XI GIOVEDÌ 17 DICEMBRE 2009 il Cittadino Sezione L’ESPOSIZIONE SI TROVA IN VIA CAVALLOTTI E RIGUARDA LE BATTAGLIE DEL RISORGIMENTO E DELLE DUE GUERRE MONDIALI Oggetti che raccontano la vita dei soldati A Codogno il museo della “Combattenti” conserva gli scarponi di Novello I l pezzo di maggior valore è il testamento olografo di Giu seppe Garibaldi. Ma quel che è custodito al civico 4 di via Cavallotti, nell’ultima sala della sede dell’associazione Combat tenti e reduci è un insieme di re perti di guerra di sicuro interes se. Armi, elmetti, baionette, equi paggiamenti, bandiere, divise, medaglieri, lettere private ed uffi ciali, fotografie d’epoca di soldati codognesi: benvenuti al museo della “Combattenti” di Codogno, raccolta di testimonianze di guer ra donate dalle famiglie dei solda ti codognesi che presero parte al le battaglie del Risorgimento e al le due Guerre Mondiali. Il museo merita realmente una visita. Il perché? È ben spiegato nella re censione che la Pro loco ha dedi cato a questi spazi all'interno del la nuova guida turistica Quattro passi a Codogno: «Per coloro che hanno vissuto le guerre da prota gonisti questi oggetti tracciano i contorni di un ricordo, hanno un valore prevalentemente affettivo si legge nell’opuscolo . Per le gio vani generazioni, invece, questi stessi oggetti rappresentano una fonte interessante di documenta zione storica». Le teche che contengono i reperti sono poco meno di una decina. Ognuna di loro contiene oggetti di indiscutibile interesse in parti colare per la città di Codogno. Perché fa un certo effetto, ad esempio, osservare appesi ai loro supporti gli scarponi e i ramponi da ghiaccio del compianto Giu seppe Novello, artista di eccezio nale talento, che prese parte alla Grande Guerra. Sempre di Novel lo sono anche la gavetta e la fia schetta. Altro nome illustre per la città è quello del medico, tenente colonnello Giuseppe Ganelli: al museo della “Combattenti” si tro va conservata la sua medaglia al valor militare, così come quella del maggiore Piero Ganelli. Tra baionette, ogive, bombe a ma no e fucili, sono diversi i reperti d’ar mi che si possono ammi rare in questo museo. Diverse l e s ch e g g e d i bombe: in una teca anche quel la maxi della bomba caduta sulla stazione ferroviaria di Codogno nel bombardamen to del settembre del 1944. Una te ca del museo cu stodisce degli equipaggiamen ti dei bersaglie ri, con tanto di famosi cappelli piumati. Accan to, anche una bicicletta del l’epoca che, in più di una occa sione, ha parte cipato anche ai raduni nazionali dei “soldati piumati”. Le bandiere conservate sono nu merose: tra le tante, ecco anche quella della Guardia Nazionale Garibaldina del 1860 e quella na zionale del Regno d’Italia. E poi il pugnale fascista della Milizia Vo lontaria della seconda Guerra Mondiale, affiancato da un resi duato di baionetta tedesca e da una baionetta per fucile italiano. E ancora, caricatori e labari, me daglie e documenti. L’immagine della Madonna del Grappa e una lampada sempre accesa ricorda no poi l’ospitalità prestata dai co dognesi agli abitanti di Solagna durante la prima Guerra Mondia le. Tra tanti reperti conservati con cura, una cosa è sicura: accanto agli elenchi dei caduti, ai loro me daglieri, alle loro fotografie, il museo della sezione dei Combat tenti e reduci di Codogno riesce quasi a suggerire il clima in cui si svolgevano i diversi conflitti. Ma come fare per visitare il mu seo della “Combattenti” di Codo gno? «Informazioni per la visita al museo possono essere prese di rettamente presso la sezione di via Cavallotti tutti i giorni, tran ne il lunedì, dalle 10 alle 11 fan no sapere dalla sezione combat tentistica di Codogno guidata dal presidente Gino Reguzzi . Le vi site possono poi essere prenotate anche su appuntamento, telefo nando al numero telefonico 0377 32567». Luisa Luccini Dall’alto in senso orario la divisa da garibaldino dello zio di Novello e accanto gli scarponi del famoso artista codognese; la bandiera dell’associazione con le medaglie; una teca con cappelli e documenti. Sotto un casco e resti di ordigni accanto a un bicchiere pieno di sabbia che reca la scritta “El Alamein”. e a sinistra i responsabili dell’esposizione: Domenico Bescapè, Gino Reguzzi ed Emilio Uggeri. In fondo alla pagina una bicicletta che veniva utilizzata dai bersaglieri, con il copricapo piumato caratteristico dell’arma di fanteria