CONVEGNO NAZIONALE TURISMO ACCOGLIENZA IN TUTTO E PER TUTTI 2.0 Buongiorno a tutti, grazie per essere qui oggi per questo importante convegno, turismo 2. 0 accoglienza in tutto e per tutti. In fase di registrazione avete ricevuto una cartella con tutto il programma della giornata. È un programma molto ricco tutti i relatori stanno arrivando al Borgo Medievale. Possiamo iniziare con i saluti istituzionali che introdurranno una giornata di lavoro. La giornata di oggi è organizzata dalla CPD Torino in collaborazione con la Regione Piemonte. È nata in momento in cui tutte le associazioni di volontariato erano avvolte da individualismo e ha capito che per trasformare la società e dare benefici e messaggi giusti l’unica via poteva essere quella delle reti delle associazioni. Negli anni 90 il Presidente della CPD diventa Paolo Ferrero qui con noi e in quel momento si trasforma, cambia pelle e inizia a essere sempre più presente. Negli anni ha iniziato a occuparsi di turismo, è stato il primo a occuparsi di turismo per tutti grazie al progetto della Regione Turismabile, ormai turismo per tutti non solo per Italia. Solo ultimamente sta partecipando a degli importanti progetti europei. Questo significa che l’Italia e il Piemonte sono visti all’avanguardia per il turismo per tutti. Nel luglio di questo anno proprio per l’attività e l’ostinazione che ha avuto il Presidente, Paolo Ferrero ha ricevuto dalla città di Torino la massima onorificenza che si possa dare: il Sigillo civico. Cedo la parola al nostro Presidente. FERRERO: Buongiorno, saluto innanzitutto qui al tavolo l’Assessore Parigi, ringrazio Cerrato e poi Presidente Magliano, Monica Cerutti e tutti voi autorità. Viaggiare, scoprire e conoscere è un diritto di tutti. Questo è il tema della giornata internazionale delle persone con disabilità, un giorno importante per tutte le persone con disabilità che dal 1997 ci vede impegnati con tante iniziative per fare riflettere la società sull’inclusione sociale delle persone con disabilità. Quest’ anno parliamo di turismo inteso come possibilità per tutti di organizzare e vivere un viaggio o una vacanza di qualità, ovviamente accessibile ma soprattutto piacevole, divertente, appagante. La CPD è particolarmente attiva in questo campo con il progetto Turismabile e il settore turismo per tutti, che tramite attività di formazione, sensibilizzazione e verifica dell’accessibilità, dico verifica dell’accessibilità, sta al fianco di tutte le realtà impegnate nella promozione di un turismo più sostenibile e inclusivo per tutti. In questa giornata parliamo soprattutto di accoglienza, che è la base della qualità di ogni esperienza di viaggio, soggiorno, vacanza. Come recita d’altra parte il sottotitolo del Convegno: accoglienza in tutto e per tutti. Non ci può essere un turismo accessibile senza accoglienza per tutti, è un atteggiamento che dovrebbero avere tutti gli operatori della filiera turistica e che noi come CPD continuiamo a diffondere attraverso i nostri progetti e tramite momenti come questo. Momenti dove operatori, istituzioni, associazioni di categoria e persone con disabilità si confrontano. È un cambiamento culturale quello che noi promoviamo, un cambiamento rispetto al quale accessibilità strutturale e accoglienza per tutti devono diventare i cardini della filiera turistica e culturale. Un cambiamento che noi speriamo possiate e vogliate continuare a condividere e sostenere anche quando questa giornata sarà conclusa, perché la strada per il turismo per tutti e per il Piemonte è fatta dall’impegno e del contributo di tutti, nessuno escluso. Gli interventi di questa giornata, i relatori che si alterneranno, tutti di alto profilo e provenienti da esperienze molto diverse tra loro sono per noi la migliore testimonianza che il cammino tracciato negli anni da Turismabile è oggi una strada percorsa da tante realtà e tanti professionisti ai quali con piacere cedo la parola augurando a tutti buon lavoro Grazie al Presidente Ferrero. La parola a Silvio Magliano. MAGLIANO : Grazie, è con piacere che porto questo saluto. Il tema di oggi ha a che fare con il futuro e la speranza e l’eccellenza. Come sempre la consulta riesce a fare ciò che a nessuno è possibile. Era stata emanata una ordinanza e questo luogo non doveva essere accessibile a nessuno invece la consulta è riuscita a rendere accessibile. Questi sono i piccoli miracoli che riesce a realizzare. Quello che accade oggi è la restituzione di un lavoro di tanti anni che dice che c’è qualcuno che non si arrende mai. In sala ci sono tanti giovani. Tante persone, vi chiederei di guardare a quello che la consulta ha fatto sul tema Turismabile, perché dice di guardare a un cambiamento costante, le barriere non sono insormontabili. Le barriere non erano neanche più fisiche e mentali perché se qualcuno vuole andare in un posto e vedere quel posto cosa che gli sarebbe precluso se non ci fossero i volontari della consulta e Turismabile, ora lo si può fare. Questa è una cosa delle più belle che verrà raccontata e mi auguro che si sappia con attenzione sostenere chi sta portando le frontiere del volontariato sempre più in là. I volontari sono le sentinelle, a volte riescono a realizzare cose che venivano considerate inimmaginabili. Questo è il compito, la capacità che il Presidente Ferrero in questi anni ha dimostrato. Io mi auguro che insieme si continui a dare una mano a questi volontari e a questa istituzione, perché racconta di ciò che sembrava impossibile e oggi sembra quasi normale. Visto che venti anni fa sembrava impossibile muoversi in città oggi lo è, sembrava impossibile andare in montagna e oggi lo è. Una giornata come questa non è solo la restituzione di un grande cammino ma anche la prospettiva di futuro su come si può affrontare e superare la difficoltà. Mi scuso se non posso rimanere oltre ma devo ritornare in Consiglio comunale ci tenevo a portare questo saluto e per quello che mi compete avrà sempre il sostegno e l’aiuto che con il volontariato si sprigionino le forze migliori di questa società. Grazie. Grazie a Silvio Magliano. La parola al nostro nuovo assessore regionale, che sta studiando in modo approfondito la nostra regione per farla sempre crescere di più. Il Piemonte ormai è una delle mete turistiche più ambite, tanto si può fare e l’accoglienza deve essere al centro delle nostre strategie. ASSESSORE PARIGI: Buongiorno a tutti, anche io la ringrazio tantissimo per il suo lavoro Presidente, per il lavoro di tutti, anche io sono d’accordo con quanto detto dal collega Magliano, che veramente il volontariato rappresenta uno dei valori di resistenza in questo paese, che quindi va seguito e supportato. Questo è un impegno che in prima persona prendo, nel senso che credo moltissimo nel vostro progetto. Voglio però anche dire che l’accoglienza è fatta di gesti pratici ma anche tecnici, è fatta soprattutto di un atteggiamento, di una postura personale, perché l’accoglienza riguarda il nostro rapporto con gli altri e non solo con le persone disabili, riguarda la nostra capacità di assumere il punto di vista degli altri. Credo che sia un qualcosa che vada coltivato ed è per questo che come Regione Piemonte stiamo studiando un turismo accademy, qualcosa che non dia per scontato questo atteggiamento facendo una sorta di modo di stare al mondo e stile di vita di ognuno di noi. Noi lo facciamo per il turismo ma dovrebbe essere per tutti, io uso sempre la parola postura perché penso che tutto nasca dagli individui. Se vogliamo una regione accogliente dobbiamo essere tutti accoglienti, questo è il motivo che mi i spinge a pensare di fare dei corsi per tutti gli operatori in questo settore. Non basta solo immaginare dei macrosistemi, bisogna immaginare microsistemi, abituare, è un buon allenamento per la democrazia di questo paese. Accogliere quello che non ci è simile. Questo vale in tantissimi settori e non solo questo. È un impegno che prendiamo, il prossimo anno abbiamo due grandi appuntamenti sia per la città di Torino che per la Regione Piemonte, che sono l’expo e l’ostensione della Sindone, avremo un afflusso di persone che non potrà concentrarsi solo su Torino, quello che noi stiamo cercando di collegare è con i territori limitrofi in modo che ne abbiano i giusti benefici. Già per queste due occasioni in funzione di queste due occasioni io credo che sia importante non solo occuparsi di rendere accessibile la città e i territori limitrofi ma parlare, provare a immaginare in funzione dei corsi di formazione non solo per l’offerta turistica ma anche per le guide turistiche, quindi riuscire a lavorare su questi due fronti. Non vi rubo altro tempo, se non dicendo che è un tema che mi sta molto a cuore, che seguirò per quanto mi è possibile con tutta la passione e l’attenzione. Auguro buon lavoro, mi scuso di dovere andare via ma come sempre gli assessori hanno un’infilata di problematiche una dietro l’altra ma oggi pomeriggio ci sarà il nostro direttore di turismo e cultura, quindi lo sguardo attento della regione sarà garantito. Grazie e buon lavoro. Grazie, salutiamo l’assessore. Ormai è alcuni anni che conosco Osiride, in questi anni mi ha insegnato molto sul settore del turismo. Una dalle prime cose che Osiride mi ha detto mi ha colpito e fatto riflettere, l’accessibilità totale è una utopia, è inutile fare tanti convegni sulla accessibilità totale ma molto si può fare e molto si deve ancora fare. L’accessibilità non è solo l’abbattimento di una barriera ma soprattutto l’abbattimento di certi pregiudizi mentali che abbiamo. Molto spesso si può parlare di turismo accessibile, ma forse dobbiamo parlare di cultura attraverso un cambiamento della cultura e della società si può fare molto e ottenere grandi risultati nel settore della accoglienza e del turismo. La parola per un saluto a Monica Cerruti, assessore alle politiche giovanili, alle pari opportunità e tante altre deleghe. CERUTTI: Buongiorno a tutti, anche io ringrazio per questo invito e debbo dire che come assessore alle pari opportunità, tralascio le altre deleghe, credo molto che sia stato importante oggi avere questo doppio invito a me e all’Assessore al turismo, così come venerdì ero in compagnia dell’Assessore alle Politiche sociali, perché le pari opportunità le possiamo portare avanti, è quello il mio compito, in modo trasversale, cioè collegando il tema pari opportunità a tutti gli ambiti di lavoro degli altri miei colleghi di Giunta. Da questo punto di vista credo nell’affermazione delle pari opportunità e mi sembra anche la scelta oggi di avere concentrato questo convegno sul tema turismo. Innanzitutto le pari opportunità non in una ottica assistenziale, rispetto a quella che è la disabilità. Da questo tutto di vista il centro del lavoro che abbiamo iniziato a portare avanti è l’affermazione di diritti, perché questo è l’elemento centrale. Diritti innanzitutto, venerdì abbiamo avuto modo di cimentarci con le problematiche dell’accessibilità, quindi diritto alla mobilità. Da questo punto di vista ricordo e l’ho ricordato venerdì le mie esperienze precedenti, una condivisa con il Presidente della consulta che era stato quello di progettare insieme a degli studenti di architettura dei percorsi accessibili, Mirafiori sud e accertando con persone che avevano problemi sia disabilità motoria e sensoriale vedere quali dovevano essere le barriere da eliminare per far sì che ci fosse un accesso ai servizi. È molto importante l’aspetto della costruzione dei progetti insieme alle persone che hanno le difficoltà rispetto alla disabilità sia motoria che sensoriale, è importante la sensibilità delle istituzioni. Qui ricordo un altro dei progetti che abbiamo condiviso e che certamente è molto complesso ma che le istituzioni devono portare avanti, era stato in Consiglio comunale la delibera di vincolo dell’assegnazione del patrocinio alla città di Torino solo a quelle associazioni, rispetto ai loro locali o solo quegli eventi che fossero privi di barriere architettoniche o che dessero dei supporti perché le persone disabili vi potessero partecipare. Questa è stata una delibera molto complessa e in qualche modo edulcorata proprio perché era un impegno forte, questo lo dobbiamo riprendere in regione e lavorare. Prima la collega diceva: attenzione all’accoglienza, all’elemento che può essere uno dei fenomeni da sviluppare per promuovere il turismo. Credo che da questo punto di vista ci sia una intesa da portare avanti e il Piemonte che in questo vede una fonte di sviluppo deve potere pensare a turismo che dia accessibilità a tutti e quindi sia anche concepito rispetto a quella che chiamiamo la lotta, le discriminazione a 360 gradi può attendo alla visibilità, alle persone anziane, alle specificità di un turismo femminile, cioè avere questa opportunità di una attenzione a 360 gradi che faccia sì che pur avendo già delle ricchezze sul nostro territorio possiamo avere una carta in più. È chiaro che c’è una attenzione sicuramente orientata, come ho detto all’inizio, sul fronte dei diritti, ma è anche una attenzione di carattere economico, leggevo dati del 2012 che stimolano il turismo accessibile per circa 800 miliardi di euro questa è una delle considerazioni che continuo a sottolineare, quelle comunità in cui valgono i diritti che sono avanti su questo fronte sono anche comunità economicamente forti. Questo è un aspetto importante che non deve essere sottovalutato proprio perché anche in un momento di crisi soprattutto in questo ci devono essere delle attenzione che sono legate a portare avanti quello che è il tema dei diritti e quindi una società che porti avanti pari opportunità per tutto e per tutti, ma nello stesso tempo può essere un fattore economico e di traino di cui possiamo avere un grande bisogno in un momento che sappiamo tutti non essere di particolare ricchezza. Ben venga un approfondimento di questo genere e ben venga un lavoro da parte delle istituzioni proprio con una attenzione anche a quelle che sono delle diverse declinazioni delle differenze nella popolazione anche quella che può essere la popolazione turistica considerando la diversità una ricchezza e una opportunità. Grazie. Grazie all’Assessore Cerutti. A me viene da aggiungere venga la collaborazione con le istituzioni. Oggi pomeriggio presenteremo dei progetti attuati grazie a un bando della regione. Confrontandomi con gli operatori e abbiamo capito che cosa vuole dire turismo per tutti, disabilità, quanti pregiudizi dobbiamo eliminare e soprattutto che il nostro territorio deve essere raccontato nel giusto modo, nel modo corretto. Certe strutture, certe attività che possono sembrare non accessibili e non accoglienti in realtà con piccoli accorgimenti o con la giusta e corretta spiegazione, racconto di queste attività possono diventare un qualcosa di attrattivo per il turista. Grazie per l’intervento dell’Assessore Cerrutti. Possiamo iniziare con i lavori della giornata. La giornata si chiama turismo 2. 0, il 2. 0 immagino che sia dovuto al futuro e alla postazione alla nostra destra, chi non è presente in sala può seguire il convegno in streaming può partecipare e con i blogger presenti possono intervenire e porre delle domande a chi parlerà, a chi interverrà. Possiamo partire con la prima sessione: l’arte dell’accoglienza. Chiedo di raggiungermi: Silvia Salmeri, Giuseppe Antonucci, Alessandro Comoletti. Gli organizzatori mi chiedono di stare nei tempi, abbiamo 15 minuti a testa, con uno sguardo al Po e uno all’orologio darei la parola a Silvia Salmeri di destinazione umana che ci parlerà di persone che persone che fanno turismo e trasmettono emozioni, il turismo è emozione e quindi il vostro network è una buona opportunità per il territorio SALMERI: Buongiorno a tutti, desidero ringraziarvi sia a nome di destinazione umana sia a nome dell’associazione Voland che da più di venti anni opera nella provincia di Bologna per la promozione delle autonomie delle persone disabili, nella vita e nel lavoro, associazione di cui faccio parte. A febbraio nel Comune di… In provincia di Bologna inaugureremo una casa costruita in collaborazione della regione per la promozione delle attività per le persone disabili vi invito a seguire questo progetto innovativo. Come avrete capito mi chiamo Silvia, mi occupo di consulenza nel mondo del turismo rurale, è banale dire che mi piace viaggiare sia nel nostro paese sia in tutto il mondo. Viaggiando capitano degli imprevisti, questo anno siamo finiti in questa spiaggia californiana non raggiunta di mezzi pubblici non sapevamo come tornare a casa, c’è sempre chi accoglie l’autostop che crede nel valore dell’accoglienza itinerante in questo caso un ragazzo di nome Tomas studente americano che ci riportato alla base. Mi sembrava un esempio carino per iniziare a raccontarvi quello che secondo me è accoglienza che è una cultura, un atteggiamento più che requisiti tecnici. La mia passione per il turismo è nata per caso perché sono laureata in scienze politiche, i miei genitori mi davano già spacciata in realtà a pochi mesi dalla laurea ho iniziato a lavorare come impiegata in un ufficio di forniture ospedaliere, non era quello che mi immaginavo, dopo 4 anni ho preso la decisione di licenziarmi per avere un bed and breakfast e breakfast, non erano interessati alle mie belle camere e alla colazione, al territorio ma notavo che desideravano condividere con me la loro storia, ascoltare la mia ed essere accolti e ascoltati. Questo per dire che in quel momento non è che avessi una storia eclatante ma rappresentavo per loro un messaggio positivo di un sogno che si stava realizzando, questo era il valore aggiunto. Dato che parliamo di accoglienza mi sono chiesta se ci fosse una differenza tra accogliere e ospitare e ho cercato l’etimologia di accogliere. Attraverso una presunta forma latina questa è composto da… insieme e leggere, raccogliere, l’accoglienza è una apertura, cioè che così viene raccolto o ricevuto viene fatto entrare in una casa, in un gruppo in se stessi, vuole dire mettersi in gioco e questo esprime una sfumature ulteriore. Chi accoglie rende partecipe di qualcosa di proprio si offre, si spalanca verso l’altro diventando un tutt’uno con lui. Su destinazione umana che è il progetto che vi vorrei raccontare e ho fondato, ci occupiamo di accoglienza, è un portale di strutture ricettive in tutta Italia, non chiediamo al viaggiatore dove vuole andare ma chi desidera conoscere, non troverete le strutture o dove vuoi andare ma chi accoglie, il viaggiatore è spinto a leggere le storie dei nostri gestori a vedere cosa propongono e sulla base dell’esperienza che più desidera vivere partirà per la sua prossima destinazione. Noi crediamo che l’essere formalizzato sul luogo chiuda gli orizzonti. Ribaltando la concezione del viaggio crediamo che rimettendo al centro dell’attenzione il valore dell’incontro i nostri orizzonti si aprano perché magari finiamo in un luogo sconosciuto ma non meno meritevole di essere visitato soprattutto se con persone che ce li fanno vivere in modo autentico. Faccio un passo indietro perché credo che sia uno spunto utile nel contesto di oggi. Destinazione umana è un progetto di vivi sostenibile, una associazione che opera da più di tre anni in Italia un team di liberi professionisti che occupa di turismo rurali. Fino a giugno le strutture ricettive che aderivano avevano una pagina di visibilità sul sito poi abbiamo deciso di separare la rete lo abbiamo fatto perché riconduceva subito a qualcosa di tecnico, ci capitava che ci contattassero altre strutture, noi avevamo un valore più profondo che andavano al di là della sostenibilità ambientale, ma valore di accoglienza e racconto di esperienza messa in condivisione. Crediamo che chi conduce un determinato stile di vita abbia il rispetto per l’ambiente che lo circonda. Abbiamo deciso di lanciare il portale destinazione umana per separare da quello che poteva essere un requisito tecnico, credo che lo stesso discorso valga l’accoglienza. Se un gestore ha la cultura dell’accoglienza ha una sensibilità per tutte le persone disabili e non, non si tratta solo di avere i requisiti tecnici. Vi porto un esempio ribaltato. Se la persona disabile non fosse quella che viene accolta ma quella che ci accoglie. Questa è la storia di Luca, un ragazzo down che ha un bed and breakfast sul portale descrive la sua struttura come un posto in cui si va oltre. La sua descrizione. Nel bed and breakfast mi occupo della accoglienza degli ospiti con la maggiore parte riesco a instaurare rapporti di amicizia mi occupo della gestione della struttura con mio fratello, mi piace chiacchierare con i nuovi amici con i quali instauro rapporti di amicizia. Conosco il territorio e lo so spiegare bene, è bello vedere che il mio ottimismo e il mio carisma non lasciano indifferente il mio ospite. Per lavorare bene servono ottimismo e carisma. Ringraziamo Silvia con il progetto di destinazione umana. Vorrei fare notare che stiamo parlando sempre più di accoglienza e meno di turismo, forse dobbiamo iniziare a capire che prima fare turismo dobbiamo essere una città accogliente. Cito sempre una frase di Dallara. Dice che i primi turisti di un luogo sono i cittadini stessi se i cittadini