Introduzione Ho scelto di trattare la tematica relativa all’avviamento del ruolo del giovane portiere per due motivi. Il primo motivo è perché lavoro nel settore giovanile da quasi dieci anni e quindi ho la possibilità di affrontare un argomento inerente alla mia vita quotidiana; la seconda motivazione è perché penso che lavorare con i ragazzi possa regalare sensazioni uniche. Penso che ogni tecnico o allenatore di qualsiasi sport dovrebbe avere il piacere di affrontare questo percorso, specialmente prima di ambire all’olimpo dei grandi. Sono convinto che chi non svolga questo tipo di percorso non potrà mai essere completo dal punto di vista umano ma non solo, i giovani hanno la spensieratezza, la purezza e la speranza che gli adulti non hanno e ci arricchiscono quotidianamente. La pazienza è la prima virtù che deve avere un tecnico che opera nel settore giovanile, senza di essa è quasi impossibile fare questo lavoro anche perché ormai i tempi sono cambiati e i rapporti con i ragazzi sono sempre più particolari e difficili, la tecnologia sta prevalendo su valori veri come l’amicizia, l’altruismo e la condivisione di pensieri quotidiani. Lo sport è passione e sacrificio e il calcio richiede, come molti sport di squadra, condivisione e spirito di gruppo. Al ruolo del portiere non sempre corrispondono questi valori, spesso si è emarginati e chiamati in causa solo nei momenti di criticità, quando c’è da trovare un capro espiatorio. Questo ruolo è difficile per un adulto e lo è a maggior ragione per un adolescente; quindi curare l’aspetto psicologico, come vedremo, sarà di vitale importanza. Pazienza, programmazione e progressione sono la chiave del lavoro nel settore giovanile; senza uno di questi aspetti diventa tutto più difficile. A volte durante l’allenamento mi sento uno di loro, misuro le loro emozioni con le mie, cerco di vedere con i loro occhi ed è allora che capisco che sto svolgendo al meglio questo lavoro. Spesso sento la loro fiducia e capisco le loro emozioni ed è con l’empatia e l’entusiasmo che si riesce a conquistarli, diventando per loro un punto di riferimento. Cosi tutto è più semplice e l’allenamento vola anche grazie all’aiuto di uno o più sorrisi. Indice 1. Scelta e avviamento al ruolo 2. Formazione del ruolo 3. Specializzazione del ruolo 4. Gli aspetti del portiere 5. L’aspetto psicologico 6. Le capacità coordinative 7. Il portiere e il Taekwondo 8. Creare sempre entusiasmo passione e cultura per il ruolo 9. Conclusioni 2 1. Scelta e avviamento al ruolo Scelta del ruolo dagli 8 ai 11 anni: Ci sono tre fondamentali per capire se un bambino è portato a ricoprire questo ruolo. Sono il coraggio, la coordinazione e la struttura fisica. La struttura fisica negli ultimi anni è diventata determinante, nel calcio moderno le medie di altezza sono incrementate di 6-7 cm, e spesso fin dalle categorie più piccole i portieri meno strutturati sono penalizzati nelle scelte. Nelle fasce chiamate piccoli amici, dai 5 anni ai 7 anni, non c’è una specializzazione del ruolo ed è corretto che i bambini in tal caso svolgano tutti i ruoli per acquisire gli schemi motori di base come correre, saltare e rotolare. Oggi si inizia a giocare in porta a partire a 7-8 anni, anche grazie a ciò che è possibile osservare in televisione emulando nello specifico il modello Buffon. Come primo step si comincia a vedere chi ha la passione, la voglia e soprattutto il coraggio di mettersi i guanti e difendere la porta. Altre capacità da prendere in considerazione sono la coordinazione e la predisposizione al ruolo; è vero che queste si acquisiscono negli anni ma l’aspetto coordinativo di base risulterà poi importantissimo nel percorso del piccolo portiere. Il tecnico in questi anni ha la grande responsabilità di decidere il destino sportivo di un bambino, sono anni molto sensibili e delicati chiamati “anni d’oro” dove il bambino ha la capacità massima di apprendimento. 3 La didattica della fascia 8-10 anni (categorie pulcini) è composta da un’altissima percentuale di aspetto coordinativo e ludico, una buona percentuale di tecnica e una minima percentuale dovuta all’aspetto condizionale; il tutto come riportato nel grafico qui sotto. Struttura allenamento Tattica 4% Tecnica 15% coordinazione 46% Ludico 33% Condizionale 2% La componente coordinativa dipende dalla morfologia e dai geni, ma è migliorabile e, come già detto precedentemente, fondamentale importantissimo come base di un buon portiere. Un portiere con una buona base motoria sarà in futuro più facilitato ad apprendere movimenti, gesta e atteggiamenti per la difesa della porta e dello spazio, sarà più coordinato nel gesto tecnico e avrà l’orientamento nella porta facilitato dal suo bagaglio coordinativo. Le esercitazioni dovranno prevedere sempre la componente ludica oltre che coordinativa, saranno incentrate sulla coordinazione, sulla pre-acrobatica e sulla tecnica di base, soprattutto nel secondo anno pulcini. Esempio di seduta di allenamento: Attivazione con gioco ludico Bisogna considerare che i bambini trascorrono, durante la giornata, molte ore di scuola e sono quindi carichi di compiti, per cui si dirigono al campo di gioco stanchi mentalmente e soprattutto non pronti ad un’ulteriore lezione. 4 E’ giusto svolgere un riscaldamento composto da giochi e sfide varie come il torello, partitelle con le mani e altri giochi che permettono al bambino di socializzare e sfogare quella tensione che spesso accumula a scuola. Dopo almeno venti minuti di gioco iniziale è poi di nuovo pronto a prestare attenzione su un nuovo obiettivo. Dopo l’attivazione si svolgono circa 20-25 minuti di esercitazioni tecnico-coordinative, inerenti all’obiettivo preposto, ed infine 25-30 minuti di giochi e sfide situazionali, inerenti sempre all’obiettivo o a più obiettivi prefissati in partenza. Gli ultimi 30-40 minuti si svolgono partitelle o tiri con la squadra. Oltre all’aspetto psicologico è molto importante sempre preservare il bambino da eventuali traumi e infortuni che potrebbero inibirlo al ruolo, ma nello stesso tempo dare la giusta attenzione all’approccio mentale all’allenamento. 