CONVEGNO NAZIONALE TURISMO ACCOGLIENZA IN TUTTO E PER TUTTI
2.0
Buongiorno a tutti, grazie per essere qui oggi per questo importante convegno, turismo
2. 0 accoglienza in tutto e per tutti. In fase di registrazione avete ricevuto una cartella
con tutto il programma della giornata. È un programma molto ricco tutti i relatori stanno
arrivando al Borgo Medievale. Possiamo iniziare con i saluti istituzionali che
introdurranno una giornata di lavoro.
La giornata di oggi è organizzata dalla CPD Torino in collaborazione con la Regione
Piemonte. È nata in momento in cui tutte le associazioni di volontariato erano avvolte
da individualismo e ha capito che per trasformare la società e dare benefici e messaggi
giusti l’unica via poteva essere quella delle reti delle associazioni. Negli anni 90 il
Presidente della CPD diventa Paolo Ferrero qui con noi e in quel momento si trasforma,
cambia pelle e inizia a essere sempre più presente. Negli anni ha iniziato a occuparsi di
turismo, è stato il primo a occuparsi di turismo per tutti grazie al progetto della Regione
Turismabile, ormai turismo per tutti non solo per Italia. Solo ultimamente sta
partecipando a degli importanti progetti europei. Questo significa che l’Italia e il
Piemonte sono visti all’avanguardia per il turismo per tutti. Nel luglio di questo anno
proprio per l’attività e l’ostinazione che ha avuto il Presidente, Paolo Ferrero ha ricevuto
dalla città di Torino la massima onorificenza che si possa dare: il Sigillo civico. Cedo la
parola al nostro Presidente.
FERRERO: Buongiorno, saluto innanzitutto qui al tavolo l’Assessore Parigi, ringrazio
Cerrato e poi Presidente Magliano, Monica Cerutti e tutti voi autorità. Viaggiare,
scoprire e conoscere è un diritto di tutti. Questo è il tema della giornata internazionale
delle persone con disabilità, un giorno importante per tutte le persone con disabilità che
dal 1997 ci vede impegnati con tante iniziative per fare riflettere la società
sull’inclusione sociale delle persone con disabilità. Quest’ anno parliamo di turismo
inteso come possibilità per tutti di organizzare e vivere un viaggio o una vacanza di
qualità, ovviamente accessibile ma soprattutto piacevole, divertente, appagante. La CPD
è particolarmente attiva in questo campo con il progetto Turismabile e il settore turismo
per tutti, che tramite attività di formazione, sensibilizzazione e verifica
dell’accessibilità, dico verifica dell’accessibilità, sta al fianco di tutte le realtà
impegnate nella promozione di un turismo più sostenibile e inclusivo per tutti. In questa
giornata parliamo soprattutto di accoglienza, che è la base della qualità di ogni
esperienza di viaggio, soggiorno, vacanza. Come recita d’altra parte il sottotitolo del
Convegno: accoglienza in tutto e per tutti. Non ci può essere un turismo accessibile
senza accoglienza per tutti, è un atteggiamento che dovrebbero avere tutti gli operatori
della filiera turistica e che noi come CPD continuiamo a diffondere attraverso i nostri
progetti e tramite momenti come questo. Momenti dove operatori, istituzioni,
associazioni di categoria e persone con disabilità si confrontano. È un cambiamento
culturale quello che noi promoviamo, un cambiamento rispetto al quale accessibilità
strutturale e accoglienza per tutti devono diventare i cardini della filiera turistica e
culturale. Un cambiamento che noi speriamo possiate e vogliate continuare a
condividere e sostenere anche quando questa giornata sarà conclusa, perché la strada per
il turismo per tutti e per il Piemonte è fatta dall’impegno e del contributo di tutti,
nessuno escluso. Gli interventi di questa giornata, i relatori che si alterneranno, tutti di
alto profilo e provenienti da esperienze molto diverse tra loro sono per noi la migliore
testimonianza che il cammino tracciato negli anni da Turismabile è oggi una strada
percorsa da tante realtà e tanti professionisti ai quali con piacere cedo la parola
augurando a tutti buon lavoro
Grazie al Presidente Ferrero. La parola a Silvio Magliano.
MAGLIANO : Grazie, è con piacere che porto questo saluto. Il tema di oggi ha a che
fare con il futuro e la speranza e l’eccellenza. Come sempre la consulta riesce a fare ciò
che a nessuno è possibile. Era stata emanata una ordinanza e questo luogo non doveva
essere accessibile a nessuno invece la consulta è riuscita a rendere accessibile. Questi
sono i piccoli miracoli che riesce a realizzare. Quello che accade oggi è la restituzione
di un lavoro di tanti anni che dice che c’è qualcuno che non si arrende mai. In sala ci
sono tanti giovani. Tante persone, vi chiederei di guardare a quello che la consulta ha
fatto sul tema Turismabile, perché dice di guardare a un cambiamento costante, le
barriere non sono insormontabili. Le barriere non erano neanche più fisiche e mentali
perché se qualcuno vuole andare in un posto e vedere quel posto cosa che gli sarebbe
precluso se non ci fossero i volontari della consulta e Turismabile, ora lo si può fare.
Questa è una cosa delle più belle che verrà raccontata e mi auguro che si sappia con
attenzione sostenere chi sta portando le frontiere del volontariato sempre più in là. I
volontari sono le sentinelle, a volte riescono a realizzare cose che venivano considerate
inimmaginabili. Questo è il compito, la capacità che il Presidente Ferrero in questi anni
ha dimostrato. Io mi auguro che insieme si continui a dare una mano a questi volontari e
a questa istituzione, perché racconta di ciò che sembrava impossibile e oggi sembra
quasi normale. Visto che venti anni fa sembrava impossibile muoversi in città oggi lo è,
sembrava impossibile andare in montagna e oggi lo è. Una giornata come questa non è
solo la restituzione di un grande cammino ma anche la prospettiva di futuro su come si
può affrontare e superare la difficoltà. Mi scuso se non posso rimanere oltre ma devo
ritornare in Consiglio comunale ci tenevo a portare questo saluto e per quello che mi
compete avrà sempre il sostegno e l’aiuto che con il volontariato si sprigionino le forze
migliori di questa società. Grazie.
Grazie a Silvio Magliano. La parola al nostro nuovo assessore regionale, che sta
studiando in modo approfondito la nostra regione per farla sempre crescere di più. Il
Piemonte ormai è una delle mete turistiche più ambite, tanto si può fare e l’accoglienza
deve essere al centro delle nostre strategie.
ASSESSORE PARIGI: Buongiorno a tutti, anche io la ringrazio tantissimo per il suo
lavoro Presidente, per il lavoro di tutti, anche io sono d’accordo con quanto detto dal
collega Magliano, che veramente il volontariato rappresenta uno dei valori di resistenza
in questo paese, che quindi va seguito e supportato. Questo è un impegno che in prima
persona prendo, nel senso che credo moltissimo nel vostro progetto.
Voglio però anche dire che l’accoglienza è fatta di gesti pratici ma anche tecnici, è fatta
soprattutto di un atteggiamento, di una postura personale, perché l’accoglienza riguarda
il nostro rapporto con gli altri e non solo con le persone disabili, riguarda la nostra
capacità di assumere il punto di vista degli altri. Credo che sia un qualcosa che vada
coltivato ed è per questo che come Regione Piemonte stiamo studiando un turismo
accademy, qualcosa che non dia per scontato questo atteggiamento facendo una sorta di
modo di stare al mondo e stile di vita di ognuno di noi. Noi lo facciamo per il turismo
ma dovrebbe essere per tutti, io uso sempre la parola postura perché penso che tutto
nasca dagli individui. Se vogliamo una regione accogliente dobbiamo essere tutti
accoglienti, questo è il motivo che mi i spinge a pensare di fare dei corsi per tutti gli
operatori in questo settore. Non basta solo immaginare dei macrosistemi, bisogna
immaginare microsistemi, abituare, è un buon allenamento per la democrazia di questo
paese. Accogliere quello che non ci è simile. Questo vale in tantissimi settori e non solo
questo. È un impegno che prendiamo, il prossimo anno abbiamo due grandi
appuntamenti sia per la città di Torino che per la Regione Piemonte, che sono l’expo e
l’ostensione della Sindone, avremo un afflusso di persone che non potrà concentrarsi
solo su Torino, quello che noi stiamo cercando di collegare è con i territori limitrofi in
modo che ne abbiano i giusti benefici. Già per queste due occasioni in funzione di
queste due occasioni io credo che sia importante non solo occuparsi di rendere
accessibile la città e i territori limitrofi ma parlare, provare a immaginare in funzione dei
corsi di formazione non solo per l’offerta turistica ma anche per le guide turistiche,
quindi riuscire a lavorare su questi due fronti. Non vi rubo altro tempo, se non dicendo
che è un tema che mi sta molto a cuore, che seguirò per quanto mi è possibile con tutta
la passione e l’attenzione. Auguro buon lavoro, mi scuso di dovere andare via ma come
sempre gli assessori hanno un’infilata di problematiche una dietro l’altra ma oggi
pomeriggio ci sarà il nostro direttore di turismo e cultura, quindi lo sguardo attento della
regione sarà garantito. Grazie e buon lavoro.
Grazie, salutiamo l’assessore. Ormai è alcuni anni che conosco Osiride, in questi anni
mi ha insegnato molto sul settore del turismo. Una dalle prime cose che Osiride mi ha
detto mi ha colpito e fatto riflettere, l’accessibilità totale è una utopia, è inutile fare tanti
convegni sulla accessibilità totale ma molto si può fare e molto si deve ancora fare.
L’accessibilità non è solo l’abbattimento di una barriera ma soprattutto l’abbattimento
di certi pregiudizi mentali che abbiamo. Molto spesso si può parlare di turismo
accessibile, ma forse dobbiamo parlare di cultura attraverso un cambiamento della
cultura e della società si può fare molto e ottenere grandi risultati nel settore della
accoglienza e del turismo. La parola per un saluto a Monica Cerruti, assessore alle
politiche giovanili, alle pari opportunità e tante altre deleghe.
CERUTTI: Buongiorno a tutti, anche io ringrazio per questo invito e debbo dire che
come assessore alle pari opportunità, tralascio le altre deleghe, credo molto che sia stato
importante oggi avere questo doppio invito a me e all’Assessore al turismo, così come
venerdì ero in compagnia dell’Assessore alle Politiche sociali, perché le pari opportunità
le possiamo portare avanti, è quello il mio compito, in modo trasversale, cioè
collegando il tema pari opportunità a tutti gli ambiti di lavoro degli altri miei colleghi di
Giunta. Da questo punto di vista credo nell’affermazione delle pari opportunità e mi
sembra anche la scelta oggi di avere concentrato questo convegno sul tema turismo.
