Farmacia dal doppio volto Le farmacie piacciono e la fiducia nei farmacisti è alta. Il loro ruolo è prezioso. Per questo non dovrebbero pensare troppo al profitto e troppo poco alla salute. Perché la farmacia non è solo un negozio. N Il 96% è soddisfatto U n appello ai farmacisti: usate hene il vostro camice. Perché abbiamo fiducia in voi. Secondo i dati della nostra ultima indagine di soddisfazione su farmacie e farmacisti assistiamo a un vero e proprio plebiscito: il 96% dei cittadini italiani è soddisfatto di ciò che trova in farmacia, dei servizi offerti e dei consigli di chi indossa il camice. Più di sette intervistati su dieci sono convinti del fatto che il farmacista abbia come principale interesse quello di aiutare le persone a curarsi bene, piuttosto che trarre profitto dalla sua attività. Questa fiducia è davvero ben riposta? «Se parliamo del farmacista come dispensatore di farmaci allora direi di sì, perché è preparato e competente nello svolgere questo ruolo» risponde il professor Silvio Garattini dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, di Milano. «Ma se parliamo del farmacista che vende tutti gli alni prodotti disponibili nelle farmacie, allora non sono così sicuro che ci sarebbe lo stesso entusiasmo. Ho sempre detto che il problema delle farmacie è il doppio ruolo del farmacista: con la mano destra vuol fare l'educatore e con la mano sinistra vende tutta una serie di cose che sono contro ogni forma di educazione medica». In pratica, sostiene Garattini, le due anime - quella di servizio ai pazienti, che si manifesta nel dare consigli, nell'aiutare a scegliere i farmaci da banco, nel consigliare i farmaci generici, e quella commerciale, che pensa prima di tutto a vendere, non sarebbero in grado di convivere senza interferire. Ha una posizione diversa Daniela Zanfi, farmacista e direttore della rivista Informazioni sui Farmaci delle farmacie comunali riunite di Reggio Emilia. Il suo approccio è più possibilista. «È necessario che il farmacista concili gli aspetti di gestione economica della sua attività con quelli di operatore sanitario previsti dal codice deontologico, che prevede di dispensare farmaci tutelando la salute dei cittadini», spiega Zanfi, «La farmacia è un'attività commerciale e come tale deve operare, anche se non è un negozio come gli altri, perché chi è dietro al bancone Daniela Zanfi Silvio Garattini Farmacie comunali Istituto di ricerche riunite. Reggio farmacologiche Emilia Mario Negri, "Serve equilibrio tra Milano "Difficile etica e commercio. fare servizio, se poi Ma non è un'impresa si devono anche impossibile" vendere tantissimi Questo non va Dalla nostra ricerca, oltre al buon grado di soddisfazione, sono emersi anche alcuni punti critici. Ecco quali sono. Ha atteso più di 24 ore per 66% J un farmaco non disponibile (nell'ultimo anno) prodotti inutili che niente hanno a che fare con la formazione del farmacista" Ha dovuto visitare più di 42% J una farmacia per trovare il farmaco (nell'ultimo anno) Sente mancanza di privacy 27% in farmacia Non è stato proposto il ha a che fare con la salute dei cittadini. Ci vuole equilibrio e ima forte etica professionale per conciliare entrambe, senza che il marketing prevalga sulle finalità sociali della farmacia». In pratica, come si dovrebbe manifestare questo equilibrio? «Non esiste una ricetta unica per tutti. Posso però parlare delle nostre farmacie comunali, che hanno una tradizione storicamente radicata di presidi sanitari sul territorio. Noi abbiamo un centro studi che pubblica una rivista per i medici e opuscoli informativi per i cittadini sui dubbi di salute più diffusi; ecco, è importante accompagnare l'atto di vendita con attività informative», prosegue Zanfi. «Per esempio, quando una persona entra in farmacia per acquistare un integratore per dimagrire magari convinta da decine ! 25% \ farmaco generico al posto di quello di marca Non ha ricevuto l'offerta di 24% registrare il codice fiscale per la detrazione 19% È insoddisfatto dei tempi d'attesa delle farmacie prima di essere servito Non ha ricevuto 16% abbastanza informazioni sul farmaco acquistato Ha ricevuto, nell'ultimo 14% anno, un farmaco prescrivibile senza ricetta Come la vorrebbero i nostri intervistati La soluzione ideale Ricette mediche Vorrebbe il rinnovo automatico delle prescrizioni croniche (sia la prescrizione che l'ordine del farmaco da parte della farmacia) Come vendere i farmaci Vorrebbe che i farmaci fossero venduti in singole unità e non in confezioni Tessera fedeltà Vorrebbe una tessera fedeltà per accumulare punti e avere sconti (già presente in alcune farmacie) Cosa vendere? Pensa che la farmacia dovrebbe vendere solo farmaci Privacy e paziente Vorrebbe che il farmacista avesse la possibilità di consultare il fascicolo elettronico del paziente (attivo solo in alcune Regioni) Angolo confidenze Pensa che ogni farmacia dovrebbe avere uno spazio per colloqui privati Consegna Comprare online Vorrebbe poter acquistare farmaci online e poi