ANNALI
DEL
IN)
CIVII10
DI
STOMI
01
MULI
GENOVA
PUBBLICATI PER CURA
G
.
Doria
R
e
VOLUME
.
Vili
Gestro
187
6
GENOVA
TIPOGRAFIA PEL
lì-
ISTITUTO SORDO-MOTI
LE PRIME CROCIERE
DEL
VIOLANTE
Comandato dal Capitano-Armatore
NR
jì
I
C O
AlBERTIS
D'
Risultati aracnologici del Prof. P.
PAVESI
DELL' UNIVERSITÀ DI PAVIA
23 febbraio 1875 va segnato
Il
scienze naturali.
le
Regia Marina
Ufficiale nella
fra
i
giorni faustissimi per
signor Enrico D' Albertis di Genova, già
Il
e cugino dell' ardito viaggiatore nella
Nuova Guinea, varava felicemente a Sampierdarena
legno a vela, battezzato
sua passione per
di soddisfare la
tempo
collezioni
di tonnellate
è
Violante, con
11.
Museo
92
di registro, al
minuscolo ed elegante
come
il
il
al
n ebbe
capitano
mare
manca
quale
piccolo
e procurare nello stesso
Civico della sua patria.
e
il
l'ottimo intendimento
E un
cutter
nulla, dove tutto
che resiste egregiamente al mare,
subito
a convincersi bordeggiando
il
grecale per entrare nel porto di Genova.
In marzo cominciò alcune escursioni lungo le Riviere liguri,
toccando anche
l'
isola
Palmario; ma,
yacht inglese
alla Spezia col
Gorgona
e
situata a
tramontana
ai
primi di maggio, giunto
Pear le,
il
mette alla vela per la
due giorni dopo può dar fondo
dell' isola,
alla Cala Maestra,
e scendere in terra.
Assurgit Ponti medio circiimflna Gorgon
Inter
Pisanum Cyrniacumque
a 30 miglia da Livorno,
lev.
Pgi., quasi
nel
43°.
monte massiccio,
27
latus
di
lai bor., 7°. 34 long,
alto circa
145 metri, formato
408
da
PAVESI
V.
con
verdastri
schisti
ma ammantata
senz' acqua.,
orioli tiche
fu sempre
e
,
si
può
dire
perenne verzura. Essa subì
di fitta e
vicende
dolorose
parecchie
di roccie
filoni
scarsa di abitanti per
ben naturale
le invasioni dei barbareschi, ond' è stata
viglia del capitano D'Albertis al vederla divenuta dal
la
mera-
1869 una
300 detenuti, che prospera
ricca colonia penale agricola di quasi
ogni giorno, né tarderà molto ad essere un vero tesoro pel Go-
verno Italiano per
ed
operosità
1'
lumi
i
dell'
egregio direttore
cav. Biamonti.
Fatta una visita generale
il
comandante ritorna a bordo
Genova
sera, a mezzanotte salpa per
e riprende gli
alla
ormeggi
in
porto alle 4 pom. del giorno successivo. Questa fu la vera corsa
di
E
dopo
difatti,
la fine
a
che preludesse
prova,
buonissimi risultati
gite di piacere, essendo prossima
altre brevi
maggio,
di
da cui dovevamo ottenere
quelle
scientifici.
capitano
nostro
il
mette di nuovo in un
si
viaggio più avventuroso, in compagnia del capitano Mortola, di-
rigendo per la Gorgona, dove giunge al 30 del mese e comincia
a raccogliere qualche ragno.
luglio tocca la vicina isola,
Il 1.° di
chiamata con essa a far
siepe ad Arno in su
pure una diecina
ed in Capraia prende
le
raccomandazioni che
Qui
gli
mostrata
viene
detta
flutti,
sacco e sparando
foca
fa
cesa.
colpo
al
penetra
star
nell'
La
grotta ha
Anche
di
la
dove se n'eran già prese
angusta entrata con una forte rete a
mai
siasi
pronti
della
1'
suoi
i
aracnidi, ricordando
delle diverse grotte scavate dai
rischiato
farle
fuggire al mare.
là dentro.
L'
animoso
ca-
con ramponi, nel caso uscisse la
sua carabina
e,
nulla vedendo comparire,
antro a nuoto tenendo fra
mina con una
alcunché
una
di
foce
fatte.
uno schioppo per
poi
Pare che nessuno
pitano
avevo
Nido della Foca,
il
vive, chiudendone
delle
gli
io
la
una cinquantina
piccola spiaggia;
il
di
i
denti
una candela
ac-
metri di profondità e ter-
D'Albertis non vi ha osservato
rimarchevole.
Capraia è
un' isoletta di poche miglia di circonfe-
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
renza
a 43° 30
,
ma
Gorgona;
genere
sua costituzione geologica e la natura
di roccie trachitiche e di
tana
per
alquanto diversa,
n' è
essere quasi esclusivamente
acque salubri; una palude denominata
di
cima della piccola catena
di
vulcano estinto
;
un tempo
terreno
sono cose meritevoli almeno
voglio passare sotto silenzio
isolette
dell'
Arcipelago
esclusiva
come, insieme con
Capraia essere
di
la
toscano
a capris
non sono punto una
e
,
barone Cornalia
sosta del D'Albertis alla Capraia,
perchè fa subito
altri,
disse
il
Mammiferi
dei
chiar.
italiani.
1'
chalybum generosa
metallis.
Capraia e la Gorgona furono già illustrate in qualche
la
della storia naturale e specialmente nella geognosia e nella
botanica dal Pini e dal Pareto
,
dai prof. Moris e
Pietro Savi e Antonio Targioni-Tozzetti
studiata
sima a
ma
«
Tavolara presso la Sardegna
dell' isola
Insula inexhaustis
ramo
nome
un cenno. Né
prof,
Fauna
rotta per
Come
il
di
imperocché queste abbondano qui del pari che in
»
particolarità
Breve
,
colonia penale e ricco di moltissime
specie di piante;
nella sua
Stag none
sterile di prodotti agricoli
un' altra
altre
lo
monti, creduto un lago craterico
di
ora coltivato da
ortus
fisica in
poco macigno. Qualche ruscello e fon-
in
feris
meridiano della
bor. e quasi sullo stesso
di lat.
la
409
da una pleiade
tutti e celebre finché
zoologi ne sanno
i
di
altre isole sulle quali
,
De Notaris da
,
così l'Elba
venne pure
autori italiani e stranieri.
vivrà la
memoria
ben poco, come
si
del
può
È
notis-
Grande Corso
dire
;
anche delle
primeggia per ampiezza; per la qual cosa
qualunque piccolo contributo acquista decupla importanza.
A
in
che
Portoferraio
Genova,
sig.
gli si fa
tino e girano
ma
il
fonda
D' Albertis
raggiunto dal Console inglese
è
Yeats-Brown, appassionato
compagno. Essi salpano
attorno
ai
vicini
alle
dell'
il
li
Elba. In
scoglio
questa
dei
di
mare,
buon mat-
Palmaiola e Cerboli,
stringe
2 pom., senza aver posto piede
allo
delle cose di
4 luglio
isolotti di
tempo troppo minaccioso
un momento
greco
il
a riguadagnare
in terra se
le
non per
Topi, situato presso la estremità
breve fermata prendono due ragni
:
.
410
pavesi
r.
ritornati
Elba ne raccolgono
all'
da sommarsi
sei specie,
all'
u-
nica indicatavi dal Thiébaut de Berneaud, visitatore studioso dell'
principio del secolo.
isola sul
Spunta
1'
aurora del giorno seguente e
tempo ed un
lombi selvatici
dono alcuni
colpo
forte
vicina
montorio
lungo
come
senonchè
Tinetto,
presso
1
che
1'
la
Di questa cosa egli non
Phyllo-
il
si
riteneva
indicavano pure
di
Università di
il
Verona;
march. Giacomo Doria
il
ruderi di
i
l'
De Betta
cav. E.
trovano
un convento
all'
aveva ripresa nello stesso luogo
considera
si
«
isola
il
illu-
alla quasi contigua isola del Tino
meraviglia, perchè anche
mio egregio amico
Wùrzburg
l'
nel suo modico avamposto
il
scrisse
«
dott.
Mir
»
prof. Ber-
trovò parecchie differenze nelle flore di quei due
L'anno scorso però
l'
fra
mancante
affatto circoscritta e
toloni
tarantola
di
dell' isola
punta occidentale del Golfo della Spezia, e
la
Filippi,
860
un pro-
si
prende qualche insetto ed
Questa sorta
a quest' ultimo che
io ricordai
pren-
,
piccolissima isola
Nella parte più elevata
erpetologo
distinto
dietro quella scoperta
De
una
è
quivi sporgente in
esclusiva della Sardegna e tale
il
aveva rinvenuta nel
stre
bor.
lat.
europaeus Gene.
Carruccio e
1'
48
uccidono co-
torre diroccata, del genere di quelle che
la costa, D' Albertis
dactylus
finora
s'
nome, Troja
il
vi
traccie dei conigli
le
imbarcano per Troja.
continente italiano,
al
al 42°.
una
presso
2
insetti e alle
Notevole soltanto per
assai
vento da libeccio;
di
seguono inutilmente
,
mettono ancora in
si
12 a Cerboli, nonostante l'avversità del
viaggio; scendono alle
isolotti.
R. Wiedersheim del-
selbst
gelang es im Laute
des vergangenen Frùhjahrs ihn auch auf der benachbarten Insci
Tino zu entdecken
»
e cosi a
poco a poco
si
accrescono interessanti
notizie allo studio della distribuzione geografica dei nostri rettili.
La
zione
1'
sera del
5 luglio lasciata Troja,
e
30
alle 4.
ant.
i
viaggiatori
si
rimettono in naviga-
avrebbero potuto ripetere
elegante verso del poeta:
Eminus
se le
sterili.
Igilii
silvosa
cacumina miror
cime dei monti del Giglio non fossero ora nude e
Avevano
difatti
affatto
quest' isola per mezzogiorno-scirocco di-
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
appena 12 miglia
stante
e
35
8°.
nito
e
12
alle
Giglio è situato in faccia al
Il
411
sbarcavano alla Marina.
vi
Monte Argentare
di Orbetello in
lev.
Pgi., 42°. 21 lat. bor., formato specialmente da gra-
in
parte da verrucano, ricco di acque ferruginose, pro-
pizio alle
secondo che ne scrissero Brocchi, Pareto
coltivazioni,
e Giulj, più fortunati dell' altro naturalista abate Fortis, che nel
scorso
secolo
di sasso.
vi
preso per
fu
nostri principiano subito
I
gata alta circa 500 metri sul
umido
1'
,
medesimo
aspetto
Lasciato
alle
un
mare, nello stesso tempo
Il
paese è molto sporco ed
alla Cala degli Spalmatoi di Giannutri, che è
in
apparato
dell' isola,
42°. 15
bor.
ora vedere
della popolazione indica poca salubrità del
Giglio in giornata, dirigonsi a scirocco e giungono
il
3 ant.
calcarea,
cui
e
attenzione
già
dei
long.
e
con
sicuro
8°.
45
tutti
avanzi di
gli
già
di Pareto.
romane chiamarono
costruzioni
vestigia
ampiamente
illustrate dal
Grazzini e dal Boni, in grande parte celate da arbusti e da
boscaglie di lentischi; sono essi pure assicurati che
qua
e là
monete
non riescono
rame
ma
e d' oro,
molto fruttuosi.
fanalisti colle loro
mogli e
che vivono a mala pena,
tori,
figli
l'antica
gli abitatori
e ad
si
vi
è
una
località detta
il
Volo
di
Di an uni
non
si
Notte, che
manca
coltiva,
vi si
ai
di pesca-
settimanalmente
provviste da Porto Ercole, persino dell' acqua, che
in tutta Giannutri. Questa è la causa che
praticati
riducono
una famiglia
ricevendo
fitte
rinvengono
si
da loro
gli scavi
Sembra che
molto popolata, adesso invece
fosse
due
di
per
è potuto
si
sapeva dagli studi del Giulj e
nostri,
vero
di rara bellezza
breccia, per quanto
dalla
e
,
si
il
tempi. Essa sorge
i
Pgi.; è costituita dalla
lev.
sono scavate molte grotte
stalattitico
Immediatamente
1'
ascensione alla piccola bor-
livello del
penitenziario o domicilio coatto.
ed unico porto
in lat.
e fugato a colpi
essendo a quell' altezza spessissimo involti nella nebbia
luogo; vi è
1'
1'
mi raccolgono qualche Epeira.
che
e
un negromante
le
affatto
mentre
presterebbe
benissimo, essendo quasi una pianura. L' isola abbonda assai di
conigli selvatici, circostanza della quale pure
cuno
fecero
il
non
fa
Cornalia nell' opera sopradetta; D' Albertis e
buona presa
al
sorgere
cenno
al-
Brown ne
e tramontare del sole.,
quando
412
pavesi
r.
queste
vanno a bere
bestiole
Un
dei lentischi.
foglie
si
accumula
sulle
Giannutri fu veduta più volte la foca.
di
Quindi fecero una traversata
il
rugiada che
la
pescatore racconta loro che nei paraggi
Monte Argentaro
12 miglia a Port' Ercole presso
di
a Giannutri, sarebbero partiti
ritornati
e,
per Montecristo, se un violentissimo vento
Occuparono perciò
trattenuti.
la
non
di libeccio
li
avesse
mattinata nel raccogliere alcuni
insetti e aracnidi.
