Liceo Cossatese e Vallestrona N° 4 18/2/2016 LA RAGNATELA LIBRO O EBOOK ORIENTAMENTO GARA RETORICA GIOCHI GIOCHI VITA DA FAN 2 Numero IV – Febbraio 2016 "Il problema e' che gli italiani hanno la memoria corta". "Vero". "Vero che?" F S Dal canto mio, un libro di carta è molto meglio di un e-book perché riesci a sentirlo più tuo, a godertelo di più, ad assimilarne ogni singola virgola, lettera, parola, poi gli e-book mi fanno male agli occhi. Io sono una che legge molto, anche per ore di seguito, e non sopporterei mai l’idea di dover passare ore intere a cuocermi gli occhi su uno schermo! Capisco benissimo che in un mondo sempre più automatizzato bisogna essere all’avanguardia, stare al passo coi tempi, “seguire il flusso”, è più che giusto: le telecomunicazioni, i social, i nuovissimi ed ultratecnologici apparecchi elettronici…anche io ne faccio uso, ma non toccatemi i libri! Ad un certo punto della mia vita di lettore, circa quattro anni fa, ho comprato un ebook: non ho chiuso con i libri di carta, ma ora uso prevalentemente lo strumento elettronico. Questo mi permette di risparmiare tante cose: spazio, cellulosa, soldi, tempo. rancamente, io ho un grande legame affettivo nei confronti dei libri. Li divoro sin da quando ero piccola, e credo che sia una sensazione fantastica tenerne uno tra le mani: la copertina lucida, il profumo di inchiostro e di nuovo di cui sono intrise le sue pagine, il peso di tutte le sue parole…sì, forse esagero anche un po’, ma per me è sempre una gioia ricevere libri! Un “libro” vero e proprio non è un tablet o un e-reader, quello è solo un “oggetto tecnologico su cui se ti va puoi leggerti una storiella”, perché un libro vero è tradizione e tradizionale, completo di pagine, inchiostro, copertina, segnalibro, e, se vogliamo, pure la contro-copertina! È qualcosa di concreto, accarezzabile, visibile, assaporabile (con la mente, si intende). È qualcosa che senti appartenerti, che ti fa emozionare aprirlo per la prima volta e cominciare a leggerne le prime righe; che magari ti fa pure versare qualche lacrima mentre lo assimili tutto, imprimendola sulla carta; e che poi ti fa sospirare quando, giunto alla fine, ne chiudi le pagine. È questo un libro. Non un tablet. Non uno smathphone. Non un e-reader. Un libro. Un semplice, unico, meraviglioso, libro! ono un animale raro, un lettore accanito e con il passare degli anni ho accumulato centinaia di libri che hanno finito per occupare metri di librerie in sala, nello studio, nelle stanza da letto mia e di mia moglie e in quelle dei figli. Una prima constatazione: non profumano come dicono. La carta tendenzialmente è inodore e quindi resto sempre piuttosto sorpreso quando i difensori del libro tradizionale si rifanno al piacere suscitato dal profumo “inconfondibile” delle pagine appena stampate. Spazio: invece che ammucchiare libri in ogni angolo l’ebook li contiene in un piccolo parallelepipedo elettronico, tra l’altro leggerissimo da portarsi in giro. Sono partito per il Cammino di Santiago con un vocabolario Spagnolo – Italiano, uno Inglese – Italiano, la Bibbia e tre libri da leggere. Tutto nei 290 gr. del mio Kindle, che ha richiesto di essere ricaricato una sola volta nel mese di durata del viaggio. Cellulosa: il Kindle è ecologico, evita di abbattere foreste e non consuma praticamente nulla. Soldi: sono un lettore accanito e dopo pochi mesi il risparmio accumulato comprando i libri in formato ebook aveva superato largamente il costo dell’oggetto. Tempo: cerco libri con calma, leggo le recensioni, ci ragiono, poi, quando li ho scelti, in 10 secondi li ho a disposizione e pronti da leggere: se ho un dubbio scarico solo l’estratto gratuito, in genere tra il 5% e il 10% del testo finale, mi faccio un’idea e solo se mi ha convinto lo compro. Sottolineo che non è vero che leggere sull’ebook fa male agli occhi. Personalmente odio leggere a computer, ma l’ebook non è retroilluminato e usa una tecnologia completamente diversa da quella dei video o dei telefonini, quindi non stanca la vista. Per questo, quando su Internet trovo materiali interessanti, ma lunghi, li scarico, li converto in pdf e me li leggo sull’ebook senza bisogno di stamparli. Se mi servono dei pezzi li sottolineo e l’ebook me li estrae, pronti per essere copiati dove mi servono. Due anni fa ne ho regalato uno a mio padre, 83 anni, che ha gradito molto perché l’ebook non lo affatica e gli consente di regolare la grandezza del carattere del libro che legge, così non deve più tribolare: ah, i libri glieli passo tutti io, gratis. Anche la storia che è bello avere i libri non la capisco molto. Per cosa? Per accarezzarli? Per riempirli di polvere? Perché fanno status? O forse dietro c’è qualche oscuro feticismo? Su 100 libri che compro so già che ne rileggerò al massimo 4 o 5, gli altri resteranno lì a non far nulla, oggetti inutili se non per arredare e alimentare il mio ego: “Guarda come sono