Valorizzazione e commercializzazione dei tartufi in Piemonte Filippo Brun - Angela Mosso Dipartimento di Economia e Ingegneria Agraria forestale e Ambientale Università di Torino – Italia Tel. +39 011 6708628 , email: [email protected] XXVI mostra mercato del tartufo bianco delle Crete Senesi “La filiera economica del tartufo: presentazione dei risultati finali del progetto interregionale di ricerca FITAVA” Sabato 12 novembre 2011 - Sala del Castello - San Giovanni d’Asso (SI) Contenuti Aspetti generali e produzioni Le filiere dei tartufi Il mercato e le manifestazioni fieristiche La trasformazione La tartuficoltura Un nuovo Progetto INTERREG: “AMYCOFOREST” Spunti per una rete fra regioni tartuficole Introduzione La nostra relazione si inserisce nel quadro di una collaborazione pluriennale con la Regione Piemonte che ha sviluppato molte attività di ricerca e sviluppo nel settore dei tartufi bianchi e neri In questo contesto ci siamo occupati degli aspetti economici e del mercato di questi prodotti che pur rappresentando una percentuale ridotta del PIL regionale, generano ampie ricadute a livello di immagine, territorio e turismo Aspetti generali Il Piemonte ha una grande tradizione per il bianco pregiato di Alba, ma negli ultimi anni ha sviluppato anche un interesse per i neri, con una piccola ma dinamica filiera I bianchi non vengono ancora coltivati in impianti ad hoc, nonostante le ricerche in corso, e sono frutto di raccolta in tartufaie naturali I neri (pregiato e scorzone) sono sia raccolti che coltivati con successo, permettendo l’estensione del periodo di consumo e l’ampliamento della fascia di consumatori Anche l’utilizzo è differente: il bianco viene prevalentemente consumato fresco, mentre i neri sono valorizzati se cucinati; sono inoltre molto adatti alla trasformazione Le produzioni Le statistiche ufficiali non sono affidabili perché il mercato è in gran parte « informale » Infatti le transazioni avvengono direttamente fra operatori Così le quantità rilevate sono MOLTO sottostimate Produzione nazionale di tartufi (1950-2007, tonnellate annue) secondo le statistiche ufficiali (ISTAT anni diversi) Il quadro regionale • Nel centro Italia si concentra la quasi totalità della produzione (90% circa!) • Il Piemonte è solamente la nona regione per quantità Produzione media annua di tartufi nel periodo 1996-2007 (tonnellate/anno) Vale anche per il « Bianco d’Alba » E’ da rimarcare che, secondo i dati ufficiali, il Piemonte produce solamente il 2,5% del tartufo bianco d’Alba Metà della produzione viene infatti da Umbria e Abruzzo Produzione media annua di bianco d’Alba, anni 2002, 2006, 2007 (tonnellate/anno) Produzioni espresse in valore Il Piemonte sale nella classifica nazionale se si esamina il valore delle produzioni Produzione media annua di tartufi nel periodo 1996-2007 (dati in € costanti 2009) I prezzi Considerando i prezzi medi, Il Piemonte diventa primo in classifica, grazie alla maggiore percentuale di bianco d’Alba Prezzo medio dei tartufi, periodo 1996-2007 (€/kg constanti 2009) Ordine di grandezza dei prezzi (2010): • Bianco d’Alba: 1500-2500 €/kg • Nero pregiato: 500-800 €/kg • Scorzone: 50-200 €/kg I prezzi 2011 Pur non essendo ancora significativi i prezzi attuali sono più alti perché risentono della scarsa produzione dovuta probabilmente al clima Dall’inizio di ottobre a meta gennaio 2012 settimanalmente è pubblicato il “Borsino del Tartufo” in cui sono indicati i prezzi di mercato (quotazione media in euro per ettogrammo di pezzature da 25-50 grammi di tartufo bianco trattate all’ingrosso) rilevati sui principali mercati piemontesi. Quello di Asti è un punto di riferimento significativo del Nord Italia per operatori italiani ed esteri. fonte: http://www.terredasti.it/italia-piemonte/borsinotartufo.php Da cosa dipendono i prezzi I prezzi di tutti i tartufi sono soggetti a forti fluttuazioni, nel corso della stagione e in base alla disponibilità Pezzatura, forma, aspetto, integrità, maturità, colore, profumo, luogo d’origine: sono le variabili che influenzano la quotazione Le informazioni sui prezzi sono oggi più disponibili grazie ai borsini elettronici, ma si tratta di dati sempre indicativi Sulla qualità e l’origine l’unica garanzia è ancora la fiducia nel venditore Una stima non ufficiale delle produzioni in Piemonte Tartufi commercializzati : 1000 kg bianco + 1200 kg neri = 2200 kg totali (dati ufficiali ISTAT, 2007) Numero di permessi di raccolta: 4’000 Raccolta unitaria: 1 kg per cercatore: 1,5 kg per cercatore : 4’000 kg 6’000 kg Risultato = sottostima ufficiale del 70-80% “Fatturato” : bianco 4-6000 kg x 2000 €/kg = 8-12 M€ Le filiere ed il mercato Bianchi e neri si differenziano per caratteristiche, prezzi e filiere produttive Tartufo bianco : Cercatori Intermediari Consumatori Tartufi neri : Vivaisti Coltivatori Cercatori Intermediari Trasformatori Consumatori Gli operatori comuni trattano tutti i tartufi concentrandosi su quelli più diffusi nell’area Le diverse figure spesso coincidono: i cercatori commercializzano, i coltivatori cercano e commercializzano Le uniche figure specializzate