Il ruolo delle Province
nella promozione dello
sviluppo locale:
–
e
Il contesto della programmazione sociale,
sociosanitaria e sanitaria integrata.
Modello di governance, innovazioni di
sistema, strumenti di programmazione
Giuliano Barigazzi
Assessore sanità e servizi sociali
Provincia di Bologna
Torino, 18 – 19 marzo 2009
Piano sociale e sanitario regionale
approvato da Consiglio regionale (delibera CR n°175/ 2008)
I principi del sistema delineato dal Piano sociale e sanitario regionale
• La centralità degli Enti Locali e della Regione nella
programmazione, regolazione e realizzazione dei servizi
sociali, sanitari e socio sanitari
• La separazione delle funzioni pubbliche di governo
(programmazione, regolazione e verifica dei risultati) da quelle
di produzione dei servizi e delle prestazioni
• Il distretto quale ambito ottimale per l’esercizio del governo e
per l’organizzazione associata delle relative funzioni
amministrative
Il modello di governance
delineato dal PSSR
Il livello regionale
• Assemblea legislativa regionale e Giunta regionale
• Consiglio delle Autonomie locali. Di prossima costituzione:
organo di rappresentanza, consultazione e coordinamento tra
Regione e enti locali (fino a sua costituzione facente funzione
CRAL)
• Cabina di regia regionale per le politiche sociali e
sanitarie: luogo di confronto, coordinamento e collaborazione
tra Regione e autonomie locali, strumento di confronto anche
con ooss e terzo settore. (si avvale del supporto di un
Comitato tecnico scientifico)
Il modello di governance a
livello intermedio
CTSS di Bologna e Giunta Nuovo Circondario Imolese
Giunta del
Nuovo Circondario Imolese
CTSS
di Bologna
livello intermedio
Comitato di Coordinamento
dell'area metropolitana
Ufficio di Supporto
CTSS Bologna
Ufficio di Piano/Ufficio di Supporto
Giunta Circondario di Imola
Ufficio di piano
provinciale
Staff tecnico
permanente
Gruppo
lavoro ….
Gruppo
lavoro ….
Gruppo
lavoro ….
Gruppo
lavoro ….
Il modello di governance a
livello distrettuale
Tavolo
del Welfare
Comitato di Distretto (o forme
associative) +
Direttore Distretto
livello distrettuale/circondario
Tavolo OO.SS.
Responsabile
Nuovo ufficio di piano
Nuovo
Ufficio di
piano
Ufficio di supporto tecnico -amministrativo al
"nuovo UdP"
Tavolo di coordinamento, integrazione e
raccordo
Gruppo
lavoro ….
Gruppo
lavoro ….
Gruppo
lavoro ….
Gruppo
lavoro ….
Il livello distrettuale
PSSR ha affermato un sistema di governance centrato sull’ambito
territoriale del distretto. Importante rafforzare
il livello
distrettuale, sia dal punto di vista gestionale che decisionale.
Legge regionale 10/ 2008 auspica che i Comuni sviluppino le Unioni
come unica forma associativa per l’esercizio integrale di parte o di
tutte le funzioni che richiedono un ambito di governo sovra
comunale.
Il contesto regionale. Il FRNA
Il programma triennale di avvio del FRNA è stato
progressivamente completato :
•
•
•
•
avviato nel 2007 con i servizi dell’area anziani,
nel 2008 ampliato ai servizi per le gravissime disabilità acquisite,
nel 2008 e nel 2009 esteso ai servizi per i disabili
dal 2010 comprenderà anche il segmento residenziale sociosanitario
per la salute mentale.
Il contesto regionale. Il FRNA
Questo processo è stato realizzato garantendo contestualmente l’obiettivo di
un’equa distribuzione delle risorse, assicurando in tal modo la premessa
finanziaria per un sistema di garanzie omogeneo in tutto il territorio
regionale, che valorizza le responsabilità degli Enti locali nella costruzione della
rete a livello di ambito distrettuale, in un quadro di sistema regionale che
garantisce regole e finanziamenti omogenei ed equi.
