EDIZIONE 2011/2012
Servitevi !
Esemplare
gratuito
Consigli per genitori di bambini fino a cinque anni
Felici e contenti
anche in cucina
Via il pannolino :
come facilitare l’educazione al vasino
Notizie utili sulla carie
Consigli
per far festa
Le buone
maniere
Lo sviluppo del
comportamento sociale
Febbre: che fare ?
Intervista con il dottor Georg Staubli
del Pronto soccorso dell'Ospedale pediatrico di Zurigo
GRAVIDANZA & PARTO ✽ SALUTE ✽ ALIMENTAZIONE ✽ SVILUPPO ✽ EDUCAZIONE
Indice
bimbi
&bebè
Care lettrici,
cari lettori,
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BEBA H.A. è concepito apposta per i
particolari bisogni nutrizionali dei neonati
soggetti a rischio di allergie. Numerosi
studi scientifici hanno provato che il
latte per neonati BEBA H.A. è l’unico che
riduce efficacemente il rischio di allergie.
Inoltre, i probiotici da noi selezionati
rafforzano le difese naturali del bebè.
o
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Allevare dei figli è una delle esperien
più belle, e sicuramente più impegna
terza
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offre
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tive, che la vita
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edizione della guida « bimbi&bebè
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trovate innumerevoli informa
te,
utili e suggerimenti pratici sulla salu
cal’alimentazione, lo sviluppo e l’edu
anni.
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cinq
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zione del bambino da
Vi auguro una piacevole lettura.
Susanna Steimer Miller
Editrice e caporedattrice
www.nestlebaby.ch
2 Le buone maniere
5 Padrini si diventa!
8 Consigli per far festa
10 Viaggiare in auto
GRAVIDANZA & PARTO
14 Neomamme nel buio
18 Alimentazione in gravidanza
sALUTE
22 Il fascino dell’acqua
26 Problemi cutanei
30 Notizie utili sulla carie
33 Pidocchi
36 Febbre: che fare?
ALIMENTAZIONE
40 Felici e contenti anche in cucina
44 Ricetta: quiche variopinta alle verdure
46 Il nostro tesoro mangia abbastanza?
Sigla editoriale
Edizione e inserzioni
pr solutions gmbh, Kilchberg
[email protected]
Tel. 044 715 07 34
Redazione
Caporedattrice :
Susanna Steimer Miller
Collaboratrici indipendenti :
Marianne Botta Diener
Sarah Zanoni
Traduzione
Patrizia Mina, Dino
Direzione artistica
Peter Yates
Peter Yates Design, New York
Avviso importante: il latte materno è l’alimento ideale per il bimbo. L’OMS consiglia un allattamento esclusivo per la durata di 6 mesi. Se il bambino
necessita di un alimento complementare o non si è più in grado di allattare, chiedere consiglio al personale specializzato del servizio sanitario.
ATTUALITÀ
Composizione e litografie
Annemarie Gantenbein
Satzbild, San Gallo
Revisione
Tanya Schmid-Loringett
Stallikon
Fotografie
Andreas Steimer
Foto Steimer, Rorschach
Stampa
AVD Goldach
Tiratura
170 000 (i, f, t)
Ordinazione
www.bimbi-e-bebe.ch
© by bimbi&bebè
Riproduzione solo con
l’approvazione dell’editore
SVILUPPO
50 La relazione genitori-figli
53 Primi passi
57 Via il pannolino:
come facilitare l’educazione al vasino
EDUCAZIONE
60 Lo sviluppo del comportamento
sociale
63 I bimbi e la TV
Bimbi & Bebé
ATTUALITÀ
2
Le buone
maniere
Anche i genitori
moderni attribuiscono grande
importanza alla
buona educazione.
Ecco qualche consiORENZO È proprio un
glio per evitare
bambino educato!» si
discussioni sulle
complimenta la madrina riaccomregole basilari. pagnando a casa il piccolo dopo aver
«L
Testo: Sarah Zanoni (-Renold)
Consulente pedagogica
Lettura
consigliata
«Come insegnare
le regole ai bambini» di Andrea
Magnani, edizioni
Sì. Guida per i
genitori, ISBN
8895577035.
Bimbi & Bebé
trascorso un’intera giornata insieme. La mamma è stupita, perché
a lei pare di dover continuamente
riprendere suo figlio: «Dì grazie,
togli i piedi dal tavolo, ridai la paletta al bimbo!». Ma perché spesso i
bambini sono più gentili con gli
estranei che con i loro genitori?
Buone notizie: se il proprio tesoro è
in grado di comportarsi bene con gli
altri è effettivamente perché ha imparato le buone maniere. Il motivo
che spinge il piccolo a comportarsi
diversamente con i propri genitori
sta proprio nella relazione inscindibile che esiste tra loro. Con i genitori
il bambino osa esprimere anche
sentimenti forti (negativi), perché si
fida e perché sa che lo ameranno comunque. In queste circostanze è
bene rimproverarlo con fermezza,
interpretando però nel contempo il
suo comportamento come una celata prova d’amore.
Occorre tempo
per imparare le
buone maniere.
IMPARARE IMITANDO
I bambini copiano tutti i comportamenti, anche le buone maniere delle
persone di riferimento più importanti, i genitori, i fratelli (maggiori)
e gli amichetti. Osservando quotidianamente cosa «si fa» e cosa «non
si fa», il bambino acquisisce sin
dalla tenera età le regole di comportamento della nostra società. Molto
presto capisce che bisogna dire «per
favore» e «grazie», «buongiorno» e
«arrivederci», ma occorre tempo
prima che impari a farlo spontaneamente. Mostrare timidezza nei
confronti degli altri, soprattutto
degli adulti, è del tutto normale per
un bambino piccolo. Vi sono
bambini che rivolgono spontanea-
mente la parola alla cassiera del
supermercato, al postino o alla
signora sull’autobus, altri che invece
si nascondono dietro le gambe dei
genitori. Di regola il timore verso gli
estranei scompare da sé crescendo.
POCHE REGOLE MA CHIARE
Imparare le buone maniere evita al
piccolo di fare cattiva impressione
ed essere messo da parte dai suoi
coetanei. Anche i bambini, infatti,
sanno scegliere e preferiscono i
compagni che si comportano bene.
I bambini maleducati vengono
invece allontanati ed esclusi dal
gioco. È compito quindi dei genitori
fare in modo che i propri figli
acquisiscano sin dalla tenera età le
regole basilari della buona educazione. Possono farlo dando il buon
esempio, fornendo spiegazioni e
motivi, ma soprattutto elogiando e
ricompensando il bambino. Se i
genitori dicono al piccolo di essere
fieri che abbia salutato di sua
iniziativa la vicina o ringraziato la
nonna per il regalo, il bambino trova
conferma del suo buon comportamento. Più si insegnano le buone
maniere giocando, meglio è. Insistendo e pretendendo troppo, il
piccolo oppone resistenza e ci si
scontra. Molto meglio invece
pattuire con il piccolo poche regole
ma chiare, da due a cinque, disegnandole su un foglio per renderle
più comprensibili.
Lo sapevate che . . .
. . . i genitori sono per
tutta la vita l’esempio
più importante, nel
bene e nel male, per
i loro figli? Sin dalla
nascita, il bambino è
legato emotivamente
ai suoi genitori ed
è in base a loro che si
orienta. Nei primi
anni di vita osserva
attentamente ogni
loro azione e nei
giochi di ruolo imita
sovente ciò che i genitori fanno e dicono.
Bimbi & Bebé
ATTUALITÀ
Padrini
si diventa!
4
ATTUALITÀ
Prima di assumere il
ruolo di madrina o
padrino, è bene riflettere. Spesso questo
ruolo implica aspettaETER FISCHER di
tive elevate, inizialWinterthur non ha
mente da parte dei esitato neppure un secondo quando
genitori e più avanti cinque anni fa suo fratello gli chiese
da parte del bambino. di diventare il padrino della figlia
5
P
Consigli per la vita di tutti i giorni
Insegnare a dire sempre «per favore» e «grazie»
Date al bambino ciò che vuole solo se dice «per favore». I monosillabi sono un’alternativa accettabile per i più piccoli.
Se la richiesta è imperativa come «Mamma, da bere!», spiegategli come deve formulare la sua richiesta: «Devi dire, da
bere per favore mamma!». Se si sforza ripetendo educatamente la domanda, lodatelo. Porgendogli il bicchiere, tenete
quest’ultimo ben saldo finché il piccolo vi ringrazia. Il bambino impiega poco a capire le vostre aspettative, ma nel corso
delle settimane e dei mesi vi accorgerete dei suoi tentativi di rielaborare le buone maniere. Ciò non significa che voglia
intenzionalmente dimenticare quanto appreso. Semplicemente a volte è concentrato in altri pensieri e i vostri desideri
passano in secondo piano. Siate pazienti: la goccia scava la pietra . . .
Evitare la forme impersonali
«Non si picchia!», «Non si scappa», «Si mangia con la forchetta e il coltello» e via dicendo. La forma impersonale non
piace ai bambini ed è troppo indiretta. Molto meglio utilizzare frasi concrete come «Non devi picchiare gli altri bimbi» o
meglio ancora la forma positiva come «Sii gentile con gli altri bimbi».
Capire l’inutilità dei conflitti
Se il vostro bambino non vuole dire «grazie» per il panino ricevuto in panetteria o si rifiuta di salutare la vicina, non è il
caso di fare storie. Anziché insistere, dovreste venire in aiuto al piccolo e ringraziare o salutare al posto suo senza
ulteriori spiegazioni come «È ancora un po’ timido». Evitate di rimproverarlo dicendogli piuttosto che sareste molto fieri
se dicesse «grazie» o «buongiorno» di sua iniziativa.
Imparare attraverso i rituali
Ai bambini piacciono i giochi e le azioni ritualizzate, anche quando si tratta d’imparare le buone maniere. Mascherandosi da principe o principessa, il bambino è capace di stare composto per l’intera durata del pasto, mentre travestito da
pirata sa che può permettersi di mangiare rumorosamente o con le mani. Un altro gioco da fare in famiglia consiste nel
gridare in un sacchetto di plastica le peggiori proteste, annodarlo e gettarlo via per eliminare simbolicamente dal
linguaggio quotidiano le cattive maniere. In alternativa, potete ricorrere al cartellino giallo o rosso come nel gioco del
calcio. Giallo = avvertimento, rosso = conseguenza.
Bimbi & Bebé
Lo sapevate che . . .
. . . per il battesimo
in chiesa la madrina
o il padrino devono
soddisfare queste
condizioni?
Bastano una madrina o un padrino,
ma chi lo desidera
può sceglierne diversi.
Almeno uno dei
padrini deve aver raggiunto la maturità
cristiana, ovvero essere cresimato e
appartenere a una
confessione cristiana
in quanto al momento del battesimo
la madrina e il padrino promettono di
contribuire all’educazione religiosa del
bambino.
valori e all’educazione dovrebbero
più o meno coincidere. Il padrino
in fondo accompagna il bambino
per una ventina d’anni ed è presente a molti compleanni e feste di
neonata Sarah. «Ho sempre pensato famiglia come la prima comunione
e la cresima». I coniugi Fischer
che fosse un grande onore poter
considerarono questi aspetti anche
svolgere questo compito e lo faccio
al momento di scegliere la madrina
con molto piacere», spiega il
32enne, anch’egli padre di tre figli e e il padrino per i propri figli.
Addirittura le loro riflessioni si
due volte padrino.
spinsero un po’ più in là: «Pur
sapendo che oggigiorno madrina e
VENT’ANNI D’IMPEGNO
padrino non sono più chiamati a
Ciononostante Peter Fischer non
sostituire i genitori in caso di loro
accetterebbe questo ruolo per
morte precoce, ci siamo chiesti a
chiunque senza riflettere: «Le
chi avremmo preferito affidare i
aspettative del padrino e della
nostri figli».
famiglia del bambino riguardo ai
Il battesimo
segna l’ingresso nella
vita di fede.
Bimbi & Bebé
ATTUALITÀ
6
« È divertente
trascorrere del
tempo insieme
al padrino! »
{Consigli}
Come scegliere
i padrini
Ponetevi le seguenti domande :
I possibili padrini soddisfano le nostre aspettative
riguardo all’educazione o
alla religione ?
Cosa devono offrire i
padrini al nostro bambino
(tempo, affetto, buon
esempio, regali) ?
Siamo disposti a far partecipare i padrini alla nostra
vita familiare per i prossimi
vent’anni ?
Quanto ci sanno fare con
i bambini i potenziali padrini ?
Come cambierebbe il rapporto tra la nostra famiglia
e la madrina o il padrino
se ci separassimo? Ciascuno dei partner dovrebbe
quindi scegliere uno dei
due padrini ?
Quanti figliocci ha già la
persona prescelta ? Troppi
non avantaggiano nessuno.
Al momento di porre la domanda alla persona prescelta,
esponete chiaramente i vostri
desideri e le vostre aspettative (visite, presenza ai compleanni, regali) e datele il
tempo di riflettere.
Bimbi & Bebé
NÉ DIRITTI NÉ DOVERI
«Un tempo la madrina e il padrino
dovevano impegnarsi a prendersi
cura del bambino in caso di scomparsa dei genitori. Allora questo
era un evento tutt’altro che raro»,
spiega il parroco cattolico Franz
Scherer di Thun. Dal momento in
cui ci fu la separazione tra Stato e
Chiesa, diritti e doveri nei confronti
dei figliocci decaddero. «Oggigiorno la madrina e il padrino non
sono più chiamati a occuparsi del
bambino qualora i genitori morissero precocemente. Essi non hanno
neppure più il dovere di aiutare
finanziariamente il piccolo e la sua
famiglia, né possono pretendere
alcuna eredità», precisa il parroco.
Se da una parte il figlioccio non ha
il diritto di reclamare regali, la
madrina e il padrino non hanno il
diritto di visita al figlioccio né
possono esigere di trascorrere
insieme le vacanze.
Se il rapporto con il figlioccio è
buono, può durare ben oltre la cresima. «In molti casi la madrina
e il padrino sono stati di grande
aiuto per genitori e figli nel difficile
momento dell’adolescenza oppure
hanno continuato a frequentare
regolarmente per molti anni la fa-
miglia del figlioccio ormai adulto»,
osserva il parroco.
FIGURE IMPORTANTI
Nonostante l’assenza di diritti e
doveri, la figura della madrina o del
padrino può diventare particolarmente importante, come nel caso
della vedova trentatreenne Beatrice
Keller. «Da quando mio marito è
morto di cancro due anni fa, sono
molto riconoscente per tutto ciò che
la madrina e il padrino fanno per i
miei figli», racconta questa mamma
di Aarau rimasta sola con tre
bambini. «Ho preferito chiedere
aiuto a loro che non ad altri parenti
o conoscenti», spiega la signora
Keller. «In particolare i padrini dei
maschietti sono riusciti a colmare
l’assenza del papà.» Pur mancando
le basi giuridiche, in caso di decesso
dei genitori la madrina e il padrino
possono proporsi come genitori
affidatari del bambino. L’autorità
tutoria preferisce collocare possibilmente gli orfani presso i parenti
anziché in una struttura.
SCELTE SBAGLIATE
La relazione tra i genitori e i padrini
non è sempre facile. L’esperienza
insegna che solo con gli anni ci si
può rendere conto se la scelta della
madrina o il padrino è caduta sulla
persona giusta. Cambiare lavoro,
fondare una famiglia o non avere
figli sono fattori che possono
influire profondamente sul ruolo di
padrino o madrina e che nessuno
può predire. Che fare allora?
«Anche se i genitori non sono
soddisfatti della loro scelta, non è
possibile stralciare dal registro dei
battesimi i padrini iscritti», spiega il
parroco Scherer. I padrini sono i
testimoni del battesimo che a sua
volta costituisce il rito attraverso il
quale il bambino viene accolto nella
comunità cristiana. E un testimone
rimane pur sempre un testimone.
«Qualche volta però nella pratica
capita di cambiare la madrina o il
padrino», afferma il parroco. Per il
bambino è un’amara delusione
essere trascurato dalla madrina o
dal padrino. In questi casi i genitori
fanno bene a cercare un sostituto.
«La mia madrina, al tempo molto
giovane, ha smesso di interessarsi a
me quando avevo poco più di un
anno», racconta Jonas Beurer
(10 anni) di Soletta. «Ma per
fortuna ne ho trovata un’altra.»
Qual è l’aspetto che il ragazzino
apprezza maggiormente dei suoi
padrini? I loro regali costosi e
ricercati? La risposta arriva come
una cannonata: «I regali sono ok,
ma la cosa più bella è quando
vengono a trovarmi per andare
insieme a nuotare, a sciare o a
visitare un museo».
nuovo per (quasi) tutti gli altri.
Troppi invitati rischiano tra l’altro di
stancare eccessivamente il festeggiato, che si troverebbe in difficoltà
a dar retta a tutti.
ATTUALITÀ
8
« Una volta
all’anno mi piace
essere una
principessa ! »
Consigli
per far festa
Sin da piccoli i
bambini adorano
festeggiare il loro
compleanno in
compagnia di altri
bimbi. Ecco alcuni
COMPLEANNI, come
suggerimenti per
le festività, sono tappe
organizzare una importanti che aiutano il bambino
bella festa senza a scandire il corso dell’anno. Festress né delusioni. steggiare in compagnia dei propri
I
{Consigli}
Inviti
Date un titolo alla festa, ad
es. principesse, dinosauri,
calciatori o pirati.
