Camillo Cavour e la chimica dei fertilizzanti Alma Mater Studiorum – Università di Bologna Biblioteca Centralizzata 'G. Goidanich' della Facoltà di Agraria Camillo Cavour e la chimica dei fertilizzanti a cura della Biblioteca Centralizzata “Gabriele Goidanich” Alma Mater Studiorum – Università di Bologna Biblioteca Centralizzata 'G. Goidanich' della Facoltà di Agraria Ideazione mostra: Organizzazione mostra: Grafica mostra e catalogo: Amministrazione: Francesco Casadei Roberta Giannotti Giusi Minervino Lisetta Castaldini Consulenza scientifica: Andrea Simoni Ufficio Stampa: Federica Rota e Carla Trigilia MSL Group Si ringrazia Catalogo della mostra, 14-29 aprile 2011. Biblioteca Centralizzata “Gabriele Goidanich”: http://www.agrsci.unibo.it/agr/biblioteca/Cavour.htm Il barolo della vigna di Cavour presente in mostra è stato gentilmente fornito dalla Cantina Gigi Rosso. Le foto d’epoca esposte provengono dall’archivio Puccioni. Stampato a Bologna nel marzo 2011 da TipoLito Tamari. Le illustrazioni a corredo del testo sono tratte da: C. Forti, I concimi e le concimazioni. Il ritratto di Cavour proviene da O. Mattirolo, Il conte Camillo di Cavour e la Reale Accademia di Agricoltura di Torino. Presentazione Quante le opere – articoli, monografie, opuscoli – intitolate senza troppa fantasia ma con inequivocabile pregnanza “Cavour agricoltore”? Innanzi tutto il fondamentale epistolario di Giacinto Corio, poi il saggio di Claudio Marani su L’Italia agricola del 1960 e quello di Carlo Barrilis su La Mercanzia del 1961, ma anche una rara pagina di Alfredo Vinardi, comparsa sulla Gazzetta del Popolo di Torino nel 1908, per tacere poi dell’articolo di Gaetano Jerna “Cavour, mercante e produttore di concimi artificiali”, che abbiamo scelto di riprodurre integralmente in chiusura di catalogo. Da una ricerca iniziale nelle raccolte della Biblioteca “Goidanich” sono emerse alcune di tali pubblicazioni, cui se ne sono aggiunte altre che ricordano l’attività, invero assai sfaccettata, di Cavour in ambito agronomico. L’esito dell’indagine è stato incoraggiante, al fine di dar vita a una mostra, ma ancor più ci ha convinto la presenza in Biblioteca di una notevole collezione di volumi, editi tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, che approfondiscono il tema della chimica dei fertilizzanti. Si tratta infatti sia di opere monografiche sull’argomento, sia di parti di volumi di più ampio respiro, giacché la fertilizzazione del suolo è basilare per ogni trattato di agricoltura. Sebbene l’iconografia si sia rivelata in genere di modesta attrattiva, vuoi per la secchezza editoriale dei volumi, vuoi per l’intrinseca scarsa disposizione della chimica dei concimi alle illustrazioni, pure è parso di estremo interesse il corredo di immagini della Nuova Enciclopedia Agraria Italiana, pubblicata dall’Unione Tipografico-Editrice nel 1903. Il volume su I concimi e le concimazioni presenta infatti una serie di disegni, taluni di piante ma soprattutto di macchinari per mescolare, impastare, essiccare, frantumare le masse di fertilizzante chimico, che sono stati riprodotti in varie parti del catalogo. Non possono invece figurare nel catalogo – ed è un peccato – le capsule Petri esposte in mostra con campioni delle sostanze menzionate nei libri presentati: guano, fosfato d’ossa, cornunghia. Alla stessa stregua, compare nel catalogo solo l’etichetta del barolo del conte, ma non la bottiglia che era stata collocata in bacheca accanto al terzo volume de La storia della vite e del vino in Italia di A. Marescalchi e G. Dalmasso. Lo scopo della mostra ci pare raggiunto: si è voluto dar conto di un’attività non abbastanza conosciuta dello statista che fu tra i padri dell’Unità d’Italia, di cui ricorre l’anniversario. Si è presentato un aspetto storico della chimica dei fertilizzanti in Italia, in questo 2011 che è stato proclamato International Year of Chemistry. Si è infine esposto, grazie alla ricchezza delle raccolte della Biblioteca di Facoltà, un percorso cronologico che mostra come molte delle idee di Cavour in agricoltura siano state riprese e abbiano proseguito il loro cammino nel tempo. Marina Zuccoli Direttrice della Biblioteca Centralizzata “Gabriele Goidanich” -3- -4- Cavour e i fertilizzanti Parrebbe un accostamento bizzarro: un grande protagonista del Risorgimento, il conte Camillo Benso di Cavour, e la chimica dei fertilizzanti. Invece è quanto mai appropriata la riflessione, che l’anniversario dell’Unità d’Italia e la celebrazione del 2011 come International year of Chemistry consentono sul ruolo rivestito dallo statista piemontese nel dare impulso alla chimica dei fertilizzanti. È noto che, fino alla metà dell’800, la fertilizzazione dei terreni si basava fondamentalmente sullo spandimento di letame e di altre sostanze organiche, pratiche millenarie che, tuttavia, ben presto si rivelarono insufficienti rispetto alle esigenze di un’agricoltura che, grazie all’impulso dato dalla genetica, richiedeva sempre maggiori quantità di elementi nutritivi. A questo tendeva Cavour, attento agli sviluppi delle tecniche agricole in Europa e desideroso di promuoverne il progresso. Il conte, infatti, aveva viaggiato, anche da Ministro dell’Agricoltura e del commercio nel periodo 1850-52, in Francia, in Belgio e in Inghilterra, maturando una conoscenza approfondita e diretta delle pratiche agricole di paesi diversi per morfologia, clima e pratiche agricole, ma che costituivano comunque fonte di confronto e di innovazione. Prendono forma in questo clima culturale, oltre che tecnico, le due maggiori impronte che Cavour lascia nella storia della chimica dei fertilizzanti: l’introduzione del guano in Italia e soprattutto l’avvio della produzione di concimi con impiego nel processo della chimica. La fonte più interessante in materia è costituita dalle lettere a Giacinto Corio, suo collaboratore nella gestione della tenuta di Leri, che non solo contengono molte informazioni sullo svolgimento delle attività, ma sono anche rivelatrici della mentalità di “Cavour agricoltore”. Nella missiva del 28 novembre 1854, ad esempio, il conte trae le somme delle proprie esperienze in agricoltura e commenta la propria disponibilità a tentare nuove strade: “Forse io sono troppo proclive alle novità, ed il desiderio di far progredire la nostra agricoltura mi spinge soperchiamente. Ma, cosa vuole, tale è la mia natura”. Nella stessa missiva prosegue poi dichiarando: “Ho la consolazione di avere introdotto l’uso del guano nel Vercellese. Se potessi ancora farvi penetrare il drainaggio, in allora crederei avere bene impiegato la mia vita”. Dai viaggi in Inghilterra Cavour aveva appreso le potenzialità del guano e il modo migliore di utilizzarlo, mescolandolo ad altri concimi per una resa ottimale. Al Corio scrive poi un’ulteriore affermazione della propria apertura al nuovo: “Se non temessi di confondere gli agenti con troppe esperienze, manderei, oltre