I Processi Politici di Barletta
negli anni 1848=1849=l 850
::
racsolti ed annotati
da Benedetto Paolillo
C. DellisantÍ = Barletta
Prem. Stab. Tipografico
ALLA VENERATA IVIEMÓRIA
I
DI MIO PADRE E DI MIO FIGLIO
CHE ENTRAMBI IL NOME D'IGN AZIO
ORTARONO IN VITA
QUESTI RICORDI
DI
AF'il;rllHlruRo
,"?99999?999999999
ffi
A CHI LtrGGtr
Fu
cos;tante mio propòruiment?
,fu,
ricerche
rti ?to-
interessare Più da ai'
nostra città, ferrnarudo,mi su guelli . rrteftenti
tizie e docurnenti,
cino Ia
Ia storia
sero
i
ch,e lotesse?/o
coroternpora,tnea,
guattro
i cwi doli rnegl'io determinas-
interessantd
periodi del nostro Risor-
girnento.
blicare;
di
f* data l'opporlunità eto puóaltri, che ho fra le mani, Ii pubblich,erò fra
Paourclti
essi rw.
non rnolto, col f.rze di ricon,dartí ai iresenti, 1)erchè guas'i
futti gti scrittoii di
cose
patrie trascuî,arolto f&tti
sto-
rici di tale importanz&.
il
LorrREDo, ruella slta, magistrale opera sulla
Storia di Barletta,
,fu cerdno bensì., %& ",fuS7taolrnente,
rnentre guei rricorrli, passati, ?er così. dire, sotto i no-
stri
%e
occ/ti, rneritauarul a,aere maggiori dettagli 7vs,lle
Ioro molteplici cit,costoroze clae li precedettero e li sus-
seguirofrto.
7
Sul periodo del rfgg,,tarato pieru9 /i dfficoltà,
raccolgo tuttora notizie, roaistorudo roegli Arch,iui di
ric{estò iro t:wtto ta 1îe'rezz& det sucî,o dritto,' 0d aleggz'ando sulle alfuonte popolaziorui ci ,iotzò l'anelata ti-
Stato, e irt. gwalche ó'uona cron&ca c{ella nostra Pror,,íncia; e se rní sarà possióile pr.orruetto di pubbticare
bertà.
?/na dettagliata
rta,?/?/a,zione.
Swlle uicerude del tSzo-2r, essendo'rni riwscito
?neruo
di notízie, ?ybhlicai la rnia
operetto,: La Setta dei Carbonari di Barleqta.
Qwelle det ú 48 le pubótico ac{esso, rnccolte nei
Processi Politici di qwell'arono, dai qomli si può rileao,î/e il moz,irnen,to collett'iuo della z,ito cittadina, it ridfficoltoso zl rinaenirneruto
'
sueglio delle sopite sperareze, le aspit,azioni del nostro
di lióertà, fenoru,e%i ttr,tti ch,e preludiaao,no alle finolità di ?,tna, ffulza (Jnila, (anto Più c\e
it fetidico grido della ,ircossa,, f* a,î0n?,tnziato dolla
popoto in. fatti
aenerando
uoQe di un. Porotef.ce,
ed u Lwi s'innrrlzarono
prec[ e beneclizioni da twtto wn popolo grorno
ed
oppra sa.
Mn pwre gaesto uolta il poteru,te genio del rnale
soprffice e sfficò le ridestate sperarîze, e i destirui
della Patr.ia r.ícadc{ero rcella Più odzoso delle reazioroi.
Ancora ,ína aolta si passalru??.o tristi aroni i7z gwello
scitr,gur.ato decennio, ch,e a& dal t849 al t85g/ decerunio
pieno di toegwizie e di delitti d' ogni sorta, che lanto
depresse
/lh
funestò gli anirni dette popotazzoni itnliaree.
/r, f,nalnaerute urutalÒa raouella. spwntò do,lla
e
estrentct Sicitia;
-
il
Gero'io uerudicatore deil'
ftaha si
Le rnen'torie
cke stanno tra t'l úSg e tg óo, le
l/ct'ccolsi iru taruti articolt. separati, ch,e puóòticai swl
g'iornale locule Il Fieramosca , nit. rourneri datt'S al
zo,
a,wao
fV, rgro.
'
t/i ko così. espostz' í rniei proponiment.i;
seruto
rlei risultati
gwire,
clae se
ch.e *aeglio
ae
rni solto riusciti
li
pre-
coruse-
non corapleti ne/la loro irutegr-ità, tuttauolta
(z qa(alche cosa, serairolavao. Alutt,o
storico cittadino, se' lo
ua'ntaggio, troz,ondo
in
credeo-à,
f,dwcia,
ch,e
il fwtwro
?oh,à g.ioua?,sene daztla aia spianato;
gu,alc/ae .wzodo
e clae se a, Più array'ie ricerch,e rìuolgerà le inclagini,
potrà rneglio proseguire ne/|ard?,to c&narvdino che lo
condu'rrà a//a rrzeta di cornpletare la nostr.& istoria !
RII{GR AZIAMEI\TO
Debóp
alla sguisita
uerio Daconto
,'portanti
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a frocxtra,rrni.
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gentite
donato,re.
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di Giouirr.ctzzo, il possesso di questi imche ip fe, più anrai, malgrado :
futicose ,ricerch,e, rcon riusìryi
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...
corte:sia delt'àsirnio
Earletta, M"ggl" rgrf.
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BgNnDETTo peolrr.,l,o.
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:
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FU ANNUI\ZIATA A BARLETTA
LA C0STITLJZI0NE DEL ú48 -- :-
COME
-
s
(Dal giornale L'Omnibu.s di Napoli , Í9 febbraio detto anno).
Barletta: Quando giunse la vettura della posta'da
Napoli, e il corriere annunziò la decre tata Costitu-
-
di Barletta,
famosa per italico fatto,
che vale gloria, in meno che
il dico fu piena di gente
ziooe,
la
piazza
di ogni condizione
che si abbracciava fraternamente
piangendo di tenerezza. Un ,grido generale si elevò :
aiua Pio IX, uiua il Re, uiaa l'Italia, uiaa Io Costi-
tuzione..L.ggendo che il buon re ri , era insignito
dei color r nazionali, tutti -si ornarono il petto. Térnendqsi qualche disturbo da parte dei maligni, come
in altri rincontri è accaduto, le autorità ordinarono
zza, che in men di un'ora fu
slcurezza,
una guardia di sicure
- formata, e che dignitosamente serbò e serba tuttavia
la pubblica tranguillita.
:
- I'2 fu la sera. del 3 I geqqaio per
tutti i barlettani ! Non vi fu pompa in teatro, ffia la
vera gioia, Ia vera allegria del cuore , La musica
cantata in tale serata non la ricordo, perche dal levare della tela le grida ,Cegli evviva soffiocarono il
canto degli attori. Solo si fe' sile nzío al duetto': in
ftalia anch,'io sort ruato, rualedetto clti l'oltraggia / tanto
italianamente espresso dat'maestro Pacini; e percio
credo che ,si.'' cantasse La,^Fidanzata- Cors&.
CompaÍve improvvisamente in platea il tricolore;
oh spettacolo di .sincera commozione: tutti lo veneravaoo; tutti lo baciavano: di mano in mano passo
dalla platea ai palchi i un grido di applausi, un inno
del cuore mi assordi, mi rapi ! La mattina seguente
si raccolsero forti somme di danaro per distribuirsi
ai poveri, inabili al lavoro, ed ai bisognosi ritirati.
B.ella e ricordevole
.
a
.
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ri.
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I
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IL 15 MAGGIO 1848
-
ANTEFATTO.
-
u Appena nel regno si sparse la nuova degli
avvenimenti della Capitale del r 5 maggio r 848, l.
Calabrie erj il Cilerrto insorsero armata mano. In
Cata nzaro fu stabilito un comitato di sicure zza, cop
a capo il barone Marsico, Intendente della Provincia:
in Cose nr^ fu creato un governo provvisorio, di cui
-fecero parte il colonnello Spioa, comandante
le armi
della provincia ed il Pianell che comandava un bat.
taglione di cacciatori ; ed a Filadelfia infine si formò
un campo di B mila uomini, per vendicare i fratelli
trucidati nelle' case, per le vie F sulle barricate di
Irlapoli.
In
Puglia, a I ecce, si proclamo il governo provvisorio; Molfetta si misd. in armi sotto la direzione
di Giovanni Cozzoli: le associazioni politiche di Ruvo
,t#
.:
..
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j-
e di Andria si diedero ad operare alacremente: a
Monopoli si formo il disegno di proclamare il governo provvisorio, "quirri convenendo . gran numero
di liberali di nostra provincia, con 1o intento di accordarsi su cio che bisognava operare, in vista della
pericolante liberta.
B:lri, Trani, Altamura ed altri centri importanti
si agitavano egualmente, nè a Barletta il fermento
fu minore, stanteche si discuteva bensi sr.rl d" fare,
.:
ma si stimava attendere le decisioni di altre citta,
specie Bari , a fine di promuovere un' azione collettiva.
A rompere gli indugi, nel vegnente luglio, come
appresso si dirà, nel Circolo politico, che teneva le
sue adu nanze nella chiesa di S. Andrea, fu proposta
la proclama zione di un governo provvisorio e la
spedizione di gente arrnata cla mandarsi in soccorso
delle Calabrie insorte. Ma si I'una che l'altra proposta non ebbero seguito, come provarono gli avvenimenti che susseguirono e che spiegarono le ra'
gioni di quelle perplessita
Ed ora, che fu il I 5 maggio I Come e perche
avvenne? Da chi provo cata quella sciagura nazionale ? Per quanto ci sara possibile cercheremo di
indagarne le cause, riassumendole brevemente.
Scrittori, cronisti e fin la stampa di quel tempo,
forse perche scrissero sotto la impressio ne del ter!
15 --
ribile momento, tìon ci fornirono un cotributo esatto
di quei fatti, SU cui si fosse potuto venire a conclusioni
serie, che dovevano e potevano interessare la storia!
E si ebbe che, divagando in conpetture strane
e partigiane, riversavano la colpa ora sui personaggi
che vi figurarono nella tragica sceo3, ora sulla scaltrezza del principe regrante.
Certo. e che le riforme ottenute nell'alta e media
Italia negli anni '46 e '4T non valsero a commuovere I'animo di Ferdinando II, nè quello dei ministri
del suo governo: e di concerto, è lecito dirlo, attesero che la tempesta si dileguasse, se nza accorgersi
che venivano investiti furiosanlente !
Messi alle strette, e non volendo essere travolti
dall'impeto della bufera, il giorno r6 gennaio r 848,
,
cornpar\rero sul (( Giornale Ufficiale delle due Sicilie
>
gli schemi- delle prime riforme, consistenti in una serie di decreti intorno alla stampa, alla Consulta di
Stato e alla particolare amrninistrazione della Sicilia,
già insorta sin dal r z cletto mese.
.
Questo movimento rifornrista non soddisfece i popoli del reame, i quali stanchi e insospettiti chiede-
vano ben altro che quelle larve di riforme, ma una
larga costituzione addirittura ! Poveri illusi ! dimenticarono gli antecedenti fedifraghi di quella dinastia,
domandandosi se era possibile, che un nipote
.non
Ferdinando IV, poteva spontaneamente largire
volte giurata e spergiurata
una Costituzione
-tante
dai suoi reali antenati I
A quel tempo non tutti i Carbonari del '2a e 'zr
erano scesi nella tomba: i sopravviventi ?mmonivano
con ogni mezzo la nazione di stare guardinga, e a
non fidarsi deile blandiz;ie ferdinandee: pensasse che
lo spergiuro e il tradinrento, erano le armi ones,te di
quella casa regnante ! !
Se non che gli eventi incalzando, il zg gennaio
di quell'anno, furono promulgate le basi di uno Sta.
,tuto, che re e ministri promettevano completare e
pubblicare nel termine di dodici giorni.