Indicate sull’invito il luogo
della festa e gli orari d’inizio
e fine.
Bimbi & Bebé
amichetti, giocare e divertirsi insieme sono esperienze importantissime sin dall’età prescolare. «È
bello vedere come in occasioni del
genere i piccoli invitati si stringono
attorno al festeggiato. Queste
esperienze aiutano il bambino a
convincersi delle proprie capacità
(autoefficacia) favorendo così la
costruzione dell’autostima», afferma
la psicoterapeuta e consulente pedagogica di Dornach Denise Tinguely
Hardegger.
POCHI INVITATI
Il numero d’invitati è un aspetto che
preoccupa gran parte dei genitori.
«Si dice che il numero degli invitati
debba essere uguale al numero di
candeline sulla torta, ma è sempre
meglio che siano i genitori a valutare quanti bambini invitare per
garantire il buon svolgimento della
festa», raccomanda l’esperta. «Il
grado di tolleranza varia da famiglia
a famiglia e non bisogna dimenticare che durante il compleanno i
genitori dovranno occuparsi anche
degli eventuali fratellini.» Affinché
la festa riesca al meglio, è preferibile
inoltre che i bambini si conoscano
già tra di loro e che nessuno sia
IL RINFRESCO
Alle feste di compleanno il rinfresco
riveste un ruolo importante. Sovente è abitudine preparare uno
spuntino da portare all’asilo nido o
al gruppo di gioco. «A seconda del
luogo di residenza, anche quando si
festeggia un compleanno i cibi
devono essere salutari e rispettare
determinate direttive», spiega
Marianne Botta Diener, nutrizionista e mamma di otto figli. È molto
importante contare esattamente le
porzioni affinché ce ne siano per
tutti, senza dimenticare di aggiungerne una per la maestra. Per il loro
compleanno, i bambini più grandicelli amano pure invitare gli amichetti a pranzo. In questo grande
giorno non può naturalmente
mancare la torta!
PIANIFICARE LA FESTA
Vi sono genitori ai quali occorrono
giornate intere per organizzare il
compleanno e al termine della festa
sono letteralmente esausti. «Sovente mamma e papà perdono di
vista i veri obiettivi dei piccoli
invitati alla festa, che non di rado
termina arrecando stress e delusione», fa notare Denise Tinguely
Hardegger. L’esperta consiglia di
coinvolgere il festeggiato, adeguatamente all’età, nell’organizzazione e
di tenere conto dei suoi desideri per
quanto riguarda il rinfresco, la torta,
i regali e i giochi. In questa occasione è lui il padrone di casa ed è
giusto che abbia l’opportunità per
una volta di svolgere questo ruolo
assumendosi dei compiti ben
precisi. «La cosa migliore è pianificare la festa con anticipo insieme al
bambino», suggerisce l’esperta. Più
il compleanno è organizzato nei
dettagli, meglio si svolgerà. Può
essere utile anche farsi aiutare da
qualcuno.
UN SUCCESSONE
L’esperienza insegna che alla festa di
compleanno i bambini devono
potersi muovere liberamente. Per
animare il pomeriggio, si possono
preparare attività con gare e giochi
divertenti come la caccia al tesoro
(gessetti o mappa a seconda
dell’età), guardie e ladri, le belle
statuine e nascondino all’aperto. Se i
piccoli invitati si sfogano e giocano
fuori casa, i genitori ci guadagnano
risparmiando sul tempo che occorrerà loro per ripulire e riordinare a
festa ultimata. L’esperta raccomanda di prevedere anche qualche
alternativa per gli invitati più restii a
partecipare ai giochi. Ebbene sì, ci
sono anche bambini così! «I compleanni in cui i bambini vengono
tenuti a lungo a tavola, come accade
nelle feste organizzate dai fast food,
creano solo stress e noia», spiega
l’esperta.
REGALINI A TEMA
PER GLI INVITATI
«Oggi va di moda offrire un pensiero a chi ha partecipato al compleanno», racconta Denise Tinguely.
Sono adatti gli oggettini in sintonia
con il tema della festa come ad
esempio una benda da pirata, una
cartolina dello zoo o un dolcetto a
forma di animale preparato durante
la festa.
{Consigli}
Per il rinfresco
Spuntino da portare all’asilo
Minitreccine
Michettine con salsiccette
Cestino di frutta
Panini farciti con burro,
fette di formaggio,
carne secca, salame o
prosciutto.
Invito a pranzo
Pizza
Hamburger
Tacos
Tortilla
Crêpe
Invito a merenda
Torta di compleanno, ad
es. a forma di campo da
calcio o di castello (il sito
www.bringbackform.ch –
solo in tedesco e in francese – vende e noleggia
stampi per torte)
Tartine guarnite o gipfel
al prosciutto
Attenzione: tra gli invitati possono esserci bambini che non
mangi ano carne di manzo o
di maiale per motivi religiosi
o che non gradiscono la
carne in generale. Informatevi con anticipo se vi sono
allergie o alimenti che i piccoli non possono mangiare
e cercate di scegliere cibi
adatti per tutti.
Bimbi & Bebé
ATTUALITÀ
10
Molti genitori di
neonati e bambini
piccoli scelgono
l’auto per partire
in vacanza.
Se il piccolo urla e
strilla sul sedile
posteriore, il viaggio
può tramutarsi
rapidamente in un
incubo.
Lettura
consigliata
Opuscolo « Seggiolini
auto 2011», a disposizione gratuitamente
tramite il sito www.seggiolini-auto.tcs.ch.
L’opuscolo contiene,
oltre a numerosi consigli
utili, i recenti risultati
dei test sui seggiolini
per bambini.
Bimbi & Bebé
Viaggiare
in auto
P
ER LE trasferte lunghe
in auto la consulente
materna Manuela Meyer-Mäder
consiglia di adeguare i tempi di
viaggio agli orari dei pasti e della
nanna del bambino e di fermarsi
spesso per consentire al piccolo di
fare movimento. «Bisognerebbe
fare una pausa ogni ora e mezzadue ore» raccomanda Manuela
Meyer-Mäder. Durante il viaggio il
bambino deve bere a sufficienza,
soprattutto in estate, e respirare aria
fresca. Se fa molto caldo, è importante proteggerlo dal surriscaldamento vestendolo piuttosto leggero
e montando sui finestrini gli appositi parasole. In estate il bambino
non va assolutamente mai lasciato
all’interno dell’abitacolo, dove la
temperatura può rapidamente
raggiungere i 70° C. Per i più piccoli
è indispensabile tenere sempre a
portata di mano una borsa-fasciatoio, un bavaglino, vestitini di
ricambio, cibo leggero a sufficienza,
giocattoli ed eventualmente un
succhietto.
SICUREZZA
Dal 2010 in Svizzera, come nel resto
dell’Europa, è obbligatorio assicurare i bambini fino a 12 anni di età o
fino a 150 cm di statura mediante
un sistema di ritenzione (seggiolino). Se il bambino non è allacciato
in un seggiolino di sicurezza, in caso
d’incidente il rischio di ferirsi
gravemente è sette volte maggiore.
Già a bassa velocità, nella collisione
il piccolo viene proiettato violentemente all’interno dell’abitacolo
contro i sedili anteriori, il cruscotto
o il parabrezza, senza contare che
potrebbe diventare un pericolo
anche per i passeggeri seduti
davanti. Toni Keller, responsabile
del progetto per la sicurezza dei
bambini presso il TCS, raccomanda
a tale riguardo: «I bambini devono
essere allacciati correttamente,
anche per le tratte brevi».
SEGGIOLINO ADEGUATO
I neonati fino a 13 kg e circa 18 mesi
di età vanno assicurati nell’apposito
guscio per bebè, sempre montato in
Per viaggiare
in auto durante
l’inverno sono
più adatte le
giacche in pile,
perché permettono alla
cintura di aderire meglio al
corpo.
{Consigli}
Più sicuri in auto
senso inverso alla marcia. In questa
posizione la testa, la colonna
vertebrale e la schiena sono meglio
protetti nell’impatto. È importante
che la cintura di sicurezza sia
posizionata in modo corretto
conformemente alle indicazioni del
fabbricante. Il seggiolino può essere
collocato a lato del conducente
soltanto se l’airbag è disattivato. I
sedili posteriori laterali offrono
maggiore protezione, mentre se si
trasporta un solo bambino è ideale il
sedile posteriore destro. Il guscio
per bebè va sostituito con un
seggiolino del gruppo di peso
superiore quando la testa del
bambino sporge oltre il bordo dello
schienale. Lo stesso vale per il
gruppo da 9 a 18 kg. Anche questo
seggiolino è necessario che sia ben
fissato al sedile della vettura. La
cintura di sicurezza del seggiolino
deve aderire perfettamente al corpo
ed essere adeguata alla statura del
bambino. L’altezza è perfetta se la
cintura si inserisce nel seggiolino
orizzontalmente a livello delle
spalle. Il sistema di attacco Isofix,
che permette di fissare saldamente
il seggiolino al telaio della vettura, si
è rivelato particolarmente vantaggioso nei test del TCS, sia in caso
d’incidente sia per l’uso quotidiano.
I seggiolini Isofix sono attualmente
disponibili in tutte le misure. Per i
bambini a partire dai 4 anni esistono modelli con schienale regolabile e protezioni laterali che offrono
una protezione migliore in caso
d’incidente rispetto ai seggiolini più
semplici ed economici, anch’essi
ammessi dalla legge. Nel seggiolino
più grande il bambino viene allac-
Allacciatevi sempre prima
di mettere in moto e fate lo
stesso con i vostri figli,
anche per i brevi tragitti.
Verificate che il bambino
rimanga ben allacciato
anche durante gli spostamenti.
Fate delle pause per consentire al bambino di muoversi.
Guidate tranquillamente.
Attivate il dispositivo di
sicurezza bambini per le
porte posteriori.
Non fumate; arieggiate di
tanto in tanto.
Nei viaggi lunghi, tenete
pronti dei giochi per occupare il piccolo.
Non trasportate oggetti
taglienti o appuntiti collocandoli vicino al bambino.
Non lasciate mai il bambino
solo in auto.
Togliete sempre la chiave di
avviamento se il bambino
rimane nell’auto anche solo
per un breve istante.
Bimbi & Bebé
ATTUALITÀ
12
Il guscio
per bebè va
montato in
senso inverso
alla marcia.
Buona
domanda
Come devono
comportarsi le
donne incinte che
viaggiano in auto ?
L’Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni e il TCS
consigliano alle donne in dolce
attesa d’indossare preferibilmente dei pantaloni e di allacciarsi con l’apposita cintura per
gestanti BeSafe. Questo dispositivo di sicurezza sposta la
cintura addominale sotto il
pancione per proteggere il feto
da un’eccessiva sollecitazione
in caso di collisione. BeSafe
family si adatta a qualsiasi
vettura ed è in vendita nei
negozi specializzati di articoli
per bebè. Nell’ultimo trimestre
di gravidanza si dovrebbe
viaggiare in auto il meno possibile, rinunciandovi preferibilmente del tutto al nono mese
quando ormai il nascituro è
meno protetto dal liquido
amniotico e quindi più esposto
al rischio di lesioni in caso
d’incidente.
ciato con la cintura di sicurezza
della vettura. È importante assicurarsi che la cintura passi sopra la
spalla e sia inserita nelle guide del
seggiolino. In caso di collisione
questo impedisce che la cintura
stringa sul collo e la cinghia addominale scivoli verso l’alto sulla
pancia con il rischio di provocare
gravi lesioni interne.
PIÙ BAMBINI A BORDO
Se a bordo vi sono diversi bambini,
ognuno dev’essere assicurato
individualmente. Per trasportare
due bambini, è preferibile collocare
i seggiolini sui sedili posteriori
laterali. La vettura può trasportare
al massimo il numero di bambini/
adulti indicato sulla licenza di
circolazione. La legge consente
anche di far sedere i bambini
davanti accanto al conducente a
condizione però di tenere conto
delle avvertenze d’uso del fabbricante dell’auto in quanto spesso le
indicazioni variano da un modello
all’altro. In ogni caso è indispensabile disattivare l’airbag qualora si
collocasse il seggiolino (ad es. il
guscio per bebè) sul sedile anteriore
in senso inverso alla marcia.
IMPIEGO ERRATO
Oggigiorno il mercato propone una
vasta scelta di seggiolini in grado di
soddisfare tutti i gusti.Tuttavia
anche il migliore garantisce la
dovuta sicurezza soltanto se è
montato in modo ottimale. Un’indagine condotta dall’Ufficio svizzero
per la prevenzione degli infortuni e
dal TCS ha rivelato che 4 bambini
su 10 non vengono trasportati in
auto allacciati correttamente. Questi
gli errori riscontrati più frequentemente: seggiolino troppo lento,
cintura di sicurezza allentata o
attorcigliata, cintura mal posizionata, cintura a contatto con il collo,
cintura sotto il braccio, seggiolino di
misura troppo grande o troppo
piccola. In questi casi la sicurezza
del bambino può essere seriamente
compromessa. Anche le giacche
pesanti invernali riducono l’effetto
protettivo del seggiolino in quanto
impediscono alla cintura di aderire
bene al corpo esile del bambino che,
in un impatto, potrebbe scivolare
fuori e cadere in avanti procurandosi gravi ferite. Per garantire una
buona aderenza della cintura
bisognerebbe quindi togliere o
perlomeno aprire la giacca.
Nella vita c’è molto di più di
una Volvo. C’è la consapevolezza che lo spazio è il lusso
più ambito. ECCO PERCHÉ GUIDI
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GRAVIDANZA&PARTO
Neomamme
nel buio
14
È convinzione generale che la nascita
di un bambino renda
felici. Eppure molte
mamme fanno fatica
ADELEINE GERBER
non si era immaginata
ad adeguarsi alla
così
i
primi
giorni insieme al suo
nuova situazione.
M
Lo sapevate che . . .
. . . dal venticinque al
cinquanta percento
delle neomamme
soffre di un breve
disturbo dell’umore
chiamato «baby
blues» nella prima
settimana dopo il
parto? Inoltre, nei
mesi successivi
alla nascita del bebè
una mamma su 8–10
è colpita da depressione postnatale,
uno stato depressivo
persistente che
dev’essere curato.
Bimbi & Bebé
bebè. «Avrei regalato mia figlia a
chiunque l’avesse voluta, l’importante era liberarmene», confida
questa mamma che oggi ha sei figli.
Nessun sentimento di amore
materno smisurato, solo una sensazione di estrema prostrazione accompagnata da un forte senso di
inadeguatezza a soddisfare i bisogni
della neonata: «Mi sentivo come se
mi avessero seppellita viva».
BABY BLUES E DEPRESSIONE
POST-PARTO
La professoressa Anita RiecherRössler, psichiatra e medico primario del Policlinico psichiatrico
dell’Ospedale universitario di
Basilea, spiega la differenza tra
questi due disturbi: «Il baby blues è
un malessere temporaneo e passeggero che scompare spontaneamente
nel giro di al massimo una settimana. La depressione post-parto è
invece uno stato patologico grave
che va assolutamente curato». La
donna colpita da questo disturbo
dell’umore si sente abbattuta o
molto labile e irritabile. «La neomamma è senza energie, non
risponde agli stimoli e non prova
più alcuna voglia e interesse. Si
sente costantemente stanca, non
riesce a concentrarsi e tutto le
sembra insormontabile», spiega la
psichiatra. Anche preoccuparsi
eccessivamente per il neonato
credendo di non occuparsene come
si deve o pensare che il piccolo possa
essere malato, sono sintomi tipici
della depressione post-parto. «Le
donne colpite dalla depressione
post-parto provano grandi sensi di
colpa e sono convinte di non essere
delle buone madri. Molte affermano
pure di non riuscire a provare chiare
emozioni o amore nei confronti
della propria creatura, il che non fa
altro che rafforzare i loro sentimenti
di colpa», illustra la professoressa
Riecher-Rössler.
INTERVENIRE
TEMPESTIVAMENTE
Quando la donna mostra questi sintomi, è indispensabile che richieda
l’aiuto di uno psichiatra. Se non ne
conosce, può farsi consigliare uno
specialista dalla propria consulente
Ogni anno in
Svizzera circa
10 000 donne
entrano in
crisi dopo
aver partorito.
materna o levatrice oppure dal proprio ginecologo, pediatra o medico
di famiglia. «È importante che la
donna non sottovaluti i suoi sentimenti e che non aspetti che passino
da soli», raccomanda la psichiatra
che da anni cura neomamme con
questo problema. Le donne che
nella loro vita hanno già sofferto di
depressione o che hanno casi in famiglia sono particolarmente a rischio. Secondo la professoressa
Riecher-Rössler, è assolutamente
indispensabile che dopo il parto
queste donne dormano abbastanza,
si riposino sufficientemente e pos-
{Consigli}
sano contare sull’aiuto di qualcuno.
Anche le giovani mamme senza predisposizione genetica non sono tuttavia al riparo dalla depressione
post-parto. Se al rientro a casa sono
sole, coltivano pochi contatti sociali
e si ritrovano d’improvviso a dipendere finanziariamente dal marito, il
tono dell’umore può subire un forte
contraccolpo. «In presenza di una
certa predisposizione genetica, la
depressione post-parto si manifesta
sovente solo se vengono associati
diversi fattori di stress. Anche se positivo, il parto è di per sé già fonte di
stress perché sottopone la madre
Per le neomamme
colpite da depressione post-parto
Concedetevi il tempo per
riposarvi e rilassarvi.