Nel dopopranzo
10
del
vento
il
agitato da ponente ed
rirono
rono colla bandiera
ma
30
ant.
mare era
così
alle 3.
il
vento così poco e contrario, che prefe-
il
Canale
gettarsi nel
onde
era calmato,
si
per Montecristo;
partirono
luglio
Piombino.
di
A
mezzogiorno saluta-
amici della Gorgona, che risposero dalla
gli
Nuova, e nella notte riguadagnarono Portofino,
Torre
mento propizio per eseguire
salvataggio di
il
in
mo-
una barcaccia ab-
bandonata in balìa del mare, che fu da loro rimorchiata a Ge-
nova e consegnata
prima
La seconda
capitano
il
alla Capitaneria del Porto. Così
ebbe fine la
crociera.
principiò alle 9 ant. del 7 agosto; e questa volta
Violante
del
parte sotto migliori auspicii per la
zoologia, siccome ha con sé, oltre
lente cacciatore, anche
il
suo cugino
Museo
vice-direttore del
il
Giusti va-
sig.
Civico di Ge-
nova, dott. Raffaello Gestro, distinto entomologo.
vento da scirocco, onde uscito dal porto prende
Si era stabilito
le
murre da
di 44°. 10 bor.
6°.
37
lasciando
di
bordo
punto con
il
vento
ed
il
mare da
scirocco diminuiscono
libeccio e, soltanto alle
mettendosi in rotta per la Gorgona e
Verso
le
2
ant.
si
5 pom.,
,
vira
governa
così
scorgono due Capidogli (Phy-
macrocephalus L.), che ancora a mezzogiorno erano in vista,
quando
una
calma
perfetta
li
trattiene
in lat. oss. 43°.
long. 7°. 10. Soltanto al tramonto della luna
gera brezza da m.°
all' 1
la lat. oss.
rilevamento della Lanterna, trovandosi a
il
Il
mare vecchio da
tutta la notte.
seter
ed
Pgi.
lev.
mezzogiorno fa
sinistra e a
1.°
e
li
fa
si
fa
la
caccia
l'
e
mette una leg-
camminare con vento
pom. del 9 cominciano ad avvistare
passatempo
si
59
isola.
prima ad uno sciame
in
poppa;
Intanto per
di
Puffinus
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
non
ma
Boie,
Rullili
e
se
quale
tuffano e scompariscono sott'acqua,
si
ne raccoglie che uno morto sul colpo
La mattina
frutto ai delfini.
la
feriti
i
li
413
del 10 spira
poi
;
tira
si
una brezza da greco,
porta finalmente a due miglia dalla Gorgona; però
sul più bello
nuovo
lascia di
li
in calma, cosicene dovettero af-
ferrare la Cala Maestra coli' imbarcazione e lasciare che
diretto dal
nostromo, che conosceva la
coraggio
Cala Martina, dove
Subito
del
sig.
di
visitarono
essi
pochi
Colonia e
fecero
non fu
meno
di
vice-direttore sig. Pera,
e tre specie di ragni.
partita di caccia ai conigli
Gorgona
la
massima cautela ed
in
una
caretta L.), addor-
scendono in una barca
silenzio ,
non
tranquilla, coli' aiuto di
leggiera, e allegrata dalla pesca
mare (Chelonìa
sulle acque. I marinari
parte posteriore, onde
ma
sollecita
una grossa tartaruga
mentata
compagnia
diretti alla Capraia.
traversata
brezza di tramontana più o
di
una
cutter,
3 pom.
alle
anche qui comunissimi, e poi lasciarono
7 ant.,
La
del
uno scorpione
insetti,
L' indomani di buon' ora
alle
ormeggiò
si
il
andasse all'an-
località,
isola colla solita graziosa
l'
della
direttore
raccogliendo
selvatici,
senza
si
avvicinano
essere scorti;
e, colla
animale dalla
all'
un uomo pronto a prora
1'
afferra per
l'
imbarcazione. Questa sorta di pesca era ben nota al D'Albertis,
fianchi della corazza e la getta capovolta dentro
i
perchè nel 1871, comandando
leari,
ne prese
diciasette in
sono sveglie, esse
leremente che
bastimento
sommergono
si
cercano di guadagnare
1'
il
il
Emma
una mattinata. Quando
D. alle Ba-
le
tartarughe
all'avvicinarsi della barca e
profondo del mare,
ma non
tanto ce-
esperto nuotatore non le raggiunga e le porti
in fretta alla superficie colla testa in alto, aiutato dalle natatoie
della stessa
sua preda, che cerca
assai pericoloso per
le
tartarughe
onde
la
frequenza
esportarne
dormendo, come anche, a
me
di
svincolarsi.
di pesci cani,
le
pensi
e
sa
Quella presa col
sembra, pel morso della tartaruga
come c'onderebbe un
Violante
piccoli crostacei e fu
quali seguono
zampe, che lasciano esposte
medesima, che rompe un grosso bastone
Dio
i
Tuttavia ciò è
in
men
che non
si
braccio od una gamba.
era coperta di Caprellae e di
altri
tenuta viva ancora per parecchi giorni, prima
414
PAVESI
P.
cucina;
alla
di sacrificarla
noi
un buco
concedeva un po'
si
di
praticatole nella corazza.
La Capraia a
toresco e vi
quell' ora
Marchesini e varii suoi
j2
pom. Nel dopopranzo
escursione prendono alcuni
insetti
di
,
ragni,
me
conosciute per le
un grazioso acaro nuovo
del genere Rìujn-
quattro
raccolte del luglio ed
Colonia
della
effettuata di buon' ora alla
ufficiali,
1'
direttore
col
pit-
dell' 11 si
Cldamii, una dozzina di specie
ìLjdropori,
aggiungendone
1
Stagnone
allo
mattina seguente. Durante
Brachial,
presentava già nel suo aspetto
si
giunse alle 3
si
combina una gita
sig.
porti le
mediante una cordicella legata ad
libertà nel proprio elemento,
quelle
a
da
già
cholopkus. Allo Stagnone vedono volare insieme le due specie di
rondoni,
il
Alle 11
quale
si
montana,
maggiore e l'alpino (Cypselus
si
melba
apics L. e C.
L.).
salpa dal porto della Capraia per la Pianosa, alla
arriva presto di sera,
da
coadiuvata
con una leggiera brezza da tracorrente, e
favorevole
il
comandante
dirige per mezzogiorno corretto sul fanale maggiore, passata la
Punta Marchese, non conoscendo l'ancoraggio,
Cala
S.
Giovanni.
La
scendono in terra e vanno
il
la
dal
ospiti
sia loro
Leopoldo Ponticelli,
cav.
né
quale usa loro molte gentilezze,
quale non
dà fondo nella
e
sera stessa invitati dalla ufficialità dell'isola
immediatamente
v' è
cosa che
desiderino
soddisfatta. All'indomani,
13, visitano in vettura tutta la Colonia agricola-penale in com-
pagnia dello stesso direttore.
Pianosa, la
l'Elba in
hit.
Planasia
42°.
35 bor.
miglia di circuito e
si
degli
reto.
La
tissimo
i
con
42
e long. 7°.
posta
a libeccio del-
lev. Pgi.,
ha
chiama dallo sporgere appena
piana dalle onde, non più in alto
assai recente,
antichi,
marne
34 metri:
di
è di
circa dodici
la
sua testa
formazione
e sabbie e travertino, secondo
il
Pa-
sua storia è triste; rimase deserta ed incolta per mol-
tempo o
servi di
momentaneo
ritiro ai corsari;
lavori del console di Prussia a Livorno,
il
rant' anni sono, ed ora specialmente per opera di
sotto la direzione
del
Ponticelli,
si
ma
dopo
cav. Stichling, qua-
800 detenuti,
trova nel più florido stato.
L'ordine, l'eleganza delle fattorie, la ricchezza delle coltivazioni
sono veramente ammirevoli.
Essa è interessantissima anche per
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
415
avanzi di monumenti romani, quali sarebbero bagni, catacombe,
un
porto;
come ognun
relegato
fu
vi
Livia
quindi
e
Agrippa per
sgozzato
d'
sol-
le
ordine
di
infine molto studio le sue grotte ossifere, le
Meritano
Tiberio.
sa,
perfida
della
lecitazioni
quali però erano ormai troppo esplorate dal Chierici, perchè in
una
sfuggita
alla
visita cosi
oggetto importante.
potessero
una decina
giche e prese anche
nostri trovare qualche
i
Gestro non dimenticò
dott.
Il
le raccolte zoolo-
specie di ragni ed
di
una
Sco-
lopendra.
Verso mezzogiorno del 14 agosto
un
sciare;
venticello di greco
Pianosa, accompagnandoli
fino
comandante faceva
il
la-
spinse in breve fuori vista della
li
isola di Montecristo.
all'
Non
so
quanti ricordi vagassero nella mente de' miei amici di quel fa-
moso romanzo
pato,
monte
il
long.
di granito
57
Pgi.
lev.
che
di Siena,
fu
il
ad oggetto
l'isola
illustrò
Ad
!
modo
ogni
le
,
noto
ai
42°. 21 bor. e
quarant' anni fa, a visitare
di
Pareto
botaniche del
padrone dell'isola dal 1852
lat.
naturalisti per gli studi del Giulj
primo, più
scientifico, del
raccolte
scoglio diru-
lo
che sorge dal mare sino a 644 metri
ad ostro-scirocco della Pianosa in
di altezza
7°.
Dumas
del
sig.
e del Caruel,
quale
il
Giorgio Watson-Taylor,
CO, l'avevano davanti agli occhi
al
e vi approdavano.
Già sapevano
cui
1'
di
Capo-Guardiano,
ha
sotto
la
Sentono
aiuti.
tutto
di
trovarvi
una
incipiente colonia penale, dal
per commendatizia del cav. Ponticelli, che
sua dipendenza, dovevano avere informazioni ed
dell' esistenza
capre selvatiche.
S'
vipere
di
,
pernici
pagni combinarono subito una partita
di
contenti,
diferirono
alla
ma
sera
la
soprai
com-
caccia alle capre pel
mattino seguente, dalla quale ritornarono verso
non
,
intende che D' Albertis ed
10 ani; ma,
le
partenza, perchè uno di
loro potesse ancora divertirsi e gli altri darsi alla ricerca d' ine d'animali diversi: difatti raccolsero molti ditiscidi e idro-
setti
fìlidi,
poi
si
comunissimi nello pozzanghere, diversi ragni
ecc.
Gestro
persuade della proficuità delle caccie entomologiche alla
pliniana
Oglasa,
danza
tronchi morti di lecci e di detriti vegetali.
di
in
stagione
più
opportuna,
per
l'abbon-
416
Fra
mi portarono YArgyrodes gibbosa Lue,
ragni
i
genere brillantissimo
suo parassitismo
poi
PAVESI
P.
sulle
esemplari
altri
di
tele
all'
quel
di
singolare pel
Epeirae, della quale ritrovarono
di
isola
e molto
argentini
colori
Serpentara e a Porto Botte in
di
Sardegna.
Le
buon numero
vipere sono raccolte in
comune (Vipera
specie
alla
Fauna
giungersi neir ottimo libro sulla
talia del*
De-Betta
che indica
,
l'
appartengono tutte
habitat da
ag-
dei rettili ed anfibi d'
I-
aspide soltanto del continente e
dobbiamo credere però
della Sicilia: se
e
aspis L.). Curioso
Thiébaut de Berneaud,
al
vivrebbe anche all'Elba, mentre non risulta trovarsi in altre isole
italiane e
nemmeno
La Mar-
in Sardegna, perchè gli studi di Cetti,
mora, Gene e Carruccio confermarono esplicitamente o
tacita-
mente
reyno
la vecchia asserzione del Carillo
de Sardegna ni sus
noso
»
islas
non
que en todo
«
el
ningun animai ponzo-
balla
se
.
Ebbero due
uno preso insieme
capretti,
da un cane
col Giusti
Terranova, addestrato apposta dai detenuti, l'altro regalato.
di
Ora vivono, sempre
Genova, che
in
mati
coi
isola
e
nomi
di
d'oro,
è
di
selvatici, nel giardino della Villetta Di
un annesso
Museo
del
Montec risto
e
Civico, e
Nicoli, a
come dicono
i
sardi
di
quelli
Gene,
dal
illustrata
di
chia-
ricordo della loro
quel Capo-Guardiano. Essi però non hanno
particolarità,
Negro
vengono
denti
i
della Tavolara, cioè la
essere
coperti da
una
so-
stanza d'aspetto e colore metallico argentino od aureo e di composizione calcare;
Salpano
alle
li
hanno invece
bianchi,
8 pom. con fresco vento
porta lungi da Montecristo
,
come
di
d'ordinario.
tramontana, che
facendo rotta per mezzogiorno-libeccio.
Nel mattino del 17 erano già in vista delle Bocche
e
continuano con mare tranquillo e
cosi
divertiti
ralleli
da qualche bastimento che
alla costa orientale della
dal
Capo Sferra-Cavallo
del
Flumendosa ed
il
li
si
di
Bonifacio
cielo sereno,
sempre
mostra sull'orizzonte, pa-
Sardegna; passano poco distante
e dall'isolotto di Chirra, e,
Capo Ferrato, incontrano
dopo
alle
la foce
6 ant. del
18 la Serpentara.
Lasciando
il
cutter
sotto
vela
,
scendono
col
battellino
su
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
417
quest'orrida e deserta isola granitica di quasi due miglia di cir-
conferenza, posta all'angolo di scirocco della Sardegna.
mogliano
olivastri, lentischi,
di Phytolacca
Allora
toccare
e
di
ma
Cagliari;
poter
un
fare
Alle 2 ant.
bel
Toro e
il
il
e
vento, che nel mattino spirava
il
D'Albertis, giudicando
il
cammino, muta pensiero
tratto di
Vacca, scopo principale
la
comandante
proseguono per
Capo Carbonara, entrare nel
il
da levante, passa ad ostro e
dritto per
E
il
punto più meridionale
della Sardegna, che giace in dirittura di ponente del
cima ha
metrico
quale
circa
ne determinò
04
di altezza e servì di
pei
una
Ha un
opportuna,
burrascoso pietrificato!
