Per mano
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Associazione Volontari Assistenza Pazienti Oncologici - C.F. 90028420272
Anno 4 - N. 18 - Periodico bimestrale di informazione e formazione dell’A.V.A.P.O.-Mestre ONLUS - Autorizzazione del Tribunale di Venezia n.9/06 Registro Stampe
DIRETTORE RESPONSABILE Don Armando Trevisiol - Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - d.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1, c.2, DR Venezia
Ulteriore estensione della legge 104 per i parenti
di persona in situazione di disabilità grave
La legge 104 del 1992 ha riconosciuto alla
persona affetta da una disabilità grave e a
chi provvede alla sua assistenza una serie
di diritti per favorire l’accesso alle cure
da parte del paziente e qualora lo stesso
necessiti della presenza di un familiare, la
possibilità per quest’ultimo di assentarsi
dal lavoro e di provvedere all’aiuto di cui
il malato abbisogna. Tali agevolazioni
prevedono la possibilità di usufruire di tre giorni di congedo retribuito al mese che possono essere goduti anche attraverso frazioni di giornate lavorative. Nel corso degli anni
questa normativa ha subito delle modificazioni attraverso
un’estensione delle agevolazioni soprattutto per i familiari del malato. In particolare la sentenza n°158/2007 della
Corte Costituzionale ha stabilito che il diritto al congedo
retribuito per un massimo di due anni, oltre che ai genitori
di un minore, spetta anche al coniuge convivente. Infatti,
l’articolo 42 comma 5 del decreto legislativo n°151 del 26
marzo 2001, originariamente consentiva per la durata di
due anni, la concessione a domanda, del congedo straordinario retribuito esclusivamente ai genitori di una persona in
situazione di disabilità grave, tra cui il malato oncologico,
e solo in caso di loro scomparsa tale congedo poteva essere
concesso alle sorelle e ai fratelli della persona gravemente
disabile. Con una prima sentenza n°233 del 2005, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità di tale
norma nella parte in cui prevede che le sorelle ed i fratelli
della persona inabile possono fruire del congedo straordinario retribuito solo in caso di scomparsa dei genitori e non
anche nell’ipotesi in cui questi ultimi non siano scomparsi, ma siano impossibilitati a provvedere all’assistenza del
figlio gravemente disabile perchè a loro volta totalmente
inabili. Con una seconda sentenza, la n° 158 del 2007, la
Corte Costituzionale ha dichiarato ancora l’incostituzionalità della stessa norma nella parte in cui non prevede anche
a favore del coniuge convivente con la persona disabile, il
diritto al congedo straordinario retribuito. Infine, con una
terza ed ultima sentenza, la n° 19 del 2009, la stessa Corte,
per la terza volta, ha dichiarato l’incostituzionalità dell’art.
42 comma 5 nella parte in cui non prevede anche a favore
del figlio convivente della persona con disabilità grave il
diritto al congedo straordinario retribuito. In conclusione
oggi hanno tale diritto prima di tutti il coniuge convivente
e poi i genitori, i fratelli e le sorelle, i figli conviventi della
persona disabile. Tale diritto consiste nel ricevere dal datore
di lavoro, per un periodo massimo di due anni, una indennità corrispondente all’ultima retribuzione e per il periodo
di astensione dal lavoro si ha diritto altresì ai “contributi
figurativi” che non sono veri e propri contributi versati, ma
dei contributi fittizi che concorrono però nel calcolo del
periodo necessario per raggiungere la pensione ed in alcuni
casi, specificatamente previsti dalla legge, di essi si tiene
conto anche per il calcolo dell’ammontare della stessa.
Antonino Romeo
Volontario A.V.A.P.O.-Mestre
CAMPAGNA ASSOCIATIVA 2009
E’ in corso la campagna associativa per l’anno 2009.
Il costo della tessera rimane immutato rispetto agli
anni precedenti: 10 € versando i quali puoi contribuire a sostenere la diffusione degli ideali che animano
ogni attività dell’A.V.A.P.O.-Mestre. Attraverso azioni concrete si vuole affermare con forza l’importanza
dell’accogliere la persona che in quanto malata, ha bisogni specifici, ma soprattutto quello di essere ascoltata, compresa e curata nel rispetto della propria dignità
di essere umano. Il logo della nostra Associazione ben
rappresenta le idee sopra espresse: la casa, luogo in cui
ognuno si sente protetto e al sicuro, con a fianco un
albero, simbolo prorompente della vita che va sempre
difesa ed affermata, anche nell’esperienza della malattia e della morte. Diventare soci dell’A.V.A.P.O.Mestre è un gesto di grande solidarietà che va al di là
quindi del versamento di una cifra abbastanza modesta: è il condividere e sostenere un ideale. Coloro che
operano attivamente all’interno di questa realtà cercano di realizzarlo giorno dopo giorno. Al nostro fianco
aspettiamo anche te!!!