Cercate di dormire per
tutta la notte.
Affidate ogni tanto il bebè
a qualcun altro.
Fatevi aiutare nella cura
del neonato, soprattutto
se il piccolo piange molto
o se è un bambino
impegnativo.
Occupatevi maggiormente
del bebè quando siete
rilassate.
Procuratevi un aiuto per
le faccende di casa, ad
esempio una collaboratrice domestica di Spitex.
Bimbi & Bebé
GRAVIDANZA
& PARTO
16
Non tutte le
neomamme
provano subito
amore per la
loro creatura.
a un vero sconvolgimento emotivo»,
spiega la specialista. A seconda di
quanto si sente sostenuta e protetta
la neomamma in questa situazione
e in base agli oneri di cui deve farsi
carico, può verificarsi o meno un
crollo psichico.
Lettura
consigliata
‹‹
Opuscolo gratuito
«La depressione
postnatale »,
Fiorella Monti e
Francesca Agostini,
Le bussole, Carocci
editore, 2006.
SOSTEGNO E CURE SPECIFICHE
Come si cura la depressione postparto? «La neomamma riceve innanzi tutto spiegazioni sulla malattia
che l’ha colpita e viene alleggerita
dei suoi sensi di colpa. È importante
spiegare alla donna e alla sua famiglia che la depressione post-parto è
una malattia vera e propria e che
non è un segno di fallimento come
madre», spiega la professoressa Riecher-Rössler. Le sedute di consulenza informano la donna depressa
dove richiedere aiuto pratico e come
affrontare i problemi. La cura della
depressione post-parto prevede
anche trattamenti di psicoterapia,
integrati con farmaci antidepressivi
per i casi di media e grave entità.
CONSEGUENZE PESANTI PER
TUTTA LA FAMIGLIA
La depressione post-parto può avere
gravi conseguenze per la mamma e
Bimbi & Bebé
il neonato. Questa malattia rischia
di compromettere a lungo termine
la relazione madre-bambino e di
danneggiare di conseguenza lo
sviluppo del neonato. Le ripercussioni possono essere profonde anche
sulla madre che, se non viene
curata, manifesta sovente sentimenti di colpa che tendono a
peggiorare con il tempo arrivando
addirittura fino a pensare di suicidarsi. «Naturalmente ne soffre
anche il rapporto di coppia se la
patologia depressiva dura a lungo»,
fa notare la psichiatra.
Per fortuna Madeleine Gerber,
che aveva subito richiesto l’aiuto di
uno specialista, non era arrivata a
questo punto e le erano bastati sei
mesi per riprendersi e rimettersi in
forma dopo il parto. «Oltre alla mia
psichiatra, sono state fondamentali
le persone attorno a me che mi
hanno capita, che mi hanno dato
una mano in casa e che si sono
occupate di mia figlia», afferma
Madeleine Gerber riconoscente.
«Oggi con i miei sei figli sono
felicissima!» Per lei la depressione
post-parto è stato un episodio
isolato che si è verificato soltanto
dopo la prima nascita.
Claudia L.*, 30 anni, mamma di Julian, 3 mesi:
“Ho cominciato a fare la spesa su LeShop.ch quando ero incinta di 7 mesi. Fino ad allora, facevo la grande spesa
della settimana il sabato mattina. A 2 mesi dal termine della gravidanza, però, non riuscivo più a portare pesi e soprattutto
non dovevo farlo. Farmi consegnare la spesa a casa mi ha aiutata veramente tanto…
Ora che è arrivato Julian, faccio la spesa on line quando dorme e quando è sveglio ne approfitto per stare con lui!”
*nome fittizio
S e r v i z i o
c l i e n t i :
c l i e n t @ l e s h o p . c h
.
T e l . :
0 8 4 8
1 1 1
9 9 9
In gravidanza
il fabbisogno
di vitamine e
sali minerali
è maggiore.
GRAVIDANZA
& PARTO
Intervista
18
In fatto di alimentazione durante la
gravidanza, conta di
più la qualità della
quantità. Andrea
Renggli dell’Ufficio
federale della sanità
pubblica spiega come
devono nutrirsi le
future mamme.
Alimentazione in
gravidanza
Vi sono donne che in gravidanza
hanno le cosiddette voglie. Bisogna
soddisfarle?
Dipende dalle voglie. Se non garantiscono un’alimentazione equilibrata
e apportano troppe calorie, non va
bene.
Le donne incinte non devono
mangiare per due. A partire da che
mese aumenta il fabbisogno
calorico?
Aumento di peso ottimale
L’aumento del peso in gravidanza si determina
in base al peso iniziale.
BMI prima
Empfohlene
della
Aumento di
gravidanza
peso totale
Normopeso
Sottopeso
Sovrappeso
Forte sovrappeso
Obesità patologica
Bimbi & Bebé
Aumento di peso
consigliato a
partire dalla
12° settimana
18,5 –24,9
11,5–16 kg
400 g/settimana
< 18,5
12,5–18 kg
500 g/settimana
300 g/settimana
25 –29,9
7–11,5 kg
> 29,9 –39,9
≤ 7,0 kg
> 40
≤ 7,0 kg
Dottoressa Andrea
Renggli, ingegnere alimentare dipl. ETH, collaboratrice scientifica
presso l’Ufficio federale
della sanità pubblica
Durante il primo trimestre non è
necessario assumere più calorie.
Bisogna invece fare in modo di
assicurare un apporto sufficiente di
vitamine e sali minerali in quanto il
fabbisogno di queste sostanze è
maggiore in gravidanza. A partire
dal quarto mese la gestante necessita di 250–300 calorie in più al
giorno, che corrispondono a una
bella fetta di pane con un bicchiere
di latte o un vasetto di yogurt al
naturale e una mela e un po’ di
fiocchi di cereali. In generale, è più
importante la qualità della quantità.
Oggi si sa che l’acido folico è
importante per prevenire la
spina bifida. Quando è necessario
cominciare ad assumerlo?
Generalmente si consiglia di assumere l’acido folico già quando si sta
pensando di avere un bimbo. Per
evitare la spina bifida del feto,
bisognerebbe cominciare a prendere
0,4 milligrammi di acido folico al
giorno quattro settimane prima
della possibile gravidanza e prose-
guire fino alla fine della dodicesima
settimana di gestazione. L’ideale
sarebbe assumere un preparato
multivitaminico concepito per le
donne incinte.
È possibile coprire il maggior
fabbisogno di acido folico
consumando determinati cibi?
È piuttosto difficile. Se la donna
tuttavia non vuole assumere un
integratore alimentare, dovrebbe
perlomeno consumare alimenti
arricchiti di acido folico. L’acido
folico è contenuto negli ortaggi
verdi, nelle insalate a foglia, nei
germi di frumento, nei prodotti
integrali, nei legumi, nel tuorlo e
nella carne.
Oggigiorno molte giovani donne
sono vegetariane. Come devono
comportarsi quando aspettano
un bambino?
Se il menu vegetariano è equilibrato, non vi è nessun problema. Se
invece non lo è o se la dieta è
vegana, si consiglia di assumere
vitamina B12 e D, nonché calcio,
ferro e zinco.
L’assunzione di preparati a base
di vitamine e sali minerali in
gravidanza richiede particolari
precauzioni?
Il fabbisogno di vitamine e sali minerali aumenta soprattutto nei primi
tre mesi di gravidanza. Nel primo
trimestre è importante anche assumere sufficiente acido folico. Prima
di prendere qualsiasi integratore alimentare, la donna incinta dovrebbe
farsi consigliare da uno specialista e
attenersi alle dosi prescritte per
{Consigli}
Gatti in casa
Se si aspetta un bambino
non ci si deve per forza disfare del gatto di casa.
Rinunciate però alle coccole con il vostro amico a
quattro zampe.
Non dategli carne cruda
da mangiare.
Lavatevi sempre le mani
dopo averlo accarezzato.
Indossate dei guanti
quando pulite la sua cassettina o fate fare questo
lavoro ad altri.
Bimbi & Bebé
20
Acqua, infusi
alle erbe e
tisane alla frutta
sono bevande
ideali per la
donna in dolce
attesa.
evitare un apporto esagerato. L’eccesso di vitamina A può ad esempio
causare malformazioni del feto. Per
questa ragione è importante anche
rinunciare al consumo di fegato di
vitello e altre frattaglie. Consumare
invece alimenti ricchi di betacarotene (precursore della vitamina A) è
consigliato. Il betacarotene è conte-
nuto nella frutta e nella verdura di
colore rosso-arancione (ad esempio
carote, peperoni rossi).
Oltre al fegato, anche il latte crudo
e certi formaggi sono sconsigliati
per le donne incinte. Perché?
Il latte crudo e i formaggi a pasta
molle e semidura prodotti con latte
crudo e latte pastorizzato possono
contenere il batterio Listeria monocytogenes. La Listeria può provocare il parto prematuro, la morte
fetale e la morte del bambino poco
dopo il parto. I formaggi duri ed
extraduri possono al contrario
essere consumati senza timore.
La Listeria è presente anche in altri
cibi? Come possono proteggersi le
donne incinte?
Bimbi & Bebé
La Listeria è contenuta anche nella
carne cruda, nel pollame, in certi
pesci e molluschi e nelle verdure
crude (ad esempio nelle insalate già
mondate e confezionate). Questi
alimenti vanno quindi lavati a fondo
o cotti a puntino. Una buona igiene
in cucina va comunque osservata
per tutta la gravidanza. Bisogna
evitare il contatto dei cibi crudi con
quelli cotti, pulire a fondo taglieri,
coltelli e utensili da cucina, nonché
lavare sovente stracci e asciugapiatti.
Quanto deve bere la donna
incinta?
La quantità ideale è di 1,5–2 litri al
giorno, preferibilmente acqua
oppure tisane a base di erbe e di
frutta non zuccherate. Poiché in
gravidanza l’intestino tende a
impigrirsi, è importante consumare
cibi ricchi di fibre alimentari. A loro
volta le fibre alimentari devono
gonfiarsi per sviluppare la loro
azione nell’intestino ed è per questa
ragione che la donna deve bere a
sufficienza.
L’igiene in cucina aiuta inoltre a
proteggere la donna incinta dalla
toxoplasmosi.
Certamente. Le uova dei germi
patogeni della toxoplasmosi sono
presenti nella carne cruda e possono
depositarsi sulle insalate e sulle
verdure tramite le feci dei gatti. È
importante quindi lavare accuratamente le insalate e gli ortaggi e
cuocere bene la carne. La toxoplasmosi può causare malformazioni
del feto e parto con feto morto. Può
capitare che alla nascita il bambino
appaia sano, ma manifesti con il
tempo difetti della vista e dell’udito.
Perché in gravidanza l’alcool
è tabù?
L’Ufficio federale per la sanità
pubblica consiglia vivamente
d’interrompere il consumo di
alcolici per tutta la durata della
gravidanza in quanto non si sa in
quali dosi nuoce al feto. Attraverso
la placenta l’alcool entra direttamente nel circolo sanguigno del
feto, che lo metabolizza a una
velocità nettamente inferiore di
quanto è in grado di fare la madre.
L’alcool può essere responsabile di
un peso più basso alla nascita e
avere ripercussioni sul sistema
nervoso del feto.
Perché l’Ufficio federale della
sanità pubblica raccomanda
di mangiare regolarmente pesce
durante la gravidanza?
Oggi sappiamo che i pesci grassi
contengono un’alta percentuale di
acidi grassi omega-3 polinsaturi a
catena lunga. Questi acidi grassi
sono importantissimi per lo sviluppo
del cervello e degli occhi del bambino. È ideale consumarne da una a
due porzioni alla settimana badando
bene di scegliere la varietà di pesce
consigliata (vedere «Consigli»).
Perché è consigliato ridurre il
consumo di bevande contenenti
caffeina?
La caffeina consumata in dosi
elevate riduce la crescita fetale e può
scatenare un aborto spontaneo. La
caffeina non è contenuta soltanto
nel caffè, ma anche in diverse altre
bevande come il tè nero e verde, le
bibite alla cola, il tè freddo e la Red
Bull. Bere da due a tre tazzine di
caffè al giorno non comporta alcun
rischio.
{Consigli}
Pesce
in gravidanza
Scorfano, trota,
coregone, sardina,
halibut bianco
Pesce spada, aguglia/
marlin, squalo, nonché
aringa e salmone del
mar Baltico (questi
pesci possono
contenere metilmercurio, diossina e composti
diossina-simili dannosi
per il feto).
Attenzione : il tonno in
scatola dovrebbe
essere consumato al
massimo quattro volte
alla settimana, mentre
il tonno fresco e il
luccio importato solo
una volta alla
settimana.
familia BodyBalance
per una digestione
sana.
Lettura
consigliata
‹‹
GRAVIDANZA
& PARTO
Opuscolo gratuito
« L’alimentazione
durante la gravidanza e
l’allattamento »,
pubblicato dall’Ufficio
federale della sanità
pubblica. www.bag.
admin.ch, numero
dell’articolo 311.372.i
L‘alimentazione
durante la gravidanza
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L‘alimentazione durante la gravidanza e l‘allattamento | 1
In te c’è di più.
SALUTE
22
Saltellare nelle pozzanghere, lanciare
sassi nei corsi d’acqua, sguazzare in
piscina o schizzare
acqua nella vasca da
bagno: l’acqua
esercita sui bambini
un’attrazione particolare, ma cela nel
contempo seri
pericoli.
Bimbi & Bebé
Il fascino
dell’acqua
O
GNI ANNO in Svizzera
annegano in media
6 bambini di età compresa tra 0 e
14 anni. Sono in particolare i neonati e i bambini piccoli a non riconoscere i pericoli. Molti bebè
perdono inoltre il cosiddetto riflesso
di apnea già nelle prime settimane o
nei primi mesi di vita, riflesso che
scompare del tutto tra l’ottavo e il
decimo mese privando così il bambino di un prezioso meccanismo di
chiusura delle vie respiratorie che lo
protegge quando si trova immerso
nell’acqua. Nel caso dei neonati si
aggiunge altresì l’incapacità di
mantenere la testa, più pesante del
resto del corpo, fuori dall’acqua.
Bastano pochi centimetri d’acqua
per annegare. Christoph Müller,
responsabile del programma
«Acqua» dell’Ufficio svizzero per la
prevenzione degli infortuni (upi),
riferisce che i bambini in tenera età
annegano senza attirare l’attenzione: «Sono immobilizzati dallo
shock. È come una reazione di
panico che impedisce loro di dibattersi o di gridare».
{Consigli}
Rianimare neonati
e bambini piccoli
(da 1 mese)
In tenera età
il bambino non
è in grado di
valutare i rischi
dell’acqua.
UNA QUESTIONE DI SECONDI
Molti non sanno che un bambino
può annegare in soli 20 secondi.
Dopo tre minuti sott’acqua il cervello può subire danni che compromettono seriamente le funzioni
fisiche e psichiche. Secondo Prisca
Wolfensberger della Società svizzera
di salvataggio (SSS), salvare un
bambino dall’annegamento è una
questione di secondi. Generalmente
se l’immersione è durata solo per un
breve istante, il piccolo riprende a
respirare autonomamente non
appena viene tolto dall’acqua. «Se
invece il bambino ha perso cono-
scenza, bisogna allertare immediatamente i soccorsi chiamando il 144
e iniziare subito la rianimazione»,
spiega l’esperta (vedere «Consigli»).
CAUSE DELL’ANNEGAMENTO
Christoph Müller dell’upi spiega che
di solito i bambini annegano per
mancata sorveglianza. «Nei primi
anni di vita è compito dei genitori
garantire la sicurezza del piccolo
vicino e dentro l’acqua. Questa responsabilità non può essere delegata al bambino, perché non sa
ancora badare a sé stesso», afferma
l’esperto. Oltre a piscine, laghi,
fiumi, vasche per bambini, biotopi,
cisterne dell’acqua piovana e mastelli per l’acqua, possono rappresentare un pericolo anche le vasche
da bagno e le buche scavate in giardino.
PROTEZIONE
ANTIANNEGAMENTO
L’attuale campagna dell’upi mira ad
azzerare i casi di annegamento di
bambini. L’obiettivo non è tuttavia
quello di tenere il bambino lontano
dall’acqua, bensì di rendere il
divertimento più sicuro. I genitori
possono ridurre i rischi elimi-
Esistono due procedure:
praticate 30 compressioni
di massaggio cardiaco
(entro 18 secondi), poi
2 respirazioni artificiali
(circondate con la bocca il
naso e la bocca del bambino) oppure
effettuate il massaggio
cardiaco con 100 compressioni al minuto senza
respirazione artificiale
finché è disponibile un
defibrillatore.
Attenzione : premete sulla
metà inferiore dello sterno
schiacciando la gabbia toracica verso l’interno di circa un
terzo. Utilizzate il palmo della
mano per i bambini e due dita
per i lattanti oppure ancora
circondate la gabbia toracica
con ambedue le mani e premete sullo sterno con i due
pollici. Continuate il massaggio
fino all’arrivo dei soccorsi.
Bimbi & Bebé
impedire al piccolo di assumere la
posizione orizzontale necessaria per
imparare a nuotare obbligandolo
invece a galleggiare verticalmente.
Quando il bambino è pronto ad
apprendere i primi rudimenti di
nuoto, è indispensabile che un
adulto gli stia accanto nell’acqua per
venirgli in aiuto nelle immancabili
«bevute» dei primi tentativi.
SALUTE
24
Nonostante
i bracciolini,
il genitore deve
rimanere vicino
al piccolo.
