Foglio di informazione professionale per gli Infermieri
Pediatrici e gli Infermieri che assistono Bambini
a cura della Società Italiana di Scienze Infermieristiche Pediatriche
Newsletter
Anno IV, Numero 39, Febbraio 2009
Reg. Trib. FI n.5619
RIDURRE L’ANSIA PERIOPERATORIA
NEL BAMBINO E NEI SUOI GENITORI
Massimiliano Stacchini, AOU Meyer, Sale Operatorie
L’esperienza dell’intervento chirurgico può essere paragonata a quella di un viaggio verso l’ignoto; se il paziente è
un bambino, può capitare che i genitori preparino il figlio con spiegazioni generiche, parziali o che possiedono una
forte carica di emotività [1]. Questo può produrre atteggiamenti che ostacolano l’assistenza fornita dal personale
infermieristico, rendendola meno efficace e riducendo il grado di soddisfazione di bambino e famiglia. L’obiettivo di
questo studio è stato quello di sperimentare un intervento educativo rivolto ai bambini che si sottopongono a un
intervento chirurgico di elezione (nello specifico, adenoidectomia e/o tonsillectomia) e ai loro genitori, finalizzato a
trasmettere le conoscenze relative a tutto il percorso assistenziale, dall’ingresso nella struttura sanitaria alla
dimissione, e a ridurre conseguentemente lo stato d’ansia legato all’esperienza dell’intervento chirurgico. E’ stato
inoltre indagato l’impatto dell’intervento informativo sulla compliance al regime terapeutico e sulla percezione della
qualità dell’assistenza infermieristica fornita.
Sono state reclutate 41 coppie madre-figlio, su 44 contattate. I genitori di 3 bambini
hanno negato il loro consenso alla partecipazione allo studio, perché temevano che
un’eccessiva informazione sull’intervento chirurgico potesse procurare un effetto
negativo sui loro figli; in uno di questi tre casi, addirittura, il bambino è giunto alla visita
anestesiologica completamente all’oscuro del motivo per il quale vi era stato condotto
[2]. Le coppie bambino-genitore reclutate sono state assegnate, mediante
randomizzazione, al gruppo sperimentale o al gruppo di controllo.
Protocollo del gruppo sperimentale: circa dieci giorni prima dell’intervento chirurgico, il
bambino e i suoi genitori incontrano l’anestesista. In questa occasione, viene
consegnato ai bambini un opuscolo a disegni raffiguranti un personaggio di fantasia che
rivive le tappe fondamentali del ricovero del bambino; i genitori vengono incoraggiati a
leggere l’opuscolo al figlio, una volta a casa. Durante la procedura di accoglienza in
reparto (il medesimo giorno dell’intervento), vengono illustrati a bambini e genitori i
presìdi medico-chirurgici utilizzati nella fase preoperatoria (catetere venoso periferico,
sfigmomanometro, fonendoscopio, camicino da indossare per l’accesso in sala
operatoria, cuffietta) e a scopo anestesiologico (saturimetro, monitor portatile). Un filmato, dotato di un adeguato
commento audio e musicale, presenta i locali della sala operatoria. [3]. Successivamente, viene rilevato lo stato
d’ansia preoperatorio delle madri (mediante il questionario S.T.A.I. Y-1) e dei bambini (mediante test di
autovalutazione) (4,5).
Protocollo del gruppo di controllo: Nel corso della visita anestesiologica vengono fornite informazioni circa
l’intervento a bambini e genitori. Non viene consegnato il libretto a disegni. All’accoglienza in reparto madri e
bambini vengono fatti accomodare secondo le consuete abitudini del reparto. Prima di qualsiasi ulteriore intervento
infermieristico viene misurata l’ansia preoperatoria di madri e bambini mediante l’utilizzo degli stessi strumenti di
valutazione adottati nel gruppo sperimentale.
In entrambi i gruppi è stata ripetuta la rilevazione dello stato d’ansia nel periodo postoperatorio. Al momento della
dimissione è stato chiesto a genitori e bambini di entrambi i gruppi di compilare una griglia di rilevazione e le madri
sono state contattate telefonicamente a distanza di un mese per una breve intervista che indagava il loro vissuto
inerente all’intervento del figlio.
Risultati: Lo stato dell’ansia medio delle madri, prima dell’intervento chirurgico, è molto simile nei due gruppi, con
un valore leggermente superiore nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo.
