ANNALI DEL IN) CIVII10 DI STOMI 01 MULI GENOVA PUBBLICATI PER CURA G . Doria R e VOLUME . Vili Gestro 187 6 GENOVA TIPOGRAFIA PEL lì- ISTITUTO SORDO-MOTI LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE Comandato dal Capitano-Armatore NR jì I C O AlBERTIS D' Risultati aracnologici del Prof. P. PAVESI DELL' UNIVERSITÀ DI PAVIA 23 febbraio 1875 va segnato Il scienze naturali. le Regia Marina Ufficiale nella fra i giorni faustissimi per signor Enrico D' Albertis di Genova, già Il e cugino dell' ardito viaggiatore nella Nuova Guinea, varava felicemente a Sampierdarena legno a vela, battezzato sua passione per di soddisfare la tempo collezioni di tonnellate è Violante, con 11. Museo 92 di registro, al minuscolo ed elegante come il il al n ebbe capitano mare manca quale piccolo e procurare nello stesso Civico della sua patria. e il l'ottimo intendimento E un cutter nulla, dove tutto che resiste egregiamente al mare, subito a convincersi bordeggiando il grecale per entrare nel porto di Genova. In marzo cominciò alcune escursioni lungo le Riviere liguri, toccando anche l' isola Palmario; ma, yacht inglese alla Spezia col Gorgona e situata a tramontana ai primi di maggio, giunto Pear le, il mette alla vela per la due giorni dopo può dar fondo dell' isola, alla Cala Maestra, e scendere in terra. Assurgit Ponti medio circiimflna Gorgon Inter Pisanum Cyrniacumque a 30 miglia da Livorno, lev. Pgi., quasi nel 43°. monte massiccio, 27 latus di lai bor., 7°. 34 long, alto circa 145 metri, formato 408 da PAVESI V. con verdastri schisti ma ammantata senz' acqua., orioli tiche fu sempre e , si può dire perenne verzura. Essa subì di fitta e vicende dolorose parecchie di roccie filoni scarsa di abitanti per ben naturale le invasioni dei barbareschi, ond' è stata viglia del capitano D'Albertis al vederla divenuta dal la mera- 1869 una 300 detenuti, che prospera ricca colonia penale agricola di quasi ogni giorno, né tarderà molto ad essere un vero tesoro pel Go- verno Italiano per ed operosità 1' lumi i dell' egregio direttore cav. Biamonti. Fatta una visita generale il comandante ritorna a bordo Genova sera, a mezzanotte salpa per e riprende gli alla ormeggi in porto alle 4 pom. del giorno successivo. Questa fu la vera corsa di E dopo difatti, la fine a che preludesse prova, buonissimi risultati gite di piacere, essendo prossima altre brevi maggio, di da cui dovevamo ottenere quelle scientifici. capitano nostro il mette di nuovo in un si viaggio più avventuroso, in compagnia del capitano Mortola, di- rigendo per la Gorgona, dove giunge al 30 del mese e comincia a raccogliere qualche ragno. luglio tocca la vicina isola, Il 1.° di chiamata con essa a far siepe ad Arno in su pure una diecina ed in Capraia prende le raccomandazioni che Qui gli mostrata viene detta flutti, sacco e sparando foca fa cesa. colpo al penetra star nell' La grotta ha Anche di la dove se n'eran già prese angusta entrata con una forte rete a mai siasi pronti della 1' suoi i aracnidi, ricordando delle diverse grotte scavate dai rischiato farle fuggire al mare. là dentro. L' animoso ca- con ramponi, nel caso uscisse la sua carabina e, nulla vedendo comparire, antro a nuoto tenendo fra mina con una alcunché una di foce fatte. uno schioppo per poi Pare che nessuno pitano avevo Nido della Foca, il vive, chiudendone delle gli io la una cinquantina piccola spiaggia; il di i denti una candela ac- metri di profondità e ter- D'Albertis non vi ha osservato rimarchevole. Capraia è un' isoletta di poche miglia di circonfe- LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE renza a 43° 30 , ma Gorgona; genere sua costituzione geologica e la natura di roccie trachitiche e di tana per alquanto diversa, n' è essere quasi esclusivamente acque salubri; una palude denominata di cima della piccola catena di vulcano estinto ; un tempo terreno sono cose meritevoli almeno voglio passare sotto silenzio isolette dell' Arcipelago esclusiva come, insieme con Capraia essere di la toscano a capris non sono punto una e , barone Cornalia sosta del D'Albertis alla Capraia, perchè fa subito altri, disse il Mammiferi dei chiar. italiani. 1' chalybum generosa metallis. Capraia e la Gorgona furono già illustrate in qualche la della storia naturale e specialmente nella geognosia e nella botanica dal Pini e dal Pareto , dai prof. Moris e Pietro Savi e Antonio Targioni-Tozzetti studiata sima a ma « Tavolara presso la Sardegna dell' isola Insula inexhaustis ramo nome un cenno. Né prof, Fauna rotta per Come il di imperocché queste abbondano qui del pari che in » particolarità Breve , colonia penale e ricco di moltissime specie di piante; nella sua Stag none sterile di prodotti agricoli un' altra altre lo monti, creduto un lago craterico di ora coltivato da ortus fisica in poco macigno. Qualche ruscello e fon- in feris meridiano della bor. e quasi sullo stesso di lat. la 409 da una pleiade tutti e celebre finché zoologi ne sanno i di altre isole sulle quali , De Notaris da , così l'Elba venne pure autori italiani e stranieri. vivrà la memoria ben poco, come si del può È notis- Grande Corso dire ; anche delle primeggia per ampiezza; per la qual cosa qualunque piccolo contributo acquista decupla importanza. A in che Portoferraio Genova, sig. gli si fa tino e girano ma il fonda D' Albertis raggiunto dal Console inglese è Yeats-Brown, appassionato compagno. Essi salpano attorno ai vicini alle dell' il li Elba. In scoglio questa dei di mare, buon mat- Palmaiola e Cerboli, stringe 2 pom., senza aver posto piede allo delle cose di 4 luglio isolotti di tempo troppo minaccioso un momento greco il a riguadagnare in terra se le non per Topi, situato presso la estremità breve fermata prendono due ragni : . 410 pavesi r. ritornati Elba ne raccolgono all' da sommarsi sei specie, all' u- nica indicatavi dal Thiébaut de Berneaud, visitatore studioso dell' principio del secolo. isola sul Spunta 1' aurora del giorno seguente e tempo ed un lombi selvatici dono alcuni colpo forte vicina montorio lungo come senonchè Tinetto, presso 1 che 1' la Di questa cosa egli non Phyllo- il si riteneva indicavano pure di Università di il Verona; march. Giacomo Doria il ruderi di i l' De Betta cav. E. trovano un convento all' aveva ripresa nello stesso luogo considera si « isola il illu- alla quasi contigua isola del Tino meraviglia, perchè anche mio egregio amico Wùrzburg l' nel suo modico avamposto il scrisse « dott. Mir » prof. Ber- trovò parecchie differenze nelle flore di quei due L'anno scorso però l' fra mancante affatto circoscritta e toloni tarantola di dell' isola punta occidentale del Golfo della Spezia, e la Filippi, 860 un pro- si prende qualche insetto ed Questa sorta a quest' ultimo che io ricordai pren- , piccolissima isola Nella parte più elevata erpetologo distinto dietro quella scoperta De una è quivi sporgente in esclusiva della Sardegna e tale il aveva rinvenuta nel stre bor. lat. europaeus Gene. Carruccio e 1' 48 uccidono co- torre diroccata, del genere di quelle che la costa, D' Albertis dactylus finora s' nome, Troja il vi traccie dei conigli le imbarcano per Troja. continente italiano, al al 42°. una presso 2 insetti e alle Notevole soltanto per assai vento da libeccio; di seguono inutilmente , mettono ancora in si 12 a Cerboli, nonostante l'avversità del viaggio; scendono alle isolotti. R. Wiedersheim del- selbst gelang es im Laute des vergangenen Frùhjahrs ihn auch auf der benachbarten Insci Tino zu entdecken » e cosi a poco a poco si accrescono interessanti notizie allo studio della distribuzione geografica dei nostri rettili. La zione 1' sera del 5 luglio lasciata Troja, e 30 alle 4. ant. i viaggiatori si rimettono in naviga- avrebbero potuto ripetere elegante verso del poeta: Eminus se le sterili. Igilii silvosa cacumina miror cime dei monti del Giglio non fossero ora nude e Avevano difatti affatto quest' isola per mezzogiorno-scirocco di- LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE appena 12 miglia stante e 35 8°. nito e 12 alle Giglio è situato in faccia al Il 411 sbarcavano alla Marina. vi Monte Argentare di Orbetello in lev. Pgi., 42°. 21 lat. bor., formato specialmente da gra- in parte da verrucano, ricco di acque ferruginose, pro- pizio alle secondo che ne scrissero Brocchi, Pareto coltivazioni, e Giulj, più fortunati dell' altro naturalista abate Fortis, che nel scorso secolo di sasso. vi preso per fu nostri principiano subito I gata alta circa 500 metri sul umido 1' , medesimo aspetto Lasciato alle un mare, nello stesso tempo Il paese è molto sporco ed alla Cala degli Spalmatoi di Giannutri, che è in apparato dell' isola, 42°. 15 bor. ora vedere della popolazione indica poca salubrità del Giglio in giornata, dirigonsi a scirocco e giungono il 3 ant. calcarea, cui e attenzione già dei long. e con sicuro 8°. 45 tutti avanzi di gli già di Pareto. romane chiamarono costruzioni vestigia ampiamente illustrate dal Grazzini e dal Boni, in grande parte celate da arbusti e da boscaglie di lentischi; sono essi pure assicurati che qua e là monete non riescono rame ma e d' oro, molto fruttuosi. fanalisti colle loro mogli e che vivono a mala pena, tori, figli l'antica gli abitatori e ad si vi è una località detta il Volo di Di an uni non si Notte, che manca coltiva, vi si ai di pesca- settimanalmente provviste da Porto Ercole, persino dell' acqua, che in tutta Giannutri. Questa è la causa che praticati riducono una famiglia ricevendo fitte rinvengono si da loro gli scavi Sembra che molto popolata, adesso invece fosse due di per è potuto si sapeva dagli studi del Giulj e nostri, vero di rara bellezza breccia, per quanto dalla e , si il tempi. Essa sorge i Pgi.; è costituita dalla lev. sono scavate molte grotte stalattitico Immediatamente 1' ascensione alla piccola bor- livello del penitenziario o domicilio coatto. ed unico porto in lat. e fugato a colpi essendo a quell' altezza spessissimo involti nella nebbia luogo; vi è 1' 1' mi raccolgono qualche Epeira. che e un negromante le affatto mentre presterebbe benissimo, essendo quasi una pianura. L' isola abbonda assai di conigli selvatici, circostanza della quale pure cuno fecero il non fa Cornalia nell' opera sopradetta; D' Albertis e buona presa al sorgere cenno al- Brown ne e tramontare del sole., quando 412 pavesi r. queste vanno a bere bestiole Un dei lentischi. foglie si accumula sulle Giannutri fu veduta più volte la foca. di Quindi fecero una traversata il rugiada che la pescatore racconta loro che nei paraggi Monte Argentaro 12 miglia a Port' Ercole presso di a Giannutri, sarebbero partiti ritornati e, per Montecristo, se un violentissimo vento Occuparono perciò trattenuti. la non di libeccio li avesse mattinata nel raccogliere alcuni insetti e aracnidi. Nel dopopranzo 10 del vento il agitato da ponente ed rirono rono colla bandiera ma 30 ant. mare era così alle 3. il vento così poco e contrario, che prefe- il Canale gettarsi nel onde era calmato, si per Montecristo; partirono luglio Piombino. di A mezzogiorno saluta- amici della Gorgona, che risposero dalla gli Nuova, e nella notte riguadagnarono Portofino, Torre mento propizio per eseguire salvataggio di il in mo- una barcaccia ab- bandonata in balìa del mare, che fu da loro rimorchiata a Ge- nova e consegnata prima La seconda capitano il alla Capitaneria del Porto. Così ebbe fine la crociera. principiò alle 9 ant. del 7 agosto; e questa volta Violante del parte sotto migliori auspicii per la zoologia, siccome ha con sé, oltre lente cacciatore, anche il suo cugino Museo vice-direttore del il Giusti va- sig. Civico di Ge- nova, dott. Raffaello Gestro, distinto entomologo. vento da scirocco, onde uscito dal porto prende Si era stabilito le murre da di 44°. 