farseli consegnare a domicilio, dalla farmacia di fiducia a domicilio Vorrebbe avere la consegna d'emergenza a domicilio Non solo farmaci di pubblicità martellanti - è importante che il farmacista faccia presente anche l'importanza di mantenere un'alimentazione equilibrata e di fare movimento. Pretendere molto di più è utopistico: se togliessimo dalle farmacie tutto ciò che non è farmaco e tutti i farmaci non essenziali, i negozi si svuoterebbero quasi completamente. Quello che dovrebbe fare il farmacista è cercare di accompagnare sempre con consigli appropriati anche le vendite non proprio necessarie». Ma succede davvero? Secondo i dati della nostra inchiesta i farmacisti globalmente prestano un'attenzione adeguata ai bisogni dei clienti. E sembra che questa attitudine li ripaghi in termini di fidelizzazione, molto di più di quello che fanno le promozioni o le carte fedeltà: alla domanda sul perché ci si rechi sempre nella stessa farmacia l'85% risponde per la vicinanza a casa; ma il 45% lo fa anche per la buona attitudine del farmacista a dare informazioni e il 23% perché lo staff conosce i problemi di salute del cliente ed è in grado di dare un supporto personalizzato. Attenzione al conflitto d'interessi Il conflitto d'interessi però esiste, ed è percepito anche da una parte dei nostri intervistati: due su dieci pensano che la farmacia dovrebbe vendere soltanto farmaci. «Sono d'accordo, ci vorrebbero due negozi differenti, uno che vende solo farmaci e uno che vende tutte le altre cose, con una netta separazione tra le due attività», sostiene il professor Garattini. Eppure non solo non è così, ma si va sempre di più verso una farmaciaemporio che fornisce un po' di tutto, dai cosmetici agli esami diagnostici, alcuni dei quali assolutamente inutili. È il caso, per esempio, dei test per le allergie alimentari basati su metodi non convenzionali, che non hanno alcuna validità dimostrata. «I test sulle intolleranze alimentari sono richiestissimi e fanno guadagnare le farmacie che li propongono, ma qui a Reggio Emilia nessuna delle nostre 24 farmacie comunali li rende disponibili», Farmacie Quello che non vogliamo I farmacisti non dovrebbero dispensare farmaci prescrivibili senza ricetta né dimenticare di proporre il generico. Dovrebbero usare un tono di voce discreto parlando al cliente per rispettarne la privacy. Non vogliamo che i banconi della vendita siano pieni di prodotti inutili, che spingono agli acquisti d'impulso. Vorremmo non trovare pubblicità sfacciate di prodotti voluttuari. Vorremmo che non consigliassero prodotti per cui non esistono solide evidenze di beneficio (integratori, dimagranti...). precisa Daniela Zanfi. Come dire, si può operare nel mercato anche cercando di essere rigorosi. «Sono ancora più drastico: a mio parere i farmacisti non dovrebbero vendere neppure i farmaci omeopatici», rincara la dose Garattini. Diffìcile che lo facciano: la medicina omeopatica, di conseguenza i medici che prescrivono questi rimedi, è sempre più diffusa e utilizzata. Tra i prodotti (non farmaci) acquistati in farmacia nell'ultimo anno dai nostri intervistati, infatti, al secondo posto dopo i cosmetici (36%), ci sono i rimedi omeopatiaci e fitoterapie! (31%). SEMPRE PIÙ SERVIZI La farmacia sta diventando anche un luogo di servizi e di controlli sulla salute Farmacie che offrono servizi «Dobbiamo fare i conti con la realtà e cercare di compensare l'attività commerciale con servizi utili per i cittadini» precisa Zanfi. «Nelle nostre farmacie cerchiamo di offrirne il più possibile: per esempio da noi si possono prenotare gli esami con il servizio sanitario, così i pazienti evitano lunghe file agli sportelli». L'esempio virtuoso di Reggio Emilia, tuttavia, non sembra così diffuso: secondo i dati a nostra disposizione i servìzi extra non sono il punto forte delle nostre farmacie. Come evidenziano le percentuali qui a lato, sono ancora molto pochi i cittadini che usufruiscono di servizi extra, come la misurazione della glicerina o i consigli nutrizionali. Inoltre, molti chiedono, senza trovarli, servizi come il rinnovo automatico delle prescrizioni croniche direttamente in farmacia (84%), la consegna a domicilio dei farmaci (77%) e il fascicolo elettronico (46%). Spendo di più, ma ho il meglio Un altro aspetto interessante che emerge dalla nostra inchiesta è la convinzione dei cittadini nella migliore qualità dei prodotti venduti in farmacia, sebbene si lamentino dei prezzi elevati. «Molti pensano che una crema di bellezza venduta in farmacia sia migliore. Ma non è così. Finché la farmacia sarà una cosa unica e vi si potrà vendere tutto quello che si vuole, la sensazione delle persone sarà sempre positiva, anche su prodotti inutili», conclude Garattini. Utilizzo dei servizi extra nelle farmacie (nell'ultimo anno) 25% consigli specìfici sui cosmetici 15% misurazione della pressione sanguigna 11% misurazione del peso 8% consigli nutrizionali specifici 5%0 f misurazione della glicemia 4% '0 misurazione del colesterolo