Si compose cosi il primo mi'nistero costitorionale,
sotto la preside nza,del duca di 'serracapriola -col por'
Paql o Bozzelli agli
,tafogli degli esteri,l
"-,Francesco
di
!
.interni.
Chi fosse questo. Boz zelli, su cui si fbcero ca,Cere
rilita, ,che ebbero a verificarsi in
c[uell'anno rnemorando, campo d'insidie, tradimenti
e.sciagurel.-Èciòche"diremo.brevemente
,,Rezzelli era un sincerissimo liberale: prese paqte
,ai movirnenti, politici del .ieo e '2r:,seampato al iGàpestro subi 'la carcere e I'esilio per r T anni : e sol<r
nel,. r84l pote r.ivedere la patr.ia! Ferdinando II. lo
,ponosceva a fondo; sapendolo liberale 1o volle suo
.
-'
.''.
.
ministro per insidiarlo
17
e coînprometterlo, come gli
venne fatto conseguire !
Tutte le male arti che si usavano contro il nuovo
ordine di cose, i risultati derivanti si facevano ricadere sul Bozzelli, il quale confidanclo nella creduta
sincerita del principe, inconsciamente si prestava ai
suoi voleri liberticidi, non accorgendosi, che cosi
oprando, diveniva I'odioso strumento nelle mani
del
re
!
Il 24 flebbraio
Ferdinando II, re delle due sicilie, giuro sui santi Vangeli la Costit ttziane del regno,
nella chiesa di SaÈ Francesco .da paola, e con lui
i
capi supremi dell'esercito, della magistratura e degli
impiegati piu erninenti dello Stato . La bandiera boraa
bonica (triste indizio) resto quella che era prima senza
essere fregiata dai tre colori italiani.
Al
Bozzelli, fu espresso volere del re, venne dato
I'incarico di egmpilare lo schema dello Statuto, che
ci foggio su guello di Francia, includendovi la fcrrmola che sarebbe stato suscettibile di mod.ifiche, d,a
parte del corpo legislativo, tostoche si fosse costituito legalmente; Di qui il pomo della discordia, come
in seguito ebbe- a verificarsi ! !
La Carta francese, per molteplici ragioni, non
si addiceva all'i.ndole ed alla cokura degli italiani
del Mezzogiorno I percio il Boz zelli Re fu aspr.anrente
19-
I8
partito liberale, Presso
del
parte
sana
censurato clalla
cui cadde in sospétto perdendo cti popolarita. Solo
Ferdinando lo incitava 'a proseguire rul falso cammino, lieto in cuor suo, che la zizzania che spargeva doveva fra non molto produrre i suoi malefici
ffutti
!
Tra i nuovi ministri vi fu Aurelio Saliceti, i cui
intenti sinceramente liberali, ven nero apertamente
ostacolati clal re; an zi fu detto che al libero linguaggio di quel ministro, Ferdinando I I lo redarguisse
aspramente , a segro, che indi a poco, costretto a
dimettersi, dovette allontanarsi da Napoli, per tema
di guai maggiori ! Non si mancò di dire, che quelle
dimissioni fossero artificiosan'rente date, corl il pre-
;
La legge elettorale per le elezioni dei depu.tati,
non venne a tempo, e quando giulte era informe
e dissolutrice: I'altra .sulla Guardia nazionale non fu
meglio concepita: di qui malcontento e diffide nze generali. Di guisache il ministero cliffidando delle esigenze delle popol azioni si mostro i*prevideqte in:ìe: e il re incoraggiava Rozzelh a
preseguire; e Bozzel!í vi si prestava inconsciamente,
guidato da un mal genio che il traeva a ruina
Aggiungansi gli errori commgssi dal governo sulla
scottante. verte ftza siciliana', e gli. altri sulla prolun'
gata convocazione dei collegi elettorali e si avra il
!
quadro desolante,
in cui, autore
principale di tante
------ In tanto rimescolio di simulate tendenze, il ministero del 29 gennaio, si dimetteva ignobilmente,
dando luogo ad u n rimpasto che prese nolne dalla
':,datairrchefucostituito,i16marzo|Lapresidenza
fu data al princip" di Cariati, Bozzelli si fece restare
àl suo posto, serbando la sua apparente
írutorità
!
stabilito disegno di semprepitr ostacolare I'incipiente
vita
a.
'
costiluzíonale
!
E continuando nei simulati disegni liberticidi,
v
e
sopratutto su quello della l,erte nza sicilian?, oramai
divenuta inconciliabile, anche questo ministero, dopo
ventisette giorni di vita, cadde sotto la Reale prepote nza,.. Ciò avvenne il 3 aprile r B4B, giorno in
cui fu conlposto altro ministero sotto Ia presicl enza
di Carlo 'froja, uno dei più insigni storici clei nostri
tempi, àmantissirno delle patrie liberta
Egli pubblico un programma degno di essere
ricordato ; ' i pu nti cardinali furono : partecipazio ne
alla guerra di Lombardia; il vessillo tricolore ban diera dello Stato, orga nizzazione delle provincie, riforma della legge elettorale, nomina clei Pari riserbata al re, facolta conferita alla Camera dei d"putati
di suolgere e rnodr,f.care lo Statuto ! Questo sempre
il pu nto culminante della discordia
!
!
,'
42o-
2l
Re Ferdinandg continqava a lasciar fare: sfruttato e allontanato Rozzelli prima, Saliceti poi, ora
veniva la volta degli altri ! Cosi compromettendo sem)re Ir mrsliori
u(omini del partito liberale, facevali
mlg
pre
desigRare alla pubblica riprovazione inetti e turboaa
lenti, percio indegni ed incapaci di regger_e un governo costituzionale
Il quindici aprile furono convocati i collegi elettorali, i deputati eletti in massima parte, rappresentavanb le opinioni, i desideri e le- esigenze della
Nazione. La Camera fu iconvocata pel 15 maggio.
A misura che sÍ avvicinava il giorno destinato
per I'apertura del Parlamento, grovi sospetti di tradimenti rumoreggiavano tra le rnoltitudini della copitale. In seguito fu dimostrato, che i cortegiani
della reggia, gli austro-spagnuoli, i reazionari di ogni
ri,sma, avevano ricevuti la'iniqua parola d'ordi!" gh'è
anziche dirla, preferiamo rimanerla nella penn" i
!
a:-
in )rlapoli i deputati delle
' ' Jella imrninente
za essere preventtl
|
no-n senza
Frattanto giung'evano
'
provlncre,
spaventosa
(
crisi che sovrastarra; nessuno creden-
dola cosi prossima. Si continuava a spargere la voce
che I'occasione di un conflitto parlamentare sarebbe
surto sulla quistionè del giuramento, tantopiu che
il rninistero, nel pubblicare' il programma della $olenne cerimonia, aveva detto che i deputati dov€-
i-
vano prestare giuramento al re e' allo Statuto, e
nu'lla piu !
Nè fu fatta alcuna menzione della clausola espres,r.
sa nel manifesto del 3 aprile, Ta quale conferiva al-.
I'assemblea elettiva il dritto di saolgere e rnodifuare
.l
la Costituzione.
.
I
Da ciò divergenze.di parere e contrasti continui
ebbero luogo tra i deputati, prima della loro legale
riuniotr€, dando colpa al ministero, rite'nuto causa di
si funesto incidente e verso cui le odiosita divenivano ogni giorno più latenti e manifeste.
trn tanto rirnescolio di sospetti, paure e titub anze,
venne I'infausta giornata del r 5 maggio. I deputati
furono convocati in una sala di lVlonteoliveto, ove
l'ambiente era già saturo di elettricita,
'
rertasi la seduta, la formola'del giu-
ramento, il tema dell'agitatissima discussione, che
durò parecchie ore, fu a grande magg ioranza respinta ! Non per questo la Camera ne ristette ; anzi
rivolgendosi al ministero lo esortava a' trovare un
rnorlus uiuendi, perchè il dissidio venisse appianato
con le prerogative dei d.putati e del re.
La notizia di quella scissura tumultuosa, si sparse
rapidamente per tutta Napoli, quando a uri tratto
si seppe dagli stessi deput?ti, che lungo la via Toledo erano state erette le barricate. Questa nottzia
a
22
-*
prOfondamente l'assemblea, i cui membri,
certo, non intesero spingere le cose a quegli estremi.
Det fulmineo divisamento che si credette preso, p€r
a
difeldere le prqrogative costit uzionali, i narratori
contemporanei, non ci dettero sufficienti ragioni ne
dissero che quei segnale di guerra civile, fu tutta
opera della reazione se$ente in Corte, la quale da
tempo con malefici artifici era venuta insinuandosi
tra Ie fila dei liberali,'incitandoli a reagire in quel
modo; e a tutti 'fàcendo intravedere che le insidie
1
e i tradimenti si orclivano irr clanno della Costit uzíon'e
all'amo, ed il cozzo fatale
I liberali
"UUoccarono
non potett'essere Piu evitato
!
!
uditi i primi colpi di moschetro, che partirono dalla
barricatà di S. Ferdinando 'oi.ino alla reggia. Fu'
truppa e il
.la
popolo la mischia fu orrenda. Furono sgui nzagliati
'
' '' svizzeri
' reggrmenti
che combattettr ero con ferocia
1
singolare, e non bastando. i fuochi delle fucilerie si
adopero la mitraglia. I castelli 1n n alzarono bandiera
rossa, segnale dí guerra, e cannóneggiaqdo I'jnfelice
e bella l\apoli, accrebbero il terrore e lo spavento
'd^ raggiungere il parossismo. I ministri fuggirono
atterriti dalle loró sedi, i deputati sgombrarono I'aula
non potendq resistere alla formidabile irru zisne della
23
briaca soldatesca. In quei tragici momenti, fu detto,
.hg dall'angolo norcl di castel nuovo, Ferdinando II
assistesse alla _ strage con felina compiace nza... .specie quando i tiri delle artiglierie colpivano direttamente il palazzo del Parlamentó
Annottava: e la guerra fraticida rlon ancora accennava. a finire : ma Ferdinando in quell'ora tremenda faceva teleg rafare alle pote nze: estere che
l'ordine regnava a Napoli !
Dopo la sanguinosa giornata, si passò una notte
di angoscie tremende, f indomani fy sciolta la Camera, sospesa la Costit uziooe , convocato il nuovo
Parlamento pel r o luglio, ffia dopo due mesi fu prorogata al 3o novembre, e poi, ancora al r" febbraio tB49.
Della qual cosa furono oltremodo inclignati i deputati, rna il re con decreto del r 2 nrarzo di quest'ultimo anno, scioglieva definitivamente il Pailamenuo !
Qui poniamo termine al truce racconto: alla storia il compito di . registrare la verità di quegli eccidî I i\oi iàprendiamo a parlare dei processi politici
svoltisi nella nostra Barle tt:a, conseguenza di quei
fatti delittuosi, la cui eco funesta si ripercosse per
tutte le altre città del reame.
Questo il 15 maggio 1848.
!
-*:
25.
*
PKROCESSO r.
I
a
Intitolazione delt'Archiaìo di Stalo ?er Ia Prouincia
scrcor-o I.
Bafletta, numero r 3 del Registro dei misfatti.
di Bari,
Fe-
f). Giuseppe Campanile fu Ant., di anni 57, Capitano diLazzaretto
4 di Barletta, imputato di discorso letto in una pub_blica adunanza,
tendente a provocare i sudditi a-<t armarsi contro I'Autorità
'
Reale, senza che la provocazione abbia avuto- eftetto, ai ú lu'
"
glio 1848 in Barletta.