10 bor. 6°. 37 lasciando di bordo punto con il vento ed il mare da scirocco diminuiscono libeccio e, soltanto alle mettendosi in rotta per la Gorgona e Verso le 2 ant. si 5 pom., , vira governa così scorgono due Capidogli (Phy- macrocephalus L.), che ancora a mezzogiorno erano in vista, quando una calma perfetta li trattiene in lat. oss. 43°. long. 7°. 10. Soltanto al tramonto della luna gera brezza da m.° all' 1 la lat. oss. rilevamento della Lanterna, trovandosi a il Il mare vecchio da tutta la notte. seter ed Pgi. lev. mezzogiorno fa sinistra e a 1.° e li fa si fa la caccia l' e mette una leg- camminare con vento pom. del 9 cominciano ad avvistare passatempo si 59 isola. prima ad uno sciame in poppa; Intanto per di Puffinus LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE non ma Boie, Rullili e se quale tuffano e scompariscono sott'acqua, si ne raccoglie che uno morto sul colpo La mattina frutto ai delfini. la feriti i li 413 del 10 spira poi ; tira si una brezza da greco, porta finalmente a due miglia dalla Gorgona; però sul più bello nuovo lascia di li in calma, cosicene dovettero af- ferrare la Cala Maestra coli' imbarcazione e lasciare che diretto dal nostromo, che conosceva la coraggio Cala Martina, dove Subito del sig. di visitarono essi pochi Colonia e fecero non fu meno di vice-direttore sig. Pera, e tre specie di ragni. partita di caccia ai conigli Gorgona la massima cautela ed in una caretta L.), addor- scendono in una barca silenzio , non tranquilla, coli' aiuto di leggiera, e allegrata dalla pesca mare (Chelonìa sulle acque. I marinari parte posteriore, onde ma sollecita una grossa tartaruga mentata compagnia diretti alla Capraia. traversata brezza di tramontana più o di una cutter, 3 pom. alle anche qui comunissimi, e poi lasciarono 7 ant., La del uno scorpione insetti, L' indomani di buon' ora alle ormeggiò si il andasse all'an- località, isola colla solita graziosa l' della direttore raccogliendo selvatici, senza si avvicinano essere scorti; e, colla animale dalla all' un uomo pronto a prora 1' afferra per l' imbarcazione. Questa sorta di pesca era ben nota al D'Albertis, fianchi della corazza e la getta capovolta dentro i perchè nel 1871, comandando leari, ne prese diciasette in sono sveglie, esse leremente che bastimento sommergono si cercano di guadagnare 1' il il Emma una mattinata. Quando D. alle Ba- le tartarughe all'avvicinarsi della barca e profondo del mare, ma non tanto ce- esperto nuotatore non le raggiunga e le porti in fretta alla superficie colla testa in alto, aiutato dalle natatoie della stessa sua preda, che cerca assai pericoloso per le tartarughe onde la frequenza esportarne dormendo, come anche, a me di svincolarsi. di pesci cani, le pensi e sa Quella presa col sembra, pel morso della tartaruga come c'onderebbe un Violante piccoli crostacei e fu quali seguono zampe, che lasciano esposte medesima, che rompe un grosso bastone Dio i Tuttavia ciò è in men che non si braccio od una gamba. era coperta di Caprellae e di altri tenuta viva ancora per parecchi giorni, prima 414 PAVESI P. cucina; alla di sacrificarla noi un buco concedeva un po' si di praticatole nella corazza. La Capraia a toresco e vi quell' ora Marchesini e varii suoi j2 pom. Nel dopopranzo escursione prendono alcuni insetti di , ragni, me conosciute per le un grazioso acaro nuovo del genere Rìujn- quattro raccolte del luglio ed Colonia della effettuata di buon' ora alla ufficiali, 1' direttore col pit- dell' 11 si Cldamii, una dozzina di specie ìLjdropori, aggiungendone 1 Stagnone allo mattina seguente. Durante Brachial, presentava già nel suo aspetto si giunse alle 3 si combina una gita sig. porti le mediante una cordicella legata ad libertà nel proprio elemento, quelle a da già cholopkus. Allo Stagnone vedono volare insieme le due specie di rondoni, il Alle 11 quale si montana, maggiore e l'alpino (Cypselus si melba apics L. e C. L.). salpa dal porto della Capraia per la Pianosa, alla arriva presto di sera, da coadiuvata con una leggiera brezza da tracorrente, e favorevole il comandante dirige per mezzogiorno corretto sul fanale maggiore, passata la Punta Marchese, non conoscendo l'ancoraggio, Cala S. Giovanni. La scendono in terra e vanno il la dal ospiti sia loro Leopoldo Ponticelli, cav. né quale usa loro molte gentilezze, quale non dà fondo nella e sera stessa invitati dalla ufficialità dell'isola immediatamente v' è cosa che desiderino soddisfatta. All'indomani, 13, visitano in vettura tutta la Colonia agricola-penale in com- pagnia dello stesso direttore. Pianosa, la l'Elba in hit. Planasia 42°. 35 bor. miglia di circuito e si degli reto. La tissimo i con 42 e long. 7°. posta a libeccio del- lev. Pgi., ha chiama dallo sporgere appena piana dalle onde, non più in alto assai recente, antichi, marne 34 metri: di è di circa dodici la sua testa formazione e sabbie e travertino, secondo il Pa- sua storia è triste; rimase deserta ed incolta per mol- tempo o servi di momentaneo ritiro ai corsari; lavori del console di Prussia a Livorno, il rant' anni sono, ed ora specialmente per opera di sotto la direzione del Ponticelli, si ma dopo cav. Stichling, qua- 800 detenuti, trova nel più florido stato. L'ordine, l'eleganza delle fattorie, la ricchezza delle coltivazioni sono veramente ammirevoli. Essa è interessantissima anche per LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE 415 avanzi di monumenti romani, quali sarebbero bagni, catacombe, un porto; come ognun relegato fu vi Livia quindi e Agrippa per sgozzato d' sol- le ordine di infine molto studio le sue grotte ossifere, le Meritano Tiberio. sa, perfida della lecitazioni quali però erano ormai troppo esplorate dal Chierici, perchè in una sfuggita alla visita cosi oggetto importante. potessero una decina giche e prese anche nostri trovare qualche i Gestro non dimenticò dott. Il le raccolte zoolo- specie di ragni ed di una Sco- lopendra. Verso mezzogiorno del 14 agosto un sciare; venticello di greco Pianosa, accompagnandoli fino comandante faceva il la- spinse in breve fuori vista della li isola di Montecristo. all' Non so quanti ricordi vagassero nella mente de' miei amici di quel fa- moso romanzo pato, monte il long. di granito 57 Pgi. lev. che di Siena, fu il ad oggetto l'isola illustrò Ad ! modo ogni le , noto ai 42°. 21 bor. e quarant' anni fa, a visitare di Pareto botaniche del padrone dell'isola dal 1852 lat. naturalisti per gli studi del Giulj primo, più scientifico, del raccolte scoglio diru- lo che sorge dal mare sino a 644 metri ad ostro-scirocco della Pianosa in di altezza 7°. Dumas del sig. e del Caruel, quale il Giorgio Watson-Taylor, CO, l'avevano davanti agli occhi al e vi approdavano. Già sapevano cui 1' di Capo-Guardiano, ha sotto la Sentono aiuti. tutto di trovarvi una incipiente colonia penale, dal per commendatizia del cav. Ponticelli, che sua dipendenza, dovevano avere informazioni ed dell' esistenza capre selvatiche. S' vipere di , pernici pagni combinarono subito una partita di contenti, diferirono alla ma sera la soprai com- caccia alle capre pel mattino seguente, dalla quale ritornarono verso non , intende che D' Albertis ed 10 ani; ma, le partenza, perchè uno di loro potesse ancora divertirsi e gli altri darsi alla ricerca d' ine d'animali diversi: difatti raccolsero molti ditiscidi e idro- setti fìlidi, poi si comunissimi nello pozzanghere, diversi ragni ecc. Gestro persuade della proficuità delle caccie entomologiche alla pliniana Oglasa, danza tronchi morti di lecci e di detriti vegetali. di in stagione più opportuna, per l'abbon- 416 Fra mi portarono YArgyrodes gibbosa Lue, ragni i genere brillantissimo suo parassitismo poi PAVESI P. sulle esemplari altri di tele all' quel di singolare pel Epeirae, della quale ritrovarono di isola e molto argentini colori Serpentara e a Porto Botte in di Sardegna. Le buon numero vipere sono raccolte in comune (Vipera specie alla Fauna giungersi neir ottimo libro sulla talia del* De-Betta che indica , l' appartengono tutte habitat da ag- dei rettili ed anfibi d' I- aspide soltanto del continente e dobbiamo credere però della Sicilia: se e aspis L.). Curioso Thiébaut de Berneaud, al vivrebbe anche all'Elba, mentre non risulta trovarsi in altre isole italiane e nemmeno La Mar- in Sardegna, perchè gli studi di Cetti, mora, Gene e Carruccio confermarono esplicitamente o tacita- mente reyno la vecchia asserzione del Carillo de Sardegna ni sus noso » islas non que en todo « el ningun animai ponzo- balla se . Ebbero due uno preso insieme capretti, da un cane col Giusti Terranova, addestrato apposta dai detenuti, l'altro regalato. di Ora vivono, sempre Genova, che in mati coi isola e nomi di d'oro, è di selvatici, nel giardino della Villetta Di un annesso Museo del Montec risto e Civico, e Nicoli, a come dicono i sardi di quelli Gene, dal illustrata di chia- ricordo della loro quel Capo-Guardiano. Essi però non hanno particolarità, Negro vengono denti i della Tavolara, cioè la essere coperti da una so- stanza d'aspetto e colore metallico argentino od aureo e di composizione calcare; Salpano alle li hanno invece bianchi, 8 pom. con fresco vento porta lungi da Montecristo , come di d'ordinario. tramontana, che facendo rotta per mezzogiorno-libeccio. Nel mattino del 17 erano già in vista delle Bocche e continuano con mare tranquillo e cosi divertiti ralleli da qualche bastimento che alla costa orientale della dal Capo Sferra-Cavallo del Flumendosa ed il li si di Bonifacio cielo sereno, sempre mostra sull'orizzonte, pa- Sardegna; passano poco distante e dall'isolotto di Chirra, e, Capo Ferrato, incontrano dopo alle la foce 6 ant. del 18 la Serpentara. Lasciando il cutter sotto vela , scendono col battellino su LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE 417 quest'orrida e deserta isola granitica di quasi due miglia di cir- conferenza, posta all'angolo di scirocco della Sardegna. mogliano olivastri, lentischi, di Phytolacca Allora toccare e di ma Cagliari; poter un fare Alle 2 ant. bel Toro e il il e vento, che nel mattino spirava il D'Albertis, giudicando il cammino, muta pensiero tratto di Vacca, scopo principale la comandante proseguono per Capo Carbonara, entrare nel il da levante, passa ad ostro e dritto per E il punto più meridionale della Sardegna, che giace in dirittura di ponente del cima ha metrico quale circa ne determinò 04 di altezza e servì di pei una Ha un opportuna, burrascoso pietrificato! L'isola è me scritto poi dal illustratore Gene, che della « lo chiama un pezzo viste dal La Marmora di del e de- per desiderio del benemerito Carta de Logu » sotto pena di l'aveva protetto, ordi- prigionia o ornitologiche anche Sul far del giorno Ann. mare di a noi, perchè soggiorno il d' distinto ammenda. E apLord Lilford era diretto nel maggio dell'anno scorso al Toro col yacht flottiglia frase nexiuno nomine non depiat bogare Astore neu Falcone das nidu punto per una Sardegna, alla celebre donna Eleonora d'Ar- la quale nella nando che decompone D'Albertis, con cara lo dedicò, si Il del Falco Eleonorae, scopertovi favorito il 51 bor. miglio marino di perimetro ed è roccia eruttiva trachitica, che ma molto immaginosa grande Carta, lavori della sua forma delle piccole grotte. all'aria e Capo Teulada: punto trigono- la posizione geografica in lat. 38°. lev. Pgi. tutto costituito da borea, ni. La Marmora, al e long. 6°, 200 e tira di questo viaggio. fa mettere al traverso, in attesa del giorno, trovandosi già sotto al Toro. la sua Serpentara dai un Larm, ma di Violante a bordo del ritornano leggiero la sorge a tramontana; tro- di questi uccelli. passare tra l'isola dei Cavoli ed golfo le da escrementi e piume la roccia coperta non vedono alcuno vivono alcuni co- ci mare, che divide scogli e ne visitano uno, che vicini vano Thapsia garganica e Lac), qualche insetto e ragno. Quindi piccolo spazio di il di dccandra, un' Arthemisia^ ecc.; lubri (Zamenis viridiflavus tragittano poche piante Vi ger- corallari, Mus. Zara. nostri trovarono a ridosso dell'isola i i quali fornirono Civ. di SC. Nat. Voi. VIII. loro del si una pesce, senza 27 418 P. voler essere in modo alcun PAVESI per mostrare che non ne pagati, erano pescatori di professione e a stento accettarono in ricambio qualche sigaro. Discesi a terra, videro assai ne am- di falchi e mazzarono parecchi da quelle nicchie della roccia, che sembravano a posta per celarvisi e tirare. fatte Trovarono poi abbondantissima una lucertola, punto timida da venire persino a camminare un bellissimo sui fianchi. verde dorso ed una serie di macchie cerulee sul Lord Lilford ha pure numbers of small « vast « probably Lacerto, viridis brilliant » scritto d' aver visto sul Toro green lizards mentre non ma » è altro che soggiunse una delle forme considerate come specie o razze o varietà del ra- tante marro o la sugli stivali, nera con macchie di della lucertola comune {Podarcis muralis quale ultima opinione io propendo anzi , "Wagl.). la direi una Verso delle bel- lissime varietà, specialmente insulari, della muralis, a cui appar- Tiliguerta tiene la per De Filippi Caliscertula o Bettoni, col e nome di del Getti, specie distinta Podarcis von Bedriaga Lacerto neapolitana , per Dugés che neata. E gnificava il Cara chiamò Genei ed l'ascrivo la sola De Betta campestris e li- a quel gruppo coerulea, che in principio si- il forma dei dirupati Faraglioni presso Capri, scopertavi dal dott. Cerio ed illustrata dal Eimer amico dott. Questi recentissimamente, lascia e vi di mio chiarissimo in un opuscolo contro l' Eimer, che molto a desiderare per riguardo alla moderazione del il nome coerulea o specie a macchie cerulee, la aggiunge Minorca , mezzogiorno è la L. si l'isola di a Tubinga e dal dott. von Bedriaga. prof, guaggio, adoperando razze mu- per la maggior parte degli autori varietà della L. viridis , ralis, per tiliguerta,, var. bariolée della la L. Lilfordi Gùnth. come lin- collettivo di quattro denomina L. dell' isoletta faragliolensis Ayre a scirocco L. filfonensis Bedr. della piccolissima isola Filfola a di Malta, e L. archvpelagica Bedr. delle Cicladi, che muralis var. b. di Schreiber. Alcune lucertole del Toro vedono anche in basso, dove manca ogni vegetazione e pro- babilmente vi discendono per nutrirsi di piccoli crostacei, comu- nissimi alla riva del mare. Ritornati a bordo, il capitano del Violante mette la prora LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE sulla Vacca, altro isolotto di circa un miglio 419 diametro, distante 5 di miglia dal Toro in direzione di greco-tramontana e costituito pure da roccie eruttive, che qui però, secondo conglomerato man mano era Ma di trachite anfìbolica. Capo Sperone più sotto occidentale volta tutta nome il dell' ostro Mori dei E Pgi. lev. trovasi formata in o ed luogo il 09 antiche e che e Vitello, si il appoggiò per si il punto detto long , 5°. la 57 portava una Accipitrum Insula, da una colonia genovese riabitata quadrante Questa è bor. 39°. di falchi, Vacca deserti scogli del Toro, lat. trachiti di Hieracum di sciroccale, di S. Pietro. Sardegna di dubbio per la grande quantità ai 1 .° cambiò via e, doppiato si un freschissimo capoluogo dell'isola Guardia vento dal passato al 2.° e cresciuto talmente di forza da ren- dere impossibile uno sbarco. Allora Carloforte, La Marmora, sono un il il senza sono rifugiati poi dopoché essa venne Rapallo e Santa Marghe- di che conserva tuttavia nel linguaggio e nei costumi la pro- rita, pria origine. I nostri scendono a terra, ma non prendono nulla, nemmeno la caratteristica ranetta acquaiola del Cetti (Pseudis sarclou né gl'insetti frescati illustrati dal naturalista e l'acquata, viveri i fatta di alle tando d'una leggiera brezza da greco, il Gene), Turbigo. Quindi, rin- 4 ant. del 20, profit- comandante fa lasciare, dirigendosi di nuovo per la Vacca. In prossimità del Capo Spe- rone, vento passa ancora a scirocco il veemenza tale che, giunto sotto la glio di ritirarsi e 6 spirava con alle Vacca, D'Albertis stimò me- nel golfo di Palmas e diresse per Porto Botte, dove trovò uno scooner e due Latini anch'essi Egli lascia cader per i l' ancora in sette metri capretti di Montecristo, restii a ; ma si di appoggiata. acqua e va a far erba mangiare e abbattuti dalle frequenti ondate, che sulla coperta d' biscotto di bordo riversavano al mattino a mala pena riusci ad afferrare il cutter colla piccola imbarcazione già quasi piena d'acqua. Io ricevo anche da Porto Botte qualche ragno. 2 Alle cisi di e mezza ant. si esce ancora dal golfo di Palmas, de- approdare ad ogni costo alla Vacca e D'Albertis e Giusti riescono difatti a mettere piede in terra, ad onta del scirocco, 420 PAVESI P. che imperversava come prima. Checché ne dica trario, ebbe ben ragione mente difficile il La Marmora i estrema- di considerare a quest'isola. La Vacca lo sbarco e l'ascensione è piena di Falco Eleonorae ed Lilford in con- il prendono molti, rac- nostri ne colgono diversi nidi, frequentati da Blaps, contenenti 2 ova per ciascheduno (uno solo con 3) e costruiti, come si sapeva, col sembryanthemum cristallìnum ; uccidono un Falco Me- cenchris Frisch, alcuni piccioni selvatici (Colvmba lima Briss.) e vedono che sul vicinissimo Vitello Non trovano nemmeno le un come lucertole, Phalacrocorax graculus L. di comunissimo ragno Argiope lobata il al ma Toro, in Pali., una grotta odono che D'Albertis attribuisce alla foca; non poteva sba- grido gliarsi, abbondano sciami altro che perchè quello stesso grido l'aveva sentito da una foca al Garden Zoological di Londra e Lord Lilford l'aveva vista ap- punto nei medesimi paraggi della Vacca tre mesi prima. Finalmente cessa vista sera alla del parte per si Cagliari alle 2 pom., però vento il restano anche parte dell'indomani sempre in e Capo Teulada; nondimeno dopo mezzogiorno arrivano alla capitale sarda, ansiosi di leggere ciascuno la desiderata cor- rispondenza e ritornano poi a Genova con un vapore della Società Rubattino. Addì 13 settembre suir Italia, crociera. altro il il cutter e continuare la seconda march. Giacomo Doria Il addetti al degli accurato per D'Albertis ritorna a Cagliari capitano il riprendervi collettore Museo si il sig. Leonardo Fea, Giungono a Cagliari recanoa bordo del Violante e fanno un buonissimo vento subito vela per la Vacca; il imbarca a compagno un cioè e preparatore d'insetti. 16, a mezzogiorno velocità, passano gì' Civico, Capo Sparavento, il li fa correre con Capo Teulada, ma è già troppo scuro per trovare un ancoraggio nell'isola e vanno a met- panna nel Golfo tersi in L'indomani mattina Vacca e specie diverse, Eleonorae, salgono. vi più si di di Il erpica Palmas. buon'ora danno già fondo davanti alla capitano due uccelli marini di per la montagna e prende un Falco cinque nidiacei ad impossessarsi di un uccide ed un ovo; intanto Fea giunge Tilingone (Gongylus ocellatus Wagl.) LE TRIME CROCIERE DEL VIOLANTE che già dattili, fra e 1' i 421 aveva preso Lord Lilford, raccoglie due o tre vi una fillo- discreta quantità d'insetti e parecchie specie di ragni, comune quali la migale Sardegna (Cteniza Sauvagii Rossi) una Scolopendra. scorpioni ed Appena in albimana Simon, nuova per la fauna italiana, due Oxyplila rimessi viaggio in il D'Albertis ebbe la fortuna di vedere distintamente una foca lungi circa trenta metri; palpitava scorgere allo gnando già per rica ma non che s'avvicinava, so- baffi i tempo a cambiare fece in la ca- con una cartuccia a palla, che ad un rumore falchi i a bordo, successo grossa con testa la ucciderla, la foca subito per non più ricom- tuffò si parire. Dopo un fermata pochi momenti al Toro, alle 2 pom. di comandante dirige per cellosa La la costa africana. quanto mai, in causa di un il traversata fu pro- violentissimo vento da sci- rocco e d'un grossissimo mare, da far temere molto per la pericolante alberatura del cutter, già avariata alle sartie di sinistra, proprio da quella parte da cui venivano le sfuriate del vento e del mare , benché capitano avesse ridotta tutta la vela al il Violante camminava possibile. Il tevole fra cavalloni d'acqua, mare strappa sotto vento di mano il quando un alle 11 di notte colpo di frenello al capitano, che viene lanciato Per buona fortuna aggrappatosi ! meno con un'inclinazione spaven- egli alle colon- nette di bronzo della ringhiera, potè conservarsi a bordo e ripren- dere il timone. Finalmente alle 2, fra dell' Africa essere che la Galita sua meta scorge dalla parte bussola con l'agitazione ed di due quadranti e non sedeva a bordo le i gli una lampeggiare continuo, il