Per mano
Malattia oncologica
e mondo del lavoro
di vita di questi cittadini pazienti” (G. Landi Assessore alla
salute del Comune di Chiavenna).
Ecco dunque emergere la necessità di un piano che comprenda anche azioni per sensibilizzare aziende e parti sociali sull’importanza di una buona e corretta informazione
ai propri dipendenti riguardo le tutele esistenti per i lavoratori affetti da patologie oncologiche. L’intento finale è che
le misure previste sostenendo e sviluppando il contributo
di aziende, enti, associazioni, organismi sindacali, contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona per
creare maggiore e migliore occupazione, valorizzando anche quei lavoratori malati che oggi rischiano l’esclusione
dalla vita produttiva. Ce lo auguriamo tutti in quanto i dati
statistici non escludono il fatto che in un prossimo futuro ciascuno di noi potrebbe trovarsi a dover affrontare tali
problemi in prima persona.
Un convegno passato in sordina
Il 20 Ottobre 2008 si è tenuto a Milano
un importante Convegno al quale i massa
media non hanno dato particolare rilevanza. Il Convegno, organizzato dal Comune
di Milano, Adapt-Fondazione Marco Biagi e Europa Donna, con la collaborazione
della LILT –Lega Italiana Lotta Tumore
e al quale ha partecipato il Ministro del
Lavoro-Salute e Politiche Sociali Maurizio Sacconi, ha dibattuto la problematica
relativa al “rapporto tra il mondo del lavoro ed il malato
oncologico”. Riprendendo alcuni dati statistici presentati
dalla LILT si evidenzia che:
1) nel 2010 in Italia ci saranno 2milioni di persone che si
saranno ammalate di tumore
2) già i colpiti da patologie oncologiche sono 1milione e
700mila
3) il 29% delle donne e il 64% degli uomini che lo hanno
scoperto abbandonano il lavoro
Da questi dati nasce la necessità di tutelare e valorizzare
maggiormente chi si ammala di tumore. Molte volte la
scelta di abbandonare il lavoro non è inevitabile: molti
desidererebbero e sarebbero in condizione di continuare a
lavorare nel periodo delle cure, e riprendere in pieno la propria attività quando guariscono. Il problema sembra essere,
ancora una volta, quello di avere la possibilità di conciliare
la vita nel periodo di malattia con il lavoro. In sostanza l’
incontro ha stabilito come obiettivo finale quello di definire un Codice Etico e un Protocollo d’Intesa con le parti
sociali per dare maggiori possibilità ai lavoratori affetti da
patologia oncologica di poter scegliere se continuare e/o riprendere l’attività lavorativa e fornire l’opportunità di maggior tutela sul versante contrattuale e di protezione sociale.
Durante il Convegno si è ricordato come i lavoratori che
si trovano a dover convivere con la malattia e a conciliare
i tempi delle cure mediche con quelli del lavoro debbano
preoccuparsi anche di non mettere a rischio il rapporto di
lavoro che hanno in corso. Si è sostenuto che: “Proseguire il proprio lavoro mantenendo, dove è possibile, il ruolo
e la responsabilità, spesso ha effetti positivi sul benessere
psicofisico delle persone. Però le assenze per curarsi e il
successivo rientro con l’impossibilità a svolgere mansioni
faticose, aumentano il rischio di un possibile demansionamento o cambio di lavoro, che di frequente è accompagnato
da un atteggiamento pregiudizievole e dannoso da parte dei
colleghi e del datore di lavoro” (A. Mascaretti Assessore al
lavoro del Comune di Milano) “Attualmente il paziente oncologico si trova a fronteggiare realtà complicate: macchinosi iter burocratici, difficoltà di socializzazione e il timore
di non essere più accettati o di avere performance inferiori
non sono da meno della sintomatologia di malattia o degli
effetti collaterali delle terapie nel compromettere la qualità
Franco Bigaglia
Volontario A.V.A.P.O.-Mestre
CINQUE PER MILLE 2009
Ti ricordiamo che puoi sostenere e favorire lo sviluppo delle attività che l’A.V.A.P.O.-Mestre organizza
a favore e a sostegno dei malati e dei loro familiari
destinando anche quest’anno il 5 per mille alla nostra
Associazione. E’ un gesto semplice che non richiede
un impegno particolare e che tutti possono compiere
contestualmente alla presentazione della dichiarazione
dei redditi. Lo scorso anno come riportato nel precedente numero, sono stati erogati i contributi relativi
all’anno 2006. A tutt’oggi ancora non conosciamo
l’ammontare della cifra destinata nell’anno 2007; si
conosce però il numero di coloro che hanno scelto l’A.