{Consigli}
Nuoto neonatale
I corsi di nuoto neonatali
sono indicati per i bebè
da 6 a 12 mesi e sconsigliati prima dei 4 mesi.
Sia il bambino che i genitori devono sentirsi a loro
agio.
Se la temperatura dell’acqua è di 34–35° C, il
bebè può stare in piscina
fino a 40 minuti. Se l’acqua è a 31° C, una trentina di minuti possono
bastare. Osservate attentamente i segnali del
piccolo: se stringe i pugnetti e solleva le spalle,
vi sta comunicando che
desidera uscire dall’acqua.
Frequentare un corso di
nuoto per neonati non
significa che più avanti
il bambino imparerà più
facilmente a nuotare.
Bimbi & Bebé
IMPARARE A NUOTARE
Per proteggere attivamente il
bambino dall’annegamento, sarebbe
meglio insegnargli a nuotare sotto la
guida di una persona esperta.
Imparare da piccoli è assai più facile
che in età adulta. I corsi di nuoto
nando le potenziali cause di annegamento (ad esempio le cisterne
dell’acqua piovana), bloccando
l’accesso ai bacini di acqua (ad
esempio con una recinzione provvista di cancello attorno alla piscina
o al biotopo) e stando sempre vicini
al piccolo in acqua fino all’età di
cinque anni. «È importante non
lasciarsi mai distrarre», raccomanda Christoph Müller. I genitori
non dovrebbero perdere di vista il
bambino nell’acqua fino all’età di
nove anni, anche se è già capace di
nuotare. Durante le escursioni in
barca il piccolo e i suoi accompagnatori dovrebbero indossare sempre un giubbotto di salvataggio di
misura adeguata.
NUOTO SICURO CON IL BEBÈ
La maggior parte dei neonati ama
l’acqua. Nei corsi di nuoto neonatale
i genitori imparano a sostenere il
bambino nell’acqua con diversi
metodi di presa sicuri. L’obiettivo
dei corsi non è tuttavia quello
d’insegnare al neonato a nuotare.
Kristina Pfister, organizzatrice di
corsi di nuoto per neonati da una
ventina d’anni, afferma a tale
riguardo: «Lo scopo principale di
questi corsi è innanzi tutto di
favorire l’approccio con l’acqua
offrendo al bambino piacevoli
momenti di gioco in un ambiente
divertente e rilassato e di condividere nel contempo l’esperienza con
mamma e papà. Semplicemente, il
mezzo è anche il fine».
AUSILI DI NUOTO SÌ O NO?
Gli ausili di nuoto sono apprezzati e
consentono al bambino che non sa
nuotare di galleggiare nell’acqua. È
preferibile acquistare solo galleggianti certificati (marchio CE),
senza dimenticare tuttavia che
questi ausili non offrono una garanzia totale contro l’annegamento. «Il
bambino va sorvegliato anche se
indossa un salvagente», spiega
Christoph Müller. Alcuni ausili di
nuoto, come ad esempio i tanto
diffusi bracciolini, possono ostacolare il movimento delle braccia e
esperienza. Se il bambino durante il
corso non partecipa, è meglio
posticipare. Imparare a nuotare
dev’essere puro divertimento!
CONDIZIONI
Per imparare a nuotare è indispensabile che il bambino sappia mettere la testa sott’acqua. «Solo così
riesce ad assumere la posizione
orizzontale per nuotare», spiega
l’esperta. Il primo corso di nuoto
insegna come respirare fuori e
dentro l’acqua, come galleggiare,
scivolare e spostarsi nell’acqua con
movimenti delle braccia e delle
gambe. Successivamente la respirazione viene abbinata al movimento.
Amare l’acqua
è una condizione
importante per
imparare a nuotare.
sono un buon investimento che
dura per tutta la vita, perché a
nuotare non si disimpara. Monika
Rossi, insegnante di nuoto a Kilchberg (ZH), consiglia d’iscrivere i
bambini tra i 4 anni e mezzo e i 5
anni di età. «L’ideale sarebbe
naturalmente che il bambino abbia
già preso confidenza con l’acqua sin
dai primi anni di vita, che non tema
di essere schizzato e non abbia
paura d’immergere la testa sott’acqua», afferma Monika Rossi per
«È importante che la lezione sia
vissuta come un gioco e che l’insegnante sappia trasmettere ai
bambini il piacere dell’acqua. È il
presupposto più importante per
imparare a nuotare bene», aggiunge
Monika Rossi. Per motivi di sicurezza, il bambino dovrebbe essere
accompagnato al corso dai suoi
genitori. L’insegnante raccomanda
inoltre di non perdere mai di vista il
bambino anche se è già in grado di
cavarsela abbastanza bene.
{Consigli}
Regole per
i piccoli bagnanti
Insegnate precocemente
queste regole della Società
svizzera di salvataggio (SSS)
al vostro bambino:
Mi metto la crema solare
e a mezzogiorno vado
all'ombra.
Dico sempre dove vado.
Sto attento a quello che
mangio e bevo.
Vado al WC prima di fare il
bagno.
Prima del bagno faccio la
doccia e mi rinfresco.
Resto nell'acqua bassa
fino a quando so nuotare
bene.
Rimango sulla riva anche
se il mio giocattolo preferito cade in acqua e si
allontana.
I mezzi di salvataggio servono solo in caso d'emergenza. Guardo dove sono.
Grido per chiedere aiuto
solo in caso d'emergenza.
Mi tuffo solo in acque che
conosco e senza mettere
in pericolo gli altri.
Esco dall'acqua quando
sento freddo e mi asciugo
bene.
Bimbi & Bebé
SALUTE
26
La pelle del neonato è
più delicata di quella
degli adulti. Ecco
come curare le manifestazioni cutanee
più frequenti nei
primi anni.
{Consigli}
Per proteggere
la pelle dal sole
Non esponete il bambino
ai raggi diretti del sole
fino al compimento di un
anno.
Dai due anni tenete il piccolo all’ombra tra le 11 e
le 13.
Proteggete la pelle con
una crema solare (IP almeno 30). Ripetete l’applicazione spalmando la
crema generosamente e
più volte al giorno anche
se il prodotto è resistente
all’acqua.
Proteggetegli gli occhi
con occhiali da sole e il
capo con un cappellino
con tesa larga o fascia
proteggicollo.
Sul mercato trovate
anche costumi e vestiti
dotati di protezione UV.
Bimbi & Bebé
Problemi
cutanei
A
DIFFERENZA dei
prematuri, i bambini
partoriti a termine hanno la pelle
completamente formata, anche se lo
strato corneo e il derma sono più
sottili che negli adulti. «Per questa
ragione la pelle del bebè è più soggetta alle lesioni cutanee», spiega il
professor Peter Itin, specialista in
dermatologia pediatrica presso
l’Ospedale universitario di Basilea.
Pur possedendo una leggera capacità di protezione dai raggi UV, lo
strato corneo ancora molto sottile
non impedisce al bambino di
bruciarsi facilmente al sole. Le
scottature nell’infanzia aumentano
il rischio di cancro della pelle.
PELLE E TEMPERATURA
CORPOREA
La pelle umana svolge un ruolo
importante nella regolazione della
temperatura corporea. Sudare serve
ad esempio per rinfrescare il corpo.
Benché le ghiandole sudoripare
siano già presenti nella cute del
neonato, esse non sono ancora in
Buona
domanda
«Mi sento bene
nella mia pelle. »
Per i più piccoli,
è meglio il bagno
o la doccia ?
grado di svolgere perfettamente e in
modo mirato la loro funzione come
negli adulti. Ecco perché quando fa
molto caldo il bebè impiega più
tempo ad abbassare la temperatura
corporea attraverso la sudorazione.
Quando fa freddo, invece, il piccolo
si raffredda più velocemente in
quanto la superficie della sua cute è
proporzionalmente più grande. La
regolazione della temperatura
corporea è resa più difficile anche
dall’irrorazione sanguigna che in
tenera età non è ancora perfettamente funzionante.
CURA DELLA PELLE
Lavando troppo spesso il neonato
con prodotti inadatti, si danneggia
lo strato protettivo della cute. La
consulente materna Manuela
Meyer-Mäder consiglia quindi di
limitarsi a uno o due bagni brevi alla
settimana. «La cosa migliore è usare
solo acqua o acqua e alcune gocce di
olio di mandorle.» Per l’igiene
quotidiana basta pulire viso, collo,
mani, piedi e pancino con un panno
morbido e acqua tiepida. È importante asciugare con cura la pelle
nelle pieghe per evitare che l’ambiente umido favorisca la proliferazione di germi che potrebbero
causare irritazioni cutanee. Se la
pelle è secca, è consigliabile massaggiarla dopo il bagno con una crema
idratante per neonati. Il massaggio
piace tantissimo anche ai bambini
con pelle normale!
Appena il bambino è capace di
reggersi in piedi, è meglio optare
per una doccia breve. «L’acqua
sottrae umidità alla pelle. Se la
doccia è veloce (1–2 minuti), la
disidratazione è minore perché
in genere il bagno dura fino a
15 minuti», spiega il professor
Peter Itin dell’Ospedale universitario di Basilea. Per i più piccoli
è sufficiente in genere una doccia/un bagno alla settimana.
Bimbi & Bebé
SALUTE
I problemi
cutanei più frequenti
Desquamazione
Sovente nei bambini nati post-termine lo strato superiore
della pelle si squama leggermente a pochi giorni dal parto.
Non è necessario curare questa manifestazione cutanea.
Acne del neonato
Nelle prime settimane di vita, sul viso di molti bebè compaiono dei piccoli puntini. La cosiddetta « acne del neonato » è causata da un ormone trasmesso dalla madre al
bambino. Non bisogna assolutamente schiacciare i puntini, perché si potrebbero causare infiammazioni cutanee e
cicatrici. I puntini scompaiono spontaneamente in breve
tempo senza alcun trattamento.
Crosta lattea
Si tratta di una desquamazione grassa di colore giallastro
che si forma sul cuoio capelluto nei primi dodici mesi e il
cui aspetto ricorda il latte incrostato. Se il neonato non si
lamenta, non è indispensabile trattarla. Per eliminare le
poco estetiche crosticine, basta applicare sul cuoio capelluto dell’olio per bebè, olio di mandorle od olio di oliva, lasciarlo agire per tutta la notte e lavare a fondo la testa con
uno shampoo per bambini il mattino seguente. È assolutamente sconsigliato tentare di rimuovere la crosta lattea
con le unghie. Non solo si potrebbe irritare la pelle, ma
anche danneggiare le delicate radici dei capelli. Per prevenire la crosta lattea può essere utile lavare regolarmente i
capelli e massaggiare ogni giorno il cuoio capelluto con
una spazzola morbida. Questa manifestazione cutanea
può essere sintomo di neurodermite.
Dermatite da pannolino
Se non si cambia frequentemente il bambino, il pannolino
bagnato o sporco può irritare la pelle sensibile del bebè.
Sia l’urina che le feci, in particolare le feci molli, possono
causare arrossamenti nella parte coperta dal pannolino.
Nei casi più gravi compaiono lesioni dolorose. Per prevenire la dermatite da pannolino la cosa più importante
da fare è cambiare il bambino regolarmente, mentre per
calmare le irritazioni cutanee sono molto efficaci le
creme allo zinco.
Bimbi & Bebé
Funghi
Sotto il pannolino possono talvolta diffondersi funghi che
provocano la comparsa di chiazze rosse con bordo chiaramente delimitato e di foruncoli. Se nonostante l’applicazione dei rimedi indicati per la dermatite da pannolino non
si constata alcun miglioramento, è indispensabile consultare il pediatra. L’uso di una crema fungicida è indicato soltanto se la presenza di funghi è stata accertata.
Dermatite atopica
La dermatite atopica è conosciuta con il termine volgare di
neurodermite, un termine che può trarre in inganno in
quanto questa malattia non ha proprio nulla a che vedere
con i nervi. La dermatite atopica è fortemente influenzata
dalla predisposizione genetica, che interessa circa il 15%
dei bambini. Questo disturbo è causato dal cattivo funzionamento della barriera protettiva della pelle che impedisce
alla cute di mantenere una buona idratazione. La pelle diventa secca e prude intensamente. La dermatite atopica
può essere aggravata anche da certi alimenti, saponi e tessuti di abbigliamento. È importante curare la pelle irritata
con creme grasse che ripristinano la barriera lipidica. Il prurito può essere calmato con impacchi di tè nero, pomate antinfiammatorie, bagni speciali, antistaminici o cambiamenti
di clima (mare, montagna). Il pediatra e il dermatologo possono inoltre prescrivere pomate al cortisone. Per i bambini
sotto i due anni esistono sul mercato pomate senza cortisone basate su principi attivi di nuova generazione.
Verruche
Le verruche, più frequenti nei bambini che negli adulti,
sono causate da un’infezione di origine virale che si trasmette per contatto diretto o indiretto attraverso squame
infettate. Le verruche sono principalmente localizzate su
mani e piedi. Pur essendo piuttosto fastidiose, con il tempo
guariscono spontaneamente (ad eccezione delle verruche
genitali). Sulle mani e sui piedi possono essere asportate
con un bisturi dal medico o eliminate in casa con tinture o
appositi cerotti. Per i bambini dai quattro anni sono disponibili in farmacia spray antiverruche ad azione congelante.
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28
Lavarsi i denti
dev’essere
un gioco.
SALUTE
30 I dentisti pediatrici svizzeri sono
preoccupati: la carie
nei bambini piccoli
è in netto aumento.
Le cause sono da ricercare nelle attuali
abitudini alimentari
e nelle piccole alterazioni dello smalto
di cui non si conosce
ancora l’origine.
Buona
domanda
Come si forma
la carie ?
I batteri che trasformano lo
zucchero in acidi risiedono
sulla superficie dei denti. L’abbondante e/o costante assunzione di zucchero o alimenti
zuccherati scatena un attacco
permanente degli acidi che a
loro volta demineralizzano lo
smalto fendendolo e bucandolo. La nostra saliva cerca di
neutralizzare gli acidi del cavo
orale e di colmare la carenza
di calcio. Questo processo
di riparazione è favorito dal
fluoruro. Oltre a essere un problema estetico, la carie
influisce anche sulla nostra
salute.
Bimbi & Bebé
Notizie utili
sulla carie
A
LLA NASCITA il cavo
orale del neonato è
ancora incontaminato. I batteri che
provocano la carie si trasmettono da
individuo a individuo e la composizione della flora batterica orale di
una persona può essere determinata
già nei primi tre anni di vita. Se il
bambino fino a questa età è entrato
sovente in contatto con batteri che
producono acidi, si crea un disequilibrio tra batteri benefici e batteri
dannosi che può predisporre alla
carie. Per questa ragione il dentista
pediatrico Rolf Ammann di Zurigo
consiglia di non succhiare mai il
ciuccio di un neonato né di utilizzare
il medesimo cucchiaino per mangiare. «I genitori e i fratelli maggiori
possono contribuire a proteggere il
bebè con la loro buona igiene
dentale», osserva Rolf Ammann.
SIN DAL PRIMO DENTINO
Una dentatura di latte sana è la migliore premessa per la salute dei
denti permanenti. I batteri possono
intaccare lo smalto sin dalla comparsa del primo dentino di latte. Lo
specialista raccomanda quindi di
spazzolare i denti al mattino e alla
sera, anche a pranzo se sono stati
serviti piatti zuccherati e sempre
dopo aver consumato dolci. Il fluoruro contenuto nei dentifrici rende
lo smalto più resistente agli acidi e
aiuta il calcio a fissarsi più stabilmente. Dato che i bambini piccoli
ingeriscono facilmente il dentifricio,
è preferibile applicarne poco sullo
spazzolino. Al termine della pulizia
è meglio non risciacquare la bocca
con acqua e limitarsi a sputare i
resti di dentifricio per prolungare
l’azione del fluoruro.
SFORZO MOTORIO
È buona cosa lasciar sperimentare
al bambino l’uso dello spazzolino sin
dalla tenera età, ma l’intervento dei
genitori per la spazzolata finale,
soprattutto alla sera, è necessario il
più a lungo possibile e almeno fino
agli otto anni. Dal punto di vista
motorio lavarsi i denti è difficile per
un bambino piccolo, senza contare
che molti bimbi fanno fatica a
concentrarsi su questa operazione.
«A questa età è più importante il
rituale della tecnica. Il bambino
piccolo deve comprendere che dopo
i pasti, oltre a lavare i piatti, si ci
deve spazzolare i denti. L’esempio
dei genitori è fondamentale», spiega
{Consigli}
Spuntini ideali
Rolf Ammann. Esercitare i movimenti davanti allo specchio è
sicuramente una buona abitudine
per imparare. Può essere inoltre di
aiuto indicare al bambino una
sequenza precisa: prima si puliscono le superfici di masticazione,
poi le superfici esterne e infine
quelle interne, spazzolando sempre
dal rosso al bianco, ovvero dalle
gengive ai denti. È importante
lavare i denti a fondo, ma delicatamente. Una spazzolatura troppo
energica danneggia le gengive e con
il tempo anche lo smalto. Lo spazzolino va sostituito appena le setole
s’incurvano verso l’esterno.
