EDIZIONE 2011/2012 Servitevi ! Esemplare gratuito Consigli per genitori di bambini fino a cinque anni Felici e contenti anche in cucina Via il pannolino : come facilitare l’educazione al vasino Notizie utili sulla carie Consigli per far festa Le buone maniere Lo sviluppo del comportamento sociale Febbre: che fare ? Intervista con il dottor Georg Staubli del Pronto soccorso dell'Ospedale pediatrico di Zurigo GRAVIDANZA & PARTO ✽ SALUTE ✽ ALIMENTAZIONE ✽ SVILUPPO ✽ EDUCAZIONE Indice bimbi &bebè Care lettrici, cari lettori, Rid uc e il rischio di alle r g i e - a c i c lin n e m stat e t e t BEBA H.A. è concepito apposta per i particolari bisogni nutrizionali dei neonati soggetti a rischio di allergie. Numerosi studi scientifici hanno provato che il latte per neonati BEBA H.A. è l’unico che riduce efficacemente il rischio di allergie. Inoltre, i probiotici da noi selezionati rafforzano le difese naturali del bebè. o ze Allevare dei figli è una delle esperien più belle, e sicuramente più impegna terza nella he Anc . offre ci tive, che la vita » edizione della guida « bimbi&bebè i zion trovate innumerevoli informa te, utili e suggerimenti pratici sulla salu cal’alimentazione, lo sviluppo e l’edu anni. ue cinq a zero zione del bambino da Vi auguro una piacevole lettura. Susanna Steimer Miller Editrice e caporedattrice www.nestlebaby.ch 2 Le buone maniere 5 Padrini si diventa! 8 Consigli per far festa 10 Viaggiare in auto GRAVIDANZA & PARTO 14 Neomamme nel buio 18 Alimentazione in gravidanza sALUTE 22 Il fascino dell’acqua 26 Problemi cutanei 30 Notizie utili sulla carie 33 Pidocchi 36 Febbre: che fare? ALIMENTAZIONE 40 Felici e contenti anche in cucina 44 Ricetta: quiche variopinta alle verdure 46 Il nostro tesoro mangia abbastanza? Sigla editoriale Edizione e inserzioni pr solutions gmbh, Kilchberg [email protected] Tel. 044 715 07 34 Redazione Caporedattrice : Susanna Steimer Miller Collaboratrici indipendenti : Marianne Botta Diener Sarah Zanoni Traduzione Patrizia Mina, Dino Direzione artistica Peter Yates Peter Yates Design, New York Avviso importante: il latte materno è l’alimento ideale per il bimbo. L’OMS consiglia un allattamento esclusivo per la durata di 6 mesi. Se il bambino necessita di un alimento complementare o non si è più in grado di allattare, chiedere consiglio al personale specializzato del servizio sanitario. ATTUALITÀ Composizione e litografie Annemarie Gantenbein Satzbild, San Gallo Revisione Tanya Schmid-Loringett Stallikon Fotografie Andreas Steimer Foto Steimer, Rorschach Stampa AVD Goldach Tiratura 170 000 (i, f, t) Ordinazione www.bimbi-e-bebe.ch © by bimbi&bebè Riproduzione solo con l’approvazione dell’editore SVILUPPO 50 La relazione genitori-figli 53 Primi passi 57 Via il pannolino: come facilitare l’educazione al vasino EDUCAZIONE 60 Lo sviluppo del comportamento sociale 63 I bimbi e la TV Bimbi & Bebé ATTUALITÀ 2 Le buone maniere Anche i genitori moderni attribuiscono grande importanza alla buona educazione. Ecco qualche consiORENZO È proprio un glio per evitare bambino educato!» si discussioni sulle complimenta la madrina riaccomregole basilari. pagnando a casa il piccolo dopo aver «L Testo: Sarah Zanoni (-Renold) Consulente pedagogica Lettura consigliata «Come insegnare le regole ai bambini» di Andrea Magnani, edizioni Sì. Guida per i genitori, ISBN 8895577035. Bimbi & Bebé trascorso un’intera giornata insieme. La mamma è stupita, perché a lei pare di dover continuamente riprendere suo figlio: «Dì grazie, togli i piedi dal tavolo, ridai la paletta al bimbo!». Ma perché spesso i bambini sono più gentili con gli estranei che con i loro genitori? Buone notizie: se il proprio tesoro è in grado di comportarsi bene con gli altri è effettivamente perché ha imparato le buone maniere. Il motivo che spinge il piccolo a comportarsi diversamente con i propri genitori sta proprio nella relazione inscindibile che esiste tra loro. Con i genitori il bambino osa esprimere anche sentimenti forti (negativi), perché si fida e perché sa che lo ameranno comunque. In queste circostanze è bene rimproverarlo con fermezza, interpretando però nel contempo il suo comportamento come una celata prova d’amore. Occorre tempo per imparare le buone maniere. IMPARARE IMITANDO I bambini copiano tutti i comportamenti, anche le buone maniere delle persone di riferimento più importanti, i genitori, i fratelli (maggiori) e gli amichetti. Osservando quotidianamente cosa «si fa» e cosa «non si fa», il bambino acquisisce sin dalla tenera età le regole di comportamento della nostra società. Molto presto capisce che bisogna dire «per favore» e «grazie», «buongiorno» e «arrivederci», ma occorre tempo prima che impari a farlo spontaneamente. Mostrare timidezza nei confronti degli altri, soprattutto degli adulti, è del tutto normale per un bambino piccolo. Vi sono bambini che rivolgono spontanea- mente la parola alla cassiera del supermercato, al postino o alla signora sull’autobus, altri che invece si nascondono dietro le gambe dei genitori. Di regola il timore verso gli estranei scompare da sé crescendo. POCHE REGOLE MA CHIARE Imparare le buone maniere evita al piccolo di fare cattiva impressione ed essere messo da parte dai suoi coetanei. Anche i bambini, infatti, sanno scegliere e preferiscono i compagni che si comportano bene. I bambini maleducati vengono invece allontanati ed esclusi dal gioco. È compito quindi dei genitori fare in modo che i propri figli acquisiscano sin dalla tenera età le regole basilari della buona educazione. Possono farlo dando il buon esempio, fornendo spiegazioni e motivi, ma soprattutto elogiando e ricompensando il bambino. Se i genitori dicono al piccolo di essere fieri che abbia salutato di sua iniziativa la vicina o ringraziato la nonna per il regalo, il bambino trova conferma del suo buon comportamento. Più si insegnano le buone maniere giocando, meglio è. Insistendo e pretendendo troppo, il piccolo oppone resistenza e ci si scontra. Molto meglio invece pattuire con il piccolo poche regole ma chiare, da due a cinque, disegnandole su un foglio per renderle più comprensibili. Lo sapevate che . . . . . . i genitori sono per tutta la vita l’esempio più importante, nel bene e nel male, per i loro figli? Sin dalla nascita, il bambino è legato emotivamente ai suoi genitori ed è in base a loro che si orienta. Nei primi anni di vita osserva attentamente ogni loro azione e nei giochi di ruolo imita sovente ciò che i genitori fanno e dicono. Bimbi & Bebé ATTUALITÀ Padrini si diventa! 4 ATTUALITÀ Prima di assumere il ruolo di madrina o padrino, è bene riflettere. Spesso questo ruolo implica aspettaETER FISCHER di tive elevate, inizialWinterthur non ha mente da parte dei esitato neppure un secondo quando genitori e più avanti cinque anni fa suo fratello gli chiese da parte del bambino. di diventare il padrino della figlia 5 P Consigli per la vita di tutti i giorni Insegnare a dire sempre «per favore» e «grazie» Date al bambino ciò che vuole solo se dice «per favore». I monosillabi sono un’alternativa accettabile per i più piccoli. Se la richiesta è imperativa come «Mamma, da bere!», spiegategli come deve formulare la sua richiesta: «Devi dire, da bere per favore mamma!». Se si sforza ripetendo educatamente la domanda, lodatelo. Porgendogli il bicchiere, tenete quest’ultimo ben saldo finché il piccolo vi ringrazia. Il bambino impiega poco a capire le vostre aspettative, ma nel corso delle settimane e dei mesi vi accorgerete dei suoi tentativi di rielaborare le buone maniere. Ciò non significa che voglia intenzionalmente dimenticare quanto appreso. Semplicemente a volte è concentrato in altri pensieri e i vostri desideri passano in secondo piano. Siate pazienti: la goccia scava la pietra . . . Evitare la forme impersonali «Non si picchia!», «Non si scappa», «Si mangia con la forchetta e il coltello» e via dicendo. La forma impersonale non piace ai bambini ed è troppo indiretta. Molto meglio utilizzare frasi concrete come «Non devi picchiare gli altri bimbi» o meglio ancora la forma positiva come «Sii gentile con gli altri bimbi». Capire l’inutilità dei conflitti Se il vostro bambino non vuole dire «grazie» per il panino ricevuto in panetteria o si rifiuta di salutare la vicina, non è il caso di fare storie. Anziché insistere, dovreste venire in aiuto al piccolo e ringraziare o salutare al posto suo senza ulteriori spiegazioni come «È ancora un po’ timido». Evitate di rimproverarlo dicendogli piuttosto che sareste molto fieri se dicesse «grazie» o «buongiorno» di sua iniziativa. Imparare attraverso i rituali Ai bambini piacciono i giochi e le azioni ritualizzate, anche quando si tratta d’imparare le buone maniere. Mascherandosi da principe o principessa, il bambino è capace di stare composto per l’intera durata del pasto, mentre travestito da pirata sa che può permettersi di mangiare rumorosamente o con le mani. Un altro gioco da fare in famiglia consiste nel gridare in un sacchetto di plastica le peggiori proteste, annodarlo e gettarlo via per eliminare simbolicamente dal linguaggio quotidiano le cattive maniere. In alternativa, potete ricorrere al cartellino giallo o rosso come nel gioco del calcio. Giallo = avvertimento, rosso = conseguenza. Bimbi & Bebé Lo sapevate che . . . . . . per il battesimo in chiesa la madrina o il padrino devono soddisfare queste condizioni? Bastano una madrina o un padrino, ma chi lo desidera può sceglierne diversi. Almeno uno dei padrini deve aver raggiunto la maturità cristiana, ovvero essere cresimato e appartenere a una confessione cristiana in quanto al momento del battesimo la madrina e il padrino promettono di contribuire all’educazione religiosa del bambino. valori e all’educazione dovrebbero più o meno coincidere. Il padrino in fondo accompagna il bambino per una ventina d’anni ed è presente a molti compleanni e feste di neonata Sarah. «Ho sempre pensato famiglia come la prima comunione e la cresima». I coniugi Fischer che fosse un grande onore poter considerarono questi aspetti anche svolgere questo compito e lo faccio al momento di scegliere la madrina con molto piacere», spiega il 32enne, anch’egli padre di tre figli e e il padrino per i propri figli. Addirittura le loro riflessioni si due volte padrino. spinsero un po’ più in là: «Pur sapendo che oggigiorno madrina e VENT’ANNI D’IMPEGNO padrino non sono più chiamati a Ciononostante Peter Fischer non sostituire i genitori in caso di loro accetterebbe questo ruolo per morte precoce, ci siamo chiesti a chiunque senza riflettere: «Le chi avremmo preferito affidare i aspettative del padrino e della nostri figli». famiglia del bambino riguardo ai Il battesimo segna l’ingresso nella vita di fede. Bimbi & Bebé ATTUALITÀ 6 « È divertente trascorrere del tempo insieme al padrino! » {Consigli} Come scegliere i padrini Ponetevi le seguenti domande : I possibili padrini soddisfano le nostre aspettative riguardo all’educazione o alla religione ? Cosa devono offrire i padrini al nostro bambino (tempo, affetto, buon esempio, regali) ? Siamo disposti a far partecipare i padrini alla nostra vita familiare per i prossimi vent’anni ? Quanto ci sanno fare con i bambini i potenziali padrini ? Come cambierebbe il rapporto tra la nostra famiglia e la madrina o il padrino se ci separassimo? Ciascuno dei partner dovrebbe quindi scegliere uno dei due padrini ? Quanti figliocci ha già la persona prescelta ? Troppi non avantaggiano nessuno. Al momento di porre la domanda alla persona prescelta, esponete chiaramente i vostri desideri e le vostre aspettative (visite, presenza ai compleanni, regali) e datele il tempo di riflettere. Bimbi & Bebé NÉ DIRITTI NÉ DOVERI «Un tempo la madrina e il padrino dovevano impegnarsi a prendersi cura del bambino in caso di scomparsa dei genitori. Allora questo era un evento tutt’altro che raro», spiega il parroco cattolico Franz Scherer di Thun. Dal momento in cui ci fu la separazione tra Stato e Chiesa, diritti e doveri nei confronti dei figliocci decaddero. «Oggigiorno la madrina e il padrino non sono più chiamati a occuparsi del bambino qualora i genitori morissero precocemente. Essi non hanno neppure più il dovere di aiutare finanziariamente il piccolo e la sua famiglia, né possono pretendere alcuna eredità», precisa il parroco. Se da una parte il figlioccio non ha il diritto di reclamare regali, la madrina e il padrino non hanno il diritto di visita al figlioccio né possono esigere di trascorrere insieme le vacanze. Se il rapporto con il figlioccio è buono, può durare ben oltre la cresima. «In molti casi la madrina e il padrino sono stati di grande aiuto per genitori e figli nel difficile momento dell’adolescenza oppure hanno continuato a frequentare regolarmente per molti anni la fa- miglia del figlioccio ormai adulto», osserva il parroco. FIGURE IMPORTANTI Nonostante l’assenza di diritti e doveri, la figura della madrina o del padrino può diventare particolarmente importante, come nel caso della vedova trentatreenne Beatrice Keller. «Da quando mio marito è morto di cancro due anni fa, sono molto riconoscente per tutto ciò che la madrina e il padrino fanno per i miei figli», racconta questa mamma di Aarau rimasta sola con tre bambini. «Ho preferito chiedere aiuto a loro che non ad altri parenti o conoscenti», spiega la signora Keller. «In particolare i padrini dei maschietti sono riusciti a colmare l’assenza del papà.» Pur mancando le basi giuridiche, in caso di decesso dei genitori la madrina e il padrino possono proporsi come genitori affidatari del bambino. L’autorità tutoria preferisce collocare possibilmente gli orfani presso i parenti anziché in una struttura. SCELTE SBAGLIATE La relazione tra i genitori e i padrini non è sempre facile. L’esperienza insegna che solo con gli anni ci si può rendere conto se la scelta della madrina o il padrino è caduta sulla persona giusta. Cambiare lavoro, fondare una famiglia o non avere figli sono fattori che possono influire profondamente sul ruolo di padrino o madrina e che nessuno può predire. Che fare allora? «Anche se i genitori non sono soddisfatti della loro scelta, non è possibile stralciare dal registro dei battesimi i padrini iscritti», spiega il parroco Scherer. I padrini sono i testimoni del battesimo che a sua volta costituisce il rito attraverso il quale il bambino viene accolto nella comunità cristiana. E un testimone rimane pur sempre un testimone. «Qualche volta però nella pratica capita di cambiare la madrina o il padrino», afferma il parroco. Per il bambino è un’amara delusione essere trascurato dalla madrina o dal padrino. In questi casi i genitori fanno bene a cercare un sostituto. «La mia madrina, al tempo molto giovane, ha smesso di interessarsi a me quando avevo poco più di un anno», racconta Jonas Beurer (10 anni) di Soletta. «Ma per fortuna ne ho trovata un’altra.» Qual è l’aspetto che il ragazzino apprezza maggiormente dei suoi padrini? I loro regali costosi e ricercati? La risposta arriva come una cannonata: «I regali sono ok, ma la cosa più bella è quando vengono a trovarmi per andare insieme a nuotare, a sciare o a visitare un museo». nuovo per (quasi) tutti gli altri. Troppi invitati rischiano tra l’altro di stancare eccessivamente il festeggiato, che si troverebbe in difficoltà a dar retta a tutti. ATTUALITÀ 8 « Una volta all’anno mi piace essere una principessa ! » Consigli per far festa Sin da piccoli i bambini adorano festeggiare il loro compleanno in compagnia di altri bimbi. Ecco alcuni COMPLEANNI, come suggerimenti per le festività, sono tappe organizzare una importanti che aiutano il bambino bella festa senza a scandire il corso dell’anno. Festress né delusioni. steggiare in compagnia dei propri I {Consigli} Inviti Date un titolo alla festa, ad es. principesse, dinosauri, calciatori o pirati. Indicate sull’invito il luogo della festa e gli orari d’inizio e fine. Bimbi & Bebé amichetti, giocare e divertirsi insieme sono esperienze importantissime sin dall’età prescolare. «È bello vedere come in occasioni del genere i piccoli invitati si stringono attorno al festeggiato. Queste esperienze aiutano il bambino a convincersi delle proprie capacità (autoefficacia) favorendo così la costruzione dell’autostima», afferma la psicoterapeuta e consulente pedagogica di Dornach Denise Tinguely Hardegger. POCHI INVITATI Il numero d’invitati è un aspetto che preoccupa gran parte dei genitori. «Si dice che il numero