Innanzitutto le pari opportunità non in una ottica assistenziale, rispetto a quella che è la
disabilità. Da questo tutto di vista il centro del lavoro che abbiamo iniziato a portare
avanti è l’affermazione di diritti, perché questo è l’elemento centrale. Diritti
innanzitutto, venerdì abbiamo avuto modo di cimentarci con le problematiche
dell’accessibilità, quindi diritto alla mobilità. Da questo punto di vista ricordo e l’ho
ricordato venerdì le mie esperienze precedenti, una condivisa con il Presidente della
consulta che era stato quello di progettare insieme a degli studenti di architettura dei
percorsi accessibili, Mirafiori sud e accertando con persone che avevano problemi sia
disabilità motoria e sensoriale vedere quali dovevano essere le barriere da eliminare per
far sì che ci fosse un accesso ai servizi. È molto importante l’aspetto della costruzione
dei progetti insieme alle persone che hanno le difficoltà rispetto alla disabilità sia
motoria che sensoriale, è importante la sensibilità delle istituzioni. Qui ricordo un altro
dei progetti che abbiamo condiviso e che certamente è molto complesso ma che le
istituzioni devono portare avanti, era stato in Consiglio comunale la delibera di vincolo
dell’assegnazione del patrocinio alla città di Torino solo a quelle associazioni, rispetto
ai loro locali o solo quegli eventi che fossero privi di barriere architettoniche o che
dessero dei supporti perché le persone disabili vi potessero partecipare. Questa è stata
una delibera molto complessa e in qualche modo edulcorata proprio perché era un
impegno forte, questo lo dobbiamo riprendere in regione e lavorare. Prima la collega
diceva: attenzione all’accoglienza, all’elemento che può essere uno dei fenomeni da
sviluppare per promuovere il turismo. Credo che da questo punto di vista ci sia una
intesa da portare avanti e il Piemonte che in questo vede una fonte di sviluppo deve
potere pensare a turismo che dia accessibilità a tutti e quindi sia anche concepito rispetto
a quella che chiamiamo la lotta, le discriminazione a 360 gradi può attendo alla
visibilità, alle persone anziane, alle specificità di un turismo femminile, cioè avere
questa opportunità di una attenzione a 360 gradi che faccia sì che pur avendo già delle
ricchezze sul nostro territorio possiamo avere una carta in più. È chiaro che c’è una
attenzione sicuramente orientata, come ho detto all’inizio, sul fronte dei diritti, ma è
anche una attenzione di carattere economico, leggevo dati del 2012 che stimolano il
turismo accessibile per circa 800 miliardi di euro questa è una delle considerazioni che
continuo a sottolineare, quelle comunità in cui valgono i diritti che sono avanti su
questo fronte sono anche comunità economicamente forti. Questo è un aspetto
importante che non deve essere sottovalutato proprio perché anche in un momento di
crisi soprattutto in questo ci devono essere delle attenzione che sono legate a portare
avanti quello che è il tema dei diritti e quindi una società che porti avanti pari
opportunità per tutto e per tutti, ma nello stesso tempo può essere un fattore economico
e di traino di cui possiamo avere un grande bisogno in un momento che sappiamo tutti
non essere di particolare ricchezza. Ben venga un approfondimento di questo genere e
ben venga un lavoro da parte delle istituzioni proprio con una attenzione anche a quelle
che sono delle diverse declinazioni delle differenze nella popolazione anche quella che
può essere la popolazione turistica considerando la diversità una ricchezza e una
opportunità. Grazie.
Grazie all’Assessore Cerutti. A me viene da aggiungere venga la collaborazione con le
istituzioni. Oggi pomeriggio presenteremo dei progetti attuati grazie a un bando della
regione. Confrontandomi con gli operatori e abbiamo capito che cosa vuole dire turismo
per tutti, disabilità, quanti pregiudizi dobbiamo eliminare e soprattutto che il nostro
territorio deve essere raccontato nel giusto modo, nel modo corretto. Certe strutture,
certe attività che possono sembrare non accessibili e non accoglienti in realtà con
piccoli accorgimenti o con la giusta e corretta spiegazione, racconto di queste attività
possono diventare un qualcosa di attrattivo per il turista. Grazie per l’intervento
dell’Assessore Cerrutti. Possiamo iniziare con i lavori della giornata.
La giornata si chiama turismo 2. 0, il 2. 0 immagino che sia dovuto al futuro e alla
postazione alla nostra destra, chi non è presente in sala può seguire il convegno in
streaming può partecipare e con i blogger presenti possono intervenire e porre delle
domande a chi parlerà, a chi interverrà. Possiamo partire con la prima sessione: l’arte
dell’accoglienza. Chiedo di raggiungermi: Silvia Salmeri, Giuseppe Antonucci,
Alessandro Comoletti.
Gli organizzatori mi chiedono di stare nei tempi, abbiamo 15 minuti a testa, con uno
sguardo al Po e uno all’orologio darei la parola a Silvia Salmeri di destinazione umana
che ci parlerà di persone che persone che fanno turismo e trasmettono emozioni, il
turismo è emozione e quindi il vostro network è una buona opportunità per il territorio
SALMERI: Buongiorno a tutti, desidero ringraziarvi sia a nome di destinazione umana
sia a nome dell’associazione Voland che da più di venti anni opera nella provincia di
Bologna per la promozione delle autonomie delle persone disabili, nella vita e nel
lavoro, associazione di cui faccio parte. A febbraio nel Comune di… In provincia di
Bologna inaugureremo una casa costruita in collaborazione della regione per la
promozione delle attività per le persone disabili vi invito a seguire questo progetto
innovativo.
Come avrete capito mi chiamo Silvia, mi occupo di consulenza nel mondo del turismo
rurale, è banale dire che mi piace viaggiare sia nel nostro paese sia in tutto il mondo.
Viaggiando capitano degli imprevisti, questo anno siamo finiti in questa spiaggia
californiana non raggiunta di mezzi pubblici non sapevamo come tornare a casa, c’è
sempre chi accoglie l’autostop che crede nel valore dell’accoglienza itinerante in questo
caso un ragazzo di nome Tomas studente americano che ci riportato alla base. Mi
sembrava un esempio carino per iniziare a raccontarvi quello che secondo me è
accoglienza che è una cultura, un atteggiamento più che requisiti tecnici.
La mia passione per il turismo è nata per caso perché sono laureata in scienze politiche,
i miei genitori mi davano già spacciata in realtà a pochi mesi dalla laurea ho iniziato a
lavorare come impiegata in un ufficio di forniture ospedaliere, non era quello che mi
immaginavo, dopo 4 anni ho preso la decisione di licenziarmi per avere un bed and
breakfast e breakfast, non erano interessati alle mie belle camere e alla colazione, al
territorio ma notavo che desideravano condividere con me la loro storia, ascoltare la mia
ed essere accolti e ascoltati. Questo per dire che in quel momento non è che avessi una
storia eclatante ma rappresentavo per loro un messaggio positivo di un sogno che si
stava realizzando, questo era il valore aggiunto. Dato che parliamo di accoglienza mi
sono chiesta se ci fosse una differenza tra accogliere e ospitare e ho cercato l’etimologia
di accogliere. Attraverso una presunta forma latina questa è composto da… insieme e
leggere, raccogliere, l’accoglienza è una apertura, cioè che così viene raccolto o
ricevuto viene fatto entrare in una casa, in un gruppo in se stessi, vuole dire mettersi in
gioco e questo esprime una sfumature ulteriore. Chi accoglie rende partecipe di
qualcosa di proprio si offre, si spalanca verso l’altro diventando un tutt’uno con lui. Su
destinazione umana che è il progetto che vi vorrei raccontare e ho fondato, ci
occupiamo di accoglienza, è un portale di strutture ricettive in tutta Italia, non
chiediamo al viaggiatore dove vuole andare ma chi desidera conoscere, non troverete le
strutture o dove vuoi andare ma chi accoglie, il viaggiatore è spinto a leggere le storie
dei nostri gestori a vedere cosa propongono e sulla base dell’esperienza che più desidera
vivere partirà per la sua prossima destinazione. Noi crediamo che l’essere formalizzato
sul luogo chiuda gli orizzonti. Ribaltando la concezione del viaggio crediamo che
rimettendo al centro dell’attenzione il valore dell’incontro i nostri orizzonti si aprano
perché magari finiamo in un luogo sconosciuto ma non meno meritevole di essere
visitato soprattutto se con persone che ce li fanno vivere in modo autentico. Faccio un
passo indietro perché credo che sia uno spunto utile nel contesto di oggi. Destinazione
umana è un progetto di vivi sostenibile, una associazione che opera da più di tre anni in
Italia un team di liberi professionisti che occupa di turismo rurali. Fino a giugno le
strutture ricettive che aderivano avevano una pagina di visibilità sul sito poi abbiamo
deciso di separare la rete lo abbiamo fatto perché riconduceva subito a qualcosa di
tecnico, ci capitava che ci contattassero altre strutture, noi avevamo un valore più
profondo che andavano al di là della sostenibilità ambientale, ma valore di accoglienza e
racconto di esperienza messa in condivisione. Crediamo che chi conduce un determinato
stile di vita abbia il rispetto per l’ambiente che lo circonda. Abbiamo deciso di lanciare
il portale destinazione umana per separare da quello che poteva essere un requisito
tecnico, credo che lo stesso discorso valga l’accoglienza. Se un gestore ha la cultura
dell’accoglienza ha una sensibilità per tutte le persone disabili e non, non si tratta solo
di avere i requisiti tecnici.
Vi porto un esempio ribaltato. Se la persona disabile non fosse quella che viene accolta
ma quella che ci accoglie. Questa è la storia di Luca, un ragazzo down che ha un bed
and breakfast sul portale descrive la sua struttura come un posto in cui si va oltre. La
sua descrizione. Nel bed and breakfast mi occupo della accoglienza degli ospiti con la
maggiore parte riesco a instaurare rapporti di amicizia mi occupo della gestione della
struttura con mio fratello, mi piace chiacchierare con i nuovi amici con i quali instauro
rapporti di amicizia. Conosco il territorio e lo so spiegare bene, è bello vedere che il mio
ottimismo e il mio carisma non lasciano indifferente il mio ospite. Per lavorare bene
servono ottimismo e carisma.
Ringraziamo Silvia con il progetto di destinazione umana. Vorrei fare notare che stiamo
parlando sempre più di accoglienza e meno di turismo, forse dobbiamo iniziare a capire
che prima fare turismo dobbiamo essere una città accogliente. Cito sempre una frase di
Dallara. Dice che i primi turisti di un luogo sono i cittadini stessi se i cittadini non sanno
accogliere nel modo giusto e trasmettere le emozioni giuste non faremo mai turismo.
Grazie ancora a Silvia Salmeri.
Diamo la parola a Giuseppe Antonucci di ISIT e poi Comoletti Presidente di
Fedealberghi che ci parleranno di tue punti di vista e accoglienza. In occasione di questo
convegno ho raccolto un po’ di informazioni sul turismo accessibile in Europa. Quello
che mi ha colpito, il dato, l’ho trovato sul sito della comunità europea, la definizione è il
turismo accessibile consiste nel permettere a tutti di godere una esperienza. L’altro dato
impressionante per il turismo di lavoro è l’opportunità che il turismo accessibile ci viene
offerto. In base alle stime dell’O.N.U. nel mondo vivono 650 milioni di persone
disabili, se si contano i loro familiari arriviamo a 2 miliardi di persone al mondo ovvero
un terzo della popolazione mondiale. Significa che noi abbiamo due miliardi di
potenziali clienti che possiamo portare sul nostro territorio, forse gli operatori turistici
non si sono ancora resi conto di questa opportunità.