2. Formazione del ruolo Formazione del ruolo dai 12 ai 14 anni La didattica della fascia 12-14 anni (categoria esordienti e giovanissimi) è composta da un altissima percentuale di aspetto tecnico, una buona percentuale di coordinazione e un leggero aumento dell’aspetto condizionale, il tutto come riportato nel grafico qui sotto. Struttura allenamento ludico 8% Condizionale 8% Coordinativo 16% Tecnica 49% Tattica 19% 5 Notiamo subito che l’aspetto tecnico è preponderante, in queste fasce è molto importante aumentare notevolmente le capacità tecniche, fondamentali per un portiere. Si andranno a formare le basi, che permetteranno al giovane portiere di aumentare l’autostima, essendo sicuro dei propri mezzi per affrontare i successivi anni con più entusiasmo e decisione. L’aspetto coordinativo diminuisce anche perché le basi motorie già dovrebbero essere acquisite. Solo nei casi specifici e in caso di carenze, le abilità coordinative andranno incrementate anche con lavori a secco. Anche l’aspetto ludico diminuisce leggermente per dare spazio maggiore a quello tecnico, senza però tralasciare esercitazioni divertenti come sfide con punteggio, volte ad aumentare l’entusiasmo tramite l’innesco di una sana competizione. La palla sarà sempre protagonista di tutte le esercitazioni, essendo lo strumento con cui dovranno prendere sempre più dimestichezza. Nelle categorie Giovanissimi aumenterà anche l’aspetto condizionale e le esercitazioni saranno più situazionali, mirando all’aspetto prestativo e sempre più intense senza mai trascurare la tecnica. In questa fascia si ha un incremento muscolare e strutturale del ragazzo e si nota un allungamento (Periodo Proceritas) che può causare squilibri dei segmenti corporei, con conseguente perdita di coordinazione. L’allievo riesce a modulare i movimenti grazie all’aumento della muscolatura e grazie ad una maggiore disponibilità della forza. Il preparatore deve prestare 6 massima attenzione nel miglioramento delle capacità tecniche e alla loro applicazione nelle situazioni di gioco. Il preparatore dovrà correggere sempre ogni aspetto tecnico ed essere incisivo finché gli allievi automatizzano le gesta e le posture corrette. Anche la tecnica podalica avrà una grande importanza per costruire un portiere moderno che sarà sempre più simile ad un giocatore di movimento Esempio di seduta di allenamento: 5-10 gioco tecnico podalico (torello - mischietta -calcio-tennis) Attivazione 15-20 min. tecnica analitica di base inerente all’obiettivo della giornata 20-30 min. esercitazioni tecniche aumentando sempre più il ritmo e l’intensita’ 20-30 min lavoro situazionale anche con la squadra. E' importante in allenamento tenere alta l'attenzione e il ritmo, in modo che il portiere troverà giovamento sull'attenzione durante la gara. 7 3. Specializzazione del ruolo Specializzazione del ruolo dai 15 ai 17 anni La didattica della fascia 15-17 anni (categorie Allievi, Beretti e Primavera) è composta sempre da un’alta percentuale di aspetto tecnico, invece quello coordinativo e ludico diminuiranno notevolmente e ci sarà un importante aumento dell’aspetto condizionale e tattico, il tutto come riportato nel grafico qui sotto. Condizionale 22% Struttura allenamento Tecnica 37% Ludico 3% Coordinativo 8% Tattica 30% La componente tecnica accompagnerà il portiere per tutta l’adolescenza e non solo, spesso anche nelle prime squadre si effettueranno ripassi tecnici e lavori specifici dove ci sarà bisogno. In queste categorie si è all’apice della formazione ed il portiere dovrà essere ben impostato, sia tecnicamente che mentalmente, e dovrà avere, oltre ad un bagaglio tecnico e coordinativo, anche una spiccata personalità e carisma sul reparto difensivo. Qui avremo molto più tempo a disposizione e gli allenamenti settimanali saranno almeno quattro e quindi potremmo specializzare ancora di più il nostro allievo aumentando intensità, frequenza e i carichi. 8 Esempio di seduta di allenamento: 10 min attivazione motoria generale , mobilità articolare e prevenzione 10 min tecnica podalica o giochi come calcio-tennis e torelli 20-25 min(adattamento) tecnica analitica di base inerente all’obiettivo della giornata 10 min Esercitazioni di destrezza e velocità 30 min lavoro di specializzazione obiettivo preposto 20-30 min lavoro situazionale e tattico anche con la squadra. In queste fasce, essendo più evoluti i portieri, si lavora molto sulla tattica difensiva e offensiva ma anche con le transizioni positive, esecuzione dei rinvii, costruzione gioco dal basso e gestione palle inattive. Tutte le fasce sono importanti e delicate ma quest’ultima è il passaggio definitivo in cui si deve mettere a disposizione dell’allievo più insegnamenti possibili e, al contrario delle fasce precedenti, il portiere farà domande, sarà curioso e si impegnerà a capire ciò che fa e perché lo fa. Sono le fasce dove si interagisce di più con il portiere e si riesce a parlare la stessa lingua. La condivisione di idee con il preparatore purtroppo difficilmente accade negli anni precedenti, dove l’allievo ha ancora una mentalità da bambino e non metabolizza subito i concetti. Questo è normale e fisiologico anche perché nel caso contrario saremmo di fronte a bambini con doti importanti e questo potrebbe essere uno dei campanelli che ci indica un portiere promettente. 9 4. Gli aspetti del portiere Il “preparatore” è colui che prepara, come si può facilmente intuire, il portiere alla gara. Questo significa che per preparare un portiere è importante conoscere ogni sfaccettatura, quindi si dovrà andare a sezionare cosa fa e che gesti compie il portiere. Una premessa importante è la seguente: Il bravo preparatore non è colui che si inventa più esercitazioni possibili, ma colui che corregge in continuazione il gesto tecnico, la postura, l’atteggiamento, la posizione, lo spostamento, il piazzamento e tutto ciò che concerne il ruolo e lo fa sempre in positivo, non rimarcando l’errore ma trovando la soluzione. Elenco le capacità che si devono allenare in un portiere: Tecnica del tuffo Presa Uscite alte Uscite basse Tecnica podalica Trasmissione palla, mani e piedi La coordinazione 10 Posizionamento e orientamento in porta Respinte o deviazioni Rapidità e frequenza passi Destrezza Gestione della difesa Gestione spazio-temporale Aspetto psicologico durante la gara Gestione ansia e stress pre-gara Sviluppo palle inattive Miglioramento aspetto condizionale e forza (per i più grandi) Forza esplosiva (per i più grandi) Reattività Capacità di reazione Non illustrerò esercitazioni ma parlerò globalmente della specializzazione del ruolo per vedere ogni suo aspetto nei minimi particolari. Partendo dalle basi, parliamo di postura: la postura si misura in funzione della distanza della palla, dell’avversario e della linea difensiva e, essendo il calcio un gioco dinamico, essa varia molteplici volte, quindi è necessario prestare sempre attenzione ad allenare in diverse situazioni la corretta postura che dovrà eseguire il giovane portiere. Ritengo che la postura corretta, conosciuta in queste situazioni “di base”, sia quella che prevede un piegamento del busto in avanti a 40°, braccia a 90°, mani con palmi interni evitando rigidità, gambe con un angolo di 120°. Minore è la distanza tra palla e portiere, maggiore sarà il piegamento delle gambe fino a giungere ai 100° della postura 1 vs 1. L’ampiezza dell’apertura delle gambe è pari a quella delle spalle, anche se a volte a causa della morfologia del portiere non risulta proprio così. Oltre alla postura anche gli spostamenti sono una caratteristica molto importante del portiere, si dovranno abituare a muoversi velocemente con passi brevi e, cosa più importante, dovranno mantenersi fermi con i piedi ben saldi a terra al momento del tiro. Al momento del tiro è paradossalmente meglio una posizione non corretta sulla bisettrice ma con i piedi ben saldi a terra che una posizione corretta ma in movimento con i piedi non