Avvenire
Venerdì, 5 dicembre 2008
a costozero i A Rimini le m a m m e n o n sono sole
La pappa
perillbebè?
Fatta in casa
Un progetto
di accompagnamento
alle donne
alle prese
con
gravidanze
difficili:
una inedita
alleanza
tra Ausi,
Comuni,
sindacati e 17
associazioni
di volontariato
Migliaia
di opuscoli
informativi
tradotti in otto
lingue
informano
sulle leggi
e sugli enti che
offrono aiuto
D
opo sei mesi a costo zero,
in cui il bebé ha trovato il
nutrimento necessario al
seno della mamma, ecco
che, con le prime pappe,
il capitolo alimentazione
diventa uno dei più pesanti nel
bilancio familiare.
Per farci un'idea, consideriamo
che il prezzo di una confezione di
crema di riso o crema di mais e
tapioca varia da 3 a 5 euro,
mentre due vasetti da 80 grammi
di omogeneizzato di carne
costano da 2 a 4 euro. Se il
vasetto contiene pesce o
formaggio, il prezzo sale e oscilla
da 2 euro e mezzo a quasi 5 euro.
Più economica la verdura (sì
perché oggi anche zucchine e
patate si vendono in vasetto!) che
costa solo 1,50 euro.
Irrinunciabile, per concludere il
pasto in bellezza,
l'omogeneizzato di frutta (mela o
pera) da un euro e mezzo (prezzo
del supermercato) mentre per
kiwi, fragola o mirtilli si
spendono 2 euro.
Facciamo qualche conto. Se una
famiglia utilizza ogni giorno due
omogeneizzati di carne e due di
frutta, la spesa mensile si aggira
sui 100 euro, per un totale di 600
euro al traguardo della prima
candelina. Per la merendina
servono poi yogurt o dessert ad
hoc (prezzo dai 2 ai 4 euro),
biscotto granulato per biberon
(da 5 a 5,30 euro) e per una
nanna tranquilla le tisane o la
camomilla granulare (a 5-6 euro
la confezione). Ma non è tutto.
Anche la pastina è più cara,
quando è destinata ai piccini:
ogni azienda che produce
alimenti per l'infanzia ha la sua
linea di conchigliette e
maccheroncini. Differenza dalla
pastina per adulti? Le confezioni
sono più piccole e costano di più
(350 grammi per 2 euro). E per
condire questa pastina
principesca non resta che scegliere
un olio per bebé con vitamine
aggiunte (4 euro e 50 per una
bottiglietta da 250 mi), e un bel
sughetto a base di pomodoro,
naturalmente omogeneizzato
nell'irrinunciabile vasetto da 80 v
grammi, per un altro paio di euro.
box
Affido familiare, al via
un progetto per il rilancio
I
minori senza famiglia ancora
negli istituti, dopo che la legge ne
ha imposto la chiusura, sono
ormai pochi, una cinquantina.
Sono invece circa 13 mila quelli
nei servizi residenziali,
sostanzialmente le case famiglia, e
altrettanti quelli che hanno trovato
una famiglia affidataria. Ma non
c'è, a livello nazionale,
un'informazione precisa sui servizi
e su come funzionano. Per questo
il ministero del Welfare ha dato il
via a un progetto, presentato nei
giorni scorsi al Cnel, che vede
coinvolti gli enti locali e le Regioni.
L'idea è di costituire una sorta di
"cabina di regia": il ministero ha
chiesto alle Regioni una mappatura
dei servizi, poi si procederà a un
confronto delle esperienze, spesso
molto diverse da regione a regione,
al fine di cercare un percorso di
convergenza. Si vuole inoltre
incrementare l'istituto dell'affido
familiare, che benché cresciuto del
30% circa dal 1999 al 2005, non
fornisce ancora una risposta
sufficiente.
L
Jf alternativa però c'è: seguire il
buon senso e preparare sane
pappe casalinghe con
verdure dell'orto, carne cotta a
vapore, assaggi di formaggio
fresco. In questo modo il
bambino avrà la possibilità di
gustare sapori più "realistici" e
genuini, più simili a quelli che
comunque dovrà ben presto
imparare ad apprezzare. Ma
attenzione alle lusinghe: le
aziende hanno pensato anche alle
mamme che prediligono i cibi
casalinghi: il mercato propone
utensili per omogeneizzare,
frullare, cucinare a vapore. A
secondo delle marche e degli
optional, il costo varia da 40 a 90
euro. E nella maggior parte non
sono affatto indispensabili,
perché i sistemi che la famiglia ha
sempre utilizzato per cucinare a
vapore o frullare restano validi
anche per il bebé.
Giorgia Cozza
L'appuntamento
con le pagine
ch'Avvenire
sui temi
della famiglia
è per venerdì
12 dicembre
C
arla lavora in un'agenzia grafica.