IGIENE ORALE PER I PIÙ PICCOLI
La tecnica migliore per pulire i denti
ai più piccoli è quella di far sedere il
bambino sulle ginocchia con la
schiena rivolta verso mamma o
papà e il capo posato nella piega del
gomito dell’adulto (per i mancini,
braccio destro). Tenendo ferma la
Questi alimenti sono ideali
per merende e spuntini in
quanto non danneggiano
i denti:
acqua e tè senza zucchero
frutta : mela, pera, prugna, susina, uva, fichi freschi, kiwi, mandarino,
arancia, fragola, mirtilli,
lamponi, ciliegie, pesca,
pesca noce, albicocca,
anelli di mela essiccati
verdure : carote, cetrioli,
pomodorini cherry, peperoni, finocchi, cavolo
rapa, sedano a coste,
ravanelli
noci (dai 3 anni) : noci,
nocciole e mandorle
cereali : pane o cracker
integrali, pane croccante,
tondelli di riso al naturale,
panini svedesi, popcorn
fatto in casa
latticini : latte (al naturale), yogurt al naturale,
formaggio.
È importante spazzolare sempre e a fondo i denti dopo
aver consumato spuntini
dolci.
Bimbi & Bebé
SALUTE
Tenendo il
piccolo sulle
ginocchia,
si facilita
l’operazione.
32
{Consigli}
La prima visita
dal dentista
Bisognerebbe portare il bambino dal dentista per la prima
volta al più tardi entro i cinque anni al fine di risolvere
eventuali problemi prima che
spuntino i denti permanenti
(attorno al sesto anno di età).
Se i genitori notano qualcosa
di strano, è necessario far visitare il bambino. È importante che il piccolo conservi
un ricordo positivo della sua
prima visita dal dentista. Rimproveri e dolori non lo aiutano
a capire l’importanza
dell’igiene orale, ma servono
soltanto a incutergli timore.
Aiuto
vicino
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vicino a casa vostra.
testa del piccolo con una mano, si
sollevano il labbro superiore e
inferiore e si spazzolano i denti dalla
gengiva in su. Per i denti di latte è
preferibile utilizzare un dentifricio
per bambini che va successivamente
sostituito con una pasta dentifricia
junior maggiormente fluorata o
con un dentifricio per adulti appena
compaiono i primi denti permanenti.
IMPORTANZA
DELL’ALIMENTAZIONE
Oltre a un’igiene orale regolare,
anche l’alimentazione riveste un
ruolo importante. L’essere umano
ha una predilezione innata per i
sapori dolci e secondo Rolf Ammann, padre di tre figli, è puramente illusorio e insensato pensare
di riuscire a tenere lontani i bambini
dai dolciumi. È molto più importante imparare a consumare con
consapevolezza i cibi zuccherati. Il
rischio di carie aumenta ulteriormente se i denti di latte sono
continuamente a contatto con lo
zucchero anche tra i pasti o se il
bambino è stato abituato sin da
piccolo alle bevande dolci. Un
biscottino qua, un gelato là e sempre
sciroppo da bere sono assai più
dannosi di un dessert al termine di
un pasto principale. Il vizio di bere
bevande zuccherate – anche latte –
durante la notte è particolarmente
fatale. «Lo zucchero si trasforma
rapidamente in acido. Di notte la
bocca è più secca e l’effetto protettivo della saliva è fortemente
ridotto», spiega lo specialista.
LACCA PROTETTIVA
AL FLUORURO
Non essendo ancora completamente maturi, i denti permanenti
appena spuntati sono particolarmente esposti alla carie. Rolf Ammann consiglia di far applicare dal
dentista una lacca protettiva al fluoruro due volte all’anno, soprattutto
se i denti sono molto vicini, se la
dentatura permanente presenta cavità profonde o se la carie ha già
intaccato i denti di latte. La lacca al
fluoruro protegge i denti dall’aggressione degli acidi e favorisce l’assorbimento del calcio. Gli studi
hanno dimostrato che questa lacca,
seppur non garantendo una protezione totale, è in grado di ridurre
sensibilmente la carie nei bambini a
rischio. La pulizia con il filo interdentale dei punti di contatto tra i
molari decidui e i molari permanenti protegge ulteriormente la
dentatura.
Pidocchi
Questi piccoli parassiti possono colpire
chiunque, ma infestano soprattutto la
PIDOCCHI sono insetti
testa dei bambini.
privi di ali diffusi in tutto
Niente panico: pur
il mondo come parassiti dell’uomo.
essendo molto fastiSi nutrono esclusivamente di
diosi, sono innocui! sangue umano e possono soprav-
I
{Info}
Ciclo vitale
dei pidocchi
La femmina del pidocchio
depone quotidianamente fino
a 10 uova fissandole ai capelli. La schiusa dei lendini
avviene dopo 7–10 giorni e
dopo altri 7–10 giorni le femmine nate sono già pronte per
produrre a loro volta altre
uova. I pidocchi appena nati
sono trasparenti e si adattano perfettamente al colore
della capigliatura dell’ospite.
Dopo un primo pasto di sangue, si colorano di rosso per
poi assumere una colorazione
marrone. Il pidocchio adulto è
grande quanto un granello di
sesamo (2–4 mm). La durata
di vita è di una trentina di
giorni durante i quali la femmina produce circa 100 lendini. Fuori dal loro habitat, la
testa umana, i pidocchi non
sono in grado di sopravvivere
e in genere muoiono nel giro
di 24–48 ore.
Se il bambino
ha i pidocchi, non è
il caso di farsi
prendere dal panico.
vivere solo sulla testa delle persone.
«I pidocchi possono colpire tutti
i bambini e non sono la conseguenza di una scarsa igiene»,
afferma per esperienza Karin Marti,
attiva da otto anni come ispettrice
per i casi di pediculosi a Guntershausen. Lavare i capelli ogni giorno
non protegge dal contagio dei
pidocchi, che sovente si manifesta
dopo le vacanze con epidemie in
asili nido, scuole dell’infanzia ed
elementari.
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SALUTE
34
I pidocchi
possono colpire
chiunque.
Buona
domanda
Come si distinguono i lendini
dalla forfora ?
La forfora è bianca, presenta
bordi irregolari e si accumula tra
i capelli. A differenza dei lendini,
si elimina facilmente con la
spazzola. I lendini sono uova di
forma ovale e di colore da trasparente a marrone chiaro che i
pidocchi fissano saldamente alla
radice del capello. Grandi quanto
un granellino di sabbia, sono
visibili a occhio nudo. Mano a
mano che i capelli crescono, le
uova si scostano dal cuoio capelluto. Contrariamente alla forfora, sono piuttosto difficili da
staccare.
CONTAGIO
I pidocchi non si trasmettono
attraverso gli animali, l’acqua
(piscine) o «focolai» come ad
esempio cuscini, peluche e materassini da ginnastica. Questi parassiti
non sono neppure in grado di
saltare da una testa all’altra e il
rischio di contagio è piuttosto
ridotto anche scambiandosi pettini,
spazzole e berretti. «I pidocchi sono
animaletti velocissimi capaci di
spostarsi di 30 centimetri in un solo
minuto», spiega Michael Hitzler,
capoclinica della Clinica pediatrica
dell’Ospedale cantonale di Lucerna.
I pidocchi si trasmettono innanzi
tutto per contagio diretto di testa
contro testa passando da una
capigliatura all’altra. Le vittime
preferite sono i bambini piccoli,
perché stanno a più stretto contatto
fisico tra loro rispetto agli adulti.
Anche i familiari del bambino
colpito da pediculosi sono esposti al
rischio di contagio.
SINTOMI
I pidocchi non trasmettono malattie, ma possono provocare prurito.
Se il prurito è intenso e il bambino
si gratta insistentemente, sul cuoio
capelluto possono formarsi infiammazioni ed eczemi locali. A furia di
grattarsi possono formarsi sul cuoio
capelluto infiammazioni ed eczemi
locali. In alcuni soggetti il prurito
non si manifesta per nulla, soprattutto nelle prime 4–6 settimane dal
contagio. I pidocchi sono localizzati
in particolare dietro le orecchie e
sulla nuca. La presenza di uova
(0,3–0,8 mm), dette lendini,
disseminate tra i capelli sono un
indizio sicuro di pediculosi.
NIENTE PANICO
Se il bambino ha i pidocchi, non è il
caso di farsi prendere dal panico.
Non è neppure indispensabile
disinfettare la casa e mettersi a fare
le pulizie di primavera, ma è certamente consigliabile lavare le lenzuola e i vestiti indossati a 60° C e
immergere spazzole e pettini in
acqua alla stessa temperatura per
almeno un minuto. Se i capi di
abbigliamento come cappelli e
berretti non vengono utilizzati per
più di due giorni, i pidocchi muoiono perché in assenza del loro
habitat naturale non possono
sopravvivere.
TRATTAMENTO
Se si trovano pidocchi vitali, il
dottor Michael Hitzler consiglia di
rimuoverli lavando i capelli con
l’apposito shampoo in quanto
difficilmente questi parassiti abbandonano spontaneamente un cuoio
capelluto sano. È importante
attenersi al modo d’uso del prodotto
e non utilizzare mai lo shampoo
antipidocchi a scopo preventivo.
Oggigiorno i prodotti contro la
pediculosi sono generalmente privi
d’insetticidi di sintesi. Il trattamento
con lo shampoo va assolutamente
completato con la rimozione
manuale dei pidocchi mediante uno
speciale pettine antipidocchi (vedere
«Consigli»). Dopo 7–14 giorni, il
cuoio capelluto dev’essere ricontrollato a fondo.
COMPORTAMENTO IN CASO
DI PEDICULOSI
Se il bambino ha i pidocchi, bisogna
evitare di portarlo a tagliare i
capelli dal parrucchiere e non si
devono condividere spazzole,
pettini e capi di abbigliamento con
gli amichetti. «Dal punto di vista
medico i pidocchi non sono un
motivo per tenere a casa il bambino
dall’asilo o dalla scuola in quanto di
solito al momento della scoperta il
contagio è già avvenuto. Inoltre la
pediculosi non è una malattia
contagiosa, ma semplicemente una
seccatura», spiega Silke Schmitt
Oggier, responsabile del servizio
medico scolastico della città di
Zurigo. I pidocchi possono colpire
chiunque e non vi è proprio nulla di
cui vergognarsi. Per contenere il
contagio, i genitori del bambino
coinvolto dovrebbero informare
tempestivamente i docenti dell’asilo
o della scuola per consentire a loro
volta di spiegare agli altri genitori
cosa sono i pidocchi, come vanno
trattati per eliminarli e quanto sia
importante controllare il cuoio
capelluto. Più presto si scoprono i
pidocchi, più semplice sarà liberarsene.
{Consigli}
Eliminazione
dei pidocchi
Oltre a lavare i capelli con
l’apposito shampoo antipidocchi, procedete come
segue due volte alla settimana :
lavate i capelli del bambino con uno shampoo
normale
dopo il risciacquo, applicate in abbondanza il balsamo abituale sui capelli
umidi
districate i capelli con un
pettine normale
pettinateli successivamente con un pettine a
denti stretti passandoli
ciocca per ciocca dalla
radice alle punte
pulite il pettine con della
carta da cucina e controllate se sul balsamo rimosso vi sono pidocchi o
lendini. Se ci sono, eliminateli prima di passare
alla ciocca seguente
dopo aver controllato l’intera capigliatura, sciacquate i capelli a fondo per
eliminare il balsamo rimasto
districate i capelli umidi
con un pettine normale e
ripetete l’operazione con
il pettine da lendini a denti
stretti.
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prurito
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SALUTE
Intervista
36
Dottor Georg Staubli,
primario del Pronto
soccorso dell’Ospedale
pediatrico di Zurigo
È molto frequente che
i bambini abbiano la
febbre nei primi anni
di vita. In questa
intervista il dottor
Georg Staubli del
Pronto soccorso
dell’Ospedale pediatrico di Zurigo spiega
perché non bisogna
allarmarsi.
Buona
domanda
Da che temperatura si parla di
febbre ?
È febbre se la temperatura
corporea supera i 38° C
(misurazione rettale o sotto
l’ascella).
Bimbi & Bebé
Febbre:
che fare?
Perché si ha la febbre?
Di solito la febbre è causata da virus
e batteri. Si tratta di una normale
reazione immunitaria scatenata dal
nostro organismo. Si pensa che il
corpo provochi un aumento della
temperatura corporea proprio per
combattere le infezioni. È noto ad
esempio che i bambini con la
varicella ai quali è stato somministrato un antipiretico guariscono un
po’ più lentamente di quelli che non
hanno assunto alcun farmaco
antifebbrile.
Neonati e bambini piccoli fanno
sovente febbre alta. La febbre può
essere pericolosa?
La febbre è un sintomo e in genere
non desta preoccupazione. Può
diventare tuttavia un campanello di
allarme se è associata ad altre
manifestazioni di cui non si trova la
causa. Se il bambino febbricitante
beve, mangia, non vomita, gioca e
non lamenta dolori di testa o di
pancia, non è indispensabile né far
scendere la febbre né recarsi dal
medico. I neonati fino a tre mesi
rappresentano l’unica eccezione. Se
la febbre compare nei primi tre
mesi di vita, il bambino dovrebbe
essere visitato dal medico. Con i
bambini molto piccoli è importante
anche misurare correttamente la
temperatura corporea.
Qual è il modo più preciso per
misurare la temperatura corporea?
La misurazione rettale è particolarmente indicata per i primi tre mesi
perché è assai più precisa della
temperatura misurata nell’orecchio.
Poiché dopo i tre mesi la precisione
non è più d’obbligo, la misurazione
può essere effettuata con un termometro digitale sotto l’ascella o
nell’orecchio.
Dopo i tre mesi, quando bisogna
recarsi dal medico se il bambino
ha la febbre?
Bisogna recarsi dal medico se la
febbre dura più di tre giorni, se lo
stato generale di salute peggiora e se
il bambino non beve o non mangia,
Quando è
ammalato, il
piccolo ha
bisogno di molte
attenzioni.
ma vomita e appare apatico.
Quando presto soccorso al telefono,
consiglio sempre ai genitori ansiosi
di somministrare un antipiretico e
di osservare se nel giro di circa 45
minuti il bambino sta meglio. Se
nonostante il calo di febbre lo stato
generale del piccolo non è migliorato, è preferibile farlo visitare.
Perché non varrebbe la pena
eseguire un’analisi del sangue ogni
volta che il bambino è
febbricitante?
Nella maggior parte dei casi la
febbre è causata da un virus. E di
virus ce ne sono centinaia! Essi
possono colpire ad esempio il naso,
la gola e pure il cervello, ma non
sempre la malattia è accompagnata
da una chiara sintomatologia.
{Consigli}
I bambini possono avere la febbre
anche senza sintomi specifici come
raffreddore, tosse od occhi arrossati.
Nella febbre dei tre giorni, detta
anche la sesta malattia, la febbre
alta scompare al quarto giorno
dando luogo a un’eruzione cutanea.
Sottoporre il bambino a un test del
sangue ogni volta che si ammala
sarebbe molto gravoso, senza
contare che la ricerca del virus
responsabile è molto complessa e
che il risultato non comporterebbe
alcun vantaggio per la cura.
La febbre può essere accompagnata da convulsioni? Quali sono le
cause?
Non si sa esattamente. Le convulsioni febbrili sono caratterizzate da
un’elevata incidenza di familia-
Rimedi casalinghi
contro la febbre
Impacchi di aceto : immergete due fazzoletti da
uomo in una miscela di
acqua e aceto o succo di
limone (temperatura inferiore a 36° C). Strizzateli bene e avvolgeteli
attorno ai polpacci e ai
piedini del bambino. Infilatevi sopra un paio di
calze per adulti. Attenzione: questo rimedio può
essere utilizzato soltanto
se il bambino ha i piedi
caldi. Se i piedi sono
freddi, il calore non può
essere evacuato.
Per favorire l’abbassamento della febbre, massaggiate il corpo del
bambino con una spugna
bagnata con acqua
tiepida.
Bimbi & Bebé
SALUTE
38
Il bambino
febbricitante
deve bere
molto.
Lo sapevate che . . .
. . . la mamma o il
papà possono assentarsi dal lavoro fino a
tre giorni per accudire il figlio ammalato? Questo congedo
è considerato assenza
per malattia. I genitori devono tuttavia
organizzarsi per trovare al più presto una
soluzione di custodia.
Il datore di lavoro
può richiedere un
certificato medico sin
dal primo giorno di
malattia, ma non può
dedurre l’assenza dai
giorni di vacanza né
dal salario e neppure
pretendere il recupero con ore di lavoro
supplementari.
rità. Ne è colpito circa il cinque
percento dei bambini. Le convulsioni in genere spaventano moltissimo i genitori, ma oggi sappiamo
che non hanno conseguenze sulla
salute. Se le condizioni del piccolo
tuttavia non migliorano dopo una
convulsione o se le convulsioni
durano a lungo o sono frequenti, è
indispensabile rivolgersi al medico
in quanto potrebbero essere causate
da altre malattie come ad esempio
l’epilessia o la meningite.
Perché i bambini si ammalano
sovente nei primi anni di vita?
Il loro sistema immunitario non è
ancora maturo. Ogni virus rappresenta una novità per l’organismo e
scatena una risposta immunitaria. I
bambini che frequentano il nido
d’infanzia si ammalano più sovente
di quelli che in tenerissima età
rimangono a casa, ma quest’ultimi
«recuperano il tempo perduto»
quando cominciano ad andare a
scuola.
Quando ritiene necessario somministrare un antipiretico?
Quando il bambino non sta bene,
lamenta dolori alla testa e alla
Bimbi & Bebé
pancia, non beve e non ha più voglia
di giocare. Per abbassare la febbre
vanno bene supposte, sciroppi,
gocce e compresse, ma anche i
rimedi casalinghi.