colto”. Come ho detto leggere mi piace, continuo a farlo anche su carta, ma trovo l’ebook una scelta intelligente, pratica ed ecologica. Mi fa piacere che molte biblioteche abbiano avviato il prestito degli ebook e credo che lì sia un pezzo del futuro dei lettori: non tutto il futuro, neanche il mio, se voglio un libro con delle belle foto devo comprarlo di carta, ma un pezzo sì. Greta Marco La Ragnatela 3 Numero IV – Febbraio 2016 Mi sono vestita da strega e mio marito fissandomi mi fa: "Aspetta, non dirmi niente, sei andata dal parrucchiere". In questo numero vi presentiamo alcune novitá in campo to alcuni docenti e alcuni alunni sull'argomento ed ecco tecnologico riguardanti il nostro Liceo, abbiamo intervista- cosa è emerso. Ci piacerebbe sapere a che punto é la scuola per quanto riguarda l'informatica: ci potrebbero essere più attrezzature? vincere tale bando. Come si relazionano i prof a queste nuove tecnologie, le trovano complicate da usare? La scuola si sta muovendo molto bene per quanto riguarda l'acquisizione di nuove attrezzature informatiche. In ogni classe è presente una LIM e vi è un laboratorio informatico ben attrezzato sia dal punto di vista hardware che software in cui si svolgono corsi di preparazione agli esami ECDL; la scuola è test center ECDL e nel laboratorio informatico si svolgono anche gli esami ECDL sia per utenti interni alla scuola che utenti esterni. A mio avviso il corpo docente di questa scuola si relaziona in maniera positiva a queste nuove tecnologie e si sta aprendo al mondo digitale che risulta per noi uno strumento molto utile a supporto della didattica. Chiaramente per alcuni docenti ci possono essere delle difficoltà ma vedo comunque la volontà in loro di mettersi in gioco e questo è fondamentale per riuscire a stare al passo con i tempi. Magari gli studenti potrebbero usare tablet? Preferiscono aggiustarsi in modo loro se non riescono ad usufruirne al meglio? La scuola ha partecipato ad un bando PON per la realizzazione di un laboratorio informatico mobile che prevede l'acquisizione di PC convertibili/Tablet per una didattica interattiva. Nel caso vincessimo tale bando si amplierebbe la dotazione informatica della scuola e sicuramente si potrebbero sviluppare esperienze di didattica innovativa attraverso tali strumenti informatici. Speriamo di riuscire a In questa scuola c'è molta collaborazione e dialogo tra gli insegnanti e personalmente capita molto spesso di confrontarmi con colleghi su problematiche di tipo informatiche e di riuscire a trovare una soluzione che è frutto del confronto e dell'aiuto reciproco. A bbiamo in oltre intervistato Luca Secco, scoprendo che nel nostro liceo (con l'autorizzazione dei docenti) c’è già una classe che in gran parte usa tablet o pc per prendere appunti durante le lezioni. vanti allo schermo del pc bisogna stampare moltissimi fogli. Da quanto lo fate? Alcuni di noi già in quarta ma è da quest'anno che la maggior parte di noi ha iniziato ad usarlo. Intanto, per cosa usate i pc? Usate magari eBook o prendete li gli appunti...? Prendiamo appunti, principalmente di storia, filosofia, italiano e latino, alcuni di noi anche fisica. Per quanto riguarda inglese ci facciamo inoltrare all'inizio della lezione le slides su cui lavoriamo per poter prendere direttamente li gli appunti. Quali sono i vantaggi principali di questa scelta? -Pro: si scrive molto velocemente e di conseguenza si può studiare direttamente sugli appunti E poi è molto facile recuperare lezioni perse o confrontare i propri appunti con quelli dei compagni. -Contro: se non si vuole studiare tutto il pomeriggio da- I prof come hanno accolto/ cosa pensano di questa cosa? Credo che siano entusiasti perché comunque non ci sono distrazioni in classe. Siamo così sicuri che non ci siano distrazioni in classe? Cosa ne pensano i prof. della classe? Secondo la professoressa Castaldi, docente di lettere, va benissimo che i ragazzi prendano appunti con il computer, perchè comunque riescono ad usare in modo efficace lo strumento e sono molto veloci, senza penalizzare le spiegazioni. Ha aggiunto che lei non ne sarebbe mai capace e che comunque non sente la necessità di controllare che i ragazzi prendano effettivamente appunti, perché, visto il La Ragnatela 4 Numero IV – Febbraio 2016 (Continua da pagina 3) loro impegno e considerato che sono di quinta meritano fiducia. Insomma ragazzi sembrerebbe che il digitale aiuti molto noi studenti nello svolgimento delle lezioni, ma attenzione! Nessuno di noi vorrebbe far scatenare una qualche vendetta dei prof! Anche la professoressa Pettinaroli, che invia loro le slide su cui lavoreranno durante la lezione, si è detta d'accordo con il metodo perché trova che i ragazzi si sentano più coinvolti e rimangano più concentrati. Anche lei si fida, ma ha dichiarato che se ne cogliesse uno che non lavora “la sua vendetta sarebbe implacabile”. Leggi molto? 1. Quando capita, se ho voglia. 