saldi a terra; in questo caso sarà molto difficile intervenire in tempi celeri sul tiro. 11 La tecnica, come è evidente nei grafici, è una componente sempre abbastanza alta in tutte le fasce d’età, in riferimento alle basi del portiere: la presa, la tecnica del tuffo, l’uscita alta e bassa. Presa del pallone centrale: L’assorbimento è molto importante, le braccia non sono completamente tese ma con un leggero angolo, i pollici vicini e si esegue sempre con la protezione del corpo dietro e ben allineato alla palla. Presa del pallone su tiro laterale E' molto importante cercare di trattenere il pallone dopo un tiro, in quanto così facendo viene interrotta l'azione e si può ripartire con possesso di palla. I tiri rasoterra vengono trattenuti come segue: Una mano afferra la palla da dietro per poterla bloccare. L’altra mano afferra il pallone sopra per poterlo trattenere. Le mani arrivano sempre insieme e sono vicine, la terza mano cosi chiamata è il terreno che aiuta nel bloccaggio. Dopo aver fermato e trattenuto il pallone, si deve portare verso il corpo e contemporaneamente piegare le gambe verso il corpo a protezione della palla trattenuta. A mio parere preferisco insegnare ai ragazzi ad alzare la palla dopo averla bloccata e portarla davanti al viso (altezza naso), in protezione di eventuali colpi in special modo nelle uscite basse. La tecnica del tuffo: Il corretto modo è il seguente: Sbilanciamento del corpo laterale e dopo aver perso equilibrio passo con punta del piede in direzione della palla, spinta con arto omologo alla palla e traiettoria del tuffo, sempre proiettato verso la direzione della palla. Il tuffo ha mille sfaccettature, la traiettoria la fa da padrona ed ogni portiere ha un suo stile. Non potranno mai essere tutti uguali, ma noi preparatori influiamo globalmente su tutto, similmente agli scultori, il materiale cambia ma la forma e l’armonia gliela diamo noi. 12 Una cosa molto importante nell’insegnamento di questo gesto è iniziare sempre in propedeutica, da una posizione da seduto, ginocchio e sagittale fino ad arrivare in piedi, anche a ritmi lenti e finché il bambino non automatizza il gesto non si passa mai allo step successivo. Inoltre è giusto eseguire tutti i tipi di palla, rasoterra, chiusura, rimbalzata e al volo in modo che il bagaglio traiettoria si incrementi sempre più. In questa fase è corretto che il preparatore usi le mani per lanciare la palla, in modo da potersi concentrare sull’esecuzione del gesto tecnico e correggere gli eventuali errori. Possiamo dividere gli interventi di tuffo in quattro tipologie: togli-gamba, passo e spinta, accostata e incrocio anche conosciuto come passo sovrapposto. Il togli-gamba: si effettua sfruttando la forza di gravità (senza spinta) ed è molto utile sui tiri ravvicinati al corpo in cui il portiere ha poco tempo per intervenire. Si allena non tassativamente solo con scivolamento gamba dietro ma anche avanti soprattutto sui tiri laterali. Passo e spinta: il passo è in funzione della palla e punta rivolta verso essa per sfruttare la massima spinta. Passo accostato: permette al portiere di risolvere molte situazioni metà e metà tra incrocio e passo e spinta. Passo incrociato: meglio chiamato corsa laterale, è fondamentale per le fasce di età più basse perché non hanno ancora la forza di un adulto. La rialzata: è un altro aspetto importante e nei settori giovanili si dovrebbe dare priorità a quella semplice, all’italiana con il ginocchio piegato leggera gondola su fianco, sbilanciamento sulla gamba che va sopra il ginocchio piegato e la punta del piede in direzione corretta dove si deve andare. La rialzata brasiliana: nelle fasi dove il portiere è già evoluto la possiamo insegnare come bagaglio aggiuntivo ad un recupero da un errore di tuffo o su quando il campo è bagnato in cui non si possono controllare le gambe dopo il tuffo. Secondo un mio pensiero non è sempre corretta perché oltre ad essere spesso più lenti si perde di vista la palla avendo le gambe davanti alla visuale per un attimo. 13 Le deviazioni: Come deviare i tiri rasoterra: Se non riusciamo ad effettuare una presa, allora dobbiamo effettuare una deviazione, facendo attenzione che la traiettoria della palla sia più laterale possibile in modo che la respinta non diventi l'inizio di un'ulteriore azione pericolosa degli avversari. Le deviazioni si possono eseguire a una mano e a due mani, la corretta spinta, postura e gioco di polso permettono di deviare correttamente verso l’esterno ed è importante utilizzare tutta la mano dietro il pallone, non solo le dita. È giusto allenare le deviazioni. Ma spesso In allenamento si allena il bloccaggio, specialmente in questa fase di crescita, si cerca di automatizzare il più possibile questo gesto tecnico complesso ma importantissimo. Le respinte: Assolutamente da non confondere con la deviazione, la respinta è un gesto più istintivo in cui il portiere non è spesso padrone di indirizzare il pallone; questo gesto viene effettuato sui tiri molto forti che non danno il tempo di fare altro ma solo di opporsi con le mani o con il resto del corpo, la diversità sta che la palla ritorna quasi sempre da dove è stata colpita. Le uscite basse ed alte sono altre capacità importanti e hanno un livello di difficoltà maggiore avendo componenti come il coraggio, l’orientamento spazio temporale e l’anticipazione, oltre alla tecnica e alle capacità coordinative. Le uscite alte: esse vanno insegnate fin dalle fasce più piccole, naturalmente sempre gradualmente a seconda della categoria; si inizia con le mani fino a passare al calcio e aumentando le distanze fino a quando il portierino ha automatizzato il corretto gesto. Si insegna partendo dalle parte analitica correggendo la frequenza passi, il giusto tempo, la postura sia di partenza che di arrivo, la posizione mani, piedi e del corpo fino a passare al situazionale con giochi e sfide coinvolgendo sempre tutti i portieri in modo che lavorano anche con i piedi. L’uscita alta ha una componente coordinativa notevole, ci vuole molto pazienza con gli allievi perché è molto difficile da imparare e metabolizzare. 