il guano, varii concimi come ad esempio il nitrato di soda di cui si fa gran uso in Inghilterra”. Attento agli studi di Liebig, Cavour scrisse al coetaneo chimico tedesco: “Io vi lascio per andare a Leri a fare nei campi quello che voi fate nel Laboratorio di Agricoltura. Io vorrei che un giorno mi fosse possibile associare la mia vecchia pratica alla vostra giovane scienza”. E forse è proprio al desiderio di dare applicazione pratica ai moderni ritrovati 5 della chimica che è riconducibile l’impresa di dar vita, nel 1847, a una delle prime fabbriche di concimi artificiali in Italia. La ditta deriva dalla fusione delle preesistenti fabbriche di Domenico Schiapparelli e di Bernardo Alessio Rossi, che già producevano acido solforico e fosforico. Ancora una volta l’entusiasmo innovatore di Cavour trascina nella società “Schiapparelli e Rossi” due esperti del settore che, alla ricerca di soluzioni innovative nel fornire fosfati all’agricoltura, si danno alla produzione del cosiddetto “guano artificiale”, in un’esperienza che tuttavia non otterrà molto successo e avrà termine nel 1858. Nel lungo cammino della chimica, si staglia tra le pietre miliari che lo scandiscono l’avvio della chimica dei fertilizzanti, risalente a qualche decennio prima dell’Unità d’Italia e che troverà l’apice ai primi del ‘900 con la sintesi dell’ammoniaca ad opera di Fritz Haber e Carl Bosch. Piace a chi scrive, legato professionalmente alla ricerca e alla docenza nel campo dei fertilizzanti e della nutrizione delle piante, che una mostra riveli ed illustri l’attività dell’artefice dell’Unità d’Italia anche in questo settore. Ricordare il ruolo di Cavour nella chimica agraria italiana sottolinea le radici nobili della disciplina e, al tempo stesso, mantiene attuale e indimenticata l’attività di uno statista che ha lasciato un’impronta ancor viva nell’agricoltura. Claudio Ciavatta Ordinario di Chimica agraria, Docente di Fertilità del suolo e nutrizione delle piante, Direttore della Scuola di Dottorato in Scienze agrarie della Facoltà di Agraria -6- Saluto di Assofertilizzanti La mostra “Camillo Cavour e la chimica dei fertilizzanti” nasce in un anno per noi davvero molto speciale: non solo si celebra il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ma il 2011 è anche l'Anno Internazionale della Chimica, proclamato dall’ONU per celebrare le conquiste della chimica e il suo contributo al benessere dell’umanità. È quindi con grande entusiasmo che Assofertilizzanti - Associazione nazionale produttori di fertilizzanti che fa parte di Federchimica - ha deciso di sostenere un’iniziativa così preziosa per spiegare, attraverso la figura storica di Cavour, come il progresso della scienza sia strettamente legato alla storia del nostro Paese e al suo sviluppo economico e politico. Questa mostra, infatti, mette in luce un aspetto inedito del grande statista e racconta il suo impegno concreto per avviare in Italia una moderna produzione di fertilizzanti. Si tratta di un momento particolarmente importante per lo sviluppo dell’agricoltura italiana, che da qui in poi ha saputo percorrere un lungo cammino che l’ha portata a diventare un simbolo dell’eccellenza del Made in Italy in tutto il mondo. Chi come noi guarda al futuro di una categoria ha il dovere, in quest’anno così speciale, di rafforzare ancora di più il legame con le origini della propria attività, soprattutto quando esse risalgano a una personalità del calibro di Cavour. Desideriamo quindi ringraziare sentitamente la Biblioteca "G. Goidanich" per l’ottimo lavoro svolto e ci auguriamo che la mostra possa essere un’esperienza ricca di sorprese e di spunti di riflessione per tutti. Bartolomeo Pescio Presidente di Assofertilizzanti-Federchimica 7 -8- Cavour, l’agricoltura e la chimica dei fertilizzanti. Appunti e riflessioni tra storia e bibliografia Perché Cavour Non occorre soffermarsi sull’importanza e sul ruolo svolto dal conte di Cavour nel determinare le vicende risorgimentali culminate, nel 1861, nell’Unità d’Italia, della quale ricordiamo – nell’anno in corso – il centocinquantesimo anniversario. E non è questa la sede per una rievocazione puntuale e sistematica della carriera politica cavouriana, per la quale rimandiamo volentieri all’ampia e assai valida bibliografia, recente e meno recente.1 Maggiore attenzione, nel presente scritto, sarà dedicata ad un aspetto specifico dell’attività e della stessa personalità dello statista piemontese: vale a dire il suo interesse (anche e soprattutto di natura tecnica) per numerosi temi e argomenti riguardanti l’agricoltura. Anche su questo aspetto – già sottolineato da un biografo attento come Rosario Romeo – non mancano riferimenti bibliografici specifici, pur se ormai datati e, in alcuni casi, significativamente legati al centesimo anniversario dell’unificazione nazionale 2, celebrato nel 1961. Un altro studioso, richiamandosi in modo esplicito alla lezione storiografica di Rosario Romeo, è recentemente tornato sul tema del rapporto tra Cavour e l’agricoltura. «Trattandosi del massimo artefice del Risorgimento – scrive Guido Pescosolido - e del più grande statista della storia d'Italia, si potrebbe pensare che la sua attività di agricoltore e i suoi interessi di cose agrarie abbiano significato poco nell'insieme della sua opera. In realtà, come emerge dalla biografia di Romeo, il suo essere imprenditore e cultore di cose Da ricordare soprattutto l’imponente opera di Rosario Romeo articolata nei seguenti volumi: Cavour e il suo tempo (1810-1842), Laterza, Bari 1969; Cavour e il suo tempo (1842-1854), Laterza, Roma-Bari 1977; Cavour e il suo tempo (1854-1861), Laterza, Roma-Bari 1984. Dello stesso studioso si veda anche la Vita di Cavour, uscita in prima edizione – sempre presso Laterza – nel 1984 e più volte ristampata fino al 2004. Vedere anche: Denis Mack Smith, Cavour. Il grande tessitore dell'unità d'Italia, Bompiani, Milano 1996; Luciano Cafagna, Cavour, Il Mulino, Bologna 1999 (nuova edizione 2010); Adriano Viarengo, Cavour, Salerno Editrice, Roma 2010. 2 Appartengono a questo filone alcuni scritti dal prevalente taglio divulgativo come: Claudio Marani, Cavour agricoltore, «L'Italia agricola», a. 97, n. 8, agosto 1960, pp. 777-787; Carlo Barrilis, Un grande agricoltore: il conte Camillo Benso di Cavour, «La Mercanzia», nov.-dic. 1961. Ma vanno visti, su temi più specifici, anche Mario Loria, Il cavouriano molino da riso del Regio Parco in Torino, «Atti della Accademia delle Scienze di Torino», parte I, tomo 2, Classe di scienze morali, XCV, n. 2, 1960, pp. 563-607; id., Il trebbiatoio da riso di Cavour (Leri-1844), «Physis», vol. 3, 1961, pp. 95-100; Paul Guichonnet, Cavour agronomo e uomo d'affari, Feltrinelli, Milano 1961. 1 -9- agricole fu tutt'altro che un aspetto minore della sua opera e tutt'altro che cosa secondaria nella storia dell'agricoltura e dell'intera economia italiana». 