V.A.P.O.-Mestre come destinataria di questo fondo:
nel sito dell’Agenzia delle Entrate si legge che sono
1503 le persone che hanno operato tale scelta a nostro
favore, in aumento rispetto ai 1375 cittadini del precedente anno. Cerchiamo quindi di crescere sempre più:
le somme destinate saranno riutilizzato per allargare
sempre più la gamma e la quantità dei nostri interventi
e per garantire solidità alla nostra presenza nel territorio in cui già ci impegnamo ad operare. Le persone
malate in stato di necessità che si rivolgono a noi in
cerca di aiuto sono sempre di più: da un lato ciò è una
conferma della positività del nostro operato, dall’altro però, richiede la collaborazione di tutti al fine di
trovare le risorse economiche per sostenerlo e poterlo
potenziare sempre più modulandolo in base alle necessità emergenti. Un grazie quindi fin d’ora a tutti coloro
che si adopereranno affinchè un atto burocratico quale una denuncia dei redditi si possa trasformare in un
momento di grande rilievo sul piano dei valori della
solidarietà e della condivisione.
C.F. 90028420272
Per mano
Dedicato a tutti i volontari
Anno dopo anno la nostra Associazione può contare su un numero sempre
maggiore di soci e di volontari. Grande
rilevanza va assumendo la presenza al
proprio interno di un nutrito gruppo di
persone di varie età che animato da sentimenti di solidarietà verso chi soffre, decide di impegnarsi attivamente mettendo a
disposizione il proprio tempo libero oltre
a competenze professionali e personali. Il fine è di poter
collaborare ad un progetto di ampio respiro che si prefigge
di aiutare chi si trova a dover affrontare le difficoltà e le
paure legate alla perdita della salute a causa nel nostro caso
specifico, di una malattia oncologica. Spesso l’ansia provata è talmente forte da assorbire ogni energia e rendere difficoltosa la riorganizzazione della propria esistenza alla luce
della nuova situazione. Talora
risulta difficoltoso accedere alle
agevolazioni che la legge prevede anche perché ciò comporta in alcuni casi, la necessità di
rivolgersi agli uffici competenti
dislocati magari in sedi diverse, avviare iter burocratici che
spaventano per la loro tortuosità. Quindi accanto alle preoccupazioni legate al male fisico,
esistono profondi malesseri derivanti appunto dal non essere
in grado di fronteggiare in contemporanea tante problematiche
sconosciute fino al momento in
cui la malattia è stata diagnosticata. Il senso di smarrimento che
si prova e che appare ancora più
evidente nelle persone anziane
e sole, fa pesare la condizione
dell’essere ammalato in quanto
si avverte con maggiore consapevolezza la fragilità che
può colpire anche il fisico apparentemente più forte. Il
quadro che ho descritto si ripropone spesso agli occhi di
noi volontari, soprattutto di quelli che hanno il compito di
“accogliere” personalmente o rispondendo al telefono, le
richieste di aiuto cercando di capire le reali necessità della
persona in difficoltà. Spesso sentire che all’altro capo del
telefono una voce risponde, è già motivo di grande sollievo
ed aiuta chi ci ha chiamato ad aprire il proprio animo e a
manifestare i propri bisogni. Nella maggior parte dei casi si
tratta di voci timorose ed incredule di poter far affidamento
su un’organizzazione che pur essendo costituita in maggioranza da volontari, persone comuni che hanno scelto di
dare un significato al proprio tempo libero, riesce ad offrire
aiuti concreti e specifici e a soddisfare per quanto è nelle
proprie possibilità, le richieste pervenute. Non vi nascondo
la gioia che si prova quando si riesce ad offrire una risposta
positiva alle necessità espresse, organizzando in base ai bisogni resi evidenti, una serie di servizi coordinati tra loro.
Sono le occasioni che richiamano alla mente il gesto di S.
Martino, personaggio a cui si ispira chi opera nel mondo
delle cure palliative: uomini che lungo il cammino della
vita si incontrano e che reciprocamente si aiutano, l’uno
nel donare qualcosa di sé, l’altro nel consentire a chi gli è
accanto di condividere con lui la sofferenza e di adoperarsi
per migliorare la sua esistenza. I momenti di difficoltà che
peraltro fanno parte della vita, esistono anche all’interno
della nostra Associazione, tuttavia l’abnegazione e l’impegno con cui ognuno si prodiga nel collaborare con chi ha
il compito di organizzare le varie attività garantendo che
le maglie della rete siano sempre integre, consente di superare anche la fatica: il desiderio ultimo infatti è di non
deludere chi già provato dalla malattia, conta sulla nostra
presenza ed aiuto. La contentezza che si prova nel donare è
una ricchezza di impareggiabile
valore che sostiene lungo questo
cammino anche se talora nell’affrontare qualche salita più ripida, si avverte un po’ di fiatone;
è sufficiente però guardare negli
occhi o ascoltare la voce di chi
abbiamo preso “per mano” per
ritrovare ogni energia e continuare lungo il cammino intrapreso. Ho esordito affermando
che la nostra Associazione va
assumendo sempre maggiore
rilevanza nel tessuto sociale del
nostro territorio grazie alla gamma progressivamente più vasta
ed articolata di servizi garantiti.