ANTONUCCI: Buongiorno a tutti, grazie per questa occasione che mi viene data, vedo
che ci sono un bel numero di persone ad ascoltare. Io sono Presidente dell’ISIT da
poche settimane, ho raccolto un testimone importante dall’architetto Monzeglio, che ha
seguito il Presidente Ferrero. Per una serie di motivi mi piace pensare che il mio
inserimento in questo ruolo, la richiesta che mi hanno fatto per ricoprire questo ruolo
importantissimo e molto impegnativo derivi dal fatto che ho un punto di vista diverso
rispetto a quello che è il turismo come tradizionalmente lo vediamo. Io sono un atleta
paraolimpico oltre che un viaggiatore e mi capita di muovermi in giro per il mondo
trovando mille difficoltà che si possono trovare quando ci si muove con la carrozzina
come succede a me o con altre disabilità e soprattutto quando si va in posti con un
numero di carrozzine più alto rispetto a una o due che si possono prevedere. In questo
contesto faccio parte anche di una associazione che si chiama sport di più che si occupa
di sport per disabili da venti anni. Il ruolo dell’istituto per il turismo per tutti mi
affascina moltissimo perché ho scoperto che ci sono dei numeri come quelli che sono
stati descritti appena adesso e anche prima, numeri importantissimi per i quali
l’attenzione deve essere amplificata per continuare quella linea che fino a ora è stata
messa in evidenza dell’accoglienza. Trovare accoglienza è un elemento importantissimo
per ogni viaggiatore. Nel caso specifico dei viaggiatori con disabilità o esigenze
particolari diventa ancora più importante ma può dare un valore aggiunto agli operatori
che si spendono per andare alla ricerca di alcuni dettagli che possono rendere migliori i
soggiorni e comunque il pezzo di vita. A me piace moltissimo pensare, come si è detto
poco, che il periodo che si trascorse in una località quando si affronta un viaggio è un
periodo di vita alla stregua di quello che si fa nella città dove si vive abitualmente, con
la differenza che durante quel periodo si incontrano persone nuove, abitudini nuove,
luoghi diversi da scoprire e tutta una serie di novità che comunque non sono estranei al
nostro quotidiano, alla nostra vita che conduciamo durante il resto dell’anno. In questo
contesto credo che sia un elemento importante la centralità dell’originalità e delle
caratteristiche proprie dei posti che visitiamo non come un turismo di consumo ma
come un turismo di qualità, come una visita di qualità. Pertanto io vedo gli alberghi o i
villaggi o i bed and breakfast come protagonisti per offrire alle persone che arrivano un
menu di esperienze che devono cercare di essere il primo elemento, come hai appena
detto, di contagio da parte degli abitanti del luogo che in quel caso sono i turisti del
luogo che insegnano o mostrano ai nuovi arrivati queste caratteristiche. Nello specifico
per quanto riguarda invece l’accoglienza per le persone disabili ovviamente sappiamo
benissimo che ci sono un sacco di difficoltà da affrontare. Infatti uno degli obiettivi che
mi piacerà perseguire insieme alla squadra fantastica che ho, delle persone che ci sono
alla consulta, come l’architetto Monzeglio, Nadia Giovanna, persone che hanno
competenza e passione nel mettere a fuoco le situazioni che secondo me dovremo in
qualche modo censire per avere un quadro di quelle che potranno essere le scalette di
priorità nei vari ambiti per iniziare dei lavori insieme a tutti per una crescita reciproca,
perché sono sicurissimo che alcune lacune che si presentano derivino dal fatto che non
ci sia una piena consapevolezza di quelle che sono le esigenze particolari.
Vi posso fare qualche esempio per spiegare quali sono le difficoltà principali quando
delle squadre con una ventina o anche meno di persone con disabilità in carrozzina
arrivano in un albergo e trovano una stanza accessibile o massimo due, negli alberghi
più dotati, quelli a più stelle, trovano una stanza per ogni piano, quindi diventa più
problematico un soggiorno per gruppi di persone. Una proposta sarebbe quella di
invitare gli albergatori che fanno dei lavori di ammodernamento delle strutture, di
mettere la doccia a pavimento, che amplia il bagno e è fruibile sia dai clienti
normodotati che dai clienti a carrozzina perché grazie a una semplice sedia da giardino
si sposta dalla carrozzina alla doccia e si è creato così un numero abbastanza importante
di stanze che possono essere frequentate anche da persone in carrozzina. Questa sarebbe
una ottima disponibilità e secondo me un elemento migliorativo per l’accoglienza che
potrebbe in qualche modo andare in direzione di una nuova offerta, di una nuova
modalità per ospitare le squadre o le persone che si muovono in comitiva e potere
ampliare l’offerta che si mette a disposizione. Io ho preparato alcune foto che mettono
in evidenza quali sono le particolari esigenze che possono emergere quando si viaggia.
Per esempio ci sono queste immagini che fanno vedere alcuni luoghi che fino a poco fa
non era possibile pensare di visitare. Qui ci sono due atleti che hanno delle disabilità
abbastanza importanti eppure svolgono tutte le attività compresa quella sportiva che li
portano a girare, ci sono tanti ostacoli che invece noi affrontiamo tutti i giorni che
possono agevolare e rendere più facile la vita delle persone che hanno problemi di
deambulazione o hanno dei passeggini da portare in giro e quindi una serie di difficoltà.
Sono caratteristiche per migliorare l’accoglienza, una serie di difficoltà che si
incontrano nella vita quotidiana. Io credo che in Italia abbiamo un grosso vantaggio
rispetto ad altri posti del mondo, che è quello di avere a disposizione una offerta
veramente eccellente per quanto riguarda i luoghi, l’enogastronomia e la cultura che
abbiamo da mettere a disposizione. Il fatto di riuscire a spendere un po’ di attenzione in
più per migliorare l’accoglienza potrebbe essere un valore aggiunto che potrebbe in
questo periodo di crisi, ma non prettamente legato a questa, darci la possibilità di
crescere e di avere uno sviluppo soprattutto rivolto a una migliore qualità della vita per
tutti, perché poi quello che è buono per chi si trova temporaneamente a vivere in una
situazione ovviamente è ottimo per chi la vive tutti i giorni. Questa è una cosa che
possiamo mettere in campo e per la quale mi impegnerò e vi ringrazio.
Grazie. Hai fatto bene a fare vedere delle fotografie perché spesso lo identifichiamo con
una fotografia, in realtà può essere il menù per celiaci, per i vegetariani, il passeggino
per i bambini, l’anziano, per un arco temporale breve deve muoversi con le stampelle.
Oggi dobbiamo sdoganare alcune idee che abbiamo fissato erroneamente nel nostro
pensiero. Diamo la parola ad Alessandro Moletti, Presidente di Federalberghi, ha
scoperto che il futuro poteva e può essere il turismo, ora Torino è una delle mete più
interessanti nei prossimi mesi abbiamo di fronte a noi delle grandi sfide che dobbiamo
cercare di concretizzare, expo 2015, l’ostensione della Sindone, la visita del Papa, il
bicentenario di Don Bosco, il riconoscimento da parte dell’Unesco, nel 2016 avremo
l’adunata degli alpini a Monferrato, il prossimo anno Torino è capitale europea dello
sport, ci sono tanti eventi e dobbiamo ben figurare. Prego Comoletti, il punto di vista
dell’accoglienza da parte dell’albergatore.
COMOLETTI: La città di Torino è pronta per quanto ci sarà il prossimo anno, il nostro
banco di prova sono state le olimpiadi e le paraolimpiadi. A me oggi era stato detto di
parlare di accoglienza e di questo parlerò in termini generali. Il convegno di oggi ha un
tema specifico, non parlerò né di misure, né di norme, diamo per buono che le strutture
le rispettino, diamo per buono che chi ha fatto queste norme abbia fatto un buon lavoro
però mi è piaciuto l’altro giorno sulla stampa avevo visto la foto di alcuni assessori che
girano per la città bendati. L’accoglienza sì, te la insegnano a scuola, all’alberghiero,
puoi impararla ma è anche qualcosa che abbiamo nel nostro animo. Io faccio sempre
questo esempio, non è difficile sapere accogliere una persona, dobbiamo immaginarci
sempre come vorremmo essere accolti in una città straniera come arriviamo. Come
accoglieremo un parente che arriva a casa nostra? Gli apriamo la porta, lo salutiamo, lo
chiamiamo per nome, lo accompagniamo se è una persona anziana gli prendiamo la
valigia e poi lo accompagniamo nella camera che abbiamo preparato per lui. Accogliere
un disabile non è assolutamente differente, al di là di quello che può essere l’imbarazzo,
ma che non deve esserci, il principio è lo stesso, devo comportarmi come vorrei essere
accolto quando arrivo, se arriva una persona in carrozzina la si saluta normalmente, lo si
guarda negli occhi non facendo lo scanner della carrozzina, gli assegno la camera
facendo un percorso normale evitando di fare passare un gradino. La camera per i
disabili, la legge ci dice quante camere bisogna avere, sono d’accordo con te sul fatto
che dovrebbero essere in numero superiore, anche perché ormai le camere negli alberghi
hanno dimensioni gigantesche e di conseguenze anche i bagni, quindi di camere ce ne
possono essere di più, gli accorgimenti sono minimi. Una volta i sanitari erano bassi
perché erano poggiati per terra, adesso quelli sospesi, si possono mettere a 20
centimetri, è più facile pulirmi, quindi rendere i bagni quasi tutti accessibili. La camera
per il disabile, perché non può essere la suite? Non può essere la camera più in fondo
nel posto più disgraziato, può essere una suite. Per quanto riguarda la accessibilità ci
focalizziamo sulle persone che girano in carrozzini, ma ci sono altre forme di difficoltà.
Prima veniva accennato alle persone ipovedenti, non sempre girano da soli, molto
spesso sono persone che… Accompagnate scusate. Mia sorella è cieca ma è testona e
gira sempre da sola. I taxi e i treni permettono di potere viaggiare. Quando arriva una
persona in albergo non credo che sia una offesa offrire il braccio, libera di rifiutarlo,
generalmente non lo fa. La si accompagna, si cerca il documento, lo si può
accompagnare senza fare un percorso a ostacoli, quindi ci possono essere i carrelli
aspirapolvere nei corridoi, ma il buon senso mi dice: lo accompagno, parlando,
raccontando il percorso, sono tutte cose che vengono memorizzate, contano i passi, se
intravedono le luci le contano per sapere quante sono per arrivare nella camera, non lo si
abbandona sulla porta ma si descriva la camera, si fa toccare con mano gli interruttori, si
descrive il bagno, questo fa parte di quel sistema di accoglienza che viene insegnato,
però è molto bello poter mettere del proprio. Si parlava di celiaci, questa è una disabilità
più facile da gestire, compatibilmente con la categoria dell’albergo o, se vado in un
albergo a cinque stelle mi aspetto che il menù della colazione comprenda una varietà di
cibi a me destinata, se vado in una stella o due stelle dove pago meno, pur avendo
l’attenzione il menù sarà ridotto, una marmellata, del pane, delle fette biscottate non
hanno costi proibitivi. Questo fa parte di quel mondo di attenzione che stiamo via via, al
di là degli obblighi di legge, alle persone che vengono da noi a lavorare cerchiamo di
fare capire questo. L’accoglienza non è una mera formalità, non è solo fatta da formalità
e formalismi, è un qualcosa che ci devi mettere del tuo, non è difficile, molto spesso
quando sento parlare di rispetto di norme a volte rimango un attimo sospettoso, perché a
volte dietro le norme ci si nasconde dicendo: la norma mi diceva quello, l’ho rispettata,
ma non è quello. L’accoglienza che noi vogliamo riservare è una accoglienza con delle
calore umano, perché è quello contro noi desideriamo ricevere quando noi stessi
viaggiamo. In più siamo anche sensibili su quei numeri che ci hanno detto. Siamo
imprenditori, il potere aumentare il potenziale di clientela nelle nostre trutture visti i
numeri può essere una cosa che si può fare riflettere anche perché le persone disabili
che girano molto spesso sono persone con una discreta disponibilità economica, quindi
sono degli ottimi, potenziali e buoni clienti che possono, se riesco a creare una struttura,
un ambiente molto simpatico, familiare e accogliente, può essere una soluzione a un
periodo che molto roseo non è. Grazie.
Ringraziamo Comoletti, Silvia Salmeni di destinazione umano e Giuseppe Antonucci.
Grazie. Iniziamo la sessione dedicata all’accoglienza per tutti nei grandi eventi chiedo
di venire a Fosca Nomis, Antonio Garino. Don Marco Brunetti.
Ricordo sempre accoglienza per tutti per partecipare via twitter per partecipare
all’evento. Possiamo iniziare con Expò 2015. Se pensiamo a questo dobbiamo pensare
al più grande evento mondiale e a qualcosa che essendo creato per una occasione
specifica dovrebbe rappresentare il mondo perfetto, quindi anche perfetto da un punto
dell’accessibilità, un qualcosa che nell’arco dei prossimi mesi dovrà trasmettere a delle
best practice.
