I.I.S. «G. Malafarina» - Soverato -CONCORSO A.S. 2014-2015
ASSOCIAZIONE CULTURALE « L’ANCINALE «
ARACRI GREGORIO
DA STALETTI’- ABATE - FILOSOFO - MATEMATICO
A cura delle alunne
della Classe IV sez. C:
•Altamura Anna
•Colubriale Elisabetta
•Marino Maria Caterina
•Mazza Sofia
Docente referente:
Prof.ssa Doronzo Antonietta
BIOGRAFIA
Nacque a Stalettì, nel 1749 da Francesco e Teresa Capricotto.
Nel 1763 vestì l'abito cappuccino e, due anni dopo, professò i voti,
assumendo il nome di Fra' Fedele da Stalettì. Qualche tempo dopo, per
completare i suoi studi, si recò a Roma dove, però, non si soffermò a
lungo, essendo rimasto insoddisfatto delle scuole di quella città.
Successivamente, raggiunse Napoli, dove visse per un periodo non
maggiore, durante il quale iniziò lo studio della matematica.
Nel 1770 andò a Petilia Policastro (Catanzaro), dove è datato un suo
opuscolo, rimasto , però , solo manoscritto: « Lettere ad un amico», nelle
quali si prova la vera esistenza dell'Arte Magica, contro l'asserto
dell'Avv. Don Giuseppe Raffaele.
Nel 1775 venne chiamato a insegnare filosofia e teologia in un seminario
di Reggio Calabria. Nel 1777 ritornò a Napoli , una seconda volta , per
un soggiorno di due anni, decisivo, forse, nella vita dell'Aracri.
Difatti entrò in contatto con l'ambiente culturale partenopeo, stringendo
legami di amicizia con alcuni suoi esponenti, da Filangieri e Pagano
all'abate Jerocadès, legami che avrebbe mantenuto anche dopo il suo
rientro in Calabria. Dopo aver rifiutato un invito dei cappuccini francesi
di trasferirsi a Parigi , per lavorare in quella Società biblica, nel 1779
ritornava a Catanzaro, con l’incarico di professore di filosofia e
matematica nel seminario locale.
A questo secondo periodo d’insegnamento, che durò fino al 1785, si
debbono i primi scritti di contenuto didattico, alcuni editi e altri rimasti
manoscritti.
OPERE PRINCIPALI
Nel 1787 pubblicò il suo lavoro principale, «Elementi del
Diritto Naturale». Condannato il libro e messo all'indice,
Aracri fu vittima delle più fiere persecuzioni, dove fu
costretto a ritirarsi nel silenzio dei suoi studi.
Nel 1799, durante la Repubblica Partenopea , il suo nome
divenne popolare ed egli si buttò a capofitto nel movimento.
Fu tra primi ad innalzare l'albero della libertà; predicò e
spiegò al popolo i diritti enunciati dalla Rivoluzione. Caduta
la Repubblica, Aracri scansò il patibolo, salvandosi con la
fuga e ramingando per due anni nelle foreste della Sila,
finché non fu compreso nell'indulto del 10 febbraio 1801.
Seguirono, così, due anni di mortificazioni e di sacrifici per
lui e la sua famiglia.
Morì di apoplessia a Catanzaro il 23 giugno 1813.
Luigi Rossi
martire del
1799
IDEOLOGIA
Gregorio Aracri intendeva la cultura non come una sommatoria
di conoscenze, ma soprattutto come conoscenza dell’Umano.
Per questo si può dire che la conoscenza, per lui, doveva dare vita, realtà,
concretezza ai valori umani nella coscienza.
La sua ideologia, dunque, può essere considerata illuminista, in
quanto il suo modo di intendere inquadrava la riflessione morale,
politica e civile, in senso lato. Infatti, oggetto principale dell’interesse
di Aracri era lo spirito pubblico ,nel quale si esprimevano la mentalità
e il costume dell’epoca. Di conseguenza bisognava ottenerne
il capovolgimento, nonché la liberazione da ogni assolutismo, per poter
poi pervenire alle necessarie riforme e al conseguente progresso.