3 Peraltro, l’ampia attività svolta da Cavour in campo agricolo era già stata ricordata in studi usciti nella prima metà del XX secolo ed anche in articoli di giornale 4, anche se è un indubbio merito della recente storiografia aver sottolineato con maggiore risalto questi aspetti accanto a quelli legati alla storia politica. Cavour e l’agricoltura Dunque la figura di Cavour rivela più di un legame con il mondo agricolo, a cominciare dal suo rilevante ruolo di imprenditore del settore. Da questa sua attività, che si esplica soprattutto nella tenuta di Leri, nella quale subentra al padre Michele 5, prendono le mosse anche i suoi interessi in campo agronomico, a cominciare dalla sperimentazione di tecniche e macchinari agricoli: si ricordi, ad esempio, il trebbiatoio da riso 6 utilizzato e sperimentato nella medesima tenuta, forse seguendo il temperamento pratico paterno. Si ricordi anche come Cavour, nel corso degli anni ‘30, abbia modo di documentarsi sugli sviluppi della meccanizzazione agricola nel panorama europeo, con particolare interesse alle aree di lingua tedesca. 7 Guido Pescosolido, Camillo Benso Conte di Cavour, in Autori vari, I solchi. Colloqui in biblioteca su alcuni protagonisti nella storia dell'agricoltura italiana, Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, Roma 2007, p. 11. Interessante anche la distinzione tra attività privata e attività pubblica - in campo agricolo - dell’uomo politico piemontese: «La sua attività agricola privata consistette quasi esclusivamente nella gestione della tenuta di Leri, che egli ereditò dal padre, che a sua volta l'aveva acquistata dal principe Borghese nel 1818. L'attività pubblica fu quella svolta come membro dell'Associazione Agraria, come Ministro di Agricoltura e delle Finanze nel governo D'Azeglio e poi come Presidente del Consiglio del Regno di Sardegna e del Regno d'Italia»: ivi, p.12. 4 Vedere ad esempio: Ezio Visconti (a cura), Cavour agricoltore. Lettere inedite di Camillo Cavour a Giacinto Corio, Barbera, Firenze 1913; Oreste Mattirolo, Il Conte Camillo di Cavour e la Reale Accademia di Agricoltura di Torino, Tipografia Schioppo, Torino 1931. In quest’ultimo testo si cita anche un articolo di F. Ruffini, Cavour agricoltore, «Corriere della Sera», 23 luglio 1913. 5 Michele Benso marchese di Cavour (Torino 1781-1850), in gioventù funzionario napoleonico, lascia al figlio Camillo la gestione della tenuta agricola di Leri quando, nel 1835, assume a Torino una importante carica nel campo della pubblica sicurezza. 6 «Il Marchese di Cavour crede di far cosa utile ai proprietarii ed affittavoli delle risaie del paese, rendendoli avvertiti che il trebbiatoio a riso, il cui modello fu esposto nelle regie sale del Valentino venne posto in attività nella sua tenuta di Leri. Questa macchina stata ideata [sic] e diretta dal chiarissimo sig. Ingegnere Rocco Colli di Novara, corrispose così pienamente a quanto se ne aspettava, che malgrado lo stato poco avanzato del raccolto, si sono già riconosciuti tanti e tali vantaggi da non lasciare più il menomo dubbio sulla singolare utilità sua, per i coltivatori del riso»: Macchina per battere il riso, «Gazzetta della Associazione Agraria», Torino, 20 settembre 1844 Anno II, n. 38, p. 285. 7 «Per rendersi edotto del conveniente impiego delle macchine agricole, visitò la Baviera e la Prussia, interessandosi particolarmente delle istituzioni agrarie»: Gaetano Jerna, Cavour mercante e produttore di concimi artificiali, «L’Italia agricola», a. 85, n. 12, dicembre 1948. L’autore di questo articolo era stato, tra il 1936 e il 1943, segretario del Comitato Nazionale per l'Incremento delle 3 - 10 - Oltre – o meglio, accanto – al Cavour agricoltore vi è anche un Cavour enologo e viticultore; una attività, quest’ultima, che l’uomo politico piemontese svolge nei propri vigneti di Grinzane, in provincia di Cuneo, coinvolgendo tra l’altro un enologo francese di notevole prestigio, Louis Oudart (a sua volta già attivo in Piemonte), il quale contribuisce a perfezionare il vitigno del Barolo. 8 Questa attività, vivace soprattutto negli anni ’40, si svolge nel periodo della adesione di Cavour alla Associazione agraria piemontese. A quest’ultimo proposito, si ricordi come nel 1842 Cavour sia tra gli artefici dell’Associazione e come già dal 1843 egli collabori, sia pure saltuariamente, con il periodico 9 pubblicato da questo importante organismo associativo degli imprenditori agricoli piemontesi. Va anche aggiunto come il rapporto tra il conte e l’associazione non si riveli, nel corso del tempo, del tutto idilliaco. 10 Di grande importanza, proprio per le conseguenze che ne deriveranno sull’assetto del territorio piemontese (e sulla fascia occidentale di quello lombardo), è l'interesse dedicato da Cavour ai temi dell'irrigazione del territorio agricolo. Importante, in proposito, è il progetto di una rete irrigua per le esigenze di un’ampia zona del Piemonte e della vicina Lomellina, già allora possedimento sabaudo. 11 A questo progetto è dedicato un discorso parlamentare – noto anche in storiografia 12 – tenuto il 14 giugno 1853 dallo statista piemontese, nel frattempo divenuto presidente del Consiglio del Regno di Sardegna (in precedenza era stato ministro delle Finanze nonché ministro di Agricoltura e commercio). Il progetto, realizzato successivamente (tra il 1866 e il 1869 entra in funzione il canale principale, in seguito saranno tracciate le diramazioni secondarie), prenderà proprio il nome di «Canale Cavour», sul quale esiste ampia documentazione tecnico-bibliografica 13. Concimazioni e, nel medesimo periodo, redattore responsabile della rivista «Concimi e concimazioni» (si vedano anche le note 20 e 21). 8 Cfr. A. Marescalchi e G. Dalmasso in Storia della vite e del vino in Italia. III, Unione italiana viniTipografia S.A.M.E., Milano 1979, pp. 585-589 e p. 683. Gli stessi autori ricordano (p. 585) come Oudart abbia collaborato con l’agronomo torinese Matteo Bonafous ed abbia prestato la sua opera anche presso i terreni della marchesa di Barolo. 9 Si tratta della «Gazzetta dell’Associazione Agraria», pubblicata a Torino dal 1843, anno di fondazione dell'omonima Associazione. Inizialmente edita dalla Tipografia Chirio e Mina di Torino, nel 1846 risulta stampata dalla Tipografia Ferrero, Vertamy e Comp., mentre dal 1847 è pubblicata da Paravia, marchio torinese destinato a notevole importanza nella storia editoriale italiana. La Biblioteca della Facoltà di Agraria ne possiede le annate dal 1843 al 1848. 10 Cfr. Pescosolido, Camillo Benso Conte di Cavour, cit., pp. 18-19. 11 La Lomellina infatti – come l’Oltrepò pavese – appartiene al Regno di Sardegna fin dal 1743, oltre un secolo prima delle vicende risorgimentali. I due territori saranno aggregati alla lombarda provincia di Pavia solo dopo la seconda guerra d’Indipendenza. 