NOMIS: Buongiorno a tutti, ringrazio moltissimo per l’invito e la consulta per avere
organizzato questa giornata di lavoro molto interessante, che mi dà l’opportunità di
raccontare il lavoro che nel mondo reale sta portando avanti Expò 2015 per garantire
uno spazio che sia accessibile per tutti. Per tutte le persone con disabilità ma anche con
esigenze speciali, è quello che è stato detto da chi mi ha preceduto. Vi do qualche dato
sull’ex po’, stiamo parlando di un evento che durerà dal 1 maggio al 31 ottobre 2015
che sarà vicino a Torino, con l’alta velocità da Torino saranno 35 minuti di treno e se
uno abita all’dall’altra parte di Milano ci mette lo stesso tempo. È più vicino a noi
probabilmente di quanto nella nostra immaginazione pensiamo. Ancora più mi fa
piacere l’attenzione a questo tema. Stiamo parlando di un evento che prevede la
presenza di 20 milioni di visitatori un dato molto alto rispetto alle precedenti.
L’obiettivo della società Expò 2015 che sta lavorando sul tema dell’accessibilità è
garantire una esperienza di visita che sia fruibile e autonoma per tutte le persone, questo
è il nostro obiettivo. Come stiamo lavorando? È stato attivato a partire da giugno 2014
un programma di azioni specifiche volto a questo, è stata individuata una persona che
sono io, lavoro alla società Expò dal 2009 occupandomi dei partecipanti speciali. Il
nostro modo di lavorare è molto attento alle relazioni che vengono dal mondo
dell’associazionismo, importante interlocutore per raggiungere il nostro obiettivo. I
target sono visitatori che hanno esigenze specifiche, persone con disabilità motoria,
uditiva, intellettiva, donne in gravidanza, anziani, persone con bambini piccoli, persone
obese, persone che hanno infortuni temporanei, persone che hanno problemi di salute,
intolleranze alimentari, prima si parlava di persone con celiachia, voi sapete il tema
dell’Expò nutrire il pianeta energia per la vita con questo tema non si può non avere
attenzione per questi temi, anche per chi è vegetariano, vegano o esigenze legate alle
religioni. Pensando che sono tutti visitatori, tutte le persone saranno visitatori, qualcuno
ha qualche esigenza in più. Vengono in Expò per fare una visita gratificante, prima si
parlava di accoglienza, quindi deve essere accogliente, stiamo lavorando con un
programma trasversale, molto spesso l’atteggiamento naturale di una serie di altre
funzioni è quella di affrontare il tema dell’accessibilità come un problema di risolvere.
In realtà questa è una opportunità per garantire una migliore accessibilità per tutti al sito
perché fare in modo che ci sia un maggiore numero di visitatori all’ex po’. L’approccio
non deve essere quello di avere a che fare le persone malate, metto sul piatto i riscontri
nostri, è una giornata di studio e mi fa piacere condividere. Consideriamo persone con
esigenze particolari, non bisogna considerare solo l’aspetto medico sanitario ma anche
questo era un approccio all’inizio ma visitatori. Questo è una dimensione culturale sulla
quale abbiamo lavorato all’interno della società Expò un cambiamento culturale che ci
consente di trovare soluzioni adeguate a un approccio più adeguato rispetto al tema.
Questo è il masterplan, è il chilometro e mezzo quadrato l’ex po’. Questa strada
principale che vedete è la strada su cui affacciano tutti i paesi, tutti quei blu sono i paesi,
vederlo fisicamente dà una idea di cosa stiamo parlando. Questo è il sito dell’Expò tutti
gli spazi blu, tutti i lotti sono costruiti dai paesi, ovviamente il nostro lavoro come
società, quindi organizzatore è riuscire a fare in modo che gli spazi di nostra
competenza, le sale conferenze, le aree a servizi siano effettivamente accessibili, c’è
però tutta una dimensione dell’Expò che in carico alla gestione e costruzione dei singoli
paesi, quindi noi dobbiamo garantire l’accessibilità per i nostri spazi e poi stiamo
lavorando dando suggerimenti a tutti gli altri paesi. Esiste la norma, quindi rispettare la
legge è il primo passaggio ma se vogliamo raggiungere gli obiettivi di cui parlavamo
prima il rispetto della norma non è sufficiente. C’è una dimensione fisica di visita, una
di accessibilità alle informazioni e agli eventi, come questa mattina con la traduzione
mettere tutti in condizione di potere visitare, vedere i padiglioni e fruire di eventi
realizzati all’interno dell’esposizione universale. Stiamo lavorando con tutte le dizioni,
c’è una dimensione infrastrutturale che è già avviata, è abbastanza avanti ma questo
lavoro è stato fatto con gli architetti, con un lavoro di indirizzo con i paesi e coloro che
costruiscono, sono state date indicazioni chiare. C’è un dialogo costante con il mondo
delle associazioni, quindi anche con la consulta abbiamo avviato un dialogo e un
confronto proprio per riuscire a capire e studiare insieme quali sono le soluzioni
migliori. Sempre nella logica di confronto abbiamo anche avviato un dialogo più
strutturale con le associazioni quindi con FISH e FAND in modo da avere un confronto
costante con loro su alcuni passaggi rilevanti per noi. Abbiamo Lino a ora parlato di
questo chilometro e mezzo quadrato, perché poi l’Expò sia accessibile è necessario che
tutto che c’è intorno sia accessibile per cui ciò di cui si parla oggi è importante. Se non
rendo autonoma e accessibile la visita intorno a quello spazio per tutte quelle realtà
intorno che già stanno lavorando su questo tema e possano agganciarsi e generalmente
dai dati EURISCO chi verrà farà un fine settimana o una settimana. È fondamentale che
il sistema turistico, il sistema di accoglienza effettivamente sia in grado di accogliere e
quindi creare la necessaria sinergia. Noi stiamo dialogando con la regione Lombardia e
comune di Milano per ragioni di opportunità ma è importante un lavoro con la Regione
Piemonte viste le eccellenze in questa regione. Io poi sono torinese, ci tengo molto che
anche il nostro sistema territoriale riesca a cogliere la grandissima opportunità che sarà
l’Expò di Milano perché esistono tante eccellenze sul nostro territorio ce possono essere
valorizzate. C’è un sistema di trasporti che riguarda l’ATM, la metropolitana, i treni e
SEA, Malpensa. Sono cerchi concentrici, c’è l’Expò ma poi ci sono una serie di realtà
intorno che è necessario usino l’occasione dell’esposizione mondiale e fare in modo che
tutto il sistema sia accessibile. Queste sono alcune questioni generali, per dire le aree di
lavoro su cui siamo impegnati. L’accessibilità al sito, i padiglioni, gli elementi di
arredo, il tema, prima si parlava dell’albergo e fare in più la stanza in realtà nella logica
dell’universal design dovrebbe essere tutto accessibile dalla stanza alla suite . Le
esperienze culinarie, didattiche, museali e artistiche, conferenze e convegni perché
anche questi saranno un pezzo importante. La qualità dell’accoglienza, prima si parlava
d accoglienza, ci sarà un tema di formazione del personale, dei volontari, persone che
saranno presenti e gestiranno nella parte di operation il sito e anche indicazioni che
diremo ai padiglioni perché abbiano specifica attenzione e competenza nell’accoglienza.
La disponibilità di ausili per la mobilità stiamo ragionando su come farlo perché
abbiamo ricevuto richieste più di quanto pensassimo. Uno dei grandi temi sono le code
fuori dai padiglioni, fuori dall’Expò e anche su questo ci sarà attenzione, tutta la parte
della comunicazioni il sito e tutto il resto che siano effettivamente accessibili e
rappresentino un biglietto da visita positivo nei confronti di tutti i potenziali visitatori e
che abbiano anche delle informazioni dedicate. La regione Lombardia con il Comune di
Milano hanno realizzato un sito web che si chiama Expò facile che raccoglie tutto
quello che è fuori dall’Expò per arrivare. Si creerà un link di informazione perché è
nostro interesse perché si possa arrivare, se si riesce a sintetizzare le informazioni
sull’accessibilità e sull’offerta turistica sarà possibile ottimizzare. Lascio la schermata e
poi metterò a disposizione la presentazione con tutti i dati. Un elemento, la polis di
Expò rispetto ai biglietti è che sarà previsto un biglietto ridotto per le persone con
disabilità ma c’è una police molto ampia rispetto all’accompagnatore gratuito, questo è
un primo segnale che è aperto al pubblico l’acquisto dei biglietti, un segnale di
accoglienza perché vogliamo che sia uno spazio a disposizione, accogliente per tutti,
pronti a raccogliere osservazioni, commenti, proposte su come migliorare perché durerà
sei mesi, quindi in itinere avremo la possibilità di migliorare ma prima meglio e creare
legami e sinergie con tutti i soggetti che hanno voglia di lavorare su questo tema.
Grazie.
Grazie. Ci ha fatto capire ancora una volta che l’Expò è e deve essere un’opportunità
non solo per Milano ma per tutto il territorio, quantomeno il nord Milano deve creare
una offerta di un certo tipo. Se abbiamo lavorato bene nel 2015 questa vetrina
internazionale dovrà portarci una ricaduta importante anche negli anni successivi. La
parola ad Antonio Garino che ci parlerà di accoglienza per tutti. È un osservatorio
privilegiato quello dell’aeroporto perché ha il polso della situazione di quanti sono i
turisti, in particolare turisti stranieri con disabilità che vengono in Italia. Gli operatori
italiani puntano ai mercati esteri come l’aeroporto di Torino si sta proponendo al
mercato e all’occasione di Expò 2015
GARINO: Grazie per averci invitato e averci dato la possibilità di spiegare cosa succede
dietro le quinte. Io vi farò vedere una serie di diapositive che fotografano l’evoluzione
della problematica. È molto chiaro da questa diagramma dell’evoluzione negli anni. Noi
questo anno raggiungeremo le 20 mila assistente in un anno, che è un numero
assolutamente impensabile, se pensiamo al 2006 quando è stato introdotto il
Regolamento CEE 1107. Guardate la progressione di questi numeri è significativa del
fatto che le persone che usufruiscono di questo servizio hanno preso confidenza e hanno
più confidenza nel trasporto aereo. La fiducia di essere affidate a professionisti e che
sanno cosa stanno facendo. Questo è il numero che vi dicevo prima, abbiamo ancora i
numeri di dicembre, ho tralasciato il 2013 che è stato un anno in cui il trasporto aereo ha
sofferto, ma se guardate i numeri i passeggeri a ridotta mobilità hanno continuato a
viaggiare, sicuramente supereremo le 20 mila unità. Questo è semplicemente per farvi
capire quali tipo di assistenza diamo, la categoria maggiore che utilizza questo servizio
sono tre tipi di gravità differente a seconda del tipo di assistenza che viene dato. Vi dico
solo che chi ha una VCHC ha bisogno di due persone e se pensiamo che hanno
disabilità serie abbiamo 20822 persone che hanno usufruito, hanno preso l’aereo e
hanno viaggiato. Questa slide mi serve per fare capire il lavoro che stiamo facendo. Per
agire al meglio abbiamo bisogno di sapere quali sono le persone che hanno bisogno del
nostro servizio il nostro servizio funziona dalle 15 di mattina alle 24 sempre. È
affiancato sempre dalla presenza della Croce Rossa. A seconda delle fasce di necessità
dobbiamo organizzare il nostro personale affinché la risposta sia tempestiva, non
possiamo fare aspettare la persona e l’aereo deve rispettare una serie di orari che fanno
sì che i passeggeri siano tutti a bordo contestualmente. Tutte le compagnie aeree hanno
un sistema diverso. Non cercano opporre di resistenza nel creare un meccanismo uguale
per tutti. Quello che stiamo cercando di spingere è quello di avere una sorta di
meccanismo che impedisca di finalizzare la presenza in aereo senza la possibilità di
esprimere la possibilità di avere un servizio, questo ci dà la certezza di avere la
fotografia di quel volo in quel giorno. Ho i dati del 2013, la situazione sta evolvendo in
positivo, sono in miglioramento. Questo in generale come funziona il flusso
dell’informazione, ci sono delle prenotazioni, si convogliano queste informazioni negli
aeroporti, funziona così in tutto il mondo, gli aeroporti predispongono delle risorse e il
servizio viene effettuato in arrivo e in partenza e in transito. Ci sono persone che poi
cambiano anche l’aereo. Tutto questo viene fatto con una squadra di persone molto in
gamba, non perché le organizzo io, sono persone dotate di alta sensibilità. Negli anni in
accordo con la consulta abbiamo costruito una struttura di cui sono molto fiero, la cui
formazione è continua, formazione teorica e pratica. Oltretutto il personale
dell’aeroporto segue un corso ogni cinque anni, tutta la struttura è coinvolta non solo le
persone che si occupano di questa strada speciale, ma tutti, hanno una sensibilizzazione
nei confonti di questa categoria. Vi faccio solo vedere che negli anni noi abbiamo
investito anche parecchio denaro per cercare di renderci sempre più competitivi, questa
è una particolare sedia che ci serve per entrare nei corridoi degli aerei che sono molto
stretti, conducono la persona al suo posto con comodità e sicurezza, abbiamo mezzi in
assetto variabile che fanno sì che il passeggero possa entrare nel nostro mezzo in
sicurezza, l’ultimo acquisto è una scala fatta a rampe senza gradini i passeggeri possono
salire e scendere senza differenziazioni. Una parola sulla nostra sala amica è un centro
per l’accoglienza in aeroporto. Stiamo studiando il modo per cerare una struttura
similare all’interno dopo i controlli di sicurezza per fare sì che si possa accesso ai bar e
alle strutture commerciali in attesa di prendere l’aereo. Ancora due cose. Inaugureremo
la prossima settimana dei luoghi deputati allo sviluppo dell’informazione legati a Expò
2015 l’ultima slide riguarda in accordo con la consulta dare dei questionari per capire
perché queste persone viaggiano: cure mediche, svago, turismo e attività sportiva che
dopo le paraolimpiadi a avuto molto sviluppo. L’idea era quella di coinvolgere le
persone in partenza e in arriva e capire chi sono e esigenze hanno per il nostro
aeroporto. Grazie.