Mi pare giunto il momento di riportarli brevemente riferendomi
anche alla loro entità numerica:
non amo soffermarmi sulle statistiche e sui numeri che talora possono sembrare aridi. Essi assumono però la corretta
interpretazione se si pensa che le cifre rappresentano persone che sono state aiutate ad affrontare i problemi che da
sole si sarebbero trovate in difficoltà a risolvere. La lettura
che desidero offrivi quindi non punta l’attenzione tanto su
quello che è stato fatto, ma sul modo in cui si è offerto
e concretizzato il nostro essere uomini a servizio di altri
uomini che si pongono al loro fianco per camminare assieme condividendo un tratto di cammino. “Esserci” potrebbe ben divenire quindi il motto del volontario A.V.A.P.O.
da cui scaturisce anche il fare. Ed ora passo ad illustrare i
settori di servizio che ci hanno visto impegnati. Il numero
totale di attività svolte è stato pari a 7.648 servizi di cui
hanno usufruito 429 persone malate o loro familiari. Gli
interventi hanno previsto la consegna sistematica due volte la settimana di farmaci, una volta la settimana di presi-
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di sanitari quali i pannoloni, di ausili sanitari su richiesta
del medico o dell’infermiere in base alle necessità dettate
dall’evoluzione della malattia, l’affiancamento della famiglia nell’assistenza al malato, le visite ospedaliere nel
corso di eventuali ricoveri presso una struttura sanitaria,
l’inoltro della documentazione per la richiesta di riconoscimento dell’invalidità, l’accompagnamento di malati
presso l’ospedale per visite o cure, la consegna di pasti,
... Laddove era possibile cooperare attraverso interventi
che non richiedevano una competenza professionale specifica, ma solo sensibilità, tatto e volontà di dedicare qualcosa di sé ad altri, ecco pronto ad intervenire il volontario A.V.A.P.O.-Mestre. A tutti loro un GRAZIE a lettere
cubitali: le espressioni di gratitudine che pervengono alla
nostra sede sono davvero innumerevoli e ci indicano che
la strada intrapresa è quella giusta: continuiamo quindi
così guardando al domani con fiducia e facendoci attenti a cogliere i cambiamenti che avvengono attorno a noi.
no. Scherzava, mi raccontava le ricette e si preoccupava
per il mio ginocchio. Il giorno prima di partire mi ha detto:
“Al cavallo bianco attacca il carro… staremo più comodi”.
Là dove sei sarai comodissima Lucia…..Ti regalo il nodo
che mi stringe la gola e questo dolore che provo pensandoti. Grazie per quel tratto di strada in cui mi hai permesso
di camminarti al fianco. Ecco, se qualcuno voleva sapere
perché faccio il volontario adesso l’ho spiegato. Forse non
è intelligente, forse non è logico, forse è solo… umano.
Adelio Lombardo
Volontario A.V.A.P.O.-Mestre
Se hai due pezzi di pane
danne uno ai poveri.
Vendi l’altro
e compera dei giacinti per nutrire
con la loro bellezza la tua anima.
Stefania Bullo
Presidente A.V.A.P.O.-Mestre
(tradizione indù)
Una favola speciale
Dieci giorni fa ci ha salutato Lucia di
Marghera. Sono andato alla cerimonia del
suo funerale: gente che piange, parole di
circostanza, nella predica ringraziamenti
per l’aiuto gratuito degli amici dell’Avapo. Lucia tratteggiata come donna dal
carattere spigoloso e forte… Ma quando
mai! Nella prima gita che abbiamo fatto
per le terapie all’ospedale mi ha aspettato
davanti a casa sua e per prima cosa mi
ha dato un cioccolatino… così per rompere il ghiaccio. Io
sapevo e lei sapeva. Ho
solo inventato il gioco
del principe azzurro
col cavallo bianco che
porta la sua principessa
a passeggio con lui. Pesava sempre di meno.
Il cavallo era la mia
automobile. La foresta
erano le case di Mestre.
Il torneo si svolgeva all’ospedale… Ogni volta vinceva Lucia. Mai
che non mi aiutasse…
con la sua serenità, con
la sua normalità, con le
ricette…Quando non è
più andata all’ospedale
ci sentivamo per telefo-
ATTENTI ALLA TRUFFA
Cari lettori, desideriamo informarvi che ci sono giunte
negli ultimi tempi, ripetute segnalazioni di persone che
hanno ricevuto sollecitazioni telefoniche da parte di
sedicenti rappresentanti dell’Associazione con richieste di contributi a sostegno dell’attività svolta dall’A.
V.A.P.O.-Mestre, attraverso elargizioni in denaro da
ritirare direttamente al domicilio. E’ falso in quanto
noi non chiediamo soldi, nè tanto meno promuoviamo
raccolte di fondi di porta in porta. Si tratta di un gesto
molto grave tanto da prefigurare un abuso nell’utilizzo
di una sigla a cui è riconducibile una ben precisa attività che opera nella più completa gratuità. Chi vuole
aiutarci può farlo tramite bonifico bancario, bollettino
di conto corrente postale o versamento presso la sede.