L'isola
è
me
scritto poi dal
illustratore
Gene, che
della
«
lo
chiama un pezzo
viste
dal
La Marmora
di
del
e de-
per desiderio del benemerito
Carta de Logu
»
sotto
pena
di
l'aveva protetto, ordi-
prigionia o
ornitologiche anche
Sul far del giorno
Ann.
mare
di
a noi, perchè soggiorno
il
d'
distinto
ammenda. E apLord Lilford
era diretto nel maggio dell'anno scorso al Toro col yacht
flottiglia
frase
nexiuno nomine non depiat bogare Astore neu
Falcone das nidu
punto per
una
Sardegna, alla celebre donna Eleonora d'Ar-
la quale nella
nando che
decompone
D'Albertis, con
cara
lo dedicò,
si
Il
del Falco Eleonorae, scopertovi
favorito
il
51 bor.
miglio marino di perimetro ed è
roccia eruttiva trachitica, che
ma
molto immaginosa
grande Carta,
lavori della sua
forma delle piccole grotte.
all'aria e
Capo Teulada:
punto trigono-
la posizione geografica in lat. 38°.
lev. Pgi.
tutto costituito da
borea,
ni.
La Marmora,
al
e long. 6°,
200
e tira
di questo viaggio.
fa mettere al traverso, in attesa del
giorno, trovandosi già sotto al Toro.
la sua
Serpentara dai
un Larm, ma
di
Violante
a bordo del
ritornano
leggiero
la
sorge a tramontana; tro-
di questi uccelli.
passare tra l'isola dei Cavoli ed
golfo
le
da escrementi e piume
la roccia coperta
non vedono alcuno
vivono alcuni co-
ci
mare, che divide
scogli e ne visitano uno, che
vicini
vano
Thapsia garganica e
Lac), qualche insetto e ragno. Quindi
piccolo spazio di
il
di
dccandra, un' Arthemisia^ ecc.;
lubri (Zamenis viridiflavus
tragittano
poche piante
Vi ger-
corallari,
Mus.
Zara.
nostri trovarono a ridosso dell'isola
i
i
quali
fornirono
Civ. di SC. Nat. Voi. VIII.
loro
del
si
una
pesce, senza
27
418
P.
voler
essere
in
modo
alcun
PAVESI
per mostrare che non ne
pagati,
erano pescatori di professione e a stento accettarono in ricambio
qualche sigaro. Discesi a terra, videro assai
ne am-
di falchi e
mazzarono parecchi da quelle nicchie della roccia, che sembravano
a posta per celarvisi e tirare.
fatte
Trovarono poi abbondantissima una lucertola, punto timida da
venire
persino a camminare
un
bellissimo
sui
fianchi.
verde
dorso ed una serie di macchie cerulee
sul
Lord Lilford ha pure
numbers of small
«
vast
«
probably Lacerto, viridis
brilliant
»
scritto d'
aver visto sul Toro
green lizards
mentre non
ma
»
è altro che
soggiunse
una
delle
forme considerate come specie o razze o varietà del ra-
tante
marro o
la
sugli stivali, nera con macchie di
della lucertola
comune {Podarcis muralis
quale ultima opinione
io
propendo anzi
,
"Wagl.).
la direi
una
Verso
delle bel-
lissime varietà, specialmente insulari, della muralis, a cui appar-
Tiliguerta
tiene la
per De Filippi
Caliscertula
o
Bettoni, col
e
nome
di
del Getti, specie distinta
Podarcis
von Bedriaga Lacerto neapolitana , per Dugés
che
neata.
E
gnificava
il
Cara chiamò Genei ed
l'ascrivo
la
sola
De Betta
campestris e
li-
a quel gruppo coerulea, che in principio
si-
il
forma dei dirupati Faraglioni presso
Capri, scopertavi dal dott. Cerio ed illustrata dal
Eimer
amico
dott.
Questi
recentissimamente,
lascia
e vi
di
mio chiarissimo
in
un opuscolo contro
l'
Eimer, che
molto a desiderare per riguardo alla moderazione del
il
nome
coerulea
o specie a macchie cerulee, la
aggiunge
Minorca
,
mezzogiorno
è la L.
si
l'isola di
a Tubinga e dal dott. von Bedriaga.
prof,
guaggio, adoperando
razze
mu-
per la maggior parte degli autori varietà della
L. viridis ,
ralis,
per
tiliguerta,,
var. bariolée della
la L. Lilfordi
Gùnth.
come
lin-
collettivo di quattro
denomina L.
dell' isoletta
faragliolensis
Ayre a
scirocco
L. filfonensis Bedr. della piccolissima isola Filfola a
di
Malta, e L. archvpelagica Bedr. delle Cicladi, che
muralis var.
b.
di Schreiber.
Alcune lucertole del Toro
vedono anche in basso, dove manca ogni vegetazione e pro-
babilmente vi discendono per nutrirsi
di piccoli crostacei,
comu-
nissimi alla riva del mare.
Ritornati a bordo,
il
capitano del
Violante
mette
la
prora
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
sulla Vacca, altro isolotto di circa
un miglio
419
diametro, distante 5
di
miglia dal Toro in direzione di greco-tramontana e costituito pure
da roccie eruttive, che qui però, secondo
conglomerato
man mano
era
Ma
di trachite anfìbolica.
Capo Sperone
più
sotto
occidentale
volta
tutta
nome
il
dell' ostro
Mori
dei
E
Pgi.
lev.
trovasi
formata
in
o
ed
luogo
il
09
antiche
e
che
e Vitello,
si
il
appoggiò per
si
il
punto
detto
long
,
5°.
la
57
portava una
Accipitrum Insula,
da una colonia genovese
riabitata
quadrante
Questa è
bor. 39°.
di falchi,
Vacca
deserti scogli del Toro,
lat.
trachiti
di
Hieracum
di
sciroccale,
di S. Pietro.
Sardegna
di
dubbio per la grande quantità
ai
1 .°
cambiò via e, doppiato
si
un freschissimo
capoluogo dell'isola
Guardia
vento dal
passato al 2.° e cresciuto talmente di forza da ren-
dere impossibile uno sbarco. Allora
Carloforte,
La Marmora, sono un
il
il
senza
sono rifugiati poi
dopoché essa venne
Rapallo e Santa Marghe-
di
che conserva tuttavia nel linguaggio e nei costumi la pro-
rita,
pria origine.
I
nostri scendono a terra,
ma non
prendono nulla, nemmeno
la caratteristica ranetta acquaiola del Cetti (Pseudis sarclou
né gl'insetti
frescati
illustrati
dal naturalista
e
l'acquata,
viveri
i
fatta
di
alle
tando d'una leggiera brezza da greco,
il
Gene),
Turbigo. Quindi, rin-
4 ant. del 20, profit-
comandante
fa lasciare,
dirigendosi di nuovo per la Vacca. In prossimità del Capo Spe-
rone,
vento passa ancora a scirocco
il
veemenza
tale che, giunto sotto la
glio di ritirarsi
e
6 spirava con
alle
Vacca, D'Albertis stimò me-
nel golfo di Palmas e diresse per Porto Botte,
dove trovò uno scooner e due Latini anch'essi
Egli lascia cader
per
i
l'
ancora in sette metri
capretti di Montecristo, restii a
;
ma
si
di
appoggiata.
acqua e va a far erba
mangiare
e abbattuti dalle frequenti ondate, che
sulla coperta
d'
biscotto di bordo
riversavano al mattino
a mala pena riusci ad afferrare
il
cutter colla
piccola imbarcazione già quasi piena d'acqua. Io ricevo anche da
Porto Botte qualche ragno.
2
Alle
cisi
di
e
mezza
ant.
si
esce ancora dal golfo di Palmas, de-
approdare ad ogni costo alla Vacca e D'Albertis e Giusti
riescono
difatti
a
mettere piede in terra, ad onta del scirocco,
420
PAVESI
P.
che imperversava come prima. Checché ne dica
trario,
ebbe ben ragione
mente
difficile
il
La Marmora
i
estrema-
di considerare
a quest'isola. La Vacca
lo sbarco e l'ascensione
è piena di Falco Eleonorae ed
Lilford in con-
il
prendono molti, rac-
nostri ne
colgono diversi nidi, frequentati da Blaps, contenenti 2 ova per
ciascheduno (uno solo con 3) e costruiti, come
si
sapeva, col
sembryanthemum cristallìnum ; uccidono un Falco
Me-
cenchris Frisch,
alcuni piccioni selvatici (Colvmba lima Briss.) e vedono che sul
vicinissimo Vitello
Non trovano
nemmeno le
un
come
lucertole,
Phalacrocorax graculus L.
di
comunissimo ragno Argiope lobata
il
al
ma
Toro,
in
Pali.,
una grotta odono
che D'Albertis attribuisce alla foca; non poteva sba-
grido
gliarsi,
abbondano sciami
altro che
perchè quello stesso grido l'aveva sentito da una foca al
Garden
Zoological
di
Londra
e
Lord Lilford l'aveva
vista ap-
punto nei medesimi paraggi della Vacca tre mesi prima.
Finalmente
cessa
vista
sera
alla
del
parte per
si
Cagliari alle
2 pom., però
vento
il
restano anche parte dell'indomani sempre in
e
Capo Teulada; nondimeno dopo mezzogiorno arrivano
alla capitale sarda, ansiosi di leggere ciascuno la desiderata cor-
rispondenza e ritornano poi a Genova con un vapore della Società Rubattino.
Addì 13 settembre
suir Italia,
crociera.
altro
il
il
cutter e continuare la seconda
march. Giacomo Doria
Il
addetti al
degli
accurato
per
D'Albertis ritorna a Cagliari
capitano
il
riprendervi
collettore
Museo
si
il
sig.
Leonardo Fea,
Giungono a
Cagliari
recanoa bordo del Violante
e fanno
un buonissimo vento
subito vela per la Vacca;
il
imbarca a compagno un
cioè
e preparatore d'insetti.
16, a mezzogiorno
velocità, passano
gì'
Civico,
Capo Sparavento,
il
li
fa correre con
Capo Teulada,
ma
è già
troppo scuro per trovare un ancoraggio nell'isola e vanno a met-
panna nel Golfo
tersi in
L'indomani mattina
Vacca
e
specie
diverse,
Eleonorae,
salgono.
vi
più
si
di
di
Il
erpica
Palmas.
buon'ora danno già fondo davanti alla
capitano
due
uccelli
marini di
per la montagna e prende un Falco
cinque nidiacei
ad impossessarsi di un
uccide
ed un ovo; intanto Fea giunge
Tilingone
(Gongylus
ocellatus
Wagl.)
LE TRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
che già
dattili,
fra
e
1'
i
421
aveva preso Lord Lilford, raccoglie due o tre
vi
una
fillo-
discreta quantità d'insetti e parecchie specie di ragni,
comune
quali la migale
Sardegna (Cteniza Sauvagii Rossi)
una Scolopendra.
scorpioni ed
Appena
in
albimana Simon, nuova per la fauna italiana, due
Oxyplila
rimessi
viaggio
in
il
D'Albertis ebbe la fortuna di
vedere distintamente una foca lungi circa trenta metri; palpitava
scorgere
allo
gnando già
per
rica
ma non
che s'avvicinava, so-
baffi
i
tempo a cambiare
fece in
la ca-
con una cartuccia a palla, che ad un rumore
falchi
i
a bordo,
successo
grossa con
testa
la
ucciderla,
la foca
subito
per non più ricom-
tuffò
si
parire.
Dopo un fermata
pochi momenti al Toro, alle 2 pom.
di
comandante dirige per
cellosa
La
la costa africana.
quanto mai, in causa
di
un
il
traversata fu pro-
violentissimo vento da sci-
rocco e d'un grossissimo mare, da far temere molto per la pericolante alberatura del cutter, già avariata alle sartie di sinistra,
proprio da quella parte da cui venivano le sfuriate del vento e
del
mare
,
benché
capitano avesse ridotta tutta la vela al
il
Violante camminava
possibile. Il
tevole fra cavalloni d'acqua,
mare strappa
sotto vento
di
mano
il
quando
un
alle 11 di notte
colpo di
frenello al capitano, che viene lanciato
Per buona fortuna aggrappatosi
!
meno
con un'inclinazione spaven-
egli alle colon-
nette di bronzo della ringhiera, potè conservarsi a bordo e ripren-
dere
il
timone. Finalmente alle 2, fra
dell'
Africa
essere che la Galita sua
meta
scorge
dalla
parte
bussola con l'agitazione ed
di
due quadranti e non
sedeva a bordo
le
i
gli
una
lampeggiare continuo,
il
N'aveva ben d'onde!
sussulti del piccolo legno
terno del cutter,
coi
Non parliamo
dell' in-
ov'era confusione indicibile d'ogni roba: con-
due mozzi,
prigioni
muoveva
carte dell'Africa per cercarvi rifugio, nel caso
battoste e leggendo
poveri
si
la
dava sicurezza nella rotta, nò pos-
che fosse rimasto sottoventato alla Galita.
finato
non può
linea nera
e respira.
il
il
Fea provava per
suo giornale,
del capitano
Nemo
me
la
prima volta
lo figuro
a bordo del
uno
simili
di
Nautilus,
brillantemente descritti dal Verno. Al mattino però
si
quei
così
riconforta
422
pavesi
p.
un
trovandosi in faccia alla Galita, ancorato in
piccolo seno ad
ostro dell'isola.
Giace
poco lungi dalla costa della Tunisia, alla quale
essa
appartiene, fra
ha una lega
ghezza e
6° e 7° long. lev. Pgi. ed
il
di
lunghezza da ponente a levante per
476 m
solleva nel punto culminante a
si
mare. Mantiene poi molti rapporti
Toro, giacché è anch' essa
scrisse
de
Saint- Vincent,
che fu
al
il
*/
lat. bor.
:
di lar4
sul livello del
composizione col
di origine e
un immenso
barone Baude
ne
il
38°-37°
il
scoglio trachitico, per quanto
La Marmora, da
parte del Bory
primo naturalista che
la visitasse
nell'ottobre 1840.
miei amici non
I
trovarono case o capanne
vi
incontrarono alcuni pescatori di Ponza, che
novembre per
esercitare
vedono ancora
di guida.