I
F'ATTO.
n quasi tutte' le citta della Provincia, sursero
nel r 848 dei Circoli pubbii.i, in cui si discutevano
I
pubblicamente le quistioni del giorno: .anche in Barletta vi fu it Circolo pubblicci, che aveva sede nella
'Esso
di S. A ndrea. (
(
(
(
(
contava 38o soci, o
corne clicevansi, deputati municipali, i quali dove-'
vano pagare due carlini al mese, Teneva [e .sue
adu nanze in detta chiesa, il cui parroco tr). Giuseppe Nlilone non 'seppe negarla .per timore di
(
(
ehe dalle infermita impedito, non Gsercito ntai la
carica. Vice-presidenle Giuseppe Di lrtrunRo, conl-
chiesa
t
2,6
promesso del t B zo, che te n ne testa al partito
< ava nzato fino a procurarsi pubblici insulti. Segre-
(
qualunque rapporto. Le delib erazioni erano so< vente ispirate al pensiero di Saverio Barbarisi, il
( cui interprete era Gennaro Magliano. Fra ipiu
< avan zati erano D. Saverio Mastrolillo e D. Giu-
<q
<(
seppe CamPanile.
hlell'adu nanza del
>
6 luglio r B4B, il causidico
D. Saverio Mastrolillo ed il Capitano di Lazzaretto
D. Giuseppe Campanile, che figuravano alla testa
del partito anarchico, al dir dell'accusa, gridarono
alla istalla zione di un governo provvisorio, e alla
spedizione di giovani animosi recantisi in soccorso
r
dei rivoltosi calabresi; treggenclo discorsi incendi arî,
che dicevansi conservati in copia manoscritta dal Segretario del Circolo Francesco Gervasio, ffia la notizia non era vera, perchè perquisito il domicilio di
-costui non si tror'ò nulla. I{ella chiesa suddetta si
presenrò il t G luglio I' incaricato I). Nicola Cirillo,
reduce da Bari, il quale fece conoscere le risolurioni
.di 'colà.
discorso del Campanile raggiravasi sul modo
di provvedere ai mezzi pecuniarî per la gente che
dovevasi assoldare nei casi di bisogno per I'ordine
Il
pubblico.
27
Ai r 3 di aprile clel r 8 5 o, ve ntu no mesi dopo,
una ordi nanza clel Giuclice regio distrettuale, D. Raffaele Marzolla, iniziava il processo a carico del Campanile. Il Giudice regio D. Gioacchino Prologo, dava
le seguenti informazioni sul Circolo pubblico: questo
venne promosso principalmente dall'avvocato
D. i{i-
cola Cirillo, da Nicola Riccardi, da D. Gerolamo
Boggiano, D. Giuseppe Lavagna, D. Gennaro Magliaoo, D. Emanuele Casarcli ; ne era presidente il negoziante D. Raffaele Perfetti, vice-presidente D. Giuseppe Di Nu n no, compromesso nei {atti del r B z o.
Dal Circolo, continua il Prologo ( ad insinuazione
del Magliano, che istrurnento era del noto Saverio
Barbarisi, il quale di soppiatto regolava I'andamento
prescritto per la propaganda rivol uzianaria >) fu decisa la spedizione in Bari, presso quel Comitato centrale, di un d.putato che fu il Cirillo: << tale rapporro,
12 marzo t85o.
La perquisizione domiciliaria al Gervasio fu eseguita il r 3 marzo dal Giudice regio D. Raffaele VIar>)
zolla con ristrltato negativo. Il primo interrogatorio
dei testi s'inizió il r 8 detto tnarzo, Giudice Raffaele
Marzolla; essi deposero sulle già note circos tanze,
ma senza caricare le tinte. Il reato fu cosi classicato
dal detto Giudice a r4 aprile r B5o. ( Discorso letto
in pubblica adu nanza, tendente a provocare i sud-
29
28
diti ad armarsi, contro I'Autorita Reale, se nza che
effetto'; articoli I 40 e
abbia
f,bta avuto €fletto;
:a
la provo(
^one
123 leggi penali, € manda al Procuratore Generale
in Trani. euesti chiede alla Gran corte, che si spedísca mand ato di arresto contro il Campanile, in
data g maggio r 85o. La corte riunitasi il r 3 detto,
PTROOESSO
Fescro
gli
ami al Giudice Inquisitore per ulteriori
;ioni. Ît Marzolla, a cui tornò la pratica il
r5 giu$no, interrogo nuovi testi. Il Procuratore Generale ai r 3 luglio, in base alle nuove testimonian ze ,
(
riuscite senza effetto, chiedeva alla Gran Corte che
piaccia spiegarsi le provvidenze riserbate >. E la
.Corte
riunitasi ai r 5 di luglio, ordina rnao'
Gran
darsi gli atti all'Archivio, e cosi il processo rimase
,
sosPeso.
PnocBsso
Incartamento sul conto
prèsidente Bianchi, iVlonticelli e Capacchioni giudici,
Morelli procuratore Generale > poiche dal processo
non risulta traccia del fatto, all'unaninrita ordina respingersi
I. -
II.
TT.
12, Í85o-r85r,
di D. Raffaele
fol. 26, n.o 2, Barletta.
Lacerenza
di
Barletta.
FATTO.
La
di
di
sqra del zS ottobre tl4g'verso le ore 4 e 'f ;
notte (circa le 2 3), il dottore Raffaele Lacer enza
Antonio, di anni 3or cla Barletta, uscendo dal teatro, nel ritirarsi alla sua dimora, passava davanti la
casa dell' Ispettote di Poli zia sita in via S. Giacoffio,
accompagnato da altre cinque persone, non identificate, e guardando lo stemma reale , alzò la voce,
dicendo: Qu,onto sei f..., tw, lo sternma, e chi te Io fr
tenere !
Dette parole furono sentite da un tale Giu-
seppe Zicolella intimatore di polizia, che di li passava per' aaro.
L'Ispettore D. Leopoldo l{otarianni, cui il mattino seguente fu denunciato il fatto, fece rapporto
al Direttore del Ministero dell'Interno, ramo Polizia,
dal quale veniva I'ordine di arresto irnmediato, che
fu eseguito'il 23 novembre r 8 49. Denunciato quindi
al Giudice regio Circondariale, f). Gioacchino Prol
3r
3o
logo, questi nello stesso giorpo 2 3, sottoponeva lo
imputato ad interrogatorio che riusci negativo. Il Laa
cerenza, che come si è detto, Venne arrestato la sera
del 2 3, mentre stava in teatro, il giorno seguente
avan zava domanda di libertà provvisoria; il Giudice
delibero soprassedere, riserbandosi di provvedere
gli sarebbe stato rimesso f incartamento clallo
Ispettore di Polízia; intanto cosi fubricava il reato.
( Discorso pubblico cc'n cui si è avuto in mira di
spargere il rnalcontento contro il Rèal Governo. I
La polizia intanto dichiarava il Lacere nza di pessima
quanclo
gondotta politica, per I'associazione continua con gli
i*putati per -gli allarmi del z, 3 e 4 febbraio r84g,
la relazione con f). Carlantonio Gallo, per cui soffri
gli arresti d'ordine del Generale Cav. Colonna' comandante territoriale'
, , Ma il povero clottore notl stanco, non domo,
ai zB novembre avanza nuova domanda 'di liberta
'
e q uesta volta veniva esaudito. I nfatti
provvlsona;
con ordi nanza del 29, il Giudice accoglie la do.manda,
ordinando I'esca rcerazione sotto cauzione di,. f)ucati
non
50. Intanto con quella scarsa pruova il processo
camrninavar per cui il Giudice ,Distrettuale Marzolla,
ai 2S giugno r 85o chiedeva all'Ispettore di Polizia
del l)istretto nuove e convincenti prLlove e te.stimoa.
nia nze
a carico del Lacer enza per potere proseguire
il
t
. L' Ispettore anche lui, poveretto, non sa
che pesci pigliare, e ripresenta lo Zicolella e altri
quattro testi : De Divitiis, Sacco, Loúero e Musti.
processo
Zicolella è inteso il r 3 febbraio: depone sulle nore
circos tanze, gli altri quattro non san no nulla del
fatto, neo hanno inteso nulla. Insomma il processo
imbastito dalla poli zia, sull'accusa del Zicolella, che
in quel tempo trovavasi sospqso dall'impiego, e forse
voleva riottenerlo con u n bel tratto cli zelo, cadde
perchè nato' morto. Ben se ne accorse il Procu ratore Generale, che il 2 3 febbraio r 8 5 o, emetteva
requisitoria chiedente la sospensione del processo
per insufficienza d'indizii; e la Gran-'Corte riunitasi
il 2 S detto, provvedeva .unlformemente, ordinando
inviarsi gli atti all'Archivio,
' Ma nei
riguardi del povero Lace renza è proprio
il caso di esclamare : <( mentrè spunta l'un, lialtro
matura >>. Infatti un altro processo s'imbastiva a suo
danno; poiche ai zo gennaio r B 5o, il Sottointendente di Barle tta, per superiore disposiziÒne (leggi
Aiossa) faceva arrestAre D. Raffaele De Nittis di
Vincenzo e . D. Raffaele Lacer enza di Antonio rimettendoli al potere giudiziario. Ii r Z gen naio r 8 5 o lo
Ispettore l\otarianni, dietró ordine clella Sottointendenza, in data ÍG, accompagnato da un Cancelliere
e vari testimoni, dal Tenente della forza pubblica,
a
32
,*
33
€ da alcuni militi, si recava in casa del L,acerenza,
verso le ore due altimeridianer per eseguirvi una
perquisiziofie. La casa clel Lacer enza scapolo ed
Medicina e la Chirurgia, Si componeva,
come appare dal verbale, ,Ci due stanze ed una cucina, uo piccolo quartino dunque. Quivi, dopo avere
esercente
la
rovistato, si sequestrarono 2 5 lettere tta italiane, ingtresi e francefl; un optlscolo o ponph'let po'
litico, intitolato : Testamento olog'r,"ft d'i trro?îcesco '5ìduer,io it can rettiere (ri alludeva al faurigerato Del
Carretto), stampato, €d una satira in versi, intito-
t'tto
lata
:
(Jno paro/a
in
conf,denza,, manoscritta. (r)
testarnento olografo
col motto : Render sogliorto gli
.
-
Era stato I'Aiossa, Intendente di Bari' come abbiamo sopra accennato , a dare disposizioni per la
visita domiciliare e I'arresto, come appare infatti da
(r) Il
una lettera di guesti, in clata '26 gennaio r B5o, al
Sottointendente di Barletta, chiedente un riassunto
'gli originali
o
delle lettere sequestrate.
s'imbasti il processo sotto la rubrica per .< cor-'
rispo ndenza politica >
Il Giudice lV'[arzolla intanto, con ordi nanza clel
30 gennaio r B5o, chiamava a tradurre le lettere
scritte in straniero idioma D. Cristoforo Lauria, napoletano residente in Barle tta. euesti compiva appuntino il proprio doyere, e dal testo clelle varie
traciuzioni si ricavò.... null", Frano delle lettere pri
vate di -amici i nglesi e fran cesi, poiche è be ne ri cordare colne il Lacer enza avesse prima di questi
fatti, esercitata con molto onore I'arte salutare in .