N'aveva ben d'onde! sussulti del piccolo legno terno del cutter, coi Non parliamo dell' in- ov'era confusione indicibile d'ogni roba: con- due mozzi, prigioni muoveva carte dell'Africa per cercarvi rifugio, nel caso battoste e leggendo poveri si la dava sicurezza nella rotta, nò pos- che fosse rimasto sottoventato alla Galita. finato non può linea nera e respira. il il Fea provava per suo giornale, del capitano Nemo me la prima volta lo figuro a bordo del uno simili di Nautilus, brillantemente descritti dal Verno. Al mattino però si quei così riconforta 422 pavesi p. un trovandosi in faccia alla Galita, ancorato in piccolo seno ad ostro dell'isola. Giace poco lungi dalla costa della Tunisia, alla quale essa appartiene, fra ha una lega ghezza e 6° e 7° long. lev. Pgi. ed il di lunghezza da ponente a levante per 476 m solleva nel punto culminante a si mare. Mantiene poi molti rapporti Toro, giacché è anch' essa scrisse de Saint- Vincent, che fu al il */ lat. bor. : di lar4 sul livello del composizione col di origine e un immenso barone Baude ne il 38°-37° il scoglio trachitico, per quanto La Marmora, da parte del Bory primo naturalista che la visitasse nell'ottobre 1840. miei amici non I trovarono case o capanne vi incontrarono alcuni pescatori di Ponza, che novembre per esercitare vedono ancora di guida. Si in tempi remoti: altri una caverna, che Visitano anche resti. vi passava residenza quella pacifica Governo di Ponza ; fornì per tre anni colla sua famiglia questi quando un bel giorno fu tranquilla, vita gusci di patelle, cocci ed artificiali, dimora ad un pescatore pure tolto tunisino. è vi sufficiente. quanto da noi non e che Rosso. I e D'Albertis 15 Falco Eleonorae, I rondini, ciò che le fa meraviglia, perchè orientale dell' Atlante e Mar da per vive rimostranze della Francia al L' isola sarebbe suscettibile della più bella coltivazione l'acqua al dei quali servi loro dell'uomo, che l'ha abitata le traccie scaglioni fermavano fino si uno loro mestiere, il di sorta, bensì l' fa sono , poiché comuni sapeva già dal La Marmora Salvin trovò nella regione li Heuglin fino in diversi arcipelaghi del ne raccolgono pescatori ne si il vi buona preda i piccoli per cibarsene, ne spedisce poi a Genova e vivi. Salendo la montagna, diedero invano la caccia ad una grossa Lucerla ocellata Daud. dere sotto sassi i videro , alcuni un Gongylus ragni, compresa malmignatto e qualche Pedinus e Cercion guida però serpi, vi li assicurava che vi scorpioni ecc., albergavano anche ed i il si e Fea riuscì a pren- la var. lugubris del in un rigagnolo; la trovavano molti topi, piccole Bory de Saint- Vincent racconta che conigli e le capre selvatiche. LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE 19 per tempissimo Alla mattina del meno in un'altra insenatura troppo veemenza, 423 comandante ricoverò il esposta allo scirocco, che soffiava con aumentandomi poi ritornarono alle caccie, e anche la collezione dei ragni ad una decina Le avreb- di specie. bero replicate nel dopopranzo se uno strano incidente non avesse richiamato : egli fece legare si indagando sott'acqua gettò le rano veduti aggirarsi intorno riuscì, al ai fianchi e si ma poteva anche pescecani s'e- varii bastimento e sarebbe stato per un ottimo boccone. loro L'indomani del 21 egli ritorna alla caccia dei falchi; salpa definitivamente vento regolare è 48 fiocco n. dritta, Pgi. lev. n si 12 in bor. oss. 37°. lat. l'isola gli scogli I Fratelli per m.° 38 1.° murre le distanti di raccolta di rovine di Cartagine, Ma una i di 7 miglia, Capo Zelib mezzo i poco il tempo il il Bardo e tutto quanto Non trascurarono però la bazar, alla vita araba. e 7 in alle della Goletta per fondo. Rimasero in Tunisia fino al giorno 26, occupando le tutti e long. stim. Piana, quindi a traverso del Capo Cartagine e vi è di curioso in ant. Cani per ostro. I non potendo entrare nel porto a visitare 7 alle vira di bordo navigando con la grande vela, mezzogiorno del 22 trovansi nel passaggio rada, ma volta di Tunisi. alla 2 e trinchettina. Alle 5 pom., prendendo hanno e tre ore dopo A si Galita dalla da mezzogiorno-libeccio e sciolgonsi terzaroli alla vela; alle 6°. cause: una fune perchè nel mattino stesso perdervi la vita, Il dovette salpare per e fu salvata con ritolta fatica solo per l'imprudente ar- del capitano ditezza si l'ancora rimase ingaggiata nel fondo di cambiar d'ancoraggio, 25 metri Quando cure altrove. loro le Lacerto, ocellata Daud., di alcuni insetti e ragni. ben poco potevano portarmi di nuovo, dopoché il Kerim sig. persiano aveva fruttuosamente esplorata tutta la Tunisia nel per incarico del march. Doria e che l'illustre viaggiatore 1 873, march. Orazio Antinori mi aveva comunicati gli aracnidi, presi in quei dintorni colla appena prima Commissione di grande spedizione padre Nilo. partire ai italiana per lo nuovamente per studio degli Sciott, l'Africa a capo della Laghi centrali in ricerca delle sorgenti di 424 pavesi p. Violante danno argonauti del Gli Tunisi, ricambiando mare passano agitato piegano sopra ormeggiano alla saluti i il finalmente un addio a Squadra francese. Sempre con Capo Bon alla distanza di tre miglia, l'isola di Pantelleria e la sera del 27 settembre bastimento in quel porto. Era l'ora delle melan- il conie: alla vista di quella piazza, delle casette bianche coronate da terrazzi, pochi dei volgessero un militari di De Amicis Fea il nuando le s'aggirano, chi non sa che gentile pensiero alla povera Carmela dei Bozzetti ! L'indomani, dopo qualche scende che soldati difficoltà a ricevere la pratica, comincia a percorrere e il paese e l'isola, di- conti- sue raccolte. Era stato però preceduto di pochi mesi da un altro distinto entomologo, il sig. Ragusa E. di Palermo, che ne diede un recentissimo ragguaglio e pubblicò l'elenco degli da presi insetti con lui, alcune specie nuove. la descrizione di Piacemi avvertire che della zoologia pantellerese scrissero eziandio il Doderlein e diversi altri. meno non trascurati, o per lo Glomeris e qualche Jull, andò visitò Bagno, al come sarebbero le ad un lago cioè in queste escursioni senza la che era indisposto; Ragusa Fu alla il Gongylus occl- Montagna Grande , al Serraglie, le ridenti vallate, ricco di carbonato potassico in mette una sorgente termale, cui occupò con profitto accennati, scolopendre, Geophili, rettile, Favare e le si di specie di ragni dal Podarcìs muralis. lalus e la solita mont'Elmo, Nondimeno Fea una decina degji insetti, raccolse ecc. Ma restò quasi sempre compagnia del capitano D'Albertis, ottenne però dalla famiglia del Valenza sig. guide, mezzi e mille altre cortesie. Rimangono nell'isola fino al sendosi ristabilito lermo; ma il tempo, il si 3 ottobre di mattina, in cui es- mettono in navigazione per Pa- vento è poco e bisogna bordeggiare, finché nella notte dal 4 al 5 si passa fra Trapani e le isole di Favignana, Marittimo e Levanzo con tempo alquanto burrascoso; nel Golfo di Castellamare quello dosi si leva Palermo, e di sulle catene del stazione. 11 Fea un vento si fresco, poi succede la dà fondo in questo porto, vapore da guerra calma in ormeggian- l'Archimede, colà di raccolse anche nei dintorni di Palermo, e parti- LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE 425 colarmente sul monte Pellegrino, alcune bocciette d'insetti, una Scolopendra, un migalide aracnidi, compreso diversi ma malenotus di nuova specie; due Ho- e pur questi luoghi erano già stati troppo esplorati zoologicamente dal Doderlein e nel campo della aracnologia dal Simon e da me nel 1864, perchè l'opera di lui potesse riuscire più feconda sotto questo aspetto. L'8 ottobre morchiati sera di Palermo per Genova, partiva da messa a disposizione Un molto amico di D'Albertis. però alquanto innanzi; comandante Conti dal po' di vento dalla costa e p. il ma m.°, 7 pom. del 10 è in vista il le sei Capo il maestro. di p. e p. e m.° con piovaschi e ed bordate refoli. dell' 11, av- Sono già a Invano della Sardegna. Chiesa, per trova il si quattro saluta colla bandiera la casa altri tus Dej. i , del generale bastimenti di appoggiata. Erano le 11 ant., veva essere però assai propizia teri fra ancoraggio della rifugia alla Cala Salinas sul continente sardo, ove Fea non potè sbarcare che verso egli in breve 1' vento che s'incanala dalla Maddalena; onde vira il bordo in poppa, Garibaldi e giorno; Caprera e la costa di comandante tenta il il finalmente alle entra cutter il 8 nel Passo delle Biscie, fra la punta ed ca- miglia dal fanale di Capo Sperone quando spunta fanno due ; Il Ferro della costa orientale della Sardegna, di vento passa a allora di vele e forza tempo sembra accennare a qualche cambiamento pitano ordina di cambiare la velatura e alle 2 ant. il , porta fanale di Tavolara per il barometro abbassa e lampeggia dalla parte vistando li passano vicino ad Ustica, quindi segui- tano in rotta per Caprera, navigando con tutte di vela. Alle ri- mezzo miglio fuori del porto dalla lancia del- circa Archimede, l' si : Masoreus , Percus strictus plari di Coluocera e Merophyssia; , ; la località do- entomologiche, giacché discreto numero di coleot- Wetterhalii Gyll., Metabletus foveola- Olisthopus fuscatus Dej. Dej. 4 pom. alle caccie tempo potè radunare un quali le Acorius Aristus sphaerocephalus Oliv., metallescens Dej. , vari esem- una Scolopendra ed un ragno nuovo. Dopo una vamente di notte eli ancorarsi pioggie dirottissime, in faccia alla il capitano cerca nuo- casa di Garibaldi, ma nel 426 pavesi p. frattempo un vento, sotto il furioso piovasco, passa ai maestrali e bisogna dar fondo nel Golfo Palma. Caprera non , v' ha chi l' ignori ha fama mondiale per , la resi- denza dell'eroe italiano; dirò appena che è un enorme masso granitico a ritagli di culminante, cioè il 22 miglia marine monte Tejalone 08 Generale, che sita al accolse gentilmente all'una e li vi- mezza pom. sua camera da letto, abbigliato dalla leggendaria camicia nella cercarono di raccogliere qualche cosa ad onta degli Indi rossa. acquazzoni continui; per la prima volta in tutto prese Y Ateuchus sacer Lin. ed tazioni e miei i desiderii, verne la fauna, come che Gennari il non io zoologia di Sassari o di Cagliari od bor. 41°. 