Si
in tempi
remoti:
altri
una caverna, che
Visitano anche
resti.
vi passava
residenza
quella pacifica
Governo
di
Ponza
;
fornì per tre anni
colla sua famiglia questi
quando un bel giorno fu
tranquilla,
vita
gusci di patelle, cocci ed
artificiali,
dimora ad un pescatore pure
tolto
tunisino.
è
vi
sufficiente.
quanto da noi
non
e che
Rosso.
I
e D'Albertis
15
Falco Eleonorae,
I
rondini, ciò che
le
fa meraviglia, perchè
orientale dell' Atlante e
Mar
da
per vive rimostranze della Francia al
L' isola sarebbe suscettibile della più bella coltivazione
l'acqua
al
dei quali servi loro
dell'uomo, che l'ha abitata
le traccie
scaglioni
fermavano fino
si
uno
loro mestiere,
il
di sorta, bensì
l'
fa
sono
,
poiché
comuni
sapeva già dal La Marmora
Salvin
trovò nella regione
li
Heuglin fino in diversi arcipelaghi del
ne raccolgono
pescatori
ne
si
il
vi
buona preda
i
piccoli
per cibarsene,
ne spedisce poi a Genova
e
vivi.
Salendo la montagna, diedero invano la caccia ad una grossa
Lucerla ocellata Daud.
dere sotto
sassi
i
videro
,
alcuni
un Gongylus
ragni,
compresa
malmignatto e qualche Pedinus e Cercion
guida però
serpi,
vi
li
assicurava che vi
scorpioni
ecc.,
albergavano anche
ed
i
il
si
e
Fea
riuscì
a pren-
la
var. lugubris del
in
un rigagnolo;
la
trovavano molti topi, piccole
Bory de
Saint- Vincent racconta che
conigli e le capre selvatiche.
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
19 per tempissimo
Alla mattina del
meno
in un'altra insenatura
troppo veemenza,
423
comandante ricoverò
il
esposta allo scirocco, che soffiava con
aumentandomi
poi ritornarono alle caccie,
e
anche la collezione dei ragni ad una decina
Le avreb-
di specie.
bero replicate nel dopopranzo se uno strano incidente non avesse
richiamato
:
egli
fece legare
si
indagando
sott'acqua
gettò
le
rano veduti aggirarsi intorno
riuscì,
al
ai fianchi e si
ma
poteva anche
pescecani s'e-
varii
bastimento e sarebbe stato per
un ottimo boccone.
loro
L'indomani
del 21
egli ritorna alla caccia dei falchi;
salpa definitivamente
vento
regolare
è
48
fiocco n.
dritta,
Pgi.
lev.
n
si
12 in
bor. oss. 37°.
lat.
l'isola
gli scogli I Fratelli
per m.°
38
1.°
murre
le
distanti
di
raccolta di
rovine di Cartagine,
Ma
una
i
di
7 miglia,
Capo Zelib
mezzo
i
poco
il
tempo
il
il
Bardo e tutto quanto
Non
trascurarono però la
bazar,
alla vita araba.
e
7 in
alle
della Goletta per
fondo. Rimasero in Tunisia fino al giorno 26, occupando
le
tutti
e long. stim.
Piana, quindi a traverso del Capo Cartagine e
vi è di curioso in
ant.
Cani per ostro.
I
non potendo entrare nel porto
a visitare
7
alle
vira di bordo navigando con la grande vela,
mezzogiorno del 22 trovansi nel passaggio
rada,
ma
volta di Tunisi.
alla
2 e trinchettina. Alle 5 pom., prendendo
hanno
e tre ore dopo
A
si
Galita
dalla
da mezzogiorno-libeccio e sciolgonsi
terzaroli alla vela; alle
6°.
cause:
una fune
perchè nel mattino stesso
perdervi la vita,
Il
dovette salpare per
e fu salvata con ritolta fatica solo per l'imprudente ar-
del capitano
ditezza
si
l'ancora rimase ingaggiata nel fondo di
cambiar d'ancoraggio,
25 metri
Quando
cure altrove.
loro
le
Lacerto, ocellata Daud., di alcuni insetti e ragni.
ben poco potevano portarmi
di
nuovo, dopoché
il
Kerim
sig.
persiano aveva fruttuosamente esplorata tutta la Tunisia nel
per incarico del march. Doria e che
l'illustre viaggiatore
1
873,
march.
Orazio Antinori mi aveva comunicati gli aracnidi, presi in quei
dintorni
colla
appena prima
Commissione
di
grande spedizione
padre Nilo.
partire
ai
italiana
per
lo
nuovamente per
studio degli Sciott,
l'Africa a capo della
Laghi centrali in ricerca
delle sorgenti di
424
pavesi
p.
Violante danno
argonauti del
Gli
Tunisi, ricambiando
mare
passano
agitato
piegano sopra
ormeggiano
alla
saluti
i
il
finalmente un addio a
Squadra francese. Sempre con
Capo Bon
alla distanza di tre miglia,
l'isola di Pantelleria e la sera del
27 settembre
bastimento in quel porto. Era l'ora delle melan-
il
conie: alla vista di quella piazza, delle casette bianche coronate
da
terrazzi,
pochi
dei
volgessero
un
militari di
De Amicis
Fea
il
nuando
le
s'aggirano,
chi
non
sa che
gentile pensiero alla povera Carmela dei Bozzetti
!
L'indomani, dopo qualche
scende
che
soldati
difficoltà
a ricevere la pratica,
comincia a percorrere
e
il
paese e
l'isola,
di-
conti-
sue raccolte. Era stato però preceduto di pochi mesi
da un altro distinto entomologo,
il
sig.
Ragusa
E.
di
Palermo,
che ne diede un recentissimo ragguaglio e pubblicò l'elenco degli
da
presi
insetti
con
lui,
alcune specie nuove.
la descrizione di
Piacemi avvertire che della zoologia pantellerese scrissero eziandio
il
Doderlein e diversi
altri.
meno non
trascurati, o per lo
Glomeris e qualche
Jull,
andò
visitò
Bagno,
al
come sarebbero
le
ad un lago
cioè
in queste escursioni senza la
che era indisposto;
Ragusa
Fu
alla
il
Gongylus
occl-
Montagna Grande
,
al
Serraglie, le ridenti vallate,
ricco di carbonato potassico in
mette una sorgente termale,
cui
occupò con profitto
accennati, scolopendre, Geophili,
rettile,
Favare e
le
si
di specie di ragni dal
Podarcìs muralis.
lalus e la solita
mont'Elmo,
Nondimeno Fea
una decina
degji insetti, raccolse
ecc.
Ma
restò
quasi sempre
compagnia del capitano D'Albertis,
ottenne però dalla famiglia del
Valenza
sig.
guide, mezzi e mille altre cortesie.
Rimangono
nell'isola fino al
sendosi ristabilito
lermo;
ma
il
tempo,
il
si
3 ottobre
di
mattina, in cui es-
mettono in navigazione per Pa-
vento è poco e bisogna bordeggiare, finché nella
notte dal 4 al 5
si
passa fra Trapani e
le
isole di
Favignana,
Marittimo e Levanzo con tempo alquanto burrascoso; nel Golfo
di
Castellamare
quello
dosi
si
leva
Palermo, e
di
sulle catene del
stazione.
11
Fea
un vento
si
fresco, poi succede la
dà fondo
in questo porto,
vapore da guerra
calma in
ormeggian-
l'Archimede,
colà di
raccolse anche nei dintorni di Palermo, e parti-
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
425
colarmente sul monte Pellegrino, alcune bocciette d'insetti, una
Scolopendra,
un migalide
aracnidi, compreso
diversi
ma
malenotus di nuova specie;
due Ho-
e
pur questi luoghi erano già
stati
troppo esplorati zoologicamente dal Doderlein e nel campo della
aracnologia dal Simon e da
me
nel 1864, perchè l'opera di lui
potesse riuscire più feconda sotto questo aspetto.
L'8 ottobre
morchiati
sera
di
Palermo per Genova,
partiva da
messa a
disposizione
Un
molto amico di D'Albertis.
però alquanto innanzi;
comandante Conti
dal
po' di vento dalla costa
e
p.
il
ma
m.°,
7 pom. del 10 è in vista
il
le
sei
Capo
il
maestro.
di
p.
e
p.
e
m.° con piovaschi e
ed
bordate
refoli.
dell' 11,
av-
Sono già a
Invano
della Sardegna.
Chiesa,
per
trova
il
si
quattro
saluta
colla bandiera la casa
altri
tus Dej.
i
,
del generale
bastimenti di appoggiata. Erano le 11 ant.,
veva essere però assai propizia
teri fra
ancoraggio della
rifugia alla Cala Salinas sul continente sardo, ove
Fea non potè sbarcare che verso
egli in breve
1'
vento che s'incanala dalla Maddalena; onde vira
il
bordo in poppa,
Garibaldi e
giorno;
Caprera e la costa
di
comandante tenta
il
il
finalmente alle
entra
cutter
il
8 nel Passo delle Biscie, fra la punta
ed
ca-
miglia dal fanale di Capo Sperone quando spunta
fanno due
;
Il
Ferro della costa orientale della Sardegna,
di
vento passa a
allora
di
vele e forza
tempo sembra accennare a qualche cambiamento
pitano ordina di cambiare la velatura e alle 2 ant.
il
,
porta
fanale di Tavolara per
il
barometro abbassa e lampeggia dalla parte
vistando
li
passano vicino ad Ustica, quindi segui-
tano in rotta per Caprera, navigando con tutte
di vela. Alle
ri-
mezzo miglio fuori del porto dalla lancia del-
circa
Archimede,
l'
si
:
Masoreus
,
Percus
strictus
plari di
Coluocera e Merophyssia;
,
;
la località do-
entomologiche, giacché
discreto
numero
di coleot-
Wetterhalii Gyll., Metabletus foveola-
Olisthopus fuscatus Dej.
Dej.
4 pom.
alle caccie
tempo potè radunare un
quali
le
Acorius
Aristus sphaerocephalus Oliv.,
metallescens
Dej.
,
vari
esem-
una Scolopendra ed un ragno
nuovo.
Dopo una
vamente
di
notte
eli
ancorarsi
pioggie dirottissime,
in
faccia
alla
il
capitano cerca nuo-
casa di Garibaldi,
ma
nel
426
pavesi
p.
frattempo
un
vento, sotto
il
furioso piovasco, passa ai maestrali
e bisogna dar fondo nel Golfo Palma.
Caprera
non
,
v'
ha chi
l'
ignori
ha fama mondiale per
,
la resi-
denza dell'eroe italiano; dirò appena che è un enorme masso
granitico a ritagli di
culminante, cioè
il
22 miglia marine
monte Tejalone
08
Generale, che
sita al
accolse gentilmente all'una e
li
vi-
mezza pom.
sua camera da letto, abbigliato dalla leggendaria camicia
nella
cercarono di raccogliere qualche cosa ad onta degli
Indi
rossa.
acquazzoni
continui;
per la prima volta in tutto
prese Y Ateuchus sacer Lin. ed
tazioni
e
miei
i
desiderii,
verne la fauna, come
che
Gennari
il
non
io
zoologia di Sassari o di Cagliari
od
bor. 41°. 12, long.
lat.
Nella giornata D' Albertis e Fea fecero una
Pgi.
lev.
punta
La Marmora
all' illustre
per segnale trigonometrico, calcolato in
7°.
la cui
di circuito,
servi
un
il
viaggio
solo ragno.
professore di
11
non dovrebbe trascurare
ci
si
ebbi, contro le mie aspet-
di scri-
diede l'interessantissima flora;
capitano D' Albertis dovrebbe farvi un'altra più felice e pro-
il
ficua escursione, che, per quanto io sappia, poco o nulla cono-
sciamo intorno agli animali dell'antica Phitonis.
Il
comandante voleva partire nella
sera,
ma
il
barometro con-
tinuando ad abbassare straordinariamente, aspetta
il
domani, che
spuntò con fortunale da ponente-maestro, principiato nella notte
e cresciuto in gagliardia; bisognò filare due lunghezze di catena
mezza
e poi un' altra
far
testa
ai
e stendere
fulmini di
nuasse a discendere, e
di
quest'inutile
vento.
di
oltre
l'
ancora per
barometro conti-
il
tempo minaccioso,
il
attesa
un ancorotto
Contuttoché
D' Albertis, ristucco
miglior tempo, alle 10 pom. del 13
mette alle vele, proprio allora che entravano due vapori di poggiata,
uno
Anche
dei quali col
la traversata
bompresso
come era da
prevedersi. Si trova
di Bonifacio;
tuttavia
navigasi
chettina e fiocco e alle 6
e poco
dopo
del 14
il
miche
di
il
rotto.
da Caprera a Genova fu
pom.
mare grossissimo
con due mani
si
nella Bocca
di terzaroli, trin-
avvista Montecristo per greco
fanale di Alistro per
maestrale rinfresca fuori
assai fortunosa,
t.
modo
l
j2
m.°. Nella mattinata
e, giunto presso
le
For-
Grosseto, vedendo di non poter prendere colla bordata
.
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
l'
isola
cerca
poco
Elba,
d'
comandante
il
mettersi
di
mare
al
suo riparo;
al
e nessuno
Nel giorno
marma
moltiplicano
viene veduta verso
pom.