14 La tecnica podalica: ormai fondamentale nel calcio moderno, è giusto allenarla fin dai più piccoli ma senza togliere spazio agli aspetti appena citati, molto più importanti per un portiere. Per dimostrare questo sono arrivato ad una conclusione con un piccolo calcolo, visto che i numeri hanno sempre ragione. Se pensiamo di svolgere un minimo di dieci minuti di tecnica podalica all’inizio di ogni allenamento o partita come fase di attivazione e calcolando che in media in generale nel settore giovanile si eseguono tre allenamenti più la partita, in un micro ciclo di una settimana il portiere svolgerà un totale di 40 minuti di tecnica podalica che in un mese sono 160 minuti, in una stagione sono 1440 minuti e in un arco di tempo di circa 8 anni di settore giovanile parliamo di 11520 minuti cioè 192 giorni di tecnica podalica, ossia quasi una stagione intera dedicata a questo aspetto. Altri aspetti fondamentali per la crescita di un portiere sono il posizionamento e la gestione spazio temporale. Secondo la mia esperienza, partendo dalla fascia dei più piccoli, è giusto lavorare sempre con la porta e con essa dimensioni leggermente maggiori rispetto quelle reali in modo che l’allievo si crei fin da subito il suo habitat naturale e possa svolgere il suo percorso formativo familiarizzando il più possibile con la porta e l’area di rigore, dato che sarà la sua casa per molto tempo. Una riflessione importante va fatta sulle esercitazioni. È importante che vengano effettuate 2-3 parate consecutive al massimo ( il portiere lavora sempre in anaerobico alattacido) anche perché è molto difficile che in partita un portiere di qualsiasi età effettui più di 3 interventi consecutivi. Non abbiamo parlato di scouting e videoanalisi, secondo il mio parere molto utile per analizzare gli errori tecnici, e trovare le soluzioni migliori insieme all'allievo stesso, per i portieri delle categorie agonistiche anche l'analisi del modello prestativo delle partite è molto utile per analizzare i comportamenti dello stesso durante la gara ma anche per cercare di riprodurre situazioni in allenamento sempre più simili alla gara. Questo discorso lo possiamo fare da una categoria allievi in poi perché prima come abbiamo sottolineato ed evidenziato la priorità massima ce l'ha la formazione coordinativa e tecnica del portiere seguendo le giuste linee guida della scuola italiana migliore al mondo. Sappiamo che tutti gli aspetti sopra citati sono importantissimi, ma senza pensare e tenere in considerazione l’aspetto mentale che li dirige e li comanda, non possiamo assolutamente migliorarli. 15 L’aspetto psicologico è di vitale importanza in un atleta evoluto, figuriamoci in un adolescente e per questo ho deciso di dedicargli il prossimo capitolo. 16 5. L’aspetto psicologico L’aspetto psicologico è fondamentale in qualsiasi sport, la mente e la psiche dello sportivo vanno tenute in considerazione in ogni loro sfaccettatura nell’ambito dell’attività sportiva. Come detto nei precedenti capitoli, nei settori giovanili gli atleti sono opportunamente divisi per fasce di età, iniziando con i più piccoli (età compresa tra i nove e i dieci anni), s’imposta l’allenamento soprattutto sulla tecnica di base, per far acquisire ai piccoli atleti quei gesti e quelle posture che saranno la base del loro cammino sportivo. Tutto questo sarà improntato su esercitazioni ludiche cosi che i bambini si alleneranno per raggiungere degli obiettivi ma divertendosi. Ritengo che dovrà essere esaltato essenzialmente il gioco, con lo scopo di formare nei ragazzi una personalità con delle proprie certezze e sicurezze in modo che, una volta calzati i guanti da portiere ed entrati tra i pali, non abbandoneranno mai più questo ruolo. Per invogliare ancora di più il bambino, si potranno mettere in palio dei premi settimanali e mensili, e assegnarli, senza creare troppa competizione, al bambino più bravo e diligente o che vince le varie sfide come tiri di rigore, esercitazioni a stazioni, o gare di rinvii. In gara, l’aspetto psicologico, in questi primi anni “da portiere” sarà curato dal preparatore, che solo in questi ultimi anni, e non in tutte le società professionistiche, è presente. Il ruolo di quest’ultimo sarà quello di distendere gli animi degli allievi, di farli sentire a loro agio sia dal punto di vista tecnico che personale, con incoraggiamenti continui e rendendoli consapevoli che l’errore è parte integrante di quel periodo di crescita calcistica e umana. La posizione ideale per seguire un allievo durante la partita è laterale nella propria metà campo, altezza limite area grande. Mai mettersi dietro la porta, potrebbe creare pressione e disagi a meno che non ce lo chiede il portiere stesso come mi è capito con dei portieri più grandi che me l'anno chiesto in momenti di criticità della partita. Non tutti i bambini affrontano questo ruolo con la consapevolezza di poter sbagliare e con la capacità di saper affrontare eventuali sconfitte ed errori. Saper far fronte a ciò rappresenterebbe un grande pregio perché, pur essendo un gioco, vi assicuro che già a questa età le pressioni ci sono: dal compagno che è pronto ad accusarti per un goal preso, dai genitori che dagli spalti gridano e sono pronti a puntare il dito anche a un bambino di dieci anni e, a volte, dagli 17 stessi istruttori che non sanno immedesimarsi nel bambino. Tutto ciò crea un forte disagio. Secondo una mia teoria è giusto spronare il bambino a fare bene a essere concentrato, riprenderlo e fargli capire gli errori, ma i mezzi che giustificano il fine sono importantissimi, si dovrà improntare il richiamo sullo scherzo, sul gioco per far comprendere l’errore con il sorriso sulle labbra. Il bambino dovrà imparare divertendosi perché il buon allenatore è chi trasmette entusiasmo, gioia, fiducia e ottimismo. È di vitale importanza relazionarsi ed interagire con i piccoli allievi, ma soprattutto ci vuole tanta pazienza. E ciò che alimenta la pazienza, si sa, è la passione. In tanti dicono di volere bene ai bambini, ma solo pochi li ascoltano! Salendo con l’età, parliamo dell’allievo dagli undici ai dodici anni, sembrerà minima la differenza di uno - due anni ma solo anagraficamente, perché anche solo sei mesi a quell’età sono significativi, passiamo dalla categoria “Piccoli amici” a quella dei “Pulcini” e “Esordienti”, qui ci sarà molta più competizione sia in allenamento sia in gara, i portieri a quest’età si sono immedesimati totalmente nel ruolo ed hanno una base posturale e tecnica già abbastanza definita. Adesso ancor più è fondamentale la figura del preparatore, egli dovrà impostare periodicamente piccoli test, senza creare ansie, per capire se tecnicamente l’allievo migliora e i concetti vengono acquisiti, dovrà creare una sana competizione tra loro senza tralasciare l’aspetto ludico. In questa fascia d’età, soprattutto in gara ci saranno sicuramente molte più pressioni, i risultati cominciano a contare e tutti vogliono tutto e subito, si vuole che il portiere sia sempre in grado di salvare la squadra in qualsiasi situazione negativa facendo “miracoli”. Tutte queste pressioni sono controproducenti e potrebbero creare traumi che possono inibire l’allievo. Finora non abbiamo parlato dei genitori, noi preparatori e istruttori stiamo sul campo con l’allievo due ore a seduta, le ore restanti della giornata, tolte quelle in cui sono a scuola, le vivono con i propri genitori, sono loro che formano totalmente il bambino. Il bravo genitore non dovrebbe creare forti pressioni, spesso però troviamo persone che non sono riuscite come avrebbero voluto nel campo calcistico e puntano sul proprio figlio per vedere realizzato questo loro desiderio. Vorrebbero vederlo arrivare in serie A o in serie B (quelli più modesti), lo caricano giornalmente di responsabilità ed è proprio lì che scatta un meccanismo tremendo nella mente del bambino cosi che, quando sarà solo tra i pali, sentirà, oltre alla pressione dei compagni di squadra dell’allenatore, del pubblico, anche quella del genitore, che sarà pronto a sgridarlo non appena entrerà in macchina durante il ritorno a casa per gli errori commessi. 