Cos’altro devono sapere i genitori?
Il bambino febbricitante deve bere
molto. Un decilitro in più di liquidi per ogni grado di febbre.
Consiglio di dare bevande leggermente zuccherate, come sciroppo
o tè dolcificato. Sovente la febbre
leva l’appetito, il che non è preoccupante, ma bere solo acqua per
diversi giorni può causare un calo
degli zuccheri nel sangue. L’ipoglicemia indebolisce il fisico e il
bambino impiega più tempo a
ristabilirsi. Per facilitare la somministrazione di liquidi ai neonati,
è pratico utilizzare un cucchiaino o
una siringa (senz’ago!). In caso
di febbre è importante pure non
vestire o coprire eccessivamente
il bambino per aiutarlo a disperdere meglio il calore. Se il piccolo
sta bene nonostante la febbre,
non dev’essere per forza costretto
a letto. Di solito al bambino ammalato basta una dose di attenzioni
in più.
Camere per
FAMIGLIE
A St. MorItz
DA CHF 153.–
Non tutti possono
proporvi un’offerta così.
Alberghi Svizzeri per
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famiglie delle villeggiature adatte a tutti i budget. Per saperne di più www.youthhostel.ch/st.moritz
ALIMENTAZIONE
40
Non è sempre molto
appagante cucinare
per un bambino
piccolo, ma talvolta
bastano alcuni
accorgimenti per
ritrovare la felicità
anche ai fornelli.
Felici e contenti
anche in cucina
«C
I È VOLUTA più di
un’ora per preparare la
casseruola di lenticchie e verdure e il
ringraziamento dei miei figli non è
stato altro che un chiaro ‹bleah› di
disgusto.» «Settimana scorsa dalla
nonna la mia piccolina ha mangiato
i broccoli, mentre a casa nostra
arriccia il naso appena li vede
comparire in tavola.» «Nostro figlio
mangerebbe pasta tutti i giorni e
solo raramente riusciamo a convincerlo ad assaggiare sapori nuovi.»
Queste situazioni non sono affatto
sconosciute alla maggior parte dei
genitori: spesso cucinare per un
bambino piccolo può essere davvero
frustrante!
OCCORRE PAZIENZA
Marianne Botta Diener, specialista
in alimentazione per l’infanzia, sa
per esperienza che il rifiuto e lo
scetticismo di certi bambini di
fronte ad alimenti che non conoscono rientra assolutamente nella
Bimbi & Bebé
normalità. «Nei primi cinque anni
di vita molti bambini attraversano la
cosiddetta fase di neofobia, ovvero
la paura delle novità, che li spinge a
rifiutare categoricamente tutto ciò
che è loro estraneo. I genitori
devono essere molto pazienti»,
spiega l’esperta, mamma di otto
figli. È importante non arrendersi
troppo presto e chiedere regolarmente al piccolo di assaggiare
l’alimento nuovo mettendolo
semplicemente in bocca. Non è mai
una buona tattica costringerlo a
inghiottirlo. Anzi, se non gradisce il
sapore, bisogna consentirgli di
sputare il boccone. Grazie a questo
sistema, le papille gustative distribuite sulla lingua si abituano a
nuovi sapori. «È giusto dare la
possibilità al bambino di rifiutare
un alimento soltanto se lo ha già
assaggiato a distanza di tempo per
10–15 volte e se continua a trovarlo
disgustoso», afferma Marianne
Botta Diener. Simone Fürholzer,
I bambini che aiutano in cucina
sin da piccoli diventano più facilmente
«migliori forchette».
dietista con formazione complementare in alimentazione per
lattanti e bambini e fondatrice della
scuola di cucina «Kinderküche»
(www.diekinderküche.com, sito solo
in tedesco) di Adliswil, aggiunge:
«È sbagliato invece sopprimere il
dessert se il piccolo non ha mangiato il piatto principale oppure
ricompensarlo e consolarlo dandogli
dolciumi». Al cibo non dev’essere
mai attribuito un ruolo di strumento educativo. Se al bambino
non piacciono determinati alimenti,
mamma e papà dovrebbero semplicemente accettarlo. La signora
Fürholzer ha ottenuto buoni risultati proponendo a sua figlia cibi che
non gradisce, come i funghi, cuci-
nandoli in modo diverso, ad esempio in una minestra anziché saltati
in padella.
EVITARE I CONFLITTI
In linea di principio Marianne Botta
Diener consiglia di evitare i conflitti
a tavola. «Se i genitori si mettono a
discutere con il bambino, creano
una tensione dalla quale è poi difficile uscire», spiega l’esperta. Se il
piccolo brontola per il cibo, è preferibile rimanere calmi. Simone
Fürholzer consiglia a mamma e
papà di non cucinare pietanze alternative per il piccolo, ma di offrigli
un pezzo di pane per saziarlo facendogli notare che l’orario del pasto
successivo rimane invariato. I geni-
Lettura
consigliata
«In cucina con i
nostri bambini.
Esperienze e ricette» di Federica
Buglioni e Marcella Gallorini, editore Franco Angeli, collana Le
comete, 2006.
Bimbi & Bebé
ALIMENTAZIONE
42
{Consigli}
Mangiare con
più gusto
Le buone maniere a
tavola non sono innate,
s’imparano. Siate un
buon esempio per il vostro bambino.
Mangiate a tavola con il
piccolo il più sovente
possibile.
Non esprimete giudizi
negativi sul cibo.
Congratulatevi con il/la
partner (o con il bambino
se ha prestato aiuto in
cucina) per il piatto
preparato.
Stuzzicate l’interesse
del piccolo per i cibi che
ancora non conosce assaggiando pure voi piatti
nuovi.
Create un’atmosfera
piacevole a tavola (ad
esempio apparecchiando
bene).
Spegnete il televisore
durante i pasti, non rispondete al telefono e
riponete i giornali.
Non discutete di problemi a tavola.
Pattuite con il bambino
regole di comportamento
da rispettare.
Mantenete la calma se
il bambino rifiuta il cibo e
non vuole mangiare.
Bimbi & Bebé
tori non devono provare sconforto
se ai figli non interessa quanto
tempo si trascorre in cucina per
preparare i pasti. «Dai bambini
piccoli non ci si deve aspettare riconoscenza.» Ecco perché la dietista
raccomanda di cucinare per sé
stessi, lasciando eventualmente decidere al bambino una o due volte
alla settimana cosa portare in tavola. «Per non confondere i più piccoli, è bene limitare la scelta tra due
soli menù.»
IMPARARE CUCINANDO
Molti bambini imparano a diventare «buone forchette» invitandoli a
dare una mano a fare la spesa e a
cucinare. Le fragole scelte di persona in negozio saranno certamente
più gustose della frutta che viene
semplicemente presentata sul
piatto. Il bambino è in grado di
aiutare in cucina sin da piccolissimo. A un anno trova divertente
impastare la pasta, un po’ più
grandicello sa tagliare la mozzarella,
le banane o i funghi e preparare il
condimento dell’insalata. «Queste
operazioni stimolano lo sviluppo
della motricità fine e grossolana e
affinano i sensi del gusto, dell’olfatto
e del tatto», spiega Simone Fürholzer. È naturale che lavorare in
cucina con un bambino richiede più
tempo e per i primi anni occorre
anche che i genitori chiudano un
occhio e rinuncino per un po’ alla
perfezione.
VARIARE È IMPORTANTE
Gli esseri umani sono per natura
abitudinari, anche a tavola. Eppure
basta davvero poco per mettere un
po’ più di creatività in cucina!
Simone Fürholzer suggerisce di
stabilire il menù per tutta la settimana. «Con questo sistema si
risparmiano tempo e denaro. Basta
fare la spesa grossa una volta alla
settimana procurandosi gli ingredienti freschi solo quando occorrono. Così facendo si evita anche
che i cibi vadano a male, come
capita quando si acquistano senza
avere ancora le idee in chiaro.»
Oggigiorno grazie a Internet le
fonti d’ispirazione per variare il
menù quotidiano sono infinite e per
stuzzicare la creatività non mancano
neppure libri, riviste e corsi di
cucina. Non da ultimo può essere
divertente cucinare insieme ad altri
genitori scambiandosi le ricette
perché anche in cucina c’è sempre
qualcosa da imparare.
PER CHI HA POCO TEMPO
Nella sua scuola di cucina per
bambini, Simone Fürholzer si è
specializzata nella cucina completa.
Sovente i genitori che lavorano
hanno poco tempo da dedicare ai
fornelli. «Consiglio loro di preparare porzioni abbondanti e di
congelarle. Andare di fretta non
significa non garantire ai propri figli
un’alimentazione equilibrata. I piatti
pronti in un batter d’occhio e nel
contempo salutari e molti apprezzati dai piccoli sono innumerevoli,
come ad esempio la pasta integrale
al sugo di pomodoro. Per preparare
il sugo basta tostare una cipolla in
olio con un goccio di acqua, aggiungere la passata di pomodoro,
insaporire con erbe aromatiche, sale
e un pizzico di zucchero e raffinare
con un poco di panna. Ecco fatto! Il
sugo può essere arricchito con
verdure fresche (ad esempio zucchine o carote).»
«Mini Penne verdurose
al sughetto fantasia»
Oggi lo chef, cioè io, consiglia
Piccolini con le verdure che ci
sono, ma non si vedono!
e
Servono: Mini Penne con zucchin
a,
mm
ma
a
bell
e spinaci, una
un papà simpatico e tutti a tavola.
Da Barilla nasce la nuova Mini Pasta alle verdure: tre diverse varietà fatte
con il 25% di purè di verdure fresche di stagione, e il 100% di gusto.
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A mangiare bene si comincia da Piccolini.
3
COMPOSTO PER LEGARE
200 g di panna acidula semigrassa
2,5 dl di panna semigrassa
1 dl di latte
2 uova
sale, pepe e curry
ALIMENTAZIONE
Mischiare bene tutti gli ingredienti
con la frusta e versare il composto
sulle verdure.
44
4
COTTURA
Cuocere la quiche nella scanalatura
inferiore del forno preriscaldato a
200 gradi per 35–40 minuti.
RICETTA
Quiche variopinta
alle verdure
Guida «Alim
1
1 pasta sfoglia rotonda
2 cucchiai di pangrattato
100 g di Gruyère grattugiato
2 carote
mezzo peperone rosso
mezzo peperone giallo
250 g di piselli
200 g di panna acidula semigrassa
2,5 dl di panna semigrassa
1 dl di latte
2 uova
sale, pepe e curry
1 pasta sfoglia rotonda
2 cucchiai di pangrattato
100 g di Gruyère grattugiato
Mettere la pasta sfoglia in una tortiera
rotonda e punzecchiarla con una
forchetta. Distribuire sul fondo il
pangrattato e il Gruyère.
2
l’arcobaleno
RIPIENO
2 carote
mezzo peperone rosso
mezzo peperone giallo
250 g di piselli, freschi o surgelati
Sminuzzare le verdure e cuocerle al
vapore nell’apposito cestello o nello steamer per 5 minuti. Lasciarle intepidire
e versarle sul fondo di pasta sfoglia.
Bimbi & Bebé
Meglio inf
orm
un’alimentaz ati su
ione equilibr
ata
Quelli con
Mangiatene di
tutti i colori !
Nella frutta e nella verdura il
colore è determinato dalle
sostanze vegetali secondarie. Esse possono sviluppare
un’azione benefica sulla
salute come ad esempio
prevenire le malattie cardiovascolari, lenire le infiammazioni e regolare la glicemia e
la coagulazione del sangue.
Per garantire un apporto di
queste sostanze il più diversificato possibile, bisognerebbe consumare ogni giorno
frutta e verdura di svariati
colori.
entazione»
PASTA
Fino ad
esaurimento scorte
0710
Ingredienti
{Consigli}
Quelli con l’arcobaleno
La nuova guida «Meglio informati
su un’alimentazione equilibrata»
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sana e uno stile di vita equilibrato.
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ALIMENTAZIONE
46
Molti genitori se lo
chiedono. Tuttavia
il più delle volte
questa preoccupazione è infondata.
Buona
domanda
Quanto peso
deve prendere
un neonato ?
L’aumento di peso è individuale. Nei primi tre mesi il
neonato può aumentare settimanalmente da 130 a 180
grammi, nel secondo trimestre
da 100 a 160 grammi e dai
sei mesi in poi da 70 a 120
grammi.
Il nostro tesoro
mangia
abbastanza?
C
HIEDERE regolarmente
consiglio a una consulente materna o al pediatra è utile
per chiarire eventuali dubbi. «Nei
primi otto-dodici mesi può essere di
aiuto pesare il bebè ogni due o quattro settimane, anche se in genere
una volta al mese basterebbe»,
spiega la consulente materna Manuela Meyer-Mäder.
IL LATTE È SUFFICIENTE?
Molte mamme che allattano al seno
si chiedono se il latte materno è
sufficiente e se il bambino succhia
abbastanza. «Pesare frequentemente il bambino può generare
insicurezza», esorta Manuela
Meyer-Mäder. Oltre all’aumento di
peso, vi sono altri indizi che dimostrano che il piccolo cresce bene: fa
regolarmente pipì, è felice, prende il
latte da cinque a otto volte al giorno
e ha una bella ciccetta. «È importante che i genitori si fidino del
proprio istinto», aggiunge l’esperta.
LA CRESCITA
L’aumento di peso ideale è proporzionale alla crescita del corpo e della
Bimbi & Bebé
circonferenza cranica. Si parla in
questo caso di crescita lungo la linea
percentile (vedere a pagina 48). Se
ad esempio un bambino che già alla
nascita era molto piccolo e molto
leggero a dodici mesi è ancora tra i
più piccoli, non è il caso di preoccuparsi. Più avanti le variazioni di peso
sono del tutto normali.
DA NEONATO A BAMBINO
PICCOLO
Tra i due e i quattro anni il bambino
aumenta soprattutto di peso,
mentre tra i cinque e i sette cresce
molto in altezza perdendo completamente i tipici rotolini di grasso
del neonato. A questa età molti
bambini sono piuttosto magri.
Anche in questo caso non bisogna
preoccuparsi.
FAME E SETE
I bambini che mangiano molto non
diventano più «grandi e forti».
Come per gli adulti, ogni bambino
assimila il cibo in modo diverso a
seconda del proprio metabolismo.
Vi sono bambini che si accontentano di poco, altri che hanno
{Consigli}
Se il piccolo
mangia poco
L’appetito dipende
dal metabolismo
e dall’attività fisica
del bambino.
bisogno di mangiare e bere di più.
La fame e la sete dipendono anche
dall’attività fisica. Chi si scatena
all’aperto ha bisogno di più calorie
di chi invece se ne sta tranquillo a
sfogliare un libro illustrato. È
normale inoltre che la fame non sia
sempre uguale e che di conseguenza
neonati e bambini piccoli mangino
talvolta di più e talvolta di meno. Se
il bambino è sano, sa perfettamente
cosa gli occorre. La maggior parte
dei bambini ha bisogno di consumare più pasti al giorno, ma in
piccole porzioni.
IL SENSO DI SAZIETÀ
Al contrario di molti adulti, neonati
e bambini piccoli sanno esattamente quando hanno mangiato
abbastanza grazie al loro spiccato
senso di sazietà. Questo segnale del
corpo li aiuta a regolare il peso. Chi
mangia più di quanto abbia bisogno, ingrassa. Attualmente in Svizzera una femminuccia su cinque e
un maschietto su quattro sono in
sovrappeso. L’eccesso di peso si
manifesta sovente già in tenera età a
causa di un’alimentazione sbagliata
e di un’alterazione del senso di
sazietà. Il neonato segnala chiaramente ai genitori quando è sazio
staccandosi dal seno o dal biberon,
allontanando il piatto che ha davanti o stringendo le labbra quando
ci si avvicina con il cucchiaino.
«Costringere il piccolo a vuotare il
piatto non torna a suo vantaggio»,
spiega Manuela Meyer-Mäder. Così
facendo i genitori rischiano d’indurre il bambino a non dare più
ascolto al senso di sazietà e a mangiare più di quanto ha bisogno.
Forzare il bambino a mangiare può
in alcuni casi provocare addirittura
il rifiuto totale del cibo. È bene
evitare di usare la forza anche
quando il piccolo è capace di mangiare da solo insegnandogli piuttosto a servirsi porzioni che è in grado
di finire.
Lasciate che il bambino
impari a mangiare da
solo prima possibile e abbiate pazienza perché
all’inizio farà grandi pasticci. Evitate che si abitui a farsi imboccare.
Mangiate a tavola insieme al piccolo e siate
di buon esempio, perché
i bambini imparano imitando gli altri.
Per non guastare l’appetito ai pasti principali,
evitate che il piccolo
«sgranocchi» tutto il
giorno. Uno spuntino salutare al mattino e al pomeriggio è sufficiente.
Fate bere il bambino di
tanto in tanto – preferibilmente non subito
prima dei pasti – proponendogli acqua o tè non
zuccherato invece di bibite dolci.
Se siete preoccupati che
il vostro bambino non
mangi abbastanza, chiedete consiglio alla consulente materna.
Se il bambino è sottopeso o mostra un repentino aumento di peso,
potrebbero esserci problemi di salute o cause
psichiche. In questo
caso è indispensabile
chiedere consiglio al
medico.