Alla notizia della gravidanza, il
mondo le è crollato addosso. Sul
posto di lavoro infatti è
cominciata una campagna
"contro", fatta di battute, mezze
parole e avvertimenti. Un'intrusione
nella vita privata che era già capitato ad
alcune amiche, il cui datore di lavoro
sponsorizzava la pillola e perfino
l'aborto. Amina, invece, è in Italia da
qualche anno, non ha ancora grande
padronanza della lingua e si sente sola.
Quando ha scoperto di portare dentro di
sé una vita nuova, ha pianto, pensando
alle soluzioni più tragiche.
Carla e Amina oggi sono mamme felici,
che accudiscono amorevolmente i
rispettivi figli. Ma ci sono altre ragazze e
donne che vivono gravidanze difficili o
non desiderate, in condizioni
economiche precarie, di disagio familiare
o emarginazione. Rimini, prima in Italia,
ha deciso di stare accanto alle mamme in
difficoltà con un'iniziativa originale, per
gli attori coinvolti (Ausi, Comuni e
associazioni) e per il metodo. "Non
siamo soli" (è il titolo) prevede un
opuscolo informativo sulla maternità,
l'aiuto di operatori, e l'assistenza
previdenziale gratuita.
In questo percorso di aiuto alla vita
camminano una accanto all'altro
l'Azienda unitaria sanità locale, i Comuni
di Rimini e Riccione, patronati e
sindacati (Inas e Cisl) e diciassette
associazioni di volontariato (tra cui
Movimento per la Vita, Caritas, Papa
Giovanni XXIII e Famiglie per
l'Accoglienza). Un universo variegato di
sigle ed esperienze, con capofila le Adi
provinciali. «La collaborazione mira a
rimuovere le cause che inducono a
rinunciare alla maternità - spiega il
presidente Mauro Guidoni -. Offriamo
informazioni e assistenza perché tutti
abbiano gli strumenti necessari a
prendere in piena consapevolezza una
decisione così importante per la vita
personale».
L
Jopuscolo "Sei incinta? Non sei sola"
è stato tradotto in diverse lingue
(arabo, cinese, francese, inglese,
ucraino, spagnolo, rumeno e russo) e
distribuito in migliaia di copie nei luoghi
chiave della città. «È uno strumento
diretto alle donne - illustra il libretto
Anna Rita Focchi, farmacista, e portavoce
delle associazioni di volontariato
coinvolte - per informarle in maniera
semplice e completa sulle opportunità
normative, sindacali, previdenziali e
assistenziali che i soggetti pubblici e del
terzo settore mettono in campo per la
tutela della maternità. Perché la vita va
difesa sin dal suo concepimento».
A Rimini i numeri degli aborti sono
drammaticamente alti: circa mille l'anno.
Senza dimenticare pillola del giorno
dopo e Ru486, che la Regione ha subito
"adottato". «A volte una mamma
interrompe la gravidanza perché si sente
sola, smarrita. Il nostro obiettivo è
aiutare queste donne, farle sentire accolte,
accompagnarle lungo i nove mesi»,
aggiunge Rita Volponi, del Movimento
per la Vita. "Non siamo soli" non si
limita a fornire Ioghi o recapiti anonimi:
della rete messa in campo sono indicati
numeri di telefono e indirizzi personali
(anche web), e specificità di ciascuna
sigla, a cui rivolgersi nelle emergenze. I
volontari, grazie alla formazione, sono in
grado di spiegare tutele, assistenza e
sostegni previsti dalla legge, in particolare
in ambito lavorativo se si è stranieri.
Q
uesto protocollo è davvero uno
strumento importante - assicura
Mirko Tamagnini, delegato Ausi
per il progetto - uno strumento
con cui l'Azienda sanitaria vuole dare
piena applicazione alla legge 194». Una
legge che dovrebbe difendere la vita
come valore sociale, ma che purtroppo
nella pratica non sempre favorisce. Anche
per problemi di cultura, sottolinea
l'assessore ai Servizi sociali del Comune
di Rimini. «Sono certo che molti aborti
potrebbero essere scongiurati - dice
Stefano Vitali -. Penso alle donne che
decidono di abortire per paura di perdere
il lavoro. E alle badanti immigrate che
lavorano in nero».
L'opuscolo è già stato richiesto da altri
Comuni della Regione. Ma l'iniziativa
non si ferma qui. «È prevista una verifica
annuale - assicura Guidoni - circa
attività, risultati ottenuti e difficoltà
incontrate, per correggere eventuali errori
e introdurre nuove e più efficaci
iniziative».
Paolo Guiducd
Varati nel Veronese i "parcheggi rosa":
posti auto riservati alle puerpere
P
archeggiare col "pancione" o
col bebé al seguito, che
avventura! Trovare un posto
auto libero davanti al
supermercato o alle poste a
volte è una corsa ad ostacoli.
