iniziative IN RICORDO DI BRUNO FANCIULLACCI redazione di Firenze I partigiani non hanno lottato e non sono morti per: stragi impunite e armadi della vergogna; per le basi militari Usa e Nato come centrali eversive, forze di polizia e servizi segreti sempre più specializzati e ben pagati per reprimere lavoratori, studenti, immigrati ed antifascisti e tutti coloro che lottano contro questo sistema; né per leggi che proteggono eversori ed evasori, sfruttatori, bancarottieri, mafiosi e fascisti. Eppure continuiamo ad assistere al tradimento e allo stravolgimento della Resistenza e dei suoi valori. Tutti si dichiarano democratici, tanti antifascisti mentre in realtà, nel profondo degli apparati dello Stato, i fascisti sono protetti e le loro trame restano impunite. Dopo oltre 30 anni il processo per la strage di piazza Fontana è senza colpevoli: i fascisti sono innocenti e i parenti delle vittime devono pagare le spese processuali. Ciò avviene proprio nel 60° della Liberazione, un momento in cui le forze più reazionarie del paese attacca i principi antifascisti della Costituzione, le istituzioni lasciano spazio ai fascisti di Forza nuova; emergono sette reazionarie e golpiste. A Firenze l’attività antifascista e antimperialista di “Firenze resiste”, volta a tenere viva la denuncia, la mobilitazione, la vigilanza antifascista, dopo le iniziative del 23 e 25 aprile è proseguita il 22 giugno con una serata in piazza S.Spirito dedicata ai gappisti fiorentini e, in particolare a Bruno Fanciullacci, comunista, attivo antifascista, tra i primi organizzatori della resistenza armata, appartenuto alla Formazione GAP, distaccamento di Firenze, divisione garibaldina Potente (la stessa di Angiolo Gracci) al quale fu conferita la Medaglia d’oro al Valor Militare. All’iniziativa sono intervenuti il Presidente della sezione Anpi Oltrarno, uno dei quartieri più ricchi di storia popolare e di tradizione partigiana della città; Teresa Mattei, partigiana e deputata all’Assemblea Costituente e Aldo Serafini, a nome di “Firenze resiste” e del quale pubblichiamo il suo intervento. Erano presenti il gappista Luigi Casini (Gigiarma) e alcuni partigiani che furono fra i protagonisti della Resistenza a Firenze. Grande interesse ha suscitato la proiezione del film-documentario “Firenze, 17 luglio ’44” (data della morte di Fanciullacci) di Daniele La muraglia e l’opuscolo pubblicato appositamente per l’occasione nel quale è sintetizzata la storia dei gappisti fiorentini e dell’assassinio di Giovanni Gentile. } Un’altra iniziativa di Firenze resiste ~ al ten. Colonnello Gobbi (comandante del Distretto Militare), al colonnello Ingaramo (comandante della Guardia Nazionale repubblichina), e al filosofo del fascismo Giovanni Gentile, e con l’appoggio dato allo sciopero generale clandestino del 4 marzo 1944, tanta parte ebbero nella preparazione della liberazione di Firenze, fino al sacrificio della loro stessa vita, come Fanciullacci, morto a Villa Triste il 17 luglio, come Elio Chianesi, come altri eroici compagni gappisti, che oggi accomuniamo tutti nel nostro ricordo. È, questa di oggi, la terza iniziativa pubblica che noi promuoviamo, dopo la mobilitazione del 23 aprile scorso in Piazza Indipendenza e in Piazza dell’Annunziata contro la provocazione dei fascisti di Forza Nuova (ai quali le autorità cittadine avevano permesso di tenere una squallida adunata), e dopo la manifestazione del 25 aprile in onore della Resistenza, che abbiamo tenuto qui, in questa stessa piazza, davanti alla stele che ricorda il comandante partigiano Aligi Barducci (Potente), con il successivo corteo per le strade del quartiere e l’intervento di rappresentanti della Turchia, di Cuba, del Cile e altri. Il successo di queste iniziative dimostra che l’antifascismo, non quello della retorica ufficiale e istituzionale, ma quello vero, quello popolare, è vivo e vitale. Promuoviamo l’incontro-dibattito di oggi in una situazione nella quale vediamo