I nghilterra. Ma il povero dottore languiva in un
ao-
mini irnmsrtati le gran uiriìt, ecl ancora i grandi delitti. Eccone un
iiassunto trovato nell' incartamento processuale. Cor4incia I'anonimo
autore col supporre essere noto nel reame delle due Sicilie il nonre
,di Francesco saverio il carrettiere, perchè mai anima più scellerata
di lui apparve in forma umana. Sotto il suo Ministero di Polizia
seppe essere despota é tiranno, ,facendosi sgabello di satelliti e-gen-
darmi. Ma abbandonato dalla fortuna e manifestandcisi i suoi segreti,
era tempo di far noto il suo testarnento ; col quaie lega ir prezzo dei'
ttsurpate
suoi 'beni ai poveri, in compenso di due terzi delle rendite
sui condannati di rremiti, sotto conclizione di pagare al gioielliere
di chiaia le gioie che di sua spontanea volontà gti furono rubate :
sacon dichiar azione che dacche fu eletto capitano per salir sublime
palardo, 'Insonti, Bandidra, ecc. -Indi lega
lno al pensiero
a
Pap:
Passaro, suo amico,- i[
cerotto dei mustacchi ed a Winspeare.i due denti rimastigli, coi
quali giurò vendetta di lui per essersi opposto al suo volere di far
sttozzare nel 1845 un numero di terlizzesi ; all'iniquo vecchietto di
Campobasso il brachiere con fibia d'oro, a Panicocolo la parrucca :
nulla a I). Angelo S. Nicola, e forse che i diavoli negassero I'aclito,
per timore che usurpasse la potestà anche a Plutone, sebbené co*
l'aiuto di Morbil[+, Campobasso, Cristoforo e Panicocolo sperasse
rittscirvi, pure essi cliavoli assentito in tutte le sue ope razioni, dona
loro I'aninta ed il corpo; e se di cio non fossero contenti donera
anche le anime dei suddetti, che come in vita, sararlqo in morte,
strumerrti del suo volere, Firmato ; t{n arrabbiato !
.
-
34 -;-
35
carcere, dal quale il .r 2 luglio, doBo la chiusura
dell' istruttoria, co n u n esposto al Procuratore Generale chiedeva la escarc eraziooe , appoggiandosi al
fatto che nelle carte sequèstrategli non si erano
rinvenuti elementi di reato: Ed i,nfatti il Giudi.llnquisitore, nell'accompagnare i documenti alla Pro'
cura Generale, dava parere favorevole all accusato,
in quantoche,. cosi ragionava il Mazzolla, i due opu'
scoli sequestratigli, se hanno il carattere di opuscoli
porrtrcr, non di meno manca la prova che il Lacerenza li abbia dirrulgati, il che puniscono le leggi,
menti.' n.rn abbiamq nel'.Codice arti'colo che ci au{a
.
.
f '
torizzi apro'cedere contro'.chi semplicemente detiene
cotali scritti.
'
.
1----l:-.
^/-i
nunitasi "il l3^ luglio, su uniforme
La Gran Lorte,
richiesta dgl Procuratore Generale, ordinava il La,enisse posto in liberta, mandando gli atti
t
'all'Archivio.
i
PROCESSO TII.
Fascrcor.o
I. -
20
Pnocnsso
.
I.
l{.o
-rze del registro dei delitti.
Barletta.
Attentato avente per oggetto di cambiare il Governo.
- z, EcCitamento di guerra civile tra gli abitanti di una stessa' popolazione, e tentativo diretto ad organizzare bande per dividere
proprietà di rlrìa (Jniversità di cittadini.
- ,3. Tentativo di violenza per costringere gi'incaricati di una pubblica amministrazione a non fare atti clipendenti dal loro ufficio.
- 4. Discorso
pubblico, col quaie si è avuto in mira di spargere il malcontento
contro
braio
il
Real Governo. Avvenuto
in Barletta ai 2, 3 e 4 feb-
1849:
IMPUTA'TI:
Giuseppe Rossi
rante in Barletta -
di
fu Gerolamo, da ,Napoli, dimoD. Gabriele Leone di Fran-
i ,7,
impiegato comunale
Domenico Davirto fu Raffaele, di anni ,7, fochista
D. Giovanni De Monte, proprietario D. Tommaso Sarcioà, avvocato Ruggiero ScaraDO, negoziante cli cuoiami -+ Ignazío Stella D. Raffaele
D. VinSalminci f). Francesco Leoncavallo
cenzo Del Sorcio D. Gioacchino Ortona RugD. Antonino Camgiero Alloggio, agente teatrale
cesco Saverio,
panile
L- I).
ann
-
Ignazio Scarano, impiegato comup2ls
-
36
37
D. Francesco Gervasio, nego ziante-orefice
Straniqri D. Andrea Galante
Leoncavallo f). Giuseppe di Lecce
vino
-
ftaffaele
F"ATTO.
-
Carlo Da-
Pietratrtonio Davinobrese Rirggiero Stellatella . I-uigi Montenegro,
appaltatore
-: D. Raffaele dottor Lacer enza rne$ico - D. R*ggiero Di Monte, propri"t"rio :f). Paolo Affaitati, proprietario ^ D. Giuseppe Campanile - Michele De Nittis, scribente D. Gabriele Tato, i-piegato D. Salvatore Qe Carli,
avvocato D: ,Annibale Salmincir proprietario
-
Vito Cianciaruso D. Francesco Lanza Angelo
Castaglraro di Francesco D. Giuseppe De Carli,
avvocato
Icxnzto PnolrlLo--fu -Gennaro, negozianls (r) Rug
glero Davioo, fuochista Giuliano, Giarnm aria,
R,rggiero e Fr:derico fratelii C"ppabiancar proprietarí Luigi Chia razzo, se nsale di grano Ruggiero Chiaf azzo, sensale di gràno
Giambattista
-.
Stella D. Tommaso Salminci D. Giuseppe
Musti fu O ronzio, proprietaris'
Giubeppe T.rpputi.
Tutti di
(t)
Barletta.
-
Padre dell'autore di. questo lavoro.
Verso il caclere del giorno 4 febbruio rl4g, la
compagnia di Guardia Nazionale, comandata dal
capitano D, Giuseppe Musti fu Oro nzio, preceduta
da due trombe, moveva dalla suà sede verso il posto
di servizio, dal Palazzo comunale alla pubblica ii^rr^
di Barletta. Allungando volutamentè il cammino col
passare da strade che non erano le solite, rn? piu
frequentate da gente, con grida cli evviva e lo squillare delle t{ombe si traeva dietro molta massa di
popolo sino al posro di Gtrardia. Qqivi soldati e
popolo, vieppiu numerosi, incitati, emettevano grida:
Viaa la Costituzione, uiua Ia ,Frarccia, .uiua Ia Sicilia,
z,iua Rrgg'iero settùno, aiaa /a lióer.ta. Al chiasso,
alle grida, accorse I'altro capitano della Guarclia lr[azionale D. Gaetano Pappalettere, il quale s'indusse
a provare che cessasse il tumultg, per cu i si f.g"
Iargo fin vicino al Corpo di Guarclia, ma quivi molti
gli si serrarono attorno, e fra questi D.
-Gabriele
Leoo€, il quale col cappello in mano voleva obbligare il Pappalettere a ripetere gti evviva suddetti,
It[egandosi costui fu investito dalle voci di abóasso,
aòbasso, fwort Io spiorue, Si dovette reputare per
fortunato se pote cavarsela fuggendo, senz'alcgn altro
'-38
guaio che i fischi. e le grida. Si - vuole che venisse
anche il sottointendente cav. coppola a far da pa'
ciere, ffia con^ lo stesso lieto successo di fischi e d'insulti. È questo inrrero 'n punto alquanto oscuro nel
; il Sottointendente tron fu invitato a deporre, nè in alcuno dei suoi rapporti parla di fischi
e d'insulti ricevuti, e se non tle fece parola noi
siamo indotti a credere che veramente.toccò la sua
parte, essendovi chi riporta il fatto per averlo Pre'
una
sen ziato. Che diamine ! non è piacevole per
autorita confessare modestarnente di averne toccate !'.
Intanto la climos trazíane sen z'alcuno che la dirigesse, diventava piu disordinata, ed ogni storto
caprlcclo del primo arrivato \"eniva, appena proPgaa
sto, eseguito.
Cosl ftt che, Carlo Davino e il stro figliuolo Domenico ed altri ancora, dopo avere eccitate le bramosie e gli odii del popolo contro i possessori cli
terre. comunali
(t.),
guiclando un branco di dimostranti,
la di, venuto a Barletta Ferdinando II , promise
non venne
visione delle terre demaniali ai barlettani ; promessa che
dei
qui
l'eccitamento
Di
autorità.
attuata da parte delle competenti
intento.
f
conseguire
Davino erd altri, i q.r^li credevano in quei moclo
di
Fu solo ai 20 aprile del rg5o, che una ordinanza dell'Inte'dente
la riparBari, barone l,uigi Aiossa stabiliva, sotto. date condizioni,
Mezdelle
altre
le
dggiungevansi
tizione delle terre divisibili, a cui
e
Mercauti'
zq.îee arenal| dette di S. Ruggiero, S. Nicola
(
r) Nel
1847
-:39
si recarono prima sotto il
palazzo
del SottointenI
dente ad urlare, "phiedendo la divisione delle terre
suddette, divisione in veri.tà già promessa mà giammai inlziata, e poscia sotto il palazzo dei fratelli De
Martino, i quali abitavano clirimpetto al Sottointendente, ed erano reputati possessori appunto di quelle
terre co n troverse.
Questi i fatti nella loro genuinita; si tentò poi
diluir l'accusa, per farci entrare altri casi di reato
e maggior numero di accusati ; si clisse, per esempio, che si tentò d'inrpedire la parte nza della leva
dei soldati del r B 48, e di opporre ostacoli alle opera.
--
aaaaa.a
ztont antrninisrtative perche non si sorteggiasse quella
del r84g. VIa tutto cio, pe r quanto si arrabbattasse
il Giudice Istruttore Gavanclari per trovare prove e
indi zri, non fu mai potuto accertare; sicchè, come ve-
clremo, la Gran Corte stessa cassò dalle imputazioni.
Quello che appaÈe certo è che quella dirnos trazione non fu improvvisata di punto in bianco, o
almeno se
parati
lo fu, certo gli animi vi erano già pre-
; infatti alcuni
testimoni affermarono che anche nelle sere del 2 e 3 febbraio, al montare della
Gr,rardia Nazionale, Si era radunata della gente ed
erano state emesse quelle tali grida, poi tutto era
finito presto, ffientre nella sera del 4, la cosa si
era subito fa:tta piu seria.
4r
40
'fecero
il primo sgomento, trec giorni clopo, ai
si muove il Giudice regio circondariale
istruzione del processo e tanto comunica con lettera
in pari dat'a z8 febbraio al Giudice Prologo. Anche
nello stesso giorno faceva citare nuovi testimoni per
tointendente Coppola porta la data del 23 (occorsero
quindici giorni per accertare i fatti), e in essa spedisce al" Giudice rggio I'elenco cleg| imputati, ecci-
in Trani nel suo gabinetto, più dirigeva all' Ispettore di Pclizia ena lettera chiedente
rapporto particolareggiato sui fatti occorsi e se gli
poteva fornire nuovi nomi di testimoni. Il r o tnarzo
interroga altri testi. In pari data chiede al Sottointendente nomi di altri testimoni e i notamenti degli
Che
Passato
le autorita ?
-
7 febbraio,
D. Gioacchino Prologo, e con una lettera al Sottoiltendente, chiedeva gli elementi necessarî per init
ziare il procedimento penale. I a risposta del Sot-
tandolo acl iniziare subito il processo. Eccitarnento
inutile in verità, perche nello stesso giorn o z J, il
Giudice che non vedeva l'ora di far da sè, chriedeva
al Sindaco di tsarietta, D. Dornenico trlefante' una
aLitanti
trooo, al
ttaccati
nota di cittadini probi ed .attaccafi
"i
.al
vióino al Corpo cli Guardia, perchè*avessero poi potuto depore quali testitnoni. Il giorno seguente, 24,
interroga i primi tesri, i fratelli De Martino fra gli
altri. Molti affermaro no i fatti da noi già davanti
esposti, ma per averne ntito fa,r menzione dalla
voce pubblica; pochi si dicono testimoni di v'ista.