2. Sì, mangio più libri che cibo. 3. I pochi libri che o letto avevano le immagini. 4. No. Abiti vicino a una libreria? 1. Può darsi, ma non ne sono sicuro. 2. Certo, la frequento spesso. 3. No abito sopra Luigi, il panettiere. 4. Sì. Pensi che i libri che tieni in casa occupino molto spazio? 1. Ma sì, un po’ di spazio, nulla di che. 2. Si, la mia libreria è colma di libri. 3. Grazie ahahah ma io non penso. 4. No. Sei un tipo/a tecnologico/a? 1. Non saprei… un pochino. 2. Mi servo della tecnologia solo per cose utili. 3. Ahah molto io uso sempre wozzap coi miei amici! 4. Poco. Senza quale libro non potresti sopravvivere? 1. Non mi esprimo, a me piacciono tutti i libri 2. Sicuramente non potrei sopravvivere senza la Divina Commedia. 3. Senza un’elenco telefonico non si và da nessuna parte. 4. Boh. Leggi spesso alla sera? 1. Un po’ alla sera, un po’ alla mattina, un po’ al pomeriggio… 2. La sera concilia il pensiero e favorisce le letture più appassionanti. 3. Nono macchè sei pazzo la sera si guarda la tv! 4. Sì. Cosa ne pensi di E-Reader e E-Book? 1. Mah, forse begli strumenti, o forse no. 2. Hanno i loro pregi e difetti, penso che po- Tavecchio offende neri, ebrei e gay. Immediate le sue scuse: "Perdonate, i musulmani me li sono proprio dimenticati". trebbero presto surclassare i cari e vecchi libri 3. Paolo il mio cuggino c’è lo aveva ma poi si e rotto. io non lo compro. 4. Belli. Cosa ne pensi dei libri cartacei? 1. Piuttosto belli, ma pesanti, però ci sono anche quelli leggeri. 2. Necessari e insostituibili. Il profumo della carta, il piacere di sfogliarli. 3. Ottimi li uso come spessore senò il tavolo balla. Gli consiglio a tutti. 4. Inutili. Dove studi/hai studiato? 1. Nella mia città. 2. Al liceo, e ne sono soddisfatto/a. 3. AHAHAJAHAJAHAJAHAHA studiare. 4. Sì. Cosa ne pensi dell’abbattimento degli alberi per la produzione di carta? 1. Forse è meglio smettere, però poi come si fa… 2. È un problema. Confido nella produzione di più carta riciclata e in nuove tecnologie. 3. Sisi abbattetegli tutti gli alberi soprattutto le edere che mi scrostano il muro. 4. Nulla. Aurora e Alberto Maggioranza di risposte a) – L’indeciso: Sempre a farsi problemi esistenziali sulla vita, sempre pronto a rispondere con determinazione “forse” o “può essere”. La paura di sbagliare è troppo forte, ma non è comportandosi in questo modo che si risolvono le cose. Serve voltare pagina, avere opinioni proprie e difenderle con le armi. Ma ciò succederà solo se ti decidi a farlo. Maggioranza di risposte b) – il colto: E’ grazie a persone come te che il mondo va avanti. Sei il mio orgoglio. Rispondi alle domande in modo corretto e logico, non hai paura di esprimere la tua opinione. Leggi molto e ci tieni ai problemi ambientali. Medita sui vari pro e contro dei libri tradizionali e digitali, sono sicuro che non avrai problemi a decidere quale debba essere la cosa migliore, e nel caso riuscirai sicuramente a modificare le tue abitudini di lettura. E ricorda: non è importante “come” leggi, è importante “cosa” leggi. Maggioranza di risposte c) – Lo sgrammaticato che pensa di essere colto ma non lo è: Comprati un dizionario e leggilo. Se ne sei capace. E fatti una cultura, beota. Maggioranza di riposte d) – Il sintetico: Non importa quale sia la domanda. Non importa la risposta. Ciò che importa è che sia a monosillabi. La vita è breve, non c’è tempo per fare cose inutili come questo test. Tu lo vuoi finire il prima possibile, e tra una domanda e l’altra ti chiedi perché l’hai iniziato. Forse perché eri curioso di vedere il tuo risultato, forse perché volevi chiarirti le idee sull’argomento, o forse perché speravi fosse una cosa seria. No, non prendertela, può succedere a tutti di commettere un errore. Capisco il tuo problema, non preoccuparti. Intanto è meglio il cartaceo. La Ragnatela 5 Numero IV – Febbraio 2016 "Usi precauzioni a letto?". "Se mi alzo a pisciare, illumino gli spigoli con la pila". L o faccio ogni tanto (anche se sarebbe più corretto dire ogni poco), rileggo questo libro che so ormai quasi a memoria ma che ogni volta riesce a dirmi qualcosa di nuovo, che ad ogni lettura è capace di suscitare in me nuove emozioni, proprio quando credo di conoscerlo talmente bene da sapere di queste pagine ogni dettaglio e ogni sfaccettatura di significato. Ho pensato a come fare, e mi si è presentato subito un ostacolo: Saint-Exupéry è morto da 72 anni. Fortunatamente, però, proprio nel suo libro ho trovato la soluzione a quello che in principio mi era sembrato un problema insormontabile: dice il Piccolo Principe “Avrai dispiacere. Sembrerò morto e non sarà vero… […] Capisci? È troppo lontano. Non posso portare appresso il mio corpo. È troppo pesante.