una attività di ricerca applicata dal titolo: “Studio sulle tecniche di bilancio energetico
superficiale per la quantificazione dei processi evapotraspirativi di vigneti in ambienti
mediterraneo”.
La finalità dell’attività che svolge il CSEI Catania nell’ambito del progetto è lo sviluppo e la messa
a punto di metodologie innovative che consentano la valutazione dei processi evapotraspirativi
della coltura della vite, per contribuire ad una efficace e corretta gestione della risorsa idrica in
un’area vulnerabile dell’Italia insulare. Più specificamente, lo studio si propone i seguenti obiettivi:
- valutazione dell’applicabilità dell’approccio micrometeorologico integrato Surface Renewal
Bilancio Energetico per la stima dei flussi di evapotraspirazione effettiva da vigneti;
- individuazione dei valori del coefficiente colturale delle colture in studio al fine di razionalizzare
la distribuzione irrigua.
Nel corso del primo anno di attività, e come riportato nella documentazione di rendicontazione, il
CSEI ha curato l’installazione di strumenti di misura utili alla quantificazione degli scambi
energetici attraverso il sistema continuo suolo-pianta-atmosfera, ed ha implementato tecniche di
analisi dei dati, utili alla quantificazione dei flussi evapotraspirativi della coltura in studio.
Nel corso del secondo anno di attività, il CSEI Catania, dopo aver validato l’applicabilità della
tecnica micrometeorologica Surface Renewal, intende proseguire nel monitoraggio micro
meteorologico che verrà articolato nelle seguenti fasi:
- valutazione dell’energia disponibile, utile ai fini dei processi evapotraspirativi. Tale termine
dell’equazione di bilancio energetico verrà determinato attraverso misure dirette di radiazione
netta e del flusso di calore nel suolo;
- quantificazione del flusso di calore sensibile, quantità di energia scambiata dal sistema
vegetazione-atmosfera e individuazione di eventuali condizioni di stress e/o di avvezione. I
flussi di calore sensibile verranno determinati attraverso l’applicazione delle tecniche micro
meteorologiche Surface Renewal ed Eddy Covariance. I risultati delle due metodiche verranno
confrontati per individuare eventuali discrepanze;
- quantificazione dei flussi di calore latente o evapotraspirazione, attraverso la risoluzione
dell’equazione di bilancio energetico;
- analisi dei dati climatici provenienti dalle stazioni meteo, limitrofe l’area in studio, gestite dal
servizio agrometeorologico della Regione Siciliana (SIAS), ai fini della valutazione
dell’evapotraspirazione di riferimento;
- determinazione dei valori del coefficiente colturale, attraverso il “mean Kc approach” della
FAO. Confronto tra i valori di Kc stimati per l’area in studio e i valori proposti nelle
pubblicazioni FAO.
L’attività sperimentale verrà condotta presso l’azienda viticola AVIDE ubicata in provincia di
Comiso, in un areale ad elevata vocazionalità nella provincia di Ragusa.
Le attività previste richiederanno la conduzione di campagne di misure di alcune importanti
grandezze biofisiche della vegetazione, ed in particolare l’indice di area fogliare (LAI), il
coefficiente di estinzione della radiazione solare, l’intercettazione della radiazione PAR da parte
della vegetazione in studio.
Verranno inoltre analizzate le metodiche di approvvigionamento idrico adottate presso l’azienda,
quantificati i volumi somministrati e individuata la frequenza di adacquamento. I risultati del
monitoraggio micro meteorologico consentiranno, eventualmente, di modificare le metodiche di
somministrazione.
Lo studio prevede, inoltre, la caratterizzazione del suolo in esame, già eseguita nel corso del I anno
di attività. Le caratteristiche di ritenzione e permeabilità verranno analizzate su selezionati campioni
di suolo, rappresentativi dell’areale in studio.
In definitiva, i principali risultati attesi dal progetto saranno:
▫
▫
▫
▫
▫
determinazione su base stagionale delle componenti del bilancio energetico della coltura della
vite, e in particolar modo del flusso di calore latente di evapotraspirazione, monitorato a livello
dell’intero “sistema frutteto”;
valutazione dell’applicabilità della tecnica micrometeorologica Surface Renewal, quale
approccio sostitutivo a tecniche più rigorose quali l’Eddy Covariance, per la definizione dei
processi evapotraspirativi di colture vitivinicole;
parametrizzazione delle caratteristiche aerodinamiche dei diversi impianti in relazione alla loro
struttura e morfologia, determinazione della resistenza superficiale della chioma e contributo
alla soluzione dei problemi relativi al passaggio di scala dei parametri superficiali;
determinazione dell’evoluzione stagionale del coefficiente colturale delle colture agrumicole in
studio;
definizione di indicatori utili ad una gestione sostenibile dell’acqua di irrigazione.
L’approccio sperimentale proposto è volto, essenzialmente, all’avanzamento delle conoscenze in
merito alle potenzialità applicative della tecnica Surface Renewal, quale metodo utile alla
valutazione dei fabbisogni idrici colturali. Ridotto è il numero di applicazioni riportate dalla
letteratura internazionale circa l’utilizzo della tecnica, la quale potrebbe consentire, rispetto ad altre
tecniche più rigorose, risultati affidabili, minori oneri economici e di post-processing dei dati
acquisiti.
I risultati conseguiti nell’ambito della ricerca verranno utilizzati per dare indicazioni al gestore circa
il miglioramento dell’utilizzo delle risorse idriche presso l’azienda in studio.
Il CSEI Catania contribuirà alla realizzazione delle iniziative di comunicazione (seminari,
workshop, convegni) e di trasferimento delle innovazioni generate dalla ricerca. Attraverso incontri
tecnici, organizzati di concerto con l’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste della Regione
Siciliana verranno illustrati i risultati della ricerca nelle diverse fasi progettuali. Verranno realizzati
opuscoli divulgativi nei quali saranno illustrate le metodologie applicate e i principali risultati
conseguiti dalla ricerca. I soggetti interessati alle attività progettuali (proprietari d’azienda,
consorzi, enti di bonifica, associazioni di produttori, cooperative, ecc...) verranno invitati a dare
indicazioni circa le metodologie applicate e i risultati conseguiti. Tale aspetto verrà curato
mediante la distribuzione di questionari e l’organizzazione di incontri a cadenza trimestrale.
3.5 Programma operativo Italia-Malta 2007-2013 - Progetto MORISO: Monitoraggio delle
risorse idriche sotterranee ed interventi per il controllo dell’intrusione marina e per la
riduzione dell’inquinamento da attività agricole.
Il progetto, a valere sul programma operativo Italia-Malta 2007-2013, Asse Prioritario II: Ambiente,
Energia e Prevenzione Rischi – ha come obiettivo specifico il punto 2.1: Contribuire alla protezione
dell’ambiente tramite la salvaguardia, la valorizzazione, il monitoraggio delle risorse naturali
Il progetto, della durata di due anni, vede coinvolti il Dipartimento Interventi Infrastrutturali per
l'Agricoltura(Capofila) della Regione Siciliana, il Dipartimento di Ingegneria Agraria
dell’Università di Catania, il CSEI Catania,sede di Ragusa; l’Agenzia Regionale per la Protezione
dell’Ambiente, DAP di Ragusa e Malta Resources Authority Water Services Corporation
Il progetto ha come obiettivo generale il monitoraggio degli acquiferi costieri, finalizzato al
controllo dell’intrusione marina e alla riduzione dell’inquinamento causato da attività agricole.