Il 2 S, clopo esple tata la prima prova, il Giudice
Prologo spedisQe il su.o primo rapporto in Trani al
procuratore Generale; continua pero ad interrogare
testimoni il zg, 26, 2T e zB febbraio, nel quale u[timo giorno viene in Barletta il Gavandari cotì le
funzioni di Giudice Istruttore, ed assurneva 1'ulteriore
essere intesi
ufficíàli, bassi ufficiali ecl individui di questa disciolta
Guardia l{azionale (poiche pare che dopo gli avve-
nuti chiassi, per misura preca uzionale fosse stata
disciolta), i quali nelle sere dei 2, 3 e 4 febbraio
montavano la guardia al posto nazionale, e in esso
potettero trovarsi, onde deporre sugli avvenimenti
occorsl,
Al z dî maÍzo, I'infaticabile Gavandari interroga
nuovi testí, cosi il giorno 3, in questo stesso di, con
ordine trasmesso alla gendarmeria da questa im"
mediatamente eseguito, veniva,no arrestati e tradotti
nelle carceri di Trani, non prima di eqsere interrogati dal Giudice Istruttore, gf impurari Giuseppe
Rossi e D. Gabriele Leone. Questi arresti si eseguivano d'ordi,n" del Generale Colonna comandante
territoriale. Davino Domenico veniva arrestato il J,
e irrterrogato il +.
43-_
42Giuseppe Rossi clepose di avere inteso il suono
delle trombe e di aver visto sfilare, dinanzi la bottega,
nella quale lavorav?, la Guardia Nazionale, dalla
quale partivano pure delle grida di : Viaa Ia Costi'
twzionel Non sa altro, e non si mosse dal suo posto,
non abbandono il lavoro per seguire la Guardia"
D. Gabriele Leone non nega di essersi trovato
in mezzo alla dirnostrazione al Posto Nazionale, affimise che al Capitano Pappalettere fosse stato intimato di gridare : Viaa la Costitwzione / al che questi,
schermendosi, rispondeva, crollando le spalle,
il;i; " se si
precedere dal suono clelle trombe, ftr solo per anira
recero
I
mare il servi zio, che da alquanti giorni si era rila.Í..
sciato, e che si gridava: Viua il Re / Viua Ia Cos(i'
! Tiaa la Gward'ia -Mazionale !
Il T Ínarzo il Gavandari chiedeva i
twzione
documenti
di rito per gl'imputati.
L'interrogatorio dei testimoni si protrasse per
le lunghe; furono infatti alcuni interrogati il 9, il z3
e 2Z marzo; poi il Jo aprile e il 2, 4, 7., g e tQ
rnagglo.
solo reato contemplato clall'art. r4c, cioe cliscorsi
( tenuti al pubblico diretti a cambiare la. forma' di
< goveroo, senza pero che abbia avuto effetto ; at<<
( ciati imputati colpevoli del misfatto
( clefinito;
'Finirà!
,Finit,à ! e che percio gli fu griclato, abÓasso ! Nega
poi ogni a'ltro addebito.
' Domenico. Davioo, interrogato, come dicemmo, il
, affermo che se si fece un giro piu lungo
ili::ol;T';:nhre
Agli B giugno it Procuratore Generale Giov'anni
Chiaia emetteva la sua requi;ito ria; in questa, premesso un breve sunto dei ,fatti, cosi conclude: ( At( teso che dalle, prove raccolte non risulta che il
come sopra
HIEDtr:
Che piaccia alla Corte dichiarare i detenuti
( Leone Gabriele, Rossi Giuseppe e Davino Do( menico, in legittimo stato di arresto contro tutti
gli altri imputati assenti. >
(<
LA GRAN CORTE:
Bianchi, Presidente; Fato, Presidente di Gran
Corte Criminale, destinato a seivire questo Collegio;
De Marinis, Vice-presidente; Chiaia, Procuratore Generale, il quale, dopo letta la sua reqllisitoria, si è
appartato, ài z6 giugno . r B 49:
4i
44
Calabrese, Ruggi"ro Stellatella, Raffaele Lacer enza,
I
ALL UNANIMITA
i reati: eccitamento di guerra
civile fra gli abitanti cli una stessa popol atlone
Orclio?, che per
;
tentativo diretto acl organ izzare bande per dividere
propfieta di una U niversità di cittadini ; tentativo
di viole nz? per costringere gl'incaricati di una pubblica amministra zione a non fare atti dipendenti dal
loro uffrcio, si conserv-ino gli attí all'archivio, e ritenuto il solo reatr: di discorsi tenuti in pubblico,
che hanno direttamente provocato'gli abitanti di Barletta a cambiare la forma di go\reroo, senza effetto;
Ordina: I o per siffatto reato, siano dichiarati in
reale stato di arresto i tre detenuti Rossi Giuseppe,
Leone Gabriele e Davino f)omenico, e che si spedisca mandato di arresto contro Giovanni I)e Monte,
Giuseppe Musti E Angelo Castagnaro ; 2o Che si
conservioo, agli archivi, fino a sopravvegn enza di
nuovi lumi, gli atti carico di Francesco Leoncavallo, Igna zio Scaraoo, Luigi Montenegro' Ruggiero
De Monte, Paolo Affaituti, Giuseppe Carnpanile,
Salvatore de Carli, Giuliano, Giammaria, Rtggiero
e Federico fratelli Cappabianca, Rrggiero Chiar azzo;^
'Tommaso salnrinci ; 3u Dichi ara non esservi luogo
a procedimento penale contro Raffaele Salminci, Vincenzo Leoncavallo, Giuseppe
Di
Lecce, Francesco
Michele De Devitiis, Gabriele Tatò, Annibale Salminci, Vito CianciaruSo, Francesco Lanza, e per essi
gli attî vadano in archivio; 4o E per tutti i rimarrenti imputati riserba le sue clelibe razioni in qualunque stato del giudizio a carico degl' imputati presenti.
E cosi, meno pei sei elencati al nurnero t o, si
chiudeva il processo.
In pari data z6 giugno il Presidente della Grun'
Corte emetteva il decreto di arresto contro Giovanni
De Monte, Giuseppe Musti e Angelo Castagnaro.
I1 giorno seguente 27, pero, i tre imputati, con
loro ista nza, chiedono separatamente alla Gran Corte
un salvacondotto onde potersi presentare innanzi la
Giustizia per discolparsi della imput azione che dicono calunniosa, e nel tempo stesso avanzano domanda di rirnanère a dispo3izione della Gran Corte
sotto un modo esterno di custodia,
La Gran Corte, con decreto di pari data, aceordava, a tutti e tre i richiedentir eus,ttro giorni di
salvacondotto pe.r presentarsi nelle prigioni centrali
di Trani. Il Castagnaro, però, I'istesso giorno zT, veniva arrestato verso le ore r + ( r o a. m.) nella sua
abitazione ad onta clel salvacondotto; esso era ammalato dei postemi di Lrna sofferta bronchite e di
.
idrocele, consegue nza di una petecchiale progressiva.
*46
un secondo esposto' alla Gran Corte,
in data zB detto mese, 'contro il suo arresto illeProtestó, con
gale, comecche favorito dall'accordato salvacondotto,
che questo gli fosse prolungato essendo
.friese ,
.àfrzi,
ancora gravemente infermo e bisognoso di opera-
zione all'iclrocele.
La Gran , Corte, in pari data , a maggiora nza di
voti, ordinava il rilascio in liberta del Castagnaro'
ma non accordava nessuna proroga al salvacondottoMa:per mezzo dell'avv. Luigi Minervini il giorno 30
tornava a pregare per una nueva dilazione, adclu cendo
le sue condizioni di salute, e d allegando
a
conforto un certificato medico, e la Gran Corte concesse altri 4 giorni.
A sua volta Giova'nni Dè Monte chiede una
proroga per malattia accompagnando al . suo esposto un certificato medico, ed anche a questi la Corte
+ giorni ancora.
Ai 4 di luglio il Castagnaro chiede ancora una
solitì motivi;
motivi ma rit'tnitasi la Gran
per i soliti
prorb ga fr.r
.Corte ai 6 di detto. mese, conformemente alla riaccorda
chiesta clel Pubblico Ministero, rigetta la domanda,
perche Ie constava non essere piir il Castagnaro ve-
ramente infermo.
Intanto D. Giuseppe Musti e Giovanni De Monte,
al quale ultirno era già scaduto il salvacondotto fin
no per
alquanti giorni nelle campagne finche, ai. g di luglio, furono sorpresi ed arrestati in una pagliaia
della masseria detta Casabiaruca, nel territorio di
dal 4 luglio, Si resero
latitanti
;
rarningaro
Cerignola
Ritorniamolorn un poco indietro per accennare
ai tre detenuti Davioo, Rossi e Leone. Questi in
data zB giugno avanzavano un esposto alla Gran
Corte, per mano del loro avvocato difensore D. Luigi
Minervini ; in quell'esposto i tre imputati dopo aver
ricordato che già da quattro mesi dura la loro prigionia, da prima cioe che a loro carico fosse conr.pilato il processo; dopo aver protestato la loro innoce nza, avendo la Gran Corte legali zzato il loro
arre.sto, elevaoo, contro il disposto rinvio al gir.r dizio,
I'incompete nza della Gran Corte a giudicarli, pgiche il Pubblico Ministero ha creduto eccepire I'articolo r 40 delle leggi penali, il quale, appunro, parla
di discorsi tengti- in pubblico, ecc:, ma le voci non
sono da confondersi coi d iscorsi ; voci poi ed evviva non locuzioni, da non confondersi coi reati di
cospirazione giusta I'articolo r 40. Voci simili, e d.etto
nell'esposto, hanno echeggiate ed echeggiano an
cora in tutto il regno, voci inconsulte cli giovinastri
eccitati pel rnomento. Dop.l essersi indugiato a ciò
dirnostqare piu ampiamente, chiedoncl che piaccia
-
,
48
49
alla Gran Corte cli' dichiarare la compete nza correzionale, rinvianclo a piede libero gli arestati al Giudice competente, giusto I'art. I 42, leggi penali.
Ai Z di luglio, pef mano dello stesso avvocato,
quillo. Il giro non si allu ngo nell'andare al posto
cli Guardia, rna si batterqno le solite strade, vi furon?. 1. trombe perche i tamburi erano a Canosa,.
Si era di carnevale, tempo di chiassi e pazzie,
il . \rino ' a vil prezzo, un grano la carafa, guindi
molti giovani erano alticci e facili ad emeftere grida,
le quali, dql resto, furono di : Viaa il Re / Viua la
Costt,tuzione /
Fu interrogato, pel secondo, Giovanni de Monte
fu Ruggiero, di ann í 4r, il quale, anch'esso, clichiaro
Castagnaro, detenutQ, produsse la stessa
ecceziorre d'incompete nza come i tr3 di sopra. Il
Procuratore Generale, ai g luglio, veduto il processo
a cariqo di Davino Domenico, Rossi Giuseppe, Leone
anche
il
Gabriele ed altri, imputati, ecc.; veduta la domanda
clei sopra nominati Davino e compagni del z8 gitrgno ; visti gli articoli r 4c, I 42, ,r +3 leggi penali,
conformemente all'art , r 42 leggi penali
;
CHIEDE:
Dichiararsi la cornpete nza corre zionale e di rinviare gl'imputati sotto lo stesso modo di custodia
al Giudice Circondarial-. di Barle tta.
Ai r o suddetto mese il vice-Presidente della
Gran Corte, Vincenzo de Marinis, assistito dal Cancelliere sostituto Scarpetta, interroga i tre ultinri
arrestati, È intesor pe r primo, Giuseppe Musti fu
Oro nzío, di anni 47 , che si protesta innocente: le
grida, egli dice, furono emesse da ragazzi e giovinastri, i quali, dopo aver toccato qualche scappellotto, si allontatìarotlo; al Corpo di Guardia nof vi
fu altro; venne il Sottc-rintenclente e tutto trovQ tran-
-
calunniosa I'irnputazione. Ammise le grida di : Viaa
it Re/ Viua la Costituziàae/ [liua I'ffuha'! madovuti
-Guar'
a giqvinastri che disperse davanti al Corpo di
dia. Tali grida si ripetettero all'arrivo del Pappa'
lettere, ed egli, che trovavasi allora nel Corpo di
Guardia, uscito fuori, vide di che si trattava e torno
a disperdere i gridatori.