Dopo l’intervento chirurgico, l’ansia delle madri diminuisce del 43,8% nel gruppo sperimentale e del 14,7% nel
gruppo di controllo. Nei bambini, lo stato di ansia prima dell’intervento è significativamente diverso nei due gruppi:
29,8 nel gruppo sperimentale, 38 in quello di controllo. Dopo l’intervento, i valori medi dello stato d’ansia nei
bambini sono abbastanza simili nei due gruppi: 38,5 per il gruppo sperimentale e 40 per quello di controllo.
È stata inoltre indagata anche l’eventuale correlazione fra lo stato d’ansia delle madri e quello dei figli, nei due
gruppi. Nella fase preoperatoria, non si hanno correlazioni di proporzionalità: i valori relativi all’ansia delle madri ed
a quella dei bambini sono indipendenti tra loro (ρ2 gruppo sperimentale=0,0121; ρ2 gruppo di controllo=0,0366). Per
la fase postoperatoria, invece, è presente una correlazione di proporzionalità diretta nel gruppo sperimentale e
nessuna correlazione di proporzionalità nel gruppo di controllo. Per quanto concerne la compliance, si sono
dimostrati molto collaboranti il 26,1% dei genitori del gruppo sperimentale contro l’11,2% del gruppo di controllo. Al
momento della dimissione, i genitori del gruppo sperimentale hanno espresso più frequentemente un giudizio più
http:\\www.infermieristicapediatrica.it
positivo (26,1%)sull’assistenza ricevuta rispetto ai genitori del gruppo di controllo (5,6%). Ad un mese di distanza
dall’intervento, il 39,1% dei genitori del gruppo di controllo ha espresso un commento positivo circa il ricovero e
l’assistenza ricevuta, contro il 27,8% dei genitori assegnati al gruppo di controllo. Inoltre , nel corso delle interviste
telefoniche, l’11,1% dei genitori assegnati al gruppo di controllo ha espresso un commento negativo sull’esperienza
dell’ospedalizzazione, mentre nel gruppo sperimentale non è stato riportato alcun commento negativo.
Conclusioni: La modalità sperimentata di preparazione all’intervento chirurgico si è dimostrata efficace. Un’adeguata
informazione fornita ai bambini ed ai genitori del gruppo sperimentale fa diminuire lo stato d’ansia. Le madri
informate efficacemente in merito all’esperienza che stanno vivendo insieme ai loro bambini, rendendo meno
ansiogeni e traumatizzanti alcuni aspetti del normale decorso postoperatorio. Questo minore stato d’ansia si
trasmette ai figli, tranquillizzandoli, e la maggior tranquillità dei figli rassicura a sua volta le madri, generando in tal
modo un circolo virtuoso.
Bibliografia
[1] J. Berenbaum, J. Hatcher, Emotional distress of mothers of hospitalized children.
Journal of Pediatric Psychology, 1992; 17: pp. 359-372.
[2] Z.N. Kain, S.M. Wang, A. Caramico, M. Hofstaedter, L.C. Mayes, Parental desire for
perioperative information and informed consent: a two-phase study. Anesthesiology and
Analgesy, 1997; 84: pp. 299-306.
[3] H.W. Karl, K.J. Pauza, N. Heyneman, D.E. Tinker, Preanesthetic preparation of
pediatric outpatients: the role of a videotape for parents, Journal of Clinical
Anesthesiology, 1990; 2: pp. 172-177.
[4] R.S. Hannallah, J.K. Rosales, Experience with parents’ presence during anaesthesia
induction in children. Journal of Canadian Anaesthesyologic Society, 1983; 30: pp. 286289.
[5] Z.N. Kain, L.C. Mayes et al., The Yale Preoperative Anxiety Scale : how does it
compare with a “Gold Standard”? Anesthesiology and Analgesy, 1997; 85: pp. 783-788.
LA SCALA GLAMORGAN PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI
LESIONI DA DECUBITO NEL BAMBINO
Willock J. Paediatric Nursing 2008; 20 (7): 14-20.