[…] Ma sarà come una vecchia scorza abbandoMa questa volta più di ogni altra le parole di Saint-Exupèry nata. Non sono tristi le vecchie scorze…”. E allora ho penmi hanno rivelato segreti in cui nemmeno speravo, mi hansato che dev’essere stato così anche per lui, avrà sicurano rivoltato ogni singola cellula per farmi vedere tutto, e mente abbandonato il suo corpo come una vecchia scorza dico tutto, da una nuova prospettiva. Sarà che per la prima per andare in un posto lontano, per affrontare un viaggio volta ho letto questo libro ad alta voce, sarà che l’ho letto per cui il suo corpo risultava troppo pesante. seduta sul divano del mio migliore amico, sarà che proprio a lui l’ho letto… sarà quel che sarà, sta di fatto che in qual- E come ringraziarlo in un modo più dolce che rispondendo, dopo tanti anni, al suo appello? che modo sento di doverlo ringraziare, Antoine, questa volta più che ogni altra. Caro Antoine, sono in Africa, nel deserto, davanti al paesaggio più bello e più triste del mondo. Mi dispiace che siano passati così tanti anni, spero che la notizia del suo avvistamento possa portarti lo stesso piacere al cuore che t’avrebbe portato 70 anni fa. catena della carrucola di quel pozzo. O forse no, ma qualcosa del genere.” Così ha risposto, quando gli ho chiesto di te. E ho subito pensato che il vostro dev’essere stato proprio un incontro speciale, se per parlare di te ha speso più parole di quante non ricordavo avesse pronunciato, tutte d’un fiato, in tutto il tuo racconto. Non credo sia cresciuto, ha ancora la statura e l’aspetto di un bambino, con la posa regale di quel che è: un principe. Davanti a me c’è un bambino dai capelli d’oro, che ride e non Siamo stati insieme per qualche ora, io ho parlato quasi per tutto il tempo nonostante la sabbia mi facesse bruciare la gola risponde alle mie domande, sono certa che sia lui. e il caldo girare la testa, avevo così tante cose di cui parlargli. Soltanto ad una domanda ha risposto, accompagnando le sue Quando l’ho visto mi è sembrato di aver atteso lui, per tutta la parole con un sorriso: “sì, lo ricordo, aveva il sapore dell’ac- mia vita, per poter dire tutto ciò che a nessuno mai avevo qua di un pozzo nel deserto e faceva lo stesso rumore della osato dire. E mi è parso che lui fosse lì proprio per quello, per La Ragnatela 6 Numero IV – Febbraio 2016 ascoltare le mie parole e per berle come l’acqua di quel pozzo, quell’acqua che io non gli ho ancora visto bere ma di cui conosco a memoria il sapore, tante volte mi è sembrato di portarla alla bocca leggendo il tuo libro. Ogni tanto cambia espressione, ed è l’unico segno che mi da della sua attenzione. Talvolta sorride, in altri momenti aggrotta la fronte, qualche volta addirittura si lascia sfuggire una lacrima, soffre con me come nessun altro ha mai fatto. Quando l’emozione è diventata troppo forte e io sono rimasta in silenzio, con le lacrime che mi rigavano il viso, lui si è avvicinato ancora di più e mi ha preso per mano. Mi ha raccontato della sua volpe e della sua rosa, che dopo tutti questi anni ancora è bellissima, di cui continua a prendersi cura senza però più né campane di vetro né paraventi. La pecora che gli hai disegnato è buona e non mangia la rosa, che può per Io amo. Tu ami. Egli ama. Qualcuno è di troppo. questo continuare a sentirsi invincibile, con le sue quattro spine a difenderla. C’è forse qualcosa di più importante? No. Ho avuto paura, vedendo un guizzo giallo nella sabbia, che il serpente volesse portarselo via ancora una volta, ma si è limitato a sibilare, passando accanto alle sue caviglie sottili e poi alle mie. Ma mentre lui è rimasto calmo, io ho avuto paura per me, e per lui forse ancora di più. E ora il piccolo principe mi sta portando a quel pozzo, dice di ricordarne benissimo la posizione e io voglio fidarmi, di chi, in questo mondo di “adulti decisamente bizzarri”, se non di lui, eterno bambino? I l 10 marzo alcune classi quarte parteciperanno, nell’ambito degli incontri promossi dalla Consulta Provinciale degli Studenti per i giorni della Consapevolezza, ad un incontro a Città Studi con il Giudice Caselli. Alice tra i promotori, a Berlusconi e al periodo delle leggi ad personam. Dure anche molte valutazioni sulla stampa e sulle campagne di diffamazione orchestrate a comando. Anche l’indipendenza della magistratura è messa in discussione, ritornando su prese di posizione e scelte discutibili, come quelle di negare incarichi o posti delicati a personaggi come Falcone. A molti studenti questo nome non dirà nulla, ma si tratta di un personaggio che, grazie alle sue inchieste, prima sul terrorismo negli anni 70, poi sulla mafia dopo gli anni di Falcone e Borsellino, ha scritto pagine importanti della nostra storia. A volte leggendo ci si interroga su come sia possibile conservare la fiducia in uno Stato come quello descritto, ma poi ci sono le pagine dedicate alla società civile, alla reazione di tanta gente di fronte all’ingiustizia, alle associazioni come Libera di don Ciotti, che lottano contro ogni corruzione e per leggi più giuste: alla fine si capisce che la vera scelta è tra restare tra