degli invitati debba essere uguale al numero di candeline sulla torta, ma è sempre meglio che siano i genitori a valutare quanti bambini invitare per garantire il buon svolgimento della festa», raccomanda l’esperta. «Il grado di tolleranza varia da famiglia a famiglia e non bisogna dimenticare che durante il compleanno i genitori dovranno occuparsi anche degli eventuali fratellini.» Affinché la festa riesca al meglio, è preferibile inoltre che i bambini si conoscano già tra di loro e che nessuno sia IL RINFRESCO Alle feste di compleanno il rinfresco riveste un ruolo importante. Sovente è abitudine preparare uno spuntino da portare all’asilo nido o al gruppo di gioco. «A seconda del luogo di residenza, anche quando si festeggia un compleanno i cibi devono essere salutari e rispettare determinate direttive», spiega Marianne Botta Diener, nutrizionista e mamma di otto figli. È molto importante contare esattamente le porzioni affinché ce ne siano per tutti, senza dimenticare di aggiungerne una per la maestra. Per il loro compleanno, i bambini più grandicelli amano pure invitare gli amichetti a pranzo. In questo grande giorno non può naturalmente mancare la torta! PIANIFICARE LA FESTA Vi sono genitori ai quali occorrono giornate intere per organizzare il compleanno e al termine della festa sono letteralmente esausti. «Sovente mamma e papà perdono di vista i veri obiettivi dei piccoli invitati alla festa, che non di rado termina arrecando stress e delusione», fa notare Denise Tinguely Hardegger. L’esperta consiglia di coinvolgere il festeggiato, adeguatamente all’età, nell’organizzazione e di tenere conto dei suoi desideri per quanto riguarda il rinfresco, la torta, i regali e i giochi. In questa occasione è lui il padrone di casa ed è giusto che abbia l’opportunità per una volta di svolgere questo ruolo assumendosi dei compiti ben precisi. «La cosa migliore è pianificare la festa con anticipo insieme al bambino», suggerisce l’esperta. Più il compleanno è organizzato nei dettagli, meglio si svolgerà. Può essere utile anche farsi aiutare da qualcuno. UN SUCCESSONE L’esperienza insegna che alla festa di compleanno i bambini devono potersi muovere liberamente. Per animare il pomeriggio, si possono preparare attività con gare e giochi divertenti come la caccia al tesoro (gessetti o mappa a seconda dell’età), guardie e ladri, le belle statuine e nascondino all’aperto. Se i piccoli invitati si sfogano e giocano fuori casa, i genitori ci guadagnano risparmiando sul tempo che occorrerà loro per ripulire e riordinare a festa ultimata. L’esperta raccomanda di prevedere anche qualche alternativa per gli invitati più restii a partecipare ai giochi. Ebbene sì, ci sono anche bambini così! «I compleanni in cui i bambini vengono tenuti a lungo a tavola, come accade nelle feste organizzate dai fast food, creano solo stress e noia», spiega l’esperta. REGALINI A TEMA PER GLI INVITATI «Oggi va di moda offrire un pensiero a chi ha partecipato al compleanno», racconta Denise Tinguely. Sono adatti gli oggettini in sintonia con il tema della festa come ad esempio una benda da pirata, una cartolina dello zoo o un dolcetto a forma di animale preparato durante la festa. {Consigli} Per il rinfresco Spuntino da portare all’asilo Minitreccine Michettine con salsiccette Cestino di frutta Panini farciti con burro, fette di formaggio, carne secca, salame o prosciutto. Invito a pranzo Pizza Hamburger Tacos Tortilla Crêpe Invito a merenda Torta di compleanno, ad es. a forma di campo da calcio o di castello (il sito www.bringbackform.ch – solo in tedesco e in francese – vende e noleggia stampi per torte) Tartine guarnite o gipfel al prosciutto Attenzione: tra gli invitati possono esserci bambini che non mangi ano carne di manzo o di maiale per motivi religiosi o che non gradiscono la carne in generale. Informatevi con anticipo se vi sono allergie o alimenti che i piccoli non possono mangiare e cercate di scegliere cibi adatti per tutti. Bimbi & Bebé ATTUALITÀ 10 Molti genitori di neonati e bambini piccoli scelgono l’auto per partire in vacanza. Se il piccolo urla e strilla sul sedile posteriore, il viaggio può tramutarsi rapidamente in un incubo. Lettura consigliata Opuscolo « Seggiolini auto 2011», a disposizione gratuitamente tramite il sito www.seggiolini-auto.tcs.ch. L’opuscolo contiene, oltre a numerosi consigli utili, i recenti risultati dei test sui seggiolini per bambini. Bimbi & Bebé Viaggiare in auto P ER LE trasferte lunghe in auto la consulente materna Manuela Meyer-Mäder consiglia di adeguare i tempi di viaggio agli orari dei pasti e della nanna del bambino e di fermarsi spesso per consentire al piccolo di fare movimento. «Bisognerebbe fare una pausa ogni ora e mezzadue ore» raccomanda Manuela Meyer-Mäder. Durante il viaggio il bambino deve bere a sufficienza, soprattutto in estate, e respirare aria fresca. Se fa molto caldo, è importante proteggerlo dal surriscaldamento vestendolo piuttosto leggero e montando sui finestrini gli appositi parasole. In estate il bambino non va assolutamente mai lasciato all’interno dell’abitacolo, dove la temperatura può rapidamente raggiungere i 70° C. Per i più piccoli è indispensabile tenere sempre a portata di mano una borsa-fasciatoio, un bavaglino, vestitini di ricambio, cibo leggero a sufficienza, giocattoli ed eventualmente un succhietto. SICUREZZA Dal 2010 in Svizzera, come nel resto dell’Europa, è obbligatorio assicurare i bambini fino a 12 anni di età o fino a 150 cm di statura mediante un sistema di ritenzione (seggiolino). Se il bambino non è allacciato in un seggiolino di sicurezza, in caso d’incidente il rischio di ferirsi gravemente è sette volte maggiore. Già a bassa velocità, nella collisione il piccolo viene proiettato violentemente all’interno dell’abitacolo contro i sedili anteriori, il cruscotto o il parabrezza, senza contare che potrebbe diventare un pericolo anche per i passeggeri seduti davanti. Toni Keller, responsabile del progetto per la sicurezza dei bambini presso il TCS, raccomanda a tale riguardo: «I bambini devono essere allacciati correttamente, anche per le tratte brevi». SEGGIOLINO ADEGUATO I neonati fino a 13 kg e circa 18 mesi di età vanno assicurati nell’apposito guscio per bebè, sempre montato in Per viaggiare in auto durante l’inverno sono più adatte le giacche in pile, perché permettono alla cintura di aderire meglio al corpo. {Consigli} Più sicuri in auto senso inverso alla marcia. In questa posizione la testa, la colonna vertebrale e la schiena sono meglio protetti nell’impatto. È importante che la cintura di sicurezza sia posizionata in modo corretto conformemente alle indicazioni del fabbricante. Il seggiolino può essere collocato a lato del conducente soltanto se l’airbag è disattivato. I sedili posteriori laterali offrono maggiore protezione, mentre se si trasporta un solo bambino è ideale il sedile posteriore destro. Il guscio per bebè va sostituito con un seggiolino del gruppo di peso superiore quando la testa del bambino sporge oltre il bordo dello schienale. Lo stesso vale per il gruppo da 9 a 18 kg. Anche questo seggiolino è necessario che sia ben fissato al sedile della vettura. La cintura di sicurezza del seggiolino deve aderire perfettamente al corpo ed essere adeguata alla statura del bambino. L’altezza è perfetta se la cintura si inserisce nel seggiolino orizzontalmente a livello delle spalle. Il sistema di attacco Isofix, che permette di fissare saldamente il seggiolino al telaio della vettura, si è rivelato particolarmente vantaggioso nei test del TCS, sia in caso d’incidente sia per l’uso quotidiano. I seggiolini Isofix sono attualmente disponibili in tutte le misure. Per i bambini a partire dai 4 anni esistono modelli con schienale regolabile e protezioni laterali che offrono una protezione migliore in caso d’incidente rispetto ai seggiolini più semplici ed economici, anch’essi ammessi dalla legge. Nel seggiolino più grande il bambino viene allac- Allacciatevi sempre prima di mettere in moto e fate lo stesso con i vostri figli, anche per i brevi tragitti. Verificate che il bambino rimanga ben allacciato anche durante gli spostamenti. Fate delle pause per consentire al bambino di muoversi. Guidate tranquillamente. Attivate il dispositivo di sicurezza bambini per le porte posteriori. Non fumate; arieggiate di tanto in tanto. Nei viaggi lunghi, tenete pronti dei giochi per occupare il piccolo. Non trasportate oggetti taglienti o appuntiti collocandoli vicino al bambino. Non lasciate mai il bambino solo in auto. Togliete sempre la chiave di avviamento se il bambino rimane nell’auto anche solo per un breve istante. Bimbi & Bebé ATTUALITÀ 12 Il guscio per bebè va montato in senso inverso alla marcia. Buona domanda Come devono comportarsi le donne incinte che viaggiano in auto ? L’Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni e il TCS consigliano alle donne in dolce attesa d’indossare preferibilmente dei pantaloni e di allacciarsi con l’apposita cintura per gestanti BeSafe. Questo dispositivo di sicurezza sposta la cintura addominale sotto il pancione per proteggere il feto da un’eccessiva sollecitazione in caso di collisione. BeSafe family si adatta a qualsiasi vettura ed è in vendita nei negozi specializzati di articoli per bebè. Nell’ultimo trimestre di gravidanza si dovrebbe viaggiare in auto il meno possibile, rinunciandovi preferibilmente del tutto al nono mese quando ormai il nascituro è meno protetto dal liquido amniotico e quindi più esposto al rischio di lesioni in caso d’incidente. ciato con la cintura di sicurezza della vettura. È importante assicurarsi che la cintura passi sopra la spalla e sia inserita nelle guide del seggiolino. In caso di collisione questo impedisce che la cintura stringa sul collo e la cinghia addominale scivoli verso l’alto sulla pancia con il rischio di provocare gravi lesioni interne. PIÙ BAMBINI A BORDO Se a bordo vi sono diversi bambini, ognuno dev’essere assicurato individualmente. Per trasportare due bambini, è preferibile collocare i seggiolini sui sedili posteriori laterali. La vettura può trasportare al massimo il numero di bambini/ adulti indicato sulla licenza di circolazione. La legge consente anche di far sedere i bambini davanti accanto al conducente a condizione però di tenere conto delle avvertenze d’uso del fabbricante dell’auto in quanto spesso le indicazioni variano da un modello all’altro. In ogni caso è indispensabile disattivare l’airbag qualora si collocasse il seggiolino (ad es. il guscio per bebè) sul sedile anteriore in senso inverso alla marcia. IMPIEGO ERRATO Oggigiorno il mercato propone una vasta scelta di seggiolini in grado di soddisfare tutti i gusti.Tuttavia anche il migliore garantisce la dovuta sicurezza soltanto se è montato in modo ottimale. Un’indagine condotta dall’Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni e dal TCS ha rivelato che 4 bambini su 10 non vengono trasportati in auto allacciati correttamente. Questi gli errori riscontrati più frequentemente: seggiolino troppo lento, cintura di sicurezza allentata o attorcigliata, cintura mal posizionata, cintura a contatto con il collo, cintura sotto il braccio, seggiolino di misura troppo grande o troppo piccola. In questi casi la sicurezza del bambino può essere seriamente compromessa. Anche le giacche pesanti invernali riducono l’effetto protettivo del seggiolino in quanto impediscono alla cintura di aderire bene al corpo esile del bambino che, in un impatto, potrebbe scivolare fuori e cadere in avanti procurandosi gravi ferite. Per garantire una buona aderenza della cintura bisognerebbe quindi togliere o perlomeno aprire la giacca. Nella vita c’è molto di più di una Volvo. C’è la consapevolezza che lo spazio è il lusso più ambito. ECCO PERCHÉ GUIDI UNA VOLVO V70. LA VOLVO V70. CAMPIONESSA DI SPAZIO IN VESTE SPORTIVA. Bimbi & Bebé www.volvocars.ch Volvo. for life GRAVIDANZA&PARTO Neomamme nel buio 14 È convinzione generale che la nascita di un bambino renda felici. Eppure molte mamme fanno fatica ADELEINE GERBER non si era immaginata ad adeguarsi alla così i primi giorni insieme al suo nuova situazione. M Lo sapevate che . . . . . . dal venticinque al cinquanta percento delle neomamme soffre di un breve disturbo dell’umore chiamato «baby blues» nella prima settimana dopo il parto? Inoltre, nei mesi successivi alla nascita del bebè una mamma su 8–10 è colpita da depressione postnatale, uno stato depressivo persistente che dev’essere curato. Bimbi & Bebé bebè. «Avrei regalato mia figlia a chiunque l’avesse voluta, l’importante era liberarmene», confida questa mamma che oggi ha sei figli. Nessun sentimento di amore materno smisurato, solo una sensazione di estrema prostrazione accompagnata da un forte senso di inadeguatezza a soddisfare i bisogni della neonata: «Mi sentivo come se mi avessero seppellita viva». BABY BLUES E DEPRESSIONE POST-PARTO La professoressa Anita RiecherRössler, psichiatra e medico primario del Policlinico psichiatrico dell’Ospedale universitario di Basilea, spiega la differenza tra questi due disturbi: «Il baby blues è un malessere temporaneo e passeggero che scompare spontaneamente nel giro di al massimo una settimana. La depressione post-parto è invece uno stato patologico grave che va assolutamente curato». La donna colpita da questo disturbo dell’umore si sente abbattuta o molto labile e irritabile. «La neomamma è senza energie, non risponde agli stimoli e non prova più alcuna voglia e interesse. Si sente costantemente stanca, non riesce a concentrarsi e tutto le sembra insormontabile», spiega la psichiatra. Anche preoccuparsi eccessivamente per il neonato credendo di non occuparsene come si deve o pensare che il piccolo possa essere malato, sono sintomi tipici della depressione post-parto. «Le donne colpite dalla depressione post-parto provano grandi sensi di colpa e sono convinte di non essere delle buone madri. Molte affermano pure di non riuscire a provare chiare emozioni o amore nei confronti della propria creatura, il che non fa altro che rafforzare i loro sentimenti di colpa», illustra la professoressa Riecher-Rössler. INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE Quando la donna mostra questi sintomi, è indispensabile che richieda l’aiuto di uno psichiatra. Se non ne conosce, può farsi consigliare uno specialista dalla propria consulente Ogni anno in Svizzera circa 10 000 donne entrano in crisi dopo aver partorito. materna o levatrice oppure dal proprio ginecologo, pediatra o medico di famiglia. «È importante che la donna non sottovaluti i suoi sentimenti e che non aspetti che passino da soli», raccomanda la psichiatra che da anni cura neomamme con questo problema. Le donne che nella loro vita hanno già sofferto di depressione o che hanno casi in famiglia sono particolarmente a rischio. Secondo la professoressa Riecher-Rössler, è assolutamente indispensabile che dopo il parto queste donne dormano abbastanza, si riposino sufficientemente e pos- {Consigli} sano contare sull’aiuto di qualcuno. Anche le giovani mamme senza predisposizione genetica non sono tuttavia al riparo dalla depressione post-parto. Se al rientro a casa sono sole, coltivano pochi contatti sociali e si ritrovano d’improvviso a dipendere finanziariamente dal marito, il tono dell’umore può subire un forte contraccolpo. «In presenza di una certa predisposizione genetica, la depressione post-parto si manifesta sovente solo se vengono associati diversi fattori di stress. Anche se positivo, il parto è di per sé già fonte di stress perché sottopone la madre Per le neomamme colpite da depressione post-parto Concedetevi il tempo per riposarvi e rilassarvi. Cercate di dormire per tutta la notte. Affidate ogni tanto il bebè a qualcun altro. Fatevi aiutare nella cura del neonato, soprattutto se il piccolo piange molto o se è un bambino impegnativo. Occupatevi maggiormente del bebè quando siete rilassate. Procuratevi un aiuto per le faccende di casa, ad esempio una collaboratrice domestica di Spitex. Bimbi & Bebé GRAVIDANZA & PARTO 16 Non tutte le neomamme provano subito amore per la loro creatura. a un vero sconvolgimento emotivo», spiega la specialista. A seconda di quanto si sente sostenuta e protetta la neomamma in questa situazione e in base agli oneri di cui deve farsi carico, può verificarsi o meno un crollo psichico. Lettura consigliata ‹‹ Opuscolo gratuito «La depressione postnatale », Fiorella Monti e Francesca Agostini, Le bussole, Carocci editore, 2006. SOSTEGNO E CURE SPECIFICHE Come si cura la depressione postparto? «La neomamma riceve innanzi tutto spiegazioni sulla malattia che l’ha colpita e viene alleggerita dei suoi sensi di colpa. È importante spiegare alla donna e alla sua famiglia che la depressione post-parto è una malattia vera e propria e che non è un segno di fallimento come madre», spiega la professoressa Riecher-Rössler. Le sedute di consulenza informano la donna depressa dove richiedere aiuto pratico e come affrontare i problemi. La cura della depressione post-parto prevede anche trattamenti di psicoterapia, integrati con farmaci antidepressivi per i casi di media e grave entità. CONSEGUENZE PESANTI PER TUTTA LA FAMIGLIA La depressione post-parto può avere gravi conseguenze per la mamma e Bimbi & Bebé il neonato. Questa malattia rischia di compromettere a lungo termine la relazione madre-bambino e di danneggiare di conseguenza lo sviluppo del neonato. Le ripercussioni possono essere profonde anche sulla madre che, se non viene curata, manifesta sovente sentimenti di colpa che tendono a peggiorare con il tempo arrivando addirittura fino a pensare di suicidarsi. «Naturalmente ne soffre anche il rapporto di coppia se la patologia depressiva dura a lungo», fa notare la psichiatra. Per fortuna Madeleine Gerber, che aveva subito richiesto l’aiuto di uno specialista, non era arrivata a questo punto e le erano bastati sei mesi per riprendersi e rimettersi in forma dopo il parto. «Oltre alla mia psichiatra, sono state fondamentali le persone attorno a me che mi hanno capita, che mi hanno dato una mano in casa e che si sono occupate di mia figlia», afferma Madeleine Gerber riconoscente. «Oggi con i miei sei figli sono felicissima!» Per lei la depressione post-parto è stato un episodio isolato che si è verificato soltanto dopo la prima nascita. Claudia L.