Obiettivo 2009 : assicurare interventi “visibili” e tangibili che facciano percepire
i benefici concreti garantiti alla popolazione sia in termini di ampliamento dei
servizi e dei beneficiari, che delle tipologie dei servizi e della innovazione, ed
anche del contenimento dei costi a carico di non autosufficienti e famiglie.
Un maggior impegno nella programmazione, nel monitoraggio e nella verifica è
necessario per consentire all’intero sistema regionale di “rendere conto”
socialmente dei risultati conseguiti con l’istituzione del FRNA.
Il contesto regionale. La salute mentale
Di prossima approvazione il :
Piano attuativo regionale per la salute Mentale 2009-2001.
Rappresenta un importante strumento per innovare e qualificare le politiche per la
promozione della salute mentale nella nostra Regione.
La politica di salute mentale regionale si articolerà in due sistemi tra loro coordinati ,
il sistema di comunità ed il sistema di cura, ad entrambi parteciperanno tutti
gli attori pubblici e privati definiti dal Piano stesso.
Il sistema di comunità sarà coordinato dagli Enti Locali, in quanto titolari di tutte
le politiche locali in grado di incidere sulla tutela della benessere sociale e mentale
della popolazione di riferimento: politiche scolastiche, sulla famiglia, sul lavoro
etc…La scelta di affidare agli Enti Locali il coordinamento del sistema di
comunità per la salute mentale è coerente con una visione secondo la quale la
salute è un bene la cui tutela prevede oltre ad azioni di cura e riabilitazione, anche
attività di prevenzione e promozione che devono trovare il coinvolgimento di
tutta la collettività.
Il contesto regionale. Accreditamento
Di prossima approvazione il provvedimento della Giunta Regionale, di
attuazione dell’art. 23 della lr 4/2008, in materia di
accreditamento dei servizi socio-sanitari.
L’accreditamento verrà avviato inizialmente per cinque tipologie di
servizi socio-sanitari:
1. strutture residenziali per anziani non autosufficienti
2. strutture residenziali per disabili,
3. centri diurni per anziani non autosufficienti
4. centri diurni per disabili
5. assistenza domiciliare.
Successivamente verranno definiti a livello regionale i requisiti anche
per gli altri servizi per disabili (comunità alloggio/ gruppi
appartamento e laboratori/centri occupazionali) e per le strutture
residenziali sociosanitarie per la psichiatria (comunità alloggio e
gruppi appartamento).
Il contesto regionale. Accreditamento 2
La previsione della fase di accreditamento transitorio,
(nella proposta finale sino al 2013) consentirà un percorso
dolce e progressivo di raggiungimento degli obiettivi di
stabilità e qualificazione del sistema, consentendo ai diversi
soggetti gestori di entrare nel sistema dell’accreditamento
con la possibilità di gestirne l’impatto.
A partire dal 1 gennaio 2011 partirà il sistema di
accreditamento definitivo per coloro che saranno già
nelle condizioni di possedere tutti i requisiti organizzativi,
funzionali, e gestionali previsti.
Il contesto regionale. Accreditamento 3
Dalla data di approvazione del provvedimento regionale, verrà
introdotta novità importante per i nuovi rapporti contrattuali
relativi ai servizi : i servizi sociosanitari potranno essere affidati
soltanto attraverso l’accreditamento provvisorio, attraverso
procedure che garantiscono i principi previsti dalla legge regionale.
Tale percorso è previsto per l’attivazione di nuovi rapporti, anche
dopo l’avvio dell’accreditamento definitivo.
L’accreditamento provvisorio è un istituto di carattere temporaneo che
riveste il carattere di un “periodo di prova” terminato il quale con
esito positivo transita nell’accreditamento definitivo.
A livello territoriale è bene rimarcare il ruolo determinante che i
Comuni, in forma associata, sono chiamati a svolgere per l’avvio e la
gestione del sistema di accreditamento, valorizzando la funzione di
programmazione e di committenza propria dei Comuni, ed evitando
confusioni di ruolo rispetto alla gestione dei servizi.
Il contesto regionale. Aziende di servizi alla
persona
Costituire 49 ASP su tutto il territorio regionale,.
Realtà molto composita per dimensione, finalità e caratteristiche.
