Pellegrinaggio a Medjugorje PELLEGRINAGGIO A MEDJUGORJE un’oasi di pace per contatti, informazioni, chiarimenti, critiche, testimonianze, inviare una e-mail ad: [email protected], o un Sms al numero: 349.8163336 1 Pellegrinaggio a Medjugorje La chiesa dai due campanili di Medjugorje, intitolata a San Giacomo. 2 Pellegrinaggio a Medjugorje Introduzione Questo libro nasce da una esperienza personale, da un pellegrinaggio a Medjugorje, piccolo centro dell’Erzegovina che dal 1981 è teatro delle apparizioni della Regina della Pace, come risposta alle molteplici domande che mi sono state poste in merito e per testimoniare fatti e luoghi di questo sperduto paese della exJugoslavia. Nato inizialmente sotto forma di “diario di bordo”, i primi capitoli sono costituiti dalla narrazione dei singoli giorni del pellegrinaggio; successivamente, dalla riflessione e dall’approfondimento di alcune tematiche, è sorta anche una seconda parte, formata da 3 capitoli, che trovano il loro fondamento sulla figura di Giovanni Paolo II, e che grazie alla sua figura mirano a cogliere i segni di questi nostri tempi. Una visita letteraria, per chi si sente per la prima volta il nome di Medjugorje ed anche per chi vorrebbe andarci e non può. Non certo un best-seller ma, come affermava don Tonino Bello “una riserva di tempo”. “Forse, era proprio questo rendere preziosa un'opera. E a darle vita, era proprio quella angosciante porzione di tempo che vi veniva racchiusa. E che la fatica del fabbro o del carpentiere, del sarto o del calzolaio, fosse quella di addomesticare le ore e i giorni, comprimendoli nel mistero dell'effimero, e creandosi così, per un istinto di conservazione, riserve di tempo negli otri delle cose prodotte dalle sue mani. Il tempo allora, imprigionato nella materia come l'anima nel corpo, ruggiva dentro un oggetto e gli dava movenze di vita, se non proprio l'accento della parola. Le cose nascevano, perciò, lentamente e con i tratti di una fisionomia irripetibile. Come un figlio. Prima, un atto d'amore, dolcissimo e soave. Poi nove mesi”. Proprio come è successo per questo libro: prima il pellegrinaggio alla fine di giugno 2006, poi nove mesi, da luglio dello stesso anno ad aprile del 2007. Un ricordo va poi al diacono Antonio “Lillino” Lala, la guida del pellegrinaggio descritto in questo libro, che nel frattempo è partito per l’ultimo pellegrinaggio, il più importante, quello verso la vita eterna. Buona lettura, Arcangelo. 3 Pellegrinaggio a Medjugorje 4 Pellegrinaggio a Medjugorje Primo giorno Mercoledì 14/06/2006 Partenza. Alle 17:20 di mercoledì 14 giugno 2006 si parte finalmente da Lecce per il sospirato pellegrinaggio a Medjugorje, paesino dell’Erzegovina, nella ex Jugoslavia. Qui la Madonna appare quotidianamente da 25 anni, presentandosi con il titolo di “Regina della Pace e della Riconciliazione” e rivolgendosi con messaggi alla parrocchia e al mondo intero. Si arriva a Bari intorno alle 19:30 ma, prima di entrare nel porto, qualcosa mi fa riflettere. Sulla destra alcune spiagge nel più completo stato di abbandono e di degrado, una recinzione metallica da tempo ne impedisce l’accesso oltre che la balneazione, ufficialmente a causa della presenza di amianto ma totale, come già detto, è l’abbandono che fa di questi luoghi discariche abusive di rifiuti e oggetto di vandalismo. Anche le strutture esistenti infatti sono ormai scheletri, senza più porte, finestre e vetri. Sulla sinistra invece ci sono i resti degli eco-mostri di Punta Perotti, palazzoni recentemente abbattuti e attualmente ancora in demolizione e rimozione. Scena questa che mi riporta indietro nel tempo, a scenari ben più tragicamente noti, e precisamente a quell’11 settembre 2001, data del crollo delle torri gemelle a New York, per via di un attentato terroristico di matrice islamica. Ma questa è un'altra storia. Più in generale rifletto sullo stato in cui stiamo riducendo questo nostro pianeta, e parlando di pianeta parlo anche dello stato del genere umano: abbiamo tanta fiducia nel progresso, abbiamo ormai fiducia solo nella scienza, crediamo di avere la soluzione a tutto, di essere i padroni del mondo, di 5 Pellegrinaggio a Medjugorje poter esercitare il controllo sulla vita e la morte, di poterci sostituire a Dio anzi, tendiamo a negare l’esistenza di Dio per autoproclamare la nostra divinità o per affermare che la divinità risiede indistintamente in ogni essere animale, vegetale o minerale, come raccontano le nuove favole New Age. Degrado ambientale, malattie fisiche, disordini morali: basta guardarsi intorno per ammirare i frutti di questa umanità che vuole costruire un mondo senza Dio, come ricordò la Vergine nel messaggio del 25 gennaio 1997: “Cari figli, vi invito a riflettere sul vostro futuro. Voi state creando un nuovo mondo senza Dio, solamente con le vostre forze, ed è per questo che non siete soddisfatti e non avete la gioia nel cuore […]” Nel messaggio del 25 gennaio 1991 poi aveva avvertito: “Satana è forte e desidera distruggere non soltanto la vostra vita umana, ma anche la natura e il pianeta sul quale vivete[…]. Sembrano profetiche a tal proposito le parole di Giovanni Paolo II che nell’ottobre dell’anno 2000, in Piazza San Pietro, davanti alla statua della Madonna di Fatima, fatta giungere dal Portogallo per l’occasione, recitando l’atto di affidamento del terzo millennio cristiano a Maria aggiunse: “L’umanità possiede oggi strumenti di inaudita potenza. Può fare di questo mondo un giardino, o ridurlo ad un ammasso di macerie. Ma, oggi come nel passato, l’umanità è ad un bivio e, ancora una volta, la salvezza è tutta, e solo, o Vergine santa, nel tuo figlio Gesù.” Intanto giungiamo nel porto di Bari e comincia la lunga procedura d’imbarco. Nell’attesa di varcare la dogana riconosco in decine di volti un impronta slava, volti rugosi e arsi dal sole, volti della ex-Jugoslavia, dell’Albania, volti di emigranti. Vi trovo perfino dei militari italiani in tuta mimetica, che scopro diretti per servizio a Sarajevo, capitale della Bosnia. Tornano così alla mente i tempi della guerra nei Balcani dei primi anni ’90; la mia impressione è che la 6 Pellegrinaggio a Medjugorje presunta pace odierna sia solo una pace momentanea, fittizia, controllata, ma direi soprattutto forzata ed imposta militarmente. Le armi non hanno il potere di donare la pace, per quanto buona possa essere una causa, per cui se non sono i cuori delle persone a cambiare e se la pace non parte da questi cuori e non regna già nelle proprie case, ritengo che l’odio di fondo tra le popolazioni rimanga tale, pronto a incendiarsi violentemente alla prima scintilla. Anche i militari dunque diretti in Bosnia come noi, ma per altre mete e per rispondere ad altre “chiamate”. Ascoltando infatti i diversi compagni di pellegrinaggio, mi rendo conto di come tutti abbiano la propria storia riguardo Medjugorje, ma ognuno è sicuro e consapevole, i più giovani come i più anziani, di non esservi approdati “per caso” ma di essere stati “chiamati”, ognuno personalmente e con le modalità più diverse, dalla Madonna. Qualcuno ammette pure di esservisi recato per curiosità, per accontentare la propria moglie o il proprio marito, per prendere il posto di un’amica che improvvisamente si era trovata nell’impossibilità di partire ma a tutti, nessuno escluso, la Madonna ha fatto percepire nel proprio cuore la propria speciale e personale chiamata. E allora tutto ciò che poteva apparire come caso o necessità si rivelava un sottile stratagemma di Maria per chiamare i propri figli, parlare ai loro cuori e invitarli alla conversione e alla santità. Finalmente si aprono i cancelli della dogana, documento alla mano vi transitiamo tutti e alle ore 21:00 raggiungiamo il nostro traghetto. Ad imbarco avvenuto si procede all’assegnazione delle cabine e all’occupazione delle stesse. Il traghetto salpa alle 22:30 e come gruppo ci si riunisce sul ponte della nave per recitare il Rosario; agli sguardi sorpresi del personale di bordo e di qualche turista risponde l’eco delle voci degli altri gruppi presenti sulla nave e diretti 7 Pellegrinaggio a Medjugorje anch’essi a Medjugorje, che si uniscono alla preghiera. Diventa così un coro unanime fino alla fine del Rosario intorno alle 23:15, poi tutti sotto coperta, domani la sveglia è alle 06:00 per la colazione e l’arrivo a Dubrovnik, previsto per le 07:00. Dall’alto, o dal basso dei miei 25 anni non posso certo andare subito a dormire. Forte è la curiosità di guardare il mare dal traghetto, soprattutto quando è la prima volta, così resto per un po’ ad osservare l’immensa massa d’acqua e una luna quasi infuocata specchiarsi nel mare. Penso a quanti fratelli albanesi, lungo quelle stesse rotte hanno affrontato il viaggio della speranza, su carrette del mare, ammassati come bestie, pagando un prezzo altissimo, spesso la propria vita, per raggiungere l’altra sponda, che appariva la sponda del progresso e del benessere. Raggiunsero la sponda, ma non ciò che speravano. Il traghetto Marko Polo nel porto di Bari 8 Pellegrinaggio a Medjugorje Secondo giorno Giovedì 15/06/2006 Arrivo a Dubrovnik. La costa croata. Stamattina sveglia alle 05:30 e colazione alle 06:00. Certo, non è facile interpretare le etichette alimentari, rigorosamente il lingua croata, molti scambiano miele per marmellata, ma la vera sorpresa è trovare formaggio, formaggini, prosciutto e uova. Comprendo come diverse possano essere le usanze e le culture nel mondo, ma preferisco andare sul sicuro: fette biscottate, burro, marmellata e caffé e latte. Terminata la colazione recupero il mio bagaglio dalla cabina e mi reco sul ponte della nave. Si passa tra le caratteristiche isolette croate ricoperte di vegetazione, mentre si scorge ormai nitidamente la costa di Dubrovnik con le tipiche casette bianche con tegole rosse. Sulla sinistra è presente un maestoso ponte che mi dicono appena ultimato. Entriamo finalmente nel porto e sbarchiamo. Appena metto piede sulla terra ferma noto un vecchietto, dall’altra parte della rete di recinzione, con un foglio su cui c’è scritto, in più lingue, che si affittano camere. Dopo essere stati scrutati dall’occhio severo della Policija della dogana croata usciamo nel piazzale antistante il porto di Dubrovnik, dove troviamo diversi ragazzi, ragazze e perfino coniugi, con i soliti cartelli: Zimmer - Rooms - Camere. L’offerta turistica insomma non manca. Risaliti sui rispettivi pullman, continuiamo il cammino verso Medjugorje. Percorriamo il già menzionato ponte di 9 Pellegrinaggio a Medjugorje Dubrovnik, da cui tendono verso la cima di un pilastro, credo più per un fatto estetico che di effettivo sostegno, numerosi e bianchi cavi-tubi di acciaio. Attraversando tale struttura si evita di dover percorrere per tutto il perimetro un fiordo, insenatura stretta e lunga, che penetra nell’entroterra per circa 1,5 km. Da questa altezza è possibile gustare ancora di più il meraviglioso panorama, caratterizzato da mare, verdi colline e numerosi isolotti. I gabbiani planano sul mare, l’acqua è limpida, cristallina, trasparente lungo le coste sabbiose, ricca di cangianti sfumature verdognole quando riflette la fitta vegetazione circostante. Non a caso la Croazia, per la bellezza delle sue coste, è una frequentatissima e apprezzata meta turistica e nel cammino fino a Medjugorje, in Bosnia e comunque nell’entroterra, ci attendono circa un centinaio di km a strapiombo sul mare. La Croazia infatti si estende ininterrottamente lungo tutta la costa dalmata, tranne che per una decina di km, attraverso i quali anche la Bosnia-Erzegovina si affaccia sul mare Adriatico, seppur solo per un breve tratto. Per il resto infatti è cinturata nell’entroterra dalla Croazia a nord e a ovest, dalla Serbia a est e a sud-est, dal Montenegro a sud. Percorrendo quindi la costa dalmata attraversiamo, oltre ad un primo anche un secondo posto di blocco di frontiera tra gli stati di Croazia e Bosnia, il primo per entrare in Bosnia, il secondo per rientrare in Croazia, dopo il breve tratto bosniaco di costa (circa una decina km). Durante questo transito ci fermiamo, per una breve sosta a Neum, centro a 70 km da Dubrovnik. Lasciata temporaneamente la Bosnia giungiamo quindi a Metkovic, ultima città della Croazia prima della frontiera di Dolijana, dove attendiamo per più di mezz’ora sul pullman, presso la dogana, il superficiale controllo dei documenti 10 Pellegrinaggio a Medjugorje personali da parte di uno stralunato agente della polizia bosniaca. Entriamo così definitivamente nello stato di BosniaErzegovina e incontriamo la città di Caplijna, dove sono ancora visibili su alcune costruzioni gli effetti dei bombardamenti dell’ultimo conflitto, e l’imponente fiume Neretva, sormontato dal ponte che, semidistrutto, è stato ora ripristinato. Un po’ fuori dal paese noto, sulla sinistra, un minareto, torretta alta ed affusolata, annessa ad una piccola moschea, e dalla quale il muezzin chiama i fedeli islamici alla preghiera. Credo sia espressione di una minoranza, in questa parte dell’Erzegovina, per la gran parte di nazionalità croata e di religione cattolica, mentre nel complesso la popolazione in tutta la Bosnia è prevalentemente di religione musulmana, come a Mostar e nella capitale Sarajevo. Arrivo a Medjugorje. Dopo circa un quarto d’ora comincio a manifestare un po’ di impazienza chiedendomi quando arriveremo a Medjugorje, ma subito la meta compare sotto i miei occhi: ecco finalmente la tanto sospirata chiesa francescana dai due campanili, che anche da lontano risalta inconfondibilmente nella piana di Medjugorje. Un’emozione indimenticabile, soprattutto per chi arriva qui per la prima volta, mentre dal pullman sgorga spontaneo, alla vista della chiesa, il canto “Siam venuti Madre cara…” che è anche l’inno di Medjugorje. Entriamo così in paese dove noto, non senza un pizzico di disappunto, la presenza di innumerevoli negozietti di souvenirs ed articoli religiosi. Fenomeno sicuramente non così marcato i primi tempi delle apparizioni e fino a prima della guerra che insanguinò la Bosnia nei primi anni ‘90. 11 Pellegrinaggio a Medjugorje Il toponimo di Medjugorje del resto, significa “tra i monti” o “tra i boschi”, ed in effetti non vi era che quello, come testimonia chi si è recato in pellegrinaggio negli anni ’80, quando le apparizioni erano agli inizi e gli scenari, per forza di cose, erano decisamente diversi. Si era infatti in pieno regime comunista, la povertà era estrema ed il paese viveva di agricoltura, in particolare coltivando la vigna e il tabacco. I pellegrini, sempre secondo la testimonianza dei “pionieri” degli anni ’80, erano costretti ad alloggiare presso le case degli abitanti di Medjugorje o della frazione di Bijakovici, abitazioni modeste, talvolta pericolanti e prive di elettricità, acqua corrente e riscaldamenti. Anche i servizi igienici erano un miraggio e il più delle volte consistevano in delle fosse situate nel giardino. Chi voleva alloggiare in albergo doveva spostarsi per decine di km. Il regime comunista, duramente repressivo nei confronti del “fenomeno Medjugorje”, portava i pellegrini a considerarsi in uno stato di libertà vigilata, ci si raccomandava infatti di astenersi da ogni tipo di commento o considerazione circa il regime stesso o le istituzioni, anche nel caso in cui si parlasse in lingua italiana. I controlli erano numerosi, non solo in frontiera e spesso, senza una motivata ragione, veniva richiesta l’esibizione dei propri documenti o, per chi si recava in pellegrinaggio con la propria auto, veniva effettuata la perquisizione della vettura e dei bagagli. La gente del posto poi era ancora più sottoposta a limitazioni della propria libertà, soprattutto riguardo questioni religiose, a rischio di violenze, torture, sevizie, prigionia, perdita della casa o del lavoro, ma di questo parleremo dettagliatamente più avanti. Intanto, dopo essere transitati davanti alla chiesa, giungiamo presso la nostra pensioncina, semplice ma confortevole e dignitosa, e cominciamo a scaricare i bagagli. 12 Pellegrinaggio a Medjugorje Ci assegnano subito le camere, ma rimango sorpreso quando la padrona di casa, una donna di mezza età., mi invita con estrema spontaneità a porgergli le mie valigie per portarle nella mia camera, su al 2° piano. Ovviamente mi oppongo e ringrazio cordialmente, ma tutto questo mi fa riflettere. Anch’io vengo da una terra ospitale come può o poteva essere il Salento ma quella spontaneità, a Medjugorje, oltre che farmi sentire a casa, mi testimonia, anche attraverso la semplicità di un piccolo gesto, qualcosa di strano e di diverso rispetto al nostro mondo così scorbutico e parco di gentilezze e di delicatezze. Sarà solo questione di cultura o veramente la Regina della Pace cambia i cuori che a Lei si affidano? E’ ancora presto per tirare delle conclusioni ma sicuramente il bene è contagioso, così a volte basta un piccolo gesto a riempire il cuore di gioia e ci si ritrova pieni di amore e di carità a voler riversare quell’amore su tutti coloro che stanno attorno, magari semplicemente replicando quel gesto, ma il risultato alla fine è una grande pace interiore. Quindi è ancora presto per giungere a delle conclusioni, ma ho la personale impressione che qui la pace sia di casa. Sistemata la camera accolgo l’invito di alcuni pellegrini più “anziani” che mi portano a visitare la Chiesa Parrocchiale di San Giacomo (protettore dei pellegrini), da cui il nostro alloggio dista circa 300 mt., trovandosi nel territorio posto alle spalle di essa, dopo la Via Domini ed il cimitero di Kovacica. Dopo la visita alla Chiesa e alla Cappella dell’Adorazione, alle ore 13:00 ritorniamo in pensione per il pranzo. Non credo ai miei occhi quando mi viene servito un fumante piatto di spaghetti al pomodoro: la cucina croata non è quella italiana, ma chi ospita, come in questo caso, ha imparato ad adattarsi alle tradizioni alimentari dei pellegrini, non disdegnando tuttavia di offrire gustose ricette locali, soprattutto piatti di carne e di verdura. A parte il modo di 13 Pellegrinaggio a Medjugorje preparare le pietanze qui si può ancora gustare il sapore genuino della carne e delle verdure, altro che “mucca pazza”, animali “gonfiati” con ormoni o steroidi, o colture geneticamente modificate tanto di moda oltreoceano e in Europa. Anche il vino è di ottima qualità. La maggior parte delle famiglie coltiva orgogliosamente il proprio orto e la propria vigna che, insieme al tabacco, costituiva la maggiore fonte della povera economia contadina di Medjugorje nel periodo precedente le apparizioni. Dopo il pranzo ritorno in camera e mi addormento; alle 15:00 mi sveglio e, anche se avrei dormito ancora dopo una notte sulla nave, non resisto ed esco per visitare con maggiore cura Medjugorje. Medjugorje. Come già detto in precedenza il toponimo di Medjugorje significa “tra i monti” o “tra i boschi”, essendo realmente situata tra due monti, il Krizevac, conosciuto anche come “Monte della Croce”, ed il Crnica, in località Podbrdo, nella frazione di Bijakovici, comunemente denominato Podbrdo e conosciuto anche come “Colle delle apparizioni”. Giuridicamente Medjugorje fa parte del comune di Citluk e conta attualmente 4300 abitanti, cattolici, di nazionalità e di lingua croata. La parrocchia, fondata nel 1892 ed intitolata a San Giacomo, appartiene alla diocesi di Mostar ed è assistita dai frati francescani minori della provincia di Erzegovina. In realtà la prima chiesa parrocchiale andò presto in rovina, costruita su un terreno franabile, cominciò a sprofondare e a ricoprirsi di crepe. La costruzione dell’attuale chiesa cominciò nel 1937 ma, complice il periodo bellico, venne ultimata solo nel 1969. Sebbene più grande della precedente, questa struttura (per la quale i frati francescani vennero criticati perchè considerata 14 Pellegrinaggio a Medjugorje sproporzionata rispetto al numero dei parrocchiani, in gran parte emigrati all’estero per lavorare), risulta oggi spesso insufficiente ad accogliere i milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo, obbligando talvolta a celebrare le funzioni all’esterno. Del resto, diversamente da altri luoghi dove la Madonna è apparsa (La Salette, Lourdes, Fatima e altri), qui non è sorto un Santuario a seguito dell’apparizione ma, come ha rivelato Lei stessa, si è scelta una parrocchia già esistente. Come già anticipato la chiesa si presenta all’esterno con due campanili, mentre all’interno una grande navata centrale, decorata nella parte superiore da numerose vetrate, è affiancata da altre due piccole navate laterali. Al suo interno rifletto su tutto quello cui quelle mura hanno assistito e penso che se potessero parlare avrebbero molte, molte cose da raccontare. Quante apparizioni, preghiere, conversioni in questa chiesa, miracoli della Misericordia di Dio attraverso un cuore di madre, una madre che ha innalzato mirabilmente tra le sue creature, “santuario e riposo della Santa Trinità, dove Dio si trova in modo magnifico e divino più che in qualsiasi altro luogo dell’universo”, come afferma San Luigi Maria Grignion de Montfort al capitolo 5 del suo Trattato della vera devozione alla B. V. Maria dove, al capitolo 18 afferma anche che “Gesù Cristo rese maggior gloria a Dio suo Padre con la sua sottomissione a Maria per trent’anni, che non gliene avrebbe data convertendo tutta la terra con i più grandi miracoli” e, al capitolo 19, che ”come Gesù Cristo ha cominciato i suoi miracoli per mezzo di Maria (alle nozze di Cana), per mezzo di Maria li continuerà sino alla fine dei secoli”. Uscendo dalla chiesa si trovo un ampio piazzale pavimentato e ricco di aiuole piene di fiori colorati. Si può notare all’ingresso del piazzale, quindi avendo la chiesa di fronte, immediatamente a destra, una statua di marmo raffigurante la Regina della Pace, realizzata dall’artista 15 Pellegrinaggio a Medjugorje italiano Dino Felici, sulla base delle descrizioni fornite dai veggenti. Sul lato sinistro della chiesa, oltre a diverse file di panchine, sono presenti ben 25 confessionali che, costruiti nel 1990, simboleggiano il perdono, il ritorno all’amore di Dio, il primo passo nel cammino di conversione. A fianco ai confessionali si trova la statua del “piccolo”, ma solo di statura, San Leopoldo Mandic, cappuccino e protettore dei confessori, di nazionalità slovena ma popolarissimo tra gli italiani, avendo vissuto gran parte della sua vita religiosa nel convento dei cappuccini a Padova. Oltre i confessionali si trova la Cappella dell’Adorazione, costruita nel 1991, in cui i pellegrini possono in silenzio adorare Gesù nel Ss.mo Sacramento. La cappella viene anche utilizzata per celebrare la messa per alcuni gruppi di minoranza linguistica. Generalmente le messe nelle maggiori lingue vengono celebrate in mattinata nella chiesa parrocchiale o nel “Capannone Giallo”. Ad esempio la messa per gli italiani, in lingua italiana, viene celebrata alle ore 11:00, quella in lingua inglese alle 10:00, quella in francese alle 12:00 e così via. Alle spalle della chiesa troviamo il grande tendone circolare, con altare in marmo costruito nel 1989, circondato da decine di file di panchine, disposte a raggiera in semicerchio, per un totale di circa 5.000 posti a sedere. Essendo la chiesa divenuta sin da subito troppo piccola, per accogliere un sempre crescente numero di pellegrini, si è creata questa area per le celebrazioni all’esterno, come l’adorazione del sabato sera o il “Mladifest”, il Festival dei Giovani, che si tiene ogni anno in agosto e che fa confluire a Medjugorje circa 30.000 giovani provenienti da ogni angolo della terra. 16 Pellegrinaggio a Medjugorje Dopo aver visitato questi luoghi e scattato qualche fotografia comincio a visitare qualche negozio con l’intenzione di acquistare qualche ricordino. Dopo aver preso qualcosina mi accingo a pagare ma mi accorgo di aver lasciato il portafogli in camera. Mi incammino così nuovamente verso la Chiesa quando incontro il sacerdote che accompagna il nostro pellegrinaggio, anche lui un veterano di Medjugorje, il quale mi conduce presso un negozietto di articoli religiosi, “Charlie” (si raggiunge uscendo dal piazzale della Chiesa, dirigendosi a sinistra e attraversando la strada e il ponticello), che troviamo però chiuso. Mi spiega che il titolare è molto religioso e ama la Gospa più del proprio lavoro infatti, oltre a non speculare sulla vendita e a concedere sconti ai pellegrini, rispetta la chiusura domenicale e festiva e ogni sera, alle 19:00, chiude il negozio per partecipare alle funzioni in parrocchia. Ricordati di santificare le feste. Oggi qui in Erzegovina infatti, ricorre la solennità del Corpus Domini, diversamente che in Italia dove si celebra alla Domenica. Comprendo allora di aver dimenticato il portafogli in camera, in questo giorno, non per una pura casualità, o semplicemente per dimenticanza, ma perché ciò non sarebbe stato opportuno, in quanto sarei venuto meno al 3° dimenticato, calpestato comandamento, che stabilisce di santificare le feste. Oggi la Domenica non è più il giorno del Signore, non è più il giorno da riservare al Dio trino, bensì al dio “quattrino”. Corriamo ormai tutta la settimana, ma sull’altare del denaro, del consumismo, dell’avidità, della cupidigia, del sollazzo del proprio tempo libero, sacrifichiamo anche la Domenica, riducendola ad un giorno come gli altri. Eppure anche Dio il settimo giorno si riposò. La Vergine già in passato, è intervenuta a riguardo, durante l’apparizione, 17 Pellegrinaggio a Medjugorje ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa, avvenuta a La Salette, in Francia, nel 1846, (dodici anni prima di quelle di Lourdes) rivolgendosi a 2 piccoli pastorelli, Melania e Massimino. I ragazzi scorgono all'interno di un globo di luce la figura di una donna, che essi chiameranno sempre la « bella Signora », seduta con i gomiti poggiati sulle ginocchia e il viso nascosto tra le mani; la sentono singhiozzare. La donna si alza lentamente e dice: «Avvicinatevi, figli miei, non abbiate timore, sono qui per annunciarvi un grande messaggio». È vestita come le donne del villaggio: un abito che scende fino ai piedi, uno scialle, una cuffia sulla testa, un grembiule annodato attorno ai fianchi. La cuffia, l'orlo dello scialle e i piedi sono ornati da ghirlande di rose. Accanto alle rose dello scialle è visibile una pesante catena, mentre al petto porta un crocifisso con ai lati un paio di tenaglie e un martello. Allora la « bella Signora » continua: «Se il mio popolo non vuole sottomettersi, sono costretta a lasciare libero il braccio di mio Figlio. Esso è così forte e così pesante che non posso più sostenerlo. Da quanto tempo soffro per voi! Se voglio che mio Figlio non vi abbandoni, mi è stato affidato il compito di pregarlo continuamente per voi; voi non ci fate caso. Per quanto pregherete e farete mai potrete compensare la pena che mi sono presa per voi. Vi ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo e non me lo volete concedere. E’ questo che appesantisce tanto il braccio di mio Figlio! Coloro che guidano i carri non sanno imprecare senza usare il nome di mio Figlio. Queste sono le due cose che appesantiscono tanto il braccio di mio Figlio. Se il raccolto si guasta, la colpa è vostra. Ve l'ho mostrato l'anno passato con le patate: voi non ci avete fatto caso. Anzi, quando ne trovavate di guaste, bestemmiavate il nome di mio Figlio. Esse continueranno a marcire e quest'anno, a Natale, non ve ne saranno più ». La parola «patate» (pommes de terre, in francese) mette in imbarazzo Mélanie. Nel dialetto locale, le patate vengono chiamate « las truffas ». La ragazza si rivolge allora a Maximin. Ma la « bella Signora » la previene, continuando il suo discorso non più in francese, ma nel dialetto dei ragazzi: « Voi non capite, figli miei? Ve lo dirò diversamente. Se avete del grano, non seminatelo. Quello seminato sarà mangiato dagli insetti e quello che verrà cadrà in polvere, quando lo batterete. Sopraggiungerà una grande carestia. Prima di essa, i bambini al di sotto 18 Pellegrinaggio a Medjugorje dei sette anni saranno colpiti da tremito e morranno tra le braccia di coloro che li terranno. Gli altri faranno penitenza con la carestia. Le noci si guasteranno e l'uva marcirà». A questo punto, la donna affida un segreto a Maximin e poi a Mélanie; quindi prosegue: « Se si convertono, le pietre e le rocce si tramuteranno in mucchi di grano e le patate nasceranno da sole nei campi. Fate la vostra preghiera, figli miei? ». « Non molto, Signora », rispondono entrambi. « Ah, figli miei, bisogna proprio farla, sera e mattino! Quando non potete far meglio, dite almeno un Pater e un 'Ave Maria; quando potete fare meglio, ditene di più. A messa, d'estate, vanno solo alcune donne anziane; gli altri lavorano di domenica, tutta l'estate. D'inverno, quando non sanno che fare, vanno a messa solo per burlarsi della religione. In Quaresima, vanno alla macelleria come i cani. Avete mai visto del grano guasto, figli miei? ». « No, Signora », rispondono. Allora la donna si rivolge a Maximin: «Ma tu, figlio mio, lo devi aver visto una volta con tuo padre, verso la terra di Coin. Il padrone del campo disse a tuo padre di andare a vedere il suo grano guasto. Vi andaste tutti e due, prendeste in mano due o tre spighe, le stropicciaste e tutto cadde in polvere. Al ritorno, quando eravate a mezz'ora da Corps, tuo padre ti diede un pezzo di pane dicendoti: "Prendi, figlio mio, mangia ancora del pane quest'anno, perché non so chi ne mangerà l'anno prossimo, se il grano continua in questo modo"». « Oh, sì, Signora, ora ricordo: prima non me lo ricordavo! », risponde Maximin. La donna riprende a dire in francese: «Ebbene, figli miei, fatelo conoscere a tutto il mio popolo». Poi inizia a muoversi, attraversa il ruscello e, senza voltarsi, ripete: « Andiamo, figli miei, fatelo conoscere a tutto il mio popolo ». La « bella Signora » risale il sentiero sinuoso che porta al Collet e si eleva da terra; i pastorelli la raggiungono e si accorgono che guarda prima il cielo e poi la terra. A quel punto, la donna inizia a fondersi nella luce, e quest'ultima, a sua volta, scompare. Non crediamo sia solo qualcosa di relativo al passato, è questo un messaggio di straordinaria attualità, il nostro futuro dipenderà molto da quanto faremo per rimanere fedeli a Dio, per amarlo quale nostro unico Dio, e per non pervertire e indurire il cuore verso di Lui. 19 Pellegrinaggio a Medjugorje La Gospa in uno dei suoi messaggi ha chiesto di meditare il seguente passo del Vangelo di Matteo (Mt 6,24-34), che parla della provvidenza: Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona. Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena. Mi vengono poi alla mente alcune affermazioni della veggente Mirijana, la quale racconta che quando frequentava la scuola a Sarajevo, le autorità comuniste obbligavano i bambini ad andare a scuola perfino il giorno di Natale, con l’obiettivo di farli crescere atei, chi professava apertamente la 20 Pellegrinaggio a Medjugorje propria fede rischiava di perdere la casa, il lavoro, o la prospettiva di esso. Quanti ostacoli, minacce, percosse, spionaggi, abusi di forza… tutto inutile. Oggi infatti anche i dubbiosi affermano di non saper se veramente è stata la Madonna a sconfiggere il comunismo a Medjugorje, ma di riconoscere che il comunismo non è riuscito a mandare via da Medjugorje la Madonna. La funzione serale. Intanto ritorniamo alla pensione dove, alle 17:50, con il resto del gruppo partiamo insieme per recarci alla funzione serale. Ci accomodiamo sulle panchine poste lateralmente, a sinistra della chiesa, proprio davanti ai confessionali. Alle 18:00 comincia la recita del Rosario, in lingua croata e diffuso dagli altoparlanti. Comincio subito a rendermi conto che qualcosa di grande avviene qui a Medjugorje: un coro si eleva di preghiera, ognuno risponde nella propria lingua, un’armonia di suoni si diffonde per tutto il paese, creando un’atmosfera e una reale sensazione di pace. Reale perché non è solo un insieme di voci, di preghiere e di suoni, ma un insieme di persone, diverse per razza, provenienza, cultura, prodigiosamente unite in un unico corpo, cuore a cuore, da un amore comune. Vengono meno tutte le “umane” differenze e si gusta il senso della Chiesa universale, comunione nel corpo mistico di Cristo, composto da tutti i fratelli sparsi nei più diversi luoghi del mondo, che si realizza poi pienamente nella partecipazione al sacramento dell’Eucaristia. E poi un fervore, un raccoglimento, uno spettacolo che non si nota, o che difficilmente si nota nelle nostre parrocchie, specialmente volgendo lo sguardo ai confessionali: sono 25 ma, davanti ad ognuno, una fila interminabile di peccatori 21 Pellegrinaggio a Medjugorje pentiti e ansiosi di ritornare a Dio, attraverso la sua Misericordia, attraverso il sacramento della Penitenza e della Riconciliazione. Quante conversioni sono passate attraverso quei confessionali qui a Medjugorje, ogni giorno le confessioni cominciano alle 17:00 e, fuori da ogni confessionale, il sacerdote espone dei cartellini, indicanti le lingue in cui può confessare. Di solito funziona diversamente, a tal proposito è emblematica la testimonianza di Padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, il quale, come scrive nel suo libro “Pellegrino a quattroruote”(Ed. Sugarco), recatosi in Olanda negli anni ottanta, cominciò a girare in lungo e in largo alla ricerca di una Chiesa Cattolica. Dopo averla faticosamente trovata, si avvicinò al confessionale per vedere se c’era il sacerdote ma, con profondo stupore, dovette notare che al posto del sacerdote vi erano… un secchio ed uno spazzolone. Decisamente l’anima ha bisogno di un altro tipo di pulizia… Intanto dopo la recita del primo rosario, e l’inizio del secondo, alle 18:40 ci si raccoglie per circa 5 minuti, in quanto è l’ora in cui i veggenti hanno la loro apparizione quotidiana. Poi si conclude il secondo rosario ed ha inizio la celebrazione eucaristica. La messa è in croato, tuttavia il vangelo viene letto nelle principali lingue, mentre la preghiera relativa alla consacrazione è in latino. Se si dispone di una radiolina con cuffie, è possibile ascoltare l’intera celebrazione nella propria lingua, grazie al servizio di traduzione simultanea. Le omelie croate sono molto più lunghe di quelle che ascoltiamo in Italia. Visto l’alto numero di partecipanti, e anche la presenza di numerosi sacerdoti con celebranti, anche nella distribuzione delle particole consacrate c’è qualcosa di diverso. Mentre nelle nostre parrocchie ci rechiamo in fila indiana a ricevere il corpo di Cristo, qui i fedeli, uscendo dai banchi, si dispongono uno a fianco all’altro ed è il sacerdote 22 Pellegrinaggio a Medjugorje che, passando, li comunica. In genere, conclusa la messa, si recita la Coroncina della Pace (7 Pater, Ave, Gloria) come ringraziamento e si conclude con il terzo rosario. Oggi però si celebra la Solennità del Corpus Domini, per cui è prevista la processione, con in testa il Santissimo Sacramento, per le vie del paese. Candela alla mano, un lungo corteo si riversa per le strade di Medjugorje. Ammetto che, vista la grande affluenza di fedeli, e la conseguente distanza dalla testa del corteo, dopo un po’ comincio umanamente a far caso all’ambiente circostante. Medjugorje pullula di “pansion”, pensioni in cui accogliere i pellegrini; molte famiglie agli inizi delle apparizioni, hanno cominciato ad accoglierli nelle proprie abitazioni, seppur piccole, mettendo gratuitamente a loro disposizione tutto ciò che avevano, a partire dai loro propri letti. Ora la maggior parte delle case sono “allargate”, vere e proprie strutture ricettive, ma con uno stile sempre abbastanza sobrio ed a carattere familiare. Non trovo nulla di male che queste persone abbiano migliorato la loro condizione di vita attraverso l’accoglienza dei pellegrini, passando da un’economia prevalentemente agricola, con alti tassi di emigrazione, ad un’economia basata ora sull’accoglienza. Si tratta infatti pur sempre di lavoro, mentre rimango sconcertato e turbato da alcune costruzioni in cantiere, progetti faraonici di proprietà straniera, anche europea, che nulla hanno a che vedere con la sobrietà di Medjugorje. Deduco che il serpente dell’avidità è sempre pronto ad insinuarsi, fiutando l’interesse del guadagno e speculando sulla fede dei pellegrini. Non è il caso della gente del posto. Per le strade, dopo la processione, ho modo di cogliere gli aspetti di una vita normale, semplice e tranquilla, non avverto quella smania di arricchirsi tipica di noi occidentali, quanto una voglia di vivere dignitosamente e magari di migliorare la propria condizione di vita. Desiderio questo, più che legittimo da parte di una popolazione che conosce bene la fame, la povertà e la guerra, reduce da quasi mezzo secolo di regime comunista, ma sempre da conseguire 23 Pellegrinaggio a Medjugorje attraverso il lavoro che, come quello dell’accoglienza, richiede un impegno veramente costante. Ad un certo punto poi, per certi versi, mi sembra di vedere alcune scene del quotidiano del nostro sud, le vecchiette sedute al fresco nel giardino di casa a pregare, le donne che preparano la cena e chiamano i bambini intenti giocare a calcio con l’immancabile maglia a quadrati bianchi e rossi della nazionale croata. Ritorniamo quindi alla nostra pensione e dopo la cena andiamo a letto, domani ci attende il Podbrdo, la collina delle prime apparizioni. Pellegrini sul Podbrdo, il colle delle apparizioni. 24 Pellegrinaggio a Medjugorje Terzo giorno Venerdì 16/06/2006 Il Podbrdo, e l’inizio delle apparizioni. Stamattina la colazione è fissata per le ore 07:00. Alle 06:30 mi aspetto di scorgere il chiarore dell’alba, ma mi accorgo che il sole è già alto, splendente più che mai e l’aria più che mai frizzantina. Dopo aver fatto colazione partiamo per la frazione di Bijakovici. Spalle alla chiesa ci si di dirige verso destra, lungo lo stradone che poi, salendo, si restringe e diventa tortuoso, fino ad incontrare un bivio. A destra, a 300 metri c’è il monte Krizevac, a sinistra, a 1,5 km la frazione di Bijakovici e il monte Crnica, in località Podbrdo, e chiamato comunemente Podbrdo. Stavolta svoltiamo a sinistra e procediamo lungo un rettilineo per circa 1 km, prima di giungere in prossimità di un curvone che ci fa dirigere a ancora a sinistra e ci immette finalmente nella piana di Bijakovici, il villaggio d’origine dei veggenti. Sulla destra il colle delle apparizioni e uno stradone polveroso che costeggia l’asfalto, oggi utilizzato dai pullman come parcheggio. Tutto cominciò, proprio su quello stradone, il 24 giugno 1981, festa di San Giovanni Battista, il precursore, che invitava gli uomini del proprio tempo alla conversione. (*) Due ragazze, rispettivamente di quindici e sedici anni, Ivanka Ivankovic e Mirjana Dragicevic, studentesse, trascorrevano le vacanze a Bijakovici, frazione di Medjugorje e si erano date appuntamento con una terza ragazza diciassettenne Vicka Ivankovic, per un'escursione sul Podbrdo. 25 Pellegrinaggio a Medjugorje Vicka in mattinata si era recata a Mostar per ricevere ripetizioni in matematica, materia in cui era stata rimandata, era tornata in corriera e, stanca per il viaggio e per il caldo, s'era addormentata. Le due amiche stavano già tornando a casa, quando arrivate nei pressi della casa di Vicka, ecco la comparsa di una luce; la prima a scorgerla è Ivanka: è una figura luminosa, in aria, evanescente, di giovane donna, con un bambino in braccio. “È la Gospa!”... (la Madonna), saranno le parole pronunciate da Ivanka. E Mirjana, senza nemmeno girarsi, le risponderà: “Non può essere la Gospa!”. In questo primo incontro la “visione” non parlerà, farà solo segno con la mano alle ragazze di avvicinarsi, ma nessuno di loro si muoverà verso di lei; anzi, prese dal panico, le due ragazze fuggiranno verso casa. Strada facendo, Mirjana e Ivanka incontrano Milka Pavlovic, una pastorella di dodici anni, che le prega di aiutarla a far rientrare le pecore. Il pensiero di aiutare l'amichetta, ma soprattutto la curiosità di rivedere la figura di prima le fa ritornare sui loro passi. Raggiunto di nuovo lo stesso posto, ecco su una piccola nube apparire loro di nuovo la meravigliosa figura. Nel frattempo le raggiunge Vicka, che si è ricordata dell'appuntamento. Vicka nota che le tre ragazze fissano con intensità qualcosa e sembrano impaurite. Le amiche le fanno segno di avvicinarsi: “Vicka, guarda lassù: la Gospa!...”. Vicka, colta di sorpresa, pensa subito a uno scherzo di cattivo gusto delle amiche; si ricorda che il luogo è infestato da bisce che si nascondono tra i sassi, e presa dalla paura, si toglie le scarpe e se la dà a gambe levate. Scesa giù, poco prima delle case, si ferma e scoppia a piangere, tanta è la sua confusione, la paura e anche la rabbia. 26 Pellegrinaggio a Medjugorje Dopo un poco sente un forte desiderio di tornare indietro e incontra due amici, lvan Ivankovic (lui e Milka Pavlovic sono stati i due ragazzi che hanno visto la Madonna il primo giorno e solo il primo giorno) di venti anni e Ivan Dragicevic, di sedici e chiede loro di riaccompagnarla sul posto, i due ragazzi portano un po' di mele in un sacchetto di plastica. Essi accettano, ma, giunti sul posto, trovano le tre ragazze di prima come incantate davanti a qualcosa. Vicka resta anch'essa subito rapita, mentre i due ragazzi, presi a loro volta dal panico, fuggono, buttando via le mele e quello che hanno in mano. La giovane donna ha una corona in testa, un bimbo in braccio che continuamente copre e scopre e fa cenno di nuovo di avvicinarsi, ma le quattro ragazze non si muovono. Finalmente la figura scompare senza parlare. “Se é la Gospa, forse ritornerà”, si dicono le quattro ragazze e il giorno dopo, 25 giugno, verso le 18.15, Ivanka, Mirjana e Vicka si recano a chiamare Milka, la pastorella, che era con loro il giorno prima, per salire al Podbrdo. Ma la mamma dice a Milka che ha bisogno di lei in casa e manda Marija, la sorella, al suo posto. Marija, a quell'ora, è più disponibile, perché solo più tardi dovrà preparare la cena. Ella però non và subito, ma propone a Vicka di andarla a chiamare lei e Jakov, un bimbo di appena dieci anni, nel caso in cui la Gospa torni. Ivanka, Mirjana e Vicka si incamminano verso la sommità della collina, seguite da un gruppo di giovani e adulti. Hanno iniziato da poco la salita, quando vedono un lampo, poi subito la Signora, ma molto più in alto e questa volta senza il bambino. Vicka, non dimentica la promessa fatta all'amica, e corre subito a chiamarla e poi ripercorre la pietrosa salita, seguita questa volta da Marija Pavlovic. Con lei c'è anche il piccolo Jakov. Vicka raggiunge lvanka e Mirjana e, come il giorno prima, la luminosa figura fa loro segno di avvicinarsi. Questa volta, senza esitazioni, incuranti delle pietre e dei rovi, corrono verso la cima del monte. Marija e Jakov, con passo più lento, le seguono. 27 Pellegrinaggio a Medjugorje Ivan Dragicevic, il sesto veggente, che la sera prima, con l'amico Ivan Ivankovic aveva riaccompagnato Vicka al luogo delle apparizioni e poi era fuggito, non è andato sulla collina con le ragazze, ma vi è salito per altra via, con tredici amici. Solo lui, però, avrà l'apparizione. Amorosa e semplice, di una bellezza indescrivibile, la Signora è lì, davanti a loro. Veste una lunga tunica di colore grigio argento. Sotto un velo bianco si intravedono capelli neri. Nei suoi occhi blu c'è un profondo sguardo di amore. “È la Gospa!”, esclama Ivanka. “Adesso non mi dispiacerebbe morire, dal momento che ho visto la Madonna“, dirà più volte Jakov. I ragazzi improvvisano una preghiera molto in uso nel villaggio: sette Padre nostro, Ave Maria e Gloria. L'apparizione prega con loro, per la prima volta, limitandosi al Padre Nostro e al Gloria (senza Ave Maria). È amabile e semplice, indescrivibile: meravigliosa, sorridente, gioiosa; una veste luminosa di un grigio argentato, capelli neri ondulati sotto il velo bianco. Attorno alla testa le dodici stelle che nulla sostiene e nulla lega tra loro. E quegli occhi azzurri che guardano con affetto i ragazzi. Adesso sì, la vedono bene. La sua voce è dolce come la musica, o come campane che suonano. Tutti sentono questa domanda e la relativa risposta, eccetto Marija e Jakov (forse ancora non ben adattati). Mirjana chiede alla Madonna: “Lasciaci un segno, altrimenti crederanno che siamo delle pazze“. Nessuna risposta. Ella si limita a sorridere. “Tornerai?”, chiedono ancora alla Gospa. Ella fa cenno di sì con la testa. Poi dice loro: “Arrivederci, angeli miei”. “Angeli miei”, è un appellativo familiare e tenero che si dà ai bambini, in Croazia. È la prima volta che la Gospa rivolge loro queste parole affettuose, che diventeranno però familiari nei giorni seguenti. 28 Pellegrinaggio a Medjugorje Allora la Gospa si innalza al di sopra della nube, e scompare salendo. La sua luce si spegne con lei. Il mondo, che era come svanito, riappare nella sua banalità cruda, tra il pietrame e i cespugli, il caldo, e la confusione di gente che è andata a vedere per curiosità; i ragazzi si ritrovano lì, commossi, con le lacrime agli occhi. Il piccolo Jakov non pensa certo alla sua caduta in mezzo ad un cespuglio spinoso; Vicka stessa rimane stupita che ne sia uscito senza un graffio. Egli non finisce di ripetere: “Adesso che ho visto la Madonna, non mi dispiacerebbe morire!”. Il gruppo dei sei. E così, quel 25 giugno 1981, i veggenti hanno visto per la prima volta l'apparizione da vicino e nettamente, nel suo splendore. La sua luce ha sigillato il gruppo dei sei, che si è definitivamente costituito una volta per tutte: Ivanka Ivankovic di Mostar, Mirjana Dragicevic, Vicka Ivankovic, Ivan Dragicevic, Marija Pavlovic e Jakov Colo l'unico bambino. Sono loro che beneficeranno d'ora in poi dell'apparizione quotidiana. (*) (Tratto da I Messaggi della Regina della Pace, Ed. Shalom) La collina e la conversione, due cammini in salita. Lasciato dunque il pullman sullo stradone ci avviamo verso il piccolo centro di Bijakovici per cominciare a salire sul monte Crnica, in località Podbrdo. Oggi forse non si riesce ad immaginare perfettamente come apparisse la collina nel periodo delle prime apparizioni, le rocce rimangono certo, ma sebbene rimanga anche la loro asperità, non cresce più un filo d’erba lungo il sentiero e le stesse rocce, seppur presenti in maniera fitta nel terreno, risultano levigate in superficie, per effetto del passaggio di milioni e milioni di pellegrini recatisi fin quassù. Gli stessi pellegrini poi, come anche sul Krizevac, hanno portato e continuano a portare via tutto ciò che è possibile, terra, sassi, piante, considerati souvenir naturali, in 29 Pellegrinaggio a Medjugorje qualche modo benedetti, come del resto ogni lembo di terra dell’agglomerato di Medjugorje, dalla presenza continua della Gospa. Si sale dunque sulla collina, recitando il Rosario, per un percorso irto e difficoltoso, per la fitta presenza delle aguzze rocce, per cui bisogna osservare bene e fare attenzione a non perdere l’equilibrio, qualcuno si aiuta con dei bastoni, ma si è costretti a procedere con i classici piedi di piombo, ed è appurato che in cima non è possibile salire per strade carrozzabili. Del resto le vie di Dio non sono mai in discesa e semplici da percorrere, al contrario incontri un cammino di penitenza, da percorrere in salita e irto di difficoltà e contrarietà come il cammino di conversione. Esso richiede la rinuncia al peccato e la fatica della virtù, oltre che la grazia della perseveranza, perché è facile scoraggiarsi quando si guarda avanti e non si vede ancora la cima, ma è proprio allora, nei momenti più bui, quando la tentazione si fa più incalzante e ci propone strade più accoglienti e facili da percorrere, che bisogna dar prova della propria fede, aggrappandoci alla corda che ci viene calata dall’alto in nostro soccorso da quel Dio che ci ama e ci vuole in cima sani e salvi a contemplarlo nell’eterna gioia. La corda è sicuramente la preghiera, come ci ricorda Gesù nell’Orto degli Ulivi, quale strumento per vincere la tentazione e a cui la Gospa qui a Medjugorje ci invita per tenere in vita la nostra fede, per fortificarci nella perseveranza e per avanzare nel cammino di conversione e poterci gradualmente aggrappare alle altre corde che per grazia divina ci vengono concesse: L’Eucaristia, la Bibbia, la Confessione, il digiuno e la penitenza. E’ vero, quando non si vede la cima si è assaliti da mille dubbi, ed è umano; gli stessi apostoli, vedendo Gesù, il 30 Pellegrinaggio a Medjugorje maestro, morire in croce, persero la fede. Nessuno di loro avrebbe scommesso più sulla sua Resurrezione, ed ecco che anche la loro speranza era annientata, quando il mattino di Pasqua accadde proprio quello che nessuno, tranne la Madonna, si aspettava. Così anche noi non dobbiamo mai disperare di raggiungere la cima. Certo non ci riusciremo con le nostre sole forze, ma è indispensabile il nostro contributo in volontà e sacrificio e, dove non arriveremo con la nostra umanità e le nostre debolezze, ci porterà Dio con la sua Misericordia. Dunque il cammino di conversione è un cammino in salita e, per poter progredire, dobbiamo sicuramente aggrapparci alle “corde”, attraverso le grazie che esse ci procurano, ma anche alleggerirci, liberarci gradualmente da tutti i lacci, i pesi, le zavorre che ancora ci attirano verso il basso, verso il mondo, le passioni, i vizi, le ricchezze, talvolta anche gli affetti smodati, per poter salire con più slancio verso la meta promessa. Ed è una promessa sicura: ”Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi nel mio nome, riceverà cento volte tanto ed avrà in eredità la vita eterna” (Mt 19,39). Al richiamo della conversione ciascuno è tenuto a rispondere tenendo conto della propria condizione personale e familiare, ma risulta chiaro come la vita, tanto per il giovane, quanto per la mamma di famiglia o per il lavoratore, debba essere caratterizzata dal sacrificio, dalla penitenza e dalla rinuncia. Non è un voler male a sé stessi o voler condiscendere ad un istinto masochista, ma si tratta di fare un’offerta della propria vita. Verremo infatti giudicati sull’Amore, sulla Carità, e “chi vorrà salvare la propria vita la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima?”(Mt 16,26-27). La santità viene oggi dipinta come qualcosa di irraggiungibile dalla nostra generazione che, avvolta nel 31 Pellegrinaggio a Medjugorje benessere e nelle delizie mondane, vi rinunciano a priori, ostinandosi e illudendosi così di trovare in esse la felicità, rincorrendole fino al giorno della propria morte, percorrendo gli ampi e accoglienti sentieri del peccato e delle passioni, perdendo di fatto la propria anima per l’eternità. Si rinuncia quindi a priori alla santità, ma non ci si pone più neanche il problema di scegliere tra il bene e il male; chi si trova oggi in questo mondo corrotto viene proiettato in una realtà dove tutto è concesso, tutto è lecito se lo fanno gli altri, o se lo ha deciso la maggioranza di un governo. Stiamo diventando polli da batteria, pecore matte, come le definiva Dante, seguendo una logica che ci viene imposta dal basso, da un mondo che vuole annientare non solo la religione, ma anche la stessa razionalità, la capacità di pensare e decidere con la propria testa. Crediamo di scegliere e invece siamo manipolati, conquistare un diritto significa autorizzare un nuovo delitto, che lede ancor più gravemente la dignità dell’uomo stesso, ridotto sempre più ad un oggetto, considerato pari ad un animale, reso schiavo e accecato dai propri interessi e dai propri istinti egoistici, sui quali altari non esita a sacrificare anche l’ultimo brandello di moralità, soffocando la propria coscienza e scegliendo quindi deliberatamente la via del male e della perdizione eterna. La maggioranza quindi sente anche il richiamo disperato della coscienza, ma considerando l’alternativa, ossia la rinuncia a tutto ciò di cui sopra, preferisce continuare il proprio invitante e piacevole ma effimero ed ingannevole percorso ricco di passioni e di piaceri, alla ricerca di una felicità che brameranno ma non raggiungeranno mai. Gesù è chiaro: 32 Pellegrinaggio a Medjugorje “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!” (Mt 7,13-14). “Vi invito alla santità”! Dare ascolto alla propria coscienza è l’alternativa, la Gospa sin dai primi tempi, nei suoi messaggi, invita alla conversione, a decidersi per Dio e per la santità, a cui si giunge per via ordinaria, vivendo la propria vita quotidiana nella carità, in maniera umile e silenziosa, a modello della sua stessa santità. A tal proposito suggerisce di meditare ogni giorno sul seguente passo della sacra scrittura: Inno alla carità (1 Cor 13, 1-8) Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come un bronzo che risuona, o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia, e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà, solo la carità non avrà mai fine. 33 Pellegrinaggio a Medjugorje Agli appelli di Maria ad aspirare alla santità fa eco la Chiesa, attraverso i documenti del Magistero e l’insegnamento dei Sommi Pontefici. Seguono alcuni stralci di catechesi sul tema della santità pronunciate da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Nel 2002 Giovanni Paolo II si rivolgeva ai giovani riuniti a Toronto per la Giornata Mondiale della Gioventù: [..] L’uomo è fatto per la felicità. [..] La gioia vera è una conquista, che non si raggiunge senza una lotta lunga e difficile. Cristo possiede il segreto della vittoria. [..] Le otto Beatitudini (Mt 5,1-13) sono i cartelli segnaletici che indicano la direzione da seguire. E’ un cammino in salita, ma Lui lo ha percorso per primo. [..] Le beatitudini descrivono il cristiano: a questo uomo Gesù si rivolge chiamandolo “beato”. [..] Oggi egli vi chiama ad essere sale e luce del mondo, a scegliere la bontà, a vivere nella giustizia, a diventare strumenti di amore e di pace. La sua chiamata ha sempre richiesto una scelta tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, tra la vita e la morte. [..] Credere in Gesù significa accogliere ciò che Egli dice, anche se è in controtendenza rispetto a ciò che dicono gli altri. Significa rifiutare le sollecitazioni del peccato, per quanto attraenti esse siano, e incamminarsi sulla strada esigente delle virtù evangeliche. [..] Il XX secolo ha spesso preteso di fare a meno di Cristo, pietra angolare, tentando di costruire la città dell’uomo senza fare riferimento a Lui ed ha finito per edificarla di fatto contro l’uomo. Ma i cristiani lo sanno: non si può rifiutare o emarginare Dio senza esporsi al rischio di umiliare l’uomo. [..] A voi Dio affida il compito, difficile ma esaltante, di collaborare con Lui nell’edificazione della civiltà dell’amore. [..] Non aspettate di avere più anni per avventurarvi sulla via della santità! [..] Lo “spirito del mondo” offre molte illusioni, molte parodie della felicità. Il raggiro più grande, la maggiore fonte di infelicità è l’illusione di trovare la vita facendo a meno di Dio, di raggiungere la libertà escludendo le verità morali e la responsabilità personale. Il Signore vi invita a scegliere tra queste 34 Pellegrinaggio a Medjugorje due voci, che fanno a gara per accaparrarsi la vostra anima.[..] Il mondo odierno ha bisogno di testimoni dell’amore di Dio, ha bisogno che voi siate il sale della terra e la luce del mondo. [..] Vi accompagni la Vergine Maria, Madre nostra nel pellegrinaggio della fede. Benedetto XVI nel 2006 durante l’omelia nella solennità di Tutti i Santi : [..] I santi non sono una esigua casta di eletti, ma una folla senza numero, verso la quale la liturgia ci esorta oggi a levare lo sguardo. In tale moltitudine non vi sono soltanto i santi ufficialmente riconosciuti, ma i battezzati di ogni epoca e nazione, che hanno cercato di compiere con amore e fedeltà la volontà divina. [..] Essere Santo significa: vivere nella vicinanza con Dio, vivere nella sua famiglia. E questa è la vocazione di noi tutti, con vigore ribadita dal Concilio Vaticano II, ed oggi riproposta in modo solenne alla nostra attenzione. Ma come possiamo divenire santi, amici di Dio? All’interrogativo si può rispondere anzitutto in negativo: per essere santi non occorre compiere azioni e opere straordinarie, né possedere carismi eccezionali. Viene poi la risposta in positivo: è necessario innanzitutto ascoltare Gesù e poi seguirlo senza perdersi d’animo di fronte alle difficoltà. “Se uno mi vuol servire – Egli ci ammonisce mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà” (Gv 12,26). Chi si fida di Lui e lo ama con sincerità, come il chicco di grano sepolto nella terra, accetta di morire a sé stesso. Egli infatti sa che chi cerca di avere la sua vita per se stesso la perde, e chi si dà, si perde, trova proprio così la vita (Cfr Gv 12,24-25). L’esperienza della Chiesa dimostra che ogni forma di santità, pur seguendo tracciati differenti, passa sempre per la via della croce, la via della rinuncia a se stesso. [..] La santità esige uno sforzo costante, ma è possibile a tutti perché, più che opera dell’uomo, è anzitutto dono di Dio. [..] Nella misura in cui accogliamo la sua proposta e ci poniamo alla sua sequela – ognuno nelle sue circostanze - anche noi possiamo partecipare della sua beatitudine. Con Lui l’impossibile diventa possibile e persino un 35 Pellegrinaggio a Medjugorje cammello passa per la cruna dell’ago (cfr Mc 10,25); con il suo aiuto, solo con il suo aiuto ci è dato di diventare perfetti come è perfetto il Padre celeste (cfr Mt 5,48). [..] Invochiamo specialmente Maria, Madre del Signore e specchio di ogni santità. Lei, la Tutta Santa, ci faccia fedeli discepoli del suo figlio Gesù Cristo! Amen. Sulla collina delle apparizioni. Intanto, dopo aver terminato la recita del Rosario, giungiamo finalmente in cima. Nonostante sia ancora presto, sono già presenti lungo il sentiero centinaia di pellegrini, singolarmente o in gruppo. Qui in cima vi è un grande spiazzo, luogo delle prime apparizioni, da cui è possibile godere, al di là del monte, di un meraviglioso panorama. Esso tuttavia diventa un aspetto marginale, se si considera la sacralità che esprime questo luogo, pur nella sua semplicità e povertà. Non vi è nulla di materialmente attraente che spinga milioni di pellegrini ad inerpicarsi su questo colle, se non la fede ed un senso di pace e di tenera e avvolgente protezione materna che non lascia indifferenti i cuori più duri, inteneriti da questo balsamo dell’amore materno di Maria. Ho visto giovani e vecchi, uomini e donne, sciogliersi in lacrime, in ginocchio davanti alla statua marmorea della Regina della Pace, per invocare la sua protezione su se stessi e sulle proprie famiglie, per presentarle i propri problemi, o situazioni dalle quali non si riesce a venir fuori, per confidarle il proprio dolore derivante dalla perdita di una persona cara, per chiedere la sua benedizione sul proprio proposito di conversione e di accompagnarli nel cammino spirituale. Si è portati a fare tutto questo con estrema spontaneità, come se fosse maturata l’improvvisa consapevolezza di trovarsi sotto il manto materno di Maria, che da buona madre ascolta con attenzione ed infinito amore il grido di aiuto dei propri figli, 36 Pellegrinaggio a Medjugorje come recita il “Memorare” una famosa preghiera composta da San Bernardo: Ricordati, o piissima Vergine Maria, che non si è mai inteso al mondo che, alcuno ricorrendo alla tua protezione, implorando il tuo aiuto e chiedendo il tuo patrocinio, sia rimasto abbandonato. Animato da una tale confidenza, a te ricorro o Madre, Vergine delle vergini, a te vengo e con le lacrime agli occhi, reo di mille peccati, mi prostro ai tuoi piedi a domandare pietà. Non volere, o madre del Verbo, disprezzare le mie voci, ma benigna ascoltami ed esaudiscimi. Amen. E, come recita la Divina Commedia di Dante Alighieri, la Madonna non si limita ad ascoltare “La tua benignità non pur soccorre a chi domanda”, ma a volte previene lei stessa la richiesta dei suoi figli “ma molte fiate liberamente al dimandar precorre”. La statua marmorea della Regina della Pace è stata posta in cima nel 2001, per celebrare il 20° anniversario delle apparizioni, ed è circondata da un aiuola e da un’inferriata, entrambi a forma di stella a 6 punte. Mentre sono in fila per portarmi sotto la statua, mi colpisce il gesto di una donna. Essa si trova in ginocchio davanti a me, a ridosso dell’aiuola, in una preghiera intensa ed in lacrime quando, accortasi della mia presenza, si alza, mi cede il suo posto affermando che in quel momento rappresento i suoi due figli, e mi affida il compito di pregare per loro, perchè tornino alla fede. Assieme a queste, mi domando, chissà quante altre intenzioni di preghiera sono state elevate in questo breve lasso di tempo. Noto a tal proposito lettere, fotografie, oggetti vari, deposti dai pellegrini ai piedi della Regina della Pace, per simboleggiare la propria filiale richiesta d’aiuto. Chi crede a Medjugorje sa che su questa collina Maria ha promesso di lasciare un segno della sua presenza. Sarà un segno visibile, durevole, indistruttibile, bellissimo, che viene 37 Pellegrinaggio a Medjugorje dal Signore, ma ammonisce quanti, animati soltanto da curiosità, non si decidono fermamente per la conversione, affermando che: “Anche quando sulla collina lascerò il segno che vi ho promesso, molti non crederanno. Verranno sulla collina, si inginocchieranno, ma non crederanno. E’ ora il tempo di convertirsi e fare penitenza!”. (19-07-1981) “Pace, pace, pace”! Scendendo dalla collina noto, alla sinistra del sentiero, una grande croce di legno, a cui non avevo dato grande importanza durante la salita. Essa indica il luogo dove, il 26 giugno 1981, terzo giorno delle apparizioni, la Gospa apparve nuovamente alla veggente Marija la quale, dopo l’apparizione avuta in cima insieme agli altri cinque veggenti, stava scendendo a valle per prima, anticipandoli. La Vergine era triste, aveva dietro di sé una grande croce scura e, in lacrime, lanciava un accorato appello: “Pace, pace, pace ed ancora pace! La pace deve regnare tra Dio e gli uomini e in mezzo agli uomini”. Esattamente dieci anni più tardi, il 26 giugno 1991, Croazia e Slovenia si proclamano indipendenti da quella che fino ad allora era stata la Jugoslavia, suscitando le ire della Serbia, che mirava ad una posizione di supremazia e controllo di tutti gli stati della federazione, e che immediatamente mobilita l’esercito federale per occupare Slovenia, Croazia e BosniaErzegovina, innescando così la più feroce e sanguinosa guerra che si abbia avuto in Europa dalla fine del secondo conflitto mondiale del 1945. Il dono. Intanto scendiamo giù a Bijakovici e ritorniamo in pullman a Medjugorje, per partecipare, alle ore 11,00, alla 38 Pellegrinaggio a Medjugorje messa in italiano nella Chiesa di San Giacomo. Giungiamo in anticipo, così ne approfitto per acquistare qualche piccolo ricordino e mi reco da ”Charlie”, il negozietto consigliatomi dal nostro sacerdote accompagnatore, che tra l’altro incontro proprio all’interno. Il titolare ci tratta davvero molto bene, come ci aspettavamo, inoltre ho notato che è solito regalare, a chiunque entri per la prima volta, una corona del Rosario. Partecipiamo così alla partecipata messa in italiano, in una chiesa stracolme di pellegrini nostri connazionali, ma all’uscita mi ricordo di un particolare. Nell’acquistare gli oggetti per parenti ed amici, mi sono completamente dimenticato di una mia amica e collega di lavoro che, prima di partire, mi aveva incaricato di acquistare una statuetta della Regina della Pace. Essendosi sposata, ed avendo cambiato casa, aveva lasciato la sua statuetta alla sorella, che gliela aveva chiesta in dono. Rientro allora da “Charlie” e rimedio alla mia dimenticanza ma, all’atto di pagare, il titolare mi fa segno di andare tranquillo. Avverto in tutto questo la complicità di Maria, forse ha voluto lei stessa premiare un atto di carità e di filiale devozione e affetto. Tengo a precisare che la stessa persona, di ritorno da Medjugorje un anno prima, mi aveva fatto dono di una corona del Rosario, che avevo poi perso e cercato sino allo sfinimento, nei posti più impensati, salvo ritrovarlo appena qualche giorno prima della mia partenza, quando ormai non ci speravo più. L’ho vista cadere dalla mia libreria mentre prendevo un libro che, tra l’altro non avevo la minima intenzione di leggere. L’ho considerato come un grande regalo da parte della Madonna, che probabilmente voleva “armarmi” in vista del pellegrinaggio, e come un invito alla preghiera. Escursione nella natura. Le cascate di Kravica. Dopo il pranzo un attimo di riposo e, alle 15:40 siamo di nuovo in viaggio, diretti alle cascate di Kravica, a circa 39 Pellegrinaggio a Medjugorje mezz’ora di viaggio, a 7 km a sud-est della vicina Ljubuski. Un meraviglioso spettacolo naturale queste cascate, di forma semicircolare e alimentate dalle acque del fiume Trebizat, che precipitano da un’altezza di 26 metri su una roccia di travertino. Intorno vi è una fitta boscaglia, mentre ho potuto notare la presenza di numerose libellule presso gli arbusti e la vegetazione lungo gli argini del fiume. Sono ancora presenti inoltre i resti di un’antica centrale idroelettrica. Deficit di speranza. Pericolo di inganno. Torniamo a Medjugorje prima delle 18:00, recitando la Coroncina della Divina Misericordia, in tempo per partecipare alle funzioni serali. Seduto sulle panchine di fronte al tendone, posto alle spalle della chiesa, durante la recita del Rosario, ho veramente la sensazione di trovarmi in un oasi di pace. Ci sono persone che convergono qui da tutte le parti del mondo, italiani, irlandesi, americani, sudamericani, canadesi, cinesi, cechi, lituani, africani, libanesi, neozelandesi, solo per citarne alcuni, ma anche tanta gente locale. Mi colpisce molto vedere, seduti sulla panchina affianco alla mia, due piccoli bambini. Non avranno avuto più di 3 o 4 anni ma entrambi, pur di carattere visibilmente vivace, con la corona in mano, recitavano il Rosario. Una scena edificante, un frutto che matura nell’oasi di Medjugorje. Il nostro mondo mi sembra lontano anni luce e, parafrasando don Tonino Bello, “sono stato colto da un pauroso deficit di speranza”, “temendo di dover pagare la tangente del pessimismo”, pensando alla nostra realtà. Ci lamentiamo dei giovani, dicendo che sono vuoti, che non hanno valori, che sanno solo divertirsi, ma la colpa è soprattutto nostra. Perché forse non abbiamo dato loro il giusto esempio, perché forse abbiamo concesso loro troppa 40 Pellegrinaggio a Medjugorje libertà, cercando di compensare le restrizioni subite dalla propria, ma dimenticando che “la verità vi farà liberi”, che Gesù dona la libertà; magari glielo abbiamo anche detto, ma come potranno crederci se noi per primi non lo crediamo e non viviamo quello che diciamo? Come possiamo noi, fingendo e prendendoli in giro, pretendere che i bambini crescano e si conservino nella sincerità, se già con il nostro esempio infondiamo loro l’arte del nascondersi e del mentire? Bisognerebbe avere il coraggio di dire e di accettare che l’uomo può anche sbagliare, ma senza doversi nascondere, Dio non nega a nessuno la possibilità di risorgere dalle ceneri del peccato. Dicevamo, è anche colpa nostra, forse perché invece dei rosari mettiamo nelle mani dei nostri bambini ciondoli con simboli esoterici, bambole quanto mai emancipate che, “sono vendute con tanto di certificato di nascita, si sposano, fanno l’amore e vanno ai campeggi estivi”, citando ancora don Tonino Bello, oppure mostriciattoli digitali che combattono, si reincarnano, evocano spiriti, demoni e forze infernali e che mutano geneticamente, creature partorite da un‘avidità senza scrupoli che sfrutta e contamina l’innocenza dei bambini in nome degli interessi commerciali e di una cupidigia sotto la quale si nasconde, in maniera subdola, l’infernale regia di Satana. Oggi poi i nostri bambini li consegniamo alle cure mortali della televisione, a cartoni animati che nascondono sorprese poco piacevoli, come i mostri digitali già presentati, o altre figure ambigue, che infrangono l’innocenza e inculcano valori e messaggi chiaramente anticristiani. Film e telefilm, anche destinati a bambini o ad adolescenti, esorcizzano problemi morali presentandoli come naturali e necessari, anzi chi non si adegua alla massa viene emarginato, bollato come anormale. Costituiscono veri corsi di iniziazione al peccato, inculcano la cultura del libertinaggio, dove si 41 Pellegrinaggio a Medjugorje imparano a sfamare le fami di mondo, rendendole obiettivo stesso della propria esistenza. Tutto appare così lecito se è atto a sfamare la propria concupiscenza, le proprie brame di piacere, ma è soltanto un inganno, nulla riesce a sfamare il sempre più crescente istinto famelico perchè quanto più si mangia il mondo, più se ne desidera. Come quando si insegue un miraggio nel deserto, così ci si aggira tra la fiera delle vanità, tra piaceri e vizi mondani, per ritrovarsi sempre più vuoti, insoddisfatti e depressi, mentre il tempo passa, e la felicità resta un miraggio. La televisione dunque è oggi un mezzo altamente diseducativo, ormai non c’è programma dove non si presentino assurde immoralità, per immagini o contenuti, non tenendo conto degli orari a portata di bambino; ma senza analizzare ciò che è più evidente e palese, di fronte al quale non basta più cambiare canale, poiché ci si imbatterebbe comunque in un programma di pari o peggiore immoralità, è bene riflettere anche su ciò che viene presentato come buono. Anche quando ci si trova davanti a contenuti che potrebbero essere considerati come valori, come la famiglia, ci si accorge che il prototipo della famiglia felice propinato dalla tv, sorge immancabilmente al di fuori del matrimonio religioso, tra genitori divorziati e risposati con figli, dove la convivenza, i rapporti prematrimoniali, l’adulterio vengono presentati come naturali, normali, se non addirittura fisiologici. Non ci sono parole per commentare, tutto ciò scorre tra lo sguardo compiaciuto di molti cristiani, che spendono perfino lacrime di commozione, di fronte a tali storie che si concludono immancabilmente a lieto fine, affermando che ciò che conta è che in fondo trionfi l’amore. Povero illuso, sei proprio sicuro che sia un lieto fine? Tu, uomo non sai che la tua fine è l’inizio della tua eternità? Faresti bene a versare lacrime di pentimento più che di 42 Pellegrinaggio a Medjugorje commozione, per non versare eternamente lacrime nel fuoco eterno, dove è pianto e stridore di denti. Attento a non confondere il trionfo dell’amore con il trionfo dell’egoismo, non ti giustifica dire che i tempi cambiano, o che ormai tutti si comportano così, Gesù ha detto che i cieli e la terra passeranno ma le sue parole non passeranno; il peccato mortale rimane tale, e chi muore in peccato mortale va all’inferno. Anche i sepolcri imbiancati all’esterno sono belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Non ti lasciare ingannare dunque, anche se non sei tu a vivere in prima persona quelle situazioni, pentiti finché sei in tempo e cambia rotta perché il tuo approvare o anche il solo compiacerti di fronte a tutto questo non sia di scandalo ai tuoi bambini.”Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! E’ inevitabile che avvengano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!”. (Mt. 18, 6-7) Oggi vanno poi tanto di moda alcuni film dove sotto le sembianze di gioco si manifesta tutto un pullulare di riti magici, esoterici, incantesimi, malefìci che, non avvertiti in tutta la loro gravità in quanto presentati appunto sottoforma di gioco e addolciti dalla presenza nelle sceneggiature di bambini (maghetti), creano tuttavia (piaccia o non questa è la realtà) una cultura spiccatamente anticristiana. Sullo stesso filone si inserisce la tanto famigerata festa di Halloween, festa pagana, festa dei morti, delle streghe, degli scheletri, che con il cristianesimo non ha nulla a che vedere, anzi… Mandiamo in giro i nostri bambini vestiti da scheletri, ma forse non c’è bisogno di mascherarci, forse cadaveri lo siamo già e non ce ne rendiamo conto. A dire il vero la puzza del peccato che manda in decomposizione la nostra anima la avvertiamo 43 Pellegrinaggio a Medjugorje anche, ma ecco che sin da piccoli ci pensa la festa di Halloween ad esorcizzare ed allontanare il pensiero della morte, prendendoci gioco di essa, scherzandoci sopra. Qui c’è poco da scherzare, dopo la morte saremo giudicati e saremo destinati alla salvezza o alla perdizione eterna, ma non vogliamo pensarlo, è un discorso troppo duro, ed esponiamo dalle nostre finestre il simbolo di questa nuova civiltà: la civiltà delle zucche vuote. Molti dicono che si esagera nel demonizzare tutto ciò, in fondo si tratta solo di bambini, di giochi innocenti dove non c’è nulla di male, ma proprio in questo si nasconde la sottile insidia diabolica. Bisogna stare attenti, satana è il “padre della menzogna” (Gv 8,44), se si manifestasse apertamente per come egli è sarebbe facile riconoscerlo e rigettarlo, allora come astuto serpente si nasconde, “si maschera da angelo di luce” (2 Cor 11,14), si mimetizza, per insinuarsi fin nelle più piccole fessure del tuo cuore e nella tua vita senza che tu te ne accorga, anzi, facendo in modo che sia tu stesso a spalancargli le porte. Prima studia a fondo le tue debolezze e le tue passioni, poi passa all’opera e come abile prestigiatore, te le presenta mascherandole sotto forma di bene, di diritto, di conquista, di felicità, di realizzazione, di successo, di carriera e ti sussurra che in fondo non c’è niente di male perché fanno tutti così… Guai a chi si lascia incantare dalle lusinghe del demonio, guai a chi pensa che l’inferno sia vuoto e che il male rimanga impunito. Ecco cosa scrive Santa Faustina Kowalska nel suo Diario: Oggi, sotto la guida di un angelo, sono stata negli abissi dell'inferno. E un luogo di grandi tormenti per tutta la sua estensione spaventosamente grande. Queste le varie pene che ho viste: la prima pena, quella che costituisce l'inferno, è la perdita di Dio; la seconda, i continui rimorsi di coscienza; la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai; la quarta pena è il fuoco che penetra l'anima, ma non l'annienta; è una pena terribile: 44 Pellegrinaggio a Medjugorje è un fuoco puramente spirituale acceso dall'ira di Dio; la quinta pena è l'oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benché sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio; la sesta pena è la compagnia continua di satana; la settima pena è la tremenda disperazione, l'odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie. Queste sono pene che tutti i dannati soffrono insieme, ma questa non è la fine dei tormenti. Ci sono tormenti particolari per le varie anime che sono i tormenti dei sensi. Ogni anima con quello che ha peccato viene tormentata in maniera tremenda e indescrivibile. Ci sono delle orribili caverne, voragini di tormenti, dove ogni supplizio si differenzia dall'altro. Sarei morta alla vista di quelle orribili torture, se non mi avesse sostenuta l'onnipotenza di Dio. Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l’eternità. Scrivo questo per ordine di Dio, affinché nessun’anima si giustifichi dicendo che l'inferno non c’è, oppure che nessuno c’è mai stato e nessuno sa come sia. Io, Suor Faustina, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell'inferno, allo scopo di raccontarlo alle anime e testimoniare che l'inferno c'è. Ora non posso parlare di questo. Ho l'ordine da Dio di lasciarlo per iscritto. I demoni hanno dimostrato un grande odio contro di me, ma per ordine di Dio hanno dovuto ubbidirmi. Quello che ho scritto è una debole ombra delle cose che ho visto. Una cosa ho notato e cioè che la maggior parte delle anime che ci sono, sono anime che non credevano che ci fosse l'inferno. Quando ritornai in me, non riuscivo a riprendermi per lo spavento, al pensiero che delle anime là soffrono così tremendamente, per questo prego con maggior fervore per la conversione dei peccatori, ed invoco incessantemente la Misericordia di Dio per loro. O mio Gesù, preferisco agonizzare fino alla fine del mondo nelle più grandi torture, piuttosto che offenderTi col più piccolo peccato. La tentazione, per forte che essa sia, non è tuttavia ancora peccato, che sopravviene quando assecondiamo la tentazione, ma bisogna opporre il proprio netto rifiuto, perché anche il solo fermarsi ad ascoltare il sibilo del serpente infernale può costituire quella piccola fessura attraverso la 45 Pellegrinaggio a Medjugorje quale gli consentiamo di penetrare ed abbattere in noi ogni resistenza. Non dimentichiamo a tal proposito l’episodio di Eva nel giardino dell’Eden, e se consideriamo poi che i progenitori erano liberi nella scelta, ma ancora non avevano in loro la concupiscenza, che è quella spinta al male, conseguenza del peccato originale, quanto più noi dobbiamo opporre un rifiuto netto, e prevenire le occasioni prossime di peccato. Il demonio approfitta soprattutto dei nostri momenti di scoraggiamento, quando le nostre difese sono più basse, per attaccarci ed espugnare il nostro cuore. Non lasciamoci quindi sopraffare dallo scoraggiamento, a volte i genitori rinunciano ad educare in modo adeguato i propri figli poiché, una volta cresciuti e venuti a contatto con il mondo, li credono irrimediabilmente destinati a conformarsi ad esso. E’ sbagliato pensare questo, è dovere di ogni genitore e di ogni educatore dare il buon esempio e formare il bambino secondo principi cristiani. Ciò non dà la sicurezza che a contatto col mondo esso si conservi puro, ma avrà quanto meno la possibilità di compiere la propria scelta. Magari cadrà, sbaglierà, anche a prezzo dei propri errori ma, come novello figliol prodigo, potrà sempre decidere di ritornare al bene, a quel bene conosciuto da bambino e di cui magari, deluso dal mondo, sentirà la nostalgia. Lasciare invece i bambini allo sbando, liberi di vivere come a loro pare e piace, o concedere loro eccessive libertà, significa invece renderli vulnerabili, immunodeficienti nei confronti delle tentazioni del mondo, della carne e del demonio, non essendo stati messi in condizione di scegliere. Sentiranno nel loro cuore un grande senso di abbandono e di solitudine che cercheranno invano di colmare vagando senza meta nel deserto delle passioni e delle illusioni. Tuttavia anche nei casi più disperati non bisogna disperare dell’infinità misericordia divina, certo con una 46 Pellegrinaggio a Medjugorje piccola preghiera non si può pretendere di risolvere tutto, Santa Monica ad esempio ha impiegato ben sedici anni, spesi tra lacrime e preghiere, prima ottenere la conversione del figlio Agostino, divenuto poi sacerdote, vescovo, santo e dottore della chiesa. A Medjugorje la Madonna afferma che con il digiuno e la preghiera si possono fermare anche le guerre, confidiamo dunque sempre nella sua potente intercessione. Molte volte nei messaggi fa riferimento a satana, che in tutti i modi cerca di allontanarci dalla fede e di distruggerci, tuttavia come un cane legato alla catena, non può farci male se non siamo noi ad avvicinarci. Oltre un certo punto non può andare e Dio non permette che veniamo tentati oltre le nostre forze. Attraverso la preghiera ed il digiuno, uniti ad una vita sacramentale, ci allontaniamo dalle passioni, ci fortifichiamo e sottraiamo a satana occasioni propizie per tentarci. Oltre al digiuno riguardante il cibo va considerato il digiuno da tutto ciò che soddisfa le nostre fami di mondo, da tutte le passioni cattive, dalla televisione, dal fumo, dall’alcool, dal sesso, dalla pornografia, dalla discoteca, dalle mode, ma anche dall’odio, dalle gelosie, dalle invidie, dall’orgoglio, dalla superbia, dall’attaccamento alle cose materiali. Continuando a seguire tutto ciò ci rechiamo noi stessi nel raggio d’azione di satana, che non aspetta altro che azzannare e sbranare le sue prede. Non ci si deve neanche accontentare di stare a metà strada (ammesso che ciò sia possibile, dato che non si possono servire due padroni), danzando imprudentemente sulla linea di confine infatti, pecchiamo di presunzione contro Dio, pensando di poter fare affidamento sulle proprie forze umane senza l’aiuto della grazia, e di fatto abbiamo il destino già segnato. E’ come quando si saltella pericolosamente sull’orlo di un precipizio, abbiamo i piedi sul terreno è vero, ma esso 47 Pellegrinaggio a Medjugorje facilmente franerà sotto i nostri piedi, facendoci precipitare nel baratro. Attraverso la rinuncia invece, ci allontaniamo dalle occasioni prossime di peccato e, confidando nella grazia sacramentale, combattiamo la buona battaglia come raccomanda San Paolo agli Efesini: Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi, e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del vangelo, del quale sono ambasciatore in catene, e io possa annunziarlo con franchezza come é mio dovere. (Ef 6, 10-20) Lungo la “Via Domini”. Mentre questi pensieri circolano nella mia testa i bambini sono ancora al loro posto. Terminato il Rosario percorro la “Via Domini”, una via lastricata che congiunge lo spiazzo retrostante la Chiesa, dove ci sono le panchine ed il tendone, e il cimitero di Kovacica. Durante il breve percorso, spalle alla chiesa, si incontrano prima una serie di 5 mosaici raffiguranti i misteri Luminosi, poi la statua in bronzo del 48 Pellegrinaggio a Medjugorje Salvatore Risorto, opera dello scultore sloveno Andrei Ajdic, risalente alla Pasqua del 1998. Attorno ad essa è stato preparato, nella Pasqua del 2002, uno spiazzo circolare con gradoni, destinato alla preghiera personale o di gruppo e, attorno allo spiazzo, un percorso ottagonale, ai cui angoli sono state poste le stazioni della Via Crucis per consentire, anche a chi non può salire sul monte Krizevac, di meditare la passione di Cristo. Da questo punto è visibile sia la croce che domina lo stesso Krizevac, che il sentiero che porta in cima al colle delle apparizioni, che appare come striscia di terra tra la vegetazione. Dopo aver passato in rassegna le stazioni della Via Crucis, rimango a contemplare un meraviglioso tramonto. Adorazione della croce. Alla fine della Messa rientro in chiesa, per recitare la coroncina della Pace (7 Pater, Ave, Gloria). In questi giorni i veggenti Marija e Ivan guidano la novena, in vista del 25° anniversario delle apparizioni, ricorrente il 25 giugno 2006. Poi, sempre in chiesa, segue l’adorazione della Croce, come ogni venerdì. La Croce è elemento fondamentale, imprescindibile nel cammino di santità, simbolo della morte di Cristo e della nostra redenzione e qui a Medjugorje viene venerata con particolare devozione perché si è compreso che la pace non può prescindere dall’accettazione di essa. Avremo sicuramente modo di incontrare nuovamente la Croce nel prosieguo del nostro pellegrinaggio. Dopo la cena mi armo di macchina fotografica e mi reco nuovamente in paese per qualche scatto in notturna. 49 Pellegrinaggio a Medjugorje Quarto giorno Sabato 17/06/2006 Comunità Mariana “Oasi della Pace”. Stamattina la colazione è fissata per le 07:15, ma già dalle 06:30 sono sveglio. Dalla mia finestra osservo un vigneto, come tanti qui a Medjugorje, e delle donne che vi lavorano. A fianco del vigneto degli operai sono impegnati in un cantiere, forse per la costruzione di una nuova pensione. Sono i due volti dell’economia di Medjugorje, una sorta di comparazione tra presente e passato. Dopo la colazione rientro in camera per prepararmi, alle 08:10 è prevista la partenza per andare a visitare la Comunità Mariana “Oasi della Pace”, a Bijakovici. Il mio orologio segna le 08:02 quando dalla finestra vedo il primo dei nostri due pullman ”prendere il largo”. “No, non può essere già partito, sarà andato a fare rifornimento...”, penso tra me e me, ma quando vedo partire anche il secondo pullman un dubbio mi assale: “Uno va bene, ma due… Vuoi vedere che…”. Con uno scatto da centometrista mi fiondo attraverso le due rampe di scale, in un baleno esco dalla pensione, guadagno la strada, mi volto a sinistra e a destra, ma vedo solo la coda del pullman che scompare all’orizzonte e, attorno, il deserto. Comprendo allora di essere rimasto a piedi, ma non mi scompongo, è ancora presto, in fondo l’appuntamento è fissato per le 09:15, così recupero la fedele macchina fotografica e mi incammino verso Bijakovici. Percorro la stessa strada del giorno precedente, che si inerpica tortuosamente fino al bivio Podbrdo-Krizevac, e anche oggi mi dirigo a sinistra, direzione Podbrdo. Già dal principio della salita mi accorgo di trovarmi in un'altra 50 Pellegrinaggio a Medjugorje Medjugorje, dove le abitazioni sono più modeste, alcune addirittura diroccate e abbandonate o utilizzate come fienili, insomma a forte misura rurale, circondate da campi e orticelli, dove vedo con sorpresa zampettare un variopinto pavone. E’ la dimensione della Medjugorje degli anni ’80, agli inizi delle apparizioni, diversa da quella di oggi, trasformata dal sorgere delle ben note “pansion” e dai numerosi negozi di souvenir religiosi. Non tutti i mali insomma vengono per nuocere, l’aver perso il pullman mi ha consentito di poter fare una salutare passeggiata all’aria pura e di scrutare nei minimi particolari l’ambiente circostante, in cui riconosco la Medjugorje descrittami dai primi pellegrini, e che idealmente mi riporta indietro negli anni, a quell’estate del 1981, durante la quale qualcosa di straordinario stava accadendo proprio in una Jugoslavia, dominata da un duro regime ateo e comunista, in linea con la politica degli altri paesi dell’est, oltrecortina, posti sotto il protettorato sovietico. Nel giro di pochi anni tante cose cambieranno in Jugoslavia e in tutto l’est europeo, le profezie di Fatima circa la Russia sembrano trovare compimento, si comincia a comprendere l’importanza di Medjugorje, ma non è che l’inizio, col tempo la storia svelerà sorprendenti retroscena. Intanto giungo sulla strada che porta a Bijakovici e, di fronte allo stradone polveroso alle pendici del Podbrdo, individuo la Comunità Mariana “Oasi della Pace”, tra la casa della veggente Marija a destra e la Comunità Cenacolo a sinistra. Sono in perfetto orario, nonostante l’inconveniente, e dopo qualche istante veniamo accolti all’interno. Incontriamo una giovane suora di origini foggiane (saprò poi successivamente da fonti sicure, trattarsi dell’unica vocazione pugliese in tutta la Comunità, comprese le altre case in Italia e all’estero), per cui si instaura subito un clima di grande cordialità e simpatia reciproca. Dopo aver illustrato le attività 51 Pellegrinaggio a Medjugorje e l’ispirazione della Comunità, la sorella passa a testimoniare il suo personale passaggio dalle tenebre alla luce, la propria conversione e vocazione, in cui appare commovente l’inconfondibile intervento materno di Maria. La Comunità è composta da fratelli e sorelle celibi, consacrati al Signore per mezzo di Maria, che vivono insieme in comunità residenziali dette “Oasi della Pace”, a cui si aggiungono coppie di sposi e laici consacrati, detti secolari, poiché vivono nel mondo. Fratelli e sorelle professano i voti di povertà, castità e obbedienza, a cui si aggiunge i primo e peculiare voto di essere pace e di intercedere per la pace, che si articola nei ministeri di intercessione, espiazione e accoglienza. Si tratta di una vita consacrata contemplativa, in cui il ritmo è scandito dalla preghiera comunitaria (S. Messa, canto dell’Ufficio Divino, S. Rosario intero) e personale nell’adorazione del SS.mo Sacramento, esposto giorno e notte. Si osserva il silenzio per favorire lo spirito di preghiera, il digiuno a pane ed acqua il mercoledì e il venerdì, si vive di provvidenza, svolgendo solo attività di lavoro interno, manuale o intellettuale. Non si fa uso di radio o televisione, ma ogni giorno non mancano i momenti di ricreazione comunitaria e di sollievo. L’abito è celeste e si completa di un mantello bianco e di una cintura di cuoio da cui pende la corona del rosario. La comunità, con sedi in Italia, Brasile e Camerun, annovera membri di diverse nazionalità, tra cui alcuni fratelli sacerdoti, e trae la sua ispirazione dall’esigenza di vivere concretamente, in forma di vita consacrata, i messaggi della Regina della Pace. Visitiamo la cappella della comunità, in pietra con copertura in legno, dove come già annunciato troviamo il SS.mo Sacramento esposto e la sorella di turno in adorazione. Sono 52 Pellegrinaggio a Medjugorje anche presenti un crocifisso molto realistico, con peli e capelli, e un bellissimo quadro a dimensione reale con l’immagine di Gesù Misericordioso e con la scritta in polacco “Jezu ufam Tobie” che in italiano significa “Gesù, confido in Te”. Quadro donato dalle suore polacche della Congregazione delle Suore della B.V. Maria della Misericordia, consorelle di Santa Faustina Kowalska, mistica apostola della Divina Misericordia, canonizzata da Giovanni Paolo II, polacco come lei, nell’anno giubilare del 2000, e a sua volta promotore e grande devoto di tale culto. Attualmente è in fase di completamento un edificio in cui troveranno sistemazione stabile i membri dell’Oasi della Pace. Sin dal 1985 hanno infatti vissuto in strutture precarie, dalle tende e le roulotte degli inizi, fino alle più recenti casette in legno. I 6 veggenti, persone “normali”. Storie, persecuzione, il parere della Chiesa e della scienza. Ritorniamo a Medjugorje intorno alle 10:30 (stavolta sono comodamente a bordo del pullman) e ci rechiamo nel già affollato capannone giallo (circa 800 posti a sedere), per un incontro con il veggente Ivan, al termine del quale seguirà la messa per i pellegrini italiani. Apro, a questo punto, una piccola parentesi sui veggenti. I sei veggenti di Medjugorje sono ormai adulti e tutti sposati con figli. Ad ognuno di essi sono state affidate delle speciali intenzioni di preghiera e sono stati rivelati dei segreti. I tre che hanno ancora oggi l’apparizione quotidiana, Vicka, Marija e Ivan, conoscono nove segreti, agli altri tre la Madonna, durante la loro ultima apparizione quotidiana, ha rivelato anche il decimo segreto, promettendo loro di apparire loro ancora una volta l’anno, in una data prestabilita, e che tale avranno tale apparizione per tutta la durata della loro vita. 53 Pellegrinaggio a Medjugorje I veggenti affermano di aver visto l’inferno, il purgatorio e il paradiso. Ai veggenti di Fatima, la Madonna mostrò l’inferno, dicendo che “molte anime vanno all’inferno perché non vi è chi preghi e si sacrifichi per loro”; Santa Faustina Kowalska, dopo averlo visitato, affermava che “la maggior parte delle anime che vi si trovano, sono anime che non credevano nell’esistenza dell’inferno”. Diversamente da Fatima però a Medjugorje la Madonna vi ci ha condotto fisicamente Vicka e Jakov, come si apprende dalle parole della stessa Vicka: [..]“Quando la Madonna è venuta in un pomeriggio, mentre io e Jakov ci trovavamo a casa sua, ci ha detto: "Adesso venite con me a vedere il paradiso, il purgatorio e l'inferno". La Madonna ci ha portato perché noi potessimo trasmettere agli altri che esiste la vita eterna e che qui siamo solo di passaggio. Ho avuto questa grande esperienza di essere stata con la Madonna in quei tre posti e sono contenta di raccontarla. Non si è trattato di una visione, come ad esempio vediamo qualcosa nel video della televisione. La Madonna ci ha preso per mano e ci ha portato via col corpo. Ci ha detto che saremmo andati con lei e ha preso me per la mano destra e Jakov per la mano sinistra. Jakov aveva cercato di non andare dicendo alla Madonna: “Io sono figlio unico, porta Vicka, ché sono tanti fratelli e sorelle” (Credeva di lasciare il mondo per sempre; ndr). Ma non appena la Madonna ci ha preso per mano il tetto si è aperto e siamo saliti in alto” [..]. Ecco il gruppo dei sei: Vicka Ivankovic ha 2 bambini, vive presso Medjugorje e prega per i malati. Marija Pavlovic ha 4 bambini, vive in Italia e a Medjugorje. Prega per le anime del purgatorio. Tramite lei la Madonna invia il suo messaggio alla Parrocchia e al mondo intero. Dal 01.03.1984 al 08.01.1987 il messaggio era dato ogni giovedì, dal 25.01.1987, il 25 di ogni mese. 54 Pellegrinaggio a Medjugorje Mirijana Dragicevic ha 3 bambini e vive a Medjugorje. Ha avuto le apparizioni quotidiane fino al 25.12.1982 e da allora, con cadenza annuale per tutta la sua vita, ogni 18 marzo. Inoltre dal 02.08.1987, ogni 2 del mese, ha un’apparizione supplementare, per i non credenti, o come li definisce la Gospa, coloro che non conoscono ancora l’amore di Dio, per i quali prega. Ivan Dragicevic ha 3 bambini, vive negli Stati Uniti e a Medjugorje e prega per i giovani e per i sacerdoti. Dal 1982 guida il gruppo di preghiera, che si riunisce attualmente ogni lunedì e venerdì, spesso presso la Croce Blu, ai piedi del Podbdo. La Gospa gli dà dei messaggi per la sua famiglia, che a volte sono rivolti anche al mondo intero, in cui raccomanda di mettere Dio al primo posto della famiglia, con la preghiera, il dialogo, la lettura della Bibbia, la Messa al centro della propria vita, ed incoraggia tutti ad aspirare alla santità nella propria famiglia. Ivanka Ivankovic ha 3 bambini, vive a Medjugorje e prega per le famiglie. Ha avuto le apparizioni quotidiane fino al 07.05.1985 e da allora, con cadenza annuale per tutta la sua vita, ogni 25 giugno di ogni anno, in occasione dell’anniversario delle apparizioni. Da qualche anno, in tali apparizioni, la Gospa ha cominciato a spiegarle i dieci segreti, giungendo quest’anno, (siamo nel 2006) a spiegarle il settimo segreto. Jacov Colo ha 3 bambini, vive a Medjugorje e prega per i malati. Ha avuto le apparizioni quotidiane fino al 12.09.1998 e da allora, con cadenza annuale per tutta la sua vita, ogni 25 dicembre, giorno di Natale. E’ il più giovane dei veggenti, all’inizio delle apparizioni aveva solo 10 anni. I veggenti affermano sempre, e di questo ne sono consapevoli anche loro, di non essere stati scelti perché migliori di altri, ma per testimoniare la presenza di Maria e di 55 Pellegrinaggio a Medjugorje comunicare il suo messaggio al mondo. Sembra questa una costante delle apparizioni mariane degli ultimi secoli. A Lourdes Bernadette fu esclusa dalla Prima Comunione per carenze nella conoscenza del catechismo, a Fatima i pastorelli dicevano frettolosamente il Rosario, a La Salette Massimino e Melania poi, non recitavano neanche le preghiere del mattino e della sera. La brillantezza e l’intelligenza non sembrano essere prerogative per essere scelti da Maria, del resto Gesù stesso benediva il Padre per “aver nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti ed averle rivelate ai piccoli”.(cfr Mt 11, 25-26) Ciò che sembra accomunare i veggenti è piuttosto una certa “piccolezza”, umiltà delle proprie condizioni, gente povera, pastorelli, comunque in tenera età o non più che adolescenti. La stessa vergine di Nazareth nel canto del Magnificat, che troviamo nel vangelo di Luca, magnificava il suo Signore perché aveva guardato l’umiltà della sua serva. E questo risulta essere un punto molto importante. Anche nel corso di tutto l’antico testamento Dio ha manifestato una predilezione particolare per i piccoli, per coloro che potevano essere considerati inferiori, per età o capacità, ma Dio gli ha scelti, nell’insondabilità dei suoi divini disegni, basti pensare a Giuseppe, figlio di Giacobbe, al profeta Geremia, al piccolo Davide che sconfisse Golia, solo per citare alcuni casi. Afferma Paolo nella lettera ai Corinzi ”Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti… ciò che nel mondo è debole per confondere i forti… ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla, per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio” (1 Cor 1, 27-29) Possiamo ipotizzare il motivo di tale predilezione. Dio talvolta non sceglie i potenti, gli intelligenti, i colti, soprattutto quando, come nel caso delle rivelazioni private, si potrebbe credere che tutto sia frutto delle menti argute di 56 Pellegrinaggio a Medjugorje taluni soggetti in cerca di fama, o di ricchezza. Protagonismo, previsioni di catastrofi, fine del mondo imminente, strani rituali, atteggiamenti ieratici da commediante, messaggi contenenti errori dottrinali, mancata obbedienza all’autorità ecclesiale, sono solo alcuni indizi in base ai quali, dopo opportune indagini, la Chiesa smaschera centinaia e centinaia di impostori. Emblematico, a tal proposito, il caso Vassula Ryden, cui nel 1995 giunse una notificazione da parte della Congregazione della Dottrina della Fede, in cui si invitavano i fedeli a non considerare come soprannaturali i suoi scritti. Ma ve ne sono a centinaia in tutto il mondo. La competenza, per quanto concerne il riconoscimento di fenomeni soprannaturali, come lacrimazioni o apparizioni, spetta al Vescovo della Diocesi di appartenenza e tante volte, quando il caso risulta una clamorosa montatura, basta tale giudizio. Talvolta la Santa Sede avoca a sé il caso ed il giudizio finale spetta alla Congregazione per la Dottrina della Fede presieduta, fino alla sua elezione a pontefice, dal Card. Joseph Ratzinger, che può tuttavia delegare lo studio ad una commissione specifica. Per la valutazione delle apparizioni e dei messaggi, come dice la teologia romana, esistono tre formulazioni classiche: 1. constat de non supernaturalitate: l'apparizione è condannata 2. constat de supernaturalitate: l'apparizione è approvata 3. non constat de supernaturalitate: non si è al momento in grado di affermare che il fenomeno sia di origine soprannaturale, ma neppure si è in grado di smentire categoricamente tale possibilità Per quanto concerne l’approvazione occorre necessariamente che i fenomeni abbiano termine, non ci si può pronunciare positivamente se le apparizioni sono ancora in corso. In tal caso la Chiesa sospende il giudizio, a meno di esprimere la non 57 Pellegrinaggio a Medjugorje soprannaturalità nel caso di manifesti errori dottrinali, cominciando evidentemente già a studiare e a seguire il caso. Attualmente su Medjugorje la Congregazione sta seguendo con molta attenzione e prudenza il caso ma, a livello di documenti ufficiali, si rifà alla Dichiarazione di Zara, documento elaborato nel 1991 dopo 3 anni di studio dalla Conferenza Episcopale Jugoslava. «I vescovi fin dall'inizio seguono i fatti di Medjugorje tramite il vescovo diocesano, la commissione diocesana e la commissione della Conferenza episcopale jugoslava per Medjugorje. Sulla base delle ricerche finora compiute, non si può affermare che si tratti di apparizioni o di fenomeni soprannaturali (non constat de supernaturalitate). Tuttavia, i numerosi pellegrini che giungono a Medjugorje provenienti da vari luoghi, spinti dalla fede o da altri motivi, richiedono l'attenzione e la cura pastorale, innanzitutto del vescovo diocesano e, con lui, anche degli altri vescovi, in modo che a Medjugorje e con Medjugorje si promuova una devozione verso la Beata Vergine Maria in armonia con l'insegnamento della Chiesa. A tale scopo i vescovi forniranno anche particolari direttive liturgicopastorali. Nello stesso tempo, mediante le loro commissioni, continueranno a seguire e a esaminare nel loro insieme tutti gli avvenimenti di Medjugorje». Zara, 10 aprile 1991 I vescovi jugoslavi Da allora, almeno ufficialmente, nulla è cambiato, ma al termine della conferenza dei vescovi della Bosnia del luglio 2006 il Presidente Cardinal Vinko Puljic ha dichiarato che verrà istituita una nuova commissione internazionale (divisa in due sottocommissioni con specifici compiti), nominata non dalla conferenza episcopale locale ma direttamente dalla Congregazione per Dottrina della Fede. Ma ritornando all’ipotesi di questa predilezione particolare di Dio per i piccoli, possiamo tranquillamente 58 Pellegrinaggio a Medjugorje affermare che i piccoli sono gli esseri più fragili, infatti possono anche mentire ma, se pressati, in preda alla paura, sono i primi a cedere. In genere chi architetta un imbroglio non conta certo sulla fragilità dei bambini i quali, come anello debole della catena, diventano pericolose bocche della verità e voci dell’innocenza. Ma ecco che a mio parere proprio per questa loro fragilità Dio li sceglie, perchè appaia inequivocabile la sua opera e manifesta la sua grandezza, attraverso strumenti così poveri e umanamente inadeguati alla causa. Penso al caso di Bernadette Soubirou, la quale affermava con naturalezza che la Signora le aveva rivelato di essere l’Immacolata Concezione. A Lourdes siamo nel 1958, ad appena 4 anni dalla proclamazione, da parte di Pio IX, del dogma dell’Immacolata Concezione, dogma sconosciuto ai più, ancora oggi a dire il vero, ma misteriosamente presente sulla bocca di una ragazzina che non era stata ammessa alla prima comunione per carenze nella conoscenza del catechismo e che si rifiutò sempre di ritrattare poiché, diceva, così le era stato rivelato dalla Signora. Ora non voglio entrare nel merito delle scelte e dei disegni divini, ma non posso non constatare come chi venga investito del ruolo di veggente, non viene meno al suo compito di annunziare fedelmente il messaggio che gli viene affidato, tale e quale, senza aggiungere o modificare qualcosa, di fronte a difficoltà, minacce, e soprusi che non sempre si affrontano in nome di un ideale, per tale che esso sia. A Lourdes Bernadette subì pressanti interrogatori da parte del proprio parroco e del commissariato. Stessa sorte toccò ai tre pastorelli di Fatima, Lucia, Francesco e Giacinta, che vennero rinchiusi addirittura in carcere, ma che non fecero una piega anche quando, per terrorizzarli, furono minacciati di essere calati in una pentola di olio bollente. 59 Pellegrinaggio a Medjugorje Numerose sono anche le disavventure dei sei veggenti di Medjugorje, perseguitati in tutti i modi da un regime ateo e comunista che agiva con arroganza, nella più completa illegalità. I sei ragazzi più volte vennero strappati dalle mani dei genitori, portati via per lunghi interrogatori, rinchiusi in una camera mortuaria, sottoposti a visite psichiatriche dalle quali dovevano uscire come malati di mente, ma che invece sancirono la loro perfetta normalità, con buona pace del regime. Regime che però non si diede per vinto e che cominciò a pedinarli, a controllarli, ad impedire loro l’accesso alla collina, a minacciarli circa il loro avvenire (cinque di loro sarebbero presto diventati maggiorenni), o minacciando ritorsioni nei confronti delle loro famiglie (le classiche minacce del regime riguardavano la perdita del lavoro, della casa, del passaporto per chi aveva il padre emigrante). A nulla valsero intimidazioni, soprusi ed angherie, mai i veggenti negarono di vedere la Gospa ed il piccolo Jakov, incurante di tutto, dall’alto dei suoi 10 anni affermava che avendo visto la Madonna non gli importava di morire. I veggenti non serbano rancore e oggi, ripensando a quei momenti, trovano anche la forza di scherzare, affermando che in tutta Medjugorje solo loro potevano esibire un certificato che attestava la loro normalità. Anche padre Jozo, che del regime fu un vero e proprio martire, ci scherza su affermando che, viste tutte le attenzioni riservate ai veggenti, i primi a credere alle apparizioni di Medjugorje furono proprio gli uomini del regime. Indubbiamente, visti i mezzi oggi a disposizione, si può dire che le apparizioni di Medjugorje siano le apparizioni più studiate della storia. Nel corso degli anni equipe mediche e scienziati di fama mondiale sono giunti alla conclusione che i veggenti sono normalissimi e che le apparizioni ed i 60 Pellegrinaggio a Medjugorje fenomeni ad essa connessi non sono scientificamente spiegabili. Infatti tutti e sei i veggenti cadono in ginocchio nel medesimo istante con sincronismo perfetto, fissano tutti un medesimo punto, le loro pupille si allargano inspiegabilmente in assenza di variazione di intensità di luce, ad un certo punto, pur continuando a vibrare, le loro corde vocali non emettono più alcun suono e, durante l’estasi, sono totalmente insensibili ad ogni tipo di sollecitazione esterna, sensoriale, tattile o dolorifica. Anche oggi i veggenti accettano di sottoporsi con umiltà a nuovi test medico scientifici, a patto che dei risultati venga messo al corrente il Vaticano, e che la documentazione prodotta possa essere strumento utile per chi studia il caso. Si può affermare che in tutti questi anni i veggenti abbiano assolto fedelmente al compito affidato loro dalla Madonna, di essere testimoni dei suoi messaggi, soprattutto con la loro vita. Pur essendo tutti sposati infatti, hanno ugualmente consacrato in maniera speciale la loro vita alla Gospa, consapevoli di aver ricevuto una grande grazia, ma anche una grande responsabilità, rinunciando a vivere la propria giovinezza alla pari dei propri coetanei e sopportando tutte le suddette umiliazioni, ma con gioia e senza alcun rimpianto. Vivono tutti in maniera semplice e riservata, non perdendo mai di vista il proprio compito. Non hanno mai manifestato atteggiamenti da protagonisti, mentre ho potuto cogliere, in coloro che ho incontrato personalmente, una grande umiltà, pazienza e spirito di servizio, nel raccontare per ore un numero infinito di volte la stessa testimonianza ai pellegrini che via via si susseguono, nel rispondere sempre alle stesse domande, ma soprattutto nel fronteggiare l’invadenza a volte eccessiva di noi italiani, sacrificando in tutto ciò il loro tempo e i propri interessi personali. 61 Pellegrinaggio a Medjugorje Sono sempre disposti al colloquio, senza mai voler convincere o andare oltre a quanto richiesto e senza mai manifestare insofferenza o scortesia, neanche di fronte a domande indisponenti, riguardanti i segreti, o la propria vita privata, poste da pellegrini poco educati. Dopo 25 anni di apparizioni quindi, a prescindere dalla loro santità o dai loro difetti, i veggenti hanno conservato la fedeltà alla Madonna. Nell’ambito delle apparizioni riconosciute ufficialmente dalla Chiesa alcuni veggenti, come Bernadette, sono già stati elevati agli onori degli altari, altri come Francesco e Giacinta sono stati proclamati beati, altri forse non lo saranno mai, come Massimino e Melania, i quali ebbero una vita un po’ travagliata, senza tuttavia venire mai meno alla fedeltà e al loro compito di testimoniare. I 10 segreti. Come a Fatima anche a Medjugorje sono stati rivelati dei segreti, 10 per l’esattezza. Di essi si sa solo che il terzo sarà il già descritto segno che la Madonna lascerà sul Podbrdo, visibile, indistruttibile, durevole e bello, che confermerà la presenza di Maria e costituirà l’ultimo estremo appello alla conversione, anche se per qualcuno potrebbe essere già tardi. Poi si sa che il settimo segreto riguardava un castigo che, grazie alla preghiera e al digiuno, è stato mitigato. Quando si realizzerà il terzo segreto ci sarà ancora uno dei veggenti che avrà le apparizioni quotidiane. Il compito di rivelare i segreti al mondo è stato affidato a Mirijana, ma non in maniera diretta. Lei conosce già il contenuto dei segreti e quando si realizzeranno, ma ha dovuto scegliere un sacerdote (il francescano Petar Ljubicjc, nato nel 1946), al quale dovrà confidare ogni segreto 10 giorni prima che si verifichi. Poi digiuneranno insieme per 7 giorni e, 3 giorni prima che il 62 Pellegrinaggio a Medjugorje segreto si verifichi, il sacerdote dovrà rivelarlo al mondo intero. E’ importante notare come la Gospa chieda così l’intervento della Chiesa per assolvere questo compito. La stessa Mirijana afferma che non bisogna aver paura di quello che può accadere se si è in grazia di Dio, e in definitiva sembra che molto del nostro futuro dipenderà dal nostro accogliere o meno l’appello alla conversione, per poter assistere al trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Incontro con il veggente Ivan. Ritornando al nostro pellegrinaggio eravamo rimasti all’incontro con il veggente Ivan, all’interno del capannone giallo, ecco la sua conferenza: Sia lodato Gesù Cristo. Cari amici, vi saluto di tutto il cuore. Vorrei parlarvi dei messaggi di Maria nel modo semplice con cui ci parla Lei. All’inizio nel 1981 avevo 16 anni e per me è stata una grande sorpresa perché fino a quel momento non potevo nemmeno sognare che la Madonna potesse apparire, né i miei genitori né i sacerdoti ci avevano mai parlato di questo e non avevo una grande spiritualità verso la Madonna. Non conoscevo né Lourdes, né Fatima, non potevo leggere niente e all’inizio delle apparizioni sono stato molto confuso e non vorrei che voi guardaste me come una persona perfetta o un santo, perché non lo sono. Diventare migliore e più santo è il mio desiderio profondo nel cuore. Anche se vedo la Madonna non significa che mi sono convertito dall’oggi al domani, la conversione è un processo, un programma per la vita e dobbiamo deciderci e persistere, cambiare e convertirci ogni giorno, lasciare il male e il peccato per crescere nella santità. La Madonna ha detto di non avermi scelto perché ero il migliore, ma perché fossi uno strumento nelle sue mani e nelle mani di Dio. Per questo sono contento di essere nella Sua scuola, scuola di pace, di preghiera, ed è per me un grande dono e una grande responsabilità davanti a Dio e alle persone. Il Signore mi ha dato tanto ma so che mi chiede tanto. 63 Pellegrinaggio a Medjugorje In tutti questi anni non è stato facile e semplice essere con la Madonna ogni giorno, parlare con Lei e dopo questo incontro tornare sulla terra e vivere la vita quotidiana, a volte ho bisogno di qualche ora dopo le apparizioni per riprendermi e accettare la realtà di questo mondo terreno e delle circostanze attorno. Sin dalle Sue prime parole ci si accorge che il Suo grande desiderio che è la pace, Lei è inviata dal “Re della Pace” e nessuno meglio di Lei può sapere quanto l’uomo di oggi abbia bisogno di pace e quante famiglie, quanti giovani, la nostra Chiesa e il mondo di oggi, non hanno pace. Suo Figlio manda Lei per portarci sulla strada della pace, e Lei ci prende per mano e ci porta verso Suo Figlio. Ci dice che se non c’è la pace nel cuore dell’uomo, se non è in pace con se stesso e se non c’è pace nelle famiglie, non può esserci la pace nel mondo. Ci invita tutti a non parlare di pace ma di cominciare a vivere la pace, di non parlare della preghiera ma di vivere la preghiera. Solo con il ritorno della pace e della preghiera nelle famiglie esse possono guarire spiritualmente e dopo guarire anche il mondo. Lei viene da noi a portarci una medicina che cura i nostri dolori, vuole fasciare le nostre ferite che sanguinano, ci vuole curare con tanta dolcezza, con il calore di una madre, vuole incoraggiarci e consolarci, vuole rialzare questa umanità peccatrice perché è preoccupata per la nostra salvezza. La Gospa ci dice: “Cari figli io sono con voi, non abbiate paura, voglio insegnarvi la strada per giungere alla pace, ma ho bisogno di voi e solo con voi posso realizzare la pace, perciò decidetevi per il bene e lottate contro il male e il peccato”. La Madre parla in modo semplice, ci ripete tante volte le cose e non si stanca mai, come tutte le madri fanno con i figli. Nessuna madre può dire di aver detto qualcosa ai figli una volta sola e di non aver più dovuto ripeterlo, ogni madre ripete le cose per tante volte in modo che i figli non le dimentichino. Così la Madonna ci educa, ci porta verso il Bene, ci insegna il Bene, non ci critica e non viene per portarci la paura o per castigarci. Non è venuta per parlarci della fine del mondo o della seconda venuta di Gesù Cristo, ma viene come madre della speranza perché vuole portare la speranza a ciascuno di noi, a 64 Pellegrinaggio a Medjugorje questa umanità, ai giovani e alla Chiesa. Lei intercede sempre per ciascuno di noi davanti a Suo Figlio e ci dice: “Se sapeste quanto vi amo piangereste di gioia”. I suoi messaggi sono per tutto il mondo e non per un paese in particolare o per nessuna nazionalità. Ogni volta Lei si rivolge a noi con le parole: “Cari figli”, perché come una buona Madre ci ama tutti, siamo tutti importanti per Lei, ha bisogno di tutti noi. Oggi ci sono tante situazioni delicate in tutto mondo, ma tutti questi problemi nascono dal cuore dell'uomo, perché da esso viene la guerra, perché non è in pace con Dio, non è in pace con se stesso e non si può aprire agli altri. Oggi ci sono grandi crisi nelle famiglie, tra i giovani, nella Chiesa, ma le crisi non sono strade senza uscita, non significano catastrofi, sono un richiamo a tornare a Dio. La Madonna ci invita tutti a tornare a Dio, a metterlo al primo posto nella nostra vita, non ci chiede di insegnare agli altri cosa devono fare, ma di aprire i nostri cuori e cominciare per primi. Di solito siamo capaci a vedere ciò che un altro non dovrebbe fare, ma non guardiamo noi stessi, Lei ci insegna a partire dalla nostra vita per poter essere luce per gli altri, come singoli, come famiglie e come comunità. La nostra conversione è un processo: ogni giorno dobbiamo convertirci, ogni giorno dobbiamo cambiare: questo è un programma per la vita, perché la nostra conversione finisce solo con la nostra morte. La Madonna ci invita a mettere la Santa Messa al centro della nostra vita. Mi ricordo che in una apparizione disse: ‘Se doveste decidere di venire all’apparizione o di andare alla Santa Messa, scegliete sempre la Santa Messa perché significa incontrarsi con Gesù Cristo che si offre per voi”. La Madonna ci invita alla confessione mensile e all’Adorazione della Croce e del Santissimo Sacramento, al digiuno a pane ed acqua il mercoledì e il venerdì, alla preghiera del Rosario, soprattutto nelle famiglie e alla lettura della Sacra Scrittura, da tenere in un luogo visibile nelle case. Per avere una vera conversione dobbiamo pregare. Tante volte preghiamo velocemente e senza pensare a ciò che diciamo, solo per poter dire che abbiamo pregato; tante persone dicono di credere ma poi lasciano la preghiera e si ritrovano in “coma spirituale”. La Madonna desidera che noi riserviamo un tempo per Dio. Non è 65 Pellegrinaggio a Medjugorje importante solo pregare con la bocca, ma pensare a ciò che diciamo, perché ogni preghiera fatta col cuore piace a Lei e a Dio. Questa è una decisione personale e il pregare bene è una grazia data a coloro che pregano sempre di più. Noi spesso diciamo di non avere tempo per la preghiera ma la Madonna dice che non è un problema di poco tempo ma di poco amore. Tante volte ha ripetuto: “Pregate, pregate, pregate!” e non si è stancata, ogni volta vuole risvegliarci alla preghiera e ci invita a pregare con il cuore cioè a perdonare e a pregare con tutto l’amore e con tutto il nostro essere, affinché essa diventi incontro, dialogo e amicizia con Gesù. Alla scuola della preghiera di Maria non ci sono weekend, riposi o vacanze, se volete pregare sempre dovete pregare di più. Dopo la preghiera saremo gioiosi e pieni di pace perché Gesù ci darà le risposte alle nostre domande, ma dobbiamo deciderci e desiderare di pregare. Un esempio molto semplice è come quando vogliamo telefonare a qualcuno, la prima cosa da fare è sicuramente alzare la cornetta, ossia decidersi a chiamare, decidersi per il Signore, poi dobbiamo fare il numero, cioè entrare nel dialogo ed offrire tutto a Dio per ricevere tutto da Lui. La famiglia deve pregare unita. La Madonna ci invita al ritorno della preghiera in famiglia, solo così diventerà un gruppo di preghiera e ritroverà la pace, l’amore e l’armonia, di cui tante famiglie distrutte hanno oggi bisogno. Ivan non è un grande oratore, è una persona riservata, di poche parole, tanto che lui stesso afferma scherzosamente di trovarsi più a suo agio con la Gospa che con i pellegrini, tuttavia ciò che dice lo dice col cuore, e si avverte come viva in prima persona le sue parole. Riguardo alla preghiera del cuore, è importante poi la testimonianza data da Vicka in un’intervista: La Madonna, quando ha incominciato a insegnarci a pregare, ha detto che la cosa più semplice e più bella è la preghiera del cuore. Per spiegarla ha portato l’esempio di un vaso di fiori che ha bisogno dell'acqua. “Tutti voi, ha detto la Madonna, avete nelle vostre case un vaso di fiori nel quale versate ogni giorno qualche goccia d'acqua e così la pianta cresce e fiorisce. La stessa cosa avviene 66 Pellegrinaggio a Medjugorje anche per il vostro cuore. Se ogni giorno lo nutrite con qualche preghiera, allora cresce come un fiore. Quando invece non date acqua alla pianta di fiori, allora secca e muore. Così avviene anche per il vostro cuore, quando non pregate. Tante volte, dice la Madonna, quando viene il momento di pregare, voi trovate delle scuse, dicendo che siete stanchi o avete altre cose da fare e così rimandate al giorno dopo. Ma in questo modo pian piano vi allontanate dalla preghiera e nel vostro cuore entra il male. Come un fiore non può vivere senza acqua, dice la Madonna, così noi non possiamo vivere senza la grazia di Dio”. Maria e Giovanni Paolo II invitano a pregare in famiglia. Sono anni che Ivan racconta la sua testimonianza, ma rileggendo con attenzione le sue parole e, leggendo la lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, scritta da Giovanni Paolo II alla fine del 2002, all’inizio del suo 25° anno di pontificato e in occasione dell’anno del Rosario, mi accorgo della sorprendente uniformità dei contenuti, soprattutto riguardo i temi della pace, della preghiera del cuore e dell’importanza della preghiera in famiglia, oltre che della figura di Maria e dell’importanza stessa del Rosario, di cui il mariano pontefice non perse occasione di tessere le lodi. Ecco alcuni stralci della lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae: Preghiera per la pace e per la famiglia 6. A dare maggiore attualità al rilancio del Rosario si aggiungono alcune circostanze storiche. Prima fra esse, l'urgenza di invocare da Dio il dono della pace. Il Rosario è stato più volte proposto dai miei Predecessori e da me stesso come preghiera per la pace. All'inizio di un Millennio, che è cominciato con le raccapriccianti scene dell'attentato dell'11 settembre 2001 e che registra ogni giorno in tante parti del mondo nuove situazioni di sangue e di violenza, riscoprire il Rosario significa immergersi nella contemplazione del mistero di Colui che « è la nostra pace » avendo fatto « dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, 67 Pellegrinaggio a Medjugorje cioè l'inimicizia » (Ef 2, 14). Non si può quindi recitare il Rosario senza sentirsi coinvolti in un preciso impegno di servizio alla pace, con una particolare attenzione alla terra di Gesù, ancora così provata, e tanto cara al cuore cristiano. Analoga urgenza di impegno e di preghiera emerge su un altro versante critico del nostro tempo, quello della famiglia, cellula della società, sempre più insidiata da forze disgregatrici a livello ideologico e pratico, che fanno temere per il futuro di questa fondamentale e irrinunciabile istituzione e, con essa, per le sorti dell'intera società. Il rilancio del Rosario nelle famiglie cristiane, nel quadro di una più larga pastorale della famiglia, si propone come aiuto efficace per arginare gli effetti devastanti di questa crisi epocale. «Ecco la tua madre!» (Gv 19, 27) 7. Numerosi segni dimostrano quanto la Vergine Santa voglia anche oggi esercitare, proprio attraverso questa preghiera, la premura materna alla quale il Redentore moribondo affidò, nella persona del discepolo prediletto, tutti i figli della Chiesa: « Donna, ecco il tuo figlio! » (Gv 19, 26). Sono note le svariate circostanze, tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, nelle quali la Madre di Cristo ha fatto in qualche modo sentire la sua presenza e la sua voce per esortare il Popolo di Dio a questa forma di orazione contemplativa. Desidero in particolare ricordare, per l'incisiva influenza che conservano nella vita dei cristiani e per l'autorevole riconoscimento avuto dalla Chiesa, le apparizioni di Lourdes e di Fatima, i cui rispettivi santuari sono meta di numerosi pellegrini, in cerca di sollievo e di speranza. La pace 40. Le difficoltà che l'orizzonte mondiale presenta in questo avvio di nuovo Millennio ci inducono a pensare che solo un intervento dall'Alto, capace di orientare i cuori di quanti vivono situazioni conflittuali e di quanti reggono le sorti delle Nazioni, può far sperare in un futuro meno oscuro. Il Rosario è preghiera orientata per sua natura alla pace, per il fatto stesso che consiste nella contemplazione di Cristo, Principe della pace e «nostra pace» (Ef 2,14). Chi assimila il mistero di Cristo - e il Rosario proprio a questo mira -, apprende il segreto della pace e ne fa un progetto di vita. 68 Pellegrinaggio a Medjugorje Inoltre, in forza del suo carattere meditativo, con il tranquillo succedersi delle Ave Maria, il Rosario esercita sull'orante un'azione pacificante che lo dispone a ricevere e sperimentare nella profondità del suo essere e a diffondere intorno a sé quella pace vera che è dono speciale del Risorto (cfr Gv 14, 27; 20, 21). Ê poi preghiera di pace anche per i frutti di carità che produce. Se ben recitato come vera preghiera meditativa, il Rosario, favorendo l'incontro con Cristo nei suoi misteri, non può non additare anche il volto di Cristo nei fratelli, specie in quelli più sofferenti. Come si potrebbe fissare, nei misteri gaudiosi, il mistero del Bimbo nato a Betlemme senza provare il desiderio di accogliere, difendere e promuovere la vita, facendosi carico della sofferenza dei bambini in tutte le parti del mondo? Come si potrebbero seguire i passi del Cristo rivelatore, nei misteri della luce, senza proporsi di testimoniare le sue beatitudini nella vita di ogni giorno? E come contemplare il Cristo carico della croce e crocifisso, senza sentire il bisogno di farsi suoi «cirenei» in ogni fratello affranto dal dolore o schiacciato dalla disperazione? Come si potrebbe, infine, fissare gli occhi sulla gloria di Cristo risorto e su Maria incoronata Regina, senza provare il desiderio di rendere questo mondo più bello, più giusto, più vicino al disegno di Dio? Insomma, mentre ci fa fissare gli occhi su Cristo, il Rosario ci rende anche costruttori della pace nel mondo. Per la sua caratteristica di petizione insistente e corale, in sintonia con l'invito di Cristo a pregare «sempre, senza stancarsi» (Lc 18,1), esso ci consente di sperare che, anche oggi, una 'battaglia' tanto difficile come quella della pace possa essere vinta. Lungi dall'essere una fuga dai problemi del mondo, il Rosario ci spinge così a guardarli con occhio responsabile e generoso, e ci ottiene la forza di tornare ad essi con la certezza dell'aiuto di Dio e con il proposito fermo di testimoniare in ogni circostanza «la carità, che è il vincolo di perfezione» (Col 3, 14). La famiglia: i genitori... 41. Preghiera per la pace, il Rosario è anche, da sempre, preghiera della famiglia e per la famiglia. Un tempo questa preghiera era particolarmente cara alle famiglie cristiane, e certamente ne favoriva la comunione. Occorre non disperdere questa preziosa 69 Pellegrinaggio a Medjugorje eredità. Bisogna tornare a pregare in famiglia e a pregare per le famiglie, utilizzando ancora questa forma di preghiera. Se nella Lettera apostolica Novo Millennio Ineunte ho incoraggiato la celebrazione della Liturgia delle Ore anche da parte dei laici nella vita ordinaria delle comunità parrocchiali e dei vari gruppi cristiani, altrettanto desidero fare per il Rosario. Si tratta di due vie non alternative, ma complementari, della contemplazione cristiana. Chiedo pertanto a quanti si dedicano alla pastorale delle famiglie di suggerire con convinzione la recita del Rosario. La famiglia che prega unita, resta unita. Il Santo Rosario, per antica tradizione, si presta particolarmente ad essere preghiera in cui la famiglia si ritrova. I singoli membri di essa, proprio gettando lo sguardo su Gesù, recuperano anche la capacità di guardarsi sempre nuovamente negli occhi, per comunicare, per solidarizzare, per perdonarsi scambievolmente, per ripartire con un patto di amore rinnovato dallo Spirito di Dio. Molti problemi delle famiglie contemporanee, specie nelle società economicamente evolute, dipendono dal fatto che diventa sempre più difficile comunicare. Non si riesce a stare insieme, e magari i rari momenti dello stare insieme sono assorbiti dalle immagini di un televisore. Riprendere a recitare il Rosario in famiglia significa immettere nella vita quotidiana ben altre immagini, quelle del mistero che salva: l'immagine del Redentore, l'immagine della sua Madre Santissima. La famiglia che recita insieme il Rosario riproduce un po' il clima della casa di Nazareth: si pone Gesù al centro, si condividono con lui gioie e dolori, si mettono nelle sue mani bisogni e progetti, si attingono da lui la speranza e la forza per il cammino. ... e i figli 42. A questa preghiera è anche bello e fruttuoso affidare l'itinerario di crescita dei figli. Non è forse, il Rosario, l'itinerario della vita di Cristo, dal concepimento, alla morte, fino alla resurrezione e alla gloria? Diventa oggi sempre più arduo per i genitori seguire i figli nelle varie tappe della vita. Nella società della tecnologia avanzata, dei mass media e della globalizzazione, tutto è diventato così rapido e la distanza culturale tra le generazioni si fa sempre più grande. I più diversi messaggi e le esperienze più imprevedibili si 70 Pellegrinaggio a Medjugorje fanno presto spazio nella vita dei ragazzi e degli adolescenti, e per i genitori diventa talvolta angoscioso far fronte ai rischi che essi corrono. Si trovano non di rado a sperimentare delusioni cocenti, constatando i fallimenti dei propri figli di fronte alla seduzione della droga, alle attrattive di un edonismo sfrenato, alle tentazioni della violenza, alle più varie espressioni del non senso e della disperazione. Pregare col Rosario per i figli, e ancor più con i figli, educandoli fin dai teneri anni a questo momento giornaliero di «sosta orante» della famiglia, non è, certo, la soluzione di ogni problema, ma è un aiuto spirituale da non sottovalutare. Si può obiettare che il Rosario appare preghiera poco adatta al gusto dei ragazzi e dei giovani d'oggi. Ma forse l'obiezione tiene conto di un modo di praticarlo spesso poco accurato. Del resto, fatta salva la sua struttura fondamentale, nulla vieta che per i ragazzi e i giovani la recita del Rosario - tanto in famiglia quanto nei gruppi - si arricchisca di opportuni accorgimenti simbolici e pratici, che ne favoriscano la comprensione e la valorizzazione. Perché non provarci? Una pastorale giovanile non rinunciataria, appassionata e creativa - le Giornate Mondiali della Gioventù me ne hanno dato la misura! - è capace di fare, con l'aiuto di Dio, cose davvero significative. Se il Rosario viene ben presentato, sono sicuro che i giovani stessi saranno capaci di sorprendere ancora una volta gli adulti, nel far propria questa preghiera e nel recitarla con l'entusiasmo tipico della loro età. Vista di Medjugorje dal Podbrdo 71 Pellegrinaggio a Medjugorje La Divina Misericordia. Dopo la testimonianza di Ivan, alle ore 11:00 ha inizio la Celebrazione Eucaristica, al termine della quale vi è un momento di libertà. Dopo il pranzo, poco prima delle 15:00, esco dalla pensione per recarmi nella Cappella dell’Adorazione e recitare la Coroncina della Divina Misericordia, ma durante il tragitto mi accorgo di non essere il solo. Dappertutto noto con sorpresa, ma anche con immensa gioia, gruppi disseminati, sulle panchine o all’ombra degli alberi, che recitano nelle rispettive lingue, la medesima coroncina. Comprendo improvvisamente, come mai prima d’ora, il profondo legame tra la devozione a Maria e la Divina Misericordia, grazie soprattutto alla figura di Giovanni Paolo II, un grande pontificato il suo, ma non solo dal punto di vista umano; attraverso di esso Dio ha operato prodigi e, a mio parere, diverse profezie hanno trovato compimento, preparando la strada per qualcosa di più grande. Ma del resto non è forse Maria la madre della Misericordia? Non la imploriamo, come avvocata, di rivolgere verso di noi gli occhi suoi misericordiosi? Non ha forse lei stessa cantato la Misericordia dell’Onnipotente che di generazione in generazione si stende su quelli che lo temono, e che ricordandosi di essa ha soccorso Israele suo servo, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo ed alla sua discendenza per sempre? Non è infine un atto di estrema Misericordia quello di Dio, che manda oggi Maria a richiamarci alla conversione? La devozione della Divina Misericordia ha origine proprio in Polonia, e si è diffusa a partire dalle esperienze mistiche della suora polacca suor Maria Faustina Kowalska, al secolo Elena Kowalska. Suor Faustina nacque nel 1905 a Glogowiec, a 20 anni entrò nella Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, dove visse per 72 Pellegrinaggio a Medjugorje 13 anni, gli ultimi della sua breve vita, morendo nel 1938, a soli 33 anni, a causa della tisi. Soggiornò in diverse case, a Cracovia, Plock e Vilnius, svolgendo mansioni di cuoca, giardiniera e portinaia. Ebbe una vita estremamente monotona e grigia ma, in realtà, ricca di sofferenze, che offriva a Gesù, per la salvezza delle anime e per aiutare le anime del purgatorio, e ricca di grandi grazie come visioni, apparizioni, stimmate nascoste, partecipazione alla passione di Cristo, nozze mistiche, oltre a diventare l’apostola della Divina Misericordia. Per ordine del suo confessore e di Gesù fu tenuta a scrivere un diario in cui doveva raccontare tutte le sue esperienze mistiche. Fu beatificata da Giovanni Paolo II nel 1993 e canonizzata sette anni più tardi nell’anno del Giubileo del 2000, sempre durante la Domenica in Albis, la prima Domenica dopo Pasqua, Domenica in cui lo stesso pontefice, come richiesto da Gesù a Santa Faustina, ha istituito ufficialmente la Festa della Divina Misericordia, sempre nel corso dell’anno 2000, corredandola successivamente di Indulgenza Plenaria, ossia la totale remissione delle colpe e delle pene, per il fedele che rispetti le condizioni previste. Il culto alla Divina Misericordia si esprime in diverse forme: 1) L’Immagine di Gesù Misericordioso. L’immagine riproduce la visione che suor Faustina ebbe a Plock nel 22 febbraio 1931. La sera, stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l'altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l'’altro pallido. Muta tenevo gli occhi fissi sul Signore; l'anima mia era presa da timore, ma anche da gioia grande. 73 Pellegrinaggio a Medjugorje Dopo un istante, Gesù mi disse: « Dipingi un'immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in Te! Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella e poi nel mondo intero. (47) Prometto che l'anima, che venererà quest’immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell'ora della morte, la vittoria sui nemici. Io ti stesso la difenderò come Mia propria gloria ». (48) « Porgo agli uomini il recipiente, col quale debbono venire ad attingere le grazie alla sorgente della Misericordia. Il recipiente è quest’immagine con la scritta: Gesù, confido in Te». (327) Mentre pregavo udii interiormente queste parole: « I due raggi rappresentano il Sangue e l'Acqua. Il raggio pallido rappresenta l'Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime... Entrambi i raggi uscirono dall'intimo della Mia Misericordia, quando sulla croce il Mio Cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia. Tali raggi riparano le anime dallo sdegno del Padre Mio. Beato colui che vivrà alla loro ombra, poiché non lo colpirà la giusta mano di Dio. Desidero che la prima domenica dopo la Pasqua sia la festa della Misericordia. (299) Chiedi al Mio servo fedele che in quel giorno parli al mondo intero di questa Mia grande Misericordia: in quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene. «Le fiamme della Misericordia Mi divorano; voglio riversarle sulle anime degli uomini. Oh, che dolore mi procurano quando non vogliono accettarle!....Dì all’umanità sofferente che si stringa al mio cuore misericordioso ed io la colmerò di pace ».(1704) L’umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia. Oh! quanto Mi ferisce la diffidenza di un’anima! Tale anima riconosce che sono santo e giustizia e giustizia, ma non credono alla Mia bontà. (300) 74 Pellegrinaggio a Medjugorje Il Mio Cuore gioisce del titolo di Misericordia. Annuncia che la Misericordia è il più grande attributo di Dio. Tutte le opere delle Mie mani sono coronate dalla Misericordia». (301) 2) La festa della Divina Misericordia. «Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l'immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia. Desidero che i sacerdoti annuncino la Mia grande Misericordia per le anime dei peccatori. Il peccatore non deve aver paura di avvicinarsi a Me ». Poi Gesù si lamentò con me dicendomi: «La sfiducia delle anime Mi strazia le viscere. Ancora di più Mi addolora la sfiducia delle anime elette. Nonostante il Mio amore inesauribile non hanno fiducia in Me. Nemmeno la Mia morte è stata sufficiente per loro. Guai alle anime che ne abusano! ». (49-50) «Nessun’anima troverà giustificazione finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia e perciò la prima domenica dopo Pasqua deve essere la festa della Misericordia ed i sacerdoti in quel giorno debbono parlare alle anime della Mia grande ed insondabile Misericordia». (570) Una volta udii queste parole: « Figlia Mia, parla a tutto il mondo della Mia inconcepibile Misericordia. Desidero che la festa della Misericordia sia di riparo e rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori. In quel giorno sono aperte le viscere della Mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia. L’anima che si accosta alla confessione ed alla Santa Comunione, riceve il perdono totale delle colpe e delle pene. In quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine. Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me, anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto. La Mia Misericordia è talmente grande che, nessuna mente, né umana né angelica, riuscirà a sviscerarla pur impegnandovisi per tutta l'eternità. Tutto quello che esiste, è uscito dalle viscere della Mia Misericordia. Ogni anima nei Miei confronti rifletterà per tutta l'eternità sul Mio amore e sulla Mia Misericordia. La festa della Misericordia è uscita dalle Mie 75 Pellegrinaggio a Medjugorje viscere; desidero che venga celebrata solennemente la prima domenica dopo Pasqua. L’umanità non troverà pace finché non si rivolgerà alla sorgente della Mia Misericordia». (699) La Santa Comunione 19.XI. Oggi, dopo la santa Comunione, Gesù mi ha detto quanto desidera venire nel cuore degli uomini. «Desidero unirMi con le anime umane; la Mia delizia è unirMi con le anime. Sappi, figlia Mia, che quando nella santa Comunione vengo in un cuore umano, ho le mani piene di grazie di ogni genere e desidero donarle all’anima, ma le anime non Mi prestano nemmeno attenzione, Mi lasciano solo e si occupano d'altro. Oh, quanto è triste per Me che le anime non conoscano l’Amore! Si comportano con Me come con qualche cosa inerte». (1385) «Quanto mi addolora che le anime si uniscano così poco a Me nella santa Comunione! Attendo le anime ed esse sono indifferenti per Me. Le amo con tanta tenerezza e sincerità ed esse non si fidano di Me. Voglio colmarle di grazie, ma esse non vogliono riceverle. Trattano con Me come con una cosa inerte eppure ho un cuore pieno d'amore e di Misericordia. Affinché tu possa conoscere almeno un po’ il Mio dolore, pensa alla più tenera delle madri, che ama molto i suoi figli, ma i figli disprezzano l’amore della madre. Immagina il suo dolore, nessuno riuscirà a consolarla. Questa è un’immagine ed una pallida somiglianza del Mio amore. (1447) Il sacramento della Riconciliazione Scrivi, parla della Mia Misericordia. Dì alle anime dove debbono cercare le consolazioni cioè nel tribunale della Misericordia, lì avvengono i più grandi miracoli che si ripetono continuamente. Per ottenere questo miracolo non occorre fare pellegrinaggi in terre lontane né celebrare solenni riti esteriori, ma basta mettersi con fede ai piedi di un Mio rappresentante e confessargli la propria miseria ed il miracolo della Divina Misericordia si manifesterà in tutta la sua pienezza. Anche se un’anima fosse in decomposizione come un cadavere ed umanamente non ci fosse alcuna possibilità di risurrezione e tutto fosse perduto, non sarebbe così per Dio: un miracolo della Divina 76 Pellegrinaggio a Medjugorje Misericordia risusciterà quest’anima in tutta la sua pienezza. Infelici coloro che non approfittano di questo miracolo della Divina Misericordia! Lo invocherete invano quando sarà troppo tardi!». (1448) «Figlia, quando ti accosti alla santa confessione, a questa sorgente della Mia Misericordia, scendono sempre sulla tua anima il Mio Sangue ed Acqua, che uscirono dal Mio Cuore e nobilitano la tua anima. Ogni volta che vai alla santa confessione immergiti tutta nella Mia Misericordia con grande fiducia, in modo che io possa versare sulla tua anima l'abbondanza delle Mie grazie. Quando vai alla confessione, sappi che Io stesso ti aspetto in confessionale, Mi copro soltanto dietro il sacerdote, ma sono Io che opero nell’anima. Lì la miseria dell’anima s’incontra col Dio della Misericordia. Dì alle anime che da questa sorgente della Misericordia possono attingere le grazie unicamente col recipiente della fiducia. Se la loro fiducia sarà grande, la Mia generosità non avrà limiti. I rivoli della Mia grazia inondano le anime umili. I superbi sono sempre nell'indigenza e nella miseria, poiché la Mia grazia si allontana da loro e va verso le anime umili». (1602) « Scrivi: sono tre volte santo ed ho orrore del più piccolo peccato. Non posso amare un’anima macchiata dal peccato, ma quando si pente, la Mia generosità non ha limiti verso di lei. La Mia Misericordia l'abbraccia e la perdona. Con la Mia Misericordia inseguo i peccatori su tutte le loro strade ed il Mio Cuore gioisce quando essi ritornano da Me. Dimentico le amarezze con le quali hanno abbeverato il Mio Cuore e sono lieto per il loro ritorno. Dì ai peccatori che nessuno sfuggirà alle Mie mani. Se fuggono davanti al Mio Cuore misericordioso, cadranno nelle mani della Mia giustizia. Dì ai peccatori che li attendo sempre, sto in ascolto del battito del loro cuore per sapere quando batterà per Me. Scrivi che parlo loro con i rimorsi di coscienza, con gli insuccessi e le sofferenze, con le tempeste ed i fulmini; parlo con la voce della Chiesa, e, se rendono vane tutte le Mie grazie, comincio ad adirarMi contro di essi, abbandonandoli a se stessi e do loro quello che desiderano». (1728) «I più grandi peccatori pongano la loro speranza nella Mia Misericordia. Essi prima degli altri hanno diritto alla fiducia 77 Pellegrinaggio a Medjugorje nell'abisso della Mia Misericordia. Figlia Mia, scrivi sulla Mia Misericordia per le anime sofferenti. Mi procurano una grande gioia le anime che si appellano alla Mia Misericordia. A queste anime concedo grazie più di quante ne chiedono. Anche se qualcuno è stato il più grande peccatore, non lo posso punire Se esso si appella alla Mia pietà, ma lo giustifico nella Mia insondabile ed impenetrabile Misericordia. Scrivi: prima che io venga come Giudice giusto, spalanco la porta della Mia Misericordia. Chi non vuole passare attraverso la porta della Misericordia, deve passare attraverso la porta della Mia giustizia»...