MONTEREALE VALCELLINA
PORDENONE
LO SCOPO DEL NOSTRO NOTIZIARIO
IN QUESTO NUMERO
 La storia di M. Palomar ................................................................................pag. 1
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La serata«M’ILLUMINO DI MENO» in Azzano Decimo ..........................pag.
VENERE 2009..............................................................................................pag.
La visita della 5 elementare di Roveredo in Piano .......................................pag.
Le curiosità di De Giusti ..............................................................................pag.
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Notiziario stampato in proprio e distribuito a soci e simpatizzanti
Gli articoli e le relazioni sono ad uso interno e riservate ai soci
Per questo numero hanno collaborato: Carrozzi Giampaolo – Abate Dino – Luigi De Giusti
Andrea Berzuini – Stampa curata da Luigi De Giusti
IL DIRETTIVO DELL’ASSOCIAZIONE PER IL BIENNIO 2009 – 2010
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3.
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5.
PRESIDENTE: Giampaolo Carrozzi
VICE PRESIDENTE: Zanut Stefano
DIRETTORE OSSERVATORIO: Salamon Franco
SEGRETARIO: Abate Dino
MEMBRI:
- Berzuini Andrea
- Cauz Omar
- De Giusti Luigi
- Degli Innocenti Dante
- Gasparotto Mauro
- Vanzella Piermilo
LA STORIA DI MONTE PALOMAR
Traduzione dal sito: http://www.astro.caltech.edu/palomar/
1908: Mt. Wilson: telescopio 60-inch
Sotto la supervisione di George Ellery Hale (Chicago
1868 – Pasadena 1938), e grazie alle elargizioni della
«Carnegie Institution» di Washington, viene completato il
telescopio da 60 pollici (m 1,5) e si raccolgono le prime
immagini. É questo il più grande telescopio del mondo, e
grazie alla eccezionale calma e stabilità dell’atmosfera
della conca di Los Angeles, gli astronomi possono osservare oggetti molto deboli e molto lontani mai prima d’ora
osservati. Harlow Shapley (Nashville 1885 – Boulder
1972) usa questo telescopio per misurare le dimensioni
della Galassia (Via Lattea) e la collocazione in essa del
sistema solare.
1917: Mt. Wilson: telescopio da 100-inch
Mentre il 60 pollici era in costruzione, Hale e la fonda-
zione Carnegie ne progettano uno ancora più grande.
Nonostante le difficoltà tecniche connesse con la fusione
e la sagomatura del vetro dello specchio, nel 1917 viene
completato e messo in opera un nuovo telescopio da 100
pollici (m 2,5) che però si rivelò uno strumento alquanto
instabile. Questo perché, a causa delle grandi dimensioni,
lo specchio era molto sensibile alle variazioni di temperatura che ne causavano molto spesso un’andata fuori fuoco.
Malgrado questi problemi però riuscì a fornire una impareggiabile visione del profondo cielo. Edwin Hubble
(Marshfield – Missouri 1889 – 1953) ha usato questo
strumento per determinare le distanze e le velocità proprie delle galassie vicine dimostrando che erano separate
tra loro in “universi isola” e non piccole nebulose
all’interno della Via lattea, come per altro molti astronomi
avevano sostenuto. Hubble dedusse inoltre una prima indicazione che l’Universo si stava espandendo. Altre ricerche con il 100 permisero di misurare molte distanze di galassie e precisi dettagli di alcune galassie vicine.
1928: Rockefeller finanzia il telescopio
da 200-inch
Hale (in fotografia) ottiene un finanziamento di 6 milioni di
dollari dall’International Education Board, un’agenzia di ricerca e studio in campo astronomico finanziata della Rockefeller Foundation per «la costruzione di un osservatorio dotato di un telescopio riflettore da 200 pollici …e altre spese
occorrenti per costruire un osservatorio pronto all’uso».
A differenza dell’osservatorio di Monte Wilson, che era gestito dalla Carnegie Institution, il nuovo 200 pollici (m 5)
sarà gestito dal recente costituito “California Institute of Technology (Caltech)”.
Hale ed il suo team di astronomi, ingegneri e ottici ne iniziano la progettazione.