L’obiettivo dei programmi di trasformazione, affidati ai Comuni, non doveva essere la
semplice trasformazione delle ex IPAB, ma una integrale rilettura della rete dei servizi
presenti nel Distretto che doveva fare da sfondo alla costituzione dell’ASP come azienda
dei Comuni per la produzione dei servizi alla persona nell’ambito territoriale di
riferimento.
La costituzione di 49 ASP, a fronte di 38 Distretti, con caratteristiche e dimensioni molto
diverse, rischia di essere insostenibile all’interno di un sistema regolato dalle norme
sull’accreditamento. Emerge anche il rischio che le ASP conservino, in alcuni territori, la
tradizionale caratteristica di autoreferenzialità, tipica delle IPAB.
La normativa sull’accreditamento ha contenuti e tempi che possono consentire a tutti i
distretti di recuperare o riprendere quel deficit di discussione politica e di progettualità sul
ruolo delle ASP, che dovrà anche consentirci, a livello regionale, di individuare gli eventuali
correttivi da introdurre, quando sarà il momento nelle norme che ne regolano l’attività.
Il contesto regionale. Il sistema dell’accesso
Il sistema dell’accesso, basato sulla responsabilità di Comuni e Ausl, è uno degli
obiettivi prioritari della Regione Emilia-Romagna.
Occorre una coerente e completa integrazione degli sportelli sociali e di quelli
sanitari –sportelli unici distrettualiPer un migliore funzionamento complessivo del sistema, bisogna migliorare due
aspetti:
• ·rendere maggiormente omogenea la rete degli sportelli sociali, che oggi
hanno caratteristiche spesso differenti tra di loro ed applicano per l’accesso ai
servizi normative disomogenee e spesso neppure formalizzate;
• ·ritornare a porre l’attenzione sull’attività professionale dei servizi sociali ed
educativo-sociale. Molto è stato fatto con la progettazione dell’accreditamento
sui requisiti di qualità dei produttori di servizi, ma ancora poco si è riflettuto sulle
caratteristiche organizzative che debbono avere i servizi che leggono il bisogno
delle persone e del territorio e programmano gli interventi individualizzati.
Il contesto regionale. La legge sulle nuove
generazioni e l’integrazione delle politiche
Approvata la legge regionale 14/2008 sulle giovani generazioni.
Molti investimenti sono stati realizzati nell’area della non autosufficienza, importante
ora investire anche nei confronti dell’infanzia e dell’adolescenza, sviluppando le
le interconnessioni con le politiche del lavoro per lo sviluppo dell’occupazione
femminile e con le politiche che intervengono sulla conciliazione dei tempi di
vita.
Uno degli obiettivi prioritari del PSSR è rappresentato dalla integrazione delle
politiche pubbliche che concorrono a realizzare gli obiettivi di salute e benessere
sociale e nello specifico attraverso l’integrazione con:
• le politiche del lavoro (esperienza progetto PARI, integrazione sportelli socialisportelli lavoro…)
• le politiche abitative (Fondo sociale affitto, gestione patrimonio ERP…)
• le politiche per il trasporto (trasporto sociale…)
Il contesto regionale. Agenzia sociale e sanitaria
Sviluppo dell’area sociale dell’Agenzia sanitaria regionale con funzioni
di :
• Ricerca
• Formazione
• Consulenza
Per accompagnare il sistema di governance, accreditamento,
monitorare le sperimentazioni con particolare riferimento
all’ambito del FRNA, sistemi informativi…..