Gli obiettivi specifici sono i seguenti:
- definire la qualità e la quantità delle risorse idriche sotterrane in alcuni bacini idrografici;
- individuare gli acquiferi costieri esposti al rischio di intrusione marina e/o di inquinamento
provocato da attività agricole;
- definire le pratiche agronomiche finalizzate al risparmio idrico e alla tutela delle falde;
- definire le azioni per prevenire i processi di salinizzazione e di inquinamento delle falde;
- valutare l’efficienza e i costi del processo di dissalazione di acque slamastre per usi irrigui;
Tali obiettivi saranno perseguiti attraverso le seguenti attività:
- l’implementazione di una rete di monitoraggio delle acque sotterranee;
- la creazione di un Sistema Informativo Territoriale (SIT) delle risorse idriche sotterranee;
- la messa a punto di impianti pilota di dissalazione e di microirrigazione;
La proposta progettuale si propone di individuare gli interventi volti al controllo dell’intrusione
marina e ridurre la liscivazione in falda degli inquinanti (metalli pesanti, macroelementi, composti
organici, ecc.) presenti nei fertilizzanti e negli agrofarmaci impiegati in agricoltura. In relazione a
ciò, gli obiettivi specifici, le azioni e i risultati del progetto risultano coerenti con la misura alla
quale si riferiscono. Infatti, l’implementazione di una rete di monitoraggio e la messa a punto di un
S.I.T. sulle risorse idriche sotterranee nelle zone costiere, nonché la promozione nell'uso di acque
salmastre dissalate per scori irrigui e l’individuazione di efficienti tecniche di irrigazione,
consentiranno di conseguire un uso irriguo sostenibile delle risorse idriche sotterranee. Il progetto è
stato sviluppato e verrà attuato in maniera congiunta tra i partner transfrontalieri in modo da
risultare compatibile alle dinamiche economiche delle due aree di interesse
I risultati attesi sono l' implementazione del sistema di monitoraggio delle risorse idriche sotterranee
e l'individuazione di interventi per il controllo dell’intrusione marina e per la riduzione
dell’inquinamento prodotto da attività agricole. Inoltre, il progetto consentirà di trarre indicazioni
sulla sostenibilità della dissalazione di acque salmastre per irrigazione di colture agricole, di parchi
e giardini
3.6 Convegno sul riuso delle acque reflue (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
La carenza d’acqua per i vari usi (civile, industriale, agricolo, ricreativo) rende indispensabile il
ricorso all’uso delle risorse idriche non convenzionali: acque reflue e acque saline.
In molte parti del mondo l’uso delle acque reflue è una praticata consolidata nell’ambito della
gestione integrata delle risorse idriche per aumentare la disponibilità di acqua per usi
qualitativamente meno esigenti, ridurre l’inquinamento dei corpi ricettori, effettuare la ricarica degli
acquiferi (intrusione salina), mantenere il deflusso minimo vitale nei corsi d’acqua a regime
torrentizio.
Il convegno sul riuso delle acque reflue ha l’obiettivo di contribuire a diffondere l’utilizzo di risorse
idriche ad uso irriguo svincolando da quest’uso risorse qualitativamente pregiate da destinare all'uso
civile. Appare quindi di rilevante interesse sostenere gli enti interessati (provincia, comuni, consorzi
di bonifica, ecc.) nella valutazione e programmazione della realizzazione di sistemi di riuso delle
acque reflue
Nel corso del convegno si affronteranno argomenti relativi al riuso delle acque reflue in agricoltura
ponendo particolare attenzione agli aspetti igienico-sanitari, tecnologici (metodi di irrigazione
localizzata) e normativi.
Il convegno si svolgerà in un’unica giornata e sarà suddiviso in due sessioni principali.
Sessione 1
•
Presentazione del tema del convegno
•
Impatto delle acque reflue non depurate nei corsi d’acqua e nel mare.
•
Esempi di riuso delle acque reflue depurate.
Sessione 2
•
Illustrazione di alcune tipologie di impianti di trattamento delle acque reflue.
•
•
Costi di realizzazione e di esercizio del impianto,
Indirizzi della ricerca nel campo del riuso delle acque reflue e prospettive future.
3.7 Seminario sui nuovi utilizzi delle arance rosse in Sicilia (in collaborazione con l’Assessorato
BB.CC. e I.S.)
La più tipica ed importante produzione siciliana fa riferimento alle arance pigmentate, oggi affidata
in maggior parte alle diverse selezioni di Tarocco, e, in misura minore, di arancio Moro e
Sanguinello. Tale tipologia di produzione non ha concorrenti nel mercato europeo e assume
pertanto rilevante importanza strategica. Essa va implementata con cultivar ad elevato contenuto
antocianico sia per il valore salutistico che queste sostanze esercitano come antiossidanti sia per
nuove possibilità di utilizzo anche in settori diversi da quello alimentare. La produzione di
antocianine è un carattere relativamente instabile per cui risulta difficile fidelizzare i consumatori e
standardizzare i livelli qualitativi del prodotto. L’individuazione di cloni e la selezione finora
effettuata ha consentito di ampliare il calendario di commercializzazione della cv Tarocco ma il
lavoro di miglioramento genetico, realizzato anche mediante incroci tra genotipi pigmentati,
potrebbe fornire nuove risposte anche con riferimento ad utilizzi diversi del frutto e , in particolare,
per la estrazione di composti da impiegare nel settore energetico, farmaceutico, cosmetico.
Il CSEI Catania organizzerà un seminario di una giornata e affronterà le seguenti tematiche:
• Origine, diffusione e importanza delle arance rosse
• Patrimonio varietale
• Proprietà salutistiche delle arance rosse
• Prospettive di impiego dei pigmenti antocianici nel settore energetico
• Innovazioni nell’utilizzo del frutto: succhi concentrati, IV gamma
3.8 Progetti di formazione presentati su bandi della Regione Siciliana
I progetti presentati nel settembre del 2009 fanno riferimento all’Avviso Pubblico n. 8 - 29 maggio
2009 – Asse 1: Adattabilità - Avviso per la formulazione di interventi formativi per lo sviluppo dei
saperi e delle competenze - Assessorato Regionale del Lavoro, della Previdenza Sociale, della
Formazione Professionale e dell’Emigrazione– Dipartimento Regionale Formazione Professionale –
Programma Operativo Obiettivo Convergenza 2007-2013, Fondo Sociale Europeo, GURS n. 39 del
21.08.2009.
