centi giudizi sul Pepe e specie sulla sua opera in quegli anni
o sono stati acri ed ostili, come quelli del Paladino, o indifferenti se non negativi, come quelli del Marchesi e dell'Orsi,
o in parte leggieri (per non dire altro) come quello del Trevelyan : non riabilitare, che qui non partiamo da preconcetti,
ma vagliare questi giudizi, specie al lume delle circostanze
inedite che metteremo in luce, sarà anche nostro scopo.
Fonte massima per noi è stato il carteggio inedito dei
Pepe, la parte, cioè, non utilizzata da lui nelle sue Memorie
e dal Carrano nella sua biografia ; carteggio, quasi tutto in
possesso degli eredi della moglie del Generale (n. in Scozia
a fine Settecento, m. Taranto 1865) e pervenuto ora nel
ricchissimo Archivio privato dei Conti Pironti per il matrimonio della Marchesina Anna Santasilia, pronipote della Co
vendry , con un Pironti ; e solo per minima parte conservato nella Biblioteca del Risorgimento italiano di Roma , a cui
pervenne anche per dono degli A s s a n t i . Il quale carteggio
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Casi d'Italia negli anni 1847, 48 e 49 continuazione delle Me
morie, 2 ed., Genova, tip. Ponthenier, 1851. La massima parte degli
originali dei documenti là editi è fra le carte del Pepe di Casa Pironti.
Vita di G. P., Torino, tip. Biancardi, 1857. Viceversa, gli originali dei molti e notevoli documenti riferiti in Appendice che allora
si trovavano presso il Carrano (come egli dichiarò a pag. 245), non
sappiamo dove oggi si trovino.
Cfr. su di lei, oltre che in seguito, CARRANO, id., pag. 236, e
l'opuscolo in sua memoria «estratto dal giornale "La Colomba d'Archita,, del dì 24 marzo 1865 » (Taranto, tip. Liuzzi) con la commemorazione del Sen. Cataldo Nitti.
Sua nonna Marchesa Santasilia, era sorella della moglie del
Pepe: cfr. C. PIRONTI, Dedica del Gen. G. Pepe a Pio Nono ecc., in
« Samnium », IV, 1, 1931, pag. 46, n. 1.
Cfr. Buste 23 (n. 1), 45 (5), 52 (28), 54 (42), 57 (26, 28, 30, 37),
74 (56), 90 (3), 122 (5, 7, 8), 173 (30), 174 (32), 202 (32, 33) 245 (34).
Ringrazio l'illustre prof. Menghini di avermene favorito lo studio.
Così mi informa cortesemente l'amico Barone Filippo De Nobili, che mi è grato qui ringraziare.
Esso fu visto dal Carrano, come risulta da una sola citazione
a pag. 220, e specialmente della seguente lettera della vedova del Pepe
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