Atto di indirizzo e coordinamento triennale
Atto di indirizzo e coordinamento triennale
2009-2011
unico per l’intero territorio provinciale
Parola chiave: INTEGRAZIONE
Atto di indirizzo e coordinamento triennale
Atto di indirizzo e coordinamento triennale 2009-2011, unico
per l’intero territorio provinciale comprende:
• indicazioni strategiche in merito alla integrazione delle
politiche
• tendenze e criticità emergenti dalla lettura del profilo di
comunità
• indirizzi per priorità trasversali
• indirizzi in materia sociale e sociosanitaria per target di
popolazione
• indirizzi per l’elaborazione della programmazione delle
aziende sanitarie (piano strategico dell’Ausl, prevenzione
e PAL)
• modello di governance a livello intermedio e distrettuale
• strumenti per la partecipazione
Atto di indirizzo e coordinamento triennale:
Priorità trasversali per il benessere e la salute dei cittadini
• promozione del benessere e prevenzione in tutti i contesti di
vita
• promozione di un’ottica di genere in tutte le politiche
• promozione del capitale sociale del nostro territorio
• partecipazione alla rete Città Sane per la promozione del
benessere delle comunità locali
• innovazione orientata all’inclusione e alla personalizzazione
dei servizi
• Sostegno all’innovazione: ruolo di Cup2000
• rafforzamento dell’integrazione a tutti i livelli
• consolidamento, sviluppo e integrazione dei sistemi di
accesso (Rete Sportelli Sociali, Sportelli Unici distrettuali sanitari)
Atto di indirizzo e coordinamento triennale:
Priorità area Responsabilità familiari, infanzia e
adolescenza
•
Sostegno alla genitorialità e alla promozione del benessere dei bambini e degli
adolescenti attraverso:
– Incremento dei servizi educativi 0-3 anni
– Interventi di sostegno ai genitori, ai bambini e ai ragazzi (servizi educativi, centri per le
famiglie, consultori,neuropsichiatria infantile)
– Creazione di reti di fiducia tra le persone (progetti di mutuo auto- aiuto, scambi di
tempo…)
•
Sostegno alle famiglie in situazione di difficoltà economica e precarietà attraverso
interventi in area abitativa, fiscale, del lavoro ad esempio esperienze di microcredito,
accordi per sostenere la capacità delle persone e famiglie all’acquisto della prima casa (cfr.
progetto mutuability)
•
Sostegno alle famiglie e minori in difficoltà attraverso:
– Sostegno famiglie d’origine ad esempio attraverso interventi di educativa domiciliare
– Potenziamento delle comunità di accoglienza e degli interventi di affido
– progetti sovradistrettuali per alcune tematiche specifiche (pronto intervento o pronta
accoglienza per minori, minori stranieri non accompagnati, neonati non riconosciuti
….)
Atto di indirizzo e coordinamento triennale:
Priorità area Responsabilità familiari, infanzia e
adolescenza
• Interventi su nuovi bisogni, come i neomaggiorenni in comunità o in
affido (fascia di età 18 –21 con difficoltà nella gestione della autonomia);
adolescenti con problematiche di tipo psicologico, minori stranieri non
accompagnati…
•
Stabilità personale impegnato nei servizi e necessità sviluppo
approccio multiprofessionale (équipes territoriali e sovra-territoriali)
• Sostegno ai minori disabili
attuazione della L. 104/92 attraverso la realizzazione di quanto contenuto
nell’Accordo di programma provinciale per l’integrazione scolastica e
formativa dei bambini e alunni disabili.
L’Accordo Quadro, andrà declinato ed articolato negli Accordi Territoriali
di ambito almeno distrettuale, concordati ed inseriti nella programmazione
dei Piani di Zona, per migliorare il coordinamento tra servizi scolastici,
territoriali ed extrascolastici
Atto di indirizzo e coordinamento triennale:
Priorità area Responsabilità familiari, infanzia e
adolescenza
• Sostegno al contrasto del disagio scolastico
Fenomeno pluridimensionale in aumento, che prende anche le
forme dell’abbandono scolastico, sul quale occorre:
• Consolidare rete di collaborazioni territoriali e provinciali forti
(Conferenza Provinciale di coordinamento ex art. 46
L.R.12/2003, Gruppo interistituzionale, tavoli tematici zonali e
Conferenze territoriali per il miglioramento dell’offerta
formativa)
• Individuare strategie e linee guida contro l’evasione
dall’obbligo scolastico e formativo
