Liceo “T.Parentucelli” Sez.Liceo Classico Intersezioni :ARTE e FILOSOFIA Rinascimento e Neo-platonismo Prof. Patrizia Fattori Le didascalie fanno riferimento ai seguenti testi: Reale –Antiseri:”Quale ragione?” Cortina ed. A.Appiano:Capire l’arte,Tascabili Newton LA RAGIONE L’ARTE L’AMORE LA BELLEZZA In un passo chiave del Filebo Platone ci dice che mentre eravamo alla ricerca del Bene ed eravamo proprio vicino ad esso,ci è sfuggito e si è nascosto nella natura del Bello, ossia nella misura e nella proporzione L.B.Alberti, S.Maria Novella La composizione della facciata della chiesa di S.M.Novella Firenze è fondata sull’equilibrio,il bilanciamento, la proporzione e la simmetria. E’ un esempio di virtuosismo della decorazione miniata e di simbolismi rinascimentali di respiro neoplatonico. Gli elementi compositivi sono basati sul quadrato e sul rettangolo aureo e culmina, quale espressione massima delle teorie neoplatoniche diffuse da Marsilio Ficino,nel cerchio del grande sole raggiato, personificazione pagana della Divinità e simbolo cristiano della Verità. Il principio della somiglianza, della specularità e della ripetizione,è da collegarsi alla ricerca di quelle leggi di armonia- principio regolatore degli opposti – che nella tradizione platonica è in rapporto con la musica che mette in relazione l’anima dell’uomo col numero e il cosmo L’armonia è anche la componente essenziale del concetto retorico dell’amplificazione e a quello alchemico della trasformazione. L’alchimia si affaccia al mondo umanistico per diventare fenomeno di assoluta centralità. Il cerchio è una forma geometrica primaria fluttuante, elemento magico,simbolo di perfezione e continuità,simmetria totale,evocazione del divino avulso dal terreno,capace però di generare, come una matrice simbolica, e per questa ragione legato alla fertilità. Il quadrato è, all’opposto del cerchio, emblema della terra, della esistenza terrena. Alberti insiste nella ristrutturazione complessiva della facciata sulla proportio, alla ricerca di un’estetica della misura , smorzando l’ereditata verticalità gotica . “Definiremo la bellezza, come l’armonia fra tutte le membra di un complesso di cui fanno parte, fondata su di una legge precisa,in modo che non si possa aggiungere o togliere,o cambiare nulla se non in peggio” (L.B.Alberti) MITI E SIMBOLI NELLE OPERE DI SANDRO BOTTICELLI S.Botticelli : La Primavera Zefiro sulla destra, il vento della primavera è diretto a possedere l’innocente ninfa terrestre Chloris.Questa viene raggiunta dal suo tocco e dal soffio ch’egli promana a piene gote. In quell’attimo dalla sua bocca escono fiori , simbolo dell’avvenuta fecondazione,e Chloris si trasforma in Flora. L’uomo rinascimentale si sforza di trovare la formula per rappresentare la creatività della Natura,per rivelarne i segreti universali legati al tempo e quindi per rispecchiarvi la propria spiritualità. La metamorfosi tra uomo e natura, tra spirito e cosmo, si manifesta nel rigoglioso giardino di Venere, figura centrale del quadro,personificazione dell’armonia. La dea dirige, con gesto rituale e benedicente ad un tempo, le trasformazioni di natura e di spirito che accadono nel suo giardino. Nella sequenza delle stagioni Venere personifica il mese di maggio ed è quindi emblema della fecondità che segue la fioritura.Su di lei Cupido bendato dirige un dardo infuocato imponendo un preciso percorso percettivo che induce a fermarsi sulla Grazia centrale. La triade delle Grazie ripropone la trasformazione di natura e spirito annunciata sulla destra, ma in ordine opposto:a partire da destra:Pulchritudo, Castitas e infine Voluptas .Quest’ultima emblema della passione d’Amore, sembra voler rapire e incantare, con il suo sguardo penetrante, Castitas e la sua mano sinistra si incontra con la manodestra di Pulchritudo, la bellezza della maturità.Le tre Grazie rappresentano giugno,luglio e agosto e preannunciano il prediletto autunno. Mercurio tocca con il caduceo qualche