non sanno accogliere nel modo giusto e trasmettere le emozioni giuste non faremo mai turismo. Grazie ancora a Silvia Salmeri. Diamo la parola a Giuseppe Antonucci di ISIT e poi Comoletti Presidente di Fedealberghi che ci parleranno di tue punti di vista e accoglienza. In occasione di questo convegno ho raccolto un po’ di informazioni sul turismo accessibile in Europa. Quello che mi ha colpito, il dato, l’ho trovato sul sito della comunità europea, la definizione è il turismo accessibile consiste nel permettere a tutti di godere una esperienza. L’altro dato impressionante per il turismo di lavoro è l’opportunità che il turismo accessibile ci viene offerto. In base alle stime dell’O.N.U. nel mondo vivono 650 milioni di persone disabili, se si contano i loro familiari arriviamo a 2 miliardi di persone al mondo ovvero un terzo della popolazione mondiale. Significa che noi abbiamo due miliardi di potenziali clienti che possiamo portare sul nostro territorio, forse gli operatori turistici non si sono ancora resi conto di questa opportunità. ANTONUCCI: Buongiorno a tutti, grazie per questa occasione che mi viene data, vedo che ci sono un bel numero di persone ad ascoltare. Io sono Presidente dell’ISIT da poche settimane, ho raccolto un testimone importante dall’architetto Monzeglio, che ha seguito il Presidente Ferrero. Per una serie di motivi mi piace pensare che il mio inserimento in questo ruolo, la richiesta che mi hanno fatto per ricoprire questo ruolo importantissimo e molto impegnativo derivi dal fatto che ho un punto di vista diverso rispetto a quello che è il turismo come tradizionalmente lo vediamo. Io sono un atleta paraolimpico oltre che un viaggiatore e mi capita di muovermi in giro per il mondo trovando mille difficoltà che si possono trovare quando ci si muove con la carrozzina come succede a me o con altre disabilità e soprattutto quando si va in posti con un numero di carrozzine più alto rispetto a una o due che si possono prevedere. In questo contesto faccio parte anche di una associazione che si chiama sport di più che si occupa di sport per disabili da venti anni. Il ruolo dell’istituto per il turismo per tutti mi affascina moltissimo perché ho scoperto che ci sono dei numeri come quelli che sono stati descritti appena adesso e anche prima, numeri importantissimi per i quali l’attenzione deve essere amplificata per continuare quella linea che fino a ora è stata messa in evidenza dell’accoglienza. Trovare accoglienza è un elemento importantissimo per ogni viaggiatore. Nel caso specifico dei viaggiatori con disabilità o esigenze particolari diventa ancora più importante ma può dare un valore aggiunto agli operatori che si spendono per andare alla ricerca di alcuni dettagli che possono rendere migliori i soggiorni e comunque il pezzo di vita. A me piace moltissimo pensare, come si è detto poco, che il periodo che si trascorse in una località quando si affronta un viaggio è un periodo di vita alla stregua di quello che si fa nella città dove si vive abitualmente, con la differenza che durante quel periodo si incontrano persone nuove, abitudini nuove, luoghi diversi da scoprire e tutta una serie di novità che comunque non sono estranei al nostro quotidiano, alla nostra vita che conduciamo durante il resto dell’anno. In questo contesto credo che sia un elemento importante la centralità dell’originalità e delle caratteristiche proprie dei posti che visitiamo non come un turismo di consumo ma come un turismo di qualità, come una visita di qualità. Pertanto io vedo gli alberghi o i villaggi o i bed and breakfast come protagonisti per offrire alle persone che arrivano un menu di esperienze che devono cercare di essere il primo elemento, come hai appena detto, di contagio da parte degli abitanti del luogo che in quel caso sono i turisti del luogo che insegnano o mostrano ai nuovi arrivati queste caratteristiche. Nello specifico per quanto riguarda invece l’accoglienza per le persone disabili ovviamente sappiamo benissimo che ci sono un sacco di difficoltà da affrontare. Infatti uno degli obiettivi che mi piacerà perseguire insieme alla squadra fantastica che ho, delle persone che ci sono alla consulta, come l’architetto Monzeglio, Nadia Giovanna, persone che hanno competenza e passione nel mettere a fuoco le situazioni che secondo me dovremo in qualche modo censire per avere un quadro di quelle che potranno essere le scalette di priorità nei vari ambiti per iniziare dei lavori insieme a tutti per una crescita reciproca, perché sono sicurissimo che alcune lacune che si presentano derivino dal fatto che non ci sia una piena consapevolezza di quelle che sono le esigenze particolari. Vi posso fare qualche esempio per spiegare quali sono le difficoltà principali quando delle squadre con una ventina o anche meno di persone con disabilità in carrozzina arrivano in un albergo e trovano una stanza accessibile o massimo due, negli alberghi più dotati, quelli a più stelle, trovano una stanza per ogni piano, quindi diventa più problematico un soggiorno per gruppi di persone. Una proposta sarebbe quella di invitare gli albergatori che fanno dei lavori di ammodernamento delle strutture, di mettere la doccia a pavimento, che amplia il bagno e è fruibile sia dai clienti normodotati che dai clienti a carrozzina perché grazie a una semplice sedia da giardino si sposta dalla carrozzina alla doccia e si è creato così un numero abbastanza importante di stanze che possono essere frequentate anche da persone in carrozzina. Questa sarebbe una ottima disponibilità e secondo me un elemento migliorativo per l’accoglienza che potrebbe in qualche modo andare in direzione di una nuova offerta, di una nuova modalità per ospitare le squadre o le persone che si muovono in comitiva e potere ampliare l’offerta che si mette a disposizione. Io ho preparato alcune foto che mettono in evidenza quali sono le particolari esigenze che possono emergere quando si viaggia. Per esempio ci sono queste immagini che fanno vedere alcuni luoghi che fino a poco fa non era possibile pensare di visitare. Qui ci sono due atleti che hanno delle disabilità abbastanza importanti eppure svolgono tutte le attività compresa quella sportiva che li portano a girare, ci sono tanti ostacoli che invece noi affrontiamo tutti i giorni che possono agevolare e rendere più facile la vita delle persone che hanno problemi di deambulazione o hanno dei passeggini da portare in giro e quindi una serie di difficoltà. Sono caratteristiche per migliorare l’accoglienza, una serie di difficoltà che si incontrano nella vita quotidiana. Io credo che in Italia abbiamo un grosso vantaggio rispetto ad altri posti del mondo, che è quello di avere a disposizione una offerta veramente eccellente per quanto riguarda i luoghi, l’enogastronomia e la cultura che abbiamo da mettere a disposizione. Il fatto di riuscire a spendere un po’ di attenzione in più per migliorare l’accoglienza potrebbe essere un valore aggiunto che potrebbe in questo periodo di crisi, ma non prettamente legato a questa, darci la possibilità di crescere e di avere uno sviluppo soprattutto rivolto a una migliore qualità della vita per tutti, perché poi quello che è buono per chi si trova temporaneamente a vivere in una situazione ovviamente è ottimo per chi la vive tutti i giorni. Questa è una cosa che possiamo mettere in campo e per la quale mi impegnerò e vi ringrazio. Grazie. Hai fatto bene a fare vedere delle fotografie perché spesso lo identifichiamo con una fotografia, in realtà può essere il menù per celiaci, per i vegetariani, il passeggino per i bambini, l’anziano, per un arco temporale breve deve muoversi con le stampelle. Oggi dobbiamo sdoganare alcune idee che abbiamo fissato erroneamente nel nostro pensiero. Diamo la parola ad Alessandro Moletti, Presidente di Federalberghi, ha scoperto che il futuro poteva e può essere il turismo, ora Torino è una delle mete più interessanti nei prossimi mesi abbiamo di fronte a noi delle grandi sfide che dobbiamo cercare di concretizzare, expo 2015, l’ostensione della Sindone, la visita del Papa, il bicentenario di Don Bosco, il riconoscimento da parte dell’Unesco, nel 2016 avremo l’adunata degli alpini a Monferrato, il prossimo anno Torino è capitale europea dello sport, ci sono tanti eventi e dobbiamo ben figurare. Prego Comoletti, il punto di vista dell’accoglienza da parte dell’albergatore. COMOLETTI: La città di Torino è pronta per quanto ci sarà il prossimo anno, il nostro banco di prova sono state le olimpiadi e le paraolimpiadi. A me oggi era stato detto di parlare di accoglienza e di questo parlerò in termini generali. Il convegno di oggi ha un tema specifico, non parlerò né di misure, né di norme, diamo per buono che le strutture le rispettino, diamo per buono che chi ha fatto queste norme abbia fatto un buon lavoro però mi è piaciuto l’altro giorno sulla stampa avevo visto la foto di alcuni assessori che girano per la città bendati. L’accoglienza sì, te la insegnano a scuola, all’alberghiero, puoi impararla ma è anche qualcosa che abbiamo nel nostro animo. Io faccio sempre questo esempio, non è difficile sapere accogliere una persona, dobbiamo immaginarci sempre come vorremmo essere accolti in una città straniera come arriviamo. Come accoglieremo un parente che arriva a casa nostra? Gli apriamo la porta, lo salutiamo, lo chiamiamo per nome, lo accompagniamo se è una persona anziana gli prendiamo la valigia e poi lo accompagniamo nella camera che abbiamo preparato per lui. Accogliere un disabile non è assolutamente differente, al di là di quello che può essere l’imbarazzo, ma che non deve esserci, il principio è lo stesso, devo comportarmi come vorrei essere accolto quando arrivo, se arriva una persona in carrozzina la si saluta normalmente, lo si guarda negli occhi non facendo lo scanner della carrozzina, gli assegno la camera facendo un percorso normale evitando di fare passare un gradino. La camera per i disabili, la legge ci dice quante camere bisogna avere, sono d’accordo con te sul fatto che dovrebbero essere in numero superiore, anche perché ormai le camere negli alberghi hanno dimensioni gigantesche e di conseguenze anche i bagni, quindi di camere ce ne possono essere di più, gli accorgimenti sono minimi. Una volta i sanitari erano bassi perché erano poggiati per terra, adesso quelli sospesi, si possono mettere a 20 centimetri, è più facile pulirmi, quindi rendere i bagni quasi tutti accessibili. La camera per il disabile, perché non può essere la suite? Non può essere la camera più in fondo nel posto più disgraziato, può essere una suite. Per quanto riguarda la accessibilità ci focalizziamo sulle persone che girano in carrozzini, ma ci sono altre forme di difficoltà. Prima veniva accennato alle persone ipovedenti, non sempre girano da soli, molto spesso sono persone che… Accompagnate scusate. Mia sorella è cieca ma è testona e gira sempre da sola. I taxi e i treni permettono di potere viaggiare. Quando arriva una persona in albergo non credo che sia una offesa offrire il braccio, libera di rifiutarlo, generalmente non lo fa. La si accompagna, si cerca il documento, lo si può accompagnare senza fare un percorso a ostacoli, quindi ci possono essere i carrelli aspirapolvere nei corridoi, ma il buon senso mi dice: lo accompagno, parlando, raccontando il percorso, sono tutte cose che vengono memorizzate, contano i passi, se intravedono le luci le contano per sapere quante sono per arrivare nella camera, non lo si abbandona sulla porta ma si descriva la camera, si fa toccare con mano gli interruttori, si descrive il bagno, questo fa parte di quel sistema di accoglienza che viene insegnato, però è molto bello poter mettere del proprio. Si parlava di celiaci, questa è una disabilità più facile da gestire, compatibilmente con la categoria dell’albergo o, se vado in un albergo a cinque stelle mi aspetto che il menù della colazione comprenda una varietà di cibi a me destinata, se vado in una stella o due stelle dove pago meno, pur avendo l’attenzione il menù sarà ridotto, una marmellata, del pane, delle fette biscottate non hanno costi proibitivi. Questo fa parte di quel mondo di attenzione che stiamo via via, al di là degli obblighi di legge, alle persone che vengono da noi a lavorare cerchiamo di fare capire questo. L’accoglienza non è una mera formalità, non è solo fatta da formalità e formalismi, è un qualcosa che ci devi mettere del tuo, non è difficile, molto spesso quando sento parlare di rispetto di norme a volte rimango un attimo sospettoso, perché a volte dietro le norme ci si nasconde dicendo: la norma mi diceva quello, l’ho rispettata, ma non è quello. L’accoglienza che noi vogliamo riservare è una accoglienza con delle calore umano, perché è quello contro noi desideriamo ricevere quando noi stessi viaggiamo. In più siamo anche sensibili su quei numeri che ci hanno detto. Siamo imprenditori, il potere aumentare il potenziale di clientela nelle nostre trutture visti i numeri può essere una cosa che si può fare riflettere anche perché le persone disabili che girano molto spesso sono persone con una discreta disponibilità economica, quindi sono degli ottimi, potenziali e buoni clienti che possono, se riesco a creare una struttura, un ambiente molto simpatico, familiare e accogliente, può essere una soluzione a un periodo che molto roseo non è. Grazie. Ringraziamo Comoletti, Silvia Salmeni di destinazione umano e Giuseppe Antonucci. Grazie. Iniziamo la sessione dedicata all’accoglienza per tutti nei grandi eventi chiedo di venire a Fosca Nomis, Antonio Garino. Don Marco Brunetti. Ricordo sempre accoglienza per tutti per partecipare via twitter per partecipare all’evento. Possiamo iniziare con Expò 2015. Se pensiamo a questo dobbiamo pensare al più grande evento mondiale e a qualcosa che essendo creato per una occasione specifica dovrebbe rappresentare il mondo perfetto, quindi anche perfetto da un punto dell’accessibilità, un qualcosa che nell’arco dei prossimi mesi dovrà trasmettere a delle best practice. NOMIS: Buongiorno a tutti, ringrazio moltissimo per l’invito e la consulta per avere organizzato questa giornata di lavoro molto interessante, che mi dà l’opportunità di raccontare il lavoro che nel mondo reale sta portando avanti Expò 2015 per garantire uno spazio che sia accessibile per tutti. Per tutte le persone con disabilità ma anche con esigenze speciali, è quello che è stato detto da chi mi ha preceduto. Vi do qualche dato sull’ex po’, stiamo parlando di un evento che durerà dal 1 maggio al 31 ottobre 2015 che sarà vicino a Torino, con l’alta velocità da Torino saranno 35 minuti di treno e se uno abita all’dall’altra parte di Milano ci mette lo stesso tempo. È più vicino a noi probabilmente di quanto nella nostra immaginazione pensiamo. Ancora più mi fa piacere l’attenzione a questo tema. Stiamo parlando di un evento che prevede la presenza di 20 milioni di visitatori un dato molto alto rispetto alle precedenti. L’obiettivo della società Expò 2015 che sta lavorando sul tema dell’accessibilità è garantire una esperienza di visita che sia fruibile e autonoma per tutte le persone, questo è il nostro obiettivo. Come stiamo lavorando? È stato attivato a partire da giugno 2014 un programma di azioni specifiche volto a questo, è stata individuata una persona che sono io, lavoro alla società Expò dal 2009 occupandomi dei partecipanti speciali. Il nostro modo di lavorare è molto attento alle relazioni che vengono dal mondo dell’associazionismo, importante interlocutore per raggiungere il nostro obiettivo. I target sono visitatori che hanno esigenze specifiche, persone con disabilità motoria, uditiva, intellettiva, donne in gravidanza, anziani, persone con bambini piccoli, persone obese, persone che hanno infortuni temporanei, persone che hanno problemi di salute, intolleranze alimentari, prima si parlava di persone con celiachia, voi sapete il tema dell’Expò nutrire il pianeta energia per la vita con questo tema non si può non avere attenzione per questi temi, anche per chi è vegetariano, vegano o esigenze legate alle religioni. Pensando che sono tutti visitatori, tutte le persone saranno visitatori, qualcuno ha qualche esigenza in più. Vengono in Expò per fare una visita gratificante, prima si parlava di accoglienza, quindi deve essere accogliente, stiamo lavorando con un programma trasversale, molto spesso l’atteggiamento naturale di una serie di altre funzioni è quella di affrontare il tema dell’accessibilità come un problema di risolvere. In realtà questa è una opportunità per garantire una migliore accessibilità per tutti al sito perché fare in modo che ci sia un maggiore numero di visitatori all’ex po’. L’approccio non deve essere quello di avere a che fare le persone malate, metto sul piatto i riscontri nostri, è una giornata di studio e mi fa piacere condividere. Consideriamo persone con esigenze particolari, non bisogna considerare solo l’aspetto medico sanitario ma anche questo era un approccio all’inizio ma visitatori. Questo è una dimensione culturale sulla quale abbiamo lavorato all’interno della società Expò un cambiamento culturale che ci consente di trovare soluzioni adeguate a un approccio più adeguato rispetto al tema. Questo è il masterplan, è il chilometro e mezzo quadrato l’ex po’. Questa strada principale che vedete è la strada su cui affacciano tutti i paesi, tutti quei blu sono i paesi, vederlo fisicamente dà una idea di cosa stiamo parlando. Questo è il sito dell’Expò tutti gli spazi blu, tutti i lotti sono costruiti dai paesi, ovviamente il nostro lavoro come società, quindi organizzatore è riuscire a fare in modo che gli spazi di nostra competenza, le sale conferenze, le aree a servizi siano effettivamente accessibili, c’è però tutta una dimensione dell’Expò che in carico alla gestione e costruzione dei singoli paesi, quindi noi dobbiamo garantire l’accessibilità per i nostri spazi e poi stiamo lavorando dando suggerimenti a tutti gli altri paesi. Esiste la norma, quindi rispettare la legge è il primo passaggio ma se vogliamo raggiungere gli obiettivi di cui parlavamo prima il rispetto della norma non è sufficiente. C’è una dimensione fisica di visita, una di accessibilità alle informazioni e agli eventi, come questa mattina con la traduzione mettere tutti in condizione di potere visitare, vedere i padiglioni e fruire di eventi realizzati all’interno dell’esposizione universale. Stiamo lavorando con tutte le dizioni, c’è una dimensione infrastrutturale che è già avviata, è abbastanza avanti ma questo lavoro è stato fatto con gli architetti, con un lavoro di indirizzo con i paesi e coloro che costruiscono, sono state date indicazioni chiare. C’è un dialogo costante con il mondo delle associazioni, quindi anche con la consulta abbiamo avviato un dialogo e un confronto proprio per riuscire a capire e studiare insieme quali sono le soluzioni migliori. Sempre nella logica di confronto abbiamo anche avviato un dialogo più strutturale con le associazioni quindi con FISH e FAND in modo da avere un confronto costante con loro su alcuni passaggi rilevanti per noi. Abbiamo Lino a ora parlato di questo chilometro e mezzo quadrato, perché poi l’Expò sia accessibile è necessario che tutto che c’è intorno sia accessibile per cui ciò di cui si parla oggi è importante. Se non rendo autonoma e accessibile la visita intorno a quello spazio per tutte quelle realtà intorno che già stanno lavorando su questo tema e possano agganciarsi e generalmente dai dati EURISCO chi verrà farà un fine settimana o una settimana. È fondamentale che il sistema turistico, il sistema di accoglienza effettivamente sia in grado di accogliere e quindi creare la necessaria sinergia. Noi stiamo dialogando con la regione Lombardia e comune di Milano per ragioni di opportunità ma è importante un lavoro con la Regione Piemonte viste le eccellenze in questa regione. Io poi sono torinese, ci tengo molto che anche il nostro sistema territoriale riesca a cogliere la grandissima opportunità che sarà l’Expò di Milano perché esistono tante eccellenze sul nostro territorio ce possono essere valorizzate. C’è un sistema di trasporti che riguarda l’ATM, la metropolitana, i treni e SEA, Malpensa. Sono cerchi concentrici, c’è l’Expò ma poi ci sono una serie di realtà intorno che è necessario usino l’occasione dell’esposizione mondiale e fare in modo che tutto il sistema sia accessibile. Queste sono alcune questioni generali, per dire le aree di lavoro su cui siamo impegnati. L’accessibilità al sito, i padiglioni, gli elementi di arredo, il tema, prima si parlava dell’albergo e fare in più la stanza in realtà nella logica dell’universal design dovrebbe essere tutto accessibile dalla stanza alla suite . Le esperienze culinarie, didattiche, museali e artistiche, conferenze e convegni perché anche questi saranno un pezzo importante. La qualità dell’accoglienza, prima si parlava d accoglienza, ci sarà un tema di formazione del personale, dei volontari, persone che saranno presenti e gestiranno nella parte di operation il sito e anche indicazioni che diremo ai padiglioni perché abbiano specifica attenzione e competenza nell’accoglienza. La disponibilità di ausili per la mobilità stiamo