• Potenziare servizi di tutoraggio per adolescenti presso i Centri
per l’impiego e presso i centri per di formazione professionale
che possono favorire l’accompagnamento dei ragazzi e
contrastare la dispersione scolastica e lavorativa
Atto di indirizzo e coordinamento triennale:
Priorità area Giovani
Approvata la nuova legge regionale 14/ 2008 “Norme in materia di politiche
per le giovani generazioni”:
• unifica la programmazione e collega le politiche per l’infanzia, l’adolescenza e
i giovani,
• promuove politiche e interventi integrati, trasversali e intersettoriali
• promuove interventi di promozione del benessere e di contrasto al disagio,
prevenzione, di tutela , di cura
Sostegno ai giovani attraverso:
• potenziamento delle azioni di prossimità di raccordo con la scuola ad es. la
promozione di stili di vita sani
• potenziamento raccordo tra associazionismo, scuola, istituzioni
• realizzazione di un “portfolio” delle politiche giovanili che possa valorizzare
tutte le azioni che su un territorio sono messe in campo per i giovani
• attivazione a livello provinciale e a livello distrettuale di tavoli tematici giovani
Atto di indirizzo e coordinamento triennale:
Priorità area Immigrazione
• Immigrazione: realtà in aumento ed in evoluzione
Importanza monitoraggio del fenomeno per offrire servizi mirati ed efficaci
• Uno sguardo ai Paesi di origine: immigrazione e cooperazione allo
sviluppo
in collaborazione con ONG, sostenere progetti di rimpatrio volontario e ruolo dei
migranti quali agenti di sviluppo delle loro comunità di origine
• Riqualificazione dei servizi: Ripensare il sistema di welfare in chiave
interculturale, promuovendo politiche integrate
• Tutti i servizi devono saper interagire con utenza multiculturale,
servizi/sportelli ad hoc solo su target/problemi specifici
• Rete fra sportelli sociali e sportelli tematici per immigrati
• Qualificare e potenziare interventi di Mediazione interculturale
• Promuovere la formazione interculturale degli operatori
• Informazione sui servizi (accesso e fruizione)
Atto di indirizzo e coordinamento triennale:
Priorità area Immigrazione
Inclusione e partecipazione: per una comunità locale solidale ed un accesso equo alle risorse del
territorio attraverso:
•
Alfabetizzazione alla lingua italiana: Italiano per adulti, con modalità innovative (didattica
per adulti, utilizzo dei mass-media, capillarità sul territorio, coinvolgimento del Terzo settore, dei CTP
e dei datori di lavoro)
•
Accoglienza e casa: problemi aggiuntivi per immigrati (diffidenza, pregiudizi…); ampliare
range di offerta, sperimentare forme di housing sociale, sostegno all’intermediazione immobiliare;
accesso al credito
•
Istruzione, formazione professionale e lavoro per adulti e minori, con attenzione ai temi
della dispersione scolastica, dell’orientamento dopo l’obbligo e del supporto all’integrazione nella
formazione professionale
•
Politiche di genere: fragilità delle donne (salute riproduttiva, violenza intra- familiare, nuovi
disagi legati alla solitudine/abuso di sostanze delle badanti), ma anche rischi specifici degli uomini
(infortuni sul lavoro)
•
Seconde generazioni: sostenere e valorizzare l’ essere ‘ponte’ tra mondi diversi,
associazionismo e possibilità inserimento lavorativo nei servizi alla persona e privato sociale
•
Partecipazione e rappresentanza politica: diritti di cittadinanza
Atto di indirizzo e coordinamento triennale:
Priorità area Povertà ed esclusione sociale
•
Sviluppare la rete fra i servizi
Maggior sinergia fra: Sportelli Sociali, Centri per l’Impiego, DSM, SERT, Servizi sociali adulti per la
presa in carico e gestione degli interventi, condivisione strumentazione informatica e sviluppo azioni
di accompagnamento ai servizi per chi ha difficoltà a riconoscere il proprio disagio
•
Considerare la multidimensionalità del bisogno
Potenziare capacità di risposta a bisogni primari: casa investire maggiormente su ERP, Contributi per
l’affitto, strutture di accoglienza (a bassa soglia di accesso, per emergenza abitativa, …) e lavoro
rafforzare il ruolo dei CIP nell’incrocio domanda/offerta di lavoro e arricchire offerta di formazione
professionale, transizione al Lavoro (= Borse lavoro e tirocini formativi), lavori socialmente utili.