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1929: La Camera Schmidt
Bernard Schmidt (Naissaar 1879 – Amburgo 1935), un
ottico Estone, inventa un nuovo telescopio ideale per fotografare grandi regioni dello spazio. Usa un semplice
specchio primario a curva sferica con una precisa sagomatura sul davanti per compensare le distorsioni ottiche.
Presentò un prototipo a Walter Baade (Schröttinghausen
1893 – Gottinga1960), collega di Hale. Il progetto
Schmidt venne quindi utilizzato per ricerche fotografiche
condotte dal telescopio di 18 pollici e dal 48 pollici del
Samuel Oschin Telescopio.
1930-34: Individuazione del sito
Con l’aumento dell’inquinamento luminoso di Los
Angeles, Monte Wilson non sarebbe più stato un sito
ideale per osservazioni astronomiche. Così Hale iniziò
una ricognizione su alcune zone disabitate per sistemare il nuovo telescopio di 200 pollici. Vengono presi in
considerazione siti in Arizona, Texas, Hawaii e Sud
America. Ma il prescelto, eventualmente in forma definitiva, è un’area sul Monte Palomar a 5.600 piedi (m
1.700) di quota, 100 miglia a sud est di Pasadena in
California. Hale acquista 160 acri (circa 40 ettari) di
terreno da fattorie locali e dal servizio forestale federale.
1934-36: Lo specchio in Pyrex
Dopo una spesa di circa un milione di dollari è pronta la fusione del quarzo per lo specchio da 200 pollici, fusione
che richiede altissime temperature e altissima tecnologia. Hale contatta la ditta Corning Glass Works a nord di
New York che però propone di usare per la fusione dello specchio anziché il quarzo un nuovo vetro chiamato Pyrex. Cambiando le temperature di fusione il Pyrex si fonde e si raffredda molto più velocemente del vetro ordinario.
In tal modo lo specchio Pyrex darà migliore resa al fuoco e si potranno evitare tutti quei problemi che assillano il
telescopio da 100 pollici. La Corning inizia la progettazione su come procedere per la fusione del Pyrex (foto a sinistra) per ottenere la necessaria purità e levigatezza. Al secondo tentativo alla Corning riesce la fusione dello specchio da 200 pollici. La foto a destra mostra due persone in piedi sulla superficie ancora grezza.
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1934-36: Si progetta la struttura del Telescopio
Una volta definite le caratteristiche tecniche dello specchio gli ingegneri
iniziano a progettare la struttura portante del telescopio. Deve, non solo
sopportare un peso di 100 tonnellate, ma permetterne anche il movimento senza difficoltà e con la massima precisione al fine di poter seguire
con accuratezza gli oggetti puntati. Infatti mentre il telescopio si muove
lo specchio deve mantenere la foggia sino ad alcuni milionesimi di pollice.
Nella progettazione vengono applicati alcuni ingegnosi e rivoluzionari
meccanismi concepiti proprio per rispondere ai requisiti di altissima precisione richiesti, inclusi sistemi di comando oleodinamici, travature Serrurier per la cella di supporto dello specchio.
1936: Inizia la costruzione
Dopo aver migliorato la viabilità sulla montagna, approntata l’erogazione dell’acqua e dell’elettricità, ha inizio il
lavoro vero e proprio di costruzione. Vengono costruite palazzine per i dirigenti, mentre le maestranze vengono sistemate in strutture abitative nelle vicinanze di fattorie. Il supporto del telescopio viene ancorato su un basamento
roccioso di 22 piedi (circa m 7) sottoterra, mentre la cupola viene posata su un supporto di granito interrato di 7
piedi (2 m). Durante l’estate ogni abitante della montagna da il suo aiuto concreto, inclusi alcuni studenti del Caltech e gli stessi cuochi dell’osservatorio. I lavori procedono speditamente: la cupola è completata in meno di due
anni. La cupola alla fine risulta alta 41 metri (135 piedi) e con un diametro di 42 metri ( 137 piedi). Da sottolineare
come queste misure siano simili a quelle del Pantheon di Roma. Il peso della cupola si aggira sulle 1000 tonnellate,
con fasciatura eterna di acciaio ed interna in pannelli di alluminio separate da un intercapedine di 4 piedi (oltre 1
metro) al fine di permettere una adeguata ventilazione.
