Capo Carbonara
Comune di Villasimius
Area Marina Protetta
di Capo Carbonara
Progetto finanziato dal Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio
Direzione Protezione Natura - Intervento Prioritario B1
Questo opuscolo intende illustrare le caratteristiche del
territorio compreso nel perimetro dell’Area Marina
Protetta di Capo Carbonara ed i contenuti culturali che si
integrano nel progetto di sviluppo sostenibile al quale è
finalizzata l’istituzione dell’AMP, negli intendimenti
dell’Ente Gestore, il Comune di Villasimius.
Area Marina Protetta
Capo Carbonara
Isola dei Cavoli
Comune di Villasimius
Capo Carbonara Isola dei Cavoli
Dalle torri
al turismo
el 1823 il capitano W.H.Smyth era stato
inviato in Sardegna al comando
dell'Adventure, vascello di Sua Maestà
d'Inghilterra, per tracciare le carte delle coste
dell'isola. Un anno di navigazione ed il soggiorno in varie località si tradussero nel 1828
in un libro che offre non solo una descrizione
della geografia della Sardegna, ma anche un'originale spaccato sulla sua vita sociale e sui
costumi dell'epoca. Così Smyth descrive le
isole della costa di Villasimius e la vita dei
soldati che vivevano nelle torri, unici luoghi
allora abitati:
N
d un quarto di miglio dal Capo Carbonara
vi è l'antica Ficaria, un'isola oblunga,
alta circa 80-90 piedi sul mare, ora chiamata dei Cavoli perché vi crescono i cavoli selvatici. La sovrasta una torretta in rovina con
due cannoni, in cui una guarnigione di cinque
uomini resta come prigioniera per sei mesi, e
qualche volta, quando non si dà loro il cambio,
per più di dodici mesi sebbene non ci sia altra
acqua che quella di una cattiva cisterna e non
sia permesso loro di tenere una barca. Più di
una volta i Turchi si sono impossessati di questo scoglio, per nascondere le loro navi nella
sua piccola insenatura e di lì attaccare qualunque preda si trovasse a passare a tiro. A circa
cinque miglia e mezzo a nord est dei Cavoli e
uno e tre quarti dalla riva, vi sono le isole di
Serpentaria [Serpentara], le Insulae Belerides
A
In alto, la torre
di Cala Pira, al limite
settentrionale dell’AMP.
In basso, la Fortezza Vecchia
a Villasimus.
Dalle torri al turismo
di Tolomeo, di cui la più meridionale, che è
anche la più vasta, è probabilmente l'antica
Collodes. È una massa di granito lunga e piatta, con i lati scoscesi ed in cima una torre, in
cui sono come murati vivi i sei "torrari", sottoposti allo stesso regime di privazioni di quelli
della Torre dei Cavoli.
A
ltrettanto sorprendente appare oggi la
testimonianza contenuta nel volume
della Geografia d’Italia di Strafforello
sulla Provincia di Cagliari edito nel 1895,
quando Villasimius contava 977 abitanti: A
Nord del Capo Carbonara, e detta perciò
anche Carbonara, a poco più di 2 km dal
mare, a 36 da Quartu Sant’Elena, in aria saluberrima, là dove la catena centrale della
Sardegna immergesi nel Tirreno. Piccola chiesa dipendente dalla parrocchia di
Maracalagonis. Nel suo litorale sono alcuni
seni poco sicuri e due isolette, una detta dei
Cavoli, vicina al promontorio o penisoletta di
Carbonara, con faro di 1ª classe, l’altra denominata Serpentara, pure con faro. Cereali,
vino, ortaglie, patate, frutta. Era un deserto
in addietro con residui di antichità. Nel 182122 il marchese di Chirra, o Quirra, fece alcune concessioni a varii signori cagliaritani, ed
uno di essi, il cav. Jucani, sotto gli auspici
del conte Roero, presidente della Sardegna,
fabbricatavi una chiesetta, vi chiamava alcuni coloni, che vi costruirono case e masserie,
sì che in capo a 12 anni vi si annoveravano
già 130 famiglie con 550 anime.
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In alto, la torre di San Luigi
sull’Isola di Serpentara.
In basso, Capo Boi,
limite occidentale dell’AMP
e nell’entroterra la torre.