(1146) «Figlia Mia, Mia delizia e Mio compiacimento, nulla Mi trattiene dal concederti le grazie. La tua miseria non è un ostacolo per la Mia Misericordia. Figlia Mia, scrivi che quanto più grande è la miseria, tanto maggiore è il diritto che ha alla Mia Misericordia, ed esorta tutte le anime alla fiducia nell'insondabile abisso della Mia Misericordia, poiché desidero salvarle tutte. La sorgente della Mia Misericordia venne spalancata dalla lancia sulla croce per tutte le anime; non ho escluso nessuno». (1182) «Figlia Mia, se per tuo mezzo esigo dagli uomini il culto della Mia Misericordia, tu devi essere la prima a distinguerti per la fiducia nella Misericordia. Esigo da te atti di Misericordia che debbono derivare dall'amore verso di Me. Devi mostrare Misericordia sempre e ovunque verso il prossimo: non puoi esimerti da questo, né rifiutarti né giustificarti. Ti sottopongo tre modi per dimostrare Misericordia verso il prossimo: il primo è l‘azione, il secondo è la parola, il terzo la preghiera. In questi tre gradi è racchiusa la pienezza della Misericordia ed è una dimostrazione irrefutabile dell'amore verso di Me. In questo modo l’anima esalta e rende culto alla Mia Misericordia. Sì, la prima domenica dopo Pasqua è la festa della Misericordia, ma deve esserci anche l’azione ed esigo il culto della Misericordia con la solenne celebrazione di questa festa e col culto all'immagine che è stata dipinta. Per mezzo di questa immagine concederò molte grazie alle anime, essa deve ricordare le esigenze della Mia Misericordia, poiché anche la fede più forte, non serve a nulla senza le opere ». (742) 78 Pellegrinaggio a Medjugorje Se un'anima non pratica la Misericordia in qualunque modo, non otterrà la Mia Misericordia nel giorno del giudizio. Oh, se le anime sapessero accumulare per sé tesori eterni, non verrebbero giudicate, prevenendo il Mio giudizio con la Misericordia!». (1317) 3) La Coroncina alla Divina Misericordia. La Coroncina alla Divina Misericordia è stata dettata da Gesù a Santa Faustina a Vilnius nel 1935. « Recita continuamente la coroncina che ti ho insegnato. Chiunque la reciterà, otterrà tanta Misericordia nell'ora della morte. I sacerdoti la consiglieranno ai peccatori come ultima tavola di salvezza; anche se si trattasse del peccatore più incallito se recita questa coroncina una volta sola, otterrà la grazia dalla Mia infinita Misericordia. (687) « La Mia Misericordia avvolgerà in vita e specialmente nell'ora della morte le anime che reciteranno questa coroncina ». (754) «Con essa otterrai tutto, se quello che chiedi è conforme alla Mia volontà». (1731) Figlia Mia, esorta le anime a recitare la coroncina che ti ho dato. Per la recita di questa coroncina Mi piace concedere tutto ciò che Mi chiederanno. Se la reciteranno peccatori incalliti, colmerò di pace la loro anima, e l'ora della loro morte sarà serena. Scrivi questo per le anime afflitte: quando l’anima vede e riconosce la gravità dei suoi peccati, quando si svela ai suoi occhi tutto l’abisso di miseria in cui è precipitata, non si disperi, ma si getti con fiducia nelle braccia della Mia Misericordia, come un bambino fra le braccia della madre teneramente amata. Queste anime hanno la precedenza nel Mio Cuore compassionevole, esse hanno la precedenza nella Mia Misericordia. Proclama che nessun’anima, che ha invocato la Mia Misericordia, è rimasta delusa né confusa. Ho una predilezione particolare per l'anima che ha fiducia nella Mia bontà. Scrivi che quando verrà recitata la coroncina vicino agli agonizzanti, Mi metterò fra il Padre e l’anima agonizzante non come giusto Giudice, ma come Salvatore misericordioso». (1541) Nell’ora della morte difenderò come Mia gloria ogni anima che reciterà questa coroncina, oppure altri la reciteranno vicino ad 79 Pellegrinaggio a Medjugorje un agonizzante, ed otterranno per l'agonizzante lo stesso perdono. Quando vicino ad un agonizzante viene recitata questa coroncina, si placa l'ira di Dio e l'imperscrutabile Misericordia avvolge l'anima e si commuovono le viscere della Mia Misericordia, per la dolorosa Passione di mio Figlio». (811) «Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione. Concedo loro l'ultima tavola di salvezza, cioè la festa della Mia Misericordia. Se non adoreranno la Mia Misericordia, periranno per sempre. Segretaria della Mia Misericordia, scrivi, parla alle anime di questa Mia grande Misericordia, poiché è vicino il giorno terribile, il giorno della Mia giustizia». (965) «Oh! che grandi grazie concederò alle anime che reciteranno questa coroncina: le viscere della Mia Misericordia s'inteneriscono per coloro che recitano la coroncina. Scrivi queste parole, figlia Mia, parla al mondo della Mia Misericordia. Che conosca tutta l’umanità la Mia insondabile Misericordia. Questo è un segno per gli ultimi tempi, dopo i quali arriverà il giorno della giustizia. Fintanto che c’è tempo ricorrano alla sorgente della Mia Misericordia, approfittino del Sangue e Acqua scaturiti per loro». (848) «Per punire ho tutta l'eternità ed ora prolungo loro il tempo della Misericordia, ma guai a loro, se non riconosceranno il tempo della Mia venuta. Figlia Mia, segretaria della Mia Misericordia, non solo ti obbligo a scrivere sulla Mia Misericordia e a diffonderla, ma impetra loro la grazia, affinché anche loro adorino la Mia Misericordia». (1160) 4) L’Ora della Misericordia Alle tre del pomeriggio implora la Mia Misericordia specialmente per i peccatori e sia pure per un breve momento immergiti nella Mia Passione, particolarmente nel Mio abbandono al momento della morte. E’ un'ora di grande Misericordia per il mondo intero. Ti permetterò di penetrare nella Mia tristezza mortale. In quell'ora non rifiuterò nulla all'anima che Mi prega per la Mia Passione...». (1320) «Figlia Mia, ogni volta che senti l’orologio battere le tre, ricordati di immergerti tutta nella Mia Misericordia, adorandola ed 80 Pellegrinaggio a Medjugorje esaltandola; invoca la sua onnipotenza per il mondo intero e specialmente per i poveri peccatori, poiché fu in quell’ora che venne spalancata per ogni anima. In quell’ora otterrai tutto per te stessa e per gli altri; in quell’ora fu fatta grazia al mondo intero, la Misericordia vinse la giustizia. Figlia Mia, in quell’ora cerca di fare la Via Crucis, se i tuoi impegni lo permettono e se non puoi fare la Via Crucis, entra almeno per un momento in cappella ed onora il Mio Cuore che nel SS.mo Sacramento è pieno di Misericordia. E se non puoi andare in cappella, raccogliti in preghiera almeno per un breve momento là dove ti trovi. Voglio il culto della Mia Misericordia da ogni creatura, ma prima di tutto da te, poiché a te ho fatto conoscere questo mistero nella maniera più profonda.» (1572) 5) La diffusione del culto della Misericordia «Figlia Mia, scrivi queste parole: «Tutte le anime che adoreranno la Mia Misericordia e ne diffonderanno il culto, esortando altre anime alla fiducia nella Mia Misericordia, queste anime nell'ora della morte non avranno paura. La Mia Misericordia le proteggerà in quell'ultima lotta... (1540) «Ho aperto il Mio Cuore come una viva sorgente di Misericordia, tutte le anime vi attingano la vita, si avvicinino con grande fiducia a questo mare di Misericordia. I peccatori otterranno la giustificazione ed i giusti verranno rafforzati nel bene. A colui che avrà posto la sua fiducia nella Mia Misericordia, nell'ora della morte colmerò l'anima con la Mia pace divina». (1520) Il Signore mi ha detto: «Figlia Mia, non desistere dal diffondere la Mia Misericordia, con ciò procurerai refrigerio al Mio Cuore, che arde del fuoco della compassione per i peccatori. Dì ai Miei sacerdoti che i peccatori induriti si inteneriranno alle loro parole, quando essi parleranno della Mia sconfinata Misericordia e della compassione che ho per loro nel Mio Cuore. Ai sacerdoti che proclameranno ed esalteranno la Mia Misericordia, darò una forza meravigliosa, unzione alle loro parole e commuoverò i cuori ai quali parleranno». (1521) Le anime che diffondono il culto della Mia Misericordia, le proteggo per tutta la vita, come una tenera madre protegge il suo 81 Pellegrinaggio a Medjugorje bimbo ancora lattante e nell’ora della morte non sarò per loro Giudice, ma Salvatore misericordioso. In quell’ultima ora, l'anima non ha nulla in sua difesa, all'infuori della Mia Misericordia. Felice l’anima che durante la vita si è immersa nella sorgente della Misericordia, poiché la giustizia non la raggiungerà. (1075) Intervista e storia della guerra nella ex-Jugoslavia. Nel pomeriggio osservo il vecchio Mladen giocare nell’angolo di prato accanto la sua casa con il nipotino. Gli chiedo di farmi vedere il suo orto, tenuto con grande dignità, e subito mi introduce tra cavoli, verze, fagiolini, zucchine, peperoni, pomodori, insalate, patate e cipolle. In un linguaggio improponibile riusciamo tuttavia, in qualche modo a comunicare; lui mi parla del suo orto, io degli ulivi e della tradizione contadina del mio Salento, ma tutto sommato non ci sono differenze sostanziali. Ho l’impressione però che qui tutto cresca più rigogliosamente e con dimensioni maggiori. L’ultimo argomento trattato riguarda gli attrezzi da lavoro, come zappa, vanga e piccone, che mi mostra con orgoglio. Anche qui si usa concimare il terreno con il letame. Dietro casa intanto, le donne sono intente a tagliare delle verdure che serviranno per la nostra cena. Vedo passare anche Mario, il figlio della padrona di casa, e gli chiedo se posso fargli qualche domanda. Gentilmente acconsente. A. Allora Mario, innanzitutto ti sottopongo un mio personale dilemma: Come mai da Dubrovnik, in Croazia, a Medjugorje, in Bosnia-Erzegovina, abbiamo attraversato tre frontiere e non due (prima di questo chiarimento ignoravo il motivo)? M. Durante il percorso lungo la costa croata, si attraversano circa 10 km di costa che ricadono nel territorio bosniaco. A. Ah, ecco il perché, ma cambiamo discorso. Mario, conosci personalmente i veggenti? M. No, non li conosco personalmente, ma solo di vista, sai la mia storia è un po’ particolare, io sono originario di Mostar. 82 Pellegrinaggio a Medjugorje A. Ho capito. Adesso però risiedi a Medjugorje, come giudichi il fenomeno delle apparizioni, ci credi, e la gente del posto ci crede? M. Si, io ci credo, e anche tutta la gente di Medjugorje. A. Mi parli un po’ del regime comunista? M. Fino agli anni ’70 è stato durissimo, anche economicamente, la gente era costretta ad emigrare in massa, poi c’è stato qualche piccolo miglioramento economico, con il progresso in tutta Europa non poteva non esserci anche qui, ma quanto alla libertà… La religione non era vista di buon occhio dal regime, era concesso di poter pregare solo in chiesa, a volte dovevi scegliere tra la fede e la casa, il lavoro, ma nelle case molte famiglie vivevano la propria fede. Anche la libertà di pensiero non esisteva… A. Certo, il comunismo è tale in qualsiasi paese, dalla Russia alla Cina. Ma un vento di primavera stava cominciando a soffiare verso la fine degli anni ’80 su di un est europeo che voleva voltare pagina. La caduta del muro di Berlino in Germania, e progressivamente di tutti i regimi comunisti, fino al disfacimento della stessa Unione Sovietica, portarono questa ventata di rinnovamento, e questa sete di libertà anche in Jugoslavia. Per prime Slovenia e Croazia decisero di essere indipendenti dalla Federazione Jugoslava, ma i Serbi, che appoggiati dal potere sovietico coltivavano il progetto della Grande Serbia, si mossero militarmente. Più tardi, quando Croazia e Slovenia vennero riconosciute indipendenti da parte della CEE, il conflitto si spostò in Bosnia-Erzegovina (1992). Te la senti di raccontarmi qualcosa di quella guerra? M. Si, io ho partecipato alla guerra, ero nella contraerei dell’esercito croato. A. Hai assistito anche tu agli orrori di quella guerra? M. C’è chi ha visto cose peggiori ed ha corso pericoli maggiori di me, e c’è chi non c’è più. (Mario è restio a parlare, ma rapporti giornalistici dicono che i capi dell’esercito serbo facevano ingerire ai propri soldati pasticche di ecstasy mischiato con forti dosi di LSD, per inibire le paure ed il dolore in caso di ferite. Così conciati i soldati serbi apparivano fuori di sé, pronti a commettere qualsiasi pazzia, come uscire allo scoperto sotto una raffica di colpi, gridando come forsennati con il fucile in mano, in quanto non più coscienti e 83 Pellegrinaggio a Medjugorje capaci di percepire il pericolo. Insomma in qualunque modo erano condannati a morire, volenti o nolenti, non era possibile rifiutarsi, diversi militari sono stati trovati legati con catene ai cannoni, perché non scappassero in caso di pericolo, ndr). A. Vedo che non ti va tanto di parlare di questa storia… M. I serbi operavano violenze di ogni genere, bruciavano le case di croati e musulmani, li a Mostar anche la mia casa fu bruciata. Poi siamo venuti qui a Medjugorje dove, dopo tanti sacrifici siamo riusciti a costruire a poco a poco la pensione. Inizialmente erano serbi contro croati e musulmani, poi non si è capito più niente, tutti erano contro tutti. A. Mi dispiace… Durante la guerra anche Medjugorje è stata bombardata, ma si dice che l’unica bomba caduta in paese sia rimasta inesplosa. Come mai un obiettivo così ghiotto e scomodo per il regime è rimasto indenne? M. Si, è vero, i serbi erano alle spalle del Podbrdo con i loro cannoni, e Medjugorje era un obiettivo primario e anche a portata di mano, ma l’unica bomba caduta qui vicino, a 400 mt dalla Chiesa, è rimasta inesplosa, uccidendo solo una mucca, un cane ed un gallo, invece tutti i centri vicini, Citluk, Ljubuski, Caplijna, Sirokji Brieg, fino a Mostar e Sarajevo sono stati pesantemente bombardati e in buona parte rasi al suolo, come tutto ciò che era al di là della Neretva, alle spalle del Podbro. A. Evidentemente qui a Medjugorje c’era la protezione della Gospa… M. Già, evidentemente…. A Medjugorje, allo scoppio della guerra, chiusa la chiesa parrocchiale, si celebrava la messa in cantina. O si abbandonava il paese, vivendo come profughi, o ci si rifugiava nelle cantine. Non c’erano che anziani, donne e bambini, gli uomini venivano spediti al fronte, presso le trincee scavate sul Podbrdo e nella zona che lo separa dal Krizevac, e molti di essi portavano un rosario con loro, attorno alla spalla, sperando nella protezione di Maria. La stessa veggente Vicka si preoccupava perché i soldati si 84 Pellegrinaggio a Medjugorje confessassero e si comunicassero prima di recarsi in combattimento. Le sirene suonavano in continuazione per dare l’allarme, ma il 9 maggio 1992, alle ore 13:00, sei granate serbe caddero su Medjugorje. Di esse solo una cadde in paese, a circa 400 mt dalla chiesa, rimanendo misteriosamente inesplosa. Tutto quello che ottennero i serbi fu di ammazzare una mucca, un gallo ed un cane. Il pilota che aveva il compito di bombardare Medjugorje fu poi abbattuto e, catturato, affermò che era stato impossibile bombardare Medjugorje perché appena si avvicinava non riusciva più a vedere niente sotto di lui, il villaggio spariva alla sua vista, come nascosto da una specie di nube. La Jugoslavia ebbe origine nel 1918 dall’unione della Serbia con alcune province dell’ex impero astro-ungarico. Diverse etnie e diverse religioni vennero a contatto, ma non impararono mai a convivere pacificamente. Dopo la seconda guerra mondiale l’esito del conflitto consegnò la Jugoslavia, divenuta federazione di repubbliche, nelle mani di Tito, che aveva guidato il movimento partigiano, e che impose il suo regime dittatoriale, ateo e comunista. L’impossibilità di manifestare le proprie idee, politiche e religiose rendeva tutti uguali si, ma nel senso della repressione e dell’impotenza, così dall’esterno sembrava che tutte quelle etnie avessero finalmente imparato a convivere. La realtà era ben diversa, la molla dell’odio si stava solo comprimendo, in attesa di sfociare inevitabilmente in un fiume di sangue, appena se ne fosse presentata la minima possibilità. La falsa pace imposta dall’alto, temeva le folle, gli incontri di persone (quindi anche le celebrazioni eucaristiche o gli incontri di preghiera), considerati pericolosi focolai in cui potevano sorgere e diffondersi legittime idee di libertà e di giusti diritti negati, di conseguenza, prima che potessero maturare tali pensieri, si provvedeva a rimuovere, reprimere, eliminare. Questo si 85 Pellegrinaggio a Medjugorje cercò di fare anche nei confronti di Medjugorje, sin dai primi giorni delle apparizioni, tentando in ogni modo di arginare il copioso afflusso di pellegrini, provenienti da tutta la Jugoslavia e dal mondo intero. Militari in assetto di guerra, con cani al guinzaglio impedivano l’accesso alla collina delle apparizioni, prendevano nota dei numeri di targa delle auto che entravano a Medjugorje, minacciando chissà quali ritorsioni, ricorrevano a pedinamenti, persecuzioni, spionaggi, microspie e abusi vari, come già abbiamo visto parlando dei veggenti, non lesinando percosse, violenze ed arresti. Vennero arrestate e sbattute in galera, in compagnia di delinquenti comuni, diverse persone, ma il culmine fu l’arresto di padre Jozo, francescano, parroco di Medjugorje, di cui parleremo approfonditamente più avanti, deportato, percosso a sangue, torturato ed infine isolato in prigionia. Tito morì nel 1980, nel 1981 cominciarono le apparizioni, verso la fine degli anni ’80 il comunismo, a livello internazionale cominciò a crollare, con modalità che analizzeremo più in là, nell’ultimo capitolo, alimentando aneliti e speranze di libertà nei popoli fino ad allora sottomessi. In particolare, in Jugoslavia, Slovenia e Croazia, gli stati più evoluti, invocarono le prime elezioni libere, in cui i comunisti vennero sconfitti e, nel giugno 1991, a seguito della loro separazione dalla federazione, la Serbia mobilitò immediatamente l’Armata Federale, dando inizio alla guerra. Nel 1992 anche la Bosnia manifestò la sua volontà di indipendenza da Belgrado, e il conflitto si rivelò cosi ancora più cruento. La Bosnia era abitata da una popolazione mista, composta da musulmani, croati cattolici e serbi ortodossi; questi ultimi, guidati da Slobodan Milosevic operarono all’insegna della pulizia etnica, vale a dire genocidi, massacri, 86 Pellegrinaggio a Medjugorje deportazioni ed altri orrori volti all’eliminazione delle altre etnie. I serbi erano noti con l’appellativo di “tchetniks”, che in croato vuol dire “membro del gruppo”. Da più di 100 anni il loro scopo era quello di distruggere tutto ciò che non era serbo nelle regioni attigue, sognando la costituzione della “Grande Serbia”, con l’appoggio dell’Unione Sovietica che, attraverso di essa, puntava ad aver uno sbocco sul mar Adriatico. Si può spiegare così anche l’attentato di Sarajevo del 1914, durante il quale rimasero uccisi l’erede al trono d’Austria, l’arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie, e che causò lo scoppio della prima guerra mondiale. Allora non esisteva ancora la Jugoslavia, la Bosnia era annessa all’Austria, insieme a Croazia e Slovenia, mentre la Serbia era indipendente ma confinata nell’entroterra. In Bosnia poi, ad un certo punto, il conflitto non vide più solo serbi contro croati e musulmani, ma si scatenò tra gli stessi croati e i musulmani un’ulteriore guerra. I croati volevano solo essere liberi, continuare a parlare la lingua croata e avere scuole proprie in Bosnia-Erzegovina, mentre i musulmani, che costituivano la maggioranza della popolazione, con il loro comando fondamentalista volevano che lo stato fosse governato secondo la legge islamica, con l’intenzione di imporre a tutti il loro potere. Oggi in alcune città come Mostar o Sarajevo le comunità croato cattoliche e musulmane convivono vivendo nei rispettivi quartieri. L’esperienza di don Tonino Bello. Apostolo di Pace nella terra della Regina della Pace. Intanto nel 1992, in una Sarajevo martoriata dalla guerra e dalle atrocità, dove neanche le associazioni umanitarie riuscivano ad arrivare, giunse invece dall’Italia un gruppo di 500 persone che, rischiando seriamente la propria vita, tra mille difficoltà, al limite dell’incoscienza, e 87 Pellegrinaggio a Medjugorje nonostante un assurdo, vergognoso, viscido silenzio da parte dei mass-media italiani, riuscirono eroicamente ad entrarvi e a portare un significativo segno di pace. Tra di essi un uomo, vescovo della diocesi barese di MolfettaTerlizzi-Ruvo-Giovinazzo, o semplicemente don Tonino Bello da Alessano, in provincia di Lecce. Uomo dalle doti umane non comuni, anche intellettuali per la verità, ma che perderebbero la loro bellezza se non accompagnate da una straordinaria umiltà e da una testimonianza degli ideali evangelici cui si è mantenuto fedele fino alla morte, che lo porterà via appena quattro mesi dopo questa “folle” marcia della pace. Era infatti già gravemente malato, provato nel fisico, fiaccato nelle forze da un male incurabile che avanzava senza alcun rispetto e senza alcun riguardo quando, presentatasi la possibilità, senza indugiare aderiva con entusiasmo all’iniziativa, segno che se il male aveva potuto intaccare il fisico, certamente non aveva intaccato il suo spirito combattivo e fedele, sempre pronto a spendersi per gli ultimi. Aveva compreso fino in fondo l’essenza del Vangelo don Tonino, e a chi gli chiedeva il perché del suo assurdo viaggio, lui che era già in quella condizione di sofferenza estrema, quasi terminale, rispondeva che si stavano sperimentando gli eserciti del domani, i soldati di pace. Così lo ricorda Padre Livio Fanzaga nel suo libro “Perché credo a Medjugorje” (Ed. Sugarco):”Chi non si ricorda con quale accoratezza Maria ci ha spronati alla preghiera e al digiuno durante gli anni del tremendo conflitto? «Solo con la preghiera e il digiuno si può fermare la guerra» (25.04.1992), affermava in uno dei momenti più torbidi del conflitto, quando satana cercava di «sedurre quante più anime possibile». Mi ricordo che proprio in quei mesi un gruppo di alcune centinaia di italiani cercava di arrivare fino a Sarajevo, circondata dalle milizie contrapposte, per testimoniare la pace. 88 Pellegrinaggio a Medjugorje Serviva questa marcia?, mi chiedevo, quando gli organizzatori mi sollecitavano a farla conoscere attraverso i microfoni di Radio Maria. Rimasi esitante finché non scambiai alcune parole con mons. Tonino Bello, uno degli organizzatori della marcia insieme a mons. Bettazzi. Eravamo nel cuore dell’inverno. Questi uomini avevano deciso di procedere in mezzo al gelo, alla fame, alla miseria e al pericolo per portare il messaggio della pace e della gioia a Sarajevo. Mons. Bello mi colpì molto, perché mentre colloquiavo con lui in preascolto, non mi sembrava neanche un vescovo tanto il suo modo di presentarsi era schivo e dimesso. Era già sofferente, minato da un tumore che di lì a non molto lo avrebbe portato in cielo. Parlava con l'umiltà ma nel medesimo tempo col fervore e lo zelo di un vero servo del Signore. Io avevo preparato una mia obiezione: «Monsignore – volevo dirgli –, mi pare che più delle marce serva la preghiera». Ma poi non gli dissi nulla. Lo invitai a parlare senza paura della marcia per la pace attraverso i microfoni di Radio Maria. Avevo compreso che lui, molto più di noi, viveva il messaggio di Maria di essere «gioiosi portatori di pace in questo mondo senza pace» (25.06.1995). Capii che in quel gesto, che conteneva il rischio della vita, vi era la forma più alta della preghiera e del digiuno”. Don Tonino Bello è stato un apostolo della pace, uno dei pochi a comprendere che la pace non può sorgere dalla guerra, e il suggello alla sua vita è stato proprio quel suo essere testimone della pace, fino in fondo, proprio in quella Bosnia scelta e benedetta da Maria, la Regina della Pace. Ecco alcuni appunti di viaggio, tratti dal diario che tenne durante la spedizione: Durante il viaggio. [..] A Sarajevo c’è un inferno di bombe e la gente muore sulle strade. Perché non andare a Medjugorje? In Spalato non si trova ospitalità. [..] Ma che cosa è mai questa guerra assurda, della quale, nonostante gli approcci con persone competenti e le mille informazioni che vado raccogliendo qua e là tra la gente, non riesco a spiegarmi le ragioni profonde? 89 Pellegrinaggio a Medjugorje [..] (Verso Kiselijak) Quando, ad un certo punto, la notte fa irruzione e i pullman, a fari spenti, affrontano temerariamente la strada di montagna costellata di mine,ci sentiamo veramente nelle mani di Dio e ci chiediamo se, forse, non lo abbiamo provocato un po’ troppo. [..] Vale la pena esporsi ad un rischio che si fa sempre più reale? E’ giusto mettere a repentaglio la vita di cinquecento persone in condizioni così infide? Serve a qualcosa giocare a fare agli eroi? [..] Ma ancora una volta viene in superficie la determinazione dei cinquecento. Non ho visto mai gente così motivata. [..] Mi rendo conto che qui è molto difficile parlare di nonviolenza assoluta e di difesa popolare nonviolenta: i germi nuovi che vorremmo seminare su questa terra. Ingresso a Sarajevo. Di buon mattino, sulla esilissima base di qualche assicurazione giunta ieri sera sul tardi, si decide di partire per Sarajevo. Sorpassiamo senza problemi il posto di blocco croato, ma al posto di blocco serbo siamo fermati. Un militare, con il mitra spianato, dice all'autista del primo pullman, in termini perentori: Se non torni subito indietro, sparo. I dieci autobus ritornano indietro. Ci fermiamo sulla strada innevata, in montagna. [..] Sul mezzogiorno sembra che tutto stia andando in fumo, quando giunge una decisione dell'autorità serba: ognuno dei cinquecento deve firmare un documento in cui dichiara che, in caso di morte o di ferimento, non si dovrà incolpare i serbi. Firmiamo tutti, benché qualcuno scorga un tranello in questo espediente. Nonostante i fogli firmati, comunque le ore passano e l'autorizzazione non giunge. Intanto la gente del posto viene sul pullman a offrirci un the caldo. Una signora serba ha visto gli autisti intirizziti dal freddo e, benché fossero tutti croati, li ha portati a casa e ha offerto un pranzo per loro. Sono entrato a salutarla: si è messa a piangere. Poi si e avvicinato un uomo e mi ha invitato a casa sua, dove si faceva un banchetto funebre. Sono entrato e mi ha detto: «Io sono serbo, mia moglie è croata; queste mie cognate sono musulmane, eppure viviamo insieme da tempo, senza problemi: ma chi la vuole questa guerra? ». A vedere quella gente di estrazione etnica così diversa, seduta alla stessa mensa, ho pensato a quella definizione di pace che riporto spesso nelle mie conversazioni: convivialità delle differenze. 90 Pellegrinaggio a Medjugorje [..] Si è fatto tardi. Le speranze si affievoliscono. E il buio incombe sulla montagna. Una proposta: perché non facciamo una catena umana, dalla frontiera croata a quella serba. distanti appena cinquecento metri l’una dall’altra? La proposta, nonostante il buio, il pericolo delle mine sulla strada e le sventagliate di mitraglia, ottiene il consenso. Ed ecco, all’improvviso, giunge l’autorizzazione dei serbi: entrate pure a Sarajevo, ma le responsabilità per l'incolumità sono tutte a carico vostro. [..] Noi, intanto, a fari spenti, su strade sterrate e coperte di mine, compiamo l’azione più temeraria che si possa pensare. Entrare al buio in Sarajevo. Da nove mesi, quando giungono le quattro pomeridiane, in città non entrano neppure le camionette dell’ONU. Ma stasera c’è un’altra ONU: quella dei popoli, della base. A quest’ONU dei poveri, che scivola in silenzio nel cuore della guerra, sembra che il cielo voglia affidare un messaggio: che la pace va osata. [..] Notte terribile. Sibilano i colpi di mortai e scoppia il fragore delle bombe. Ma siamo contenti. Buona notte, amici, se è possibile. A Sarajevo. Sveglia rapida. Sullo scalone della scuola, nonostante la carenza di acqua e di generi alimentari, delle ragazze ci offrono il the caldo e una focaccia. Decidiamo di liberarci di tutto, e con gioia compiamo quest'amoroso offertorio. Tratteniamo con noi solo l'indispensabile. [..] Subito usciamo in città per incontrarci, divisi in quattro gruppi, con i responsabili religiosi del posto. Incredibile l'accoglienza della gente lungo le strade. Dalle finestre, baci dei bambini. Applausi al nostro passaggio. Strette di mano. Lacrime dei passanti. Il pianto di un soldato. Sostiamo per un attimo sul posto dove qualche tempo fa rimasero uccise, dallo scoppio di una bomba, venticinque persone che facevano la fila per comprare il pane. La strada è chiamata ora «La strada della vergogna». [..] Noi siamo andati a Sarajevo per parlare di nonviolenza attiva, di difesa popolare nonviolenta, di alternative alla strategia militare. Lì ci hanno supplicato di aiutarli, ci hanno parlato del mondo sordo al loro grido di dolore, ci hanno implorato di fare qualcosa prima che sia troppo tardi. E abbiamo capito che sotto sotto ci chiedono: mandateci delle armi perché possiamo difenderci. Se no, l'alternativa è quella di lasciarci morire ogni giorno, fino all'estinzione. 91 Pellegrinaggio a Medjugorje Ritorno a casa. [..] Quando giungiamo sul porto di Ancona, una folla ci attende con fiaccole e striscioni. Baci, abbracci. Arrivederci. Addio. Ci troveremo in altre occasioni! Poi rimango solo, e sento per la prima volta una gran voglia di piangere. Tenerezza, rimorso o percezione del poco che si è potuto seminare e della lunga strada che rimane da compiere? Attecchirà davvero la semente della nonviolenza? Sarà davvero questa la strategia di domani? È possibile cambiare il mondo con i gesti semplici dei disarmati? È davvero possibile che, quando le istituzioni non si muovono, il popolo si possa organizzare per conto suo e collocare spine nel fianco di chi gestisce il potere? Fino a quando questa cultura della nonviolenza rimarrà subalterna? Questa impresa contribuirà davvero a produrre inversioni di marcia? Perché i mezzi di comunicazione di massa, che hanno invaso la Somalia a servizio di scenografie di morte, hanno pressoché taciuto su questa incredibile scenografia di pace? Ma in questa guerra allucinante chi ha veramente torto e chi ragione? E quale è il tasso delle nostre colpe di esportatori di armi in questa delirante barbarie che si consuma sul popolo della Bosnia? Sono troppo stanco per rispondere stasera. Per ora mi lascio cullare da una incontenibile speranza. Le cose cambieranno, se i poveri lo vogliono. Dirà poi più tardi, poco prima di morire, ciò che oggi speriamo sia una profezia non lontana: “Nelle coscienze serpeggia un’attesa di cieli e terre nuove, nei quali la guerra sarà bandita per sempre e diventerà un vocabolo arcaico, di quelli che sul dizionario si segnano con un asterisco”. Adorazione Eucaristica. La sera, dopo la cena, come ogni sabato sera, l’adorazione eucaristica dalle 22:00 alle 23:00. Avviene nello spazio retrostante la chiesa, il Ss.mo Sacramento è sotto il tendone, i fedeli sulle panchine, di fronte. Non c’è più un posto libero sotto un tetto di stelle, l’unica luce è puntata su di Lui, il Re, un dolce sottofondo musicale apre il cuore all’adorazione, intervallato da alcuni brevi pensieri letti nelle 92 Pellegrinaggio a Medjugorje diverse lingue, che offrono spunti di riflessione. L’adorazione termina con la Benedizione Eucaristica, con il Ss.mo Sacramento portato processionalmente tra i fedeli, attraversando gli spazi tra le file delle panchine. Si conclude così un’altra giornata del nostro pellegrinaggio. In alto: Tendone e panchine nel piazzale dietro la chiesa. In basso: Veduta di Medjugorje dal Monte Krizevac 93 Pellegrinaggio a Medjugorje Quinto giorno Domenica 18/06/2006 Un infaticabile servo della Gospa. Padre Slavko. Stamattina decido di svegliarmi alle 06:00, sebbene la colazione sia fissata per le 07:15, per sfruttare la posizione del sole e poter effettuare degli scatti fotografici che, diversamente, a pomeriggio mi troverei a dover fare controluce. Mi imbatto nel locale cimitero di Kovacica, prima della “Via Domini” e della Parrocchia. Qui non ci sono cappelle private, ogni famiglia, “obitelij”, ha una grande lapide orizzontale sopraelevata rispetto al terreno, sotto la quale sono sepolti i propri defunti. Su un’altra lapide posta verticalmente vi sono invece i loro nomi e, spesso, le loro foto. Qui ai bambini non viene nascosto il tema della morte, e partecipano ai funerali e al suffragio del defunto con i grandi. Trovo la tomba dove sono sepolti i francescani padre Slavko Barbaric e padre Krizan Galic. Padre Krizan Galic era parroco di Medjugorje quando venne ucciso dai partigiani, nel 1945, davanti all’ufficio parrocchiale. Padre Slavko Barbaric invece arrivò a Medjugorje nel 1982, frate francescano, per 18 anni fu infaticabile nella preghiera e nella predicazione, nella diffusione dei messaggi e nell’incontrare i pellegrini, nel guidare seminari e nello scrivere libri, in altri termini nel consacrare il suo ministero sacerdotale a Gesù, per mezzo di Maria, e non si fece attendere la sua ricompensa. Se ne andò un venerdì, 24 novembre 2000, alle 15:30, sul Krizevac, accasciandosi dolcemente dopo aver concluso la Via Crucis, che guidava personalmente in ogni periodo dell’anno. Aveva 54 anni. Morì dopo aver terminato la Via Crucis, al 94 Pellegrinaggio a Medjugorje termine della quale la Chiesa, a chi la compie con fervore, applica l’indulgenza plenaria; in un anno giubilare e di venerdì, nell’ora della Divina Misericordia. E poi era un 24, giorno che precedeva l’apparizione e il messaggio mensile del 25, durante il quale la Gospa affermò che Slavo era “nato al cielo”. Proprio questo pomeriggio è prevista la nostra salita sul Krizevac dove, in corrispondenza del punto della sua morte, è stato eretto una sorta di altarino, formato da un enorme masso orizzontale in cui vi è incastonato un piccolo rilievo in metallo raffigurante il profilo sorridente del volto del frate. Intanto mi avvicino alla tomba, costellata di lumini e ceri votivi depositati dai pellegrini al loro passaggio, e noto che qualcuno è già in preghiera innanzi ad essa, si tratta di un pellegrino orientale, probabilmente di nazionalità coreana. Noto anche una vecchina, certamente locale, vestita di nero e con un fazzoletto in testa che, accovacciata, quasi ansimante, terge con una spugnetta la lapide, esprimendo con quel gesto tutto il suo affetto, un affetto che sembra quasi sprigionarsi materialmente dalla sua esile figura, rendendosi visibile, palpabile. Accortasi della presenza del pellegrino coreano, prende la sua mano, la bacia e, indicando la tomba, dice amorosamente: “Fra Slavko”! Nel frattempo oltrepasso il cimitero e la “Via Domini”, poi raggiungo la chiesa dove, dopo aver fatto le mie foto entro, giusto in tempo per ricevere la benedizione finale della Messa del mattino. Uscito, comincio a fare ritorno alla pensione quando, a metà strada, incontro la vecchina, in compagnia di altre due, diretta verso la chiesa, che mi saluta con un gesto della sua mano e mi sorride come se mi conoscesse da tempo. Apprezzo particolarmente la semplicità di questa gente. 95 Pellegrinaggio a Medjugorje Suor Emmanuel Alle 08:30 siamo presso la Comunità delle Beatitudini, dove incontriamo Suor Emmanuel, francese e scrittrice di libri. Accogliendo l’invito contenuto nella lettera apostolica “Rosarium Virginis Marie”, ci propone un metodo di recitare il Rosario che consiste nel contestualizzarsi all’interno delle scene dei misteri enunciati. Il Krizevac, il monte della croce. Ci rechiamo poi nel capannone giallo, dove alle 10:00 viene celebrata la messa in lingua italiana. Dopo pranzo decido di fare due passi e, passo dopo passo, arrivo lungo la strada che porta al bivio PodbrdoKrizevac e decido di percorrerla; non ho mai visto il Krizevac da vicino e, sebbene tra poche vi salirò, decido comunque di recarmi alle sue pendici. Al bivio stavolta mi dirigo a destra, osservo così da vicino le abitazioni e la gente, fino a giungere ai piedi del monte, alto 520 mt, che prima del 1933, ossia prima della costruzione della Croce, era denominato Sipovac. Esso, unendosi con il monte Crnica (collina delle apparizioni) forma un angolo che sembra racchiudere e proteggere come in un arca di pace, Medjugorje e la sua chiesa. La Croce, alta 12 mt, che dal paese si scorge come bianca e minuscola, non si riesce a vedere invece dai piedi del monte, a causa della pendenza e della vegetazione che ne copre la visuale. Mi accorgo subito che sarà un cammino più lungo e difficile rispetto a quello del Podbrdo, degno insomma di una Via Crucis, così decido di tornare giù a valle, non ritornando indietro, ma proseguendo lungo la strada e scendendo attraverso una stradina di campagna, che si estende tra i 96 Pellegrinaggio a Medjugorje vigneti, e che mi porta proprio all’ingresso del cimitero di Kovacica, a 100 mt dalla pensione da cui sono partito. Dopo un breve riposo rieccoci ripartire in pullman alla volta del Krizevac. In genere la Via Crucis si percorre di venerdì, ma abbiamo scelto il giorno di domenica per poterla percorrere con maggiore calma e concentrazione. Infatti, escluso qualche pellegrino solitario, non troviamo altri gruppi presenti lungo la salita, e ciò ci consente di meditare davanti alle stazioni della Via Crucis senza temere di accavallarci a qualche altro gruppo. Lungo la salita sono presenti 16 stazioni, contrassegnate da una croce in legno e da rilievi in bronzo, di cui la prima riguarda l’orazione di Gesù nel Getsemani, l’ultima la sua risurrezione. Al termine vi è la Croce già descritta che sormonta il Krizevac. Abbiamo deciso di procedere recitando, ad ogni stazione, una decina del Rosario, arrivando alla fine a recitarlo nei 15 misteri, gaudiosi, dolorosi e gloriosi. Ad ogni stazione ci facciamo accompagnare da una meditazione di don Tonino Bello. Anche per il Krizevac vale quanto detto per il Podbrdo circa le asperità del suolo, ma il sentiero è più tortuoso ed il percorso è molto più lungo. Eppure vedo gente anziana che, a dispetto degli anni e delle condizioni di salute spesso non ottimali, si aggrappa alle rocce, con la schiena piegata, con l’aiuto dei bastoni, pur di percorrere la Via Crucis. Via Crucis. Offerta, Preghiera e Penitenza, Redenzione, “Ecco tua madre”, Risurrezione. Personalmente la presenza dei due monti qui a Medjugorje mi riporta ai due monti presenti nel Vangelo. Se il colle delle apparizioni lo possiamo paragonare al Tabor, dove Pietro, Giacomo e Giovanni ebbero la consolazione di assistere alla 97 Pellegrinaggio a Medjugorje trasfigurazione di Gesù, il Krizevac sicuramente rappresenta il Golgota, dove si consumò il suo sacrificio. Potrebbe essere facile essere i cristiani del Tabor, ma si è chiamati alla prova della fedeltà sul Golgota, solo chi rimarrà fedele sino alla fine e, pur cadendo avrà la forza di rialzarsi non rigettando la croce, ma portandola con amore sulle proprie spalle, potrà gustare e godere pienamente dei frutti della Redenzione, di cui oggi non ci rendiamo conto. Gesù stesso ci indica la strada e promette la vita eterna a chi lo segue: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà” (Mt 16,24) e “dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà” (Gv 12,26). “Colui che vorrà essere grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti” (Mt 20,26-28) “Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite ed umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”. (Mt 11,29) La salvezza insomma non passa per altre vie se non dalla croce, solo andando in contro alle braccia della croce, un giorno andremo in contro alle braccia del Padre. Infatti la salvezza passa dall’esperienza e dall’umiliazione dell’umano fallimento, ma la pietra scartata dai costruttori diventerà testata d’angolo, e “chi persevererà sino alla fine sarà salvato”. (Mt 24,13) La croce spesso è considerata un castigo, e se perseveriamo nel considerarla tale, rimarrà per noi sempre un castigo e vano sarà il nostro soffrire, non ci procurerà alcun merito. Accettandola con amore invece, ne facciamo strumento di grazia e di salvezza eterna, per noi e per gli altri. 98 Pellegrinaggio a Medjugorje La croce è legata indissolubilmente alla sofferenza, a qualunque titolo. Esistono croci a cui è crocifisso il nostro fisico e croci a cui è crocifisso il nostro cuore, i nostri affetti, il nostro essere persona con il proprio carattere. La croce, se accolta, non solo ci permette di scontare sulla terra i nostri peccati, il nostro futuro purgatorio, ma ci porta a condividere, ad accompagnare, ad alleviare le continue sofferenze che Cristo patisce per noi, e San Paolo dice: “Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa.” (Col 1,24) Aggiunge poi San Giovanni Apostolo: “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.” (1 Gv 3,16) Del resto Gesù stesso dice: “Questo è il mio comandamento; che vi amiate gli uni gli altri, come io vi amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,12-13) E quasi a predire la strada ardua della croce a tutti coloro che lo seguono, afferma pochi righi più avanti, che “un servo non è più grande del suo padrone”. Non a caso tutti gli apostoli ebbero il martirio, e non si può dire che oggi qualcuno non abbia la sua croce. Non c’è bisogno di morire martiri per conseguire la salvezza eterna, nell’accettare la croce, e nell’offerta delle proprie sofferenze come Gesù e con Gesù, per la salvezza delle anime, a mio parere è racchiusa la forma più alta della carità, sulla base della quale verremo giudicati. Ecco il senso della sofferenza, quando l’apparente castigo diventa grazia santificante. Quante anime si sono salvate per le sofferenze offerte da letti di dolore, degni solo di umana compassione o di umano ribrezzo, come del resto Gesù, definito dal profeta Elia “uomo dei dolori”, “disprezzato e reietto dagli uomini”, “davanti al quale ci si copre il volto”. 99 Pellegrinaggio a Medjugorje Quante madri, mogli, abbracciando la croce dei propri mariti, dei propri figli, hanno offerto giorno per giorno la loro vita, con pazienza, rinunciando a se stesse, per amore di Gesù che vedevano nei loro mariti, nei loro figli, piuttosto che abbandonare la famiglia. Quanti santi hanno offerto le loro croci, le loro sofferenze fisiche, le loro umiliazioni, le loro obbedienze, i loro silenzi, quanti hanno rinnegato se stessi e il proprio orgoglio, accettato accuse ingiuste e persecuzioni, solo per uno scopo: cooperare alla redenzione di Gesù, per la salvezza delle anime, attraverso la donazione della propria vita. E non lo hanno fatto perché erano santi, santi lo sono diventati per il loro sacrificio. Dio apprezza in maniera particolare la sofferenza offerta e se ne serve per aiutare i fratelli dispersi nel mondo, nelle più svariate circostanze, o le accetta in espiazione delle pene delle anime del purgatorio, che si vedono così ridurre la pena o addirittura liberate dallo stesso Purgatorio. Grazie alla sofferenza qualche fratello lontano dalla Chiesa può tornare a Dio, anche dopo decenni o magari in punto di morte, qualcuno riesce a confessare un peccato grave che non era riuscito a confessare in precedenza, rendendo nulle tutte le precedenti confessioni, qualcun altro riesce a superare una tentazione cui stava per soccombere rischiando di cadere in stato di peccato mortale, alcune donne rinunciano all’idea di abortire il proprio bambino, alcuni, dopo averlo deciso, non trovano più il coraggio di togliersi la vita, insomma non possiamo immaginare quale sia il valore della nostra croce e della nostra sofferenza. A tal proposito la veggente Vicka afferma in un’intervista: La Madonna dice che quando Dio ci manda una sofferenza o una croce, questo è certamente un grande dono che Dio ci dà. Dice che Dio sa perché ci dà questo dono e Lui sa quando darlo e quando toglierlo. Noi possiamo solo ringraziare Dio e dirgli: “Ti ringrazio per questo dono, e se tu hai qualche altra sofferenza o croce da 100 Pellegrinaggio a Medjugorje darmi, ecco che io sono pronta ad accoglierla. In questo momento ti chiedo solo la tua forza e il coraggio di andare avanti”. La Madonna dice ancora: ”Voi non sapete quanto valore ha la vostra sofferenza davanti a Dio!” A Lourdes, ma soprattutto a Fatima la Madonna ha invitato ad offrire penitenze per i peccatori, mostrando ai pastorelli l’inferno e dicendo loro, durante la quarta apparizione, che molta anime ci vanno perché non c’è nessuno che preghi e si sacrifichi per loro. Durante la prima apparizione si rivolse loro dicendo: “Volete offrirvi a Dio e sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi come atto di riparazione per i peccati dai quali Egli è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori? Sì, lo vogliamo. - Andate, dunque, dovrete soffrire molto, ma la grazia di Dio sarà il vostro conforto”. Nella terza: “Sacrificatevi per i peccatori, e dite molte volte, specialmente quando farete qualche sacrificio: O Gesù, è per il vostro amore, per la conversione dei peccatori ed in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria“. Nella quinta, con delicatezza materna afferma: Dio è contento del vostro sacrificio, ma non vuole che dormiate con il cilicio, portatelo solo durante il giorno. I piccoli veggenti infatti erano rimasti così impressi dalla visione dell’inferno che cominciarono ad offrire grandi sacrifici, tra cui il portare una corda stretta ai fianchi, il cilicio, che li faceva sanguinare. Mentre Giacinta - commenta Lucia sembrava avere come unico pensiero la preoccupazione di convertire i peccatori e liberare le anime dall'Inferno, Francesco sembrava solo pensare a consolare Nostro Signore e la Madonna che gli erano sembrati tanto tristi. Ecco parte della testimonianza di don Luis Kondor, VicePostulante della Causa, nel processo di beatificazione e canonizzazione dei due beati, comparsa sull’Osservatore Romano: Giacinta, dopo aver visto l'inferno, si preoccupava solo della salvezza delle anime in pericolo di perdersi per sempre, imitando 101 Pellegrinaggio a Medjugorje Gesù Cristo che era venuto al mondo per salvare i peccatori. Ha preferito nascondere i sacrifici, praticando sempre quando poteva l'immolazione per la salvezza degli altri. Viveva con pienezza la preghiera che la Vergine le aveva insegnato: “O mio Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della Tua misericordia”. Tratteneva la sua volontà e la sua indole, era obbediente verso i genitori e i fratelli più vecchi. Proprio come il fratellino e la cugina Lucia, si privava del cibo per darlo ai poveri, non beveva acqua, specialmente durante la calura estiva, come forma di penitenza usava una corda attorno al corpo, con lo stesso spirito di penitenza e oblazione sopportava qualsiasi cosa spiacevole. Esprimeva la sua maniera di agire, pregando: “O mio Gesù, è per amore vostro, per la conversione dei peccatori ed in riparazione dei peccati commessi contro l'Immacolato Cuore di Maria”. Alla fine della sua vita ancora moltiplicava i sacrifici. Quello che le è costato di più è stato l'aver lasciato la famiglia per andare in un ospedale di Lisbona ad essere curata e là morire da sola. “O mio Gesù, adesso puoi convertire molti peccatori, perché questo sacrificio è molto grande.” Francesco è arrivato, grazie alla meditazione dei misteri del Rosario, ai vertici della contemplazione; voleva soltanto rimanere con Gesù, che si sentiva triste a causa dei peccatori, e per questo cercava di consolarLo continuamente, realizzando la richiesta dell'Angelo: ”Consolate il vostro Dio”. Dopo le visioni, sembrava aver ricevuto la vocazione di eremita: si nascondeva dietro le rocce e gli alberi per pregare da solo; altre volte saliva fino ai luoghi più elevati e solitari e lì si dedicava con così tanta intensità alla meditazione e alla preghiera che non sentiva neppure le voci di quelli che lo chiamavano. “Che bello è Dio, che bello! Ma è triste per colpa dei peccati degli uomini. Io voglio consolarLo, voglio soffrire per amor suo”. Ha mantenuto questo proposito fino alla fine della sua vita. Giovanni Paolo II, il 13 maggio 2000, durante la celebrazione per la Beatificazione di Francesco e Giacinta disse: “La loro santità non dipende dalle apparizioni, ma dalla fedeltà e dall’impegno con cui essi hanno corrisposto al dono singolare 102 Pellegrinaggio a Medjugorje ricevuto dal Signore e da Maria Santissima. Dopo l’incontro con l’Angelo e con la bella Signora, essi recitavano il Rosario più volte al giorno, offrivano frequenti penitenze per la fine della guerra e per le anime più bisognose della misericordia divina e sentivano l'intenso desiderio di “consolare” il Cuore di Gesù e di Maria”. Nella terza parte del segreto di Fatima poi, non a caso “L'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza!” Non si può inoltre tacere il binomio “preghiera e penitenza”, un’accoppiata “vincente”, per conseguire la salvezza delle anime. San Pio da Pietrelcina aveva una particolare preoccupazione ed ansia nel voler liberare le anime dal Purgatorio, a causa delle terribili sofferenze che esse patiscono in questo luogo pagando i debiti dei loro peccati. Offriva per loro le sue sovrumane sofferenze e le sue continue ed incessanti preghiere. La preghiera che più di tutte Padre Pio adoperava e raccomandava in suffragio delle anime purganti, dopo la Santa Messa, era certamente la preghiera del Rosario; un giorno, nel donare una corona a una figlia spirituale, disse con trepidamente: “Ti affido un tesoro: sappi tesoreggiare. Vuotiamo il Purgatorio”. Negli Atti del Processo di beatificazione di san Giovanni Massias, domenicano, si legge che la Madonna gli apparve sul letto di morte e gli rivelò che per l’incessante recita del Santo Rosario egli aveva liberato dal Purgatorio un milione e quattrocentomila anime. Santa Teresa di Gesù Bambino ha scritto che una volta, mentre cominciava a recitare il Santo Rosario, fu rapita in estasi e vide il Purgatorio, che aveva la forma di un grande recinto, in cui le anime penavano tra le fiamme purificatrici. Alla prima Ave Maria che ella recitò, vide subito un getto d’acqua freschissima cadere sulle anime a refrigerarle; così alla seconda Ave Maria, così alla terza, alla quarta... Capì allora la Santa di quanto sollievo la recita del Santo Rosario fosse alle anime purganti, e non avrebbe voluto interromperlo mai. 103 Pellegrinaggio a Medjugorje La stessa Santa Faustina Kowalska ha offerto tutte le sue sofferenze, le sue penitenze e le sue preghiere per la conversione dei peccatori e in suffragio delle anime del Purgatorio, come Gesù le chiedeva e come possiamo leggere nel suo Diario. Ecco alcune sue riflessioni o dialoghi con Gesù sulla sofferenza: La sofferenza è il tesoro più grande che ci sia sulla terra. Essa purifica l'anima. Nella sofferenza conosciamo chi ci è veramente amico. Il vero amore si misura col termometro della sofferenza. Gesù, Ti ringrazio per le piccole croci quotidiane, per le contrarietà che incontro nelle mie iniziative, per il peso della vita comunitaria, per l'interpretazione distorta delle mie intenzioni, per le umiliazioni che provengono dagli altri, per il comportamento aspro verso di noi, per i sospetti ingiusti, per la salute cagionevole e per le forze che vengono meno, per il ripudio della mia volontà, per l'annientamento del proprio io, per il mancato riconoscimento in tutto, per gli impedimenti posti a tutti i miei progetti. Ti ringrazio, Gesù, per le sofferenze interiori, per l'aridità dello spirito, per le paure, i timori e i dubbi, per il buio fitto e le tenebre interiori, per le tentazioni e le diverse prove, per le angosce che è difficile descrivere, e soprattutto per quelle in cui nessuno ci capisce, per l'ora della morte, per la dura lotta che la precede e per tutta la sua amarezza. Ti ringrazio, Gesù, che hai bevuto il calice dell'amarezza, prima di porgerlo a me raddolcito. Ecco, ho accostato le mie labbra al calice della Tua santa volontà. Avvenga di me secondo il Tuo volere; (343) Gesù si è presentato improvvisamente davanti a me privo delle vesti, coperto di piaghe su tutto il corpo, con gli occhi inondati dì sangue e di lacrime, col volto deturpato, coperto di sputi. D’un tratto il Signore mi ha detto: «La sposa deve essere simile al suo Sposo». Compresi queste parole fino in fondo. Qui non c'è possibilità di alcun dubbio. La mia somiglianza con Gesù deve avvenire attraverso la sofferenza e l'umiltà. (268) “Quanto più ami la sofferenza, tanto più puro sarà il tuo amore verso di Me”. (279) 104 Pellegrinaggio a Medjugorje E vidi Gesù inchiodato sulla croce. Dopo che Gesù era rimasto appeso per un momento, vidi tutta una schiera di anime crocifisse come Gesù. E vidi una terza schiera di anime ed una seconda schiera di anime. La seconda schiera non era inchiodata sulla croce, ma quelle anime tenevano saldamente la croce in mano. La terza schiera di anime invece non era né crocifissa né teneva la croce in mano, ma quelle anime trascinavano la croce dietro di sé ed erano insoddisfatte. Allora Gesù mi disse: «Vedi quelle anime, che sono simili a Me nella sofferenza e nel disprezzo: le stesse saranno simili a Me anche nella gloria. E quelle che assomigliano meno a Me nella sofferenza e nel disprezzo: le stesse assomiglieranno meno a Me anche nella gloria». (446) Le sofferenze sono una grande grazia. Attraverso la sofferenza l’anima diviene simile al Salvatore; nella sofferenza l’amore si cristallizza: maggiore è la sofferenza, più puro diviene l’amore. (57) Dunque la nostra corrispondenza o meno alla sofferenza ci rende più o meno simili al Redentore, nella sua esperienza dolorosa come nella sua eterna gloria. San Paolo dice a riguardo: “Insieme con me prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un buon soldato di Gesù Cristo. [..] Anche nelle gare atletiche, non riceve la corona se non chi ha lottato secondo le regole. [..] Perciò sopporto ogni cosa per gli eletti, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Certa è questa parola: Se moriamo con lui, vivremo anche con lui; se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anche egli ci rinnegherà”. (2 Tm 2,3 5 10-12) Ed esorta quindi ad aver gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù: “il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte, ed alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il 105 Pellegrinaggio a Medjugorje nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a Gloria di Dio Padre”. (Fil 2,5-11) Appare chiaro insomma che, per essere innalzati occorre percorrere la stessa strada indicata e percorsa in prima persona da Gesù. “Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato” (Lc 18,14). Anche quando la strada si farà estremamente dura e difficile, e per quanto pesante che possa essere la croce che stiamo portando, possiamo tranquillamente immaginarci Gesù al nostro fianco, che porta anche Lui la Croce e che non ci lascia soli, non ci abbandona, anche quando a noi sembra così, e che guardandoci con gli occhi della sua Misericordia, ci incoraggia a procedere insieme fin sul Golgota, dove finiranno presto le sofferenze, e dove ci potrà finalmente dire: “Oggi sarai con me in paradiso”. Non desidera altro, ci comprende fino in fondo, non sta assiso nel suo trono a giudicare le nostre debolezze, ma è venuto tra di noi, Lui, Dio, ha spogliato se stesso assumendo la condizione di servo, si è umiliato, si è fatto obbediente fino alla morte, ed alla morte di croce, ha sofferto, ha condiviso e condivide ancora oggi le nostre sofferenze e non c’è croce che lui non abbia portato. “Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno.” (Eb 4, 1516) Andiamo avanti dunque fedelmente e fiduciosamente e, anche se ci sembrerà di essere stati abbandonati, non lasciamoci attrarre dalle strade larghe, perché solo “chi 106 Pellegrinaggio a Medjugorje persevererà sino alla fine sarà salvato” (Mt 24,13) e potremo dire allora con San Paolo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione”. (2 Tm 4,6-8) Un altro aspetto fondamentale collegato alla Croce, è quello della redenzione. Partiamo dalle origini, dalla creazione dell’uomo: Sì, Dio ha creato l’uomo per l’immortalità; lo fece a immagine della propria natura. Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del Diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono. (Sap 2,14-15.18) La morte è entrata nel mondo con il peccato originale. Ecco cosa dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: 416. Per il suo peccato, Adamo, in quanto primo uomo, ha perso la santità e la giustizia originali che aveva ricevute da Dio non soltanto per sé, ma per tutti gli esseri umani. 417. Adamo ed Eva alla loro discendenza hanno trasmesso la natura umana ferita dal loro primo peccato, privata, quindi, della santità e della giustizia originali. Questa privazione è chiamata “peccato originale”. 407. In conseguenza del peccato dei progenitori, il diavolo ha acquisito un certo dominio sull'uomo, benché questi rimanga libero. Il peccato originale comporta “la schiavitù sotto il dominio di colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo” 405. Il peccato originale, sebbene proprio a ciascuno, in nessun discendente di Adamo ha un carattere di colpa personale. Consiste nella privazione della santità e della giustizia originali, ma la natura umana non è interamente corrotta: è ferita nelle sue proprie forze naturali, sottoposta all'ignoranza, alla sofferenza e al potere della morte, e inclinata al peccato (questa inclinazione al male è chiamata “concupiscenza”). Il Battesimo, donando la vita della grazia di 107 Pellegrinaggio a Medjugorje Cristo, cancella il peccato originale e volge di nuovo l'uomo verso Dio; le conseguenze di tale peccato sulla natura indebolita e incline al male rimangono nell'uomo e lo provocano al combattimento spirituale. 409. La drammatica condizione del mondo che “giace” tutto “sotto il potere del maligno” (1Gv 5,19), fa della vita dell'uomo una lotta. Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta incominciata fin dall'origine del mondo, che durerà, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno. Inserito in questa battaglia, l'uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche, con l'aiuto della grazia di Dio. “… tutto il mondo giace sotto il potere del maligno” (1Gv 5,19), sembra tutto perduto, ma Dio non abbandona l’uomo: 410. Dopo la caduta, l'uomo non è stato abbandonato da Dio. Al contrario, Dio lo chiama, [Cf Gen 3,9] e gli predice in modo misterioso che il male sarà vinto e che l'uomo sarà sollevato dalla caduta [Cf Gen 3,15]. Questo passo della Genesi è stato chiamato “Protovangelo”, poiché è il primo annunzio del Messia redentore, di una lotta tra il serpente e la Donna e della vittoria finale di un discendente di lei. 411. La Tradizione cristiana vede in questo passo un annunzio del “nuovo Adamo”, [Cf 1Cor 15,21-22; 1Cor 15,45] che, con la sua obbedienza “fino alla morte di croce” (Fil 2,8) ripara sovrabbondantemente la disobbedienza di Adamo [Cf Rm 5,19-20]. Inoltre, numerosi Padri e dottori della Chiesa vedono nella Donna annunziata nel “protovangelo” la Madre di Cristo, Maria, come “nuova Eva”. Ella è stata colei che, per prima e in una maniera unica, ha beneficiato della vittoria sul peccato riportata da Cristo: è stata preservata da ogni macchia del peccato originale [Cf Pio IX, Bolla Ineffabilis Deus: Denz.-Schönm., 2803] e, durante tutta la sua vita terrena, per una speciale grazia di Dio, non ha commesso alcun peccato [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1573]. Abbiamo letto al capitolo 405 che il Battesimo cancella il peccato originale e volge di nuovo l'uomo verso Dio, ci 108 Pellegrinaggio a Medjugorje rende, per grazia, figli di Dio. Ma a quale prezzo è stato possibile tutto ciò? Ecco cosa ci dice l’apostolo Pietro: Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l'argento e l'oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia. (1 Pt 1,18) Egli prese su di se i nostri peccati e li portò nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti, eravate infatti sbandati come pecore, ma ora siete tornati al pastore che vigila sulle anime vostre. (1 Pt 2,25-26) E l’apostolo Paolo: Egli ci ha strappati dal dominio delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo amato Figlio, nel quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati. (Col 1,13-14) È anche il capo del corpo, cioè della chiesa; egli è principio, primogenito dei risuscitati, così da primeggiare in tutto, poiché piacque a tutta la pienezza di risiedere in lui e di riconciliarsi, per suo mezzo, tutti gli esseri della terra e del cielo, facendo la pace mediante il sangue della sua croce. E voi, che un tempo con le opere malvagie eravate stranieri e ostili per il modo di pensare, ora, mediante la sua morte, siete stati riconciliati nel suo corpo mortale per presentarvi santi, integri e irreprensibili davanti a lui, purché perseveriate saldamente fondati sulla fede e irremovibili nella speranza del vangelo che avete udito, il quale è predicato a ogni creatura che è sotto il cielo e del quale io, Paolo, sono divenuto ministro. (Col 1,18-23) […] e voi siete stati riempiti in lui, che è il capo di ogni principio e potenza; in lui inoltre siete stati circoncisi di una circoncisione non operata dall'uomo, ma nella spoliazione del corpo carnale, nella circoncisione del Cristo. Sepolti con lui nel battesimo, in lui siete stati anche risuscitati in virtù della fede nella potenza di Dio che lo ha ridestato da morte. Proprio voi, che eravate morti per le trasgressioni e l’incirconcisione della vostra carne, Dio ha richiamato in vita con lui, condonandoci tutti i peccati, annullando il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano 109 Pellegrinaggio a Medjugorje sfavorevoli, Egli lo ha soppresso inchiodandolo alla croce. (Col 2,1114) Appare chiaro come il nostro debito, contratto con il peccato originale, fosse un debito inestinguibile per l’uomo. Mai l’uomo avrebbe potuto soddisfare la giustizia di Dio. E’ stato dunque necessario che Gesù Cristo, chiamato da Giovanni “agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”, vero uomo e vero Dio, offrisse se stesso in sacrificio per noi, per ridonarci la vita e liberarci dalla morte. Ancora San Paolo ci aiuta a riflettere su questa mirabile verità: Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch’egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza, mediante la morte, colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano tenuti in schiavitù per tutta la vita.[..] Infatti proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova. (Eb 2,14-15.18) Ora invece Cristo è resuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. (1Cor 15,20-22) Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo… [..] E’ stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe… [..] Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccatore in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio. (2 Cor 5,18-21) In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di Espiazione per i nostri peccati. (1 Gv 4,10) Leggendo questi passi possiamo considerare l’immensa Misericordia di Dio, ma non è tutto. Il C.C.C., al numero 420 afferma addirittura che: La vittoria sul peccato riportata da Cristo ci ha donato beni migliori di quelli che il peccato ci aveva tolto: 110 Pellegrinaggio a Medjugorje “Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia” (Rm 5,20). Non a caso, con le parole di sant’Agostino, la Chiesa, durante la veglia di Pasqua, canta con gioia l’Exultet: “O felix culpa, quae talem ac tantum meruit habere Redemptorem” (O Felice colpa, che ci fece meritare un tale e tanto grande Redentore!)! E c’è un altro aspetto molto importante circa la redenzione; con la sua morte in croce Gesù non solo ha riscattato dal peccato originale coloro che sono nati successivamente al suo sacrificio, ma anche tutti i giusti che l’hanno preceduto, che sono vissuti nell’antico testamento, i profeti, i patriarchi, gli stessi progenitori. Tutti però dovettero aspettare che Gesù vincesse la morte e aprisse le porte del cielo, per poter accedere in Paradiso. Questo significa che se Gesù non fosse venuto tra noi per operare la redenzione, nessuno, neanche i santi, neanche Maria, sarebbero potuti accedere in Paradiso e, come afferma sant’Agostino, saremmo tutti massa dannata. Ecco perché quando recitiamo il Credo diciamo “fu crocifisso, morì e fu sepolto, discese agli inferi…” , ma per non fare confusione tra inferi ed inferno, leggiamo i capitoli 632 e 633 del C.C.C.: 632. Gesù non è disceso agli inferi per liberare i dannati né per distruggere l'inferno della dannazione ma per liberare i giusti che l'avevano preceduto Tale infatti è, nell'attesa del Redentore, la sorte di tutti i morti, cattivi o giusti; il che non vuol dire che la loro sorte sia identica, come dimostra Gesù nella parabola del povero Lazzaro accolto nel “seno di Abramo”. “Furono appunto le anime di questi giusti in attesa del Cristo a essere liberate da Gesù disceso all'inferno”. La Scrittura chiama inferi, shéol o il soggiorno dei morti dove Cristo morto è disceso, perché quelli che vi si trovano sono privati della visione di Dio . 111 Pellegrinaggio a Medjugorje 633. “La Buona Novella è stata annunciata anche ai morti. . . ” (1Pt 4,6). La discesa agli inferi è il pieno compimento dell'annunzio evangelico della salvezza. E' la fase ultima della missione messianica di Gesù, fase condensata nel tempo ma immensamente ampia nel suo reale significato di estensione dell'opera redentrice a tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi, perché tutti coloro i quali sono salvati sono stati resi partecipi della Redenzione. Gesù “l'Autore della vita” (At 3,15) ha ridotto “all'impotenza, mediante la morte, colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo” liberando “così tutti quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita” (Eb 2,14-15). Ormai Cristo risuscitato ha “potere sopra la morte e sopra gli inferi” (Ap 1,18) e “nel nome di Gesù ogni ginocchio” si piega “nei cieli, sulla terra e sotto terra” (Fil 2,10). E’ opportuno infine considerare le due fasi della redenzione: 658. Cristo, “il primogenito di coloro che risuscitano dai morti” (Col 1,18), è il principio della nostra Risurrezione, fin d'ora per la giustificazione della nostra anima, [Cf Rm 6,4] più tardi per la vivificazione del nostro corpo [Cf Rm 8,11]. Il profeta Isaia (Is 53) ci offre un quadro emblematico delle sofferenze patite e affrontate liberamente da Gesù per amore nostro e per la nostra redenzione: Chi avrebbe creduto al nostro annuncio? A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore? È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. 112 Pellegrinaggio a Medjugorje Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua sorte? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte. Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno nella sua bocca. Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità. Perciò io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori. 113 Pellegrinaggio a Medjugorje Intanto saliamo sempre più, procediamo in questo difficoltoso cammino verso la Via Crucis. Le difficoltà del percorso ci fanno pallidamente immaginare quali possano essere state le sofferenze fisiche di Gesù, e sebbene esse siano umanamente incomprensibili, le stazioni vengono vissute con particolare partecipazione, fisica ed emotiva. I rilievi in bronzo, presenti ad ogni stazione, ci riportano poi anche visivamente a considerare le sofferenze patite durante la sua passione, come anche ci aiutano alcune splendide meditazioni sulla croce e sulla sofferenza di don Tonino Bello, da cui ci facciamo accompagnare ad ogni tappa della Via Crucis: - Gesù non è vittima della forza del destino; è salito sulla croce perché l'ha voluto. La sua accettazione non è rassegnazione passiva, ma è accoglimento della croce, è accettazione della volontà del Padre. È una visione bellissima, che ci schioda dalla situazione di condannati a vita. - L'accoglienza porta diritto al cuore del Crocifisso. Dobbiamo accogliere il fratello come un dono, non come un rivale o un possibile concorrente. Accogliere il fratello con tutti i suoi bagagli, perché non ci vuole molto ad accettare il prossimo senza nome, contorni, o fisionomia. Ma occorre una gran fatica per accettare chi abita di fronte a casa mia. - Se è vero che la croce è l'unità di misura di ogni impegno cristiano, dobbiamo fare attenzione al pericolo che stiamo correndo: quello che san Paolo chiama «l'evacuazione della croce»: la croce rimane sempre al centro delle nostre prospettive, ma noi vi giriamo al largo, come quando, in viaggio, si sfiora una città passando dalla tangenziale. L'automobile corre sulla strada, si dà un'occhiata ai campanili, ma tutto finisce lì. - Se è vero che ogni cristiano deve accogliere la sua croce, ma deve anche schiodare tutti coloro che vi sono appesi, noi oggi siamo chiamati a un compito dalla portata storica senza precedenti: «Sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi» (Is 58,6). Pertanto, non solo 114 Pellegrinaggio a Medjugorje dobbiamo lasciare il «belvedere» delle nostre contemplazioni panoramiche e correre in aiuto del fratello che geme sotto la sua croce personale, ma dobbiamo anche individuare, con coraggio e intelligenza, le botteghe dove si fabbricano le croci collettive. - La riconciliazione verso i nostri nemici: noi dobbiamo assolutamente dare un aiuto al fratello che abbiamo ostracizzato dai nostri affetti, stringere la mano alla gente con cui abbiamo rotto il dialogo, porgere aiuto al prossimo col quale abbiamo categoricamente deciso di archiviare ogni tipo di rapporto. È su questa scarpata che siamo chiamati a vincere la pendenza del nostro egoismo e a misurare la nostra fedeltà al mistero della croce. - Purtroppo la nostra vita cristiana non incrocia il Calvario. Non s'inerpica sui tornanti del Golgota. Come i Corinzi anche noi, la croce, l'abbiamo «inquadrata» nella cornice della sapienza umana, e nel telaio della sublimità di parola. L'abbiamo attaccata con riverenza alle pareti di casa nostra, ma non ce la siamo piantata nel cuore. Pende dal nostro collo, ma non pende sulle nostre scelte. Le rivolgiamo inchini in chiesa, ma ci manteniamo agli antipodi della sua logica. - La croce, l'abbiamo isolata: è un albero nobile che cresce su zolle recintate, nel centro storico delle nostre memorie religiose, all'interno della zona archeologica dei nostri sentimenti. Ma troppo lontano dalle strade a scorrimento veloce che battiamo ogni giorno. Abbiamo bisogno di riconciliarci con la croce e di ritrovare, sulla carta stradale della nostra esistenza paganeggiante, lo svincolo giusto che porta ai piedi del condannato! - Dal deserto del digiuno e dalla tentazione fino al monte Calvario, Gesù passa attraverso le strade scoscese di questa terra. E quando arriva ai primi tornanti del Calvario, non cerca deviazioni di comodo, ma vi si inerpica fino alla croce. Sì, la pace, prima che traguardo, è cammino. E per giunta, cammino in salita. Vuol dire, allora, che ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi, i suoi rallentamenti e le sue accelerazioni. Forse anche le sue soste. 115 Pellegrinaggio a Medjugorje - Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la croce. La mia, la tua croce, non solo quella di Cristo. Coraggio, allora: la tua croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre «collocazione provvisoria», Il Calvario, dove essa è piantata, non è zona residenziale. E il terreno di questa collina, dove si consuma la tua sofferenza, non si venderà mai come suolo edificatorio. - Eccoci, Signore, davanti a te. Col fiato grosso, dopo aver tanto camminato. Ma se ci sentiamo sfiniti non è perché abbiamo percorso un lungo tragitto o abbiamo coperto chissà quali interminabili rettilinei. E' perché, purtroppo, molti passi li abbiamo consumati sui viottoli nostri, e non sui tuoi sentieri, seguendo i tracciati involuti della nostra caparbietà faccendiera, e non le indicazioni della tua Parola. - C'è una frase immensa, che riassume la tragedia del creato alla morte di Cristo: «Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra». Forse è la frase più scura di tutta la Bibbia. Per me è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni dì orario che stringono, come due paletti invalicabili, il tempo in cui è concesso al buio di infierire sulla terra. Ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime umane. Ecco le saracinesche che comprimono in spazi circoscritti tutti i rantoli della terra. Ecco le barriere entro cui si consumano tutte le agonie dei figli dell'uomo. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quell'orario c'è divieto assoluto di parcheggio Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. - Un giorno, quando avrete finito di percorrere la mulattiera del Calvario e avrete sperimentato come Cristo l'agonia del patibolo, sì squarceranno da cima a fondo i veli che avvolgono il tempio della storia e finalmente saprete che la vostra vita non è stata inutile. Che il vostro dolore ha alimentato l'economia sommersa della grazia. Che il vostro martirio non è stato un assurdo, ma ha ingrossato il fiume della redenzione raggiungendo i più remoti angoli della terra. 116 Pellegrinaggio a Medjugorje - Coraggio, fratello che soffri. C'è anche per te una deposizione dalla croce. Ecco già una mano forata che schioda dal legno la tua Ecco un volto amico, intriso di sangue e coronato di spine, che sfiora con un bacio la tua fronte. Ecco un grembo di donna che ti avvolge di tenerezza. Coraggio! Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga. - Riconciliamoci con la gioia. La Pasqua sconfigga il nostro peccato, frantumi le nostre paure e ci faccia vedere le tristezze, le malattie, i soprusi, e perfino la morte, dal versante giusto: quello del «terzo giorno». Da lì le sofferenze del mondo non saranno più i rantoli dell'agonia, ma i travagli del parto. E le stigmate lasciate dai chiodi nelle nostre mani saranno le feritoie attraverso le quali scorgeremo fin d'ora le luci di un mondo nuovo. Man mano che si sale, stazione dopo stazione, si ha l’impressione di essere sempre più leggeri, come se ad ogni stazione ci si liberasse di qualche peso, e poi il traguardo si avvicina, non si vede ancora la cima, non si vede ancora la croce bianca, ma la stanchezza lascia il posto alla speranza, che rigenera le forze rimaste. Incontrare la stazione in cui Gesù muore in croce fa comprendere a tutti che ormai siamo in dirittura d’arrivo e così, nonostante il caldo, procediamo con maggiore vigore. Giungiamo finalmente in cima e, dopo la stazione dedicata alla Resurrezione, ecco la croce: alta, bianca, imponente. Essa è stata eretta nel 1933, anno giubilare, a ricordo dell’anniversario della redenzione di Cristo, è alta 8,56 mt, e si raggiunge percorrendo una piccola rampa di scale. Su di essa vi è scritto: “A Gesù Cristo, Redentore dell’umanità, in segno di fede, amore e speranza, in ricordo del 1900esimo anniversario della Passione di Cristo”. Durante il messaggio del 30-08-1984 la Vergine ha detto: “Anche la Croce faceva parte del disegno di Dio quando voi l’avete costruita”. 117 Pellegrinaggio a Medjugorje Diverse volte i veggenti hanno avuto le apparizioni anche sul Krizevac. Questa croce è stata protagonista di diversi fenomeni durante i primi mesi delle apparizioni, a volte è stata vista ruotare vorticosamente, a volte sparire, trasformarsi nella sagoma luminosa di una giovane donna, poi come racconta lo stesso Padre Jozo, dal braccio sinistro della croce è stata vista uscire la scritta “MIR”, ossia “Pace”, a caratteri d’oro, che si estendeva e procedeva sino alla parrocchia. Ora sotto la croce mi rendo conto che proprio da quel legno Gesù ci ha donato sua madre: “Ecco tua madre” (Gv 19,27) disse, e lei ci accompagna, proprio come accompagnò il figlio lungo tutta la sua vita. Non lo abbandonò mai, neanche in cima al Golgota sebbene con il cuore straziato e con il petto trafitto da una spada. Erano le braccia di Maria stringere Gesù nella grotta di Betlemme, erano sempre le sue braccia a sorreggere il suo corpo alla deposizione dalla Croce. Lungo la Via Crucis, recitando il Rosario, “vedevamo” Gesù soffrire sotto il peso della croce, ma dietro di Lui vedevamo anche Maria, fedele come un’ombra, che soffriva nel suo Cuore la passione del figlio. Ma dicevamo che Maria è nostra madre; scrive san Luigi Maria Grignion de Montfort nel Trattato della vera devozione a Maria: […] “Se Gesù Cristo, il Capo degli uomini, è nato in lei, anche i veri credenti, che sono membri di questo Capo, devono per conseguenza necessaria nascere in lei. Una stessa madre non mette al mondo la testa, o il capo, senza le membra, né le membra senza la testa: sarebbe un mostro della natura. Così nell'ordine della grazia, il capo e le membra nascono da una stessa madre”. Come madre, Maria, ci assiste e ci accompagna come figli, ma dobbiamo anche pregarla, accettare il suo amore, altrimenti, voltandole le spalle, rifiutiamo il suo aiuto materno e rinunciamo ad una via sicura che porta al figlio. 118 Pellegrinaggio a Medjugorje Dice il Monftort: […] “E’ per mezzo di lei che Gesù Cristo è venuto a noi ed è per mezzo di lei che noi dobbiamo andare a lui” – ed ancora – “Durante un’estasi (san Francesco) vide una grande scala che portava in cielo; in cima ad essa vi era la Vergine Santa e gli fu indicato che per arrivare al cielo bisognava salire per quella scala”. Sempre San Luigi scrive: “Gesù Cristo rese maggior gloria a Dio suo Padre con la sua sottomissione a Maria per trent'anni, che non gliene avrebbe data convertendo tutta la terra con i più grandi miracoli. Oh, come si glorifica altamente Dio quando, per piacergli, ci sottomettiamo a Maria, sull'esempio di Gesù Cristo, nostro unico modello!” – ed ancora – […] ”perciò, quanto più lo Spirito Santo trova Maria, sua cara e indissolubile Sposa, in un'anima, tanto più diviene operoso e potente per formare Gesù Cristo in quell'anima e quest’anima in Gesù Cristo. “Prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte”, preghiamo con l’Ave Maria, e dobbiamo pregarla con fiducia, per tutte le ragioni sopra elencate, ma anche perché veramente lei ci guida, ci protegge e ci accompagna lungo tutta la nostra vita, fin nell’ora della nostra morte quando, se l’avremo amata come figli, sarà nostra avvocata, come supplichiamo nella Salve Regina, e ci mostrerà il frutto benedetto del suo seno, Gesù. La presenza della Madonna non alleviò le sofferenze di Gesù, né durante la Via Crucis, né ai piedi della croce. Non è un eresia, anche se sembra sconcertante. Infatti, afferma qualche santo, il dolore della madre trafiggeva il figlio ancor più che le stesse sofferenze fisiche. Per noi non sarà così, invocando Maria, la avremo al nostro fianco durante il nostro calvario, e la sua presenza sarà estremamente consolante, avremo protezione contro le tentazioni, intercederà per noi continuamente ogni sorta di grazia da Dio e, nell’ora del grande viaggio, alla sera della vita, la vedremo lì, sotto la nostra croce, come sotto la croce di Gesù, a pregare per noi, 119 Pellegrinaggio a Medjugorje lei che invochiamo nelle litanie come Porta del Cielo, lei che don Tonino Bello chiamava donna dell’ultima ora. “Santa Maria, donna dell'ultima ora, quando giungerà per noi la grande sera e il sole si spegnerà nei barlumi del crepuscolo, mettiti accanto a noi perché possiamo affrontare la notte. È una esperienza che hai già fatto con Gesù, quando alla sua morte il sole si eclissò e si fece gran buio su tutta la terra. Questa esperienza, ripetila con noi. Piàntati sotto la nostra croce e sorvegliaci nell’ora delle tenebre. […] Santa Maria, donna dell'ultima ora, disponici al grande viaggio. Aiutaci ad allentare gli ormeggi senza paura. Sbriga tu stessa le pratiche del nostro passaporto. Se ci sarà il tuo visto non avremo più nulla da temere sulla frontiera. Aiutaci a saldare, con i segni del pentimento e con la richiesta di perdono, le ultime pendenze nei confronti della giustizia di Dio. Procuraci tu stessa i benefici dell'amnistia, di cui egli largheggia con regale misericordia. Mettici in regola le carte, insomma, perché, giunti alla porta del paradiso, essa si spalanchi al nostro bussare.” Giunti in cima, intanto, ci disponiamo nello spiazzo retrostante la croce per una preghiera comunitaria di ringraziamento, poi individualmente ognuno si reca ai suoi piedi per pregare e ricordare le persone care. Qualcuno lascia un oggetto, una foto, una lettera, si avverte una forte tensione emotiva, c’è chi abbraccia la base della croce, chi piange, chi ringrazia. Da quassù si gode della visione di un panorama stupendo, davanti al quale si resta estasiati, a bocca aperta. Si scorgono interminati spazi e sovrumani silenzi, ove per poco il cor non si spaura, da un lato le verdi colline, dall’altro l’intera piana di Medjugorje, in cui si distinguono i campanili della Chiesa. Sembra che dall’alto di questo monte la croce vigili su tutta Medjugorje, come sentinella dell’aurora, in attesa di scorgere i tempi futuri che dovranno venire. Comprendo ancora che chi non affronta questa Via Crucis non giungerà mai in cima e non potrà mai godere di questa visione, come anche nella vita chi non 120 Pellegrinaggio a Medjugorje accetta le proprie sofferenze, le proprie tribolazioni e rifiuta la via stretta e in salita per una via larga e in discesa, non giungerà mai nel Regno dei Cieli e non potrà mai godere della visione di Dio. Abbiamo impiegato quasi due ore per salire e, dopo la sosta in cima, cominciamo a scendere per tornare giù prima che faccia buio. Personalmente non ho tanta voglia di tornare subito giù, così temporeggio e resto volontariamente in coda al gruppo, fino a quando non resto da solo in cima. Avverto il bisogno di restare un po’ da solo, in silenzio, a riflettere, da solo con l’infinito, e il naufragar m’è dolce in questo mare. Non ci sono che rocce ed alberi oltre alla croce, ma ascolto, ascolto una pace ed una consolazione che si instaura misteriosamente nel cuore. Un’esperienza decisamente bellissima, mai provata prima, che mi infonde decisamente nuove energie. Prima di scendere sosto un attimo presso il punto dove morì Padre Slavo, e mi accorgo che proprio da questo punto, tra le ultime due stazioni, si comincia a scorgere la croce. Mi lancio così nella discesa, sgambettando come una gazzella, tra sassi aguzzi come per un istinto irrefrenabile di allegrezza per il senso di leggerezza e di liberazione, così raggiungo rapidamente tutti gli altri, chi più avanti, chi più indietro, e giungo alle pendici del monte in un quarto d’ora, aspettando con calma l’arrivo di tutti i compagni di viaggio. Anch’essi con i volti quasi trasfigurati dalla felicità. Dopo un po’ torniamo alle pensioni, giù a valle, e dopo la cena ci incontriamo tutti insieme per condividere le proprie esperienze e per parlare degli appuntamenti dell’indomani, primo fra tutti la visita a Siroki Brjieg, da Padre Jozo. 121 Pellegrinaggio a Medjugorje La Croce in cima al Krizevac 122 Pellegrinaggio a Medjugorje Sesto giorno Lunedì 19/06/2006 Verso Siroki Brjieg. Padre Jozo. Stamattina sveglia alle 06:30, colazione alle 06:45 e partenza alle 07:30 per Siroki Brjieg, a circa 1 ora di viaggio. Curiosità: dal finestrino osservo due persone spingere un’auto, una Fiat Uno rossa, come quella del sottoscritto, che di partire non ne vuole sapere. “Incredibile! Anche qui la stessa storia! – dico tra me e me – Anche qui le Uno fanno la stessa fine…”. C’è da dire che vedere una Fiat qui nella ex Jugoslavia è una rarità, le auto sono per la stragrande maggioranza tedesche, qualche vecchio modello di BMW, di Mercedes, di Opel, ma soprattutto di Wolkswagen. La vettura più diffusa in assoluto è la Wolkswagen Golf ma, anche per gli altri marchi non parliamo di ultimi modelli, ma di versioni precedenti, risalenti agli anni ’90. Attribuisco la così alta diffusione di modelli tedeschi in gran parte al fatto che parecchi uomini hanno avuto un passato di emigranti, proprio in Germania. Chiusa questa parentesi, all’uscita dal centro abitato, all’incrocio tra le strade provinciali, una scena di evangelica memoria. Sui bordi delle strade, e sulla piazzetta su cui sono poste le frecce degli svincoli, sono assiepati decine e decine di uomini che attendono qualcuno che li prenda a giornata per il lavoro nelle vigne. (leggi Mt 20,1-16). Intanto durante il nostro cammino incontriamo diversi cimiteri, tristemente ricchi di croci, e di croci recenti. Esse appartengono alle tombe di persone uccise durante l’ultimo conflitto, sia di caduti sul fonte della guerra contro la Serbia, sia di caduti nella guerra tra musulmani e croati di 123 Pellegrinaggio a Medjugorje Bosnia, dove ci furono omicidi persino tra vicini di casa o parenti. Fa impressione vedere, in corrispondenza di ogni piccolo paese, centinaia di croci che possono rendere una seppur pallida idea dei disastri che la guerra può provocare. Ecco a cosa porta l’odio, anche quando non si ammazza concretamente, ecco perchè Gesù ha insegnato il perdono, ed ecco perché la Regina della Pace afferma che se non c’è pace nei nostri cuori, non potrà mai esserci la pace nel mondo. Disse i primi tempi ai parrocchiani di Medjugorje, che solo dopo aver cominciato ad amare la propria famiglia e ad amarsi a vicenda nella parrocchia, avrebbero potuto amare ed accogliere i pellegrini provenienti da tutto il mondo (cfr. mess.13-12-1984). La riconciliazione tra i parrocchiani fu uno dei frutti cui padre Jozo, parroco di Medjugorje all’epoca delle prime apparizioni, poté assistere con stupore. All’inizio delle apparizioni Padre Jozo, francescano, era giunto solo da pochi mesi a Medjugorje. Proveniva da una parrocchia più grande, Posusje, dalla quale fu spostato su invito del regime, a causa del fastidio che provocava la sua attività sacerdotale tra i giovani. Seppe delle apparizioni solo dopo qualche giorno, visto che si era recato a Zagabria per gli esercizi spirituali, ma di certo la notizia, arrivata come un fulmine a ciel sereno, avrebbe fatto perdere il sonno a chiunque, tanto più a chi come lui in quel periodo aveva avuto frizioni con il regime ateo e comunista. Padre Jozo in un primo momento ipotizzò infatti che tutto fosse una montatura ad opera del regime, con la scopo di accusare la chiesa e screditare il suo operato anche qui a Medjugorje. Inoltre, venuto a sapere che Ivanka e Mirjiana provenivano dalla Città, rispettivamente da Mostar e Sarajevo, temeva che facessero uso di droghe e che potessero diffonderne l’uso in paese. Ipotizzava tra l’altro anche che personale del 124 Pellegrinaggio a Medjugorje regime avesse potuto far assumere delle sostanze ai ragazzi, ma non chiuse loro le porte del dialogo. I suoi lunghi interrogatori con i ragazzi fecero cadere questa supposizione, essi giorno dopo giorno, facevano sempre più riferimento al sacerdote e la loro serenità, la loro gioia erano disarmanti, ma ciò non bastava a spiegare il fenomeno, né aiutava a capirne di più. C’era infatti qualcosa che contornava chiaro al frate ed in particolare il fatto che, dei migliaia di curiosi che si erano recati sul monte, nessuno si fosse poi intrattenuto in chiesa per la preghiera e l’adorazione. Se veramente quella gente cercava Dio, perché non lo cercava nell’Eucaristia, dove è realmente presente, perché nessuno chiedeva di confessarsi e non cominciava un cammino di conversione? Insomma tutto appariva mosso dalla pura curiosità, data la momentanea assenza di frutti spirituali ma, nonostante il suo combattimento interiore, sentiva tuttavia il bisogno di proteggere i ragazzi, e i frutti non tardarono ad arrivare. Il 9° giorno delle apparizioni, giovedì 2 luglio 1981, la messa fu spostata dopo l’apparizione, così la gente poté recarsi in chiesa per la celebrazione e recitare le preghiere chieste dalla Gospa, insieme ai veggenti (7 Pater, Ave, Gloria). Il 10° giorno, 3 luglio, Padre Jozo invitò i fedeli a pregare in chiesa nel primo pomeriggio. (*) “Recitammo il Rosario, che io stesso guidai. Alla fine, esortai i fedeli a pregare perché, se i fatti fossero di ordine diabolico, il Signore ci desse un segno, affinché satana si ritirasse e noi potessimo arrestare la sua opera. Se, invece, i fatti fossero da Dio, dissi che avevamo ugualmente bisogno di un segno per accoglierli ed inserirci in essi. Alla fine della preghiera chiesi alla gente di non salire sul Podbrdo, perché mi sembrava che tutto fosse curiosità. Tutti, però, vi andarono lo stesso e io rimasi solo in Chiesa. Pregavo nel terzo banco, tenendo aperta la Bibbia dinanzi a me e il Breviario. Quella preghiera fu per me un vero incontro con Dio: era ispirata 125 Pellegrinaggio a Medjugorje dal Testo Sacro, aperto sull’Esodo. Al termine sentii improvvisamente una voce, come ora sento la vostra voce che mi diceva: “Esci subito fuori e metti in salvo i ragazzi”. Uscii immediatamente dal banco, feci la genuflessione e, attraversata la Chiesa, afferrai la porta centrale per la maniglia e feci un passo verso l'esterno. Mentre tenevo l'altro piede per compiere il secondo passo, i ragazzi, come uno sciame di api, accorsero dal lato sinistro, mi si aggrapparono addosso e mi supplicarono: “Salvaci, la polizia ci sta inseguendo!”. Mi affrettai con loro per rifugiarci in casa. C'era con loro anche Anna, sorella di Vicka. Li feci entrare in una stanza vuota, la prima dopo l'uscio. Chiusi a chiave la porta della stanza e raccomandai loro di stare zitti e di non farsi sentire. Quindi uscii fuori, richiusi a chiave la porta di casa, discesi le scale e arrivai davanti al cipresso (sito a pochi passi dalla casa). La polizia correva verso la casa e si trovò di fronte a me. Dopo avermi salutato mi chiesero: “Ha visto i ragazzi?”. Ho risposto: “Sì, li ho visti”. Essi allora continuarono a correre più in fretta verso la contrada dove i ragazzi abitavano. Questo fu il primo giorno in cui ebbero la visione nella casa parrocchiale”. (*) (Tratto da I Messaggi della Regina della Pace, Ed. Shalom) Padre Jozo era tuttavia sempre più tormentato dal dubbio, infatti non poteva accettare che nessuno dei curiosi non avesse ancora compreso di dover piuttosto convertirsi, cambiare vita, tornare ai sacramenti, ma una sera particolarmente triste, finita la messa, si sentì tirare per la tonaca. Era il piccolo Jakov, il quale si era recato in chiesa attraversando i campi, perché aveva un messaggio importante per tutto il popolo e per tutta la chiesa. Il frate lo prese in braccio e lo mise in piedi sull’altare, poiché non arrivava al microfono. Jakov disse che la Gospa gli aveva detto “Pregate il Rosario, ogni giorno, pregate insieme”. A Padre Jozo non sembrò niente di straordinario, ma straordinario fu ciò che vide qualche istante più tardi: tutta la gente presente in chiesa era infatti in lacrime; confuso si recò 126 Pellegrinaggio a Medjugorje in sacrestia ma, tornato, la folla era ancora lì, immobile, nessuno era uscito come le altre sere, tutti con i rosario in mano volevano pregare. E la preghiera cominciò a sgorgare dai cuori e nei cuori della gente quando, ad un certo punto, Padre Jozo vide anche lui la Gospa, al centro della chiesa, che ringraziava per la preghiera e ripeteva le stesse parole pronunciate dal piccolo Jakov. Ecco il tanto sospirato segno per il frate, che da allora cominciò a comprendere il senso di tutti i messaggi ed intonò il canto “Tutta bella sei Maria”. Da allora ogni sera la preghiera si protrasse fino a notte fonda, e anche i frutti stavano finalmente per arrivare. In quei giorni la preghiera era aumentata, ma si stava creando una pericolosa rivalità a livello quantitativo. Una sera Padre Jozo fece presente che la Madonna non aveva invitato a pregare così, ma “con il cuore” quindi, quella sera, prima di pregare, ognuno avrebbe dovuto perdonare il proprio prossimo. A Medjugorje infatti, vi erano state faide e persistevano antiche rivalità, inimicizie e ostilità, che impedivano alla preghiera di essere sincera. Tutti accolsero con freddezza l’invito del frate, un silenzio piombò sulla folla. Nessuno riusciva più a pregare, c’era qualcosa che lo impediva. Padre Jozo disse allora che avrebbero pregato per riuscire a perdonare. Difatti, durante la preghiera, una voce si levò nella chiesa, rompendo il ghiaccio: “Signore, io ho perdonato, ti prego perdonami”! Non fu che l’inizio, la preghiera aveva toccato i cuori, le lacrime continuavano a sgorgare e mani ostili tornavano a stringersi e a cercare altre mani da stringere e con le quali riconciliarsi. Terminata la preghiera, per tutto il giorno successivo fu festa in tutto il paese, la festa della riconciliazione. Ma non era ancora tutto. Successivamente Padre Jozo propose ai parrocchiani di ricorrere al potente strumento del digiuno per sconfiggere 127 Pellegrinaggio a Medjugorje ogni prova ed ogni male, così come consigliato dalla Gospa. Con un consenso deciso e plebiscitario, fu indetto un gioioso e sereno digiuno della durata di tre giorni. Tutta Medjugorje e dintorni in quei tre giorni non toccarono cibo e nelle mense aziendali di Citluk, Ljubuski e Mostar i lavoratori, atei, di altre religioni, o legati al regime, furono profondamente intimoriti da questo comportamento. Alla fine dei tre giorni i cuori erano mutati, tutti avvertivano il bisogno di confessarsi, così fu annunciata una grande liturgia penitenziale. Padre Jozo si attaccò al telefono, radunando un centinaio di sacerdoti provenienti da tutta la regione, e si assistette ad uno spettacolo commovente con tutti i prati attorno alla chiesa invasi da penitenti in fila davanti a confessionali improvvisati, che attendevano il loro turno. Così, agli inizi di agosto, avvenne a Medjugorje questa grande riconciliazione tra gli uomini e tra gli uomini e Dio, che tutto il mondo però dovrebbe mettere in pratica. Nel frattempo la persecuzione del regime si era fatta sempre più spietata, campagne diffamatorie e minacce venivano lanciate a mezzo stampa e TV, l’intero paese venne militarizzato, chiunque disubbidiva era considerato un pericoloso cospiratore contro lo stato, e doveva essere punito. Anche l’allora vescovo di Mostar, mons. Zanic, venne convocato e minacciato, ed egli, che fino ad allora aveva sempre difeso i ragazzi, ne divenne un acerrimo oppositore. Non vi era più alcun diritto alla libertà, neanche di parola, tanto che anche le prediche dei frati venivano segretamente registrate e minuziosamente analizzate, allo scopo di trovare un pretesto e poter così sopprimere tutto con violenza. Avvenne proprio così: il pretesto fu a loro avviso trovato e il 17 agosto arrestarono Padre Jozo. Una spettacolare operazione, con l’impiego di elicotteri, camionette, cani addestrati e centinaia di uomini che, dopo aver circondato la 128 Pellegrinaggio a Medjugorje chiesa, vi fecero irruzione per prelevare il frate criminale, armato fino ai denti…dell’arma del suo rosario. Impedirono l’accesso in chiesa inchiodando le porte con assi di legno, perquisirono e devastarono i locali parrocchiali, inquisirono e tennero segregati in una stanza gli altri frati. A Medjugorje vi era rabbia per questi soprusi, ma si pregava incessantemente per il proprio parroco, il quale fu rinchiuso in una buia cella di rigore. Vestito con abiti civili, venne interrogato, ripetutamente colpito al volto, bastonato con violenza, ridotto insomma uno straccio d’uomo. Il suo volto era sfigurato, le sue orecchie sanguinavano, gli avevano buttato giù dei denti, non riusciva più a camminare. Venne incatenato e privato di tutto, anche del breviario, salvo trovarsi poi in tasca il suo rosario. Era rinchiuso nel carcere di Foca, tra delinquenti comuni, in condizioni igieniche disastrate e conseguente infestazione di pidocchi. Il famoso pretesto usato dal regime per legittimare tutti questi soprusi, fu un’espressione usata da Padre Jozo, nella sua omelia dell’11 luglio: «...l'unico uomo che è venuto a dirci la verità è un Dio-Uomo, Gesù Cristo, che non è venuto a dire: “Io ho scoperto la verità”, ma: “Io sono la Verità”... È venuto tra i figli perduti e ha detto: “Lo Spirito del Signore è sopra di me: per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato ad annunziare ai poveri un lieto messaggio, a proclamare ai prigionieri la liberazione, per restituire la vista ai ciechi, l'udito ai sordi, per ridare la parola ai muti e far camminare con le proprie gambe gli storpi; per rimettere in libertà gli oppressi. Lo Spirito del Signore Dio è su di me, mi ha mandato a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri e ad annunciare l’anno della misericordia del Signore”. Egli è venuto solo per liberare me schiavo, te schiavo che hai vissuto 40 anni di schiavitù, affinché tu possa oggi e domani inginocchiarti davanti a Lui e dire: “Apri queste catene, sciogli questi nodi, apri queste catene che 129 Pellegrinaggio a Medjugorje imprigionano la mia vita, perché io sono da tempo incatenato, schiavo del mio terribile peccato, Tu solo hai la chiave”. Anche questa sera Lui apre gli occhi al cieco ed è pronto a fare con te la stessa cosa quando ti dice: “Ti tolgo il velo affinché tu creda; qui mi puoi vedere, qui mi puoi scoprire; qui non ci sono solo due o tre nel nome mio, qui in tanti mi pregate. Io sono con voi. Io sono qui sull'altare, nell’offerta tua e mia. Non temere. Non sei solo nella vita!”. È questo il grande dono della Misericordia!». L’espressione incriminata fu “40 anni di schiavitù”. In quei tempi erano trascorsi circa 40 anni dalla presa di potere di Tito e dei comunisti, ed il regime, nella sua cecità e sete di repressione, non tenne conto che l’espressione “40 anni di schiavitù” era stata usata per significare metaforicamente il tempo dell’espiazione, della purificazione, come i 40 anni degli israeliti nel deserto, prima di raggiungere la terra promessa, quindi la salvezza. Non vi era un riferimento politico, ma lo si volle trovare, per togliere di mezzo Padre Jozo e porre fine all’imbroglio di Medjugorje. Fu così condannato per aver “attentato alla sicurezza e all’unità dello stato” assieme ad altri due confratelli, a 3 anni e 6 mesi di carcere. Ma a Medjugorje i pellegrini venivano da tutto il mondo, il caso non rimase sconosciuto e suscitò ovunque un grande clamore. Questa palese violazione dei diritti umani provocò una mobilitazione generale di associazioni e istituzioni, per cui fu decisa la riduzione della pena a 18 mesi, ma Padre Jozo non avrebbe più dovuto mettere piede a Medjugorje. Siroki Brjieg e i 30 martiri. Intanto giungiamo a Siroki Brjieg, al 25° km della strada Mostar-Posusje-Spalato, sulla spianata del colle Siroki Brjieg (Larga Collina), dove sorge il più famoso e antico convento francescano dell’Erzegovina, risalente al 1846, con 130 Pellegrinaggio a Medjugorje annessa la chiesa, santuario mariano, la cui costruzione cominciò invece nel 1905. La chiesa è sul modello francescano, con due torrioni campanili laterali e un ampio rosone centrale. Sono le 08:30, al nostro arrivo troviamo già una dozzina di pullman italiani, e altrettanti ne arriveranno. Entriamo in una chiesa già quasi piena ma, con un po’ di buona volontà, troviamo tutti un posto. Personalmente su un rialzo del pavimento, una sorta di scalino, che si estende per tutta la parte laterale sinistra della chiesa. Inevitabile, nel completamento dell’operazione, complice l’arrivo di altri pellegrini, un po’ di trambusto. Padre Jozo è già sull’altare e, assistendo alla scena (crediamo sia abituato), raccomanda silenzio e raccoglimento, ricordando che la chiesa è la Casa di Dio, non una stalla. Aggiunge che, a trasformarla in una stalla, ci avevano già pensato i partigiani comunisti nel 1945, e comincia a narrare la triste storia dell’eccidio di Siroki Brjieg. Il frate racconta che il 7 febbraio 1945 i partigiani arrivarono alle tre del pomeriggio, dicendo: “Dio è morto, Dio non c'è, non c'è il Papa, non c'è la Chiesa, non c'è bisogno di voi, andate anche voi nel mondo a lavorare”. Bestemmiavano e minacciavano, cercando di convincere i frati a lasciare l'abito religioso, ma essi risposero: “Noi siamo religiosi, consacrati, non possiamo lasciare il nostro abito”. Presero allora la Croce e buttarono il Crocifisso sul pavimento, intimando che adesso potevano scegliere tra la vita e la morte. Ma tutti scelsero il martirio, si inginocchiarono e strinsero la croce sul petto, pregando e benedicendo i loro persecutori. I carnefici presero ad uno ad uno i 30 frati, li condussero fuori dal convento e li uccisero, bruciando poi i loro corpi. Già all’epoca il santuario era molto importante, essendo annesso al monastero francescano e al ginnasio retto dagli stessi frati. Distruggendo questo importante centro cristiano 131 Pellegrinaggio a Medjugorje e francescano, i comunisti, crederono di poter distruggere anche la fede, la quale invece, anche per la testimonianza dei 30 martiri, è cresciuta (come le vocazioni, che non mancano), mentre il santuario, ridotto da loro ad una stalla, è tutt’oggi il più grande in tutta la Bosnia Erzegovina, ospitando, con i suoi 15.000 fedeli, la più popolosa parrocchia della diocesi di Mostar. E ciò, è doveroso ricordarlo, nonostante il divieto da parte del regime di ricordare o commemorare i frati, i cui corpi rimasero nascosti sotto terra per anni ed anni. Oltre ai frati, ben 758 civili di Siroki Brijeg vennero uccisi dai partigiani comunisti. “I martiri di Siroki Brijeg, - continua il frate - hanno preferito perdere la loro vita piuttosto che rinnegare Gesù Cristo, il Crocifisso, i parrocchiani di Medjugorje, hanno rischiato tanto per andare a pregare in chiesa, ma non hanno avuto paura dei poliziotti che vigilavano con i cani, non hanno avuto paura di perdere il lavoro, la casa, di perdere tutto, perchè avevano compreso l'importanza della preghiera, oggi invece abbiamo abbandonato la croce e Maria sotto la croce. Oggi in ogni famiglia c’è il “Codice da Vinci” o il “Vangelo di Giuda”, ma non si legge il Vangelo, la Bibbia, non si prega insieme il Rosario, come chiede la Madonna, e lo sfascio delle famiglie è inevitabile, con gravi conseguenze per i bambini. In Croazia, siamo soliti praticare un rito particolare durante la celebrazione del sacramento del matrimonio. I fidanzati portano in chiesa un Crocifisso al quale hanno già preparato una sistemazione nella loro casa. Mettono le mani sulla Croce nel momento in cui si scambiano la promessa, la formula del sacramento ed anche il sacerdote tiene la Croce per una estremità. Poi, gli sposi la baciano. Quando tornano a casa, la pongono nel luogo preparato perché da quel giorno diventa il centro della preghiera in famiglia. Davanti a quella Croce familiare, terminano quotidianamente la giornata con una preghiera. Se c'è un problema, un litigio, è davanti a questa croce che gli sposi si inginocchiano e vengono a cercare la forza di perdonarsi e 132 Pellegrinaggio a Medjugorje riconciliarsi, consapevoli che se il marito abbandona sua moglie o se la moglie abbandona il marito, in realtà abbandona la croce, ed allora tutto è perduto, perché si è abbandonato Gesù. Insegnano poi anche ai figli a pregare davanti alla croce, ad abbracciarla e a salutarla, prima di andare a dormire. Nella parrocchia di Siroki Brijeg, costituita da 15.000 abitanti, non esiste una famiglia separata. Non ci può essere separazione quando si prega ogni giorno e si persevera davanti alla Croce. Nessuno può essere capace di lasciare la propria sposa o il proprio sposo se sa che lascia Cristo. L'uomo che lascia la sua sposa o viceversa, lascia anche il Cristo familiare e resta terribilmente solo. Trovarsi davanti alla Croce significa chiedere e ottenere la benedizione, la forza per accettare la propria sofferenza. L’umanità sta vivendo un tempo di grande crisi, ci sono tante difficoltà nella famiglia, nella scuola, nell’educazione, di fronte alle quali persino noi cristiani sembriamo aver perso le risposte, perché la mentalità comune ci ha influenzato, ha intaccato i valori della nostra fede. Tutto oggi è contro l’uomo, contro la natura: la politica, la scienza, l’informazione. Ma il Signore non ha affidato il mondo così all’uomo. E’ triste constatare come l’uomo abbia gestito male queste cose e abbia prodotto tanto male; quando l’uomo esce dai suoi confini e non tiene conto del suo limite, perde di vista la sua missione e succedono cose gravi sulla terra. Riflettiamo sulla cultura atea e materialista, sull’abbandono di Dio, sulle vie perverse imboccate da alcuni paesi, che porteranno l’Europa allo sfascio. In Olanda stanno chiudendo i seminari, in Spagna si approvano leggi contro natura, ovunque c’è l’ombra dell’eutanasia, gli orrori dell’aborto. L’Europa, il cui simbolo richiama misteriosamente la figura di Maria, con una corona di dodici stelle su sfondo azzurro, non ha trovato posto per Gesù, non riconoscendo le radici cristiane, nella propria costituzione. Ovunque si sopprime il Crocifisso, negli uffici, nei locali, nelle case, ma senza la croce, senza Maria, senza il Rosario non ci può essere pace, i governi non possono dare la pace, solo se troveremo Dio il mondo troverà la pace. 133 Pellegrinaggio a Medjugorje Anche in tutto il resto del mondo la situazione non è diversa; in Cina ad esempio, i cristiani vivono da clandestini, i sacerdoti e i vescovi vengono perseguitati ed imprigionati se non scelti dal regime, tuttavia, segretamente e a loro rischio e pericolo, tanti asiatici ed anche cinesi arrivano a Medjugorje e abbracciano la fede cattolica, chiedendo il battesimo”. Ti regalo l’arma contro il tuo Golia: i 5 sassi. Padre Jozo parla con fermezza, tenendo costantemente tra le mani il Crocifisso, parla di Medjugorje, dei miracoli di conversione e dei continui richiami di Maria alla conversione, al Rosario, alla preghiera del cuore, al perdono, spiegando il senso dei messaggi e affermando infine che a Medjugorje la Madonna non ha insegnato niente di nuovo o di diverso da quello che la Chiesa ha sempre insegnato, ma come una madre, continuamente richiama i propri figli affinché ritornino a tutto ciò che hanno perso per strada e che si è dimenticato in seno alla Chiesa. “A Medjugorje si sperimenta la sua presenza: la si sente nell’aria, la si respira nella preghiera, la si riconosce nella comunione tra i pellegrini. È una sensazione tangibile, come il calore del sole in estate, e la pioggia di settembre. E questo lo conoscono tutti coloro che vengono a Medjugorje con cuore aperto. Milioni e milioni di persone che hanno incontrato la Madonna sono ritornate a Dio. C’è un fiume di grazia che è partito da Medjugorje e che ha raggiunto tutto il mondo, tutte le nazioni, tutte le comunità e le culture. Qui la Madonna non viene a correggere nulla dell'insegnamento di Gesù, della Scrittura, né a cambiare la tradizione della Chiesa”. Passa quindi in rassegna i punti fondamentali richiamati dalla Gospa nei suoi messaggi. Fa distribuire a tutti un’immagine del volto di Maria, non come souvenir, ma per ricordarci che Gesù dall’alto della croce ci ha donato sua 134 Pellegrinaggio a Medjugorje madre e che come Giovanni dobbiamo prenderla in casa nostra. Sul retro dell’immagine vi è scritto: TI REGALO L'ARMA CONTRO IL TUO GOLIA. ECCO I TUOI 5 SASSI: 1. La Preghiera con il cuore: Il Rosario 2. L'Eucaristia 3. La Bibbia 4. Il Digiuno 5. La Confessione Mensile Mentre comincia a spiegare il primo punto, relativo al Rosario, fa distribuire a tutti i presenti un rosario, di quelli comuni, di plastica celeste o fosforescente: “Come il piccolo Davide sconfisse il gigante Golia e i filistei, anche noi, piccoli e umili, obbedienti e disponibili, possiamo sconfiggere il male. Non importa quanto male c’è nel mondo, non importa che sia come un’onda che sta per travolgerci, la Madonna ha invitato sin dall’inizio a pregare il Rosario, ogni giorno, insieme e con il cuore. Solo se pregheremo con perseveranza la preghiera diventerà per noi gioia, ci porterà la pace, ci aiuterà a perdonare. Se riusciremo a rinnovare la preghiera nella famiglia, essa sarà salvata, rimarrà unita, se riusciremo a rinnovare la preghiera nel cuore dei giovani, il Rosario sarà luce sui loro passi. Nessuno ha mai scritto né ha spiegato cosa significa veramente pregare con il cuore. La Madonna ci invita a pregare insieme davanti alla Croce, e a considerare il perdono donato da Gesù ai suoi nemici. Se non riesco a pregare per i miei nemici, se non riesco a metterli davanti al Padre e a dire con Gesù: Padre, perdona loro…, se manca la riconciliazione, non arriverò mai a pregare con il cuore. La Madonna ha chiesto che si preghi insieme in famiglia, ma la famiglia ha dimenticato la preghiera. Non si prega più, complice l’avvento della televisione nelle case, ma non si parla neanche più, tutti rivolgono la loro attenzione ai programmi da seguire. E’ cresciuta così una generazione di figli che non sa cosa significhi pregare, che non ha mai pregato insieme in famiglia, e le famiglie che non pregano, arrivano facilmente a disgregarsi. 135 Pellegrinaggio a Medjugorje Non stanchiamoci di pregare il Rosario, quando si prega con il cuore lo Spirito Santo, che fa sempre nuove tutte le cose, ci farà scoprire come il Rosario sia una preghiera sempre nuova. La Madonna ha invitato a mettere l’Eucaristia al primo posto la Domenica, a vivere ed innamorarsi dell’Eucaristia, a restare in ginocchio davanti al Santissimo Sacramento. L'Eucaristia è il cuore, il fondamento della nostra Chiesa cattolica, la sorgente da dove nasce la vita per i membri del Corpo mistico di Cristo. Senza l’Eucaristia non c’è Chiesa, non c’è santità, l’uomo non riuscirà a diventare sacramento, ad unirsi alla Chiesa, corpo mistico di Cristo, senza questo suo dono straordinario, senza vivere l’Eucaristia. Il sacerdote, durante l'offertorio, versa il vino nel calice e poi aggiunge una goccia d'acqua che si mescola con il vino. La goccia d'acqua che non vale niente, quando si mescola col vino, non si può più distinguere né separare. Durante la transustanziazione anche quella goccia si è trasformata, attraverso la potenza dello Spirito Santo e della preghiera della Chiesa, in Sangue divino. Quando pensi che la tua vita, il tuo lavoro, la tua sofferenza non abbiano valore, considera invece come tu puoi unirti a Dio nell'Eucaristia. Cristo è grande, meraviglioso e ti rende partecipe della Sua natura divina. In una delle prime apparizioni, la Beata Vergine è apparsa piangendo. Era molto triste e ha detto: “Cari figli, avete dimenticato la Bibbia...”. Ci invita a leggere ogni giorno la Sacra Scrittura, a leggerla in famiglia, a collocarla in un luogo bene in evidenza, perché ci stimoli a leggerla. Ci invita a spegnere la TV, a chiudere libri e giornali, e a metterci in ascolto di Dio che parla, abbiamo bisogno di ascoltare la sua parola, la sua voce, e non si trova da nessun’altra parte che nella Bibbia. La Madonna ha chiesto di fare digiuno a pane e acqua mercoledì e venerdì, con gioia e serenità, rinunciando non solo al cibo, ma al peccato e a tutte quelle cose che creano in noi dipendenza e ci tengono in schiavitù! Ha poi detto che con la preghiera e il digiuno anche le guerre si possono fermare. Anche Gesù nel Vangelo diceva che certi demoni 136 Pellegrinaggio a Medjugorje non si possono scacciare se non con la preghiera e il digiuno, e oggi di quei demoni ve ne sono tanti, non solo droga, sesso, alcool, guerre, ma anche silenziosa distruzione del corpo, dell'anima, della famiglia, e dell’uomo e del pianeta su cui vive. Ma dobbiamo credere che possiamo liberare il mondo, da questi nemici! Possiamo farlo con la fede, con la preghiera e con il digiuno, con la potenza della benedizione di Dio. La Madonna ha chiesto la confessione almeno una volta al mese, perché non c’è nessuno al mondo che dopo un mese non abbia bisogno di confessarsi. E’ il sacramento della riconciliazione con Dio, che ci purifica e ci fa rinascere nuovamente e ritornare nella sua Grazia. Terminata la catechesi comincia la Santa Messa, concelebrata da più di 10 sacerdoti e, al termine, la preghiera di guarigione e liberazione, con i sacerdoti che pregano imponendo le mani sui singoli fedeli presenti. Alle 12:30, dopo un giro intorno al convento, lasciamo Siroki Brijeg per tornare a Medjugorje, ci aspetta un pomeriggio fitto di impegni. Incontro con la veggente Marjia. Dopo il pranzo infatti, appena il tempo di una pennichella di 20 minuti, perché alle 14:45 ci rechiamo presso il capannone giallo dove, alle 15:00 è previsto l’incontro con la veggente Marjia. Alle 15:00 Marjia ancora non è arrivata, così una persona della folla va al microfono e comincia la recita della Coroncina della Divina Misericordia. Marjia arriva dopo qualche minuto, ma non si fa notare, siede dietro il tavolo delle conferenze e si unisce alla preghiera come tutti gli altri. Un comportamento che, personalmente, mi ha molto colpito. Sono quei piccoli gesti compiuti con naturalezza e spontaneità che, a mio parere valgono più di tante parole, e che fanno comprendere a volte l’umiltà di una persona. Qualcun altro al suo posto, ergendosi a protagonista, al suo 137 Pellegrinaggio a Medjugorje arrivo si sarebbe potuto far notare, attirando su di sé l’attenzione, magari prendendo il microfono e cominciando a parlare, interrompendo la preghiera incominciata. Sa bene Marjia di essere solo uno strumento, sa di non essere lei la protagonista, conosce bene il compito affidatole dalla Gospa, e da 25 anni lo porta a compimento. “Saluto tutti voi italiani che siete venuti oggi qui a Medjugorje. La Madonna ci invita alla santità, a mettere Dio al primo posto nella nostra vita. Non dice che siamo tutti importanti, ma che ognuno di noi è importante. All’inizio ci ha chiesto il Credo e 7 Pater, Ave e Gloria, Lei pregava con noi, ma durante l’Ave Maria stava zitta e sorrideva. Poi pian piano la Madonna ci ha chiesto di pregare di più. Così abbiamo cominciato a pregare la prima parte del Rosario, poi la seconda, la terza e adesso, grazie al Santo Padre Giovanni Paolo II, che la Madonna ha detto di aver scelto per questi tempi, abbiamo imparato anche la quarta parte del Rosario, i misteri della Luce, con i quali possiamo contemplare la vita di Gesù. Se apriamo il nostro cuore e preghiamo, Lei può aiutarci intercedendo davanti a Dio per noi, ci invita a pregare perchè la nostra vita diventi preghiera, e a pregare finché la preghiera non diventi per noi gioia. La Madonna desidera che tutti noi facciamo esperienza di Dio, non soltanto andando in un Santuario, ma anche pregando nel silenzio della nostra camera, dove possiamo metterci in ginocchio. Quando arriva una persona cara si fa tanto, così dobbiamo fare per Dio, dobbiamo dare il nostro tempo a Dio, per conoscerlo e diventare suoi amici, per raggiungere con Lui un’intimità. Ci ha permesso di innamorarci di Lei per poi portarci a Gesù, che deve diventare il nostro migliore amico, deve essere il centro della nostra vita, perchè la vera pace arriva soltanto da Lui attraverso la preghiera. Con la preghiera e con il digiuno anche le guerre si possono fermare, non soltanto quelle tra popoli ma anche quelle nei nostri cuori, nelle nostre famiglie. Come gruppo di preghiera abbiamo sin da subito deciso di offrire la nostre notti alla Madonna, se il sabato sera tantissimi giovani andavano in discoteca a ballare tutta la notte, noi potevamo stare 138 Pellegrinaggio a Medjugorje inginocchiati in adorazione davanti al Santissimo Sacramento e così abbiamo chiesto al sacerdote che era in parrocchia di voler passare tutta la notte davanti all’Eucaristia. Quando i giovani entravano nelle discoteche noi andavamo in Chiesa, io da adolescente ho avuto una esperienza diversa, non una esperienza di peccato, di droga, di alcool ma pregavo e ho cercato di vivere i messaggi della Madonna e tutti abbiamo avuto delle esperienze bellissime con l’Adorazione. Alle 10 di sera e si iniziava con la lettura della Bibbia, portavamo un piccolo tappetino, per non avere freddo alle ginocchia ma alcuni portavano anche un cuscino e una coperta. Quando non avevamo più preghiere rimanevamo in silenzio e ricordavamo le parole del Curato di Ars: “Io guardo Gesù e Gesù guarda me”, entravamo in meditazione profonda, ma a volte ci addormentavamo e qualcuno con il gomito ti svegliava. Verso le tre di mattina ci prendeva il sonno, allora, sapendo che quell'ora era il nostro momento debole, abbiamo incominciato a leggere e a cantare i salmi e così passavano le quattro del mattino, poi alle cinque arrivava il sacerdote per la Santa Messa e nel nostro cuore c’era tanta gioia perché avevamo passato con Gesù una notte intera in preghiera. Alle sei ritornavamo alle nostre case contenti e salutavamo la gente che usciva di casa ancora addormentata, perché si era appena svegliata, mentre noi eravamo pieni di gioia. Mio fratello, che ogni sabato aspettava che facessi un dolce per la domenica, a volte scherzava e mi minacciava dicendomi: “Se sei veggente devi farlo, è il tuo dovere”. Poi abbiamo imparato anche a digiunare come la Madonna ci ha detto: dalla televisione, dall’alcool, da tante cose, fino a quando la Madonna ci ha invitato al digiuno migliore, il digiuno a pane e acqua il mercoledì e il venerdì. Per le persone ammalate che non possono digiunare a pane e acqua, la Madonna ha detto di offrire con amore la loro malattia; i bambini possono digiunare rinunciando alle caramelle, ai cioccolatini; gli adulti possiamo fare dei fioretti, per esempio rinunciando al caffé, alle sigarette, all’alcool, alla televisione, quindi nessuno trovi una scusa per non 139 Pellegrinaggio a Medjugorje farlo. Importante è poi il digiuno della lingua, che tante volte utilizziamo a sproposito, per parlare male degli altri. Insieme al digiuno la Madonna ci ha raccomandato la confessione almeno una volta al mese, e ci ha raccomandato di prendere un sacerdote come guida spirituale, perché ha detto che tante volte non sappiamo confessarci bene. Poi pian piano, attraverso la Confessione e l’incontro con Dio nella Confessione, ci ha portato alla Santa Messa e ha detto che la Santa Messa e l’Eucaristia deve essere il centro della nostra vita. Ci ha invitato anche a leggere e a mettere la Sacra Scrittura in un posto visibile nelle nostre case, non in mezzo agli altri libri, dove nessuno la può vedere. Non conosciamo la Bibbia, e tutti ci possono ingannare. Oggi si ignora l’aldilà, la Madonna ci ha fatto vedere l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, e ci ha portato fisicamente Jakov e Vicka. Se pensassimo alla vita eterna saremmo tutti santi. A Medjugorje si viene per pregare, per stare in silenzio. Un tempo non c’erano neanche i bagni, ora rispetto a quei tempi siete caduti nel lusso, e mi dispiace. Cominciamo a prendere la bella abitudine di fare un segno di croce prima di mangiare, cominciamo a creare il primo gruppo di preghiera nella nostra famiglia. Se è difficile, cominciate voi, date voi l’esempio nella vostra famiglia. La Madonna ha detto che coloro i quali hanno avuto la grazia di venire qua, che cioè sono stati chiamati, ritornando alle proprie famiglie, devono dare testimonianza, devono essere gioia per gli altri, portando l’amore di Dio a quelle persone che non lo hanno ancora conosciuto. La Madonna ci dice che Dio è generoso, e a chi bussa sarà aperto. Noi abbiamo bussato, abbiamo chiesto e abbiamo ricevuto. Abbiamo visto tante persone che sono venite qui a Medjugorje che hanno bussato e hanno ricevuto. Tante famiglie che erano distrutte, tante coppie che non potevano avere dei figli, tante persone che erano senza fede, che erano malate e che sono guarite o che grazie alla propria malattia si sono convertite, facendo convertire anche tutta la propria famiglia, persone che hanno cominciato una nuova vita, una vita con Dio. 140 Pellegrinaggio a Medjugorje Oggi si fanno pochi figli (Marjia ha 4 figli maschi, ndr) ma i governi non fanno nulla per incentivare la natalità, anzi fanno leggi che promuovono l’aborto o la pillola. Quando sono venuta in Italia (dalla fine degli anni ’80 Marjia è sposata con un italiano, e vive a Monza, ndr), c’era il comunismo in Jugoslavia, ora c’è in Italia”. Al momento della conferenza infatti, da circa due mesi, dopo le elezioni politiche, si è insediato un governo di centrosinistra, conquistando la poltrona con una esigua maggioranza, si parla di poche migliaia di voti, grazie all’apporto di partitelli di ispirazione radicale, libertaria e atea, che sputano veleno da tutti i pori, soprattutto contro la Chiesa. Il governo instauratosi risulta quindi prigioniero, ostaggio di esponenti radicali, di ispirazione comunista e libertaria e decisamente anticlericale che ovviamente, in cambio dell’appoggio in campagna elettorale, e della fiducia al governo, pretendono di uniformare la legislazione nazionale, alla propria ideologia. Cosa non si fa per vincere le elezioni… penso non tanto alla parte sinistra della coalizione, quanto a quella centrista, che dovrebbe essere di ispirazione filo-cattolica o quantomeno moderata, ma che non ha esitato a venire a compromessi con radicali e compagnia briscola, dichiaratamente, anzi spudoratamente atei e anticlericali, e a cedere ai loro vergognosi ricatti pur di ingrossare la coalizione…credo di aver compreso cosa significhi vendere la propria primogenitura per un piatto di lenticchie. “Molti dicono che in Italia non c’è il Comunismo come quello jugoslavo, ma non è altro che un agnello travestito da lupo, noi non siamo né di destra, né di sinistra, siamo solo di Gesù Cristo, ma oggi abbiamo rifiutato anche le nostri radici cristiane, chiudiamo gli occhi, togliamo i crocifissi per non offendere gli altri, mettiamo i bambini davanti alla televisione, dove vedono di tutto, perché diciamo che si devono abituare… A volte siamo troppo buoni, e con questo buonismo non abbiamo neanche una nostra 141 Pellegrinaggio a Medjugorje espressione, invece noi dobbiamo professare la nostra fede. Penso che ci accorgeremo presto del governo che abbiamo voluto…”. Dalla bocca di Marjia non escono parole di chi vuole fare politica, sono parole pesate, nessuna è fuori posto. C’è da fidarsi, ciò che dà credibilità a queste affermazioni sono proprio quei famosi “quarant’anni di schiavitù” comunista, cui sono state sottomesse le popolazioni jugoslave, nonché i soprusi subiti in prima persona dagli stessi veggenti e da Padre Jozo. Inoltre, mentre sto trascrivendo questo testo, fine 2006 – inizio 2007, diverse volte l’agnello ha lasciato il posto al lupo, in parlamento si discute di matrimoni-gay di pacs, di eutanasia, di stato laico=ateo, e argomenti simili… come volevasi dimostrare… Per Natale poi sono scomparsi i presepi dalla grande distribuzione, si riteneva offendessero le altre religioni; anche nelle scuole molti dirigenti scolastici hanno proibito il presepe e anche di cantare canzoncine natalizie in cui venisse pronunciato il nome di Gesù. Stiamo assistendo così, se ancora qualcuno ancora non l’avesse capito, ad un processo di cancellazione del cristianesimo, stiamo viaggiando verso una sorta di religione umanitaria. Questo lo scenario in cui stiamo vivendo ed il futuro non promette nulla di buono. Vedremo… La Gospa nel messaggio del 25 gennaio 1997 disse: «Cari figli, vi invito a riflettere sul vostro futuro. Voi state creando un nuovo mondo senza Dio, solamente con le vostre forze, ed è per questo che non siete soddisfatti e non avete la gioia nel cuore. Questo tempo è il mio tempo e perciò, figlioli, vi invito di nuovo a pregare. [..]». Continua Marjia: “Padre Jozo parla contro il comunismo, anche se non parla mai della sua esperienza. Lui è stato percosso, torturato. Se volete sapere quando cambia tempo, potete chiederlo a padre Jozo, lui lo avverte nelle sue ossa. Veniva picchiato duramente, ed aveva spalla e mandibola completamente fuori. Grazie a delle raccolte di firme, in Germania, in Italia, ed in particolare grazie al movimento 142 Pellegrinaggio a Medjugorje di Comunione e Liberazione di don Giussani, tutti hanno conosciuto la vicenda, e non lo hanno potuto più picchiare”. Si conclude infine l’incontro: “Cosa offriamo così ai nostri figli? Niente, dobbiamo seminare bene, dobbiamo avere fiducia e il mondo si convertirà. Noi spesso diamo ai nostri figli solo le cose materiali e pensiamo di darne sempre di più, ma vediamo la povertà dei loro cuori quando non gli abbiamo dato Dio, quando non li abbiamo istruiti nella preghiera. Per questo è arrivata la Madonna. Lei fa capire a tutti noi che ognuno di noi è suo figlio e che possiamo cominciare anche oggi a vivere una vita nuova anche se abbiamo 90 anni, perchè la Madonna è in mezzo a noi e ci dice: “Io vi voglio bene; se sapeste quanto vi amo, piangereste di gioia”. Vi auguro con tutto il cuore che ognuno di voi possa scoprire in questi giorni l’amore della Madonna. Andate sulla Collina delle apparizioni, sul monte della Croce, nella Chiesa, alla Croce Blu…Anche voi che siete qui per la prima volta, cercate qualche piccolo posto dove nascondervi e pregare. Sfruttate bene questo tempo, non cercate, non preoccupatevi del cibo, delle cose materiali o del rosario nuovo che potete comperare per avere una collezione di rosari, o altre cose; ma cominciate a sfruttare questo tempo per dedicarlo a Dio, e vedrete che Dio non si nasconde, non è su, in qualche parte del cielo, ma è in mezzo a noi ci vuole bene e per questo ha mandato la sua e nostra Madre, perché vuole aiutarci e vuole salvarci. Un giorno abbiamo chiesto alla Madonna: “Perché tu sei così bella che non possiamo descrivere la tua bellezza?” La Madonna ha detto: “Io sono bella perché amo”. Io vi invito tutti a cominciare ad amare la Madonna, perché se cominciate ad amare la Madonna, la Madonna vi porta a Gesù e quando avete Gesù, avete la vita eterna. Ecco, io vi auguro questo con tutto il cuore e che Dio vi benedica. Questa sera, durante l’apparizione, pregherò per tutti voi e per tutte le vostre intenzioni”. Suor Elvira e la Comunità Cenacolo. 143 Pellegrinaggio a Medjugorje Terminata la testimonianza sono quasi le 16:30, ma come gruppo, avevamo un appuntamento alle ore 16:00 presso il “Campo della Vita” della Comunità Cenacolo; siamo dunque in netto ritardo, ma decidiamo di provare ad andare lo stesso. La Comunità Cenacolo è una comunità di recupero per tossicodipendenti, ma non solo, fondata da suor Elvira Petrozzi nel 1983. La Casa madre è a Saluzzo (Cn), e ci sono ben 37 fraternità sparse in tutto il mondo. Il “Campo della Vita” si trova a Bijakovici, proprio all’ingresso della spianata, sempre di fronte al Podbrdo, a fianco della Comunità Mariana “Oasi della Pace”. All’ingresso, nonostante il ritardo, veniamo accolti dai giovani della Comunità, ed abbiamo la fortuna di trovare anche suor Elvira, dato che in questi giorni si festeggia il 15° anno di presenza della comunità qui a Medjugorje. Ci incontriamo in cappella, dove suor Elvira e i giovani si presentano e presentano la comunità. La suora, 70 anni ma una verve incredibile, esordisce affermando di essere sposata da molti anni con il figlio del falegname di Nazareth, scoprendo che servire è regnare. “Non c’è regno più grande, più stupendo del cuore dell’uomo. Il segreto per regnare, per superare le paure, la depressione, è di voltarsi verso chi sta soffrendo più di noi. E’ inutile stare a contemplare e disperarsi delle proprie ferite, tutti abbiamo una ferita nel cuore, una debolezza, ma proviamo a metterla con verità davanti al Signore, perché ci liberi dai nostri peccati. Non conta il passato, non contano i nostri peccati, Dio dà a tutti la possibilità di risorgere. La vocazione per eccellenza che ognuno è chiamato a vivere è l’Amore. Lui non castiga, non fa paura, perché sa benissimo come siamo. La Madonna qui a Medjugorje vuole guarire i nostri cuori. A Medjugorje per qualche ora bisogna ascoltare il proprio cuore in silenzio. Occorre riscoprire il silenzio, è il momento della riconciliazione, di raggiungere la Pace, in modo definitivo. 144 Pellegrinaggio a Medjugorje Per perdonare gli altri occorre innanzitutto perdonare se stessi, con tutti i nostri difetti e debolezze. Una volta riconosciuto il nostro peccato dobbiamo chiedere perdono per le nostre offese, dobbiamo tirare giù la maschera, essere trasparenti, non avere tante facce e, se abbiamo emarginato qualcuno, quella persona è Gesù di Nazareth. Se non perdoniamo, anche la nostra preghiera, sarà inutile. Rappresentiamoci Gesù nel volto delle persone che non sopportiamo, non è facile, ma noi cristiani siamo fortunati, perché abbiamo l’amore di Cristo, l’amore che dona la vita, e l’amore non è amore se non è macchiato di rosso, se non passa dalla croce. Diversamente è un’illusione, un inganno. C’è già chi ha pagato per i nostri peccati, per i peccati di tutti gli uomini, la vendetta non ha più ragione di esistere, resta solo il perdono. Tutti sentiamo il bisogno del perdono e, anche se nella vita abbiamo fallito, Gesù ci accoglie,ci perdona, ci inonda della sua Misericordia, se lo vogliamo. Non ci può essere perdono, né comunione con i fratelli se non c’è l’incontro con Dio nella preghiera, se a partire dalla quotidianità non pensiamo al bene degli altri prima che al nostro. Qui in comunità si recitano 3 rosari, al mattino, al pomeriggio e alla sera, si lascia abbracciare alla dolce corona tutta la giornata, che simboleggia la nostra vita, dal principio alla fine. E’ dalla scuola della preghiera che è passata la risurrezione di tanti giovani, il ritrovamento della pace, della serenità e della forza del perdono, dei singoli e delle famiglie. Una preghiera che ottiene grazie straordinarie, di conversione e di riconciliazione, la preghiera degli ultimi, dei poveri, dei semplici, la preghiera di Maria, così piccola eppure così grande agli occhi di Dio. La preghiera è una luce interiore che illumina le nostre piaghe e i nostri difetti. Quanti giovani salvati, recuperati, con la corona del Rosario in mano! Non possiamo sempre colpevolizzare i giovani, ma soprattutto non possiamo più prenderli in giro. I giovani amano la verità, e noi adulti dobbiamo avere il coraggio di vivere la verità, prima ancora di dirgliela, vivere la realtà della propria fragilità. Siamo poveri, siamo fragili, non mettiamoci la maschera per far vedere loro che 145 Pellegrinaggio a Medjugorje siamo buoni. Sono nati genuini, vergini, puliti, sono stati bambini come tutti, solo dopo sono diventati bugiardi. Abbiamo insegnato noi adulti ai giovani, ai figli, a nascondersi dietro le bugie. Loro ci osservano, ci giudicano, ci compatiscono e infine ci abbandonano, perdono in noi la fiducia. Quanti padri, madri fantasmi, che non hanno mai tempo per i figli, lasciandoli vivere in una situazione di solitudine paurosa, tremenda, anche tra mille agiatezze. Con i nostri esempi opachi, falsi, senza futuro abbiamo fatto credere loro che il guadagno, la carriera, il benessere, i soldi, il divertimento, sono la fonte della felicità, lo scopo della vita. Abbiamo ricevuto da Dio doni straordinari, ma noi li usiamo per servire i nostri idoli, che ci schiavizzano e ci portano alla morte spirituale e fisica. I giovani cercano la verità, la comunità si propone di dare il tempo, il rispetto che meritano, perché possano riprendere quota e vivere la verità. In comunità, se si sbaglia, lo si ammette, ci si chiede perdono l’un l’altro, ci si riconcilia, ci si perdona, si condividono i momenti di gioia come i momenti di dolore, senza giudicarsi o condannarsi. In altre parole si propone la vita cristiana, si propone Gesù, la Verità che ci farà liberi, incontrare Gesù e pregare, stare sempre alla sua presenza, anche quando si è peccato. E’ inutile scappare, Lui ha voluto prendere su di sé i nostri peccati, i tradimenti, le falsità, la menzogna, la violenza, l’ambizione, la paura, l’orgoglio, la prepotenza e tutto il resto. Quando pecchiamo tendiamo a mascherare le nostre azioni, a nasconderci, a giustificarci, ma ora in comunità questo non lo facciamo più; accettiamo i nostri errori, riconosciamo la nostra debolezza, ma continuiamo a credere che la bontà, il bene, la luce, la pace, non sono impossibili. L’amore misericordioso di Gesù è più grande di ogni nostra debolezza, ed è una terapia garantita da 2000 anni. I ragazzi vivono la parola di Dio, la preghiera, il Rosario, si vive in un clima mariano, e sia avverte la presenza materna di Maria che non trascura nessuno dei suoi figli, amandoli e seguendoli con amore. Qui a Medjugorje ci sono più di 100 ragazzi di oltre 30 nazionalità diverse, ma si rispettano e si fidano di loro, ci sono serbi, bosniaci, croati, montenegrini e altri, che normalmente litigherebbero, come fanno gli altri la fuori, ma che qui in comunità 146 Pellegrinaggio a Medjugorje vivono insieme e si vogliono bene perché hanno riconosciuto di essere dei falliti, dei drogati, e che senza di Dio, non potrebbero fare proprio nulla. La prima condizione per entrare in comunità è proprio questa: cominciare a vivere all’insegna della verità col riconoscere il fallimento della propria vita. Vengono così accolti dalla Misericordia del Padre, che dona loro una vita nuova da cui ricominciare”. Osservare e sentir parlare suor Elvira è uno spettacolo, sebbene non più ragazzina, possiede una vitalità ed una capacità comunicativa da far invidia al più convincente dei politici. Nella comunità non si fa uso di medicinali o di terapie sostitutive alla droga, non vengono chiesti soldi ai genitori dei ragazzi, e si vive esclusivamente di provvidenza. Suor Elvira invita poi le donne a considerare il grande ruolo che esercitano nel mondo: “Ciò che la donna deve desiderare è la famiglia, perché questa è la sua vocazione, la donna è stata fatta per dare la vita, e deve mettere al mondo la vita per sentirsi pienamente realizzata. Non può continuare a seguire le sue voglie, i suoi capricci, le sue ambizioni, il suo egoismo, la sua voglia di emergere, di superare l’uomo. E’ la donna che genera l’uomo, ed è solo la donna che può capire l’uomo. Oggi siamo giunti ad un punto in cui l’uomo deve temere la donna poliziotto, la donna militare, la donna politica, la donna in carriera, quella stessa donna che l’ha generato, e che quando sposa vorrebbe che capisse le sue debolezze, ma la donna ambiziosa si rivela più debole dell’uomo, incapace di donargli tenerezza, amore, comprensione, allontanandolo da lei. Quando un uomo arriva a questo, spesso, è solo perchè la donna l’ha lasciato solo, non è stata capace di far nascere in lui la tenerezza, la bontà, la pazienza. La donna deve invece saper riscoprire il suo grande valore, il suo essere donna, madre e sposa, prendendo esempio da Maria, dalla sua tenerezza, dalla sua capacità di servire, e diventare così il dono prezioso che sa dare la vita a tutti”. 147 Pellegrinaggio a Medjugorje Al termine dell’incontro suor Elvira ci deve lasciare, ma restiamo in compagnia dei suoi ragazzi che ci fanno visitare il “Campo della vita”. Visitiamo il loro laboratorio artigianale e vediamo anche l’enorme tendone verde dove ogni 2 del mese la veggente Mirjana ha l’apparizione e prega con la Madonna per i non credenti o, come li definisce la Gospa, coloro che non hanno ancora incontrato l’amore di Dio. A proposito di apparizione, i ragazzi si stanno preparando ad animare con canti la preghiera prima dell’apparizione, che il veggente Ivan avrà presso la Croce Blu alle ore 22:00. Per la verità circolava già la voce, ogni lunedì e venerdì il gruppo di preghiera guidato da Ivan si riunisce presso la Croce Blu, ai piedi del Podbrdo, ma non sempre il messaggio è destinato ai pellegrini. Questa volta pare di sì, gli animi si accendono, si decide su due piedi e in maniera unanime di recarci all’apparizione, anche se per fare ciò è necessario saltare la cena. E’ infatti già tardi, così torniamo alla pensione e, poco prima delle 20:30, siamo nuovamente a Bijakovici. Apparizione presso la Croce Blu. Quando si parla di Croce blu, si intende un luogo ai piedi del Podbrdo, a circa 30 metri dalla strada del paese. Vi si accede da una piccola salita, un varco tra le case, sul lato destro della strada principale di Bijakovici, che precede di un centinaio di metri l’accesso consueto alla collina. Pur trattandosi anche in questo caso di una salita, il cammino è molto più breve, e tutti vi accedono con facilità. E’importante riflettere alla tenera premura di Maria, a mio parere infatti, ha così voluto consentire, anche a chi non può inerpicarsi fin sulla collina, di assistere alle apparizioni. La croce è formata da due assi trasversali di legno e il suo colore non ha nessun particolare significato, semplicemente qualcuno, nel 1985, l’ha dipinta di blu e l’ha fissata in quel 148 Pellegrinaggio a Medjugorje luogo. Ora ai piedi della croce blu vi è un piccolo altarino di forma semicircolare e, attorno ad essa, è stato ricavata una conchetta di forma circolare circondata da un muretto. Generalmente Ivan durante l’apparizione si inginocchia al centro della conchetta, mentre il resto del gruppo di preghiera si posiziona intorno, sul muretto circolare. Al nostro arrivo già molta gente è giunta sul posto. Io trovo uno spazio di fronte alla Croce Blu, ma solo ad una decina di metri di distanza. Sono già rassegnato alla posizione non proprio ottimale, quando scorgo una signora, seduta 2 metri a destra della Croce Blu, che non conosco, ma che scoprirò poi far parte del nostro gruppo di pellegrinaggio, che mi fa cenno di venire in avanti. In un primo momento non ci faccio molto caso, c’era infatti un’altra persona con me, e quando vi è una folla alle spalle, è facile pensare che una persona che fa dei gesti si rivolga a qualcun altro dietro o a fianco, specie quando questa persona non si conosce. Forse il volto non mi è totalmente sconosciuto ma, dopo alcuni giorni trascorsi a Medjugorje, potrei dire altrettanto di centinaia di altre persone, anche di altri gruppi che posso aver incrociato più volte nei vari luoghi di preghiera. Dopo un po’ ci si sente veramente tutti come appartenenti ad una grande famiglia. Ignorando di essere proprio io il destinatario dell’invito, rimango seduto sulla mia pietra ma, quando il mio vicino si alza e capisce che quella persona stava chiamando proprio me, allora mi alzo anch’io, mi creo faticosamente un varco tra la folla, e raggiungo la signora. Mi indica, in basso davanti a lei, un piccolo spazietto, proprio a ridosso della conchetta. Mi chiede se ci entro e mi avverte che è un po’ scomodo, bisognerà infatti stare rannicchiati per quasi due ore, ma non ci penso, ringrazio vivamente e fulmineamente prendo posto, tra terra, piedi e pietre. 149 Pellegrinaggio a Medjugorje Vedo che la Madonna si è dimostrata particolarmente generosa questa sera con me, da qui posso seguire tutto più nitidamente. Come mai quella persona abbia chiamato proprio me poi, rimarrà un mistero. Intanto a turno tra le varie lingue si recitano rosari, e il coro di preghiera si eleva in maniera maestosa. Osservando poi l’immensa folla dei pellegrini, assiepata sulla collina, mi sembra di rivivere in una scena evangelica. Chissà quante volte, alla vista delle folle che lo seguivano, Gesù è salito su di un monte per insegnare, predicare, muoversi a compassione, intenerirsi, amare le folle che pendevano dalle labbra del Maestro. Beh, forse non proprio tutti pendevano dalle sue labbra, anche oggi forse seguiamo non tanto il Maestro, quanto quell’individuo che fa miracoli, che moltiplica il pane… Intanto, intorno alle 21:00 giunge anche il veggente Ivan, con il gruppo di preghiera. Si continua la preghiera, e ritroviamo i ragazzi della comunità di suor Elvira che, con le loro voci, accompagnate dalla chitarra, contribuiscono a creare un clima gioioso. Sembra quasi di trovarsi in un angolo di Paradiso, sono sempre presenti tuttavia elementi di disturbo, ed in questo devo constatare che noi italiani siamo imbattibili. Sono particolarmente infastidito da un episodio che si consuma davanti ad i miei occhi e che purtroppo rovina un clima di grande raccoglimento e di sincera preghiera. Si tratta dell’atteggiamento discutibile, per quanto a volte, raramente, in buona fede, di ricerca dello straordinario, del segno esteriore, fantastico, soprannaturale. Davanti a me, una donna, sciorina foto di presunti fenomeni fotografati in precedenti apparizioni, attirando l’attenzione di qualcuno, e ne segue così un gran confabulare, tra chi vuole vedere le foto, chi ne richiede la spedizione, chi dice di vedere chiarori nel cielo… insomma anche in un momento così solenne, in 150 Pellegrinaggio a Medjugorje cui il cielo abbraccia la terra, noi italiani, siamo capaci di creare disagio, confusione, di cadere nel fanatismo e nella gola spirituale. Ecco perché penso che forse oggi non seguiamo tanto il Maestro, quanto i miracoli, il pane… Non è questo il momento, né il luogo di discutere di questi aspetti a volte così fuorvianti, ci sono tempi e luoghi appositi per uno studio e un approfondimento serio e imparziale di presunti fenomeni o manifestazioni soprannaturali. Io sono il primo a non precludere l’eventualità dei segni, anche esteriori, ma se l’albero non porta buoni frutti, ossia se questi segni non portano alla conversione, ma solo ad una sorta di morboso fanatismo, allora credo che ci sia qualcosa che non va per il verso giusto. Se non avessi riscontrato buoni frutti, ed anche in abbondanza, probabilmente non sarei neanche giunto qui a Medjugorje, fortunatamente di casi come sopra non ce ne sono tanti, si tratta solo di iniziative personali, di pessimo gusto che, proprio in virtù questa arbitrarietà nell’iniziativa, non inficiano minimamente la credibilità di Medjugorje, dove tuttavia bisogna stare attenti a diffidare da sedicenti veggenti o simili che, nel tempo, hanno cercato di approfittare della situazione, accreditandosi come tali. Proprio per evitare di cadere in una forma di fanatismo, e comunque per vivere fino in fondo la sacralità del momento, senza distrazioni, prima di partire, ho deciso di separarmi per la prima volta in questi giorni, dalla mia fedele macchina fotografica, una scelta spontanea e quanto mai opportuna. Sono le 22:00, recuperato un po’ di raccoglimento dopo lo spiacevole inconveniente, comincio a rendermi conto che tra qualche istante la Madonna scenderà ancora una volta sulla terra qui a Medjugorje, a soli 2 metri da me, e ciò mi fa sobbalzare il cuore. Non si può descrivere ciò che si prova… Ma ecco che finalmente durante il Padre Nostro avviene qualcosa. Piomba un silenzio assoluto. E’ cominciata 151 Pellegrinaggio a Medjugorje l’apparizione. Ivan parla, ma dalla sua bocca non esce alcun suono (fenomeno già appurato dalla scienza), poi la voce ricompare alla recita del Pater, Ave e Gloria finale. L’apparizione è durata un paio di minuti, ma un conto è descriverla, un conto è viverla. Ogni parola potrebbe risultare sterile, non si può descrivere umanamente cosa è successo in quei 2 minuti, quante sensazioni, emozioni, condensate in quegli istanti così brevi ma così intensi. Io non ho visto né sentito la Madonna, ma ho sperimentato cosa significhi sentire e vedere con il cuore. Suggestione, potrà dire qualcuno, ma non sento la necessità di giustificarmi, si tratta infatti, come tutto questo libro, di una esperienza personale. Non posso tacere come ci si senta amati di un amore speciale, materno, e di come si pregusti, attraverso Maria, l’Amore, la Misericordia Divino. E’ infatti la Divina Misericordia che permette da 25 anni la presenza di Maria a Medjugorje, attraverso la quale ci invita incessantemente alla conversione. Come non comprendere questo tempo di grazia? Gesù stesso disse a Santa Faustina: “Prima che io venga come Giudice giusto, spalanco la porta della Mia misericordia. Chi non vuole passare attraverso la porta della misericordia, deve passare attraverso la porta della Mia giustizia”. (1146) “Infelici coloro che non approfittano di questo miracolo della Divina Misericordia! Lo invocherete invano, quando sarà troppo tardi!”. (1448) Durante l’apparizione ebbi la grazia di capire qualcosa a cui non avevo mai fatto caso in tanti anni. La Madonna era li con noi, in mezzo a noi, e in quel momento quella sua presenza mi aiutò a considerare come ogni giorno sull’altare avvenga un miracolo: Gesù che viene tra noi sotto le specie del pane e del vino e ci unisce a Lui con la santa Comunione! Un miracolo che avviene quotidianamente e a cui non facciamo caso! E poi è sempre lì, presente e vivo nel tabernacolo, ostaggio d’amore, ad aspettarci, sempre, ma spesso invano. 