Due ante scorrevoli da 125 tonnellate chiudono l’apertura che verranno quindi aperte di notte per permettere le osservazioni dalla cupola. L’intera cupola ruota su due binari circolari. Molte persone, trasportate nel movimento della cupola, hanno commentato che il moto era più leggero di un ascensore.
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1936: Trasferimento dello specchio
Lo specchio al grezzo con la superficie anteriore ancora piatta è trasportato attraverso il paese con un treno speciale
da New York a Pasadena, viaggiando ad una velocità mai superiore alle 25 miglia orarie. Il progetto del telescopio
aveva catturato l’immaginazione popolare e migliaia di persone si assiepavano lungo il percorso per guardare questo trasporto eccezionale. Durante le soste notturne, per prevenire danneggiamenti al disco, venivano sistemati militari di sentinella attorno allo specchio. Il trasferimento durò sedici giorni.
1936-47: Molatura e levigatura dello specchio
Nel laboratorio di ottica del Caltech si procede ora all’arrotatura della superficie anteriore dello specchio per dargli
una prima approssimata forma concava. Successivamente usando una eccellente polvere a grana fine la superficie
ottica viene ulteriormente levigata, sottoponendola a continui test per confrontarla con la perfetta forma richiesta.
Lavoro questo lento e scrupoloso. Per ottenere la curvatura richiesta vengono asportate quasi 10.000 libbre (4.500
kg) di vetro, compresi i due pollici per eliminare le graffiature rimaste in seguito alla fusione e tempra.
1936: operazione sulla camera Schmidt da 18-inch
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Diventa operativa la camera Schmidt da 18” che viene usata principalmente per monitorare esplosioni di supernovae in galassie vicine. Le prestazioni della Schmidt sono così eccellenti che viene presa in considerazione la costruzione di una Schmidt più grande per poter fotografare l’intera volta celeste. Questi due telescopi saranno a completamento del 200 pollici dato che potranno riprendere con lunghe esposizioni una vasta zona del cielo.
Infatti sino a quando queste immagini ad ampio campo potranno essere disponibili, gli astronomi sono solo in grado di formulare ipotesi teoriche su ciò che questi interessanti fenomeni rappresentano.
1937: Costruzione del telescopio
Le componenti del telescopio vengono costruite in diverse località e quindi trasportate sulla montagna per
l’assemblaggio. Sono interessati gli stabilimenti Westinghouse di Philadelphia, le vetrerie Corning di New York ed
i laboratori del Caltech e Carnegie di Pasadena. In più di un’ occasione, le ferrovie sono interessate per il trasporto
di queste componenti attraverso gli Stati Uniti. Il tubo del telescopio viene trasferito via mare attraverso il canale
di Panama con l’aiuto della Marina Militare.
In alto a sinistra si vede il tubo del telescopio aperto. In fondo al centro i “bracci” . Il braccio occidentale riceverà
successivamente l’asse del motore in declinazione, mentre l’orientale è predisposto per ricevere diversi strumenti.
Al centro si vedono i due bracci e la foggia centrale a ferro di cavallo. In alto a destra un saldatore al lavoro vicino
al terminale Cassegrain del tubo del telescopio.
1941: La seconda Guerra mondiale
La realizzazione del telescopio viene sospesa perché molti dei tecnici e
scienziati, sono riassegnati a progetti bellici. Nemmeno la brunitura dello
specchio può continuare durante la guerra. Il disco viene immagazzinato e
protetto con un rivestimento in legno per tre anni. Con la fine della guerra i
lavori sul telescopio riprendono nel settembre del 1945. Dopo tre mesi di ripulitura in laboratorio, riprende la levigatura dello specchio. Molti di coloro
che lavorarono al telescopio prima della guerra non rientreranno nel progetto, così un nuovo team deve imparare le procedure operative.
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1947-49: Trasporto e montaggio dello specchio
Lo specchio da 5 metri il 12 novembre 1947
viene trasportato da Pasadena sul Monte Palomar.