Capo Carbonara Isola dei Cavoli
Dalle torri al turismo
La torre di Porto Giunco
domina la Spiaggia del Giunco,
lo stagno di Notteri e, sull’altro
versante del promontorio,
il porto di Villasimius.
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5
Capo Carbonara Isola dei Cavoli
Dalle torri al turismo
L
a Villasimius di oggi rimane una piccola
comunità con meno di 3000 abitanti, ma
a differenza di un tempo, la maggior
parte dei suoi interessi sono proiettati sulla
costa, quella stessa costa dalla quale un
tempo conveniva stare lontani. Rimangono
ancora legami con la tradizione, come la
festa della tosatura, che si tiene in maggio,
ma oggi è il turismo il motore dell’economia
locale. Un felice connubio tra le grandi
spiagge, lo scenario delle isole, un mare da
favola ed una notevole ricettività alberghiera
hanno fatto di Villasimius una delle capitali
del turismo in Sardegna.
questa vocazione consolidata si è
affiancata la felice intuizione di proteggere il mare e l’ambiente circostante
come valore aggiunto indispensabile per
mantenere lo sviluppo turistico. Villasimius
infatti è stato uno dei pochi comuni italiani
A
In alto, gli edifici della
Cava Usai ed una parte delle
zone di cavatura del granito.
In basso, i resti di cava
levigati dall’azione della
risacca sul litorale
di Cava Usai.
toria recente dunque quella di
Villasimius che assunse questo nome
nel 1862, abbandonando quello di
Carbonara, che derivava dall’attività di produzione del carbone da legna. Dei tempi
antichi fuori dall’acqua rimangono controverse testimonianze sulle colline di
Campulongu che per alcuni studiosi vanno
fatte risalire ad un insediamento feniciopunico. Molto più ricco il “museo” sommerso, che conserva le tracce di una frequentazione ininterrotta dal periodo punico ai giorni nostri. Nei fondali attorno a Capo
Carbonara sono stati rinvenuti i resti del
naufragio di un’imbarcazione romana avvenuto intorno al 250 a.C., l’intero relitto di
un galeone spagnolo, solo in parte indagato
dagli archeologi, ed un importante carico di
vasellame medievale.
S
atto sta che come molte località costiere
della Sardegna questo tratto di costa subì
fino all’Ottocento inoltrato le incursioni
dei pirati saraceni e per un lungo periodo solo
le torri furono luoghi stabilmente abitati. E le
torri, un’efficiente rete di comunicazione,
segnano il paesaggio dell’Area Protetta.
F
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a volere l’istituzione di un’Area Protetta ed a
scommettere sull’equazione: qualità dei servizi + qualità dell’ambiente = sviluppo. C’è
ancora molto da fare, ma la strada giusta
sembra imboccata.
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In alto, la tradizionale festa
della tosatura a Villasimius.
Al centro, la spiaggia e l’Hotel
Cormoran a Campulongu.
In basso, la vecchia torre
dell’Isola dei Cavoli sulla
quale è stato eretto il faro.
Capo Carbonara Isola dei Cavoli
Nel segno
del granito
In alto, la spiaggia e il
promontorio di Punta Molentis.
In basso, panchina tirreniana
fossilifera a Cava Usai.
Nel segno del granito
il granito a segnare il paesaggio dell’entroterra e della costa di Villasimius. Un
granito chiaro, tendente al bianco, diverso da quello della Gallura, per fare un esempio. Diverso nell’aspetto perchè diversi sono i
minerali che lo compongono: nel granito di
Villasimius, infatti, prevale il plagioclasio
bianco, un feldspato microgranulare. Un granito che a lungo è stato oggetto di sfruttamento come dimostrano le molte cave, alcune
antichissime, ancora ben visibili in vari punti
della Costa: a Cava Usai, tra Capo Carbonara e
È
L
’asprezza del granito è addolcita dalla
macchia mediterranea, con le sue tipiche
essenze tenute basse dal vento. Attorno
alla Torre del Giunco è molto diffusa l’euforbia
arborea che dopo la fioritura vira dal giallo al
rosso per poi tornare al verde nei mesi invernali, quasi a scandire il trascorrere delle stagioni. Solo sui 45 ettari dell'isola dei Cavoli
sono state censite più di 250 piante diverse e
la flora di tutta l’area è impreziosita da molte
piante endemiche che hanno maggiore sviluppo sulle piccole isole. Tra gli endemismi, sono
diffuse varie specie di Limonium.