sono vivaisti e trasformatori Il mercato: le fiere del tartufo Le fiere sono il momento più importante per la valorizzazione del prodotto e del territorio, nonostante non siano centrali per le quantità trattate La Regione Piemonte riconosce 36 manifestazioni specifiche nel 2011-12 In realtà il numero è maggiore per le numerose manifestazioni minori e/o non specifiche In totale sono 97 le giornate interessate da manifestazioni fieristiche, con una forte concentrazione nei mesi di ottobre e novembre, e una conseguente sovrapposizione in alcuni fine settimana: 8 eventi contemporanei! Il baricentro delle fiere e della produzione è nella provincia di Asti Indagine presso le industrie di trasformazione Per studiare le relazioni nella filiera si sono intervistati alcuni imprenditori di industrie di trasformazione nelle regioni Marche e Piemonte Si tratta di un indagine qualitativa, non basata su un campionamento statistico, ma su una ragionata selezione degli interlocutori Alcuni risultati: Le imprese hanno dimensioni fisiche ed economiche ridotte, con 9,5 addetti in media Sono gestite da imprenditori giovani (età media 40-45), ma vantano allo stesso tempo lunga tradizione I fatturati sono considerevoli con 1,5-2 milioni di € in media, pari a 200’000 €/addetto Indagine presso le industrie di trasformazione Tutte le imprese commercializzano anche tartufi freschi, bianchi in particolare Lavorano soprattutto scorzone di origine locale Rappresentano un punto di riferimento per il territorio, grazie alla domanda di materia prima ed alla promozione dei prodotti nel punto vendita aziendale Indagine presso le industrie di trasformazione •Le lavorazioni sono eterogenee, circa la metà delle imprese lavora anche prodotti non a base di tartufo (funghi, salse,…) •La cernita e la conservazione sono le operazioni più frequenti, poi ciascuna ditta sviluppa ricette e specialità originali •Le vendite sono destinate prevalentemente al mercato nazionale ed europeo, ma le ditte più grandi vendono in tutto il mondo •La vendita on-line è poco diffusa •Fatturato stabile o in aumento, anche nell’anno di crisi •Imprese dinamiche con investimenti regolari, anche impegnativi La tartuficoltura piemontese •Le tartufaie di neri sono in fase di sviluppo •Si tratta generalmente di impianti di ridotte dimensioni, in terreni marginali •Anche in Piemonte negli ultimi anni l’interesse è molto aumentato, ma non ci sono ancora risultati certi sulle produzioni né dati statistici •L’investimento richiesto non è trascurabile e può essere fatto solo su terreni idonei •Le valutazioni economiche condotte con ipotesi prudenziali, dato che i risultati dipendono da numerose variabili, non tutte controllabili (clima, mercato, etc.), sono comunque positive pagando tutti i fattori esterni ed interni (lavoro 10€/h) Conclusioni Punti forti : •Il settore dei tartufi in Piemonte presenta una buona situazione attuale e un ancor più forte potenziale, in tutti i segmenti della filiera •Le piantagioni, se ben condotte, garantiscono redditi positivi in grado di incoraggiare la diffusione in ambienti marginali idonei •La domanda di prodotto è notevole e supera sempre l’offerta, assicurando prezzi elevati, con prospettive di sviluppo anche in nuovi mercati •Bianchi e neri costituiscono due prodotti complementari in grado di integrarsi •I tartufi grazie al legame col territorio sono un veicolo di valorizzazione di aree marginali con ricadute economiche, sociali e ambientali Conclusioni Punti deboli : •Calo strutturale delle produzioni •Offerta insufficiente con ritardi strutturali di risposta •Mercato ancora poco trasparente sia per le quantità ufficiali sia per la qualità e la provenienza •Scarsi legami fra attori delle filiere •Dispersione e sovrapposizione delle manifestazioni •Iniziative nazionali di coordinamento ancora deboli Alcune proposte di sintesi 1 Maggiore trasparenza = maggiore capacità di governance 1a. raccolta dei dati produttivi ad esempio tramite le associazioni 1b. Miglioramento della definizione di standard qualitativi al fine di differenziare i prezzi 1c. Per il nero: catasto delle piantagioni e controllo 2 Sviluppo della tartuficoltura 2a. Il vivaio 2b. Gli aspetti colturali: best practices e produttività reali 2c. Ulteriori valutazioni economiche dei diversi modelli colturali 3 Efficacia degli interventi pubblici 3a. Analisi della spesa attuale e dei miglioramenti ottenuti (es. fiere) 3b. Definizione delle priorità di intervento 3c. Capacità di mettere insieme tutte le potenzialità e le capacità esistenti con una opportuna regia: la politica della comunicazione Un nuovo progetto Interreg: Amycoforest Partner: Regione Piemonte, Centre Régional de la Propriété Forestière, Università di Genova, Regione Liguria e Provincia di Imperia Obiettivi : Dimostrazione e divulgazione di modelli selvicolturali per aumentare la produttività di funghi e tartufi Studio della disponibilità, cartografie tematiche, confronto fra mercati locali e transfrontalieri Individuazione e promozione di azioni di sviluppo dei prodotti fungini locali di qualità, dei tartufi e dei prodotti trasformati