Per il trasporto sulla montagna vengono
impiegati tre trattori diesel da 40 ton. Malgrado una tempesta, che per poco faceva
sospendere il trasporto, le 125 miglia sono
coperte in 32 ore. Dopo la rimozione del
disco di calcestruzzo (ora sistemato fuori
della cupola) impiegato per testare la struttura di supporto, i tecnici iniziano il montaggio dello specchio. Le aspettative iniziali
vengono confermate ma non era ancora
l’ottimo.
Ci vorranno altri due anni per terminare la
levigatura, l’allineamento e la taratura dello
specchio.
1948: Cerimonia dell’inaugurazione
Benché il telescopio non fosse ancora pienamente operativo, il 3 giugno viene ufficialmente inaugurato e dedicato alla memoria di George Ellery Hale, scomparso nel
1938. Quasi mille persone sono presenti alla cerimonia, incluse molte personalità provenienti da tutto il mondo. La prima dimostrazione del telescopio e della cupola include una visita completa sulla cupola mentre ruota. La visita crea non poca emozione
quando i presenti si trovano a partecipare
alla rotazione dell’intero piano.
1948: La prima luce dalla
Schmidt da 48-inch
È completata la camera Schmidt da 48” Samuel
Oschin e per molti anni sarà questo il più grande
telescopio Schmidt del mondo. La prima foto
ufficiale viene ripresa in settembre e le sue immagini di altissime qualità verranno impiegate
nell’atlante Hubble delle Galassie. Un anno dopo viene avviata la prima Sky Survey con il 48”
del Palomar su tutto l’emisfero settentrionale.
Questo catalogo in seguito fornirà le basi per il
catalogo Guide-Star usato dall’ Hubble Space
Telescope. Una seconda sky survey (con immagini digitalizzate) sarà avviata nel 1985 e terminerà 15 anni dopo.
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Edwin Hubble scruta attraverso il cercatore del
48” nel 1949.
L’immagine è una esposizione di pochi minuti
dell’apertura della cupola sotto il cielo stellato
della Via lattea.
1949: Iniziano le osservazioni a tempo pieno
Tredici anni dopo aver terminato la pulizia dello specchio il “Big Eye”, secondo il progetto di Edwin Hubble, riprende la prima fotografia con il 200 in gennaio. In Ottobre, il telescopio è disponibile a tempo pieno per gli astronomi del Caltech e della Carnegie Institution, 21 anni dopo il primo finanziamento Rockefeller.
Gli strumenti principali dell'Osservatorio di Monte Palomar sono:
- il telescopio Hale dal 200 pollici di diametro (5 m);
- il telescopio Oschin da 48 pollici;
- il telescopio Schmidt da 18 pollici;
- il telescopio riflettore da 60 pollici (utilizzato in cooperazione tra il Caltech e l'Istituto Carnegie di Washington).
Il Telescopio Hale da 200 pollici di diametro, lo strumento principale dell'Osservatorio di Monte Palomar,
è utilizzato con una varietà di strumenti in grado di fornire all'osservatore un ampio range di operazioni e
capacità per i programmi di ricerca. Questi strumenti comprendono:
- la Four Shooter, una camera Cassegrain e uno spettrografo;
- il Doppio Spettrografo Cassegrain;
- lo spettrografo a multifibre Norris, in grado di ottenere lo spettro di più di 100 sorgenti contemporaneamente;
- COSMIC, la camera e lo spettrografo al fuoco primario;
- lo spettrografo a banda stretta Fabry-Perot al fuoco primario;
- la camera nel vicino infrarosso al fuoco primario;
- le camere Cassegrain nel vicino e medio infrarosso;
- spettrografi e fotometri di vario genere;
- uno spettrografo al fuoco Coude.
- due camere Schmidt ed un telescopio riflettore di 1,5 m. L’osservatorio è associato con quello di monte Wilson,
con cui forma, insieme al Big Bear Solar Observatory a Las Campanas, gli Hale Observatories.