12, long. lat. Nella giornata D' Albertis e Fea fecero una Pgi. lev. punta La Marmora all' illustre per segnale trigonometrico, calcolato in 7°. la cui di circuito, servi un il viaggio solo ragno. professore di 11 non dovrebbe trascurare ci si ebbi, contro le mie aspet- di scri- diede l'interessantissima flora; capitano D' Albertis dovrebbe farvi un'altra più felice e pro- il ficua escursione, che, per quanto io sappia, poco o nulla cono- sciamo intorno agli animali dell'antica Phitonis. Il comandante voleva partire nella sera, ma il barometro con- tinuando ad abbassare straordinariamente, aspetta il domani, che spuntò con fortunale da ponente-maestro, principiato nella notte e cresciuto in gagliardia; bisognò filare due lunghezze di catena mezza e poi un' altra far testa ai e stendere fulmini di nuasse a discendere, e di quest'inutile vento. di oltre l' ancora per barometro conti- il tempo minaccioso, il attesa un ancorotto Contuttoché D' Albertis, ristucco miglior tempo, alle 10 pom. del 13 mette alle vele, proprio allora che entravano due vapori di poggiata, uno Anche dei quali col la traversata bompresso come era da prevedersi. Si trova di Bonifacio; tuttavia navigasi chettina e fiocco e alle 6 e poco dopo del 14 il miche di il rotto. da Caprera a Genova fu pom. mare grossissimo con due mani si nella Bocca di terzaroli, trin- avvista Montecristo per greco fanale di Alistro per maestrale rinfresca fuori assai fortunosa, t. modo l j2 m.°. Nella mattinata e, giunto presso le For- Grosseto, vedendo di non poter prendere colla bordata . LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE l' isola cerca poco Elba, d' comandante il mettersi di mare al suo riparo; al e nessuno Nel giorno marma moltiplicano viene veduta verso pom. Alle 8 continua. dovendo attendere coli' celli il si Giglio; di notte lampi, tuoni, pioggia avvista restando tutto a fermarsi. Invece nuovo di giorno con il 6 pom. alle Genova con calma seguita per della Pianosa, fanale il ma indomani a cagione del tempo cattivo l' imbarcazione a stringere , po' al una grossa tromba piovaschi ed i mette al traverso. Finalmente capitano però ne presenta ben che scende a refoli gagliar- vento più a libeccio, fa rotta per Pianosa. il si isola l' vento, al per Montecristo e montagna, onde essendo rimasto un dissimi dalla scoscesa traverso e dato lascia correre 427 lui , 16 il mano la il può scendere si al cav. Ponti- che esortava D' Albertis egli vuol prendere commiato e o poco vento da ponente e pioggia continua nella notte. mattino Il del 1 splendido sereno, menticano dine brutte le suoi i oggetti; che asciugano; si dà ottobre presenta si che fa ingombra la coperta è si avvicina i terzaroli, insomma anche il Capo Corso un grosso mare da gagliardo che il libeccio vento stabilitosi la il si ghinda l'alberetto, bastimento ha tutta la sua ! . . . . Man mano vento rinfresca e alle 10 cade sta in forse se deve mettersi a ri- continuare in rotta. Fatte 8 miglia e o Toro 1.° alla Galita, rinforza l'alberatura, « il come D' Albertis riduce le vele prora sul capo di Noli e dice al suo equipaggio Genova mette Stanotte a » Verso mezzogiorno 1' il fortunale da p. e alla traversata dal di- ed un vento da ponente-libeccio così comandante dosso della Capraia si : di vele, cavi, abiti velatura, in breve saremo a Genova. Tutt' altro che promettente assai camminar bene: già giornate; ciascuno pensa a mettere in or- sciolgono tutti si freccia, la 7 venticello il comandante volle provare di prendere altezza meridiana del sole e determinare 1' esatto punto di par- tenza coi rilevamenti del Capo Corso e della Capraia, prima di gettarsi col virsi delle fortunale nel Golfo di Genova; impossibile era serbussole, che per la loro piccolezza e gli strani moti del bastimento giravano talora di due quadranti; onde più assai 428 p. doveva guidare si mare che del fare pavesi cammino il dalla direzione del mostravento e dalle loro indicazioni. Ad intervalli D' Albertis potè rilevamento del Capo Corso per libeccio e della Capraia il per scirocco; così pure prendere l'altezza del sole, mercè l'aiuto un marinaio che di gli faceva scudo del suo corpo, mentre sbu- cava dal boccaportino col sestante tra un colpo , e richiudeva una perta. In boccaporto stesso allorché il di queste operazioni, dopo mare che sembrava avesse il di e l' altro , un formidabile colpo di si sente un urlo marinaio Filippo è lanciato in ma acqua, lotta sulle furiose onde è salvo, perchè una cima, che fortunatamente pendeva piglia ad mare ondata spazzava la co- tutto sconquassato, Cos' è? e poi più nulla l' si ap- fuori e quindi ricupera a bordo, con quanta contentezza di tutti ed in parti- si colare del capitano può imaginare! si Dopo una giornata nuire scirocco; alle 9 rileva la Lanterna 2 del 18 ottobre 1875 e alle nel suo porto, sull'infido stato si travagliatissima, il vento accennò a dimi- passando più a mezzogiorno e mezzogiorno- violenza, di un po' stanco il di Genova per tramontana cutter viene di ma nuovo ormeggiato superbo delle vittorie riportate elemento che non temerà più mai, e buono a qualche cosa anche per lieto d'esser la scienza. Gli aracnidi raccolti in queste crociere sono annoverati nel pre- sente opuscolo, che io divido in due parti; cioè dò prima un elenco generale ragionato, con cenni sulla distribuzione geografica d' ogni specie, e colla descrizione delle specie nuove, quindi gli elenchi parziali per le piccole isole mediterranee a tale uopo esplorate. Con tanto maggiore lena imprendo quanto di essere conosciuto sussidii di scire Governi o gradito suoi questo compagni, di amo avermi italiano, senza e perchè spero che ciò possa riu- al sig. D' Albertis e servirgli di nuare nella via, e perchè co' , lavoro, e perchè merita un privato fece da si d' Istituti il sprone per conti- ringraziarlo in pubblico, insieme molti mezzi di compilare forniti disardono racconto di viaggi 1 ( ). Egli per altro può te- lo Alcune frasi, che si scostano dalla comune forma della nostra lingua, sono proprie del linguaggio marinaresco, ed io ne ho fatto uso nella persuasione che non abbiano da nuocere alla chiarezza del discorso. . 429 LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE nersi già Garibaldi soddisfatto , in qualità di marinaro dal momento che quale prima di essere glorioso Condottiero fu Capi- il tano marittimo, inquieto sulla sorte del Violante dopo alla notizia dell'arrivo del bastimento in lettera con queste parole: bertis, per il il « Vi fo i Caprera, Genova, chiudeva una miei complimenti, caro d'Al- coraggioso vostro contegno in mare e desidero che vostro esempio serva agli agiati italiani per affrontare mento primo Pavia, il alla prosperità nazionale 29 Luglio 1876. » un ele- CATALOGO GENERALE SISTEMATICO DEGLI ARACNIDI RACCOLTI COL E DESCRIZIONE DI SPECIE NUOVE O POCO NOTE SCORPIONES. Ord. Fam. PANDINIDAE. Euscorpius carpathicus (Linn.) 1767. Syst. ned. 2 sub: Scorpio (Scorpius concinnus n.° L. K., S. provincialis Fanz. C. Is. VIOLANTE ARAGHNOIDEA. GÌ. 1. « I. Koch, C. L. n, p. 1038, S. banaticus non Koch). Capraja. Specie dell'Europa meridionale, che è molto diffusa anche in Italia e vive nella 2. Ven. Soc. sub : Is. Toscana. E. Canestrinii (Fanzago) 1872. Sugli Scorpioni Trent. Se. nat., I, p. 78 (estr. p. ital., in Alti 4), tav. Ill, fig. 1, Scorpius. Vacca. Esclusiva alla Sardegna. 3. tav. Is. E. sicanus CVII, fig. (C. L. Koch) 1836. Die Arachn., Ili, p. 108, 249, sub: Scorpius. Gorgona. Esclusivo Liguria. all'Italia; vive in molte parti di essa ed anche in LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE ARANEAE. Ord. EPEIRIDAE. Fam. Argiope lobata 4. 14, tav. Ill, fig. 1772. (Pali.) zool, Spicil. fas. 9, I, p. 46, 15, sub: Aranea {Epeira sericea aut). Topi, Capraja, Is. 431 Pianosa, Porto Botte in Sardegna; Specie di fauna Vacca, is. Serpentara; Giannutri, Giglio, Galita. etiopica, estesasi in tutta la regione mediter- ranea. Vive anche nei circostanti paesi di Nizza, Corsica, Napoletano, 5. A. Capri, Sicilia e Tunisia. is. 1772. Ann. Brlinnichii (Scop.) Aranea (Epeira o Nephila hist. nat. V, 125, sub: p. fasciata aut.). Montecristo, Giannutri, Serpentara. Is. Specie di fauna mediterranea, estesa nella regione europea e fino nella provincia giapponese nella zona temperata; forse im- portata negli Stati Uniti d'America. Si trovò pure nel Nizzardo, in Liguria, Toscana, Corsica, Sardegna, ecc. Epeira diademata (Clerck) 1757. Su. Spindl., 6. 4 tab. , sub : p. 25, pi. I, Araneus. Capraja, Montecristo. Is. Specie di fauna europea, estesa in alcune località mediterranee e conosciuta anche di Liguria, Toscana, Napoletano, Corsica è sostituita dall'i?, soror Sim., che colorazione e gli In forma delle costumi e si zampe la is. Capri. medesima appena per distingue la del maschio. 1757. Su. Spindl., p. 22, E. angulata (Clerck) 7. fig. stessi tibie del II paio di ha pi. I, tab. 1, 1-3, sub: Araneus. Is. Gorgona, Pantelleria, Galita. Specie di fauna europea estesa nella regione Vive anche in Toscana, nel Napoletano, indiana. 8. Sita. Is. E. dalmatica, Dolesch. k. mediterranea e Akad. Wiss., IX, 1852. Syst. ecc. Verz. Oesterr. Spinn., in p. G48. Capraja. Specie esclusiva Corsica e Capri. alla fauna mediterranea; si trova pure in 432 9. p. Walck. 1802. Fn. E. acalypha, Is. pavesi parts, II, p. 199, sub: Aranea. Capraja, Elba, Montecristo, Giglio. Specie di fauna europea, rara nel nord, distribuita in tutto il centro ed estesa nella regione mediterranea. Trovasi in Liguria, Toscana, Napoletano, Sardegna. 10. Is. Walck. 1802. Fu. parts, E. adsanta, II, p. 199, sub: Aranea. Capraja, Elba, Giglio. Specie cosmopolita (?). Già conosciuta dell'Italia continentale, Corsica, Sardegna, ecc. Aud. 1825-27. Descr. de l'Egypte,2. a 11. E. armida, Sav. XXII, Is. p. 337, Aracn. tav. 2, fig. 8. ed., . Capraja, Giglio. Specie esclusiva alla fauna mediterranea. Trovasi nel Nizzardo, Italia continentale, Corsica, ecc. 12. Cyrtophora n.° 27, sub: citricola 1775. (Forsk.) Aranea (Epeira opuntiae Descr. anim., p. 8G, aut.). Porto Botte, Tunisi. Specie di fauna etiopica, estesa nella regione mediterranea e forse importata nella regione neotropica, per alcuni autori invece da questa esportata. Vive anche in Corsica, Napoletano, 13. C. insulana (Costa 0. G.) Annuario 1834. Sicilia. zool., p. 65, sub: Epeira (E. trituber culata aut., Argyrodes syriaca Cambi*.?). Is. Elba, Pianosa, Giannutri, Serpentara. Specie esclusiva alla fauna mediterranea, trovata Procida, 14. Isolila, Capri ,, C. conica (Pali.) Sicilia, Corsica, in Tunisia. 1772. Spie, zool., I, p. 48, tav. I, fig. 1G, sub: Aranea. Is. Capraja. Specie di fauna europea, estesa in alcune località della regione mediterranea, anche italiane. 