152 Pellegrinaggio a Medjugorje Scoprirò poi successivamente che nel messaggio del 12 novembre 1986 la Madonna aveva detto proprio questo: «Io vi sono più vicina durante la Messa che durante l’apparizione. Molti pellegrini vorrebbero essere presenti nella stanzetta delle apparizioni e perciò si accalcano attorno alla canonica. Quando si spingeranno davanti al tabernacolo, come ora fanno davanti alla canonica, avranno capito tutto, avranno capito la presenza di Gesù, perché fare la comunione è più che essere veggente». Compresi allora, finita l’apparizione, le parole che Dio Padre disse a Santa Caterina da Siena, nel Dialogo della Divina Provvidenza, riguardo alla “dolcissima madre dell'Unigenito mio Figliuolo, Maria”: “Alla quale, per riverenza del Verbo, è dato questo dalla mia bontà: che chiunque, giusto o peccatore, l'abbia in debita riverenza, non sia preso né divorato dal demonio infernale. Ella è come una esca, posta dalla mia bontà per prendere le creature umane”. Ho sperimentato personalmente la dolcezza di questa esca, posta dalla bontà divina per attirare le anime umane, ed anche la fondatezza e la veridicità dell’affermazione “la Madre è la via che conduce a Cristo”. Del resto come afferma il Montfort nel suo Trattato, citando san Giovanni Damasceno: «Essere tuoi devoti o Santa Vergine, è un'arma di salvezza che Dio dà a coloro che vuol salvare». In fondo anche una risposta verso tutti coloro che criticano la devozione mariana affermando che Maria è una creatura mentre Dio è il creatore. Anche San Luigi M. Grignion de Montfort, autore del “Trattato della vera devozione a Maria”, riconosce questa realtà, affermando che Maria, “non essendo che una semplice creatura uscita dalle mani dell’Altissimo, paragonata alla sua infinita Maestà, è meno che un atomo, o meglio niente del tutto, poiché egli solo è “Colui che è”, […] tuttavia, dato l’ordine attuale delle cose, Dio, avendo voluto cominciare e compiere le sue opere più grandi per mezzo della santissima Vergine, dal momento che la formò, è giusto credere che non muterà tenore nei secoli futuri, perché egli è Dio e non può mutare nei suoi sentimenti come nella sua condotta”. Partendo da questo presupposto San Luigi scrisse il suo grande capolavoro di spiritualità mariana, 153 Pellegrinaggio a Medjugorje a cui attinse nella sua giovinezza Giovanni Paolo II, in cui trattò di Maria e delle sue grazie in maniera eccelsa ma affermando, a caratteri cubitali, che: “DE MARIA NUMQUAM SATIS (di Maria non si dirà mai abbastanza), Maria non è stata ancora abbastanza lodata, esaltata, onorata e servita”. Terminata l’apparizione il veggente Ivan detta il messaggio che in breve tempo viene tradotto nelle principali lingue: Anche oggi la Madre vi invita con gioia. “Oggi vi porto la pace, portate questa pace agli altri, siate cari figli portatori della pace, vi porto l'amore cari figli, portate questo amore agli altri. Anche oggi vi invito cari figli durante questo tempo, rinnovate i miei messaggi, vivete i miei messaggi. Grazie cari figli perché avete risposto alla mia chiamata”. Ricevuto il messaggio, si comincia pian piano a scendere giù verso Bijakovici dove, raggiunto il pullman, torniamo alla pensione. La Croce Blu 154 Pellegrinaggio a Medjugorje Settimo giorno Martedì 20/06/2006 Ultimo saluto a Medjugorje. Stamattina regime di libertà per tutti. Dopo la messa delle 11:00, ognuno può dare il proprio personale saluto a Medjugorje. Prima di pranzare tuttavia è opportuno fare già i bagagli, in vista della partenza prevista per il primissimo pomeriggio. Poche ore dunque, per fissare bene nella mente e nel cuore tutti questi luoghi, ed eccoci già alla partenza. Inutile stare li a raccontare come ognuno abbia segretamente il desidero di ritornare presto a Medjugorje, dopo aver salutato i carissimi titolari della pensione, partiamo verso Dubrovnik, facendo però una puntatina al santuario di Tihaljina. Il santuario di Tihaljina. Il santuario di Tihaljina si trova a circa 20 km da Medjugorje. E’ una chiesa francescana, ed è stata per 4 anni la destinazione di Padre Jozo, dopo esser stato mandato via da Medjugorje. Al suo interno possiamo ammirare la meravigliosa statua di Maria, a grandezza naturale e di produzione italiana, il cui dolce volto è presente su ogni souvenir o materiale stampato riguardante Medjugorje, e quindi anche sulla copertina di questo libro. Dubrovnik. Dopo aver percorso a ritroso tutto il percorso descritto all’andata, ed aver riammirato la bellezza della costa dalmata, giungiamo nel tardo pomeriggio nella città croata di Dubrovnik, che ci accingiamo a visitare in attesa di 155 Pellegrinaggio a Medjugorje imbarcarci sul traghetto del ritorno. Onestamente, dopo una settimana a Medjugorje, il programma non mi alletta tanto, tuttavia mi unisco ai compagni di pellegrinaggio in questa passeggiata cittadina. Dubrovnik, un tempo nota come Ragusa, fu fondata dai romani nel VII secolo e anche della Repubblica di Venezia fino al XIV secolo. E’ una città marinara a vocazione turistica e presenta il doppio volto di città moderna e storica. Si possono ammirare moderni palazzi tra cui spicca un casinò ed un maestoso ponte di recentissima costruzione che collega Dubrovik al resto della costa dalmata. Nella città vi è poi un’altra città, molto ampia e circondata da mura a mo’ di fortezza, che ne costituisce il centro storico, caratterizzato dalla presenza di numerose chiese e palazzi d’epoca di grande valore artistico e storico, risalenti con molta probabilità al periodo della dominazione veneta. Sebbene nel corso del conflitto jugoslavo la città sia stata pesantemente danneggiata, attualmente non si notano segni di bombardamenti. Alle ore 20:00 circa procediamo verso il porto, per espletare le procedure d’imbarco e trascorrere una notte in viaggio, prima di giungere nuovamente in Italia. Fine del Pellegrinaggio. 156 Pellegrinaggio a Medjugorje Seconda Parte Eccoci dunque nella seconda parte di questo libro, a cui più volte, nel corso della narrazione, ho rimandato la trattazione più approfondita di alcuni argomenti, che ho volutamente inteso separare dalla prima parte. Si tratta, è vero, pur sempre di opinioni personali, ma qui ho voluto anche riportare o azzardare, partendo comunque sempre da reali dati di fatto, alcune ipotesi, personali e non, ma che, in quanto ipotesi, più si prestano ad essere condivise o non condivise. Queste ultime pagine verranno redatte perciò con spirito giornalistico, lungi dal voler creare proselitismi, alimentare fanatismi o allarmismi. Citerò anche dei documenti, tra cui scritti di papi, santi e beati, tenendo fuori testi di sedicenti rivelazioni private ad eccezione del caso Medjugorje, non intendendo inoltre formu-lare interpretazioni di comodo della Sacra Scrittura, nè tantomeno creare confusione o sviare la fede dei lettori. Ecco perché ho voluto separare dal resto del libro questa seconda parte e fare, al principio di essa, le debite precisazioni. I. Giovanni Paolo II, il Papa di Maria. 157 Pellegrinaggio a Medjugorje Medjugorje, 25 agosto 1994: «Cari figli, oggi sono unita a voi nella preghiera in modo speciale, pregando per il dono della presenza del mio amato figlio nella vostra patria (il 10 e l’11 settembre, papa Giovanni Paolo II visiterà la Croazia). Pregate, figlioli, per la salute del mio figlio più caro che soffre, ma che io ho scelto per questi tempi. Io prego e intercedo presso mio Figlio Gesù, affinché si realizzi il sogno dei vostri padri. Pregate, figlioli, in modo speciale, perché Satana è forte e vuole distruggere la speranza nel vostro cuore. Io vi benedico. Grazie per aver risposto alla mia chiamata». Pregate, figlioli, per la salute del mio figlio più caro che soffre, ma che io ho scelto per questi tempi. Maria, con questo messaggio del 25 agosto 1994, ha rivelato dunque che Giovanni Paolo II è il Papa che lei stessa si è scelta per questi tempi. Del resto non è difficile dimostrare, anche per chi non crede o non vuole credere a Medjugorje, come alcuni eventi abbiano segnato la vita del Pontefice in maniera misteriosa, sin dalla sua infanzia. A tal proposito proponiamo alcuni brevi passi, tratti dagli scritti dal Servo di Dio Karol Wojtyla. Il «filo mariano». “Naturalmente, parlando delle origini della mia vocazione sacerdotale, non posso dimenticare il filo mariano. La venerazione alla Madre di Dio nella sua forma tradizionale mi viene dalla famiglia e dalla parrocchia di Wadowice. Ricordo, nella chiesa parrocchiale, una cappella laterale dedicata alla Madre del Perpetuo Soccorso, dove di mattina, prima dell'inizio delle lezioni, si recavano gli studenti del ginnasio. Anche a lezioni concluse, nelle ore pomeridiane, vi andavano molti studenti per pregare la Vergine. Inoltre, a Wadowice, c'era sulla collina un monastero carmelitano, la cui fondazione risaliva ai tempi di San Raffaele 158 Pellegrinaggio a Medjugorje Kalinowski. Gli abitanti di Wadowice lo frequentavano in gran numero, e ciò non mancava di riflettersi in una diffusa devozione per lo scapolare della Madonna del Carmine. Anch'io lo ricevetti, credo all'età di dieci anni, e lo porto tuttora. Si andava dai Carmelitani anche per confessarsi. Fu così che, tanto nella chiesa parrocchiale quanto in quella del Carmelo, si formò la mia devozione mariana durante gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza fino al conseguimento della maturità classica. Quando mi trovai a Cracovia, nel quartiere Debniki, entrai nel gruppo del «Rosario vivo», nella parrocchia salesiana. Vi si venerava in modo particolare Maria Ausiliatrice. A Debniki, nel periodo in cui andava configurandosi la mia vocazione sacerdotale, anche grazie al menzionato influsso di Jan Tyranowski, il mio modo di comprendere il culto della Madre di Dio subì un certo cambiamento. Ero già convinto che Maria ci conduce a Cristo, ma in quel periodo cominciai a capire che anche Cristo ci conduce a sua Madre. Ci fu un momento in cui misi in qualche modo in discussione il mio culto per Maria ritenendo che esso, dilatandosi eccessivamente, finisse per compromettere la supremazia del culto dovuto a Cristo. Mi venne allora in aiuto il libro di San Luigi Maria Grignion de Montfort che porta il titolo di «Trattato della vera devozione alla Santa Vergine». In esso trovai la risposta alle mie perplessità. Sì, Maria ci avvicina a Cristo, ci conduce a Lui, a condizione che si viva il suo mistero in Cristo. Il trattato di San Luigi Maria Grignion de Montfort può disturbare con il suo stile un po' enfatico e barocco, ma l'essenza delle verità teologiche in esso contenute è incontestabile. L'autore è un teologo di classe. Il suo pensiero mariologico è radicato nel Mistero trinitario e nella verità dell'Incarnazione del Verbo di Dio. Compresi allora perché la Chiesa reciti l'Angelus tre volte al giorno. Capii quanto cruciali siano le parole di questa preghiera: «L'Angelo del Signore portò l'annuncio a Maria. Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo... Eccomi, sono la serva del Signore. Avvenga di me secondo la tua parola... E il Verbo si fece carne, e venne ad abitare in mezzo a noi...». Parole davvero decisive! Espri- 159 Pellegrinaggio a Medjugorje mono il nucleo dell'evento più grande che abbia avuto luogo nella storia dell'umanità. Ecco spiegata la provenienza del Totus Tuus. L'espressione deriva da San Luigi Maria Grignion de Montfort. È l'abbreviazione della forma più completa dell'affidamento alla Madre di Dio, che suona così: Totus Tuus ego sum et omnia mea Tua sunt, O Virgo gloriosa, super omnia benedicta. Accipio Te in mea omnia. Praebe mihi cor Tuum, Maria. (dall’originale: Io sono tutto tuo e tutte le cose mie sono tue, o Vergine gloriosa e benedetta sopra tutto; ti metterò come sigillo sul mio cuore, perché il tuo amore è forte come la morte). Così, grazie a San Luigi, cominciai a scoprire tutti i tesori della devozione mariana da posizioni in un certo senso nuove: per esempio, da bambino ascoltavo «Le ore sull'Immacolata Concezione della Santissima Vergine Maria», cantate nella chiesa parrocchiale, ma soltanto dopo mi resi conto delle ricchezze teologiche e bibliche in esse contenute. La stessa cosa avvenne per i canti popolari, ad esempio per i canti natalizi polacchi e le Lamentazioni sulla Passione di Gesù Cristo in Quaresima, tra le quali un posto particolare occupa il dialogo dell'anima con la Madre Dolorosa. Fu sulla base di queste esperienze spirituali che venne delineandosi l'itinerario di preghiera e di contemplazione che avrebbe orientato i miei passi sulla strada verso il sacerdozio, e poi in tutte le vicende successive fino ad oggi. Questa strada fin da bambino, e più ancora da sacerdote e da vescovo, mi conduceva non di rado sui sentieri mariani di Kalwaria Zebrzydowska. Kalwaria è il principale santuario mariano dell'Arcidiocesi di Cracovia. Mi recavo lì spesso e camminavo in solitudine per quei sentieri, presentando al Signore nella preghiera i diversi problemi della Chiesa, soprattutto nel difficile periodo in cui si era alle prese con il comunismo. Volgendomi indietro constato come «tutto si tiene»: oggi come ieri ci troviamo con la stessa intensità nei raggi dello stesso mistero”. 160 Pellegrinaggio a Medjugorje (tratto da “Dono e Mistero”, LEV; del 1996, in cui Giovanni Paolo II racconta la storia della sua vocazione sacerdotale, nel 50° anniversario di sacerdozio). I Romani Pontefici e il Rosario. (dalla Lettera apostolica “Rosarium Virginis Marie” di Giovanni Paolo II, ed. Paoline 2002) 2. A questa preghiera hanno attribuito grande importanza tanti miei Predecessori. Particolari benemerenze ebbe, al riguardo, Leone XIII che il 1º settembre 1883 promulgava l'Enciclica Supremi apostolatus officio, alto pronunciamento col quale inaugurava numerosi altri interventi su questa preghiera indicandola come efficace strumento spirituale di fronte ai mali della società. Tra i Papi più recenti che, in epoca conciliare, si sono distinti nella promozione del Rosario desidero ricordare il Beato Giovanni XXIII e soprattutto Paolo VI, che nell'Esortazione apostolica Marialis cultus sottolineò, in armonia con l'ispirazione del Concilio Ecumenico Vaticano II, il carattere evangelico del Rosario ed il suo orientamento cristologico. Io stesso, poi, non ho tralasciato occasione per esortare alla frequente recita del Rosario. Fin dai miei anni giovanili questa preghiera ha avuto un posto importante nella mia vita spirituale. Me lo ha ricordato con forza il mio recente viaggio in Polonia, e soprattutto la visita al Santuario di Kalwaria. Il Rosario mi ha accompagnato nei momenti della gioia e in quelli della prova. Ad esso ho consegnato tante preoccupazioni, in esso ho trovato sempre conforto. Ventiquattro anni fa, il 29 ottobre 1978, ad appena due settimane dall'elezione alla Sede di Pietro, quasi aprendo il mio animo così mi esprimevo: «Il Rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità. [...] Si può dire che il Rosario è, in un certo modo, un commento-preghiera dell'ultimo capitolo della Costituzione Lumen Gentium del Vaticano II, capitolo che tratta della mirabile presenza della Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa. Difatti, sullo sfondo delle parole Ave Maria passano davanti agli occhi dell'anima i principali episodi della vita di Gesù Cristo. Essi si compongono nell'insieme dei misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi, e ci mettono in comunione viva con 161 Pellegrinaggio a Medjugorje Gesù attraverso œ potremmo dire œ il Cuore della sua Madre. Nello stesso tempo il nostro cuore può racchiudere in queste decine del Rosario tutti i fatti che compongono la vita dell'individuo, della famiglia, della nazione, della Chiesa e dell'umanità. Vicende personali e vicende del prossimo e, in modo particolare, di coloro che ci sono più vicini, che ci stanno più a cuore. Così la semplice preghiera del Rosario batte il ritmo della vita umana». Con queste parole, miei cari fratelli e sorelle, immettevo nel ritmo quotidiano del Rosario il mio primo anno di Pontificato. Oggi, all'inizio del venticinquesimo anno di servizio come Successore di Pietro, desidero fare altrettanto. Quante grazie ho ricevuto in questi anni dalla Vergine Santa attraverso il Rosario: Magnificat anima mea Dominum! Desidero elevare il mio grazie al Signore con le parole della sua Madre Santissima, sotto la cui protezione ho posto il mio ministero petrino: Totus tuus! Maria e Karol. Continuiamo a riflettere sul carattere spiccatamente mariano del pontificato di Giovanni Paolo II considerando il suo stemma pontificio, con una lettera M che si staglia su un fondo azzurro ed accompagnato dal motto Totus Tuus, e spendendo qualche parola sui suoi numerosi viaggi. Durante la sua prima uscita si recò, per il suo ringraziamento e per chiedere la protezione di Maria, presso il Santuario mariano della Mentorella, a circa 60 Km da Roma, dove si venera la Madonna delle Grazie. Poi il Messico, con la Madonna di Guadalupe; la Polonia, sua patria, con il pellegrinaggio a Czestochowa, alla Madonna di Jasna Gora, Regina della Polonia; Loreto, presso la Santa Casa, Pompei, presso la Madonna del Rosario; Efeso, in Turchia, dove Maria visse gli ultimi tempi della sua vita terrena; Lourdes, Torino, dove visitò il Santuario della Gran Madre di Dio, la Madonna Consolata; Brasile, dove si recò presso il Santuario di Aparecido, tempio mariano più grande del mondo, e così 162 Pellegrinaggio a Medjugorje via…dovunque si sia recato ha sempre rinnovato il suo filiale Totus Tuus a Maria. Poi arrivò un 13 maggio, nell’anno 1981… un mercoledì, alle 17.19, degli spari in Piazza San Pietro. Il Papa si accasciò sotto i colpi d’arma da fuoco di un turco, Ali Agca, militante dei Lupi Grigi, evaso in circostanze sospette da un carcere di massima sicurezza, dove era detenuto per omicidio. Costui indicò, tra le tante, una pista bulgara per giungere ai mandanti dell’attentato, le sue affermazioni tuttavia si rivelarono solo dei vani tentativi di depistare le indagini. L’ordine di ammazzare il Papa venne infatti da Mosca, dai vertici del KGB, come dimostrato dal ritrovamento di documenti originali dell’ex regime sovietico. Dirà don Stanislao Dziwisz, segretario del Papa: "È passata [la pallottola] a pochi millimetri dall'aorta centrale. Se l'avesse raggiunta, sarebbe stata la morte istantanea. Non ha colpito né la spina dorsale né alcuna parte vitale. Diciamolo fra noi, una cosa miracolosa. [..] Il Santo Padre vedeva in tutto questo un segno del cielo, e noi, compresi i medici, un miracolo. Tutto sembrava condotto da una mano invisibile. Non si parlava di miracolo ma tutti lo pensavano. Così, il dito mutilato guarì da solo. Durante l'operazione non se ne erano occupati. Si pensava d'amputarlo. Bastarono una semplice stecca e i medicamenti per le condizioni generali a farlo guarire. Tuttavia la seconda articolazione era rotta. Adesso è completamente a posto". La pallottola attraversò dunque il corpo del Santo Padre senza colpire organi vitali, passando miracolosamente tra l’aorta e la spina dorsale, e direi che “miracolosamente” è l’avverbio giusto in quanto l’ambito non consentiva e non consente di ragionare in termini di centimetri, ma appena di millimetri. Ancora convalescente Giovanni Paolo II si fece portare in ospedale l’incartamento relativo al “terzo segreto” di Fatima, 163 Pellegrinaggio a Medjugorje o meglio alla terza parte del segreto, quella ancora non resa pubblica e, riconoscendosi nel “vescovo vestito di bianco” citato nella stessa, si recò pellegrino a Fatima l’anno successivo per ringraziare la Madonna. Consapevole che “una mano ha sparato e un’altra mano ha deviato la pallottola”, disse il 13 maggio 1982: «Vengo qui oggi perché proprio in questo giorno dello scorso anno, piazza San Pietro a Roma, si è verificato ritentato alla vita del Papa, misteriosamente coinciso con l'anniversario della prima apparizione a Fatima... Queste date si sono incontrate tra loro in modo tale che mi è parso di riconoscervi una speciale chiamata a venire qui. Ed ecco, oggi sono qui. Sono venuto a ringraziare la Divina Provvidenza in questo luogo che la Madre di Dio sembra avere così particolarmente scelto». In dono a Maria, a mo’ di ex-voto, per grazia ricevuta, portò la pallottola che trapassò il suo costato e che, oggi, si trova incastonata nella corona della statua della Madonna di Fatima. Il 25 marzo 1984, festa dell’Annunciazione, nella Basilica di San Pietro, e in contemporanea con i vescovi di ogni diocesi, Giovanni Paolo II consacrò la Russia al Cuore Immacolato di Maria, come da Lei stessa richiesto nel segreto di Fatima (Il Santo Padre mi consacrerà la Russia…). Il 25 marzo 1987 emanò l’enciclica Redemptoris Mater, Maria Madre del Redentore mentre, il 6 giugno dello stesso anno, aprì l’Anno Mariano. Il 15 agosto 1988 emanò la Lettera apostolica Mulieris dignitatem, sulla vocazione della donna. Ecco come Giovanni Paolo II commentò questi anni nel librointervista “Varcare le soglie della speranza”, Mondatori, del 1994: “Così, dunque, riscoprii con consapevolezza nuova la pietà mariana e questa forma matura di devozione alla Madre di Dio mi ha seguito negli anni: suoi frutti sono la Redemptoris Mater e la Mulieris dignitatem. 164 Pellegrinaggio a Medjugorje Il Riguardo alla devozione mariana, ciascuno di noi deve aver chiaro che non si tratta soltanto di un bisogno del cuore, di un'inclinazione sentimentale, ma che corrisponde anche alla verità oggettiva sulla Madre di Dio. Maria è la nuova Eva, che Dio pone di fronte al nuovo Adamo-Cristo, cominciando dall'Annunciazione, attraverso la notte della nascita a Betlemme, il convito nuziale a Cana di Galilea, la croce sul Golgota, fino al cenacolo della Pentecoste: la Madre di Cristo Redentore è Madre della Chiesa”. Il 7 giugno 1997, Giovanni Paolo II benedisse la Chiesa-Santuario di Zakopane (Polonia), costruita in rendimento di grazie per la protezione della Vergine di Fatima al Sommo Pontefice. Nell’omelia il Papa disse: "Qui onorate la Madonna di Fatima nella sua statua. Con la storia di questo santuario si unisce anche l'evento che ebbe luogo in Piazza San Pietro, il 13 maggio 1981. Sperimentai allora il pericolo mortale della vita e la sofferenza, e al tempo stesso la grande misericordia di Dio. Per intercessione della Madonna di Fatima, mi fu ridonata la vita”... Con il suo apostolato ci spostiamo nell’anno 2000, un anno importante per la Chiesa intera, l’anno del Giubileo. Il 13 maggio 2000 lo ritroviamo nuovamente a Fatima, per la cerimonia di beatificazione dei due pastorelli Francesco e Giacinta Marto. Al termine della cerimonia il cardinale Sodano annunciò che anche la terza parte del segreto di Fatima sarebbe stata resa pubblica. Nell’ottobre dello stesso anno poi, in Piazza San Pietro, davanti alla statua della Madonna di Fatima, fatta giungere del Portogallo per l’occasione, recitò l’atto di affidamento del terzo millennio cristiano :”…l’umanità è ad un bivio e, ancora una volta, la salvezza è tutta, e solo, o Vergine santa, nel tuo figlio Gesù.” Nel 2002, in occasione dell’Apertura dell’Anno del Rosario (ottobre 2002-ottobre 2003), emanò la lettera apostolica 165 Pellegrinaggio a Medjugorje Rosarium Virginis Mariae sul Santo Rosario e introdusse i Misteri della Luce. Nel 2003, il 7 ottobre si recò in pellegrinaggio a Pompei, presso Santuario della Vergine del Rosario, a conclusione dell’Anno del Rosario. Nel 2004, il 15 agosto, festa dell’Assunzione di Maria, si recò pellegrino a Lourdes, altro luogo di apparizioni, in occasione del 150° anniversario della promulgazione del dogma dell’Immacolata Concezione, titolo con il quale la Vergine si presentò a Lourdes. Fu questo, per Giovanni Paolo II, il suo 104° ed ultimo viaggio apostolico. Nel 2005 le condizioni di salute del pontefice si aggravarono irrimediabilmente. Privato anche della parola, dopo l'intervento di tracheotomia a cui fu sottoposto nella serata di giovedì 24 febbraio al Policlinico "Agostino Gemelli", fu costretto a comunicare scrivendo su una tavoletta. Nonostante la sofferenza non si dimenticava di Maria, infatti la prima cosa che scrisse fu: «MA IO SONO SEMPRE TOTUS TUUS», O MADRE DI CRISTO E DELLA CHIESA. E fu così fino alla sua morte, avvenuta sabato 2 aprile 2005, alle 21,37. Morì quindi in giorno di sabato, giorno dedicato a Maria, e in un primo sabato del mese, giorno significativo in riferimento alla devozione dei “Primi 5 Sabati del Cuore Immacolato di Maria”, devozione legata a Fatima, dove la Vergine disse ai pastorelli: “Avete visto l'inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarli, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato”. Le immense folle accorse nei giorni successivi alla sua morte, per rendergli l’ultimo saluto,“coniarono” all’unanimità lo slogan: “Santo Subito”! E c’è da crederci se è vero che, a poche ore dalla sua morte, il veggente Ivan di Medjugorje, durante la sua apparizione quotidiana, “mentre pregava, come di consueto, guardando la Madonna, la giovane donna 166 Pellegrinaggio a Medjugorje bellissima che gli appare ogni giorno dal 24 giugno 1981, alla sinistra di lei è apparso il Papa: il Papa era sorridente, appariva giovane ed era molto felice. Era vestito di bianco con un mantello dorato. La Madonna si è voltata verso di lui e i due, guardandosi, hanno entrambi sorriso, un sorriso straordinario, meraviglioso. Il Papa continuava estasiato a guardare la Giovane Donna e lei si è rivolta verso Ivan dicendogli: il mio caro figlio è con me. Non ha detto nient'altro, ma il suo volto era raggiante come quello del papa che ha continuato a guardare volto di lei”. Intanto il 13 maggio 2005, il nuovo papa Benedetto XVI annunciava, in riferimento a Giovanni Paolo II, la dispensa dall’attesa del tempo di cinque anni dopo la morte, per l’introduzione della causa di Beatificazione che si aprì il 28 giugno dello stesso anno. Il 2 Aprile 2007, a 2 anni esatti di distanza dalla sua dipartita, si è conclusa la fase diocesana relativa al processo di Beatificazione del Servo di Dio Giovanni Paolo II, processo passato alla Congregazione dei Santi, le cui procedure sono regolate da una peculiare legge pontificia. 167 Pellegrinaggio a Medjugorje II. Giovanni Paolo II, il Papa di Fatima. Il 13 luglio 1917 la Vergine Maria, presentatasi a Fatima come Madonna del Rosario, rivelò ai tre pastorelli il seguente segreto diviso in tre parti: PRIMA PARTE DEL SEGRETO: La visione dell'Inferno "Nel dire queste parole aprì nuovamente le mani, come nei due mesi precedenti. Il messo (dei raggi della luce) parve penetrare nel terreno e vedemmo come un mare di fuoco. Immersi in questo fuoco, i demoni e le anime, come fossero tizzoni di brace trasparenti e neri, o abbronzati, in forma umana, fluttuavano nell'incendio, sollevati dalle fiamme che uscivano da loro stessi insieme a nuvole di fumo che cadevano da tutte le parti. Essi somigliavano al cadere delle faville nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che terrorizzavano e facevano tremare dalla paura. I demoni si distinguevano per la forma orribile e ributtante di animali spaventosi e sconosciuti, ma incandescenti come neri carboni di brace ". SECONDA PARTE DEL SEGRETO: L'annuncio del castigo e i mezzi per evitarlo “Spaventati e come per chiedere aiuto, levammo gli occhi verso Nostra Signora, che ci disse con bontà e tristezza: Avete visto l'inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarli, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se farete quello 168 Pellegrinaggio a Medjugorje che vi ho detto, si salveranno molte anime ed avranno pace. La guerra sta per finire. Ma se non smetteranno di offendere Dio, nel regno di Pio XI ne comincerà un'altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio manda per punire il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame, e di persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirlo, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e si avrà la pace. Altrimenti, spargerà i suoi errori nel mondo provocando guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno distrutte. Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà e sarà concesso al mondo un periodo di pace. In Portogallo si conserverà sempre il dogma della Fede, ecc...”. TERZA PARTE DEL SEGRETO: “Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: L'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio, “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti, un vescovo vestito di bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire su una montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina, e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma 169 Pellegrinaggio a Medjugorje da fuoco e frecce. Allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, le religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un annaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio. Considerazioni Le apparizioni di Fatima, e non solo il testo del segreto nelle sue tre parti, presentano un alto valore profetico, che non si è esaurito con l’avvento del terzo millennio; ci sono questioni ancora in gioco che analizzeremo dettagliatamente nei testi a seguire per cui, a tutt’oggi, vanno seriamente considerate come attuali e riguardanti parte del nostro futuro. Prenderemo in considerazione a tal proposito le profezie che si sono già avverate, ma anche quelle che ancora devono avverarsi. Avete visto l'inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori… La prima parte del segreto ribadisce senza dubbio l’esistenza dell'inferno, destinazione ultima ed eterna del peccato e verità di fede che tuttavia, nel XX secolo è stata progressivamente messa in discussione e poi negata persino in alcuni ambiti ecclesiali, da parte di certe correnti teologiche di stampo modernista. Oggi è proprio questo l’inganno demoniaco, far credere che l’inferno non esista o che sia vuoto. Riproponiamo a tal proposito uno stralcio del Diario di Santa FaustinaKowalska: “Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l’eternità. Scrivo questo per ordine di Dio, affinché nessun’anima si giustifichi dicendo che l'inferno non c’è, oppure che nessuno c’è mai stato e nessuno sa come sia. Io, Suor Faustina, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell'inferno, allo scopo di raccontarlo 170 Pellegrinaggio a Medjugorje alle anime e testimoniare che l'inferno c'è. Ora non posso parlare di questo. Ho l'ordine da Dio di lasciarlo per iscritto. I demoni hanno dimostrato un grande odio contro di me, ma per ordine di Dio hanno dovuto ubbidirmi. Quello che ho scritto è una debole ombra delle cose che ho visto. Una cosa ho notato e cioè che la maggior parte delle anime che ci sono, sono anime che non credevano che ci fosse l'inferno”. Dopo la visione profetica, sia per quanto riguarda il destino dell’uomo e del mondo sempre più ostinato nel peccato e nell’iniquità, sia per la negazione della verità di fede del XX secolo circa l’esistenza dell’inferno, la Madonna indicò ai pastorelli anche il rimedio: "Avete visto l'inferno dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarli, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se farete quello che vi ho detto, si salveranno molte anime ed avranno pace". Nell’apparizione del 19 agosto aggiunse poi: "Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori. Badate che molte, molte anime vanno all’inferno, perché non vi è chi si sacrifichi e preghi per loro". Da queste parole emergono altri interessanti spunti di riflessione. Innanzitutto si può comprendere l’importanza della preghiera e della penitenza, dell’offerta delle proprie sofferenze per la conversione dei peccatori, come già evidenziavamo parlando della croce nel “Quinto giorno” in questo libro, poi si può comprendere l’importanza della devozione al Cuore Immacolato di Maria che Dio ha voluto stabilire nel mondo per salvare le anime dei peccatori. Tale devozione detta dei “Primi 5 Sabati del Cuore Immacolato di Maria”, consiste nel fare, nel primo sabato di cinque mesi consecutivi, la confessione, la comunione, la recita del rosario e quindici minuti di compagnia alla Madonna meditando sui misteri del rosario. La promessa di Maria è la sua assistenza nell'ora della morte con tutte le grazie necessarie alla salvezza dell'anima. 171 Pellegrinaggio a Medjugorje Infine, come abbiamo già evidenziato nel paragrafo “Giovanni Paolo II, il Papa di Maria”, il pontefice concluse la sua esistenza terrena il 2 aprile 2005, per l’appunto un primo sabato del mese, dunque ancora nel segno di Fatima. La guerra sta per finire. Ma se non smetteranno di offendere Dio, nel regno di Pio XI ne comincerà un'altra peggiore. …la Russia… spargerà i suoi errori nel mondo provocando guerre e persecuzioni alla Chiesa. Le 6 apparizioni di Fatima avvennero nel corso dell’anno 1917, quando era ancora in corso la Prima Guerra Mondiale, a tal proposito, nella seconda parte del segreto la Vergine rivelò ai pastorelli che: “La guerra sta per finire. Ma se non smetteranno di offendere Dio, nel regno di Pio XI ne comincerà un'altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio manda per punire il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame, e di persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirlo, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e si avrà la pace. Altrimenti, spargerà i suoi errori nel mondo provocando guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno distrutte”. Analizzando queste righe, consideriamo come la prima profezia avveratasi fu proprio quella che preannunciava la fine della guerra. Anche nell’ultima apparizione del 13 ottobre la Vergine preannunziò: "La guerra finirà e i soldati torneranno presto alle loro case". Si trattava della Prima Guerra Mondiale che terminò effettivamente nel corso dell’anno 1918. Un’altra profezia tristemente avveratasi fu quella dello scoppio, sotto il papato di Pio XI, di una guerra 172 Pellegrinaggio a Medjugorje peggiore della prima. Si trattava della Seconda Guerra Mondiale, nell’anno 1939, che fu preceduta realmente da un segno, “una notte illuminata da una luce sconosciuta”, come preannunziato. Questo “grande segno” fu la straordinaria aurora boreale che illuminò di una luce rossastra il cielo in tutto l’emisfero settentrionale nella notte fra il 25 e il 26 gennaio del 1938 (dalle 20.45 all’1.15). Come si giunse a questo? La Madonna disse che sarebbe venuta a chiedere la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati, in effetti mantenne la promessa apparendo il 13 giugno 1929 a Lucia mentre essa si trovava a Tuy nel noviziato delle suore Dorotee. La Vergine le disse che era giunto il momento in cui chiedere al Santo Padre di fare, unitamente a tutti i vescovi del mondo, la consacrazione. Ma Pio XI non fece quanto richiesto chiesto, così, come preannunziato, venne il segno e scoppiò la nuova guerra. Inoltre la Russia avrebbe realmente sparso i suoi errori nel mondo, provocando guerre e persecuzioni alla Chiesa. E’ importante sottolineare come la consacrazione venne fatta poi, nel corso degli anni, da Pio XII in due occasioni, nel 1942 e nel 1952, da Paolo VI nel 1964, e da Giovanni Paolo II nel 1982 a Fatima, ma non come la Madonna l’aveva richiesta. Si dovette attendere il 25 marzo 1984, perchè avvenisse finalmente la consacrazione dei popoli russi al Cuore Immacolato di Maria, da parte dello stesso pontefice polacco, unitamente a tutti i vescovi del mondo, così come era stato richiesto dalla Vergine. Ancora una volta non sembra essere stato un caso che ciò sia avvenuto durante il papato di Karol Wojtyla, ma ci sono altri numerosi e sorprendenti aspetti che prenderemo in considerazione non prima però di aver parlato delle conseguenze della mancata consacrazione da parte di Pio 173 Pellegrinaggio a Medjugorje XI, e cioè della Seconda Guerra Mondiale, della Russia (Urss) e del Comunismo. a) La Seconda Guerra Mondiale Sebbene l’effettivo scoppio della Seconda Guerra Mondiale avvenne il 1° settembre 1939 con l’invasione tedesca della Polonia, già nel marzo del 1938, appena due mesi dopo il segno nel cielo, la Germania aveva inglobato l’Austria e, nonostante il patto di Monaco del settembre 1938, nel marzo del 1939 anche l’intera Cecoslovacchia. Il 23 agosto 1939 Germania e Urss stipularono il patto Molotov-Ribbentrop, patto di non aggressione, con il tacito intento di spartirsi la Polonia, proprio quella Polonia di cui scopriremo l’importanza nel corso di questa nostra rassegna e che perciò invito a non perdere d’occhio. L’Urss avrebbe avuto anche libertà di controllo dei paesi baltici e della Romania. La Germania, forte del patto con i sovietici, di cui si sarebbe presa cura in un secondo momento, il 1° settembre invase il territorio della Repubblica Polacca, mentre l’Urss, occupandone la parte orientale come da accordi, ne sanciva di fatto la cancellazione. L’occupazione sovietica fu corredata da una macabra, assurda, operazione comandata da Stalin il quale dispose che i 10.000 ufficiali dell’esercito polacco, prigionieri di guerra sovietici, fossero fatti schierare a ridosso di una grande fossa e lì brutalmente freddati con un colpo di fucile alla nuca. Ma di questo e di altri eccidi come questo, la storia insegnata nelle scuole e comunemente divulgata, non fa cenno. Il prosieguo degli eventi bellici portarono la Germania, nel corso del 1941, a non avere rivali in Europa (rimaneva invece aperta la partita nel nordafrica) e, dopo aver 174 Pellegrinaggio a Medjugorje sottomesso anche le popolazioni dei Balcani, decise di espandersi ad Est, proprio ai danni dell’Urss, infrangendo il già citato reciproco patto di non aggressione. Era giunto quindi il momento di rivoltarsi contro i sovietici ma, se in un primo tempo i tedeschi collezionarono alcuni successi, puntando sul fattore sorpresa, e giungendo a poche decine di km da Mosca, successivamente, complice il rigido inverno russo e la riorganizzazione dell’esercito avversario, quella che doveva essere una guerra lampo divenne una guerra di usura, di uomini e di mezzi, e l’Armata Rossa respinse tutti gli attacchi tedeschi, fino a sconfiggerli definitivamente nel 1943 dopo la lunga battaglia di Stalingrado. Le mire espansionistiche di Hitler ai danni dell’Urss, furono la rovina della Germania, infatti a sua volta l’Armata Rossa cominciò un’inesorabile avanzata fino ad entrare a Berlino nel 1945, impresa che diede ulteriore peso ai sovietici all’interno dell’Alleanza. Nel frattempo la Germania era già capitolata, in conseguenza dello sbarco alleato in Normandia del 1944, e dell’occupazione da parte di russi, americani, inglesi e rispettivi partigiani, di gran parte delle posizioni e delle nazioni un tempo conquistate dai tedeschi. Nel febbraio 1945, il presidente americano Roosvelt, il primo ministro britannico Churchill e il leader sovietico Stalin si incontrarono a Yalta, in Crimea, per decidere le sorti della guerra che volgeva ormai alla fine, almeno in Europa. Fu stabilito che la Germania sarebbe stata divisa in quattro zone d'occupazione (Urss, Regno Unito, Stati Uniti e Francia), venne concesso all’Urss il controllo sulla Polonia orientale, mentre la stessa Polonia a titolo di risarcimento avrebbe potuto ricevere "sostanziali aggiunte territoriali a nord e a ovest", ovviamente a spese della Germania. Rassicurata sulla questione del controllo della Polonia, 175 Pellegrinaggio a Medjugorje l’Urss accettò di entrare in guerra contro il Giappone, unico stato ancora ostinatamente belligerante. In realtà tale concessione riguardo la Polonia fu del tutto superflua ma purtroppo non priva di conseguenze. Superflua perché quando l’Urss dichiarò guerra al Giappone erano da pochi giorni state lanciate le due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, che prostrarono i giapponesi e li costrinsero alla resa immediata; non priva di conseguenze perché fu una concessione che segnò irreparabilmente il destino della Polonia nel corso del XX secolo, facendola entrare nella sfera d’influenza comunista sovietica. Con la resa del Giappone e la firma dell’armistizio, il 2 settembre 1945, si concluse dopo 6 anni il secondo conflitto mondiale, le cui orrende atrocità costarono la vita a circa 50 milioni di persone, tra cui 6 milioni di ebrei. Sicuramente cifre impressionanti, ma purtroppo al numero di queste morti vanno aggiunte anche quelle provocate da Lenin, Stalin e successori, nelle varie persecuzioni politico-religiose in Unione Sovietica, e nelle guerre provocate in tutto il mondo dalla stessa Urss. Più in generale si dovrebbero contare anche le persecuzioni e i massacri attuati in tutto il mondo non solo dai sovietici, ma da tutti quei regimi, ispirati al comunismo, e da esso favoriti e sostenuti. Come ignorare poi la Cina comunista di Mao, dove perirono decine e decine di milioni persone, e dove ancora oggi vengono attuate assurde politiche di controllo delle nascita tramite l’eliminazione fisica dei non primogeniti. Quella cinese prevede infatti un solo figlio per famiglia, possibilmente di sesso maschile, gli altri eventuali o vengono uccisi con pratiche abortive o soppressi dopo la nascita. Difficilmente si riesce a riscattarli pagando grosse multe. Chi si oppone perde il ugualmente bambino e in più la casa ed il lavoro. Risulta 176 Pellegrinaggio a Medjugorje quindi un grande squilibrio nella composizione della popolazione cinese, dove manca all’appello una sostanziale percentuale di donne, siamo nell’ordine dei milioni di unità, notoriamente più numerose degli uomini. Come non parlare poi della persecuzione nei confronti dei cristiani, vittime di torture, imprigionati, rinchiusi come schiavi nei Laogai, i moderni gulag cinesi, come tacere dello sfruttamento minorile… Insomma come quanto profetizzato dalla Madonna a Fatima, oltre alla guerra, un’altra grave minaccia incombeva sull’umanità, costituita dagli "errori" che la Russia avrebbe sparso nel mondo e che altro non erano che il comunismo, che radicato ormai in Unione Sovietica, di lì a poco sarebbe dilagato in tutto il mondo causando persecuzioni ai cristiani e insanguinando molte nazioni. b) La Russia e il Comunismo. Prima di parlare del dopoguerra è opportuno sottolineare come il Partito Bolscevico prese il potere in Russia dopo la cosiddetta "Rivoluzione di Ottobre", iniziata il 25 ottobre 1917 cioè appena pochi giorni dopo la fine delle apparizioni di Fatima. La Rivoluzione di Ottobre seguì la Rivoluzione di Febbraio, nel corso della quale lo zar Nicola II e suo figlio furono costretti ad abdicare lasciando il potere in mano a un governo provvisorio. Si innescò così una drammatica lotta per il potere, che si concluse appunto in ottobre con la presa del potere da parte dei bolscevichi, con a capo Lenin, la costituzione di uno stato comunista, e la successiva fondazione, nel 1922, dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). Le persecuzioni contro i cristiani causarono nei primi decenni del regime comunista più martiri che in tutti 177 Pellegrinaggio a Medjugorje i secoli precedenti messi assieme. Solo nella Chiesa Ortodossa russa fra gli anni ‘20 e ‘30, circa 50.000 persone fra preti e monaci morirono martiri per essersi rifiutate di rinnegare la loro fede. Si stima che il numero di membri del clero e di religiosi di tutte le confessioni cristiane martirizzati dai comunisti si aggiri attorno a 140.000. Solo Lenin, nell’arco di 5 anni pare che abbia fatto uccidere non meno di 1.200 sacerdoti e 28 vescovi, affermando del resto che il suo peggiore nemico era costituito dal cristianesimo che predicava l'amore. “E da parte sua dopo aver fatto immensi massacri nella rivoluzione da lui scatenata, in una riunione movimentata del suo direttivo impose a sangue freddo ai suoi collaboratori la eliminazione fisica di tutti i Kulaki, ossia di tutti i piccoli proprietari di terre. E da quel giorno milioni di disgraziati Kulaki, rei di possedere un pezzo di terra, furono inseguiti, braccati ovunque, sparati a vista, imprigionati, uccisi: complessivamente ne furono ammazzati 15 milioni. Nella fame che ne segui morirono altri 6 milioni di persone” (dagli scritti di Solzenicyn, scrittore russo, imprigionato, perseguitato e mandato in esilio dal regime sovietico). Stalin, di cui lo stesso predecessore Lenin affermò di temere la ferocia, già nel 1930 aveva chiuso metà delle chiese di Mosca e tutti i monasteri dell’Ucraina. Almeno 25.000 Chiese, fra cui splendide cattedrali, come quelle di Mosca e di Vilnius, in Lituania, furono trasformate in sale cinematografiche, musei, gallerie d'arte, palazzi del governo. Un gran numero di icone religiose venne fatto bruciare. Venne soppressa la Domenica e gli operai venivano costretti a firmare una dichiarazione di apostasia e di odio contro Dio, senza la quale non ottenevano le tessere con cui venivano assegnati cibo, vestiti e alloggio. Nel periodo delle purghe staliniane (1934-39) milioni di persone morirono nei gulag sovietici. Si stima che fra il 178 Pellegrinaggio a Medjugorje 1935 e il ‘41 più di 19 milioni di persone siano state arrestate da Stalin. Meno della metà di questi venne passata per le armi subito, il resto morì nei gulag della Siberia. Soltanto nella Lituania dal 1945 al 1955 vennero deportati in Siberia 350.000 cattolici. In tutta l’unione Sovietica fu creato infatti un fitto sistema di quasi mille Gulag, campi di lavoro forzato, da cui il governo sovietico otteneva, attraverso maltrattamenti, torture e fame, la manodopera gratuita di milioni e milioni di condannati, per la costruzione delle infrastrutture. Inizialmente vennero deportati in primo luogo i dissidenti e gli oppositori politici di Stalin, poi anche tutti coloro che potevano essere considerati “nemici del popolo”, così da instaurare un clima di terrore e mantenere in stato di sudditanza il resto della popolazione. L’ultimo tipo di tortura, in ordine di tempo, consisteva infine nel rinchiudere persone, sanissime di mente, in cliniche psichiatriche dove si provvedeva a farle impazzire, attraverso la somministrazione farmaci che impedivano il sonno, provocavano mal di testa e distruggevano fisicamente e psichicamente l’essere umano. La fine della guerra aveva consacrato, quali superpotenze mondiali, gli Stati Uniti e l’Urss; si giunse quindi ad un sistema mondiale bipolare in cui quasi tutti i paesi erano sotto l’influenza dell’una o dell’altra potenza. Mentre gli Stati Uniti non avevano subito in maniera devastante gli effetti della guerra, l’Urss invece aveva subito spaventose perdite in termini di uomini e risorse e puntava quindi a rifarsi a danno di tutti quei paesi occupati dall’Armata Rossa. Morto Roosevelt, che si era dimostrato aperto nei confronti dell’Urss come testimonia la vicenda polacca, divenne presidente degli Stati Uniti Truman, ben più rigido verso 179 Pellegrinaggio a Medjugorje la politica sovietica. L’Urss tuttavia, come previsto, impose, anche contro la volontà popolare e con il ricorso massiccio all’esercito, i partiti comunisti al potere nei paesi occupati, per affermare la propria egemonia. Questo atteggiamento provocò l’inevitabile disappunto delle potenze occidentali e l’ex primo ministro britannico Churchill ebbe a dire: “Da Stettino sul Baltico, a Trieste, sull’Adriatico, una cortina di ferro è calata sul continente. […] Questa non è certo l’Europa liberata per costruire la quale abbiamo combattuto”. Dopo la Conferenza di Parigi del 1946 l’Urss si accorpò le repubbliche baltiche, Estonia, Lettonia e Lituania, e parte della Polonia, che acquisì invece alcuni territori orientali della Germania. Restava irrisolta la questione relativa al futuro della stessa Germania ed appariva fin troppo evidente come il momento storico della Grande Alleanza avesse lasciato il posto alla cosiddetta Guerra Fredda, caratterizzata dal contrasto tra il blocco orientale, di influenza sovietica, e il blocco occidentale, di influenza statunitense. Entrambi gli schieramenti profusero ingenti risorse nella corsa agli armamenti e nella ricerca di nuove tecnologie belliche, per primeggiare, prevalere e far fronte all’ipotetica evenienza, senza dimenticare che erano ormai acquisite da ambo le parti le conoscenze circa la produzione e il perfezionamento delle temute testate nucleari. Gli americani posero in atto la cosiddetta politica del “contenimento”, ossia garantirono l’appoggio militare a quei paesi su cui si erano posate le mire espansionistiche sovietiche, in più lanciarono il piano Marshall, che prevedeva aiuti ed agevolazioni a favore dei paesi 180 Pellegrinaggio a Medjugorje dell’Europa occidentale, per favorire la loro rapida ricostruzione. I sovietici considerarono tutto ciò un pretesto per assoggettare l’Europa, così, mentre nei paesi occidentali i comunisti venivano esclusi dai governi, nei paesi dell’est scomparì ogni forma di democrazia o di sovranità popolare, rimpiazzate da regimi rigorosamente comunisti. Questo riguardò inevitabilmente anche le sorti della Germania, divisa come già detto, in 4 zone di occupazione. Mentre Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia si accordarono per riunire le rispettive zone di occupazione, l’Urss dissentì in maniera irrevocabile. Sorsero così le due Germanie, la Repubblica Federale Tedesca, con capitale Bonn e costituzione democratica a ovest, e la Repubblica Democratica Tedesca a est, creata dai sovietici e retta da un regime comunista. Ciò ebbe chiare ed inevitabili ripercussioni sulla ripresa economica delle due Germanie, come anche nel resto dell’Europa. Mentre ad Ovest la ricostruzione procedette spedita, fino a giungere negli anni ’60-‘70 al boom economico, ad Est si faticò sempre a progredire e a smuovere una situazione economica di perenne ristagno e arretramento, complice anche le ingenti risorse che il regime, noncurante dell’alto tasso di povertà delle proprie popolazioni, destinava all’industria e alla ricerca bellica, nonché al rifornimento di armi, come vedremo in seguito, di gruppi filo-comunisti impegnati in conflitti e rivoluzioni per sovvertire e conquistare il potere in tutto il globo. La sorte della Germania non fu che l’emblema della situazione mondiale; la divisione nei due blocchi contrapposti si materializzò nel 1949 quando a Washington Stati Uniti, Canada e i paesi dell’Europa Occidentale, firmarono il Patto Atlantico, patto di alleanza difensiva che portò alla nascita della NATO. L’Urss rispose nel 1955 con 181 Pellegrinaggio a Medjugorje il Patto di Varsavia, patto di alleanza militare, che la legava ad i suoi paesi satelliti. In realtà i paesi venivano resi loro malgrado allo stato di semplici satelliti, i comunisti imposero il potere senza difficoltà in Polonia, Romania e Bulgaria; in Ungheria per mezzo di arresti ed intimidazioni, in Cecoslovacchia con un colpo di stato, nel 1948, e l’eliminazione fisica dei politici dissidenti. In Jugoslavia i comunisti erano già al potere, tramite il movimento partigiano di resistenza e di liberazione guidato da Tito. Lo stesso Tito venne tuttavia accusato di voler creare uno scisma, a causa della sua politica apparentemente equidistante e “non allineata” e, nel 1948 ci fu la clamorosa rottura con il regime centrale sovietico. In realtà fu soltanto un fuoco di paglia, l’ateismo, la repressione dei diritti, delle libertà di pensiero e di religione, delle minoranze erano tali e quali a quelle sovietiche, tant’è che nel 1955, dopo la morte di Stalin e l’avvento di Kruscev, lo scisma fu ricomposto. Intanto nel 1949 si registrò l’avvento al potere dei comunisti anche in Cina, dopo che i precedenti governanti furono mandati in esilio nell'isola di Taiwan. In seguito alla sanguinosa rivoluzione cinese, durante la quale molti milioni di persone che si erano opposte all'affermarsi del comunismo furono uccise, Mao Tse-Tung proclamò la Repubblica Popolare Cinese. Come la Germania, anche la Corea era divisa in due zone di influenza, delimitate dal 38° parallelo. La parte Nord era governata da un regime comunista, la parte Sud era sostenuta dagli americani. Nel 1950 la Corea del Nord, sostenuta dall’Urss e dalla Cina di Mao, invase la Corea del Sud, che fu a sua volta rinforzata dall’esercito americano. Dopo una inutile guerra durata 3 anni e 182 Pellegrinaggio a Medjugorje caratterizzata da rispettivi sconfinamenti, si ritornò all’iniziale stato dei fatti. Nel 1953, poco dopo la morte di Stalin, gli operai di Berlino Est provarono ad insorgere contro il regime comunista che, per tutta risposta represse nel sangue l’insurrezione. Il successore di Stalin fu Kruscev, il cui primo, clamoroso atto, fu finalizzato alla demolizione della figura del suo predecessore. Nel 1956 denunciò gli errori, i crimini, le purghe, gli eccidi, gli arresti di massa, le deportazioni nei gulag, le torture e i processi-farsa del periodo del terrore staliniano. Il rapporto shock di Kruscev innescò un inevitabile processo di destalinizzazione, tuttavia chi sperò in un alleggerimento dei regimi comunisti si illuse, amaramente. Lo capirono, a proprie spese, prima la Polonia (protesta dei lavoratori, 53 morti e centinaia di feriti), e poi l’Ungheria dove, nel 1956, la popolazione provò a liberarsi del pesante giogo del comunismo, insorgendo. Il capo del nuovo governo Nagy annunciò l’uscita dell’Ungheria dal Patto di Varsavia ma, in poco tempo, Budapest fu invasa dall’Armata Rossa e l’insurrezione venne repressa nel sangue. L'intervento armato sovietico provocò migliaia di morti; centinaia di oppositori furono giustiziati, migliaia furono imprigionati e circa 200.000 persone fuggirono in Austria. Nagy venne fucilato e rimpiazzato da Kàdàr, uomo di fiducia del regime. Gli avvenimenti ungheresi e la crudezza del rapporto Kruscev fecero comprendere quale brutta bestia fosse il comunismo, e ne provocò una forte caduta di popolarità. Intanto in molti paesi del Sud America e dell’America Centrale si instaurarono dei regimi militari, la presa del potere avveniva infatti in seguito ad un colpo di stato. Così 183 Pellegrinaggio a Medjugorje avvenne anche a Cuba, stato dell’America Centrale dove, nel 1959 si instaurò il regime dittatoriale di Fidel Castro, il quale strinse legami economico-politici con l’Urss, ispirandosi ad ideologie radicali e marxiste. 350 scuole cattoliche vennero nazionalizzate, 136 sacerdoti furono espulsi, la Chiesa venne sottoposta a severe restrizioni e molte persone furono così costrette ad abbandonare la pratica della fede cattolica. Kruscev aveva assicurato il sostegno sovietico al nuovo governo rivoluzionario, avviando in segreto, un piano di installazione di basi di lancio per missili nucleari a media portata che avrebbero posto sotto tiro parte delle coste orientali degli Stati Uniti. L’orientamento filo-sovietico di Cuba, stato del continente americano, fu uno smacco per gli Stati Uniti, non solo per la vicinanza geografica, ma anche perché minava decisamente ad esportare il suo modello rivoluzionario nell’America Latina e in Africa. Nel 1960 venne eletto presidente degli Stati Uniti J. F. Kennedy, il quale nel 1961 incontrò Kruscev per discutere sulla questione di Berlino, divisa tra le due Germanie. Fu un fallimento, i sovietici risposero innalzando un muro che divideva anche materialmente la città di Berlino, la Germania, l’Europa ed il mondo intero, divenendo il simbolo della Guerra Fredda. Successivamente l’attenzione mondiale si spostò nuovamente su Cuba. Sempre nel 1961 Kennedy cercò di sovvertire il regime castrista, tramite un fallimentare sbarco militare sull’isola ma, quando nel 1962 degli aerei spia americani vi scoprirono le rampe di lancio sovietiche, il presidente ordinò un blocco navale intorno a Cuba per impedire ai rivali di raggiungerla. Per diversi giorni si sfiorò un tragico conflitto nucleare, sicuramente il 184 Pellegrinaggio a Medjugorje momento di massima tensione della Guerra Fredda (almeno fino alla metà degli anni ’80), lo stesso pontefice Giovanni XXIII non fece mancare il suo appello alla pace, ma alla fine Kruscev acconsentì a smantellare le basi missilistiche in cambio della rimozione di alcuni missili americani in Turchia che minacciavano direttamente il territorio sovietico. Nel 1964 Kruscev fu esautorato e rimpiazzato da Breznev, il quale accentuò la repressione di ogni forma di dissenso. Emblematiche furono la “primavera polacca” e la “primavera di Praga”, del 1968. In Cecoslovacchia non fu tollerata dal regime sovietico l’introduzione di elementi di pluralismo economico, furono fatte intervenire le truppe del Patto di Varsavia e fu fatto occupare l’intero paese. I responsabili furono epurati, ma la repressione della “primavera di Praga” gettava ancora fango sul comunismo, come se non bastasse nuovi scioperi e disordini videro protagonisti ancora gli operai polacchi nel 1970, segno di un crescente e diffuso malessere e di avversione verso l’opprimente regime. Nel 1975 si concluse, dopo 10 anni, per l’abbandono delle forze militari americane, la guerra in Vietnam, che vide prevalere la parte nord, comunista e finanziata dai sovietici, sulla parte sud, per la quale combatterono invece militari dell’esercito americano. I comunisti conquistarono così il potere in tutto il Vietnam e anche in Cambogia e nel Laos. In questa sezione sono state volutamente tralasciate le efferatezze e le persecuzioni operate dal regime ateo e comunista in Jugoslavia, in quanto l’argomento è stato ampiamente trattato in altri capitoli del libro. Nonostante le difficoltà economiche, l’Urss continuò ad estendere la sua sfera di influenza in tutti i continenti, come in Nicaragua, Etiopia, Angola, Mozambico, Afghanistan. Fu proprio l’invasione dell’Afghanistan nel 185 Pellegrinaggio a Medjugorje 1979 a far congelare i rapporti tra le due superpotenze, dopo la fase di distensione che si era aperta con l'inizio dei negoziati sul disarmo. Il governo statunitense, sotto la presidenza di Ronald Reagan, decise così di rilanciare la competizione nucleare, decisione che condusse l’Urss a considerare seriamente l’ipotesi di un conflitto risolutivo, in vista di un’inevitabile collasso economico. … il Santo Padre dovrà soffrire molto… Intanto il 16 ottobre 1978 venne eletto al soglio pontificio, il cardinale di Cracovia, il polacco Karol Wojtyla, che assunse il nome di Giovanni Paolo II, in memoria del predecessore, Giovanni Paolo I, morto dopo soli 33 giorni di pontificato. E’ importante sottolineare non solo il fatto che Giovanni Paolo II sia stato il primo pontefice non italiano dal 1523, dopo ben 455 anni, ma anche che veniva da un paese lontano, proprio da quell’est europeo così impregnato di spirito anticristiano, in cui suoi connazionali non potettero assistere alla diretta televisiva della sua elezione. Era slavo dunque, il primo Papa slavo nella storia della Chiesa, che aveva forgiato la sua fede nelle drammatiche condizioni imposte dall’ideologia marxista nei paesi comunisti, e che aveva sperimentato fino in fondo i totalitarismi del secolo. Non poteva perciò avere paura di denunciare i soprusi che si consumavano a danno dell’umanità così, per la sua coraggiosa difesa dei diritti umani e questa sua origine slava, fu ritenuto un personaggio scomodo e destabilizzante per tutto il sistema comunista. Subito dopo la sua elezione, il 23 ottobre, incontrò in Vaticano il Cardinale Wyszynski, primate della Polonia, cui rivolse alcune importanti parole: “Venerabile e diletto Cardinale Primate, permetti che Ti dica semplicemente ciò che penso. Non ci sarebbe sulla cattedra di Pietro questo Papa polacco, che oggi pieno di timore di Dio, ma 186 Pellegrinaggio a Medjugorje anche di fiducia, inizia un nuovo pontificato, se non ci fosse la Tua fede che non ha indietreggiato dinanzi al carcere e alla sofferenza. Se non ci fosse la Tua eroica speranza. La Tua fiducia senza limiti nella Madre della Chiesa. Se non ci fosse Jasna Gòra, e tutto il periodo della storia della Chiesa nella nostra Patria, unito al Tuo ministero di Vescovo e di Primate". Qui il Pontefice esaltò la fede del Cardinale Wyszynski, che non indietreggiò dinanzi al carcere e alla sofferenza. Infatti, dopo che Pio XII proclamò la scomunica per tutti i comunisti nel 1949, il governo polacco confiscò molte proprietà della Chiesa e ordinò la chiusura delle scuole cattoliche. Il governo assunse la supervisione della nomina dei sacerdoti, richiedendo a ciascuno di essi un giuramento di fedeltà. Il cardinale Stefan Wyszynski, arcivescovo di Varsavia e primate della Polonia, si oppose a questa misura e fu sospeso dall'ufficio e costretto a ritirarsi in un monastero, riacquistando la libertà solo nel 1956. Nel corso degli anni tuttavia suscitò il rispetto sempre crescente dei governi, l’intera popolazione non era indifferente ai suoi richiami, neanche nei momenti di agitazione, e ciò contribuì sicuramente ad evitare stragi come in Ungheria nel 1956 e in Cecoslovacchia nel 1968. Il Cardinale Wyszynski morì il 28 maggio a Varsavia all’età di 79 anni, due settimane dopo l’attentato al Papa, ancora convalescente. Ma dicevamo, un personaggio scomodo che, nel giugno 1980, tornando nella sua patria, gridò: “Non si può escludere Cristo dalla storia dell’uomo, in qualsiasi parte del globo e su qualsiasi longitudine e latitudine geografica”, e che nel gennaio 1981 diede udienza in Vaticano ad una delegazione del sindacato polacco Solidarność, guidato dall’elettricista Lech Walesa. Tra i 2 momenti, “l’estate di Danzica”, dell’agosto 1980 da parte degli operai polacchi, e il successivo riconoscimento del sindacato da parte del regime, avvenuto in novembre. Insomma gli effetti del suo pontificato rischiavano di essere 187 Pellegrinaggio a Medjugorje davvero troppo imprevedibili, non solo per la sua patria ma per l’intero blocco sovietico. Bisognava fermarlo ad ogni costo e qualcosa si stava muovendo, da tempo. Un killer di professione, Ali Agca, detenuto in un carcere militare turco, venne fatto evadere dal KGB russo, con l’incarico di eliminare Giovanni Paolo II. Il 13 maggio 1981, come già raccontato, l’epilogo. Il dragone rosso del comunismo tuttavia non aveva fatto i conti con Maria, che aveva scelto quel Papa per realizzare quanto promesso a Fatima, e proprio la data dell’attentato, coincidente con quella della prima apparizione, costituì la sua prima firma. Certo, Ali Agca non dovette credere ai suoi occhi… come aveva potuto fallire? E soprattutto, come aveva potuto la pallottola attraversare il corpo del Santo Padre senza colpire organi vitali, passando miracolosamente tra l’aorta e la spina dorsale? In realtà non aveva fallito lui ma, come disse lo stesso Giovanni Paolo II, “una mano ha sparato e un’altra mano ha deviato la pallottola”. Probabilmente poi non seppe più cosa pensare quando venne a conoscenza del nome della persona che lo braccò, mentre tentava la fuga… era una suora, che oggi ha 55 anni e vive in un convento di Genova. Ecco la sua testimonianza: “[…] è toccato proprio a me acciuffare Ali Agca che tentava di fuggire dalla piazza dopo aver sparato al Santo Padre. Ho atteso invano quel giorno che qualcuno lo bloccasse, ma tutti i pellegrini e turisti in quel momento erano allibiti e sconvolti nell’osservare il Papa che ferito gravemente veniva trasportato all’ospedale Agostino Gemelli. Tutto si svolse in una manciata di minuti ed io istintivamente ho cercato il momento per bloccarlo e tenerlo fino al momento di consegnarlo alla polizia. E’ stato un momento frutto d’istinto più che di coraggio, anche se avrò sempre nella mia mente quella pistola rivolta verso di me e che risultò poi agli esperti carica di proiettili, ma inceppata. Quel giorno dell’attentato era l’anniversario dell’apparizione della Madonna 188 Pellegrinaggio a Medjugorje a Fatima e il Santo Padre Giovanni Paolo II ha attribuito la sua salvezza all’intervento della Vergine Maria. Una mano ha sparato, ha detto il Papa, e un’altra ha guidato il proiettile e io sentivo di poter aggiungere che la stessa mano ha fatto inceppare la pistola. Comunque mi sono sentita un piccolo strumento per fermare Ali Agca e permettergli così di incontrare poi nel carcere di Rebibbia il Papa che gli offre il suo paterno perdono andandolo a trovare. Forse, anche per Ali Agca sono stata una prova di qualcuno al di sopra dei suoi progetti e sono stata una coincidenza nel chiamarmi Lucia, come uno dei tre pastorelli di Fatima. Il nome di Letizia fu una scelta in occasione della missione alla vita religiosa”. Probabilmente il sicario non colse sul momento nessuna di queste coincidenze se è vero che, nel carcere di Rebibbia, quando il Papa gli parlò di Fatima, egli pensava si riferisse alla figlia di Maometto il cui nome era appunto Fatima! Intanto poco più di un mese dopo l’attentato, il 24 giugno 1981, cominciarono le apparizioni di Medjugorje e, nel messaggio del 30 ottobre 1981 la Vergine rivelò: «In Polonia tra breve ci saranno gravi conflitti, ma alla fine i giusti prevarranno. Il popolo russo è il popolo nel quale Dio sarà maggiormente glorificato. L’Occidente ha incrementato il progresso, ma senza Dio, come se non fosse Lui il Creatore». In effetti nel 1981, in risposta alle proteste e agli scioperi degli operai promossi da Solidarność, Jaruzelski, capo dello stato e segretario del partito comunista, represse le agitazioni, dichiarò il sindacato fuorilegge ed impose la legge marziale. Tali atti furono condannati da tutto il mondo occidentale, ma ritenuti da Jaruzelski come l'unico modo per scongiurare un intervento in Polonia da parte dell'Unione Sovietica. Nel 1983, quando ogni opposizione politica fu soffocata, la legge marziale venne revocata; Chiudiamo questa parte con una nota critica. E’ vero che il regime comunista aveva tentato di ammazzare il Papa, 189 Pellegrinaggio a Medjugorje ma è vero anche che in Italia qualcun’altro non lo vedeva di buon occhio, e non perdeva occasione di vomitargli addosso critiche impastate di fervente e mal celato anticlericalismo. Probabilmente solo un antipasto, di ciò che oggi avviene con maggior disinvoltura e sfrontatezza nei confronti dell’attuale pontefice Benedetto XVI e della Chiesa intera. Mi spiego meglio. In Italia in quel periodo vi era un clima di tensione per via della polemica riguardante il referendum abrogativo della legge sull’aborto, ed il voto era previsto per il 17 maggio 1981, appena 4 giorni dopo l’attentato. Più volte il pontefice si era espresso sulla questione, augurandosi che vincessero ”i pensieri e i programmi di tutela della vita umana contro la morte, e non le illusioni di chi vede un progresso dell’uomo nel diritto di infliggere la morte alla vita che è stata appena concepita”. “Se si concede il diritto di cittadinanza all’uccisione dell’uomo quando è ancora nel seno di sua madre ci si immette sulla china di incalcolabili conseguenze”. L’allora leader del partito comunista Enrico Berlinguer (morì nel 1984) attaccò Giovanni Paolo II sostenendo che comprensibile era il richiamo ai fedeli ad osservare “la norma dell’etica cristiana che considera l’aborto un peccato”, ma inammissibile era l’interferenza della gerarchia ecclesiastica in una norma giuridica dello stato italiano cui, secondo il Concordato, doveva invece attenersi. Il Papa replicò affermando che: “E’ compito della Chiesa riaffermare che l’aborto procurato è morte, è l’uccisione di una creatura innocente. Di conseguenza, la Chiesa considera ogni legislazione favorevole all’aborto procurato come una gravissima offesa dei diritti primari dell’uomo e del comandamento divino del Non Uccidere”. Berlinguer sostenne in definitiva che era intollerabile che il Papa si fosse messo alla testa di una crociata “alla vigilia di un voto che non è pro o contro l’aborto, ma su di una legge di uno stato sovrano”. 190 Pellegrinaggio a Medjugorje Tutto il fronte laico insomma, di fronte all’espressione del Vicario di Cristo, si stracciava le vesti, come Caifa nel sinedrio (Mt 26,65), gridando scandalizzato perché la laicità dello Stato era in pericolo, proprio come accade oggi, ordinariamente, ogni qualvolta Benedetto XVI, quale vero pastore, si pronunci per riaffermare l’ordine morale e naturale in un’esistenza umana che sta andando alla deriva, sotto la dittatura del relativismo, ma legittimata, per così dire, da governi progressisti che riconoscono diritti a tutti tranne a coloro che per natura ne hanno diritto. Per la cronaca il 17 maggio vinse il no, per cui tutto rimase com’era, l’aborto continuava ad essere un omicidio legalizzato ed altra sofferenza, oltre a quella fisica, si abbatteva sul Papa sofferente. Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà… Accennavo prima, anche facendo riferimento a Benedetto XVI, a questo attuale, diffuso e sempre più audace anticlericalismo, farcito di un odio strisciante verso la Chiesa e diretto a “voler soffocare la voce di Dio”, fenomeno cui fece cenno lo stesso Giovanni Paolo II nel librointervista “Varcare le soglie della speranza” – Ed. Mondatori, 1994 di cui seguono alcuni passaggi. Si noti poi come lo stesso pontefice sottolinei l’importanza, la necessità di ascoltare la voce di Dio e di saper cogliere i segni dei tempi, attraverso cui Dio parla all’uomo. [..] “Sì, questo voler soffocare la voce di Dio è abbastanza programmato: molti fanno di tutto perché non si oda la Sua voce, e sia udita soltanto la voce dell'uomo, il quale non ha nulla da offrire che non sia terreno. E a volte una tale offerta porta con sé la 191 Pellegrinaggio a Medjugorje distruzione in proporzioni cosmiche. Non è questa la tragica storia del nostro secolo”? [..] “Occorre riascoltare la voce di Dio che parla nella storia dell'uomo. E se questa parola non si ode, può darsi che ciò accada perché a essa non viene aperto l'udito interiore. In questo senso Cristo parlava di coloro che «vedendo non vedono e udendo non intendono» (cfr. Mt 13,13), mentre l'esperienza di Dio è sempre alla portata di ogni uomo, è a lui accessibile in Gesù Cristo e in virtù dello Spirito Santo”. [..] “E che cosa dire dei tre fanciulli portoghesi di Fatima, i quali all'improvviso, nel 1917, alla vigilia dello scoppio della Rivoluzione di ottobre, udirono: «La Russia si convertirà» e «Infine, il mio Cuore trionferà»...? Non possono essere stati loro a inventare tali predizioni. Non conoscevano la storia e la geografia, e ancor meno si orientavano in fatto di movimenti sociali e di sviluppo delle ideologie. E tuttavia è successo esattamente quanto avevano annunciato. Forse anche per questo il Papa è stato chiamato da «un paese lontano», forse per questo bisognava che ci fosse l'attentato in piazza San Pietro proprio il 13 maggio 1981, anniversario della prima apparizione a Fatima, affinché tutto ciò diventasse più trasparente e comprensibile, affinché la voce di Dio che parla nella storia dell'uomo mediante i «segni dei tempi» potesse essere più facilmente udita e compresa. L'azione di Dio è divenuta quasi visibile nella storia del nostro secolo attraverso la caduta del comunismo”. Bisogna riconoscere del resto che egli seppe ben leggere i segni dei tempi, comprendere che non fu un caso che il Papa era stato chiamato da «un paese lontano», che l'attentato in piazza San Pietro era avvenuto proprio nell’anniversario della prima apparizione a Fatima, che una mano materna aveva miracolosamente deviato la pallottola… Si, dovette comprenderlo bene se, ancora in ospedale, si fece portare l’incartamento relativo alla terza parte del segreto di 192 Pellegrinaggio a Medjugorje Fatima dove, nella sfocata figura di un segreto riconobbe nitidamente la sua figura, quella del vescovo vestito di bianco che cadeva sotto i colpi di arma da fuoco e frecce. Ma soprattutto doveva aver compreso che qualcos’altro lo riguardava in prima persona, qualcosa che richiedeva la sua esplicita collaborazione e da cui sarebbe dipeso il destino imminente dell’intera umanità. “…Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà…”. Questa frase, letta chissà quante volte, dovette imprimersi indelebilmente questa volta, con caratteri di fuoco, nel suo cuore, dovette risuonare dentro di sé in maniera inequivocabile se il 13 maggio successivo si recò Fatima, in segno di ringraziamento, pronunciando un’omelia di cui seguono i passi salienti: 4. Vengo qui oggi perché precisamente in questo medesimo giorno lo scorso anno, in Piazza San Pietro a Roma, si è verificato l'attentato alla vita del Papa, misteriosamente coinciso con l'anniversario della prima apparizione a Fatima, che ebbe luogo il 13 maggio 1917. Queste date si sono incontrate fra loro in modo tale che mi è parso di riconoscervi una speciale chiamata a venire qui. Ed ecco che oggi sono qui. Sono venuto a ringraziare la Divina Provvidenza in questo luogo che la Madre di Dio sembra avere scelto in modo così particolare. "Misericordiae Domini, quia non sumus consumpti" - Grazie a Dio non siamo stati annientati (Lam. 3,22) -, ripeto ancora una volta con il profeta. Alla luce del mistero della maternità spirituale di Maria, cerchiamo di capire lo straordinario messaggio, che cominciò a risuonare nel mondo da Fatima dal giorno 13 maggio 1917 e si prolungò per cinque mesi fino al giorno 13 ottobre dello stesso anno. [..]"Convertitevi (fate penitenza), e credete al Vangelo" (Mc. 1,15): sono queste le prime parole del Messia rivolte all'umanità. E il messaggio di Fatima è, nel suo nucleo fondamentale, la chiamata alla conversione e alla penitenza, come nel Vangelo. Questa chiamata è stata fatta all'inizio del ventesimo secolo, e, pertanto, è stata rivolta in modo particolare a questo stesso secolo. La Signora del 193 Pellegrinaggio a Medjugorje messaggio sembrava leggere, con una perspicacia particolare, i "segni dei tempi", i segni del nostro tempo. L'appello alla penitenza è materno e, al tempo stesso, è energico e fatto con decisione. […] La chiamata alla penitenza va insieme, come sempre, alla chiamata alla preghiera. Conformemente alla tradizione plurisecolare, la Signora del messaggio di Fatima indica la corona - il rosario -, che si può giustamente definire "la preghiera di Maria": la preghiera, nella quale Ella si sente particolarmente unita a noi. Lei stessa prega con noi. Con questa preghiera si abbracciano i problemi della Chiesa, della Sede di Pietro, i problemi di tutto il mondo. Inoltre, si ricordano i peccatori, perché si convertano e si salvino, e le anime del purgatorio. 