Alle 8
continua.
dovendo attendere
coli'
celli
il
si
Giglio; di notte lampi, tuoni, pioggia
avvista
restando
tutto
a fermarsi. Invece
nuovo
di
giorno con
il
6 pom.
alle
Genova con calma
seguita per
della Pianosa,
fanale
il
ma
indomani a cagione del tempo cattivo
l'
imbarcazione a stringere
,
po' al
una grossa tromba
piovaschi ed
i
mette al traverso. Finalmente
capitano
però ne presenta ben
che scende a refoli gagliar-
vento più a libeccio, fa rotta per Pianosa.
il
si
isola
l'
vento,
al
per Montecristo e
montagna, onde essendo rimasto un
dissimi dalla scoscesa
traverso e dato
lascia correre
427
lui
,
16
il
mano
la
il
può scendere
si
al cav. Ponti-
che esortava D' Albertis
egli vuol
prendere commiato e
o poco vento da ponente e pioggia
continua nella notte.
mattino
Il
del
1
splendido sereno,
menticano
dine
brutte
le
suoi
i
oggetti;
che asciugano;
si
dà
ottobre
presenta
si
che
fa
ingombra
la coperta è
si
avvicina
i
terzaroli,
insomma anche
il
Capo Corso
un grosso mare da
gagliardo che
il
libeccio
vento
stabilitosi
la
il
si
ghinda l'alberetto,
bastimento ha tutta la sua
!
.
.
.
.
Man mano
vento rinfresca e alle 10 cade
sta in forse se deve mettersi a ri-
continuare in rotta. Fatte 8 miglia e
o
Toro
1.°
alla Galita, rinforza l'alberatura,
«
il
come
D' Albertis riduce le vele
prora sul capo di Noli e dice al suo equipaggio
Genova
mette
Stanotte a
»
Verso mezzogiorno
1'
il
fortunale da p. e
alla traversata dal
di-
ed un vento da ponente-libeccio così
comandante
dosso della Capraia
si
:
di vele, cavi, abiti
velatura, in breve saremo a Genova. Tutt' altro
che
promettente
assai
camminar bene: già
giornate; ciascuno pensa a mettere in or-
sciolgono tutti
si
freccia,
la
7
venticello
il
comandante
volle provare di prendere
altezza meridiana del sole e determinare
1'
esatto punto di par-
tenza coi rilevamenti del Capo Corso e della Capraia, prima di
gettarsi col
virsi
delle
fortunale nel Golfo di Genova; impossibile era serbussole, che per la loro piccolezza e gli strani moti
del bastimento giravano talora di
due quadranti; onde più
assai
428
p.
doveva guidare
si
mare che
del
fare
pavesi
cammino
il
dalla direzione del mostravento e
dalle loro indicazioni.
Ad
intervalli D' Albertis potè
rilevamento del Capo Corso per libeccio e della Capraia
il
per scirocco; così pure prendere l'altezza del sole, mercè l'aiuto
un marinaio che
di
gli
faceva scudo del suo corpo, mentre sbu-
cava dal boccaportino col sestante tra un colpo
,
e richiudeva
una
perta. In
boccaporto stesso allorché
il
di
queste operazioni, dopo
mare che sembrava avesse
il
di
e
l'
altro ,
un
formidabile colpo di
si
sente
un urlo
marinaio Filippo è lanciato in
ma
acqua, lotta sulle furiose onde
è salvo, perchè
una cima, che fortunatamente pendeva
piglia ad
mare
ondata spazzava la co-
tutto sconquassato,
Cos' è?
e poi più nulla
l'
si
ap-
fuori e quindi
ricupera a bordo, con quanta contentezza di tutti ed in parti-
si
colare del capitano
può imaginare!
si
Dopo una giornata
nuire
scirocco; alle
9
rileva la
Lanterna
2 del 18 ottobre 1875
e alle
nel suo porto,
sull'infido
stato
si
travagliatissima,
il
vento accennò a dimi-
passando più a mezzogiorno e mezzogiorno-
violenza,
di
un
po' stanco
il
di
Genova per tramontana
cutter viene di
ma
nuovo ormeggiato
superbo delle vittorie riportate
elemento che non temerà più mai, e
buono a qualche cosa anche per
lieto
d'esser
la scienza.
Gli aracnidi raccolti in queste crociere sono annoverati nel pre-
sente opuscolo, che io divido in due parti; cioè dò prima
un elenco
generale ragionato, con cenni sulla distribuzione geografica
d'
ogni
specie, e colla descrizione delle specie nuove, quindi gli elenchi
parziali per le piccole isole
mediterranee a tale uopo esplorate.
Con tanto maggiore lena imprendo
quanto
di essere conosciuto
sussidii di
scire
Governi o
gradito
suoi
questo
compagni,
di
amo
avermi
italiano, senza
e perchè spero che ciò possa riu-
al sig. D' Albertis e servirgli di
nuare nella via, e perchè
co'
,
lavoro, e perchè merita
un privato
fece da
si
d' Istituti
il
sprone per conti-
ringraziarlo in pubblico, insieme
molti mezzi di compilare
forniti
disardono racconto di viaggi
1
( ).
Egli per altro può te-
lo Alcune frasi, che si scostano dalla comune forma della nostra lingua,
sono proprie del linguaggio marinaresco, ed io ne ho fatto uso nella persuasione che non abbiano da nuocere alla chiarezza del discorso.
.
429
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
nersi
già
Garibaldi
soddisfatto
,
in
qualità di
marinaro dal momento che
quale prima di essere glorioso Condottiero fu Capi-
il
tano marittimo, inquieto sulla sorte del
Violante dopo
alla notizia dell'arrivo del bastimento in
lettera con queste parole:
bertis, per
il
il
«
Vi
fo
i
Caprera,
Genova, chiudeva una
miei complimenti, caro d'Al-
coraggioso vostro contegno in mare e desidero che
vostro esempio serva agli agiati italiani per affrontare
mento primo
Pavia,
il
alla prosperità nazionale
29 Luglio 1876.
»
un
ele-
CATALOGO GENERALE SISTEMATICO
DEGLI ARACNIDI RACCOLTI COL
E DESCRIZIONE DI SPECIE
NUOVE O POCO NOTE
SCORPIONES.
Ord.
Fam.
PANDINIDAE.
Euscorpius carpathicus (Linn.) 1767. Syst. ned.
2 sub: Scorpio (Scorpius concinnus
n.°
L. K., S. provincialis Fanz.
C.
Is.
VIOLANTE
ARAGHNOIDEA.
GÌ.
1.
«
I.
Koch,
C. L.
n, p. 1038,
S.
banaticus
non Koch).
Capraja.
Specie dell'Europa meridionale, che è molto diffusa anche in
Italia e vive nella
2.
Ven.
Soc.
sub
:
Is.
Toscana.
E. Canestrinii
(Fanzago) 1872. Sugli Scorpioni
Trent. Se. nat.,
I,
p.
78
(estr.
p.
ital.,
in Alti
4), tav. Ill, fig. 1,
Scorpius.
Vacca.
Esclusiva alla Sardegna.
3.
tav.
Is.
E. sicanus
CVII,
fig.
(C.
L.
Koch) 1836. Die Arachn.,
Ili,
p.
108,
249, sub: Scorpius.
Gorgona.
Esclusivo
Liguria.
all'Italia;
vive
in
molte parti
di
essa ed anche in
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
ARANEAE.
Ord.
EPEIRIDAE.
Fam.
Argiope lobata
4.
14,
tav. Ill, fig.
1772.
(Pali.)
zool,
Spicil.
fas. 9,
I,
p.
46,
15, sub: Aranea {Epeira sericea aut).
Topi,
Capraja,
Is.
431
Pianosa,
Porto Botte in Sardegna;
Specie di fauna
Vacca,
is.
Serpentara;
Giannutri,
Giglio,
Galita.
etiopica, estesasi in tutta la regione mediter-
ranea. Vive anche nei circostanti paesi di Nizza, Corsica, Napoletano,
5. A.
Capri, Sicilia e Tunisia.
is.
1772. Ann.
Brlinnichii (Scop.)
Aranea (Epeira o Nephila
hist.
nat.
V,
125, sub:
p.
fasciata aut.).
Montecristo, Giannutri, Serpentara.
Is.
Specie di fauna mediterranea, estesa nella regione europea e
fino nella provincia giapponese nella zona temperata; forse im-
portata negli Stati Uniti d'America. Si trovò pure nel Nizzardo,
in Liguria, Toscana, Corsica,
Sardegna,
ecc.
Epeira diademata (Clerck) 1757. Su. Spindl.,
6.
4
tab.
,
sub
:
p.
25,
pi.
I,
Araneus.
Capraja, Montecristo.
Is.
Specie di fauna europea, estesa in alcune località mediterranee
e
conosciuta anche di Liguria, Toscana, Napoletano,
Corsica
è
sostituita dall'i?, soror Sim., che
colorazione
e
gli
In
forma delle
costumi e
si
zampe
la
is.
Capri.
medesima
appena per
distingue
la
del maschio.
1757. Su. Spindl., p. 22,
E. angulata (Clerck)
7.
fig.
stessi
tibie del II paio di
ha
pi. I, tab. 1,
1-3, sub: Araneus.
Is.
Gorgona, Pantelleria, Galita.
Specie di fauna europea estesa nella regione
Vive anche in Toscana, nel Napoletano,
indiana.
8.
Sita.
Is.
E. dalmatica, Dolesch.
k.
mediterranea e
Akad. Wiss., IX,
1852. Syst.
ecc.
Verz. Oesterr. Spinn., in
p. G48.
Capraja.
Specie
esclusiva
Corsica e Capri.
alla
fauna mediterranea;
si
trova
pure
in
432
9.
p.
Walck. 1802. Fn.
E. acalypha,
Is.
pavesi
parts, II, p. 199, sub: Aranea.
Capraja, Elba, Montecristo, Giglio.
Specie di fauna europea, rara nel nord, distribuita in tutto
il
centro ed estesa nella regione mediterranea. Trovasi in Liguria,
Toscana, Napoletano, Sardegna.
10.
Is.
Walck. 1802. Fu. parts,
E. adsanta,
II, p.
199, sub: Aranea.
Capraja, Elba, Giglio.
Specie cosmopolita
(?).
Già conosciuta
dell'Italia continentale,
Corsica, Sardegna, ecc.
Aud. 1825-27. Descr. de l'Egypte,2. a
11. E. armida, Sav.
XXII,
Is.
p.
337, Aracn.
tav. 2, fig. 8.
ed.,
.
Capraja, Giglio.
Specie esclusiva alla fauna mediterranea. Trovasi nel Nizzardo,
Italia continentale, Corsica, ecc.
12. Cyrtophora
n.° 27, sub:
citricola
1775.
(Forsk.)
Aranea (Epeira opuntiae
Descr.
anim.,
p.
8G,
aut.).
Porto Botte, Tunisi.
Specie di fauna etiopica, estesa nella regione mediterranea e
forse importata nella regione neotropica, per alcuni autori invece
da questa esportata. Vive anche in Corsica, Napoletano,
13. C. insulana
(Costa
0.
G.)
Annuario
1834.
Sicilia.
zool., p.
65,
sub: Epeira (E. trituber culata aut., Argyrodes syriaca Cambi*.?).
Is.
Elba, Pianosa, Giannutri, Serpentara.
Specie esclusiva alla fauna mediterranea, trovata
Procida,
14.
Isolila,
Capri
,,
C. conica (Pali.)
Sicilia,
Corsica,
in
Tunisia.
1772. Spie, zool.,
I, p.
48, tav.
I,
fig. 1G,
sub: Aranea.
Is.
Capraja.
Specie di fauna europea, estesa in alcune località della regione
mediterranea, anche italiane.
15.
Zilla
tab. 5, sub:
1757.
x-noìaìa
(Clerck)
Araneus
litera x-nolalus; p.
So.
Spindl.,
p.
4G,
pi.
2,
154, A. x-nolalus {Epeira
calophylla aut.).
Is.
Capraja, Pianosa.
Specie
di
fauna europea, estesa nella regione mediterranea;
vive anche in Liguria,
is.
Capri, ecc.
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
433
Meta Merianae (Scop.) 1763. Entom. earniol.,
16.
p.
395, sub:
Aranea.
Pianosa, Montecristo.
Is.
Specie di fauna europea estesa in alcune località della regione
mediterranea; vive anche nell'Italia continentale,
Non
posso ammettere
cerche d' Ara enologia
Bull.
in
che
la
«
M. Merianae
della
dalla gracilità
del
entom.
Soc.
95)
p. 93,
numero
»
»
sia
l'
specie di
«
varietà di
una
sia
organi
Vedi
gracile
varietà
stagione
per la diversità degli
e ri-
Araneidi,
1876.
trim. II, aprile-giugno
ital.,
Meta segmentata
cioè
Capri, ecc.
opinione del dott. Cavanna (Studi
Dimorfismo in alcune
III.
is.
caratterizzata
genitali,
che
e disposizione delle spine dei metatarsi anteriori nel
maschio e della distanza reciproca degli occhi mediani superiori
nella femmina, ecc.
e ritengo con tutti gli autori che esse siano
;
buone specie, come
suol dirsi, ben differenti.
l'asserto che all'epoca in cui egli scriveva
lettera al prof. Canestrini vi fossero
«
Né
è più vero
(maggio 1874) quella
poco minute descrizioni
delle specie in discorso, perchè nelle opere maggiori di
(1862),
Menge
(1866),
Thorell
(1870),
»
Westring
Simon (1874), senza
dire di altre, avrebbe potuto consultare accurate descrizioni, note
e figure tanto che bastasse.
Fam.
THERIDIDAE.
17. Argyrodes gibbosa (Lue.)
15,
tav.
A.
fig.
epeirae
1849. Expl. Alg. Artie., p. 254,
9, sub: Linyphia (Linyphia argyrodes Walck., Vins.;
=
A. gibbosus Simon).
Montecristo, Serpentara; Porto Botte.
Is.
Specie assai diffusa, perchè è
comune
nella regione mediter-
ranea e segnalata per l'Algeria, Spagna, Corsica,
Italia meridio-
nale, scoperta in altre località della Sardegna dal
nelle
sue
escursioni
del
La
all' is.
insieme a questa,
l'altra specie descritta dal
fig.
a.
nome
Ann.
Mus.
del
Siria alberga però,
Syria, in P. Z. S. London. 1872,
10) col
di
A. syriacu
Gestro
e vive anche nell'America set-
1873,
della Riunione.
tentrionale e forse
of Palest,
dott.
,
Cambridge
p.