Ora, in terra veneta, un'alleanza
pubblico-privato viene in aiuto delle
neo-mamme o delle donne in
gravidanza al volante con il progetto
"Parcheggi rosa", ovvero zone di
sosta riservate a loro.
Il progetto coinvolge otto
amministrazioni comunali della
provincia di Verona e una catena di
supermercati: sono interessati gli
spazi in prossimità di edifici pubblici
come scuole, uffici postali,
ambulatori medici, farmacie, punti
vendita; un apposito cartello
indicherà lo spazio-rosa per le
donne. All'iniziativa, promossa
dall'assessore alla Famiglia della
provincia scaligera Maria Luisa Tezza,
hanno aderito per il momento i
Comuni di Boscochiesanuova, Zevio,
Rovere Veronese, Cerea, Bussolengo,
Caldiero, Pescantina e Vigasio; anche
il gruppo Rossetto supermercati ha
dato il suo assenso.
«L'obiettivo - spiega l'assessore Tezza
- è aiutare le neo-mamme a superare
le difficoltà causate da parcheggi
sempre più stretti e scomodi. Per il
momento il segnale del park vuole
essere solo un invito a fare
attenzione e non sono dunque
previste sanzioni per chi violasse
l'indicazione. Il desiderio è
sensibilizzare tutti i cittadini al
rispetto reciproco». La segnaletica
verticale e orizzontale predisposta
per il parcheggio sarà identica per
tutti i Comuni partecipanti al
progetto, che si può estendere ad
altri.
A
oggi i Comuni interessati hanno
già posizionato i cartelli "park
rosa": a Boscochiesanuova ve ne
sono già 8, a Zevio 6, a Rovere 4.
«Ritengo che questo tipo di iniziative
sia utile anche per lo sviluppo di una
sana coscienza civica», ha rimarcato
il sindaco di Boscochiesanuova
Claudio Melotti. Mentre un dirigente
del Comune di Rovere, Michele
Melotti, si è spinto oltre: «Penso che
la disponibilità di parcheggi riservati
sarebbe da estendere fino ai 6 anni di
età dei bambini. Inoltre credo sia
opportuno promuovere presso il
ministero dei Trasporti una proposta
di legge per consentire di sanzionare
chi violasse il segnale».
Lorenzo Fazzini
Le vostre opinioni e
la realtà delle famiglie, la denuncia di
quanto spesso sia
difficile "fare famiglia" in Italia, ma
anche come sia meraviglioso crescere
insieme, quanto
questo particolare
ambito affettivo ed
educativo sia insostituibile. Su questa
pagina vorremmo
rispecchiare la
realtà e farvi rispecchiare.
Potete scriverci all'indirizzo email:
[email protected]
oppure a:
Redazione Famiglia
p.zza Carbonari 3
20125 Milano
Fax: 02-6780570
Aspettiamo i vostri
contributi
appuntamenti
«Finanziaria,
i conti
non tornano»
L'Udc organizza un incontro su
"Finanziaria 2009: ma per la
famiglia i conti non tornano?".
Relazione di Luisa Santolini, ,•*»
interventi di Grazia Simone
(Adiconsum), Riccardo Cerza'^g
(Cisl), Gianni Fini
f
(vicepresidente Forum
toscano), Giovanna Ini
'
Cartòcci (associazione "Fioretta
Mazzei"). Conclusioni di Carlo
Casini. Firenze, auditorium
Regione Toscana, 5 dicembre,
ore 17.
• • La famiglia oggi e domani
Promosso e organizzato dal
Centro studi Giorgio La Pira, si
terrà domani un convegno sul
tema: "La famiglia oggi per
l'Italia di domani".
.:•
Intervengono tra gli altri Luisa
Santolini, monsignor Francesco
Oliva (Vicario generale della
diocesi), madre Danila
Santucci (Generale delle suore
della Sacra Famiglia di
Spoleto), Vincenzo Conso
(Segretario nazionale,
ReteinOpera). Cassano Jonio, "
sala Consiglio comunale, 6
dicembre, ore 18.
Chi cura elabora maglio il lutto
• Lavoro di cura ed
elaborazione del lutto
L
i
a cura del proprio coniuge
malato è un'esperienza
sempre più comune e,
indubbiamente, uno degli
eventi più stressanti della
propria esistenza, in
particolar modo quando alla
malattia segue la morte. L'impatto
del lavoro di cura sull'elaborazione
del lutto è stato interpretato
secondo due teorie psicologiche: la
prima postula che, al termine di un
intenso lavoro di cura, la
componente principale sia, più o
meno consapevolmente, il
"sollievo", e che quindi lo stato di
depressione tipico della vedovanza
sia in qualche modo reso meno
pesante; la seconda sostiene al
contrario che lo stress del lavoro di
cura intensifichi l'effetto negativo
della perdita del coniuge.