Dall’intervento di “Firenze resiste” Compagni partigiani, compagne e compagni, cittadini di Firenze,nel 60° anniversario della Liberazione di Firenze, città medaglia d’oro della Resistenza, «Firenze resiste» ha promosso oggi questa manifestazione per onorare il ricordo di Bruno Fanciullacci e dei Gruppi di Azione Patriottica fiorentini che, con le loro audaci azioni, con i colpi mortali inferti estendersi e intensificarsi l’ondata di revisionismo storico da lungo tempo in corso, che tende a rivalutare vari aspetti del fascismo e a denigrare ed infangare la Resistenza. Mentre vanno impuniti gli autori della strage di Piazza Fontana, si specula sulle cosiddette «vittime delle foibe», si rivalutano in televisione Ciano e Mussolini, e si giunge fino alla proposta di legge di Alleanza Nazionale che vorrebbe equiparare i torturatori repubblichini di Salò ai partigiani. I partigiani erano chiamati allora banditi e terroristi dalle Brigate Nere e dalle truppe naziste che, macchiandosi dei più atroci delitti, occupavano il nostro territorio: un’accusa di terrorismo che viene ripetuta oggi contro i popoli che resistono in armi contro l’imperialismo che ha invaso e occupato i loro paesi. Ma, compagne e compagni, non è terrorista chi - ieri come oggi - impugna le armi per difendere la libertà e l’indipendenza della propria terra contro un imperialismo straniero! Per questa nostra giornata di mobilitazione, «Firenze resiste» ha prodotto anche un opuscolo dal titolo In ricordo di Bruno Fanciullacci e dei gappisti fiorentini. Lo abbiamo articolato in tre parti: la prima dedicata all’azione dei gappisti di Firenze, la seconda alla vita del compagno Bruno Fanciullacci, e la terza alle tappe dell’ade- sione di Giovanni Gentile al regime fascista. Con questo nostro opuscolo abbiamo voluto non soltanto offrire una testimonianza di affetto e di gratitudine alla memoria del compagno Bruno Fanciullacci e a tutti i membri del Gruppi di Azione Patriottica, ma anche fornire alle più giovani generazioni uno strumento di informazione e di riflessione storica e politica su quegli anni e sulla lotta che gli antifascisti, i comunisti e la parte migliore del popolo fiorentino condussero contro le belve nazifasciste. In quell’opuscolo si leggono queste parole, scritte da un comunista, Concetto Marchesi, nel 1944: «La rinascita del fascismo è una sconcia commedia… Il fascismo non può risorgere perché esso non è un organismo malato, è una malattia; non è il lebbroso che possa guarire, è la lebbra». Compagne e compagni! Il fascismo non risorgerà se non dimenticheremo mai queste parole, se continueremo a lottare uniti per la difesa dei valori della Resistenza e per una società veramente democratica, una società di lavoratori, «senza servi né padroni», libera da ogni sfruttamento dell’uomo sull’uomo, come la vollero i combattenti delle brigate garibaldine! Onore e gloria agli eroici partigiani e ai gappisti caduti per la nostra liberazione! Viva Fanciullacci! Viva la Resistenza antifascista! “ROMPI IL BLOQUEO!” Si è conclusa il 2 luglio, con una cena di solidarietà e un partecipato dibattito, alla presenza del Consigliere dell’Ambasciata cubana a Roma, Hugo Ramos Milanés al quale sono state rivolte numerose domande sull’attuale situazione cubana, la campagna Rompi il Bloqueo. La raccolta di materiale informatico curata dalla redazione di Skacco al re. Riportiamo l’intervento riassuntivo dei risultati del compagno Yuri. Con questa serata si conclude la campagna di solidarietà “ROMPI IL BLOQUEO!”, attraverso la quale in questi mesi abbiamo raccolto un set di 17 computer completi di accessori e 2 notebook, frutto di donazioni dirette o acquistati grazie al ricavato delle sottoscrizioni o delle altre attività di finanziamento della campagna. Il materiale raccolto verrà inviato a Cuba dove la nostra referente, prof. Leyda Oquendo dell’Università de La Habana, si sta occupando dell’assegnazione a varie istituzioni. Una