279,
(Spid.
tav. XIII,
presa vicino a Beirut.
Ciò. di St. Nat. Voi. VIII.
23
434
maschi,
I
pavesi
p.
Montecristo
di
Porto Botte, hanno
e
anteriore del cefalotorace alto quasi
curvo
all'
d''Espagne,
Araìgn.
1866,
come
281,
p.
nella
come
tav. 4, fig. 2) e
gibbosa
var.
Simon (Sur
il
,
VI.
l'addome press'a poco colorato
Lucas, che è molto
di
quelq.
Soc. entom. de Fr., serie 4. a
Ann.
in
tubercolo oculifero,
il
più di quello che figura
avanti,
tubercolo
il
meno comune,
però con la macchia argentea del pendio posteriore divisa in
Le femmine,
due.
A.
var.
alla
di
di
Porto Botte,
Serpentara e
Walckenaer
(Hist. nat.
dorso, e sono
18. Sìeatoda
discov. sp.
p.
alquanto diverse tra
a seconda dello stato
283),
nera in mezzo del
per distribuzione di
di loro
di gonfiezza del ventre.
(Blackw.)
versuta
riferiscono
Ins. Api., II, p.
cioè tutte presentano la striscia longitudinale
colori
si
of Aran, in Ann.
a.
1846.
of some neivlg
Descr.
Mag. Nat.
hist., serie I,
XVIII,
302, sub: Theridium.
Is.
Pianosa.
mediterranea,
Specie
estesa
europea anche settentrionale
Vive
alcune località della regione
is.
Canarie e
S.
Elena.
in Corsica, Napoletano, Nisida, Capri, ecc.
19. Lfthyphanies
Aran. 4, \, sub:
thus
in
e trovata alle
Paykullianus
1806-8.
(Walck.)
Ther idioti (Theridion
Hist. nat. d.
dispar Duf., Phruroli-
hamulus, lunatus, ergthrocep/ialus C. L. Kocli, Latrodectus
omatus Lue).
Is.
Galita.
Specie
africana
mediterranea,
orientale;
a
che
me
si
già
è
estesa
anche nella provincia
nota della Tunisia continentale,
vive anche in Algeria, nell'Italia e sue isole, ecc.
20. Lathrodecius
p.
136, tav. IX,
Var.
lugubris
13-guttatus (Rossi P.)
fig.
(Duf.) 1820. Descr. de six Arachn. nouv., in
gén. des Se. pìigs., IV, p. 355, tab.
Is.
II,
LXIX,
fig.
Ann.
1.
Galita.
Specie
io
1790. Fn. etnisca,
10, sub: Aranea (TU. malmignattus aut.).
non
mediterranea,
l'ebbi
dalla
estesa
nella
provincia europeo-asiatica;
Tunisia continentale,
ma
vive nella vicina
Algeria.
L'esemplare è 9 ad. e presenta traccia della
fascia
trasversa
i
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
435
alla base dell'addome, dietro di essa vi è indizio di
ben
ocellare, sopra l'ano osservasi
come
al ventre
due
distinta
striscie trasverse del
una macchi.
una macchia
medesimo
aranciata,
colore, la po-
steriore più breve.
SGYTODIDAE.
Fam.
21. Pholcus phalangioides (Fuessl.) 1775.
61, sub
p.
:
Ver:. Schweitz. Ins.,
Aranea.
Pantelleria.
Is.
Specie
cosmopolita
trovata
(?).,
anche nella vicina Tunisia,
meridionale, Sardegna, ecc.
Italia
22. Ph.
rivulatus
1775.
(Forsk.)
Aranea (Ph. impresses
C.
L.
Descr.
anim.,
S6, sub:.
p.
K.).
Porto Botte.
Specie
mediterranea,
che
estende nella provincia africana
si
orientale. Io l'ho già indicata di
Italia,
Sardegna, vive anche
in
tutta
Corsica, Sicilia, Tunisia, ecc.
23. Loxosceles erythrocephala (C. L. Koch) 1839. Die Arachn.,
V,
p.
Is.
90, tav. CLXVIII,
fig.
399-400, sub: Scytodes.
Pianosa.
Specie esclusiva alla fauna mediterranea; vive pure nell'Italia
meridionale e sue
isole.
Fam.
24. Enyo elegans, Simon.
midi de l'Europe,
2. a serie,
li,
p.
ENYIDAE.
1873. Aran. nouv. ou peu conn, du
56, in
Mém.
Soc.
roy.
des Se. de Liège,
V.
Palermo.
Specie esclusiva alla fauna mediterranea.
in Sicilia,
ma
trovasi
Fu appunto
25. E. nigriceps, Sim. 187;!. Aran. nouv. on pea conn.,
Is.
scoperta
anche a Nizza, in Corsica, Algeria,
ecc.
Il, p.
58.
Vacca.
Specie esclusiva della regione mediterranea, la quale finora non
era conosciuta che di Corsica.
436
Il
pavesi
p.
ha
<f ad.
la parte
nera del cefalotorace un po' sfumata
margine posteriore, e non bene definita
tarso foschi
come
patella e metatarso
,
e
al
in linea retta; tibia e
non
neri
come
il
femore
;
nel resto conviene perfettamente colla descrizione del Simon.
Fam.
26.
p.
albomaculata
Titanoeca
250,
tav.
AGALENIDAE.
15,
fig.
(Lue.)
1849.
Expl.
Alg.
Artic,
6, sub: Epeira (Amaicrobius 12-maculalus
Canestr.).
Is.
Capraja.
Specie esclusiva della fauna mediterranea; l'albergano
il
Niz-
zardo, l'Emilia, la Corsica, ecc.
27.
Tegenaria parietina (Fourcr.)
1785.
Entom.
paris.,
sub:
Aranea.
Is.
Pantelleria.
Specie
vicina
europea e mediterranea. Non fu per anco
ma
Sicilia,
citata della
vive in tutta Italia e parecchie sue isole, in
Tunisia e altrove.
28. T. pagana, C. L. Koch. 1841. Arac/m., Vili, p. 31, tav.
CCLXII,
Is.
612-13.
fig.
Pianosa.
Specie esclusiva della fauna mediterranea; vive anche in Corsica, nel
Napoletano,
is.
Nisida, Capri.
29. Textrix denticulata (Oliv.) 1789. Encycl. method., IV, p. 213,
sub: Aranea (T.
Is.
lijcosina aut.).
Montecristo.
Specie di fauna europea, distribuita in qualche località mediterranea, p.
e.
in Italia,
is.
Capri.
30. T. COarctata (Duf.) 1831.
Descr.
et fig.
nouv. in Ann. Se. nal., XXII, p. 358, tav.
X,
de quelques Aran,
fig. 1,
sub: Aranea
(T. ferruginea aut.).
Is.
Vacca, Pantelleria.
Specie mediterranea, estesa nella provincia africana orientale.
Trovate in Corsica, Napoletano,
is.
Capri, Tunisia, ecc.
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
Fani.
DRASSIDAE.
31. Prosthesima sarda, Canestr. 1873.
in Atti Soc.
Veti.
lanophora;
tav.
X,
Trent. Se. nat., II, p.
amen.,
Osserv.
437
ibid.
Nuove
46
1876,
III.
sp. ital. di
p.
206
Aram.,
sub: Me-
(estr. p. 3),
(estr. p.
1),
5.
fig.
Vacca.
Is.
Finora esclusiva della Sardegna.
La
specie fu descritta su esemplari
diede anche una figura incompleta
sconosciuto
<?, di cui
il
Maschio. Questo
Mandibole
snello.
bruno-rossastre
femminei ed
dell' epiginio.
piccole
ed inclinate
alla
base per uno spazio
quale
lari,
si
largo,
quelle
chiare,
e
ha
il
corpo più
avanti. Mascelle
tarsi.
che
Addome denudato
che riesce bruno-scuro, dietro
vedono meglio due paia vicine
ovali
ma
all'
margine anteriore bianco. Zampe alquanto
col
più chiare e bruno-giallastre anche nei
il
Resta tuttora
posseggo un individuo adulto.
somiglia alla femmina,
più
Canestrini ne
il
di impressioni
costituiscono
il
musco-
2.° più vicine
e dirette obliquamente all'interno, quelle del 3.° paio molto distanti;
ventre
fra le quali
ovali
si
olivastro,
con
le piastre
polmonari giallo-brune,
osservano più che in altre specie
dell'apparecchio
riproduttore.
Filiere
le
nere.
due aperture
Palpi bruno-
rossastri, coi femori assai incurvati, tibie più scure, lamina quasi
nerastra;
la
tibia
sporge
all'esterno
con un'apofisi, diretta al-
lunga almeno quant'è largo l'articolo all'estremità, sul' avanti,
bitamente ristretta alla punta, che è nera e fatta ad uncino
volto verso l'alto e contro la lamina.
Bulbo circondato
da una lamina bruno-rossastra, larga e
chitinosa
si
solleva
trifida;
ri-
alla base
a metà una cresta
dal lato interno, ripiegata
all'
indietro e in
dentro, a margine tagliente e nero, provvista verso l'interno di
un dente breve, robusto ed acuto;
minore processo.
in alto e all'esterno vi è
un
8
5
438
pavesi
p.
Lungh. totale
cefalotorace
»
addome
»
zampe
...»
paio.
I
»
»
II
»
»
8
»
»
III
»
»
7,
»
»
IV
»
»
12.
KocL
1839. Die Arachn., V,
p.
81.
392-94.
fig.
Topi presso l'Elba, Pianosa, Vacca; Palermo;
Is.
Pantel-
is.
Galita.
leria,
mediterranea, estesasi nella regione europea e trovata
Specie
anche
S.
all' is.
Elena (forse importata); da noi
vive in Emilia, Napoletano,
sapeva che
si
Nisida e Capri, Sardegna.
is.
Rem. on Synon. Europ. Spid.,
Thor. 1873.
33. D. maurusia,
p.
mandibole)
DYSDBRIDAE.
32. Dysdera crocota, C. L.
CLXVI,
le
10, 2
»
.
(senza
3
3,
»
Fam.
tav.
7
mill.
»
466-67.
Pianosa.
Is.
Specie esclusiva
alla
fauna mediterranea; era conosciuta
Algeria,
vive
però
tanto
di
nuova per
la
fauna
34. D. punctaìa,
CLXVII,
fig.
italiana.
1839.
L. Kocli.
C.
Arac/m., V,
p.
84, tav.
395-96.
mediterranea,
Specie
geschl.
Dysdera, in
Ver li.
123) avrebbe visto
R. Museo
mazia,
erano
Quello
zione,
Storia
di
gli
ecc.;
di
non
che
Cataloghi nostri,
nei
italiane
più
sol-
così
Giannutri.
Is.
p.
anche in Tunisia e diventa
venne ancora
ma
Doblika (Monogr.
B.
Z.
Vereins
in
esemplari provenienti
naturale
esemplari
d.
Wien,
Spinnen-
III.
dall'Italia
1853,
nell'I.
Vienna, come da Corfu, Dal-
di
tipici
inscritta fra le
di
Koch, riveduti
dal Thorell,
Grecia.
di
ma
affini,
Giannutri è
la
1
e/
giovane, onde di incerta determina-
descrizione della punctata, fra quelle delle specie
è la più confacente.
Il
cefalotorace è giallo-olivastro
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
con punti impressi
sporco,
rari,
439
grandi e profondi, quelli del
dorso del capo disposti in una linea longitudinale e ben sepadagli
rati
in
altri
mezzo ad uno spazio
più scure delle posteriori,
ma
egualmente
Per alcuni
chiaro, e tutte inermi.
come non trovo
liscio,
zampe
detto che per la punctata; le quattro
non sono
anteriori
di color giallo-rossastro
caratteri
potrebbe
colore
di
avvicinarsi alla D. Ninnii Canestr.
Fam.
THERAPHOSLDAE.
35. Cyrtauchenius Doleschallii, Àuss. 1871. Beitr. (I)
d.
Arac/in.
p.
162
fig.
fam. der Terr it.,
(estr.
p.
Verh. Z. B. Ges.
in
46); Zweiter Beitr., ibid.
XXV.
zur Kenntn.
Wien, XXI,
1875,
V,
tav.
2 (Cyrtocephalus siculus Dol. mms.).
Palermo.
Finora esclusivo
di
Sicilia.
36. Cìeniza Sauvagii (Rossi P.) 1788. Osserv. insettol., in
Mat. Fis. Soc.
Is.
se, IV,
141,
p.
fig.
Mem.
7-10, sub: Aranea.
Vacca.
Specie
esclusiva
più
(Sulla
fodiens
p.
dal.
esatta
Th.
55, tav.
,
in
e II)
I
fauna mediterranea.
alla
determinazione
Bull.
Soc.
dei
enlom.
Il
caratteri
ital.,
III.
Carniccio
prof.
della
Ne me sia
1871, trim.
l'aveva già' indicata di Sardegna,
anche in Corsica, Toscana, Napoletano,
Fam.
ma
I,
vive
Sicilia.
THOMISIDAE.
37. Thomisus albus (Gmel.) 1778 in Linné, Syst. nal., ed. 13. a
I.
2961, sub: Aranea (Th. onuslus
v, p.
Is.
Specie
mediterranea,
estesasi
anche nell'indiana; trovasi
poletano,
38.
is.
C. L. K.).
in
nella
regione europea e forse
Liguria, Corsica, Sardegna, Na-
Capri, ecc.
Synema globosum
Aranea.
Is.
WlL, diadema
Pianosa.
Gorgona, Elba.
(Fabr.) 1775. Syst. enlom., p. 432, sub:
410
F.
PAVESI
mediterranea, diffusasi nella regione europea; fu tro-
Specie
vata anche nella provincia africana australe e nella regione neo-
verse
ma
secondo Bòck,
tropica
benché
Da
affini.
probabilmente
noi
è
tratta di specie di-
si
conosciuta in Liguria, Toscana,
Corsica, Sardegna, ecc.