In particolare gli interventi formativi riguarderanno i seguenti temi:
- “Progetto di formazione per operatori di campo dei Consorzi di Consorzi di Bonifica siciliani”
Tipologia formativa n.2 - Asse I Adattabilità: Interventi formativi pluriaziendali
- “Operatori del settore vivaistico”
Tipologia formativa n.5- Asse II Occupabilità:Interventi formativi di qualifica
3.9 Seminario sul cambiamento climatico e agricoltura: strumenti di monitoraggio ed
interventi di mitigazione (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
I cambiamenti climatici sono il primo segnale degli effetti di un modello di sviluppo, iniziato con la
rivoluzione industriale alcuni secoli fa, che porta oggi ai cambiamenti globali del pianeta, tra cui
quello climatico è forse il più evidente.
Nell’ultimo decennio le problematiche inerenti il cambiamento climatico hanno destato interesse
crescente a livello internazionale, a seguito degli effetti negativi indotti sul comparto agricolo,
l’approvvigionamento idrico, il benessere sociale, l’economia e la politica delle aree interessate.
Recentemente l’IPCC (Inter Governmental Panel on Climate Change) ha indicato che negli ultimi
100 anni l’incremento medio della temperatura nel pianeta ha raggiunto 0,74°C. In particolare, a
partire dal 1950 si è assistito al maggiore riscaldamento, a seguito dell’innalzamento delle emissioni
di gas serra (CO2, SO4). Modelli utilizzati per la predizione del cambiamento climatico a livello
globale hanno indicato possibili incrementi di temperatura compresi tra 1,1 e 6,4°C nel periodo
1990-2010. Per quanto riguarda il comparto agricolo, la variabilità del regime termometrico,
pluviometrico, della velocità del vento e della concentrazione atmosferica di CO2, può influenzare
significativamente la produttività delle colture e dunque condizionare il beneficio economico
connesso. Per quanto attiene ai cambiamenti climatici in atto e gli impatti che questi hanno sulla
produzione agricola, in Italia possiamo distinguere un quadro invernale e un quadro estivo.
L'insieme di due fenomeni ormai ricorrenti, la siccità invernale e le ondate di calore estive, crea un
problema di disponibilità idrica specialmente nel Nord Italia dove il modello di agricoltura si basa
su colture irrigue, fortemente penalizzate dalla mancanza di acqua. Ma anche nel Centro e nel Sud
questo problema diviene cruciale, in particolare in quelle aree che già soffrivano per regimi
climatici con scarse precipitazioni. Al fenomeno della siccità si aggiunge l'aumento degli eventi
estremi di precipitazione che causano danni ingenti e la necessità di chiedere frequentemente lo
stato di calamità. La modifica del quadro della grande circolazione generale comporta anche la
modifica dei ritmi stagionali con primavere sempre più anticipate ed autunni prolungati, con
conseguenza sulla fenologia delle piante e sul calendario delle operazioni agricole.
L'insieme di questi impatti richiede una valutazione delle misure da prendere per adattarsi a questa
situazione: necessità di un piano delle acque che preveda anche la costituzione o il ripristino dei
piccoli bacini collinari; una revisione del modello di agricoltura in termini di colture e varietà meno
esigenti in acqua; utilizzo di tecniche che permettano la massima efficienza nell'uso dell'acqua,
come l'irrigazione a goccia.
Con l’obiettivo di analizzare le problematiche di cambiamento climatico che interessano il nostro
Paese e di individuare misure ed interventi di mitigazione degli effetti di tali modifiche sul settore
agricolo, il CSEI Catania ha l’intento di organizzare un seminario dal titolo “Cambiamento
climatico e agricoltura: strumenti di monitoraggio ed interventi di mitigazione”, al quale saranno
inviati esperti del settore.
Nel corso dell’incontro, che si articolerà in due giornate di studio, verrà presentata la linea politica
dell’Unione Europea per la lotta ai cambiamenti climatici. Il seminario sarà centrato sul tema dei
rapporti tra i cambiamenti climatici e l’agricoltura. Sarà approfondito il tema degli effetti potenziali
sull’attività agricola di tale fenomeno globale. Verranno, inoltre, trattate tematiche inerenti il
contributo che l’attività agricola può offrire alla lotta contro i cambiamenti climatici.
3.10 Seminario sul monitoraggio dei fabbisogni irrigui: tecniche di misura e scale di
applicazione (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
La piena applicazione della direttiva quadro 2000/60/CE in materia di acque non può prescindere
dal corretto utilizzo delle risorse idriche in agricoltura. Recenti studi hanno, infatti, rilevato che per
le regioni dell’Italia meridionale circa il 60% delle risorse idriche disponibili, sia da fonti
superficiali che sotterranee, è destinato all’irrigazione. Il quadro normativo comunitario e nazionale
ha indicato gli obiettivi da perseguire per l’utilizzo della risorsa idrica: il risparmio, la disponibilità
e l’accessibilità per i diversi utilizzatori, la tutela da fonti inquinanti. A tal fine le istituzioni, ma in
maggior misura gli imprenditori agricoli, devono acquisire una consapevolezza maggiore riguardo
questa fondamentale risorsa. Ne segue che un aspetto di fondamentale importanza per la
sostenibilità della maggior parte dei sistemi colturali è costituito dalla gestione delle risorse idriche
ad essi destinate, in aree caratterizzate da condizioni di cambiamento nei regimi pluviometrici e
termometrici. Negli ultimi anni si è assistito ad un notevole progresso di conoscenza sull’evoluzione
dei processi evapotraspirativi delle colture, e sono stati messi a punto modelli e tecniche di misura
in grado di descrivere con notevole accuratezza i meccanismi di scambio di massa ed energia nel
sistema continuo suolo-pianta-atmosfera. Tuttavia la complessità degli apparati radicali e delle parti
aeree di molte colture irrigue richiede ulteriori approfondimenti nello studio dei processi che
regolano i flussi evapotraspirativi, in special modo in condizioni di stress idrico.
In tale contesto si inserisce la proposta del CSEI Catania di organizzare un seminario, che si
articolerà in due giornate di studio, dal titolo “Il monitoraggio dei fabbisogni irrigui: tecniche di
misura e scale di applicazione”, al quale saranno invitati esperti del settore.
Nell’ambito del seminario, attraverso un approccio di tipo interdisciplinare, saranno presentate
alcune tra le principali metodologie per la misura dei flussi evapotraspirativi a partire dai
meccanismi di trasporto interni alla pianta fino agli scambi con l’atmosfera. Sarà valutato l’impiego
di tecniche innovative sia da telerilevamento (mediante sensori multi-spettrali montati su
piattaforme e/o aerei) che in-situ (flusso linfatico, metodi micro-meteorologici per il bilancio
energetico superficiale). Particolare rilievo sarà dato alle sperimentazioni condotte in due areali
siciliani di peculiare interesse per il settore (agrumicoltura nella Piana di Catania, olivo-viticoltura
e viticoltura nella Sicilia sud-occidentale).
4. SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
4.1 Seminario sulla gestione del Servizio Idrico Integrato in Sicilia
(in collaborazione con
l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
Pur essendo passati quindici anni dall’entrata in vigore della legge 36/94 che introduceva il Servizio
Idrico Integrato da gestire in Ambiti Territoriali Ottimali, ancora in molte aree soprattutto nel
Meridione d’Italia i conseguenti auspicati adeguamenti delle modalità di gestione non si sono
ottenuti. L’approvazione del Decreto Legislativo 152/06 con le sostanziali modifiche in corso di
esame (e le possibili ulteriori novità che potranno derivare dagli attuali orientamenti politici sulla
riduzione degli enti e sulla pubblicazione dei servizi) inducono comunque a rivedere le competenze
e ripensare ed approfondire modalità della programmazione, realizzazione e controllo del Servizio
Idrico Integrato.
Il CSEI Catania proseguendo l’attività svolta in questo campo, iniziata con il Convegno sulla legge
36/94 e continuato successivamente con la redazione di un prototipo di Sistema Informativo al fine
di aiutare le Autorità d’Ambito a svolgere con efficienza ed efficacia i loro compiti ed un servizio
di assistenza tecnica agli ATO, nonché le attività svolte per conto dell’ATO idrico di Ragusa, si
propone di organizzare un seminario sui temi predetti rivolto agli operatori delle Autorità d’Ambito
e dei Gestori del Servizio Idrico Integrato.
Il seminario sarà suddiviso in due sessioni principali.
Sessione 1 - L’ATTUALE GESTIONE DEL S.I.I. IN SICILIA
• la situazione: le risorse, le infrastrutture, gli organi di gestione
• la normativa attuale
• le esperienze significative
Sessione 2 - LA NUOVA GESTIONE DEL S.I.I. IN SICILIA
• i vincoli normativi ed ambientali
• le competenze dei Comuni
• la gestione ad area vasta: gli ATO
• i gestori: costituzione, competenze
• il finanziamento della realizzazione ed aggiornamento delle infrastrutture
5. TUTELA DELL'AMBIENTE E GESTIONE DEI SISTEMI DI DISINQUINAMENTO
5.1 Progetto di ricerca finalizzato allo sviluppo sostenibile del territorio della “Riserva
Naturale Orientata La Timpa di Acireale”
Il progetto di ricerca intende sviluppare e mettere a punto un modello per la tutela e la
valorizzazione di aree ad elevato interesse ambientale. Lo studio assume pertanto valenza anche ai
fini della trasferibilità in altre aree siciliane.
Attraverso l’attività di ricerca, si intende pervenire ad un piano di interventi finalizzato allo
sviluppo del territorio circostante l’area protetta.
Lo studio dovrà inoltre consentire di individuare le modalità operative di attuazione degli interventi
individuando le fonti di finanziamento disponibili (Piano di Sviluppo Rurale, PON, PO FSER
2007-2013, Agenda 21 locale).
Lo studio intende realizzare una attività di ricerca finalizzata alla predisposizione di un modello di
sviluppo, tutela e valorizzazione di aree caratterizzate da elevato interesse ambientale e potenzialità
di sviluppo turistico.
Gli obiettivi dell’attività proposta sono:
5.2 Programma operativo Italia-Malta 2007-2013 - Progetto ProMed: La protezione
dell’ambiente nelle isole del Mediterraneo attraverso la valorizzazione della coltura
arborea.
Il progetto ProMed: “La protezione dell’ambiente nelle isole del Mediterraneo attraverso la
valorizzazione della coltura arborea”, a valere sul programma operativo Italia-Malta 2007-2013,
Asse di riferimento I: Competitività: Innovazione e Ricerca, Sviluppo Sostenibile – ha come
obiettivo specifico il punto 1.1: Sostenere la ricerca e l’innovazione per favorire percorsi di
sviluppo sostenibile. I partner coinvolti sono l’Istituto Regionale della Vite e del Vino (capofila)
IRVV ente di ricerca della regione siciliana, il CSEI Catania, l’Università di Malta, Ministry For
Resources And Rural Affairs di Malta, Comune di Lampedusa e Linosa, Comune di Pantelleria,
Organizzazjoni Produtturi Gheneb-Inbid Malta.
Il progetto si pone gli obiettivi generali di lotta all’erosione nelle isole di Gozo, Malta, Linosa e
Pantelleria e di sviluppo e incremento di fonti di reddito eco-compatibili alternative al turismo
balneare, nonché gli obiettivi specifici di inversione della tendenza all’abbandono delle campagne,
aumento della copertura verde nei mesi siccitosi, salvaguardia del sistema dei muretti a secco,
razionalizzazione delle risorse idriche, di ottenimento di prodotti ad alto reddito, sviluppo di
percorsi turistici, mantenimento dei risultati anche dopo la conclusione del progetto. Le attività
previste, oltre alla gestione e coordinamento e alla comunicazione, sono lo studio dei territori con
individuazione delle zone a rischio, l’ottimizzazione dell’impianto del vigneto, la valorizzazione
dei suoi prodotti per rendere il sistema remunerativo e quindi in grado di automantenersi nel tempo,
la creazione di un centro sperimentale per il prosieguo delle attività relative a Malta. I risultati
saranno costituiti dall’organizzazione dei territori in aree a rischio ove le autorità locali potranno
promuovere l’impianto del vigneto, nella corretta utilizzazione dei diversi vitigni in funzione delle
peculiarità locali, nella definizione di protocolli enologici in grado di garantire la rimuneratività del
sistema, nella creazione di un centro sperimentale maltese in grado di proseguire le attività di
ricerca applicata e sperimentazione anche oltre il termine del progetto, la promozione di nuovi
percorsi turistici.
L’erosione, causata da riduzione di copertura vegetale, incremento di pendenza del terreno e siccità,
è in alto nelle isole mediterranee, dove il turismo balneare, fonte di reddito, ha portato al
progressivo abbandono delle campagne. Storicamente la redditizia coltivazione della vite ha difeso
il territorio, in modo diretto, con l’azione di ancoraggio delle radici, e indiretto, con la costruzione e
il mantenimento di muretti a secco a sostegno dei versanti scoscesi. A Malta, dove alla usuale
aridità estiva si sono aggiunti periodi di siccità invernali che hanno portato a una graduale e ben
visibile desertificazione, la vite è stata identificata come uno strumento idoneo per invertire questo
trend. A ciò si aggiunge il fatto che la valorizzazione dei derivati dell’uva può incoraggiare gli
agricoltori al mantenimento delle colture. A Pantelleria, negli ultimi 20 anni, la superficie di vigneto
si è ridotta da 3000 a 1526 ettari; a Linosa, i vigneti sono praticamente scomparsi. L’IRVV
nell’ottica dello sviluppo, ha già realizzato con pieno successo un progetto analogo a Mozia, degli
studi preliminari per aumentare le rese del vino a Pantelleria e dal 2008 ha dei vigneti sperimentali a
Linosa. Destinatari del progetto sono le aziende vitivinicole di Pantelleria, gli abitanti di Linosa, i
vignaioli e gli enologi maltesi. Il progetto si propone di indurre l’aumento di superficie vitata, con
conseguente tutela del territorio e aumento del verde nel periodo estivo, incrementando il valore
delle uve.