12 Un grande canale per l’irrigazione, ripreso in Piero Bevilacqua, Manlio Rossi-Doria (a cura), Le bonifiche in Italia dal '700 a oggi, Laterza, Roma-Bari 1984, pp. 92-96. Il discorso cavouriano prelude all’approvazione della legge 3 luglio 1853, n.157, riguardante l’irrigazione dell’Agro all’Ovest del Sesia, primo passo del più ampio progetto di canalizzazione. 13 Derivazione dal Po. Canale Cavour, in Ministero dei Lavori pubblici. Servizio idrografico, Le irrigazioni in Italia. Notizie preliminari sulla estensione delle irrigazioni, sulla modalità di esse e sui prezzi praticati nelle diverse regioni italiane, Provveditorato generale dello Stato, Roma 1926, pp. 107-108; Ministero delle Finanze. Direzione generale del Demanio e delle tasse, Il Gran Canale Cavour ed i minori canali di irrigazione dall'avvento del Governo fascista 29 ottobre 1922 a tutto l'anno 1927, Provveditorato generale dello Stato, Roma 1928. Vedere anche: Romeo Piacco, Il - 11 - Cavour è dunque impegnato su tematiche agricole come politico (si è già ricordato come nei primi anni ’50 abbia retto il ministero di Agricoltura e commercio), come imprenditore (nella tenuta di Leri), come viticultore (nei terreni di Grinzane) nonché come tecnico (basti pensare alla sensibilità dimostrata nei confronti della meccanizzazione agricola). A tutti questi aspetti – principalmente a quelli di ordine pratico – fa riferimento anche l’interesse di Cavour verso lo studio e la sperimentazione di alcune tecniche di fertilizzazione del terreno. A quest’ultimo aspetto è dedicata l’iniziativa espositiva organizzata dalla Biblioteca della Facoltà di Agraria: un approfondimento suggerito tra l’altro dalla celebrazione, in questo 2011, dell’ anno internazionale della chimica. Cavour e la chimica dei fertilizzanti Entrando ulteriormente nel merito delle attività e degli interessi del Cavour agricoltore, ci si imbatte quindi nei suoi studi ed affari legati al tema della fertilizzazione. Per prima cosa va ricordato l’interesse di Cavour verso l’utilizzo del guano come fertilizzante, cosa che suscita – quando nel 1842 ne inizia l’importazione dal Perù – curiosità e sorpresa negli osservatori contemporanei; inoltre, di fronte alla rapida crescita del prezzo di questo fertilizzante naturale, Cavour stesso si dedica al progetto di produrre guano artificiale 14, coinvolgendo in questa impresa (a partire dal 1847) l’industriale torinese Schiapparelli. 15 Il conte si era tra l’altro adoperato per la fusione della stessa Schiapparelli con la ditta Rossi al fine di formare un’unica azienda, nella quale – tra le varie attività – si sarebbe prodotto acido solforico «per ottenere concimi». 16 Tutto ciò, apparentemente, contrasta con quella sorta di scetticismo, nei confronti della scienza chimica coeva, che Cavour stesso sembra mostrare nel passo di una lettera inviata a Liebig; 17 ma nella realtà dei fatti lo statista piemontese si rivela invece attento sia agli sviluppi della nascente chimica agraria sia alle sue potenziali applicazioni. Note di bibliografia storica La mostra organizzata dalla Biblioteca (per la descrizione dettagliata dei materiali si rimanda alle schede del catalogo) presenta, inevitabilmente, documentazione di diverso spessore e di diversa caratura scientifica: si passa infatti da autori classici, come Justus von Liebig, a più anonimi redattori di manualistica tecnica. È comunque rilevante, in termini di ricerca storico-bibliografica, l’occasione di operare una «riscoperta» di materiali Canale Cavour, «Risicoltura», 1950, pp. 94-101; pp. 126-128; pp. 174-175 e Eusebio Buffa, Il Canale Cavour e il progresso economico e sociale del Novarese e della Lomellina, Fusi, Pavia 1968. 14 Sull’importanza dell’uso alternato di guano naturale e artificiale si sofferma anche Pescosolido, op. cit., p. 15. 15 Jerna, Cavour mercante e produttore di concimi artificiali, cit. 16 Giuseppe Trincheri, Industrie chimiche in Italia dalle origini al 2000, Arvan, Mira 2001, p. 21. 17 Scrive Cavour al chimico tedesco: «io vi lascio per andare a Leri a fare sui campi quello che voi fate nel laboratorio di agricoltura. Io vorrei che un giorno mi fosse possibile associare la mia vecchia pratica alla vostra giovane scienza»: citato in Jerna, Cavour mercante e produttore di concimi artificiali, cit. - 12 - d’epoca, sia che appartengano alla grande letteratura scientifica sia che facciano riferimento ad una produzione minore (ma, appunto, non trascurabile quale testimonianza di un interesse specifico dell’editoria e della pubblicistica su determinati temi). Abbiamo già avuto modo di verificare recentemente come la nostra Biblioteca possieda diversi materiali di interesse storico. Infatti, durante il lavoro di preparazione di un percorso ipertestuale, destinato al sito della Biblioteca, su «Cavour e l’agricoltura» 18, in occasione del bicentenario (2010) della nascita dello statista piemontese, si sono riscoperti importanti testi d’epoca, nonché una significativa collezione della già citata «Gazzetta della Associazione Agraria» di Torino, periodico edito a partire dal 1843 e che ospita anche interessanti scritti di Cavour19, nonché articoli di altri studiosi occasionati da interventi dell’uomo politico piemontese. Accenniamo qui – per riprendere altrove il discorso – come la Biblioteca abbia colto l’occasione di un primo approfondimento su questi temi anche per rendere disponibili (tramite digitalizzazione) alcuni articoli di argomento cavouriano usciti sulla «Gazzetta»: cosa che consente una più agevole consultazione agli studiosi e ad altri lettori eventualmente interessati: una iniziativa, dunque, che si ritiene utile all’attività di ricerca ma che nel contempo evidenzia anche interessanti potenzialità per attività didattiche o divulgative. È risultato dunque naturale, prevedendo l’allestimento di una mostra su «Cavour e la chimica dei fertilizzanti», riprendere spunti e idee di lavoro dell’ipertesto recentemente realizzato, sottolineando l’importanza specifica di alcuni scritti di Cavour e su Cavour già visionati e focalizzando stavolta il nostro interesse su altri materiali bibliografici d’epoca, direttamente o indirettamente legati al rapporto tra chimica, fertilizzazione e agricoltura. È stato così possibile verificare come la Biblioteca possieda letteratura scientifica, manualistica tecnico-divulgativa, pubblicazioni periodiche di notevole interesse anche in rapporto a questo specifico ambito delle scienze e delle tecnologie agrarie. A proposito di periodici, si ricorda l’interessante vicenda della rivista «Concimi e concimazioni», promossa nel 1936 dal Comitato Nazionale per La mostra è tuttora visitabile all’indirizzo http://www.agrsci.unibo.it/agr/biblioteca/Cavour.htm; per una recensione di questo lavoro si veda Pierluigi Fazzini, Cavour e l’agricoltura, http://www.magazine.unibo.it/Magazine/UniBoIniziative/2010/07/12/Cavour_e_agricoltura_.htm 19 Si ricordi ad esempio il dibattito sui poderi-modello, sul quale Cavour interviene in due occasioni: Considerazioni sulla poca convenienza di stabilire poderi-modelli in Piemonte, «Gazzetta della Associazione Agraria», Torino, 31 agosto 1843 Anno I, n. 22, pp. 186-194; Sui poderi-modelli, ivi, 4 gennaio 1844 Anno II, n. 1, pp. 12-14. 