Egli si avvicinò ai temi affrontati dai teorici della dottrina del diritto naturale
(Giusnaturalismo) perché ponevano in discussione la validità delle leggi,
alla morale, in quanto riguardavano l'intima coscienza dell'uomo,
prevedendo limiti al potere dello Stato, alla politica.
Comunque, Aracri fu uno dei migliori figli della Chiesa, preferendola più
avanzata e progressista. La sua amarezza cresceva ogni giorno,
constatando che la sua Chiesa veniva trascinata dal tempo in un vecchiume di
religiosità non più riproponibile perché non idonea a rispondere a quell’eterna
istanza sacrale che si trova nel profondo di ogni umano, diversa da epoca a epoca.
Giusnaturalismo
Quattro giusnaturalisti
(partendo dalla sinistra, in alto):
Cicerone , San Tommaso, Grozio ,
Radbruch
SECONDO L’ILLUMINISMO ...
L’uomo viene al mondo provvisto dalla natura di
alcuni diritti inalienabili: libertà di movimento, di
parola, di associazione… E’ in questa
dimensione che si concentra tutta la filosofia di
Aracri, che distingue nell’Universo due ordini:
uno fisico e uno morale. Il Primo contiene le forze
meccaniche della natura, il Secondo, invece, la
consapevolezza che deve avere l’uomo di sé in
una visione di armonia universale. L’uomo,
secondo Aracri, è regolato da due leggi: quella
della ragione e quella del senso che lo spingono
verso un unico fine, aiutandosi, a vicenda, ad
adattarsi, a conformarsi alla natura ed
all’essenza delle cose .
Inoltre , l’ amor proprio si trova alla base di ogni azione dell’uomo,
quale forza motrice del cuore umano, di cui ogni altro sentimento
non è che una modifica o uno sviluppo del primo. In questa visione
filosofica dell’uomo e della sua condizione umana, era anche logico
che i poteri assoluti delle Monarchie e della Chiesa nel governo del
loro potere temporale, limitativi e repressivi per lo sviluppo naturale
dei diritti e doveri dell’uomo, venissero condannati da Aracri, con la
conseguente sua condanna da parte del potere politico del tempo e
dalla Chiesa.
MASSONERIA
Gregorio Aracri fu, anche, uno degli esponenti più
importanti della Massoneria in Italia del XVIII
secolo.
I principi della Massoneria furono fondanti
nella Costituzione degli Stati Uniti d'America.
Infatti, i tre estensori della loro costituzione
appartenevano a fratellanze massoniche, così come
furono massoni dichiarati i primi tre Presidenti.
Alcuni intellettuali cattolici mettono in risalto i punti
di convergenza tra i principi massonici e quelli
cattolici ( l'universalismo, l'eguaglianza universale,
i diritti umani), con un'attenzione, forse più presente,
nella Massoneria del passato
alla unicità e
sovranità di Dio , quale unico Creatore e Giudice.
Da parte delle Istituzioni massoniche, invece , non vi
è alcuna preclusione rispetto alla religione
professata dai suoi aderenti. Infatti, come sancito
dalle Costituzioni di Andersen , nessuno viene
considerato escluso dalla Massoneria qualsiasi fede
abbracci al momento di entrarvi a farne parte, o
durante il proprio percorso massonico.
The Constitutions of the Free-Masons, 1723
LA MASSONERIA
NEL REGNO DI NAPOLI
DAL 1750 AL 1789
La critica più diffusa verso la Massoneria si
focalizza sul carattere segreto ed occulto che
essa intende avere circa i propri «misteri» che,
uniti al forte senso di misticismo e al rigido
impianto gerarchico, gli assimila a
molte sette religiose. Così, durante i lavori
di Loggia sono precluse le discussioni
riguardanti la politica e la religione; ad esse
può essere accennato, ma solo da un punto
di vista storico e/o filosofico , al fine di
contestualizzare o approfondire un
determinato evento o argomento.