Si chiede pertanto di diffidare di chi dovesse contattarvi: sicuramente non è un rappresentante dell’A.
V.A.P.O.-Mestre, Associazione che vuole mantenere
nei confronti degli oblatori la massima trasparenza che
da sempre ha contraddistinto ogni sua azione.
Per mano
Identikit del volontario
A.V.A.P.O.
volontario passa in segreteria senza un motivo specifico, fa
due chiacchiere, si aggiorna sulle ultime novità e poi riparte, con la consapevolezza che il tempo che dedica all’essere
volontario è tempo ben impiegato.
Nei primi anni di vita dell’Associazione
c’erano più o meno una decina di volontari. Erano più le donne degli uomini e
l’età media superava quella del pensionamento. Un po’ alla volta le cose stanno cambiando ed ora è difficile tracciare
l’identikit del volontario medio: ci sono
infatti sia i ragazzi che frequentano il
liceo che i nonni, sono presenti marito e moglie, cugine,
madre e figlia, amici che portano i loro amici e così si fa
con i colleghi o con chi ha condiviso il percorso di una
elaborazione difficile da accettare. La casalinga regala il
suo tempo come il pensionato, quando non è occupato nel
ruolo di nonno tuttofare. Qualcuno modula i propri servizi
a seconda dei turni lavorativi, qualcun altro è costretto a
prendersi una pausa per seguire da vicino le proprie “magagne” o quelle di un genitore, coi capelli coronati d’argento e il bisogno di cure. Molti non abitano a Mestre e le
sfumature dialettali sono parecchie. Kimiko era a Venezia
per motivi di studio e ci ha aiutato con la dedizione e la
precisione che solo i giapponesi sanno dimostrare. Egidio
macina chilometri a piedi, nella consegna di opuscoli agli
ambulatori, Luciano per muoversi in auto usa il Tuttocittà,
Raoul scarica da Internet le mappe dettagliate dei percorsi e Gianni ha in tasca il navigatore: generazioni a confronto. Elio oramai è di casa all’Angelo e conosce tutte le
scorciatoie negli intricati corridoi, Enrico e Luisa seguono
con attenzione la parte amministrativa ma ogni tanto non si
ritrovano con i conti. L’eleganza e la gentilezza di Mariagrazia, che la fanno essere una vera padrona di casa, vengono riconosciute da chi la incontra. Tiziana, Paola e Marisa
hanno una bella grafia, e a loro toccano tutti gli elenchi e i
documenti ufficiali. Rita ha a cuore le piante del balcone,
che annaffia come se fossero le sue: in estate passa appositamente la sera, quando la terra non è più troppo calda e i
gerani la ricompensano di tanta attenzione. Lidia distribuisce il giornalino secondo un percorso ben preciso e tiene i
contatti con i commercianti. La creatività e la disponibilità
di Liliana le permettono di essere un vero vulcano di idee.
Ciascuno ha trovato il modo per regalare una parte di sé,
ma raccontare di tutti gli attuali 90 volontari è impossibile.
Che dire della nutrita schiera di colleghi che indossavano la
divisa dell’ACTV e che ora accompagnano le persone che
si rivolgono a noi alle varie visite mediche, insieme agli
altri volontari “di vecchia data”? E di chi ogni domenica
mattina nonostante la pioggia, il sole o il vento si alza prestissimo per aderire alle promozioni e far conoscere l’esistenza dell’Associazione? E di chi si occupa di assistenza
domiciliare? Questo gruppo si trova più spesso degli altri
insieme alla psicologa per confrontarsi sul proprio operato
e, sulle emozioni che l’attività svolta deposita in fondo al
proprio cuore. Qualcuno lo fa da anni, altri iniziano ora,
dopo il loro primo corso di formazione. Ogni tanto qualche
Franca Gazzoli
Volontaria A.V.A.P.O.- Mestre
Volontario: una sola
parola, due realtà
Nello svolgimento delle nostre attività di
volontariato non è raro incontrare delle
persone che, pur apprezzando quello che
stiamo facendo, sono convinte del fatto
che veniamo in qualche modo pagati o
ricompensati con denaro. Questo modo
di pensare è dovuto al fatto che nel mondo dell’associazionismo sono presenti
realtà che effettivamente hanno natura e
scopi profondamente diversi tra di loro.