15. Zilla tab. 5, sub: 1757. x-noìaìa (Clerck) Araneus litera x-nolalus; p. So. Spindl., p. 4G, pi. 2, 154, A. x-nolalus {Epeira calophylla aut.). Is. Capraja, Pianosa. Specie di fauna europea, estesa nella regione mediterranea; vive anche in Liguria, is. Capri, ecc. LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE 433 Meta Merianae (Scop.) 1763. Entom. earniol., 16. p. 395, sub: Aranea. Pianosa, Montecristo. Is. Specie di fauna europea estesa in alcune località della regione mediterranea; vive anche nell'Italia continentale, Non posso ammettere cerche d' Ara enologia Bull. in che la « M. Merianae della dalla gracilità del entom. Soc. 95) p. 93, numero » » sia l' specie di « varietà di una sia organi Vedi gracile varietà stagione per la diversità degli e ri- Araneidi, 1876. trim. II, aprile-giugno ital., Meta segmentata cioè Capri, ecc. opinione del dott. Cavanna (Studi Dimorfismo in alcune III. is. caratterizzata genitali, che e disposizione delle spine dei metatarsi anteriori nel maschio e della distanza reciproca degli occhi mediani superiori nella femmina, ecc. e ritengo con tutti gli autori che esse siano ; buone specie, come suol dirsi, ben differenti. l'asserto che all'epoca in cui egli scriveva lettera al prof. Canestrini vi fossero « Né è più vero (maggio 1874) quella poco minute descrizioni delle specie in discorso, perchè nelle opere maggiori di (1862), Menge (1866), Thorell (1870), » Westring Simon (1874), senza dire di altre, avrebbe potuto consultare accurate descrizioni, note e figure tanto che bastasse. Fam. THERIDIDAE. 17. Argyrodes gibbosa (Lue.) 15, tav. A. fig. epeirae 1849. Expl. Alg. Artie., p. 254, 9, sub: Linyphia (Linyphia argyrodes Walck., Vins.; = A. gibbosus Simon). Montecristo, Serpentara; Porto Botte. Is. Specie assai diffusa, perchè è comune nella regione mediter- ranea e segnalata per l'Algeria, Spagna, Corsica, Italia meridio- nale, scoperta in altre località della Sardegna dal nelle sue escursioni del La all' is. insieme a questa, l'altra specie descritta dal fig. a. nome Ann. Mus. del Siria alberga però, Syria, in P. Z. S. London. 1872, 10) col di A. syriacu Gestro e vive anche nell'America set- 1873, della Riunione. tentrionale e forse of Palest, dott. , Cambridge p. 279, (Spid. tav. XIII, presa vicino a Beirut. Ciò. di St. Nat. Voi. VIII. 23 434 maschi, I pavesi p. Montecristo di Porto Botte, hanno e anteriore del cefalotorace alto quasi curvo all' d''Espagne, Araìgn. 1866, come 281, p. nella come tav. 4, fig. 2) e gibbosa var. Simon (Sur il , VI. l'addome press'a poco colorato Lucas, che è molto di quelq. Soc. entom. de Fr., serie 4. a Ann. in tubercolo oculifero, il più di quello che figura avanti, tubercolo il meno comune, però con la macchia argentea del pendio posteriore divisa in Le femmine, due. A. var. alla di di Porto Botte, Serpentara e Walckenaer (Hist. nat. dorso, e sono 18. Sìeatoda discov. sp. p. alquanto diverse tra a seconda dello stato 283), nera in mezzo del per distribuzione di di loro di gonfiezza del ventre. (Blackw.) versuta riferiscono Ins. Api., II, p. cioè tutte presentano la striscia longitudinale colori si of Aran, in Ann. a. 1846. of some neivlg Descr. Mag. Nat. hist., serie I, XVIII, 302, sub: Theridium. Is. Pianosa. mediterranea, Specie estesa europea anche settentrionale Vive alcune località della regione is. Canarie e S. Elena. in Corsica, Napoletano, Nisida, Capri, ecc. 19. Lfthyphanies Aran. 4, \, sub: thus in e trovata alle Paykullianus 1806-8. (Walck.) Ther idioti (Theridion Hist. nat. d. dispar Duf., Phruroli- hamulus, lunatus, ergthrocep/ialus C. L. Kocli, Latrodectus omatus Lue). Is. Galita. Specie africana mediterranea, orientale; a che me si già è estesa anche nella provincia nota della Tunisia continentale, vive anche in Algeria, nell'Italia e sue isole, ecc. 20. Lathrodecius p. 136, tav. IX, Var. lugubris 13-guttatus (Rossi P.) fig. (Duf.) 1820. Descr. de six Arachn. nouv., in gén. des Se. pìigs., IV, p. 355, tab. Is. II, LXIX, fig. Ann. 1. Galita. Specie io 1790. Fn. etnisca, 10, sub: Aranea (TU. malmignattus aut.). non mediterranea, l'ebbi dalla estesa nella provincia europeo-asiatica; Tunisia continentale, ma vive nella vicina Algeria. L'esemplare è 9 ad. e presenta traccia della fascia trasversa i LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE 435 alla base dell'addome, dietro di essa vi è indizio di ben ocellare, sopra l'ano osservasi come al ventre due distinta striscie trasverse del una macchi. una macchia medesimo aranciata, colore, la po- steriore più breve. SGYTODIDAE. Fam. 21. Pholcus phalangioides (Fuessl.) 1775. 61, sub p. : Ver:. Schweitz. Ins., Aranea. Pantelleria. Is. Specie cosmopolita trovata (?)., anche nella vicina Tunisia, meridionale, Sardegna, ecc. Italia 22. Ph. rivulatus 1775. (Forsk.) Aranea (Ph. impresses C. L. Descr. anim., S6, sub:. p. K.). Porto Botte. Specie mediterranea, che estende nella provincia africana si orientale. Io l'ho già indicata di Italia, Sardegna, vive anche in tutta Corsica, Sicilia, Tunisia, ecc. 23. Loxosceles erythrocephala (C. L. Koch) 1839. Die Arachn., V, p. Is. 90, tav. CLXVIII, fig. 399-400, sub: Scytodes. Pianosa. Specie esclusiva alla fauna mediterranea; vive pure nell'Italia meridionale e sue isole. Fam. 24. Enyo elegans, Simon. midi de l'Europe, 2. a serie, li, p. ENYIDAE. 1873. Aran. nouv. ou peu conn, du 56, in Mém. Soc. roy. des Se. de Liège, V. Palermo. Specie esclusiva alla fauna mediterranea. in Sicilia, ma trovasi Fu appunto 25. E. nigriceps, Sim. 187;!. Aran. nouv. on pea conn., Is. scoperta anche a Nizza, in Corsica, Algeria, ecc. Il, p. 58. Vacca. Specie esclusiva della regione mediterranea, la quale finora non era conosciuta che di Corsica. 436 Il pavesi p. ha <f ad. la parte nera del cefalotorace un po' sfumata margine posteriore, e non bene definita tarso foschi come patella e metatarso , e al in linea retta; tibia e non neri come il femore ; nel resto conviene perfettamente colla descrizione del Simon. Fam. 26. p. albomaculata Titanoeca 250, tav. AGALENIDAE. 15, fig. (Lue.) 1849. Expl. Alg. Artic, 6, sub: Epeira (Amaicrobius 12-maculalus Canestr.). Is. Capraja. Specie esclusiva della fauna mediterranea; l'albergano il Niz- zardo, l'Emilia, la Corsica, ecc. 27. Tegenaria parietina (Fourcr.) 1785. Entom. paris., sub: Aranea. Is. Pantelleria. Specie vicina europea e mediterranea. Non fu per anco ma Sicilia, citata della vive in tutta Italia e parecchie sue isole, in Tunisia e altrove. 28. T. pagana, C. L. Koch. 1841. Arac/m., Vili, p. 31, tav. CCLXII, Is. 612-13. fig. Pianosa. Specie esclusiva della fauna mediterranea; vive anche in Corsica, nel Napoletano, is. Nisida, Capri. 29. Textrix denticulata (Oliv.) 1789. Encycl. method., IV, p. 213, sub: Aranea (T. Is. lijcosina aut.). Montecristo. Specie di fauna europea, distribuita in qualche località mediterranea, p. e. in Italia, is. Capri. 30. T. COarctata (Duf.) 1831. Descr. et fig. nouv. in Ann. Se. nal., XXII, p. 358, tav. X, de quelques Aran, fig. 1, sub: Aranea (T. ferruginea aut.). Is. Vacca, Pantelleria. Specie mediterranea, estesa nella provincia africana orientale. Trovate in Corsica, Napoletano, is. Capri, Tunisia, ecc. LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE Fani. DRASSIDAE. 31. Prosthesima sarda, Canestr. 1873. in Atti Soc. Veti. lanophora; tav. X, Trent. Se. nat., II, p. amen., Osserv. 437 ibid. Nuove 46 1876, III. sp. ital. di p. 206 Aram., sub: Me- (estr. p. 3), (estr. p. 1), 5. fig. Vacca. Is. Finora esclusiva della Sardegna. La specie fu descritta su esemplari diede anche una figura incompleta sconosciuto <?, di cui il Maschio. Questo Mandibole snello. bruno-rossastre femminei ed dell' epiginio. piccole ed inclinate alla base per uno spazio quale lari, si largo, quelle chiare, e ha il corpo più avanti. Mascelle tarsi. che Addome denudato che riesce bruno-scuro, dietro vedono meglio due paia vicine ovali ma all' margine anteriore bianco. Zampe alquanto col più chiare e bruno-giallastre anche nei il Resta tuttora posseggo un individuo adulto. somiglia alla femmina, più Canestrini ne il di impressioni costituiscono il musco- 2.° più vicine e dirette obliquamente all'interno, quelle del 3.° paio molto distanti; ventre fra le quali ovali si olivastro, con le piastre polmonari giallo-brune, osservano più che in altre specie dell'apparecchio riproduttore. Filiere le nere. due aperture Palpi bruno- rossastri, coi femori assai incurvati, tibie più scure, lamina quasi nerastra; la tibia sporge all'esterno con un'apofisi, diretta al- lunga almeno quant'è largo l'articolo all'estremità, sul' avanti, bitamente ristretta alla punta, che è nera e fatta ad uncino volto verso l'alto e contro la lamina. Bulbo circondato da una lamina bruno-rossastra, larga e chitinosa si solleva trifida; ri- alla base a metà una cresta dal lato interno, ripiegata all' indietro e in dentro, a margine tagliente e nero, provvista verso l'interno di un dente breve, robusto ed acuto; minore processo. in alto e all'esterno vi è un 8 5 438 pavesi p. Lungh. totale cefalotorace » addome » zampe ...» paio. I » » II » » 8 » » III » » 7, » » IV » » 12. KocL 1839. Die Arachn., V, p. 81. 392-94. fig. Topi presso l'Elba, Pianosa, Vacca; Palermo; Is. Pantel- is. Galita. leria, mediterranea, estesasi nella regione europea e trovata Specie anche S. all' is. Elena (forse importata); da noi vive in Emilia, Napoletano, sapeva che si Nisida e Capri, Sardegna. is. Rem. on Synon. Europ. Spid., Thor. 1873. 33. D. maurusia, p. mandibole) DYSDBRIDAE. 32. Dysdera crocota, C. L. CLXVI, le 10, 2 » . (senza 3 3, » Fam. tav. 7 mill. » 466-67. Pianosa. Is. Specie esclusiva alla fauna mediterranea; era conosciuta Algeria, vive però tanto di nuova per la fauna 34. D. punctaìa, CLXVII, fig. italiana. 1839. L. Kocli. C. Arac/m., V, p. 84, tav. 395-96. mediterranea, Specie geschl. Dysdera, in Ver li. 123) avrebbe visto R. Museo mazia, erano Quello zione, Storia di gli ecc.; di non che Cataloghi nostri, nei italiane più sol- così Giannutri. Is. p. anche in Tunisia e diventa venne ancora ma Doblika (Monogr. B. Z. Vereins in esemplari provenienti naturale esemplari d. Wien, Spinnen- III. dall'Italia 1853, nell'I. Vienna, come da Corfu, Dal- di tipici inscritta fra le di Koch, riveduti dal Thorell, Grecia. di ma affini, Giannutri è la 1 e/ giovane, onde di incerta determina- descrizione della punctata, fra quelle delle specie è la più confacente. Il cefalotorace è giallo-olivastro LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE con punti impressi sporco, rari, 439 grandi e profondi, quelli del dorso del capo disposti in una linea longitudinale e ben sepadagli rati in altri mezzo ad uno spazio più scure delle posteriori, ma egualmente Per alcuni chiaro, e tutte inermi. come non trovo liscio, zampe detto che per la punctata; le quattro non sono anteriori di color giallo-rossastro caratteri potrebbe colore di avvicinarsi alla D. Ninnii Canestr. Fam. THERAPHOSLDAE. 35. Cyrtauchenius Doleschallii, Àuss. 1871. Beitr. (I) d. Arac/in. p. 162 fig. fam. der Terr it., (estr. p. Verh. Z. B. Ges. in 46); Zweiter Beitr., ibid. XXV. zur Kenntn. Wien, XXI, 1875, V, tav. 2 (Cyrtocephalus siculus Dol. mms.). Palermo. Finora esclusivo di Sicilia. 