ragionando su come farlo perché abbiamo ricevuto richieste più di quanto pensassimo. Uno dei grandi temi sono le code fuori dai padiglioni, fuori dall’Expò e anche su questo ci sarà attenzione, tutta la parte della comunicazioni il sito e tutto il resto che siano effettivamente accessibili e rappresentino un biglietto da visita positivo nei confronti di tutti i potenziali visitatori e che abbiano anche delle informazioni dedicate. La regione Lombardia con il Comune di Milano hanno realizzato un sito web che si chiama Expò facile che raccoglie tutto quello che è fuori dall’Expò per arrivare. Si creerà un link di informazione perché è nostro interesse perché si possa arrivare, se si riesce a sintetizzare le informazioni sull’accessibilità e sull’offerta turistica sarà possibile ottimizzare. Lascio la schermata e poi metterò a disposizione la presentazione con tutti i dati. Un elemento, la polis di Expò rispetto ai biglietti è che sarà previsto un biglietto ridotto per le persone con disabilità ma c’è una police molto ampia rispetto all’accompagnatore gratuito, questo è un primo segnale che è aperto al pubblico l’acquisto dei biglietti, un segnale di accoglienza perché vogliamo che sia uno spazio a disposizione, accogliente per tutti, pronti a raccogliere osservazioni, commenti, proposte su come migliorare perché durerà sei mesi, quindi in itinere avremo la possibilità di migliorare ma prima meglio e creare legami e sinergie con tutti i soggetti che hanno voglia di lavorare su questo tema. Grazie. Grazie. Ci ha fatto capire ancora una volta che l’Expò è e deve essere un’opportunità non solo per Milano ma per tutto il territorio, quantomeno il nord Milano deve creare una offerta di un certo tipo. Se abbiamo lavorato bene nel 2015 questa vetrina internazionale dovrà portarci una ricaduta importante anche negli anni successivi. La parola ad Antonio Garino che ci parlerà di accoglienza per tutti. È un osservatorio privilegiato quello dell’aeroporto perché ha il polso della situazione di quanti sono i turisti, in particolare turisti stranieri con disabilità che vengono in Italia. Gli operatori italiani puntano ai mercati esteri come l’aeroporto di Torino si sta proponendo al mercato e all’occasione di Expò 2015 GARINO: Grazie per averci invitato e averci dato la possibilità di spiegare cosa succede dietro le quinte. Io vi farò vedere una serie di diapositive che fotografano l’evoluzione della problematica. È molto chiaro da questa diagramma dell’evoluzione negli anni. Noi questo anno raggiungeremo le 20 mila assistente in un anno, che è un numero assolutamente impensabile, se pensiamo al 2006 quando è stato introdotto il Regolamento CEE 1107. Guardate la progressione di questi numeri è significativa del fatto che le persone che usufruiscono di questo servizio hanno preso confidenza e hanno più confidenza nel trasporto aereo. La fiducia di essere affidate a professionisti e che sanno cosa stanno facendo. Questo è il numero che vi dicevo prima, abbiamo ancora i numeri di dicembre, ho tralasciato il 2013 che è stato un anno in cui il trasporto aereo ha sofferto, ma se guardate i numeri i passeggeri a ridotta mobilità hanno continuato a viaggiare, sicuramente supereremo le 20 mila unità. Questo è semplicemente per farvi capire quali tipo di assistenza diamo, la categoria maggiore che utilizza questo servizio sono tre tipi di gravità differente a seconda del tipo di assistenza che viene dato. Vi dico solo che chi ha una VCHC ha bisogno di due persone e se pensiamo che hanno disabilità serie abbiamo 20822 persone che hanno usufruito, hanno preso l’aereo e hanno viaggiato. Questa slide mi serve per fare capire il lavoro che stiamo facendo. Per agire al meglio abbiamo bisogno di sapere quali sono le persone che hanno bisogno del nostro servizio il nostro servizio funziona dalle 15 di mattina alle 24 sempre. È affiancato sempre dalla presenza della Croce Rossa. A seconda delle fasce di necessità dobbiamo organizzare il nostro personale affinché la risposta sia tempestiva, non possiamo fare aspettare la persona e l’aereo deve rispettare una serie di orari che fanno sì che i passeggeri siano tutti a bordo contestualmente. Tutte le compagnie aeree hanno un sistema diverso. Non cercano opporre di resistenza nel creare un meccanismo uguale per tutti. Quello che stiamo cercando di spingere è quello di avere una sorta di meccanismo che impedisca di finalizzare la presenza in aereo senza la possibilità di esprimere la possibilità di avere un servizio, questo ci dà la certezza di avere la fotografia di quel volo in quel giorno. Ho i dati del 2013, la situazione sta evolvendo in positivo, sono in miglioramento. Questo in generale come funziona il flusso dell’informazione, ci sono delle prenotazioni, si convogliano queste informazioni negli aeroporti, funziona così in tutto il mondo, gli aeroporti predispongono delle risorse e il servizio viene effettuato in arrivo e in partenza e in transito. Ci sono persone che poi cambiano anche l’aereo. Tutto questo viene fatto con una squadra di persone molto in gamba, non perché le organizzo io, sono persone dotate di alta sensibilità. Negli anni in accordo con la consulta abbiamo costruito una struttura di cui sono molto fiero, la cui formazione è continua, formazione teorica e pratica. Oltretutto il personale dell’aeroporto segue un corso ogni cinque anni, tutta la struttura è coinvolta non solo le persone che si occupano di questa strada speciale, ma tutti, hanno una sensibilizzazione nei confonti di questa categoria. Vi faccio solo vedere che negli anni noi abbiamo investito anche parecchio denaro per cercare di renderci sempre più competitivi, questa è una particolare sedia che ci serve per entrare nei corridoi degli aerei che sono molto stretti, conducono la persona al suo posto con comodità e sicurezza, abbiamo mezzi in assetto variabile che fanno sì che il passeggero possa entrare nel nostro mezzo in sicurezza, l’ultimo acquisto è una scala fatta a rampe senza gradini i passeggeri possono salire e scendere senza differenziazioni. Una parola sulla nostra sala amica è un centro per l’accoglienza in aeroporto. Stiamo studiando il modo per cerare una struttura similare all’interno dopo i controlli di sicurezza per fare sì che si possa accesso ai bar e alle strutture commerciali in attesa di prendere l’aereo. Ancora due cose. Inaugureremo la prossima settimana dei luoghi deputati allo sviluppo dell’informazione legati a Expò 2015 l’ultima slide riguarda in accordo con la consulta dare dei questionari per capire perché queste persone viaggiano: cure mediche, svago, turismo e attività sportiva che dopo le paraolimpiadi a avuto molto sviluppo. L’idea era quella di coinvolgere le persone in partenza e in arriva e capire chi sono e esigenze hanno per il nostro aeroporto. Grazie. Grazie ad Antonio Gavino. Prima dell’intervento di don Brunetti chiederei di raggiungerci l’europarlamentare Cirio. Oggi stiamo parlando di Turismabile, che nasce all’indomani delle olimpiadi di Torino 2006 ma nel momento in cui Alberto Cirio era assessore della Regione Piemonte per il turismo ha avuto un grosso sviluppo. Grazie all’assessorato e alla consulta si è fatto un grande lavoro a livello culturale e adesso Turismabile è visto come un progetto da raggiungere da molte regioni italiane e anche da alcuni stati europei. Sappiamo che la consulta con il progetto Turismabile hanno già fatto parecchi incontri all’estero per creare delle reti e per sviluppare progetti in comune. Da un osservatorio privilegiato quale quello di Bruxelles Alberto Cirio può darci i giusti consigli per lo sviluppo di questo progetto non solo italiano ma a livello europeo. CIRIO: Grazie per questo invito, per me è una occasione piacevole sotto il profilo emotivo, perché mi fa tornare indietro di qualche mese, a quando ho svolto per più di quattro anni il ruolo di assessore al turismo di questa regione. Tra l’altro so che questa mattina l’Assessore Parigi veniva ad aprire i vostri lavori. Credo che in questo settore, quello del turismo accessibile la Regione Piemonte abbia avuto da sempre un grande credo, il che ha superato anche i cambi delle Amministrazioni regionali, questo credo che sia la cosa più bella, che testimonia il fatto che sono progetti utili e giusti. L’aspetto fondamentale quando sono diventato assessore, nel 2010 ho sentito il dovere di procedere in questa direzione e credo che anche oggi si voglia andare avanti. Io guardo all’aspetto del turismo con una ottica pragmatica, continuo a occuparmi di questo, mi interessa che le aziende del turismo facciano un buon fatturato se poi quello che facciamo è anche giusto noi uniamo qualcosa di davvero straordinario, ma se parliamo di turismo dobbiamo avere un prodotto, come se produciamo un vestito o una bottiglia di vino dobbiamo avere un prodotto che sia il più possibile accessibile a tutti coloro che lo vogliono gustare. È questa l’ottica con la quale si è sviluppato anche il progetto Turismabile ha una gamma di particolarmente giusto, bello e una gamba portante e importante che è il fatturato che da questo turismo noi abbiamo, non dimenticando tanti aspetti che sono pratici, della capacità di spesa di una certa fascia di turisti che è giusto che vedano la nostra terra ma li dobbiamo mettere nelle condizioni di viverla. Mi occupai quando facevo il Presidente della fiera del tartufo parliamo di una quindicina di anni fa, avevamo fatto già un progetto con una associazione che si chiamava Sportabili di Alba, che aveva fotografato e censito tutti i momenti della fiera del tartufo in modo che fosse accessibile a tutti, ci ha permesso di par partire con una fiera accessibile a tutti. Da allora passi avanti sono stati fatti tanti, molti nell’ottica della professionalizzazione della nostra accoglienza. Noi dobbiamo arrivare sempre di più a che tutto questo sia normale. Quando mi dicevano: facciamo un bando per premiare le cantine accessibili. Quello che noi in Piemonte siamo riusciti a iniziare a fare oggi, siamo tra le prime regioni in Italia e a Bruxelles ci guardano con ammirazione. Vendere un prodotto turistico a 360 gradi deve essere la normalità. Questa è la sfida che dobbiamo vincere domani. Su questo io credo che noi dobbiamo potere accedere ai finanziamenti dell’Europa ancora di più di quanto non si sia fatto fino a oggi. Parlo con persone che hanno saputo vincere progetti tanti, sono molti, vedo i ragazzi dell’albergo etico, mi fa molto piacere, vi aspetteremo non il mio collega, la possibilità è che qui c’è gente brava a fare progetti europei. Considerato noi che nei 7 anni abbiamo restituito all’Europa metà dei soldi che ci aveva dato perché non siamo riusciti a spenderli, parliamo di qualche miliardo di Europa che sono tornati indietro e dal momento che non è come un’Amministrazione che li mette come avanzo, quei soldi se non li usa l’Italia li usa qualcun altro, li usano quelli che sono pronti a spendere queste risorse. I i sette anni sono finiti, parte la nuova programmazione, piano che si presenterà il prossimo anno e dobbiamo essere pronti a portare le risorse che ci servono. Noi dovremo riuscire a a prendere quel pezzo di risorse europee di cui ignoriamo l’esistenza, che sono i i contributi diretti, noi viviamo di contributi indiretti i, cioè vediamo i contributi indiretti quelli che dà a Roma, Torino poi fa il bando e si partecipa ma questo è il 40% dei contributi, c’è un 60% che sono diretti, progetti su cui ciascuno di voi, perché siete operatori capaci e intelligenti, potete avere delle idee che vengono finanziate. L’Europa nella gestione dei fondi diretti, non fa un bando a crocette, quando parte con la nuova programmazione dice: dammi una idea progettuale di territorio, se mi piace ti chiamo e ci a sediamo intorno a un tavolo, ti metto io insieme ai colleghi portoghesi o Irlandesi e ti faccio lavorare in questa direzione. Senza dimenticare che c’è un tutto un settore che come business credo possa interessare che è quello della formazione. Spiego. Io sono reduce da una missione in Moldavia dove si è votato domenica, in cui hanno vinto i filoeuropei, per farla entrare l’Europa investirà tre milioni di euro non c’è acqua corrente quindi decine e decine di interventi ma una fetta importante è sulla formazione, loro hanno bisogno di formare i loro operatori turistici, vi do una idea, in Moldavia sono cantine patrimonio dell’UNESCO, cantine sotterranee, hanno bisogno che qualcuno vada a insegnare come vendere turisticamente, come accogliere e come accogliere in modo accessibile. Qui vuole dire la capacità e la possibilità di partecipare a progetti in cui le nostre aziende del turismo che continueranno a avere la solita mission potranno diversificare l’attività, godere di queste risorse continuare anche altrove. Anche questo è giusto e utile sotto il profilo del business che per me come assessore è quello che più interessa, anche come particolare europeo. Quando parliamo di turismo si parla anche di lavoro. Purtroppo cambiano i governi, i i colori politici cambino le età e il Ministero del turismo non c’è mai, non è una colpa della destra, della sinistra, non c’è, è paradossale. Noi dovremmo avere il Ministero del turismo che quotidianamente dovrebbe essere sui giornali. Se voi lo chiedeste chi è il Ministero nel turismo la gente non lo sa perché non c’è questa è una miopia del nostro paese, compensiamola perché ci sono molte risorse importanti. Grazie e buon lavoro. Vorrei salutare con piacere Alberto Cirio, vorrei dirvi che da anni prima di lui feci presente che quei sette gradini nella sede del turismo erano impensabili per una carrozzina, ebbene quando si insediò io corsi per conoscerlo, in 15 giorni mi ha fatto la pedana elevatore, il primo amministratore che in 15 giorni ha fatto una cosa simile. Grazie assessore. Alberto Cirio deve partire, prima di andare ti chiederei di fermarti con i ragazzi di albergo etico, perché a pomeriggio presenteremo un progetto importante. Abbiamo raccolto le esperienze in un libro che presenteremo oggi. Abbiamo parlato di ex po’, abbiamo parlato con il direttore degli aerei, il prossimo anno, come abbiamo già detto prima ci troviamo di fronte a dei grandi appuntamenti che dovranno incentivare ancora di più a parlare e a fare capire che anche il turismo religioso è una risorsa fondamentale per la nostra regione. Nell’ultima BIT quella del 2014 c’era stato un convegno importante il titolo era da pellegrino a turista, un approccio diverso al pellegrino che abitualmente viene sul nostro territorio pensiamo al colle Don Bosco e altre realtà come i Sacri Monti. Le strutture ricettive e gli operatori turistici forse devono organizzarsi ancora per essere accoglienti forse dal punto di vista del capire che il pellegrino è un turista, il bicentenario di Don Bosco è cominciato durerà fino al prossimo anno, la visita del papa, l’ostensione della Sindone sono alcuni degli impegni sul nostro territorio, la parola a Don Brunetti. DON BRUNETTI: Grazie per l’invito grazie alla consulta che mi ha coinvolto in questa giornata di studio, io sono anche membro della commissione per l’ostensione per la Santa Sindone e mi è stata data la delega relativa all’accoglienza di persone con difficoltà di mobilità e con altre esigenze particolari. Il primo anno abbiamo diversi eventi di carattere religioso, il più importante è l’ostensione della Santa Sindone che noi custodiamo a Torino dal 19 aprile al 19 giugno che si inserisce nel Bicenteranio di San Giovanni Bosco e la visita di Papa Francesco, tutto questo attirerà milioni di pellegrini che hanno bisogno di essere accolti e soprattutto bisogna che tutti i pellegrini si sentano a casa loro e hanno la necessità di accedere qualsiasi sia la loro situazione. All’interno del comitato abbiamo sviluppato un piano di accoglienza. Parto da una premessa, perché è ciò che ha messo in moto questa organizzazione. Voi avete visto lo studio testa, sta analizzando alcuni bozzetti fatti da giovani, ha realizzato questo che è il logo dell’ostensione della Sindone che riproduce anche il motto, l’amore più grande, che è il motto della prossima ostensione della Sindone che indica lo spirito evangelico di carità con cui dobbiamo accostarci a questa icona e guardare a fratelli e sorelle che cercano quella speranza. Con questo spirito vogliamo offrire una particolare accoglienza ai pellegrini malati o disabili che vorranno venire a venerare la Sindone. Ci siamo dati alcuni obiettivi un po’ generali che valgono per tutti gli eventi, il primo è rendere soggetti attivi e protagonisti i malati o i disabili all’interno dell’ostensione della santa Sindone affidando anche servizi in un’ottica di inclusione e partecipazioni. Bisogna che le persone diversamente abili possano essere protagoniste, soggetti, e dare il loro contributo e siano una risorsa in un’ottica di inclusione e partecipazione. Il secondo obiettivo è fare sì che i pellegrini malati o disabili trovano accoglienza a tutti i luoghi a partire dal duomo ai percorsi cittadini, ai luoghi di ospitalità, ai trasporti, all’assistenza sanitaria agli accompagnatori per tutta la durata della permanenza. Terzo, i malati disabili siano pellegrini tra pellegrini. Non hanno nessun tipo di particolare differenza. Oltre questi obiettivi in che modo cercheremo di rendere soggetti attivi a disabili? Inserire in servizi concreti di volontariato e non solo abbiamo la possibilità di qualche lavoro accessorio per cui faremo in modo che anche persone con difficoltà e disabili possano usufruirne tenendo conto delle competenze che essi esprimono, in punti di informazioni in letture ecc.. Sarà costituito un disability point all’interno della segreteria generale per rispondere a tutte le domande con difficoltà di movimento, sarà attivo questo numero e questa mail nei prossimi giorni, probabilmente domani o dopo domani. Per quanto riguarda la venerazione Sindone in duomo che ha sempre caratterizzato la partecipazione di disabili abbiamo previsto alcune situazioni. Innanzitutto i disabili e i loro accompagnatori potranno accedere durante tutto il periodo, non c’è nessun giorno precluso o se è precluso lo è per tutti, per esempio abbiamo precluso il 20 e 21 essendoci il Papa dovendo fare la bonifica nessuno potrà accedere ma per tutto il periodo tutti hanno l’accesso. Il mercoledì pomeriggio sarà dedicato in modo speciale ai disabili soprattutto se in gruppo. In questo senso sarà possibile prenotare e ci sarà una viabilità agevolata potendo arrivare con i mezzi in piazzetta reale e favorire chi ha difficoltà in più, abbiamo le associazioni di SLA che ci hanno chiesto di partecipare da tutta Europa avremo una presenza massiccia di questi malati che forse arriveranno anche con aerei. Anche qui sarà sufficiente prenotare e ci sarà tutta l’assistenza necessaria. Il mercoledì pomeriggio è prevista un’area per permettere ai mezzi con disabili per consentire la salita e discesa, per gli altri giorni l’accesso è per tutti è prevista una corsia preferenziale per essere accompagnato così pure ci saranno dei varchi per chi non ha la possibilità di fare tutto il percorso che per noi è importante perché il percorso di avvicinamento al duomo prepara alla visita. Su tutti i mezzi di comunicazione saranno di facile riconoscimento così come la segnaletica.. Abbiamo previsto anche una accoglienza particolare per pellegrini e disabili per un giorno cioè chi viene in giornata e ha bisogno di sostare abbiamo previsto quattro luoghi dove uno può telefonare sono il Cottolengo, la consolata e Sermit daranno ospitalità del giorno con possibilità di pranzare, al sacco, attraverso una mensa organizzata. Abbiamo diverse prenotazioni, un’associazione ha prenotato una giornata per 700 persone tra cui 300 disabili. Abbiamo anche immaginato per favorire al massimo di organizzare due Achei, li abbiamo chiamati così perché ci rifacciamo alla nostra esperienza legata al pellegrinaggio a Lourdes sono due luoghi dati in comodato, uno la città della scienza e uno al Cottolengo, una sorta di cogestione, non sarà un servizio di tipo alberghiero, metteremo a disposizione questi luoghi attrezzati e assistiti dove potranno trovare ospitalità con un contributo minimo, potranno avere l’alloggio, il vitto ovviamente su prenotazione. Abbiamo online la possibilità di prenotare autogestiti da volontari e abbiamo già diversi gruppi che si sono prenotati. Abbiamo aperto le iscrizioni 15 giorni fa ma abbiamo già diversi gruppi che vengono, questo era il secondo livello di accoglienza oltre quello giornaliero per favorire chi viene da fuori. Anche i transfer sarà istituito in collaborazione con l’associazioni un servizio di minibus per disabili che potranno fare servizio di navetta, abbiamo 12 associazioni rese disponibili gratuitamente mettendo a disposizione mezzi attrezzarci e autisti che ci daranno una mano per accogliere i pellegrini in stazione o in aeroporto per portarli a visitare in Duomo o altri luoghi legati a Don Bosco e altre cose di questo genere. Per quanto riguarda la comunicazione il responsabile della comunicazione renderà accessibili tutte le informazioni attraverso il sito ufficiale, abbiamo anche fatto una conferenza, si sono firmati gli