Grazie ad Antonio Gavino. Prima dell’intervento di don Brunetti chiederei di
raggiungerci l’europarlamentare Cirio. Oggi stiamo parlando di Turismabile, che nasce
all’indomani delle olimpiadi di Torino 2006 ma nel momento in cui Alberto Cirio era
assessore della Regione Piemonte per il turismo ha avuto un grosso sviluppo. Grazie
all’assessorato e alla consulta si è fatto un grande lavoro a livello culturale e adesso
Turismabile è visto come un progetto da raggiungere da molte regioni italiane e anche
da alcuni stati europei. Sappiamo che la consulta con il progetto Turismabile hanno già
fatto parecchi incontri all’estero per creare delle reti e per sviluppare progetti in
comune. Da un osservatorio privilegiato quale quello di Bruxelles Alberto Cirio può
darci i giusti consigli per lo sviluppo di questo progetto non solo italiano ma a livello
europeo.
CIRIO: Grazie per questo invito, per me è una occasione piacevole sotto il profilo
emotivo, perché mi fa tornare indietro di qualche mese, a quando ho svolto per più di
quattro anni il ruolo di assessore al turismo di questa regione. Tra l’altro so che questa
mattina l’Assessore Parigi veniva ad aprire i vostri lavori. Credo che in questo settore,
quello del turismo accessibile la Regione Piemonte abbia avuto da sempre un grande
credo, il che ha superato anche i cambi delle Amministrazioni regionali, questo credo
che sia la cosa più bella, che testimonia il fatto che sono progetti utili e giusti. L’aspetto
fondamentale quando sono diventato assessore, nel 2010 ho sentito il dovere di
procedere in questa direzione e credo che anche oggi si voglia andare avanti. Io guardo
all’aspetto del turismo con una ottica pragmatica, continuo a occuparmi di questo, mi
interessa che le aziende del turismo facciano un buon fatturato se poi quello che
facciamo è anche giusto noi uniamo qualcosa di davvero straordinario, ma se parliamo
di turismo dobbiamo avere un prodotto, come se produciamo un vestito o una bottiglia
di vino dobbiamo avere un prodotto che sia il più possibile accessibile a tutti coloro che
lo vogliono gustare. È questa l’ottica con la quale si è sviluppato anche il progetto
Turismabile ha una gamma di particolarmente giusto, bello e una gamba portante e
importante che è il fatturato che da questo turismo noi abbiamo, non dimenticando tanti
aspetti che sono pratici, della capacità di spesa di una certa fascia di turisti che è giusto
che vedano la nostra terra ma li dobbiamo mettere nelle condizioni di viverla. Mi
occupai quando facevo il Presidente della fiera del tartufo parliamo di una quindicina di
anni fa, avevamo fatto già un progetto con una associazione che si chiamava Sportabili
di Alba, che aveva fotografato e censito tutti i momenti della fiera del tartufo in modo
che fosse accessibile a tutti, ci ha permesso di par partire con una fiera accessibile a
tutti. Da allora passi avanti sono stati fatti tanti, molti nell’ottica della
professionalizzazione della nostra accoglienza. Noi dobbiamo arrivare sempre di più a
che tutto questo sia normale. Quando mi dicevano: facciamo un bando per premiare le
cantine accessibili. Quello che noi in Piemonte siamo riusciti a iniziare a fare oggi,
siamo tra le prime regioni in Italia e a Bruxelles ci guardano con ammirazione. Vendere
un prodotto turistico a 360 gradi deve essere la normalità. Questa è la sfida che
dobbiamo vincere domani. Su questo io credo che noi dobbiamo potere accedere ai
finanziamenti dell’Europa ancora di più di quanto non si sia fatto fino a oggi. Parlo con
persone che hanno saputo vincere progetti tanti, sono molti, vedo i ragazzi dell’albergo
etico, mi fa molto piacere, vi aspetteremo non il mio collega, la possibilità è che qui c’è
gente brava a fare progetti europei. Considerato noi che nei 7 anni abbiamo restituito
all’Europa metà dei soldi che ci aveva dato perché non siamo riusciti a spenderli,
parliamo di qualche miliardo di Europa che sono tornati indietro e dal momento che non
è come un’Amministrazione che li mette come avanzo, quei soldi se non li usa l’Italia li
usa qualcun altro, li usano quelli che sono pronti a spendere queste risorse. I i sette anni
sono finiti, parte la nuova programmazione, piano che si presenterà il prossimo anno e
dobbiamo essere pronti a portare le risorse che ci servono. Noi dovremo riuscire a a
prendere quel pezzo di risorse europee di cui ignoriamo l’esistenza, che sono i i
contributi diretti, noi viviamo di contributi indiretti i, cioè vediamo i contributi indiretti
quelli che dà a Roma, Torino poi fa il bando e si partecipa ma questo è il 40% dei
contributi, c’è un 60% che sono diretti, progetti su cui ciascuno di voi, perché siete
operatori capaci e intelligenti, potete avere delle idee che vengono finanziate. L’Europa
nella gestione dei fondi diretti, non fa un bando a crocette, quando parte con la nuova
programmazione dice: dammi una idea progettuale di territorio, se mi piace ti chiamo e
ci a sediamo intorno a un tavolo, ti metto io insieme ai colleghi portoghesi o Irlandesi e
ti faccio lavorare in questa direzione. Senza dimenticare che c’è un tutto un settore che
come business credo possa interessare che è quello della formazione. Spiego. Io sono
reduce da una missione in Moldavia dove si è votato domenica, in cui hanno vinto i
filoeuropei, per farla entrare l’Europa investirà tre milioni di euro non c’è acqua
corrente quindi decine e decine di interventi ma una fetta importante è sulla formazione,
loro hanno bisogno di formare i loro operatori turistici, vi do una idea, in Moldavia sono
cantine patrimonio dell’UNESCO, cantine sotterranee, hanno bisogno che qualcuno
vada a insegnare come vendere turisticamente, come accogliere e come accogliere in
modo accessibile. Qui vuole dire la capacità e la possibilità di partecipare a progetti in
cui le nostre aziende del turismo che continueranno a avere la solita mission potranno
diversificare l’attività, godere di queste risorse continuare anche altrove. Anche questo è
giusto e utile sotto il profilo del business che per me come assessore è quello che più
interessa, anche come particolare europeo. Quando parliamo di turismo si parla anche di
lavoro. Purtroppo cambiano i governi, i i colori politici cambino le età e il Ministero del
turismo non c’è mai, non è una colpa della destra, della sinistra, non c’è, è paradossale.
Noi dovremmo avere il Ministero del turismo che quotidianamente dovrebbe essere sui
giornali. Se voi lo chiedeste chi è il Ministero nel turismo la gente non lo sa perché non
c’è questa è una miopia del nostro paese, compensiamola perché ci sono molte risorse
importanti. Grazie e buon lavoro.
Vorrei salutare con piacere Alberto Cirio, vorrei dirvi che da anni prima di lui feci
presente che quei sette gradini nella sede del turismo erano impensabili per una
carrozzina, ebbene quando si insediò io corsi per conoscerlo, in 15 giorni mi ha fatto la
pedana elevatore, il primo amministratore che in 15 giorni ha fatto una cosa simile.
Grazie assessore.
Alberto Cirio deve partire, prima di andare ti chiederei di fermarti con i ragazzi di
albergo etico, perché a pomeriggio presenteremo un progetto importante. Abbiamo
raccolto le esperienze in un libro che presenteremo oggi. Abbiamo parlato di ex po’,
abbiamo parlato con il direttore degli aerei, il prossimo anno, come abbiamo già detto
prima ci troviamo di fronte a dei grandi appuntamenti che dovranno incentivare ancora
di più a parlare e a fare capire che anche il turismo religioso è una risorsa fondamentale
per la nostra regione. Nell’ultima BIT quella del 2014 c’era stato un convegno
importante il titolo era da pellegrino a turista, un approccio diverso al pellegrino che
abitualmente viene sul nostro territorio pensiamo al colle Don Bosco e altre realtà come
i Sacri Monti. Le strutture ricettive e gli operatori turistici forse devono organizzarsi
ancora per essere accoglienti forse dal punto di vista del capire che il pellegrino è un
turista, il bicentenario di Don Bosco è cominciato durerà fino al prossimo anno, la visita
del papa, l’ostensione della Sindone sono alcuni degli impegni sul nostro territorio, la
parola a Don Brunetti.
DON BRUNETTI: Grazie per l’invito grazie alla consulta che mi ha coinvolto in questa
giornata di studio, io sono anche membro della commissione per l’ostensione per la
Santa Sindone e mi è stata data la delega relativa all’accoglienza di persone con
difficoltà di mobilità e con altre esigenze particolari. Il primo anno abbiamo diversi
eventi di carattere religioso, il più importante è l’ostensione della Santa Sindone che noi
custodiamo a Torino dal 19 aprile al 19 giugno che si inserisce nel Bicenteranio di San
Giovanni Bosco e la visita di Papa Francesco, tutto questo attirerà milioni di pellegrini
che hanno bisogno di essere accolti e soprattutto bisogna che tutti i pellegrini si sentano
a casa loro e hanno la necessità di accedere qualsiasi sia la loro situazione. All’interno
del comitato abbiamo sviluppato un piano di accoglienza. Parto da una premessa, perché
è ciò che ha messo in moto questa organizzazione. Voi avete visto lo studio testa, sta
analizzando alcuni bozzetti fatti da giovani, ha realizzato questo che è il logo
dell’ostensione della Sindone che riproduce anche il motto, l’amore più grande, che è il
motto della prossima ostensione della Sindone che indica lo spirito evangelico di carità
con cui dobbiamo accostarci a questa icona e guardare a fratelli e sorelle che cercano
quella speranza. Con questo spirito vogliamo offrire una particolare accoglienza ai
pellegrini malati o disabili che vorranno venire a venerare la Sindone. Ci siamo dati
alcuni obiettivi un po’ generali che valgono per tutti gli eventi, il primo è rendere
soggetti attivi e protagonisti i malati o i disabili all’interno dell’ostensione della santa
Sindone affidando anche servizi in un’ottica di inclusione e partecipazioni. Bisogna che
le persone diversamente abili possano essere protagoniste, soggetti, e dare il loro
contributo e siano una risorsa in un’ottica di inclusione e partecipazione. Il secondo
obiettivo è fare sì che i pellegrini malati o disabili trovano accoglienza a tutti i luoghi a
partire dal duomo ai percorsi cittadini, ai luoghi di ospitalità, ai trasporti, all’assistenza
sanitaria agli accompagnatori per tutta la durata della permanenza. Terzo, i malati
disabili siano pellegrini tra pellegrini. Non hanno nessun tipo di particolare differenza.