Nel dopo pra1r,o, poi,mentre trovavasi nella
' abitazione,
correre al
armato
ad accorrere
fu invitato
propria
.
sotto il palazzo dél Sottointendente, perchè vi'si
enrettevano grida, chiedendo la divisione delle terre
cornunali. A.qorse e con le buone gli riusci ,s'edare
il tumulto: non sa altro. Adduce a testi in sua difesa D. Giuseppe de l,,eotre , f). Saverjo Esperti,
D. Mariaqo, D. Vincen zo, D. Giuseppe e D. Fer:,
dinartclo Cafiero,
;I
5o
Infine fu inteso Castagnaro Angelo fu Francesco, di an n i 43 t addusse, su per giu, le stesse diprecedente, insistenclo nell'affermare non
iptendersi di politica, e non essersi mai mischiato
scolpe
d"l
in alcun disòorso o fatto che vi abbia attin enza..
Piir tardi, nello steSso giorno I o luglio, s! riuniva la Gran Corte, composta di tsianchi, Fresidente;
Fato, presidente di Gran Corte, destinato a servire
nel presenté processo ; De Marinis, vice'Presidente,
Lietc, I\Iininni, gitrdi.i i Giovanni Chiaia, Procuratore
Generale, e Scarpetta, Cqncelliere; la quale Gran
Corte, uclito il rapporto del vice-Presidente de Marirris, Commissario della causa a carico di D. Ga-
briele Leooe, Rossi Gir-rsepd, Davino Dornertico,
Castagnaro Arr-gelo, De Monte Giovanni e D. Giu
seppe Musti, imputati, ecc. Visti gli atti, vista la
requisitoria del Procuratore Generale; visti gl'interrogatorii clegli i-putati, tlusti, De N4onte e Castagnaro ; udito qsso Pubblico Ministero, che oralmente
chiede sospendersi la delibe razione sulla sua requi-'
sitoria, sino a .che sieno intesi . i nuovi testi, special-
mentg indicati dall' imputato De Monte;
ALL'urvervrMtrA
t.
-
trd uniformemente alle richieste del Pubblico Ministero, riserba deliberare sulla compete nza ed or-
il
Giudice Is'truttore del distretto, con sollecitudine, interroghi i nuovi testimoni indicaqi dalI'imputato Giovanni De Monte,
Nello stesso giorno pur'anche (ri aveva fretta) il
Giuclipe Istruttore, che è il solito Gavandari, riceve
I'incarico della nuova istruttoria, ecl emulando in
preste zza la Gran Corte, rî&nda, 1à per là, al Giudice regio di Barle tta, I'ordine di far citare i nuovi
testimoni. La citazione è fatta ai r2, ed in ta,l giorno
cominciano in na nzi a Prologo gl' interrogatorì ; i testi non sanno nuil* di preciso, pur dichi arando lodevole la condotta clel De Mqnte.
Ai r 2 stesso rnese i detenuti Giuseppe Musti e
compagni, il De Monte compreso, chie.devatro, co-n
un loro esposto, alla Gran Corte, che venisse risolta
la eccezione d' incompe tenza sollev ata il zB giugno
ma la loro clomanda non veniva accolta, perche trovavasi ordinato il prosieguo cl' istr uzione, e la processura già inviata al Giudice Istruttore ' di Trani.
Ai r B, pero, riunivasi la Gran Coi-te, la quale. a
rapporto del vice-Presidente de NIarinis, de.legaro
nella causa; r'ista la deliberazion e z6 giugno corrente an no ; vista la dimanda di Dirvino, Rossi e
/\
Uastagnaro, con che si eleva la i ncompete nza; vista la requisitoria al riguardo 'dei g luglio del Pubblico Ministero ; vista la del iberazioue clella Gran
dina chg
;
.
52
53
--
corte del r o corrente ; visto. 1'eseguito prosegtrimento e la requisitoria gon cui il Pubblico Mtnrstero ha chiesto che la Gran Corte spieghi le rirserbate provviden ze; sentito il Pubblico Ministero,
:.
il quale ha sostenuto- la stla sudcletta requisitoria;
VOTO:
ALL,4. MAGGICIpAXZ6 DJ QUAT-pRO SOPRA UN
it fatto attribuito a Rossi, Davino, Leone, Musti,
castagnaro e De IVIonte, uo delitto previsto dal-lecrcri
clel Regio Gíucor
gen1li di competenza
I'art. r+2 leggi oenali
'si mandino i cletenuti, sotto il
dice di Barle tta, cui
moclo di, custod ia, ed il processo per l'analogo prócedimento. Lo stesso Giudice pronunziera lure per
ruttr gr rmputati pei quali la Gran corte riserbo le
sue delibera zioni, e cioe: Saverio Mastrolilli, An- '
'-
o
I t
.
)
drea Galante, Tommaso Salminci, Tommaso Sarcirla,
i
:
Ruggiero scaraoo, vince nzo del Sor rdo' Gioacchino
Ortooa, \uggiero Alloggio,' Antonino C"Ppanile,
"
DoFrancesco Gervasio, Raffaele stranieri, carlo,
rnenico e Pietrantonio Davino padre e figli, Igna ?ío
Stella, Ign azio Paolillt' Ruggiero Davitro, Luigi
Chia ra'zzo, Giovanni Stella, Giuseppe Tupputi'
sballoffiari cgsi i poveri impurari da un giudice
furono' dunque inviati al giudi zio del Pro-
all'altro,
logo in Barletta; a lui si rivolgono il zt, Per ,mezzo
clel patrocinatore Minervini, Giuseppe Musti ed Angelo Gastagltaro, chiedendo la liberta provvisoria;
Prologo. non trova a deliberare perchè i detenuti stanno ancora nel carcere di Trani : ma giunti.
nelle ore pomeridiane di quel giorno i sei arrestati
a Barletta, concede a tutti la chiesta libertà dietró
il
cauzione di duqati 5 per ciascuno.
"
Passo cosi un po' dí tempo, quasi due mesi,
senza che gli accusati fossero chiamati, quando fi'nalmente
ai I3 settembre, il Giudice regio Circondariale, D. Gioacchino Prologo, spedi per mezzo del'
I'usciere Schenober le cedole ai z6 accusati per la
pubblica discussione del processo, intimando tutti i
testimoni per I'udi enza del siovedi mattirra 27 dello
stesso mese. Gf imputati,
a
mezzo dei
,propri avvo-
cati, difensori D. Luigi Minervini e Giuseppe Fràncesco di Re nzq depositarono ai 25, clue giorni prima
dell'udi enza, presso la Cancelleria del Regio Giudicato, le varie posizion i a loro discolPa, indicando,
pel proprir: discarico, numerosi testimoni. Il giorno
appresso , 26, it Gi'udice Regio, sempre d, mezzo
clell'usciere D. Carlo , Sche.nobgr, fece citare iurii i
testi indotti a discarico, oh9 erano, nientemeno, r44,
per l'udie nza delll indomani e per le ore 14.
L' indomani s'iniziò il pubblico dibattimento: al'
I'ora prestabilita si presenlarono, all'udienza, tutti gli
-î- 54
i.putati, meno D. Gioacchino Ortooa, il quale,
come in questa, cosi in tutte le altre udie nze, fu
sempre contumace. Assunse la fun zíone di Pubblico
Ministero D. Sa;ur'roo ,De Bìtonto ; degli imputati
D. Giuseppe Mu.sti e D. vin cenzo del Sordo f,rono assistiti e difesi dall'avvocato D.' Giuseppe di
nzo: D. Antonino Campanile dal proprio padre
D. Giuseppe, e tutti gli altri dal Minervini.
Dopo I'appello degf imputati, presa nota dell'as.'
senza dell'Ortoo?, é stabilito di procedere contro
di lui in contunracia, fu data lettura clell'atro di accusa, della delibe razione della Gran Corte, da noi
già riportata, degli interrogatori subiti precedentemente dagli imputati, delle note dei testi a carico
Re
e discarico.
Arrivati a questo punto i diferrsori chiesero ,Ci
parlare elevando parecchi incidenti e primo eccepirono ia presc rizione del reato, ragionando cosi :
Il reato è avvenuto il 4 febbraio cli quest'anoo, vi
fu poi procedinrento penale, ffi& questo non fu sostenúto dal Giudice che solo ne aveva la competenza ed il diritto ; e la compete nza dell'attuale Giudice fu solo riconosciuta ai r B luglio scorso, per
cui tutta la processura sinora formatasi fu illegale,
e conle tale deve cadere nel nulla ; ora il Giudice
Corre zionale citò gl' imputati il r 8 corrente, sette
))
mesi dopo commesso il reato, il qtrale, seconclo le
leggi, si prescrive clopo solo tre mesi ; in forza dunque della legge gl'inrputati der,'orro andare prosciolti
da ogni im putazione.
Protestarono poi gli avvocati, in linea secondaria,
contro I'intrusione nella causa, in qualita di testinroni, di molti individui di cattiva fama, ognuno dei
quali aveva parecchi carichi penali sulla cosci etrza.
Il Giudice rigetto tutte queste eccezioni con decreto letto all'udi enza ecl ordinò proseguirsi il di55
battimento
.
Cornincio cosi la sfil a.ta clei testi di accusa, che
furono circa u na ventina; dopo I' interrogatorio cli
buon numero di essi, il Giudice, per I'ora ava nzata,
sospese I'udie nza rimandanclo il proseguimento al
['ottobre.
Nella seconda giornata d'udie nza che s'inizió alla
solita ora, gl' imputati, i testimoni, gli avvocati tutti
si trovarono al proprio posto.
Durante la prima parte dell'udienza, continuanclosi I'escussione dei testimoni a carico, si ebbe un
:
alcuni testimoni che in periodo istruttorio
avevano caricato le tinte ai dan ni di qualche im.
putato, in pubblica udi enza si disdissero ;- cio se poteva'tornare utile per i poveri imputati, non piacque al Giudice, il quale clopo averli tartassati, cerincidente
j7
56
cando di far loro dire qttello che non avevano ln
animo, ritenendoli mendaci e reticenti, li fèg. arrestare, te'nendoli ad esperimento nel carcere ( t).
nuove* versioni
a
o si tornarono smentirle, fabbricandone
delle altre, per cui il Prologo li rimanclo in pri-
giooe, deferendoli Procuratore Generale in Trani,
"l
per ulteriori provvedimenti.
Sospesa I'udien zà, fu rimandata al 5 novernbre;
sospese I'udi enza per I'ora tarcla,- rimandandola al
Alla terza
ma in questo giorno non vi fu nulla, essendosi chiesto e ottenuto u tl rinvio al 20 dello stesso mese'
per essere infermo 1'avvocato di Re nzo, I'at'vocato
Mirrervini in \apoli, tra[tenuto da altri doveri proftssionali presso quella Corte.
rnedesima.
sfilarono numerosi altri testifine, fatti richiamare i testimoni
udie nza
moni, poi, verso la
reticenti ed in istato di arresto, si procede a varî
confronti, nei guali vi furono molte corì tradizioni,
a
a.
I
r-
F
(r) Oltre questo incidente, ve ne fu un_ altro, che, p€r la sua
cinica comicità, vale Ia pena riferirlo. I)urante I'escussione dei testimoni a carico, reclutati dalta polizia, fuv vene uno tra essi , clerrominato l|,[angiauient ; il quale, àd arte, ntostràitosi restìo nel risporìclere alle .interro gazioni del Giudice, disse ,Ci non potere parlare, peiche tutta la Nazione voleva ucciderlo; e per Nazioue, ii
malvagio, voleva intendere'la GuarcJia Nazionale. I1 Giudice coml)rcilclcn.-lo I'insicliosa trovata, I'obbligo a vedere, s€ tra i presenti'
riconoscesse qualcuno dei supposti uccisori. Man,gittznent, volgendosi,
gli sguardi su mio padre,. €d esclamò : tJue sti b turo di guelli !
generale accolse I'insidiclsa accusa, e rnio padre, passati
iiarita
tJna
fissò
i pritni mornenti di turbamento, motteggiando I'abbiettq
rivolse it volgare amnlolrimento
:
spione, gli
vecchie
accuse
S'incomincio, guindi, I'interrogatorio dei testi a
discarico, e dopo averne irtteso buon nunlero, si
giorno 9, prer I'ora
dei fatti, si ripeterono le
Si venne cosi alla q.uinta udi enza che veramente
sarebbe la qu arta, non tenendo conto della precedente e che fu l'ultima.