accordi e anche pubblicazione di opuscoli dedicati dove ci saranno informazioni specifiche si pensa di fare una guida del pellegrino e all’interno ci sarà un capitolo dedicato. Chiudo con questa diapositiva che è il sito ufficiale della sindone dove trovate tutte queste indicazioni. Sono già online, fruibili è possibile prenotare come è possibile prenotare per visitare la Sindone perché è obbligatoria la prenotazione. Grazie. Ringraziamo Don Brunetti che insieme a Fosca Nomis ci ha fatto capire le reali opportunità per il Piemonte grazie a questi eventi che si terranno sul territorio ringraziamo Antonio Garino, dal quale dipenderà il futuro turistico del Piemonte. Ricordo che è possibile animare il convegno dal web. Arriviamo alla terza parte: accoglienza e innovazione. Chiamo al tavolo dei relatori Cristiana Giovando, e Ruggieri Giovanni. Ricordo i tempi, si hanno 15 minuti a disposizione. Possiamo iniziare con Cristina Giovando. GIOVANDO: Grazie per l’invito, grazie alla consulta. Questo invito permette a parte di festeggiare anche noi questa giornata importante ma consente di dare voce alla fondazione CRT anche le progettualità che vedono la fondazione attenta al welfare e alle disabilità. Questo progetto è un progetto che consente di individuare un itinerario turistico e culturale nel centro storico di Torino. È stato progettato per essere accessibile a tutti tramite una app. Il progetto parte dell’esigenza di volere favorire l’inclusione turistica delle persone con esigenze particolari, specifiche o con problemi motori, percettivi e anche per andare incontro alle esigenze delle famiglie con bambini. In qualche modo per andare incontro a tutte le situazioni di disabilità, esigenze di minori, anziani, disabili, persone con animali da compagnia o persone con animali di accompagnamento per le disabilità. Dicevo all’inizio dell’intervento come la fondazione sia sempre stata attenta in questi anni tanto che negli ultimi otto esercizi per l’area welfare disabilità abbia impegnato 15 milione mezzo di euro per agosto 1400 interventi finalizzati a favorire integrazione lavorativa delle persone disabili. Vi ricordo due o tre progetti il primo è Vivo meglio, nato nel 2005. Progetto che la fondazione fa attraverso dei bandi annuali con i quali si cerca di favorire la vita delle persone disabili, l’integrazione sociale piuttosto che ristrutturare le strutture a loro dedicate. Un altro progetto è quello del 2012, quello che operatoli museali disabilità è stato realizzato in collaborazione che ha consentito agli operatori museali di essere ulteriormente preparati ad accogliere tutte le persone con disabilità. Un altro progetto presentato ultimo, è quello in sinergia con gli abbonamenti musei Piemonte dove si potrà donare un abbonamento delle famiglie con bambini con disabilità seguita dalla fondazione e l’associazioni.. Voglio ricordare un altro progetto importante, è stato quello sull’autismo, quindi la produzione di questo cinematografica di questo fil pulce non c’è ha anche consentito la veicolazione del film, è diventato uno strumento di sensibilizzazione anche nelle scuole. Toto come nasce toto? Perché nasce questa iniziativa. Questa iniziativa nasce ed è importante nell’ambito delle città storiche e accessibili, è sviluppato dalla Eueuropean Fondation Center, si parlava della valenza internazionale della necessità di attrarre anche fondi europei sicuramente la partecipazione di fondazione alla European ha fatto sì che venisse sviluppato questo progetto, ciascuna associazione ha portato avanti altri progetti, un’altra associazione che ha partecipato, quello della banca di Lucca ha fatto un progetto rivolto alla eliminazione delle barriere architettoniche. Il progetto ha una valenza internazionale e di rete, infatti è un lavoro di squadra, perché questo progetto coinvolge attori pubblici e privati, è un esempio di buona pratica e di rete tra pubblico e privato. Hanno partecipato al progetto l’istituto italiano per il turismo, la consulta per le persone in difficoltà e la ATL. Gli obiettivi del progetto sono quelli di consentire l’accesso e la fruizione di Torino anche ai visitatori con esigenze speciali ma il progetto ha una visibilità più allargata perché è quello di accrescere Torino come fruizione per tutti e questo ha anche una valenza di sviluppo territoriale, cioè la fondazione vuole essere anche attenta allo sviluppo territorialo. In più migliora anche Torino come destinazione accessibile quindi Torino come città che dal 2006 ha cercato di riproporsi a livello turistico con grandi sforzi ma anche buonissimi risultati, tanto che ha raddoppiato la presenza di turisti dal 2004 al 2014 siamo passati da 800 mila a 1 milione e 600. Nello specifico il progetto ha come itinerario un percorso che parte da piazza castello e ritorna a piazza castello. Il percorso si divide in tre sotto percorsi quello indicato in rosso il percorso quadrilatero, quello in bllo e quello in verdè, all’interno sono stati individuati 30 punti di interesse che ognuno rientra in sotto categorie. Come è stato scelto l’itinerario, è stato scelto tenendo conto della valenza attrattiva della agevole percorribilità in autonomia si è cercato un riconoscimento degli spazi per persone con problemi di tipo sensoriale e percettivo. L’app. È disponibile Android e consente di adattare le impostazioni a seconda delle esigenze di ciascuno. A questo punto scelta l’impostazione sull’app si apriranno i testi descrittivi dei punti di interesse chiaramente adattati a ciascuna disabilità. La navigazione è per mappa e anche un video di trascrizione in lingua dei segni italiana. Dal sito web si possono scaricare tutti gli elementi presenti sull’app quindi si può anche utilizzare il sito. Sul sito c’è la descrizione dei punti di interesse e in pdf il video, la mappa schematica e anche la stampa in rilievo con tecnica stereoscopica che è utile per l’accessibilità dei bambini perché questa mappa utilizzando una particolare carta e inchiostro permette di avere un disegno in rilievo in base alle tematiche e quindi di essere di facile lettera poiché è disponibile un video promozionale, che facciamo partire. Da ieri è scaricabile l’app quindi è già funziona bile sul sistema Android. Innanzitutto il progetto vuole e rappresenta il fare rete tra pubblico e privato, ha una attenzione al welfare, come vedere ha una utilità che ci dà contezza di come si possa applicare, ha una attenzione a questi nuovi strumenti mediali, è avvicinabile dai giovani e in più ha permesso di fare rete anche con dei partner europei. Grazie a questo lavoro siamo riusciti, ecco perché mi riallaccio all’attrazione ai fondi europei, a partecipare attraverso sei tour europei specializzati, alcune fondazioni europee e anche alla consulta, e alla lega delle città storiche e accessibili a partecipare a un bando europeo selezionato, questa è una conferma ulteriore della necessità di fare rete, della necessità di fare rete pubblico privato con una attenzione in questo caso al welfare e al nostro territorio. Grazie. Grazie Cristina Giovando e diamo la parola a Giovanni Ruggeri. Questo è l’ultimo intervento della seconda sessione ma è molto importante perché l’obiettivo è creare trasferimenti di conoscenza e creare future collaborazioni e progetti. Abbiamo avuto modo di conoscerci ieri insieme al direttore della consulta e alcuni operatori turistici e una cosa che ci ha subito accomunato è il recente riconoscimento da parte dell’UNESCO soltanto una settimana prima la Sicilia ha avuto riconosciuto lo zibibbo e anche in Piemonte le colline… Lui ci parlerà di un progetto molto interessante che si avvia a partire in queste settimane in Sicilia e potrà avere sviluppi in Piemonte abbinato a progetti che sentiremo nel pomeriggio. RUGGERI: Dopo questa premessa almeno mi darai altri dieci minuti in più. Innanzitutto grazie a voi per essere qui, per la pazienza di ascoltare tutti noi che parliamo, agli organizzatori e un po’a tutti per avere deciso di affrontare questo tema del turismo, soprattutto per essere riusciti a strapparmi dalla calda Sicilia e avermi fatto provare questa escursione termica. Saluto i miei studenti dell’università che sono collegati e seguono, il messaggio che do è di specializzarsi in questo tipo di turismo, di studiare, anche la rete dell’Unione europea e che manda un messaggio alle altre isole che partecipa a questo progetto che illustrerò. Infine al mio studente Willy Genovese, studente disabile diventato durante l’adolescenza che collaborerà in questo progetto in maniera attiva. Vorrei non annoiarvi troppo con tutti messaggi che vorrei passarvi. Vi vorrei offrire due riflessioni e poi presentarmi questo progetto, MAST è un acronimo e finanziato dall’Unione Europea. Qualche riflessione anche sulle cose interessanti che ho sentito questa mattina e vi ho visto attenti e partecipi. Quando si parte tutti noi abbiamo degli handicap, pensate a chi non conosce le lingue e si trova in Cina, questo concetto della disabilità è molto importante, l’idea che bisogna lavorare sul turismo accessibile produce valore a tutti e non solo alle persone che hanno disabilità. È bello perché non si parla più oggi di turismo accessibile come turismo di nicchia limitato che impone imposizione, gli alberghi, gli aeroporti si devono adeguare, la novità è rappresentata dal mercato, molto interessante, è un mercato in termini numerici, di persone che si spostano soprattutto in Europa, che vogliono viaggiare, la metà in Italia fa un viaggio e quindi non è un problema economico ma una voglia di viaggiare, di vivere di più. La domanda di accessibilità in Europa cresce il mercato di aiuta, chiede servizi, viaggi, possibilità di scambi, ci dà una mano, lo chiede alle imprese. Non sono le imprese a creare quelle tristi camere, ma al contrario cambia. Se vedete le percentuali sulla popolazione crescono sempre di più nei paesi dell’Unione europea arrivano al 37%, in alcuni casi siamo al 34%, anche il concetto del tasso di disabilità cresce sempre di più in relazione all’età, non è più un gruppo di cui prendersi cura dal punto di vista del sociale ma fa parte del settore. Questo ha spinto l’Unione Europea e in particolare la commissione Europea, ringraziamo Tajani che più di ogni altro si è speso, tanto che la commissione ha deciso di stanziare una quota considerevole, sta stanziando cifre sul turismo accessibile, sul turismo degli anziani e quello giovanile. La Unione Europea poco si è occupata di turismo accessibile, ma quale è la novità della Unione Europea? Non si parla più di mezzi, il concetto di turismo accessibile si era fermato al trasporto, trasporti possibili a tutti, all’alloggio, oggi la nuova sfida è la destinazione, cioè andare in dei luoghi pronti e attrezzarci, come può essere una città o un territorio, quindi va oltre il concetto di servizio. Una città che posso visitare, un luogo naturalistico dove posso muovermi. Nel turismo già ci vuole collaborazione senza quella, network o sistema, il concetto è sempre quello. In questo tipo di turismo è obbligatorio e difficile farlo, però rispetto ad altri a fare, stare insieme e lavorare insieme da parte di pubblico e privato. Proprio le destinazioni e prima ancora quelle più conosciute sono quelle che si vanno trasformando. Nasce l’idea di questo progetto, MAST voluto dalla commissione europea che ha fatto un bando si chiama Cosme, al momento c’è una seconda richiesta, è aperta e si possono presentare le candidature per nuovi progetti. In tutta Europa ne sono stati presentati più di 60 ne sono stati scelti 8 tra cui il vostro. L’Italia ne ha presentati più di tutti è stata la prima per questo tipo di turismo. Progetti in Germania, spagna. Questi fondi servono per creare progetti pilota per le destinazioni. Come un luogo si trasforma e ospitare. La finalità di questo progetto che è stato immaginato e pensato da noi, tra università, network internazionali ha l’ambizione di rendere accessibili i siti Unesco, alcuni sono materiali, alcuni immateriali, alcuni naturalistici e altri culturali. Luoghi più attrattivi, che hanno un piano di gestione comune di questo patrimonio, per renderli accessibili o tutto il mondo e non solo al nostro paese. Il concetto è: dove è la differenza e la necessità? Coinvolgere la fondazione UNESCO che fa parte dell’Unesco, che collabora con noi, ma la cosa più difficile da realizzare e in questo chiedo l’aiuto di altre associazioni, è un progetto della commissione europea non sono fondi da spendere ma fondi che servono per realizzare un progetto che sia sul mercato e che sia rivolto non alle istituzioni, alla collaborazione, a fare in modo che i i collaboratori privati offrano questi tipi di servizi. Questo è lo scopo, perché l’operatore privato ha, come il tour operator, ancora non hanno compreso che in questo segmento c’è mercato, che c’è una grande attrazione, una grande potenzialità e che in realtà devono imparare a offrire. Come si diceva questa mattina, l’unico problema è un gup di conoscenza, formazione e informazione, il turismo è tutto lì. Sì, sono le infrastrutture, ma senza l’umanità il turismo umano, complimenti alla presentazione dell’accoglienza nel bed and breakfast senza le persone che sanno accogliere non riusciamo a fare tanto, non dobbiamo creare solo pacchetti turistici o mettere una pedana quindi passa da una formazione, tanto che i funzionari della commissione europea hanno detto che ci vuole più formazione. La guida turistica, sì, dobbiamo formarla ma deve essere una persona che ha delle disabilità a fare la guida turistica, l’accompagnatore deve essere lui. All’interno del settore devono entrare a fare parte delle nuove professioni e professionalità che sono rappresentate da chi conosce il problema e non deve solo spiegarlo. Abbiamo bisogno di operatori del turismo di questo tipo di turismo accessibile che non abbiamo ancora in Italia o ne abbiamo pochi rispetto a quanto potremo averne. L’idea è di creare dei progetti sperimentali nei siti dell’UNESCO in sicilia ne abbiamo sette. Certo è ambizioso il progetto, abbiamo due aree vulcaniche con due vulcani attivi, l’Etna e lo Stromboli, andare sul vulcano e vederlo attivo è una esperienza incredibile. Gli attrattori è essere isola e i vulcani, il sito del barocco della val di Noto, della necropoli di Pantalica, della Valle dei Templi ma abbiamo anche altre candidature come Palermo arabo normanna… Non desidero fare pubblicità dell’isola però l’idea di parlare di turismo accessibile nelle isole in luoghi più facili da un punto di vista di collaborazione anche da un punto di vista delle isole anche perché esiste una comunità accogliente, questo aiuta a vedere come si può vivere in una isola, quindi non fare il turista, parola che speriamo di non usare più, ma dire ospite o residente temporaneo gente che sta sul territorio e sperimentarlo nelle isole, piccoli contesti e fare in modo che questi si possano espandere anche in altri territori. Nell’Unione europea abbiamo più di tremila isole, questo potrebbe essere una sperimentazione. I partner sono tour operatore, non ci sono partner pubblici se non la fondazione UNESCO. C’è il centro servizi di volontariato di Palermo la associazione angolo giro che insieme a noi ha ideato questo progetto, una società di marketing e una società di comunicazione. Abbiamo la figura di un coordinatore con l’idea che fare un piano che possa essere replicabile. Cosa si fa nelle azioni di marketing: si fa un piano, una formazione, un progetto aperto, non è un progetto in cui la cifra deve essere spesa e rendicontata, questo a noi non interessa ma interessa che sia un progetto pilota efficace, che funzioni e non solo sulla carta. Il marketing plan è un modo per rendere fattibile un progetto l’UNESCO lo inserirà nel portale per dare diffusione, tutti lo testeranno, tutte le persone che vogliono aderire a questo programma e a farlo in Sicilia. Successivamente se il prodotto funziona la possibilità di espanderlo e proporlo in altri paesi dell’Unione europea attraverso un nuovo network che vorremmo chiamare Unesco senza barriere tenendo conto che hanno una capacità molto forte, hanno un piano funzionale, devono creare questa collaborazione soprattutto saremo un progetto pilota soprattutto per quelli dell’Unione europea. L’ambizione è che questa modalità possa diventare autonoma dando o la possibilità del viaggio un po’ in autonomia o comunque in piccoli gruppi o in particolare realtà. Il portale verrà creato insieme all’Unesco per la Sicilia con la possibilità di un concierge online, un soggetto diverso che ha già fatto il viaggio o un operatore turistico che consiglia non un po’ di tecnologia e poi la fase del training cioè il discutere e formare gli altri. Questo è il progetto di cui capofila è questa società che ha la responsabilità di realizzarlo ma il coinvolgimento degli altri 8 progetti vogliamo lavorare insieme per vedere in che moto il lavoro può essere efficace. Ben vengano le collaborazioni. Io concludo facendo un appello a giovani, studenti, viaggiatori continui che intendano contribuire, dare una mano, testare il programma, il web se non siete disposti a spostarvi dando il vostro singolo contributo soprattutto alla fondazione Unesco che poi insieme al ministero degli esteri possa portarlo in sedi istituzionali come esempi piloti che si stanno dotando di un piano di gestione di un sistema che coinvolga tutti ne maniera più efficace. Il progetto ha bisogno di voi. Grazie. Abbiamo concluso la prima sezione, ringraziamo i relatori, Cristina Giovando e Giovanni Ruggeri. GIOVANDO: Un ringraziamento a Stefania Coni perché quella della app è una sua creatura. grazie ancora, chiamo per l’inizio della seconda sezione giovanni Ferrero che modererà questa seconda sessione. Iniziamo subito. Chiamo al tavolo Fabrizio Marta, Luca Battifora, Marco Pizzio, Antonella Ferrari e Elisabetta e Grasso. È un titolo che è fondamentale oggi, perché noi come consulta con Turismabile come è già stato detto è ormai dieci anni che lavoriamo sul turismo accessibile, molte volte la consulta si presentava alla strutture ricettive l’importanza dell’adeguamento, la fruibilità, l’accessibilità, e l’albergatore ci dava ascolto. Il mio sogno e qui in Piemonte sta succedendo grazie ai tour operatore. Durante la conferenza la conferenza stampa è stato dato il premio perché il mio sogno è che un domani non sia una associazione di disabili andare a parlare con le strutture ricettive con gli alberghi e i a i ristoranti per dire che c’è un turismo ma siamo gli stessi operatori e questo sta succedendo in Piemonte, si cerca di realizzare il pacchetto, perché i disabili fanno anche turismo? Questa sessione è proprio per capire se è ancora un fai da te o può diventare un business. Io cito delle cifre che Antonella Correra responsabile del turismo, oggi non è potuta venire perché ci sono una serie di eventi, un mese fa in un convegno ha detto che tramite da ricerca della commissione europea nel 2012 il mercato del turismo accessibile valeva 800 miliardi di euro, solo la messa a norma si otterrebbe un fatturato del 18% in più. Non attuare nessuna politica di miglioramento costa 420 miliardi di mancati guadagni. Dicono che è un business, introduco Marta, un blogger e turista con disabità, ma credo che si rifanno a lui per sapere dove andare in vacanza, ma non è un operatore io so, vivendo quotidianamente nell’ambiente che c’è: dove sei andato in vacanza? Se sei andato tu posso andare anche io. Io qui ho rappresentanti importanti di tour operator alcune volte su internet mi sono fatto la mia vacanza su internet sulla disabilità penso che sia diverso perché o è fai da te o diventa difficile. C’è bisogno di questa professionalità. Introduco fabrizio Marta, scrive da anni sul sito “Turisti per caso” ha un blog su Vaniti Fair MARTA: Alias Rotex, mi hanno sempre chiamato rotella, perché ne ho quattro sotto il sedere, lo abbiamo trasformato. Da parecchi anni ho una malattia che è molto più forte di quella che mi fa rotellare. Questa malattia non passa e diventa sempre più problematica più si inizia a viaggiare e peggio è e per cercare di guarire continuo a viaggiare e da lì è nata il mio blog. Lo scopo è quello di raccontare il viaggio dal punto di vista del rotellato e andare alla ricerca di persone che vivono una diversità che può essere quella della disabilità o anche altre ma che hanno la prospettiva di vivere in maniera normale. Da lì è nato il blog di rotellando in cui racconto i miei viaggi, che sono diventati anche viaggi media ma lo scopo è raccontare un viaggio normale dal punto di vista rotellato. Certamente bisogna avere delle indicazioni, io ho sempre viaggiato prima di tutto se posso viaggio da solo e questo è uno dei grossi problemi nel senso che farlo da soli è complicato per via delle barriere e della morfologia del paese. Uno dei primi viaggi che ho fatto da solo perché avevo questa esigenza, sono stati gli Stati Uniti e mi si è aperto un mondo perché potevo prendere l’autobus e andare qui e là senza avere questa fissa se potevo andare o no, se c’era lo scalino, lì avevi la possibilità di prendere l’autobus il metrò e andare. Non è che gli Stati Uniti sia il paradiso, ma