Il progetto propone la coltivazione della vite e la valorizzazione dei suoi derivati quale sistema
remunerativo a tutela dei territori dall’erosione. Il WP1 (tutti i partner) con il comitato di pilotaggio,
garantirà gestione e coordinamento del progetto. Il WP2, (IRVV, CSEI, comuni di Lampedusa e
Pantelleria, Università di Malta) individuerà le zone a rischio di erosione dove impiantare la vite e
le differenzierà in funzione delle migliori scelte colturali. Il WP3 (IRW, CSEI, Consorzio
Pantelleria, Università e OP maltesi) individuerà i migliori vitigni e le condizioni colturali ottimali,
anche in riferimento alle risorse idriche, con studi agronomici effettuati dai tre enti di ricerca
coinvolti e la collaborazione dei produttori. Il WP4 (IRVV, Consorzio Pantelleria, Università e OP
maltesi) permetterà l’aumento del valore delle uve rendendo remunerativa la coltivazione della vite
con studi enologici, condotti all’IRW in collaborazione con l’Università di Malta nella cantina
sperimentale di Marsala nonché direttamente in azienda. Il WP5 (IRVV, CSEI, Università e
Ministero dell’Agricoltura maltesi) con lo scambio integrato delle conoscenze e la creazione di un
centro sperimentale, addestrerà in partner maltesi nei protocolli tecnici di coltivazione della vite e di
trasformazione delle uve rendendoli autonomi prima della conclusione del progetto. Il WP6 (tutti i
partner) attraverso la divulgazione dei risultati raggiunti sensibilizzerà gli abitanti sul tema della
difesa nonché individuerà nuovi strumenti di promozione dei territori. La modalità di lavoro
prevede l’individuazione di team in cui confluiranno le specifiche competenze dei singoli partner. I
destinatari principali dei risultati sono i produttori attuali nonché potenziali agricoltori. Le
istituzioni locali, inoltre, avranno degli strumenti utili su cui basare la propria politica agricola. Le
ricadute socio-economiche saranno sicuramente positive in termini sia di sviluppo del tessuto
produttivo sia di incremento dell’occupazione.
Obiettivi generali
A) lotta all’erosione nelle isole di Malta, Gozo, Linosa e Pantelleria
B) sviluppo e incremento di fonti di reddito eco-compatibili alternative al turismo balneare in
grado di destagionalizzare l’offerta turistica
Obiettivi specifici
1) inversione della tendenza all’abbandono delle campagne
2) aumento della copertura verde nei mesi siccitosi
3) salvaguardia del sistema di muretti a secco
4) razionalizzazione delle risorse idriche
5) ottenimento di prodotti ad alto reddito
6) sviluppo di percorsi turistici eco-culturali
7) mantenimento dei risultati anche dopo la conclusione del progetto
Gli obiettivi 2, 3 e 4 verranno raggiunti attraverso studi della coltura della varietà Zibibbo
(Pantelleria, Linosa e Gozo) e di zonazione viticola (Malta e Gozo) con identificazione dei vitigni
internazionali più adatti e miglioramento delle pratiche colturali degli autoctoni. Gli obiettivi 1 e 5
verranno raggiunti con studi enologici sull’aumento delle rese uva/vino di vini liquorosi (che per
Pantelleria contribuirà anche ai punti 2 e 3), sulla produzione di una nuova tipologia di prodotto
(Zibibbo di Linosa) e sull’ottenimento di prodotti di alto valore economico a Malta e Gozo.
L’obiettivo 6 verrà raggiunto attraverso l’azione di informazione e comunicazione dei risultati del
progetto. Il 7 verrà raggiunto attraverso il ripristino di una stazione sperimentale a Malta e la
costituzione di un team di esperti che possa proseguire gli studi anche dopo la fine del progetto (in
Sicilia questa funzione è già svolta dall’IRVV)
5.3 Progetto FO.C.U.S.: Fotovoltaico Compatibile con l’Uso in Serra – L.R. n.23 del
16.12.2008 finanziato dalla linea di intervento 4.1.1.1 del POR FSER Sicilia 2007 – 2013
Il progetto FO.C.U.S.: Fotovoltaico Compatibile con l’Uso in Serra rientra tra le attività inerenti
l’avviso pubblico per la concessione delle agevolazioni in favore della ricerca, sviluppo ed
innovazione previste dall’art. 5 della legge Regionale 16.12.2008, n. 23 - Linea di intervento
4.1.1.1 del POR FSER Sicilia 2007 – 2013.
Il progetto, della durata di trenta mesi, è stato presentato nel novembre 2010 dal CSEI Catania e da
altri soggetti il cui partenariato risulta così composto:
- PROMO.TER.SUD Società cooperativa (Capofila)
- TECNOSERRE s.r.l.
- Studio Migliore di Migliore Andrea s.a.s.
- CNR-ITAE, Istituto di Tecnologie Avanzate per l’Energia, fondato dal Consiglio Nazionale delle
Ricerche
- Azienda agricola Ortitalia di Ferraro,Failla e Salerno società semplice agricola
L’attività del partenariato avrà lo scopo di individuare un sistema di gestione del risparmio
energetico che si sposi con la massimizzazione dei profitti derivanti dalla produzione agricola,
investendo il campo della progettazione e realizzazione di impianti serricoli.
Il progetto si propone di avviare un processo di ammodernamento delle strutture produttive del
comparto agricolo che consenta alle imprese agricole di diminuire i costi di produzione, non a
scapito della qualità del prodotto, favorendo, pertanto la competitività sul mercato in ambito
nazionale e internazionale.
Gli obiettivi del progetto sono:
- descrivere lo stato attuale della tecnologia e i suoi limiti, inclusa la situazione di
proprietà intellettuale;
- descrivere i principali ostacoli tecnico-scientifici e tecnologici da superare per raggiungere
gli obiettivi e le soluzioni previste;
- illustrare il vantaggio della/e soluzione/i tecnologica/e proposta/e e mettere in luce il
valore innovativo dalle attività di progetto;
- spiegare perché i risultati che si intendono raggiungere sono competitivi, sia per i soggetti
proponenti che in termini assoluti;
- dimostrare la fattibilità dell’innovazione prevista e descrivere i principali rischi del progetto, cioè
i fattori tecnologici e non, che potrebbero impedire un successo del progetto.
Nell’ambito di potenziale eccellenza “Energia e Ambiente”, l’utilizzo razionale di fonti di energia
rinnovabile determinerà una significativa riduzione dell’impatto ambientale delle strutture serricole
grazie alla capacità della serra stessa di produrre autonomamente l’energia elettrica necessaria per
alimentare il sistema di impianti installati.
I vantaggi di natura tecnica, economica e commerciale, sono riconducibili al miglioramento del
profilo quali – quantitativo delle produzioni agricole, ottenibile mediante l’utilizzo delle più
moderne tecniche di coltivazione.
La realizzazione di queste strutture, e la successiva diffusione dei risultati raggiunti permetterà,
inoltre, di incrementare notevolmente l’occupazione nel settore energetico con l’impiego di
personale altamente qualificato e formato.