Mentre è chiaro che il termine “Associazione” definisce
“un gruppo di persone che si accordano e operano assieme
per raggiungere delle finalità comuni”; quello che invece
è meno chiaro è il termine “volontario” in quanto usato
per identificare almeno due diversi tipi di persone aderenti
ad una associazione. Infatti possiamo avere: il volontario
“puro” ed il cosiddetto volontario “cooperatore”. Un prezioso aiuto ci viene dalla lingua francese che distingue le
due figure usando due vocaboli ben precisi: “bénévole “ e
“volontair”. Con “bénévole” (volontario puro) si intende la
persona che aderendo ad una associazione ne fa propri gli
scopi, svolgendo una certa attività a beneficio di terzi in
modo totalmente gratuito. Con “volontair” (volontario cooperatore) invece si intende una persona che di sua spontanea volontà accetta l’offerta/proposta di svolgere una certa
attività a favore di una associazione contro pagamento di
uno stipendio contrattualmente concordato. Nel primo caso
rientrano tutti i volontari e le Associazioni, come la nostra,
che hanno le caratteristiche previste dalla Legge 266/1991
che sono: gratuità assoluta delle prestazioni fornite dai volontari in modo personale e spontaneo; divieto assoluto di
retribuire gli operatori ed i soci dell’associazione. La stessa Legge prevede che le associazioni debbano presentare
democraticità delle strutture, l’elettività e la gratuità delle
cariche associative.
Nel secondo caso rientrano gli Enti che non sono giuridicamente organismi di volontariato perché non sono enti autonomi (ad esempio possono essere parastatali o controllati
dalla Chiesa con cariche non elettive), e all’interno degli
stessi vi possono essere sia persone retribuite sia persone
che non lo sono(ad esempio Medici senza Frontiere).
Franco Bigaglia
Volontario A.V.A.P.O.- Mestre
Per mano
Ringraziamenti
A TUTTI VOI DELL’ASSOCIAZIONE
UN GRAZIE AD A.V.A.P.O.-MESTRE
(da Il Gazzettino di Febbraio 2009)
Per il poco che lo avete conosciuto, vi mando lo stesso
un suo ricordo. Siete stati una grandissima opportunità per la nostra famiglia e i nostri amici di vivere la
partenza di Giogio in modo sereno e tranquillo. Egli
si è sentito accudito dalle vostre meravigliose operatrici con tanto amore. La vostra disponibilità ci ha
dato la sicurezza interiore di poter delegare a voi tutto
l’aspetto pratico, rivestendolo di umanità. Tempo fa
ho ricevuto da voi un invito per un gruppo, uno dei
cui scopi era di confortarmi. E’ bello sapere che il
vostro appoggio continua; per adesso i ragazzi ed io
ci sentiamo forti, nonostante momenti di tristezza e
la convinzione di avere sempre Giorgio attorno a noi
ci dà la serenità. Lui ci ha soltanto lasciato sul piano
fisico. Il suo essere permane…Vi ringrazio di tutto;
adesso sto riorganizzando la mia vita lavorativa e ho
bisogno di tempo per ricreare un nuovo equilibrio
con i ragazzi. Nel futuro, spero di trovare la forza, se
a voi andrà bene, di partecipare e provare a fare stare
meglio chi come me ha avuto bisogno di voi.
Vorrei esprimere il mio grande riconoscimento all’Associazione AVAPO di Mestre e alla Cooperativa ELLEUNO, senza il cui contributo e sostegno non sarebbe
stato possibile affrontare il difficile compito di assistere in casa la figlia/sorella Anna Massafra. Un grazie
particolare alle operatrici Marina e Rossella che hanno saputo aggiungere alla propria professionalità una
carica di affetto e dedizione degni di ammirazione. Il
ricordo di tutte le persone che ci sono state vicine nei
momenti più duri rimarrà in noi impresso per sempre.
Il nostro augurio è che il loro operato sia di esempio
per molti.
Maria Miconi
Vorremmo ringraziare l’Avapo di Mestre e tutte le persone che ci lavorano, che con la loro vicinanza ci hanno
aiutato a dare a nostra madre una fine dignitosa. Ringraziamo tutti, i dottori Agoni, Ianniciello e Trombin,
Giovanni, Andrea, Emanuela, Marina, Rossella, Sandra, Giuliana.
Mio nonno era la persona più buona che ho mai conosciuto, anche se viziato dalla nonna. Ho avuto la fortuna di avere due nonni con la ENNE maiuscola, sono un
bene prezioso. Io ed il nonno spesso litigavamo, anche
per cose futili, ma poi arrivava sempre la pace, un sorriso
,“ti voglio un mondo di bene”. Sentirò la sua mancanza
in molti modi, ma più di tutto mi mancheranno i suoi
sorrisi, i suoi baci e le sue carezze. Da settembre il male
di nonno è peggiorato e dopo il ritorno dall’ospedale,
fu assistito dall’Associazione A.V.A.P.O., formata da
persona (medici, infermieri, operatrici socio-sanitarie,
accompagnatori, ecc.) meravigliose che conoscono il
proprio lavoro ma sanno anche quanto importante sia
per l’ammalato ricevere un sorriso, una carezza. Non
ci hanno mai lasciati soli, nemmeno la notte in cui il
nonno ci ha lasciato, con noi c’era un medico che oltre
a cercare di salvare il nonno consolava la nonna e tutti
noi. A nome di tutti i miei familiari nomino le persone
che si sono adoperate per il nonno: il dottor Lacamera, l’infermiera Emanuela, Luana e Carmen e il dottor
Ianniciello, il medico che è intervenuto l’ultima volta,
i volontari che ci consegnavano medicinali e pannoloni
sempre con un sorriso e gentilezza. Grazie a tutti voi
di esistere. Caro nonno, tu sai il vuoto che hai lasciato,
guarda verso di noi, stacci vicino, aiutaci a superare
questo momento così buio, stai accanto alla nonna,
lei ha ancora bisogno di te come ne abbiamo tutti noi.