sicuramente ha delle agevolazioni e delle possibilità in più. Quando organizzo un viaggio io mi affido al web, in gran parte alle fotografie perché oramai uno ha l’occhio di come è strutturato un paese, non è più complicato trovare una struttura alberghiera accessibile, anche il bagno accessibile si trova, si mandano delle mail e si hanno le informazioni, il problema è uscire dall’albergo. Io so vado a Londra sono contento ma vorrei vederla, uscire prendere mezzi e camminare e allora si deve capire: lo puoi fare da solo? Accompagnato? Quanto lo puoi fare? Questo è complicato e nessuno te lo sa dire. La disabilità ha vari tipi di esigenze. Quel che può essere per me accessibile non lo può essere per chi usa la sedia a motore perché ha delle difficoltà a camminare può aggiustare in altra maniera. Gli operatori: anche in questo caso se sulle strutture alberghiere una mano te la sanno dare più in là non vanno, un po’ perché non è di loro competenza un po’ perché è complicato. L’anno scorso ho fatto un progetto per Costa Crociere, la nave è prevalentemente accessibile. Parto dal presupposto che chi viaggia deve adeguarsi quindi non si possono trovare dei luoghi completamente accessibili, non possiamo pretendere di trovare la situazione che abbiamo a casa, bisogna adattarsi, ma è anche il bello del turista o del viaggiatore perché devi rivedere le tue esigenze, questo vale anche per il mondo della disabilità perché a volte siamo un po’ viziati e pretendiamo standard che non sempre si possono avere. Quando andiamo in un luogo ci devono essere degli elementi che sono fondamentali, come i bagni, sapere bene o male quello che andiamo a trovare. Quando ho fatto la crociera la nave per il 90% è accessibili, ma bisogna scendere prendere un mezzo, io ho fatto la Grecia, quindi luoghi non molto accessibili, il problema è trovare un pulmino, io potevo anche avere una macchina ma è complicato, molto spesso ci sono situazioni che sono paradossali. Costa mi aveva messo a disposizione un viaggio in cui si doveva raccontare la accessibilità mi ha messo a disposizione un bellissimo furgone ma per salire ci voleva un elicottero per alzare. Erano setto otto posti ma a me bastava uno. A volte non si va oltre, ma questo è guardare l’individuo. Quando si parla di accoglienza è cercare di vedere chi sta arrivando, le esigenze e capire come si può modificare. Mi è capitato di andare in un albergo, il grande hotel di Rimini, cinque stelle, ma non è accessibile, mi hanno dato una suite con il bagno con una vasca, non aveva i maniglioni, me l’hanno cambiata e nella stanza non c’erano i maniglioni, c’era ho seggiolino. Non potevo usufruirne, una sedia di plastica, però è l’attenzione, è rivedere le prospettive che abbiamo. Certo non è semplice, io la mia condizione la conosco e so di cosa ho bisogno chi vive una condizione differente deve capire i meccanismi. Questa è una cosa che dobbiamo imparare a fare noi che abbiamo un determinato problema, dobbiamo cercare di spiegare quali sono le nostre esigenze, quali sono le nostre possibilità perché ognuno di noi ha possibilità differenti e mettere al proprio agio anche la persona che ci accompagna o ci conosce in quel momento, non si nasce imparati, a me capiti quando conosco persone nuove, si esce a cena, e poi si dice che nella pizzeria dove abbiamo prenotato dove ci sono gli scalini. Poi ti dicono adesso ho capito cosa vuole dire andare in giro con una carrozzina, questa è educazione e senso civico, quindi cercare di agevolare o vedere cosa vuole dire essere diversi. Per diversità parlo non solo di disabilità ma della diversità che ognuno di noi ha, perché è ampio lo spettro di azione, è molto complesso. Il progetto di rotellando è raccontare i viaggi che faccio attraverso il turismo dando questa prospettiva, sul blog non entro mai in descrizioni particolareggiate, cerco di viaggiare e di muovermi, cerco di vivere una vita normale, ho la viaggite ma potevo avere una altra passione, il discorso del viaggiare è cercare di utilizzare una mia passione e viverla. Tra l’altro sono riuscito a trasformare questa mia disabilità in quello che volevo fare, viaggiare, sono privilegiato, se non ero in carrozzino non potevo viaggiare o non potevo farlo in questo modo raccontandolo. Rotellando cerca di fare questo raccontare il viaggio dal punto di vista fotografico, stanno scorrendo delle fotografie perché credo nelle immagini. Uno guarda le fotografie e poi mentre legge un racconto dice: c’è lo scalino, la pendenza, ti fai una domanda che viene spontanea, cercare di renderlo normale. Io credo molto nella normalità della diversità, quando uno riesce a esprimere la propria diversità in maniera normale credo che sia uno degli atteggiamenti migliori per vincerla, altrimenti rimane sempre questi due blocchi, la tua diversità e l’altra persona che non riesce molto a muoversi. Il progetto è quello di sensibilizzare alla normalità e non spaventarsi. Capita quando guido, quando carico e scarico la carrozzina vedi le persone che cercano di aiutarti, perché se aiuti ti senti di proprio, ma non lo fai hai i sensi di colpa, c’è sempre questo blocco, un po’ di normalità alla fine è arrivare. Il mondo non sarà mai totalmente accessibile per fortuna anche, perché non sarebbe bello avere dei luoghi con scivoli o elevatori dappertutto, si può arrivare e dove si può arrivare. Ci sono delle cose che lo devono essere, le strade e i mezzi di trasporto, quelle devono essere accessibili per tutti, io devo essere libero di andare dappertutto quando ho voglia soprattutto non accompagnato perché soprattutto nel mondo normale c’è sempre questa cosa di dire: tanto sei accompagnato. Fanno gli scivoli a fatte elevati: tanto poi sei accompagnati. Voglio andare da solo se mi voglio svegliare alle 4 e 30 del mattino voglio andare da solo. Le barriere architettoniche è imprigionare le persone e non avere la libertà di fare muovere tutte le persone. Se uno vuole andare ai tremila si fa accompagnare. Non mi piace per carattere non mi piace essere aiutato, tendo a non farmi aiutare, per alcuni luoghi ti devi fare aiutare altrimenti non puoi andare. Nel 2015 è una pretesa avere luoghi accessibili per tutti. Il fatto che ne stiamo ancora parlando non è proprio così bello perché vuole dire che tanto c’è da fare. Forse quando non faremo più convegni sulla accessibilità saremo riusciti ad arrivare dove volevamo arrivare. Credo che il tempo stringe. Hai detto bene, il credo che il turista con disabilità quando vuole fare un viaggio è come se facesse un compromesso tra lui e il territorio, non pretende l’accessibilità al 100% ecco perché dobbiamo fare i convegni da dieci anni stiamo scoprendo posti accessibili ma non comunicata. Gli elementi ci sono per formare la filiera il problema è che forse non la si comunica. Io mi accorgo spesso e volentieri che ci sono luoghi itinerari resi accessibili e non lo sai perché si tende spesso attraverso i fondi a rendere accessibili dei luoghi, fatto il lavoro però poi non comunicarlo. Questa è l’altra parte di rotellando, comunicare i luoghi perché viviamo in un mondo di comunicazione ma devo saperlo, sono di ritorno da un tour nelle langhe e non sapevo che le cantine visitate totalmente accessibili. Ti ritrovi in una situazione in cui dici: potevo andarci prima. Ho fatto un rotellando in Svizzera e ho scoperto che se io partivo da casa mia da solo sono arrivato al ghiacciaio di alec 3 mila metri accessibili, arrivi prendi la funivia, c’è la pedata e vedi il ghiacciaio. Sulla comunicazione per annunciare l’altro oratore, Marco Pizzio, lui è stato un tour operator era specializzato a promuovere l’Italia negli Stati Uniti, parlando di questo negli Stati Uniti si lavori in altra maniera, la comunicazione sia fondamentale, mi dicono amici che per loro è normale le varie accessibilità. Prego. PIZZI: Buongiorno a tutti, sono Marco Pizzi, oggi sono qui con l’associazione della sclerosi multipla al cui interno si è avuto l’obiettivo di inclusione sociale e con il quale è partito il progetto di turismo accessibile e l’altro è ENAT che si occupa di accessibilità a tutto tondo. L’accessibilità in altri paesi è vista in maniera diversa rispetto all’Italia, negli Stati Uniti in particolare dove vi è una cultura normale rispetto ai temi dell’accessibilità, si in pullman da tanti anni ma soprattutto è l’approccio mentale. Come AISM abbiamo una struttura accessibile, teniamo molto al concetto di turismo per tutti, la struttura deve essere accessibile ma non deve essere un posto dove le persone sono relegate. Il concetto di turismo accessibile deve essere veramente allargato a tutti. Lo diciamo questa mattina, il concetto legato alla ristorazione, le persone che soffrono di celiachia, le persone che hanno esigenze particolari diverse, io ho una bambina piccola di 15 mesi ogni volta le problematiche che incontriamo sono simili con una gravità inferiore rispetto alle barriere con disabilità, anche barriere culturali, accessibilità nel ristorante, noi abbiamo un ristorante che è rientrato all’interno di uno studio della commissione europea. La cosa più importante è ascoltare, capire le esigenze dell’ospite e della persona che si ha di fronte. A volte si fanno tanti progetti, si punta a eliminare le barriere ma poi le persone che accolgono l’ospite non sono preparate a capire le esigenze. Per questo parlavamo prima di informare, di capire il cliente ospite cosa richiede all’interno delle proprie esigenze specifiche. Venendo alla disabilità nel nostro hotel ti persone che sono venute e si sono trovate male. Cosa è importante nel turismo accessibile? Si parla del problema dell’albergo della camera o del bagno accessibile, è una parte della problematica, il problema rientra in tutta la catena, si parte dall’informazione, la persona nella catena legata al turismo che può turismo accessibile ma anche tradizionale, deve prendere una decisione, se una persona ha turismo accessibile deve avere delle informazioni, per cui se noi vogliamo rendere la nostra struttura accessibile dobbiamo fare in modo che questa informazione sia chiara per chi viene nella nostra struttura. Si va poi sul territorio dove salgono i problemi, legati ai trasporti, accessibilità negli alberghi altre nelle strutture. Ma il concetto di turismo è anche esperienza, chi è che parta da una altra parta del mondo per venire nel nostro paese per stare in un albergo accessibile? No, è l’esperienza la persona con bisogni specifici deve avere la possibilità di muoversi, in modo libero, vivere il territorio, cioè creare itinerari accessibili, dove gli alberghi abbiano camere accessibili dove vi sia la cultura e la formazione atta a capire le esigenze della persona. La catena prosegue anche al ritorno quando torna a casa perché trasmette il gradiente di accessibilità percepito. Ci sono altri aspetti legati anche i numeri che si stanno sviluppando in futuro. Turismo accessibile a chi? Individualità è essenziale. Si spendono risorse pubbliche per scrivere dei tomi in cui si scrivono i criteri di accessibilità per venire incontro alle esigenze di tutti, ma è impossibile farlo, non si riuscirà mai l’ingrediente ottimale di ciò il singolo individuo ha bisogno ci sono anche vari canali che possono essere utilizzati per raccogliere le informazioni. Nel concetto di Enat abbiamo sviluppato un sito che consiste nel creare un network di operatori ristoratori, tour operator e in base a stesso si sta iniziando a creare un contesto nel quale le persone le aziende le associazioni abbiano la possibilità di parlare tra loro, conoscersi e verificare sul territorio quali sono i gradienti utili a tutti. Rispetto agli obiettivi della accessibilità non dobbiamo mai dimenticare che ogni individuo ha le sue esigenze e come tale, è fondamentale, non riusciamo mai a capire le prospettive che portano avanti il discorso. Io faccio parte di una associazione, il motore che ha mosso le nostre attività è una ottica sociale, c’è un aspetto economico che abbiamo sottolineato, si parla spesso di un miliardo di persone al mondo che sono potenziali fruitori di turismo accessibile, parliamo di una tendenza di mercato che è quella che sta andando verso un allargamento del contenitore legato al turismo accessibile. Nel 1960 il 9% della popolazione italiana era over 65 nel 2000 era il 18% nel 2008 era il 20 nel 2040 arriveremo al 32, 6% in Europa circa il 28, 6% esuliamo gli ambiti economici che il governo italiano dovrà affrontare, ma questo vuole dire che ognuno di noi rientrerà in questo contesto e come o tale bisogna pensare al ritorno enorme. Al momento i numeri sono a volte contestualizzati in maniera diversa ma a livello europei ci sono 127 milioni di persone che rientrano nel turismo accessibile tra i più gravi a quelli più leggeri e anziani. Questo vuole dire un turismo accessibile che può generare un flusso economico solo in Europa pari a 166 miliardi di euro. Ben oltre tutte le prospettive che abbiamo visto fino adesso. È un potenziale enorme. Parlavamo di comunicazione e di elementi legati alla accessibilità. Ci sono tanti eventi, andando in giro anche all’estero, in Italia, non ce ne rendiamo conto ma siamo avanti, vi sono parecchi eventi, riusciamo a catalizzare finanziamenti legati all’Europa nel contesto del turismo accessibile ma non riusciamo spesso a comunicarli, l’approccio si divide in due fasi, l’organizzazione perché bisogna capire gli elementi per generare la destinazione turistica perché non si tratta di un singolo albergo o di un elemento della catena, è il contesto, la destinazione deve essere accessibile nella sua interezza e deve includere tutto. La comunicazione che è fondamentale perché se faccio un evento e non lo comunico è impossibile che poi se ne venga a conoscenza. È una tavola rotonda questa quindi ci sarà la possibilità di capire le esigenze, verificare le domande e capire come possiamo aiutare e spiegare un fenomeno che non è di nicchia ma è assolutamente importante nello sviluppo turistico di qualsiasi regione che voglia implementare tale contesto. Grazie. Grazie. Essendo una tavola rotonda possiamo aprire al pubblico. Sono anche arrivate delle domande. Darei la parola ad Antonella Ferrari, che è stata Presidente di G40, sei Presidente, è un network dal 2009 e attualmente sei dirigente. Il ruolo fondamentale siete voi che dovete distribuire i pacchetti, fate questo con le vostre agenzie e anche con i vostri operatori, c’è un legale. Io trovo che oggi sia fondamentale che nei vostri pacchetti ci siano pacchetti con itinerari accessibili. Gli elementi ci sono altrimenti non riesco a capire come un tour operator solo in Piemonte, nel senso che noi siamo Piemontesi, ci vantiamo, non c’è Venezia, Roma, ma il Piemonte si è dato molto da fare. C’è un tour operator che lavora molto, chi si avvicina al mondo della disabilità a un figlio o parente, io ho un padre. Chi si è mosso lo ha fatto perché sul mercato non c’era nessuno. Lavora molto all’estero, con i turisti stranieri e quindi c’è la possibilità. Della tua relazione che hai preparato vorrei capire con te cosa possono fare, voi come potete fare, essendo coi con Gattinoni mondo vacanze primo network in Italia, ho partecipato a convention e mi sono preparato. FERRARI: Vi ringrazio, se sono qui è perché ci interessa in assoluto l’argomento, non solo per il business ma perché c’è una convinzione etica da sposare e certamente soluzioni da dare per questo tipo di turismo che non è solo una nicchia. Con piacere ho notato durante tutta la mattinata i vari interventi e ho scoperto cose nuove, perché nessuno nasce imparato. Da Fabrizio ce ho avuto il piacere di conoscere ieri sera e nel vedere tutte le sue fotografie durante i viaggi, ho apprezzato – scusate il confronto diretto – la schiettezza, sei molto pratico, però volevo fare una considerazione. A questo tavolo ci sono persone e istituzioni e poi sentiremo parlare anche Luca che rappresenta il mondo del turismo a 360 gradi. È corretto dire che bisogna prestare più attenzione e formazione, quello che io chiedo adesso è la sinergia, è vero che trovi tante cose sul web ma ci sono tante realtà che si chiama Tiziana, Simona, che le ho le sento mia, ci sono in Sicilia, Sardegna, Toscana, devono essere scoperte o farsi scoprire, questo è un discorso che condivido è legato alla comunicazione tra noi, all’incentivazione tra questi progetti. Tornando a me, quindi Gattinoni mondo vacanze rappresentiamo un network, cosa è un network di agenzie di viaggi, lo trovate da Wikipedia, significa appartenere a una forma organizzativa che tramite la stipola con i tour operator ha varie finalità siglare contratti, convenzione con alberghi associazioni di categorie per dare al cliente finale il servizio migliore e migliore prezzo le agenzie affiliate a un network al contrario a quelle legate a un franchising lavorano in totale autonomia. Questo significa che io rappresento banalmente imprenditori sul territorio nazionale che stanno pagando le tasse innanzitutto, che non sono abusivi, tengo a ribadire questo concetto perché anche nell’ambito del turismo accessibile ci sono associazioni o comunque delle situazioni borderline, non si può fare, questa cosa va debellata. In tutto questo ragionamento posso dire che non siamo il primo network, a livello di numerico siamo il quarto e di fatturato il terzo, quindi siamo agenzie di qualità, ci abbiamo tenuto, io sono nel network da undici anni da cinque mi occupo di questo, sono un agente di viaggio evoluto perché poi ho imparato a capire quali sono le necessità di tutto il comparto turistico di tutta la filiera turistica. Non si tratta di trovare solo il ristorante giusto, l’albergo giusto a chi ha una disabilità quindi significa anche a 360 gradi capire che c’è tutto un comparto in Italia che consta di 9800 agenzie viaggio che causa crisi causa web sta perdendo forza io ne rappresento 680 sul territorio nazionale abbiamo firmato un accordo e ci impegniamo nel fare sistema. Queste agenzie rappresentano 80 persone che devono dare da mangiare a 80 mila famiglie quindi l’importanza dell’agenzia ha il suo ben perché. L’agenzia del mondo delle vacanze si sono strutturate per promuovere il turismo per convivere con un andicap. L’obiettivo è creare un’agenzia di viaggio presente col sul territorio nazionale preparati a fare la corretta consulenza su questa fascia di utenza, non vi sto mandando il messaggio che di queste agenzie tutte sono preparate, formate e tutte si sono attrezzare come Acchita, che è nel nostro gruppo per fare questo tipo di turismo, ma vi garantisco che ci sono eccellenze all’interno del nostro gruppo che sanno vendere bene e consigliare su tutto il prodotto Italia soprattutto per il discorso dell’incoming. Non significa seguire un cliente disabile fare una semplice segnalazione, un cliente vip che vuole una camera con il succo di ananas in frigorifero sempre fresco, significa veramente dare la maggiore rilevanza e opportuna assistenza a 360 gradi. Devo necessariamente sapere io che vendo questo tipo di prodotto e lo vendo tramite il tour operator sapere qualsiasi tipo di percorso nel caso di disabilità motoria debba fare il mio cliente e a cosa va incontro. L’agenzia di viaggi Gattinoni risiete online oltre che su app. Prevede il coinvolgimento attivo di del gruppo di lavoro misto includenti persone normodotate che con disabilità. Gattinoni mondo vacanze vuole essere la risposta di chi può aiutare anche tramite il supporto di tutti i tour operator che pronti e attenti ce ne sono, non li troviamo spesso sul web. Ribadisco, non solo alberghi, agriturismi ristoranti ma anche viaggi o l’esperienza della crociera nel mediterraneo o altri continenti. Io personalmente ho seguito un gruppo di persone che avevano una disabilità motoria, si sono recati a Madagascar è stata una esperienza incredibile perché in questa struttura sono assolutamente attrezzati in toto per dare qualsiasi tipo di assistenza è stata una esperienza che ci ha appagato appieno, per me che avevo organizzato il viaggio e per i miei clienti. Voglio rivedere le foto che ci ha fatto vedere Fabrizio, ciò invece consulente di viaggio dare forza a questo progetto e dire: ti riesco a proporre di andare in Cambogia. Dimmi dove vuoi andare che ti mando, perché voglio capire tutte le opportunità che ti possiamo dare, voglio un ritorno dal web a me. Quello che mi piace è non avere paura o timore perché la maggiore parte delle volte quando si reca in una agenzia di viaggio è o mamma e quindi cerca i posti più accessibili e quindi sono con categorie medio alte, al di là che di questo momento c’è crisi, quindi chi ha una disabilità non ha tutto questo denaro quindi vuole utilizzare strutture di due o tre stelle perché il cinque stelle sono capace di trovarlo, per cui non avere la paura. Quello che mi piace di te è che sei attiva, l’India può essere problematica, poi quello sta al turista, al viaggiatore, dire: voglio una situazione più agevole ma non avere la paura quando entra qualcuno dire: forse è meglio che vai in un altro posto perché è più sicuro, è bello sperimentare perché poi è due balle organizzare gli stessi tour quando c’è una persona con caratteristiche diverse è anche più stimolante. Due