*, 30 anni, mamma di Julian, 3 mesi: “Ho cominciato a fare la spesa su LeShop.ch quando ero incinta di 7 mesi. Fino ad allora, facevo la grande spesa della settimana il sabato mattina. A 2 mesi dal termine della gravidanza, però, non riuscivo più a portare pesi e soprattutto non dovevo farlo. Farmi consegnare la spesa a casa mi ha aiutata veramente tanto… Ora che è arrivato Julian, faccio la spesa on line quando dorme e quando è sveglio ne approfitto per stare con lui!” *nome fittizio S e r v i z i o c l i e n t i : c l i e n t @ l e s h o p . c h . T e l . : 0 8 4 8 1 1 1 9 9 9 In gravidanza il fabbisogno di vitamine e sali minerali è maggiore. GRAVIDANZA & PARTO Intervista 18 In fatto di alimentazione durante la gravidanza, conta di più la qualità della quantità. Andrea Renggli dell’Ufficio federale della sanità pubblica spiega come devono nutrirsi le future mamme. Alimentazione in gravidanza Vi sono donne che in gravidanza hanno le cosiddette voglie. Bisogna soddisfarle? Dipende dalle voglie. Se non garantiscono un’alimentazione equilibrata e apportano troppe calorie, non va bene. Le donne incinte non devono mangiare per due. A partire da che mese aumenta il fabbisogno calorico? Aumento di peso ottimale L’aumento del peso in gravidanza si determina in base al peso iniziale. BMI prima Empfohlene della Aumento di gravidanza peso totale Normopeso Sottopeso Sovrappeso Forte sovrappeso Obesità patologica Bimbi & Bebé Aumento di peso consigliato a partire dalla 12° settimana 18,5 –24,9 11,5–16 kg 400 g/settimana < 18,5 12,5–18 kg 500 g/settimana 300 g/settimana 25 –29,9 7–11,5 kg > 29,9 –39,9 ≤ 7,0 kg > 40 ≤ 7,0 kg Dottoressa Andrea Renggli, ingegnere alimentare dipl. ETH, collaboratrice scientifica presso l’Ufficio federale della sanità pubblica Durante il primo trimestre non è necessario assumere più calorie. Bisogna invece fare in modo di assicurare un apporto sufficiente di vitamine e sali minerali in quanto il fabbisogno di queste sostanze è maggiore in gravidanza. A partire dal quarto mese la gestante necessita di 250–300 calorie in più al giorno, che corrispondono a una bella fetta di pane con un bicchiere di latte o un vasetto di yogurt al naturale e una mela e un po’ di fiocchi di cereali. In generale, è più importante la qualità della quantità. Oggi si sa che l’acido folico è importante per prevenire la spina bifida. Quando è necessario cominciare ad assumerlo? Generalmente si consiglia di assumere l’acido folico già quando si sta pensando di avere un bimbo. Per evitare la spina bifida del feto, bisognerebbe cominciare a prendere 0,4 milligrammi di acido folico al giorno quattro settimane prima della possibile gravidanza e prose- guire fino alla fine della dodicesima settimana di gestazione. L’ideale sarebbe assumere un preparato multivitaminico concepito per le donne incinte. È possibile coprire il maggior fabbisogno di acido folico consumando determinati cibi? È piuttosto difficile. Se la donna tuttavia non vuole assumere un integratore alimentare, dovrebbe perlomeno consumare alimenti arricchiti di acido folico. L’acido folico è contenuto negli ortaggi verdi, nelle insalate a foglia, nei germi di frumento, nei prodotti integrali, nei legumi, nel tuorlo e nella carne. Oggigiorno molte giovani donne sono vegetariane. Come devono comportarsi quando aspettano un bambino? Se il menu vegetariano è equilibrato, non vi è nessun problema. Se invece non lo è o se la dieta è vegana, si consiglia di assumere vitamina B12 e D, nonché calcio, ferro e zinco. L’assunzione di preparati a base di vitamine e sali minerali in gravidanza richiede particolari precauzioni? Il fabbisogno di vitamine e sali minerali aumenta soprattutto nei primi tre mesi di gravidanza. Nel primo trimestre è importante anche assumere sufficiente acido folico. Prima di prendere qualsiasi integratore alimentare, la donna incinta dovrebbe farsi consigliare da uno specialista e attenersi alle dosi prescritte per {Consigli} Gatti in casa Se si aspetta un bambino non ci si deve per forza disfare del gatto di casa. Rinunciate però alle coccole con il vostro amico a quattro zampe. Non dategli carne cruda da mangiare. Lavatevi sempre le mani dopo averlo accarezzato. Indossate dei guanti quando pulite la sua cassettina o fate fare questo lavoro ad altri. Bimbi & Bebé 20 Acqua, infusi alle erbe e tisane alla frutta sono bevande ideali per la donna in dolce attesa. evitare un apporto esagerato. L’eccesso di vitamina A può ad esempio causare malformazioni del feto. Per questa ragione è importante anche rinunciare al consumo di fegato di vitello e altre frattaglie. Consumare invece alimenti ricchi di betacarotene (precursore della vitamina A) è consigliato. Il betacarotene è conte- nuto nella frutta e nella verdura di colore rosso-arancione (ad esempio carote, peperoni rossi). Oltre al fegato, anche il latte crudo e certi formaggi sono sconsigliati per le donne incinte. Perché? Il latte crudo e i formaggi a pasta molle e semidura prodotti con latte crudo e latte pastorizzato possono contenere il batterio Listeria monocytogenes. La Listeria può provocare il parto prematuro, la morte fetale e la morte del bambino poco dopo il parto. I formaggi duri ed extraduri possono al contrario essere consumati senza timore. La Listeria è presente anche in altri cibi? Come possono proteggersi le donne incinte? Bimbi & Bebé La Listeria è contenuta anche nella carne cruda, nel pollame, in certi pesci e molluschi e nelle verdure crude (ad esempio nelle insalate già mondate e confezionate). Questi alimenti vanno quindi lavati a fondo o cotti a puntino. Una buona igiene in cucina va comunque osservata per tutta la gravidanza. Bisogna evitare il contatto dei cibi crudi con quelli cotti, pulire a fondo taglieri, coltelli e utensili da cucina, nonché lavare sovente stracci e asciugapiatti. Quanto deve bere la donna incinta? La quantità ideale è di 1,5–2 litri al giorno, preferibilmente acqua oppure tisane a base di erbe e di frutta non zuccherate. Poiché in gravidanza l’intestino tende a impigrirsi, è importante consumare cibi ricchi di fibre alimentari. A loro volta le fibre alimentari devono gonfiarsi per sviluppare la loro azione nell’intestino ed è per questa ragione che la donna deve bere a sufficienza. L’igiene in cucina aiuta inoltre a proteggere la donna incinta dalla toxoplasmosi. Certamente. Le uova dei germi patogeni della toxoplasmosi sono presenti nella carne cruda e possono depositarsi sulle insalate e sulle verdure tramite le feci dei gatti. È importante quindi lavare accuratamente le insalate e gli ortaggi e cuocere bene la carne. La toxoplasmosi può causare malformazioni del feto e parto con feto morto. Può capitare che alla nascita il bambino appaia sano, ma manifesti con il tempo difetti della vista e dell’udito. Perché in gravidanza l’alcool è tabù? L’Ufficio federale per la sanità pubblica consiglia vivamente d’interrompere il consumo di alcolici per tutta la durata della gravidanza in quanto non si sa in quali dosi nuoce al feto. Attraverso la placenta l’alcool entra direttamente nel circolo sanguigno del feto, che lo metabolizza a una velocità nettamente inferiore di quanto è in grado di fare la madre. L’alcool può essere responsabile di un peso più basso alla nascita e avere ripercussioni sul sistema nervoso del feto. Perché l’Ufficio federale della sanità pubblica raccomanda di mangiare regolarmente pesce durante la gravidanza? Oggi sappiamo che i pesci grassi contengono un’alta percentuale di acidi grassi omega-3 polinsaturi a catena lunga. Questi acidi grassi sono importantissimi per lo sviluppo del cervello e degli occhi del bambino. È ideale consumarne da una a due porzioni alla settimana badando bene di scegliere la varietà di pesce consigliata (vedere «Consigli»). Perché è consigliato ridurre il consumo di bevande contenenti caffeina? La caffeina consumata in dosi elevate riduce la crescita fetale e può scatenare un aborto spontaneo. La caffeina non è contenuta soltanto nel caffè, ma anche in diverse altre bevande come il tè nero e verde, le bibite alla cola, il tè freddo e la Red Bull. Bere da due a tre tazzine di caffè al giorno non comporta alcun rischio. {Consigli} Pesce in gravidanza Scorfano, trota, coregone, sardina, halibut bianco Pesce spada, aguglia/ marlin, squalo, nonché aringa e salmone del mar Baltico (questi pesci possono contenere metilmercurio, diossina e composti diossina-simili dannosi per il feto). Attenzione : il tonno in scatola dovrebbe essere consumato al massimo quattro volte alla settimana, mentre il tonno fresco e il luccio importato solo una volta alla settimana. familia BodyBalance per una digestione sana. Lettura consigliata ‹‹ GRAVIDANZA & PARTO Opuscolo gratuito « L’alimentazione durante la gravidanza e l’allattamento », pubblicato dall’Ufficio federale della sanità pubblica. www.bag. admin.ch, numero dell’articolo 311.372.i L‘alimentazione durante la gravidanza e l‘allattamento Scoprite l’affermata ricetta per una buona digestione nella sua forma più croccante: familia BodyBalance è ricco di fibre ali mentari pregiate di fichi e prugne succose, nonché cereali integrali nutrienti e attiva la digestione in modo naturale. Le fibre alimen tari aiutano inoltre a sentirsi sazi più a lungo. familia BodyBalance è ideale per un’alimentazione equi librata e attenta alla linea. www.bio-familia.com L‘alimentazione durante la gravidanza e l‘allattamento | 1 In te c’è di più. SALUTE 22 Saltellare nelle pozzanghere, lanciare sassi nei corsi d’acqua, sguazzare in piscina o schizzare acqua nella vasca da bagno: l’acqua esercita sui bambini un’attrazione particolare, ma cela nel contempo seri pericoli. Bimbi & Bebé Il fascino dell’acqua O GNI ANNO in Svizzera annegano in media 6 bambini di età compresa tra 0 e 14 anni. Sono in particolare i neonati e i bambini piccoli a non riconoscere i pericoli. Molti bebè perdono inoltre il cosiddetto riflesso di apnea già nelle prime settimane o nei primi mesi di vita, riflesso che scompare del tutto tra l’ottavo e il decimo mese privando così il bambino di un prezioso meccanismo di chiusura delle vie respiratorie che lo protegge quando si trova immerso nell’acqua. Nel caso dei neonati si aggiunge altresì l’incapacità di mantenere la testa, più pesante del resto del corpo, fuori dall’acqua. Bastano pochi centimetri d’acqua per annegare. Christoph Müller, responsabile del programma «Acqua» dell’Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni (upi), riferisce che i bambini in tenera età annegano senza attirare l’attenzione: «Sono immobilizzati dallo shock. È come una reazione di panico che impedisce loro di dibattersi o di gridare». {Consigli} Rianimare neonati e bambini piccoli (da 1 mese) In tenera età il bambino non è in grado di valutare i rischi dell’acqua. UNA QUESTIONE DI SECONDI Molti non sanno che un bambino può annegare in soli 20 secondi. Dopo tre minuti sott’acqua il cervello può subire danni che compromettono seriamente le funzioni fisiche e psichiche. Secondo Prisca Wolfensberger della Società svizzera di salvataggio (SSS), salvare un bambino dall’annegamento è una questione di secondi. Generalmente se l’immersione è durata solo per un breve istante, il piccolo riprende a respirare autonomamente non appena viene tolto dall’acqua. «Se invece il bambino ha perso cono- scenza, bisogna allertare immediatamente i soccorsi chiamando il 144 e iniziare subito la rianimazione», spiega l’esperta (vedere «Consigli»). CAUSE DELL’ANNEGAMENTO Christoph Müller dell’upi spiega che di solito i bambini annegano per mancata sorveglianza. «Nei primi anni di vita è compito dei genitori garantire la sicurezza del piccolo vicino e dentro l’acqua. Questa responsabilità non può essere delegata al bambino, perché non sa ancora badare a sé stesso», afferma l’esperto. Oltre a piscine, laghi, fiumi, vasche per bambini, biotopi, cisterne dell’acqua piovana e mastelli per l’acqua, possono rappresentare un pericolo anche le vasche da bagno e le buche scavate in giardino. PROTEZIONE ANTIANNEGAMENTO L’attuale campagna dell’upi mira ad azzerare i casi di annegamento di bambini. L’obiettivo non è tuttavia quello di tenere il bambino lontano dall’acqua, bensì di rendere il divertimento più sicuro. I genitori possono ridurre i rischi elimi- Esistono due procedure: praticate 30 compressioni di massaggio cardiaco (entro 18 secondi), poi 2 respirazioni artificiali (circondate con la bocca il naso e la bocca del bambino) oppure effettuate il massaggio cardiaco con 100 compressioni al minuto senza respirazione artificiale finché è disponibile un defibrillatore. Attenzione : premete sulla metà inferiore dello sterno schiacciando la gabbia toracica verso l’interno di circa un terzo. Utilizzate il palmo della mano per i bambini e due dita per i lattanti oppure ancora circondate la gabbia toracica con ambedue le mani e premete sullo sterno con i due pollici. Continuate il massaggio fino all’arrivo dei soccorsi. Bimbi & Bebé impedire al piccolo di assumere la posizione orizzontale necessaria per imparare a nuotare obbligandolo invece a galleggiare verticalmente. Quando il bambino è pronto ad apprendere i primi rudimenti di nuoto, è indispensabile che un adulto gli stia accanto nell’acqua per venirgli in aiuto nelle immancabili «bevute» dei primi tentativi. SALUTE 24 Nonostante i bracciolini, il genitore deve rimanere vicino al piccolo. {Consigli} Nuoto neonatale I corsi di nuoto neonatali sono indicati per i bebè da 6 a 12 mesi e sconsigliati prima dei 4 mesi. Sia il bambino che i genitori devono sentirsi a loro agio. Se la temperatura dell’acqua è di 34–35° C, il bebè può stare in piscina fino a 40 minuti. Se l’acqua è a 31° C, una trentina di minuti possono bastare. Osservate attentamente i segnali del piccolo: se stringe i pugnetti e solleva le spalle, vi sta comunicando che desidera uscire dall’acqua. Frequentare un corso di nuoto per neonati non significa che più avanti il bambino imparerà più facilmente a nuotare. Bimbi & Bebé IMPARARE A NUOTARE Per proteggere attivamente il bambino dall’annegamento, sarebbe meglio insegnargli a nuotare sotto la guida di una persona esperta. Imparare da piccoli è assai più facile che in età adulta. I corsi di nuoto nando le potenziali cause di annegamento (ad esempio le cisterne dell’acqua piovana), bloccando l’accesso ai bacini di acqua (ad esempio con una recinzione provvista di cancello attorno alla piscina o al biotopo) e stando sempre vicini al piccolo in acqua fino