7. Quando Gesù disse dalla croce: "Donna, ecco il tuo figlio" (Gv. 19, 26) in modo nuovo aprì il cuore di sua Madre, il Cuore Immacolato, e le rivelò la nuova dimensione dell'amore e la nuova portata dell'amore, al quale era stata chiamata, nello Spirito Santo, in forza del sacrificio della croce. Nelle parole del messaggio di Fatima ci sembra di trovare proprio questa dimensione dell'amore materno, che con la sua ampiezza abbraccia tutte le vie dell'uomo verso Dio: tanto quelle che passano sulla terra quanto quelle che, attraverso il Purgatorio, portano oltre la terra. La sollecitudine della Madre del Salvatore è la sollecitudine per l'opera della salvezza: l'opera del Suo Figlio. È sollecitudine per la salvezza, per la salvezza eterna di tutti gli uomini. Mentre si compiono sessantacinque anni da quel 13 maggio 1917, è difficile non rendersi conto che l'amore salvifico della Madre abbraccia nella sua ampiezza, in modo particolare, il nostro secolo. Alla luce dell'amore materno comprendiamo tutto il messaggio della Madonna di Fatima. Quanto si oppone più direttamente al cammino dell'uomo verso Dio è il peccato, il perseverare nel peccato, in ultima analisi la negazione di Dio. La programmata cancellazione di Dio dal mondo del pensiero umano. La separazione da Lui di tutta l'attività terrena dell'uomo. Il rifiuto di Dio da parte dell'uomo. In verità la salvezza eterna dell'uomo si trova solo in Dio. Il rifiuto di Dio da parte dell'uomo, se diventa definitivo, porta 194 Pellegrinaggio a Medjugorje logicamente al rifiuto dell'uomo da parte di Dio (cfr. Mt. 7,23; 10,33), alla dannazione. La Madre, la quale desidera la salvezza di tutti gli uomini con tutta la forza dell'amore, che alimenta nello Spirito Santo, potrà tacere su quanto mina le basi stesse di questa salvezza? No, non può! Perciò il messaggio della Madonna di Fatima, così materno, si presenta al tempo stesso così forte e deciso. Sembra persino severo. È come se parlasse Giovanni Battista sulle sponde del Giordano. Esorta alla penitenza. Mette in guardia. Chiama alla preghiera. Raccomanda la corona, il rosario. Questo messaggio è rivolto a tutti gli uomini. L'amore della Madre del Salvatore arriva ovunque vuole si estenda l'opera della salvezza. E oggetto della sua premura sono tutti gli uomini della nostra epoca e, nello stesso tempo, le società, le nazioni e i popoli. Le società minacciate dall'apostasia, minacciate dal degrado morale. Il crollo della moralità porta con sé il crollo delle società. […] Parole semplici, ma dirette, efficaci, che non necessitano di commenti. Ad un certo punto parlando di messaggio materno ma forte e deciso, il Papa paragonò Maria a Giovanni Battista sulle sponde del Giordano, che esorta alla penitenza, mette in guardia, chiama alla preghiera… raccomanda il rosario. Proprio nel giorno di San Giovanni Battista del resto, il 24 giugno dell’anno prima, appena una quarantina di giorni dopo l’attentato, ebbero inizio le apparizioni mariane a Medjugorje, non a caso in un altro paese d’oltrecortina (e ne vedremo in seguito il perché), in cui Maria ha sin dall’inizio esortato alla penitenza, alla preghiera, alla pace, alla conversione, al ritorno a Dio e ad una vita sacramentale. Proprio mentre il Giovanni Paolo II si trovava in visita a Fatima, il 14 maggio 1982, la Madonna a Medjugorje confermò che «I nemici del Papa volevano ucciderlo, ma io l’ho protetto». 195 Pellegrinaggio a Medjugorje Ora un altro grande passo attendeva il Pontefice di Fatima: la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, nella maniera da Lei richiesta, in comunione con tutti i vescovi del mondo, e ciò avvenne il 25 marzo 1984, festa dell’Annunciazione, nella Basilica di San Pietro. Il grande passo era stato compiuto, la condizione necessaria era stata adempiuta, la profezia riguardante la Russia era destinata ad avverarsi. In realtà la situazione mondiale non era affatto calma in quel periodo, il clima di distensione che si era cercato di instaurare negli anni settanta, nonché i negoziati per il controllo degli armamenti era miseramente fallito. Come abbiamo già sottolineato in precedenza fu in particolare l’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Urss, nel 1979, a far precipitare le sorti del dialogo con gli Stati Uniti. Peraltro una guerra logorante, quella nel paese mediorientale, che si sarebbe protratta sino al 1988, dissanguando la già precaria economia sovietica e rivelandosi un disastro sul piano politico, al pari di quello americano in Vietnam. A seguito della caduta di ogni seppur flebile segno di distensione, l’Urss aveva ripreso a dare fondo alle già citate casse, nella corsa agli armamenti, ed in particolare installò, presso i suoi confini occidentali, missili a media gittata. Il governo statunitense dal 1980 era passato sotto la presidenza di Ronald Reagan, il quale definì l’Urss “impero del male” e che, oltre ad intervenire in tutte le zone del globo in cui riteneva fossero minacciati gli interessi americani, riprese con decisione un programma di armamento militare che comprendeva tra l’altro il modernissimo e costosissimo scudo spaziale, sistema impiegato nella guerra missilistica con l’ausilio di satelliti artificiali. La Nato inoltre aveva predisposto in tutta Europa missili puntati sulle città sovietiche. In questo scenario, si raggiunse così, nel 1984, il 196 Pellegrinaggio a Medjugorje momento di massima tensione tra Est e Ovest, con missili puntati sui rispettivi obiettivi, pronti a partire e a distruggere. Senza trascurare poi la particolare situazione dell’Urss che, ormai sull’orlo di un’inevitabile collasso economico e nell’impossibilità futura di poter ulteriormente fronteggiare e competere con gli Stati Uniti nella corsa agli armamenti, era seriamente propensa ad un conflitto armato immediato, come ultima possibilità per poter prevalere. Un conflitto di natura apocalittica che non si sarebbe certo limitato ai semplici missili, ma avrebbe preso la via senza ritorno del nucleare, su cui i protagonisti della Guerra Fredda avevano investito ben 9 mila miliardi di dollari! A questo punto fu davvero provvidenziale la Consacrazione da parte del Papa, ed ancora una volta gli eventi della storia seguirono gli esiti che la Madonna aveva profetizzato a Fatima. Vediamo come. Nel novembre del 1982 morì il presidente dell’Urss Brežnev; il suo successore, Jurij Andropov, morì dopo poco più di un anno, agli inizi del 1984; il successore di quest'ultimo, Konstantin Černenko, morì anch’esso, appena tredici mesi dopo la nomina, e venne a sua volta sostituito, nel marzo 1985, da Michail Gorbaciov, l’uomo del rinnovamento della politica sovietica, ed è importante notare come ciò sia avvenuto ad un anno esatto dalla consacrazione al Cuore Immacolato fatta da Giovanni Paolo II. La consacrazione si colloca poi tra i brevi interregni di Andropov e Černenko, una provvidenziale brevità, causata dalle loro morti, che a mio parere contribuì ad inibire e destabilizzare la politica sovietica in quel periodo, soprattutto per quanto concerne l’opzione bellica. Ma non fu solo questo. Accadde qualcos’altro, in quell’anno 1984. Pochi forse sanno che ciò che mise fuori combattimento l’Urss, fu l’esplosione dell’arsenale militare di Severomorsk nel Mare del Nord. Senza quell’apparato missilistico che controllava 197 Pellegrinaggio a Medjugorje l‘Atlantico, i sovietici non avevano più alcuna speranza di vittoria, di conseguenza l’opzione militare non fu più considerata. Anche qui è importante considerare come tutto ciò avvenne una cinquantina di giorni dopo la consacrazione; per chi fosse tuttavia convinto che si trattò di una coincidenza, è allora doveroso scendere ancor più nei particolari ed essere più precisi. L’esplosione dell’arsenale di Severomorsk avvenne il 13 maggio 1984, anniversario dell’attentato al Papa e della prima apparizione di Fatima. Gli eventi culminarono nel marzo 1985 con l’elezione di Michail Gorbaciov, che intese operare un profondo rinnovamento della politica sovietica in tutti gli ambiti, sotto il colore di “perestrojka”, riforma, e “glasnost”, trasparenza. Indubbiamente da ciò ne trassero beneficio le popolazioni dell’Urss, in termini economici e di libertà, ma Gorbaciov ottenne anche importanti risultati in politica estera; nel 1987 firmò con Reagan un trattato per il progressivo disarmo nucleare, nel 1988 ordinò il ritiro delle truppe sovietiche dall’Afghanistan, nel 1990 ricevette il Nobel per la Pace. Questo vento di rinnovamento si estese anche in tutti gli stati dell’est, ed il primo di essi fu, non a caso, la Polonia, parlando della quale eravamo giunti al 1983, quando Jaruzelski, capo dello stato e segretario del partito comunista, revocò la legge marziale, che aveva precedentemente imposto dichiarando il sindacato Solidarność fuorilegge. Solidarność sopravvisse come movimento d'opposizione clandestino, ma con un seguito popolare così rilevante che il regime non potette ignorare. Di fondamentale importanza fu per il sindacato, l’influenza ed il sostegno di Giovanni Paolo II nelle visite papali del 1983 e 1987. Jaruzelski, che nel frattempo aveva riallacciato i rapporti con la Chiesa, concesse graduali concessioni al sindacato fino a 198 Pellegrinaggio a Medjugorje giungere, in epoca gorbaceviana, agli accordi di Danzica, del 1988, che avrebbero consentito lo svolgimento, nell’anno successivo, delle prime elezioni libere in un paese del blocco comunista. Le elezioni segnarono la sconfitta dei comunisti e l’affermazione del sindacato di Lech Walesa, che venne poi eletto Presidente della Repubblica. In Ungheria, nel 1989, gli stessi dirigenti comunisti legalizzarono i partiti, indissero libere elezioni e, riaprendo la frontiera al confine con l’Austria, crearono la prima vera breccia nella cortina di ferro. Attraverso quel varco infatti, molti cittadini della Germania Est si riversarono nella Germania Ovest, causando la crisi e la caduta del regime comunista. Il 9 novembre 1989 cominciò l’abbattimento del Muro di Berlino, simbolo della Guerra Fredda, che per 28 anni separò anche fisicamente le 2 Germanie, la cui riunificazione fu sancita nel 1990. Sempre nel 1989 in Cecoslovacchia, a seguito di una serie di proteste popolari, cadde il regime comunista che aveva represso la Primavera di Praga nel 1968 e si instaurò una repubblica democratica. Lo stesso avvenne in Bulgaria, che divenne repubblica democratica parlamentare. In Romania fu un po’ diverso, dato che il potere era detenuto personalmente ed in modo tirannico e dispotico da Nicolai Ceaucescu. Il suo tentativo di reprimere la protesta fece scoppiare una guerra civile che culminò con l’arresto e l’esecuzione del dittatore e di sua moglie. Anche la stessa Unione Sovietica, da cui trasse origine il vento riformatore, non fu immune da radicali cambiamenti. Le tre repubbliche baltiche Lettonia, Estonia e Lituania, quelle caucasiche, Armenia, Georgia e Azerbaigian, la Moldavia, l’Ucraina, nonché la stessa repubblica russa, invocavano la loro completa indipendenza. La situazione ebbe però un sussulto improvviso ed inatteso. Un gruppo di nostalgici comunisti, nell’agosto del 1991, tentò 199 Pellegrinaggio a Medjugorje la carta del colpo di stato per ripristinare il regime, sperando nell’appoggio del esercito. Gorbaciov fu esautorato e sequestrato, ma il golpe fallì a seguito dell’insurrezione della folla contro gli stessi golpisti. In quel periodo, nel messaggio del 25 agosto, a Medjugorje la Madonna aveva esortato: «Cari figli, anche oggi vi invito alla preghiera, ora come non mai, da quando il mio piano ha cominciato a realizzarsi. Satana è forte e vuole disturbare i miei progetti di pace e di gioia e farvi pensare che mio Figlio non sia forte in ciò che ha deciso. Perciò vi invito, cari figli, a pregare e a digiunare ancora più intensamente. Vi invito a qualche rinuncia per la durata di nove giorni, affinché con il vostro aiuto si realizzi tutto ciò che voglio realizzare secondo i segreti iniziati a Fatima. Vi invito, cari figli, a comprendere l’importanza della mia venuta e la serietà della situazione. Voglio salvare tutte le anime e presentarle a Dio. Perciò preghiamo affinché tutto quello che ho cominciato si realizzi completamente. Grazie per aver risposto alla mia chiamata». Dunque, in occasione dell’ultimo colpo di coda del drago rosso del comunismo, in quei giorni d’agosto, da Medjugorje giunse un ulteriore conferma che la profezia di Fatima, circa la conversione della Russia si stava realizzando completamente. L’Urss aveva ormai i giorni contati, non si ritornò ad un regime comunista, ma le repubbliche baltiche ottennero l’indipendenza e le altre diedero vita alla Comunità di stati indipendenti (CSI). L’8 dicembre 1991, festa dell’Immacolata Concezione, i presidenti di Russia, Ucraina e Bielorussia annunciarono formalmente la dissoluzione dell'Urss e, il 25 dicembre 1991, giorno di Natale ed esattamente 4 mesi dopo il messaggio di Medjugorje di agosto, Gorbaciov rassegnò le proprie dimissioni da presidente e la bandiera rossa venne ammainata dal Cremlino. Il comunismo sovietico era stato 200 Pellegrinaggio a Medjugorje sconfitto! La più grande e sanguinosa dittatura della storia, a distanza di 7 anni dalla consacrazione del 1984, era andata incontro ad una clamorosa implosione, si era sgretolata senza il minimo spargimento di sangue e in un rapido succedersi di eventi, tra lo stupore generale e, come abbiamo visto, in circostanze e date particolari, che legano inequivocabilmente la sua fine alla promessa di Fatima. Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà… La terza parte del segreto Siamo giunti così alla terza ed ultima parte del segreto di Fatima. Se vogliamo il primo, implicito, commento circa questa parte del segreto, fu espresso dallo stesso Giovanni Paolo II nell’omelia pronunciata a Fatima il 13 maggio 2000 in occasione della celebrazione per la beatificazione dei pastorelli Francesco e Giacinta, al termine della quale il cardinale Sodano annunciò che anche la terza parte del segreto sarebbe stata resa pubblica. Negli stralci qui proposti si noti come il Papa sovrapponga la visione del segreto alla scena apocalittica della lotta tra la Donna e il drago. Tra la Donna vestita di sole e il drago che con la "coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra". La figura di Maria che appare nel segreto, impedisce all’angelo di compiere un castigo imminente verso la terra, dove l’umanità compie il gioco del drago, come testimoniano i delitti e le vittime del XX secolo. L’angelo che grida per tre volte “Penitenza”, richiama poi l’invito della Vergine, in pena per la sorte dei figli, alla preghiera e alla penitenza per salvare tante anime che si perdono. Ma ecco il testo originale: […] Per disegno divino, è venuta dal Cielo su questa terra, alla ricerca dei piccoli privilegiati dal Padre, "una Donna vestita di sole" (Ap. 12, 1). Essa parla loro con voce e con cuore di madre: li 201 Pellegrinaggio a Medjugorje invita a offrirsi come vittime di riparazione, offrendosi per parte sua di condurli sicuri fino a Dio. Allora dalle sue mani materne uscì una luce che penetrò nel loro intimo, e si sentirono immersi in Dio come quando una persona - essi stessi spiegano - si contempla allo specchio. […] "Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago" (Ap. 12, 3). Queste parole della prima lettura della Messa ci fanno pensare alla grande lotta che si svolge tra il bene e il male, dal momento che si può constatare che l'uomo, mettendo Dio da parte, non può giungere alla felicità, anzi finisce per distruggere sé stesso. Quante vittime nel corso dell'ultimo secolo del secondo millennio! Vengono alla memoria gli orrori della prima e della seconda grande guerra e quelli delle altre in tante parti del mondo, i campi di concentramento e di sterminio, i Gulag, le pulizie etniche e le persecuzioni, il terrorismo, i sequestri di persona, la droga, gli attentati contro i nascituri e la famiglia. Il messaggio di Fatima è un appello alla conversione, che mette in guardia l'umanità affinché non faccia il gioco del "drago", il quale con la "coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra" (Ap. 12, 4). L'ultima meta dell'uomo è il Cielo, sua vera casa dove il Padre celeste, nel suo amore misericordioso, attende tutti. Dio vuole che nessuno si perda; perciò, duemila anni fa, ha inviato sulla terra il suo Figlio a "cercare e salvare quel che era perduto" (Lc. 19, 10). Ed Egli ci ha salvati con la sua morte sulla croce; nessuno renda vana quella Croce! Gesù è morto e risorto per essere "il primogenito di molti fratelli" (Rom. 8, 29). Nella sua sollecitudine materna la Santissima Vergine è venuta qui, a Fatima, a chiedere agli uomini di "non offendere più Dio, Nostro Signore, che è già molto offeso". È il dolore di madre che la fa parlare; è in gioco la sorte dei suoi figli. Perciò Ella chiede ai pastorelli: "Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori; tante anime finiscono nell'inferno perché non c'è chi si sacrifichi e preghi per loro". 202 Pellegrinaggio a Medjugorje Segue parte dell’intervento del Cardinale Sodano, che annunciò la pubblicazione della terza parte del segreto: “Nella solenne circostanza della Sua venuta a Fatima, il Sommo Pontefice mi ha incaricato di darvi un annuncio. Come è noto, scopo della Sua venuta a Fatima è stata la beatificazione dei due pastorinhos. Egli tuttavia vuole attribuire a questo Suo pellegrinaggio anche il valore di un rinnovato gesto di gratitudine verso la Madonna per la protezione a Lui accordata durante questi anni di pontificato. È una protezione che sembra toccare anche la cosiddetta terza parte del «segreto» di Fatima. Tale testo costituisce una visione profetica paragonabile a quelle della Sacra Scrittura, che non descrivono in senso fotografico i dettagli degli avvenimenti futuri, ma sintetizzano e condensano su un medesimo sfondo fatti che si distendono nel tempo in una successione e in una durata non precisate. Di conseguenza la chiave di lettura del testo non può che essere di carattere simbolico. La visione di Fatima riguarda soprattutto la lotta dei sistemi atei contro la Chiesa e i cristiani e descrive l'immane sofferenza dei testimoni della fede dell'ultimo secolo del secondo millennio. È una interminabile Via Crucis guidata dai Papi del ventesimo secolo. Secondo l'interpretazione dei pastorinhos, interpretazione confermata anche recentemente da Suor Lucia, il «Vescovo vestito di bianco» che prega per tutti i fedeli è il Papa. Anch'Egli, camminando faticosamente verso la Croce tra i cadaveri dei martirizzati (vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e numerosi laici) cade a terra come morto, sotto i colpi di arma da fuoco. Dopo l'attentato del 13 maggio 1981, a Sua Santità apparve chiaro che era stata «una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola», permettendo al «Papa agonizzante» di fermarsi «sulla soglia della morte» (Giovanni Paolo II, Meditazione con i Vescovi italiani dal Policlinico Gemelli, in: Insegnamenti, vol. XVII/1, 1994, p. 1061). In occasione di un passaggio da Roma dell'allora Vescovo di LeiriaFatima, il Papa decise di consegnargli la pallottola, che era rimasta nella jeep dopo l'attentato, perché fosse custodita nel Santuario. Per 203 Pellegrinaggio a Medjugorje iniziativa del Vescovo essa fu poi incastonata nella corona della statua della Madonna di Fatima. I successivi avvenimenti del 1989 hanno portato, sia in Unione Sovietica che in numerosi Paesi dell'Est, alla caduta del regime comunista che propugnava l'ateismo. Anche per questo il Sommo Pontefice ringrazia dal profondo del cuore la Vergine Santissima. Tuttavia, in altre parti del mondo gli attacchi contro la Chiesa e i cristiani, con il peso di sofferenza che portano con sé, non sono purtroppo cessati. Anche se le vicende a cui fa riferimento la terza parte del «segreto» di Fatima sembrano ormai appartenere al passato, la chiamata della Madonna alla conversione e alla penitenza, pronunciata all'inizio del ventesimo secolo, conserva ancora oggi una sua stimolante attualità. «La Signora del messaggio sembra leggere con una singolare perspicacia i segni dei tempi, i segni del nostro tempo... L'insistente invito di Maria Santissima alla penitenza non è che la manifestazione della sua sollecitudine materna per le sorti della famiglia umana, bisognosa di conversione e di perdono» (Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale del Malato 1997, n. 1, in: Insegnamenti, vol. XIX/2, 1996, p. 561). Per consentire ai fedeli di meglio recepire il messaggio della Vergine di Fatima, il Papa ha affidato alla Congregazione per la Dottrina della Fede il compito di rendere pubblica la terza parte del «segreto», dopo averne preparato un opportuno commento”. Anche del commento teologico, redatto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, presieduta dall’allora Cardinale Joseph Ratzinger riportiamo i passi salienti. […] Esaminiamo ora un poco più da vicino le singole immagini. L'angelo con la spada di fuoco a sinistra della Madre di Dio ricorda analoghe immagini dell'Apocalisse. Esso rappresenta la minaccia del giudizio, che incombe sul mondo. La prospettiva che il mondo potrebbe essere incenerito in un mare di fiamme, oggi non appare assolutamente più come pura fantasia: l'uomo stesso ha preparato con le sue invenzioni la spada di fuoco. La visione mostra poi la forza che si contrappone al potere della distruzione - 204 Pellegrinaggio a Medjugorje lo splendore della Madre di Dio, e, proveniente in un certo modo da questo, l'appello alla penitenza. In tal modo viene sottolineata l'importanza della libertà dell'uomo: il futuro non è affatto determinato in modo immutabile, e l'immagine, che i bambini videro, non è affatto un film anticipato del futuro, del quale nulla potrebbe più essere cambiato. Tutta quanta la visione avviene in realtà solo per richiamare sullo scenario la libertà e per volgerla in una direzione positiva. Il senso della visione non è quindi quello di mostrare un film sul futuro irrimediabilmente fissato. Il suo senso è esattamente il contrario, quello di mobilitare le forze del cambiamento in bene. [...] Prendiamo ora in considerazione le singole immagini, che seguono nel testo del «segreto». Il luogo dell'azione viene descritto con tre simboli: una ripida montagna, una grande città mezza in rovina e finalmente una grande croce di tronchi grezzi. Montagna e città simboleggiano il luogo della storia umana: la storia come faticosa ascesa verso l'alto, la storia come luogo dell'umana creatività e convivenza, ma allo stesso tempo come luogo delle distruzioni, nelle quali l'uomo annienta l'opera del suo proprio lavoro. La città può essere luogo di comunione e di progresso, ma anche luogo del pericolo e della minaccia più estrema. Sulla montagna sta la croce - meta e punto di orientamento della storia. Nella croce la distruzione è trasformata in salvezza; si erge come segno della miseria della storia e come promessa per essa. [...] Appaiono poi qui delle persone umane: il vescovo vestito di bianco («abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre»), altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose e finalmente uomini e donne di tutte le classi e gli strati sociali. Il Papa sembra precedere gli altri, tremando e soffrendo per tutti gli orrori, che lo circondano. Non solo le case della città giacciono mezze in rovina - il suo cammino passa in mezzo ai cadaveri dei morti. La via della Chiesa viene così descritta come una Via Crucis, come un cammino in un tempo di violenza, di distruzioni e di persecuzioni. Si può trovare raffigurata in questa immagine la storia di un intero secolo. Come i luoghi della terra sono 205 Pellegrinaggio a Medjugorje sinteticamente raffigurati nelle due immagini della montagna e della città e sono orientati alla croce, così anche i tempi sono presentati in modo contratto: nella visione noi possiamo riconoscere il secolo trascorso come secolo dei martiri, come secolo delle sofferenze e delle persecuzioni della Chiesa, come il secolo delle guerre mondiali e di molte guerre locali, che ne hanno riempito tutta la seconda metà ed hanno fatto sperimentare nuove forme di crudeltà. Nello «specchio» di questa visione vediamo passare i testimoni della fede di decenni. Al riguardo sembra opportuno menzionare una frase della lettera che Suor Lucia scrisse al Santo Padre il 12 maggio 1982: «la terza parte del segreto si riferisce alle parole di Nostra Signora: Se no (la Russia) spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte». Nella Via Crucis di un secolo la figura del Papa ha un ruolo speciale. Nel suo faticoso salire sulla montagna possiamo senza dubbio trovare richiamati insieme diversi Papi, che cominciando da Pio X fino all'attuale Papa hanno condiviso le sofferenze di questo secolo e si sono sforzati di procedere in mezzo ad esse sulla via che porta alla croce. Nella visione anche il Papa viene ucciso sulla strada dei martiri. Non doveva il Santo Padre, quando dopo l'attentato del 13 maggio 1981 si fece portare il testo della terza parte del «segreto», riconoscervi il suo proprio destino? Egli era stato molto vicino alla frontiera della morte ed egli stesso ha spiegato la sua salvezza con le seguenti parole: «... fu una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola e il Papa agonizzante si fermò sulla soglia della morte» (13 maggio 1994). Che qui una «mano materna» abbia deviato la pallottola mortale, mostra solo ancora una volta che non esiste un destino immutabile, che fede e preghiera sono potenze, che possono influire nella storia e che alla fine la preghiera è più forte dei proiettili, la fede più potente delle divisioni. La conclusione del «segreto» […] è una visione consolante, […] Angeli raccolgono sotto i bracci della croce il sangue dei martiri e irrigano così le anime, che si avvicinano a Dio. Il sangue 206 Pellegrinaggio a Medjugorje di Cristo ed il sangue dei martiri vengono qui considerati insieme: il sangue dei martiri scorre dalle braccia della croce. […] Il loro martirio si compie in solidarietà con la passione di Cristo, diventa una cosa sola con essa. […] Il sangue dei martiri è seme di cristiani, ha detto Tertulliano. Come dalla morte di Cristo, dal suo costato aperto, è nata la Chiesa, così la morte dei testimoni è feconda per la vita futura della Chiesa. La visione della terza parte del «segreto», così angustiante al suo inizio, si conclude quindi con una immagine di speranza: nessuna sofferenza è vana, e proprio una Chiesa sofferente, una Chiesa dei martiri, diviene segno indicatore per la ricerca di Dio da parte dell'uomo. Rispondendo ad una lettera di Mons. Pavel Hnilica, Vescovo titolare di Rusado, il card. Joseph Ratzinger, precisò poi che nel suo "commento" alla profezia di Fatima non intendeva "attribuire esclusivamente al passato i contenuti del segreto".. […] Nel mio "commento" non intendevo attribuire esclusivamente al passato i contenuti del segreto, in maniera semplicistica. Le grandi visioni hanno sempre una duplice dimensione: un significato immediato e vicino, ed un valore permanente. L’esempio classico è il discorso escatologico del Signore; preannuncia come imminente la catastrofe di Gerusalemme, ma fa trasparire in questo avvenimento del presente, la fine del mondo, e diventa così ammonizione alla vigilanza per tutte le generazioni. In modo analogo scorgiamo nel "segreto" di Fatima il martirologio del secolo scorso, nel quale si riflette però la persecuzione fino alla fine del mondo. […] Un importante contributo, anche se indiretto, lo attingiamo dalle parole di Giovanni Paolo II tratte dal capitolo 27 del libro-intervista “Varcare le soglie della speranza” – Ed. Mondatori, 1994, facenti riferimento al ritorno alla religione da parte degli ex paesi comunisti, ma soprattutto alla forza della chiesa, i santi. Essendo stati, i santi del XX secolo in gran parte martiri, tali parole possono aiutare a comprendere l’ultima scena del segreto, riguardante 207 Pellegrinaggio a Medjugorje appunto i martiri. “Alcuni si aspettavano che, dopo la caduta del comunismo, si avesse per così dire una svolta istintiva verso la religione in tutti gli strati della società. È avvenuto questo? Certamente non è avvenuto nel modo in cui qualcuno se lo immaginava; e tuttavia si può affermare che stia avvenendo, specialmente in Russia. Come? Soprattutto nella forma del ritorno alla tradizione e alla pratica della Chiesa ortodossa. In quelle regioni, inoltre, grazie alla riacquistata libertà religiosa, è rinata anche la Chiesa cattolica, presente da secoli per il tramite dei polacchi, dei tedeschi, dei lituani, degli ucraini abitanti in Russia, e stanno giungendo le comunità protestanti e numerose sette occidentali, che dispongono di grandi mezzi economici. In altri paesi il processo di ritorno alla religione, oppure di perseveranza nella propria Chiesa, si sviluppa a seconda della situazione vissuta dalla Chiesa durante l'oppressione comunista e, in un certo senso, anche in relazione alle tradizioni più antiche. Lo si può facilmente rilevare osservando società come la Boemia, la Slovacchia, l'Ungheria, e anche la Romania in maggioranza ortodossa, o la Bulgaria. Una loro problematica presentano i paesi della ex Iugoslavia e quelli baltici. Ma in che cosa sta la vera forza della Chiesa? Naturalmente, la forza della Chiesa, in Oriente e in Occidente, attraverso tutti i secoli, sta nella testimonianza dei santi, cioè di coloro che della verità di Cristo hanno fatto la loro propria verità, di coloro che hanno seguito la strada che è Lui stesso, che hanno vissuto la vita che scaturisce da Lui nello Spirito Santo. E non sono mai mancati questi santi alla Chiesa, in Oriente e in Occidente. I santi del nostro secolo sono stati in gran parte dei martiri. I regimi totalitari, che hanno dominato in Europa alla metà del XX secolo, hanno contribuito a incrementarne il numero. I campi di concentramento, i campi di morte, che hanno prodotto, tra l'altro, il mostruoso olocausto ebraico, hanno rivelato autentici santi tra i cattolici e gli ortodossi, e anche tra i protestanti. Si è trattato di veri martiri. Basti ricordare le figure di padre Massimiliano Kolbe e di Edith Stein e, prima ancora, quelle dei martiri della guerra civile in Spagna. Nell'est dell'Europa è 208 Pellegrinaggio a Medjugorje enorme l'esercito dei santi martiri, specialmente ortodossi: russi, ucraini, bielorussi e dei vasti territori oltre gli Urali. Ci sono stati pure martiri cattolici nella Russia stessa, in Bielorussia, in Lituania, nei paesi baltici, nei Balcani, in Ucraina, in Galizia, in Romania, Bulgaria, Albania, nei paesi dell'ex Iugoslavia. È questa la grande moltitudine di coloro che, come è detto nell'Apocalisse, «seguono l'Agnello» (Apocalisse 14,4). Essi hanno completato nel loro martirio la testimonianza redentrice di Cristo (cfr. Col 1,24) e, allo stesso tempo, si trovano alle basi di un mondo nuovo, della nuova Europa e della nuova civiltà”. Qui il pontefice sembra sottolineare come Dio, nella sua Onnipotenza e Misericordia, riesca ad ottenere il bene anche dal male. Afferma che la vera forza della Chiesa sono i santi, e i santi del XX secolo sono stati in gran parte dei martiri. Se Terulliano vedeva nel sangue dei martiri il seme del cristianesimo, Karol Wojtyla, citando l’Apocalisse, vede nei martiri coloro che “seguono l’Agnello”, e le basi di un mondo nuovo, di una nuova civiltà, che in altre occasioni chiamerà “civiltà dell’amore”, e che sarà il frutto del periodo di pace profetizzato a Fatima. In definitiva il sangue dei martiri, vittime della violenza e della persecuzione, e forza dell’intera Chiesa, contribuirà alla salvezza di tante anime. Del resto il segreto nella sua integrità si apre con la visione dell’inferno, ma si conclude con una visione consolante: “Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un annaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio”. Altre profezie ed eventi collegati a Fatima Passeremo, in questo paragrafo ad evidenziare le altre profezie avveratesi, ma non contenute nei segreti, e altre singolari “coincidenze” che possono essere legate a Fatima. Il 13 giugno 1917, durante la seconda apparizione, Lucia si rivolse alla Madonna: “Vorrei chiederLe di portarci in 209 Pellegrinaggio a Medjugorje Cielo. - Sì, Giacinta e Francesco li porterò tra breve tempo. Ma tu resterai quaggiù più a lungo. Gesù vuole servirsi di te per farMi conoscere ed amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato…”. In effetti fu proprio così, la Madonna venne a prendere Francesco il 4 aprile 1919 e Giacinta il 20 febbraio del 1920, mentre Lucia restò in vita sino alla veneranda età di 98 anni, morendo il 13 febbraio 2005, e precedendo di qualche settimana Giovanni Paolo II, morto ad 84 anni il 2 aprile dello stesso anno. Anche questo aspetto potrebbe non essere soltanto una coincidenza, visto lo stretto legame dei due personaggi con Fatima. Abbiamo già parlato del resto, del fatto che la morte del pontefice sia avvenuta in un primo sabato del mese, giorno rilevante nell’ambito della devozione al Cuore Immacolato di Maria. Il 13 luglio 1917, durante la terza apparizione, prima della rivelazione delle parti del segreto, ancora Lucia parlò alla Madonna: “Volevo chiederLe che ci dicesse Chi è; e di fare un miracolo per cui tutti credano che Vostra Signora ci appare. Continuate a venire qui tutti i mesi. In ottobre vi dirò chi sono, quello che voglio, e farò un miracolo che tutti potranno vedere per credere”. Il 13 ottobre, una pioggia persistente ed abbondante aveva trasformato la Cova da Iria in un immenso pantano. Nonostante questo circa 70 mila pellegrini che era accorsa sul posto da tutti gli angoli del Portogallo. Segue il racconto di Lucia: "Giunti alla Cova da Iria, vicino al leccio, spinta da un moto interiore, chiesi alla gente che chiudesse gli ombrelli, per recitare il Rosario. Poco dopo, vedemmo il messo della luce e, subito, Nostra Signora sul leccio. - Che cosa vuole da me Vostra Signoria? - Voglio dirti che costruiscano qui una cappella in mio onore perché io sono la Signora del Rosario e che continuiate sempre a recitare il Rosario tutti i giorni. La guerra sta per finire ed i militari ritorneranno presto alle loro case. 210 Pellegrinaggio a Medjugorje I veggenti ebbero diverse visioni in cielo, mentre durante tutta l'apparizione aveva continuato a piovere. Lucia alla fine del colloquio con la Santissima Vergine gridò alla gente: "Guardate il sole!" Si aprirono le nuvole ed il sole apparve come un immenso disco d'argento. Nonostante il suo intenso splendore, poté essere guardato direttamente senza che la vista ne fosse ferita. La gente lo contemplava assorta, quando subitamente, l'astro si pose a "ballare". Girò rapidamente come una gigantesca ruota di fuoco. Si fermò d'un tratto, per ricominciare poco dopo il giro su se stesso con stupefacente velocità. Finalmente, in un vertiginoso turbine, i suoi bordi assunsero un colore scarlatto, lanciando fiamme rosse in tutte le direzioni. Queste fiaccole si riflettevano sul suolo, sugli alberi, sugli arbusti, sulle facce rivolte al Cielo, rilucendo con tutti i colori dell'arcobaleno. Il disco di fuoco roteò follemente tre volte, con colori ogni volta più intensi, tremò spaventosamente e, descrivendo uno zigzag non comune, si precipitò in direzione della moltitudine terrorizzata. Un unico ed immenso grido sfuggì da tutte le bocche. Tutti caddero in ginocchio nel fango pensando di essere bruciati dal fuoco. Molti pregavano ad alta voce l'atto di dolore. A poco a poco il sole cominciò ad alzarsi tracciando lo stesso zigzag, fino al punto dell'orizzonte dal quale era disceso. Allora divenne impossibile guardarlo ad occhio nudo. Era di nuovo il normale sole di tutti i giorni. Il ciclo delle visioni di Fatima era concluso. I prodigi durarono circa 10 minuti e fu possibile osservarli fino a 40 chilometri di distanza dal luogo delle apparizioni. Tutti si guardavano turbati. Quindi esplose la gioia: "Il miracolo! I ragazzi avevano ragione!" Le grida d'entusiasmo echeggiavano lungo le adiacenti colline e molti notarono che i loro abiti, inzuppati qualche minuto prima, erano completamente asciutti. Anche questa volta la Madonna aveva mantenuto la sua promessa, si era rivelata con il titolo di “Signora del Rosario” e aveva compiuto il miracolo del sole. A rafforzare ulteriormente il legame di Giovanni Paolo II con Fatima è stato anche il fatto di essere stato lui, 211 Pellegrinaggio a Medjugorje nel 2000, a far rivelare la terza parte del segreto e ad aver beatificato i 2 pastorelli Giacinta e Francesco. Per la verità anche altri pontefici furono legati in maniera diversa a Fatima. Prendiamo Eugenio Pacelli, Pio XII. Proprio il 13 maggio 1917 mentre i pastorelli assistevano alla prima apparizione, avveniva la sua ordinazione episcopale, veniva cioè consacrato vescovo. Nel 1939 divenne Papa Pio XII, e lo fu per tutta la durata della seconda Guerra Mondiale. Nel 1949 emanò un decreto in cui affermava che ogni cattolico che avesse appoggiato in qualsiasi modo o grado il comunismo sarebbe incorso nella scomunica, mentre nel 1950 proclamò il dogma dell’Assunzione di Maria. Pochi giorni prima della proclamazione del dogma assistette dai giardini vaticani ad un nuovo miracolo del sole. Effettuò anche lui la consacrazione, per ben due volte, nel 1942 e nel 1952, ma non come richiesto da Maria, in una non ci fu il riferimento alla Russia, l’altra non fu fatta con i vescovi. C‘è poi un particolare sconosciuto, e che riguarda il pontefice Leone XIII (1878-1903), di cui parleremo ancora nel corso della narrazione a proposito di un altro argomento. Nell’udienza generale del 13 maggio 1981, se non ci fosse stato l’attentato, Giovanni Paolo II avrebbe dovuto proporre un tema caro a lui e alla chiesa, quello del lavoro e dei lavoratori, parlando dell’Enciclica Rerum Novarum di Leone XIII, in occasione del 90° anniversario della sua pubblicazione. Particolare questo non certo trascurabile, e che non appare casuale. Alla fine del ‘800 infatti, Leone XIII seppe riconoscere nel sorgente socialismo una grave minaccia, da cui avrebbe preso forma il comunismo, sotto i cui errori sarebbe caduta gran parte del mondo nel XX secolo, come profetizzato a Fatima. 212 Pellegrinaggio a Medjugorje La Rerum Novarum La Rerum Novarum è l’enciclica del 1891 con la quale Leone XIII prese posizione contro le dottrine socialiste, che considerava come una minaccia per l’equilibrio e l’ordine socio-economico mondiale, incoraggiando piuttosto la costituzione di associazioni tra lavoratori, sul modello delle antiche corporazioni, e invocando la supervisione dello Stato sul reciproco rispetto tra lavoratori e datori di lavoro, essendo il lavoro degli operai, ricchezza nazionale. Non veniva condannata la proprietà privata, tuttavia i proletari dovevano essere messi i condizione di avere, tramite il lavoro, una vita dignitosa. Auspicava insomma che, ricchi e proletari, armonizzassero le proprie esistenze come le membra di un unico corpo. Ecco i passi salienti. […] I portentosi progressi delle arti e i nuovi metodi dell'industria; le mutate relazioni tra padroni ed operai; l'essersi in poche mani accumulata la ricchezza, e largamente estesa la povertà; il sentimento delle proprie forze divenuto nelle classi lavoratrici più vivo, e l'unione tra loro più intima: questo insieme di cose e i peggiorati costumi han fatto scoppiare il conflitto. [...] Comunque sia, egli è chiaro, ed in ciò si accordano tutti, essere di estrema necessità venir senza indugio con opportuni provvedimenti in aiuto dei proletari, che per la maggior parte trovansi indegnamente ridotti ad assai misere condizioni. Imperocché, soppresse nel passato secolo le corporazioni di arti e mestieri, senza nulla sostituire in lor vece, nel tempo stesso che le istituzioni e le leggi venivano allontanandosi dallo spirito cristiano avvenne che a poco a poco gli operai rimanessero soli e indifesi in balìa della cupidigia dei padroni e di una sfrenata concorrenza. [...] A rimedio di questi disordini, i socialisti, attizzando nei poveri l'odio dei ricchi, pretendono doversi abolire la proprietà, e far di tutti i particolari patrimoni un patrimonio comune, da amministrarsi per mano del Municipio 213 Pellegrinaggio a Medjugorje o dello Stato. Con questa trasformazione della proprietà da personale in collettiva, e con l'uguale distribuzione degli utili e degli agi tra i cittadini, credono radicalmente riparato il male. Ma questa via, anziché risolvere la contesa, non fa che danneggiare gli stessi operai: ed è inoltre per molti titoli ingiusta. giacché manomette i diritti dei legittimi proprietari, altera le competenze e gli offici dello Stato e scompiglia tutto l'ordine sociale. [...] L'aver Iddio dato la terra ad uso e godimento di tutto il genere umano, non si oppone punto al diritto della privata proprietà; imperocché quel dono ei fece a tutti, non già in quanto tutti ne dovessero avere un comune e promiscuo dominio: bensì in quanto non assegnò veruna parte del suolo determinatamente ad alcuno, lasciando ciò all'industria degli uomini e al giure speciale dei popoli. La terra peraltro, sebbene divisa tra i privati, resta nondimeno a servigio e benefizio di tutti, non essendovi uomo al mondo che non riceva alimento da quella. Chi non ha beni propri, vi supplisce col lavoro; tantoché può affermarsi con verità, mezzo universale da provvedere alla vita essere il lavoro [...] Certamente la soluzione di sì arduo problema richiede il concorso e l'efficace cooperazione anche di altri: vogliam dire dei governanti, dei padroni e dei ricchi, ed anche degli stessi proletari, che vi sono direttamente interessati: ma senza esitazione alcuna affermiamo che, ove si prescinda dall'azione della Chiesa, tutti gli sforzi torneranno vani. [...] Essa vuole e brama che i consigli e le forze di tutte le classi sociali si colleghino e cospirino insieme, a fin di provvedere il meglio che sia possibile agl'interessi degli operai: e crede che, entro i debiti termini, debbano volgersi a questo scopo le stesse leggi e l'autorità dello Stato. Stabiliscasi dunque in primo luogo questo principio, doversi sopportare la condizione propria dell'umanità: torre dal mondo le disparità sociali, esser cosa impossibile. Lo tentano, è vero, i socialisti; ma ogni tentativo contro la natura delle cose riesce inutile. [...] 214 Pellegrinaggio a Medjugorje Il dolore non mancherà mai sulla terra; perché aspre, dure, difficili a tollerarsi sono le ree conseguenze del peccato, le quali, si voglia o no, accompagnano l'uomo fino alla tomba. Per cui, patire e sopportare è il retaggio dell'uomo; e checché si faccia e si tenti, levar via affatto le sofferenze dal mondo, non vi è forza né arte che il possa. Coloro che dicono di poterlo, e promettono alle misere plebi una vita scevra di dolore e di pene, e tutta pace e diletto, illudono il popolo e lo trascinano per una via, che riesce a dolori più grandi dei presenti. [...] Nella presente questione lo sconcio maggiore è questo, supporre l'una classe sociale nemica naturalmente all'altra; [...] che invece è verissimo che, siccome nel corpo umano le varie membra si accordano insieme e formano quell'armonico temperamento che chiamasi simmetria; così volle natura che nel civile consorzio armonizzassero tra loro quelle due classi, e ne risultasse l'equilibrio. [...] Tutto l'insegnamento cristiano, di cui è interprete e custode la Chiesa, è potentissimo a conciliare e mettere in accordo fra loro i ricchi e i proletari, ricordando agli uni e agli altri i mutui doveri; incominciando da quelli che impone giustizia. [...] Può affermarsi con verità, il lavoro degli operai esser quello che forma la ricchezza nazionale. È quindi giusto che il governo s'interessi dell'operaio, facendo sì che egli partecipi in alcuna misura di quella ricchezza, che esso medesimo produce: cosicché abbia vitto e vestito, e campi meno disagiatamente la vita. [...] Tuttavia debbono i governanti tutelare la società e le sue parti [...] in certi casi si deve adoperare, entro i debiti confini, la forza e l'autorità delle leggi. [...] Ma giova discendere espressamente ad alcuni particolari di maggiore importanza. Principalissimo è questo, dovere i governi per via di savie leggi assicurare la proprietà privata. Oggi specialmente in tanto ardore di sfrenate cupidigie, bisogna che le plebi siano tenute a dovere; perché se ad essi giustizia consente di adoperarsi a migliorare le loro sorti, né la giustizia né il pubblico bene consentono che si rechi 215 Pellegrinaggio a Medjugorje danno ad altri nella roba, e sotto colore di non so quale eguaglianza s'invada l'altrui. Certo, la massima parte degli operai vorrebbe migliorare condizione onestamente senza far torto a persona; tuttavia ve ne sono non pochi, imbevuti di massime false e smaniosi di novità, che cercano ad ogni costo eccitare tumulti e sospingere gli altri alla violenza. Intervenga dunque l'autorità dello Stato, e posto freno ai sommovitori, preservi i buoni operai dal pericolo della sedizione, i legittimi padroni da quello dello spogliamento. Il troppo lungo e gravoso lavoro, e la mercede giudicata scarsa porgono non di rado agli operai motivo di sciopero. A questo sconcio grave e frequente occorre che ripari lo Stato; perché tali scioperi non recano danno ai padroni solamente e agli operai medesimi, ma al commercio e ai comuni interessi [...]. Certe società diversissime, massime di operai, vanno oggi moltiplicandosi più che mai. Di molte tra queste non è qui luogo d'indagar l'origine, lo scopo, i procedimenti. È opinione comune però, confermata da molti indizi, che il più delle volte sono rette da capi occulti con organizzazione contraria allo spirito cristiano e al bene pubblico: i quali col monopolio delle industrie costringono chi rifiuta di accomunarsi seco, a pagar caro il rifiuto. In tale stato di cose, gli operai cristiani non hanno che due partiti: o iscriversi a società pericolose alla religione, o formarne di proprie e unire così le loro forze per sottrarsi francamente da sì ingiusta e intollerabile oppressione. Termina così anche il paragrafo relativo alle altre profezie ed agli eventi collegati a Fatima. Mi pare opportuno tuttavia, prima di intraprendere altri temi, avendo parlato dell’enciclica Rerum Novarum, chiarire almeno in parte il percorso attraverso cui si giunse al comunismo nel XX secolo e analizzare l’essenza all’ origine di tale dottrina, che ancora oggi compare sotto diversi nomi e colori di partiti e movimenti. 216 Pellegrinaggio a Medjugorje L’allontanamento dal Cristianesimo Per individuare le cause dell’allontanamento dal Cristianesimo occorre partire da lontano, ad esempio da Cartesio, filosofo francese del XVII secolo, il quale affermando che “cogito, ergo sum” (penso, dunque sono), fece corrispondere all’Assoluto il proprio pensare, inaugurando così una grande svolta antropocentrica nella filosofia. Ha senso solo ciò che corrisponde al pensiero umano, e questa è anche la fonte del moderno razionalismo. Così Giovanni Paolo nel libro-intervista “Varcare le soglie della speranza”, Mondatori Editore, del 1994: “Se non è certo possibile addebitare al padre del razionalismo moderno l'allontanamento dal cristianesimo (Cartesio), è difficile non riconoscere che egli creò il clima in cui, nell'epoca moderna, tale allontanamento poté realizzarsi. Non si attuò subito, ma gradualmente. In effetti, circa centocinquant'anni dopo Cartesio, constatiamo come tutto ciò che era essenzialmente cristiano nella tradizione del pensiero europeo sia già stato messo fra parentesi. Siamo nel tempo in cui in Francia è protagonista l'illuminismo, una dottrina con la quale si ha la definitiva affermazione del puro razionalismo. La Rivoluzione francese, durante il Terrore, ha abbattuto gli altari dedicati a Cristo, ha buttato i crocifissi nelle strade, e ha invece introdotto il culto della dea Ragione. In base al quale venivano proclamate la libertà, l'uguaglianza e la fratellanza. In questo modo il patrimonio spirituale, e in particolare quello morale, del cristianesimo era strappato dal suo fondamento evangelico, al quale è necessario riportarlo perché ritrovi la sua piena vitalità”. “II razionalismo illuministico ha posto fra parentesi il Dio vero e, in particolare, Iddio Redentore. Che cosa comportava ciò? Che l'uomo doveva vivere lasciandosi guidare esclusivamente dalla propria ragione, così come se Dio non esistesse“. Tutto il razionalismo degli ultimi secoli, con il kantismo, l’hegelismo e la filosofia tedesca del XIX e XX secolo può dirsi una continuazione e uno sviluppo delle posizioni cartesiane. 217 Pellegrinaggio a Medjugorje Nel ’800 cominciò a muovere i primi passi il socialismo, di cui Karl Marx e Friedrich Engels possono essere considerati i fondatori. Nel Manifesto del partito comunista, pubblicato a Londra nel 1848, essi formularono le premesse teoriche del comunismo, la concezione del materialismo storico e la teoria della lotta di classe. Le teorie marxiste diedero impulso alle lotte sociali che si moltiplicarono nella seconda metà del XIX secolo e che influenzarono profondamente ideologie e movimenti rivoluzionari nel XX secolo. Continua ancora Giovanni Paolo II: […] Ciò che chiamiamo comunismo ha la sua storia: è la storia della protesta di fronte all'ingiustizia, come ho ricordato nella Enciclica Laborem exercens. Una protesta del grande mondo degli uomini del lavoro, che è divenuta un'ideologia. Ma tale protesta è divenuta anche parte del magistero della Chiesa. Basti ricordare la Rerum novarum, alla fine del secolo scorso. Aggiungiamo: il magistero non si è limitato alla protesta, ma ha gettato un lungimirante sguardo verso il futuro. Infatti fu Leone XIII a predire in certo senso la caduta del comunismo, il cui avvento sarebbe costato caro all'umanità e all'Europa, poiché la medicina - egli scriveva in quella sua enciclica del 1891 - potrebbe dimostrarsi più pericolosa della malattia stessa! Questo diceva il Papa con la serietà e l'autorevolezza della Chiesa docente. [..] Il Comunismo ha dimostrato di essere una medicina più pericolosa e, all'atto pratico, più dannosa della malattia stessa. Non ha attuato una vera riforma sociale, anche se era divenuto per tutto il mondo una potente minaccia e una sfida. [..] «Il Padre mio opera sempre e anch'io opero» (Gv 5,17). La caduta del comunismo apre davanti a noi un panorama retrospettivo sul tipico modo di pensare e di agire della moderna civiltà, specialmente europea, che ha dato origine al comunismo. Questa è una civiltà che, accanto a indubbi successi in molti campi, ha anche commesso una grande quantità di errori e di abusi nei riguardi dell'uomo, sfruttandolo in tanti modi. Una 218 Pellegrinaggio a Medjugorje civiltà che sempre si riveste di strutture di forza e di sopraffazione sia politica sia culturale (specialmente con i mezzi della comunicazione sociale), per imporre all'umanità intera simili errori e abusi. Come spiegare altrimenti il crescente divario tra il ricco Nord e il sempre più povero Sud? Chi ne è responsabile? Responsabile è l'uomo; sono gli uomini, le ideologie, i sistemi filosofici. Direi che responsabile è la lotta contro Dio, la sistematica eliminazione di quanto è cristiano; una lotta che in grande misura domina da tre secoli il pensiero e la vita dell'Occidente. II collettivismo marxista non è che un'«edizione peggiorata» di questo programma”. Cerchiamo ora di capire in cosa consista effettivamente questo “collettivismo marxista” ed anche perché oggi, a dispetto della caduta del comunismo sovietico, la società è animata da uno spirito anticristiano, di cui si ignora spesso la vera origine diabolica. Il testo seguente è liberamente tratto e adattato dal libro Conoscere il comunismo di Jean Daujat – Ed. Il falco, Milano 1977. Il marxismo Per l'uomo comune l'azione ha uno scopo, si agisce per ottenere o realizzare un bene. Per il marxismo, che non ammette alcuna dipendenza né alcun oggetto, non vi è bene da amare né da realizzare, non c'è che l'azione da condurre. Ammettere un bene che sia un fine, qualche cosa di buono che si debba amare perché è buono, significherebbe imporre una dipendenza all'azione umana. Il marxista che vive il suo marxismo non può amare nulla, poiché l'amore mette in dipendenza dell'oggetto amato; il marxismo è il rifiuto definitivo di ogni amore come di ogni verità. Se un comunista ci presenta qualche ideale come un fine, per esempio l'ideale di giustizia sociale messo innanzi alle rivendicazioni operaie, (oggi lottando in favore di pacs, eutanasia, aborto, droga, divorzio, etc.) è unicamente perché la presenza di un ideale nei cervelli umani diventa in questi casi un mezzo efficace 219 Pellegrinaggio a Medjugorje per trascinarli all'azione e alla lotta, un organo o uno strumento d'azione e di lotta delle forze materiali. Stiamo certi, però, che il comunista che vive il suo marxismo, ha in vista solo l'azione rivoluzionaria e la lotta da condurre; l'ideale che mette avanti è solo un mezzo per condurre meglio tale azione e tale lotta, e non ha, in sé stesso, alcun valore ai suoi occhi: esiste solo in funzione di questa azione e di questa lotta e solo per tutto il tempo che è utile a essa. L’azione marxista Ora, all'epoca di Marx, si presenta un mezzo eccellente: l'estrema miseria e la totale insoddisfazione della classe proletaria. La felicità del proletariato non rappresenta un fine per il marxista, come si crede comunemente, ma la miseria del proletariato un mezzo per l'azione rivoluzionaria. Questa esposizione del marxismo ci mostra a qual punto, in tutto e totalmente, il marxismo stesso sia esattamente il contrario e l'opposto del cristianesimo e di tutte le concezioni cristiane, e con quale intelligenza inaudita e a dire il vero sovrumana, esso prenda di contropiede il cristianesimo e realizzi praticamente il materialismo e l'ateismo infinitamente meglio delle dottrine materialiste o atee. L'azione rivoluzionaria marxista, in seguito a ciò che abbiamo 220 Pellegrinaggio a Medjugorje appena spiegato, è molto diversa dalla nozione corrente di rivoluzione. Per l'uomo comune, che si propone di realizzare un bene, una rivoluzione è un mezzo in vista di un fine, che è una società migliore e durevole. Tale non è evidentemente la concezione del marxista, per il quale non vi è un bene da realizzare, ma soltanto un'azione da condurre. L'azione rivoluzionaria non è per lui un mezzo: essa stessa è voluta come l'opera gigantesca nella quale l'uomo nuovo creerà sé stesso, si tratta di trovare i mezzi di quella azione rivoluzionaria. Ogni legame religioso, ogni legame con la famiglia o la patria, che rappresenti una stabilità qualsiasi, che porti il proletario a legarsi a qualche cosa, a non essere totalmente escluso, dovrà essere combattuta: il proletario deve essere totalmente dedito alla sua coscienza rivoluzionaria, alla sua lotta di classe al di sopra delle frontiere di tutti i legami umani. Da qui la formula internazionale: "Proletari di tutto il mondo, unitevi". La sola collettività che il proletario deve conoscere è dunque la collettività di classe: è la sola dove non sia uno straniero, poiché non è più legato da nulla ad alcun ordine esistente. Ma dal disegno di questa collettività di classe, emerge il collettivismo integrale (da cui il nome di comunismo preso dal marxismo). La potenza materiale che deve imporsi e creare un mondo nuovo esiste soltanto nella collettività proletaria unita: l'individuo di per sé non è nulla, esisterà solo acquisendo la coscienza di classe, fondandosi nella sua collettività di classe, diventando un elemento della forza materiale collettiva della sua classe. Non si tratta di ottenere che gli strumenti di produzione cambino di mano rimanendo oggetto di proprietà individuale: si tratta di ottenere, e in questo consisterà il comunismo, la loro appropriazione collettiva da parte della classe proletaria organizzata per lo sfruttamento collettivo di tutte le ricchezze del mondo; di realizzare così la più grande potenza materiale di produzione, la gigantesca potenza materiale collettiva di trasformazione della terra per mezzo dell'industria umana che oggi la Russia sovietica vuole incarnare. Per quest'opera del proletariato organizzato, l'individuo dovrà piegarsi a una disciplina di ferro: sarà solo una rotella 221 Pellegrinaggio a Medjugorje dell'azione rivoluzionaria collettiva, un meccanismo della potenza materiale collettiva, utilizzato come uno strumento per la potenza collettiva, come lo era lo schiavo dell'antichità. L'opposizione totale a tutto ciò che è stabilito, opposizione che costituisce la tesi marxista - cioè la prima fase dell'azione rivoluzionaria - prende di mira particolarmente la proprietà, l'esercito e la patria, la famiglia e la religione. La proprietà sarà considerata come una abominazione, perché lega l'uomo a qualche cosa di esistente e lo radica. Essa impedisce agli uomini di essere proletari interamente disponibili per l'azione rivoluzionaria e, inoltre, per la potenza materiale collettiva. Ci si è talvolta stupiti nel vedere l'azione politica dei marxisti favorire lo sviluppo delle grosse, concentrazioni anonime capitaliste e danneggiare la piccola proprietà personale, contadina e artigiana. Questo stupore dimostra che non si è compreso niente del marxismo e che lo si immagina sotto la forma semplicistica della difesa dei "piccoli" contro i "grandi": il marxismo, al contrario, è la ricerca di una azione rivoluzionaria per la quale occorre il più grande numero di grossi possidenti. I piccoli proprietari, i piccoli padroni, non sono proletari; essi costituiscono qualche cosa di stabile, il cui grande numero sarebbe un ostacolo all'azione rivoluzionaria. Il grande numero dei piccoli proprietari soddisfatti renderebbe impossibile, alla collettività proletaria, l'appropriazione collettiva di tutti i beni. Il marxismo si comporta dunque in modo da favorire una proletarizzazione crescente, cioè da aumentare ogni giorno la grande massa dei proletari. Bisogna perciò che tutta la proprietà sia sempre più concentrata nelle mani di pochi: la più forte concentrazione capitalistica prepara la rivoluzione proletaria, che avrà solo da espropriare qualche grosso organismo capitalista per rimettere tutto nelle mani della collettività proletaria. Allo stesso modo deve combattere ogni tentativo di restaurazione corporativa che restituirebbe al lavoratore un posto riconosciuto e uno stato di vita in una organizzazione professionale e lo toglierebbe dalla condizione proletaria, radicandolo in un ordine sociale esistente. 222 Pellegrinaggio a Medjugorje Quando il marxismo si pone - al tempo della tesi - come lotta rivoluzionaria contro l'ordine stabilito, deve inoltre combattere l'esercito, la cui forza è al servizio di questo ordine stabilito, e la patria, nella quale gli uomini potrebbero trovare qualche legame con la società esistente, qualche radice nelle tradizioni stabilite. Se il proletario è uno sradicato totale, è anche un senza patria o non ha altra patria che la patria internazionale della classe proletaria rivoluzionaria. Questa fase dell'azione marxista è espressa da un inno come L'Internazionale. Anche la famiglia è un elemento di continuità sociale, di durata, dunque di radicamento; essa non potrebbe trovare posto nella lotta rivoluzionaria, perché potrebbe solo impedire di darsi totalmente all'azione rivoluzionaria. Quanto alla religione, sarà evidentemente la peggiore abominazione per il marxismo, poiché pretende di legare l'uomo a una verità e a un bene assoluti, in ultima analisi a Dio. "Ogni idea religiosa è un'abominazione indicibile", diceva Lenin. Abbiamo già spiegato l'opposizione totale esistente tra il marxismo e ogni idea religiosa. Ma l'azione marxista, perpetuamente creatrice e contraddittoria, secondo le leggi della dialettica, si sviluppa nella storia e deve essere possibile recuperare tutti gli elementi che sono potuti servire ai vecchi ordini stabili per farli contribuire alla potenza dello Stato comunista: si potrà dunque essere condotti a "tendere la mano" a tutto ciò che era stato dapprima rigettato, per recuperarne la forza per l'azione rivoluzionaria, Se, per esempio, lo Stato comunista ha bisogno di incremento demografico per essere potente, e se la famiglia appare in determinate circostanze storiche come il mezzo più efficace di incremento, si incoraggerà la famiglia, per metterla al servizio della maggiore potenza dello Stato comunista. Se la conservazione di certe forme di proprietà privata o di responsabilità personale appare come favorevole al rendimento della produzione, industriale o agricola, potendo con ciò contribuire alla maggiore potenza materiale dello Stato comunista, 223 Pellegrinaggio a Medjugorje si giudicherà che queste forme di proprietà privata sono completamente conformi al comunismo. Ma i due campi in cui la contraddizione tra le due fasi dell'azione marxista è più sorprendente, sono certamente quelli che riguardano l'esercito e la patria e quello che riguarda la religione. Certamente qui la politica di Mosca sorprende di più, ed è qui che essa è più conforme alle esigenze più profonde del marxismo e che le segue con la maggiore intelligenza. Mentre l'azione marxista era antimilitarista prima della presa del potere e contro gli eserciti che sostenevano l'ordine stabilito da rovesciare, è evidente che lo Stato comunista, per avere la più grande potenza materiale, deve avere non soltanto l'industria più potente, ma anche l'esercito più potente ed essere il più militarista degli Stati, come ne è il più totalitario e il più dittatoriale. La stessa stupidità e la stessa ignoranza hanno impedito di capire che questo regime doveva tutto sacrificare per assicurare innanzi tutto la potenza del suo armamento e del suo esercito. La disciplina di ferro necessaria a un forte esercito è in tutto conforme alla costituzione di uno Stato in cui l'individuo è solo un ingranaggio dell'organizzazione collettiva messa interamente al servizio della potenza collettiva, e in cui ha esistenza solo dentro questa potenza collettiva. E quando lo Stato comunista è in guerra, il marxismo non può evidentemente consistere in niente altro che nel contribuire con tutti i mezzi alla vittoria dei suoi eserciti. Più incompreso ancora è l'atteggiamento attuale del comunismo nei riguardi della religione, la tolleranza religiosa praticata nella Russia sovietica e la "mano tesa" dai comunisti ai cattolici. Questa incomprensione deriva dal fatto che si considera sempre il comunismo come un ateismo dottrinale invece di capire che esso è, come abbiamo spiegato, un ateismo pratico. Non si tratta affatto, per il comunismo, di opporre una verità atea a una verità religiosa. La propaganda dottrinale antireligiosa in sé stessa, se non è richiesta dalle esigenze dell'azione rivoluzionaria materialista, non interessa il marxismo, come tutto ciò che è dottrinale Il marxismo farà propaganda antireligiosa soltanto se ciò è utile all'azione rivoluzionaria, cioè soltanto nella misura, 224 Pellegrinaggio a Medjugorje continuamente mutevole da un'ora all'altra, in cui la religione apparirà come un ostacolo attuale all'azione rivoluzionaria. Ma la vera azione antireligiosa del marxismo non consiste affatto nel combattere la religione da fuori con una propaganda contraria: consiste nel sopprimere la religione da dentro, nello svuotare gli uomini di ogni vita religiosa e di ogni concezione religiosa, prendendoli e trascinandoli interamente nell'azione puramente materialista. Vi saranno dunque molti casi in cui, per trascinare i cristiani in questa azione puramente materialista e con ciò svuotarli dall'interno di tutto il loro cristianesimo, bisognerà "tendere loro la mano" e offrire loro la collaborazione. Poco importa se con ciò si contraddice un atteggiamento che in precedenza era ostile: non si tratta né di conversione, né di ipocrisia: comandano soltanto le esigenze dell'azione. Se il successo dell'azione da condurre richiede la collaborazione dei cristiani, questo successo per un marxista deve evidentemente passare innanzi a tutto, e allora la verità marxista sarà "la mano tesa". In questo cambiare faccia a seconda della situazione si rivela poi la reale ispirazione diabolica del movimento marxista, il demonio infatti può mascherarsi da “Angelo di Luce” per trarre in inganno, con l’apparenza del bene. Conquistate le menti, con l’inganno del beneficio, del piacere, del potere assoluto ed incontrastato, passa poi a farle uniformare e a condurle al suo fine ultimo, alla negazione di Dio, e alla perdizione eterna. Alla luce di quanto letto in questo testo risulta abbastanza chiaro cosa si nasconda dietro l’atteggiamento di taluni personaggi o gruppi, anche non dichiaratamente comunisti, che prendono oggi particolari posizioni, da cui in apparenza sembrano non guadagnarci nulla, venendo per questo dipinti come benefattori e guardati con ammirazione. In realtà come una volta si sfruttava la fame e la povertà dei poveri proletari, aizzandoli ad insorgere per la conquista del potere, analogamente oggi si strumentalizza la sofferenza 225 Pellegrinaggio a Medjugorje (eutanasia), la povertà, si osteggia tutto ciò che la massa considera impopolare, si sostiene qualsiasi battaglia immorale, anche contro natura (droghe, libertà sessuale, pacs, aborto, divorzio…), ma che può incontrare il favore del desiderio o della perversione della gente. Si tende la mano a tutti, non si rifiuta l’appoggio a nessuno, neanche ad un’esigua minoranza, perché non importa per cosa si scenda in campo, o averne interesse, l’importante è scendere in campo, creare le situazioni per conquistare il potere. Oggi sta accadendo proprio questo, si sta cercando di conquistare il potere, annientando le coscienze, uniformando le menti dirottandole verso una “dittatura del relativismo”, verso l’assenza di ideali che possano legare il cuore o l’intelletto; così si attacca ferocemente la Chiesa retrograda che richiama continuamente all’ordine morale, la Chiesa che si intromette illegittimamente nelle competenze legislative statali, la Chiesa che attenta alla laicità dello stato, si vuole insomma distruggere la famiglia e qualsiasi forma di moralità che possa creare un solo scrupolo di coscienza. Inquadrò molto bene questa situazione il Cardinal Ratzinger, con la sua omelia durante la messa per l’elezione del nuovo pontefice, (che sarà egli stesso) il 18 aprile 2005. “Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde, gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare 226 Pellegrinaggio a Medjugorje “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. É lui la misura del vero umanesimo. “Adulta” non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. É quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità. Questa fede adulta dobbiamo maturare, a questa fede dobbiamo guidare il gregge di Cristo. Ed è questa fede - solo la fede - che crea unità e si realizza nella carità. San Paolo ci offre a questo proposito – in contrasto con le continue peripezie di coloro che sono come fanciulli sballottati dalle onde – una bella parola: fare la verità nella carità, come formula fondamentale dell’esistenza cristiana. In Cristo, coincidono verità e carità. Nella misura in cui ci avviciniamo a Cristo, anche nella nostra vita, verità e carità si fondono. La carità senza verità sarebbe cieca; la verità senza carità sarebbe come “un cembalo che tintinna” (1 Cor 13, 1). Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà... … sarà concesso al mondo un periodo di pace. Il lettore più attento ha senz’altro potuto constatare come non proprio tutte le profezie di Fatima si siano realizzate. Mi riferisco a quella finale, in cui la Madonna afferma che “… sarà concesso al mondo un periodo di pace”. Mi chiedo se realmente abbiamo conosciuto un periodo di vera pace, ma giungo ad una risposta negativa. Dopo la fine della seconda guerra mondiale è cominciata la guerra fredda e il comunismo ha diffuso i suoi errori nel mondo mentre, con la caduta del comunismo, ha preso piede il terrorismo islamico… Ne deduco che l’ultima profezia deve ancora avverarsi e considero con attenzione come la Regina della 227 Pellegrinaggio a Medjugorje Pace, proprio a Medjugorje nel già citato messaggio del 25 agosto 1991, abbia esortato alla rinuncia “affinché con il vostro aiuto si realizzi tutto ciò che voglio realizzare secondo i segreti iniziati a Fatima”. C’è dunque una continuità tra Fatima e Medjugorje? Avverrà a Medjugorje il compimento di ciò che Maria ha cominciato a Fatima? Non è una supposizione campata per aria e ci sono diverse ragioni per crederlo. Segue, sul tema, una riflessione di Padre Livio Fanzaga, tratta dal suo volume “La firma di Maria” – Sugarco Edizioni, 2005. “Intanto credo sia logico e opportuno l'accantonamento del segreto (la terza parte) da parte di Giovanni XXIII e di Paolo VI, perché queste profezie si comprendono soltanto dopo che si sono compiute. Di fatto, quando Giovanni Paolo II l'ha letto - o riletto dopo l'attentato, l'ha compreso sia per illuminazione divina, sia in quanto l'aveva vissuto sulla propria pelle. Quando venne rivelato il segreto di Fatima ci fu effettivamente una generale delusione, perché si erano create improprie aspettative. In realtà il segreto, che va visto nell'unità delle sue tre parti, è di una importanza straordinaria, perché ha profetizzato il XX secolo, il secolo della più grande persecuzione contro la Chiesa, con settanta milioni di martiri. Il motivo della rivelazione nel 2000 è, a mio parere, legato ai segreti di Medjugorje. Nella sua regìa della storia, Dio ha voluto che noi potessimo prendere atto del fatto che quanto era stato anticipato nel 1917 si è verificato. E come se in tal modo la Madonna avesse detto: «Guardate il segreto di Fatima, come si è realizzato. Ora prendete allo stesso modo sul serio i dieci segreti di Medjugorje!». Qui dobbiamo cogliere una cosa che pochi tra i «grandi del mondo» hanno avuto la grazia di comprendere e ovviamente papa Wojtyla è fra questi: nella storia umana le guerre ci sono sempre state, ma unicamente nel tempo odierno siamo a una possibile svolta radicale, perché è a rischio il futuro del mondo. In quell'atto di affidamento il pontefice non ha fatto riferimento soltanto alle armi nucleari, bensì al più complessivo potere dell'uomo sulla vita 228 Pellegrinaggio a Medjugorje umana e sulla natura. Questo spiega anche il motivo della presenza di Maria così a lungo fra noi a Medjugorje. A ogni modo, l'ultima frase della Vergine a Fatima fu: «Sarà concesso al mondo un periodo di pace». Il motivo per cui Giovanni Paolo II ha consacrato il nuovo millennio dinanzi alla statua della Madonna di Fatima è proprio perché questa parte del suo messaggio non è ancora adempiuta: dalla fine della prima guerra mondiale a oggi non c'è mai stato nel mondo un tempo di vera pace. Dopo la prima, la seconda guerra mondiale, poi la terza guerra «fredda» tra blocco occidentale e blocco sovietico, infine oggi la quarta guerra del terrorismo. Quella frase dovrà dunque realizzarsi attraverso i dieci segreti di Medjugorje: dopo, finalmente il mondo davvero avrà un tempo di primavera. [...] La vittoria del Cuore immacolato sul comunismo sovietico è soltanto una tappa: dopo il terzo segreto di Fatima ci sono i dieci segreti di Medjugorje. Ed è per questo che quanti si sono fermati a Fatima e non hanno preso in esame le apparizioni di Medjugorje si trovano in grande difficoltà nello spiegare i tempi attuali, perché secondo loro avrebbe dovuto già iniziare il periodo di pace promesso a Fatima. Vorrei invitare tutti a prestare grande attenzione, perché i tempi di Dio sono molto più lunghi di quanto noi pensiamo e perché il diavolo è duro a morire, anzi oggi è più scatenato che mai”. Esistono diverse ragioni per le quali si possa credere ad una continuità tra Fatima e Medjugorje. Innanzitutto le apparizioni sono cominciate il 24 giugno 1981, ad appena una quarantina di giorni dall’attentato a Giovanni Paolo II. A Medjugorje la Gospa sin dall’inizio si è manifestata con il titolo di Kraljice Mira, Regina della Pace, quella pace che Lei stessa ha promesso a Fatima. La Madonna è apparsa in un paese dell’est, di lingua slava come lo era il Papa di Fatima, e sotto un regime ateo e comunista in cui la Russia aveva diffuso con abbondanza i propri errori. Quale luogo migliore, sebbene apparentemente 229 Pellegrinaggio a Medjugorje insignificante, poteva scegliere la donna vestita di sole per combattere la battaglia apocalittica contro il dragone rosso? Ed ancora, è apparsa in un paese multietnico, crocevia di etnie e di religioni. Ritengo che neanche questo aspetto sia casuale, anche qui si può leggere un collegamento con Fatima, in particolar modo in riferimento all’islamismo. Abbiamo già evidenziato ad esempio come la Bosnia sia a maggioranza musulmana, ma lo stesso nome di Fatima, secondo la tradizione locale, trae origine da quello di una fanciulla musulmana convertita al cristianesimo. Anche il nome di Lourdes sembra derivare da Lorus, capo islamico, convertito al cristianesimo. E poi, lo stesso Ali Agca, sebbene assoldato dai comunisti sovietici, non era forse di nazionalità turca? In Turchia, nonostante ufficialmente non ci sia una religione i stato, il 99% della popolazione è musulmano. E’ interessante leggere ciò che dice San Luigi Maria Grignion de Montfort, nel Trattato delle vera devozione a Maria, uno scritto del ‘700, facendo riferimento agli islamici, identificati col nome di maomettani: “Maria deve risplendere più che mai in questi ultimi tempi in misericordia, in forza e in grazia. In misericordia per ricondurre ed accogliere amorevolmente i poveri peccatori e i traviati che si convertiranno e ritorneranno alla Chiesa cattolica. In forza, contro i nemici di Dio, gl'idolatri, gli scismatici, i maomettani, gli ebrei e gli empi induriti che si ribelleranno in modo terribile per sedurre e far cadere, con promesse e minacce, tutti quelli che saranno loro contrari. E infine deve risplendere in grazia, per animare e sostenere i prodi soldati e fedeli servi di Gesù Cristo, che combatteranno per i suoi interessi”. Come non considerare poi che dopo la caduta del comunismo, si siano intensificati gli attentati terroristici di matrice islamica, e che attualmente la situazione in 230 Pellegrinaggio a Medjugorje Medioriente sia estremamente drammatica? Ritengo che, come in altri momenti storici, ancora una volta Giovanni Paolo II abbia saputo leggere i segni di questi tempi. E’ caduto è vero, il comunismo, ma è vero anche che gli uomini non hanno mai smesso di offendere Dio, ed il terrorismo islamico, unito alla dittatura del relativismo e del materialismo occidentale, ne è diventato l’espressione e l’effetto più evidente. A mio parere non è un caso che il pontefice, nell’anno 2000, a conclusione del secondo millennio, abbia prima rivelato la terza parte del segreto di Fatima, che poteva essere considerato il compendio, la lettura di un secolo violento, e poi abbia affidato il terzo millennio “adveniente” a Maria, affermando che: “L’umanità possiede oggi strumenti di inaudita potenza. Può fare di questo mondo un giardino, o ridurlo ad un ammasso di macerie. Ma, oggi come nel passato, l’umanità è ad un bivio e, ancora una volta, la salvezza è tutta, e solo, o Vergine santa, nel tuo figlio Gesù.” Parlando di umanità al bivio riprese il tema della lotta tra il bene e il male, dinanzi al quale l’uomo deve decidersi per l’uno o l’altro partito. La lotta per eccellenza è quella tra la Donna e il drago, preannunciata nel Protovangelo (Gn 3,15), e descritta nel libro dell’Apocalisse, cui Giovanni Paolo II ha spesso fatto riferimento nei suoi discorsi, riconoscendo questa nostra epoca come lo scenario di questa lotta apocalittica, un’epoca particolarmente minacciata dall’apostasia e dal degrado morale, in cui l’umanità è fortemente tentata a fare il gioco del drago, che porta al rifiuto di Dio e alla perdizione. Sottolineò poi a Fatima il 13 maggio 2000: “La Madre, la quale desidera la salvezza di tutti gli uomini con tutta la forza dell'amore, che alimenta nello Spirito 231 Pellegrinaggio a Medjugorje Santo, potrà tacere su quanto mina le basi stesse di questa salvezza? No, non può”! Ed in effetti la Regina della Pace non ha mai taciuto, sin dal 1981 ha invitato incessantemente l’umanità alla conversione e a difendersi dalle tentazioni e dall’opera distruttrice di satana con la preghiera e il digiuno. Dopo l’atto d’affidamento dell’ottobre 2000 da parte del Papa, Maria, a Medjugorje, il 1° gennaio 2001, proprio all’ingresso del terzo millennio, diede il seguente messaggio: «Cari figli, questa sera in modo speciale vi ho voluto qua. In modo speciale adesso in cui Satana è libero dalle catene. Io vi invito a consacrarvi al mio Cuore e al Cuore di mio Figlio. In modo speciale adesso, cari figli miei, vi invito a essermi vicini. Io vi benedico tutti con la mia benedizione materna. Andate in pace, cari figli miei». “Satana è libero dalle catene”, ha affermato la Madonna in quell’occasione, quasi a voler confermare l’intuizione del pontefice, circa una lotta in pieno svolgimento, e gli eventi storici non fecero che confermare le stesse parole di Maria. Appena 9 mesi più tardi, il famoso 11 settembre 2001, avvenne l’attentato di matrice islamica delle Torri Gemelle a New York. Qualcosa di gravissimo, che colse tutti di sorpresa come un fulmine a ciel sereno e che, colpendo il cuore della superpotenza mondiale statunitense, colpiva simbolicamente il mondo intero, un affronto che costituiva apertamente una dichiarazione di guerra, per l’appunto. Nel messaggio del 25 settembre 2001 la Regina della Pace disse: «Cari figli, anche oggi vi invito alla preghiera, particolarmente oggi che Satana vuole la guerra e l’odio. Io vi invito di nuovo, figlioli: pregate e digiunate affinché Dio vi dia la pace. Testimoniate la pace a ogni cuore e siate portatori di pace in questo mondo senza pace. Io sono con voi e intercedo presso Dio per ognuno di voi. E voi non abbiate paura, perché chi prega non ha paura del male e non ha l’odio nel cuore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata». 232 Pellegrinaggio a Medjugorje “Satana vuole la guerra e l’odio”, “Satana è forte e desidera distruggere non soltanto la vostra vita umana, ma anche la natura e il pianeta sul quale vivete”: come a Fatima anche a Medjugorje la Vergine, per concessione della Misericordia Divina, mette ancora in guardia circa le conseguenze del male, del peccato, dell’offesa di Dio; ancora una volta mette in guardia circa il destino opposto a cui conducono le strade del “bivio” citato da Papa Wojtyla. Nel secolo scorso, quello di Maria a Fatima rimase un appello inascoltato, di conseguenza il castigo, pur preventivamente profetizzato, si è abbattuto sul mondo. Più che mandato dal cielo quindi, il castigo, è stato il frutto di una libera scelta degli uomini, che di fronte agli avvertimenti celesti non solo non vi hanno dato ascolto, disprezzando così la misericordia che poteva ancora salvarli, ma hanno perseverato nell’offendere Dio, scegliendo la via del male ed auto-infliggendosi le peggiori sofferenze. La Divina Misericordia non si è ancora esaurita se permette che dopo tanto tempo Maria sia ancora con noi per richiamarci continuamente alla conversione. «Cari figli, oggi vi invito a diventare missionari dei messaggi che vi do qui, attraverso questo luogo che mi è caro. Dio mi ha permesso di rimanere così a lungo con voi e perciò, figlioli, vi invito a vivere con amore i messaggi che vi do e a trasmetterli in tutto il mondo, così che un fiume d’amore scorra tra la gente piena di odio e senza pace. Vi invito, figlioli, a diventare pace dove non c’è pace, e luce dove c’è tenebra, affinché ogni cuore accetti la luce e la via della salvezza. Grazie per aver risposto alla mia chiamata». (25-02-1995) «Dio mi manda a voi per amore, per aiutarvi a capire che senza di Lui non c’è né futuro, né gioia, ma soprattutto non c’è salvezza eterna». (25-04-1997) Come non ritenere poi dono della Divina Misericordia i 10 segreti che, qualsiasi cosa dovessero riguardare, sono comunque stati preannunciati da tempo? Come non considerare che essi verranno annunciati in anticipo al 233 Pellegrinaggio a Medjugorje mondo intero 3 giorni prima che si realizzino? Infine è noto come i primi 3 riguardino degli ammonimenti ed in particolare il terzo riguarda un segno, visibile, indistruttibile, durevole e bello, che apparirà sul Podbrdo, che confermerà la veridicità delle apparizioni e che costituirà l’ultimo estremo appello alla conversione. Dunque l’umanità non potrà dire di non essere stata avvisata, i segreti preannunciati verranno svelati in anticipo e gli ammonimenti precederanno gli ultimi sette segreti, qualsiasi cosa riguarderanno, che non saranno, evidentemente, più solo degli ammonimenti. La Regina della Pace tuttavia ha invitato più volte a convertirsi sin da subito, non aspettando il segno sulla collina, poiché allora per molti potrebbe essere già tardi. “Anche quando sulla collina lascerò il segno che vi ho promesso, molti non crederanno. Verranno sulla collina, si inginocchieranno, ma non crederanno. E’ ora il tempo di convertirsi e fare penitenza!”. (19-07-1981) San Pietro afferma che: ”Il Signore non ritarda nell’adempiere la sua promessa, come certuni credono, ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi”. (2 Pt 3,9) Molti accostano alla tematica dei 10 segreti quella della fine del mondo o di imprecisati avvenimenti catastrofici riguardanti il futuro, tuttavia ciò è lontano dalla realtà di Medjugorje, dove i veggenti sono concordi nell’affermare che la Madonna non è venuta per impaurirci, bensì per istruirci e guidarci. Non ha mai parlato di fine del mondo, anzi ha promesso, se ci decideremo per Dio, che «il tempo di questo secolo sarà un tempo di pace e di prosperità». «Io sono con voi e vi guido verso un nuovo tempo, tempo che Dio vi dà come una grazia per conoscerlo ancora di più». (25-01-1993) «Attraverso il vostro “sì” alla pace e la vostra decisione per Dio vi si apre una nuova possibilità per la pace. Soltanto così, figlioli, il 234 Pellegrinaggio a Medjugorje tempo di questo secolo sarà per voi un tempo di pace e di prosperità». (25-12-1999) «Cari figli, oggi vi invito alla preghiera. Chi prega non ha paura del futuro. Figlioli, non dimenticate: io sono con voi e vi amo tutti…». (25-06-2000) «Con voi desidero rinnovare la preghiera e invitarvi al digiuno che desidero offrire a mio Figlio Gesù per la venuta di un nuovo tempo, un tempo di primavera». (25-10-2000) La Gospa invita quindi a non aver paura del futuro, pur affermando più volte che la situazione è seria e che molto dipenderà proprio dalla nostra risposta alla conversione. Disse il 25 luglio 1991: «Cari figli oggi vi invito a pregare per la pace. In questo tempo la pace è minacciata in un modo particolare e chiedo a voi di rinnovare il digiuno e la preghiera nelle vostre famiglie. Cari figli, io desidero che voi capiate quanto è seria la situazione e che molto di quello che accadrà dipende dalla vostra preghiera. Ma voi pregate poco…». Il periodo della prova e della grande tribolazione, durante il quale si realizzeranno i 10 segreti e che precederà la sconfitta di Satana ed il successivo tempo di primavera, di pace e di prosperità, sarà dunque meno doloroso quanto in maggior misura sapremo rispondere agli appelli della conversione e della preghiera. Non si sa con precisione se tutti i segreti si realizzeranno necessariamente e se ci sia la possibilità che qualcuno possa ancora essere mitigato come è avvenuto per il settimo. Ad ogni modo la Gospa ha affermato in più circostanze che con il digiuno e la preghiera si possono fermare anche le guerre e comunque, anche se tutto dovesse rimanere così come è stato rivelato, affrontare il tempo dei 10 segreti per chi vi è giunto preparato ed ha consegnato il cuore a Maria sarà ben diverso che affrontare quei momenti con il cuore indurito nel peccato e sordo ai suoi continui e materni richiami. 235 Pellegrinaggio a Medjugorje Un altro aspetto molto importante che ritengo sia quello riguardante la guerra di Bosnia. Già il 26 giugno 1981, ad appena due giorni dall’inizio delle apparizioni, la Regina della Pace, apparve in lacrime a Marija che stava scendendo dal Podbrdo. La Vergine era triste, aveva dietro di sé una grande croce scura e lanciò un accorato appello: “Pace, pace, pace ed ancora pace! La pace deve regnare tra Dio e gli uomini e in mezzo agli uomini”. Nessuno seppe spiegarsi il motivo di questo appello, la Jugoslavia era si sottoposta ad un regime comunista sotto il quale convivevano seppur forzatamente cattolici, musulmani, ortodossi e atei, ma più che la pace ci si sarebbe augurati la liberazione dal regime. A dire il vero nessuno poteva ipotizzare anche che a distanza di qualche anno lo scenario dell’est europeo sarebbe mutato. Sin dal 1989 sarebbero infatti caduti tutti i regimi comunisti in Europa e, nel 1991, avrebbe cessato di esistere anche la stessa Unione Sovietica. Dovunque, la caduta del comunismo, avvenne senza spargimenti di sangue. Il vento di cambiamento nel 1991 spirò anche in Jugoslavia, dove proprio il 26 giugno, a 10 anni esatti da quell’apparizione in cui Maria implorava la pace, ebbe inizio la più feroce e sanguinosa guerra che si abbia avuto in Europa dalla fine del secondo conflitto mondiale del 1945. Molti compresero allora cosa avesse voluto dire la Gospa, e nel tempo divenne sempre più chiaro. Se in un primo momento il conflitto era cominciato in Slovenia e Croazia, successivamente si spostò in Bosnia ed Erzegovina, quindi proprio nella zona in cui era apparsa la Madonna. Tutti i centri limitrofi a Medjugorje vennero impietosamente distrutti dai cannoni serbi e gli abitanti decimati dalle loro pulizie etniche. In un secondo tempo poi l’odio divampò anche tra croati cattolici e musulmani che si affrontarono a vicenda in sanguinose faide. Tra tutta questa 236 Pellegrinaggio a Medjugorje ferocia e tra tutto questo sangue sparso, è importante considerare come Medjugorje rimase illesa dai bombardamenti, che pure avvennero, e che di tutti i cittadini che partirono in guerra, solo uno perse la vita. In precedenza abbiamo abbondantemente trattato delle modalità anomale con cui episodi bellici che si svolsero a Medjugorje, su cui è parsa chiara una materna e speciale protezione. Indubbiamente anche la guerra di Bosnia può essere letta sotto molteplici aspetti. Innanzitutto non appare un caso proprio il fatto che Medjugorje, durante il terribile conflitto, sia stata preservata e protetta in maniera speciale ed inconcepibile, rimanendo come un’oasi in mezzo ad un deserto di fuoco e di violenza. Poi sorgono diversi interrogativi. A Fatima Maria aveva profetizzato che il Papa avrebbe consacrato la Russia al suo Cuore Immacolato e che essa si sarebbe convertita. Avvenne effettivamente questo tuttavia, l’unico paese in cui fu sparso del sangue, ed in abbondanza, fu la Jugoslavia. Anche questo non sembra essere un caso, poiché esattamente 10 anni prima dello scoppio della guerra (26-06-1981 / 26-06-1991), ci fu la nota apparizione della Gospa, con specifico appello alla pace. Evidentemente la storia non è solo tutto ciò che sembra in superficie. Secondo alcune teorie, il conflitto jugoslavo è altamente simbolico. Per alcuni rappresenterebbe ciò che sarebbe potuto avvenire in tutta l’intera Europa dell’est, in luogo della sorprendente, indolore e comune implosione dei regimi comunisti, se non fosse stata fatta la consacrazione. Potrebbe, per altri, rappresentare appena un fotogramma di quanto potrebbe accadere nel mondo, se l’umanità continua a perseverare nel male e ad offendere Dio indurendo il proprio cuore e rigettando questi estremi appelli alla conversione. Ipotesi questa assolutamente valida, soprattutto perchè non è da trascurare un particolare agghiacciante. Come già detto in 237 Pellegrinaggio a Medjugorje precedenza, tutta la ex-Jugoslavia è tuttora un crocevia di etnie e di religioni ed il conflitto, negli ultimi periodi, non vedeva più soltanto i serbi contro croati e bosniaci, ma (con particolare riferimento alla Bosnia) anche i cattolici croati contro i musulmani bosniaci e viceversa. Dunque, come già accadeva, e come presto si sarebbe evidenziato con maggiore violenza in tutto il resto del mondo, dopo il comunismo sovietico, un’altra grave minaccia si andava profilando all’orizzonte del terzo millennio, quella costituita dall’islamismo e dal terrorismo islamico. L’ipotesi che il conflitto dei balcani rappresenti una proiezione del futuro prossimo a livello mondiale, certamente non è smentito dagli attentati terroristici di matrice islamica di questi ultimi tempi, con l’attentato terroristico delle Twin Towers di New York in testa, ma guardando anche ai conflitti in Medioriente che richiedono il presidio di numerosi militari delle forze Nato. Nonostante si parli spesso di missioni di Peace-Keeping, sono già migliaia i militari caduti in terra islamica. “Satana è libero dalle catene” “Satana vuole la guerra e l’odio”; Appaiono così fondate e dense di significato le affermazioni “Satana è libero dalle catene” e “Satana vuole la guerra e l’odio” tratte dai messaggi della Regina della Pace. Procediamo quindi cercando di capirne il senso e l’origine. Partiamo da Medjugorje. Il 14 aprile 1982 la Madonna disse a Mirijana: «Dovete sapere che Satana esiste. Egli un giorno si è presentato davanti al trono di Dio e ha chiesto il permesso di tentare la Chiesa per un certo periodo con l’intenzione di distruggerla. Dio ha permesso a Satana di mettere la Chiesa alla prova per un secolo, ma ha aggiunto: “Non la distruggerai”. Questo secolo in cui vivete è sotto il potere di Satana, ma – quando saranno realizzati i segreti che vi sono stati 238 Pellegrinaggio a Medjugorje affidati – il suo potere verrà distrutto. Già ora egli comincia a perdere il suo potere e perciò è diventato ancora più aggressivo: distrugge i matrimoni, solleva discordie anche tra le anime consacrate, causa ossessioni, provoca omicidi. Proteggetevi dunque con il digiuno e la preghiera, soprattutto con la preghiera comunitaria. Portate addosso oggetti benedetti e poneteli anche nelle vostre case. E riprendete l’uso dell’acqua benedetta». Tale rivelazione sembra riguardare la famosa visione di Leone XIII, di cui abbiamo già parlato a proposito del socialismo e dell’Enciclica Rerum Novarum. Il 13 Ottobre 1884 Leone XIII, mentre celebrava la Messa, ebbe una visione che descrisse con orrore e che riguardava il futuro della Chiesa. Il Pontefice avrebbe sentito due voci: una dolce e gentile, l’altra roca e aspra. Comprese subito che la voce dolce e gentile era quella di Gesù mentre quella roca e aspra era di Satana. Satana affermava di poter distruggere la Chiesa, ma per fare questo chiedeva più tempo e più potere. Gesù acconsentì alla richiesta e gli chiese di quanto tempo e di quanto potere avesse bisogno. Satana rispose che aveva bisogno di 75 o 100 anni e un maggior potere su coloro che si fossero messi al suo servizio. Nostro Signore accordò a Satana il tempo e il potere che chiedeva, pur ribadendogli che le forze del male sarebbero state comunque sconfitte. Leone XIII rimase così scosso da questa esperienza che scrisse una preghiera in onore di San Michele per la protezione della Chiesa e dispose che fosse detta alla fine di ogni Messa. Questa disposizione venne eseguita fino agli anni ‘60, quando, con la riforma della Messa attuata dal Concilio Vaticano II, la preghiera venne definitivamente soppressa dalla liturgia, rimanendo solo come orazione da dirsi durante gli esorcismi. San Michele Arcangelo, difendici nella lotta, sii nostro presidio contro le malvagità e le insidie del demonio. Capo supremo delle milizie celesti, fa' sprofondare nell'inferno, con la forza di Dio, Satana e gli altri spiriti maligni che vagano per il mondo per la perdizione delle anime. Amen Come non riportare poi la rivelazione che ebbe nel 1820 la Beata Katharina Emmerick, stimmatizzata tedesca? 239 Pellegrinaggio a Medjugorje “…Nel centro dell’inferno ho visto un abisso buio e dall’aspetto orribile e dentro di esso era stato gettato Lucifero, dopo essere stato assicurato saldamente a delle catene…Dio stesso aveva decretato questo; e mi è stato anche detto, se ricordo bene, che egli verrà liberato per un certo periodo cinquanta o sessanta anni prima dell’anno di Cristo 2000. Mi vennero indicate le date di molti altri eventi che non riesco a ricordare; ma un certo numero di demoni dovranno essere liberati molto prima di Lucifero, in modo che tentino gli uomini e servano come strumenti della vendetta divina.” Il medesimo contesto che viene prospettato nelle tre rivelazioni lasciano intendere che il secolo della prova sia proprio il nostro, a cavallo tra il secondo ed il terzo millennio. Anche Paolo VI, predecessore di Giovani Paolo I e II, ebbe a dire: “Il fumo di satana è entrato nel tempio santo di Dio...”. Il 12 aprile 1947 (a 30 anni da Fatima), la Madonna apparve poi a Roma, alle Tre Fontane con il titolo di Vergine della Rivelazione, al protestante Bruno Cornacchiola che si convertì. La Vergine mostrò al veggente la scena raccapricciante di un drappo nero per terra, una veste talare da prete e accanto una croce spezzata, e disse: “Ecco, questo è il segno che la Chiesa soffrirà, sarà perseguitata, spezzata; questo e il segno che i miei figli si spoglieranno... Tu, sii forte nella fede!...”. Per la verità la rivelazione delle Tre Fontane abbraccia diversi importanti contenuti, come l’importanza e l’efficacia della preghiera del Rosario, ma è avvalorata particolarmente da un’affermazione della Vergine, la quale disse: «Il mio corpo non poteva marcire e non marci. Mio Figlio e gli angeli mi vennero a prendere al momento del mio trapasso». Affermazione questa rivelatasi altamente profetica, visto che appena 3 anni dopo, nel 1950, Pio XII proclamò il dogma dell’Assunzione in Cielo in anima e corpo di Maria. 240 Pellegrinaggio a Medjugorje Alla luce di quanto rivelato dunque, “questo secolo in cui vivete è sotto il potere di Satana”, diventa naturale pensare che ciò che la Madonna ha cominciato a Fatima il secolo scorso, si realizzerà completamente in questo secolo a Medjugorje, proprio come annunciato nel messaggio del 25 agosto 1991. Del resto Maria ha anche aggiunto che “quando saranno realizzati i segreti che vi sono stati affidati il suo potere verrà distrutto”, e sarà allora che finalmente avverrà il trionfo del Cuore Immacolato di Maria e sarà concesso al mondo un periodo di pace, come profetizzato a Fatima. E’ incoraggiante sapere intanto che satana verrà sconfitto. La seduzione del male e le persecuzioni diffuse in tutto il mondo, non sono altro che il frutto di una sua maggiore aggressività ed indicano proprio che egli sta cominciando a perdere il suo potere, come ricorda la Regina della Pace. Non ci si deve quindi impressionare di fronte al decadimento morale, alla distruzione delle famiglie, alle discordie, alle ossessioni, al dilagare delle violenza, né lasciarsi convincere che questo sia il destino inevitabile dell’umanità cui ci si deve passivamente adeguare. Il suo potere è infatti limitato e il suo destino irrevocabilmente segnato. Alla luce di questo appare ancora più chiaro come la presenza di Maria sulla terra, in questi ultimi tempi così difficili, sia frutto della Misericordia Divina che vuole, attraverso di Lei, preparare l’esercito che dovrà fronteggiare le forze del male, preparare gli uomini alla grande lotta, quella tra la stirpe della donna e la stirpe del serpente, il cui esito è già stato preannunciato, e che vedrà la donna vestita di sole schiacciare inesorabilmente la testa del serpente. Di questa lotta parla magnificamente, e a mio parere con spirito profetico, San Luigi Grignion de Montfort, nel Trattato della vera devozione a Maria, di cui tratteremo in seguito, dopo aver individuato, nella Sacra Scrittura e nel 241 Pellegrinaggio a Medjugorje Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC), la natura di questo “mistero dell’iniquità già in atto”. Nei capitoli 668 e 669 del CCC viene proclamata la signoria di Gesù Cristo sul cosmo, la storia e la Chiesa, la quale è il suo Corpo, e costituisce in terra il germe e l’inizio del suo Regno, già presente in mistero. 670. Dopo l'Ascensione, il disegno di Dio è entrato nel suo compimento. Noi siamo già nell'“ultima ora”. “Già dunque è arrivata a noi l'ultima fase dei tempi e la rinnovazione del mondo è stata irrevocabilmente fissata e in un certo modo è realmente anticipata in questo mondo; difatti la Chiesa già sulla terra è adornata di una santità vera, anche se imperfetta”. Il Regno di Cristo manifesta già la sua presenza attraverso i segni miracolosi che ne accompagnano l'annunzio da parte della Chiesa. Nel capitolo 670 si definisce “ultima ora” e “ultima fase dei tempi” l’intero periodo che va dall’Ascensione alla Parusia, alla fine dei tempi. E’ importante quindi assimilare in primo luogo la differenza tra gli “ultimi tempi” e i “tempi della fine”, da molti ritenuti erroneamente come medesima entità. Tale interpretazione è causa di non poca confusione e, spesso, di inutili ed ingiustificati allarmismi in chiave millenaristica. 671. Già presente nella sua Chiesa, il Regno di Cristo non è tuttavia ancora compiuto “con potenza e gloria grande” mediante la venuta del Re sulla terra. Questo Regno è ancora insidiato dalle potenze inique, anche se esse sono già state vinte radicalmente dalla Pasqua di Cristo. Fino al momento in cui tutto sarà a lui sottomesso, “fino a che non vi saranno i nuovi cieli e la terra nuova, nei quali la giustizia ha la sua dimora, la Chiesa pellegrinante, nei suoi sacramenti e nelle sue istituzioni, che appartengono all'età presente, porta la figura fugace di questo mondo, e vive tra le creature, le quali sono in gemito e nel travaglio del parto sino ad ora e attendono la manifestazione dei figli di Dio”. Per questa ragione i cristiani pregano, soprattutto 242 Pellegrinaggio a Medjugorje nell'Eucaristia per affrettare il ritorno di Cristo dicendogli: “Vieni, Signore”. 672. Prima dell'Ascensione Cristo ha affermato che non era ancora il momento del costituirsi glorioso del Regno messianico atteso da Israele, Regno che doveva portare a tutti gli uomini, secondo i profeti, l'ordine definitivo della giustizia, dell'amore e della pace. Il tempo presente è, secondo il Signore, il tempo dello Spirito e della testimonianza, ma anche un tempo ancora segnato dalla “necessità” e dalla prova del male, che non risparmia la Chiesa e inaugura i combattimenti degli ultimi tempi. E' un tempo di attesa e di vigilanza. 673. Dopo l'Ascensione, la venuta di Cristo nella gloria è imminente, anche se non spetta a noi “conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta”. Questa venuta escatologica può compiersi in qualsiasi momento anche se essa e la prova finale che la precederà sono “impedite”. Il Catechismo della Chiesa Cattolica riassume tutti i punti fin qui elencati nel capitolo 680. 680. Cristo Signore regna già attraverso la Chiesa, ma tutte le cose di questo mondo non gli sono ancora sottomesse. Il trionfo del Regno di Cristo non avverrà senza un ultimo assalto delle potenze del male. I capitoli 671, 672 e 673 risultano molto chiari e densi di significato, quindi è opportuno evidenziare quei concetti che particolarmente aiutano a comprendere la natura del male cui stiamo assistendo con particolare veemenza in questo nostro periodo storico. Il Regno di Cristo è già presente nella Chiesa, ma non è ancora realizzato con “potenza e gloria grande” come avverrà con la seconda e definitiva venuta del Redentore. Infatti, benché siano state già radicalmente vinte dalla Pasqua di Cristo, le potenze inique, non cessano di insidiare i credenti a mezzo di seduzioni e persecuzioni. San Pietro afferma che “il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare”. (1 Pt 5,8) Il tempo presente è dunque, un tempo ancora segnato dalla 243 Pellegrinaggio a Medjugorje “necessità” e dalla prova del male, che non risparmia la Chiesa e inaugura i combattimenti degli ultimi tempi. E' un tempo di attesa e di vigilanza, in cui la venuta di Cristo nella gloria è imminente e può compiersi in qualsiasi momento anche se, la sua venuta e la prova finale che la precederà, sono “impedite”. Nella Seconda Lettera ai Tessalonicesi San Paolo afferma a riguardo che “il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi lo trattiene”. Quando sarà tolto di mezzo l’ostacolo, ci sarà la prova finale. Solo allora l’impostura religiosa diventerà la massima impostura religiosa, che rivelerà l’Anticristo, e che sarà seguita dal definitivo ritorno di Cristo nella Gloria. “Ora vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con lui, di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente. Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio. Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose? E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. Solo allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua venuta, l'iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l'amore della verità per essere salvi. E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all'iniquità”. (2 Ts 2,1-12) 244 Pellegrinaggio a Medjugorje 675. Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il “Mistero di iniquità” sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell'apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell'Anticristo, cioè di uno pseudomessianismo in cui l'uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne. Il ritorno di Cristo troverà dunque il contesto della “massima impostura religiosa” che rivelerà l’Anticristo, “la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, e con ogni sorta di empio inganno”. Offrendo agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, sotto le sembianze di “pace e sicurezza”, porterà molti credenti all'apostasia e l’uomo a glorificare se stesso come Dio. Questo personaggio, che in virtù di menzogneri prodigi ottenuti con la forza di satana sedurrà ed ingannerà molti credenti, incarnerà perciò il progetto di un mondo che deifica se stesso, ponendosi come assoluto. Si tratta di quella che molti hanno definito come religione umanitaria, in cui l’unica divinità conservata dalla terra, sarà quella rappresentata dall’uomo stesso, confortato magari dalla scienza e la tecnologia. Marx diceva: “Lasciamo il cielo agli uccelli, noi godiamoci la terra”. Non si può non tenere presente il messaggio della Regina della Pace del 25 gennaio 1997: “Cari figli, vi invito a riflettere sul vostro futuro. Voi state creando un nuovo mondo senza Dio, solamente con le vostre forze, ed è per questo che non siete soddisfatti e non avete la gioia nel cuore […]” L’anticristo viene definito da San Paolo anche come “uomo dell’empietà”, “figlio della perdizione” e “avversario di Dio”. Bisogna davvero credere che la prova finale scuoterà fortemente la fede dei credenti e che non saranno in pochi ad 245 Pellegrinaggio a Medjugorje apostatare, considerando le parole di Gesù: “Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra”? (Lc 18,8) Il diffuso dilagare dell’iniquità porterà poi al raffreddamento della carità. L’avvento dell’anticristo e la massima impostura religiosa, saranno caratterizzati infatti da seduzione e persecuzione, come possiamo apprendere ancora dalle parole di Gesù, che preannuncia: “Guardate che nessuno vi inganni, molti verranno nel mio nome, dicendo io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno. Sentirete poi parlare di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi; è necessario che tutto questo avvenga ma non è ancora la fine. Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo è solo l’inizio dei dolori. Allora vi consegneranno ai supplizi e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. Molti ne resteranno scandalizzati, ed essi si tradiranno e odieranno a vicenda. Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell’iniquità, l’amore di molti si raffredderà. Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato. Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine”. (Mt 24,4-14) Ed ancora su questo momento storico: [..] “Vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne dall'inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati. Allora se qualcuno vi dirà: Ecco, il Cristo è qui, o: È là, non ci credete. Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l'ho predetto. Se dunque vi diranno: Ecco, è nel deserto, non ci andate; o: È in casa, non ci credete. Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. [...] Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei 246 Pellegrinaggio a Medjugorje cieli saranno sconvolte. Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria”. (Mt 24,21-30) Il cristiano dovrà quindi stare attento a non farsi sedurre dagli empi inganni dell’anticristo, e perseverare sino alla fine, anche di fronte alla persecuzione: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15,20), poiché il servo non è più grande del maestro, “vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi verrà l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio” (Gv 16,2). Solo chi persevererà fino alla fine sarà salvato, e Gesù, dopo aver predetto ai suoi discepoli la persecuzione non manca di preannunciare il suo glorioso ritorno, nel Giorno del Giudizio, alla fine del mondo, quando verrà nella gloria per dare compimento al trionfo definitivo del bene sul male. La vittoria finale sarà dunque di Cristo, è questa la sicurezza dei cristiani, “quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre” (Mt 24,36), compito del cristiano è allora quello di saper cogliere i segni dei tempi e di vegliare in uno stato di vigilante attesa: “State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso riabbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia della terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”. (Lc 22,34-36) Riprendendo il filo del discorso, ci siamo addentrati in questa tematica per conoscere le cause e la natura del male che minaccia il nostro mondo contemporaneo e il nostro futuro. Come già detto la massima impostura religiosa sarà quella dell’Anticristo ma, come abbiamo avuto modo di notare, Sacra Scrittura e Catechismo della Chiesa Cattolica affermano che il mistero di iniquità è già in atto. Dunque 247 Pellegrinaggio a Medjugorje l’impostura religiosa, la seduzione dei falsi cristi e dei falsi profeti e le persecuzioni hanno accompagnato e accompagneranno sino alla fine dei tempi il pellegrinaggio terreno della Chiesa. Così è possibile affermare che, mentre solo l’ultima generazione vivrà i tempi dell’anticristo, tutte le altre hanno avuto o avranno a che fare con il mistero di iniquità e le sue epifanie. Possiamo comprendere perciò come la natura del male sia la medesima, che si presenti con il nome di nazismo o di comunismo, di marxismo o di relativismo, di materialismo o di terrorismo islamico. Il combattimento tra la Donna e il drago, è dunque in pieno svolgimento. Secondo alcuni le due bestie del drago, descritte nel capitolo 13 dell’Apocalisse, rappresentano, nel caso della bestia simile ad una pantera la persecuzione che si manifesta attraverso l’odio e la guerra, nel caso dell’agnello che parla come un drago, la seduzione che si manifesta attraverso il potere politico o ideologico, e che fa adorare a tutta la terra la prima bestia. Qui risulta chiaro il riferimento ai falsi profeti che sta ad indicare come talvolta, dietro dottrine o ideologie apparentemente a favore dell’umanità, a prescindere dal colore o dal nome che assumono, non si nasconda altro che il mistero di iniquità. In altri termini se la prima bestia agisce seducendo il mondo con una visione materialistica della vita, per condurlo all'apostasia, la seconda bestia agisce incitandolo all’odio e alla persecuzione per poterlo portare alla rovina e all’autodistruzione. Nel mondo odierno, mentre sembrano tramontati gli pseudo-messianismi di natura politica, stanno ritornando ideologie pseudo-religiose che incitano all’odio e alla violenza in nome di Dio, e nuove teorie materialistiche e relativistiche che inducono tanti cristiani ad abbandonare la propria fede, considerata opprimente, restrittiva ed anche intollerante, con l’illusione di trovare nel mondo la felicità e la soluzione ai problemi della propria esistenza. Il tutto 248 Pellegrinaggio a Medjugorje condito poi da una costante opera di scristianizzazione, da un processo che ha come scopo ultimo quello di cancellare il nome di Dio dalla faccia della terra. Un esempio emblematico è costituito in questi tempi dal nonriconoscimento delle radici cristiane nella costituzione europea, quando persino il simbolo che sventola sulla bandiera blu dell’Unione Europea è una “corona di dodici stelle” di ispirazione mariana. Chi progettò quel logo, da cattolico, si ispirò al cerchio di dodici stelle che incoronano l'immagine della Madonna nella famosa "Medaglia miracolosa" che egli portava al collo. Il numero 12 fu poi suggerito dalla “corona di dodici stelle” della Donna nel dodicesimo capitolo dell'Apocalisse, e mise d’accordo tutti i componenti della commissione, tra cui anche degli ebrei. Il numero 12 rappresentava un punto d'incontro: le dodici tribù di Israele, i dodici apostoli, infine le dodici porte della Gerusalemme celeste. Si era negli anni ’50, gli uomini erano reduci da due tragici, cruenti conflitti mondiali, avevano sperimentato sulla loro pelle i frutti dell’odio e della guerra, la sofferenza, la morte, la fame, di conseguenza parlare di Dio non era considerato uno scandalo o un abominio. Oggi invece, sul sito della Comunità Europea, la simbologia della bandiera viene liquidata in maniera anonima, mentre l’unico impegno sembra essere stato profuso allo scopo di non evocare significati anche lontanamente religiosi. Eccone la dimostrazione: «Essa (la bandiera) rappresenta il simbolo dell'unità e dell'identità dell'Europa» «La corona di stelle dorate rappresenta la solidarietà e l'armonia tra i popoli d'Europa. Il numero delle stelle non dipende dal numero degli Stati membri. Le stelle sono dodici in quanto il numero dodici è tradizionalmente simbolo di perfezione, completezza ed unità». «In varie tradizioni, il dodici è un numero simbolico che rappresenta la completezza. Si tratta inoltre ovviamente del 249 Pellegrinaggio a Medjugorje numero dei mesi dell'anno e delle ore indicate sul quadrante dell'orologio. Il cerchio è tra l'altro un simbolo di unità». Ed ecco come si materializza l’inganno: si parla di unità, solidarietà, armonia, perfezione, completezza, di grandi ideali e con parole politicamente corrette, ma di Dio, neanche l’ombra. La conclusione poi è addirittura ridicola, con l’affermare che dodici sono i mesi dell’anno e le ore indicate sul quadrante dell’orologio. La situazione è molto eloquente, non mi sembra che non ci sia molto da aggiungere. Insomma, pur cambiando gli attori, lo spettacolo rimane il medesimo. L’ateismo, la più grande eresia di tutti i tempi, continua nelle sue più molteplici sfaccettature, sia che si tratti di ateismo militante e di stato, sia che si tratti dell’attuale diffuso ateismo pratico. Il Catechismo della Chiesa Cattolica chiarisce ancora altri aspetti e conclude il percorso storico con i seguenti capitoli: 676. Questa impostura anticristica si delinea già nel mondo ogni qualvolta si pretende di realizzare nella storia la speranza messianica, che non può esser portata a compimento, che al di là di essa, attraverso il giudizio escatologico; anche sotto la sua forma mitigata, la Chiesa ha rigettato questa falsificazione del Regno futuro sotto il nome di “millenarismo”, soprattutto sotto la forma politica di un messianismo secolarizzato “intrinsecamente perverso”. 677. […] Il Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa secondo un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male che farà discendere dal cielo la sua Sposa. [...] 681. Nel Giorno del Giudizio, alla fine del mondo, Cristo verrà nella gloria per dare compimento al trionfo definitivo del bene sul male che, come il grano e la zizzania, saranno cresciuti insieme nel corso della storia. 682. Cristo glorioso, venendo alla fine dei tempi a giudicare i vivi e i morti, rivelerà la disposizione segreta dei cuori e renderà a 250 Pellegrinaggio a Medjugorje ciascun uomo secondo le sue opere e secondo l'accoglienza o il rifiuto della grazia. In definitiva il tempo che stiamo vivendo è sicuramente un tempo di grande impostura religiosa, a causa dalla diffusione del materialismo e del relativismo, nonché di un grande odio, un odio pronto ad esplodere drammaticamente e ad assumere le più diverse forme di violenza e distruzione. Qualcuno potrebbe dire che il male c’è sempre stato, e che nel passato ci sono stati periodi più drammatici del nostro. Personalmente mi permetto di dissentire, sia per la presenza delle attuali armi di distruzione di massa, chimiche, batteriologice e nucleari, sia perché non mi spiegherei altrimenti l’intensificarsi, da due secoli a questa parte, delle apparizioni della Vergine Maria, cominciando da Rue du Bac a Parigi nel 1830 e finendo a Medjugorje nel 1981, ma passando per La Salette nel 1846, Lourdes nel 1858, Pontmain nel 1871, Pellevoisin nel 1876, Fatima nel 1917, Beauraing nel 1932, Banneux nel 1933, Roma (Tre Fontane) nel 1947, Siracusa (lacrimazione) nel 1953, Kibeho nel 1981. Ritorniamo poi sempre al punto di partenza, ossia al fatto che deve ancora realizzarsi la promessa di Fatima, riguardo al periodo di pace che verrà concesso al mondo. Come già detto in precedenza, proprio per la drammaticità ed il decadimento morale di questi ultimi tempi in cui “satana è libero dalle catene”, ritengo che la Misericordia Divina abbia permesso a Maria di restare così lungamente sulla terra, allo scopo di formare la sua stirpe, che nella lotta apocalittica tra la Donna e il serpente, sarà contrapposta alla stirpe del serpente. Come preannunciato proponiamo per intero la splendida sezione del Trattato della vera devozione a Maria, in cui San Luigi Maria Grignion de Montfort parla proprio di Maria e gli ultimi tempi, di Maria e l’ultima lotta, e di Maria e gli ultimi apostoli, con interessanti aspetti che 251 Pellegrinaggio a Medjugorje sembrano sorprendentemente rispecchiarsi a pieno nel nostro attuale periodo storico. Maria e gli ultimi tempi della Chiesa. 1. Maria e gli ultimi tempi. [49] Per mezzo di Maria ebbe inizio la salvezza del mondo; ancora per mezzo di Maria deve avere il suo compimento. Nella prima venuta di Gesù Cristo, Maria quasi non comparve, perché gli uomini, ancora poco istruiti e illuminati sulla persona di suo Figlio, non si allontanassero dalla verità, attaccandosi troppo sensibilmente e grossolanamente a lei. Così sarebbe certamente accaduto - se ella fosse stata conosciuta - a causa dell'incanto meraviglioso che Dio le aveva conferito anche nell'aspetto esteriore. Ciò è così vero che san Dionigi l'areopagita osserva che quando la vide, l'avrebbe presa per una dea a motivo delle segrete attrattive e dell'incomparabile bellezza che aveva, se la fede, nella quale era ben fermo, non gli avesse insegnato il contrario. Ma nella seconda venuta di Gesù Cristo, Maria dev'essere conosciuta e rivelata dallo Spirito Santo, per far conoscere, amare e servire Gesù Cristo per mezzo di lei. Non esistono più, infatti, i motivi che determinarono lo Spirito Santo a nascondere la sua sposa mentre elle viveva quaggiù, ed a manifestarla ben poco dopo la predicazione del Vangelo. [50] In questi ultimi tempi Dio vuole dunque rivelare e manifestare Maria, capolavoro delle sue mani: 1) Perché ella quaggiù volle rimanere nascosta e si pose al di sotto della polvere con umiltà profonda, avendo ottenuto da Dio e dai suoi Apostoli ed Evangelisti di passare inosservata. 2) Perché ella è il capolavoro delle sue mani, sia quaggiù nell'ordine della grazia che in cielo nell'ordine della gloria, e Dio vuole riceverne gloria e lode in terra dai viventi. 252 Pellegrinaggio a Medjugorje 3) Perché è l'aurora che precede e annuncia il sole di giustizia Gesù Cristo, e quindi dev'essere conosciuta e svelata, se si vuole che lo sia Gesù Cristo. 4) Perché, essendo la strada per la quale Gesù Cristo è venuto a noi la prima volta, è pure la strada ch'egli seguirà nella sua seconda venuta, anche se in modo diverso. 5) Perché è il mezzo sicuro e la strada diritta e immacolata per andare a Gesù Cristo e trovarlo perfettamente. Per mezzo di lei, dunque, devono trovarlo le anime sante che devono risplendere in santità. Chi trova Maria, trova la vita (Pr 8,35) cioè Gesù Cristo, via, verità e vita (Gv 14,6). Ora non si può trovare Maria senza cercarla, né cercarla senza conoscerla; poiché non si cerca, né si desidera un oggetto sconosciuto. Bisogna dunque che Maria sia conosciuta più che mai, per la maggior conoscenza e gloria della Santissima Trinità. 6) Maria deve risplendere più che mai in questi ultimi tempi in misericordia, in forza e in grazia. In misericordia per ricondurre ed accogliere amorevolmente i poveri peccatori e i traviati che si convertiranno e ritorneranno alla Chiesa cattolica. In forza, contro i nemici di Dio, gl'idolatri, gli scismatici, i maomettani, gli ebrei e gli empi induriti che si ribelleranno in modo terribile per sedurre e far cadere, con promesse e minacce, tutti quelli che saranno loro contrari. E infine deve risplendere in grazia, per animare e sostenere i prodi soldati e fedeli servi di Gesù Cristo, che combatteranno per i suoi interessi. 7) Da ultimo, dev'essere "terribile come schiere a vessilli spiegati" (Ct 6,3) di fronte al diavolo e ai suoi seguaci, soprattutto in questi ultimi tempi, perché il diavolo, ben "sapendo che gli resta poco tempo" (Ap 12,12) e più poco che mai, per trarre a rovina le anime, raddoppia ogni giorno i suoi sforzi e i suoi attacchi. Susciterà infatti, quanto prima, crudeli persecuzioni e tenderà terribili insidie ai servi fedeli e ai veri figli di Maria, che egli vince più difficilmente degli altri. 253 Pellegrinaggio a Medjugorje 2. Maria e l'ultima lotta. [51] Soprattutto a queste ultime e crudeli persecuzioni del diavolo, che andranno crescendo tutti i giorni fino al regno dell'Anticristo, deve riferirsi la prima e celebre profezia e maledizione pronunciata da Dio nel paradiso terrestre contro il serpente. È bene spiegarla qui, a gloria della Vergine santissima, a conforto dei suoi figli e a confusione del diavolo. "Io porrò inimicizia tra te e la donna tra la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno" (Gen 3,15) [52] Dio ha fatto e preparato una sola ma irriconciliabile inimicizia, che durerà ed anzi crescerà sino alla fine: l'inimicizia tra Maria, sua degna Madre, e il diavolo, tra i figli e servi della Vergine santa e i figli e seguaci di Lucifero. Pertanto la nemica più terribile del diavolo che Dio abbia mai creata, è Maria, sua santa Madre. Fin dal paradiso terrestre - quantunque ella non fosse ancora che nella sua mente - il Signore le ispirò tanto odio contro quel maledetto nemico di Dio, e le diede tanta abilità per scoprire la malizia di quell'antico serpente, tanta forza per vincere, abbattere e schiacciare quell'empio orgoglioso, che il demonio la teme, non solo più di tutti gli angeli e gli uomini, ma, in certo qual senso, più di Dio stesso. Non già perché l'ira, l'odio e il potere di Dio non siano infinitamente maggiori di quelli della Vergine Maria, le cui perfezioni sono limitate, ma: 1) perché Satana, che è superbo, soffre infinitamente più d'essere vinto e punito da una piccola ed umile serva di Dio e l'umiltà della Vergine lo umilia più che la divina onnipotenza; 2) perché Dio ha dato a Maria un potere così grande contro i demoni, che questi molte volte furono costretti a confessare, controvoglia, per bocca degli ossessi, di temere uno solo dei suoi sospiri per qualche anima, più delle preghiere di tutti i Santi, e una sola delle sue minacce contro di essi, più di tutti gli altri loro tormenti. 254 Pellegrinaggio a Medjugorje [53] Ciò che Lucifero ha perduto con l'orgoglio, Maria l'ha conquistato con l'umiltà. Ciò che Eva ha dannato e perduto con la disobbedienza, Maria l'ha salvato con l'obbedienza. Eva, obbedendo al serpente, ha rovinato con sé tutti i suoi figli, che abbandonò in potere del demonio. Maria, rimanendo perfettamente fedele a Dio, ha salvato con sé tutti i suoi figli e servi, che consacrò alla sua Maestà. [54] Dio non ha costituito soltanto una inimicizia, ma delle inimicizie; l'una tra Maria e il demonio, l'altra tra la stirpe della Vergine santa e la stirpe del demonio. In altre parole, Dio ha posto inimicizie, antipatie e odii segreti tra i veri figli e servi della Vergine santa e i figli e schiavi del demonio. Non si amano tra loro, non c'è intesa tra loro! I figli di Belial (Dt 13,14),gli schiavi di Satana, gli amici del mondo - che è la stessa cosa! - hanno sempre perseguitato e continueranno più che mai a perseguitare quelli e quelle che appartengono alla santissima Vergine, come un giorno Caino ed Esaù, figure dei reprobi, perseguitarono i loro rispettivi fratelli Abele e Giacobbe, figure dei predestinati. Ma l'umile Maria riporterà sempre vittoria su quel superbo, e vittoria così grande, che riuscirà perfino a schiacciargli il capo, dove si annida il suo orgoglio. Ne svelerà sempre la malizia serpentina, ne sventerà le trame infernali, ne manderà in fumo i diabolici disegni e difenderà sino alla fine dei tempi i suoi servi fedeli da quelle unghie spietate. Ma il potere di Maria su tutti i demoni risplenderà in modo particolare negli ultimi tempi, quando Satana insidierà il suo calcagno, cioè i suoi poveri schiavi e umili figli che lei susciterà per muovergli guerra. Questi saranno piccoli e poveri secondo il mondo, infimi davanti a tutti come il calcagno, calpestati e maltrattati come il calcagno lo è in confronto alle altre membra del corpo. In cambio saranno ricchi di grazia divina, che Maria comunicherà loro in abbondanza, grandi ed elevati in santità davanti a Dio, superiori ad ogni creatura per lo zelo coraggioso, e così fortemente sostenuti dall'aiuto di Dio, che con l'umiltà del loro calcagno, uniti a Maria, schiacceranno il capo del diavolo e faranno trionfare Gesù Cristo. 255 Pellegrinaggio a Medjugorje 3. Maria e gli ultimi apostoli. [55] Infine, Dio vuole che la sua santa Madre sia conosciuta, amata e onorata ora più che mai. Ciò accadrà sicuramente se con la grazia e la luce dello Spirito Santo, i predestinati si inoltreranno nella pratica interiore e perfetta che manifesterò loro in seguito. Allora vedranno chiaramente - nella misura che la fede permette - questa bella stella del mare, e guidati da lei giungeranno in porto, malgrado le tempeste e i pirati. Conosceranno le grandezze di questa sovrana, e si consacreranno interamente al suo servizio in qualità di sudditi e schiavi d'amore. Sperimenteranno le sue dolcezze e bontà materne e l'ameranno teneramente come figli di predilezione. Conosceranno le misericordie di cui essa è ricolma e il bisogno che essi hanno di esser aiutati da lei, a lei ricorreranno in ogni cosa come a loro cara avvocata e mediatrice presso Gesù Cristo. Sapranno che Maria è il mezzo più sicuro, più facile, più breve e più perfetto per andare a Gesù Cristo, e si offriranno a lei anima e corpo, senza nessuna riserva, per appartenere nello stesso modo a Gesù Cristo. [56] Ma chi saranno questi servi, schiavi e figli di Maria? Saranno fuoco ardente, ministri del Signore (Sal 104,4; Eb 1,7) che metteranno dappertutto il fuoco del divino amore. Saranno frecce acute nella mano potente di Maria per trafiggere i suoi nemici: come frecce in mano a un eroe (Sal 127,4). Saranno figli di Levi, molto purificati dal fuoco di grandi tribolazioni e molto uniti a Dio. Porteranno nel cuore l'oro dell'amore, l'incenso della preghiera nello spirito e la mirra della mortificazione nel corpo. In ogni luogo saranno il buon profumo di Gesù Cristo per i poveri e i piccoli, mentre saranno odore di morte per i grandi, i ricchi e i superbi mondani (2Cor 2,15-16). 256 Pellegrinaggio a Medjugorje [57] Saranno nubi tonanti e vaganti nello spazio al minimo soffio dello Spirito Santo. Senza attaccarsi a nulla, né stupirsi di nulla, né mettersi in pena per nulla, spanderanno la pioggia della parola di Dio e della vita eterna, tuoneranno contro il peccato, grideranno contro il mondo, colpiranno il diavolo e i suoi seguaci. Con la spada a due tagli della parola di Dio trafiggeranno, per la vita o per la morte, tutti coloro ai quali saranno inviati da parte dell'Altissimo. [58] Saranno veri apostoli degli ultimi tempi. Ad essi il Signore degli eserciti darà la parola e la forza per operare meraviglie e riportare gloriose spoglie sui suoi nemici. Dormiranno senza oro e argento, e, ciò che più conta, senza preoccupazioni, in mezzo agli altri sacerdoti, ecclesiastici e chierici (Sal 68,14). Tuttavia avranno le ali argentate della colomba per volare, con la retta intenzione della gloria di Dio e della salvezza delle anime, là dove li chiamerà lo Spirito Santo. Lasceranno nei luoghi dove hanno predicato, soltanto l'oro della carità, che è il compimento della legge (Rm 13,10). [59] Infine, sappiamo che saranno veri discepoli di Gesù Cristo. Seguendo le orme della sua povertà, umiltà, disprezzo del mondo e carità, insegneranno la via stretta di Dio nella pura verità, secondo il santo Vangelo, e non secondo i canoni del mondo; senza preoccupazioni e senza guardare in faccia a nessuno; senza risparmiare, seguire o temere alcun mortale, per potente che sia. Avranno in bocca la spada a due tagli della parola di Dio (Eb 4,12; Ef 6,17) e porteranno sulle spalle lo stendardo insanguinato della Croce, il crocifisso nella mano destra, la corona nella sinistra, i sacri nomi di Gesù e di Maria sul cuore, la modestia e la mortificazione di Gesù Cristo in tutta la loro condotta. Ecco i grandi uomini che verranno e che Maria formerà su ordine dell'Altissimo, per estendere il suo dominio sopra quello degli empi, idolatri e maomettani. Ma quando e come avverrà tutto questo?... Dio solo lo sa. Compito nostro è di tacere, pregare, 257 Pellegrinaggio a Medjugorje sospirare e attendere: «Ho sperato: ho sperato nel Signore». (Sal 40,2) A completamento di questo testo, proponiamo infine uno stralcio del libro-intervista “Varcare le soglie della speranza”, Mondatori Editore, del 1994, in cui Giovanni Paolo II afferma che: “La vittoria, se verrà, verrà per mezzo di Maria”. [...] A questo punto bisogna ancora una volta tornare al Totus Tuus. Nella sua precedente domanda lei parlava della Madre di Dio e delle numerose rivelazioni private che hanno avuto luogo specialmente negli ultimi due secoli. Ho risposto raccontando in quale modo la devozione mariana si sia sviluppata nella mia storia personale, a partire dalla mia città natale, attraverso il santuario di Kalwaria, fino a Jasna Góra. Jasna Góra è entrata nella storia della mia patria nel secolo XVII, come una specie di «Non abbiate paura!» pronunciato da Cristo per bocca di Sua Madre. Quando il 22 ottobre 1978 assunsi l'eredità romana del Ministero di Pietro, senza dubbio avevo profondamente impressa nella memoria, prima di tutto, questa esperienza mariana nella mia terra polacca. «Non abbiate paura!» diceva Cristo agli apostoli (cfr. Lc 24,36) e alle donne (Mt 28,10) dopo la Risurrezione. Dai testi evangelici non risulta che destinataria della raccomandazione sia stata la Madonna. Forte della sua fede, ella «non ebbe paura». II modo in cui Maria partecipa alla vittoria di Cristo io l'ho conosciuto innanzitutto dall'esperienza della mia nazione. Dalla bocca del cardinale Stefan Wyszynski sapevo anche che il suo predecessore, il cardinale August Hlond, morendo, aveva pronunciato queste significative parole: «La vittoria, se verrà, verrà per mezzo di Maria». Durante il mio ministero pastorale in Polonia, sono stato testimone del modo in cui quelle parole andavano realizzandosi. Mentre entravo nei problemi della Chiesa universale, con l'elezione a Papa, portavo con me una simile convinzione: che, cioè, anche in questa dimensione universale, la vittoria, se verrà, sarà riportata da Maria. Cristo vincerà per mezzo di lei, perché Egli vuole che le vittorie della Chiesa nel mondo contemporaneo e in quello futuro siano unite a lei. Avevo, dunque, tale convinzione, anche se allora sapevo ancora poco di Fatima. Presentivo, però, che c'era una certa 258 Pellegrinaggio a Medjugorje continuità, a partire da La Salette, attraverso Lourdes, fino a Fatima. E, nel lontano passato, la nostra polacca Jasna Góra. Ed ecco, giunse il 13 maggio 1981. Quando venni colpito dal proiettile dell'attentatore in piazza San Pietro, non badai da principio al fatto che quello era proprio l'anniversario del giorno in cui Maria era apparsa ai tre fanciulli a Fatima, in Portogallo, rivolgendo loro quelle parole che, con la fine del secolo, sembrano avvicinarsi al loro compimento. Con tale evento Cristo non ha forse detto, ancora una volta, il Suo «Non abbiate paura!»? Non ha ripetuto al Papa, alla Chiesa e, indirettamente, a tutta la famiglia umana queste parole pasquali? «Non abbiate paura!» pronunciato da Cristo per bocca di Sua Madre. Le Lacrime di Maria. “Le lacrime di Maria appartengono all’ordine dei segni: esse testimoniano la presenza della Madre nella Chiesa e nel mondo. Piange una madre quando vede i suoi figli minacciati da qualche male, spirituale o fisico. Sono lacrime di dolore per quanti rifiutano l'amore di Dio, per le famiglie disgregate o in difficoltà, per la gioventù insidiata dalla civiltà dei consumi e spesso disorientata, per la violenza che tanto sangue ancora fa scorrere, per le incomprensioni e gli odi che scavano fossati profondi tra gli uomini e i popoli. Sono lacrime di preghiera: preghiera della Madre che dà forza ad ogni altra preghiera, e si leva supplice anche per quanti non pregano perché distratti da mille altri interessi, o perché ostinatamente chiusi al richiamo di Dio. Sono lacrime di speranza, che sciolgono la durezza dei cuori e li aprono all'incontro con Cristo Redentore, sorgente di luce e di pace per i singoli, le famiglie, l'intera società”. Queste parole furono pronunciate da Giovanni Paolo II il 6 novembre 1994 a Siracusa, durante l’omelia in occasione della dedicazione del Santuario alla Madonna delle Lacrime. La lacrimazione avvenne il 29 agosto 1953, da un 259 Pellegrinaggio a Medjugorje quadretto di gesso smaltato raffigurante il Cuore Immacolato di Maria. La scienza appurò trattarsi di lacrime umane ed il riconoscimento da parte della Chiesa fu quasi immediato. In precedenza, il 17 ottobre 1954, anche Papa Pacelli, Pio XII, in un radiomessaggio, si espresse in merito alle lacrime di Siracusa, ponendo all’umanità intera scuotenti interrogativi: «Comprenderanno gli uomini l'arcano linguaggio di quelle lacrime? Oh le lacrime di Maria! Erano sul Golgota lacrime di compatimento per il suo Gesù e di tristezza per i peccati del mondo. Piange ella ancora per le rinnovate piaghe prodotte nel Corpo mistico di Gesù? O piange per tanti figli, nei quali l'errore e la colpa hanno spento la vita della grazia, e che gravemente offendono la maestà divina? O sono lacrime di attesa per il ritardato ritorno di altri suoi figli, un dì fedeli, e ora trascinati da falsi miraggi fra le schiere dei nemici di Dio? A voi spetta di cooperare con l'esempio e con l'azione al ritorno dei profughi alla casa del Padre e di adoperarvi affinché si chiudano al più presto le brecce aperte dai nemici della religione nella vostra isola, fatta oggetto di cupido assedio». Ancora Giovanni Paolo II, l'8 maggio 1994, mentre si trovava in ospedale dopo l'operazione per la frattura del femore disse: «Questo pianto di Maria ci ricorda il santuario di La Salette nelle montagne francesi. E di nuovo doveva piangere nel nostro secolo, dopo la seconda guerra mondiale. Piangeva. Appartiene al genio della donna anche il piangere. Sappiamo bene quanto ha fatto quel pianto nella vita di sant'Agostino e di tanti altri. Il piangere della donna e il piangere della Madonna sono un segno di speranza». Karol Wojtyla fece quindi riferimento all’importanza del pianto nella vita di Sant’Agostino e ricordò La Salette, luogo dove la Madonna apparve nel 1846, versando lacrime: “Se il mio popolo non vuole sottomettersi, sono costretta a lasciare libero il braccio di mio Figlio. Esso è così forte e così pesante che non posso più sostenerlo. Da quanto tempo soffro per voi! Se 260 Pellegrinaggio a Medjugorje voglio che mio Figlio non vi abbandoni, mi è stato affidato il compito di pregarlo continuamente per voi; voi non ci fate caso. Per quanto pregherete e farete mai potrete compensare la pena che mi sono presa per voi. Vi ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo e non me lo volete concedere. [...] Coloro che guidano i carri non sanno imprecare senza usare il nome di mio Figlio. Queste sono le due cose che appesantiscono tanto il braccio di mio Figlio”. In occasione di un anniversario di La Salette sempre il Papa disse: «Maria, madre piena d'amore, con le sue lacrime ha mostrato la tristezza per il male morale dell'umanità. Con le sue lacrime ci aiuta meglio a comprendere la dolorosa gravità del peccato, del rifiuto di Dio, ma anche la fedeltà appassionata che suo Figlio nutre verso i fratelli: Lui, il Redentore, il cui amore è ferito dalla dimenticanza e dal rifiuto... Ella ha compassione delle difficoltà dei suoi figli e soffre nel vederli allontanarsi dalla Chiesa di Cristo». Anche a Medjugorje, secondo quanto riferito dai veggenti, la Vergine ha pianto. Innanzitutto in quell’ormai famoso 26 giugno 1981, quando levò il suo accorato appello alla pace, tra gli uomini e tra gli uomini e Dio e, visto quello che sarebbe accaduto esattamente 10 anni dopo nella exJugoslavia, si può ben affermare che aveva ben motivo di piangere. Il 24 maggio 1984 poi disse: «Cari figli, come vi ho già detto, vi ho scelti in modo particolare, così come siete. Io sono la Madonna che vi ama tutti. In ogni istante, quando avete delle difficoltà, non abbiate paura, perché io vi amo anche quando siete lontani da me e da mio Figlio. Vi prego, non permettete che il mio cuore pianga lacrime di sangue per le anime che si perdono nel peccato. Perciò, cari figli, pregate, pregate, pregate!». I veggenti affermano che è uno strazio vedere piangere la Gospa, e che si farebbe qualsiasi cosa per asciugare le sue lacrime. 261 Pellegrinaggio a Medjugorje A mio parere le lacrime, soprattutto quelle di una madre, e nello specifico quelle di Maria, sono segno del suo dolore nel vedere i figli che si perdono, segno del suo sconfinato amore materno ed infine, insieme alle recenti apparizioni, costituiscono l’ultimo disperato appello alla conversione per poter creare una breccia ed entrare nei cuori più induriti. Come scriveva Suor Lucia di Fatima in una lettera del 1958: «Dio... esauriti gli altri mezzi disprezzati dagli uomini, ci offre con tremore l'ultima ancora di salvezza: la santissima Vergine in persona, le sue apparizioni, le sue lacrime, i suoi messaggi». Il 2 febbraio 1995, una statuetta di polvere di marmo di circa 40 cm ha lacrimato sangue a Civitavecchia, città a nord di Roma. Ma ci sono a riguardo molti aspetti interessanti e degni di nota, a cominciare dal luogo in cui si è verificato il fenomeno. Si tratta della borgata di Pantano, in cui vi è una chiesetta dedicata, guarda un po’, proprio a Sant’Agostino. Giovanni Paolo II ha ricordato l’importanza del pianto, quello di sua madre Santa Monica, nella vita e nella conversione del santo Vescovo. La dedicazione della chiesetta non è casuale, in quanto erede del santuario che ricordava il passaggio del Dottore della Chiesa sul litorale civitavecchiese nell'anno 387. Pare che proprio qui un Sant’Agostino ansioso di comprendere il mistero della Santa Trinità, passeggiando sulla spiaggia, vide un bambino seduto che raccoglieva l’acqua del mare e la riversava in una buca. Il bambino disse che avrebbe continuato così finché non vi avesse riversato tutta l’acqua del mare. Avendo affermato Sant’Agostino che ciò era impossibile, il bambino replicò che impossibile era anche alla mente umana comprendere il mistero di Dio. L’episodio certamente voleva dimostrare quanto assurdo e vano fosse il tentativo di limitare alla mente umana i misteri di Dio, e al tempo stesso costituisce oggi un’esortazione a ad 262 Pellegrinaggio a Medjugorje ammettere l’esistenza ed il manifestarsi di questo mistero, in varie forme. In altri termini ad ammettere il soprannaturale, quando la scienza, oggi all’avanguardia, non riesce a spiegare alcuni fenomeni. Un’esortazione quindi a non chiudersi in una mera e pregiudiziosa incredulità, a non voler ostinatamente spiegare tutto in termini razionalistici, ma ad accettare e riconoscere i fatti. A Civitavecchia la scienza ha compiuto tutti gli esami possibili ed immaginabili, radiologici, ematici, escludendo la presenza di inganno e affermando di non poter spiegare il fenomeno. La lacrimazione della statuina poi è avvenuta persino tra le mani di un Vescovo, mons. Girolamo Grillo, vescovo di Civitavecchia-Tarquinia, il quale, inizialmente contrario, più volte ha affermato: “Ha pianto tra le mie mani”. Benvengano le indagini della scienza, scoprire gli inganni è nell’interesse di tutti, e molte volte grazie ai moderni strumenti taluni presunti fenomeni vengono subito smascherati o smentiti, ma quando la scienza arriva al punto di non riuscire a spiegare il caso, è anche opportuno riconoscerlo e attenersi al discernimento e al pronunciamento dell’autorità ecclesiale, di cui vanno certamente apprezzati sia l’atteggiamento di prudenza che la volontà di non spegnere lo spirito. Un altro importante aspetto, molto importante nello sviluppo della nostra storia, è quello riguardante la provenienza della stessa statua. Essa fu donata nel 1994 alla famiglia Gregori dall’allora parroco di Pantano don Pablo Martin, il quale l’aveva acquistata nel mese di settembre durante un pellegrinaggio a Medjugorje. In effetti la statua è proprio una raffigurazione della Regina della Pace, che appare e si venera a Medjugorje. Per questo motivo molti considerano Civitavecchia come una conferma di Medjugorje, e a mio modo di vedere non è una considerazione priva di fondamento. 