I risultati del progetto saranno immediatamente applicabili alle aziende agricole di tutto il territorio;
sarà dedicata, quindi, particolare cura alla diffusione degli stessi attraverso un’intensa attività di
divulgazione: verranno realizzati workshop intermedi, al fine di evidenziare lo stato dell’arte della
tecnologia e dei workshop finali e pubblicazioni per mettere in luce come le soluzioni prospettate
dal progetto consentano agli imprenditori agricoli di raggiungere quel connubio tra risparmio
economico e produzione di alta qualità in un’ottica di sostenibilità ambientale.
La proposta progettuale prevede la realizzazione di tre serre, uguali per dimensioni e tipologia
costruttiva (struttura in carpenteria metallica leggera), aventi coperture differenti l’una dall’altra.
In sintesi, l’obiettivo del progetto è quello di avviare un processo di ammodernamento delle
strutture produttive tradizionali che consenta una razionalizzazione dell’uso dell’energia attraverso
un’articolata combinazione di interventi impiantistico-strutturali che rendano la serra capace di
produrre energia sfruttando ed integrando le risorse presenti in natura (terra e sole), e garantendo un
perfetto equilibrio energetico, comfort climatico, risparmio economico e sostenibilità ambientale.
5.4 Corso di formazione sull’utilizzo dei sistemi di fitodepurazione per il trattamento ed il
riuso delle acque reflue (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
La depurazione delle acque reflue urbane rappresenta, soprattutto per le piccole e medie comunità,
un problema economico e gestionale assai oneroso e di difficile soluzione. I sistemi di
fitodepurazione, pur richiedendo per la loro realizzazione superfici abbastanza ampie, presentano un
basso costo di esercizio e sono relativamente semplici nella fase di gestione. Le suddette
caratteristiche li rendono particolarmente indicati per il trattamento dei liquami di piccole e medie
comunità o dei piccoli insediamenti agroindustriali sia nel caso dello scarico in corpi idrici o sul
suolo sia nel caso di riuso degli effluenti. Inoltre tali sistemi possono essere utilizzati anche per il
disinquinamento dei corsi d’acqua mediante la realizzazione di opportune fasce tampone per la
depurazione degli inquinanti di origine diffusa. In Italia l’interesse verso questa tecnologia si è
sviluppato solo nell’ultimo decennio, grazie anche all’emanazione del D.Lgs 152/99 (aggiornato
con il D.Lgs. 152/2006) nel quale viene consigliata l’adozione di alcune tipologie di trattamento
naturale, quali lagunaggio e fitodepurazione, per tutti gli agglomerati con popolazione equivalente
compresa tra 50 e 2.000 AE e, laddove le caratteristiche territoriali e climatiche lo consentano, per
gli agglomerati in cui la popolazione equivalente fluttuante sia superiore al 30% della popolazione
residente. Inoltre, il ricorso a tali tecnologie viene auspicato anche per gli agglomerati di maggiori
dimensioni con popolazione equivalente compresa tra i 2.000 e i 25.000 AE, come trattamento di
affinamento da realizzarsi a valle di impianti a fanghi attivi o a biomasse adesa. La fitodepurazione
anni ha quindi ricevuto un crescente interesse da parte di tecnici ed amministratori e numerosi sono
i casi di applicazione di tale tecnologia soprattutto nel nord e centro Italia. Nel Meridione, dove le
caratteristiche climatiche sarebbero particolarmente favorevoli alla applicazione della
fitodepurazione, di contro si registra ancora una modesta diffusione degli impianti di
fitodepurazione anche a causa di una carente conoscenza da parte di tecnici ed operatori del settore.
Il CSEI Catania, allo scopo di illustrare e contribuire a diffondere la tecnologia della
fitodepurazione, ha già organizzato in passato incontri di studio su questo tema. Nel 2011
organizzerà un ulteriore incontro di studio con lo scopo principale di diffondere la tecnologia della
fitodepurazione, le sue potenzialità e gli opportuni criteri di dimensionamento e gestione delle
diverse tipologie di impianti di fitodepurazione esistenti.
Le relazioni verranno svolte da docenti universitari e tecnici esperti nel settore della
fitodepurazione. Il corso di formazione sarà rivolto in particolare ai liberi professionisti e ai tecnici
ed amministratori di Enti pubblici e privati responsabili della realizzazione, gestione e monitoraggio
dei sistemi di trattamento delle acque reflue urbane (ATO, Comuni, ARPA, ARTA, ASL, Consorzi
di Bonifica, ecc.).
L’incontro avrà la durata di due giorni e mezzo e sarà programmato secondo il seguente schema di
massima:
1° Giorno
- Introduzione sui sistemi di fitodepurazione e sulla normativa vigente
- I sistemi FWS: funzionamento, potenzialità, criteri di progettazione e gestione
- I sistemi H-SSF: funzionamento, potenzialità, criteri di progettazione e gestione
2° Giorno
- I sistemi V-SSF: funzionamento, potenzialità, criteri di progettazione e gestione
- Casi studio su diverse tipologie di refluo da trattare
- Casi studio per il riuso a scopo irriguo
3°Giorno
Visita tecnica presso impianti di fitodepurazione
5.5 Seminario sull’adeguamento, rinaturazione e manutenzione dei corsi d’acqua naturali (in
collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
Con la direttiva 2000/60/CE e successivamente con il D.Lgs.vo152/06 e sue modifiche e
sostituzioni si individuano norme, strutture ed attività articolate e complesse miranti ad una
adeguata gestione dei bacini idrografici.
A livello internazionale e nazionale è stato ormai riconosciuto che occorre affrontare il tema
dell’assetto dei corsi d’acqua e del territorio con un approccio di tipo integrato e multi-obiettivo,
considerando cioè contemporaneamente, oltre agli aspetti idraulici, anche quelli geomorfologici ed
ambientali al fine di raggiungere l’obiettivo, entro il 2015, dello stato buono per tutti i corsi d’acqua
richiesto agli Stati Europei dalla Direttiva Quadro sulle Acque (2000/06/CE); mettere ciò in pratica
richiede però di modificare i metodi di pianificazione, progettazione e gestione dei corsi d’acqua,
alla ricerca di un nuovo punto d’equilibrio tra esigenze diversificate. La riqualificazione fluviale,
nelle azioni specifiche di adeguamento, rinaturazione e manutenzione del corso d’acqua, deve
essere intesa come un’insieme di soluzioni progettuali e pianificatorie che permettono di
raggiungere obiettivi socio-economico-produttivi, di sicurezza idraulica, di disponibilità idrica, di
qualità dell’acqua e geomorfologici, andando nel contempo nella direzione del miglioramento
ambientale dei corsi d’acqua riavvicinandoli il più possibile alla loro condizione naturale di
ecosistemi che evolvono nel tempo, integrati e comunicanti con il territorio circostante, a tutto
vantaggio della qualità delle acque per la rimozione degli inquinanti, della sicurezza idraulica e per
il mantenimento della biodiversità. L’elemento propulsore di questa nuova politica non è solo
“ambientale”, ma innanzitutto economico, di bilancio costi/benefici: si è preso atto che i costi degli
interventi del classico approccio ingegneristico non sono compensati dai benefici. Riqualificare i
corsi d’acqua e il relativo territorio dunque “conviene” anche dal punto di vista economico. Questo
punto di forza sta alla base dell’idea che la riqualificazione fluviale, intesa come modifica
sostanziale del rapporto tra uomo e natura, non è solo un’azione tesa all’obiettivo ambientale, ma
anche un potente mezzo per ridurre i rischi e i costi.