Sostenere i bisogni di salute e benessere socio-relazionale delle persone in condizioni di povertà
ed emarginazione sociale grave cui rispondere attraverso: sostegno al volontariato ed associazionismo,
educazione alla salute e informazione sull’accesso e uso dei servizi, ampliamento dell’offerta di Ecare, FRNA (non solo anziani, ma anche disabili e persone con disagio psichico) e Unità di Strada
•
Attenzione alle problematiche specifiche di alcuni target di utenza con particolare riguardo alla
popolazione sinta e rom, ai soggetti in esecuzione penale, alle persone senza dimora… Superamento
campi sinti e rom, interventi di reinserimento socio-lavorativo per detenuti ed ex-detenuti, accoglienza
e presa in carico dei senza dimora
Atto di indirizzo e coordinamento triennale:
Priorità area non- autosufficienza
• Accesso e continuità: consolidamento sportello sociale Garsia,
progetti distrettuali dimissioni protette ed emergenze sociali
• Posti residenziali: + 388 posti letto nel triennio 2007/09
(compresi temporanei e di sollievo)
• Assegni di cura: liste d’attesa a zero, continuità erogazione
• Assistenti familiari: SAD per accompagnamento e tutoraggio;
contributo aggiuntivo 160 € all’assegno di cura
• Progetto e-Care e progetti territoriali in collaborazione con
volontariato
Atto di indirizzo e coordinamento triennale:
Priorità area Anziani
• Partecipazione alla vita pubblica
– Promuovere vita di relazione e culturale
– Sostenere le reti sociali
– Politiche della mobilità attente agli anziani
• Forme di residenzialità innovativa e solidale tali da
favorire vita di relazione e scambio intergenerazionale
(condomini solidali, co-housing…)
• Realizzazione di un sistema integrato di risposta alla
cronicità
• Sviluppo sistema GARSIA
• Sostegno alla permanenza al proprio domicilio
Atto di indirizzo e coordinamento triennale:
Priorità area Disabili
1) Rispondere all’evoluzione della figura del disabile (invecchiamento e diversificazione cause
insorgenza) e al forte aumento della domanda attraverso:
• definizione di criteri omogenei per la valutazione dei bisogni e per la definizione di percorsi
personalizzati
• conferma funzione di accesso sportelli sociali: informazione, orientamento, rilevazione del
bisogno, segretariato sociale
• valutazione multidimensionale e definizione del piano individuale di assistenza e di cura;
• garantire, alle persone con disabilità acquisite, la conoscenza e l’accessibilità delle opportunità e
dei servizi disponibili
2) Impegno a sostenere la partecipazione delle persone e delle famiglie alla messa a punto e
realizzazione dei progetti di aiuto
3) impegno a sviluppare le forme di collaborazione e di integrazione istituzionale, organizzativa e
professionale fra servizi sociali e sanitari indispensabili per rispondere alla complessità dei
bisogni con il dovuto approccio multidimensionale e multiprofessionale
4) impegno a rafforzare e consolidare le forme di partecipazione alla programmazione da parte
delle associazioni dei disabili e dei loro familiari, tanto a livello zonale / distrettuale che a
livello aziendale e provinciale.
5) accompagnare l’inserimento lavorativo e assicurare forte continuità con la formazione
Priorità area Disabili
“Indicazioni e riparto FRNA per lo sviluppo della rete dei
servizi per disabili” approvato da CTSS 29 ottobre
Approvato da CTSS documento relativo a: “Indicazioni e riparto FRNA per lo sviluppo
della rete dei servizi per disabili”
Entro il 30 novembre 2008 ciascun distretto dovrà predisporre il proprio Piano per lo
sviluppo della rete dei servizi per disabili.