18 L’allievo crescerà meglio con la comprensione da parte del preparatore, dell’istruttore o appunto del genitore, è sempre giusto e opportuno correggerlo non davanti a tutti, presterà molta più attenzione se gli si parlerà tranquillamente in disparte a quattr’occhi. Arriviamo poi all’allievo di tredici - quindici anni categorie “Giovanissimi” e “Allievi”, a quest’età ci si rende conto chi davvero ha la stoffa del portiere. Nelle società professionistiche a quest’età gli allievi hanno già superato diverse selezioni e sono già tecnicamente e fisicamente molto pronti e ben definiti, con loro il preparatore potrà alzare i carichi dal punto di vista fisico senza tralasciare l’aspetto tecnico e appunto psicologico. Il preparatore sarà un vero e proprio modello da emulare, dovrà instaurare con gli allievi un rapporto quasi “paterno”. In gara il risultato sarà ancora più importante soprattutto a livello professionistico in cui si affronteranno campionati di livello nazionale, il preparatore dovrà sempre svolgere il riscaldamento pregara, dovrà interagire con l’allievo rassicurandolo, caricandolo e dandogli le motivazioni giuste per affrontare la gara. In queste categorie, al contrario della scuola calcio, i portieri sono spesso in competizione tra loro e ci sarà un titolare a volte inamovibile e una “riserva”, qui sarà premura del preparatore svolgere un lavoro soprattutto psicologico sulla “riserva”, dovrà mettere entrambi i portieri sullo stesso piano e trattarli egualmente, anzi dovrà invogliare il secondo sempre più e facilitare i rapporti tra loro ricordandosi che per diventare grandi conta molto più lo slancio di un sorriso che la forza di un rimprovero. Infine passiamo al portiere “adulto” o quasi, perché nella fascia d’età tra i quindici e i diciassette anni, l’allievo è borderline con il mondo degli adulti, anzi se nella vita si diventa maggiorenni a diciotto anni, nel caso del portiere si diventa maggiorenni e responsabili all’età di quindici - sedici anni perché questo è un ruolo che comporta maggiori responsabilità. Qui il preparatore come detto in precedenza ma è giusto ribadirlo, deve instaurare un rapporto di fiducia totale, deve essere sempre presente e deve essere un vero e proprio punto di riferimento. Il preparatore facilitato dalle proprie esperienze come ex-portiere, che ha già vissuto determinate situazioni e circostanze, dovrà essere molto bravo a immedesimarsi ed entrare nella mente dell’allievo per aiutarlo a superare le difficoltà e le avversità che sono parte integrante di questo ruolo bello e difficile. Anni fa lessi un’intervista di Luca Marchegiani nella quale ringrazia i suoi guanti, ai quali deve tanto perché l’hanno fatto crescere come calciatore, ma soprattutto come uomo, mi allaccio a quest’affermazione perché ritengo che indossando i guanti e la divisa che distingue il portiere dagli altri giocatori, ci si sente liberi, il 19 ruolo del portiere regala questa sensazione ed è una delle cose più belle al mondo, preserviamolo, aiutando e invogliando i giovani portieri perché sono una “razza in via d’estinzione”. Qui il preparatore come detto in precedenza ma è giusto ribadirlo, deve instaurare un rapporto di fiducia totale, deve essere sempre presente sia in allenamento sia in gara e deve essere un vero e proprio punto di riferimento. Il preparatore facilitato dalle proprie esperienze come ex-portiere, che ha già vissuto determinate situazioni e circostanze, dovrà essere molto bravo a immedesimarsi ed entrare nella mente dell’allievo per aiutarlo a superare le difficoltà e le avversità che sono parte integrante di questo ruolo bello e difficile. Anni fa lessi un’intervista di Luca Marchegiani nella quale ringrazia i suoi guanti, ai quali deve tanto perché l’hanno fatto crescere come calciatore, ma soprattutto come uomo, mi allaccio a quest’affermazione perché ritengo che indossando i guanti e la divisa che distingue il portiere dagli altri giocatori, ci si sente liberi, il ruolo del portiere regala questa sensazione ed è una delle cose più belle al mondo, preserviamolo, aiutando e invogliando i giovani portieri perché sono una “razza in via d’estinzione”. 20 6. Le capacità coordinative Possedere un’ottima abilità tecnico-coordinativa è basilare ed essa deve essere allenata fin dai primi anni di attività sportiva. Molti studi hanno confermato come una buona base coordinativa possa essere acquisita tramite attività multilaterali di avviamento allo sport, senza la necessità di specializzare nel ruolo e nello sport il giovane atleta già dai primi anni di attività. Per un efficace sviluppo tecnico futuro sono di vitale importanza tutte le abilità coordinative di base e specifiche. Le capacità coordinative specifiche del portiere sono le seguenti: Capacità di orientamento spazio-temporale: E' la capacità di determinare e variare la posizione e i movimenti differenti del corpo nello spazio e nel tempo, in relazione a punti di riferimento sia statici che dinamici. Capacità di combinazione: E' la capacità di coordinare e modulare tra loro i movimenti di più segmenti corporei al fine di realizzare il gesto finalizzato. Pensiamo ad un’uscita alta, dove c'è la corsa in una direzione e torsione in altro per afferrare o respingere la palla. Capacità di differenziazione: E' la capacità di esprimere in forma precisa ed economica un’attività gestuale, tra le singole fasi di uno o più movimenti delle varie parti del corpo. Nel portiere si esprime quando questi si muove con fluidità ed armonia modulando movimenti e forza essendo padrone del proprio corpo. Capacità di reazione motoria: Il calcio essendo uno sport “open skill”, cioè l'atleta interagisce con un ambiente in continuo mutamento, quindi questa abilità è la capacità di agire ed eseguire rapide azioni motorie in risposta ad uno stimolo. Capacità di equilibrio statico-dinamico: Riuscire in forma statica o dinamica a mantenere o a ristabilire una posizione di equilibrio sempre ideale. 