Bimbi & Bebé
Per il suo
primo omogeneizzato
ALIMENTAZIONE
deve essere
Percentili del peso
dei primi cinque anni di vita
48
tutto perfetto
Per i nostri omogeneizzati HiPP dopo i 4 mesi
abbiamo rinunciato consapevolmente a tutto
ciò che potrebbe rendere difficile il passaggio dal
latte ad un’alimentazione diversificata. I nostri
omogeneizzati sono:
97%
24 kg
90%
Femmine
21 kg
75%
18 kg
50%
15 kg
25%
10%
3%
3 senza sale e zuccheri aggiunti
3 prodotti con pochi ingredienti
3 naturalmente biologici al 100%
12 kg
9 kg
e pertanto particolarmente digeribili
a partire dal primo cucchiaio.
6 kg
3 kg
0 kg
Nascita
1 anno
2 anni
3 anni
4 anni
5 anni
24 kg
97%
Maschi
90%
21 kg
75%
18 kg
50%
15 kg
25%
10%
3%
Adesso
HiPP si prende cura
anche della
pelle del bambino!
12 kg
9 kg
6 kg
3 kg
0 kg
Nascita
Bimbi & Bebé
Per il bene più prezioso che hai.
1 anno
2 anni
3 anni
4 anni
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biologico
In vendita
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un’alimentazione bilanciata e diversificata.
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SVILUPPO
Intervista
Erika Imhof Nielsen,
educatrice sociale
SUP, formatrice APF
e consulente familiare, dirige il Centro
Formazione Genitori
Nord di Winterthur.
50
Tutti i genitori
desiderano instaurare una buona
relazione con il proprio bambino. La
consulente familiare
Erika Imhof Nielsen
spiega come fare.
Lo sapevate che . . .
. . . appena nato il
bambino è già in
grado di riconoscere
la voce materna?
Proprio così, anche se
la mamma non gli ha
parlato durante la
gravidanza. La voce
materna lo rassicura
e favorisce la conoscenza reciproca.
Bimbi & Bebé
La relazione
genitori-figli
Oggigiorno il bambino appena
nato viene appoggiato subito sul
petto della mamma. Perché il
contatto fisico è così importante
per lo sviluppo emotivo?
Il contatto fisico favorisce la secrezione degli ormoni prolattina e
ossitocina. Questi ormoni stimolano
la produzione del latte materno.
L’ossitocina rinforza inoltre l’attitudine del prendersi cura del bebè
nella mamma. Si avvia così il
processo che lega madre e figlio.
Perché consiglia ai genitori di
reagire subito quando il bambino
piange?
Piangendo il neonato esprime il suo
malessere. Se i genitori reagiscono
prontamente, il piccolo impara che
c’è sempre qualcuno pronto a
tranquillizzarlo. Solo in questo
modo capisce che può far affidamento sui suoi genitori.
Questo significa che i genitori
debbano sempre accorrere al
primo singhiozzo?
No. Il neonato deve imparare anche
a calmarsi da solo. Bisogna assolutamente evitare di urlare quando
piange, perché il piccolo non è in
grado di interpretare questa reazione. Nelle prime settimane e nei
primi mesi di vita è importante
tranquillizzare il bambino parlandogli dolcemente usando senza timore
anche i toni alti, che il neonato
preferisce a quelli bassi.
Perché nella carrozzina o nel
marsupio è meglio rivolgere il bebè
verso mamma o papà?
Il contatto visivo con la persona di
riferimento rassicura il piccolo,
perché gli consente di accertarsi
costantemente che mamma o papà
c’è. Questa posizione permette
inoltre di meglio proteggere il
Un buon rapporto
con i genitori
influenza tutta
la vita.
bambino da un eccesso di stimoli
esterni, soprattutto quando ci si
trova in un ambiente molto rumoroso come ad esempio un grande
magazzino.
Gli esperti consigliano di parlare
spesso al bambino sin dalla nascita. Per quale ragione?
Parlando i genitori entrano in
contatto con il bebè e instaurano un
rapporto. Nel contempo gettano le
basi per lo sviluppo del linguaggio,
perché la comprensione inizia già
molto prima che il bambino impari
a parlare. Se il neonato distoglie lo
sguardo, significa che è troppo
stanco per comunicare e che desidera dormire. I genitori dovrebbero
rispettare questo segnale.
Sovente i genitori paragonano il
proprio bambino ad altri. Perché
non bisognerebbe farlo?
Ogni bambino è unico e si sviluppa
in base al proprio schema evolutivo.
Egli desidera che i genitori riconoscano la sua individualità e apprezzino la sua unicità. I paragoni
generano pressione e concorrenza
che a loro volta ostacolano lo
sviluppo della personalità e la
capacità di apprendimento. Al
bambino non occorrono confronti,
ma conferme e incoraggiamenti.
Perché i bambini devono sentirsi
protetti per crescere bene?
Il senso di protezione è una condizione importante per instaurare una
buona relazione. Se il bambino si
{Consigli}
Comunicare con
il bambino
Per parlare a un bambino, è meglio mettersi
all’altezza dei suoi occhi.
In questo modo si facilita
il contatto e si riconoscono più facilmente le
sue sensazioni e il suo
stato d’animo.
Comunicate chiaramente
al piccolo ciò che aspettate da lui.
Bimbi & Bebé
SVILUPPO
52
sente sicuro, gioca ed esplora
fiduciosamente il mondo che lo
circonda. Mamma e papà rappresentano un porto sicuro presso il
quale tornare a rifugiarsi in qualsiasi momento e trovare l’approvazione del proprio comportamento.
Personalmente consiglio di accogliere sempre la richiesta di un
bambino che tende le braccia verso
di noi e d'instaurare un contatto
fisico con il piccolo.
Lettura consigliata
L’opuscolo « Il legame crea forza » spiega ai genitori come
rafforzare il rapporto con il proprio bimbo nei primi anni di vita
gettando così le basi per un legame solido. Ecco i principi
fondamentali:
Per crescere forte e sicuro di me ho bisogno di . . .
. . . contatto e vicinanza fisica
. . . protezione e affidabilità
. . . attenzione e dialogo
. . . un legame sicuro
. . . riconoscimento della mia unicità
. . . fiducia nelle mie capacità
. . . un ambiente stimolante per lo sviluppo
. . . orientamento
La guida è tradotta in 15 lingue e distribuita direttamente dalle
consulenti materne. Alla pagina web www.genitorinforma.ch è
possibile scaricarla in formato PDF.
La campagna è promossa in partenariato da Formazione dei
genitori CH e Jacobs Foundation.
Bimbi & Bebé
Alcuni bambini
imparano a
camminare solo
a 18 mesi.
Come può acquisire sicurezza un
bambino nella vita di tutti i giorni?
Rituali e giornate scandite da orari
regolari infondono sicurezza. Il
bambino impara a conoscere il
ritmo delle giornate e sentendosi
protetto riesce ad affrontare più facilmente le situazioni che non
conosce. E’ fondamentale trovare il
giusto equilibrio tra riposo e attività
e concedere al bambino di annoiarsi
di tanto in tanto. I bebè molto piccoli hanno bisogno di tranquillità
per rimanere al riparo da un eccesso
di stimoli.
L’educazione è per molti genitori
una sfida difficile. Cosa consiglia in
base alla sua esperienza?
I genitori devono imparare a considerare il loro bambino come un individuo con determinate capacità,
ma nel contempo bisognoso della
presenza di un adulto. È buona
norma concedere al piccolo la massima libertà possibile imponendogli
solo i limiti necessari e comunicargli
chiaramente le proprie attese. I metodi educativi troppo permissivi o
troppo severi lo confondono e
ostacolano il suo sviluppo. Anche
sminuire, mancare di rispetto,
esercitare violenza verbale o fisica
ne compromettono il processo evolutivo. Al contrario, stare insieme
rafforza il rapporto tra genitori e
figli. Per facilitare il compito dei genitori consiglio di mantenere sempre un atteggiamento positivo nei
confronti del piccolo e una posizione chiara per quanto riguarda la
vita quotidiana in famiglia. E non
dimenticate mai di soddisfare le
esigenze e i bisogni della coppia
concedendovi ogni tanto qualche
momento di libertà senza i figli!
Gran parte dei genitori attende con
impazienza il momento in cui il loro
tesoro camminerà.
L’età di questa
tappa tanto ambita
varia da bambino
a bambino.
Primi passi
I
BIMBI PIÙ precoci cominciano a camminare
tra gli 8 e i 10 mesi, la maggior parte
tra i 13 e i 15, alcuni solo attorno ai
18–20. Secondo la fisioterapista
pediatrica Susanne Thommen di
Oberwil (BL), il momento non è
Aiuto a portata di mano
Volete essere sicuri che il vostro tesoro si sviluppi bene
dal punto di vista motorio? Il fisioterapista pediatrico può
fornirvi preziosi consigli. Il sito Internet (per ora solo parzialmente in italiano) dell’Associazione svizzera fisioterapisti pediatrici, www.physiotherapia.paediatrica.ch, elenca
gli specialisti più vicini a casa vostra (rubrica nella versione
tedesca «PP-Mitgliederverzeichnis»). Qui trovate anche
consigli utili per l’acquisto delle prime scarpine.
rilevante. «È assai più importante la
qualità della camminata», spiega
l’esperta. Per la deambulazione sono
determinanti la capacità di tenersi
in equilibrio, di superare piccoli
ostacoli e di appoggiarsi per evitare
le cadute.
SVILUPPO MOTORIO
Nei bambini piccoli lo sviluppo motorio è graduale. «In ogni tappa
evolutiva il piccolo esercita movimenti che gli consentono di creare
i presupposti motori e psichici per la
fase di sviluppo successiva», illustra
Susanne Thommen. Se il bambino
è sano, prima o poi riesce a girarsi
sulla pancia rotolando sul fianco
dalla posizione supina. Mentre sperimenta questa nuova strategia,
Bimbi & Bebé
SVILUPPO
54
Quando il bambino gattona,
i movimenti incrociati acquistano automaticità
e si allenano
ambedue gli emisferi cerebrali.
Lo sapevate che . . .
. . . il movimento
influisce sull’attività
cerebrale? Affinché
il nostro cervello
funzioni in modo
ottimale, l’emisfero
destro e l’emisfero
sinistro devono essere
ben coordinati. Tale
coordinazione può
essere stimolata con
esercizi incrociati che
attivano ambedue i
lati del corpo, ad
esempio toccando il
piede destro con la
mano sinistra (e
viceversa) oppure
rotolando, strisciando, gattonando
e arrampicandosi.
Bimbi & Bebé
accenna nell’aria alcuni passetti. In
posizione prona il piccolo rinforza la
muscolatura dorsale e impara a
ruotare attorno al proprio asse. Strisciando stimola la coordinazione di
braccia e gambe, mentre a gattoni
esercita la posizione d’appoggio e di
protezione di cui si servirà più avanti
per non battere la faccia quando
cade. Nelle fasi successive impara a
stare seduto, ad alzarsi in piedi aggrappandosi e a compiere qualche
passo di lato fino a deambulare.
OGNI BAMBINO È DIVERSO
Solo in rari casi l’evoluzione delle
capacità motorie si attiene a tempi
ben precisi. Il noto pediatra e autore
di libri Remo Largo conferma: «Lo
sviluppo motorio è sostanzialmente
un processo di maturazione che
segue ritmi di crescita e strategie di
movimento personali». Non bisognerebbe attribuire grande importanza soltanto alle tappe in cui il
piccolo impara a stare seduto e a
camminare, ma anche al percorso
che lo porta a muoversi rotolando,
strisciando e gattonando. Queste
modalità gli permettono di percepire il proprio corpo e conoscere a
fondo le sue capacità. Lo sviluppo
dovrebbe essere armonico e ricco di
piccoli e regolari progressi. La
qualità del movimento riveste una
grande importanza. Secondo
Susanne Thommen è essenziale
osservare ad esempio se il bambino
si muove in maniera simmetrica, se
predilige un lato piuttosto che l’altro
o se è molto impacciato. Il piccolo
dovrebbe conoscere diversi modi
per spostarsi e sapere come superare le difficoltà. Se ad esempio la
palla con la quale sta giocando
rotola sotto un mobile, dovrebbe
essere capace di sdraiarsi sulla
pancia dalla posizione seduta per
recuperarla. Se al contrario non sa
affrontare questo genere di situazione o se si mostra frustrato perché
non riesce a spostarsi, può essere
utile chiedere consiglio a un fisioterapista pediatrico. È consigliabile
consultare uno specialista anche se
lo sviluppo fisico e lo sviluppo
psichico del bambino divergono
sensibilmente.
FACILITARE L’APPRENDIMENTO
Anche quando il bambino sta imparando a camminare è meglio stimolarlo a fare da solo. Per testare e
allenare le capacità motorie, al
bambino piccolo occorre parecchio
tempo. L’ideale è lasciarlo libero di
muoversi in uno spazio con pavimento morbido antisdrucciolo e
privo di pericoli dove ha la possibilità di arrampicarsi, affrontare
ostacoli, spostarsi su superfici inclinate e ispezionare nicchie. Il bambino è particolarmente a suo agio
scalzo e con abiti comodi. Susanne
Thommen sconsiglia di far assumere al piccolo posizioni che non
riesce a mantenere da solo. «Il
bambino deve arrivarci da sé e lo
fa soltanto quando è fisicamente
e psichicamente pronto.» Rispettando questi limiti, il rischio di
farsi male è ridotto.
VIGILE E LESTO ATTRAVERSO
IL MOVIMENTO
Le diverse esperienze motorie
favoriscono anche lo sviluppo
psichico. I bambini che fanno tanto
movimento vantano una maggiore agilità fisica, sono più sicuri
di sé nell’esplorazione del mondo
e si fanno male con minor frequenza rispetto ai piccoli che si
muovono poco.
NO AL GIRELLO
Il bambino non ha bisogno di
strumenti di sostegno per imparare
a camminare. «Consiglio vivamente
ai genitori di non utilizzare il girello
in quanto ostacola i naturali movimenti di deambulazione. Il bambino cammina prevalentemente
sulla punta dei piedi e non riesce a
distribuire il peso corporeo su tutta
la pianta, come dovrebbe invece fare
per mantenersi in equilibrio»,
spiega Susanne Thommen. Il girello
impedisce anche di stimolare il
senso dell’equilibrio e l’abilità
motoria e, non da ultimo, comporta
un elevato rischio per il bambino
che potrebbe ribaltarsi, scivolare giù
dalle scale e raggiungere velocità
che non è in grado di controllare.
Per aiutare il bambino a camminare, non ha neppure molto senso
tenerlo per le mani perché gli si
preclude ogni possibilità di esercitare le reazioni di equilibrio. In
questo modo il piccolo si affida
totalmente al sostegno dei genitori
senza provarci da solo.
{Consigli}
Per salire le scale
Mostrate al bambino di
salire le scale a quattro
zampe e di scendere
gattonando all’indietro.
Lasciate che si eserciti
il più sovente possibile
senza mai perderlo di
vista.
Indicategli come scendere da una posizione rialzata : fatelo spostare
ad esempio fino al bordo
del letto, mostrategli che
si trova in alto rispetto
al pavimento (magari
facendo cadere un oggetto) e aiutatelo a girarsi e a scendere
all’indietro. Consentitegli
di riprovare più volte in
modo che faccia lo
stesso sulle scale.
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SVILUPPO
Via il pannolino
Lo sviluppo del
controllo degli sfinteri è determinato da
fattori organici e
dalle capacità psicosociali del bambino.
Il momento per
togliere il pannolino
GGI GLI esperti sono
dipende dalla sua
unanimi nell’affermare
maturità. che mettere un bambino sul vasino
57
come facilitare
l’educazione al vasino
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già nel primo anno di vita non ha
senso. Stando al dottor Oskar Jenni,
medico primario del reparto di pediatria dello sviluppo dell’Ospedale
pediatrico di Zurigo, fino a dodici
mesi il neonato non è ancora in
grado di capire se la sua vescica e il
suo intestino sono pieni. «Questa
facoltà si acquisisce solo nel secondo
anno e in nessun modo il processo
di maturazione organica può essere
influenzato dall’esercizio», spiega il
dottor Jenni. Oltre a riconoscere lo
stimolo e a controllare lo svuotamento della vescica e dell’intestino,
anche l’iniziativa propria del bambino è una premessa essenziale per
imparare a essere puliti e asciutti.
Vi sono bambini che manifestano il
A che età si leva
il pannolino?
Sono pochi i bambini che
al termine del secondo anno
di vita sono già puliti e
asciutti. Per la maggior parte
lo svezzamento dal pannolino avviene a tre o quattro
anni. Di solito il piccolo impara dapprima a controllare
la vescica e l’intestino durante il giorno, mentre per la
notte gli occorre un po’ più di
tempo. Più del dieci per
cento dei bambini che frequentano la scuola dell’infanzia bagna ancora occasionalmente il letto. Le
femminucce sono generalmente più precoci dei maschietti.
L’iniziativa
propria è una
premessa
importante per
imparare a
usare il vasino.
Bimbi & Bebé
SVILUPPO
58
{Consigli}
Per svezzare dal
pannolino
Lasciate che il bambino
vi osservi quando andate
in bagno.
Parlate apertamente di
questo tema.
Non fate commenti negativi su pipì e popò.
Ascoltate i segnali del
bambino.
Sostenetelo nelle sue intenzioni di andare in
bagno da solo.
Preparate « quel posticino » in funzione del piccolo e tenete a portata
di mano oggetti per distrarlo sul vasino.
Concedetegli tutto il
tempo che gli occorre e
non costringetelo a rimanere seduto.