263 Pellegrinaggio a Medjugorje Se a Siracusa a lacrimare fu un quadretto di gesso smaltato raffigurante il Cuore Immacolato di Maria, a Civitavecchia fu una statuina della Regina della Pace, così se nel primo caso vi si può cogliere un legame della lacrimazione con Fatima, nel secondo caso lo si può cogliere in riferimento a Medjugorje, dove Maria stessa ha detto:“Vi prego, non permettete che il mio cuore pianga lacrime di sangue per le anime che si perdono nel peccato”. Su Civitavecchia Padre Livio Fanzaga, nel suo libro “La firma di Maria” , Ed. Sugarco 2004, afferma: “La Santa Sede ha avocato a sé il caso, togliendo la competenza al vescovo diocesano Girolamo Grillo. Forse l'intervento della Congregazione per la dottrina della fede è dovuto al motivo che a piangere fu una statuetta della Vergine acquistata a Medjugorje: dunque l'approvazione di Civitavecchia avrebbe di fatto comportato un implicito riconoscimento anche di Medjugorje. In ogni caso, attualmente ne è permesso il culto e la statuetta è esposta nella chiesa intitolata a sant'Agostino”. Non si può non considerare come la prima lacrimazione a Civitavecchia sia avvenuta un 2 febbraio, data in cui ricorre la festa liturgica della Presentazione di Gesù al Tempio e della Purificazione di Maria, secondo le usanze ebraiche successive al parto. Dunque una data che unisce la figura di Gesù a quella di Maria. Secondo l'esortazione apostolica Marialis Cultus di Paolo VI, emanata proprio un 2 febbraio, nell’anno 1974, questa festa “deve essere considerata come memoria congiunta del Figlio e della Madre” , “celebrazione di un mistero di salvezza operata da Cristo, a cui la Vergine fu intimamente unita quale Madre del Servo sofferente di Jahvé”, e “modello del nuovo popolo di Dio, costantemente provato nella fede e nella speranza dalla sofferenza e dalla persecuzione”. Un’unione così profonda tra madre e figlio che, il sangue delle lacrime di Maria, risultò si sangue umano, ma appartenente ad un soggetto maschile. Ciò che avrebbe potuto far gridare allo scandalo o alla truffa in realtà non ha 264 Pellegrinaggio a Medjugorje fatto che confermare la coerenza teologica e la bontà del fenomeno, ancor più che se le lacrime fossero risultate appartenenti ad un soggetto femminile. Molti mistici affermano che la Vergine visse spiritualmente, oltre che ad aver assistito e vissuto emotivamente la Passione del Figlio, tuttavia come non considerare che il sangue sparso fu quello di Gesù, un sangue redentore che redense tutto l’uomo e tutti gli uomini, quindi anche la stessa Maria? Allora il fatto che la statuina abbia pianto lacrime di sangue umano e appartenenti ad un soggetto maschile sottolinea ancora una volta l’indissolubile legame tra la Madre e il Figlio, e ancora una volta viene confermato ciò che costituisce un fondamento del pensiero montfortiano, e cioè che la Madre porta al Figlio, che Maria è la via diretta e privilegiata per giungere a Cristo. Ma ancora, prendendo in esame il passo del vangelo di Luca relativo alla Presentazione di Gesù al tempio e alla Purificazione di Maria, possiamo individuare un altro tassello che motiva e giustifica le sue lacrime. Leggiamo in Luca 2,34-35, che il profeta Simeone, dopo aver riconosciuto nel bambino Gesù il Messia, si rivolse alla Vergine dicendo: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Come non pensare che il colpo di lancia che ha squarciato il costato e trafitto il cuore di Gesù, non abbia raggiunto anche il cuore di sua Madre? La spada che ha trafitto l’anima di Maria è certamente rappresentata dalla Passione di Gesù, tuttavia con essa non si è esaurita la profezia di Simeone. Ancora oggi il cuore della Madonna è continuamente trafitto da innumerevoli spade. Per dirla con San Pietro, siccome non fummo riscattati a prezzo di cose corruttibili come l’argento e l’oro, ma dal sangue prezioso di Cristo, come può allora Maria non 265 Pellegrinaggio a Medjugorje piangere lacrime di quello stesso sangue, vedendo che per molti rischia di essere stato versato invano? Si tratta di tutti coloro che persistono ostinatamente nell’incredulità, nel disprezzo e nel peccato, rifiutando così la salvezza offerta da Gesù e perdendosi nonostante il sacrificio del suo sangue, sparso per la loro redenzione. Lo ha ribadito Lei stessa anche a Medjugorje: «Vi prego, non permettete che il mio Cuore pianga lacrime di sangue per le anime che si perdono nel peccato» (29-05-1984); «Io non piango solamente perché Gesù è morto. Io piango perché Gesù è morto dando fino all’ultima goccia del suo sangue per tutti gli uomini, ma molti miei figli non vogliono trarre da questo alcun beneficio» (01-04-1983); ma anche Gesù disse a Santa Faustina: «Le fiamme della Misericordia mi divorano, desidero riversarle sulle anime umane. Oh, che dolore mi procurano quando non vogliono accettarle!» «Fintanto che c’è tempo ricorrano alla sorgente della Mia Misericordia, approfittino del Sangue e Acqua scaturiti per loro». «Il raggio pallido rappresenta l’Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il sangue che è la vita delle anime… Entrambi i raggi uscirono dall’intimo della Mia Misericordia, quando sulla croce il mio cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia». «Prima che io venga come Giudice giusto, spalanco la porta della Mia Misericordia. Chi non vuole passare attraverso la porta della Misericordia, deve passare attraverso la porta della Mia giustizia». «Infelici coloro che non approfittano di questo miracolo della Divina Misericordia! Lo invocherete invano, quando sarà troppo tardi». Dunque è il rifiuto della Divina Misericordia, il rifiuto di tanta grazia scaturita dal cuore trafitto di Gesù, che rinnova la Passione di Cristo e che trafigge ancora oggi, quale novella spada, il cuore di Maria, la quale essendo madre, non può che piangere e soffrire per tutti quei figli che rifiutando la salvezza offerta dal redentore ne vanificano il sacrificio e si perdono eternamente. 266 Pellegrinaggio a Medjugorje Un altro particolare, tutt’altro che insignificante circa le lacrimazioni di Civitavecchia, ma non solo, riguarda il giorno in cui si è verificata la prima lacrimazione. Si tratta del 2 febbraio 1995, dunque un 2 del mese, giorno significativo anche per Medjugorje. Proprio ogni 2 del mese infatti la Gospa appare alla veggente Mirjiana per pregare per i non credenti, o coloro che ancora non hanno conosciuto l’amore di Dio: “La Madonna guida la preghiera e sono sempre preghiere rivolte a Gesù. […] Io penso che la Madonna voglia far capire, e dare un esempio con questo, quanto sia importante adesso pregare per i nostri fratelli che non hanno ancora conosciuto l'amore del Signore. Infatti, se non ci fossero i non credenti, non ci sarebbero le guerre, le separazioni, i suicidi, le droghe, gli aborti. Se noi preghiamo per loro, noi preghiamo per noi e per il nostro futuro. Chi di noi, infatti, potrebbe dire di essere credente fino in fondo”? Inoltre, nei primi tempi delle apparizioni, proprio un 2 agosto 1981, la Gospa sottolineò per la prima volta l’importanza della Confessione: “Confessatevi frequentemente. Non lasciate che nella vostra anima rimanga a lungo anche soltanto un piccolo peccato. Confessatevi e riparate i vostri peccati”. Ancora una volta un 2 e non a caso. Scelse infatti la data del 2 agosto, data in cui si può lucrare l’indulgenza plenaria della Porziuncola o “Perdono di Assisi” che San Francesco ottenne, in seguito all’apparizione di Gesù e Maria nell’anno 1216, nella chiesetta della Porziuncola, in Assisi. Dunque possiamo constatare come la data del 2, sia una data carica di significati, dall’intercessione e la preghiera per i non credenti, al dolore e le lacrime per le anime che si perdono, dall’invito alla vita sacramentale, alla Misericordia di Dio, insomma cosa non fanno lassù per la nostra salvezza! E’ importante notare il profondo legame tra Medjugorje e il francescanesimo. Innanzitutto, fino ad oggi, San Francesco è l’unico santo che Maria abbia espressamente 267 Pellegrinaggio a Medjugorje menzionato in un messaggio: «Dio ha scelto san Francesco come suo eletto. Sarebbe bene imitarne la vita, tuttavia noi dobbiamo fare la volontà di Dio su di noi» (4 ottobre 1983). Non si può ignorare come la Gospa, scegliendo la parrocchia di Medjugorje, abbia scelto una parrocchia francescana e che il religioso che rivelerà al mondo i 10 segreti è anch’esso un frate francescano. Non si può ignorare inoltre come Medjugorje ed Assisi si trovino geograficamente sullo stesso parallelo. Che dire poi del tema della pace… Se a Medjugorje Maria si è rivelata con il titolo di Regina della Pace, implorando “Pace, Pace, Pace!”, ad Assisi Francesco non a caso benediva - “Il Signore vi dia Pace” -, salutava - “Pace e bene” - e pregava – “Signore, fammi strumento della tua Pace” - all’insegna della Pace. Forse per questo nel 1986 Giovanni Paolo II (ancora lui!) convocò, proprio ad Assisi, i rappresentanti delle principali religioni del mondo, per una giornata di pellegrinaggio, digiuno e preghiera per la Pace. Preghiera, appunto. Come quella invocata da Maria a Medjugorje: “Pregate, pregate, pregate”, a patto che sia una preghiera fatta col cuore, “dove è odio, fa che io porti l'Amore, dove è offesa che io porti il Perdono, poiché è perdonando che si è perdonati, morendo che si risuscita a Vita Eterna”. Insomma la preghiera che porta alla pace è quella che sfocia nella misericordia e che nasce dalla misericordia, del resto, come disse Gesù a Santa Faustina: “L’umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla mia Misericordia”. Ritorna dunque ancora il tema della misericordia, che analizzeremo nel prossimo capitolo. 268 Pellegrinaggio a Medjugorje Ipotesi e considerazioni personali. Infine ci sono altri aspetti che sono però solo frutto di ipotesi o considerazioni derivanti da esperienze personali. Ad esempio, recatomi di recente presso la città di Padova in pellegrinaggio, visitai prima la Basilica del Santo, dove riposano le spoglie di Sant’Antonio di Padova e retta dai frati minori conventuali, e successivamente mi recai presso il locale convento dei frati minori cappuccini, per visitare la tomba di San Leopoldo Mandic e la sua cellettaconfessionale. Dopo aver venerato la santità di questi due santi fratelli e visitato i luoghi in cui hanno vissuto, durante il viaggio di ritorno cominciai a riflettere. Innanzitutto entrambi furono religiosi francescani, il primo addirittura contemporaneo del serafico padre San Francesco, il secondo visse invece a cavallo tra il XIX e il XX secolo, fu beatificato da Paolo VI e canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1983, a 41 anni dalla sua morte. Entrambi sono santi “padovani”, ma nessuno dei due era italiano di nascita. Proprio la provenienza dei due santi, per associazione di idee, mi ha fatto ripensare al legame tra Fatima e Medjugorje. Sant’Antonio era di Lisbona, in Portogallo, come Fatima, mentre San Leopoldo nacque sulla costa dalmata, nel territorio della ex-Jugoslavia, come Medjugorje. Tra l’altro abbiamo già parlato di San Leopoldo, nella presentazione di Medjugorje, essendo il patrono dei confessori ed trovandosi la sua statua a fianco della schiera dei confessionali. La figura di San Leopoldo mi ha fatto poi ripensare ancora al legame tra Medjugorje e il francescanesimo, oltre che al tema della misericordia, essendo stato un santo apostolo del confessionale e dunque largo dispensatore della misericordia divina. Inoltre non privo di significati è anche il fatto che San Leopoldo abbia speso la sua vita ad intercedere per il ritorno alla Chiesa cattolica dei cristiani dissidenti, soprattutto quelli 269 Pellegrinaggio a Medjugorje del suo Oriente, come abbiamo visto religiosamente frammentato, confidando nella comune venerazione della Santa Vergine, di cui era devotissimo e che chiamava sua “Padrona Benedetta”. Insomma una serie di spunti per la riflessione, ma c’è dell’altro. San Luigi Grignion de Montfort afferma che “il potere di Maria su tutti i demoni risplenderà in modo particolare negli ultimi tempi, quando Satana insidierà il suo calcagno, cioè i suoi poveri schiavi e umili figli che lei susciterà per muovergli guerra. Questi saranno piccoli e poveri secondo il mondo…” [..] Ma chi saranno questi servi, schiavi e figli di Maria? [..] Sappiamo che saranno veri discepoli di Gesù Cristo. Seguendo le orme della sua povertà, umiltà, disprezzo del mondo e carità, insegneranno la via stretta di Dio nella pura verità, secondo il santo Vangelo, e non secondo i canoni del mondo; senza preoccupazioni e senza guardare in faccia a nessuno; senza risparmiare, seguire o temere alcun mortale, per potente che sia. Avranno in bocca la spada a due tagli della parola di Dio (Eb 4,12; Ef 6,17) e porteranno sulle spalle lo stendardo insanguinato della Croce, il crocifisso nella mano destra, la corona nella sinistra, i sacri nomi di Gesù e di Maria sul cuore, la modestia e la mortificazione di Gesù Cristo in tutta la loro condotta. Ecco i grandi uomini che verranno e che Maria formerà su ordine dell'Altissimo, per estendere il suo dominio sopra quello degli empi, idolatri e maomettani”. A mio modesto parere, ma è solo un parere personale, a queste descrizioni, e cioè “piccoli e poveri secondo il mondo…” e “seguendo le orme della sua povertà, umiltà, disprezzo del mondo e carità…”, corrisponde in qualche modo lo spirito francescano. Quanto al Crocifisso e al Rosario, sono certamente le due armi per vincere le forze del male e mi viene in mente la figura di Padre Jozo, il quale tiene tra le mani un crocifisso mentre predica sui “cinque sassi”, tra cui appunto il Rosario. 270 Pellegrinaggio a Medjugorje Spesso come già detto in precedenza, durante tale catechesi, fa distribuire ai pellegrini un’immagine della Madonna ed una corona del Rosario. Nelle sue parole non mancano mai i nomi di Gesù e di Maria. Più in generale tuttavia penso a Medjugorje “tra i monti”, a destra il Krizevac che con la sua Croce mi richiama il “crocifisso nella mano desta”, a sinistra il Podbrdo, o colle delle apparizioni, che mi richiama “la corona nella sinistra”. Inoltre come ignorare il simbolo dei francescani, rappresentato dal Tau biblico? Quanto alla “modestia e la mortificazione di Gesù Cristo” non si può certo dire che la Gospa abbia mai smesso di esortare al digiuno e alla penitenza, secondo il modello del suo Figlio, il penitente per eccellenza. “Ecco i grandi uomini che verranno e che Maria formerà su ordine dell'Altissimo”, perché è indubbio che sia la Misericordia Divina a permettere la presenza di Maria tra di noi, da così lungo tempo, forse il tempo per formare il piccolo esercito che costituirà il suo calcagno, che schiaccerà la testa del serpente e della sua stirpe. “…per estendere il suo dominio sopra quello degli empi, idolatri e maomettani”, ossia la stirpe del serpente, con gli empi che perseverano nell’incredulità e nell’indurimento, gli idolatri schiavi del mondo e del piacere, della famosa dittatura del relativismo e dell’edonismo, ed i maomettani di cui abbiamo già ampiamente riferito. Ma come già detto quest’ultima parte è solo frutto di ipotesi o considerazioni personali, e come tali vanno considerate. 271 Pellegrinaggio a Medjugorje III. Giovanni Paolo II, il Papa della Divina Misericordia. Maria, Madre della Misericordia. Non ci approcciamo per la prima volta alla Divina Misericordia, nello sviluppo del capitolo “Quarto giorno” sono già stati riportati ampi stralci del Diario di Santa Suor Faustina, riguardanti le forme del Culto alla Divina Misericordia, e tracciato un breve profilo biografico della santa mistica polacca. Sottolineavo in particolare come la devozione a Maria e quella alla Divina Misericordia non siano affatto incompatibili, come dimostrato da Giovanni Paolo II nell’enciclica “Dives in Misericordia” (in italiano “Dio ricco di Misericordia”), del 1980, in cui Maria è definita “Madre della Misericordia”, come del resto nella “Salve Regina”. […] “Nessuno ha sperimentato, al pari della Madre del Crocifisso, il mistero della Croce, lo sconvolgente incontro della trascendente giustizia con l’Amore: quel “bacio” dato dalla Misericordia alla giustizia. […] Maria è colei conosce più a fondo il mistero della Misericordia Divina. Ne sa il prezzo, e sa quanto esso sia grande. In questo senso la chiamano anche Madre della Misericordia… [...] … colei che, attraverso la partecipazione nascosta e al tempo stesso incomparabile alla missione messianica del suo Figlio, è stata chiamata in modo speciale ad avvicinare agli uomini quell’amore che Egli era venuto a rivelare… [...] Appunto a questo amore “misericordioso”, che viene manifestato soprattutto a contatto con il male morale e fisico, partecipava in modo singolare ed eccezionale il cuore di colei che fu Madre del Crocifisso e del Risorto, partecipava Maria. Ed in Lei e per mezzo di Lei, esso non cessa di rivelarsi nella storia della Chiesa e dell’umanità”. 272 Pellegrinaggio a Medjugorje Abbiamo anche sottolineato più volte, a riguardo, come l’intensificata presenza di Maria in questi ultimi due secoli, sia proprio frutto della Misericordia Divina. Questo capitolo tuttavia si propone di mettere in luce, ancora una volta, la figura di Giovanni Paolo II che, oltre ad essere stato il Papa di Maria e di Fatima, è stato anche il Papa della Divina Misericordia. Vedremo come la sua figura, sin dalla sua giovinezza sia stata profondamente legata alla Divina Misericordia, il cui culto ebbe origine proprio nella sua Polonia e l’importante ruolo che esercitò, sin da quando era Cardinale, nel diffondere e propagandare al mondo intero il culto della Divina Misericordia che considerava come “la scintilla che preparerà il mondo alla sua ultima venuta”, considerando le parole dette da Gesù a Santa Faustina: «Amo la Polonia in modo particolare e, se ubbidirà al Mio volere, l'innalzerò in potenza e santità. Da essa uscirà la scintilla che preparerà il mondo alla Mia ultima venuta». (1732) “Gesù, confido in te! È semplice, ma profondo questo atto di fiducia e di abbandono all'amore di Dio. Esso costituisce un fondamentale punto di forza per l'uomo, perché è capace di trasformare la vita. Nelle immancabili prove e nelle difficoltà dell'esistenza, come nei momenti di gioia e di entusiasmo, affidarsi al Signore infonde pace nell'animo, induce a riconoscere il primato dell'iniziativa divina e apre lo spirito all'umiltà e alla verità. Gesù, confido in te! Migliaia e migliaia di devoti in ogni parte della terra ripetono questa semplice e suggestiva invocazione. Nel cuore di Cristo trova pace chi è angustiato dai crucci dell'esistenza ottiene sollievo chi è afflitto dalla sofferenza e dalla malattia; sperimenta la gioia chi si sente stretto dall'incertezza e dall'angoscia, perché il cuore di Cristo è abisso di consolazione e di amore per chi a lui ricorre con fiducia. Suor Faustina ha vissuto e adesso è sepolta vicino a Cracovia, in una località che si chiama Lagiewniki. Proprio accanto a Lagiewniki era la fabbrica chimica della Solvay, dove io ho lavorato come operaio durante i quattro anni della guerra e 273 Pellegrinaggio a Medjugorje dell'occupazione nazista. Mai avrei potuto pensare in quei tempi in cui ero operaio che un giorno da Vescovo di Roma avrei parlato di quell'esperienza. Quell'esperienza di operaio e nello stesso tempo di seminarista “clandestino” mi è rimasta per tutta la vita. Durante quei terribili anni della guerra e della clandestinità, in cui si viveva anche grazie alla fiducia in Dio e in sua Madre, ho imparato la fiducia nella Vergine santa”. Infatti, come affermò in altre occasioni, durante quella stessa esperienza nella fabbrica della Solvay, gli capitò tra le mani il Trattato della vera devozione a Maria, che lesse e rilesse, e che segnò nella sua vita una svolta decisiva, ad orientamento mariano. Storia del culto della Divina Misericordia. Seguono ora alcuni stralci del Diario di Santa Faustina, per ripercorrere attraverso di essi l’avvincente storia del culto e dell’opera della Divina Misericordia, dalle origini, ed in particolare dall’apparizione di Gesù nel febbraio 1931, sino alla canonizzazione di Santa Faustina e all’istituzione Liturgica della Festa della Divina Misericordia, da parte del pontefice Giovanni Paolo II. Gesù profetizzò a Santa Faustina, e ciò è confermato dal corso degli eventi storici, che il riconoscimento del Culto alla Divina Misericordia non sarebbe stato esente da difficoltà. + 22 FEBBRAIO 1931. La sera, stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l'altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l'uno e l'altro pallido. Muta tenevo gli occhi fissi sul Signore; l'anima mia era presa da timore, ma anche da gioia grande. Dopo un istante, Gesù mi disse: 274 Pellegrinaggio a Medjugorje «Dipingi un'immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in Te! Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l'anima, che venererà quest'immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell'ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come Mia propria gloria » […] Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l'immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia. + Desidero che i sacerdoti annuncino la Mia grande Misericordia per le anime dei peccatori. Il peccatore non deve aver paura di avvicinarsi a Me». «Le fiamme della Misericordia Mi divorano; voglio riversarle sulle anime degli uomini». Mi aveva promesso un aiuto visibile in terra e l'ho ricevuto dopo poco tempo a Wilno. Ho riconosciuto in Don Sopocko quell'aiuto divino. L'avevo conosciuto prima di arrivare a Wilno grazie ad una visione interiore. Un giorno lo vidi nella nostra cappella tra l'altare ed il confessionale. Avevo udito improvvisamente nel mio intimo una voce: « Ecco l'aiuto visibile per te sulla terra. Egli ti aiuterà a fare la Mia volontà sulla terra ». Wilno, 2.VIII.1934. Allorché vidi quanto il mio confessore doveva soffrire a causa di quest'opera, che Iddio suo tramite sta mandando avanti, mi spaventai per un momento e dissi al Signore: Gesù, dopotutto quest'impresa è Tua e perché ti comporti così con lui, sembra quasi che gliela ostacoli, mentre esigi che la attui? “Scrivi che giorno e notte il Mio sguardo riposa su di lui e che permetto queste contrarietà per aumentare i suoi meriti. Io do la ricompensa non per il risultato positivo, ma per la pazienza e la fatica sopportata per Me”. Nel 1935, avvenne presso il santuario di Ostra Brama la prima solenne esposizione dell’immagine di Gesù 275 Pellegrinaggio a Medjugorje misericordioso. Notiamo di passaggio che fu in occasione della chiusura del Giubileo della Redenzione del Mondo, per il 19° centenario della Passione del Salvatore, e Santa Faustina comprese come l’opera della redenzione fosse strettamente collegata all’opera della Misericordia. A Medjugorje, per commemorare lo stesso anniversario, nel 1933, fu eretta la monumentale Croce sul monte Krizevac, della quale la Gospa ha affermato: ”Anche la Croce faceva parte del disegno di Dio quando voi l’avete costruita”. 26-28.IV.1935 + Avvenne in modo mirabile! Come il Signore aveva chiesto, il primo tributo di venerazione per questa immagine da parte della folla ebbe luogo una prima domenica dopo Pasqua. Per tre giorni quest'immagine fu esposta al pubblico e fu oggetto della pubblica venerazione. Era stata sistemata ad Ostra Brama su di una finestra in alto, per questo era visibile da molto lontano. Ad Ostra Brama venne celebrato un triduo solenne a chiusura del Giubileo della Redenzione del Mondo, per il 19° centenario della Passione del Salvatore. Ora vedo che l'opera della Redenzione è collegata con l'opera della Misericordia richiesta dal Signore. Un certo giorno vidi interiormente quanto dovrà soffrire il mio confessore. Gli amici ti abbandoneranno e tutti ti contrasteranno e le forze fisiche diminuiranno. Ti ho visto come un grappolo d'uva, scelto dal Signore e gettato sotto il torchio delle sofferenze. In certi momenti, padre, la tua anima sarà piena di dubbi per quanto riguarda quest'opera e me. E vidi come se Iddio stesso gli fosse contrario e domandai al Signore perché si comportasse così con lui, come se gli rendesse difficile quello che ordina Ed il Signore disse: «Mi comporto così con lui, per far comprendere che quest'opera è Mia. Digli che non abbia paura di nulla. Il Mio sguardo è rivolto giorno e notte su di lui. Nella sua corona ci saranno tante corone quante sono le anime che si salveranno tramite quest'opera. Io do il premio per le sofferenze, non per il buon esito nel lavoro». 276 Pellegrinaggio a Medjugorje 24.XI.1936 Oggi ho ricevuto una lettera da Don Sopocko. Da questa lettera ho saputo che di tutta questa causa s'interessa Dio stesso. Come l'ha iniziata il Signore, allo stesso modo il Signore la porterà a termine, e più difficoltà vedo, più sono tranquilla. Se tutta questa causa non riguardasse una grande gloria per Dio ed il bene di tante anime, il demonio non si opporrebbe a questo modo; ma egli intuisce quello che sta per perdere con quest'opera. Ora ho capito che satana odia più che mai la Misericordia; essa è il suo maggior tormento. Ma la parola del Signore si realizzerà. La parola di Dio è viva e le difficoltà non annientano le opere di Dio, ma dimostrano che sono di Dio... 7.IV.1937. In un certo momento ho visto il Santo Padre che rifletteva su questa causa. (1080) (Si trattava di Pio XI). 10.IV.1937. Oggi la Madre Superiora mi ha fatto leggere un articolo sulla Divina Misericordia e c'era anche la riproduzione dell'immagine che è stata dipinta. L'articolo è pubblicato nel «Tygodnik Wilenskii» Il Settimanale di Wilno; ce l'ha spedìto a Cracovia Don Michele Sopocko, fervente apostolo della Divina Misericordìa. In quest'articolo sono citate delle parole che Gesù ha rivolto a me; alcune espressioni sono riportate alla lettera. Quando ho preso in mano quel Settimanale, una freccia d'amore mi ha trafitto l'anima. «Per il tuo ardente desiderio affretto la festa della Misericordia». Il mio spirito si è infiammato di un fuoco d'amore così forte, che mi sembrava di sciogliermi completamente in Dio. (1082) 29.IV.37. Il Signore mi ha fatto conoscere le discussioni che si sono svolte in Vaticano su questa festa. Il dignitario Pacelli se n’è occupato parecchio. (1110) Qui poi ritroviamo nuovamente una figura familiare, il Cardinale Pacelli, che sembrava veramente ben disposto verso il culto della Divina Misericordia. Non stupisce perciò il fatto che appena due anni più tardi, nel 1939, sarebbe salito al soglio pontificio con il nome di Pio XII. 277 Pellegrinaggio a Medjugorje + 25.VIII.1937. Oggi è venuto da noi il rev. dr. Sopocko ed ha soggiornato fino al 30 del mese. Sono stata enormemente felice, poiché Dio solo sa quanto desiderassi incontrarmi con lui per quell'opera che Iddio sta mandando avanti per suo mezzo. Anche se questa visita è collegata con certi dispiaceri. + Mentre celebrava la santa Messa, prima dell'elevazione ho visto Gesù crocifisso, che staccava la mano destra dalla croce e la luce che usciva dalla ferita raggiungeva la sua spalla. La cosa si è ripetuta in tre sante Messe ed ho compreso che Iddio gli dà forza di compiere quest'opera, nonostante le difficoltà e le contrarietà. Quest'anima cara a Dio, è crocifissa da tribolazioni di vario genere, ma non mi stupisco affatto di questo, poiché Dio è solito procedere così con coloro che ama in modo particolare. + 30.VIII.1937. Questa mattina il rev. dr. Sopocko è partito. Quando mi sono immersa in una preghiera di ringraziamento per questa grande grazia di Dio di aver potuto incontrarmi con lui, ad un tratto sono stata unita in modo particolare al Signore, il quale mi ha detto: «E’ un sacerdote secondo il Mio Cuore; i suoi sforzi Mi sono graditi. Vedi, figlia Mia, che la Mia volontà deve compiersi e mantengo quello che ti ho promesso. Per suo mezzo spargo consolazioni per le anime sofferenti e tormentate, per suo mezzo Mi è piaciuto diffondere il culto alla Mia Misericordia e per mezzo di quest'opera della Misericordia si accosteranno a Me più anime di quante ne verrebbero se egli continuasse ad assolvere giorno e notte fino alla fine della vita. Infatti così egli lavorerebbe fino alla morte, mentre con quest'opera lavorerà fino alla fine del mondo». 25.IX.37. Quando sono venuta a sapere quanto grandi sono le difficoltà di questa causa, sono andata dal Signore e Gli ho detto: «Gesù, forse che non vedi come rendono difficile la Tua opera?». Ed udii una voce nell'anima: «Fa' quello che è in tuo potere e per il resto non preoccuparti. Queste difficoltà dimostrano che 278 Pellegrinaggio a Medjugorje quest'opera è Mia. Sta' tranquilla, se fai tutto quello che è in tuo potere». 10.XI.37. Quando la Madre mi mostrò l'opuscolo in cui ci sono la coroncina, le litanie e la novena, la pregai di lasciarmelo per poterlo vedere bene. Mentre lo sfogliavo, Gesù mi fece conoscere interiormente: «Già molte anime sono state attirate al Mio amore da questa immagine. La Mia Misericordia agisce nelle anime tramite quest'opera». Seppi così che molte anime avevano sperimentato la grazia di Dio. 19.XI.1937. Vedo Don Sopocko con la mente occupata a lavorare per la causa di Dio di fronte ai dignitari della Chiesa, per sottoporre loro i desideri divini. Per il suo interessamento una nuova luce risplenderà nella Chiesa di Dio per la consolazione delle anime. Sebbene per il momento la sua anima sia strapiena d'amarezza, quasi in ricompensa per gli sforzi che fa per Iddio, in seguito non sarà così. Vedo la sua gioia che nulla potrà intaccare; parte di questa gioia Dio gliela concederà qui su questa terra. Non ho incontrato una simile fedeltà a Dio, quale quella per cui si distingue quest'anima. (1390) 26.XI.1937. Ieri ho ricevuto una lettera da Don Sopocko. Ho appreso che la causa di Dio procede, sia pure lentamente. Me ne rallegro immensamente ed ho raddoppiato le mie preghiere per tutta quest'opera. Ho conosciuto che nel momento attuale Iddio per quest'opera esige da me preghiere e sacrificio; la mia azione potrebbe realmente intralciare i piani di Dio, come mi ha scritto Don Sopocko nella lettera ricevuta ieri. O mio Gesù, concedimi la grazia di essere un docile strumento nelle Tue mani. Dalla lettera ho appreso quanta luce Iddio concede a questo sacerdote. Ciò mi conferma nella convinzione che Iddio porterà a termine quest'opera per suo mezzo, nonostante le contrarietà; che l'opera la porterà a termine, nonostante le contrarietà si accumulino. So bene che più un'opera è bella e grande, tanto più tremende sono le 279 Pellegrinaggio a Medjugorje tempeste che si scateneranno contro di essa. Dio nei Suoi imperscrutabili disegni spesso permette che proprio coloro che si sono sobbarcati alle più grandi fatiche per qualche opera, non godano dei frutti di quell'opera su questa terra. Dio conserva tutta la loro gioia per l'eternità, ma, nonostante tutto, qualche volta fa loro conoscere quanto Gli sono graditi i loro sforzi e quei momenti danno forza a quelle anime per nuove battaglie e nuove prove. Sono le anime che assomigliano maggiormente al Salvatore, il quale nella Sua opera fondata sulla terra ha assaporato soltanto amarezza. (1401) 24.IV.1938. Domenica in Albis. Oggi mi sono offerta di nuovo al Signore come vittima d'olocausto per i peccatori. O mio Gesù, se si sta già avvicinando la fine della mia vita, Ti supplico nel modo più umile, accetta la mia morte in unione con Te, come un sacrificio d'olocausto, che oggi con prontezza di spirito e piena consapevolezza della mia volontà io offro a Te per un triplice scopo: Primo - affinché l'opera della Tua Misericordia si diffonda nel mondo intero e perché la festa della Divina Misericordia venga solennemente approvata e celebrata; Secondo - affinché i peccatori e specialmente le anime agonizzanti si rivolgano alla Tua Misericordia, riportando gli indicibili frutti di questa Misericordia; Terzo – affinché nell'insieme l'opera della Tua Misericordia venga attuata secondo i Tuoi desideri e per una certa persona che dirige quest’opera... Accetta, o pietosissimo Gesù, questa mia povera offerta, che Ti ho fatto oggi al cospetto del cielo e della terra. Il Tuo Sacratissimo Cuore, pieno di Misericordia, completi ciò che in essa manca e la offra al Padre Tuo per la conversione dei peccatori. O Cristo, desidero le anime! (1680) Così, nell’ultima Festa della Misericordia della sua vita, prima della morte avvenuta il 5 ottobre 1938, Santa Suor Faustina offriva in olocausto la sua morte a favore della causa della Divina Misericordia. L’abnegazione di don Sopocko per l’opera divina, sostenuto dalla vita di espiazione di Santa Faustina, portò il culto a diffondersi in tutta la 280 Pellegrinaggio a Medjugorje Polonia. Sin dal 1944 si celebrava nel santuario di CracoviaLagiewniki, nell’ottava di Pasqua e, vista la grande partecipazione della popolazione alle funzioni, il Cardinale Adam Sapieha concesse, nel 1951 e per sette anni, l’indulgenza plenaria. “Parte di questa gioia Dio gliela concederà qui su questa terra” aveva detto Santa Faustina a proposito di Don Sopocko; in questo senso terminò per lui la gioia terrena e cominciarono a materializzarsi le difficoltà, le sofferenze e le tribolazioni preannunciate. Presto infatti dovette soffrire molto a causa della soppressione del culto della Divina Misericordia secondo le forme proposte da Santa Faustina, come apprendiamo dall’appendice n. 3 del Diario. “…La predizione si è avverata quasi alla lettera. II decreto della S. Congregazione del Sant’Uffizio del 28.XI.1958 e la Notificazione del 6.III.1959 vietavano di diffondere la devozione alla Divina Misericordia nelle forme proposte da Santa Faustina. In conseguenza di ciò vennero tolte le immagini che in precedenza erano state collocate in molte chiese. I sacerdoti smisero di predicare sulla Misericordia del Signore. Lo stesso Don Sopocko ricevette un severo ammonimento dalla Santa Sede e, per aver diffuso la devozione alla Divina Misericordia, ebbe molti altri dispiaceri. [...] Sembrava che «quest'opera, che pure il Signore raccomanda tanto... » fosse stata completamente annientata e che non sarebbe risorta più. [...] Di fronte al divieto della Santa Sede, le suore si rivolsero all'arcivescovo Baziak, allora ordinario di Cracovia, per sapere come dovevano comportarsi in merito all'immagine della Divina Misericordia che si trovava nella cappella delle suore e che era oggetto di venerazione da parte dei fedeli e come dovevano regolarsi a riguardo della festa che era stata celebrata fino ad allora. L'arcivescovo Baziak rispose di lasciare l'immagine al suo posto, di non impedire ai fedeli di chiedere davanti ad essa le grazie loro 281 Pellegrinaggio a Medjugorje necessarie e di non abolire la festa celebrata fino ad allora in onore della Divina Misericordia. In tal modo il culto della Divina Misericordia superò la prova nel piccolo centro della congregazione a Cracovia, in Via S. Faustyny 3, dove riposano le spoglie di Santa Faustina Kowalska”. L’Arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla. Cominciavano intanto a maturare i tempi perché la situazione cambiasse per confermare che ”le difficoltà non annientano le opere di Dio, ma dimostrano che sono di Dio...”. Infatti tutte le promesse contenute nel Diario, di cui gran parte riportate nelle pagine precedenti, cominciarono ad attuarsi quando, il 30 giugno 1978, la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede (Ex Sant’Uffizio) pubblicò una Notificazione in cui annullava di fatto il precedente Decreto e la rispettiva Notificazione del 1959 con la seguente motivazio-ne: “Questa S. Congregazione, tenuti presenti i molti documenti originali, non conosciuti nel 1959, considerate le circostanze profondamente mutate, e tenuto conto del parere di molti Ordinari Polacchi, dichiara non più vincolanti le proibizioni contenute nella citata Notificazione”. C’è da chiedersi chi fossero questi ordinari polacchi; ce lo chiarisce la risposta data nel 1979 dall’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Cardinal Seper, al superiore Generale di una Congregazione che chiedeva chiarimenti in merito alla suddetta Notificazione: “Reverendissimo Padre, […] In merito mi pregio significarle che con la nuova Notificazione (A.A.S., 30 Giugno 1978) maturata alla luce della documentazione originale vagliata anche per l'accurato intervento informativo dell'allora Arcivescovo di Cracovia, Card. Carlo Wojtyla, la Santa Sede ha inteso abrogare la proibizione contenuta nella precedente Notificazione del 1959 (A.A.S., 1959), per cui si ritiene che non esista più, da parte di questa S. Congregazione, alcun impedimento alla diffusione della devozione 282 Pellegrinaggio a Medjugorje alla Divina Misericordia nelle autentiche forme proposte dalla Religiosa su menzionata (Suor Faustina Kowalska)”. Karol Wojtyla: abbiamo dunque individuato il personaggio di cui si è servito il Cielo per esaltare ed affermare solennemente il culto alla Divina Misericordia quando ad un certo punto ne fu persino proibita la diffusione e sembrò irrimediabilmente destinata a dover rimanere al massimo una devozione popolare e locale. Ho affermato che il cielo si è servito del pontefice, e non è una supposizione. Lo dimostra il fatto che nel momento in cui la Congregazione per la Dottrina della Fede diede il via libera alla diffusione del culto, Karol, che profuse tutto il suo impegno a favore della causa ed ebbe perciò particolari meriti, era ancora Cardinale Arcivescovo di Cracovia. Il Decreto è datato 15 aprile 1978, la Notificazione 30 giugno 1978, solo pochi mesi più tardi, il 16 ottobre dello stesso anno, il Cardinale Wojtyla venne eletto Papa. Nella ricerca di documenti storici da inserire in questo libro, mi sono imbattuto, circa la storia di Giovanni Paolo II, in tante, troppe coincidenze per essere considerate solo frutto di casualità, per cui credo che anche il lettore giunto fino a questo capitolo finale, non si meravigli più di tanto di fronte al concatenarsi di certi avvenimenti, quando sono accompagnati dalla figura del Pontefice. Eppure, da meravigliarsi, ci sarebbe eccome. Il suo pontificato è stato un continuo manifestarsi di segni, da Fatima, alla caduta del comunismo, al riconoscimento solenne della Divina Misericordia, del resto egli stesso affermò: “Occorre riascoltare la voce di Dio che parla nella storia dell'uomo. E se questa parola non si ode, può darsi che ciò accada perché a essa non viene aperto l'udito interiore”. Resto poi personalmente affascinato dall’imperscrutabile opera della Divina Provvidenza. Per adempiere alla 283 Pellegrinaggio a Medjugorje promessa di Gesù - “Amo la Polonia in modo particolare… Da essa uscirà la scintilla che preparerà il mondo alla Mia ultima venuta” - non poteva che scegliere e servirsi di un figlio della Polonia, per di più contemporaneo di Suor Faustina, che visse ed è sepolta proprio vicino alla sua Cracovia. La scintilla uscita dalla Polonia, che preparerà il mondo alla venuta ultima di Gesù, era rappresentata per Karol proprio dalla Devozione alla Divina Misericordia, “un segno dei tempi, un segno del nostro XX secolo” e, come disse Gesù stesso: “un segno per gli ultimi tempi, dopo i quali arriverà il giorno della giustizia”. Il Santo Padre, in qualche modo, doveva pur essere consapevole del suo particolare compito se, in più di un’occasione parlò egli stesso di “provvidenza”: “Fin dall'inizio del mio ministero nella Sede di Pietro a Roma, ritenevo questo messaggio come mio particolare compito. La provvidenza me lo ha assegnato nella situazione contemporanea dell'uomo nella chiesa e nel mondo” (Collevalenza, 22 novembre 1983). “Questa è stata la mia esperienza personale, che ho portato sulla Sede di Pietro e che in un certo modo forma l'immagine di questo pontificato. Rendo grazie alla Divina Provvidenza perché m'è stato dato di contribuire personalmente al compimento della volontà di Cristo, mediante l'istituzione della Festa della Divina Misericordia" (7 giugno 1997). Prima di procedere oltre, riferiamo brevemente di Don Sopocko. Morì nel 1975, ancora prima della riapertura al culto e non ebbe dunque la gioia di assistere all’istituzione della Festa della Divina Misericordia, neanche a livello locale. Ciò avvenne nel 1985, quando il Cardinale Macharski la introdusse nella diocesi di Cracovia-Lagiewniki, seguito successivamente dagli altri vescovi polacchi. 284 Pellegrinaggio a Medjugorje L’apostolato di Giovanni Paolo II. 18 aprile 1993 - Beatificazione di Suor Faustina. Il 18 aprile 1993, Domenica in Albis, arriva il giorno della Beatificazione di Suor Faustina in piazza san Pietro, in occasione della quale il Papa pronunciò la seguente omelia: “Ti saluto, suor Faustyna. Da oggi la Chiesa ti chiama Beata, soprattutto la Chiesa della terra polacca e lituana. O, Faustina, come meraviglioso è stato il tuo cammino! Come si può non pensare che proprio te, una povera e semplice figlia del popolo polacco di Mazowsze, Cristo ha scelto per ricordare alla gente il grande mistero della divina Misericordia. Questo mistero hai portato con te, lasciando questo mondo dopo una vita breve e piena di sofferenza. Allo stesso tempo questo mistero è divenuto veramente un grido profetico rivolto verso il mondo e verso l'Europa. Il tuo messaggio della divina Misericordia è nato praticamente quasi alla vigilia del pauroso cataclisma della seconda guerra mondiale. Probabilmente non ti sorprenderesti, se avessi potuto sperimentare sulla terra ciò che questo messaggio è diventato per la tormentata gente di quel tempo del disprezzo, come si è esteso nel mondo. Oggi sperimenti, presso la stessa Fonte, chi è il tuo Cristo: “Dives in misericordia” (Dio ricco di Misericordia). “Sento chiaramente che la mia missione non finisce con la morte, ma inizia...”, ha scritto Suor Faustyna nel suo Diario. E così è veramente avvenuto! La sua missione continua e sta portando frutti sorprendenti. È veramente meraviglioso il modo in cui la sua devozione a Gesù Misericordioso si fa strada nel mondo contemporaneo e conquista tanti cuori umani! Questo è senza dubbio un segno dei tempi, un segno del nostro XX secolo”. Nel 1994 il Santo Padre aprì a Roma, a pochi passi dal Vaticano, il centro internazionale per la promozione del culto della Divina Misericordia presso la Chiesa di Santo Spirito in 285 Pellegrinaggio a Medjugorje Sassia. Quell’anno la liturgia eucaristica della seconda di Pasqua fu presieduta dal cardinal Ruini, mentre l'anno successivo vi celebrò personalmente la Festa della Divina Misericordia e benedisse la grande icona di Gesù Misericordioso. Il 7 giugno 1997, si recò in pellegrino a Lagiewniki presso il santuario della Divina Misericordia, dove è venerata la celebre icona di Gesù misericordioso e dove riposano le (poche) spoglie mortali di Suor Faustina. Nel 1999, per la prima volta la festa della Divina Misericordia viene celebrata in piazza San Pietro. 30 aprile 2000 - Canonizzazione di Suor Faustina. Il 30 aprile 2000, ancora in occasione della Festa della Divina Misericordia, avvenne la canonizzazione di Suor Faustina. Giovanni Paolo II pronunciò una lunga e toccante omelia, in cui preannunciò l’istituzione della “Domenica della Divina Misericordia” come festa liturgica, (che avvenne ufficialmente con decreto del 5 maggio 2000) e profetizzò che di fronte ad un futuro incerto e tenebroso, la Misericordia sarà la luce che illuminerà il cammino degli uomini nel terzo millennio se la stessa umanità si lascerà pervadere da essa e saprà accoglierne il messaggio. Seguono alcuni passaggi della suddetta omelia. […] “È davvero grande oggi la mia gioia, nel proporre a tutta la Chiesa, quasi dono di Dio per il nostro tempo, la vita e la testimonianza di suor Faustina Kowalska. Dalla divina Provvidenza, la vita di questa umile figlia della Polonia, è stata completamente legata alla storia del ventesimo secolo, il secolo che ci siamo appena lasciati alle spalle. E’ infatti, tra la prima e la seconda guerra mondiale che Cristo le ha affidato il suo messaggio di Misericordia. Coloro che ricordano, che furono testimoni e partecipi degli eventi di quegli anni e delle orribili sofferenze che 286 Pellegrinaggio a Medjugorje ne derivarono per milioni di uomini, sanno bene quanto il messaggio della Misericordia fosse necessario. Disse Gesù a suor Faustina: ”L'umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla Divina Misericordia” (132). Attraverso l'opera della religiosa polacca, questo messaggio si è legato per sempre al secolo ventesimo, ultimo del secondo millennio e ponte verso il terzo millennio. Non è un messaggio nuovo, ma si può ritenere un dono di speciale illuminazione, che ci aiuta a rivivere più intensamente il Vangelo della Pasqua, per offrirlo come un raggio di luce agli uomini ed alle donne del nostro tempo. Che cosa ci porteranno gli anni che sono davanti a noi? Come sarà l'avvenire dell'uomo sulla terra? A noi non è dato di saperlo. E’ certo tuttavia che accanto a nuovi progressi non mancheranno, purtroppo, esperienze dolorose. Ma la luce della Divina Misericordia, che il Signore ha voluto quasi riconsegnare al mondo attraverso il carisma di suor Faustina, illuminerà il cammino degli uomini del terzo millennio. Come gli apostoli un tempo, è necessario però che anche l'umanità di oggi accolga nel cenacolo della storia Cristo risorto, che mostra le ferite della sua crocifissione e ripete: Pace a voi! Occorre che l'umanità si lasci raggiungere e pervadere dallo Spirito che Cristo risorto le dona. E’ lo Spirito che risana le ferite del cuore, abbatte le barriere che ci distaccano da Dio e ci dividono tra di noi, restituisce insieme la gioia dell'amore del Padre e quella dell'unità fraterna. E’ importante allora che raccogliamo per intero il messaggio che ci viene dalla parola di Dio in questa seconda Domenica di Pasqua, che d'ora innanzi in tutta la Chiesa prenderà il nome di “Domenica della Divina Misericordia”. […] “E tu, Faustina, dono di Dio al nostro tempo, dono della terra di Polonia a tutta la Chiesa, ottienici di percepire la profondità della Divina Misericordia, aiutaci a farne esperienza viva e a testimoniarla ai fratelli. Il tuo messaggio di luce e di speranza si diffonda in tutto il mondo, spinga alla conversione i peccatori, sopisca le rivalità e gli odi, apra gli uomini e le nazioni alla pratica della fraternità. Noi oggi, fissando lo sguardo con te sul 287 Pellegrinaggio a Medjugorje volto di Cristo risorto, facciamo nostra la tua preghiera di fiducioso abbandono e diciamo con ferma speranza: Gesù, confido in te!”. L’Anno successivo, il 22 aprile 2001, celebrando la Festa della Divina Misericordia, ripresentò ancora la Misericordia come risposta divina al nostro tempo segnato da immani tragedie, dono per l’umanità all’alba del terzo millennio: […] “Celebriamo la seconda Domenica di Pasqua, che dallo scorso anno, anno del Grande Giubileo, è chiamata anche “Domenica della Divina Misericordia”. Per me è una grande gioia potermi unire a tutti voi, cari pellegrini e devoti venuti da varie nazioni per commemorare, ad un anno di distanza, la canonizzazione di suor Faustina Kowalska, testimone e messaggera dell’amore misericordioso del Signore. L'elevazione agli onori degli altari di questa umile Religiosa, figlia della mia Terra, non rappresenta un dono solo per la Polonia, ma per tutta l'umanità. Il messaggio, infatti, di cui ella è stata portatrice costituisce la risposta adeguata e incisiva che Dio ha voluto offrire alle domande e alle attese degli uomini di questo nostro tempo, segnato da immani tragedie. A Suor Faustina Gesù ebbe a dire un giorno: “L'umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla Divina Misericordia” (132). La Divina Misericordia! Ecco il dono pasquale che la Chiesa riceve dal Cristo risorto e che offre all'umanità, all'alba del terzo millennio”. Nel 2002 vengono ufficialmente annesse le indulgenze alla Festa della Divina Misericordia, ed in particolare l’indulgenza plenaria, secondo la volontà manifestata da Gesù a Suor Faustina: “In quel giorno sono aperte le viscere della Mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia. L’anima che si accosta alla confessione ed alla Santa Comunione, riceve il perdono totale delle colpe e delle pene. In quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine”. Ecco il testo ufficiale del decreto: 288 Pellegrinaggio a Medjugorje “Per far sì che i fedeli vivano con intensa pietà questa celebrazione, lo stesso Sommo Pontefice ha stabilito che la predetta Domenica sia arricchita dell'Indulgenza Plenaria come più sotto sarà indicato, affinché i fedeli possano ricevere più largamente il dono della consolazione dello Spirito Santo e così alimentare una crescente carità verso Dio e verso il prossimo, e, ottenuto essi stessi il perdono di Dio, siano a loro volta indotti a perdonare prontamente i fratelli. Il Sommo Pontefice pertanto, animato da ardente desiderio di favorire al massimo nel popolo cristiano questi sensi di pietà verso la Divina Misericordia, a motivo dei ricchissimi frutti spirituali che da ciò si possono sperare, si è degnato di largire Indulgenze nei termini che seguono: • Si concede l'Indulgenza plenaria alle consuete condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo l'intenzione dei Sommo Pontefice) al fedele che nella Domenica seconda di Pasqua, ovvero della “Divina Misericordia”, in qualunque chiesa o oratorio, con l'animo totalmente distaccato dall'affetto verso qualunque peccato, anche veniale, partecipi a pratiche di pietà svolte in onore della Divina Misericordia, o almeno reciti, alla presenza del Santissimo Sacramento dell'Eucaristia, pubblicamente esposto o custodito nel tabernacolo, il Padre Nostro e il Credo, con l'aggiunta di una pia invocazione al Signore Gesù Misericordioso (p.e. “Gesù Misericordioso, confido in te”). • Si concede l'Indulgenza parziale al fedele che, almeno con cuore contrito, elevi al Signore Gesù Misericordioso una delle pie invocazioni legittimamente approvate”. Sempre nel 2002, dal 16 al 19 agosto, Giovanni Paolo II effettuò un Viaggio apostolico nella sua Polonia. Durante questo breve soggiorno, in due discorsi indimenticabili comunicò con fermezza diversi concetti importanti circa il futuro dell’umanità. Il 17 agosto si recò a Lagiewniki per la dedicazione del Santuario della Divina Misericordia. In quest’occasione incitò 289 Pellegrinaggio a Medjugorje i suoi connazionali ad essere testimoni della Misericordia, per essere “la scintilla che preparerà il mondo alla sua ultima venuta” ed affidò al Padre misericordioso i destini del mondo e di ogni uomo. “Carissimi Fratelli e Sorelle! Ripeto oggi queste semplici e sincere parole di Santa Faustina, per adorare assieme a lei e a tutti voi il mistero inconcepibile ed insondabile della Misericordia di Dio. Come lei vogliamo professare che non esiste per l'uomo altra fonte di speranza, al di fuori della Misericordia di Dio. Desideriamo ripetere con fede: Gesù, confido in te! Di questo annuncio, che esprime la fiducia nell'amore onnipotente di Dio, abbiamo particolarmente bisogno nei nostri tempi, in cui l'uomo prova smarrimento di fronte alle molteplici manifestazioni del male. […] Con questo stesso spirito di fede sono giunto a Lagiewniki per dedicare questo nuovo tempio, convinto che esso sia un luogo speciale scelto da Dio per spargere la grazia della sua Misericordia. […] “Eterno Padre, ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo, per i peccati nostri e del mondo intero; per la sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero” (193). Di noi e del mondo intero... Quanto bisogno della Misericordia di Dio ha il mondo di oggi! In tutti i continenti, dal profondo della sofferenza umana, sembra alzarsi l'invocazione della Misericordia. Dove dominano l'odio e la sete di vendetta, dove la guerra porta il dolore e la morte degli innocenti occorre la grazia della Misericordia a placare le menti e i cuori, e a far scaturire la pace. Dove viene meno il rispetto per la vita e la dignità dell'uomo, occorre l'amore misericordioso di Dio, alla cui luce si manifesta l'inesprimibile valore di ogni essere umano. Occorre la Misericordia per far si che ogni ingiustizia nel mondo trovi il suo termine nello splendore della verità. […] Perciò oggi, in questo Santuario, voglio solennemente affidare il mondo alla Divina Misericordia. Lo faccio con il desiderio ardente che il messaggio dell'amore misericordioso di 290 Pellegrinaggio a Medjugorje Dio, qui proclamato mediante santa Faustina, giunga a tutti gli abitanti della terra e ne riempia i cuori di speranza. Tale messaggio si diffonda da questo luogo nell'intera nostra amata Patria e nel mondo. Si compia la salda promessa del Signore Gesù: da qui deve uscire “la scintilla che preparerà il mondo alla sua ultima venuta” (cfr. Diario, 568). Bisogna accendere questa scintilla della grazia di Dio. Bisogna trasmettere al mondo questo fuoco della Misericordia. Nella Misericordia di Dio il mondo troverà la pace, e l'uomo la felicità! Affido questo compito a voi, carissimi Fratelli e Sorelle, alla Chiesa che è in Cracovia e in Polonia, e a tutti i devoti della Divina Misericordia che qui giungeranno dalla Polonia e dal mondo intero. Siate testimoni della Misericordia! Dio, Padre misericordioso, che hai rivelato il tuo amore nel Figlio tuo Gesù Cristo, e l'hai riversato su di noi nello Spirito Santo, Consolatore, ti affidiamo oggi i destini del mondo e di ogni uomo”. Il 18 agosto a Cracovia, denunciando il traviamento morale di un’umanità che accantona e mette se stessa al posto di Dio, come San Paolo nella Seconda Lettera ai Tessalonicesi parla addirittura di “mistero d’iniquità” già in atto. Afferma pertanto la necessità che il messaggio della Misericordia sia annunciato, perchè riversi nei cuori la speranza e diventi scintilla della nuova civiltà dell’amore. “Dall'inizio della sua esistenza la Chiesa, richiamandosi al mistero della Croce e della Risurrezione, predica la Misericordia di Dio, pegno di speranza e fonte di salvezza per l'uomo. Sembra, tuttavia, che oggi è particolarmente chiamata ad annunciare al mondo questo messaggio. Non può trascurare questa missione, se ad essa la chiama Dio stesso con la testimonianza di Santa Faustina. Dio ha scelto per questo i nostri tempi. Forse perché il ventesimo secolo, nonostante indiscutibili successi in molti campi, è stato segnato, in modo particolare, dal “mistero dell'iniquità”. Con questa eredità di bene ma anche di male, siamo entrati nel nuovo millennio. Davanti all'umanità si aprono nuove prospettive di sviluppo e, nel contempo, pericoli finora inediti. Sovente l'uomo 291 Pellegrinaggio a Medjugorje vive come se Dio non esistesse, e perfino mette se stesso al posto di Dio. Si arroga il diritto del Creatore di interferire nel mistero della vita umana. Vuole decidere, mediante manipolazioni genetiche, la vita dell'uomo e determinare il limite della morte. Respingendo le leggi divine e i principi morali, attenta apertamente alla famiglia. In vari modi tenta di far tacere la voce di Dio nel cuore degli uomini; vuol fare di Dio il “grande assente” nella cultura e nella coscienza dei popoli. Il “mistero dell'iniquità” continua a segnare la realtà del mondo. Sperimentando questo mistero, l'uomo vive la paura del futuro, del vuoto, della sofferenza, dell'annientamento. Forse proprio per questo è come se Cristo, mediante la testimonianza di un'umile suora, fosse entrato nei nostri tempi per indicare chiaramente la fonte di sollievo e di speranza che si trova nell'eterna Misericordia di Dio. Bisogna far risuonare il messaggio dell'amore misericordioso con nuovo vigore. Il mondo ha bisogno di quest’amore. È giunta l'ora di far giungere il messaggio di Cristo a tutti: specialmente a coloro la cui umanità e dignità sembrano perdersi nel mysterium iniquitatis. È giunta l'ora in cui il messaggio della Divina Misericordia riversi nei cuori la speranza e diventi scintilla di una nuova civiltà: della civiltà dell'amore”. Fino alla fine nel segno della Misericordia. Giovanni Paolo II è morto, come già detto, sabato 2 aprile 2005 alle 21,37. Quando la Divina Provvidenza ci si mette, non lascia nulla al caso. Già abbiamo visto che è morto in un primo sabato del mese, e ciò si ricollega a Fatima, nell’ambito della devozione dei 5 primi sabati del Cuore Immacolato di Maria, ma non è tutto. A mio parere, il segno intangibile che la devozione della Divina Misericordia è opera di Dio, è dato proprio dalla data della morte del Papa polacco, avvenuta alla vigilia della Festa della Misericordia. Morì come San Francesco, un sabato dopo i vespri, per cui in 292 Pellegrinaggio a Medjugorje realtà, liturgicamente, già nella Domenica e nella Festa della Misericordia. Insomma, fino alla fine nel segno della Misericordia, di quali altri segni abbiamo bisogno per credere? “Quelli che proclameranno la Mia grande Misericordia. Io Stesso li difenderò nell'ora della morte, come Mia gloria…”, è dunque anche un segno di speranza, poichè come è avvenuto per lui, avverrà per tutti coloro avranno fiducia e proclameranno e diffonderanno, anche con le opere, la Divina Misericordia. Prima di passare alla parte finale, anche in questo caso, diamo spazio a qualche piccola considerazione. Intanto Santa Faustina Kowalska, non ebbe esclusivamente le apparizioni di Gesù, ma anche della Vergine Mania che, come abbiamo potuto appurare, è Madre della Misericordia. La Vergine nel 1917 a Fatima aveva menzionato la Russia, nel 1936, apparendo a Suor Faustina, anche Gesù vi fece riferimento, mettendo in luce aspetti davvero tragici: 16.XII.1936. “La giornata odierna l'ho offerta per la Russia; tutte le mie sofferenze e preghiere le ho offerte per quel povero paese. Dopo la S. Comunione, Gesù mi ha detto: «Non posso sopportare più a lungo questo paese; non legarMi le mani, figlia Mia». Compresi che, se non fosse per le preghiere delle anime care a Dio, tutta questa nazione sarebbe stata già annientata. Oh, quanto soffro per questa nazione, che ha espulso Dio dai propri confini”! (818) Questo è il tempo della Misericordia. Ci si chiede come mai, la Divina Provvidenza abbia scelto questo secolo, per donare al mondo “l’ultima tavola di salvezza, cioè il rifugio nella Misericordia”. Giovanni Paolo II, in diverse occasioni e specialmente durante il soggiorno polacco nell’agosto del 2002, ha fornito delle risposte significative affermando che “Dio ha scelto per questo i nostri tempi. Forse perché il ventesimo secolo, nonostante indiscutibili successi in molti campi, è stato segnato, in modo particolare, dal “mistero 293 Pellegrinaggio a Medjugorje dell'iniquità”. “Bisogna far risuonare il messaggio dell'amore misericordioso con nuovo vigore. È giunta l'ora di far giungere il messaggio di Cristo a tutti: specialmente a coloro la cui umanità e dignità sembrano perdersi nel mysterium iniquitatis”. Se da un lato manifestò il pessimismo per il futuro “accanto a nuovi progressi non mancheranno, purtroppo, esperienze dolorose”, dall’altro evidenziò il messaggio di speranza “la luce della Divina Misericordia, illuminerà il cammino degli uomini del terzo millennio”, e come più volte consacrò al Cuore Immacolato di Maria le sorti della Russia e del mondo, così nel 2002 a Lagiewniki consacrò solennemente “i destini del mondo e di ogni uomo” alla Divina Misericordia. Insomma, ancora una volta il Santo Padre comprese il momento decisivo della storia del mondo, comprese che non per caso la Divina Misericordia è il dono offerto all'umanità, all'alba di un terzo millennio dal futuro incerto e quanto mai tenebroso. Ne era così convinto che non esitò a precisare che “Dio ha scelto per questo i nostri tempi”, e non si trattava certo di una semplice opinione. La sua sicurezza nell’affermare tutto questo era fondata sulla roccia. Non poteva infatti ignorare le rivelazioni di Gesù a Santa Faustina, un continuo accorato appello ad approfittare di questo tempo di Misericordia, “un segno per gli ultimi tempi, dopo i quali arriverà il giorno della giustizia”. Il Diario è pieno di passaggi che richiamano questo concetto, concludiamo, riportandone alcuni significativi stralci. «Scrivi questo: prima di venire come Giudice giusto, vengo come Re di Misericordia. Prima che giunga il giorno della giustizia, sarà dato agli uomini questo segno in cielo: si spegnerà ogni luce in cielo e ci sarà una grande oscurità su tutta la terra. Allora apparirà in cielo il segno della Croce e dai fori, dove furono inchiodati i piedi e le mani del Salvatore, usciranno grandi luci che per qualche tempo illumineranno la terra. Ciò avverrà poco tempo prima dell'ultimo giorno». (83) «Preparerai il mondo alla Mia ultima venuta». (429) 294 Pellegrinaggio a Medjugorje «Oh! che grandi grazie concederò alle anime che reciteranno questa coroncina: le viscere della Mia Misericordia s'inteneriscono per coloro che recitano la coroncina. Scrivi queste parole, figlia Mia, parla al mondo della Mia Misericordia. Che conosca tutta l'umanità la Mia insondabile Misericordia. Questo è un segno per gli ultimi tempi, dopo i quali arriverà il giorno della giustizia. Fintanto che c’è tempo ricorrano alla sorgente della Mia Misericordia, approfittino del Sangue e Acqua scaturiti per loro». (848) 25 marzo 1936. La mattina, durante la meditazione, m'investì la presenza di Dio in maniera particolare, mentre riflettevo sulla grandezza incommensurabile di Dio e nello stesso tempo sul Suo abbassarsi fino ad una creatura. Ad un tratto vidi la Madonna che mi disse: «Oh, quanto è cara a Dio l'anima che segue fedelmente l'ispirazione della Sua grazia! Io ho dato al mondo il Salvatore e tu devi parlare al mondo della Sua grande Misericordia e preparare il mondo alla Sua seconda venuta. Egli verrà non come Salvatore misericordioso, ma come Giudice Giusto. Oh, quel giorno sarà tremendo! E’ stato stabilito il giorno della giustizia (cfr. At 17,31), il giorno dell'ira di Dio davanti al quale tremano gli angeli. Parla alle anime di questa grande Misericordia, fino a quando dura il tempo della pietà. Se tu ora taci, in quel giorno tremendo dovrai rispondere di un gran numero di anime. Non aver paura di nulla; sii fedele fino alla fine. Io ti accompagno con la mia tenerezza». (635) 17.II.37. «Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione. Concedo loro l'ultima tavola di salvezza, cioè la festa della Mia Misericordia. Se non adoreranno la Mia Misericordia, periranno per sempre. Segretaria della Mia Misericordia, scrivi, parla alle anime di questa Mia grande Misericordia, poiché è vicino il giorno terribile, il giorno della Mia giustizia». (965) «… Fa' tutto ciò che è in tuo potere nell'opera della Mia Misericordia. Desidero che alla Mia Misericordia venga reso culto. Dò all'umanità l'ultima tavola di salvezza, cioè il rifugio nella Mia Misericordia. Il Mio Cuore gioisce per questa festa». (998) 295 Pellegrinaggio a Medjugorje «I più grandi peccatori pongano la loro speranza nella Mia Misericordia. Essi prima degli altri hanno diritto alla fiducia nell'abisso della Mia Misericordia. Figlia Mia, scrivi sulla Mia Misericordia per le anime sofferenti. Mi procurano una grande gioia le anime che si appellano alla Mia Misericordia. A queste anime concedo grazie più di quante ne chiedono. Anche se qualcuno è stato il più grande peccatore, non lo posso punire Se esso si appella alla Mia pietà, ma lo giustifico nella Mia insondabile ed impenetrabile Misericordia. Scrivi: prima che io venga come Giudice giusto, spalanco la porta della Mia Misericordia. Chi non vuole passare attraverso la porta della Misericordia, deve passare attraverso la porta della Mia giustizia»... (1146) I canali delle grazie del Signore sono aperti, cerchiamo di approfittarne, prima che arrivi il giorno della giustizia divina e sarà un giorno tremendo. Una volta che chiesi a Gesù come può sopportare tanti misfatti e delitti di ogni genere, senza punirli, il Signore mi rispose: «Per punire ho tutta l'eternità ed ora prolungo loro il tempo della Misericordia, ma guai a loro, se non riconosceranno il tempo della Mia venuta. Figlia Mia, segretaria della Mia Misericordia, non solo ti obbligo a scrivere sulla Mia Misericordia e a diffonderla, ma impetra loro la grazia, affinché anche loro adorino la Mia Misericordia». (1160) «Nell'Antico Testamento mandai al Mio popolo i profeti con i fulmini. Oggi mando te a tutta l'umanità con la Mia Misericordia. Non voglio punire l'umanità sofferente, ma desidero guarirla e stringerla al Mio Cuore misericordioso. Faccio uso dei castighi solo quando essi stessi Mi costringono a questo; la Mia mano afferra malvolentieri la spada della giustizia. Prima del giorno della giustizia mando il giorno della Misericordia ». (1588) «Scrivi: sono tre volte santo ed ho orrore del più piccolo peccato. Non posso amare un'anima macchiata dal peccato, ma quando si pente, la Mia generosità non ha limiti verso di lei. La Mia Misericordia l'abbraccia e la perdona. Con la Mia Misericordia inseguo i peccatori su tutte le loro strade ed il Mio Cuore gioisce quando essi ritornano da Me. Dimentico le amarezze con le quali 296 Pellegrinaggio a Medjugorje hanno abbeverato il Mio Cuore e sono lieto per il loro ritorno. Dì ai peccatori che nessuno sfuggirà alle Mie mani. Se fuggono davanti al Mio Cuore misericordioso, cadranno nelle mani della Mia giustizia. Dì ai peccatori che li attendo sempre, sto in ascolto del battito del loro cuore per sapere quando batterà per Me. Scrivi che parlo loro con i rimorsi di coscienza, con gli insuccessi e le sofferenze, con le tempeste ed i fulmini; parlo con la voce della Chiesa, e, se rendono vane tutte le Mie grazie, comincio ad adirarMi contro di essi, abbandonandoli a se stessi e dò loro quello che desiderano». (1728) «Vedi la Mia Misericordia per i peccatori, che in questo momento si manifesta in tutta la sua potenza. Guarda quanto poco hai scritto su di essa, è appena una goccia. Fa' quanto è in tuo potere affinché i peccatori conoscano la Mia bontà». (1665) «… Infelici coloro che non approfittano di questo miracolo della Divina Misericordia! Lo invocherete invano, quando sarà troppo tardi!». (1448) 297 Pellegrinaggio a Medjugorje CORONCINA ALLA DIVINA MISERICORDIA Per recitare la coroncina alla Divina Misericordia, si usa una comune corona del Santo Rosario. Si inizia con: Padre Nostro Ave Maria - Credo Sui grani del Padre Nostro si recita la seguente preghiera: Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Signore nostro Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero. Sui grani dell'Ave Maria si recita: Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero. Al termine si prega tre volte: Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero. E’ preferibile recitare la Coroncina alle ore 15, nell’Ora della Misericordia, e si aggiunge la seguente invocazione: O Sangue e Acqua che scaturisti dal Cuore di Gesù, come sorgente di misericordia per noi, confido in te. 298 Pellegrinaggio a Medjugorje Indice - Introduzione, 3 - Primo giorno, 5 - Partenza, 5 - Secondo giorno, 9 - Arrivo a Dubrovnik. La costa croata, 9 - Arrivo a Medjugorje, 11 - Medjugorje, 14 - Ricordati di santificare le feste, 17 - La funzione serale, 21 - Terzo giorno, 25 - Il Podbrdo, e l’inizio delle apparizioni, 25 - Il gruppo dei sei, 29 - La collina e la conversione, due cammini in salita, 29 - “Vi invito alla santità”!, 33 - Sulla collina delle apparizioni, 36 - “Pace, pace, pace”!, 38 - Il dono, 39 - Escursione nella natura. Le cascate di Kravica, 40 - Deficit di speranza. Pericolo di inganno, 40 - Lungo la “Via Domini”, 48 - Adorazione della croce, 49 - Quarto giorno, 50 - Comunità Mariana “Oasi della Pace”, 50 - I 6 veggenti, persone “normali”. - Storie, persecuzione, il parere della Chiesa e della scienza, 53 - Ecco il gruppo dei sei, 53 - I 10 segreti, 62 299 Pellegrinaggio a Medjugorje - Incontro con il veggente Ivan, 63 - Maria e Giovanni Paolo II invitano a pregare in famiglia, 67 - Preghiera per la pace e per la famiglia, 67 - «Ecco la tua madre!», 68 - La pace, 68 - La famiglia: i genitori... , 69 - ... e i figli, 70 - La Divina Misericordia, 72 1) L’Immagine di Gesù Misericordioso, 73 2) La festa della Divina Misericordia, 75 - La Santa Comunione, 76 - Il sacramento della Riconciliazione, 76 3) La Coroncina alla Divina Misericordia, 79 4) L’Ora della Misericordia, 80 5) La diffusione del culto della Misericordia, 81 - Intervista e storia della guerra nella ex-Jugoslavia, 82 - L’esperienza di don Tonino Bello, apostolo di Pace nella terra della Regina della Pace, 87 - Adorazione Eucaristica, 92 - Quinto giorno, 94 - Un infaticabile servo della Gospa. Padre Slavo, 94 - Suor Emmanuel, 96 - Il Krizevac, il monte della croce, 96 - Via Crucis. Offerta, Preghiera e Penitenza, Redenzione, “Ecco tua madre”, Risurrezione, 97 - Sesto giorno, 123 - Verso Siroki Brjieg. Padre Jozo, 123 - Siroki Brjieg e i 30 martiri, 130 - Ti regalo l’arma contro il tuo Golia: i 5 sassi, 134 - Incontro con la veggente Marjia, 137 - Suor Elvira e la Comunità Cenacolo, 144 - Apparizione presso la Croce Blu, 148 300 Pellegrinaggio a Medjugorje - Settimo giorno, 155 - Ultimo saluto a Medjugorje, 155 - Il santuario di Tihaljina, 155 - Dubrovnik, 155 - Seconda Parte, 157 - I. Giovanni Paolo II, il Papa di Maria, 158 - Il «filo mariano», 158 - I Romani Pontefici e il Rosario, 161 - Maria e Karol, 162 - II. Giovanni Paolo II, il Papa di Fatima, 168 - Prima parte del segreto: La visione dell'Inferno, 168 - Seconda parte del segreto: L'annuncio del castigo e i mezzi per evitarlo, 168 - Terza parte del segreto, 169 - Considerazioni, 170 - Avete visto l'inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori…, 170 - La guerra sta per finire. Ma se non smetteranno di offendere Dio, nel regno di Pio XI ne comincerà un'altra peggiore. …la Russia… spargerà i suoi errori nel mondo provocando guerre e persecuzioni alla Chiesa, 172 - La Seconda Guerra Mondiale, 174 - La Russia e il Comunismo, 177 - … il Santo Padre dovrà soffrire molto…, 186 - Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, 191 - La terza parte del segreto, 201 - Altre profezie ed eventi collegati a Fatima, 209 - La Rerum Novarum, 212 - L’allontanamento dal Cristianesimo, 216 301 Pellegrinaggio a Medjugorje - Il marxismo, 219 - L’azione marxista, 220 - Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà... … sarà concesso al mondo un periodo di pace , 227 - “Satana è libero dalle catene” “Satana vuole la guerra e l’odio”, 237 - Maria e gli ultimi tempi della Chiesa, 220 1) Maria e gli ultimi tempi, 251 2) Maria e l'ultima lotta, 253 3) Maria e gli ultimi apostoli, 257 - Le Lacrime di Maria, 258 - Ipotesi e considerazioni personali, 269 - III. Giovanni Paolo II, il Papa della Divina Misericordia, 272 - Maria, Madre della Misericordia, 272 - Storia del culto della Divina Misericordia, 274 - L’Arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla, 282 - L’apostolato di Giovanni Paolo II, 285 - Fino alla fine nel segno della Misericordia, 292 - Questo è il tempo della Misericordia, 293 - Coroncina alla Divina Misericordia, 298 Bibliografia essenziale Perché credo a Medjugorje - P. Livio Fanzaga – Sugarco • La donna e il drago – P. Livio Fanzaga – Sugarco • Pellegrino a quattroruote – P. Livio Fanzaga – Sugarco • La firma di Maria – P. Livio Fanzaga / S. Gaeta – Sugarco • Mistero Medjugorje – Antonio Socci – Piemme • Trattato della vera devozione a Maria S. Luigi Maria Grignion de Montfort – Ed. Monfortane • Il dialogo della Divina Provvidenza – S. Caterina da Siena – Cantagalli • Varcare le soglie della speranza – Giovanni Paolo II – A. Mondadori • Diario la misericordia divina nella mia anima – Santa Maria Faustina Kowalska – LEV • Gesù confido in te A.A.V.V. – Shalom • Gesù confido in te! - A.A.V.V. – LEV • Dono e Mistero – Giovanni Paolo II – San Paolo • Rosarium Virginis Mariae – Giovanni Paolo II – Paoline • Don Tonino – Claudio Ragaini – Paoline • Maria donna dei nostri giorni – Don Tonino Bello – San Paolo • Alla finestra della speranza – Don Tonino Bello – San Paolo • I messaggi della Regina della Pace - A.A.V.V. – Shalom • Catechismo della Chiesa Cattolica – LEV • Conoscere il comunismo Jean Daujat - Il Falco. 302