21 Una buona acquisizione degli schemi motori di base aiuta maggiormente il giovane portiere ad acquisire e rafforzare la coordinazione motoria. Capacità di ritmizzazione: E' la capacità esprimere un ritmo nelle azioni motorie che consiste nel contrarre e decontrarre i diversi gruppi muscolari, nel rispetto degli stimoli sensoriali. La ritmizzazione del movimento è importantissima soprattutto a livello giovanile, in quanto facilità il processo di automatizzazione del movimento stesso. Capacità di adattamento e trasformazione: E' la capacità di trasformare o sostituire l'azione motoria programmata nel corso dello svolgimento in base al variare della situazione. Nel nostro caso il portiere non deve farsi cogliere di sorpresa da una variazione di un azione e di una situazione di gioco imprevista e qui si parla di capacità di adattamento. Invece la capacità di trasformazione è ancora più importante in quanto è quella capacità in cui il portiere deve trasformare i movimenti in relazione ai comportamenti dell'avversario, del terreno, delle situazioni climatiche e tutto ciò che rende una situazione imprevedibile. Per questo si lavora molto in allenamento riproducendo la situazione più simile possibile alla realtà. Capacità di anticipazione motoria: Questa capacità permette di prevedere l'inizio, lo svolgimento e la fine di una azione motoria organizzando in anticipo i movimenti richiesti con efficacia. Nel portiere è fondamentale ma nei giovani non si sviluppa immediatamente ma solo con l'esperienza e il “vissuto” si allena e si migliora. Fantasia motoria: E' la capacità di utilizzare le proprie risorse tecniche e coordinative in modo naturale, al di fuori degli schemi imitativi. Per incrementare questa capacità è giusto utilizzare metodi induttivi e lasciare spazio e libertà di esprimersi al giovane portiere, questa capacità è caratteristica degli allievi “nati portiere” , dove la componente genetica ha fatto da padrona. 22 Durante questi anni, avendo allenato quasi tutte le categorie dalla scuola calcio fino agli allievi, ho avuto molte tipologie di portieri ed un discreto bagaglio di esperienza. Sicuramente mi reputo un privilegiato, visto che ho lavorato e tutt’ora lavoro in una società professionistica dove c’è molta più selezione che in altre realtà. Per questo ho avuto dei portieri di livello discreto con delle basi motorie sufficienti. Inoltre, sono il responsabile, da circa due anni, di una scuola portieri, che non ha uno standard di selezione ma permette a tutti di avvicinarsi al ruolo e questo mi ha consentito di vivere un’esperienza in più. Nella mia scuola portieri, ho a che fare con tipologie di portieri differenti, meno impostati o spesso non impostati proprio tecnicamente e con grande difficoltà coordinative. Ho voluto offrire un servizio sul territorio perché la maggior parte dei settori giovanili dilettanti non da importanza alla figura dei preparatori portieri professionali e qualificati. Molte società non ne hanno proprio o hanno il tutto fare di turno che tira pallonate. 23 Il problema che ho riscontrato e che vedo tutti i giorni è che sta mancando quel bagaglio coordinativo “di strada”, con questo termine intendo ciò che il bambino impara da solo, senza cinesini, cerchi, ostacoli, over, meduse etc. Tutta questa attrezzatura è stato prodotta per riprodurre quello che si trovava in strada, i cinesini potrebbero essere i sassi, i cerchi come quelli del gioco della campana, le aste i rami degli alberi caduti, le meduse potrebbero essere le buche e il terreno sabbioso e fangoso. Fino a quindici, venti anni fa si giocava in strada, nei giardini, nei parchi, nei campetti. Oggi per i vari problemi di traffico, pericolo, viabilità, per la delinquenza, per i grandi carichi di compiti, per la tecnologia avanzata e un po’ anche per le mamme troppo premurose, è difficile in special modo per chi abita in città andare a giocare per strada con gli amici e la vita di un adolescente purtroppo è molto più sedentaria. Vorrei citare un’intervista al guru degli allenatori Horst Wein, molto significativa: Il calcio di strada era l’ambiente naturale in cui i bambini esploravano il gioco del calcio in maniera naturale, giocando soprattutto di giorno per ore dietro l’angolo, senza il bisogno di trasporto o di attrezzature specifiche, senza iscrizioni a federazioni che oggi trattano i bambini come adulti e con le loro gare troppo complesse limitano il naturale sviluppo dei giovani nel calcio. Vorrei aggiungere un’ulteriore riflessione: In strada hai paura di cadere, i terreni non sono favorevoli e confortevoli e per evitare di scivolare e cadere dopo ad esempio un dribbling o un tiro in porta, quindi ci si deve adattare, incrementando le capacità motorie e coordinative. Questo ci fa riflettere, ci fa capire che in allenamento non è giusto inserire troppi paletti, troppi limiti togliendo estro all’allievo, è giusto insegnare la tecnica ma spesso noi preparatori ci fossilizziamo e vogliamo ottenere subito la perfezione del gesto. Vorremmo in tempi brevi un portiere simile a noi se non meglio, ma non è sempre cosi, non tutti hanno le stesse caratteristiche morfologiche, strutturali e ognuno ha la sua particolarità e dobbiamo essere bravi si a correggere gli errori ma anche ad esaltare le doti naturali, a capire cosa è giusto, cosa è sbagliato ma con la pazienza, la dedizione e soprattutto con il tempo. 24 Nei settori giovanili se si pensa che un concetto si possa imparare rapidamente si fa un grande errore, a volte servono mesi o addirittura stagioni intere per far apprendere certi aspetti. Dobbiamo sempre tener conto che stiamo sì insegnando il ruolo più bello del mondo ma anche il più difficile, complesso e con un coefficiente cognitivo notevole. 7. Il portiere e il taekwondo Vorrei citare un’esperienza personale che ho vissuto qualche stagione fa. Durante una stagione ho allenato un portiere di 14 anni, categoria giovanissimi, che aveva grandi problematiche coordinative dovute anche alla sua grande struttura fisica, oltre al lavoro tecnico e coordinativo in campo ho parlato con i genitori e ho consigliato un allenamento aggiuntivo inerente un altro sport per migliorare l’aspetto coordinativo e non solo. Dopo alcune ricerche e osservando dal vivo alcune discipline ho scelto uno sport in particolare, Il taekwondo. Il taekwondo è un'arte marziale coreana, il cui significato letterale è l'arte dei pugni e dei calci in volo e si basa principalmente sull'uso delle tecniche di calcio. L'allenamento di taekwondo tende a migliorare le capacità cardio-respiratorie e a sviluppare la forza fisica. Inoltre migliora l'agilità, la coordinazione, l'equilibrio, la flessibilità, la respirazione e circolazione del sangue. Sicuramente anche altre arti marziali erano idonee, tipo il judo e il karate, ma questa disciplina è quella che si avvicina più al portiere soprattutto avendo una grande interesse degli arti inferiori, superiori e del core. In soli pochi mesi con circa 6-7 allenamenti mensili ed abbinando un buon lavoro coordinativo e tecnico in campo il ragazzo ebbe grandi giovamenti, nel corso dell’anno migliorò tantissimo anche nell’esecuzione della parata in tuffo, nelle uscite alte ed addirittura anche nella podalica. Da un portiere leggermente goffo e impacciato divenne, molto più armonico e elegante nei movimenti e acquisì maggiore padronanza dei gesti. Non è stata una scoperta mia anche perché calciatori come Ibrahimovic, Zaza e Marchetti si sono avvicinati a questo sport e non per caso sono dei campioni, e sicuramente qualcosa ha contribuito nel loro percorso. 