36. Cìeniza Sauvagii (Rossi P.) 1788. Osserv. insettol., in Mat. Fis. Soc. Is. se, IV, 141, p. fig. Mem. 7-10, sub: Aranea. Vacca. Specie esclusiva più (Sulla fodiens p. dal. esatta Th. 55, tav. , in e II) I fauna mediterranea. alla determinazione Bull. Soc. dei enlom. Il caratteri ital., III. Carniccio prof. della Ne me sia 1871, trim. l'aveva già' indicata di Sardegna, anche in Corsica, Toscana, Napoletano, Fam. ma I, vive Sicilia. THOMISIDAE. 37. Thomisus albus (Gmel.) 1778 in Linné, Syst. nal., ed. 13. a I. 2961, sub: Aranea (Th. onuslus v, p. Is. Specie mediterranea, estesasi anche nell'indiana; trovasi poletano, 38. is. C. L. K.). in nella regione europea e forse Liguria, Corsica, Sardegna, Na- Capri, ecc. Synema globosum Aranea. Is. WlL, diadema Pianosa. Gorgona, Elba. (Fabr.) 1775. Syst. enlom., p. 432, sub: 410 F. PAVESI mediterranea, diffusasi nella regione europea; fu tro- Specie vata anche nella provincia africana australe e nella regione neo- verse ma secondo Bòck, tropica benché Da affini. probabilmente noi è tratta di specie di- si conosciuta in Liguria, Toscana, Corsica, Sardegna, ecc. 39. OxyptiBa albimana, Simon. 1870. Armi. nouv. ou pea conn. I, 51, sub: Thomisits; Arachn. de France II, p. 218, tav. VII, p. 16. fig. Is. Capraja, Pianosa, Vacca, Galita; Tunisi. Specie esclusiva della regione mediterranea (Tunisia), Biserta riesce nuova per fauna la ; io l' aveva già anche in Algeria ed in Valchiusa, vive di ma italiana. 40. 0. trisiicula (Thor.) 1875. Diagn. Aran. Europ., in Tijdschr. XVIII, voor Entom., sev. Europ. p. 103 (estr. 23), sul): Xysticus; Descr. of North- Afr. Spid., in K. Svenska a. Vet. Akad. HandL, XIII, n.° 5, p. 139. Is. Pianosa. Specie esclusiva della regione mediterranea, finora trovata soltanto alle di S. is. Antonio rara, imperocché anche Quest'unico il e d' Ivica fra le Baleari. Thorell ne ebbe Pianosa non ne <? di ficamente; però sembra una varietà e le coscie sono bianche ; presenta dopo la l' fosco-bruni, sparsi addome una è grigio solo Deve essere esemplare. può distinguere speci- locale in quanto lo sterno di macchiettine giallognolo, nera marginata linea si un invece di bianco, di o lineole cinereo, e da ciascun lato metà, che però non s'incontra colla compagna, oltre le macchie nere dei margini e della parte posteriore; la lamina dei palpi è una è un bruna alla base, indi più chiara e percorsa in linea di macchiettine bianche; po' curvo il mezzo da processo grosso del bulbo verso l'interno, oltre essere diretto all' indietro ed in basso e lievemente inciso all'estremità. L'individuo è anche un pochino più grande, invece di 2 cioè misura 3 mill, in lunghezza totale 2 r /. 41. 0. guttulata, n. sp. Cephalothorax tibiam -f- lateralibus latis et linea patellam media I. mi fuscis, paris aequans, testaceus, vittis summo margine duabus albo; pedes robusti, 6 5 LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE luteo-testacei, guttulis fuscis notati, dimidio fuscato, uno aculeo laterale metatarsis a latere postremo parium anticorum ad., postremo max » cephal » abdom » pedum » » » » » F emina. » I mill. 4 » 2 » 2, » 6 II » » 5, III » » 3, IV » » 3,7. 7 com'è largo cioè come , "posteriore; testaceo, all'esterno, dove fascie e si dilata all' macchia bianchiccia biloba lati indietro, e all' avanti un po' più largo di comprendendo una linea quivi una bruna mediana, quale sono due macchiette brune irregolari, verso della occhi di testaceo, irrego- spargono in macchiette o punti, più si dritte al lato interno; lo spazio interposto è gli con margine bianco, percorso longitudinalmente da due sottile grandi fascie laterali bruno-scure, variegato ai la patella paio di zampe; fronte tronca in linea retta; leg- germente convesso, declive nella parte queste disjunctis constans. statini dilatato, paris I Cefalotorace lungo del -+- tibia lari antice albescens, ignotus. </ Long, un in- uno supero femoribus ejusdem et fuscum, subter transverse albo-striolatum; vulva ex foveis duabus, septo elevato longo sat lato 9 mi abdompn testaceo-fulvum, fusco-nigro guttulatum, paris; a I. 441 alquanto imbrunito; la cute, finamente zigrinata, è porta alcune spine claviformi allineate sul margine interno delle fascie laterali, altre due poste dei superiori, lungo che largo; base bruna mediana, maggiori e nere sulla fronte. Occhi mediani anteriori più scostati circa al di dietro della linea con essi un quadrilatero laterali anteriori assai più grossi dei margine interno al e superiore, munite fortissime; al di dietro nereggiano. Palpi testacei niti più mediani, doppio. Mandibole al davanti testaceo-scure, brune alla il e formano verso l' di setole acute , un estremità e forniti di robuste setole sui po' imbru- tarsi. Sterno testaceo chiaro e bianchiccio in mezzo, con 5 macchie brune all' indietro, la namente e mediana delle quali più lunga. Zampe robuste, fi- scarsamente pelose, con qualche setola spatuliforme sul disopra della estremità dei femori del I e II paio; una spina 142 breve acuta sul femore del e una spina armato alla pavesi r. laterale di 3. 3 superiore I, al 2 su quello del II, metatarso del paio, che I 1 sul III; nò leggermente annerite inferiori; coscie giallognole con una o due macchie brune, talvolta fuse, verso base, l'estremità, la quale è marginata di bianco; femore delle prime due paia giallognolo o testaceo, screziato bruno superiormente; patella, tato di medesime paia molto imbruniti più numerose nella metà estrema. tronco alla base, rotondato di linee trasversali all' poche goccioline bruno-nere all' tibia e metatarsi di queste con macchiette brune gialliccie Addome largo circa com'è lungo, indietro, depresso, fulvo con traccie arcuate scure sul dorso e quivi cosparso di golari ai lati della base bianche riunite bianco e macchiet- con macchie ancora più scure, e zampe tarsi testaceo-scuri; le altre di ; , due più grandi ed delle quali irre- lateralmente percorso da lineette oblique a formare avanti come un arco sulla base; fianchi bruno-scuri; ventre testaceo-bruno, traversato da lineette bianche e picchiettato di goccioline brune più piccole di quelle del Vulva formata da due fossette rossastre, separata da una dorso. lamina sollevata, lunga circa il doppio della sua larghezza, su- bitamente allargata all'estremità, che ha il margine convesso e rosseggiante, mentre nel resto è testacea. Una sola femmina fu presa dal sig. ottobre 1875. La Simon (Arachn. de France, II. Sardegna I'll Fea alla Cala Salinas in specie è affine 1875, all' 231), p. 0. Blackwallii ma facilmente distinta per diversi caratteri. Fam. LYGOSIDAE. 42. Lycosa proxima, C. L. Koch. tav. DXVII, Is. fig. Specie 43. XV, p. 53, 1453-54, sub: Lycosa (Pardosa). Capraja. mediterranea; come nuova per anche 1848. Arachn., l'Italia, io l'ho segnalata appena l'anno scorso avendola ricevuta dal Monferrato, e vive in Grecia, Palestina e Tunisia. Tarentula 2. a ed., XVIII, radiata p. (Latr.) 1817. 292, sub: Lycosa, Nouv. Diet. hist, nai., I, Vai*, E PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE (Walck.) 1837. liguriensis sub: Lycosa tarentuloides melica, praegrandis hellenica, Hist, liguriensis part. nat, (L. Ins. Api., I, p. 288, captans Wick.; L. faL. C. 443 Koch; T. balearica part. Thor.). Pianosa, Montecristo, Vacca, Galita. Is. Specie della fauna mediterranea. Vive in tutta Italia, Sardegna, is. Capri, Sicilia, Algeria, ecc., Vacca da quelli ma non Sono particolarmente Tunisia. dalla riferirsi alla var. l'aveva per anco ottenuta gli esemplari di Pianosa e liguriensis. 44. Trochosa leopardus (Sund.) 1833. Sv. Spindl., in Vet. Akad. Hand/. 1832, Palermo, 189, sub: Lycosa. p. is. Pantelleria. europea, Specie diffusa nella regione mediterranea; già nota dell'Italia settentrionale, Corsica e Sardegna. 45. Ocyale mirabilis (Clerck) 1757. Sv. Spindl., p. 108, pi. 5, tab. Is. 10, sub: Arane us. Montecristo. Specie ranea; della si fauna europea, Fam. Is. V, nella regione mediter- OXYOPIDAE. 46. Oxyopes lineatus, Latr. tav. estesa raccolse a Nizza, in Toscana, Corsica, Sardegna, ecc. fig. 1806. Gen. Crust, Ins., I, p. 117, 5. Capraja. Specie mediterranea, diffusa nella regione europea e nella provincia africana orientale; l'alberga anche l'Italia settentrionale. Fam. ERESIDAE. 47. Stegodyphus lineatus (Latr.) 1803. Nouv. Diet, d'hisl, nat., X, sub: Eresus. Is. Pantelleria, Galita. Specie Algeria, la fauna propria della regione ma non italiana, mediterranea; vive nella vicina l'ebbi ancora dalla Tunisia e riesce nuova per 444 Ho confrontato questi nostri esemplari con uno di Spagna, ove la specie è assai comune, donato distintissimo araenologo e di pavesi p. al Museo mio amico Civico di Genova dal E. Simon col sinonimo sig. Eresus acanthophilus Duf. (E. unifasciatus C. L. Koch). Palpimanus 48. nouv., in Ann. Palermo, is. 1830. Duf. gibbulus, Se. plujs., IV, p. six Arachn. fig. 5. Galita. Specie della fauna mediterranea, che africana de LXIX, Descr. 304, tav. orientale. Mi era già noto nell'Italia meridionale, in Sardegna, si spinse nella provincia anche della Tunisia e vive ecc. ATTIDAE. Fam. 49. Heliophanus rufithorax, Simon. 1869. Monogr. Attici. Earop., in p. Ann. Soc. enlom. 227); Révis. Attid,, Is. 4. a serie, Frane, ivi, 5. a serie, I. Vili. 1868, p. 1871, p. 349 693 (estr. (estr. p. 127). Gorgona. Specie esclusivamente propria della regione mediterranea, co- mune in Corsica. 50. Marpessa Paykullii (Sav. Aud.) 1825-27. Descr. de l'Ègypte, 2. a ed., XXII, p. 409, Aracn. tav. 7, fig. 22, sub: Attus. Tunisi. Specie mediterranea, che si è estesa nella provincia africana orientale, nell'indiana ed anche in qualche località della regione Mi era già nota europea. del centro della Tunisia (Kéruan), si trova in Algeria, Egitto, ecc. 51. IVI. Aranea encarpata (Walck.) 1702. Fn. paris., (Ccdliethera pule/iella C. L. II, p. 241, sub: Koch, Dendryphantes medius Canestr. Pavs.). Is. Elba. Specie trovasi di fauna europea, estesa nella regione mediterranea; anche nella vicina Corsica, come Si sa già che nel 52. mezzodì diventa più grossa. Menemerus semilimbatus (Ilahn) 1829. Monogr. 5, tav. 3, fig. B, sub: Salticus. Is. nell'Italia settentrionale. Pantelleria. d. Spinn., 445 LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE Specie esclusiva della regione mediterranea. Abita pure la degna, Capri, is. Nisida, Italia meridionale, ecc. is. 53. Euophrys frontalis (Walck.) 1802. Fn. par is., sub Sicilia, com'è nota dell'Algeria, Sar- la Tunisia e l'isola di Pantelleria, II, 246, p. Aranea. : Caprera. Is. Specie europea, diffusa nella regione mediterranea e già in- dicata per l'Italia settentrionale. (Sim.) 54. E. rufibarbis 4. a serie, entom. Fr., 1869. Vili, p. 602 Monogr. (estr. p. in Attici., 136), tav. 6 Ann. Soc. (II), fig. 8. Vacca. Is. Specie di fauna europea, nuova per l' Italia. L'esemplare unico è <? ad. e presenta qualche minima diffe- renza in confronto con la descrizione del Simon, particolarmente nel colore dell'addome, che ma concorda in tutto 55. Aitus il non ha ben triangoli neri, i resto. 