parte dei computer andrà ad esempio ad aiutare Radio Habana Cuba, con cui collabora da tempo la nostra rivista Skacco al Re, in quella battaglia che ha costituito la motivazione centrale della nuova unità precedente7 campagna di solidarietà: con questo gesto vorremmo infatti dare un piccolo contributo alla resistenza della Rivoluzione cubana su quello che oggi, specialmente in Italia, è divenuto il terreno primario delle aggressioni imperialiste, quello dell’informazione. Per bloqueo infatti non intendevamo solamente il criminale embargo internazionale imposto dagli USA, ma anche il bloqueo informativo determinato dal muro di menzogne contro Cuba eretto dall’apparato di disinformazione dell’imperialismo e da quanti, anche a sinistra, fanno il coro a queste menzogne. Negli ultimi anni abbiamo visto ad esempio come i grandi mezzi di comunicazione, assieme ad organizzazioni al guinzaglio degli USA come i “reporters sans frontières”, siano riusciti a trasformare in dissidenti paladini della libertà un’accozzaglia di mercenari sostenuti e finanziati apertamente dal governo statunitense, dalla CIA e dalla mafia di Miami, attraverso cioè quel canale che da oltre 40 anni alimenta il terrorismo imperialista contro Cuba che ha prodotto } Conclusa la campagna di solidarietà con Cuba di “Skacco al re” ~ 3478 morti e 2099 feriti. Con mistificazioni come questa tentano di mettere sotto embargo la verità. Non vogliono che si parli delle inarrestabili conquiste sociali della Rivoluzione, che in ambiti come quelli del lavoro, della salute e dell’istruzione toccano livelli sempli- cemente irraggiungibili dai paesi capitalisti. Non vogliono che si racconti di come Cuba, assieme al Venezuela, stia guidando un nuovo processo di integrazione dell’America Latina basato su principi di giustizia sociale e solidarietà internazionalista. Vogliono nascondere la vergognosa vicenda di Luis Posada Carriles, uno dei peggiori mostri creati dalla CIA che attualmente è tornato a rifugiarsi negli USA, responsabile dei più gravi attentati contro Cuba, come l’esplosione in volo di un aereo civile cubano nel 1976 o delle bombe nei centri turistici de La Habana che nel 1997 uccisero Fabio Di Celmo. Non vogliono che si sappia delle manifestazioni che, come quella di una settimana fa a Roma, in tutto il mondo stanno chiedendo che venga assicurato alla giustizia l’assassino Posada Carriles e che siano liberati i 5 Eroi cubani, imprigionati negli Stati Uniti per aver difeso il proprio popolo dai gruppi terroristici di Miami. Con la nostra campagna di solidarietà volevamo tracciare una linea netta, secondo precisi criteri di classe, sopra queste menzogne, perché è necessario decidere chiaramente da quale parte stare. A sinistra ci sono fin troppi opportunisti che continuano ipocritamente a dichiararsi equidistanti sia dal bloqueo imperialista che dall’ordine sociale nato dalla Rivoluzione cubana, e che partecipano sistemati- camente ad ognuno dei cori eterodiretti degli accusatori di Cuba. Queste ambiguità vanno cancellate, si deve scegliere: o si appoggia la lotta del popolo cubano per l’indipendenza e il socialismo, o ci si rende complici dell’avanzata imperialista, una terza possibilità non esiste, è solo una variante subdola della seconda. Per quanto ci riguarda, con la nostra campagna abbiamo voluto ribadire che, come sempre, noi ci schieriamo senza esitazioni al fianco di Cuba, del suo popolo, del suo Comandante in Capo e della sua Rivoluzione socialista. Concludiamo ringraziando tutti coloro che hanno aderito a “ROMPI IL BLOQUEO!”, riservando un riconoscimento particolare a due persone senza l’aiuto delle quali la realizzazione di questa campagna sarebbe stata impossibile: la prima è Leyda Oquendo Barrios, professoressa dell’Università de La Habana e Pinar del Río; la seconda è il nostro ospite Hugo René Ramos Milanés, consigliere politico dell’Ambasciata di Cuba in Italia al quale lascio la parola. 4/2005 8 successiva9