Gattinoni mondo vacanze sono qui davanti, fanno già questo tipo di lavoro. L’ultima cosa: le agenzie Gattinoni mondo vacanze promuovono l’incoming per incentivare il turismo che viene dall’estero, con uno speciale accordo siamo autorizzati alla vendita ti servizi e biglietti per ex po’. L’ultima slide è una frase che a me è piaciuta molto di Marcus è un disabile la disabilità non è una coraggiosa lotta o il coraggio di affrontare le disabilità è un arte è un modo ingegnoso di vivere e insieme potrà diventare un modo ingegnoso di vivere viaggiando. Aggiungo. Grazie. Sempre la tua solita energia, ogni tanto incontro i tuoi soci, quel giorno sono energetici in modo particolare è perché ti non u incontrata. Con questo accordo che abbiamo firmato spero che sarai il mio incubo. Elisabetta Grasso, direttrice del consorzio turistico Langhe Monferrato e Roero che da poco è stato riconosciuto patrimonio dell’UNESCO. Con Elisabetta ci conosciamo da quanto tempo. Sicuramente le agenzie di viaggio deve avere un prodotto, che deve avere degli elementi. Si sono scoperte delle cantine fantastiche, non ci sono finestre, c’è una lente che è posizionata fare vedere dei monumenti. Come mai poi questi posti molto esclusivi sono accessibili, quale è il problema di creare un prodotto nel territorio? GRASSO: Il nostro ruolo è sempre stato quello dal lontano 1992 di essere una risorsa importante per il territorio, essere vicini agli operatori del mondo del turismo, rappresentiamo gli alberghi, i ristoranti, osterie, trattorie caratteristiche tutto il mondo dei fornitori di escursioni e tour attività particolari che vadano incontro all’autenticità del nostro territorio perché è proprio grazie a questo e al rapporto umano che sono cresciute hanno ora avuto questo riconoscimento. Siamo negli uffici turistici insieme alla ATL e in un altro ufficio turistico, questo non solo per avere un ufficio in più ma per un messaggio diverso che vogliamo dare ai turisti, che è quello di non farli sentire dei numeri ma degli ospiti, amici che entrano a fare parte di un territorio. Il nostro valore è quello di essere vicino alle strutture aiutarle a crescere intraprendere nuove strade. Abbiamo ora 11 mila posti letti e ci sentiamo addosso la responsabilità di riuscire a fare in modo che questi operatori sopravvivano e i turisti ne parlino bene e vadano via soddisfatti del nostro servizio. Abbiamo visto in questo progetto del turismo accessibile a cui ci siamo avvicinato l’anno scorso una importante risorsa per lo sviluppo sociale ed economico delle nostre colline. Ci rendiamo conto forse perché siamo scrupolosi, di avere tutta una serie di aspetti in cui potremmo migliorarci, abbiamo un turismo di qualità abbiamo strutture di livello medio alto, nella maggiore parte sono piccole, a dimensione familiare, con una media di dieci, venti camere e poi altre strutture più piccole, hanno bisogno di fare con noi un percorso di crescita, devono imparare i bisogni e le aspettative di questa clientela accogliere persone con disabilità fisiche e sensoriali vuole dire attrezzarsi chi ha una disabilità temporaneo, le mamme con il passeggino, le persone anziane attrezzarci per permettere un accesso più semplice. Il nostro obiettivo è quello di aumentare l’attrattivi delle nostre strutture e del territorio e imparare a avere un approccio diverso, più sensoriale ed emozionale. Siamo abituati a presentare un territorio partendo dalle chiese, dai musei, magari offrendo una riflessione in più sui profumi, sui sapori e odori che il nostro territorio ha in maniera entusiasta è una emozione in più per tutti i nostri ospiti. Sotto l’aspetto delle opportunità è importante la diversificazione del prodotto altrimenti offriamo belle strutture ma che hanno un servizio di camera e colazione e quando cerco la struttura con gli animali per i bambini o quella che mi offre servizi particolari il nostro vuole è quello di accompagnare le strutture nella diversificazione anche per destagionalizzare e quindi avere ospiti in tutte le stagioni, riusiamo a farli arrivare ad mesi per potere offrire maggiori attenzione. Questo progetto che abbiamo portato avanti con la città di asti ha portato alla realizzazione di questo opuscolo che trovate al desk informativo siamo arrivati alla realizzazione di itinerari, perfezionati, sul sito vi sono i a dettagli sull’accessibilità. Abbiamo avuto modo di avere dei raffronti trovandole o partecipare a momenti di formazione. Questo è l’inizio di un percorso, abbiamo guide turistiche che hanno già predisposizioni relazionali e sono particolarmente sensibili a questi temi ma questa può essere un’occasione per selezionare delle nuove professionalità colgo l’occasione perché se in sala c’è qualcuno interessato a avere un percorso in questo senso potrà acquisire il patentino e svolgere questa attività in pieno titolo, perché l’accompagnatore è quello che ti fa vivere l’emozione della vacanza, se è una persona disabile molto meglio. In questo momento nel nostro territorio non le abbiamo o forse non sono entrate in contatto con noi. Sicuramente partiamo da una base molto importante, l’aspetto del calore e dell’accoglienza è quello che ci caratterizza, chi viene sul nostro territorio apprezza questo aspetto, è un turismo che ritorna, noi ci teniamo a dialogare, li facciamo accomodare offriamo un biscottino alle nocciole. Questo è quello che riteniamo che vada al di là di tutto il mondo del web al quale occorre guardare con attenzione ma questo valore umano il web non te lo dà quindi nonostante la difficoltà a rimanere vivo il territorio è cresciuto ed è arrivato ad avere questi consensi importanti per questo. Quando i turisti vengono e sono soddisfatti dicendo che la vacanza sulle nostre colline non se l’aspettavano e ne parleranno bene per noi è importante e riteniamo sia utile proseguire. Quando mi si dice quali sono le prospettive turistiche io proprio ieri ne ho sentita una. Struttura finita, tutto a posto, dettagli, arriva il vigile e dice: no, guarda che devi fare la camera per i disabili. Il problema ultime strutture è che c’è un po’ di confusione, perché ognuno dice la sua, la A.S.L., i tecnici del Comune e a volte diventa un ostacolo il fatto che abbiano le idee confuse su questo aspetto e soprattutto non si sentono preparati a accogliere questo ospite perché non conoscono i bisogni questo è un percorso di formazione che dobbiamo portare avanti. Siamo qui per iniziare questo ulteriore momento di approfondimento. La nostra è una zona a vocazione enogastronomica importante, ristoranti importanti, hanno una sensibilità legata alla intolleranza alimentare, c’è personale in grado visto che vanno a fare la spesa al mattino, di dire quali sono gli ingredienti assemblati nel piatto, molti hanno ingredienti per celiaci. Sotto l’aspetto degli itinerari turistici c’è molto da fare anche per la cartellonistica, linguaggio, crediamo molto in questo percorso, è importante che poi nel momento in cui vengono elaborati degli itinerari e pacchetti turistici è importante promuoverli, trovare canali giusti, associazioni e tour operator, ne abbiamo uno importante qui oggi, anche l’estero, perché viviamo con i turisti stranieri, capire lo sviluppo in termini promozionali. Sicuramente quello che non vogliamo fare è iniziare la promozione di un prodotto su cui non siamo preparati, noi ci teniamo particolarmente a non attirarci giudizi negativi perché non siamo pronti. Ci crediamo e siamo qui per questo. Grazie, l’ultima relazione è quella di Battifora che è Presidente di Astoi, dopo questa relazione che ho sentito vorrei chiedere a Luca cosa può fare Astoi per il turismo accessibile, credo che possa fare moltissimo e possa fare di più, anche perché se non siete voi a mettere voci sul turismo accessibile, perché ci sono gli elementi, in Piemonte c’è l’esempio, è vero che siamo fortunati ma in tutte le regioni ci sono e non c’è solo Rita, in tutto il territorio sono disponibili ad accogliere i villaggi turistici al 90% sono accessibili. BATTIFORA: Mi rendo conto che sarete stanchi la giornata è stata intensa. Nel tentativo di rispondere alla domanda che mi è stata posta faccio un ragionamento più ad ampio spettro. Da un lato c’è la triste consapevolezza che nel 2014 stiamo ancora parlando di queste cose, un paese moderno culturalmente evoluto dovrebbe avere già superato tematiche di questa natura come in parte è già avvenuto negli Stati Uniti. Dall’altro la consapevolezza che mi dà forza perché c’è un cambiamento in atto, evidentemente c’è una presa di coscienza del tempo che abbiamo perso, di quanto non è stato fatto in passato, eventi come questo e ci tenevo a essere presente e raccolto l’invito, eventi come questo lo testimoniano. Credo che tutto passi in primis attraverso una semplice questione di cultura, etica, civica e imprenditoriale quando parliamo di turismo accessibile per me è già superato il termine, è segmento di mercato ha delle esigenze come altre, quindi mi gli operatori se voglio seguire questo segmento devono essere in grado di farlo. I tuttologi non hanno più grande appeal in ogni comparto c’è la specializzazione che deve andare di pari passo con la fattibilità imprenditoriale. Sicuramente questo cambiamento cui ho fatto cenno la cosa importante è che sta avvenendo dal basso, cioè da chi lavora sul territorio, l’aeroporto, la fondazione, il consumatore, è un motore che spinge verso l’alto l’evoluzione del cambiamento, anche perché come ha sottolineato l’ex assessore ed eurodeputato dottore Cirio essere aspettiamo che venga dall’alto campa cavallo, peraltro se non lo decide lui che ci deve essere un Ministero per il turismo non lo possiamo fare noi che lo chiediamo da anni. È imbarazzante confrontarsi con colleghi di paesi che non hanno un decimo dei beni che abbiamo noi e vedere quello che riservano. Oggi c’è una delega al ministro dei beni culturali ma se si va al ministero il turismo è un enclave. Un paese in cui l’85% del patrimonio mondiale è nel nostro paese. Accessibilità è anche fare la salerno reggio calabria e prendere un treno da Milano a Genova, è stata una impresa. Abbiamo tanto da fare. La sintesi che si necessità è tra pubblico e privato, perché l’imprenditore deve avere la capacità di guardare oltre ma deve avere la fattibilità, se una cosa costa troppo farlo ne faccio un’altra l’imprenditore fa di mestiere. Se poi riesce a coniugare etica e business e la sintesi migliore però non può prescindere da investimenti strutturali. Piuttosto che se comunque fornire una serie di servizi mi costa il 35% in più di quelli che servizi, per mie esperienze ho seguito per lungo periodo l’operatore con maggiori fatturati per diversamente abili in Italia, che si faceva per uno spirito dell’imprenditore, li si rompe la macchina dell’imprenditoria, su questo ci deve essere una volontà dell’imprenditore che lavora nel settore ma credo che sia avvenendo come avviene in tutta la filiera che può comporre un servizio turistico ma ci deve essere una visione di insieme e sistemica che non può prescindere dal pubblico e dalla istituzione. L’obiettivo deve essere quello che ci rivedremo qui il prossimo anno a parlare di programmazione, idee e sviluppo, perché è un segmento del mercato che deve essere a pari dignità, non ne vedo la ragione perché non debba essere tale e soprattutto deve affrontare tutte le complessità che comporta andare in giro per il mondo. Al di là dei villaggi o crociere o al di là di che è nel paese Italia che è anche una bella impresa, al Piemonte chapeau su questo complimenti a voi che state lavorando ma non è così in tutta Italia, ma se andiamo in paesi dove c’è ancora un percorso di crescita in termini di attenzione, servizi, infrastrutture, strade, pullman a volte in alcuni paesi del mondo i a i mezzi sono quelli che sono, ha citato prima Antonella Madagascar, Zanzibar per tanti anni ha avuto un pullman che trasportava i clienti e se si rompeva si dovevano trovare delle macchine il tabellone dell’aeroporto era una Lavagna con il gesso con scritto chi arrivava e chi partiva. Questo non deve essere il dito dietro al quale ci nascondiamo per non vetere quello che è fattibile. Sono a disposizione se ci sono delle domande, ringrazio tutti voi per l’attenzione. Chiedo un minuto perché abbiamo Fabrizio marti che va via e non si ferma. Io ho citato la conferenza stampa del 28 novembre, abbiamo premiato Achita tour, c’è un premio che non abbiamo fatto in tempo a consegnare, approfitto perché è arrivata l’Assessore Paola Casagrande che consegnerà il premio a Rotex. CASAGRANDE: Per saper raccontare con passione, ironia e senso critico le avventure e le disavventure di un viaggiatore in carrozzini regalandoci nuovi sguardi e moderni punti di vista sulle destinazioni e popolazioni del mondo. MARTI: Grazie mille. Oggi è la giornata internazionale della disabilità e molte volte mi viene detto: pensi solo a andare in giro e lavorare mai. In questo momento storico il turismo, viaggiare quando vengono fatti dei tagli sui servizi sociali, l’andare in giro viene visto come una cosa superflua, c’è altro da fare. È vero perché ci sono delle esigenze che devono essere riempite ma viaggiare e muoversi vuole dire essere liberi e quindi la possibilità di vedere nuovi mondi, confrontarsi con altre cose è libertà, è vero che viaggiare può essere superfluo ma è anche vero se ci togliamo il piacere di fare quello che vogliamo e spendere i soldi in maniera libera credo che sia una grossa opportunità che dobbiamo darci in un momento come questo che ci sono delle esigenze diverse. Vi ringrazio per il premio che non merito perché faccio una cosa che mi piace. È bello essere premiati per qualcosa. Grazie, ci ritroviamo qui alle tre meno un quarto. Grazie. SESSIONE POMERIDIANA CONVEGNO NAZIONALE TURISMO ACCOGLIENZA IN TUTTO E PER TUTTI 2.0 Sono Paola Casagrande tra qualche giorno direttore turismo cultura e sport per adesso direttore formazione lavoro della regione. Questo pomeriggio presentiamo l’interazione tra due realtà che hanno deciso qualche tempo fa di lavorare insieme di trovare delle modalità innovative per comunicare le pari opportunità. Era stato dato un input da parte del giunta di trovare modalità che non fossero le stesse per ragionare sulle pari opportunità e i territori potessero lavorare su questi testimoni e esprimere idee innovative, progetti coinvolgendo il territorio. In particolare si è scelto di lavorare sul turismo accessibile e su questa parte con dei fondi del fondo sociale europeo 20072013 sono stati stanziati un milione di euro che sono stati messi a bando. Oggi abbiamo i risultati, i progetti che sono stati risultati vincitori di questo bando, che ci racconteranno quello che hanno ideato e realizzato soprattutto sui loro territori, proprio per fare in modo che ciascuno di loro possa conoscere cosa altri hanno fatto, in modo da contaminare tutte queste idee, questi progetti e darci nuovi spunti e opportunità per continuare su questo lavoro. Questo bando era aperto a soggetti pubblici e soggetti privati del settore turistico. C’era la possibilità per imprese, associazioni di categorie università dipartimenti associazioni di imprese e tante altre, era stato fatto ampio per cercare di selezionare il meglio e soprattutto anche per invitare i soggetti a lavorare insieme. Questo credo che sia avvenuto molto bene sui territori e siamo contenti dell’esperienza fatta. L’altro elemento fondamentale di questo bando, anche perché ricordiamo che le risorse derivavano dal POR FSE era per permette lo sviluppo turistico, quindi riguardava persone che già lavoravano, gli occupati e i disoccupati proprio perché l’intento di queste risorse è sempre lavorare per un ulteriore occupazione delle persone per fare in modo che più persone abbiano almeno migliorino la loro occupabilità, perché l’occupazione è più complicata, per dare a più persone strumenti che permettano di trovare su facilmente una occupazione. L’insieme di questi progetti era mirato a queste attività. Io non vi ruberei altro tempo, credo che più che le mie parole sia importante vedere i progetti e sentire quello che è stato realizzato, credo che sia un bel variegato di possibilità di soggetti e di attività. Lascerei la parola a loro che hanno gestito questi progetti per raccontarceli e farci conoscere quello che hanno realizzato. BADRIOTTO: Ho aiutato le aziende a capire le tecnologie e come muoversi, è importante capire come muoversi in senso di mercato. Partirei con i i nostri pratici, Mario Poma, direttore del gruppo di azioni locali delle valli di Lanzo Ceronda e casternone. POMA: Intanto una presentazione veloce del progetto. Ha visto cinque soggetti coinvolti la consulta, il gal Vallo di Lanzo, ISIT Federalberghi la descrizione la trovate in questa brochure che riassume tutti i risultati del progetto, una guida utile per ripercorrere tutto quello che è stato fatto. Questo progetto parte da Turismabile, un progetto avviato nel 2007 gestito dalla consulta per persone in difficoltà, aveva degli obiettivi molto precisi sui temi della accessibilità. Quello che questo progetto ha voluto fare è approfondire queste tematiche, costruire un pacchetto accessibile, ci sono una serie di componenti, mangiare, dormire accompagnamento e altro, ma se parliamo di pacchetti dobbiamo fare attenzione alle esigenze del turista con disabilità, quindi lavorare molto sul concetto di accessibilità delle strutture e capire fino in fondo un turista quando viene che tipo di esigenze ha. Partendo dal presupposto che l’accessibilità turistica deve essere progettata e comunicata in modo corretto, il progetto si è rivolto agli operatori turistici, divisi in due gruppi, gli operatori della ricettività e un altro gruppo costituito dai tour operator. La prima fase del progetto si è articolata in diversi momenti di formazione sul tema del turismo accessibile, sull’aumentare il bagaglio di competenze su queste tematiche perché c’è bisogno di fare un grosso lavoro sia a livello generale che sul territorio che rappresento, le valli di Lanzo. Prima fase: sensibilizzazione operatori turistici. Sono stati organizzati due incontri importanti due ore di sensibilizzazione che hanno visto un centinaio di partecipanti, è stato fatto a Lanzo torinese, capoluogo delle valli di Lanzo e poi un incontro importante a a Torino. Primo incontro su queste tematiche relative alla accoglienza per tutti e poi la possibilità di consolidare gli spunti e le nozioni apprese attraverso un corso a distanza. Anche qui ci sono stati 60 iscritti, quindi c’è stato un buon prosieguo. Secondo seminario: ideare commercializzare proposte commerciali turistiche dedicato agli operatori. Il seminario è stato ideato per trasmettere conoscenze e competenze specifiche che servono per costruire pacchetti turistici per tutti. C’è stato un intervento molto importante della consulta degli esperti e di ISIT su approfondimenti di tematiche molto tecniche. Nove tour operator coinvolti siamo soddisfatti c’è stata una partecipazione importante. Un seminario intenso di 32 ore che ha visto sia lezioni di approfondimento, quindi su questioni tecniche legate alla accessibilità fruibilità, accoglienza capire le esigenze di un turista con disabilità. Non solo lezione classica ma anche un momento confronto e di scambio di opinioni e conoscenze. Qual è il risultato di questo lavoro? La creazione di un modello per le creazioni di pacchetti accessibili, il primo risultato lo trovate nella cartellina, ci sono tutta una serie di indicazioni e linee guida che chi vuole progettare un pacchetto turistico accessibile è bene e utile che legga e consulti, perché qui ci sono delle indicazioni e spunti importanti. Il primo passaggio per avvicinarsi alla costruzione di un pacchetto turistico, noi la chiamiamo la cassetta degli attrezzi, che può essere implementata con più conoscenza, maggiore approfondimento, questo è già un strumento di base che può essere utilizzato da tutti i tour operator, chi vuole lavorare nelle proposte di soluzioni di soggiorno per tutti. Seconda fase del progetto: qui ci siamo rivolti a un corso per persone occupate e inoccupate laureate in discipline turistiche, l’obiettivo era quello di integrare le competenze acquisite con nozioni specifiche sul turismo per tutti. 17 neolaureati hanno partecipato molti sono qui, mi fa piacere che ci siano, un corso intenso, 120 ore di formazione da maggio a giugno 2014, 80 di lezione teorica su tematiche che all’università non si trattano, questo è stato il valore aggiunto, e 40 ore di esperienza pratica nelle valli di Lanzo. 