Le modifiche recentemente apportate alle norme, le attuazioni realizzate con esiti molto diversi ma
che hanno offerto esperienze le cui conoscenza appare molto utile, le incertezze comunque ancora
diffuse su competenze e modalità di coordinamento hanno indotto il CSEI Catania a programmare
la realizzazione di un seminario di approfondimento e di riflessione che sia anche di scambio di
informazioni ed esperienze.
Il seminario si propone l’obiettivo di trattare i temi dell’adeguamento, rinaturazione e manutenzione
dei corsi d’acqua con riferimento sia agli aspetti idraulici ed idrologici connessi alla realizzazione di
opere di sistemazione idraulica in alveo sia a quelli più propriamente ecologici sia, infine, a quelli
connessi alla qualità delle acque fluviali, al fine di contribuire a un’evoluzione nel modo di gestire i
corsi d’acqua e il territorio. In particolare sembra opportuno approfondire le problematiche
connesse all’adeguamento o manutenzione dei corsi d’acqua naturali anche come seguito ai
seminari tenutisi negli scorsi anni sulla gestione degli invasi.
Il seminario, che avrà la durata di due giorni, è rivolto agli operatori degli enti addetti o interessati
sia alla pianificazione programmazione e controllo che alla gestione operativa dei bacini idrografici
ed in particolare dei corsi d’acqua.
5.6 Corso sulla gestione integrata e sostenibile dei rifiuti (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC.
e I.S.)
I recenti provvedimenti legislativi nel campo della gestione integrata dei rifiuti solidi (D.Lgs.
152/2006 e successive modifiche ed integrazioni) se, da un lato, hanno dato una maggiore
organicità al quadro normativo vigente relativo alle problematiche ambientali legate ad una corretta
gestione del rifiuti attualmente prodotti ed alla soluzione dei gravi dissesti ambientali provocati in
passato da soluzioni di smaltimento affrettate ed approssimative, evidenziano, dall’altro, la
necessità, per coloro che operano del settore, di una sempre maggiore professionalità e
specializzazione.
Il Corso in “Gestione Integrata e Sostenibile dei Rifiuti” intende pertanto rispondere alle esigenze di
formazione relative:
- quadro normativo vigente;
- alle problematiche di pianificazione, gestionali e di valutazione della prestazione dei servizi
offerti;
- alle misure e agli strumenti per la caratterizzazione e la classificazione dei rifiuti;
- alle tecnologie per il recupero, la valorizzazione, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti solidi
urbani;
- alla valutazione di impatto ambientale di impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti;
- alle procedure per la caratterizzazione ed alle tecnologie per la messa in sicurezza permanente
delle vecchie discariche.
5.7 Convegno su fitosanitari e ambiente: analisi dei rischi per la salute umana e ambientale (in
collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
Il convegno su fitosanitari e ambiente: analisi dei rischi per la salute umana e ambientale, ha
l’obiettivo dell’approfondimento e della diffusione delle conoscenze delle problematiche connesse
con l’uso dei prodotti fitosanitari, definizione usata generalmente per gli antiparassitari usati in
agricoltura.
Nel convegno verranno illustrati gli importanti sviluppi normativi avvenuti recentemente a livello
europeo e nazionale in materia di prodotti fitosanitari e di tutela delle acque dall’inquinamento e di
classificazione ed etichettatura delle sostanze pericolose. Verranno inoltre trattati i temi della difesa
fitosanitaria e delle strategie finalizzate alla riduzione dell’impatto. Verranno presentati i risultati
dei programmi di controllo ambientale e sanitario con le tematiche correlate della tutela dei corpi
idrici, dei modelli per la previsione dell’esposizione e delle metodiche analitiche.
Il convegno si svolgerà in un’unica giornata e sarà suddiviso in due sessioni.
Sessione 1 - Contesto Nazionale:
• Aspetti normativi per il controllo dei fitofarmaci
• Classificazione ed etichettatura delle sostanze pericolose
• Principi attivi e metaboliti: metodi per la salvaguardia delle acque da destinarsi al consumo
umano
• Intossicazioni acute ed effetti cronici da esposizione a fitosanitari.
Sessione 2 – Presentazione degli studi e dei risultati in Sicilia:
• Aspetti pedologici e modellazione del destino dei fitofarmaci
• Controllo e razionalizzazione dell’impiego dei prodotti fitosanitari in Sicilia
• Dati ambientali e tecniche per la valutazione della vulnerabilità da fitofarmaci
• Monitoraggio ambientale dei fitofarmaci in Sicilia, evoluzione delle metodiche analitiche e
risultati
5.8 Seminario sulla sostenibilità della produzione e trasformazione di biomassa a fini
energetici (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)
Il CSEI Catania intende svolgere un seminario sulla “Sostenibilità della produzione e
trasformazione di biomassa a fini energetici” rivolto ai liberi professionisti, agli imprenditori
agricoli ed ai tecnici ed amministratori di Enti pubblici e privati coinvolti nella filiera di produzione
e trasformazione delle biomasse a scopi energetici.
Per ridurre lo sfruttamento dei combustibili fossili, risorse in via di esaurimento, e migliorare la
qualità dell'ambiente, è importante non solo ottimizzare i processi di trasformazione in termini di
risparmio energetico e d'uso di sostanze non tossiche ma, soprattutto, valorizzare le risorse naturali
rinnovabili e biodegradabili. In questo contesto le colture cosiddette “no-food” rappresentano una
grossa opportunità per l'agricoltura del nostro Paese. Lo sfruttamento ai fini energetici delle
biomasse consentirebbe non solo di arginare la vulnerabilità nell’approvvigionamento delle risorse
energetiche, ma anche di valorizzare i residui agroindustriali, di creare nuove opportunità di
sviluppo per zone marginali, di ridurre i surplus agricoli con sostituzione di colture tradizionali con
colture energetiche, di minimizzare le emissioni di CO2 nell’atmosfera e di rendere autonome nella
produzione di energia aziende agricole o di lavorazione del legno.
E’ possibile infatti:
- produrre calore, attraverso il processo della combustione;
- convertire le biomasse in combustibili liquidi (oli ed alcoli) impiegati in autotrazione;
- convertire le biomasse in combustibili gassosi;
- generare energia elettrica (digestione anaerobica).
Tuttavia, nel nostro paese, le coltivazioni ai fini esclusivamente energetici, sono ancora poco diffuse
e, di conseguenza, il costo della relativa biomassa risulta ancora elevato, anche a causa della
mancanza di un chiaro quadro normativo e programmatico.