Grazie nonno di aver fatto parte della nostra vita. Ci
mancherai, ma sono sicura che questo già lo sai. Grazie
nonno, sarai sempre nei nostri cuori.
I figli e le nuore di Elsa Simionato
Valentina Rado
Famiglia Ferghina
A nome dei familiari di Renzo Bellunato deceduto il
9 maggio 2008 e da voi assistito, desidero ringraziarvi sinceramente per le cure e le attenzioni che tutta la
vostra organizzazione ha dedicato a mio padre, accompagnandolo nell’ultimo tratto della sua vita. Mi scuso
del ritardo, ma dopo mio padre abbiamo perso anche
la madre nei mesi seguenti. Per chi si trova in queste
situazioni. AVAPO e la sua filosofia rappresentano un
punto di riferimento imprescindibile che, per quanto mi
è possibile, non mancherò di far conoscere.
Grazie ancora.
M. Bellunato
UN GRAZIE ALL’AVAPO DI MESTRE
(da Il Gazzettino del 23.1.2009)
Per mano
da genitori che hanno perso
un figlio/a. “Non vivo più”,
“che vita è questa?”, “la mia
vita è finita”, queste sono
le espressioni più frequenti,
proprie del trovarsi in una
situazione esistenziale senza via d’uscita per un dolore
che si sente insopportabile. Nel gruppo, tra pari, si
cerca di condividere queste
domande provando a trovare strade per uscire da una
crisi, cioè per rivivere non
sentendosi più in uno stato
di vulnerabilità, d’invivibilità o di non senso dell’esistenza.
Perchè le crisi accidentali possono diventare allora crisi di
crescita che attivano e attingono a risorse personali, umane
e trascendentali. E la ricchezza spirituale ed emotiva, la capacità di com-passione, di contatto che si respirano all’interno di ogni gruppo ne sono una testimonianza tangibile.
Cara Lidia,
ti ho conosciuta in circostanze tristi, però la tua amicizia per me è stata solare, serena e spero continui
così per sempre. L’altra sera mi hai donato due, tre
ore di serenità con l’incontro di Anna, Iolanda, Enrico,
Lorenzo, Albano e altri. Lidia cara, mi ha commosso
l’abbraccio con la dottoressassa Federica, mentre l’abbracciavo la mia memoria andava galoppando ai nostri
primi incontri, mentre raccontavo le mie tristezze, i ricordi di mio figlio Francesco e del mio Bruno. A parole non so dire quasi niente perché la commozione mi fa
restare muta, però con la penna, anche se i miei occhi
piangono, riesco a scrivere quello che penso, perché i
sentimenti verso il prossimo si possono esprimere con
poche parole, pochi gesti e con immagini che restano
sempre nel nostro cuore.
Grazie cara amica Lidia.
Armida
dott.ssa Federica Dogliotti
psicologa A.V.A.P.O - Mestre
Un aiuto per
tornare a vivere
Prima delle vacanze estive,
F. Campione sostiene che la vita degli
uomini è costellata da crisi, cioè da più
o meno improvvisi mutamenti negativi
delle condizioni esistenziali. Di qualunque natura od origine siano queste crisi
esse implicano sempre la necessità di
una ristrutturazione e di compiere delle “scelte”. La parola “crisi” deriva dal
greco “crisis” che significa propriamente
scelta. La perdita di un proprio caro è un evento che interrompe il normale corso dell’esistenza mostrandone in
maniera drammatica tutta la vulnerabilità. Dal punto di vista psicologico tutte le situazioni di crisi possono avere un
andamento fisiologico o patologico e superare una crisi significa in generale riuscire a fare le scelte necessarie a riavviare la vita ritardata o bloccata dai cambiamenti negativi
che la crisi ha determinato. La normalizzazione di cui parla
Campione viene descritta psicologicamente come un lavoro del lutto le cui fasi sono: la presa d’atto del mutamento
negativo che ha provocato la crisi, la fase della rabbia, e
della colpa, la fase della ristrutturazione del campo di vita,
che consiste in una riorganizzazione dell’esistenza tenendo
conto del cambiamento avvenuto. E’ quello che si cerca
di fare insieme, mettendo in comune le proprie risorse, le
proprie capacità, le proprie fragilità, le proprie paure e il
proprio coraggio quando ci si incontra nei diversi gruppi di
elaborazione del lutto attualmente attivi in Associazione. I
gruppi di sostegno psicologico e di auto aiuto sono tre. Due
gruppi sono composti da vedovi/e e un gruppo è composto
LA LAGUNA DI MARANO ED
IL FIUME STELLA
vi attendono per trascorrere una giornata insieme
DOMENICA 31 MAGGIO
Il programma prevede:
Ore 10,00 Partenza da Marano e navigazione su motonave riservata sulle acque della laguna di Marano. Visita
alla Riserva Naturale Regionale sul fiume Stella dove si
trova un suggestivo villaggio di “casoni”.