D
ue ricercatrici statunitensi
hanno provato a verificare il
modello del sollievo (Relief
Model) incrociando ed analizzando
i dati di uno studio longitudinale
(svolto in anni diversi sugli stessi
intervistati) nell'area metropolitana
di Detroit su 1.532 uomini e donne,
sposati, con marito di età uguale o
superiore ai 65 anni. Le prime
interviste sono state effettuate nel
1985 e 1987; 316 persone vedove
sono poi state ricontattate dopo 6,
18 e 48 mesi a partire dalla data del
loro lutto. Il campione è composto
in prevalenza da donne vedove di
età media di 70 anni, tra le quali il
41% aveva curato il proprio
coniuge. Il lavoro di cura è stato
analizzato sotto molteplici aspetti
(quante ore alla settimana, per
quanto tempo, che tipo di cura), e il
primo risultato interessante è che
non è il lavoro di cura in sé e per sé
ad influenzare l'adattamento
nell'elaborazione del lutto, ma
piuttosto alcune sue caratteristiche,
e in particolare la durata. Lunghi
periodi di cura a un malato cronico
portano infatti maggiore sollievo,
per fattori che esulano dal venir
meno del "peso della cura":
secondo le studiose americane,
infatti, in lunghi periodi (più di 6
mesi) il care-giver di riferimento
acquista in genere dei
comportamenti routinari che
diminuiscono lo stress; inoltre, altro
fattore di estrema importanza per
un "buon recupero" durante il
processo di elaborazione del lutto,
marito e moglie hanno avuto
sufficiente tempo per parlare, e per
dirsi (in qualche modo) addio; si
potrebbe dire che durante la cura,
per quanto intensa e impegnativa, è
più facile "darsi una ragione", per
così dire, dell'evento luttuoso
previsto in futuro, anche se si fa
sempre più vicino. Inizia così,
durante la cura, un periodo di "lutto
anticipato" che diventerà poi una
nsorsa.
Un terzo aspetto fondamentale,
sottolineato dalle stesse autrici della
ricerca, riguarda quello che loro
stesse definiscono social support, il
supporto (emotivo, ma spesso
anche molto pratico) fornito da
amici e famiglia, necessario e
utilissimo per diminuire i livelli di
stress nelle persone impegnate in
questa difficile sfida di "cura alla
morte".
.
,, .
U
na riflessione a latere, ma un
invito molto importante a
riuscire a fare famiglia anche in
queste situazioni estreme, e
soprattutto a non lasciare sole le
persone che sperimentano la perdita
di un loro caro: indicazioni
analoghe sulla perdita delle
relazioni amicali sono emerse
peraltro anche dalla recente ricerca
del Cisf sulla vedovanza ("La vita
ancora. Storie di famiglie vedove in
Italia", Edizioni Paoline, 2008).
* Direttore Cisf (Centro
Internazionale Studi Famiglia)
/. R. Keene, A. H. Prokos, "Widowhood
and thè End ofSpousal Care-giving:
Relief or Wear and Tear?", Vedovanza
e fine del lavoro di cura: sollievo o esaurimento?, Ageing & Society 28, 2008,
pp. 551-570.
L'articolo può essere consultato c/o Centro Documentazione Cisf (banca dati
on line su wunv.cisf.it; per informazioni
tei: 02.48072717, [email protected])
I diritti dell'uomo
II locale Centro di aiuto alla
^
vita organizza in occasione
*
dell'anniversario della
Dichiarazione universale dei
diritti dell'uomo un incontro
dibattito a cui prenderanno
parte: Luigi Accattoli, Corriere
della Sera, su "Diritto alla
Libertà"; mons. Bruno Fasani,
su "Diritto alla famiglia";
Olimpia Tarzia, vicepresidente
dei consultori familiari di
ispirazione cristiana, su
"Diritto alla Vita". Legnago,
,.'
Teatro Salus, 10 dicembre ore
20,45.
• •»
* Famiglia e lavoro
"Famiglia e lavoro: nuove
:'\
politiche sociali e buone
%
pratiche alla luce della
\:A
reciproca sussidiarietà" è il
4
tema del seminario curato da
Pierpaolo Donati. Bologna,
Cappella Farnese, Palazzo
d'Accursio, 10 dicembre.
Affido familiare
Convegno nazionale sull'affido
familiare organizzato da
Famiglie per l'accoglienza. Nel
corso del convegno la Regione
Veneto presenterà le nuove
Linee guida per l'affido
familiare. Mirano (Ve), Teatro
viale della Vittoria, 11
dicembre, ore 9-17.
a cura di Daniele Nardi
Scarica

Chi cura elabora maglio il lutto