17 nostri giovani sono stati per due giorni sul territorio, hanno girato in lungo e in largo, hanno conosciuto le strutture ricettive, sono andati a visitare caseifici, attrezzature sportive, hanno visto tutti quegli elementi che servono per costruire un pacchetto turistico accessibile. Faccio una piccola premessa ancora, perché le valli di Lanzo? Perché a partire dal 2009 ha iniziato a lavorare sul turismo accessibile con l’aiuto della consulta, sul nostro territorio su 24 strutture alberghiere due erano parzialmente accessibili, oggi abbiamo 17 strutture, vedo qualche imprenditore in sala e mi fa piacere, abbiamo lavorato sulla formazione e su costruire servizi accessibili a tutti, i giovani non sono stati catapultati a caso ma sono arrivati su un territorio che un minimo si era strutturato per riuscire a costruire delle proposte di soggiorno per tutti. Terminato la education di due giorni i partecipanti sono andati presso i tour operator che avevano partecipato alla prima fase e lì due giorni di intenso lavoro per costruire pacchetti turistici accessibili. Sono stati divisi in cinque gruppi, ogni gruppo dovevano costruire dei pacchetti parzialmente accessibili e anche completamente accessibili da persone con difficoltà. Ogni pacchetto è completo da locandina, programma e di scheda tecnica sulla accessibilità. Qui li vedete alleghi e sorridenti, siamo davanti a uno stabilimento, questa visita al territorio ha fatto capire che qualche imprenditore restio si sia interessato a quello che stavamo facendo. Qui possiamo vedere, faccio una breve carrellata ma ci tengo a nominarli perché hanno fatto un lavoro interessante e sappiate che già degli operatori di valle di Lanzo questi pacchetti li stanno utilizzando, in parte, perché vanno migliorati. Con il tour operatore, con l’Achita tour tre pacchetti sempre con l’Achita tour altri tre pacchetti… Con turismo Torino e provincia che ha partecipato a tutte le fasi del progetto tre pacchetti… Con linea verde sempre tre pacchetti. E altri tre pacchetti se con Achita tour. Tutti questi pacchetti li trovate non con le schede tecniche approfondite ma con i contenuti di massima, all’interno del modello per la creazione di pacchetti turistici accessibili. Risultato di questo progetto: una bella guida sintetica che dà indicazioni per lavorare su questo tema in maniera approfondita. Io che rappresento il settore turistico della valle di Lanzo 18 pacchetti turistici interessanti da approfondire e valutare e anche la soddisfazione di avere visto dei giovani crescere su queste tematiche, hanno veramente lavorato intensamente e io ne approfitterei per fare un applauso perché sono stati veramente bravi. Vorrei farvi solo vedere un video della durata di due minuti che propone un servizio di accompagnamento in montagna, è nato in due anni, non esisteva, mette insieme operatori diversi, esperti di turismo, ho piacere di farvi vedere questo servizio che è già attivo nelle valli di Lanzo e che anche i ragazzi hanno potuto vedere perché qualcuno di loro ci è salito. Grazie. Volevo solo aggiungere un risultato che forse loro non conoscono ma di fatto hanno ottenuto con questo progetto, le valli di Lanzo stanno concorrendo su un progetto nazionale delle aree interne e si svilupperà nei prossimi anni con un finanziamento complesso tra fondi strutturali e fondi statali destinato a alcune aree. Nel fare questo progetto loro hanno citato, hanno evidenziato questa attività che era stata fatta sul turismo accessibile. Quando è venuto Barca e 15 ministeriali dei vari ministeri dall’istruzione alla sanità, ai trasporti sul territorio perché è un progetto dove il Ministero vuole vedere sul territorio quello che è stato fatto prima di decidere l’area che avrà questi finanziamenti, questo aspetto di puntare sul turismo accessibile è piaciuto moltissimo e quindi una grande possibilità l’avete avuta, vedremo, sicuramente è stato un elemento molto considerato. CERRATO: Buongiorno a tutti, io vi presento il progetto verso una città etica. Parlarvi di cosa stiamo facendo ad asti ci vorrebbe un intero convegno di approfondimento per esaminare i vari aspetti che stiamo affrontando. Sicuramente grazie al progetto della Regione Piemonte alcuni di queste iniziative che stiamo sviluppando sul territorio da adesso in poi saranno visibili a una platea sicuramente ampia. Il nostro progetto l’abbiamo chiamato verso una città etica, nasce nel 2006 con un nome preciso, albergo etico, sono i ragazzi che vedete in sala vestiti di arancione ai quali chiederei di alzarsi e per i quali chiederei un applauso. Il Piemonte e non solo sta imparando a conoscere e a riconoscere i ragazzi per tutte le attività che stanno facendo non solo Asti, sono identificati con ristoranti e alcune attività. Poco per volta in tutta Italia stanno portando la loro esperienza e quella dell’associazione albergo etico per cercare di fare cultura del turismo, prima ancora di cultura del turismo e cultura del turismo per gli imprenditori perché se non partano da questi ultimi i nostri pacchetti non saranno mai vendibili. Al primo punto dobbiamo mettere la formazione e la cultura della classe imprenditoriale del settore del turismo. Vediamo al progetto, si chiama verso una città etica. L’obiettivo è stato chiaro, fare crescere il settore del turismo, quando abbiamo iniziato eravamo in fase di candidatura per avere il rinascimento dell’UNESCO arriviamo adesso con questo riconoscimento ottenuto a giugno 2014 e con le prime ricadute turistiche positive che poco per volta iniziano a vedersi. Le linee del progetto erano due, turismo molto legato al progetto Turismabile e poi l’inclusività lavorativa con persone con disabilità, formarli e fare sì che entrino nel sistema economico del territorio, quindi i ragazzi che lavorano nelle strutture e nei servizi collegati al turismo. Quattro erano gli obiettivi da raggiungere del progetto: raccontare l’esperienza creare cultura tra operatori turistici, fornire strumenti concreti e formare nuove professionalità. I partner del progetto capofila il Comune di asta, altri partner l’associazione albergo etico l’la consulta per le persone in difficoltà e la parte imprenditoriale, quindi il consorzio. Le azioni, le avevamo elencate, scendiamo nel dettaglio. Raccontare le esperienze, il primo prodotto che questo progetto ha dato, la possibilità di vedersi concretizzato è questo libro, lo possiamo distribuire dopo, abbiamo alcune copie, l’abbiamo appena ritirato dalla tipografia, per noi è un onore presentare oggi questo prodotto, si tratta dall’esperienza di sette anni di albergo etico, che nasce da una esperienza specifica, permettere a un ragazzo in sala, Nicolò Vallese di terminare il piano di studi della scuola alberghiera. Altro protagonista Antonio De Benedetto, in sala con noi, è uno chef è un ristorante dove Nicolò Vallese inizia a fare questo stage, Nicolò è un ragazzo affetto di sindrome di down , in pochi mesi inizia a lavorare in cucina grazie alla supervisione di Antonio De Benedetto poi viene mandato in sala a prendere le comande, dopo pochi mesi inizia a prendere le comande nel dehors, passano pochi mesi e fa uno stage in Valtellina, pochi mesi dopo ha le chiavi del ristorante e ora è stato assunto. Questo è stato un percorso molto lungo perché non parte da psicologi, non parte da medici, ma parte da professionisti, da chi si occupa di turismo, comunicazione, architettura un approccio diverso a quello che chiamiamo un problema ma adesso chiamiamo una risorsa, un valore aggiunto per il nostro territorio. Da allora sono nate collaborazioni con la scuola alberghiera di asti che ha creato una serie di corsi per i i ragazzi. Sono circa 70 i ragazzi attualmente in formazione e che l’hanno già fatta, diversi hanno trovato lavoro, non c’è solo un ristorante, c’è una gelateria una macelleria. Questa mattina abbiamo visto che il 2015 sarà un anno pieno di eventi la sfida è di aprire l’albergo etico, in questi giorni stiamo facendo una serie di sopralluogo aprire questa porta ora sembra una realtà. Lanciamo già al CPD se il prossimo anno sarà aperto invitiamo a tenere la giornata di disabilità ad Asti. Il CPD con il progetto Turismabile è stato fondamentale, per questo grazie perché attraverso le best practice e i principi di Turismabile abbiamo permesso di rendere vendibile come proposta turistica la nostra avventura che ora sta diventando una realtà imprenditoriale a tutti gli effetti. Turismabile ha permesso di lavorare anche ad itinerari turistici. Albergo etico sarà uno dei protagonisti a padiglione Italia ad Expò 2015 è stato scelto per realizzare uno dei video e verrà mandato al padiglione Italia per fare vedere l’Italia che ce la fa. L’azione due è creare la cultura nella filiera turistica, abbiamo detto che la formazione è fondamentale e diventa fondamentale quella degli operatori i quali se capiscono le problematiche e la fruibilità permetteranno la riuscita di tutti i nostri progetti. Per questo sono stati realizzati incontri sul territorio sia nel Monferrato che nelle langhe aperte agli operatori con il coinvolgimento dell’ordine degli architetti e dei geometri. Agli operatori del settore coinvolti nel progetto è stata sottoposta una sorta di carta etica, un impegno per realizzare tutta una serie di iniziative, di migliorie al proprio locale per rendere più accessibile il locale e quindi il territorio. Azione 3: fornire strumenti concreti. Il Comune di Asti nel mese di maggio ha acquistato 70 pedane per favorire la accessibilità ai locali del centro di asti. Grazie al CPD sono stati individuati due itinerari nel centro di asti gli uffici pubblici o le attività commerciali che si acquistano su queste vie hanno avuto la possibilità di ottenere gratuitamente queste pedane da parte del progetto. È stato realizzato un altro prodotto, anche questo in distribuzione, langhe Monferrato Roero colline per tutti. I ragazzi che hanno partecipato ai corsi di formazione sono stati realizzati degli itinerari. Sono state fatte 120 ore di lezione teorica e grazie alla consulta sono stati mandati molti messaggi su come costruire un itinerario e come una struttura deve essere costruiva o essere valorizzata con l’accessibilità. Pacchetti turistici che riguardano la città di Alba, e asti, un itinerario del Barolo, uno del barbaresco ho condiviso, altri su Canelli e un altro ancora nella zona nord del Monferrato quindi in area appena riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio universale. A questo corso di formazione hanno partecipato alcune delle persone che sono sedute qui con noi oggi che hanno imparato a progettare il turismo in chiave nuova. I docenti hanno cercato di trasferire ai partecipanti del corso il concetto del turismo per tutti. Questa è una professionalità nuova, quindi anche per le persone che hanno partecipato a questo corso si prospettano delle nuove possibilità di lavoro. Ai tour operator presenti in sala possiamo organizzare un incontro immediato con qualcuno di questi ragazzi notizia di questi giorni è che una delle ragazze che ha seguito il corso ad Asti è rientrata in Sardegna e proprio in questi giorni sta attivando una attività di tour operator specializzata nel turismo for hall SALVESTRIN: Come avete visto tutti i nostri progetti sono figli di Turismabile è un tavolo intorno al quale ci siamo seduti anni fa, iniziando a un input voluto dalla Regione Piemonte a pensare che il turismo è veramente una cosa per tutti, qualcosa a cui tutti noi aspiriamo. La vacanza è sì una parte della nostra vita piacevole, fa parte del nostro tempo libero ma è a tutti gli effetti una attività imprenditoriale e come tale la dobbiamo considerare. Se chi mi ha preceduto ha posato la sua attenzione sulla realizzazione di itinerari accessibili noi invece abbiamo considerato una parte dell’esperienza di svago, dell’esperienza turistica e abbiamo cercato di coinvolgere gli organizzatori di alcuni grandi eventi che si svolgono sul nostro territorio e fare loro capire, confrontarci con le loro esperienze e vedere dove fosse possibile intervenire per rendere queste grandi manifestazioni accessibili a tutti. Il nostro gruppo di alcuno era composto anche dalla CPD e dall’ISIT che grazie alle loro competenze ci hanno accompagnato per mano e ci ha accompagnato in questa esperienza che ci ha soddisfatto molto. Il nostro progetto si ha proposto di diffondere una nuova cultura della accoglienza. Abbiamo voluto capire e fare capire fino a quale misura gli eventi potessero essere accessibili e godibili in serenità divertimento e sicurezza da tutti i cittadini senza alcuna esclusione. Noi abbiamo cercato di fare capire a chi organizza le manifestazioni che l’aspetto etico del turismo per tutti è sicuramente fondamentale ma c’è anche una ricaduta economica importante perché un evento, una manifestazione che può essere fruito da tutti aumenta la presenza e quindi ha maggiore impatto. È sicuramente un vantaggio per gli operatori stessi. Il nostro è stato un progetto molto articolato, come quelli che ci hanno preceduto. Ci siamo mossi in più direzioni. Abbiamo iniziato circa un anno fa con tre incontri preliminari che sono svolti a cura, Mondovì e Fossano laboratori di formazione aperti a tutti gli operatori del turismo cuneese. Con questi momenti di riflessione abbiamo voluto cominciare a parlare a chi il turismo lo organizza della possibilità di aumentare i numeri dei turisti che affluiscono alle nostre manifestazioni con alcuni accorgimenti a cui non avevamo mai pensato ma che non sono così costosi e possono solo fare del bene alle manifestazioni pubbliche. Questo è un momento del evento che abbiamo fatto un anno fa. Tra i nostri obiettivi c’era quello di creare e diffondere degli strumenti e delle competenze tecniche che potessero fare sì, che si potessero realizzare sempre più manifestazioni per tutti. Abbiamo realizzato un modello di realizzazione che definisce i parametri minimi di fruibilità degli eventi. In pratica durante tutte le iniziative che abbiamo realizzato abbiamo raccolto tutta una serie di indicazioni che sono confluite nella realizzazione di una app in fase di ultimazione, che sarà intanto uno strumento nuovo, non esiste ancora nulla del genere uno strumento che servirà di valutare la sua reale fruibilità da parte del pubblico. Essendo il nostro un progetto finanziato da questo bando della Regione Piemonte, che aveva alcuni punti chiavi: la formazione di persone inoccupate e chi nel turismo ci lavora, abbiamo individuato una scuola superiore del nostro capoluogo l’istituto Grandis che ha un indirizzo turistico e abbiamo proposto 60 ore di percorso formativa che sono andate a fare parte delle classi quarte e quinta di questo istituto. I ragazzi si sono visti calati dall’alto questa proposta, non avevano possibilità di dire che non interessava, i risultati che abbiamo ottenuto sono andati veramente al di là delle nostre aspettative, questi ragazzi si sono appassionati al tema e alcuni di loro lo hanno portato all’esame di maturità come oggetto della tesina. Il nostro obiettivo è fornire del conoscenze di base per potere affrontare il tema del turismo accessibile al meglio. Ci sono state lezioni di vario tipo, lezioni frontali, uscite sul territorio incontri con persone che testimoniavano il modo diretto la loro disabilità e parlare in modo sereno con scambio di opinioni vivace e interessante. Parlare ai ragazzi di che cosa vuole dire doversi muovere in carrozzina, se non si vede bene o non si vede del punto. Sono state 60 ore che i ragazzi hanno apprezzato moltissimo e dal nostro punto di vista abbiamo creato un interesse che rimarca in questi giovani al di là delle 60 ore di percorso formativo. Al termine di questo percorso i ragazzi sono stati premiati nella provincia dal Presidente di CPD Ferrero, dal nostro Presidente e anche dal dirigente e dall’assessorato alle pari opportunità. Abbiamo iniziato già dalla primavera 2014 ad avvicinarci alla organizzazione del nostro territorio il festival mirabilia di Fossano uno dei migliori d’Europa. La fiera nazionale del marrone alla 16 esima edizione. E il peccato di gola tre eventi diversi perché il primo si svolge all’aperto in spazi non organizzati perché gli artisti si esibiscono per strada ma altri che si svolgono in sale all’aperto con sedute e palco la fiera nazionale del marrone è una manifestazione che si svolge all’aperto in diverse piazze della città di cuneo non ha biglietto di ingresso. Peccati di gola si svolge in padiglioni chiusi con biglietto di ingresso tre manifestazione diverse con location diverse e quindi diversi problemi da approntare per quanto riguarda la accessibilità. Con gli organizzatori di queste manifestazioni abbiamo fatto dei percorsi, siamo stati fortunati o convincenti perché siamo entrati nella organizzazione dell’evento, abbiamo fatto riunioni organizzative, abbiamo fatto confrontare gli organizzatori con esperti, abbiamo fatto sopralluoghi, censimenti, riunioni con imprenditori e inoltre abbiamo partecipato direttamente ad alcune di queste manifestazioni con un stand dando un servizio di informazione della manifestazione sulla accessibilità e fornendo un servizio di noleggio gratuito di carrozzine. Chi la sedie a rotelle la deve usare abitualmente arriva con la propria sedia ma il nostro intento era quello di fare capire che anche una persona che è anche affaticata, ha le ultime settimane di gravidanza ha voglia di vedere in tranquillità può trovare il modo di farlo se gli organizzatori della manifestazione forniscono un servizio di questo genere che penso molti di voi avranno già visto in alcuni grandi ipermercati e centri commerciali, è un modo per incentivare la fruibilità dell’evento, anche il Presidente di ISIT è stato da noi a testare la fruibilità di peccato di gola. Questo è il logo che le tre manifestazioni hanno potuto opporre. La manifestazione è stata approvata da eventi senza frontiere perché abbiamo testato la manifestazione nel suo complesso. È stato fatto molto ma molto altro rimane da fare. Il nostro scopo, la nostra speranza è che questo sia un primo passo affinché altri organizzatori prendano spunto e si rendano conto che spesso non ci vuole molto per fare sì che una manifestazione sia visitabile fruibile da tutti. Nello specifico a Cuneo abbiamo anche verificato la accessibilità di tutta una serie di ristoranti soci del consorzio di operatori turistici, hanno questo loro luogo, mangiarti, perché vogliono che il loro modo di cucinare sia artigianale e a chilometri zero, è stata testata la accessibilità e la possibilità di proporre piatti per diverse esigenze, dai piatti per chi soffre di celiachia a piatti per chi è vegano o vegetariano. Ci siamo imbattuti in una situazione già piuttosto buona, il nostro intervento non è stato visto come punitivo nei confronti di chi ancora non si era messo al passo ma come incentivo o suggerimento per fare qualcosa a cui non si era ancora pensato, anche dal punto di vista dell’accessibilità vera e propria ci siamo resi conto di come noi italiani abbiamo molta fantasia, anche chi ha un locale nel centro storico con difficoltà oggettive si è ingegnato a trovare soluzioni alternative. La cosa che ci ha stupito favorevolmente è che spesso non si trattava di ingressi secondari, ingressi dalla cucina, ma ingressi alternativi, magari anche da montare e smontare all’occorrenza comunque con molta buona volontà da parte di questi ristoratori. Nella seconda parte del 2014 abbiamo portato avanti il discorso del coinvolgimento di chi già lavora nel settore turistico. Qui abbiamo incontrato sia durante le manifestazione sia con lezioni frontali in aula gli operatori turistici e questi sono stati organizzatori o personale che lavora negli IAT, negli uffici turistici, nelle proloco, dando loro non tanto una formazione da zero, ma un percorso di rinforzo di competenze che già potevano avere per formazione personale. Il tutto è stato portato avanti in diversi momenti con lezioni frontali, confrontandosi direttamente con chi ha esigenze particolari a tutti è stato consegnato un attestato di partecipazione. Abbiamo dato molta importanza al nostro progetto perché parlandone si può fare sì che ad altri vengano buone idee o si prenda spunto da lavori già fatti. Abbiamo diffuso comunicati stampa, utilizzato pagine face book, questo lo abbiamo fatto con l’aiuto della comunicazione fa il suo pane quotidiano, non faceva carpe del gruppo di lavoro base ma Global Turist Consulting ci ha aiutato molto. Chi siamo resi disponibili a interviste radiofoniche televisive, abbiamo fatto uscire articoli e interviste sulla carta stampata, molto a livello locale proprio perché vogliamo che il nostro territorio cresca da potnvso punto di vista. Una cosa che mi sono dimentica è la realizzazione di una carta di buone maniere, consigli che servono per l’accoglienza di persone con disabilità, però vi devo assicurare rileggendo sono quei consigli di buon senso che ognuno di noi deve applicare senza avere il caso di una persona con disabilità evidente, ma un sorriso in un ufficio turistico fa bene a tutti. L’empatia nei confronti di chi abbiamo davanti è importante sempre e comunque. Chissà se siamo stati in grado. Una delle ragazze che ha seguito il nostro corso, una ragazza di 17 anni ha scritto queste parole che ho riportato pari pari perché mi sembravano importanti: alla fine del percorso possiamo dire di avere aperto gli occhi verso le esigenze di tutti di avere acquisito una sensibilità maggiore dal punto di vista umano sperando di poterla utilizzare in futuro anche Ringraziamo per averci dato questa possibilità siamo certi che faremo tesoro di ciò che abbiamo appreso. Direi che questo è un ottimo risultato. DEPAOLI: Volevo portare il saluto della nostra Presidente Maria Rosa Fagnoni che avrebbe voluto essere qui oggi