ull’Isola dei Cavoli cresce l'acchiappamosche o gigaro gigante (Dracunculus muscivorus). È una pianta endemica di Sardegna,
Corsica e Baleari dall'aspetto inconfondibile
che si rinviene soprattutto nelle piccole isole:
le foglie sono grandi, lanceolate ed il fiore ha
la forma di un grande imbuto color rosso mattone, peloso, con al centro una lunga protuberanza pelosa, chiamata spadice, con i fiori femminili alla base e quelli maschili nella zona terminale. Quando viene a maturità emette un
odore di carne andata a male, che attrae particolari insetti che favoriscono l'impollinazione.
Questa strana pianta ha anche un'altra caratteristica per attirare gli insetti.
S
la Torre del Giunco, ma anche a Punta
Molentis. In entrambi i casi il risultato della
cavatura veniva poi trasportato per mare.
a a Cava Usai lungo la spiaggia che raccorda con Capo Carbonara c’è anche
quello che resta della cosiddetta panchina tirreniana, una caratteristica formazione geologica del periodo quaternario, formata
da conglomerati e argille di origine organica e
ricca di fossili. Tipica di ambienti costieri e
formata da depositi marini, essa risale all’ultima glaciazione.
M
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’infiorescenza a forma di imbuto, come un
pannello solare, assorbe le radiazioni
luminose riscaldandosi: si generano così
correnti di convezione termica verso l'interno
del fiore, dove sono appunto collocati gli
organi della riproduzione. Gli insetti sono
spinti verso questa zona e restano impregnati
del polline: la pianta è sempre coperta di
mosche (Sarcophaga carnaria) che diventano
parte integrante del meccanismo riproduttivo,
trasferendo il polline da fiore a fiore.
L
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In alto, l’acchiappamosche.
Al centro limonio endemico
(Limonium retirameum).
In basso fiori di cavolo di
Sardegna (Brassica insularis).
Capo Carbonara Isola dei Cavoli
Nel segno del granito
Adulti e giovani di
marangone dal ciuffo sui
Variglioni dei Cavoli.
Erosioni nel granito
di Punta Molentis
Fioritura di giglio marittimo
sulle dune della Spiaggia
del Giunco
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Capo Carbonara Isola dei Cavoli
Nel segno del granito
ull’isola dei Cavoli si trova anche il cavolo
di Sardegna (Brassica insularis), un endemismo tirrenico, presente anche in Corsica
e Pantelleria. In Sardegna è diffusa anche
all’Isola Rossa di Teulada, a Tavolara, a
Figarolo, lungo la costa di Capo Caccia ed in
alcune zone dell'interno. Si tratta di una pianta perenne, con fusto legnoso alla base, con
foglie voluminose, che può raggiungere normalmente gli 80 cm di altezza: sull'Isola dei
Cavoli sono state rinvenute piante con portamento arboreo, alte fino a 2,70 m e con il fusto
di 13 cm di diametro. La fioritura avviene tra la
fine dell'inverno e la primavera, con numerose
infiorescenze bianche, che in particolare nelle
piccole isole caratterizzano la vegetazione primaverile.
S
In alto, berta minore.
In basso, la Spiaggia del
Giunco separa lo Stagno di
Notteri dal mare. Sullo Stagno
a volte nel periodo invernale
sostano gruppi di fenicotteri.
una pianta tipica di ambienti esposti e
rocciosi, infatti cresce su rocce sparse
oppure su pareti verticali. Appartiene ad
un gruppo composto da numerose specie, progenitrici del cavolo che viene coltivato e che si
mangia normalmente. La somiglianza più evidente con il cavolo coltivato è nella forma e
nella dimensione delle foglie.
È
nche le grandi spiagge bianche concorrono alla formazione del paesaggio e lungo
di esse si incontrano notevoli complessi
di dune con una ricca vegetazione pioniera che
d’estate si abbelliscono con la fioritura dei
candidi gigli di mare.