Oltre questi obiettivi in che modo cercheremo di rendere soggetti attivi a disabili?
Inserire in servizi concreti di volontariato e non solo abbiamo la possibilità di qualche
lavoro accessorio per cui faremo in modo che anche persone con difficoltà e disabili
possano usufruirne tenendo conto delle competenze che essi esprimono, in punti di
informazioni in letture ecc.. Sarà costituito un disability point all’interno della segreteria
generale per rispondere a tutte le domande con difficoltà di movimento, sarà attivo
questo numero e questa mail nei prossimi giorni, probabilmente domani o dopo domani.
Per quanto riguarda la venerazione Sindone in duomo che ha sempre caratterizzato la
partecipazione di disabili abbiamo previsto alcune situazioni. Innanzitutto i disabili e i
loro accompagnatori potranno accedere durante tutto il periodo, non c’è nessun giorno
precluso o se è precluso lo è per tutti, per esempio abbiamo precluso il 20 e 21
essendoci il Papa dovendo fare la bonifica nessuno potrà accedere ma per tutto il
periodo tutti hanno l’accesso. Il mercoledì pomeriggio sarà dedicato in modo speciale ai
disabili soprattutto se in gruppo. In questo senso sarà possibile prenotare e ci sarà una
viabilità agevolata potendo arrivare con i mezzi in piazzetta reale e favorire chi ha
difficoltà in più, abbiamo le associazioni di SLA che ci hanno chiesto di partecipare da
tutta Europa avremo una presenza massiccia di questi malati che forse arriveranno
anche con aerei. Anche qui sarà sufficiente prenotare e ci sarà tutta l’assistenza
necessaria. Il mercoledì pomeriggio è prevista un’area per permettere ai mezzi con
disabili per consentire la salita e discesa, per gli altri giorni l’accesso è per tutti è
prevista una corsia preferenziale per essere accompagnato così pure ci saranno dei
varchi per chi non ha la possibilità di fare tutto il percorso che per noi è importante
perché il percorso di avvicinamento al duomo prepara alla visita. Su tutti i mezzi di
comunicazione saranno di facile riconoscimento così come la segnaletica.. Abbiamo
previsto anche una accoglienza particolare per pellegrini e disabili per un giorno cioè
chi viene in giornata e ha bisogno di sostare abbiamo previsto quattro luoghi dove uno
può telefonare sono il Cottolengo, la consolata e Sermit daranno ospitalità del giorno
con possibilità di pranzare, al sacco, attraverso una mensa organizzata. Abbiamo diverse
prenotazioni, un’associazione ha prenotato una giornata per 700 persone tra cui 300
disabili. Abbiamo anche immaginato per favorire al massimo di organizzare due Achei,
li abbiamo chiamati così perché ci rifacciamo alla nostra esperienza legata al
pellegrinaggio a Lourdes sono due luoghi dati in comodato, uno la città della scienza e
uno al Cottolengo, una sorta di cogestione, non sarà un servizio di tipo alberghiero,
metteremo a disposizione questi luoghi attrezzati e assistiti dove potranno trovare
ospitalità con un contributo minimo, potranno avere l’alloggio, il vitto ovviamente su
prenotazione. Abbiamo online la possibilità di prenotare autogestiti da volontari e
abbiamo già diversi gruppi che si sono prenotati. Abbiamo aperto le iscrizioni 15 giorni
fa ma abbiamo già diversi gruppi che vengono, questo era il secondo livello di
accoglienza oltre quello giornaliero per favorire chi viene da fuori. Anche i transfer sarà
istituito in collaborazione con l’associazioni un servizio di minibus per disabili che
potranno fare servizio di navetta, abbiamo 12 associazioni rese disponibili gratuitamente
mettendo a disposizione mezzi attrezzarci e autisti che ci daranno una mano per
accogliere i pellegrini in stazione o in aeroporto per portarli a visitare in Duomo o altri
luoghi legati a Don Bosco e altre cose di questo genere. Per quanto riguarda la
comunicazione il responsabile della comunicazione renderà accessibili tutte le
informazioni attraverso il sito ufficiale, abbiamo anche fatto una conferenza, si sono
firmati gli accordi e anche pubblicazione di opuscoli dedicati dove ci saranno
informazioni specifiche si pensa di fare una guida del pellegrino e all’interno ci sarà un
capitolo dedicato. Chiudo con questa diapositiva che è il sito ufficiale della sindone
dove trovate tutte queste indicazioni. Sono già online, fruibili è possibile prenotare
come è possibile prenotare per visitare la Sindone perché è obbligatoria la prenotazione.
Grazie.
Ringraziamo Don Brunetti che insieme a Fosca Nomis ci ha fatto capire le reali
opportunità per il Piemonte grazie a questi eventi che si terranno sul territorio
ringraziamo Antonio Garino, dal quale dipenderà il futuro turistico del Piemonte.
Ricordo che è possibile animare il convegno dal web. Arriviamo alla terza parte:
accoglienza e innovazione. Chiamo al tavolo dei relatori Cristiana Giovando, e Ruggieri
Giovanni. Ricordo i tempi, si hanno 15 minuti a disposizione. Possiamo iniziare con
Cristina Giovando.
GIOVANDO: Grazie per l’invito, grazie alla consulta. Questo invito permette a parte di
festeggiare anche noi questa giornata importante ma consente di dare voce alla
fondazione CRT anche le progettualità che vedono la fondazione attenta al welfare e
alle disabilità. Questo progetto è un progetto che consente di individuare un itinerario
turistico e culturale nel centro storico di Torino. È stato progettato per essere accessibile
a tutti tramite una app. Il progetto parte dell’esigenza di volere favorire l’inclusione
turistica delle persone con esigenze particolari, specifiche o con problemi motori,
percettivi e anche per andare incontro alle esigenze delle famiglie con bambini. In
qualche modo per andare incontro a tutte le situazioni di disabilità, esigenze di minori,
anziani, disabili, persone con animali da compagnia o persone con animali di
accompagnamento per le disabilità. Dicevo all’inizio dell’intervento come la fondazione
sia sempre stata attenta in questi anni tanto che negli ultimi otto esercizi per l’area
welfare disabilità abbia impegnato 15 milione mezzo di euro per agosto 1400 interventi
finalizzati a favorire integrazione lavorativa delle persone disabili. Vi ricordo due o tre
progetti il primo è Vivo meglio, nato nel 2005. Progetto che la fondazione fa attraverso
dei bandi annuali con i quali si cerca di favorire la vita delle persone disabili,
l’integrazione sociale piuttosto che ristrutturare le strutture a loro dedicate. Un altro
progetto è quello del 2012, quello che operatoli museali disabilità è stato realizzato in
collaborazione che ha consentito agli operatori museali di essere ulteriormente preparati
ad accogliere tutte le persone con disabilità. Un altro progetto presentato ultimo, è
quello in sinergia con gli abbonamenti musei Piemonte dove si potrà donare un
abbonamento delle famiglie con bambini con disabilità seguita dalla fondazione e
l’associazioni.. Voglio ricordare un altro progetto importante, è stato quello
sull’autismo, quindi la produzione di questo cinematografica di questo fil pulce non c’è
ha anche consentito la veicolazione del film, è diventato uno strumento di
sensibilizzazione anche nelle scuole. Toto come nasce toto? Perché nasce questa
iniziativa. Questa iniziativa nasce ed è importante nell’ambito delle città storiche e
accessibili, è sviluppato dalla Eueuropean Fondation Center, si parlava della valenza
internazionale della necessità di attrarre anche fondi europei sicuramente la
partecipazione di fondazione alla European ha fatto sì che venisse sviluppato questo
progetto, ciascuna associazione ha portato avanti altri progetti, un’altra associazione che
ha partecipato, quello della banca di Lucca ha fatto un progetto rivolto alla eliminazione
delle barriere architettoniche. Il progetto ha una valenza internazionale e di rete, infatti è
un lavoro di squadra, perché questo progetto coinvolge attori pubblici e privati, è un
esempio di buona pratica e di rete tra pubblico e privato. Hanno partecipato al progetto
l’istituto italiano per il turismo, la consulta per le persone in difficoltà e la ATL. Gli
obiettivi del progetto sono quelli di consentire l’accesso e la fruizione di Torino anche ai
visitatori con esigenze speciali ma il progetto ha una visibilità più allargata perché è
quello di accrescere Torino come fruizione per tutti e questo ha anche una valenza di
sviluppo territoriale, cioè la fondazione vuole essere anche attenta allo sviluppo
territorialo. In più migliora anche Torino come destinazione accessibile quindi Torino
come città che dal 2006 ha cercato di riproporsi a livello turistico con grandi sforzi ma
anche buonissimi risultati, tanto che ha raddoppiato la presenza di turisti dal 2004 al
2014 siamo passati da 800 mila a 1 milione e 600. Nello specifico il progetto ha come
itinerario un percorso che parte da piazza castello e ritorna a piazza castello. Il percorso
si divide in tre sotto percorsi quello indicato in rosso il percorso quadrilatero, quello in
bllo e quello in verdè, all’interno sono stati individuati 30 punti di interesse che ognuno
rientra in sotto categorie. Come è stato scelto l’itinerario, è stato scelto tenendo conto
della valenza attrattiva della agevole percorribilità in autonomia si è cercato un
riconoscimento degli spazi per persone con problemi di tipo sensoriale e percettivo.
L’app. È disponibile Android e consente di adattare le impostazioni a seconda delle
esigenze di ciascuno. A questo punto scelta l’impostazione sull’app si apriranno i testi
descrittivi dei punti di interesse chiaramente adattati a ciascuna disabilità. La
navigazione è per mappa e anche un video di trascrizione in lingua dei segni italiana.
Dal sito web si possono scaricare tutti gli elementi presenti sull’app quindi si può anche
utilizzare il sito. Sul sito c’è la descrizione dei punti di interesse e in pdf il video, la
mappa schematica e anche la stampa in rilievo con tecnica stereoscopica che è utile per
l’accessibilità dei bambini perché questa mappa utilizzando una particolare carta e
inchiostro permette di avere un disegno in rilievo in base alle tematiche e quindi di
essere di facile lettera poiché è disponibile un video promozionale, che facciamo partire.
Da ieri è scaricabile l’app quindi è già funziona bile sul sistema Android. Innanzitutto il
progetto vuole e rappresenta il fare rete tra pubblico e privato, ha una attenzione al
welfare, come vedere ha una utilità che ci dà contezza di come si possa applicare, ha
una attenzione a questi nuovi strumenti mediali, è avvicinabile dai giovani e in più ha
permesso di fare rete anche con dei partner europei. Grazie a questo lavoro siamo
riusciti, ecco perché mi riallaccio all’attrazione ai fondi europei, a partecipare attraverso
sei tour europei specializzati, alcune fondazioni europee e anche alla consulta, e alla
lega delle città storiche e accessibili a partecipare a un bando europeo selezionato,
questa è una conferma ulteriore della necessità di fare rete, della necessità di fare rete
pubblico privato con una attenzione in questo caso al welfare e al nostro territorio.
Grazie.
Grazie Cristina Giovando e diamo la parola a Giovanni Ruggeri. Questo è l’ultimo
intervento della seconda sessione ma è molto importante perché l’obiettivo è creare
trasferimenti di conoscenza e creare future collaborazioni e progetti. Abbiamo avuto
modo di conoscerci ieri insieme al direttore della consulta e alcuni operatori turistici e
una cosa che ci ha subito accomunato è il recente riconoscimento da parte
dell’UNESCO soltanto una settimana prima la Sicilia ha avuto riconosciuto lo zibibbo e
anche in Piemonte le colline… Lui ci parlerà di un progetto molto interessante che si
avvia a partire in queste settimane in Sicilia e potrà avere sviluppi in Piemonte abbinato
a progetti che sentiremo nel pomeriggio.