25 Oltre agli aspetti prima citati anche la respirazione, l’equilibrio e l’aspetto mentale fa da padrona in questo sport e nel mio caso in un anno grazie agli ottimi risultati tanto che il ragazzo ha raggiunto la riconferma per la stagione successiva e per le categorie nazionali cosa impensabile ad inizio anno. Secondo me è importante avere un grande bagaglio e l’allievo, praticando molti sport, soprattutto nelle fasce più piccole, migliora notevolmente l’aspetto coordinativo, strutturale e tecnico. La cultura italiana purtroppo non è come quella all’estero, a scuola non si fa sport come si dovrebbe e non ci sono le attrezzature come nel nord Europa o in America. Bisogna inventare, provare, incuriosire il ragazzo, tenerlo sempre su di giri e al massimo che può esprimere, migliorandolo giornalmente. Se non formiamo un nuovo Buffon non succede niente, è nella normalità, ma magari formiamo un grande sportivo, un discreto portiere che farà anche categorie modeste e che magari un domani sarà un ottimo preparatore. 8. Creare sempre entusiasmo passione e cultura per il ruolo Il fattore ambientale (genitori, amici, insegnati, istruttori) è fondamentale e incide sulla personalità e sulla crescita di un adolescente, sappiamo tutti che la famiglia ha una componente importantissima sulla carriera di un ragazzo. Anche noi allenatori abbiamo una grande responsabilità e quindi è giusto dare tutte le informazioni e tutte le conoscenze al nostro piccolo atleta che un domani diventerà grande anche grazie a noi. Solo chi ha vissuto certe emozioni, certe sensazioni ed esperienze può trasmetterle ed essere empatico. Nella mia breve ma intensa carriera calcistica ho vissuto molte esperienze negative, ma ringrazio di averle attraversate perché mi hanno formato sia come allenatore che come uomo soprattutto. Spesso nel calcio ci sono cose inspiegabili che vanno al di fuori del rettangolo di gioco, non c’entrano nulla con la presa, con le posture o con le uscite alte. Secondo la mia esperienza vissuta come calciatore ed ora come allenatore penso che sia di fondamentale importanza alimentare la passione per il ruolo, sarebbe 26 una sconfitta enorme per qualsiasi tecnico vedere un proprio allievo privo di entusiasmo e passione per ciò che sta facendo. Abbiamo parlato precedentemente di aspetto psicologico, oltre ad esse un altra caratteristica importante che deve avere il portiere è la componente umana, culturale e passionale. La porta e l'area di rigore deve essere come un luogo di culto, io spesso dico ai miei allievi nel momento in cui vi posizionate in porta durante un allenamento, o anche una pausa o un momento di relax, dovete essere concentrati al massimo e ed essere sempre pronti rispettando la porta e l'area di rigore che in quel momento è la vostra casa. Anche la maglia, i scarpini e i guanti sono sacri, vanno tenuti con cura e rispettati come se abbiano un anima. Proprio per questo, qualche anno fa, decisi di creare un piccolo opuscolo con dei consigli che consegno puntualmente a tutti ai miei portieri. IL PORTIERE E LA CURA DEI PARTICOLARI COSA DEVO METTERE NELLA MIA BORSA PER LA GARA: GUANTI: almeno 2 Paia, 1 per il riscaldamento (nel caso la giornata sia piovosa o campo in terra battuta) o lo stesso di scorta nel caso si potrebbe rompere o sporcare perdendo il grip (presa); ed un paio sempre nuovo e ben pulito per la partita. SCARPINI: almeno 2 Paia, 1 con tacchetti di gomma classici , 1 con tacchetti di 6 in ferro ( 2 tacchetti alti dietro e 4 normali davanti) per i campi in erba bagnata o molto fangosi (ma fino a 11-12 anni ne basta un paio con tacchetti di gomma visto il non notevole peso corporeo.) MAGLIE DELLA SALUTE: almeno 2 paia 1 per il riscaldamento (in caso giornata piovosa) o di riserva e 1 per la partita in modo tale che si resta sempre asciutti e ben caldi visto che ci potrebbero essere lunghe pause durante la partita in cui il portiere non viene impegnato. SCALDAMUSCOLI (preferibilmente in neoprene che tengono il muscolo sempre ben caldo, evitando infortuni ) TUTA LUNGA: in inverno anche 2 , una per il riscaldamento e una per la partita se si giocab con pantalone lungo. 27 CALZETTONI COSTUME O MUTANDA SLIP COMODA (assolutamente evitare i boxer) GIACCHETTO TUTA O FELPA X IL RISCALDAMENTO K-WAY: sempre anche nelle giornate di sole estive ( la pioggia potrebbe sempre arrivare!) PARASTINCHI CAPPELLINO con visiera, cappello lana e scalda-collo in inverno sempre per il riscaldamento. SPAZZOLA X LAVARE I GUANTI NASTRO INFORTUNI ALLE DITA Consigli utili per il portiere: USO DEI GUANTI: N.B. LAVARE SEMPRE I GUANTI DA SOLI E A MANO CON ACQUA TIEPIDA E POCO SAPONE E TOGLIERE SPORCO SUL PALMO CON SPAZZOLA CON SETE MORBIDE O METTERSI IN DOCCIA SFREGANDO I GUANTI L’UNO CON L’ALTRO SCIACQUANDOLI PER BENE OGNI VOLTA CHE VENGONO UTILIZZATI. ASSOLUTAMENTE NON METTERE MAI I GUANTI IN LAVATRICE. Per gli scarpini stesso discorso, sempre ben lucidi, puliti ed asciutti. RICORDATI LA PRESTAZIONE MIGLIORA ANCHE.. IN BASE ALLA CURA DEL TUO MATERIALE! 28 Nel corso degli anni ho riscontrato un’altra problematica, molto controproducente per i portieri e soprattutto frequente nelle categorie più basse e in società dilettanti. Spesso il portierino è abbandonato, in allenamento ma soprattutto in gara dove si nota che i due portieri sono emarginati in porta prima della partita e non sanno che riscaldamento fare. Ho creato due prototipi di riscaldamento tecnico coordinativi sia per le fasce scuola calcio sia per la agonistica che consegno puntualmente a tutti i miei amici tecnici, collaboratori, preparatori e ai portieri stessi, in modo tale che, oltre a responsabilizzare il giovane portiere, si creino i presupposti tecnici e cognitivi per giocare al meglio la partita facendosi trovare subito pronti. Consigli utili per un buon riscaldamento pre-gara portiere scuola calcio 15-20 minuti - Attivazione: coordinazione motoria , spostamenti e mobilità articolare arti superiori e inferiori 5-6 min (in inverno qualche minuto in più). - tecnica podalica: 5-6 appoggi di piede 1 e 2 tocchi o giro palla torello. - Raccolte frontali o laterali 3-4 mt di distanza tutti i tipi sul breve con le mani ( 2 raso, 2 rimbalzo ,2 chiusura ,2 presa) movimenti brevi e rapidi - 5-6 prese 5-8 mt e 7-8 palle balzate davanti da tutte posizioni da 15 mt circa (qualcuna in più sui campi irregolari) - Propedeutica a terra prima sagittale 2 per lato e per tipologia 2raso (dx-sx , chiusura 2 rimbalzo, 2 ½ altezza tot.16 gesti tecnici x 2 curando sempre il gesto. - Propedeutica a terra posizione in piedi passo e spinta 1 per lato e per tipologia 2raso (dx-sx , chiusura 2 rimbalzo, 2 ½ altezza tot.8 gesti tecnici. X 1 - Posizione laterale partenza centro porta spostamento chiusura specchio, 4 tiri (primo palo ..secondo palo dichiarati e 2 liberi) - 1-2 esercizi di situazionale e giochi con scarico e tiro etc.. - 4-6 palle alte lanciate laterali con le mani da 5-6 mt dx-sx - 5-6 cross per lato calciate e con le mani e 2 a campanile frontali (Tutto naturalmente con l’aiuto dell’altro portiere alternandosi o del mister) 29 -Qualche tiro sia da fermo che in movimento dal limite area con la squadra. -qualche rilancio e distribuzione palla sia con i piedi che con le mani. Pronti per il match! Consigli utili per un buon riscaldamento pre-gara portiere agonistica (25-30 minuti) Effettuare stretching leggero anche negli spogliatoi non più di 20-30 secondi per distretto muscolare, per un totale di circa 5 minuti. -uscire sempre almeno 5 min prima della squadra. - Attivazione corsa leggera spostamenti e mobilità articolare arti superiori e inferiori 6-8 minuti in inverno, con temperature più miti leggera attivazione massimo 4-5 minuti) anche a seconda delle proprie esigenze. - Con aiuto del numero 12 ci si mette uno difronte all’altro distanza 10 mt, 6-8 passaggi 1 tocco dx-sx – 6-8 due tocchi stop orientato spostando la palla fuori dallo specchio della porta, 4-5 rimbalzate davanti stop e passaggio. + sempre un Allungo 10-15 mt .