1849. Expl. Alg., Arde, p. 146, jucundus (Lucas) tav. 6, fig. 8, sub: definiti Salticus. Gorgona, Giannutri. Is. Specie guria, is. propria della regione mediterranea; vive anche in LiCapri, Sicilia, ecc. 56. Aelurops lineatus (C. L. Koch) 1848. Arachn., tav. CCCCLXXIV, Is. fig. 1303, sub: XIV, p. 43, Euophrys. Capraja, Pantelleria. Specie mediterranea, diffusa in qualche località di fauna europea; vive anche nell'Italia settentrionale, Sardegna, Ord. Fam. 57. Leiobunum Mus. Is. Ciò. Gen., agile, II, p. Sicilia. PHALANGSI. OPILIONIDAE. Canestr. 18, tav. 1872. I, fig. Gli Opil. ital., in Ann. 2. Giannutri. Specie esclusiva della regione mediterranea e conosciuta finora soltanto dell'Italia settentrionale e di Madrid; io Sidi-Abdul-Vached in Tunisia. l' ebbi anche da 446 I p. femori, pavesi che sembrano inermi ad occhio nudo, hanno minu- non tissimi dentelli o spine e setole; anche due macchiette brune all'estremità come ma lora fuse in un'unica; i le coscie femori alla base, ta- una è caratteristica poi alla parte posteriore della base delle coscie presentano lineetta nera IV paio di tibia, tarsoque del solo zampe. 58. Homalenotus sicanus, n. sp. Corpus omnino lerreum , dorso, infuscatis; leviler depressimi, pedum femore, patella, granosum, cornu cephalotlioracis et tuberculis rotundis supra septem articulos, transverse decreseentibus, obtusis; femora pedum dentata, palpi granosi et pilosi. d" Long, corporis 9 , 447 LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE anello ciascun e meno laterali, il segnano bercoli due o tre offre 2.° e 7.°. 1.°, articoli gli dal precedente per In dell' ad 8 sugli sul 1.°, 2.° e 7.°; 6 serie di altri piccoli tubercoli e altri. 6.° Il una solcatura profonda tu- questi trasversale linea addome sarebbero quindi 4 anello è distinto e glabra. Ventre pure cosparso di molti e piccolissimi tubercoletti ottusi o tondeggianti. Colore generale del corpo giallo terroso, più scuro e sporco sul dorso; femore, patella, tibia ed molti articoli del tarso imbru- i mandibole giallognole con l'estremità ed niti; i margini interni delle dita neri; occhi neri. Fea sig. Il raccolse due esemplari questa specie a Palermo di 7 ottobre 1875. il Essa p. distingue dall'io, monoceros C. L. si DXXXIV, 108, tav. Koch 1493) per avere fig. il (AracJin., XV, corno breve e ot- tuso, tubercoli ottusi e poco elevati sul corpo, colore diverso, ecc.; dall' II, H. depressus Canestr. (Opti, 24) per la presenza p. di dal., in un corno IV race, di apofisi alle coscie del Ann. Mus. Gen., Civ. sul davanti del cefaloto- paio di zampe, mentre manca quella del II, per l'armatura del dorso, colorazione generale, ecc.; dall' if. romanus L. Kocli in Zool. Mitth. aus (Beitr. zar Kennt. Arachn. fauna Tirol, 1869. Naturwiss. Abth. p. Tirols, 1G5) per la mancanza di veri dentelli sugli articoli patellari e tibiali dei palpi, inoltre romanus il e Y hispanus del medesimo autore (ivi) sono troppo brevemente descritti per fare maggiori confronti. D'altronde la specie siciliana si avvicina molto più al Phalangiwm oraniense Lue. (Ex/il. Alg. Artic., p. 301, Aracn. tav. 21, ed in particolare al Ph. tuberculiferum Lue. fig. 1), che ma non teri, fra può si cui 300, fig. tav. 2) 21 credo di dover portare nel genere Homalenotus, io la (ivi, p. il riferire a queste maggior numero Algeria per diversi carat- di e la maggiore sporgenza dei tubercoli addominali. 59. Opilio tav. Is. DLV, luridus, fig. C. L. Koch. 1848. Arac/m., XVI, p. 50, 1534. d'Elba. Specie esclusiva della regione mediterranea; comune guria alla Calabria, vive anche in Toscana e Corsica. dalla Li- 448 p. pavesi ACARI. Orti. RHYNGHOLOPHIDAE. Fam. 60. Rhyncholophus canonicalis, n. sp. Violaceus, vitta media antrorsum dilatata miniacea, papillis obtusis nigris, pedibus palpisque olivaceis. .... .... Long, corporis max. Lat. Long, » pedum paris I 3 mill. » 2 » 5 » » II » » 3 » » III » » 3,7 » » IV paris abs. Corpo assai largo nelle spalle, che va restringendosi subita- mente parte all' avanti e termina in angolo acuto posteriore; mediana, dove esiste metà interrotta a , rotondeggiante alla pavonazzo pallido, più intenso verso la linea e una all' striscia longitudinale rosso-giallastra, indietro e che arriva appena alla regione degli occhi, leggermente dilatandosi; essa è continuata all' da un solco lineare, in principio più risentito Parti boc- cali testacee. quelli del Zampe, coi tarsi alquanto dilatati, in particolare paio, di colore uniforme olivaceo pallido, eccetto le i trocanteri ed staceo al contorno ovale dell'ano, situato IV testacei. Ventre violaceo pallido, paio di zampe. Tutto da papille brevi e ottuse o piuttosto vece da praja il Crust. te- corpo è coperto al disopra peli eia virarmi; le ne raccolse un solo esemplare Gestro p. 50), ralis, ma dietro l'inser- zampe in- all' is. di Ca- 12 agosto 1875. Appartiene al gruppo B. Ili, il appena peli. Dott. Il avanti I coscie zione del e largo. di cui principalis, Myr. u. episcopali^ , Arachn., al terzo di questi. di C. L. fanno parte fas. i Koch Rh. (Uebers. Arachn. syst., regalis, imperialis, electo- cardinalis C. L. Koch 16, 5-10) e sopratutto (Deutschl. si avvicina LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE In totale, furono 60, appartenenti a 4 ordini, 16 fa- 39 generi. Oltre l'importanza grandissima che miglie, attribuire, calità specie di aracnidi raccolti in queste prime cro- le Violante ciere del 449 d' si deve dal punto di vista della geografia zoologica, alle lo- onde esse provengono, quasi tutte finora aracnologi- camente inesplorate, osservo che ho potuto accrescere con numero il specie delle italiane, far conoscere Prosthesima sarda Canestr. tre nuove per sicanus ed il , il annotare altre specie e descriverne la scienza, cioè YOxyptila g attillala,, Y Homalenotus Rhyncholophics canonicalis. ELENCHI PARZIALI DEGLI ARACNIDI DI ALCUNE PICCOLE ISOLE MEDITERRANEE IS. Enscorpius sicanus (C. L. Kochj Epeira ungulata (Clerck) Synema glubosum GORGONA. Heliophanus rufìthorax, Sim. Atlus jucundus (Lue). (Fabr.) Is. Capraja. % -notata Eascorpius carpalhicus (Linn.) Zilla Argiope lobata Titanoeca albomaculata (Lue.) (Pali.) (Clerck) Epeira diademata (Clerck) Oxyptila albimana, Sim. E. dalmatica, Do!. Ltjcosa proximo,, C. L. Kocli E. acalypha, Walck. O.cyopes lineatus, Latr. E. adianta, Walck. E. Aelurops lineatus armida, Sav. AuJ. Cyrtophora conica Argiope lobata Ann. del (C. L. Koch) Iiliyncltolophus canonicalis , Pavs. (Pali.) Is. Mus. Civ. di dei Topi. Dysdera crocota, C. (Pali.) Si. ciò maschio della Nat. Voi. Vili. L. Kocli. 29 450 P. Is. Epeira acalypha, Walck. E. adianta, (Fabr.) Marpessa encarpata (Walck.; Cyrtophora insulana (Costa 0. G.) Lathrodectus 13-guttatus (Rossi Opilio Juridus, C. L. Koch. P.) (*). Pianosa. Is. Dysdera crocota, C. (Pall.) Cyrtophora insulana (Costa 0. G.) Zilla x-notata (Clerck) Meta Merianae d'Elba. Synema globosum Walck. Argiope lobata PAVESI Koch L. D. maurusia, Thor. Thomisus albus (Gmel.) Oxgptila albimana, Sim. (Scop.) Steatoda versuta (Blackw.) 0. tristicula (Thor.) Loxosceles erytkrocephala (C. L. K. Tarentula radiata Tegenaria pagana, C. L. Koch (Latr.) Var. liguriensis (Walck.). MONTECRISTO. IS. Argiope Brunnichii (Scop.) Arggrodes gibbosa (Luc.) Epeira diademata (Clerck) Textrix denticulala E. acalypha, Walck. Tarentula radiata Meta Merianae Ocyale mirabilis (Clerck). (Scop.) Is. Argiope lobata Walck. E. armida, Sa v. Aud. GlANNUTRI. IS. Argiope lobata Giglio. E. adianta, (Pall.) Epeira acalypha, Walck. (Oli v.) (Latr.) Dysdera punctata, (Pall.) A. Brunnichii (Scop.) C. Koch I Alius jucundus (Luc.) Cyrtophora insulana (Costa 0. G.) Is. Leiobunum agile, Canestr. Caprera. Euophrys frontalis (Walck.). Is. Argiope lobata (Pall.) A. Brunnichii (Scop.) Serpentara. Cyrtophora insulana (Costa 0. G.) Arggrodes gibbosa (Luc). (') Secondo Tliiébaut de Berneaud, Voy. d Visle d'Elbe, 1808, Lucas in Barker-Webb et Berthelot, Hist. not. des lies Canaries, p. 66, tav. I: II, 1839, p. 21. I, E PRIME CROCIERE DEE VIOLANTE Is. 451 Vacca. Euscorpius Canestriniì (Fanz.ì Cteniza Sauvagii (Rossi Argìope lobata Oxyptila aìbimana Enyo (Pali.) nigriceps, Sim. Tarentula nidiata (Latr.) Var. liguriemis (Walck.) Textrix coarctata (Duf.) Euophrys rufibarbis Prosthesima sarda, Canestr. Dysdera crocota, C. P.) Sim. , L. (Sim.). Koch Is. Pantelleria. Epeira angulata (Clerck) Trochosa leopardus (Sund.) Pkolcus phaìang ioide s (Fuessl.) Stegodyphus lineatus Tegenaria parietina (Fourcr.) Menemerus semilimbatus (Hahn) Textrix coarctata Aelurops lineatus Dysdera crocota, (Duf.) C. L. Galita. Dysdera crocota, C. (Pali.) L. Koch Oxyptila aìbimana, Sim. Epeira angulata (Clerck) Lithyphantes Paykulliaiius (Walck.) Tarentula radiata Lathrodectus 13-guttatus (Rossi Stegodyphus lineatus Var. lugubris (Duf.) Koch). L. Koch Is. Argiope lobata (C. (Latr.) P.) (Latr.) (Lalr.j Palpimanus gibbulus (Duf). IiLXmiCE M. De Chaudoir. F. Baudi. — — Monographie des Chléniens circummediterranea C. Tapparone Canefri. — W. Lettera Peters e G. Doria. al — Mammiferi gli — di alle .... Papuane Diagnosi di nuove specie tre Nuova Guinea della — e Salawatti L. » 316-322 » 323-332 » 333-334 . » 335-336 » 337-366 » 367-386 » 387-389 » 390-394 Studio monografico sopra Strombidi del Mar Rosso .... Catalogo di una collezione d'uccelli dell'Isola di Gestro e 5-315 di Burn, inviata al Museo Civico di Genova dal Sig. A. A. Bruijn R. Pag. colle- Genova. Parte terza. M. se G. Doria A. Issel e C. Tapparone Canefri. T. Salvadori. . Contribuzioni per una Fauna mala- cologica delle isole — appartenenti Museo Civico zioni del A. B. Meyer. . . Catalogo dei Tenebrioniti della Fauna europea e M. D'Albertis. — Descrizione di una nuova specie di Eupholus G. Krf.fft. Notes on Australian description animals of a new in New Guinea witb species of fresh water Tortoise belonging to the genus Euchelymys (Gray) T. Salvadori. — Catalogo degli Uccelli raccolti dai Sigg. A. A. Bruijn ed 0. Beccari durante il viaggio del « 52G P. Pavesi. — olandese guerra da trasporto dal Novembre 1875 Le prime crociere del al « Surabaia « Gennaio 1876 Violante » . » . Pag. 395-40G comandato dal Capitano-Armatore Enrico D'Albertis. Risultati T. Thorell. — aracnologici » e occidentale, con dell'Asia un quadro dei generi europei di quest'Ordine T. SALVAnoRi. — Intorno — Diagnosi di raccolte gnori , Gould alcune nella Dott. A. A. Bruijn ...» 452-508 supposta femmina del Dicaeum alla retrocinctum R. Gestro. 407-451 Sopra alcuni Opilioni (Phalangidea) d'Europa 0. nuove specie » 509-511 » 512-524 di Coleotteri regione Austro-Malese dai SiBeccari, L. M. D'Albertis e