Intesi gli ultimi testimoni fu invitato il Pubblico
.
l\Iinistero ,D . Sauino De B,itorzto, a fare la sua requisitoria, e questi, logu,eruternerzte, se ne sbrigo in
due parole , rinoette rer{osr?oe alla Giustiz ia / Qtindi i
difensori incominciarono le loro arringhe, alla fine
delle qr-rali il Giudice sospese 1'udie nza, ritiranclosi
in Camera di Consiglio per cleliberare.
Riapertasi I'udi enza, dopo utì'attesa non brevel
ne lieta per i poveri impu tati, il Prologo lesse la
e
seguente sentenza, che noi integralmente riportiamo;
F'aci 'à rnorte d.i ti
e le r\ate .si
1-rrolungarono
tra gli
astauti.
cane
--
58
T.ERDINANDO II
PER LA GRA ZIA DI D T O
Re DEI, Rncxo
DELLtr DUE SIctt.tE .E Dr GBnusALEr\{Mtr
GneN Pnrxcrpn EnrrDrr.ARro Dr Toscnxa
Ducn DI Pannte, PtacENZA E Cas'rno, ecc. 'ecc.
Noi, Gioacchino Prologo, Giudice del Circondario
di Barletta, assistiti clal Cancelliere D. Ottavio Spera,
e con I'intervento' del signor Primp. trletto f), Saaireo De BitonÍo incaricato delle fun zioni di PuÒólt'co
Jtr(irzt's
tero
Nella causA correzionale a carico di Rossi Giuseppe, I)avino Domenico fu Raffaele, D. Gabriele
Leore , D. Giuseppe Musti, Angelo Castagnaro,
Giovanni De Monte, D. Saverio Mastrolilli, D. Andrea Galante, D. Tommaso Salminci, D. Tommaso
Sarcina, Ruggiero Scaraoo, D. Vincenzo Del Sordo,
D. Gioacchino Ortooa, D. Antonino Carnpanile,
Ruggiero Alloggio, D. Francesco Gervasio, Raffaele Stranieri, Carlo Davioo, Domenico Davino di
Carlo, Pietrantonio Davino di Carlo, Ig nazto Stella,
Ignazio Paolillo, Rrggiero Davioo, Luigi Chiarazzo,
Giovanni Stella, Giuseppe 'f'upputi.
udito gl'imputati e i rispettivi difensori, abbiamo
elevato la seguente quistione : ( Corusla che i sun-
iri
s
59
nominati abbi?no com messo il delitto di cliscorso
tenuto in pubblico, che ha direttanlente provocato
gli abitanti di Barle tta, a cambiare la forma di governo se nza effetto ?
Considerando desumersi dal processo scritto, non
che clalle deposizioni giurate da testimoni a carico,
già intesi in discussione pubbllca....
Dichiariarno: consta che D. Gabriele l-,eoDe
D. Saverio Mastrolilli, D. Andrea Galante, D. Tommaso S"lminci, Domenico Davino fu Raffaele e Gitrseppe Rossi abbiano conìmesso il reato di cui la
prese n te causa
,Non corusta che I). f'ommaso Sarcioa, Ruggiero
Sc;ararro, D. Vincenzo Del Sordo, D. Gioacchino
Ortooa, Ruggiero Alloggio, D. Antonino Campa,
nile, D. Francesco Gervasio, Raffaele Stranieri, Carlo
Davino ed i costui figli Donrenico e Pietrantonio,
Ignazio Stella, Icue uo PnoLIt.L(t, R,rggiero Davioo,
Luigi Chiarazzo, Giovanni- Stella, Giuseppe Ttpputi, D. Giuseppe. lVlusti ed Angelo Castagnaro,
abbiano conlmesso
il reato suddetto (t).
per f). Tomrnaso Salminci e g-li altri
il
reato ioro imputato, nla si orclirrò
seguenti che comnlettessero
che Sli atti loro rigtrardanti fossero conservati in archivio sitto alla
sopravvenienza di nuovi lumi ! non solo : Iìla si orditrò ptlre che i
(r) E va
bene :
non
costb
* 6l -:-
6o
.a
Circa la pena: Consiclerando che il delitto in
ispecie, è preveduto dall'art, r42 delle leggi penali :
visti gli articoli 26, 3I, 34 e 5I leggi penali, condanniamo essi D. Gabriele Leoo€, D. Saverio Mastrolilli, D. Andrea Galante, D. Tommaso Salminci.
Domenico Davino fu Raflaele e Giuseppe Rossi a
thrn areroi di prigioroia 'ciascuoo, non che a, dare ,sicurtà di lora buona condotta per tre anni e ciascuno- colla malleveria di ducati cento, e nel solido
i quali n se ne stavatro, ma ricorrevano tutti in
al rifacimento delle rspese del giuclizio anticipate dal
Real 'fesoro, liquidAte in ducati S+ e grana Bo.
Ordiniamo, infioe, di conservare gli atti. in archivio a riguardo degli altri prevenuti sino alla sopravvenienza di nuovi" lumi.
Dovett'essere una ben triste sorpresa per I\'Ia-
cesco Galante.
INello stesso giorno 25, dichiaravano appellarsi
D. Saverio Vlastrolilli, chiedenclo anch'esso di continuare a godere della libe rta provvisoria : il Gid
strolilli, Galante e Salminci fino allora lasciati tranquilli, il.vedersi compresi fra i condannati al carcere ;
loro nomi fossero trascritti iu apposito registro di polizia, con
seguenti indicazroni : cito quelle riguardanti mio padre.
le
fu Gennaro, nativo di Barletta, di condizione
mercante ai mercerie, di anni 32, coniugato con figli; è uomo pericctlosissimo, capace a sollevare il popolo contro I'Autorità Reale
e cambiarne la fornra di governo : perciò si segni nel ,libro nero,
c Ignazio Paolillo
dichiarandolo attendióile potitico,'sottoponendolo alla sorveglianza
di concedergli passaporti per uso del -suo commercio, nei reali domìnî del Regno D , Et qu,i potest capere, capiat !!!
speciale, con divieto
appello avverso la sente nza cQÍrez,ionale.
Il 2 3 D. Tommaso Salminci e D. Andrea Galante, chiedendo un modo esteriore di custodia; il
z S il Giudice Prologo ernana un'orcli nanza, coll cui
stabilisce che rinrangano a piedi liberi, dietro cauzlone cli ducati 5o, con la gara nzia dei rispettivi
fratelli degli appellanti, quali consegnatari per il
primo D. Vincenzo Salminci, e pel secondo D. Fran-
dice, conìe per i duq primi, accoglie la richiesta,
con la medesima cauzione di ducati. 5o, e con la
garan zia del dottor fisico D. Benianrino Curci di
Angelo.
Infine, anche aí 2 5, Davino; Rossi e Leone si
appellano, chiedendo un modo esteriore di custodia,
ed anche per questi fu 'accolta la richiesta del Giudice, dietro sola cauzione di denaro.
Assisteva i sei appgllanti I'avvocato I uigi Minervini.
nzi alla Gran
Corte Criminale ; il 29 dicembre il Procttratore G.:
nerale Veduti gli atti a ca_rico dgi sei condan nati
L' appello doveva discutersi inna
'
6z
veduta la sente nza; lerto l'rppello pro,
dotto, chiecle che sia discusso, intese le parti.
Ai r B gennaio r B5o un decreto clel Presiclente
di Gran Corte, f). Angelo Fato, ordinava citarsi i
sei appeilanti davanti la Gran Corte Criminale di
Trani, pel mattino del 5 febbraio prossimo veniente,
con la con tinuazione, per assistere alla discussione
appellanti
t-T'l
;
a
.
sono legali rigetta I' ista n?a medesima, potendo il
N{inèruint, farsi ..r,appresentare da
ed ordina s'inizi la discussione dell'appello.
Ma subito dopo si presenta all'udi enza I'avvocato D. Raffaele Casitro, dichiarando assumere egli
'/
la difesa di D. Gabriele Leone e socîr p€r cui il
.
presidente - differisce
dell'appello.
Il
zB gennaio il Minervini presenta-i motivi di
appello,-che furono r 3, principali tra essi; la prescrizione, I'aver giudicato su deposti di festimoni
mendaci e perciò in istato d'arresto, aver negato
. dei confronti richiesti nell'interesse dei giudicabili,
il non aver dato in ultirno la parola agl'imputati.
Il giorno avanti di decidersi I'appello,' cioe il
4 febbraio, il Minervini trovavasi in Bari, dalla quale
citta non poteva muoversi sen za il permesso del
- Sottointendente, che, naturalmente, glielo negava
(trovavasi a confine ?), non potendo, guindi, assistere
i sei appellanti inna nzi la Gran Corte, chiedeva, al
Presidente di essa, con un suo esposto, un diffe..1.1
..A.Ar.i
rimento.
Tl'
rt t
I uctl enza
enza della Gran Corte, e in
5 st apre I'udi
,
essa il Presidente. Bianchi, emette un decreto in
merito all' ista nza Minervini' con il q.iale : poiche
rnotivi addotti per ottenere un differimento,non
aaa
altro procuratore,
la
causa
al 6
febbraio, giorno
successivo.
Ed infatti riunitasi in tal di nuovamente la Gran
Corte, íl Pubbligo Ministero chiedeva dichiararsi
decaduto I'appello del Mastrolillir p€r non giustificata cauzion e e rigettarsi quella degli altri.
La Gran Corte sentito il difensore, ritiravasi in
, Camera di Consiglio, dove visti gli atti e la sentenza impugnati; visti i motivi di appello
:
At,t,'uNeurutri,'
Conforrnemente alla requisitoria
Minístero :
-
del
Pubblico-
a
Dichiara D. Saverio Mastrolilli decaduto dalI'appello, e rigetta I'appello prodotto dai signori
D. Gabriele Leotre, D. Andrea Galante, D. Tornmaso Salnrinci, Domenico Davino e Giuseppe Rossi;
ordina che , Ia sen tenza impugnata si esegua in tutte
le
sue parti, e conclanna gli appellanti alle speÈe.'
L'ultimo atto di questa triste odissea di guai è
:-
rappresentato dal ricorso inna nzi alla Corte Suprema
di Giust;izia, presentato il 6 marzo dall'avv. Miner'
vini, per I'an nullamento della decisione della Gran
Corte Ctiminale di Trani, in grado di appello il
a
6
a
r i
lr
febbraio.
I motivi
prodotti per il nuovo ricorso furono, su
per giu, gii stessi presentati inn anzi alla Gran Corte.
Il ricorso {, giuclicato il r o maggio r B 5 o. [,a
Corte Suprerna di Giustizia, Canlera Crit":nale, era
composta del cav. De Luca, fu n zionante da Presidenté ; Laudati, comm. Sarlo, Croce, Rosati, Magliani, ca.v. Perillo, Spaccapietra e Gigli, consiglieri
Gallotti, avvocato generale; Scarpe tta, Cancelliere
relatore il Coàsigliere Rosati.