quelli che si limitano a lamentarsi o schierasi con quelli disposti a impegnarsi. E’ da poco nelle librerie il suo libro-biografia; quello passato a leggerlo è un tempo speso bene perché aiuta a capire chi siamo, da dove arriviamo e come funziona il nostro Paese. Il giudice non risparmia riflessioni, anche polemiche, sul ruolo di personaggi politici di primo piano, da Andreotti, del cui processo è stato La Ragnatela 7 Numero IV – Febbraio 2016 Il Papa: "La società non ha posto per Dio". Un consiglio: “zippalo” A l termine della fase d’istituto della gara di retorica ai partecipanti è stato inviato un questionario di valutazione. Sono state utilizzate le stesse domande di un anno fa per poter fare un confronto. Si conferma il buon giudizio sull’esperienza (83,7% tra pienamente e parzialmente positivi), soprattutto perché consente di acquisire nuove conoscenze sui temi trattati (81,9%, ma tantissimi sono pienamente d’accordo) e perché consente di sviluppare competenze argomentative nuove (86,1%), tanto che molti vorrebbero lavorare ancora su queste abilità ( 77,8%). Molto soddisfatti in particolare gli studenti che hanno ricoperto il ruolo di oratori: sono loro che più di altri ritengono che la competizione sia stata un’esperienza formativa. Quest’anno sono state percepite come più comprensibili ed adeguatamente motivate le valutazioni dei giudici: se l’anno scorso la soddisfazione era stata del 54% dei partecipanti quest’anno si è saliti all’83% che, per una competizione valutata su parametri non oggettivi, è un ottimo risultato. Dove invece si conferma una criticità è sul lavoro di gruppo. Quello di imparare il team working era un obiettivo importante, ma alla fine solo il 62,1% l’ha ritenuta un’esperienza utile in questo senso. Un dato in calo rispetto al 71% dell’anno passato. Ma la valutazione più critica è quella dell’impatto della competizione sul gruppo classe: i due terzi degli studenti non sono d’accordo che sia servita a rafforzarne la coesione. (Solo oratori) La questione sembra evidente: quando si tratta di fare un lavoro di gruppo c’è chi fa squadra e si spende perché il risultato sia il migliore possibile, ma c’è anche chi ne approfitta per defilarsi e rifugiarsi in un comodo ruolo passivo. Questo squilibrio genera tensioni tra chi traina e chi respinge, come un muro di gomma, le sollecitazioni e questo finisce per guastare le relazioni tra tutti i componenti della classe. Male, anzi, malissimo e non tanto per una questione morale (che pure è giusto citare), ma perché oggi l’abilità di team working è considerata fondamentale in qualsiasi ambito lavorativo tanto che attempati top manager sono inviati a fare corsi d’aggiornamento per sviluppare un’abilità considerata imprescindibile. capacità di condividere e collaborare è diventata la condiNon sarà un caso se negli ultimi 10 anni quasi tutti i Nobel zione per conseguire il successo. Prima o poi bisognerà per la scienza non siano andati a singoli scienziati, ma a lavorarci sopra. team di lavoro internazionali che hanno collaborato per conseguire i risultati. Nell’epoca della rete e dell’estrema specializzazione la La Ragnatela 8 Numero IV – Febbraio 2016 Ancora confusi su quale università scegliere? O volete solo chiarirvi le idee? Il sito planyourfuture.eu vi può dare una mano: è un progetto di orientamento dove sono presenti infografiche informative su vari temi, videointerviste di chi è già nel mondo del lavoro e racconta il suo percorso, e schede didattiche scaricabili. Fra le infografiche più interessanti e utili c’è quella sull’orientamento universitario, “Come scegliere l’università in 8 mosse” che vi proponiamo. 1) Analizza le tue capacità e ambizioni personali Valutare con oggettività le proprie capacità e i propri limiti permette di escludere a priori molte opzioni. Il primo passo è quello di sperimentare alcuni test attitudinali e di autovalutazione che ti possono aiutare nel percorso di scelta. Il sito AlmaOrièntati.it è un'importante occasione per documentarsi e sperimentare le proprie attitudini di base perché contiene diversi test. 2) Informati sul funzionamento dell’università Ci sono differenze nei corsi di laurea triennale, magistrale, a ciclo unico e specializzazioni, e diverse sono le rispettive durate. Ci sono però altri percorsi post diploma da prendere in considerazione, come le accademie di formazione artistica e musicale, le scuole superiori per mediatori linguistici e gli istituti tecnici superiori. 3) Informati sul mondo del lavoro Viene illustrato il mercato del lavoro in Italia, quanti ingressi vi sono annualmente, quante uscite e quante disoccupazioni, le professioni più richieste (al primo posto c’è il cameriere) e le assunzioni regione per regione (per prima c’è la Valle d’Aosta e all’ultimo la Lombardia). 