all’età di cinque anni. «È importante non lasciarsi mai distrarre», raccomanda Christoph Müller. I genitori non dovrebbero perdere di vista il bambino nell’acqua fino all’età di nove anni, anche se è già capace di nuotare. Durante le escursioni in barca il piccolo e i suoi accompagnatori dovrebbero indossare sempre un giubbotto di salvataggio di misura adeguata. NUOTO SICURO CON IL BEBÈ La maggior parte dei neonati ama l’acqua. Nei corsi di nuoto neonatale i genitori imparano a sostenere il bambino nell’acqua con diversi metodi di presa sicuri. L’obiettivo dei corsi non è tuttavia quello d’insegnare al neonato a nuotare. Kristina Pfister, organizzatrice di corsi di nuoto per neonati da una ventina d’anni, afferma a tale riguardo: «Lo scopo principale di questi corsi è innanzi tutto di favorire l’approccio con l’acqua offrendo al bambino piacevoli momenti di gioco in un ambiente divertente e rilassato e di condividere nel contempo l’esperienza con mamma e papà. Semplicemente, il mezzo è anche il fine». AUSILI DI NUOTO SÌ O NO? Gli ausili di nuoto sono apprezzati e consentono al bambino che non sa nuotare di galleggiare nell’acqua. È preferibile acquistare solo galleggianti certificati (marchio CE), senza dimenticare tuttavia che questi ausili non offrono una garanzia totale contro l’annegamento. «Il bambino va sorvegliato anche se indossa un salvagente», spiega Christoph Müller. Alcuni ausili di nuoto, come ad esempio i tanto diffusi bracciolini, possono ostacolare il movimento delle braccia e esperienza. Se il bambino durante il corso non partecipa, è meglio posticipare. Imparare a nuotare dev’essere puro divertimento! CONDIZIONI Per imparare a nuotare è indispensabile che il bambino sappia mettere la testa sott’acqua. «Solo così riesce ad assumere la posizione orizzontale per nuotare», spiega l’esperta. Il primo corso di nuoto insegna come respirare fuori e dentro l’acqua, come galleggiare, scivolare e spostarsi nell’acqua con movimenti delle braccia e delle gambe. Successivamente la respirazione viene abbinata al movimento. Amare l’acqua è una condizione importante per imparare a nuotare. sono un buon investimento che dura per tutta la vita, perché a nuotare non si disimpara. Monika Rossi, insegnante di nuoto a Kilchberg (ZH), consiglia d’iscrivere i bambini tra i 4 anni e mezzo e i 5 anni di età. «L’ideale sarebbe naturalmente che il bambino abbia già preso confidenza con l’acqua sin dai primi anni di vita, che non tema di essere schizzato e non abbia paura d’immergere la testa sott’acqua», afferma Monika Rossi per «È importante che la lezione sia vissuta come un gioco e che l’insegnante sappia trasmettere ai bambini il piacere dell’acqua. È il presupposto più importante per imparare a nuotare bene», aggiunge Monika Rossi. Per motivi di sicurezza, il bambino dovrebbe essere accompagnato al corso dai suoi genitori. L’insegnante raccomanda inoltre di non perdere mai di vista il bambino anche se è già in grado di cavarsela abbastanza bene. {Consigli} Regole per i piccoli bagnanti Insegnate precocemente queste regole della Società svizzera di salvataggio (SSS) al vostro bambino: Mi metto la crema solare e a mezzogiorno vado all'ombra. Dico sempre dove vado. Sto attento a quello che mangio e bevo. Vado al WC prima di fare il bagno. Prima del bagno faccio la doccia e mi rinfresco. Resto nell'acqua bassa fino a quando so nuotare bene. Rimango sulla riva anche se il mio giocattolo preferito cade in acqua e si allontana. I mezzi di salvataggio servono solo in caso d'emergenza. Guardo dove sono. Grido per chiedere aiuto solo in caso d'emergenza. Mi tuffo solo in acque che conosco e senza mettere in pericolo gli altri. Esco dall'acqua quando sento freddo e mi asciugo bene. Bimbi & Bebé SALUTE 26 La pelle del neonato è più delicata di quella degli adulti. Ecco come curare le manifestazioni cutanee più frequenti nei primi anni. {Consigli} Per proteggere la pelle dal sole Non esponete il bambino ai raggi diretti del sole fino al compimento di un anno. Dai due anni tenete il piccolo all’ombra tra le 11 e le 13. Proteggete la pelle con una crema solare (IP almeno 30). Ripetete l’applicazione spalmando la crema generosamente e più volte al giorno anche se il prodotto è resistente all’acqua. Proteggetegli gli occhi con occhiali da sole e il capo con un cappellino con tesa larga o fascia proteggicollo. Sul mercato trovate anche costumi e vestiti dotati di protezione UV. Bimbi & Bebé Problemi cutanei A DIFFERENZA dei prematuri, i bambini partoriti a termine hanno la pelle completamente formata, anche se lo strato corneo e il derma sono più sottili che negli adulti. «Per questa ragione la pelle del bebè è più soggetta alle lesioni cutanee», spiega il professor Peter Itin, specialista in dermatologia pediatrica presso l’Ospedale universitario di Basilea. Pur possedendo una leggera capacità di protezione dai raggi UV, lo strato corneo ancora molto sottile non impedisce al bambino di bruciarsi facilmente al sole. Le scottature nell’infanzia aumentano il rischio di cancro della pelle. PELLE E TEMPERATURA CORPOREA La pelle umana svolge un ruolo importante nella regolazione della temperatura corporea. Sudare serve ad esempio per rinfrescare il corpo. Benché le ghiandole sudoripare siano già presenti nella cute del neonato, esse non sono ancora in Buona domanda «Mi sento bene nella mia pelle. » Per i più piccoli, è meglio il bagno o la doccia ? grado di svolgere perfettamente e in modo mirato la loro funzione come negli adulti. Ecco perché quando fa molto caldo il bebè impiega più tempo ad abbassare la temperatura corporea attraverso la sudorazione. Quando fa freddo, invece, il piccolo si raffredda più velocemente in quanto la superficie della sua cute è proporzionalmente più grande. La regolazione della temperatura corporea è resa più difficile anche dall’irrorazione sanguigna che in tenera età non è ancora perfettamente funzionante. CURA DELLA PELLE Lavando troppo spesso il neonato con prodotti inadatti, si danneggia lo strato protettivo della cute. La consulente materna Manuela Meyer-Mäder consiglia quindi di limitarsi a uno o due bagni brevi alla settimana. «La cosa migliore è usare solo acqua o acqua e alcune gocce di olio di mandorle.» Per l’igiene quotidiana basta pulire viso, collo, mani, piedi e pancino con un panno morbido e acqua tiepida. È importante asciugare con cura la pelle nelle pieghe per evitare che l’ambiente umido favorisca la proliferazione di germi che potrebbero causare irritazioni cutanee. Se la pelle è secca, è consigliabile massaggiarla dopo il bagno con una crema idratante per neonati. Il massaggio piace tantissimo anche ai bambini con pelle normale! Appena il bambino è capace di reggersi in piedi, è meglio optare per una doccia breve. «L’acqua sottrae umidità alla pelle. Se la doccia è veloce (1–2 minuti), la disidratazione è minore perché in genere il bagno dura fino a 15 minuti», spiega il professor Peter Itin dell’Ospedale universitario di Basilea. Per i più piccoli è sufficiente in genere una doccia/un bagno alla settimana. Bimbi & Bebé SALUTE I problemi cutanei più frequenti Desquamazione Sovente nei bambini nati post-termine lo strato superiore della pelle si squama leggermente a pochi giorni dal parto. Non è necessario curare questa manifestazione cutanea. Acne del neonato Nelle prime settimane di vita, sul viso di molti bebè compaiono dei piccoli puntini. La cosiddetta « acne del neonato » è causata da un ormone trasmesso dalla madre al bambino. Non bisogna assolutamente schiacciare i puntini, perché si potrebbero causare infiammazioni cutanee e cicatrici. I puntini scompaiono spontaneamente in breve tempo senza alcun trattamento. Crosta lattea Si tratta di una desquamazione grassa di colore giallastro che si forma sul cuoio capelluto nei primi dodici mesi e il cui aspetto ricorda il latte incrostato. Se il neonato non si lamenta, non è indispensabile trattarla. Per eliminare le poco estetiche crosticine, basta applicare sul cuoio capelluto dell’olio per bebè, olio di mandorle od olio di oliva, lasciarlo agire per tutta la notte e lavare a fondo la testa con uno shampoo per bambini il mattino seguente. È assolutamente sconsigliato tentare di rimuovere la crosta lattea con le unghie. Non solo si potrebbe irritare la pelle, ma anche danneggiare le delicate radici dei capelli. Per prevenire la crosta lattea può essere utile lavare regolarmente i capelli e massaggiare ogni giorno il cuoio capelluto con una spazzola morbida. Questa manifestazione cutanea può essere sintomo di neurodermite. Dermatite da pannolino Se non si cambia frequentemente il bambino, il pannolino bagnato o sporco può irritare la pelle sensibile del bebè. Sia l’urina che le feci, in particolare le feci molli, possono causare arrossamenti nella parte coperta dal pannolino. Nei casi più gravi compaiono lesioni dolorose. Per prevenire la dermatite da pannolino la cosa più importante da fare è cambiare il bambino regolarmente, mentre per calmare le irritazioni cutanee sono molto efficaci le creme allo zinco. Bimbi & Bebé Funghi Sotto il pannolino possono talvolta diffondersi funghi che provocano la comparsa di chiazze rosse con bordo chiaramente delimitato e di foruncoli. Se nonostante l’applicazione dei rimedi indicati per la dermatite da pannolino non si constata alcun miglioramento, è indispensabile consultare il pediatra. L’uso di una crema fungicida è indicato soltanto se la presenza di funghi è stata accertata. Dermatite atopica La dermatite atopica è conosciuta con il termine volgare di neurodermite, un termine che può trarre in inganno in quanto questa malattia non ha proprio nulla a che vedere con i nervi. La dermatite atopica è fortemente influenzata dalla predisposizione genetica, che interessa circa il 15% dei bambini. Questo disturbo è causato dal cattivo funzionamento della barriera protettiva della pelle che impedisce alla cute di mantenere una buona idratazione. La pelle diventa secca e prude intensamente. La dermatite atopica può essere aggravata anche da certi alimenti, saponi e tessuti di abbigliamento. È importante curare la pelle irritata con creme grasse che ripristinano la barriera lipidica. Il prurito può essere calmato con impacchi di tè nero, pomate antinfiammatorie, bagni speciali, antistaminici o cambiamenti di clima (mare, montagna). Il pediatra e il dermatologo possono inoltre prescrivere pomate al cortisone. Per i bambini sotto i due anni esistono sul mercato pomate senza cortisone basate su principi attivi di nuova generazione. Verruche Le verruche, più frequenti nei bambini che negli adulti, sono causate da un’infezione di origine virale che si trasmette per contatto diretto o indiretto attraverso squame infettate. Le verruche sono principalmente localizzate su mani e piedi. Pur essendo piuttosto fastidiose, con il tempo guariscono spontaneamente (ad eccezione delle verruche genitali). Sulle mani e sui piedi possono essere asportate con un bisturi dal medico o eliminate in casa con tinture o appositi cerotti. Per i bambini dai quattro anni sono disponibili in farmacia spray antiverruche ad azione congelante. 0 % ADDITIVI*, 100 % CURA LA CURA MIGLIORE È NATURALE LE MAMME LO SANNO: UNA CURA NATURALE È LA MIGLIORE PER LA PELLE SENSIBILE DEI NEONATI. I prodotti NIVEA Baby Pure & Natural contengono ingredienti di origine naturale attentamente selezionati. La formula leggera cura con particolare delicatezza la pelle sensibile e secca dei neonati. Ne sarete entusiasti. • • • • • *Senza parabene, alcol e coloranti. Bio-sheabutter: da un‘intensa idratazione e favorisce la rigenerazione della pelle. Contiene lipidi omega-6 che rinforzano lo strato protettivo naturale della pelle, con effetto calmante. 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La nostra saliva cerca di neutralizzare gli acidi del cavo orale e di colmare la carenza di calcio. Questo processo di riparazione è favorito dal fluoruro. Oltre a essere un problema estetico, la carie influisce anche sulla nostra salute. Bimbi & Bebé Notizie utili sulla carie A LLA NASCITA il cavo orale del neonato è ancora incontaminato. I batteri che provocano la carie si trasmettono da individuo a individuo e la composizione della flora batterica orale di una persona può essere determinata già nei primi tre anni di vita. Se il bambino fino a questa età è entrato sovente in contatto con batteri che producono acidi, si crea un disequilibrio tra batteri benefici e batteri dannosi che può predisporre alla carie. Per questa ragione il dentista pediatrico Rolf Ammann di Zurigo consiglia di non succhiare mai il ciuccio di un neonato né di utilizzare il medesimo cucchiaino per mangiare. «I genitori e i fratelli maggiori possono contribuire a proteggere il bebè con la loro buona igiene dentale», osserva Rolf Ammann. SIN DAL PRIMO DENTINO Una dentatura di latte sana è la migliore premessa per la salute dei denti permanenti. I batteri possono intaccare lo smalto sin dalla comparsa del primo dentino di latte. Lo specialista raccomanda quindi di spazzolare i denti al mattino e alla sera, anche a pranzo se sono stati serviti piatti zuccherati e sempre dopo aver consumato dolci. Il fluoruro contenuto nei dentifrici rende lo smalto più resistente agli acidi e aiuta il calcio a fissarsi più stabilmente. Dato che i bambini piccoli ingeriscono facilmente il dentifricio, è preferibile applicarne poco sullo spazzolino. Al termine della pulizia è meglio non risciacquare la bocca con acqua e limitarsi a sputare i resti di dentifricio per prolungare l’azione del fluoruro. SFORZO MOTORIO È buona cosa lasciar sperimentare al bambino l’uso dello spazzolino sin dalla tenera età, ma l’intervento dei genitori per la spazzolata finale, soprattutto alla sera, è necessario il più a lungo possibile e almeno fino agli otto anni. Dal punto di vista motorio lavarsi i denti è difficile per un bambino piccolo, senza contare che molti bimbi fanno fatica a concentrarsi su questa operazione. «A questa età è più importante il rituale della tecnica. Il bambino piccolo deve comprendere che dopo i pasti, oltre a lavare i piatti, si ci deve spazzolare i denti. L’esempio dei genitori è fondamentale», spiega {Consigli} Spuntini ideali Rolf Ammann. Esercitare i movimenti davanti allo specchio è sicuramente una buona abitudine per imparare. Può essere inoltre di aiuto indicare al bambino una sequenza precisa: prima si puliscono le superfici di masticazione, poi le superfici esterne e infine quelle interne, spazzolando sempre dal rosso al bianco, ovvero dalle gengive ai denti. È importante lavare i denti a fondo, ma delicatamente. Una spazzolatura troppo energica danneggia le gengive e con il tempo anche lo smalto. Lo spazzolino va sostituito appena le setole s’incurvano verso l’esterno. IGIENE ORALE PER I PIÙ PICCOLI La tecnica migliore per pulire i denti ai più piccoli è quella di far sedere il bambino sulle ginocchia con la schiena rivolta verso mamma o papà e il capo posato nella piega del gomito dell’adulto (per i mancini, braccio destro). Tenendo ferma la Questi alimenti sono ideali per merende e spuntini in quanto non danneggiano i denti: acqua e tè senza zucchero frutta : mela, pera, prugna, susina, uva, fichi freschi, kiwi, mandarino, arancia, fragola, mirtilli, lamponi, ciliegie, pesca, pesca noce, albicocca, anelli di mela essiccati verdure : carote, cetrioli, pomodorini cherry, peperoni, finocchi, cavolo rapa, sedano a coste, ravanelli noci (dai 3 anni) : noci, nocciole e mandorle cereali : pane o cracker integrali, pane croccante, tondelli di riso al naturale, panini svedesi, popcorn fatto in casa latticini : latte (al naturale), yogurt al naturale, formaggio. È importante spazzolare sempre e a fondo i denti dopo aver consumato spuntini dolci. Bimbi & Bebé SALUTE Tenendo il piccolo sulle ginocchia, si facilita l’operazione. 