I punti chiave delineati :
• Adeguamento del sistema di accesso, valutazione, presa in carico e
accompagnamento secondo i principi di centralità del cittadino, equità di accesso e
trattamento, integrazione tra risorse, servizi, prestazioni…
• Evoluzione della rete dell’offerta
In considerazione dell’evoluzione della figura del disabile (invecchiamento e
diversificazione cause insorgenza) sarà opportuno ridisegnare la rete dell’offerta
diversificandola in conformità con nuove esigenze emergenti, incentrando i
cambiamenti su flessibilità e presa in carico integrata per definizione Progetto
individuale
Consolidamento e riqualificazione interventi socio-educativi ed assistenziali in
struttura residenziale (valorizzazione del PAI,attenzione ai bisogni della persona,
servizi più flessibili per rispondere all’evoluzione dei bisogni;migliorare continuità
presa in carico nelle diverse fasi della vita; definizione di soluzioni “miste” negli
interventi residenziali per disabili; equilibrio tra strutture residenziali e servizi diurni)
Priorità area Disabili
“Indicazioni e riparto FRNA per lo sviluppo della rete dei
servizi per disabili” approvato da CTSS 29 ottobre
•
•
•
Domiciliarità e nuove opportunità assistenziali, sostegno alle famiglie
-messa in rete diverse tipologie di interventi: residenziali di sollievo, sostegno ai care-givers,
assistenza domiciliare..) per prevenire ricorso inopportuno alla residenzialità
-Consolidamento e riqualificazione interventi socio-educativi e assistenziali in centro diurno
-Promozione conoscenza strumenti protezione giuridica
-Consolidamento percorsi Dopo di noi e volti alla promozione autonomia di vita per i più
giovani
-Promozione rete di accoglienza temporanea (posti residenziali e semiresidenziali) per sostegno
e sollievo alle famiglie. Risposte all’ emergenza sia di tipo diurno che residenziale
-Sviluppo interventi domiciliari e territoriali educativi ed assistenziali ed altre forme di sostegno
e consulenza per le famiglie
-Garantire erogazione assegno di cura e contributo aggiuntivo 160 euro
-Interventi per adattamento domestico
Interventi contrasto isolamento sociale volti a favorire partecipazione attiva persone
disabili in collaborazione con terzo settore
Definizione omogenea criteri e modalità di contribuzione, attesi indirizzi regionali, CTSS
ha deciso di avviare un percorso di omogeneizzazione dei criteri di compartecipazione alla
spesa e modalità di contribuzione
Atto di indirizzo e coordinamento triennale:
Priorità per la programmazione sanitaria
Priorità per particolari classi di patologie
– Oncologiche: prevenzione, screening (cervice, mammella, colon),
MMG per promozione di stili di vita corretti, percorsi diagnostici e
terapeutici privilegiati per oncologici con tempi attesa ridotti,
continuità assistenziale ( messa in rete degli interventi di tutti gli attori:
Dip. Oncologico, MMG, ANT, Hospice ecc.), umanizzazione e controllo
del dolore, Rete delle Cure Palliative, appropriatezza e sicurezza
– Cardiovascolari:
prevenzione,
consolidamento
sistema
di
emergenza,massima integrazione fra regimi assistenziali, percorsi
sinergici tra professionisti che operano in contesti diversi
– Insufficienza renale: prevenzione, piena applicazione di quanto
previsto nella pianificazione già concordata
– Patologie Psichiatriche e da dipendenza: presa in carico anche dei
“nuovi” disagi, aumento integrazione con i Medici di Med.
Gen.,ampliamento gamma servizi di contrasto alle dipendenze
Atto di indirizzo e coordinamento triennale:
Priorità per la programmazione sanitaria
Priorità per particolari classi di patologie




Infettive: prevenzione, formazione operatori, Piano di
Prevenzione e controllo delle infezioni legate all’assistenza,piano
AIDS e azioni correlate
Ortopediche e traumi: prevenzione, riorganizzazione del sistema
di Pronto Soccorso e delle funzioni chirurgiche, percorso
“femore”, ricoveri con accessi informatizzati, continuità
assistenziale
Diabete: prevenzione, piena applicazione del “Percorso Diabete”,
valorizzazione del ruolo dell’Infermiere, offerta specialistica
appropriata
Pneumologiche: prevenzione, percorsi diagnostici terapeutici,
assistenza domiciliare in particolare per ossigenoterapia
Atto di indirizzo e coordinamento triennale:
Priorità per la programmazione sanitaria
Innovazione organizzativa e tecnologica

Specialistica amb.: controllo dei tempi di attesa (recente Accordo con
OO.SS.),centralizzazione aziendale gestione liste di attesa,rispetto criteri RER
per eventuali incrementi di offerta

Cure Primarie: nuovo assetto dell’intero sistema, consolidamento Nuclei
di Cure Primarie e delle loro forme Avanzate con evoluzione di tutti i
professionisti che compongono il nucleo, sviluppo medicina di iniziativa,
riqualificazione della Guardia medica e integrazione con i Medici di Medicina
Generale

Rete Ospedaliera: individuazione funzioni e ruolo degli ospedali,
umanizzazione,
integrazione
intra,
interdipartimentale
ed
interaziendale,trasparenza dei criteri di accesso ai ricoveri, ruolo della post
acuzie tra ricovero e domicilio
Atto di indirizzo e coordinamento triennale:
Priorità per la programmazione sanitaria
Innovazione organizzativa e tecnologica

Dip. Salute Mentale: specializzazione e integrazione distrettuale, presenza
attiva in tutte le articolazioni della collettività locale, Piano per le emergenze
psichiatriche a Bologna

Dip. Sanità Pubblica : nuove competenze correlate ai nuovi rischi, Piano
della Prevenzione RER, epidemiologia e promozione della salute

Inn. Tecnologica: stabilizzazione e/o completamento dei progetti del
Piano Telematico Regionale (SOLE, RIS, PACS, reti orizzontali), particolare
nota per Laboratorio Unico Metropolitano e Trasfusionale Unico
Metropolitano.