Pranzo a base di piatti tipici locali (pesce o per chi non
lo gradisce carne)
Rientro nel tardo pomeriggio, a Marano accompagnati
dalla simpatia di Adriano che ci offrirà un intrattenimento musicale
Per raggiungere il luogo di partenza è possibile organizzarsi con automezzi privati da Mestre.
Costo tutto compreso € 45,00. Bambini dai 4 ai 12 anni
metà prezzo. Bambini fino a 4 anni gratis
Per prenotazioni tel. 041 5350918.
VI ASPETTIAMO NUMEROSI
CON I VOSTRI AMICI
Per mano
UN GRAZIE SPECIALE
Comunità Parrocchiale S. Caterina Ca’ Noghera
Comunità Parrocchiale Gaggio di Marcon
Comunità Parrocchiale Madonna della Salute Marghera
Comunità Parrocchiale S. Andrea Favaro
Comunità Parrocchiale SS. Gervasio e Protasio Carpendo
Comunità Parrocchiale S. Liberale di Marcon
Comunità Parrocchiale Maria Immacolata e S.Vigilio
Zelarino
Comunità Parrocchiale S. Maria della Pace Bissuola
Comunità Parrocchiale S.Lorenzo Giustiniani Mestre
Comunità Parrocchiale S.Maria del Carmelo Favorita
Si ringraziano i parroci e le comunità parrocchiali che
nel corso di questi mesi ci hanno ospitato nei piazzali
antistanti le chiese, consentendoci di diffondere la conoscenza della nostra Associazione e dei principi a cui la
sua attività si ispira:
Comunità Parrocchiale SS. Francesco e Chiara Marghera
Comunità Parrocchiale S.Barbara Mestre
Comunità Parrocchiale S.Maria Ausiliatrice Gazzera
COME PUOI CONTATTARCI
Ringraziamo Voi tutti, amici artigiani e commercianti,
che avete acconsentito ad esporre presso i vostri esercizi il
nostro materiale promozionale.
A.V.A.P.O. Mestre, Onlus
Associazione Volontari Assistenza Pazienti Oncologici
Viale Garibaldi, n. 56 – 30173 Mestre (VE)
Tel. 041.5350918 – Fax. 041.2667189
e-mail: [email protected] - web: www.avapomestre.it
Un grazie di cuore non solo perché con la Vostra
disponibilità ci consentite di diffondere il nostro messaggio
e di raccogliere i fondi necessari a garantire al meglio il
nostro servizio, ma anche per la cortesia con cui ogni volta
ci accogliete.
COME PUOI SOSTENERCI
Pasticceria Gaspari
Puoi rendere ancora più ricche di significato le occasioni
“speciali” della tua vita, rivolgendoti all’A.V.A.P.O.-Mestre
per ricordare tali momenti attraverso la realizzazione di
bigliettini personalizzati, di bomboniere solidali o di idee
che concretizzeremo insieme a seconda delle tue necessità e
grazie al nostro estro creativo. Anche questa è un’opportunità
per sostenere il messaggio di solidarietà dell’Associazione e
promuovere il suo impegno verso i malati.
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Al Cucciolo
Panificio Molin e Zan
Macelleria Dal Canton Lorenzo
Bar Piave di Wang Xianfeng & C
Pasticceria Fiume
COME PUOI CONTRIBUIRE
Pasticceria Serenissima
Utilizzando le tradizionali modalità di versamento:
Farmacia comunale n. 9 “Ambasciatori”
Bonifico bancario su conto corrente presso
Banca Popolare Etica, intestato a AVAPO Mestre Onlus
IBAN IT59L0501812000000000116520;
Farmacia Ai Due Gigli
Farmacia comunale Alla Stazione
Bonifico bancario su conto corrente presso
Banco San Marco intestato a AVAPO Mestre Onlus
IBAN IT91A0518802072000000070040;
Pizzeria Columbus
Caffe’ Vittoria
Bar “Ae do porte” di Bortoletto Maria
Versamento su c/c postale n° 12966305.
Bar Tre Stelle
Comitato di redazione: Franco Bigaglia, Stefania Bullo, Gabriella Cadamuro
Brait, Franca Gazzoli, Raoul Pajer, Antonio Vanacore
(segue…)
Autorizzazione del Tribunale di Venezia n.9/06 Registro Stampe
Legge sulla tutela dei dati personali. I dati personali dei lettori a cui viene
inviato il nostro periodico verranno trattati con la massima riservatezza e,
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Editore: AVAPO MESTRE ONLUS
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PUBBLICATO IL MESE DI APRILE 2009
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