COSPIRAZIONE E
MASSONERIA
La Massoneria è stata a lungo un bersaglio prediletto
per i teorici delle cospirazioni, che la vedono come un
potere occulto e
malevolo, talvolta associato al giudaismo o
al satanismo , in genere volto al «dominio del mondo» ,
già in grado di controllare o influenzare segretamente la
politica mondiale.
Una critica mossa ai complottisti è quella che gli stessi
confondono la correlazione statistica, vale a dire
l'affiliazione di taluni personaggi alla Massoneria , con la
causa degli eventi storici.
Inoltre, i massoni sono spesso accusati di costituire una
potente
lobby,
teatro
di
scambio
di
favori
e raccomandazioni tra persone potenti, allo scopo di
favorire in ogni modo i proprî membri, arrivando in taluni
casi a costituire una rete parallela, clandestina o ,
comunque,
occulta rispetto ai poteri dello Stato,
talvolta – secondo alcuni critici –
anche con il
coinvolgimento in operazioni illegali.
Iniziazione massonica nel XVIII secolo
I SOSTENITORI DELLA
MASSONERIA
I sostenitori della Free-Masons considerano una Loggia
Massonica una Società di Mutuo Soccorso nella quale,
persone consapevoli di scopi comuni e dei mezzi per
raggiungerli, si aiutano reciprocamente nell'ambito delle
rispettive
disponibilità;
tutto
ciò
nascosto
da
un paravento di riti ed idealismo illuministico.
Secondo queste teorie, il coordinamento è appositamente
affidato a gerarchie di persone che fanno da collegamento
tra la domanda e l'offerta di servigi in modo tale che chi ,
detiene un potere, può scambiare favori con un altro
potente, tramite la loggia, nella reciprocità di un'adesione
consapevole ad un determinato scopo.
CIFRARIO DEI SIMBOLI MASSONICI
STALETTÌ ED IL VIVARIUM DI CASSIODORO
Le alunne della Classe IV sez. C
Altamura - Colubriale – Marino –Mazza -
A Palazzo Aracri – Biblioteca Comunale
di Stalettì
Stalettì ha origini molto antiche, visibili dai
numerosi reperti archeologici di epoca romana.
La Storia di questo comune può iniziare dalla
via principale, Via Grande, che racchiude un
importante senso storico. Da qui si possono
ammirare le fornaci per la calce di epoca
antica, nonché la Torre di guardia che
sormonta il territorio. Altre torri, poste a difesa,
sono ormai andate perdute. Ricordiamo la
Torre Regia, la Torre di Stalettì a Santa Maria
de Vetere, la Torre Elena e la Torre del
Palombaro.
La
Storia
di
Stalettì
è
indissolubilmente legata alla vita di Squillace
che subì un’importante aumento demografico
intorno al 1400. A causa delle incursioni
Saracene, subì un decremento demografico che
dimezzò la popolazione. A seguito, nel 1783,
un terremoto causò all’intera cittadina ingenti
danni che si riversarono sulle numerose chiese
e monumenti presenti in questo comune
Le frazioni di Stalettì, Copanello e Caminia,
sono tra le mete più note ed esclusive del
turismo calabrese e offrono un paesaggio
stupendo di scogli, calette, spiagge ed
insenature dove il granito si mescola al verde
del pino, all’oro delle spiagge e al blu profondo
dell’acqua marina limpidissima.
Convento di S. Gregorio, Stalettì.
Biblioteca Comunale ( Palazzo Aracri ) _ Presidente della Biblioteca - Vice sindaco Silvio Virgilio Tassone - prof.ssa Doronzo Antonietta
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