18 - 13 - l'Incremento delle Concimazioni e uscita fino al 1943, in un contesto storico-politico quindi particolarmente attento – anche in chiave propagandistica 20 – allo sviluppo dell’agricoltura e delle tecniche agricole; da non trascurare, peraltro, la ripresa delle pubblicazioni negli anni del «miracolo economico» 21, quando la chimica si pone tra i settori trainanti della ricostruzione post-bellica e della ripresa economica e industriale del Paese. La disponibilità di questi materiali va messa anche in relazione alla storia e alle vicende istituzionali e organizzative delle biblioteche antecedenti l’attuale Biblioteca di Facoltà: difatti, la natura frastagliata e felicemente multidisciplinare dei nostri materiali bibliografici deriva dalle vicende delle numerose biblioteche di area agronomica preesistenti – nell’ateneo bolognese – come espressione sia dei diversi istituti scientifici a lungo funzionanti nell’era pre-dipartimentale sia della più vicina esperienza delle biblioteche di Dipartimento, recentemente confluite nella nuova Biblioteca centralizzata di Facoltà. Conclusioni Molte delle cose alle quali si è fatto riferimento si inseriscono in un già collaudato filone di iniziative volte a valorizzare il patrimonio storico della Biblioteca. Un percorso avviato nel 2005 con la collaborazione alla mostra «Pagine d’Africa» 22 e sperimentato in modo più sistematico l’anno successivo con la riscoperta di testi didattici e di ricerca legati a figure accademiche della facoltà bolognese di Agraria 23. Successivamente, nel 2009, in occasione del bicentenario della nascita di Darwin, si è realizzato un ipertesto dedicato allo scienziato inglese, con l’obiettivo di valorizzare la tipologia di materiali librari – spesso edizioni ottocentesche di notevole interesse – disponibili presso la nostra struttura. 24 In un siffatto contesto si inserisce anche il già citato percorso bibliografico, sempre di tipo ipertestuale, dedicato a «Cavour e l’agricoltura» 25; un’esperienza che per certi aspetti trova il proprio naturale complemento nella iniziativa espositiva qui presentata e commentata. Si aggiunga inoltre come questo tipo di iniziative comportino l’occasione di operare delle vere e proprie «riscoperte» storico-bibliografiche, rivedendo Significativa, in questo senso, la frase mussoliniana («Bisogna dare la massima fecondità ad ogni zolla di terra») che illustra ogni copertina della rivista fino al fascicolo di maggio-giugno 1943. Elementi di politicizzazione sono presenti anche all’interno della rivista, soprattutto in occasioni quali la conquista etiopica o l’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale. 21 La rivista torna infatti ad uscire nel 1957, come organo del «Comitato Nazionale dei Fertilizzanti e delle Concimazioni». 22 La mostra si è svolta dal 9 al 23 aprile 2005 presso la sala della Fondazione Federico Zeri (Università di Bologna, complesso di S. Cristina): per informazioni vedere http://www.economia.unibo.it/Economia+Bologna/paginedafrica.htm. 23 Il percorso, riferito ai presidi del periodo 1935-1987 e ai direttori del preesistente Istituto superiore (inizialmente Scuola) di Agraria per il periodo 1903-1935, è consultabile all’indirizzo; http://www.agrsci.unibo.it/agr/biblioteca/PresidiStorici.htm 24 Floreat entomologia! Opere darwiniane alla Biblioteca Centralizzata “Goidanich”. Facoltà di Agraria – Università di Bologna: http://www.agrsci.unibo.it/agr/biblioteca/Darwin/Darwin.htm. 25 Cavour e l’agricoltura nel patrimonio bibliografico della Biblioteca Goidanich: http://www.agrsci.unibo.it/agr/biblioteca/Cavour.htm (vedere anche la nota 18). 20 - 14 - letteratura scientifica nota (o meno nota, talvolta anche al pubblico degli specialisti) e di esaminare e comparare letteratura scientifica «alta» accanto a una produzione tecnicoscientifica (o manualistica) considerata «minore» in termini scientifici assoluti; tutto quanto, però, assume notevole interesse sia in termini di storia generale dell’editoria sia in termini di storia interna alle istituzioni scientifiche e bibliotecarie che nel tempo hanno promosso l’acquisizione di queste variegate tipologie di testi. Il discorso riguarda altresì gli autori dei testi e gli eventuali curatori di edizioni italiane di testi scientifici stranieri: in occasione del già ricordato ipertesto su Darwin vi è stata ad esempio la possibilità di ristudiare le figure e la produzione scientifica dei primi traduttori italiani dello scienziato inglese: Michele Lessona (mineralogista e zoologo) e Giovanni Canestrini (zoologo e naturalista). Un discorso analogo – e per certi aspetti ancora più incisivo – ha riguardato il lavoro già svolto su Cavour agricoltore e quello in corso su Cavour e la chimica dei fertilizzanti, che hanno consentito di «scoprire» nel patrimonio storico della Biblioteca edizioni ottocentesche (italiane) di testi di Liebig, testi di divulgazione scientifica, saggi, articoli ed interventi di varie figure di tecnici e di esperti nonché, dal punto di vista della storia editoriale tra ‘800 e ‘900, periodici di notevole importanza ed interesse. Francesco Casadei Laureato in Storia, Dottore di ricerca in Storia e informatica Bibliotecario - 15 - Il catalogo dei libri in mostra - 17 - Sezione 1: Cavour agricoltore Si presentano in questa sezione volumi che illustrano e commentano la poliedrica attività di Cavour in campo agricolo. Com’è noto, lo statista – non digiuno di letture agronomiche - maturò una vasta conoscenza delle più avanzate tecniche di coltivazione durante i viaggi in Francia e, soprattutto, in Inghilterra. La gestione della tenuta di famiglia a Leri, nel vercellese, gli porse l’occasione per porre in pratica quanto aveva letto e visto, con risultati sovente assai lusinghieri. Cavour diede contributi significativi non solo alla chimica dei concimi, ma anche all’enologia, alla meccanica e all’irrigazione. Se è ben conosciuto il suo ruolo nella messa a punto del barolo e nella progettazione dell’opera di irrigazione che, realizzata dopo la sua morte, prese il nome di Canale Cavour, meritano un cenno anche altre sue prove in agricoltura. Si ricordano infatti lo studio del drenaggio, mutuato dall’Inghilterra, che condusse Cavour alla fondazione di una fabbrica di tubi in argilla utilizzati nelle risaie; i provvedimenti messi in campo per arginare la diffusione dell’epidemia di “Crittogama” in Piemonte; la realizzazione del trebbiatoio da riso, commissionato all’ingegner Colli di Novara; l’analisi dei poderi modello, strutture originarie della cultura agronomica inglese alla cui introduzione in Italia fu contrario. Camillo CAVOUR (1810-1861) Cavour agricoltore. Lettere inedite di Camillo Cavour a Giacinto Corio precedute