32 {Consigli} La prima visita dal dentista Bisognerebbe portare il bambino dal dentista per la prima volta al più tardi entro i cinque anni al fine di risolvere eventuali problemi prima che spuntino i denti permanenti (attorno al sesto anno di età). Se i genitori notano qualcosa di strano, è necessario far visitare il bambino. È importante che il piccolo conservi un ricordo positivo della sua prima visita dal dentista. Rimproveri e dolori non lo aiutano a capire l’importanza dell’igiene orale, ma servono soltanto a incutergli timore. Aiuto vicino Consultate il sito www.kinderzahn.ch per trovare il dentista pediatrico più vicino a casa vostra. testa del piccolo con una mano, si sollevano il labbro superiore e inferiore e si spazzolano i denti dalla gengiva in su. Per i denti di latte è preferibile utilizzare un dentifricio per bambini che va successivamente sostituito con una pasta dentifricia junior maggiormente fluorata o con un dentifricio per adulti appena compaiono i primi denti permanenti. IMPORTANZA DELL’ALIMENTAZIONE Oltre a un’igiene orale regolare, anche l’alimentazione riveste un ruolo importante. L’essere umano ha una predilezione innata per i sapori dolci e secondo Rolf Ammann, padre di tre figli, è puramente illusorio e insensato pensare di riuscire a tenere lontani i bambini dai dolciumi. È molto più importante imparare a consumare con consapevolezza i cibi zuccherati. Il rischio di carie aumenta ulteriormente se i denti di latte sono continuamente a contatto con lo zucchero anche tra i pasti o se il bambino è stato abituato sin da piccolo alle bevande dolci. Un biscottino qua, un gelato là e sempre sciroppo da bere sono assai più dannosi di un dessert al termine di un pasto principale. Il vizio di bere bevande zuccherate – anche latte – durante la notte è particolarmente fatale. «Lo zucchero si trasforma rapidamente in acido. Di notte la bocca è più secca e l’effetto protettivo della saliva è fortemente ridotto», spiega lo specialista. LACCA PROTETTIVA AL FLUORURO Non essendo ancora completamente maturi, i denti permanenti appena spuntati sono particolarmente esposti alla carie. Rolf Ammann consiglia di far applicare dal dentista una lacca protettiva al fluoruro due volte all’anno, soprattutto se i denti sono molto vicini, se la dentatura permanente presenta cavità profonde o se la carie ha già intaccato i denti di latte. La lacca al fluoruro protegge i denti dall’aggressione degli acidi e favorisce l’assorbimento del calcio. Gli studi hanno dimostrato che questa lacca, seppur non garantendo una protezione totale, è in grado di ridurre sensibilmente la carie nei bambini a rischio. La pulizia con il filo interdentale dei punti di contatto tra i molari decidui e i molari permanenti protegge ulteriormente la dentatura. Pidocchi Questi piccoli parassiti possono colpire chiunque, ma infestano soprattutto la PIDOCCHI sono insetti testa dei bambini. privi di ali diffusi in tutto Niente panico: pur il mondo come parassiti dell’uomo. essendo molto fastiSi nutrono esclusivamente di diosi, sono innocui! sangue umano e possono soprav- I {Info} Ciclo vitale dei pidocchi La femmina del pidocchio depone quotidianamente fino a 10 uova fissandole ai capelli. La schiusa dei lendini avviene dopo 7–10 giorni e dopo altri 7–10 giorni le femmine nate sono già pronte per produrre a loro volta altre uova. I pidocchi appena nati sono trasparenti e si adattano perfettamente al colore della capigliatura dell’ospite. Dopo un primo pasto di sangue, si colorano di rosso per poi assumere una colorazione marrone. Il pidocchio adulto è grande quanto un granello di sesamo (2–4 mm). La durata di vita è di una trentina di giorni durante i quali la femmina produce circa 100 lendini. Fuori dal loro habitat, la testa umana, i pidocchi non sono in grado di sopravvivere e in genere muoiono nel giro di 24–48 ore. Se il bambino ha i pidocchi, non è il caso di farsi prendere dal panico. vivere solo sulla testa delle persone. «I pidocchi possono colpire tutti i bambini e non sono la conseguenza di una scarsa igiene», afferma per esperienza Karin Marti, attiva da otto anni come ispettrice per i casi di pediculosi a Guntershausen. Lavare i capelli ogni giorno non protegge dal contagio dei pidocchi, che sovente si manifesta dopo le vacanze con epidemie in asili nido, scuole dell’infanzia ed elementari. andiroba colza cocco Zona senza pidocchi RAUSCH Stop ai pidocchi • doppia efficacia contro i pidocchi e le lendini • principi attivi naturali, agisce fisicamente • senza insetticidi chimici e sostanze tossiche delicato sul cuoio capelluto La virtù delle erbe – effetto percepibile Bimbi & Bebé www.rausch.ch SALUTE 34 I pidocchi possono colpire chiunque. Buona domanda Come si distinguono i lendini dalla forfora ? La forfora è bianca, presenta bordi irregolari e si accumula tra i capelli. A differenza dei lendini, si elimina facilmente con la spazzola. I lendini sono uova di forma ovale e di colore da trasparente a marrone chiaro che i pidocchi fissano saldamente alla radice del capello. Grandi quanto un granellino di sabbia, sono visibili a occhio nudo. Mano a mano che i capelli crescono, le uova si scostano dal cuoio capelluto. Contrariamente alla forfora, sono piuttosto difficili da staccare. CONTAGIO I pidocchi non si trasmettono attraverso gli animali, l’acqua (piscine) o «focolai» come ad esempio cuscini, peluche e materassini da ginnastica. Questi parassiti non sono neppure in grado di saltare da una testa all’altra e il rischio di contagio è piuttosto ridotto anche scambiandosi pettini, spazzole e berretti. «I pidocchi sono animaletti velocissimi capaci di spostarsi di 30 centimetri in un solo minuto», spiega Michael Hitzler, capoclinica della Clinica pediatrica dell’Ospedale cantonale di Lucerna. I pidocchi si trasmettono innanzi tutto per contagio diretto di testa contro testa passando da una capigliatura all’altra. Le vittime preferite sono i bambini piccoli, perché stanno a più stretto contatto fisico tra loro rispetto agli adulti. Anche i familiari del bambino colpito da pediculosi sono esposti al rischio di contagio. SINTOMI I pidocchi non trasmettono malattie, ma possono provocare prurito. Se il prurito è intenso e il bambino si gratta insistentemente, sul cuoio capelluto possono formarsi infiammazioni ed eczemi locali. A furia di grattarsi possono formarsi sul cuoio capelluto infiammazioni ed eczemi locali. In alcuni soggetti il prurito non si manifesta per nulla, soprattutto nelle prime 4–6 settimane dal contagio. I pidocchi sono localizzati in particolare dietro le orecchie e sulla nuca. La presenza di uova (0,3–0,8 mm), dette lendini, disseminate tra i capelli sono un indizio sicuro di pediculosi. NIENTE PANICO Se il bambino ha i pidocchi, non è il caso di farsi prendere dal panico. Non è neppure indispensabile disinfettare la casa e mettersi a fare le pulizie di primavera, ma è certamente consigliabile lavare le lenzuola e i vestiti indossati a 60° C e immergere spazzole e pettini in acqua alla stessa temperatura per almeno un minuto. Se i capi di abbigliamento come cappelli e berretti non vengono utilizzati per più di due giorni, i pidocchi muoiono perché in assenza del loro habitat naturale non possono sopravvivere. TRATTAMENTO Se si trovano pidocchi vitali, il dottor Michael Hitzler consiglia di rimuoverli lavando i capelli con l’apposito shampoo in quanto difficilmente questi parassiti abbandonano spontaneamente un cuoio capelluto sano. È importante attenersi al modo d’uso del prodotto e non utilizzare mai lo shampoo antipidocchi a scopo preventivo. Oggigiorno i prodotti contro la pediculosi sono generalmente privi d’insetticidi di sintesi. Il trattamento con lo shampoo va assolutamente completato con la rimozione manuale dei pidocchi mediante uno speciale pettine antipidocchi (vedere «Consigli»). Dopo 7–14 giorni, il cuoio capelluto dev’essere ricontrollato a fondo. COMPORTAMENTO IN CASO DI PEDICULOSI Se il bambino ha i pidocchi, bisogna evitare di portarlo a tagliare i capelli dal parrucchiere e non si devono condividere spazzole, pettini e capi di abbigliamento con gli amichetti. «Dal punto di vista medico i pidocchi non sono un motivo per tenere a casa il bambino dall’asilo o dalla scuola in quanto di solito al momento della scoperta il contagio è già avvenuto. Inoltre la pediculosi non è una malattia contagiosa, ma semplicemente una seccatura», spiega Silke Schmitt Oggier, responsabile del servizio medico scolastico della città di Zurigo. I pidocchi possono colpire chiunque e non vi è proprio nulla di cui vergognarsi. Per contenere il contagio, i genitori del bambino coinvolto dovrebbero informare tempestivamente i docenti dell’asilo o della scuola per consentire a loro volta di spiegare agli altri genitori cosa sono i pidocchi, come vanno trattati per eliminarli e quanto sia importante controllare il cuoio capelluto. Più presto si scoprono i pidocchi, più semplice sarà liberarsene. {Consigli} Eliminazione dei pidocchi Oltre a lavare i capelli con l’apposito shampoo antipidocchi, procedete come segue due volte alla settimana : lavate i capelli del bambino con uno shampoo normale dopo il risciacquo, applicate in abbondanza il balsamo abituale sui capelli umidi districate i capelli con un pettine normale pettinateli successivamente con un pettine a denti stretti passandoli ciocca per ciocca dalla radice alle punte pulite il pettine con della carta da cucina e controllate se sul balsamo rimosso vi sono pidocchi o lendini. Se ci sono, eliminateli prima di passare alla ciocca seguente dopo aver controllato l’intera capigliatura, sciacquate i capelli a fondo per eliminare il balsamo rimasto districate i capelli umidi con un pettine normale e ripetete l’operazione con il pettine da lendini a denti stretti. corteccia di salice timo Zona senza prurito SHAMPOO SPECIALE alla corteccia di salice • allevia arrossamenti e prurito • contro la forfora • deterge in modo delicato e dolce ltre su o n successo Testato co 0 bambini 0 0 2 La virtù delle erbe – effetto percepibile Bimbi & Bebé www.rausch.ch SALUTE Intervista 36 Dottor Georg Staubli, primario del Pronto soccorso dell’Ospedale pediatrico di Zurigo È molto frequente che i bambini abbiano la febbre nei primi anni di vita. In questa intervista il dottor Georg Staubli del Pronto soccorso dell’Ospedale pediatrico di Zurigo spiega perché non bisogna allarmarsi. Buona domanda Da che temperatura si parla di febbre ? È febbre se la temperatura corporea supera i 38° C (misurazione rettale o sotto l’ascella). Bimbi & Bebé Febbre: che fare? Perché si ha la febbre? Di solito la febbre è causata da virus e batteri. Si tratta di una normale reazione immunitaria scatenata dal nostro organismo. Si pensa che il corpo provochi un aumento della temperatura corporea proprio per combattere le infezioni. È noto ad esempio che i bambini con la varicella ai quali è stato somministrato un antipiretico guariscono un po’ più lentamente di quelli che non hanno assunto alcun farmaco antifebbrile. Neonati e bambini piccoli fanno sovente febbre alta. La febbre può essere pericolosa? La febbre è un sintomo e in genere non desta preoccupazione. Può diventare tuttavia un campanello di allarme se è associata ad altre manifestazioni di cui non si trova la causa. Se il bambino febbricitante beve, mangia, non vomita, gioca e non lamenta dolori di testa o di pancia, non è indispensabile né far scendere la febbre né recarsi dal medico. I neonati fino a tre mesi rappresentano l’unica eccezione. Se la febbre compare nei primi tre mesi di vita, il bambino dovrebbe essere visitato dal medico. Con i bambini molto piccoli è importante anche misurare correttamente la temperatura corporea. Qual è il modo più preciso per misurare la temperatura corporea? La misurazione rettale è particolarmente indicata per i primi tre mesi perché è assai più precisa della temperatura misurata nell’orecchio. Poiché dopo i tre mesi la precisione non è più d’obbligo, la misurazione può essere effettuata con un termometro digitale sotto l’ascella o nell’orecchio. Dopo i tre mesi, quando bisogna recarsi dal medico se il bambino ha la febbre? Bisogna recarsi dal medico se la febbre dura più di tre giorni, se lo stato generale di salute peggiora e se il bambino non beve o non mangia, Quando è ammalato, il piccolo ha bisogno di molte attenzioni. ma vomita e appare apatico. Quando presto soccorso al telefono, consiglio sempre ai genitori ansiosi di somministrare un antipiretico e di osservare se nel giro di circa 45 minuti il bambino sta meglio. Se nonostante il calo di febbre lo stato generale del piccolo non è migliorato, è preferibile farlo visitare. Perché non varrebbe la pena eseguire un’analisi del sangue ogni volta che il bambino è febbricitante? Nella maggior parte dei casi la febbre è causata da un virus. E di virus ce ne sono centinaia! Essi possono colpire ad esempio il naso, la gola e pure il cervello, ma non sempre la malattia è accompagnata da una chiara sintomatologia. {Consigli} I bambini possono avere la febbre anche senza sintomi specifici come raffreddore, tosse od occhi arrossati. Nella febbre dei tre giorni, detta anche la sesta malattia, la febbre alta scompare al quarto giorno dando luogo a un’eruzione cutanea. Sottoporre il bambino a un test del sangue ogni volta che si ammala sarebbe molto gravoso, senza contare che la ricerca del virus responsabile è molto complessa e che il risultato non comporterebbe alcun vantaggio per la cura. La febbre può essere accompagnata da convulsioni? Quali sono le cause? Non si sa esattamente. Le convulsioni febbrili sono caratterizzate da un’elevata incidenza di familia- Rimedi casalinghi contro la febbre Impacchi di aceto : immergete due fazzoletti da uomo in una miscela di acqua e aceto o succo di limone (temperatura inferiore a 36° C). Strizzateli bene e avvolgeteli attorno ai polpacci e ai piedini del bambino. Infilatevi sopra un paio di calze per adulti. Attenzione: questo rimedio può essere utilizzato soltanto se il bambino ha i piedi caldi. Se i piedi sono freddi, il calore non può essere evacuato. Per favorire l’abbassamento della febbre, massaggiate il corpo del bambino con una spugna bagnata con acqua tiepida. Bimbi & Bebé SALUTE 38 Il bambino febbricitante deve bere molto. Lo sapevate che . . . . . . la mamma o il papà possono assentarsi dal lavoro fino a tre giorni per accudire il figlio ammalato? Questo congedo è considerato assenza per malattia. I genitori devono tuttavia organizzarsi per trovare al più presto una soluzione di custodia. Il datore di lavoro può richiedere un certificato medico sin dal primo giorno di malattia, ma non può dedurre l’assenza dai giorni di vacanza né dal salario e neppure pretendere il recupero con ore di lavoro supplementari. rità. Ne è colpito circa il cinque percento dei bambini. Le convulsioni in genere spaventano moltissimo i genitori, ma oggi sappiamo che non hanno conseguenze sulla salute. Se le condizioni del piccolo tuttavia non migliorano dopo una convulsione o se le convulsioni durano a lungo o sono frequenti, è indispensabile rivolgersi al medico in quanto potrebbero essere causate da altre malattie come ad esempio l’epilessia o la meningite. Perché i bambini si ammalano sovente nei primi anni di vita? Il loro sistema immunitario non è ancora maturo. Ogni virus rappresenta una novità per l’organismo e scatena una risposta immunitaria. I bambini che frequentano il nido d’infanzia si ammalano più sovente di quelli che in tenerissima età rimangono a casa, ma quest’ultimi «recuperano il tempo perduto» quando cominciano ad andare a scuola. Quando ritiene necessario somministrare un antipiretico? Quando il bambino non sta bene, lamenta dolori alla testa e alla Bimbi & Bebé pancia, non beve e non ha più voglia di giocare. Per abbassare la febbre vanno bene supposte, sciroppi, gocce e compresse, ma anche i rimedi casalinghi. Cos’altro devono sapere i genitori? Il bambino febbricitante deve bere molto. Un decilitro in più di liquidi per ogni grado di febbre. Consiglio di dare bevande leggermente zuccherate, come sciroppo o tè dolcificato. Sovente la febbre leva l’appetito, il che non è preoccupante, ma bere solo acqua per diversi giorni può causare un calo degli zuccheri nel sangue. L’ipoglicemia indebolisce il fisico e il bambino impiega più tempo a ristabilirsi. Per facilitare la somministrazione di liquidi ai neonati, è pratico utilizzare un cucchiaino o una siringa (senz’ago!). In caso di febbre è importante pure non vestire o coprire eccessivamente il bambino per aiutarlo a disperdere meglio il calore. Se il piccolo sta bene nonostante la febbre, non dev’essere per forza costretto a letto. Di solito al bambino ammalato basta una dose di attenzioni in più. Camere per FAMIGLIE A St. MorItz DA CHF 153.– Non tutti possono proporvi un’offerta così. Alberghi Svizzeri per la Gioventù. Così deve essere. Nell’ostello per la gioventù di San Moritz appena rinnovato potete godere del piacere delle vacanze in camere per famiglie moderne e luminose già a partire da soli CHF 153.