4) Crea una lista dei corsi di laurea che ti interessano E’ utile fare una lista dei corsi di laurea, valutare di ciascuna alternativa sia i pro che i contro e il percorso formativo: durata, esami ed eventuali tirocini in Italia e all’estero. Per iniziare, bisogna capire in quale di queste aree sei più interessato: area sanitaria, area scientifica, area sociale e umanistica. Per approfondire viene consigliato di consultare il sito YouLaurea.it che ti permette di verificare in quali atenei italiani vengono organizzati i corsi e il sito Universitaly.it, che permette di ricercare informazioni su atenei con criteri geografici oppure per corso di laurea. 5) Ricerca le informazioni Alfano: "Giubileo funzionera' come Expo". Gente in coda che invoca Cristo e la Madonna. Recuperare informazioni direttamente da chi sta frequentando un determinato percorso di studi non è più una missione impossibile: Forum degli studenti, gruppi sui social network, siti delle associazioni studentesche, consentono di recuperare contributi e testimonianze importanti. Altra importante fonte di informazioni sono gli Open Day appositamente dedicati alle matricole universitarie che consentono di entrare nelle sedi universitarie, seguire lezioni e seminari, parlare con docenti e studenti, simulare le prove d'ingresso e raccogliere informazioni. 6) Informati sulle modalità di accesso: Gioca d’anticipo e progetta un piano B Avere le idee chiare sul percorso di studi da intraprendere permette di arrivare preparati alle procedure di accesso al mondo universitario. Alcuni atenei pongono un limite al numero di nuovi studenti che si possono pre-iscrivere, mentre altri corsi prevedono un test di verifica delle competenze minime all’ingresso. Inoltre ci sono i corsi di laurea a numero chiuso, determinato a livello nazionale per i quali il Ministero indice dei test di Ammissione. I consigli sono due: studiare e allenarsi il più possibile per il test e pensare a una seconda alternativa in caso di esito negativo della prova. 7) Guarda al futuro: Dalla scelta dell’università dipende parte del futuro. Bisogna capire i possibili sbocchi professionali e capire se una volta finito il percorso di studi avremo la possibilità di entrare nel mercato del lavoro e dopo quanto tempo. Il sito Almalaurea ti permette di selezionare il tipo di corso, gli anni dalla laurea, l’Ateneo, i Dipartimenti e le classi di laurea e verificarne l’andamento storico dell’occupazione degli studenti dopo i diversi percorsi. 8) Valuta i costi: Se fatti bene i conti a volte tornano Studiare costa e le spese sono molte: dall’iscrizione ai libri di testo, dai trasporti all’eventuale soggiorno in una città diversa dalla propria. E’ necessario “fare due conti”: insieme alla famiglia e capire il budget a disposizione. La Ragnatela Roberta 9 Numero IV – Febbraio 2016 "Oggi vado in palestra a fare postural, striding, cardiospin, panc afit, e easy step... e tu?". "Io sto a casa a fare divaning". UNIVERSITA’ DEGLI STUDI PAVIA Il salone dell’Orientamento di Biella è stato interessante, ma qualche volta gli operatori sembravano essere lì più per Telefono 0382984697 distribuire opuscoli e materiali che per fornire informazioni. Interrogati su aspetti specifici dei corsi e del funzionamenOffre servizi di consulenza individuale o per to degli atenei restavano un po’ perplessi e rimandavano a piccoli gruppi con psicologi ed esperti dell'ositi e open day. rientamento. Si può prenotare un colloquio telefonando al o via e-mail: ([email protected]). Ma, a parte gli open day che sono inevitabilmente impostati per convincere i futuri iscritti, i servizi di orientamento UNIVERSITA’ DEGLI STUDI GENOVA delle Università funzionano davvero? Sono a disposizione dello studente dubbioso e incerto? Abbiamo provato a finTelefono 010202099690 gerci uno studente pieno di dubbi, abbiamo telefonato ai Si possono prenotare colloqui individuali di centralini dei servizi di orientamento di alcune Università orientamento per approfondire tutti gli aspetdell’Italia Nord—Occidentale e chiesto se potevamo essere ti che riguardano la scelta del corso di studio. aiutati nel dipanare i nostri dubbi attraverso il colloquio Per prenotare ci si può recare in sede, oppure telefonare o con un esperto (psicologo o counsellor). mandare una mail ([email protected]). Ecco com’è andata. UNIVERSITA’ COMMERCIALE BOCCONI STATALE MILANO (privata) Telefono contattato: 800188128 Telefono 0258365820 Risponde una persona che capisce al volo la Offre incontri in sede con studenti tutor presrichiesta e fornisce informazioni puntali: il so l'ufficio di orientamento dell'Università. Si servizio c’è ed è disponibile. L’Università conpuò prenotare telefonando. sente un colloquio gratuito con uno psicologo, da prenotare al numero 0250312113. POLITECNICO TORINO Telefono 0110906254 MILANO BICOCCA Telefono contattato: 0264486448 Una voce giovane e gentile ci risponde che l’Università dispone del servizio. E’ possibile richiedere un colloquio con uno psicologo inviando una email all’indirizzo Ha un ufficio