39. OxyptiBa albimana, Simon. 1870. Armi. nouv. ou pea conn.
I,
51, sub: Thomisits; Arachn. de France II, p. 218, tav. VII,
p.
16.
fig.
Is.
Capraja, Pianosa, Vacca, Galita; Tunisi.
Specie esclusiva della regione mediterranea
(Tunisia),
Biserta
riesce
nuova per
fauna
la
;
io
l'
aveva già
anche in Algeria ed in Valchiusa,
vive
di
ma
italiana.
40. 0. trisiicula (Thor.) 1875. Diagn. Aran. Europ., in Tijdschr.
XVIII,
voor Entom.,
sev.
Europ.
p.
103
(estr.
23), sul): Xysticus; Descr. of
North- Afr. Spid., in K. Svenska
a.
Vet.
Akad. HandL,
XIII, n.° 5, p. 139.
Is.
Pianosa.
Specie esclusiva della regione mediterranea, finora trovata soltanto alle
di S.
is.
Antonio
rara, imperocché anche
Quest'unico
il
e d' Ivica fra le Baleari.
Thorell ne ebbe
Pianosa non ne
<? di
ficamente; però sembra una varietà
e
le
coscie sono
bianche
;
presenta
dopo
la
l'
fosco-bruni, sparsi
addome
una
è
grigio
solo
Deve essere
esemplare.
può distinguere
speci-
locale in quanto lo sterno
di
macchiettine
giallognolo,
nera marginata
linea
si
un
invece
di bianco,
di
o
lineole
cinereo,
e
da ciascun lato
metà, che però non s'incontra colla compagna, oltre
le
macchie nere dei margini e della parte posteriore; la lamina dei
palpi è
una
è
un
bruna
alla base, indi più chiara e percorsa in
linea di macchiettine bianche;
po' curvo
il
mezzo da
processo grosso del bulbo
verso l'interno, oltre essere diretto
all'
indietro
ed in basso e lievemente inciso all'estremità. L'individuo è anche
un pochino più grande,
invece di 2
cioè
misura 3
mill, in
lunghezza totale
2
r
/.
41. 0. guttulata, n. sp.
Cephalothorax tibiam
-f-
lateralibus latis et linea
patellam
media
I.
mi
fuscis,
paris aequans, testaceus, vittis
summo margine
duabus
albo; pedes robusti,
6
5
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
luteo-testacei, guttulis fuscis notati, dimidio
fuscato, uno aculeo laterale metatarsis
a latere
postremo parium anticorum
ad.,
postremo
max
»
cephal
»
abdom
»
pedum
»
»
»
»
»
F emina.
»
I
mill.
4
»
2
»
2,
»
6
II
»
»
5,
III
»
»
3,
IV
»
»
3,7.
7
com'è largo cioè come
,
"posteriore; testaceo,
all'esterno,
dove
fascie
e
si
dilata
all'
macchia bianchiccia biloba
lati
indietro,
e all' avanti
un
po' più largo di
comprendendo
una
linea
quivi
una
bruna mediana,
quale sono due macchiette brune irregolari, verso
della
occhi
di testaceo, irrego-
spargono in macchiette o punti, più
si
dritte al lato interno; lo spazio interposto è
gli
con
margine bianco, percorso longitudinalmente da due
sottile
grandi fascie laterali bruno-scure, variegato
ai
la patella
paio di zampe; fronte tronca in linea retta; leg-
germente convesso, declive nella parte
queste
disjunctis constans.
statini dilatato,
paris
I
Cefalotorace lungo
del
-+- tibia
lari
antice albescens,
ignotus.
</
Long,
un
in-
uno supero femoribus ejusdem
et
fuscum, subter transverse albo-striolatum; vulva ex foveis duabus,
septo elevato longo sat lato
9
mi
abdompn testaceo-fulvum, fusco-nigro guttulatum,
paris;
a
I.
441
alquanto imbrunito; la cute, finamente zigrinata,
è
porta alcune spine claviformi allineate sul margine interno delle
fascie laterali,
altre
due poste
dei
superiori,
lungo che largo;
base
bruna mediana,
maggiori e nere sulla fronte. Occhi mediani anteriori più
scostati
circa
al di dietro della linea
con
essi
un
quadrilatero
laterali anteriori assai più grossi dei
margine interno
al
e superiore,
munite
fortissime; al di dietro nereggiano. Palpi testacei
niti
più
mediani,
doppio. Mandibole al davanti testaceo-scure, brune alla
il
e
formano
verso
l'
di setole acute
,
un
estremità e forniti di robuste setole sui
po'
imbru-
tarsi.
Sterno
testaceo chiaro e bianchiccio in mezzo, con 5 macchie brune all'
indietro, la
namente
e
mediana
delle quali più lunga.
Zampe
robuste,
fi-
scarsamente pelose, con qualche setola spatuliforme
sul disopra della estremità dei femori del
I
e II paio;
una spina
142
breve
acuta sul femore del
e
una spina
armato
alla
pavesi
r.
laterale
di 3.
3
superiore
I,
al
2 su quello del
II,
metatarso del
paio, che
I
1
sul III;
nò
leggermente annerite
inferiori; coscie giallognole
con una o due macchie brune, talvolta fuse, verso
base,
l'estremità, la quale è marginata di bianco; femore delle prime
due paia giallognolo o testaceo, screziato
bruno superiormente; patella,
tato di
medesime paia molto imbruniti
più numerose nella metà estrema.
tronco alla base, rotondato
di linee
trasversali
all'
poche goccioline bruno-nere
all'
tibia e metatarsi di queste
con macchiette brune
gialliccie
Addome
largo circa com'è lungo,
indietro, depresso, fulvo con traccie
arcuate scure sul dorso e quivi cosparso di
golari ai lati della base
bianche riunite
bianco e macchiet-
con macchie ancora più scure,
e
zampe
tarsi testaceo-scuri; le altre
di
;
,
due più grandi ed
delle quali
irre-
lateralmente percorso da lineette oblique
a formare
avanti
come un arco
sulla base;
fianchi bruno-scuri; ventre testaceo-bruno, traversato da lineette
bianche e picchiettato di goccioline brune più piccole di quelle del
Vulva formata da due fossette rossastre, separata da una
dorso.
lamina sollevata, lunga
circa
il
doppio della sua larghezza, su-
bitamente allargata all'estremità, che ha
il
margine convesso e
rosseggiante, mentre nel resto è testacea.
Una
sola
femmina fu presa
dal sig.
ottobre 1875.
La
Simon (Arachn. de France,
II.
Sardegna
I'll
Fea
alla Cala Salinas in
specie è affine
1875,
all'
231),
p.
0. Blackwallii
ma
facilmente
distinta per diversi caratteri.
Fam.
LYGOSIDAE.
42. Lycosa proxima, C. L. Koch.
tav.
DXVII,
Is.
fig.
Specie
43.
XV,
p. 53,
1453-54, sub: Lycosa (Pardosa).
Capraja.
mediterranea;
come nuova per
anche
1848. Arachn.,
l'Italia,
io
l'ho segnalata
appena l'anno scorso
avendola ricevuta dal Monferrato, e vive
in Grecia, Palestina e Tunisia.
Tarentula
2. a ed.,
XVIII,
radiata
p.
(Latr.)
1817.
292, sub: Lycosa,
Nouv.
Diet.
hist,
nai.,
I,
Vai*,
E
PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
(Walck.) 1837.
liguriensis
sub: Lycosa tarentuloides
melica,
praegrandis
hellenica,
Hist,
liguriensis
part.
nat,
(L.
Ins.
Api.,
I,
p.
288,
captans Wick.; L. faL.
C.
443
Koch;
T.
balearica
part. Thor.).
Pianosa, Montecristo, Vacca, Galita.
Is.
Specie della fauna mediterranea. Vive in tutta Italia, Sardegna,
is.
Capri, Sicilia, Algeria, ecc.,
Vacca
da
quelli
ma non
Sono particolarmente
Tunisia.
dalla
riferirsi alla var.
l'aveva per anco ottenuta
gli
esemplari
di
Pianosa e
liguriensis.
44. Trochosa leopardus (Sund.) 1833. Sv. Spindl., in Vet. Akad.
Hand/. 1832,
Palermo,
189, sub: Lycosa.
p.
is.
Pantelleria.
europea,
Specie
diffusa nella regione mediterranea; già nota
dell'Italia settentrionale, Corsica e
Sardegna.
45. Ocyale mirabilis (Clerck) 1757. Sv. Spindl., p. 108, pi. 5,
tab.
Is.
10, sub:
Arane us.
Montecristo.
Specie
ranea;
della
si
fauna
europea,
Fam.
Is.
V,
nella
regione
mediter-
OXYOPIDAE.
46. Oxyopes lineatus, Latr.
tav.
estesa
raccolse a Nizza, in Toscana, Corsica, Sardegna, ecc.
fig.
1806. Gen. Crust, Ins.,
I,
p.
117,
5.
Capraja.
Specie mediterranea, diffusa nella regione europea e nella provincia africana orientale; l'alberga anche l'Italia settentrionale.
Fam.
ERESIDAE.
47. Stegodyphus lineatus (Latr.) 1803.
Nouv.
Diet, d'hisl, nat.,
X, sub: Eresus.
Is.
Pantelleria, Galita.
Specie
Algeria,
la
fauna
propria della regione
ma non
italiana,
mediterranea; vive nella vicina
l'ebbi ancora dalla Tunisia e riesce
nuova per
444
Ho
confrontato questi nostri esemplari con uno di Spagna, ove
la specie è assai
comune, donato
distintissimo araenologo e
di
pavesi
p.
al
Museo
mio amico
Civico di
Genova
dal
E. Simon col sinonimo
sig.
Eresus acanthophilus Duf. (E. unifasciatus C. L. Koch).
Palpimanus
48.
nouv., in
Ann.
Palermo,
is.
1830.
Duf.
gibbulus,
Se. plujs., IV, p.
six
Arachn.
fig.
5.
Galita.
Specie della fauna mediterranea, che
africana
de
LXIX,
Descr.
304, tav.
orientale.
Mi era già noto
nell'Italia meridionale, in
Sardegna,
si
spinse nella provincia
anche
della Tunisia e vive
ecc.
ATTIDAE.
Fam.
49. Heliophanus rufithorax, Simon. 1869. Monogr. Attici. Earop.,
in
p.
Ann.
Soc. enlom.
227); Révis. Attid,,
Is.
4. a serie,
Frane,
ivi, 5.
a
serie,
I.
Vili. 1868, p.
1871, p. 349
693
(estr.
(estr. p. 127).
Gorgona.
Specie esclusivamente propria della regione mediterranea, co-
mune
in Corsica.
50. Marpessa Paykullii (Sav. Aud.) 1825-27. Descr. de l'Ègypte,
2. a ed.,
XXII,
p.
409, Aracn.
tav. 7, fig.
22, sub: Attus.
Tunisi.
Specie
mediterranea,
che
si
è estesa nella provincia africana
orientale, nell'indiana ed anche in qualche località della regione
Mi era già nota
europea.
del centro della Tunisia (Kéruan),
si
trova in Algeria, Egitto, ecc.
51.
IVI.
Aranea
encarpata (Walck.) 1702. Fn. paris.,
(Ccdliethera pule/iella C. L.
II,
p.
241, sub:
Koch, Dendryphantes medius
Canestr. Pavs.).
Is.
Elba.
Specie
trovasi
di
fauna europea, estesa nella regione mediterranea;
anche nella vicina Corsica, come
Si sa già che nel
52.
mezzodì diventa più grossa.
Menemerus semilimbatus (Ilahn) 1829. Monogr.
5, tav. 3, fig. B, sub: Salticus.
Is.
nell'Italia settentrionale.
Pantelleria.
d.
Spinn.,
445
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
Specie esclusiva della regione mediterranea. Abita pure la
degna,
Capri,
is.
Nisida, Italia meridionale, ecc.
is.
53. Euophrys frontalis (Walck.) 1802. Fn. par is.,
sub
Sicilia,
com'è nota dell'Algeria, Sar-
la Tunisia e l'isola di Pantelleria,
II,
246,
p.
Aranea.
:
Caprera.
Is.
Specie europea, diffusa nella regione mediterranea e
già
in-
dicata per l'Italia settentrionale.
(Sim.)
54. E. rufibarbis
4. a serie,
entom. Fr.,
1869.
Vili, p. 602
Monogr.
(estr. p.
in
Attici.,
136), tav. 6
Ann.
Soc.
(II), fig. 8.
Vacca.
Is.
Specie di fauna europea, nuova per
l'
Italia.
L'esemplare unico è <? ad. e presenta qualche minima
diffe-
renza in confronto con la descrizione del Simon, particolarmente
nel colore dell'addome, che
ma
concorda in tutto
55. Aitus
il
non ha ben
triangoli neri,
i
resto.
1849. Expl. Alg., Arde, p. 146,
jucundus (Lucas)
tav. 6, fig. 8, sub:
definiti
Salticus.
Gorgona, Giannutri.
Is.
Specie
guria,
is.
propria della regione mediterranea; vive anche in LiCapri, Sicilia, ecc.
56. Aelurops lineatus (C. L. Koch) 1848. Arachn.,
tav.
CCCCLXXIV,
Is.
fig.
1303, sub:
XIV,
p. 43,
Euophrys.
Capraja, Pantelleria.
Specie mediterranea, diffusa in qualche località di fauna europea; vive anche nell'Italia settentrionale, Sardegna,
Ord.
Fam.
57. Leiobunum
Mus.
Is.
Ciò.
Gen.,
agile,
II,
p.
Sicilia.
PHALANGSI.
OPILIONIDAE.
Canestr.
18, tav.
1872.
I,
fig.
Gli Opil.
ital.,
in
Ann.
2.
Giannutri.