RUGGERI: Dopo questa premessa almeno mi darai altri dieci minuti in più.
Innanzitutto grazie a voi per essere qui, per la pazienza di ascoltare tutti noi che
parliamo, agli organizzatori e un po’a tutti per avere deciso di affrontare questo tema del
turismo, soprattutto per essere riusciti a strapparmi dalla calda Sicilia e avermi fatto
provare questa escursione termica. Saluto i miei studenti dell’università che sono
collegati e seguono, il messaggio che do è di specializzarsi in questo tipo di turismo, di
studiare, anche la rete dell’Unione europea e che manda un messaggio alle altre isole
che partecipa a questo progetto che illustrerò. Infine al mio studente Willy Genovese,
studente disabile diventato durante l’adolescenza che collaborerà in questo progetto in
maniera attiva. Vorrei non annoiarvi troppo con tutti messaggi che vorrei passarvi. Vi
vorrei offrire due riflessioni e poi presentarmi questo progetto, MAST è un acronimo e
finanziato dall’Unione Europea. Qualche riflessione anche sulle cose interessanti che ho
sentito questa mattina e vi ho visto attenti e partecipi. Quando si parte tutti noi abbiamo
degli handicap, pensate a chi non conosce le lingue e si trova in Cina, questo concetto
della disabilità è molto importante, l’idea che bisogna lavorare sul turismo accessibile
produce valore a tutti e non solo alle persone che hanno disabilità. È bello perché non si
parla più oggi di turismo accessibile come turismo di nicchia limitato che impone
imposizione, gli alberghi, gli aeroporti si devono adeguare, la novità è rappresentata dal
mercato, molto interessante, è un mercato in termini numerici, di persone che si
spostano soprattutto in Europa, che vogliono viaggiare, la metà in Italia fa un viaggio e
quindi non è un problema economico ma una voglia di viaggiare, di vivere di più. La
domanda di accessibilità in Europa cresce il mercato di aiuta, chiede servizi, viaggi,
possibilità di scambi, ci dà una mano, lo chiede alle imprese. Non sono le imprese a
creare quelle tristi camere, ma al contrario cambia. Se vedete le percentuali sulla
popolazione crescono sempre di più nei paesi dell’Unione europea arrivano al 37%, in
alcuni casi siamo al 34%, anche il concetto del tasso di disabilità cresce sempre di più in
relazione all’età, non è più un gruppo di cui prendersi cura dal punto di vista del sociale
ma fa parte del settore. Questo ha spinto l’Unione Europea e in particolare la
commissione Europea, ringraziamo Tajani che più di ogni altro si è speso, tanto che la
commissione ha deciso di stanziare una quota considerevole, sta stanziando cifre sul
turismo accessibile, sul turismo degli anziani e quello giovanile. La Unione Europea
poco si è occupata di turismo accessibile, ma quale è la novità della Unione Europea?
Non si parla più di mezzi, il concetto di turismo accessibile si era fermato al trasporto,
trasporti possibili a tutti, all’alloggio, oggi la nuova sfida è la destinazione, cioè andare
in dei luoghi pronti e attrezzarci, come può essere una città o un territorio, quindi va
oltre il concetto di servizio. Una città che posso visitare, un luogo naturalistico dove
posso muovermi. Nel turismo già ci vuole collaborazione senza quella, network o
sistema, il concetto è sempre quello. In questo tipo di turismo è obbligatorio e difficile
farlo, però rispetto ad altri a fare, stare insieme e lavorare insieme da parte di pubblico e
privato. Proprio le destinazioni e prima ancora quelle più conosciute sono quelle che si
vanno trasformando. Nasce l’idea di questo progetto, MAST voluto dalla commissione
europea che ha fatto un bando si chiama Cosme, al momento c’è una seconda richiesta,
è aperta e si possono presentare le candidature per nuovi progetti. In tutta Europa ne
sono stati presentati più di 60 ne sono stati scelti 8 tra cui il vostro. L’Italia ne ha
presentati più di tutti è stata la prima per questo tipo di turismo. Progetti in Germania,
spagna. Questi fondi servono per creare progetti pilota per le destinazioni. Come un
luogo si trasforma e ospitare. La finalità di questo progetto che è stato immaginato e
pensato da noi, tra università, network internazionali ha l’ambizione di rendere
accessibili i siti Unesco, alcuni sono materiali, alcuni immateriali, alcuni naturalistici e
altri culturali. Luoghi più attrattivi, che hanno un piano di gestione comune di questo
patrimonio, per renderli accessibili o tutto il mondo e non solo al nostro paese. Il
concetto è: dove è la differenza e la necessità? Coinvolgere la fondazione UNESCO che
fa parte dell’Unesco, che collabora con noi, ma la cosa più difficile da realizzare e in
questo chiedo l’aiuto di altre associazioni, è un progetto della commissione europea non
sono fondi da spendere ma fondi che servono per realizzare un progetto che sia sul
mercato e che sia rivolto non alle istituzioni, alla collaborazione, a fare in modo che i i
collaboratori privati offrano questi tipi di servizi. Questo è lo scopo, perché l’operatore
privato ha, come il tour operator, ancora non hanno compreso che in questo segmento
c’è mercato, che c’è una grande attrazione, una grande potenzialità e che in realtà
devono imparare a offrire. Come si diceva questa mattina, l’unico problema è un gup di
conoscenza, formazione e informazione, il turismo è tutto lì. Sì, sono le infrastrutture,
ma senza l’umanità il turismo umano, complimenti alla presentazione dell’accoglienza
nel bed and breakfast senza le persone che sanno accogliere non riusciamo a fare tanto,
non dobbiamo creare solo pacchetti turistici o mettere una pedana quindi passa da una
formazione, tanto che i funzionari della commissione europea hanno detto che ci vuole
più formazione. La guida turistica, sì, dobbiamo formarla ma deve essere una persona
che ha delle disabilità a fare la guida turistica, l’accompagnatore deve essere lui.
All’interno del settore devono entrare a fare parte delle nuove professioni e
professionalità che sono rappresentate da chi conosce il problema e non deve solo
spiegarlo. Abbiamo bisogno di operatori del turismo di questo tipo di turismo
accessibile che non abbiamo ancora in Italia o ne abbiamo pochi rispetto a quanto
potremo averne. L’idea è di creare dei progetti sperimentali nei siti dell’UNESCO in
sicilia ne abbiamo sette. Certo è ambizioso il progetto, abbiamo due aree vulcaniche con
due vulcani attivi, l’Etna e lo Stromboli, andare sul vulcano e vederlo attivo è una
esperienza incredibile. Gli attrattori è essere isola e i vulcani, il sito del barocco della
val di Noto, della necropoli di Pantalica, della Valle dei Templi ma abbiamo anche altre
candidature come Palermo arabo normanna… Non desidero fare pubblicità dell’isola
però l’idea di parlare di turismo accessibile nelle isole in luoghi più facili da un punto di
vista di collaborazione anche da un punto di vista delle isole anche perché esiste una
comunità accogliente, questo aiuta a vedere come si può vivere in una isola, quindi non
fare il turista, parola che speriamo di non usare più, ma dire ospite o residente
temporaneo gente che sta sul territorio e sperimentarlo nelle isole, piccoli contesti e fare
in modo che questi si possano espandere anche in altri territori. Nell’Unione europea
abbiamo più di tremila isole, questo potrebbe essere una sperimentazione. I partner sono
tour operatore, non ci sono partner pubblici se non la fondazione UNESCO. C’è il
centro servizi di volontariato di Palermo la associazione angolo giro che insieme a noi
ha ideato questo progetto, una società di marketing e una società di comunicazione.
Abbiamo la figura di un coordinatore con l’idea che fare un piano che possa essere
replicabile. Cosa si fa nelle azioni di marketing: si fa un piano, una formazione, un
progetto aperto, non è un progetto in cui la cifra deve essere spesa e rendicontata, questo
a noi non interessa ma interessa che sia un progetto pilota efficace, che funzioni e non
solo sulla carta. Il marketing plan è un modo per rendere fattibile un progetto
l’UNESCO lo inserirà nel portale per dare diffusione, tutti lo testeranno, tutte le persone
che vogliono aderire a questo programma e a farlo in Sicilia. Successivamente se il
prodotto funziona la possibilità di espanderlo e proporlo in altri paesi dell’Unione
europea attraverso un nuovo network che vorremmo chiamare Unesco senza barriere
tenendo conto che hanno una capacità molto forte, hanno un piano funzionale, devono
creare questa collaborazione soprattutto saremo un progetto pilota soprattutto per quelli
dell’Unione europea. L’ambizione è che questa modalità possa diventare autonoma
dando o la possibilità del viaggio un po’ in autonomia o comunque in piccoli gruppi o in
particolare realtà. Il portale verrà creato insieme all’Unesco per la Sicilia con la
possibilità di un concierge online, un soggetto diverso che ha già fatto il viaggio o un
operatore turistico che consiglia non un po’ di tecnologia e poi la fase del training cioè il
discutere e formare gli altri. Questo è il progetto di cui capofila è questa società che ha
la responsabilità di realizzarlo ma il coinvolgimento degli altri 8 progetti vogliamo
lavorare insieme per vedere in che moto il lavoro può essere efficace. Ben vengano le
collaborazioni. Io concludo facendo un appello a giovani, studenti, viaggiatori continui
che intendano contribuire, dare una mano, testare il programma, il web se non siete
disposti a spostarvi dando il vostro singolo contributo soprattutto alla fondazione
Unesco che poi insieme al ministero degli esteri possa portarlo in sedi istituzionali come
esempi piloti che si stanno dotando di un piano di gestione di un sistema che coinvolga
tutti ne maniera più efficace. Il progetto ha bisogno di voi. Grazie.
Abbiamo concluso la prima sezione, ringraziamo i relatori, Cristina Giovando e
Giovanni Ruggeri.
GIOVANDO: Un ringraziamento a Stefania Coni perché quella della app è una sua
creatura.
grazie ancora, chiamo per l’inizio della seconda sezione giovanni Ferrero che modererà
questa seconda sessione.
Iniziamo subito. Chiamo al tavolo Fabrizio Marta, Luca Battifora, Marco Pizzio,
Antonella Ferrari e Elisabetta e Grasso.
È un titolo che è fondamentale oggi, perché noi come consulta con Turismabile come è
già stato detto è ormai dieci anni che lavoriamo sul turismo accessibile, molte volte la
consulta si presentava alla strutture ricettive l’importanza dell’adeguamento, la
fruibilità, l’accessibilità, e l’albergatore ci dava ascolto. Il mio sogno e qui in Piemonte
sta succedendo grazie ai tour operatore. Durante la conferenza la conferenza stampa è
stato dato il premio perché il mio sogno è che un domani non sia una associazione di
disabili andare a parlare con le strutture ricettive con gli alberghi e i a i ristoranti per
dire che c’è un turismo ma siamo gli stessi operatori e questo sta succedendo in
Piemonte, si cerca di realizzare il pacchetto, perché i disabili fanno anche turismo?