dedicato all'orientamento. Oltre a recarsi in sede, lo si può contattare via mail ([email protected]), o skype (orientapolito), fissando l'appuntamento via mail. CITTA’ STUDI BIELLA Telefono 0158551052 [email protected] UNIVERSITA’ DELLA VALLE D’AOSTA Telefono contattato: 0165066700 Chi risponde non capisce bene la richiesta e non si dimostra particolarmente informato. Alla fine propone un colloquio con del personale dell’Università per spiegare i corsi di studio presenti nell’Ateneo. Non è quello che avevamo chiesto. UN. DEL PIEMONTE ORIENTALE Telefono 0161261527 Offre colloqui di orientamento e consulenza per il bilancio delle competenze. Organizza inoltre incontri a tu per tu con gli studenti universitari. Si possono avere maggiori informazioni attraverso mail ([email protected]), telefono Offre colloqui individuali o di gruppo volti a mettere in luce le proprie attitudini e aspirazioni. Si può contattare via telefono o mail (formazionePRESSOcittastudi.org) o recandosi direttamente all'ufficio orientamento della sede UNIVERSITA’ DI TORINO Ci piacerebbe pubblicare anche le informazioni per questa Università, ma non è stato possibile. Abbiamo provato in giorni e ore diverse, ma sempre partiva la segreteria telefonica. Anche il sito non chiarisce molto sul tema. Peccato perché questa è una delle Università più frequentate dai nostri studenti. La Ragnatela 10 "Livello di inglese?". "Fluente". "Traduca 'Io dormo in mutande' ". "I slip". Numero IV – Febbraio 2016 Vi capita mai di fissarvi su una cosa e pensare a quella tutto il giorno? Di ritrovarla in ogni canzone, discorso, pensiero? A me sempre. Io posso fissarmi in due modi: il primo è quello ansioso in cui mi assale la paura di avere patologie rare o malattie incurabili che mi manda in una paranoia terribile e assurda; il secondo è quello da fangirl che mi fa fissare su una persona, una canzone o un libro (e non so quale delle due sia peggio, credetemi). La fissa di queste vacanze di Natale è del secondo tipo ed è toccata più precisamente ad un attore, Hugh Grant. Tutto è iniziato l'ultimo venerdì di scuola: i piani per le mie vacanze erano tranquilli e sereni, pieni di dormite e dedicate al recupero di cose lasciate indietro nella scuola. Erano. Nell'ora di inglese abbiamo guardato in classe un film: Bridget Jones. Come credo sappiate, uno degli attori principali è proprio Hugh Grant. Lì è scoccata la scintilla: ovviamente lo conoscevo e sapevo delle sue qualità, ma per uno strano meccanismo del mio cervello, mi sono perdutamente innamorata di lui. Il che ha scombussolato tutti i miei piani natalizi. Ho iniziato a pensare ossessivamente a lui e a maledire i suoi genitori per averlo messo al mondo. Ovviamente volevo saperne di più sulla sua vita, capire che tipo di persona é, così sono andata su Wikipedia a leggere la sua pagina, ho iniziato a guardare centinaia di sue interviste su YouTube, sono andata a scovare articoli di giornale su Internet per essere aggiornata sugli ultimi gossip e sono arrivata persino a comprarmi i dvd dei suoi film. Ebbene sì, io, Aurora, per niente appassionata di cinema, ho passato le mie vacanze di Natale a guardare l'intera filmografia (e con intera intendo anche una puntata del "La Tata" in cui è presente per i primi due minuti) di un attore che non recita neanche più al momento. Voi vi chiederete: ma chi te lo fa fare? Sinceramente non lo so, come non so perché preferisco una canzone ad un'altra, o perché il tuo amico mi sta più simpatico di te. É così e basta. E non so quando e se questa fissa mi passerá, ma non rimpiangerò mai il tempo "perso" a pensare e a cercare scoop su un attore o un cantante o un personaggio di un libro che sia, perchè so che comunque, nonostante tutta la sofferenza che mi provoca il fatto che non potrò mai effettivamente incontrare queste persone, rimarranno per sempre nel mio cuore, e io potrò raccontare ai miei figli di quanto fossi presa da quel personaggio, e lo racconterò con gioia: gioia di aver scoperto tante cose su una persona e sul suo mondo e gioia di aver fatto un po' mio quel suo mondo e di esserne stata in qualche modo parte, e questo mi basta. Aurora Determiniamo il futuro, ma igno- Dove viviamo Percorro quotidianamente strade riamo il passato. Dove viviamo? antiche, già percorse. E così voi, ignari, indifferenti. Terre di storia, di popoli. Strade di amori, di persone. Marta Città di fatiche, di ingiustizie. La Ragnatela 11 Numero IV – Febbraio 2016 "Provi qualcosa per me?". "Ma non abbiamo la stessa taglia!" Siamo ancora nella stagione invernale ma è già il momento di pensare all’estate e a quali attività si vorrebbe partecipare: vacanza studio, volontariato, stage o avventure all’estero. A questo proposito, i ragazzi delle classi terze e quarte del liceo hanno avuto la possibilità di partecipare a due incontri. Il primo con Elisabetta Airone dell’InformaGiovani di Cossato per scoprire quali diverse