– a notte per 2 adulti e 2 bambini tra i 2–5 anni di età, inclusa la mezza pensione. Qui e negli altri 53 ostelli distribuiti in tutta la Svizzera ci pensiamo noi a offrire alle famiglie delle villeggiature adatte a tutti i budget. Per saperne di più www.youthhostel.ch/st.moritz ALIMENTAZIONE 40 Non è sempre molto appagante cucinare per un bambino piccolo, ma talvolta bastano alcuni accorgimenti per ritrovare la felicità anche ai fornelli. Felici e contenti anche in cucina «C I È VOLUTA più di un’ora per preparare la casseruola di lenticchie e verdure e il ringraziamento dei miei figli non è stato altro che un chiaro ‹bleah› di disgusto.» «Settimana scorsa dalla nonna la mia piccolina ha mangiato i broccoli, mentre a casa nostra arriccia il naso appena li vede comparire in tavola.» «Nostro figlio mangerebbe pasta tutti i giorni e solo raramente riusciamo a convincerlo ad assaggiare sapori nuovi.» Queste situazioni non sono affatto sconosciute alla maggior parte dei genitori: spesso cucinare per un bambino piccolo può essere davvero frustrante! OCCORRE PAZIENZA Marianne Botta Diener, specialista in alimentazione per l’infanzia, sa per esperienza che il rifiuto e lo scetticismo di certi bambini di fronte ad alimenti che non conoscono rientra assolutamente nella Bimbi & Bebé normalità. «Nei primi cinque anni di vita molti bambini attraversano la cosiddetta fase di neofobia, ovvero la paura delle novità, che li spinge a rifiutare categoricamente tutto ciò che è loro estraneo. I genitori devono essere molto pazienti», spiega l’esperta, mamma di otto figli. È importante non arrendersi troppo presto e chiedere regolarmente al piccolo di assaggiare l’alimento nuovo mettendolo semplicemente in bocca. Non è mai una buona tattica costringerlo a inghiottirlo. Anzi, se non gradisce il sapore, bisogna consentirgli di sputare il boccone. Grazie a questo sistema, le papille gustative distribuite sulla lingua si abituano a nuovi sapori. «È giusto dare la possibilità al bambino di rifiutare un alimento soltanto se lo ha già assaggiato a distanza di tempo per 10–15 volte e se continua a trovarlo disgustoso», afferma Marianne Botta Diener. Simone Fürholzer, I bambini che aiutano in cucina sin da piccoli diventano più facilmente «migliori forchette». dietista con formazione complementare in alimentazione per lattanti e bambini e fondatrice della scuola di cucina «Kinderküche» (www.diekinderküche.com, sito solo in tedesco) di Adliswil, aggiunge: «È sbagliato invece sopprimere il dessert se il piccolo non ha mangiato il piatto principale oppure ricompensarlo e consolarlo dandogli dolciumi». Al cibo non dev’essere mai attribuito un ruolo di strumento educativo. Se al bambino non piacciono determinati alimenti, mamma e papà dovrebbero semplicemente accettarlo. La signora Fürholzer ha ottenuto buoni risultati proponendo a sua figlia cibi che non gradisce, come i funghi, cuci- nandoli in modo diverso, ad esempio in una minestra anziché saltati in padella. EVITARE I CONFLITTI In linea di principio Marianne Botta Diener consiglia di evitare i conflitti a tavola. «Se i genitori si mettono a discutere con il bambino, creano una tensione dalla quale è poi difficile uscire», spiega l’esperta. Se il piccolo brontola per il cibo, è preferibile rimanere calmi. Simone Fürholzer consiglia a mamma e papà di non cucinare pietanze alternative per il piccolo, ma di offrigli un pezzo di pane per saziarlo facendogli notare che l’orario del pasto successivo rimane invariato. I geni- Lettura consigliata «In cucina con i nostri bambini. Esperienze e ricette» di Federica Buglioni e Marcella Gallorini, editore Franco Angeli, collana Le comete, 2006. Bimbi & Bebé ALIMENTAZIONE 42 {Consigli} Mangiare con più gusto Le buone maniere a tavola non sono innate, s’imparano. Siate un buon esempio per il vostro bambino. Mangiate a tavola con il piccolo il più sovente possibile. Non esprimete giudizi negativi sul cibo. Congratulatevi con il/la partner (o con il bambino se ha prestato aiuto in cucina) per il piatto preparato. Stuzzicate l’interesse del piccolo per i cibi che ancora non conosce assaggiando pure voi piatti nuovi. Create un’atmosfera piacevole a tavola (ad esempio apparecchiando bene). Spegnete il televisore durante i pasti, non rispondete al telefono e riponete i giornali. Non discutete di problemi a tavola. Pattuite con il bambino regole di comportamento da rispettare. Mantenete la calma se il bambino rifiuta il cibo e non vuole mangiare. Bimbi & Bebé tori non devono provare sconforto se ai figli non interessa quanto tempo si trascorre in cucina per preparare i pasti. «Dai bambini piccoli non ci si deve aspettare riconoscenza.» Ecco perché la dietista raccomanda di cucinare per sé stessi, lasciando eventualmente decidere al bambino una o due volte alla settimana cosa portare in tavola. «Per non confondere i più piccoli, è bene limitare la scelta tra due soli menù.» IMPARARE CUCINANDO Molti bambini imparano a diventare «buone forchette» invitandoli a dare una mano a fare la spesa e a cucinare. Le fragole scelte di persona in negozio saranno certamente più gustose della frutta che viene semplicemente presentata sul piatto. Il bambino è in grado di aiutare in cucina sin da piccolissimo. A un anno trova divertente impastare la pasta, un po’ più grandicello sa tagliare la mozzarella, le banane o i funghi e preparare il condimento dell’insalata. «Queste operazioni stimolano lo sviluppo della motricità fine e grossolana e affinano i sensi del gusto, dell’olfatto e del tatto», spiega Simone Fürholzer. È naturale che lavorare in cucina con un bambino richiede più tempo e per i primi anni occorre anche che i genitori chiudano un occhio e rinuncino per un po’ alla perfezione. VARIARE È IMPORTANTE Gli esseri umani sono per natura abitudinari, anche a tavola. Eppure basta davvero poco per mettere un po’ più di creatività in cucina! Simone Fürholzer suggerisce di stabilire il menù per tutta la settimana. «Con questo sistema si risparmiano tempo e denaro. Basta fare la spesa grossa una volta alla settimana procurandosi gli ingredienti freschi solo quando occorrono. Così facendo si evita anche che i cibi vadano a male, come capita quando si acquistano senza avere ancora le idee in chiaro.» Oggigiorno grazie a Internet le fonti d’ispirazione per variare il menù quotidiano sono infinite e per stuzzicare la creatività non mancano neppure libri, riviste e corsi di cucina. Non da ultimo può essere divertente cucinare insieme ad altri genitori scambiandosi le ricette perché anche in cucina c’è sempre qualcosa da imparare. PER CHI HA POCO TEMPO Nella sua scuola di cucina per bambini, Simone Fürholzer si è specializzata nella cucina completa. Sovente i genitori che lavorano hanno poco tempo da dedicare ai fornelli. «Consiglio loro di preparare porzioni abbondanti e di congelarle. Andare di fretta non significa non garantire ai propri figli un’alimentazione equilibrata. I piatti pronti in un batter d’occhio e nel contempo salutari e molti apprezzati dai piccoli sono innumerevoli, come ad esempio la pasta integrale al sugo di pomodoro. Per preparare il sugo basta tostare una cipolla in olio con un goccio di acqua, aggiungere la passata di pomodoro, insaporire con erbe aromatiche, sale e un pizzico di zucchero e raffinare con un poco di panna. Ecco fatto! Il sugo può essere arricchito con verdure fresche (ad esempio zucchine o carote).» «Mini Penne verdurose al sughetto fantasia» Oggi lo chef, cioè io, consiglia Piccolini con le verdure che ci sono, ma non si vedono! e Servono: Mini Penne con zucchin a, mm ma a bell e spinaci, una un papà simpatico e tutti a tavola. Da Barilla nasce la nuova Mini Pasta alle verdure: tre diverse varietà fatte con il 25% di purè di verdure fresche di stagione, e il 100% di gusto. Per nutrire i tuoi figli nel modo più buono. Scopri il mondo dei Piccolini «Grandi Chef» su www.barilla.it A mangiare bene si comincia da Piccolini. 3 COMPOSTO PER LEGARE 200 g di panna acidula semigrassa 2,5 dl di panna semigrassa 1 dl di latte 2 uova sale, pepe e curry ALIMENTAZIONE Mischiare bene tutti gli ingredienti con la frusta e versare il composto sulle verdure. 44 4 COTTURA Cuocere la quiche nella scanalatura inferiore del forno preriscaldato a 200 gradi per 35–40 minuti. RICETTA Quiche variopinta alle verdure Guida «Alim 1 1 pasta sfoglia rotonda 2 cucchiai di pangrattato 100 g di Gruyère grattugiato 2 carote mezzo peperone rosso mezzo peperone giallo 250 g di piselli 200 g di panna acidula semigrassa 2,5 dl di panna semigrassa 1 dl di latte 2 uova sale, pepe e curry 1 pasta sfoglia rotonda 2 cucchiai di pangrattato 100 g di Gruyère grattugiato Mettere la pasta sfoglia in una tortiera rotonda e punzecchiarla con una forchetta. Distribuire sul fondo il pangrattato e il Gruyère. 2 l’arcobaleno RIPIENO 2 carote mezzo peperone rosso mezzo peperone giallo 250 g di piselli, freschi o surgelati Sminuzzare le verdure e cuocerle al vapore nell’apposito cestello o nello steamer per 5 minuti. Lasciarle intepidire e versarle sul fondo di pasta sfoglia. Bimbi & Bebé Meglio inf orm un’alimentaz ati su ione equilibr ata Quelli con Mangiatene di tutti i colori ! Nella frutta e nella verdura il colore è determinato dalle sostanze vegetali secondarie. Esse possono sviluppare un’azione benefica sulla salute come ad esempio prevenire le malattie cardiovascolari, lenire le infiammazioni e regolare la glicemia e la coagulazione del sangue. Per garantire un apporto di queste sostanze il più diversificato possibile, bisognerebbe consumare ogni giorno frutta e verdura di svariati colori. entazione» PASTA Fino ad esaurimento scorte 0710 Ingredienti {Consigli} Quelli con l’arcobaleno La nuova guida «Meglio informati su un’alimentazione equilibrata» di Mepha le fornisce molte indicazioni utili per un’alimentazione sana e uno stile di vita equilibrato. L’opuscolo è disponibile gratuitamente al sito www.mepha.ch ALIMENTAZIONE 46 Molti genitori se lo chiedono. Tuttavia il più delle volte questa preoccupazione è infondata. Buona domanda Quanto peso deve prendere un neonato ? L’aumento di peso è individuale. Nei primi tre mesi il neonato può aumentare settimanalmente da 130 a 180 grammi, nel secondo trimestre da 100 a 160 grammi e dai sei mesi in poi da 70 a 120 grammi. Il nostro tesoro mangia abbastanza? C HIEDERE regolarmente consiglio a una consulente materna o al pediatra è utile per chiarire eventuali dubbi. «Nei primi otto-dodici mesi può essere di aiuto pesare il bebè ogni due o quattro settimane, anche se in genere una volta al mese basterebbe», spiega la consulente materna Manuela Meyer-Mäder. IL LATTE È SUFFICIENTE? Molte mamme che allattano al seno si chiedono se il latte materno è sufficiente e se il bambino succhia abbastanza. «Pesare frequentemente il bambino può generare insicurezza», esorta Manuela Meyer-Mäder. Oltre all’aumento di peso, vi sono altri indizi che dimostrano che il piccolo cresce bene: fa regolarmente pipì, è felice, prende il latte da cinque a otto volte al giorno e ha una bella ciccetta. «È importante che i genitori si fidino del proprio istinto», aggiunge l’esperta. LA CRESCITA L’aumento di peso ideale è proporzionale alla crescita del corpo e della Bimbi & Bebé circonferenza cranica. Si parla in questo caso di crescita lungo la linea percentile (vedere a pagina 48). Se ad esempio un bambino che già alla nascita era molto piccolo e molto leggero a dodici mesi è ancora tra i più piccoli, non è il caso di preoccuparsi. Più avanti le variazioni di peso sono del tutto normali. DA NEONATO A BAMBINO PICCOLO Tra i due e i quattro anni il bambino aumenta soprattutto di peso, mentre tra i cinque e i sette cresce molto in altezza perdendo completamente i tipici rotolini di grasso del neonato. A questa età molti bambini sono piuttosto magri. Anche in questo caso non bisogna preoccuparsi. FAME E SETE I bambini che mangiano molto non diventano più «grandi e forti». Come per gli adulti, ogni bambino assimila il cibo in modo diverso a seconda del proprio metabolismo. Vi sono bambini che si accontentano di poco, altri che hanno {Consigli} Se il piccolo mangia poco L’appetito dipende dal metabolismo e dall’attività fisica del bambino. bisogno di mangiare e bere di più. La fame e la sete dipendono anche dall’attività fisica. Chi si scatena all’aperto ha bisogno di più calorie di chi invece se ne sta tranquillo a sfogliare un libro illustrato. È normale inoltre che la fame non sia sempre uguale e che di conseguenza neonati e bambini piccoli mangino talvolta di più e talvolta di meno. Se il bambino è sano, sa perfettamente cosa gli occorre. La maggior parte dei bambini ha bisogno di consumare più pasti al giorno, ma in piccole porzioni. IL SENSO DI SAZIETÀ Al contrario di molti adulti, neonati e bambini piccoli sanno esattamente quando hanno mangiato abbastanza grazie al loro spiccato senso di sazietà. Questo segnale del corpo li aiuta a regolare il peso. Chi mangia più di quanto abbia bisogno, ingrassa. Attualmente in Svizzera una femminuccia su cinque e un maschietto su quattro sono in sovrappeso. L’eccesso di peso si manifesta sovente già in tenera età a causa di un’alimentazione sbagliata e di un’alterazione del senso di sazietà. Il neonato segnala chiaramente ai genitori quando è sazio staccandosi dal seno o dal biberon, allontanando il piatto che ha davanti o stringendo le labbra quando ci si avvicina con il cucchiaino. «Costringere il piccolo a vuotare il piatto non torna a suo vantaggio», spiega Manuela Meyer-Mäder. Così facendo i genitori rischiano d’indurre il bambino a non dare più ascolto al senso di sazietà e a mangiare più di quanto ha bisogno. Forzare il bambino a mangiare può in alcuni casi provocare addirittura il rifiuto totale del cibo. È bene evitare di usare la forza anche quando il piccolo è capace di mangiare da solo insegnandogli piuttosto a servirsi porzioni che è in grado di finire. Lasciate che il bambino impari a mangiare da solo prima possibile e abbiate pazienza perché all’inizio farà grandi pasticci. Evitate che si abitui a farsi imboccare. Mangiate a tavola insieme al piccolo e siate di buon esempio, perché i bambini imparano imitando gli altri. Per non guastare l’appetito ai pasti principali, evitate che il piccolo «sgranocchi» tutto il giorno. Uno spuntino salutare al mattino e al pomeriggio è sufficiente. Fate bere il bambino di tanto in tanto – preferibilmente non subito prima dei pasti – proponendogli acqua o tè non zuccherato invece di bibite dolci. Se siete preoccupati che il vostro bambino non mangi abbastanza, chiedete consiglio alla consulente materna. Se il bambino è sottopeso o mostra un repentino aumento di peso, potrebbero esserci problemi di salute o cause psichiche. In questo caso è indispensabile chiedere consiglio al medico. Bimbi & Bebé Per il suo primo omogeneizzato ALIMENTAZIONE deve essere Percentili del peso dei primi cinque anni di vita 48 tutto perfetto Per i nostri omogeneizzati HiPP dopo i 4 mesi abbiamo rinunciato consapevolmente a tutto ciò che potrebbe rendere difficile il passaggio dal latte ad un’alimentazione diversificata. I nostri omogeneizzati sono: 97% 24 kg 90% Femmine 21 kg 75% 18 kg 50% 15 kg 25% 10% 3% 3 senza sale e zuccheri aggiunti 3 prodotti con pochi ingredienti 3 naturalmente biologici al 100% 12 kg 9 kg e pertanto particolarmente digeribili a partire dal primo cucchiaio. 6 kg 3 kg 0 kg Nascita 1 anno 2 anni 3 anni 4 anni 5 anni 24 kg 97% Maschi 90% 21 kg 75% 18 kg 50% 15 kg 25% 10% 3% Adesso HiPP si prende cura anche della pelle del bambino! 12 kg 9 kg 6 kg 3 kg 0 kg Nascita Bimbi & Bebé Per il bene più prezioso che hai. 1 anno 2 anni 3 anni 4 anni 5 anni • senza oli minerali • senza essenze aromatiche allergizzanti • con olio di mandorla biologico In vendita alla Migros La verdura è l’alimento ideale per iniziare lo svezzamento. Unita ai nostri omogeneizzati di carne vi permette di ottenere un menu completo e individuale. Con un paio di cucchiaini di Frutta HiPP a fine pasto avete infine la certezza di offrire al vostro bambino un’alimentazione bilanciata e diversificata. www.hipp.ch SVILUPPO Intervista Erika Imhof Nielsen, educatrice sociale SUP, formatrice APF e consulente familiare, dirige il Centro Formazione Genitori Nord di Winterthur. 