A
S
ulle piccole isole la fanno da padroni i
gabbiani reali, che nel periodo riproduttivo si riuniscono in centinaia di coppie. A
Serpentara sono così tanti che i nidi sono
dovunque ed il terreno è cosparso dei resti di
quanto trafugano dalle discariche per crescere
la prole. Il gabbiano corso è un ospite occasionale, mentre il marangone dal ciuffo inizia
la sua stagione riproduttiva nei mesi invernali ed all’inizio della primavera gli scogli si
riempiono dei nati dell’anno facilmente distinguibili per il ventre chiaro a differenza degli
adulti interamente neri. La presenza faunistica più significativa è quella delle berte, minore e maggiore (Calonectris diomedea e Puffinus
yelkouan), che utilizzano la grande disponibilità di anfratti per nidificare. Nel mare che circonda le isole vive una piccola popolazione di
tursiopi (Tursiops truncatus), mentre nel 2001
vi sono stati avvistamenti certi di foca monaca.
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In alto, un gruppo di tursiopi
nuota nelle acque di Capo
Carbonara. In basso, fioritura
di Spergularia rubra.
Capo Carbonara Isola dei Cavoli
Lo scrigno
sommerso
In alto, sarago maggiore.
In basso, macchie di
posidonia tra gli scogli
di granito ai Variglioni
dei Cavoli.
nche gli scenari sommersi sono caratterizzati dal paesaggio delle rocce granitiche che, come fuori dall'acqua, formano
pinnacoli, enormi bastioni, avvallamenti,
spaccature, tafoni, colonizzati dal giallo delle
margherite di mare e dal rosso delle gorgonie.
I fondali sono infatti percorsi da correnti che
oltre a favorire la presenza di filtratori come le
spugne e sospensivori come le gorgonie, sono
anche l'ambiente ideale per i grandi predatori. Si osservano cosi dentici e ricciole ed in
alcune località, come nei pressi dei Variglioni
dei Cavoli, è normale incontrare un grande
sciame di barracuda che pattuglia in continuazione le rocce.
A
ul lato esterno dei Variglioni si incontrano pareti cariche di colore. Prima una
sorprendente concentrazione di spugne
rosse a calice (Haliclona mediterranea) e di
margherite di mare, poi le gorgonie bianche,
gialle ed infine le pareti si riempiono di gorgonie rosse (Paramuricea clavata). Grandi
ventagli si staccano dalla roccia e formano
un’attrazione irresistibile, anche se la profondità non è per tutti.
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Lo scrigno sommerso
lla ricchezza della fauna si aggiunge una
notevole trasparenza dell'acqua, al punto
che sulle secche è necessario consultare
gli strumenti per conoscere l'esatta profondità
e non lasciarsi ingannare dalla forte luminosità. Accade così alla Secca di Mezzo dove l'immersione si snoda a 30 metri di profondità, ma
sembra di essere molto più vicini alla superficie e si rischia di allungare troppo il tempo di
fondo, ammaliati dal rosso delle gorgonie o
dalle evoluzioni delle castagnole rosse.
A
ono decine i punti di immersione frequentati dai subacquei attorno all’Isola
dei Cavoli, allo scoglio dei Berni e attorno a Serpentara. Ma se si vuole avere un’idea
di come l’istituzione dell’Area Marina Protetta
cominci a dare i primi frutti, bisogna immergersi alla Secca di Santa Caterina. Si scende
lungo la grande meda d’acciaio e già meraviglia la limpidezza dell’acqua che consente di
leggere il paesaggio dei grandi blocchi di granito fin dalla superficie. Poi quando ci si avvicina al fondo ci si stupisce subito per la quantità e la confidenza del pesce che gira sulla
secca. Saraghi di tutti i tipi, corvine, ma
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In alto, margherite di mare.
In basso, la parete dei
Variglioni dei Cavoli,
ricoperta di spugne rosse e
margherite di mare.
Capo Carbonara Isola dei Cavoli
Lo scrigno sommerso
L’ambiente coralligeno
con gorgonie nel lato
più esterno e più profondo
dei Variglioni dei Cavoli.
La suggestiva erosione del
granito imita la forma di
un’antica imbarcazione,
ai Variglioni dei Cavoli
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Capo Carbonara Isola dei Cavoli
Lo scrigno sommerso
alga, già conosciuta per la Sicilia, che proviene
dal Mar Rosso, probabilmente trasportata dalla
chiglia di qualche nave. Si tratta della Caulerpa
racemosa, un'alga verde le cui fronde sono
caratterizzate da piccole protuberanze rotondegginati. È una specie appartenente ad un
genere, diffuso soprattutto in ambienti tropicali, che in Mediterraneo fino a poco tempo fa
aveva un solo rappresentante nella Caulerpa prolifera, comune in molte zone detritiche dell’AMP.