Esistono diverse scale per la valutazione del rischio di lesioni da
Fattori di rischio
compressione in ambito pediatrico. Molte di queste sono
punti
Se i dati numerici come albuminemia o l’emoglobina non
adattamenti di strumenti progettati per la valutazione del rischio
sono disponibili scrivere il punteggio 0
negli adulti (es. la scala di Braden per gli adulti è stata modificata Può essere cambiato di posizione solo con grande
20
in Braden Q per i bambini). Uno degli ultimi strumenti sviluppati per difficoltà o causando un peggioramento delle condizioni anestesia generale
valutare il rischio di lesioni nei bambini è la scala Glamorgan. Si
è in grado di cambiare posizione senza assistenza 15
tratta di uno strumento realizzato squisitamente per l’ambito Non
non controlla i movimenti del corpo
pediatrico, che valuta il paziente secondo 12 item, per ognuno dei
Presenza di mobilità, ma ridotta per l’età
10
quali deve essere attribuito un punteggio dal professionista che
Mobilità normale per l’età
0
esegue la valutazione. Gli item inseriti nella scala Glamorgan,
Presenza
di
presidi/oggetti/
superfici
rigide
che
esercitano
sono stati selezionati sia sulla base di dati epidemiologici che
15
pressione o sfregamento sulla cute
dimostrano la relazione tra la presenza della variabile analizzata e
1
l’insorgenza della lesione da compressione, sia sulla base del Anemia significativa (Hb< 9 g/dl)
Febbre persistente (temperatura> 38,0°C per più di 4 ore)
1
giudizio clinico di professionisti esperti nel campo della cura delle
lesioni da compressione. Il punteggio attribuito per ogni item è Ridotta perfusione periferica (estremità fredde/ tempo di
1
riempimento capillare> 2 sec./cute fredda e chiazzata)
direttamente proporzionale all’intensità del rischio. Il punteggio
1
finale, ottenuto dalla somma dei punteggi riportati per ogni item, Nutrizione inadeguata (consultare il dietista)
1
inserisce il bambino in una delle tre categorie di rischio individuate: Ipoalbuminemia (< 35g/l)
Peso inferiore al 10° percentile
1
Punteggio >10 e ≤ 15 = a rischio, >15 e ≤ 20 = ad alto rischio,
Incontinenza
inappropriata
per
l’età
1
> 20 = ad altissimo rischio.
Quanto è “affidabile” questo strumento? Utilizzando i dati rilevati Punteggio totale
da ampi campioni di pazienti pediatrici ricoverati, è stato stabilito che la scala Glamorgan ha una sensibilità del 100% (il
100% dei bambini che hanno sviluppato una lesione da compressione erano stati definiti “a rischio” secondo la scala
Glamorgan), questo permette ai professionisti sanitari di mettere in atto tempestivamente ed efficacemente dei sistemi di
prevenzione.
Rispondi al quesito e vinci un libro
Tra tutti coloro che invieranno entro il 12.03.09 la risposta corretta alla mail: [email protected] verrà estratto a sorte un nominativo
che vincerà il libro “Mosby’s– Pediatric Nursing Reference” di Betz e Sowden
Il Quesito di Gennaio
IL QUESITO DI FEBBRAIO
Ad un piccolo paziente è stata diagnosticata un’otite
media. L’infermiere dovrebbe dare massima priorità ad
insegnare ai genitori:
1. Come somministrare le gocce per l’orecchio
2. L’importanza di completare l’intero ciclo di antibiotico
terapia
3. La gestione di un drenaggio per timpanotomia
4. Come evitare gli allergeni presenti nell’ambiente
Child Health Nursing, Reviews & Rationales pag.58
Sei l’infermiere di riferimento di un adolescente con allergia nota al
lattice. Nella pianificazione assistenziale, devi scegliere gli interventi
infermieristici da attuare per prevenire una reazione allergica nel
paziente. Quali tra questi includi? (Possibili più risposte)
1. Usare solo guanti senza lattice
2. Togliere dalla stanza tutto il materiale contenente lattice
3. Usare solo farmaci contenuti in flaconi di vetro
4. Tra i presidi contenenti lattice tenere nella stanza solo quelli non
invasivi
5. Preparare un carrello latex free da tenere nella stanza del paziente
Le risposte esatte erano la 1, 2, 5
Al quesito di Gennaio hanno risposto 27 colleghi, con 15 risposte esatte e 12 non corrette. Tra i colleghi che hanno dato risposta esatta è
stata sorteggiata la collega Annalisa Oliveti dell’ Ospedale Beata Vergine Mendrisio, Ticino - Svizzera, che ha vinto il libro
“L’assistenza centrata sulla famiglia”. Congratulazioni !
http:\\www.infermieristicapediatrica.it
Scarica

IdB Febbraio 2009.PUB - Società Italiana di Scienze Infermieristiche