da un saggio di Ezio Visconti. Firenze, Barbera, 1913. anche l’esperienza del barone Crud nel podere modello presso Bologna, che fu causa di una ingente perdita finanziaria. Questo epistolario costituisce la fonte principale per una ricostruzione storica del profilo di Cavour in veste di imprenditore agricolo. Giacinto Corio (1796-1870) fu suo collaboratore e socio nella gestione della tenuta agricola di Leri, nel vercellese. Le lettere testimoniano l’apertura di entrambi nei confronti dell’innovazione in campo agricolo, accennando alle prove di sementi, macchinari, rotazioni e concimi. Camillo CAVOUR (1810-1861) Sui poderi-modelli. “Gazzetta della Associazione Agraria”, Torino, 4 gennaio 1844 Anno II, n. 1, pp. 12-14. Cavour, che scrisse frequenti contributi sulla “Gazzetta dell’Associazione Agraria” riguardo temi di attualità, riprende qui il parere negativo espresso alcuni mesi prima sui poderi-modello. A suo giudizio, sono poco utili stabilimenti fondati astrattamente allo scopo di funger da modello. Cavour cita - 18 - Oreste MATTIROLO (1856-1947) Il conte Camillo di Cavour e la Reale Accademia di Agricoltura di Torino. Torino, E. Schioppo, 1931. Milano, Unione italiana vini-Tipografia S.A.M.E., 1979. Il barolo, prodotto dal vitigno Nebbiolo, deve la sua qualità all’intervento, attorno al 1840, dell’enologo francese Louis Oudart, invitato da Cavour presso le proprie cantine di Grinzane. La vigna di Cavour esiste ancora ed è coltivata oggi dall’Istituto Tecnico Agrario “Umberto I” di Alba. In mostra una bottiglia del barolo del conte prodotto dalla cantina Gigi Rosso col nome di “barolo letterario”, in occasione del Premio Grinzane Cavour. L’opera riporta documenti e lettere del Conte, tra i quali la nomina a socio dell’Accademia torinese. Ne riassume inoltre l’attività nei diversi ambiti dell’agricoltura, dalla introduzione del drenaggio “a effetto intermittente” nelle risaie di Leri alla lotta contro l’invasione parassitaria dei vigneti, fino alla curiosità nei confronti del Citrus decumana, un esotico frutto di pompelmo che aveva ricevuto in dono. Carlo BARRILIS Un grande agricoltore: il conte Camillo Benso di Cavour. «La Mercanzia», nov-dic. 1961, pp. 10301040. L’articolo del generale Carlo Barrilis comparve sulla rivista edita dalla Camera di Commercio di Bologna dal 1950 al 1998 e intitolata in onore del Palazzo della Mercanzia, edificato tra il 1382 e il 1390, rimaneggiato negli anni 1888-1890 da Alfonso Rubbiani. Il saggio, uscito in occasione del centenario dell’Unità d’Italia, ricorda come Cavour sia stato nominato socio corrispondente estero della Società agraria di Bologna nel 1858; la nomina fu però revocata dal Governo centrale. Giovanni SILENGO Le lettere del fattore di Cavour da Grinzane 1847-1852. Alba, Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei vini di Alba, 1979. Giovanni Bosco, agente della tenuta di Grinzane d’Alba, scrive con stile semplice di argomenti relativi all’amministrazione e alla coltivazione dell’azienda agricola di Cavour. In particolare, sono di notevole interesse i dati sull’introduzione del guano e del concime Liebig, esposti nelle lettere in cui richiede istruzioni per l’utilizzo di tali nuovi fertilizzanti. Claudio MARANI Cavour agricoltore. «L’Italia agricola», a. 97, n. 8, agosto 1960, pp. 777-787. Ancora una volta si riepilogano le attività di Cavour in agricoltura, riconoscendogli il merito di aver saputo individuare il ruolo che le tecniche agricole più moderne avrebbero giocato nell’economia di una nazione. Dunque non più soltanto l’agronomia e le sue risorse al servizio degli agricoltori, bensì un respiro più ampio che guarda al bilancio Arturo MARESCALCHI (1869-1955) Giovanni DALMASSO (1886-1976) Storia della vite e del vino in Italia. Vol. III. - 19 - Ministero delle Finanze. Direzione generale del Demanio e delle tasse Il Gran Canale Cavour ed i minori canali di irrigazione dall'avvento del Governo fascista 29 ottobre 1922 a tutto l'anno 1927. Roma, Provveditorato generale dello Stato, 1928. intero di uno Stato e all’agricoltura come produttrice di valore di mercato. Mario LORIA Il cavourriano molino da riso del Regio Parco in Torino. «Atti della Accademia delle Scienze di Torino», p. II, Classe di scienze fisiche, XVC, n. 6, 1961, pp. 928-969. Fin dal 1852 Cavour si era applicato al problema di creare una efficace rete di canali di irrigazioni nel Novarese e in Lomellina. La soluzione migliore gli parve quella di riprendere un progetto, rimasto irrealizzato, di un grande canale che convogliasse le acque del Po oltre Sesia. Il conte intraprese le trattative per la concessione dell’opera, che vide la luce grazie al Ministro Sella. Al canale e all’intera rete di canali minori venne attribuito il nome di Cavour. Se ne vede nella fotografia l’imbocco con il posto di guardia. Cavour aveva costituito una società con i francesi Fourrat e Blondel per la lavorazione del riso prodotto nelle sue tenute di Leri e Torrone. Lo stabilimento, di cui si conserva il disegno, era ubicato nel Regio Parco di Torino e provvedeva alle fasi di: 1) dissabbiatura, 2) rottura resche, 3) pulitura dal loglio, 4) scorticatura, 5) sbianchimento, 6) separazione di farina, 7) brillatura. - 20 - Sezione 2: La chimica dei fertilizzanti nell’Ottocento. È Justus Liebig a dominare il panorama della chimica agraria al suo nascere, a metà Ottocento. Lo scienziato tedesco infatti seppe spiegare i motivi dell’efficacia fertilizzante di alcune pratiche antichissime, quali lo spargimento sul terreno di letame e altre deiezioni, riconducendole alla presenza di fosforo, potassio e azoto. Si aprì così la strada alla produzione del perfosfato d’ossa, ottenuto dalle ossa animali per reazione con l’acido solforico, poi di altri concimi chimici. La prima fabbrica di fertilizzanti chimici in Europa sorse in Inghilterra, a Deptford, nel 1843, seguita in Italia nel 1847 dalla Schiapparelli e Rossi, impiantata per iniziativa di Camillo Cavour. In questa sezione della mostra si espongono volumi di Liebig e di altri autori che pongono le basi della chimica agraria, accanto a capsule contenenti campioni dei materiali descritti nei libri. Justus von LIEBIG (1803-1873) I principii fondamentali della chimica agraria in relazione alle ricerche istituite in Inghilterra. Prima traduzione italiana eseguita sulla seconda ed. tedesca per cura di Alfonso Cossa. Milano, Vallardi, 1856. basandosi sulle esperienze condotte Inghilterra applicando i Principii stessi. in Emil Theodor von WOLFF (1818-1889) Manuale pratico per l'uso dei concimi e degli ingrassi secondo i risultati delle teorie moderne. Traduzione del prof. Antonio Selmi. Milano, Tip. Domenico Salvi, 1872. Viene qui ribadita la cosiddetta “teoria minerale” di Liebig della nutrizione vegetale, che afferma la necessità di restituire ai terreni le sostanze minerali sottratte dal raccolto. Corollario di tale teoria sono cinquanta proposizioni, riassumibili