nuvola impigliata fra i rami. Mercurio ha la funzione di portare l’umanità al di là della foresta d’amore,di svelare il mistero, aprire alla luce, al trascendente, all’amore divino come verità unica contrapposta alla morte. Nella Primavera Mercurio è rappresentato in un attimo di riposo di pensosa contemplazione: “egli richiama la mente alle cose celesti tramite il potere della Ragione” ( M.Ficino) S.Botticelli: Nascita di Venere La dea sopraggiunge dal mare, trasportata da una grande conchiglia, sospinta dal soffio promanato da due zeffiri sulla sinistra, mentre sulla destra una ninfa le porge un manto. Una pioggia di fiori è segno di un fecondo connubio fra vento e acqua e, essendo il fiore simbolo della sessualità femminile,essi valgono a significare metaforicamente la nascita della donna come Dea-Madre. Nel vento divino che sospinge a riva la dea è possibile scorgere una reminiscenza delle fonti filosofiche dei Padri della Chiesa sull’idea di vita umana paragonata ad una bolla,ossia sul concetto di anima come soffio.La ninfa sulla destra porge alla dea il manto per coprirsi, poiché la nudità è legata al mare; appena giunta a terra, potrebbe corrompersi e ,come fosse un’anima incorporea, deve rivestirsi e assumere materialità. L’acqua richiama al divino e alla purez za,la terra al peccato e alla contaminazione. La nascita di Venere è la nascita della suprema espressione della bellezza terrena; ma a un livello ulteriore diventa emblema della nascita della bellezza divina; infine, a un livello più profondo: è il segno di un legame tra l’idea del Bene e l’idea del Bello,concetti solidali in ragione del rapporto tra Armonia e Amore,nei termini in cui nel Fedro Platone aveva parlato dell’ attrazione dell’anima per il divino, di furore o delirio dell’ascesa, concetti in cui si ritrova la relazione più autentica fra platonismo e Rinascimento La conchiglia vuole significare,come simbolo sessuale, la fertilità e la creazione come attributo della dea dell’Amore. Secondo la mitologia greca Afrodite sarebbe nata dalla spuma del mare ma alcuni ritengono che questa leggenda si possa collegare con il mito di un uovo caduto nell’Eufrate, che, covato da una colomba, avrebbe generato la dea e il cui guscio si sarebbe trasformato poi in conchiglia. “Non appena l’anima è stata resa fertile, crea entro di sé la Bellezza con un moto di conversione verso le cose soprasensibili mentre con un moto discendente dà origine al fascino delle cose sensibili nella materia. Questo convertirsi nella Bellezza e la sua nascita dall’anima si chiamaVenere” (M.Ficino) S.Botticelli: Adorazione dei Magi Piero della Francesca Pala di Brera La scena è ambientata in un grande tempio marmoreo che ricorda Un monumento romano di età imperiale. La conchiglia e l’uovo sono associati all’incarnazione di Cristo. Il gioco di luce disegna l’ombra della conchiglia nel catino absidale. La matematica prospettiva si manifesta nello scorcio della volta e sul disegno geometrico del telo su cui posano i piedi della Madonna. Raffaello Sanzio:La Disputa del Sacramento La scena è divisa da un asse ideale rigorosamente verticale. Lungo l’asse si dispongono:l’Eterno,il Cristo,la Vergine e Giovanni.Seguono la colomba, simbolo dello Spirito Santo, I quattro angeli, che reggono i Vangeli,frutto dell’ispirazione dello Spirito.L’Ostia chiude l’asse immaginario: è il simbolo della presenza di Cristo sulla Terra.L’Ostia segna anche il punto di fuga della prospettiva: si osservino le liste di marmo sul pavimento. L’Ostia è il punto di congiunzione tra il Divino e l’umano. Raffaello Sanzio: La Scuola di Atene In questo lavoro Raffaello dispone i personaggi nello spazio in maniera molto più libera, rispetto alla Disputa. La scena produce un effetto di fervido movimento, di indipendenza: ogni gruppo è autonomo, a sé stante. Sembra un discorso sulla libertà dell’uomo, la trasposizione figurativa dell’orazione di Pico della Mirandola. Andrea Del Sarto: Madonna Delle Arpie