Fategli i complimenti
quando la « faccenda » è
andata a buon fine e non
sgridatelo se di tanto in
tanto «fallisce».
Non serve a nulla dargli
poco da bere alla sera.
Abbiate pazienza se
bagna il letto. Mettetegli
un pigiama pulito e cambiate le lenzuola senza
fare storie.
Bimbi & Bebé
bisogno di svuotare la vescica o l’intestino già tra i dodici e i diciotto
mesi, ma la maggior parte di essi
sviluppa questa iniziativa tra i diciotto e i trentasei mesi. Il dottor
Jenni consiglia di cominciare a svezzare il bambino dal pannolino solo
quando mostra di essere pronto
all’uso del vasino. «Se i genitori si
attengono ai segnali del bambino, il
passaggio dal pannolino al vasino
avverrà rapidamente», rassicura il
dottor Jenni.
SOSTEGNO DEI GENITORI
L’esempio dei genitori svolge un
ruolo fondamentale nello svezzamento dal pannolino. Oskar Jenni
consiglia a tale riguardo: «Lasciate
che il piccolo osservi i genitori
quando vanno in bagno, e non solo
quando è venuto il momento
d’imparare, ma già molto prima».
L’ideale è far indossare al bambino
pantaloni con la vita elastica, facili
da abbassare. Suggerimento:
mostrando che è più facile afferrare
i pantaloni dal dietro anziché sui
lati, il piccolo capisce rapidamente
come svestirsi da sé.
A PICCOLI PASSI
Nell’educazione al vasino occorre
che i genitori abbiano molta pazienza, perché il bambino non può
svuotare la vescica o l’intestino a
comando. Per i primi cinque anni il
dottor Jenni sconsiglia di adottare
misure che impediscono al bambino
di far pipì a letto. Denise Tinguely
Hardegger, psicoterapeuta e consulente pedagogica a Dornach, consiglia di procedere a piccoli passi
lasciando il bambino senza il
pannolino al mattino e al pomeriggio per poi rimetterglielo per il
sonnellino pomeridiano e durante la
notte. «In questo modo il piccolo
impara ad avere stima di sé stesso.
Poiché gran parte dei bambini
riesce a stare senza pannolino per
un paio d’ore, questo metodo di
educazione al vasino si rivela
vincente e incoraggiante», spiega
Denise Tinguely Hardegger.
«INCIDENTI» POSSIBILI
E NORMALI
Molti genitori sono delusi o preoccupati quando il bambino, rimasto
pulito e asciutto per un periodo
prolungato, ricomincia improvvisamente a farsi addosso pipì e popò.
Denise Tinguely Hardegger li
tranquillizza: «Nei primi cinque
anni di vita questi piccoli incidenti
sono del tutto normali e non devono
inquietare. Possono capitare quando
il bambino dorme profondamente o
è molto concentrato nel gioco».
L’esperta raccomanda ai genitori di
non farne un dramma. «Sgridare o
punire il piccolo sarebbe controproducente.» I rimproveri potrebbero
addirittura indurre il bambino a
farsela addosso per attirare l’attenzione scatenando contrasti che a
loro volta possono dare origine a un
problema serio. Se per un lungo
periodo il piccolo è rimasto pulito e
asciutto e improvvisamente si bagna
e si sporca per più di un mese,
Denise Tinguely Hardegger consiglia di chiedere aiuto a uno specialista. In caso contrario vi è il rischio
che l’attenzione ruoti unicamente
attorno a pipì e popò a scapito del
rapporto tra genitori e bambino e
che, nella peggiore delle ipotesi,
causi problemi funzionali dello
svuotamento della vescica o dell’intestino.
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EDUCAZIONE
60
Il comportamento
sociale non è innato,
ma si apprende
nella relazione con
gli altri bambini e
con gli adulti.
Lo sviluppo del
comportamento
sociale
V
OLERSI TENERE tutto
per sé, rifiutarsi di giocare con gli altri e bisticciare furiosamente con l’amichetto del cuore
sono comportamenti noti a molti
genitori, che non capiscono le ragioni di questi atteggiamenti. Sovente mamma e papà intervengono
tempestivamente, perché vogliono
evitare che il loro tesoro sia sgarbato
con gli altri. Kathy Egli, psicologa e
istruttrice per gli educatori di bambini, chiarisce a tale riguardo: «Nei
IL BAMBINO IMPA- primi quattro anni di vita il piccolo
RA A CONDIVIDERE non infastidisce intenzionalmente
LE PROPRIE COSE gli altri bambini, ma si comporta
CON IL PROSSIMO così in quanto non è ancora in grado
di mettersi nei panni degli altri e di
SOLO QUANDO
riconoscere le emozioni altrui».
HA IMPARATO
Anche se nel corso del secondo anno
COSA SIGNIFICA
il bambino matura la capacità di
‹POSSEDERE›.
condividere i sentimenti di un compagno di giochi che piange, è solo
attorno ai quattro che entra in empatia ponendosi la domanda:
«Come mi sentirei al suo posto?».
Questa capacità può generare anche
sentimenti cattivi come ad esempio
Bimbi & Bebé
Il comportamento di
condivisione
con gli altri
s’impara.
l’invidia e il piacere del male altrui,
nonché comportamenti negativi
come bugie e inganni.
«È MIO!»
Nei primi due anni il bambino non
ha ancora la nozione di proprietà.
Afferra tutti gli oggetti che attirano
il suo interesse per poi abbandonarli
nuovamente. Dopo i ventiquattro
mesi comincia a sviluppare l’idea
del «mio» e ad appropriarsi di tutto
ciò che trova. «A questa età è
normale che si accaparri degli
oggetti che gli capitano a tiro e lotti
per tenerseli. Di solito l’interesse per
l’oggetto conteso scema non appena
il compagno di giochi cede», spiega
Kathy Egli. Questo comportamento
non esprime egoismo o avidità,
bensì la voglia di mettere alla prova
la propria influenza e la propria
capacità d’imporsi. Si tratta di una
fase di crescita obbligata attraverso
la quale il piccolo sviluppa il senso
della proprietà. «Il bambino impara
a condividere le proprie cose solo
quando ha imparato cosa significa
‹possedere›», spiega l’esperta. Ecco
perché non ha molto senso costringerlo a mostrarsi generoso. Il
piccolo deve poter fare le sue
esperienze e sperimentare il significato di ‹mettersi d’accordo›. Anche
qui il comportamento sociale delle
persone di riferimento è di grande
esempio.
Attorno ai tre anni il piccolo è
pronto a cedere un giocattolo per
entrare in contatto con un altro
bambino o per porre fine a un
litigio. Le persone di riferimento
possono stimolarlo a condividere le
sue proprietà dicendogli ad esempio: «Sei gentile a lasciar giocare
Nicola con la tua automobilina.
Guarda com’è contento!».
Tra i tre e i cinque anni, i conflitti
per il possesso di un oggetto sono
ancora il sessanta percento. Il
bambino deve provare e riprovare
che nulla gli viene tolto e che
comunque ce n’è abbastanza per
tutti. Solo in età scolastica imparerà
a condividere in modo disinteressato.
«NON PUOI GIOCARE CON NOI»
In età prescolastica i bambini
bisticciano anche per partecipare a
un gioco. L’esclusione di un bambino induce i genitori a intervenire
rapidamente, ma secondo Kathy
Egli questa non è una buona
soluzione. «Gli adulti dovrebbero
dapprima osservare la situazione e
valutare se i piccoli riescono a
mettersi d’accordo o se il bambino
escluso ha bisogno di aiuto. I
bambini sanno accordarsi con
grande competenza e creatività»,
assicura la psicologa. L’adulto
potrebbe tutt’al più suggerire al
bambino escluso come entrare a far
parte del gioco senza tuttavia agire
in vece sua.
Buona
domanda
Frequentare un
asilo nido favorisce lo sviluppo
del comportamento sociale ?
Sì, a condizione che l’insegnante
conceda ai bambini di giocare spesso liberamente
elabori insieme ai piccoli alcune regole per giocare
rispettandosi
fornisca un’impostazione
chiara e limiti per garantire la
sicurezza dei piccoli
supporti i bambini nella risoluzione dei conflitti intervenendo il meno possibile.
agisca con chiarezza e determinazione se un bambino
infastidisce
non escluda e non punisca
alcun bambino mettendolo in
disparte.
Bimbi & Bebé
« Voglio
giocare
anch’io ! »
EDUCAZIONE
EDUCAZIONE
I bimbi e la TV
62
I piccoli non
dovrebbero
essere liberi di
guardare la tv
quanto vogliono.
{Consigli}
Comportamento
indisponente in
età prescolastica
Intervenite subito e ponete dei limiti se un bambino esagera di continuo
o ferisce gli altri con
osservazioni offensive
come ad esempio :
« Non puoi giocare perché puzzi » oppure « Sei
troppo stupido per
giocare ».
Dite « Basta, non accetto
che vi trattiate in questo
modo ! ».
Parlando, fate riflettere
i bambini sul rispetto
reciproco.
Rivolgetevi ai bambini
che vi osservano. Essi
possono contribuire
sensibilmente a fermare
il bambino che si comporta male.
Bimbi & Bebé
Se il bambino ha un carattere
dominante, si può stimolarlo a
riflettere: «Vuoi davvero che Sara
pianga? Cosa potrebbe fare per
giocare con voi?». Con una frase di
questo genere si ottengono risultati
migliori che ricorrendo a critiche e
minacce.
Non sempre però i giochi consentono di aggiungere un bambino e in
questo caso non bisognerebbe
costringere gli altri a farlo. Ogni
bambino deve poter fare le proprie
esperienze nelle relazioni con gli
altri e sperimentare le diverse
possibilità di azione.
Anziché proporre soluzioni al
conflitto, è preferibile favorire la comunicazione tra i piccoli esprimendo a parole le loro intenzioni, i
loro desideri e le loro emozioni.
Spesso i bambini vengono esclusi
dai loro coetanei perché non piacciono oppure perché si comportano
in modo insolente. «Sovente dietro
questo comportamento, del tutto involontario, si celano bisogni particolari dettati da problemi psichici o da
disturbi dello sviluppo», rimarca
Kathy Egli. «Questi bambini hanno
bisogno di sostegno.»
ESSERE DI ESEMPIO
I genitori possono favorire lo
sviluppo della competenza sociale
trattandosi con riguardo e mostrando rispetto nei confronti del
piccolo e degli altri. Essi devono
prendere il bambino sul serio,
ascoltarlo e dimostrargli che apprezzano il suo comportamento sociale
(ad esempio: «Trovo fantastico che
tu abbia mostrato ad Anna come si
gioca»). Kathy Egli ritiene utile
esprimere a parole sentimenti,
desideri, esigenze e aspettative del
bambino. Così facendo il piccolo si
sente compreso ed è stimolato a
riflettere sul proprio modo di agire.
L’apprendimento del comportamento sociale si basa inoltre
sull’esempio fornito dagli adulti e
sui modi di scambiarsi le parole. È
senz’altro più utile invitare il bambino a seguire il buon esempio che
proporgli soluzioni «pronte per
l’uso» o inculcargli insistentemente
i principi della socialità.
Non da ultimo gli argomenti
come l’amicizia, i conflitti e le
emozioni possono essere approfonditi attraverso i giochi, i libri illustrati e le favole.
In Svizzera la maggior parte delle
economie domestiche
non potrebbe più fare
a meno della televisione. Molti genitori
si chiedono da che
età, cosa e per quanto
tempo al giorno i
bambini piccoli
possono guardarla.
Lo sapevate che . . .
. . . non si dovrebbe
mai utilizzare la tv
come premio o castigo? Gli esperti
dell’educazione sostengono che ciò
rende la televisione
ancora più desiderabile agli occhi dei
bambini.
63
O
GGIGIORNO SONO
sempre più numerosi i
canali che propongono programmi
per i piccoli. Vi sono trasmissioni
come «Baby Einstein» il cui nome
promette di trasformare i neonati in
autentici geni. Ma è davvero così?
Su questo argomento gli studiosi
sono unanimi. Il professor Manfred
Spitzer della Clinica universitaria di
Ulm ha analizzato diverse ricerche
ed è giunto alla seguente conclusione: «I media elettronici sono
dannosi per l’apprendimento e
quindi per lo sviluppo psichico del
neonato!». Perché? «I neonati passano la maggior parte del tempo
dormendo. Se trascorrono il periodo
di veglia prevalentemente davanti a
un media che, a differenza della vita
reale con persone reali, non può insegnare nulla, quel che imparano
nel complesso è davvero poco.»
COSA CAPISCONO I PICCOLI?
Molti bambini sotto i due anni e
mezzo osservano sì il teleschermo,
ma non sono in grado di collegare le
diverse prospettive né di comprendere la storia se le sequenze sono
tagliate. La moltitudine di immagini
e di suoni può portare rapidamente
a un eccesso di stimoli nel neonato
che reagisce mostrandosi irrequieto
perché non è in grado di gestire
quanto osservato. La capacità di
discernere l’immaginario dalla
realtà matura tra i cinque e i sei
anni, mentre occorre attendere i
sette anni affinché il bambino
sappia comprendere il contesto.
INFLUENZA SULL’APPRENDIMENTO DEL LINGUAGGIO
Molti genitori sperano che la
televisione possa favorire l’apprendimento del linguaggio. Anche in
Bimbi & Bebé
EDUCAZIONE
64
{Consigli}
Per il consumo
dei media
Bimbi & Bebé
CONSEGUENZE
A LUNGO TERMINE
La scienziata canadese Linda
Pagani di Montreal ha studiato le
conseguenze a lungo termine del
consumo dei media sui bambini.
Lo studio ha preso in esame il
consumo di programmi televisivi di
1314 bimbi di età compresa tra i
29 e i 53 mesi, nonché di ragazzini
di 10 anni. Linda Pagani ha constatato che i bambini che in età
prescolastica trascorrono molto
tempo davanti alla tv sono meno
attivi a scuola, mostrano una
minore abilità in matematica, sono
più soggetti al mobbing, fanno
meno movimento fisico, consu-
Le ragazze forti
cambiano il mondo
mano più snack e bibite zuccherate
e presentano un indice di massa
corporea più elevato dei bambini
che vengono al contrario tenuti più
lontani dal teleschermo.
VIETARE LA TV?
Se la televisione non trasforma i
bambini in piccoli geni, è il caso
allora di vietarla? Daniel Süss,
professore in psicologia dei media
presso la Scuola superiore di scienze
applicate di Zurigo e l’Università di
Zurigo, sostiene: «Non penso sia
giusto vietare al bambino di guardare la televisione in quanto si tratta
di uno strumento di comunicazione
prezioso che fa ormai parte della
nostra cultura. I bambini che non
possono guardare la tv a casa
propria, lo fanno sovente dagli amici
e il rischio che guardino trasmissioni non adatte alla loro età,
sottacendolo alla famiglia, è
elevato».
CI VUOL MISURA
La televisione produce anche effetti
positivi? Secondo il professor Süss, i
cartoni animati e i film con gli
animali in DVD sono i più adatti per
i bambini in tenera età perché
possono essere interrotti e rivisti più
volte. I programmi di buona qualità
stimolano la fantasia, propongono
personaggi adeguati all’età in cui
identificarsi e suggeriscono spunti
per il gioco e il bricolage. Quanto
agli effetti negativi della tv, non vi è
nulla da temere se i genitori guardano la televisione insieme al
bambino, se l’esposizione ai programmi è limitata e se al piccolo
vengono garantite alternative
interessanti di gioco e apprendimento e tanta attenzione.
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di:
1. scegliere accuratamente il media e i programmi in base all’età
del bambino
2. guardare i film o i programmi insieme al
piccolo
3. commentare e discutere
insieme il contenuto
4. non mettere i bambini di
età inferiore ai due anni
davanti alla tv e di limitare il consumo di programmi televisivi a
mezz’ora al giorno per i
bambini tra i tre e i cinque anni
5. non utilizzare mai la televisione come strumento
educativo, ricompensa o
castigo
6. non mostrare al bambino
film con scene di
violenza
7. non collocare mai il televisore nella cameretta
del bambino
questo caso il verdetto delle ricerche
è inequivocabile. Un gruppo di
scienziati della University of Washington di Seattle ha analizzato gli
effetti del consumo dei media sul
linguaggio negli individui di età
inferiore ai due anni e ha rivelato
che i bambini che guardano sovente
programmi televisivi o DVD per i
più piccoli dispongono di un
vocabolario più povero rispetto a
coloro ai quali invece non è consentito stare davanti alla tv. Hilda
Geissmann, logopedista presso
l’Ospedale pediatrico di Zurigo,
precisa: «Oggigiorno sappiamo che
nella prima infanzia l’apprendimento del linguaggio può essere
stimolato solo dal contatto diretto
con gli altri. I bambini hanno
bisogno di genitori e persone di
riferimento che li ascoltino e parlino
con loro. È di grande aiuto ad
esempio esprimere a parole quanto
intrapreso insieme al piccolo,
raccontare storie, recitare filastrocche e cantare canzoncine».
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Le edizioni 2009/2010 e 2010/2011 possono essere scaricate dall’archivio
del sito www.bimbi-e-bebe.ch.
bimbi bebè
è un progetto patrocinato dalle seguenti organizzazioni :
Associazione svizzera delle infermiere
consulenti materne-pediatriche
Partner umanitario :
Cambiare il
mondo grazie
ai bambini
Copyright : la ristampa e la riproduzione elettronica sono permesse solo con l’autorizzazione scritta dell’editore. ISSN 1663-5418
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