nell’affermazione che la vegetazione delle piante è in funzione dell’assimilazione di determinate sostanze, in proporzione alla massa. Wolff, docente di chimica agraria a Hohenheim, espresse riserve sulle teorie di Liebig riguardanti l’esaurimento dei terreni in proporzione alle sostanze minerali asportate con il raccolto, adduncendo esempi dalla pratica agricola. Antonio Selmi, chimico, è il fratello del più noto Francesco, docente all’ateneo bolognese. Justus von LIEBIG (1803-1873) La teoria e la pratica della agricoltura. Prima edizione italiana con note eseguita sull'originale tedesco per cura di Alfonso Cossa. Milano, Vallardi, 1857. Ermanno CHIAVES Guida alle concimazioni. Torino, F. Casanova, 1893. L’autore, laureato in ingegneria civile, dichiara un intento divulgativo nell’opera, che attinge “ugualmente ai risultati delle osservazioni scientifiche ed a quelli della pratica diretta di eminenti coltivatori”. Ampio spazio è riservato ai concimi azotati, che comprendono i nitrati, i sali ammoniacali, i resti animali e vegetali e i guani azotati. Il volume tratta inoltre delle esigenze delle colture rispetto agli agenti della fertilità. Nella prefazione l’autore dichiara che l’operetta è destinata a fornire indicazioni sui “mezzi più opportuni per ricavare ininterrottamente da una data superficie di terreno la maggior rendita possibile in grano e in carne”. Intende inoltre ribattere alle obiezioni di Emil Wolff su quanto asserito nei Principii fondamentali della chimica agraria, - 21 - NUOVO fertilizzante antifilossero e distruggitore di bruchi. Ricchissimo di potassa, azoto, acido fosforico. Vigevano, Tipografia nazionale di Domenico Morone, [1881]. Il concime ligure-marino è composto da residui di pesce (tonno) ed è ricco di azoto e fosfati. Si noti nella prima pagina il motto “Putrescat ut resurgat”, di origine alchemica, che ricorre nella cultura massonica. Curiosamente, connotò anche il giornale satirico socialista “Il cadavere”, cui collaborava Filippo Turati. Contro il diffondersi della filossera, si propone un fertilizzante che scoraggi l’insetto fin dalle radici, impedendogli di sbucare dal terreno. Cospargere il suolo e il ceppo della vite con un prodotto a base di zolfo carbonato di potassio è il metodo suggerito in questo opuscolo, pubblicato in occasione dell’Esposizione industriale di Milano del 1881. Angiolo FUNARO Chimica dei concimi. Milano, U. Hoepli, 1884. In questo volume Angiolo Funaro sunteggia le proprie lezioni presso l’Istituto Agrario Superiore di Pisa. Nella trattazione del guano, si sottolinea il ruolo del clima secco e caldissimo del versante orientale delle Ande: l’assenza di piogge infatti favorisce l’accumulo di enormi ammassi di escrementi di uccelli che, all’epoca della loro scoperta da parte di Alexander von Humboldt nel 1804, raggiungevano i 30 metri di altezza. Arturo BRUTTINI I concimi. Casale Monferrato, Tip. Lit. C. Cassone, 1900. Autore di altri testi divulgativi, quali il “Libro dell’agricoltore” (Hoepli 1923), Bruttini dichiara un intento pratico: si rivolge all’agricoltore con un libro “di piccola mole e limitato svolgimento scientifico”. L’opera passa in rassegna i vari tipi di concimi: vegetali, animali, misti, minerali e chimici. Giovanni Antonio GIOBERT (1761-1834) Del sovescio e nuovo sistema di cultura fertilizzante senza dispendio di concio. Seconda edizione. Milano, presso Giovanni Silvestri agli Scalini del Duomo, 1819. SOCIETÀ PEL CONCIME LIGUREMARINO La Società pel concime ligure-marino premiata con diplomi di primo grado all'Esposizione campionaria in Torino nel 1871 […] agli agricoltori ed olivo-cultori. Genova, Tipografia di Gaetano Schenone, 1872. L’opera rientra in una querelle tra Giobert, docente di chimica e socio dell'Accademia reale di Torino, e Carlo Verri, senatore del Regno d’Italia. Il sovescio consiste nell’interramento di una coltura erbacea, con funzione fertilizzante; nonostante le obiezioni del Verri, la pratica riscosse all’epoca grande diffusione. - 22 - Antonio SELMI Dei concimi di stalla. Loro produzione, loro conservazione e metodi per amministrarli ai campi. Lezioni di chimica agronomica, Torino, Unione tipografico-editrice, 1863. Paul WAGNER (1843-1930) Risposte ad alcune importanti questioni riguardanti la concimazione in base alle recenti indagini sperimentali; versione dal tedesco del dott. Jacopo Ravà. Casale, Tipografia e litografia C. Cassone, 1896-1905. Il libretto è rivolto agli agricoltori e focalizza l’attenzione sui modi di conservazione dei concimi, al riparo dal calore esterno e dalle acque piovane. Si noti che, nel capitolo sulla somministrazione dei concimi ai terreni, l’autore consiglia il carretto a due ruote “alla lombarda”, per i cerchi di ferro assai larghi che non incidono solchi nei terreni (si veda l’illustrazione in apertura delle schede del presente catalogo). Si tratta di una serie di opuscoli che espongono i più recenti risultati della chimica dei fertilizzanti in forma “concisa e popolare”, come promette l’autore. Il primo riguarda la concimazione fosfatica, con una descrizione dell’impiego delle scorie Thomas. Queste ultime sono il prodotto di scarto ad alto contenuto fosforico del processo Thomas, messo a punto in Belgio nel 1879 per la produzione di acciaio. L’illustrazione a pagina intera confronta i risultati di diverse concimazioni della barbabietola da foraggio. Georges VILLE (1824-1897) Letame, bestiame e concimi chimici. Nuovi trattenimenti agrari pronunziati al campo sperimentale di Vincennes 1874-75, Torino, Unione tipografico-editrice, 1876. In questo libro Ville sostiene l’opportunità di utilizzare concimi artificiali, senza per questo contrastare l’impiego tradizionale dei letami. L’autore sottolinea poi come la scelta del prodotto fertilizzante debba basarsi su un’attenta analisi del costo e della resa che ne deriva. Paul WAGNER (1843-1930) Friedrich HOLDEFLEISS (1846-1919) L'impiego appropriato dei concimi artificiali. Traduzione del dott. Angelo Monti. Reggio Emilia, Primo Borghi - Torino, F. Casanova, 1896 [il volume contiene anche Il trattamento dello stallatico di Holdefleiss] I testi dei due autori tedeschi sono stati tradotti in italiano per la lettura da parte di un pubblico di agricoltori. Entrambe le memorie intendono rendere edotti i coltivatori sull’utilizzo dei concimi artificiali mescolati allo stallatico, al fine di conservare l’azoto altrimenti destinato a disperdersi nell’atmosfera. - 23 - - 24 - Sezione 3: Il Novecento Nel Novecento continuano ad affermarsi le Scuole Superiori di Agraria, convertite ben presto in Facoltà. La richiesta di pubblicazioni sia di tenore divulgativo che di ambito universitario porta alla fioritura dell’editoria del settore, presso case specializzate a livello nazionale quali il REDA (Ramo editoriale degli agricoltori), o comunque ben note a Bologna per la loro attività, quali le tipografie Garagnani, Cuppini e