Specie esclusiva della regione mediterranea e conosciuta finora
soltanto dell'Italia settentrionale e di Madrid; io
Sidi-Abdul-Vached in Tunisia.
l'
ebbi anche da
446
I
p.
femori,
pavesi
che sembrano inermi ad occhio nudo, hanno minu-
non
tissimi dentelli o spine e
setole;
anche
due macchiette brune all'estremità come
ma
lora fuse in un'unica;
i
le coscie
femori alla base, ta-
una
è caratteristica poi
alla parte posteriore della base delle coscie
presentano
lineetta nera
IV
paio di
tibia,
tarsoque
del solo
zampe.
58. Homalenotus sicanus, n. sp.
Corpus omnino
lerreum
,
dorso,
infuscatis; leviler depressimi,
pedum femore,
patella,
granosum, cornu cephalotlioracis
et tuberculis
rotundis supra septem articulos, transverse decreseentibus, obtusis; femora
pedum
dentata, palpi granosi et pilosi.
d"
Long, corporis
9
,
447
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
anello
ciascun
e
meno
laterali,
il
segnano
bercoli
due o tre
offre
2.° e 7.°.
1.°,
articoli
gli
dal precedente per
In
dell'
ad 8 sugli
sul 1.°, 2.° e 7.°; 6
serie di altri piccoli tubercoli
e
altri.
6.°
Il
una solcatura profonda
tu-
questi
trasversale
linea
addome
sarebbero quindi 4
anello
è
distinto
e glabra. Ventre pure
cosparso di molti e piccolissimi tubercoletti ottusi o tondeggianti.
Colore generale del corpo giallo terroso, più scuro e sporco sul
dorso; femore, patella, tibia ed
molti articoli del tarso imbru-
i
mandibole giallognole con l'estremità ed
niti;
i
margini interni
delle dita neri; occhi neri.
Fea
sig.
Il
raccolse
due esemplari
questa specie a Palermo
di
7 ottobre 1875.
il
Essa
p.
distingue dall'io, monoceros C. L.
si
DXXXIV,
108, tav.
Koch
1493) per avere
fig.
il
(AracJin.,
XV,
corno breve e ot-
tuso, tubercoli ottusi e poco elevati sul corpo, colore diverso, ecc.;
dall'
II,
H. depressus Canestr.
(Opti,
24) per la presenza
p.
di
dal., in
un corno
IV
race, di apofisi alle coscie del
Ann. Mus.
Gen.,
Civ.
sul davanti del cefaloto-
paio di zampe, mentre
manca
quella del II, per l'armatura del dorso, colorazione generale, ecc.;
dall' if.
romanus L. Kocli
in Zool. Mitth. aus
(Beitr.
zar Kennt. Arachn. fauna
Tirol, 1869. Naturwiss. Abth. p.
Tirols,
1G5) per la
mancanza
di veri dentelli sugli articoli patellari e tibiali dei palpi,
inoltre
romanus
il
e Y hispanus del
medesimo autore
(ivi)
sono
troppo brevemente descritti per fare maggiori confronti. D'altronde la specie siciliana
si
avvicina molto più al Phalangiwm
oraniense Lue. (Ex/il. Alg. Artic., p. 301, Aracn. tav. 21,
ed in particolare al Ph. tuberculiferum Lue.
fig.
1),
che
ma non
teri,
fra
può
si
cui
300,
fig.
tav.
2)
21
credo di dover portare nel genere Homalenotus,
io
la
(ivi, p.
il
riferire
a queste
maggior numero
Algeria per diversi carat-
di
e la
maggiore sporgenza dei
tubercoli addominali.
59. Opilio
tav.
Is.
DLV,
luridus,
fig.
C.
L. Koch.
1848. Arac/m.,
XVI,
p.
50,
1534.
d'Elba.
Specie esclusiva della regione mediterranea;
comune
guria alla Calabria, vive anche in Toscana e Corsica.
dalla Li-
448
p.
pavesi
ACARI.
Orti.
RHYNGHOLOPHIDAE.
Fam.
60. Rhyncholophus canonicalis, n. sp.
Violaceus, vitta media antrorsum dilatata miniacea, papillis obtusis nigris,
pedibus palpisque olivaceis.
....
....
Long, corporis
max.
Lat.
Long,
»
pedum
paris
I
3
mill.
»
2
»
5
»
»
II
»
»
3
»
»
III
»
»
3,7
»
»
IV paris abs.
Corpo assai largo nelle spalle, che va restringendosi subita-
mente
parte
all'
avanti e termina in angolo acuto
posteriore;
mediana,
dove
esiste
metà
interrotta a
,
rotondeggiante alla
pavonazzo pallido, più intenso verso la linea
e
una
all'
striscia longitudinale rosso-giallastra,
indietro e che arriva
appena
alla regione
degli occhi, leggermente dilatandosi; essa è continuata
all'
da un solco lineare, in principio più risentito
Parti boc-
cali
testacee.
quelli del
Zampe,
coi
tarsi
alquanto dilatati, in particolare
paio, di colore uniforme olivaceo pallido, eccetto le
i
trocanteri
ed
staceo
al contorno ovale dell'ano, situato
IV
testacei.
Ventre violaceo pallido,
paio di zampe. Tutto
da papille brevi e ottuse o piuttosto
vece da
praja
il
Crust.
te-
corpo è coperto al disopra
peli eia virarmi; le
ne raccolse un solo esemplare
Gestro
p. 50),
ralis,
ma
dietro l'inser-
zampe
in-
all' is.
di
Ca-
12 agosto 1875.
Appartiene al gruppo B.
Ili,
il
appena
peli.
Dott.
Il
avanti
I
coscie
zione del
e largo.
di
cui
principalis,
Myr.
u.
episcopali^ ,
Arachn.,
al terzo di questi.
di
C. L.
fanno parte
fas.
i
Koch
Rh.
(Uebers. Arachn. syst.,
regalis, imperialis, electo-
cardinalis
C.
L.
Koch
16, 5-10) e sopratutto
(Deutschl.
si
avvicina
LE PRIME CROCIERE DEL VIOLANTE
In
totale,
furono 60, appartenenti a 4 ordini, 16 fa-
39 generi. Oltre l'importanza grandissima che
miglie,
attribuire,
calità
specie di aracnidi raccolti in queste prime cro-
le
Violante
ciere del
449
d'
si
deve
dal punto di vista della geografia zoologica, alle lo-
onde esse provengono, quasi tutte finora aracnologi-
camente inesplorate, osservo che ho potuto accrescere con
numero
il
specie
delle
italiane, far conoscere
Prosthesima sarda Canestr.
tre
nuove per
sicanus ed
il
,
il
annotare altre specie e descriverne
la scienza, cioè
YOxyptila g attillala,, Y Homalenotus
Rhyncholophics canonicalis.
ELENCHI PARZIALI DEGLI ARACNIDI
DI
ALCUNE PICCOLE ISOLE MEDITERRANEE
IS.
Enscorpius sicanus
(C.
L.
Kochj
Epeira ungulata (Clerck)
Synema glubosum
GORGONA.
Heliophanus rufìthorax, Sim.
Atlus jucundus (Lue).
(Fabr.)
Is.
Capraja.
% -notata
Eascorpius carpalhicus (Linn.)
Zilla
Argiope lobata
Titanoeca albomaculata (Lue.)
(Pali.)
(Clerck)
Epeira diademata (Clerck)
Oxyptila albimana, Sim.
E. dalmatica, Do!.
Ltjcosa proximo,, C. L. Kocli
E.
acalypha, Walck.
O.cyopes lineatus, Latr.
E. adianta, Walck.
E.
Aelurops lineatus
armida, Sav. AuJ.
Cyrtophora conica
Argiope lobata
Ann.
del
(C. L.
Koch)
Iiliyncltolophus canonicalis , Pavs.
(Pali.)
Is.
Mus. Civ. di
dei Topi.
Dysdera crocota, C.
(Pali.)
Si.
ciò
maschio della
Nat. Voi. Vili.
L.
Kocli.
29
450
P.
Is.
Epeira acalypha, Walck.
E. adianta,
(Fabr.)
Marpessa encarpata (Walck.;
Cyrtophora insulana (Costa 0.
G.)
Lathrodectus 13-guttatus (Rossi
Opilio Juridus, C. L. Koch.
P.) (*).
Pianosa.
Is.
Dysdera crocota, C.
(Pall.)
Cyrtophora insulana (Costa 0.
G.)
Zilla x-notata (Clerck)
Meta Merianae
d'Elba.
Synema globosum
Walck.
Argiope lobata
PAVESI
Koch
L.
D. maurusia, Thor.
Thomisus albus (Gmel.)
Oxgptila albimana, Sim.
(Scop.)
Steatoda versuta (Blackw.)
0. tristicula (Thor.)
Loxosceles erytkrocephala (C. L. K.
Tarentula radiata
Tegenaria pagana, C. L. Koch
(Latr.)
Var. liguriensis (Walck.).
MONTECRISTO.
IS.
Argiope Brunnichii (Scop.)
Arggrodes gibbosa (Luc.)
Epeira diademata (Clerck)
Textrix denticulala
E. acalypha, Walck.
Tarentula radiata
Meta Merianae
Ocyale mirabilis (Clerck).
(Scop.)
Is.
Argiope lobata
Walck.
E. armida, Sa v. Aud.
GlANNUTRI.
IS.
Argiope lobata
Giglio.
E. adianta,
(Pall.)
Epeira acalypha, Walck.
(Oli v.)
(Latr.)
Dysdera punctata,
(Pall.)
A. Brunnichii (Scop.)
C.
Koch
I
Alius jucundus (Luc.)
Cyrtophora insulana (Costa 0.
G.)
Is.
Leiobunum
agile, Canestr.
Caprera.
Euophrys frontalis (Walck.).
Is.
Argiope lobata
(Pall.)
A. Brunnichii (Scop.)
Serpentara.
Cyrtophora insulana (Costa 0.
G.)
Arggrodes gibbosa (Luc).
(') Secondo
Tliiébaut de Berneaud, Voy. d Visle d'Elbe, 1808,
Lucas in Barker-Webb et Berthelot, Hist. not. des lies Canaries,
p. 66, tav. I:
II, 1839, p. 21.
I,
E PRIME CROCIERE DEE VIOLANTE
Is.
451
Vacca.
Euscorpius Canestriniì (Fanz.ì
Cteniza Sauvagii (Rossi
Argìope lobata
Oxyptila aìbimana
Enyo
(Pali.)
nigriceps, Sim.
Tarentula nidiata (Latr.)
Var. liguriemis (Walck.)
Textrix coarctata (Duf.)
Euophrys rufibarbis
Prosthesima sarda, Canestr.
Dysdera crocota,
C.
P.)
Sim.
,
L.
(Sim.).
Koch
Is.
Pantelleria.
Epeira angulata (Clerck)
Trochosa leopardus (Sund.)
Pkolcus phaìang ioide s (Fuessl.)
Stegodyphus lineatus
Tegenaria parietina (Fourcr.)
Menemerus semilimbatus (Hahn)
Textrix coarctata
Aelurops lineatus
Dysdera crocota,
(Duf.)
C.
L.
Galita.
Dysdera crocota, C.
(Pali.)
L.
Koch
Oxyptila aìbimana, Sim.
Epeira angulata (Clerck)
Lithyphantes Paykulliaiius (Walck.)
Tarentula radiata
Lathrodectus 13-guttatus (Rossi
Stegodyphus lineatus
Var. lugubris (Duf.)
Koch).
L.
Koch
Is.
Argiope lobata
(C.
(Latr.)
P.)
(Latr.)
(Lalr.j
Palpimanus gibbulus (Duf).
IiLXmiCE
M.
De Chaudoir.
F. Baudi.
—
—
Monographie des Chléniens
circummediterranea
C. Tapparone Canefri.
—
W.
Lettera
Peters e G. Doria.
al
—
Mammiferi
gli
—
di
alle
....
Papuane
Diagnosi di
nuove specie
tre
Nuova Guinea
della
—
e Salawatti
L.
»
316-322
»
323-332
»
333-334
.
»
335-336
»
337-366
»
367-386
»
387-389
»
390-394
Studio monografico sopra
Strombidi del Mar Rosso
....
Catalogo di una collezione d'uccelli dell'Isola
di
Gestro e
5-315
di
Burn, inviata
al
Museo Civico
di
Genova
dal Sig. A. A. Bruijn
R.
Pag.
colle-
Genova. Parte terza.
M. se G. Doria
A. Issel e C. Tapparone Canefri.
T. Salvadori.
.
Contribuzioni per una Fauna mala-
cologica delle isole
—
appartenenti
Museo Civico
zioni del
A. B. Meyer.
.
.
Catalogo dei Tenebrioniti della Fauna europea e
M. D'Albertis.
—
Descrizione
di
una nuova
specie di Eupholus
G. Krf.fft. Notes on Australian
description
animals
of a
new
in
New
Guinea witb
species of fresh water
Tortoise belonging to the genus Euchelymys
(Gray)
T. Salvadori.
—
Catalogo degli Uccelli raccolti dai Sigg. A. A.
Bruijn
ed
0. Beccari
durante
il
viaggio del
«
52G
P.
Pavesi.
—
olandese
guerra
da
trasporto
dal
Novembre 1875
Le prime crociere del
al
«
Surabaia
«
Gennaio 1876
Violante
»
.
»
.
Pag. 395-40G
comandato
dal Capitano-Armatore Enrico D'Albertis. Risultati
T. Thorell.
—
aracnologici
»
e
occidentale, con
dell'Asia
un quadro dei
generi europei di quest'Ordine
T. SALVAnoRi.
—
Intorno
—
Diagnosi
di
raccolte
gnori
,
Gould
alcune
nella
Dott.
A. A. Bruijn
...»
452-508
supposta femmina del Dicaeum
alla
retrocinctum
R. Gestro.
407-451
Sopra alcuni Opilioni (Phalangidea) d'Europa
0.
nuove specie
»
509-511
»
512-524
di Coleotteri
regione Austro-Malese dai SiBeccari,
L.
M.
D'Albertis e
Scarica

Pavesi 1876 Violante