(o lo stesso con giro palla simulando retropassaggi) - Ravvicinato 2 mt circa 6-8 appoggi di piede di ogni tipologia raso, interno, collo, rimbalzo contro-balzo, ½ h etc.. (il numero 12 o il preparatore la passa con le mani) (tra una e l’altra allungo 5-8 mt al 60/70 %) 4-5 serie . - Raccolte frontali o laterali 3-4 mt di distanza tutti i tipi sul breve con le mani ( 2 raso, 2 rimbalzo ,2 chiusura ,2 presa) movimenti brevi e rapidi + 1 allungo 10 mt finale. - 5-6 prese 5-8 mt e 7-8 palle balzate davanti da tutte posizioni da 15 mt circa (qualcuna in più sui campi irregolari) - Propedeutica a terra prima seduto poi sagittale 1 per lato e per tipologia 2 raso (dx-sx , chiusura 2 rimbalzo, 2 ½ altezza tot.8 gesti tecnici x 2 - Propedeutica a terra posizione in piedi passo e spinta 1 per lato e per tipologia 2raso (dx-sx , chiusura 2 rimbalzo, 2 ½ altezza tot.8 gesti tecnici. X 1 - Partenza centro porta 2 parate fil di palo in di cui 1 in controtempo (1 blocco l’altra deviazione stesso lato) 2 raso-2 rimbalzo-2 ½ h (per aumentare temperatura 30 corporea) (tot. 6 per lato in tutto con breve recupero tra una serie e l’altra) (è importanteaumentare il ritmo e l’intensità) - Posizione laterale partenza centro porta spostamento chiusura specchio, 4 tiri (primo palo ..secondo palo dichiarati e 2 liberi) - 4-6 palle alte lanciate laterali con le mani da 5-6 mt dx-sx - 5-6 cross per lato e 2 a campanile frontali calciati dal compagno o dal preparatore con i piedi - 4-5 tiri totali forti sia da fermo che in movimento dal limite area e dai 25 mt. - 2 rilanci da fermo, 3-4 da retropassaggio a 1 tocco e a 2, 2 al volo palla in mano -1 esercizio di psicocinetica o reattività mentale ravvicinato(mano piede anche con num.) - 2 skipp e 2 calciate dietro sul posto e allungo al 80-90 % di 8/10 mt Pronti per il match! Come spesso accade c’è sempre meno tempo a disposizione e pochi spazi disponibili, quindi in questi casi ridurre i tiri e anche la numerica delle ripetizioni prediligendo sempre più il ritmo e l’intensità. Durante il riscaldamento la gradualità è fondamentale, si parte piano e si arriva al massimo dell’intensità, è importante anche incoraggiarsi spesso tra i portieri e motivarsi sempre in positivo. Il portiere deve arrivare al fischio d’inizio in una condizione psicofisica ideale . N.B per il portiere è molto importante fare il riscaldamento con altro vestiario e guanti non da gara, cambiarsi sempre tutto prima di inizio gara, fare sempre esercizi brevi e intensi, poco stretching e se il campo è in terra evitare tanti tuffi e parate per non andare incontro ad eventuali infortuni che potrebbero compromettere la prestazione in gara. E’ importante negli spogliatoi ripassare uomini in barriera primo palo e palle inattive (anche fare schemi e fogli cartacei) ed essere sempre leader indiscussi sia in campo che negli spogliatoi! Un numero 1 si vede sia in campo che fuori! 31 Il riscaldamento pre gara spesso soprattutto per i più grandi si programma insieme e si lascia anche scegliere qualche esercitazioni al portiere stesso, perchè deve essere lui sicuro, e prendere consapevolezza nel riscaldamento di ciò che fa e farsi trovare pronto al fischio d'inizio. Reputo fondamentale il nostro supporto non solo tecnico ma soprattutto psicologico come citato precedentemente ma non solo nel riscaldamento ma in tutto ciò che concerne il portiere moderno sono i dettagli che poi in futuro faranno la differenza e noi dobbiamo curarli in pieno. 32 9. Conclusioni Riassumendo tutti i concetti e gli aspetti sopra esposti possiamo dire che l'avviamento al ruolo si divide in varie fasce di età, partendo dai più piccoli dove le capacità sensopercettive e coordinative hanno la priorità di sviluppo. Un po' in tutte le età, la tecnica specifica è sempre presente e si deve curare in modo meticoloso e preponderante, sempre, fino alla prima squadra. Solo grazie ad un lavoro meticoloso e scrupoloso si abbasserà anche il margine di errore. Tecnica, psicologia, coordinazione, sono gli aspetti più importanti per la formazione di un portiere ma senza la partita non si riesce ad allargare il vissuto del giovane portiere e solo cosi si migliorano le capacità di anticipazione, e di conseguenza quella di reazione. Il minutaggio deve essere sempre alto, è importante giocare e dove è possibile anche sotto età perché nel settore giovanile anche un anno fa differenza dal punto di vista tecnico, coordinativo e di forza. Il calcio è evoluto si è modernizzato, basti pensare alla regola del retropassaggio, la preparazione fisica, la struttura dei calciatori, la leggerezza dei palloni, tutto questo ha portato al portiere numerosi e repentini cambiamenti. Ora giustamente richiedono al numero 1 grande qualità nella tecnica podalica, abilità nelle ripartenza e nelle transizioni positive oltre alla gestione delle palle inattive in fase difensiva, per tutto ciò si deve impostare un vero e proprio leader, un portiere pensante e non solo istintivo, un atleta evoluto su tutte le capacità e ben strutturato fisicamente; ma li noi preparatori possiamo fare ben poco perché è compito di madre natura. Dobbiamo plasmare un portiere propositivo e non passivo, che copra lo spazio e vada ad aggredire la palla invece di subirla, un portiere con personalità che diriga, metta ordine e si prenda le proprio responsabilità con coraggio e decisione. Un portiere tecnico, elegante ed armonioso, che si prende cura del proprio materiale perché anche l’aspetto estetico ha la sua importanza, questa frase la sentiamo in continuazione: ”portieri si nasce, numeri 1 si diventa”, e seguendo le giuste linee guida la strada è in discesa. Segui ciò che senti dentro, curalo, allenalo e alimentalo... il resto lo fa il tempo! 33 RINGRAZIAMENTI Ai docenti, persone professionali preparate e con una grande componente umana. A mio padre in primis, un ringraziamento speciale per aver alimentato alimentato il mio sogno A mia madre e mia sorella Giorgia Alla mia compagna Federica che mi supporta giornalmente Alla S.S. Lazio, società in cui lavoro che mi da la possibilità di esprimermi giornalmente Al mio staff dei Giovanissimi Regionali S.S. Lazio Ai miei amici Stefano e Andrea, grazie per essere sempre presenti Alla mia Scuola Portieri ImParando Academy e tutto il suo staff e i suoi portieri A tutti gli amici e compagni di corso che hanno permesso di confrontarmi e migliorarmi come preparatore 34