La Corte Suprerna, tal fu il suo giudicato, attesoche' non regge alcuno ciegli acldotti assunti
veduto 'l'art, 32 S legge di procedura 'penale :
Rigetta il ricorso, ordina I'ese cuzictne della sentenza impugnata, e conclanna i ricorenti solidalmente alle spese,
;
;
;
Agli B e g luglio r85o, furono arrestati, i
condannati e rinchiusi nel carcere di Trani.
sei
Questi i famosi processi irnpastiti dalla polizia, che ad ogrri
costo voleva che vi fossero dei rei di Stato, arrche nelle piùr innocrle
nranifes taziotti popolari ; processi cli tale fatto, che non lrartuo riscort-
6tt
tro negli annali della Magistratura! Giudici corrotti, pronti a curvare
la schiena ad ogni atto d'ingiustizia, si trovarono a portata di mano
in quei tempi calami[osi, e' sel1z'alcuna dignità, perdendo. ogni vestigia di pudore, non trovando colpa negli accusati, pensarono che
il semplice grido di : Viz,a la Costiluzione ! fosse ritenuto come di scorso sovversivo tenuto in pubblico tendente a cambiare la' forma
di governo e di ribellione contro I'Atuorità Reale!
Ma non solamente a Barletta avvennero questi rnostrurosi processi r ítr tutte le più cospicue città del reame vc ne furono dei simili, e dalle colluvie voluminose degli atti processuali, mandati alla
direzione generale della polizia in Napoli, Se lle perpetrarono altri,
in cinra ai quali qtrello ctell' Urùtà' fta'lía,nta .l
La storia, inorridita, registrò tutte tluelle malvagità
I
APPENDIEE
LA
Rtr AZIONtr BORBONICA DOPO
IL
r
848
.
_t
Copia dal volume dglle Deliberazioni del Decurionato di Barletta,
' r9So, N.o 96.'- Supplica cli cittadini barlettani e f)ecurionato,
. all'Augusto loro Re Ferdinando II.
L'anno r B5o, il giorno 2a giugno, in 'Barletta.
trl Decurionato ,Ci Barle tta, rappresentante il Comune ed i voti di ciascun cittadino, rammentando
che I'Augusto e Venerato Monarca delle Due Sicilie, Ferdinando II, si è sempre d.gnato versare
su questa fedelissima citta i tratti della sua alta
clem enza, reputa stretto dovere umiliarsi ai piedi
delllAugusta e Sacra Persona del suo Re e Sua
reale Dinastia i sinceri omaggi di sudditanza, fedelta inalterabile erl attaccamento; e comeche per
effemo delle politiche vicissitudini, gli abitanti .di
questa citta trovansi di avere umiliata alla Sacra
Persona del Re, Nostro Signore, le piu fervidi preci,
perche egli assuma la primiera pien ezza dei suoi
poterí, esercitando il solito paternale reggimento,
pe1 effetto del quale contento e florido ha reso per
7o
tanti
an
ni
7r
questo , I{eanre, ecl ha f ornrato la, felicita
clei suoi suclcliti ; cosi, a dimostrare pir-r solennemente
i voti dei cittadini Barlettani, il Decurionato, rin
graziando preliminarmente il Real Governo, tànto
pqr la epigrafe scomparsa sul giornale ufficiale, che
-
per la restituita antica forma del giuranlento, uoendo
le slre suppliche a quelle cli tutti gli abitanti, nomina
una
D.
Depu tazione composta
Raff,aele Bonelli, cav.
dei sig.nori Marchese
D. Giovanni
Esperti, e
colonnello D. Michele De Nittis, la quale esponga
personalmente al vivo della voce ai piedi del Trono
i voti u nànimi di questa citta di sopra espressati,
ed implorino sulla stessa citta, dalla Sovrana cleme nza, i tratti sempre benevoli e generosi del paterno cuore del nostro Sovrano, che renderanno
sempre piu lodato, benedetto e glorioso fra i Re
il religigsissimo Ferdinando II. Cosi conchilrso, ecc.
Firmati: il Sindaco: Antonino Damato; il Decurione-Segretariq : Giorgio Guerra; i Decurioni : Michele Larovere fu Francesco, Giuseppe Spera, Giuseppe Milcovich, G. Cafiero, G. Barracchia, Ferdinando Cafiero, Michele Izzi, Giorgio Esperti, Pasquale Fusco, O razio Centaro, Gaetano I'"ppalettere,
Andrea Musti, Fedele Centaro, Antonino Rossi, Vincenzo Damato, . Spiridione Ricatti, Francesco Saverio De Leooe , Pasqùale Marchese.
,
N.
ro1.
.
Raffaele llonelli per presentare 1o indirizzo
t,'anno r 85o, il giorno 30 del
al Re (l).
mese
G. ).
di giugoo,
irt continuazione: Il signor .sindaco Presidente- ha
esposto che il Marchese D. Raffaele Bonelli non ha
potuto accettare lo incarico afficlatogli da questo Decurionato co n delibe razione del 20 giugno ultinro
N.o 96, per cui era mestieri nominare altro soggetto
in
unione del Colonnello D. Michele De Nittis e
clel cavalier D. Giovanni Esperti .
Il Decurionato, inteso il signor Sindaco
Visto il foglio del Marchese Bonelli del I o volgente mese (t)
Considerando essere icloneo per la missione, cli
cui è oggetto la clelibe razíone del 20 giugno I{.o 96,
il Mnggiore del Genio D. F-rancesco Sponsilli ;
Alla unanimita surroga, in luogo del Vlarchese
f). Raffaele Bonelli, il tlaggiore del Genio D. Fran;
;
ta-
(t) Il marchese Borrelli si rifiutò di far parte di questa cleptitazione, perchè uomo d'intemerata coscien za, non si sentiva far suo,
I'atto clel I)ecurionato barlettano, col cluale si costringeva il Re a
strlrprinrere la Costitu zione giuratat. Consigliare uuo spergiuro non
era possitlile in rluell'animat religiosarnente onesta.
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a cui sarà rimessa copia della cennata deli berazione 4"i 20 giugno ultimo l{.o 96.
cesco Sporrsilli,
Cosi conchiuso, letto ed approvato.
Firmati-: Il Sindaco: A. Damato; il Decurione-Segretario: Giorgio Guerra; i Decurioni: G. Cafiero,
G. Barracchia, V. Damato, M. Larovere, G. P"ppalettere, A. Musti, Giorgio Esperti, Pa-squale Marchese, G. Milcovich, A. Rossi, O razio Centaro,
G. Spera, Fedele Centaro, Pasquale Fusco.
CONTII{UA
LA REAZIONE
Sottointendenti dal
1848 al
1859
BORBOIIICA
del Distretto di Barletta.
Conte Michele Amari r B 46- 4T ; Barone Francesco Paolo Coppola rB4B-5t; De Felice I85r-52;
Cav. Giuseppe S.anfelice r 85 z ; Cav. 'Nicola M. Santoro, settembre I B Sz-59 ; De Bellis I 85 9-6o.
D. Nicola Maria Santoro venne in Barletta come
Sottointendente verso la rnetà del r B 5 z, fine settembre, quando piu infieriva la reazione borbonica,
e ando via nella fine di seftembre r 859, essendo
stato nominato, con decreto del . 29 agosto I 8 5 9,
direttore provinciale dei dazi diretti del Demanio
di 2u classe, clella provincia cti Acluila, col mensile,
di duclti 9or p&ri a lire SBz,5o.
Nei- sette anni circa ehe governò il Distretto si
distinse pef le sue prepo tenze, per gli arbitrî e per
le ferocl persecuzioni contro i liberali, che euafifi:
cavali col titolo : nemici del Re, IJasta l"ggere i suoi
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b'essere clel r 8 S Z) fúrono arrestati fr:oclorico e
Carlo Soria, e Giuseppe Insanglrine: e due giorni
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cliscorsi, che
si trovano nel volu Ine :
t/iscc//tr,tzea,
esistente nella nostra Biblioteca comunale < Sabino
Loffredo > per intuire che uomo fosse ! trortunataI
mente si mise in contrasto con I'Arcivescovo di
Trani e Nazareth, D. Giuseppe De Bianchi-Dottula,
il quale molte volte gir-rnse a mitigare le cose, ffiediante le sue relazioni, le ingiusti zie ed i soprusi.
Si tremarra (alla lettera) di lui, come di un despota
efferato, e fu fortu na che per rapporti si giu nlg a
tolto nel settembre del ,r 859, perchè nella
fine di quell'anno e nei primi sei mesi del r 86o,
ci avrebbe moltiplicate le sue persecuzioni e forsé
rovinate molte famiglie. Il T settembre r B6o,' entrata di Garibalcli a Napoli, un suo ritratto trovato
nella Sotio Prefettura, fu ridotto a brandelli dalla
gente che da su 'quei balconi acclamava all'ltalia,
a Garibaldi e a Vittorio Emanuele.
Fin qui F'. S. Vista cli Barletta; sentiarno ora
il De Cesare nella sua opera . la Firue d'rr,ra reg'îto,
volume 2u, edrzione III, pag . r z6 e seguenti
Quello stesso an n o r B 5 6, per effetto clelle rinascenti spera nze italiche clopo il Congresso di Parigi, fu uno dei piu memorabili per persecuzionì
politiche, e si chiuse con gl'infiniti arresti per il
. tentato regicidio (Agesilao Milano) degli B dicembre, A Trani, nella notte del z6 agosto (dovrebvedercelo
:
dopo Rafraele Trerotoli e Lorenzs Festa-Campanile,
avvocati di chiaro nor4e, tranne I'Insanguine che
era prete e professore cli matematiclre. Vennero tra-
dotti al Castello, e si temevano altri arresti, perche era giunto un Comnrissario di poli zia da Bari.
Si scrisse immediatamente in Napoli all'Antonacci,
amico degli arrestati, e che per la sua intimita col
conte cli Siracusa (ptincipe Leopoldo, fratello c1i Ferdinando II) poteva spendere I'opera sua a favore
di essi. Si ricorse al b,uon Arcivescovo De Bianchi,
clre trovavasi pure a Napoli, e a Roberto Del Ralzo,
Conservatore delle Ipoteche ; si disse che si tratta va delle solite a,rti di denu nzianti, mossi da inimi cizia o da invidia di professione , e se ne accennavano i nomi, ch'erano di quelli pi" legati al Sottointendente Santoro. Teoclorico Soria pi.r compromesso perche cognato a Giuseppe Pisanelli, esule
in Piemonte. I-'Antonacci si adoperò efficacemente
a favore degli arrestati , i quali, pe r volo n ta cliretta
clel Re, furono rimessi in liberta, clopo circa un nìese
cli prigionia. Fortuna volle che in quei giorni si
trovasse a Napoli I'Arcivescovo De Rianchi, che, con
apostolica efficacia, si adopero direttamente presso
il Sovrano, onde av\renne che tornando egli a Trani
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ebbe u na caratteristica dim ostraz.ione dalla cittadinanza, ecc. ecc.
(D" questo fatto cominciarono i dissidi tra Santoro e I'Arcivescovo di Trani).
Dopo I'avvenuta escar cerazione dei suddetti,
.l'Antonacci da Napoli aveva lasciato sperare il tra-mutamento del temuto odiato Sottintendente, ffia
la Spera nza ando. d'elusa. Questo Santoro era di
Foggia ed è morto vecchio da pochi anni ( r go9).
Eccessivo g volgare, imaniava dalla voglia di essere
promosso Intenclente. Am ava la musica, a prefe.
,.nr^, il Barbiere di Siuigtia: olbligava, quindi, la
Commissione teatralè a fare eseguire ogni anno
questa opera nel teatro di Barle tta. Pubblico anche
un opuscolo illustrativo del Circonclario da lui am
ministrato, obbligando i Sindaci a curarne la vendita ! Non era un ignorante e nelte persecu zioni,
veramente folli dei liberali ( egli trovò, 'sia detto
q"t la verità, non pochi complici nella classe igno.
bile dei . denun zianti )> . Gli arresti di Trani furono
ordinati in seguito a non ignote denunzie corne
quelle di Spi nazzola
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I Processi Politici di Barletta - Biblioteca del Consiglio Regionale