Governo Clinico: rischio biologico, infezioni ospedaliere, rischio
farmacologico, buon uso del sangue
Atto di indirizzo e coordinamento triennale:
Priorità per la programmazione sanitaria
Formazione e Ricerca
in accordo con le indicazioni presenti nel Piano Sociale e Sanitario Regionale:

Formazione: massimo impegno per accrescere le competenze degli
operatori in fatto di integrazione e multidisciplinarità

Ricerca: sottolineato valore della ricerca “traslazionale” (trasferimento
delle nuove acquisizioni nella pratica clinica), sviluppo di nuove
competenze correlate alle nuove tecnologie
Piano di zona distrettuale
per la salute e per il benessere sociale
Piano di zona distrettuale per la salute e per il benessere sociale:
di durata triennale
sostituisce il Piano sociale di zona rafforzandone il raccordo con il Piano
per la salute contenuto nell’atto di indirizzo triennale della Conferenza
Territoriale Sociale e Sanitaria
fa riferimento al profilo di comunità, comprensivo dell'analisi dei bisogni
della popolazione del territorio
individua, in coerenza con l'atto triennale della CTSS, le priorità strategiche
di salute e di benessere sociale nelle diverse aree d'intervento: sociale,
sociosanitaria, compresa l'area della non autosufficienza, sanitaria relativa ai
servizi territoriali
definisce la programmazione finanziaria triennale relativa agli interventi
sociali, sociosanitari e sanitari
specifica le integrazioni, e i relativi strumenti, con le politiche che
concorrono a realizzare gli obiettivi di benessere sociale e salute individuati
verifica l’attuazione del programma di trasformazione delle Ipab in ASP ed
i risultati conseguiti rispetto a quelli attesi, nonché il suo eventuale
adeguamento.
Le politiche di welfare come motore di
sviluppo locale
Il nuovo sistema di welfare che si sta definendo costituisce una risorsa fondamentale per
fronteggiare la crisi economica in atto e che produrrà maggiori fattori di rischio e vulnerabilità
sociale.
Occorre porre al centro della azione di governo la necessità di investire e potenziare il sistema di
protezione sociale attiva poiché è lo strumento che permette alle nostre società di innovare,
sperimentare, rischiare, pur mantenendo un quadro di diritti e di reti di protezione che
consentono ai cittadini e alle imprese di ritrovare la necessaria fiducia di cui necessita l’economia.
Le politiche di welfare di cui abbiamo necessità sono politiche attive, promozionali che
devono concretizzarsi in processi di rafforzamento delle competenze e capacità dei
singoli e delle organizzazioni di accedere alle risorse e alle opportunità del territorio e
di crearne delle nuove.
Il welfare come motore di sviluppo complessivo, quindi anche motore di sviluppo
economico potrà dispiegare le sue potenzialità se le politiche di integrazione
diventano riferimento e orizzonte nella costruzione delle politiche pubbliche in
generale.
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contesto programmazione regionale