50 Tutti i genitori desiderano instaurare una buona relazione con il proprio bambino. La consulente familiare Erika Imhof Nielsen spiega come fare. Lo sapevate che . . . . . . appena nato il bambino è già in grado di riconoscere la voce materna? Proprio così, anche se la mamma non gli ha parlato durante la gravidanza. La voce materna lo rassicura e favorisce la conoscenza reciproca. Bimbi & Bebé La relazione genitori-figli Oggigiorno il bambino appena nato viene appoggiato subito sul petto della mamma. Perché il contatto fisico è così importante per lo sviluppo emotivo? Il contatto fisico favorisce la secrezione degli ormoni prolattina e ossitocina. Questi ormoni stimolano la produzione del latte materno. L’ossitocina rinforza inoltre l’attitudine del prendersi cura del bebè nella mamma. Si avvia così il processo che lega madre e figlio. Perché consiglia ai genitori di reagire subito quando il bambino piange? Piangendo il neonato esprime il suo malessere. Se i genitori reagiscono prontamente, il piccolo impara che c’è sempre qualcuno pronto a tranquillizzarlo. Solo in questo modo capisce che può far affidamento sui suoi genitori. Questo significa che i genitori debbano sempre accorrere al primo singhiozzo? No. Il neonato deve imparare anche a calmarsi da solo. Bisogna assolutamente evitare di urlare quando piange, perché il piccolo non è in grado di interpretare questa reazione. Nelle prime settimane e nei primi mesi di vita è importante tranquillizzare il bambino parlandogli dolcemente usando senza timore anche i toni alti, che il neonato preferisce a quelli bassi. Perché nella carrozzina o nel marsupio è meglio rivolgere il bebè verso mamma o papà? Il contatto visivo con la persona di riferimento rassicura il piccolo, perché gli consente di accertarsi costantemente che mamma o papà c’è. Questa posizione permette inoltre di meglio proteggere il Un buon rapporto con i genitori influenza tutta la vita. bambino da un eccesso di stimoli esterni, soprattutto quando ci si trova in un ambiente molto rumoroso come ad esempio un grande magazzino. Gli esperti consigliano di parlare spesso al bambino sin dalla nascita. Per quale ragione? Parlando i genitori entrano in contatto con il bebè e instaurano un rapporto. Nel contempo gettano le basi per lo sviluppo del linguaggio, perché la comprensione inizia già molto prima che il bambino impari a parlare. Se il neonato distoglie lo sguardo, significa che è troppo stanco per comunicare e che desidera dormire. I genitori dovrebbero rispettare questo segnale. Sovente i genitori paragonano il proprio bambino ad altri. Perché non bisognerebbe farlo? Ogni bambino è unico e si sviluppa in base al proprio schema evolutivo. Egli desidera che i genitori riconoscano la sua individualità e apprezzino la sua unicità. I paragoni generano pressione e concorrenza che a loro volta ostacolano lo sviluppo della personalità e la capacità di apprendimento. Al bambino non occorrono confronti, ma conferme e incoraggiamenti. Perché i bambini devono sentirsi protetti per crescere bene? Il senso di protezione è una condizione importante per instaurare una buona relazione. Se il bambino si {Consigli} Comunicare con il bambino Per parlare a un bambino, è meglio mettersi all’altezza dei suoi occhi. In questo modo si facilita il contatto e si riconoscono più facilmente le sue sensazioni e il suo stato d’animo. Comunicate chiaramente al piccolo ciò che aspettate da lui. Bimbi & Bebé SVILUPPO 52 sente sicuro, gioca ed esplora fiduciosamente il mondo che lo circonda. Mamma e papà rappresentano un porto sicuro presso il quale tornare a rifugiarsi in qualsiasi momento e trovare l’approvazione del proprio comportamento. Personalmente consiglio di accogliere sempre la richiesta di un bambino che tende le braccia verso di noi e d'instaurare un contatto fisico con il piccolo. Lettura consigliata L’opuscolo « Il legame crea forza » spiega ai genitori come rafforzare il rapporto con il proprio bimbo nei primi anni di vita gettando così le basi per un legame solido. Ecco i principi fondamentali: Per crescere forte e sicuro di me ho bisogno di . . . . . . contatto e vicinanza fisica . . . protezione e affidabilità . . . attenzione e dialogo . . . un legame sicuro . . . riconoscimento della mia unicità . . . fiducia nelle mie capacità . . . un ambiente stimolante per lo sviluppo . . . orientamento La guida è tradotta in 15 lingue e distribuita direttamente dalle consulenti materne. Alla pagina web www.genitorinforma.ch è possibile scaricarla in formato PDF. La campagna è promossa in partenariato da Formazione dei genitori CH e Jacobs Foundation. Bimbi & Bebé Alcuni bambini imparano a camminare solo a 18 mesi. Come può acquisire sicurezza un bambino nella vita di tutti i giorni? Rituali e giornate scandite da orari regolari infondono sicurezza. Il bambino impara a conoscere il ritmo delle giornate e sentendosi protetto riesce ad affrontare più facilmente le situazioni che non conosce. E’ fondamentale trovare il giusto equilibrio tra riposo e attività e concedere al bambino di annoiarsi di tanto in tanto. I bebè molto piccoli hanno bisogno di tranquillità per rimanere al riparo da un eccesso di stimoli. L’educazione è per molti genitori una sfida difficile. Cosa consiglia in base alla sua esperienza? I genitori devono imparare a considerare il loro bambino come un individuo con determinate capacità, ma nel contempo bisognoso della presenza di un adulto. È buona norma concedere al piccolo la massima libertà possibile imponendogli solo i limiti necessari e comunicargli chiaramente le proprie attese. I metodi educativi troppo permissivi o troppo severi lo confondono e ostacolano il suo sviluppo. Anche sminuire, mancare di rispetto, esercitare violenza verbale o fisica ne compromettono il processo evolutivo. Al contrario, stare insieme rafforza il rapporto tra genitori e figli. Per facilitare il compito dei genitori consiglio di mantenere sempre un atteggiamento positivo nei confronti del piccolo e una posizione chiara per quanto riguarda la vita quotidiana in famiglia. E non dimenticate mai di soddisfare le esigenze e i bisogni della coppia concedendovi ogni tanto qualche momento di libertà senza i figli! Gran parte dei genitori attende con impazienza il momento in cui il loro tesoro camminerà. L’età di questa tappa tanto ambita varia da bambino a bambino. Primi passi I BIMBI PIÙ precoci cominciano a camminare tra gli 8 e i 10 mesi, la maggior parte tra i 13 e i 15, alcuni solo attorno ai 18–20. Secondo la fisioterapista pediatrica Susanne Thommen di Oberwil (BL), il momento non è Aiuto a portata di mano Volete essere sicuri che il vostro tesoro si sviluppi bene dal punto di vista motorio? Il fisioterapista pediatrico può fornirvi preziosi consigli. Il sito Internet (per ora solo parzialmente in italiano) dell’Associazione svizzera fisioterapisti pediatrici, www.physiotherapia.paediatrica.ch, elenca gli specialisti più vicini a casa vostra (rubrica nella versione tedesca «PP-Mitgliederverzeichnis»). Qui trovate anche consigli utili per l’acquisto delle prime scarpine. rilevante. «È assai più importante la qualità della camminata», spiega l’esperta. Per la deambulazione sono determinanti la capacità di tenersi in equilibrio, di superare piccoli ostacoli e di appoggiarsi per evitare le cadute. SVILUPPO MOTORIO Nei bambini piccoli lo sviluppo motorio è graduale. «In ogni tappa evolutiva il piccolo esercita movimenti che gli consentono di creare i presupposti motori e psichici per la fase di sviluppo successiva», illustra Susanne Thommen. Se il bambino è sano, prima o poi riesce a girarsi sulla pancia rotolando sul fianco dalla posizione supina. Mentre sperimenta questa nuova strategia, Bimbi & Bebé SVILUPPO 54 Quando il bambino gattona, i movimenti incrociati acquistano automaticità e si allenano ambedue gli emisferi cerebrali. Lo sapevate che . . . . . . il movimento influisce sull’attività cerebrale? Affinché il nostro cervello funzioni in modo ottimale, l’emisfero destro e l’emisfero sinistro devono essere ben coordinati. Tale coordinazione può essere stimolata con esercizi incrociati che attivano ambedue i lati del corpo, ad esempio toccando il piede destro con la mano sinistra (e viceversa) oppure rotolando, strisciando, gattonando e arrampicandosi. Bimbi & Bebé accenna nell’aria alcuni passetti. In posizione prona il piccolo rinforza la muscolatura dorsale e impara a ruotare attorno al proprio asse. Strisciando stimola la coordinazione di braccia e gambe, mentre a gattoni esercita la posizione d’appoggio e di protezione di cui si servirà più avanti per non battere la faccia quando cade. Nelle fasi successive impara a stare seduto, ad alzarsi in piedi aggrappandosi e a compiere qualche passo di lato fino a deambulare. OGNI BAMBINO È DIVERSO Solo in rari casi l’evoluzione delle capacità motorie si attiene a tempi ben precisi. Il noto pediatra e autore di libri Remo Largo conferma: «Lo sviluppo motorio è sostanzialmente un processo di maturazione che segue ritmi di crescita e strategie di movimento personali». Non bisognerebbe attribuire grande importanza soltanto alle tappe in cui il piccolo impara a stare seduto e a camminare, ma anche al percorso che lo porta a muoversi rotolando, strisciando e gattonando. Queste modalità gli permettono di percepire il proprio corpo e conoscere a fondo le sue capacità. Lo sviluppo dovrebbe essere armonico e ricco di piccoli e regolari progressi. La qualità del movimento riveste una grande importanza. Secondo Susanne Thommen è essenziale osservare ad esempio se il bambino si muove in maniera simmetrica, se predilige un lato piuttosto che l’altro o se è molto impacciato. Il piccolo dovrebbe conoscere diversi modi per spostarsi e sapere come superare le difficoltà. Se ad esempio la palla con la quale sta giocando rotola sotto un mobile, dovrebbe essere capace di sdraiarsi sulla pancia dalla posizione seduta per recuperarla. Se al contrario non sa affrontare questo genere di situazione o se si mostra frustrato perché non riesce a spostarsi, può essere utile chiedere consiglio a un fisioterapista pediatrico. È consigliabile consultare uno specialista anche se lo sviluppo fisico e lo sviluppo psichico del bambino divergono sensibilmente. FACILITARE L’APPRENDIMENTO Anche quando il bambino sta imparando a camminare è meglio stimolarlo a fare da solo. Per testare e allenare le capacità motorie, al bambino piccolo occorre parecchio tempo. L’ideale è lasciarlo libero di muoversi in uno spazio con pavimento morbido antisdrucciolo e privo di pericoli dove ha la possibilità di arrampicarsi, affrontare ostacoli, spostarsi su superfici inclinate e ispezionare nicchie. Il bambino è particolarmente a suo agio scalzo e con abiti comodi. Susanne Thommen sconsiglia di far assumere al piccolo posizioni che non riesce a mantenere da solo. «Il bambino deve arrivarci da sé e lo fa soltanto quando è fisicamente e psichicamente pronto.» Rispettando questi limiti, il rischio di farsi male è ridotto. VIGILE E LESTO ATTRAVERSO IL MOVIMENTO Le diverse esperienze motorie favoriscono anche lo sviluppo psichico. I bambini che fanno tanto movimento vantano una maggiore agilità fisica, sono più sicuri di sé nell’esplorazione del mondo e si fanno male con minor frequenza rispetto ai piccoli che si muovono poco. NO AL GIRELLO Il bambino non ha bisogno di strumenti di sostegno per imparare a camminare. «Consiglio vivamente ai genitori di non utilizzare il girello in quanto ostacola i naturali movimenti di deambulazione. Il bambino cammina prevalentemente sulla punta dei piedi e non riesce a distribuire il peso corporeo su tutta la pianta, come dovrebbe invece fare per mantenersi in equilibrio», spiega Susanne Thommen. Il girello impedisce anche di stimolare il senso dell’equilibrio e l’abilità motoria e, non da ultimo, comporta un elevato rischio per il bambino che potrebbe ribaltarsi, scivolare giù dalle scale e raggiungere velocità che non è in grado di controllare. Per aiutare il bambino a camminare, non ha neppure molto senso tenerlo per le mani perché gli si preclude ogni possibilità di esercitare le reazioni di equilibrio. In questo modo il piccolo si affida totalmente al sostegno dei genitori senza provarci da solo. {Consigli} Per salire le scale Mostrate al bambino di salire le scale a quattro zampe e di scendere gattonando all’indietro. Lasciate che si eserciti il più sovente possibile senza mai perderlo di vista. Indicategli come scendere da una posizione rialzata : fatelo spostare ad esempio fino al bordo del letto, mostrategli che si trova in alto rispetto al pavimento (magari facendo cadere un oggetto) e aiutatelo a girarsi e a scendere all’indietro. Consentitegli di riprovare più volte in modo che faccia lo stesso sulle scale. Proteggete le scale con un cancelletto quando non vi è possibile sorvegliarlo. per sonni tranquilli senza cadute dal letto Questa rivoluzionaria protezione contro le cadute sostituisce le tradizionali sponde da letto grazie a un sistema di facile uso, sicuro e trasportabile: un semplice lenzuolo fisso con barriere integrate! Ordinatelo subito online: www.dreamtubes.ch SVILUPPO Via il pannolino Lo sviluppo del controllo degli sfinteri è determinato da fattori organici e dalle capacità psicosociali del bambino. Il momento per togliere il pannolino GGI GLI esperti sono dipende dalla sua unanimi nell’affermare maturità. che mettere un bambino sul vasino 57 come facilitare l’educazione al vasino O Buona domanda Per ecologisti in fasce. Coop presenta sul mercato svizzero i primi pa panan- m anche il vostro bambino a trarne vanma os sa nolini certificati FSC, prodotti con cellulosa ttaggio: i pannolini Oecoplan hanno un’ottitag proveniente da selvicoltura garantita e gestita it ita m vestibilità, sono traspiranti, morbidi e ma in maniera esemplare. I pannolini sono sbianan n- su u superassorbenti. Trovate i nuovi pannolini en ncati senza cloro e hanno un impatto ambien- Oecoplan Oe e nei grandi supermercati Coop e nei inii tale inferiore del 30% rispetto ai pannolini Grandi Gr ra Magazzini Coop City. Ulteriori infor- te, convenzionali. Non è soltanto l’ambiente, maz m mazioni: www.coop.ch/oecoplan già nel primo anno di vita non ha senso. Stando al dottor Oskar Jenni, medico primario del reparto di pediatria dello sviluppo dell’Ospedale pediatrico di Zurigo, fino a dodici mesi il neonato non è ancora in grado di capire se la sua vescica e il suo intestino sono pieni. «Questa facoltà si acquisisce solo nel secondo anno e in nessun modo il processo di maturazione organica può essere influenzato dall’esercizio», spiega il dottor Jenni. Oltre a riconoscere lo stimolo e a controllare lo svuotamento della vescica e dell’intestino, anche l’iniziativa propria del bambino è una premessa essenziale per imparare a essere puliti e asciutti. Vi sono bambini che manifestano il A che età si leva il pannolino? Sono pochi i bambini che al termine del secondo anno di vita sono già puliti e asciutti. Per la maggior parte lo svezzamento dal pannolino avviene a tre o quattro anni. Di solito il piccolo impara dapprima a controllare la vescica e l’intestino durante il giorno, mentre per la notte gli occorre un po’ più di tempo. Più del dieci per cento dei bambini che frequentano la scuola dell’infanzia bagna ancora occasionalmente il letto. Le femminucce sono generalmente più precoci dei maschietti. L’iniziativa propria è una premessa importante per imparare a usare il vasino. Bimbi & Bebé SVILUPPO 58 {Consigli} Per svezzare dal pannolino Lasciate che il bambino vi osservi quando andate in bagno. Parlate apertamente di questo tema. Non fate commenti negativi su pipì e popò. Ascoltate i segnali del bambino. Sostenetelo nelle sue intenzioni di andare in bagno da solo. Preparate « quel posticino » in funzione del piccolo e tenete a portata di mano oggetti per distrarlo sul vasino. Concedetegli tutto il tempo che gli occorre e non costringetelo a rimanere seduto. Fategli i complimenti quando la « faccenda » è andata a buon fine e non sgridatelo se di tanto in tanto «fallisce». Non serve a nulla dargli poco da bere alla sera. Abbiate pazienza se bagna il letto. Mettetegli un pigiama pulito e cambiate le lenzuola senza fare storie. Bimbi & Bebé bisogno di svuotare la vescica o l’intestino già tra i dodici e i diciotto mesi, ma la maggior parte di essi sviluppa questa iniziativa tra i diciotto e i trentasei mesi. Il dottor