e presentare lei questo progetto che dà l’avvio a un discorso di accessibilità. È stata trattenuta da un Consiglio direttivo straordinario. Il nostro progetto si può già riassumere in quelle due parole che seguono Novara in inclusiva e innovativa, inclusiva perché è rivolta a tutti, e inclusiva perché i canali comunicativa che abbiamo messo in atto per fare conoscere questo progetto sono nuovi per noi. In queste due parole si riassumono una serie di programmi che ritroveremo più avanti in questa presentazione. Il partner del progetto sono diversi, capofila l’agenzia turistica della provincia di Novara con partner principali la Camera di commercio e la consulta per le persone in difficoltà. Una serie di altri enti non ha aderito immediatamente a una proposta progettuale che all’inizio avevano tratteggiato solo come obiettivi preliminari. Il Comune di Novara, la provincia di Novara, l’ente nazionale per la protezione e assistenza sordi, l’associazione italiana celiachia, l’associazione amici… Ci tenevo a fare l’elenco di questo gruppo di lavoro perché il tavolo che si è costituito è stato ricco di interesse ma anche di prospettive future, perché si vorrebbe che il progetto non si esaurisse con la chiusura di Novara in ma fosse un lavoro permanente anche a livello consultivo. Grazie a questo tavolo aperto con questo progetto c’è stata una visione più ampia delle esigenze del turista che magari non sono mai state appieno prese in considerazione e poi c’è stata una analisi più critica dell’offerta turistica del nostro territorio. Il discorso delle strutture ricettive veramente accessibili, dei monumenti accessibili nel nostro territorio sono stati messi in luce con questo percorso. Abbiamo avuto scoperte positive e negative, perché abbiamo visto che molte delle azioni che intraprendiamo, dei luoghi che proponiamo per le visite non sono accessibili, per cui c’è tutto un lavoro da fare sugli operatori del nostro territorio per renderli tali. Al contrario abbiamo scoperto che alcuni luoghi come il broletto di Novara dove si svolgono eventi internazionali ha superato gli standard richiesti per un turismo accessibili, questo è positivo per capire dove dobbiamo andare e proporre il nostro territorio. La proposta progettuale è stata riassunta in questi tre macropunti che vedremo poi un po’ meglio dettagliati nel discorso di obiettivi e azioni. Diffondere la cultura di accoglienza turistica realizzare e promuovere itinerari turistici valorizzare e promuovere il luogo novarese per una vacanza sana e stimolante, il discorso dell’accoglienza è quello che abbiamo voluto perseguire con un discorso di valorizzazione che ha riguardato i portatori di interesse del nostro territorio che possiamo dividere in due macrogruppi: gli operatori delle ricettività, le guide turistiche, le Amministrazioni locali e le associazioni sportive. Con questo primo gruppo abbiamo fatto una serie di incontri a cui hanno partecipato esponenti della consulta per un discorso di a partecipazione. Al di là di discorso teorici per cui si sono tracciati i principi delle buone prassi abbiamo notato come ci sia stata una attenzione particolare delle Amministrazioni perché rispetto a una partenza in cui gli itinerari sono stati monitorati ci sono state Amministrazioni venuti da noi per chiedere di monitorare altri itinerari per sapere se erano accessibili. Un discorso a parte merita l’istituto alberghiero Ravizza anche in questo caso si è parlato di incontri di sensibilizzazione. Si è scelto questo istituto perché c’erano ragazzi che sono il nostro futuro anche perché sono nel settore turistico, e volevamo dare quello spunto in più su cui riflettere. Il discorso dell’accoglienza è materia scolastica, il discorso dell’accoglienza per tutti è qualcosa in più. L’avere insegnato che non basta solo il sorriso serve avere una attenzione particolare per le persone che hanno disabilità e hanno bisogno di attenzione in più è stato di stimolo per questi ragazzi che hanno avuto seminari e l’applicazione di quanto appreso su due eventi avvenuti nel territorio. A chi era rivolto questo progetto? Diciamo che i destinatari erano diversi, abbiamo categorie diverse tra loro che vanno da famiglie con bambini, anziani persone con disabilità motorie cognitive e sensoriali e persone affette da intolleranze alimentari. Nel gruppo di lavoro un’attenzione l’abbiamo avuto alle persone che hanno problemi con la celiachia. Gli obiettivi erano quelli di migliorare e ampliare la visita di turisti con esigenze specifiche rivolto in particolare agli itinerari for hall che sono stati censiti e dove avevano limiti per persone con ridotte capacità motorie erano stimolo per i direttori dei musei dove siamo andati o per chi gestisce beni del territorio abbiamo spiegato che bastava mettere una rampa o altri accorgimenti. Sviluppo e potenziamento come destinazione turistica accessibile. Ricordiamo che il fine ultimo è anche quello di portare sul territorio una ricaduta economica oltretutto l’essere accessibili a anno o meno per l’Expò per Novara è un argomento di grande interesse perché siamo alle porte del luogo dove si svolge l’evento clou del 2015, bisogna sfruttare appieno tutti i canali che questo evento nazionale darà sul territorio. Le opportunità di cui abbiamo già parlato per i ragazzi del Ravizza la grande opportunità sarebbe applicare questo progetto all’offerta turistica futura, non vorremmo che tutto questo cadesse poi nel vuoto. La volontà sarebbe quella, trovando le risorse, di proseguire alla sensibilizzazione e passare alla realizzazione di strutture e coinvolgere altre persone perché il territorio prosegue in una opera di accessibilità maggiore. Arriviamo alle azioni. La prima è la promozione della cultura. Le giornate di lavoro sono state realizzate per informazioni e sensibilizzazione e confronto da qui è nata una carta dei principi delle buone prassi di accoglienza per tutti condivisa, poi c’è stata la creazione di itinerari turistici, in questo caso dobbiamo dare atto e ringraziare per la loro opera di censimento Gianni Ferrero Eugenia Monzeglio che ci sono stati accanto nel tracciare e nelle dare le indicazioni per migliorare o per ampliare gli itinerari da cui siamo partiti. Questi itinerari rientreranno nella pubblicazione di una guida bilingue Novara in distribuzione da gennaio. È l’ultimazione quella della guida che raccoglierà tutte le azioni previste che va dall’aver coinvolto tutte le strutture e avere fatto compilare un modello per capire se erano accessibili o meno, per mettere i ristoranti, per mettere questi percorsi del for hall dove segnalati a limiti delle persone con difficoltà. Il percorso formativo degli studenti dell’istituto Ravizza era un modo per ampliare le loro competenze proprio perché volevamo che questi ragazzi volevamo che fossero preparati su un discorso di accoglienza. In questo senso il seminario prevedeva una parte in classe dove si spiegava a livello teorico cosa si deve e non deve fare con un disabile, ma c’era una parte pratica in cui hanno provato uno del percorsi all’interno dei monumenti storici di Novara ma l’hanno testato anche con carrozzine o bendati per potere capire dall’altra parte quali siano le difficoltà per un non vedente o per chi deve muoversi in carrozzina in una città come Novara. Per la parte di supporto informativo abbiamo creato una pagina face book, abbiamo incrementato il sito internet, sono stati fatti educational e c’è stata una serie di azioni mirate che sono andate attraverso fiere in Italia e all’estero e anche all’inserzione su riviste e giornali di tiratura nazionale di questo progetto. Qui vedete le esperienze sul campo, le tre foto riguardano le uscite dei ragazzi e l’applicazione di quanto appreso in classe nella parte sottostante. C’è un breve contributo di 30 secondi. Per il discorso della Novara innovativa, quello che dicevo precedentemente abbiamo per la prima volta fatto anche un bloc tour dedicato a Novara in hanno partecipato diversi giornalisti che hanno utilizzato come blogger, di questi ve ne menziono alcuni nuovi turismi viaggi e turisti per caso mi prendo e mi porto via, che hanno dedicato pagine e indicazioni di questo blog tur realizzato nel novarese. Sono seguiti degli educational tour con operatori e giornalisti e vi segnalo un educational dedicato ai cral, hanno partecipato ITALGAS, beni culturali e il CDU nel venire a vedere e poi a proporla. I percorsi che sono stati ritenuti accessibili e che quindi proporremo nella nostra guida sono due sul centro di Novara, uno il trekking che ha un itinerario più naturalistico e l’altro sul centro storico di Novara. Fuori dal capoluogo risale il tour nella bassa novarese dove il campo della ghina è il gioiello del tour perché completamente accessibile, esperienze sensoriali anche per i non vedenti e è una oasi stupenda da visitare. L’altro tour è quello delle colline novaresi dove l’aspetto architettonico si unisce a quello naturalistico per un supervulcano e per un discorso di enogastronomia, c’è un altro itinerario suggerito dal territorio che sarà all’interno del parco naturale del ticino. Chiuderei con il dire che il diffondere degli operatori turistici una cultura della accoglienza turistica fondata sullo scambio di conoscenze fa sì che ci sia questa uguale dignità delle persone e una pari dignità tenendo conto che il turismo accessibile è la base fondante per una destinazione perché sia poi veramente accogliente per tutti non solo per chi ha disabilità. FUMAGALLI: Sono Stefania Fumagalli ma occupo dell’ufficio progetti di Coldiretti. Vedo che sono tutti enti pubblici, noi siamo una associazione di categoria e vi spiego perché ci siamo messi a lavorare su questo tema. Da una decina di anni abbiamo iniziato a interrogarci ancora prima che ci fosse questa crisi, abbiamo avuto fortuna e siamo stati precursori, la qualità della vita nelle aree rurali e come potevamo incidere per migliorarla perché ci eravamo resi conto che i nostri giovani non si saranno fermati. Le aree rurali per fortuna sono state rivalutate, abbiamo provato a pensare a come rispondere a questo periodo di crisi, forse bisognava rivedere il modello di sviluppo delle nostre aziende. Il tema su cui abbiamo iniziato a lavorare sulla agricoltura sociale, tema che sarà legge nazionale e che però qualche anno fa era un tema non conosciuto. L’agricoltura sociale e è quella attività che fanno uso delle risorse del territorio delle piante e degli animali in aggregazione. Gli agriasilo e gli agritate, le cooperative verdi, la terza è quella dell’inclusione sociale e lavorativa di soggetti vulnerabili o svantaggiati. Le aziende sotto i 15 dipendenti non hanno obbligo di legge e scelgono di fare questi percorsi, non si fanno da soli ma si fanno in rete collaborativa. Questa è una rappresentazione grafica, la rappresentazione della rete Coldiretti Torino, nel 2010, 2011 e 2013 è fatta da aziende agricole, associazioni di volontariato, enti pubblici, A.S.L., consorzi scuole ecc.. A un certo punto abbiamo visto gli esiti del lavoro che abbiamo fatto sulle aziende agricole dove nel 2013 gli inserimenti occupazionali veri sono stati 39 quindi numeri piccoli ma interessanti considerando realtà molto piccole. Noi siamo nipoti di Turismabile, e figli delle valle di Lanzo io ho partecipato alla formazione e poi ho iniziato a ragionare su che cosa potevamo fare noi. Ho pensato che era molto interessante il lavoro che stavano facendo con la CPD e quando è uscito il bando della Regione Piemonte mi è venuto in mente di provare a fare un percorso analogo che è quello che stanno facendo le valli di Lanzo con gli operatori turistici, anche perché il turismo per tutti mette al centro la persona, l’agricoltura sociale uguale e ci sembrava il giusto punto di partenza. Abbiamo presentato un progetto non da soli, che aveva l’obiettivo di creare una nuova accessibilità della rete agrituristica doppia, una accessibilità delle strutture in una logica di accoglienza per tutti, qualità elevata e una accessibilità al lavoro per le persone che in situazione di svantaggio potevano trovare impiego o formazione, un po’ come l’esperienza dell’albergo etico. Per farlo la Coldiretti da sola non poteva fare nulla, la agricoltura sociale è una rete, ultimamente abbiamo conosciuto CPT e ISIT, è più che altro un matrimonio, nel senso che in poco tempo abbiamo fatto molti progetti e ne faremo ancora. Il partenariato è composto da Coldiretti, ISIT… In origine perché il progetto a un certo punto ci sembrava riduttiva tenerlo a livello provinciale, potiamo ragionato con Coldiretti Piemonte e quindi il primo risultato è stato quello di allargare il lavoro che stiamo facendo su tutto il territorio Piemontese e non solo confinato in provincia di Torino, la rete collaborativo… Le azioni del progetto, abbiamo incontrato 80 – 90 persone per volta in incontri di sensibilizzazione c’era di tutto, associazioni enti, ecc.. Abbiamo fatto la promozione e la stiamo facendo nelle fiere specifiche, quindi grazie a ISIT e alla consulta, da poco la fiera dell’agriturismo dove sono stata io di recente il progetto potrà avere probabilmente anche un ampliamento a livello territoriale e a Milano abbiamo chiesto un mese di proroga perché con l’Expò alle porte ci sembrava interessante non perdere l’occasione. L’ultima azione di promozione che presenterà gli esiti del progetto dico apertura perché per noi è inizio sarà fatta con la disability manager a gennaio inviteremo tutti ma lo stiamo costruendo in questi giorni, vi posso dire che guardando i dati dell’Expò loro si aspettano 200 mila persone disabili con famiglie. La costruzione di un modello di intervento per gli agriturismi costruendo un gruppo di lavoro con i nostri agriturismi e altri organismi, un gruppo di lavoro ha costruito delle linee guida che verranno distribuite a tutti gli agriturismi della rete Coldiretti Piemonte, in particolare su 15 agriturismi dieci della provincia di Torino e cinque delle altre provincie è stato costruito un percorso di progettazione puntuale dei percorsi di accessibilità dentro le strutture. Ancora formazione per gli operatori, le cose sono simili con altri progetti, una costruzione, un kit di strumenti che possono facilitare la comunicazione per tutti, quindi mappe tattili e tutta una serie di strumenti che non ho ancora visto ma so che il gruppo di lavoro ma ha mandato una mail è in fase di definizione. Sono state inserite delle persone svantaggiate nelle aziende alcuni come momenti di formazione me in alcuni agriturismi sono stati fatti dei tirocini veri che sono proseguiti a carico delle aziende e mi dicono che due di queste aziende terranno le persone che sono state inserite. Lo vedremo a fine tirocinio. Ultimo, la creazione della catena dell’accessibilità agrituristica l’idea è di costruire una mappa ma anche le aziende agricole sociali, le botteghe di campagna amica e tutti gli altri progetti che si muovono perché non si può essere autoreferenziale e quindi dalle valli di Lanzo in poi credo che sarà interessante ragionare. L’ultima cosa è che abbiamo chiesto agli agriturismi di inserire nei menù non solo che tengano conto dell’esigenza di tutti ma il cibo civile, cioè quello prodotto in aziende agricole, hanno assunto pagando come lavoratori, persone svantaggiate, non avendo sgravi contributivi e lo fanno in una logica di responsabilità, è cibo, locale, pulito buono cibo civile. CARBONE: colgo l’invito a stare in tempi stretti, spero di riuscirci. La storia quando è uscito questo bando eravamo in tempi non sospetti nessuno diceva di fare una ATL unica ma ci siamo parlanti con Alessandria e con i consorzi turistici sapevamo che si stavano orientando sulla disabilità e abbiamo deciso di guardarci intorno e vedere cosa offriva il mercato. Cosa vendiamo adesso, il nostro è un territorio a vocazione enogastronomica fatto di grande gastronomia e di colline, con un target abbastanza ristretto, negli ultimi anni ha cominciato a allargarsi. L’arrivo di nuovi mercati ha portato turisti nuovi, che arrivano ha nuove provenienze, con età diverse che arrivano da noi con le famiglie con i bambini e su cui non siamo attrezzatissimi. Il progetto è stato molto importante perché è stata la volta buona che abbiamo deciso di affrontare il problema. Cercare di capire come un territorio che vive innanzitutto di turismo da vino possa a lavorare con i bambini, ci abbiamo provato perché abbiamo un turista più complesso con buona capacità di spesa l’altro lato è che se spende di più è pieno di desideri. La lettura interna ha evidenziato una serie di problemi, lavorare con i bambini non vuole dire solo che hai qualche turista in più, vuole dire avere un pubblico più complicato con delle esigenze specifiche. La prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di relazionarci con gli operatori del territorio o, dialogo e sensibilizzazione, formazione in senso stretto che non ci interessava moltissimo, non gli abbiamo la ricetta, devi fare questo. Abbiamo cercato di capire che cosa era stato fatto, che cosa era utile e possibile fare. Il bando partiva da un’azione per sollecitare il mondo del lavoro a creare nuove opportunità. Questa è stata l’altra cosa importante che abbiamo cercato di mettere insieme, delle attività formative per un gruppo di ragazzi, i narratori piccoli turisti. Questa è stata la cosa che abbiamo cercato di mettere insieme. Lavorare con i ragazzi è complesso richiede specificità. Noi non facciamo gli animatori turistici dove se guardi che non si facciamo male va bene così. Si tratta del vino e quindi complicato. Cercare di rendere il territorio enogastronomico aperto ai bambini e quindi formale ragazzi che siano in grado di relazionarsi con loro e quindi inventare qualcosa a misura di bambino. Abbiamo creato materiale specifico, il progetto si concluderà tra una settimana quando consegneremo il materiale alle strutture che hanno aderito. Abbiamo censito le strutture, siamo partiti a fare i cattivi, chi ha le caratteristiche a posto entrerà gli altri fuori. Nella app che abbiamo creato troverete tante strutture. La finalità del progetto non è mettere i i buoni di una parte e i cattivi dall’altra ma è cercare di fare capire che c’è possibilità di altro turismo… Non chiediamo cose complicate cominciamo con l’accoglienza base e quindi se nel ristorante hai un bambino non troppo appassionato di cena che non vuole passare tre ore che discutono dei tannini del barolo magari con azioni come quelle il problema si risolve. L’obiettivo è di arrivare a avere un prodotto turistico fatto a posta per loro dove l’idea non è di inventarsi qualcosa di nuovo ma modellare quello che già esiste e che sia fruibile da un pubblico molto giovane. L’altro argomento che abbiamo cercato di comunicare bene è che quello di cui stiamo parlando non è turismo scolastico inteso come gruppo di bambini inteso insieme ma aprire un percorso che porti ad accogliere meglio un pubblico di quarantenni che viaggiano da noi con una dotazione di under 12 che spesso non accogliamo bene. Fare qualcosa per loro cuore dire declinare l’offerta per questa misura, è importante perché poi saranno loro a promuovere, alla fine dell’anno dare se loro vanno a casa contenti i genitori sono contenti, se non sono contenti i genitori sclerano. Loro sono il pubblico potenziale per il futuro se vanno a casa felici metteranno un mi piace. Non ci resta che ringraziare tutti coloro che sono rimasti con noi fino alla fine e tutti coloro che hanno dato il loro apporto oggi. Ci sono state tante esperienze, riflessioni e modi diversi di affrontare quello che ci interessa, cioè garantire il turismo per tutti, garantire che questa regione sia più aperta disponibile, più appetibile per chiunque e qualunque siano le esigenze delle persone che vogliono venire da noi. Questo deve essere veramente il nostro motto, quello che deve caratterizzarci, quello che tutti insieme possiamo vendere, vendere il nostro territorio, perché questa consapevolezza che sta crescendo ci aiuta che chiunque venga in qualsiasi punto del nostro Piemonte possa trovare un’accoglienza sempre più attenta alle sue esigenze. Abbiamo visto di tutto, tutti i target abbiamo visto una partecipazione importante delle imprese, delle ATL degli enti pubblici delle associazioni, consorzi. Io credo che la valenza di questi progetti sia anche stata quella di far lavorare insieme più soggetti, è una abitudine che ormai direi che su tutti i fronti stiamo prendendo e stiamo coltivando positivamente e credo che ci debba caratterizzare per riuscire insieme a fare cose positive e crescere naturalmente. Il prossimo anno sarà impegnativo, con tantissimi eventi sul territorio ma forse sarà anche il più facile perché avremo occasione di avere tanta gente. Dobbiamo lavorare molto bene perché queste persone si trovino benissimo e poi tornino negli anni successivi quando non ci saranno questi attrattori e dobbiamo fare in modo che siano talmente contenti da ritornare l’anno successivo o comunque ne parlino benissimo in modo da garantirci gli stessi flussi per gli anni successivi. Abbiamo un gran lavoro insieme da fare, ma sono certa che insieme potremo fare molto. Grazie a tutti.