Il seminario avrà la durata di un giorno e mezzo e sarà svolto secondo il seguente schema di
massima:
1° Giorno
- Introduzione sull’utilizzo delle biomasse a scopi energetici
- La produzione sostenibile di biomasse erbacee
- La produzione sostenibile di biomasse arboree
- Le biomasse prodotte nei sistemi di fitodepurazione
- Trasformazione di biomasse in etanolo
- Combustione di biomasse
- LCA della filiera di produzione e trasformazione di biomasse a scopo energetico
- Presentazione di casi studio
2° Giorno
Visita tecnica presso impianti di produzione e trasformazione di biomasse
6. PROMOZIONE E DIFFUSIONE DELLE ATTIVITA' DEL CENTRO
6.1 Collana editoriale sulla gestione delle acque
Il CSEI Catania proseguirà la pubblicazione e la diffusione del materiale più interessante prodotto
nell'ambito delle attività di ricerca, formazione e assistenza tecnica svolte dal Centro. Tali
pubblicazioni verranno distribuite agli enti e ai partecipanti coinvolti nelle attività.
6.2 Sito web del CSEI Catania
Nel corso degli ultimi anni, il sito Web del CSEI Catania (www.cseicatania.com) ha conosciuto una
lenta ma costante evoluzione, caratterizzata da un lato dall’arricchimento delle informazioni offerte
ai navigatori, con l’aggiunta costante di nuove risorse, dall’altro dalla sempre più spiccata
caratterizzazione come punto centrale di accesso ai dati per gli utenti interni. L’intero sito è
continuamente “riprogettato” sia dal punto di vista grafico che da quello dei contenuti. Come per
gli anni passati anche nel 2011 si proseguirà ad ampliare ed aggiornare il sito secondo le necessità
che si presenteranno con l’intento di costituire un supporto utile sia ai fini interni che agli
utilizzatori. Il sito web, dunque, continuerà ad essere uno strumento di lavoro sempre in evoluzione,
attraverso il quale avvengono nuove interazioni con l'utenza finale e attraverso il quale si cerca di
snellire alcuni flussi di informazioni che possono causare ritardi per le attività del Centro. In
particolare tramite l’iscrizione al sito web, gli utenti potranno ricevere in tempo reale informazioni
ed aggiornamenti sulle attività del CSEI e potranno effettuare a titolo gratuito il download del
materiale tecnico-scientifico che verrà redatto nel corso delle attività finanziate dal Assessorato ai
BB.CC. e all’I.S.
7. SERVIZI PER ATTIVITA' DI FORMAZIONE E/O RICERCA NELLE AREE DI
INTERESSE DEL CENTRO
7.1 Attività di assistenza tecnica agli enti operanti nell’area dell’acqua e dell’ambiente
Come negli anni passati il Centro offrirà a enti pubblici e privati le proprie competenze per lo
svolgimento di attività di ricerca, formazione e assistenza tecnica nelle aree di interesse del Centro
medesimo. Tali attività potranno concentrarsi nell'assistenza scientifica e organizzativa per la
organizzazione di programmi formativi, di assistenza tecnica per la gestione di servizi, di
partecipazione ad attività di ricerca. In perseguimento del suo specifico obiettivo di sostenere il
miglioramento della gestione delle acque e dell’ambiente nel Mezzogiorno d’Italia in particolare
aiutando gli enti a ciò predisposti, il CSEI Catania svolgerà su sua iniziativa o su richieste
specifiche attività di assistenza tecnica sia, in primo luogo ai suoi soci sia agli altri organismi
pubblici o privati che le richiedono o accolgono.
L’attività di assistenza tecnica riguarda principalmente i seguenti settori:
- servizio idrico integrato
- riuso delle acque reflue
- valutazione della gestione e del servizio reso all’utenza
- formazione specifica di personale aziendale su richiesta
Nel 2004 anche in applicazione della ricerca sul “miglioramento della gestione dei servizi idrici
attraverso internet” è stato realizzato un prototipo di sito web per un Ente gestore del S.I.I. che è
stato implementato per l’ASEN di Enna realizzando così il nuovo sito di detto ente
(http://www.asen.it) . Su richiesta e con la collaborazione delle Province Regionali di Enna e
Ragusa il CSEI Catania ha condotto, per i territori delle due Province suddette uno studio per
valutare le possibilità e le modalità di sviluppo del riuso agricolo delle acque reflue depurate. I
risultati di tale indagine sono state forniti ed illustrati agli Enti locali ed agli operatori agricoli delle
due Province. Negli anni a venire s’intende procedere con le altre province che lo richiederanno.
Negli anni 2004-2006 con finanziamento MIUR, progetto 105 “Svolgimento di attività di
formazione nel campo della gestione delle acque in agricoltura ed assistenza tecnica nel campo
della gestione dei servizi idrici integrati nel meridione d’Italia”, ha effettuato una attività di
assistenza tecnica, svolta da un gruppo di lavoro composto da docenti universitari e da esperti del
settore che ha operato per offrire specifica consulenza per le principali decisioni ed azioni richieste
alle Autorità d’Ambito per il concreto ed idoneo avvio del Servizio Idrico Integrato. Il gruppo di
lavoro ha prodotto e diffuso in particolare specifici documenti-guida sugli aspetti fondamentali
delle attività degli ATO.
Nel 2011 si prevede di continuare, su richiesta degli enti interessati, l'attività finalizzata
prevalentemente ad:
- assistere gli enti interessati nella realizzazione, avvio e monitoraggio dei sistemi di riuso
agricolo delle acque reflue urbane;
- assistere le Autorità d'Ambito nella costituzione degli organismi di gestione del servizio idrico
integrato;
- assistere gli enti regionali e locali che si occupano di programmazione e gestione delle risorse
idriche nella messa a punto di criteri e nella elaborazione di piani di emergenza idrica.
L'attività sul riuso agricolo delle acque reflue urbane, da effettuare su richiesta delle
Amministrazioni provinciali e/o comunali, riguarderà:
- la pianificazione dell'uso delle acque reflue urbane;
-
la valutazione della idoneità di sistemi di riuso proposti;
il monitoraggio dell'esercizio di sistemi di riuso agricolo di acque.
L'attività sul Servizio Idrico Integrato, da effettuarsi su richiesta delle Autorità d'Ambito e/o di enti
locali, riguarderà:
- l'assistenza nella fase di aggiornamento dei Piani d'Ambito;
- lo studio delle modalità di costituzione degli organismi di gestione del servizio idrico integrato;
- lo studio dei criteri e delle conseguenze dei nuovi criteri di tariffazione all'interno dell'Ambito;
- il Servizio Idrico Integrato all'interno dell'Ambito Territoriale Ottimale.
Nell'ambito dell'attività di assistenza tecnica il CSEI Catania effettuerà la organizzazione, in uno o
più quaderni che verranno pubblicati dal Centro, del materiale più interessante prodotto nell'ambito
delle attività di ricerca. Tali pubblicazioni verranno distribuite agli enti e ai partecipanti coinvolti
nelle attività.
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