’è un altro segno dell’uomo nelle acque
dell’Area Marina Protetta. Nel fondale a
ridosso dell'isola dei Cavoli, nei pressi di
un Variglione, l'8 luglio del 1979 venne posata
una grande scultura in trachite rosa di Ozieri
raffigurante la Madonna del Naufrago. Alta più
di 3 metri e del peso di oltre 5 tonnellate, la
statua è opera di Pinuccio Sciola, importante
scultore sardo, e rappresenta l'amore materno
nel gesto di sottrarre il bambino alle profondità del mare. Collocata ad 11 metri di profondità, la statua è il centro della cerimonia religiosa che si svolge ogni anno e che coinvolge oltre
ai locali anche i turisti che partecipano con le
imbarcazioni, mentre molti si immergono per
portare corone di fiori alla Vergine.
C
In alto, una gorgonia bianca
alla Secca di S.Caterina.
In basso, un nudibranchio
depone le uova
su una colonia di idrozoi.
anche grosse orate sembrano accogliere di
buon grado i subaquei e si lasciano avvicinare
senza paura. Alti sulle rocce anche qui nuotano i barracuda e può capitare che passi un
branco fitto di palamite. Ma lo spettacolo lo
fanno i grandi dentici che si lasciano osservare con inusitata confidenza e che all'improvviso guizzano nei branchi di castagnole, di zerri
o di occhiate per cercare una preda. Ma non
sono solo gli organismi a riempire lo scrigno
dei fondali della Secca di S.Caterina e di tutta
l’area protetta: quasi tutta la zona è di grande
interesse archeologico per la notevole quantità di reperti sparsi sul fondo. Le più appariscenti sono le ancore antiche, come i grandi
ceppi di piombo di età romana.
C
i sono anche navi moderne sui fondali.
Era il 1943 quando al traverso di Cala
Caterina, lungo il promontorio di Capo
Carbonara, andò a picco l'Egle, un piroscafo da
carico affondato da un sommergibile olandese, il Dolfijn. Era il 29 marzo e quella dell’Egle
fu solo una delle tante tragedie che sconvolsero il mare a sud della Sardegna e che sono
documentate da decine di relitti. L'Egle trasportava carbone e parte del carico si può
osservare attualmente in immersione. Lo scafo
giace su un fondale di 35 metri ed è in cattive condizioni, ma tra le lamiere si trova ancora il libro di bordo saponificato e molto fragile: i centri di immersione che guidano i subacquei alla visita del relitto fanno buona
attenzione che non venga manomesso.
e i relitti sono tracce evidenti della presenza dell'uomo, nei fondali di queste coste
compaiono nuovi segnali di come le attività umane stanno trasformando gli ambienti
sommersi del Mediterraneo. Infatti ha fatto la
sua comparsa anche qui una nuova specie di
S
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In alto, la Madonna del
Naufrago all’Isola dei Cavoli.
In basso, ceppo d’ancora
romana alla Secca di S.
Caterina
Capo Carbonara Isola dei Cavoli
Cartografia e regolamento
L'Area Marina Protetta "Capo Carbonara-Isola
dei Cavoli", affidata al Comune di
Villasimius, come Ente gestore, è stata istituita con D.M. il 15.09.1998 interamente
sostituito dal D.M. del 03.08.1999. Occupa
un’area di mare di 8.900 ha circa, suddivisa
in zone a diverso grado di tutela in cui le
attività consentite sono:
Zona A Riserva integrale
L'accesso al personale dell'Ente gestore, per
attività di servizio, e a quello scientifico, per
lo svolgimento di ricerche autorizzate; le
immersioni autorizzate a fini scientifici e la
realizzazione di visite guidate subacquee,
regolamentate in aree limitate e secondo percorsi prefissati, tenendo comunque conto delle
esigenze di elevata tutela ambientale.