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MI ILLUMININO DI MENO 209 IN PIAZZA AD AZZANO DECIMO
di Mauro Gasparotto
Per il quinto anno consecutivo “Caterpillar”, il noto programma di
“Radio2” in onda tutti i giorni dalle ore
18:00 alle ore 19:30, ha lanciato per
venerdì 13 Febbraio 2009 l’iniziativa
“M’illumino di meno”, una grande
giornata di mobilitazione internazionale in nome del risparmio energetico.
Il Comune di Azzano Decimo, assieme
ad altri Comuni della Provincia di Pordenone, ha scelto di aderire
all’iniziativa spegnendo l’illuminazione
pubblica in piazza Libertà dalle ore
18:00 alle ore 20:00 ed ha concesso
all’ Associazione Pordenonese di Astronomia il patrocinio per organizzare
una serata di osservazioni pubbliche in
concomitanza con questo evento. L’iniziativa, intitolata “SPEGNIAMO LE LUCI E ACCENDIAMO LE STELLE: osservazione
delle meraviglie dell’universo al telescopio durante la Giornata del Risparmio Energetico 2009”, ha così permesso di celebrare
in maniera interessante la Giornata del Risparmio Energetico 2009 nell’ambito dell’Anno Internazionale dell’Astronomia 2009
(IYA2009). L’evento ha coinvolto molti soci che si sono dati appuntamento in piazza Libertà per le ore 17:45. Con il permesso
del Comune, hanno potuto entrare con le loro vetture nella grande area pedonale della piazza per scaricare la strumentazione
che comprendeva: piccolo binocolo Bresser 10 x 50 – rifrattore acromatico Bresser Skylux 70 f/10 – dobsoniano Meade Lightbridge 300 f/5 – Newton Meade 150 – rifrattore apocromatico Skywatcher da 80 mm – rifrattore semiapocromatico TeleVue
Pronto – binocolo Fujinon 10x70 – rifrattore acromatico Mizar 80 f/7, ed altro ancora!
Già in fase di allestimento e di preparazione degli strumenti alcune persone, che non erano al corrente dell’iniziativa, si sono
avvicinate incuriosite per chiedere informazioni e chiarimenti. Saputo che sarebbe stato possibile osservare alcune meraviglie
dell’universo al telescopio, sul loro volto è comparsa un’espressione di stupita meraviglia, sottolineata da sinceri commenti di
approvazione.
Alle ore 18:00, con una precisione degna degli svizzeri, i lampioni di piazza Libertà sono stati spenti e da quel momento in poi
una gran folla di bambini e di adulti ha invaso gioiosamente l’area attrezzata coi telescopi. Per altro questa iniziativa era stata
diffusamente pubblicizzata con l’affissione di manifesti in diverse parti del paese, con articoli di giornale, con segnalazioni in
vari siti Internet, con la comunicazione agli alunni delle scuole elementari e medie di Azzano Decimo e… anche con un po’ di
sano passaparola! L’oggetto “principe” della serata è stato senza dubbio il pianeta Venere, la “Stella della Sera”.
In tutti gli strumenti si è presentato come una bellissima falce, tanto da strappare esclamazioni di stupore sia ai bambini sia
agli adulti che si accostavano all’oculare. Molti, in un primo momento, scambiavano il pianeta per la Luna: ma, fatto loro notare
che la Luna non era presente in cielo e che sarebbe sorta solo in tarda serata, erano meravigliati di poter vedere così bene un
oggetto posto ad oltre 40 milioni di chilometri da noi…!
Tra gli altri oggetti puntati durante la serata, ci sono stati l’ammasso aperto delle Pleiadi e la Grande Nebulosa di Orione.
Purtroppo, malgrado lo spegnimento dell’illuminazione pubblica e l’adesione a “M’illumino di meno” di diversi esercizi che contornano piazza Libertà, il forte inquinamento luminoso derivante dalle strade, dalle vetrine e dal campanile presenti nel restante centro di Azzano Decimo, hanno penalizzato l’osservazione di questa stupenda nebulosa, rendendola appena apprezzabile
anche in telescopi dal diametro generoso…!