attività di lavoro e volontariato esistono e l’altro con i responsabili dell’associazione GF Work Placements che propone agli studenti di trascorrere alcune settimane d’estate in famiglia in Inghilterra e lavorare come volontari nei Charity Shop inglesi. (“negozi di beneficienza” dove si possono comprare oggetti a basso costo). capacità di sapersi adattare a nuovi luoghi e a nuove persone. Inoltre il tipo di attività è certamente diverso da quello a cui siamo abituati noi studenti, infatti si è coinvolti direttamente nell’organizzazione del negozio. L’episodio più divertente e l’episodio più spiacevole che hai vissuto Per scoprirne di più a riguardo abbiamo intervistato Giulia Ra- Ci sono stati molti episodi memorabili, a partire da quando, rienmella di 5A che per due anni ha partecipato a questa esperienza. trando una sera dal lavoro, ho sbagliato la fermata del pullman trovandomi a dover correre fino a casa per arrivare in tempo Come sei venuta a conoscenza di questo tipo di iniziativa e cosa all’ora di cena. L’episodio che ricordo con più piacere è invece ti ha spinto a partire? la festa di fine attività (Prom) che la ragazza ospitante londinese ha tenuto a casa sua: è stato bello essere accolta come una di L’iniziativa mi è stata proposta da un’insegnante di lingua ingle- loro! se di Biella, a cui avevo chiesto informazioni riguardo ad un soggiorno all’estero che andasse oltre il solito modello del Quando non lavoravi cosa facevi? Hai conosciuto ragazzi della college. tua età? Sono molti i motivi che mi hanno spinta ad partire, primo fra tutti il fascino che provo per la terra inglese e il desiderio di visitare due stupende città come Edimburgo e Londra. Inoltre cercavo un’esperienza che mi facesse progredire a livello linguistico attraverso il lavoro da volontaria nel Charity Shop. Ho potuto visitare molto bene la città, in parte con la famiglia e in parte con ragazzi conosciuti là. Ho anche avuto modo di rincontrare un’amica polacca e visitare con lei alcuni musei londinesi. Nel negozio c’erano spesso altri volontari, all’incirca della mia età, con cui chiacchierare nei momenti di pausa. In particolare ho stretto una buona amicizia con Chloe, la mia coetanea Raccontaci come si svolgeva una tua giornata tipo in Inghilter- della famiglia ospitante a Londra. ra Consigli ad altri un’esperienza come questa? Per quale motiLa sveglia non era mai troppo presto, i negozi aprono verso le vo? 10, solo se avevo il giorno libero e andavo a visitare la città mi capitava di svegliarmi un po’ prima. Per il resto la giornata lavo- L’esperienza è molto diversa da quella proposta normalmente da rativa veniva interrotta solo dalla pausa pranzo (circa un’oretta un college, sia dal punto di vista linguistico sia dal punto di vista libera verso l’una), e terminava verso le 4 o le 5, ora a cui chiu- del lavoro: si è veramente immersi nella realtà inglese. Nella mia dono i negozi. Arrivata a casa avevo tempo per rilassarmi e fare esperienza ho sempre incontrato famiglie ospitali e disponibili. la doccia, per poi cenare (gli inglesi cenano più presto di noi!) e Per questi motivi e per quelli elencati precedentemente la consirilassarmi. La sera parlavo o guardavo un film con la famiglia e glio assolutamente a tutti coloro che vogliano provare l’esperienqualche volta uscivo con mia coetanea inglese che mi ospitava. za di non farsi intimorire dalla novità. Oltre che alle capacità linguistiche, hai potuto migliorare altri aspetti? Se si, quali? Ci sono molti aspetti, oltre alle competenze linguistiche, che si possono migliorare con un’esperienza del genere. Innanzitutto l’indipendenza, bisogna sapersi orientare negli spostamenti, e la La Ragnatela Francesca 12 Numero IV – Febbraio 2016 9 1 8 8 7 6 9 8 5 4 1 2 5 1 6 4 La grande muraglia cinese Un italiano che non è mai stato in nessun altro paese vede la Grande Muraglia Cinese con i suoi propri occhi. Informazioni addizionali: • • • non sta guardando una fotografia né un quadro; • non si trova in Cina. non sta guardando un filmato; sta guardando e vedendo la vera Grande Muraglia Cinese; Una normalissima donna cammina sull'acqua Informazioni addizionali: • • l'acqua, in quel punto, è profonda 6 metri; la donna cammina effettivamente sull'acqua e non su un ponte; • la donna indossa scarpe normali e non speciali galleggianti. MINI IPSE DIXIT (Parlando dell'Iliade): Priamo aveva cinquanta figli... Valerie: Mi fa schifo! Benanchietti: La tua idea nasce dal nostro modo di concepire... Secco: la matematica è come il maiale, non si butta via niente. La Ragnatela L’uomo è su una navicella spaziale 3 7 9 3 4 5 3 2 7 6 1 Pensiero Laterale Sapete spiegare eventi inspiegabili usando una logica alternativa? Ecco due esempi. Come li spiegate? La donna è su un lago ghiacciato. 6 1 8 5 4 Insetti e larve a tavola, arriva il sì della UE. Il ristorante cinese sotto casa mia ha messo sull'insegna: "Prodotti a chilometro zero".