Jenni consiglia di cominciare a svezzare il bambino dal pannolino solo quando mostra di essere pronto all’uso del vasino. «Se i genitori si attengono ai segnali del bambino, il passaggio dal pannolino al vasino avverrà rapidamente», rassicura il dottor Jenni. SOSTEGNO DEI GENITORI L’esempio dei genitori svolge un ruolo fondamentale nello svezzamento dal pannolino. Oskar Jenni consiglia a tale riguardo: «Lasciate che il piccolo osservi i genitori quando vanno in bagno, e non solo quando è venuto il momento d’imparare, ma già molto prima». L’ideale è far indossare al bambino pantaloni con la vita elastica, facili da abbassare. Suggerimento: mostrando che è più facile afferrare i pantaloni dal dietro anziché sui lati, il piccolo capisce rapidamente come svestirsi da sé. A PICCOLI PASSI Nell’educazione al vasino occorre che i genitori abbiano molta pazienza, perché il bambino non può svuotare la vescica o l’intestino a comando. Per i primi cinque anni il dottor Jenni sconsiglia di adottare misure che impediscono al bambino di far pipì a letto. Denise Tinguely Hardegger, psicoterapeuta e consulente pedagogica a Dornach, consiglia di procedere a piccoli passi lasciando il bambino senza il pannolino al mattino e al pomeriggio per poi rimetterglielo per il sonnellino pomeridiano e durante la notte. «In questo modo il piccolo impara ad avere stima di sé stesso. Poiché gran parte dei bambini riesce a stare senza pannolino per un paio d’ore, questo metodo di educazione al vasino si rivela vincente e incoraggiante», spiega Denise Tinguely Hardegger. «INCIDENTI» POSSIBILI E NORMALI Molti genitori sono delusi o preoccupati quando il bambino, rimasto pulito e asciutto per un periodo prolungato, ricomincia improvvisamente a farsi addosso pipì e popò. Denise Tinguely Hardegger li tranquillizza: «Nei primi cinque anni di vita questi piccoli incidenti sono del tutto normali e non devono inquietare. Possono capitare quando il bambino dorme profondamente o è molto concentrato nel gioco». L’esperta raccomanda ai genitori di non farne un dramma. «Sgridare o punire il piccolo sarebbe controproducente.» I rimproveri potrebbero addirittura indurre il bambino a farsela addosso per attirare l’attenzione scatenando contrasti che a loro volta possono dare origine a un problema serio. Se per un lungo periodo il piccolo è rimasto pulito e asciutto e improvvisamente si bagna e si sporca per più di un mese, Denise Tinguely Hardegger consiglia di chiedere aiuto a uno specialista. In caso contrario vi è il rischio che l’attenzione ruoti unicamente attorno a pipì e popò a scapito del rapporto tra genitori e bambino e che, nella peggiore delle ipotesi, causi problemi funzionali dello svuotamento della vescica o dell’intestino. Filetti. Cuore e ragione lavano più bianco, per amore del tuo bebé! Una mamma sa quanto sia sensibile la pelle del bebè e quali cure delicate necessita. L‘elevata tollerabilità cutanea di Filetti Sensitive è confermata da organi indipendenti tramite il marchio di qualità dermatologica. Filetti Sensitive è ricco di sapone allo stato puro e lava a fondo tutti i capi da 30° a 95° come un normale detersivo completo. Filetti Sensitive, per amore del tuo bebé. 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HA IMPARATO Anche se nel corso del secondo anno COSA SIGNIFICA il bambino matura la capacità di ‹POSSEDERE›. condividere i sentimenti di un compagno di giochi che piange, è solo attorno ai quattro che entra in empatia ponendosi la domanda: «Come mi sentirei al suo posto?». Questa capacità può generare anche sentimenti cattivi come ad esempio Bimbi & Bebé Il comportamento di condivisione con gli altri s’impara. l’invidia e il piacere del male altrui, nonché comportamenti negativi come bugie e inganni. «È MIO!» Nei primi due anni il bambino non ha ancora la nozione di proprietà. Afferra tutti gli oggetti che attirano il suo interesse per poi abbandonarli nuovamente. Dopo i ventiquattro mesi comincia a sviluppare l’idea del «mio» e ad appropriarsi di tutto ciò che trova. «A questa età è normale che si accaparri degli oggetti che gli capitano a tiro e lotti per tenerseli. Di solito l’interesse per l’oggetto conteso scema non appena il compagno di giochi cede», spiega Kathy Egli. Questo comportamento non esprime egoismo o avidità, bensì la voglia di mettere alla prova la propria influenza e la propria capacità d’imporsi. Si tratta di una fase di crescita obbligata attraverso la quale il piccolo sviluppa il senso della proprietà. «Il bambino impara a condividere le proprie cose solo quando ha imparato cosa significa ‹possedere›», spiega l’esperta. Ecco perché non ha molto senso costringerlo a mostrarsi generoso. Il piccolo deve poter fare le sue esperienze e sperimentare il significato di ‹mettersi d’accordo›. Anche qui il comportamento sociale delle persone di riferimento è di grande esempio. Attorno ai tre anni il piccolo è pronto a cedere un giocattolo per entrare in contatto con un altro bambino o per porre fine a un litigio. Le persone di riferimento possono stimolarlo a condividere le sue proprietà dicendogli ad esempio: «Sei gentile a lasciar giocare Nicola con la tua automobilina. Guarda com’è contento!». Tra i tre e i cinque anni, i conflitti per il possesso di un oggetto sono ancora il sessanta percento. Il bambino deve provare e riprovare che nulla gli viene tolto e che comunque ce n’è abbastanza per tutti. Solo in età scolastica imparerà a condividere in modo disinteressato. «NON PUOI GIOCARE CON NOI» In età prescolastica i bambini bisticciano anche per partecipare a un gioco. L’esclusione di un bambino induce i genitori a intervenire rapidamente, ma secondo Kathy Egli questa non è una buona soluzione. «Gli adulti dovrebbero dapprima osservare la situazione e valutare se i piccoli riescono a mettersi d’accordo o se il bambino escluso ha bisogno di aiuto. I bambini sanno accordarsi con grande competenza e creatività», assicura la psicologa. L’adulto potrebbe tutt’al più suggerire al bambino escluso come entrare a far parte del gioco senza tuttavia agire in vece sua. Buona domanda Frequentare un asilo nido favorisce lo sviluppo del comportamento sociale ? Sì, a condizione che l’insegnante conceda ai bambini di giocare spesso liberamente elabori insieme ai piccoli alcune regole per giocare rispettandosi fornisca un’impostazione chiara e limiti per garantire la sicurezza dei piccoli supporti i bambini nella risoluzione dei conflitti intervenendo il meno possibile. agisca con chiarezza e determinazione se un bambino infastidisce non escluda e non punisca alcun bambino mettendolo in disparte. Bimbi & Bebé « Voglio giocare anch’io ! » EDUCAZIONE EDUCAZIONE I bimbi e la TV 62 I piccoli non dovrebbero essere liberi di guardare la tv quanto vogliono. {Consigli} Comportamento indisponente in età prescolastica Intervenite subito e ponete dei limiti se un bambino esagera di continuo o ferisce gli altri con osservazioni offensive come ad esempio : « Non puoi giocare perché puzzi » oppure « Sei troppo stupido per giocare ». Dite « Basta, non accetto che vi trattiate in questo modo ! ». Parlando, fate riflettere i bambini sul rispetto reciproco. Rivolgetevi ai bambini che vi osservano. Essi possono contribuire sensibilmente a fermare il bambino che si comporta male. Bimbi & Bebé Se il bambino ha un carattere dominante, si può stimolarlo a riflettere: «Vuoi davvero che Sara pianga? Cosa potrebbe fare per giocare con voi?». Con una frase di questo genere si ottengono risultati migliori che ricorrendo a critiche e minacce. Non sempre però i giochi consentono di aggiungere un bambino e in questo caso non bisognerebbe costringere gli altri a farlo. Ogni bambino deve poter fare le proprie esperienze nelle relazioni con gli altri e sperimentare le diverse possibilità di azione. Anziché proporre soluzioni al conflitto, è preferibile favorire la comunicazione tra i piccoli esprimendo a parole le loro intenzioni, i loro desideri e le loro emozioni. Spesso i bambini vengono esclusi dai loro coetanei perché non piacciono oppure perché si comportano in modo insolente. «Sovente dietro questo comportamento, del tutto involontario, si celano bisogni particolari dettati da problemi psichici o da disturbi dello sviluppo», rimarca Kathy Egli. «Questi bambini hanno bisogno di sostegno.» ESSERE DI ESEMPIO I genitori possono favorire lo sviluppo della competenza sociale trattandosi con riguardo e mostrando rispetto nei confronti del piccolo e degli altri. Essi devono prendere il bambino sul serio, ascoltarlo e dimostrargli che apprezzano il suo comportamento sociale (ad esempio: «Trovo fantastico che tu abbia mostrato ad Anna come si gioca»). Kathy Egli ritiene utile esprimere a parole sentimenti, desideri, esigenze e aspettative del bambino. Così facendo il piccolo si sente compreso ed è stimolato a riflettere sul proprio modo di agire. L’apprendimento del comportamento sociale si basa inoltre sull’esempio fornito dagli adulti e sui modi di scambiarsi le parole. È senz’altro più utile invitare il bambino a seguire il buon esempio che proporgli soluzioni «pronte per l’uso» o inculcargli insistentemente i principi della socialità. Non da ultimo gli argomenti come l’amicizia, i conflitti e le emozioni possono essere approfonditi attraverso i giochi, i libri illustrati e le favole. In Svizzera la maggior parte delle economie domestiche non potrebbe più fare a meno della televisione. Molti genitori si chiedono da che età, cosa e per quanto tempo al giorno i bambini piccoli possono guardarla. Lo sapevate che . . . . . . non si dovrebbe mai utilizzare la tv come premio o castigo? Gli esperti dell’educazione sostengono che ciò rende la televisione ancora più desiderabile agli occhi dei bambini. 63 O GGIGIORNO SONO sempre più numerosi i canali che propongono programmi per i piccoli. Vi sono trasmissioni come «Baby Einstein» il cui nome promette di trasformare i neonati in autentici geni. Ma è davvero così? Su questo argomento gli studiosi sono unanimi. Il professor Manfred Spitzer della Clinica universitaria di Ulm ha analizzato diverse ricerche ed è giunto alla seguente conclusione: «I media elettronici sono dannosi per l’apprendimento e quindi per lo sviluppo psichico del neonato!». Perché? «I neonati passano la maggior parte del tempo dormendo. Se trascorrono il periodo di veglia prevalentemente davanti a un media che, a differenza della vita reale con persone reali, non può insegnare nulla, quel che imparano nel complesso è davvero poco.» COSA CAPISCONO I PICCOLI? Molti bambini sotto i due anni e mezzo osservano sì il teleschermo, ma non sono in grado di collegare le diverse prospettive né di comprendere la storia se le sequenze sono tagliate. La moltitudine di immagini e di suoni può portare rapidamente a un eccesso di stimoli nel neonato che reagisce mostrandosi irrequieto perché non è in grado di gestire quanto osservato. La capacità di discernere l’immaginario dalla realtà matura tra i cinque e i sei anni, mentre occorre attendere i sette anni affinché il bambino sappia comprendere il contesto. INFLUENZA SULL’APPRENDIMENTO DEL LINGUAGGIO Molti genitori sperano che la televisione possa favorire l’apprendimento del linguaggio. Anche in Bimbi & Bebé EDUCAZIONE 64 {Consigli} Per il consumo dei media Bimbi & Bebé CONSEGUENZE A LUNGO TERMINE La scienziata canadese Linda Pagani di Montreal ha studiato le conseguenze a lungo termine del consumo dei media sui bambini. Lo studio ha preso in esame il consumo di programmi televisivi di 1314 bimbi di età compresa tra i 29 e i 53 mesi, nonché di ragazzini di 10 anni. Linda Pagani ha constatato che i bambini che in età prescolastica trascorrono molto tempo davanti alla tv sono meno attivi a scuola, mostrano una minore abilità in matematica, sono più soggetti al mobbing, fanno meno movimento fisico, consu- Le ragazze forti cambiano il mondo mano più snack e bibite zuccherate e presentano un indice di massa corporea più elevato dei bambini che vengono al contrario tenuti più lontani dal teleschermo. VIETARE LA TV? Se la televisione non trasforma i bambini in piccoli geni, è il caso allora di vietarla? Daniel Süss, professore in psicologia dei media presso la Scuola superiore di scienze applicate di Zurigo e l’Università di Zurigo, sostiene: «Non penso sia giusto vietare al bambino di guardare la televisione in quanto si tratta di uno strumento di comunicazione prezioso che fa ormai parte della nostra cultura. I bambini che non possono guardare la tv a casa propria, lo fanno sovente dagli amici e il rischio che guardino trasmissioni non adatte alla loro età, sottacendolo alla famiglia, è elevato». CI VUOL MISURA La televisione produce anche effetti positivi? Secondo il professor Süss, i cartoni animati e i film con gli animali in DVD sono i più adatti per i bambini in tenera età perché possono essere interrotti e rivisti più volte. I programmi di buona qualità stimolano la fantasia, propongono personaggi adeguati all’età in cui identificarsi e suggeriscono spunti per il gioco e il bricolage. Quanto agli effetti negativi della tv, non vi è nulla da temere se i genitori guardano la televisione insieme al bambino, se l’esposizione ai programmi è limitata e se al piccolo vengono garantite alternative interessanti di gioco e apprendimento e tanta attenzione. La formazione è la chiave per un futuro migliore – nei paesi in via di sviluppo è però una possibilità spesso negata, soprattutto alle ragazze. Plan costruisce scuole nei paesi più poveri del mondo. Oltre che con borse di studio, aiutiamo le ragazze anche nella formazione professionale e a costruirsi un’esistenza. 62 milioni di ragazze non vanno a scuola. Se l’1 % di ragazze in più frequenta le scuole superiori, il reddito pro capite annuo di un paese aumenta dello 0,3 %. Con uno studio di estensione mondiale mostriamo lo possibilità di combattere la povertà delle ragazze, la campagna «Because I am a Girl» serve a mobilitare a questo scopo. Aiutate anche voi! Z11BABY Weissgrund AG, Zürich Gli specialisti raccomandano di: 1. scegliere accuratamente il media e i programmi in base all’età del bambino 2. guardare i film o i programmi insieme al piccolo 3. commentare e discutere insieme il contenuto 4. non mettere i bambini di età inferiore ai due anni davanti alla tv e di limitare il consumo di programmi televisivi a mezz’ora al giorno per i bambini tra i tre e i cinque anni 5. non utilizzare mai la televisione come strumento educativo, ricompensa o castigo 6. non mostrare al bambino film con scene di violenza 7. non collocare mai il televisore nella cameretta del bambino questo caso il verdetto delle ricerche è inequivocabile. Un gruppo di scienziati della University of Washington di Seattle ha analizzato gli effetti del consumo dei media sul linguaggio negli individui di età inferiore ai due anni e ha rivelato che i bambini che guardano sovente programmi televisivi o DVD per i più piccoli dispongono di un vocabolario più povero rispetto a coloro ai quali invece non è consentito stare davanti alla tv. Hilda Geissmann, logopedista presso l’Ospedale pediatrico di Zurigo, precisa: «Oggigiorno sappiamo che nella prima infanzia l’apprendimento del linguaggio può essere stimolato solo dal contatto diretto con gli altri. I bambini hanno bisogno di genitori e persone di riferimento che li ascoltino e parlino con loro. È di grande aiuto ad esempio esprimere a parole quanto intrapreso insieme al piccolo, raccontare storie, recitare filastrocche e cantare canzoncine». Il Plan «Fondo ragazze» finanzia progetti che creano opportunità per le ragazze. Aiutate anche voi con la vostra offerta: Video e molto di più sul nostro lavoro e offerte online: Conto CP 85-496212-5 Oggetto: «Fondo ragazze» www.plan-schweiz.ch La guida « bimbi&bebè » è disponibile gratuitamente : tramite Internet : www.bimbi-e-bebe.ch per e-mail : [email protected] per fax : 086 071 841 49 16 per posta : Servizio ordinazioni « bimbi&bebè », casella postale 57, 9401 Rorschach Le edizioni 2009/2010 e 2010/2011 possono essere scaricate dall’archivio del sito www.bimbi-e-bebe.ch. bimbi bebè è un progetto patrocinato dalle seguenti organizzazioni : Associazione svizzera delle infermiere consulenti materne-pediatriche Partner umanitario : Cambiare il mondo grazie ai bambini Copyright : la ristampa e la riproduzione elettronica sono permesse solo con l’autorizzazione scritta dell’editore. ISSN 1663-5418