Zona B Riserva generale
La navigazione regolamentata di natanti e
imbarcazioni, a bassa velocità (non oltre i 10
nodi); la pesca, professionale e sportiva previa
autorizzazione; la balneazione; l'ancoraggio
alle apposite struttura predisposte dall'Ente
gestore; le immersioni subacquee, previamente autorizzate.
Zona C Riserva parziale
Oltre a quanto indicato per la zona B, la navigazione a natanti e imbarcazioni e l'ancoraggio, come regolamentato dall'Ente gestore; le
immersioni subacquee; la pesca professionale
ai pescatori resident i nel Comune di
Villasimius e a quelli non residenti, autorizzati dall'Ente gestore sulla base di apposita
disciplina.
In tutta l'Area Marina Protetta è comunque
vietato: l'ancoraggio, salvo che nelle aree
attrezzate allo scopo e opportunamente
segnalate; la pesca subacquea, la cattura, la
raccolta e il danneggiamento delle specie
animali e vegetali, nonchè l'asportazione di
minerali e di reperti archeologici.
Dall’entroterra, un’immagine dei due
mari che bagnano Capo Carbonara e
sullo sfondo l’Isola dei Cavoli
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Capo Carbonara Isola dei Cavoli
Per uno
sviluppo
sostenibile
ell'Area Marina Protetta vengono erogati
tutti i servizi turistici. 34 strutture ricettive tra Hotel, Residence e Villaggi
Turistici, offrono circa 7000 posti letto. Si arriva ad una ricettività di 7500, contando le Case
Vacanze e i Bed and Breakfast. Il Porticciolo
Turistico di Villasimius è il più grande e moderno punto d'attracco di tutta la costa sudorientale della Sardegna e offre servizi di alto livello per i diportisti e per le imbarcazioni, il rifornimento di carburante, l'erogazione di acqua
potabile ed elettricità direttamente al posto
N
22
Per uno sviluppo compatibile
barca. Dispone di 750 posti barca ed è in grado
di accogliere barche lunghe fino a 25 m. Dal
porticciolo inoltre partono tutte le escursioni
nell'Area Marina Protetta e le imbarcazioni dei
centri d'immersione per le visite guidate subacquee. Uffici Informazioni e servizio di rimessaggio barche, nonchè il servizio di monitoraggio ed un ufficio staccato dell'AMP, si trovano a
pochi passi dal molo.
l Comune di Villasimius ha intrapreso numerose iniziative per uno sviluppo locale
sostenibile, ritenendo che la continuità
nella crescita turistica potrà essere duratura
solo se verrà data priorità d'azione alla tutela e
valorizzazione del suo notevole patrimonio
naturale. L'istituzione dell'AMP “Capo
Carbonara” è uno dei principali risultati, nonché
lo strumento per la promozione di uno sviluppo
turistico sostenibile. L'attivazione dell'Agenda
21 Locale, l'introduzione del Sistema di
Gestione Ambientale e la diffusione di un
Marchio Ambientale dell'AMP sono un necessario sviluppo di queste inziative, nonché un
importante strumento di coordinamento ed
integrazione delle politiche di sviluppo sostenibile a livello locale.
I
23
Pagina a fianco, il porto
di Villasimius.
In alto, Cala Giunco ed
il promontorio con la torre.
In basso, Porto sa Ruxi.
Capo Carbonara
Indirizzi utili
Comune di Villasimius
Area Marina Protetta di Capo Carbonara
P.zza A. Gramsci
09049 Villasimius (CA)
Tel. 070 79301 - Fax 070 792004
Uffici AMP
Viale Colombo 2, 09049
Villasimius (CA)
Tel. 070 790234 - Fax 070 790314
[email protected]
www.ampcapocarbonara.it
In alto, educazione
ambientale nell’AMP
di Capo Carbonara.
In basso, turismo nautico
all’Isola dei Cavoli
Capitaneria di Porto di Cagliari
P. Deffenu 18, 09123
Tel. 070 605171
Fax 070 60517218
Altri numeri utili
Porto Turistico
Uff. Turistico Comune
Guardia Medica
Ambulanza (118)
Protezione Civile
Carabinieri
Numero blu
070 7978128
070 7930208
070 791374
070 790222
070 790421
070 791222
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Edizione a cura dell’Editrice Taphros
Immagini e testi: Egidio Trainito;
Stampa e allestimento: Poligrafica Solinas, Nuoro
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Area Marina Protetta di Capo Carbonara