Per le persone accorse in piazza è stato inoltre possibile conoscere un po’ meglio vari aspetti e curiosità riguardanti l’universo,
l’astronomia ed i telescopi e questo grazie all’esperienza e alla passione degli astrofili presenti all’iniziativa. Sono stati distribuiti
opuscoli per sensibilizzare la popolazione di fronte al grave problema dell’inquinamento luminoso (che anno dopo anno sta
cancellando dalla vista sempre più stelle dal nostro cielo notturno) e per avvicinarli all’affascinante mondo dell’astronomia attraverso la descrizione dell’ammasso aperto delle Pleiadi e l’invito a costruire, attraverso una semplice guida, un astrolabio. Molti
dei presenti, tra cui alcuni insegnanti delle scuole Azzano Decimo, hanno chiesto ulteriori informazioni riguardo alla nostra Associazione ed hanno manifestato l’intenzione di salire all’Osservatorio di Montereale Valcellina durante una delle serata di apertura al pubblico. Sicuramente da lassù, complice un cielo molto più scuro di quello presente sopra il centro di Azzano Decimo, le meraviglie dell’universo sapranno strappare loro ulteriori e ancor più grandi esclamazioni di stupore!
Infine, si desidera ringraziare l’Amministrazione Comunale di Azzano Decimo, ed in particolare la sig.ra Erika Facca e
l’assessore Tesolin, per aver preso a cuore l’iniziativa e per aver permesso che si concretizzasse anche in tempi piuttosto ristretti.
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VENERE 2009
Il pianeta Venere è stato senza dubbio l’astro più vistoso nel cielo serale degli ultimi mesi, attirando l’attenzione
degli astrofili e dei semplici osservatori occasionali, innanzitutto con il suo fulgore, ma anche per alcune affascinanti configurazioni ed allineamenti con altri pianeti e con la Luna.
Chi si occupa di astronomia osservativa probabilmente conosce le difficoltà che si incontrano nell’osservare e riprendere Venere in alta definizione, dovute alla turbolenza dell’atmosfera terrestre nelle ore serali, alla scarsa altezza dall’orizzonte, ecc.
Seguono alcune immagini, riprese da Andrea Berzuini e dal sottoscritto, che testimoniano alcuni momenti di questo
grande spettacolo. Va detto che molte delle foto che seguono, riportate in ordine cronologico, sono state scattate in
circostanze estemporanee e in condizioni di fortuna, per cui dal punto di vista tecnico non sono impeccabili, ma in
ogni caso hanno una loro valenza documentaria.
6 dicembre 2008 Occultazione Venere Luna
Località: Gaiba ( prov. Rovigo)
Le prime foto quando Venere è come una protuberanza della Luna sono state ricavate da un filmato ripreso verso le 18 e 29 .
Le altre distanziate di ca 10 minuti. Videocamera Panasonic SDR-SW20 a mano libera. Zoom variabile fino a 10x. Impostazione di messa a fuoco automatica.
31 dicembre 2008 Congiunzione Venere Luna
Località: Tiezzo (PN) / Digicam Canon EOS 300 + Miniborg 50 F5 / Tempi esposizione variabili da 0.5 a 2.0 secondi
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27 febbraio 2009 :Alcune riprese paesaggistiche al tramonto, da Mogliano Veneto, sempre con Luna e Venere in evidenza. Digicam Canon Ixus, esposizione automatica
8 marzo 2009 : Riprese di Venere al telescopio. Acromatico Kenko 90/1300, con metodo di ripresa “afocale”
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21 marzo 2008: Una delle ultime apparizioni di Venere come “astro della sera”, immediatamente prima della
congiunzione eliaca.
Digicam Canon EOS settata a 800 ASA con Televue APO 60/360. Nonostante la corta focale di ripresa,
nell’ingrandimento è visibile la falce del pianeta.
a cura di Dino Abate e Andrea Berzuini
UNA SERATA OSSERVATIVA CON GLI STUDENTI DELLA 5 ELEMENTARE DI
ROVEREDO IN PIANO LA SERA DEL 20 MARZO 2009
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ASSOCIAZIONE PORDENONESE DI ASTRONOMIA
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Indirizzo postale: Casella Postale 2 – Montereale Valcellina
33086 MONTEREALE VALCELLINA PN
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