Compositori. I volumi sono rivolti a un pubblico di agricoltori o di studenti, scritti in un linguaggio piano e contenuti nel prezzo; tuttavia si nota un investimento nell’apparato illustrativo per meglio spiegare le tecniche e le macchine descritte nel testo. Riccardo DE POLO Le concimazioni potassiche in terreni ricchi di potassa. Bologna, Società Tipografica già Compositori, 1904. Cesare FORTI I concimi e le concimazioni, in Nuova Enciclopedia Agraria Italiana. Vol. 3. Il Terreno. Torino, Utet, 1903. Forti, che diresse la Cattedra ambulante di agricoltura di Como, è autore di questa ampia trattazione sui concimi organici e inorganici, nonché sulle relative tecniche di utilizzo. Il volume è riccamente illustrato da disegni, che raffigurano macchinari per la lavorazione delle materie prime atte alla produzione e al trasporto dei concimi industriali. Il volume sottolinea l’importanza dei concimi potassici, sia al fine di aumentare il raccolto che di incrementare le sostanze zuccherine nella frutta. Un ulteriore beneficio derivante dall’utilizzo di sostanze potassiche è la maggior resistenza delle coltivazioni al gelo. Ottavio SCRITTORE L' impiego dei concimi chimici in selvicoltura, Bologna, Tip. Garagnani, 1910 [estratto dalla Rivista forestale italiana «L'Alpe», nn. 3-4-5, anno 1910, (a cura dell'Ufficio di incoraggiamento per esperienze di concimazione). L’opuscolo sottolinea l’importanza in selvicoltura delle qualità fisiche del suolo e afferma che, nei primi anni del ‘900, non è molto diffusa la pratica della concimazione, ritenuta economicamente non vantaggiosa. Invece, continua l’autore, anche il bosco, se non avesse altre fonti di sostanze nutritive, in breve tempo vedrebbe esaurirsi la fertilità del terreno, come accade anche per i campi. Luigi ZERBINI L'unghia e corna torrefatte e la rizza nella concimazione dei terreni. Bologna, Tip. A. Garagnani, 1910. L’autore, Bologna, - 25 - socio della sottolinea Società agraria di l’importanza nel bolognese dei concimi organici azotati, detti “letami da stadera” perché venduti a peso. Tra questi la rizza, raschiatura di corna e unghie ottenuta con apposite macchine. Nel 1910 c’erano nel comune di Bologna tre fabbriche di corna e unghie torrefatte. Ritorna il nome del tedesco Paul Wagner in questo opuscolo dal taglio estremamente divulgativo. Gli argomenti sono presentati sotto forma di quesiti, cui segue la relativa risposta. Ad esempio l’autore chiede “Potrebbe in certi casi attribuirsi l’azione meno efficace dell’azoto ammoniacale alla nitrificazione troppo lenta dell’azoto stesso?”. La risposta consiste nei risultati di alcune esperienze condotte da Wagner, pronto però ad ammettere di aver forse preso in considerazione un numero troppo ristretto di casi per poterne trarre una conclusione definitiva. Venanzio MANVILLI L’azoto in agricoltura. Roma, Ramo editoriale degli agricoltori, 1936. Manvilli, nato a Reggio Emilia e autore di numerosi trattati di agronomia – dalle tematiche estimative alla concimazione - si occupa in questo volume dei concimi azotati. Ritenuti fondamentali soprattutto per la cerealicoltura, i più noti all’epoca erano la calciocianamide, il fosfato biammonico e il nitrophoska. L’illustrazione presenta, in ordine di importanza, gli elementi necessari alla crescita delle colture. CONCORSO a premi per la concimazione igienica e razionale degli ortaggi bandito dalla Società agraria di Bologna nel Luglio 1910. Relazione letta alla Società Agraria della Provincia di Bologna da Luigi Zerbini. Bologna, Tip. Paolo Cuppini, 1912. Il concorso si prefisse lo scopo di premiare le aziende orticole che avessero bandito l’uso del pozzo nero, preferendo i concimi chimici. L’impiego del “cessino” infatti predispone le piante alle malattie crittogamiche, oltre a rendere più difficile la conservazione degli ortaggi. Si noti l’affermazione, nel caso della fragola, che la concimazione chimica preserva la pianta dalla Phyllosticta fragaricola, detta volgarmente brusone. Paul WAGNER (1843-1930) Azoto ammoniacale e azoto nitrico nella concimazione. Versione dal tedesco del prof. Jacopo Ravà. Piacenza, Stab. Tip. Piacentino, 1913. - 26 - “CONCIMI E CONCIMAZIONI” Rivista mensile del Comitato Nazionale per l'Incremento delle Concimazioni, anno V, fascicolo 6, giugno 1940. La rivista reca in copertina il motto mussoliniano “Bisogna dare la massima fecondità ad ogni zolla di terra”, espressamente previsto per le case rurali. Fondata nel 1936, cessò nel 1943 per gli eventi bellici, per poi riprendere la pubblicazione nel 1957 a cura del Comitato Nazionale dei Fertilizzanti e delle Concimazioni. Ferruccio RAGAZZONI I concimi nel commercio e nella pratica agricola. Piacenza, Federazione italiana dei Consorzi agrari, 1931. Un agile volumetto di Ragazzoni, direttore del Consorzio agrario di Bologna, funge da prontuario per gli agricoltori. L’illustrazione sintetizza il capitolo sull’acquisto dei concimi, in cui l’autore raccomanda l’attenzione al titolo, che indica il valore concimante di un fertilizzante e ne determina il prezzo. Mario ZUCCHINI (1896-1976) La concimazione nell’Emilia. Roma, Grafiche IFAP, 1941 L’opuscolo fa parte delle Pubblicazioni di Propaganda della collana “I quaderni della calciocianamide”. Destinato agli agricoltori emiliani, definiti “fra i più progrediti d’Italia”, passa in rassegna le principali colture dell’Emilia e indica le formule di - 27 - concimazione più adatte. La calciocianamide, scoperta agli inizi del ‘900, permette l’utilizzo dell’azoto libero nell’atmosfera, fissandolo in un fertilizzante che immetteva nel terreno anche calcio in forma attiva. Henri VIGNERON L’industrie chimique des engrais. Paris, Masson, 1940 Il volume raccoglie le conferenze tenute al Conservatoire Nationale des Arts et Metiers nel 1939. Vi si afferma, tra l’altro, che l’industria chimica dei fertilizzanti risulta assai utile, in caso di guerra, perché la produzione di acido solforico e nitrico può essere facilmente convertita ad uso della fabbricazione di ordigni. Andrea FERRARESE (a cura di) Agricoltori per l’Agricoltura. La Fabbrica Cooperativa Perfosfati Cerea (1908-2008). Bonavicina, Grafiche Stella, 2008. Il percorso bibliografico nella storia dei fertilizzanti si chiude con il volume del centenario di una tra le prime fabbriche di concimi chimici in Italia. Sorta nel veronese e rivolta, quindi, a un territorio di recente bonifica e di spiccata vocazione agricola, la Cerea produceva fertilizzanti fosfatici in uno stabilimento all’avanguardia, per i tempi. La struttura dell’edificio, infatti, scandiva e razionalizzava le varie fasi del processo produttivo mediante strutture separate e contigue. L’immagine documenta l’interno dell’impianto per la produzione dell’acido solforico a fine anni ’30. - 28 - Gaetano JERNA, Cavour, mercante e produttore di concimi artificiali. «L'Italia agricola», a. 85, n. 12, dicembre 1948. - 29 - - 30 - - 31 - - 32 -