Questa sessione è proprio per capire se è ancora un fai da te o può diventare un
business. Io cito delle cifre che Antonella Correra responsabile del turismo, oggi non è
potuta venire perché ci sono una serie di eventi, un mese fa in un convegno ha detto che
tramite da ricerca della commissione europea nel 2012 il mercato del turismo
accessibile valeva 800 miliardi di euro, solo la messa a norma si otterrebbe un fatturato
del 18% in più. Non attuare nessuna politica di miglioramento costa 420 miliardi di
mancati guadagni. Dicono che è un business, introduco Marta, un blogger e turista con
disabità, ma credo che si rifanno a lui per sapere dove andare in vacanza, ma non è un
operatore io so, vivendo quotidianamente nell’ambiente che c’è: dove sei andato in
vacanza? Se sei andato tu posso andare anche io. Io qui ho rappresentanti importanti di
tour operator alcune volte su internet mi sono fatto la mia vacanza su internet sulla
disabilità penso che sia diverso perché o è fai da te o diventa difficile. C’è bisogno di
questa professionalità. Introduco fabrizio Marta, scrive da anni sul sito “Turisti per
caso” ha un blog su Vaniti Fair
MARTA: Alias Rotex, mi hanno sempre chiamato rotella, perché ne ho quattro sotto il
sedere, lo abbiamo trasformato. Da parecchi anni ho una malattia che è molto più forte
di quella che mi fa rotellare. Questa malattia non passa e diventa sempre più
problematica più si inizia a viaggiare e peggio è e per cercare di guarire continuo a
viaggiare e da lì è nata il mio blog. Lo scopo è quello di raccontare il viaggio dal punto
di vista del rotellato e andare alla ricerca di persone che vivono una diversità che può
essere quella della disabilità o anche altre ma che hanno la prospettiva di vivere in
maniera normale. Da lì è nato il blog di rotellando in cui racconto i miei viaggi, che
sono diventati anche viaggi media ma lo scopo è raccontare un viaggio normale dal
punto di vista rotellato. Certamente bisogna avere delle indicazioni, io ho sempre
viaggiato prima di tutto se posso viaggio da solo e questo è uno dei grossi problemi nel
senso che farlo da soli è complicato per via delle barriere e della morfologia del paese.
Uno dei primi viaggi che ho fatto da solo perché avevo questa esigenza, sono stati gli
Stati Uniti e mi si è aperto un mondo perché potevo prendere l’autobus e andare qui e là
senza avere questa fissa se potevo andare o no, se c’era lo scalino, lì avevi la possibilità
di prendere l’autobus il metrò e andare. Non è che gli Stati Uniti sia il paradiso, ma
sicuramente ha delle agevolazioni e delle possibilità in più. Quando organizzo un
viaggio io mi affido al web, in gran parte alle fotografie perché oramai uno ha l’occhio
di come è strutturato un paese, non è più complicato trovare una struttura alberghiera
accessibile, anche il bagno accessibile si trova, si mandano delle mail e si hanno le
informazioni, il problema è uscire dall’albergo. Io so vado a Londra sono contento ma
vorrei vederla, uscire prendere mezzi e camminare e allora si deve capire: lo puoi fare
da solo? Accompagnato? Quanto lo puoi fare? Questo è complicato e nessuno te lo sa
dire. La disabilità ha vari tipi di esigenze. Quel che può essere per me accessibile non lo
può essere per chi usa la sedia a motore perché ha delle difficoltà a camminare può
aggiustare in altra maniera. Gli operatori: anche in questo caso se sulle strutture
alberghiere una mano te la sanno dare più in là non vanno, un po’ perché non è di loro
competenza un po’ perché è complicato. L’anno scorso ho fatto un progetto per Costa
Crociere, la nave è prevalentemente accessibile. Parto dal presupposto che chi viaggia
deve adeguarsi quindi non si possono trovare dei luoghi completamente accessibili, non
possiamo pretendere di trovare la situazione che abbiamo a casa, bisogna adattarsi, ma è
anche il bello del turista o del viaggiatore perché devi rivedere le tue esigenze, questo
vale anche per il mondo della disabilità perché a volte siamo un po’ viziati e
pretendiamo standard che non sempre si possono avere. Quando andiamo in un luogo ci
devono essere degli elementi che sono fondamentali, come i bagni, sapere bene o male
quello che andiamo a trovare. Quando ho fatto la crociera la nave per il 90% è
accessibili, ma bisogna scendere prendere un mezzo, io ho fatto la Grecia, quindi luoghi
non molto accessibili, il problema è trovare un pulmino, io potevo anche avere una
macchina ma è complicato, molto spesso ci sono situazioni che sono paradossali. Costa
mi aveva messo a disposizione un viaggio in cui si doveva raccontare la accessibilità mi
ha messo a disposizione un bellissimo furgone ma per salire ci voleva un elicottero per
alzare. Erano setto otto posti ma a me bastava uno. A volte non si va oltre, ma questo è
guardare l’individuo. Quando si parla di accoglienza è cercare di vedere chi sta
arrivando, le esigenze e capire come si può modificare. Mi è capitato di andare in un
albergo, il grande hotel di Rimini, cinque stelle, ma non è accessibile, mi hanno dato
una suite con il bagno con una vasca, non aveva i maniglioni, me l’hanno cambiata e
nella stanza non c’erano i maniglioni, c’era ho seggiolino. Non potevo usufruirne, una
sedia di plastica, però è l’attenzione, è rivedere le prospettive che abbiamo. Certo non è
semplice, io la mia condizione la conosco e so di cosa ho bisogno chi vive una
condizione differente deve capire i meccanismi. Questa è una cosa che dobbiamo
imparare a fare noi che abbiamo un determinato problema, dobbiamo cercare di
spiegare quali sono le nostre esigenze, quali sono le nostre possibilità perché ognuno di
noi ha possibilità differenti e mettere al proprio agio anche la persona che ci
accompagna o ci conosce in quel momento, non si nasce imparati, a me capiti quando
conosco persone nuove, si esce a cena, e poi si dice che nella pizzeria dove abbiamo
prenotato dove ci sono gli scalini. Poi ti dicono adesso ho capito cosa vuole dire andare
in giro con una carrozzina, questa è educazione e senso civico, quindi cercare di
agevolare o vedere cosa vuole dire essere diversi. Per diversità parlo non solo di
disabilità ma della diversità che ognuno di noi ha, perché è ampio lo spettro di azione, è
molto complesso. Il progetto di rotellando è raccontare i viaggi che faccio attraverso il
turismo dando questa prospettiva, sul blog non entro mai in descrizioni
particolareggiate, cerco di viaggiare e di muovermi, cerco di vivere una vita normale, ho
la viaggite ma potevo avere una altra passione, il discorso del viaggiare è cercare di
utilizzare una mia passione e viverla. Tra l’altro sono riuscito a trasformare questa mia
disabilità in quello che volevo fare, viaggiare, sono privilegiato, se non ero in carrozzino
non potevo viaggiare o non potevo farlo in questo modo raccontandolo. Rotellando
cerca di fare questo raccontare il viaggio dal punto di vista fotografico, stanno scorrendo
delle fotografie perché credo nelle immagini. Uno guarda le fotografie e poi mentre
legge un racconto dice: c’è lo scalino, la pendenza, ti fai una domanda che viene
spontanea, cercare di renderlo normale. Io credo molto nella normalità della diversità,
quando uno riesce a esprimere la propria diversità in maniera normale credo che sia uno
degli atteggiamenti migliori per vincerla, altrimenti rimane sempre questi due blocchi,
la tua diversità e l’altra persona che non riesce molto a muoversi. Il progetto è quello di
sensibilizzare alla normalità e non spaventarsi. Capita quando guido, quando carico e
scarico la carrozzina vedi le persone che cercano di aiutarti, perché se aiuti ti senti di
proprio, ma non lo fai hai i sensi di colpa, c’è sempre questo blocco, un po’ di normalità
alla fine è arrivare. Il mondo non sarà mai totalmente accessibile per fortuna anche,
perché non sarebbe bello avere dei luoghi con scivoli o elevatori dappertutto, si può
arrivare e dove si può arrivare. Ci sono delle cose che lo devono essere, le strade e i
mezzi di trasporto, quelle devono essere accessibili per tutti, io devo essere libero di
andare dappertutto quando ho voglia soprattutto non accompagnato perché soprattutto
nel mondo normale c’è sempre questa cosa di dire: tanto sei accompagnato. Fanno gli
scivoli a fatte elevati: tanto poi sei accompagnati. Voglio andare da solo se mi voglio
svegliare alle 4 e 30 del mattino voglio andare da solo. Le barriere architettoniche è
imprigionare le persone e non avere la libertà di fare muovere tutte le persone. Se uno
vuole andare ai tremila si fa accompagnare. Non mi piace per carattere non mi piace
essere aiutato, tendo a non farmi aiutare, per alcuni luoghi ti devi fare aiutare altrimenti
non puoi andare. Nel 2015 è una pretesa avere luoghi accessibili per tutti. Il fatto che ne
stiamo ancora parlando non è proprio così bello perché vuole dire che tanto c’è da fare.
Forse quando non faremo più convegni sulla accessibilità saremo riusciti ad arrivare
dove volevamo arrivare. Credo che il tempo stringe.
Hai detto bene, il credo che il turista con disabilità quando vuole fare un viaggio è come
se facesse un compromesso tra lui e il territorio, non pretende l’accessibilità al 100%
ecco perché dobbiamo fare i convegni da dieci anni stiamo scoprendo posti accessibili
ma non comunicata. Gli elementi ci sono per formare la filiera il problema è che forse
non la si comunica.
Io mi accorgo spesso e volentieri che ci sono luoghi itinerari resi accessibili e non lo sai
perché si tende spesso attraverso i fondi a rendere accessibili dei luoghi, fatto il lavoro
però poi non comunicarlo. Questa è l’altra parte di rotellando, comunicare i luoghi
perché viviamo in un mondo di comunicazione ma devo saperlo, sono di ritorno da un
tour nelle langhe e non sapevo che le cantine visitate totalmente accessibili. Ti ritrovi in
una situazione in cui dici: potevo andarci prima. Ho fatto un rotellando in Svizzera e ho
scoperto che se io partivo da casa mia da solo sono arrivato al ghiacciaio di alec 3 mila
metri accessibili, arrivi prendi la funivia, c’è la pedata e vedi il ghiacciaio.
Sulla comunicazione per annunciare l’altro oratore, Marco Pizzio, lui è stato un tour
operator era specializzato a promuovere l’Italia negli Stati Uniti, parlando di questo
negli Stati Uniti si lavori in altra maniera, la comunicazione sia fondamentale, mi
dicono amici che per loro è normale le varie accessibilità. Prego.
PIZZI: Buongiorno a tutti, sono Marco Pizzi, oggi sono qui con l’associazione della
sclerosi multipla al cui interno si è avuto l’obiettivo di inclusione sociale e con il quale è
partito il progetto di turismo accessibile e l’altro è ENAT che si occupa di accessibilità a
tutto tondo. L’accessibilità in altri paesi è vista in maniera diversa rispetto all’Italia,
negli Stati Uniti in particolare dove vi è una cultura normale rispetto ai temi
dell’accessibilità, si in pullman da tanti anni ma soprattutto è l’approccio mentale.
Come AISM abbiamo una struttura accessibile, teniamo molto al concetto di turismo
per tutti, la struttura deve essere accessibile ma non deve essere un posto dove le
persone sono relegate. Il concetto di turismo accessibile deve essere veramente allargato
a tutti. Lo diciamo questa mattina, il concetto legato alla ristorazione, le persone che
soffrono di celiachia, le persone che hanno esigenze particolari diverse, io ho una
bambina piccola di 15 mesi ogni volta le problematiche che incontriamo sono simili con
una gravità inferiore rispetto alle barriere con disabilità, anche barriere culturali,
accessibilità nel ristorante, noi abbiamo un ristorante che è rientrato all’interno di uno
studio della commissione europea. La cosa più importante è ascoltare, capire le esigenze
dell’ospite e della persona che si ha di fronte. A volte si fanno tanti progetti, si punta a
eliminare le barriere ma poi le persone che accolgono l’ospite non sono preparate a
capire le esigenze. Per questo parlavamo prima di informare, di capire il cliente ospite
cosa richiede all’interno delle proprie esigenze specifiche. Venendo alla disabilità nel
nostro hotel ti persone che sono venute e si sono trovate male. Cosa è importante nel
turismo accessibile? Si parla del problema dell’albergo della camera o del bagno
accessibile, è una parte della problematica, il problema rientra in tutta la catena, si parte
dall’informazione, la persona nella catena legata al turismo che può turismo accessibile
ma anche tradizionale, deve prendere una decisione, se una persona ha turismo
accessibile deve avere delle informazioni, per cui se noi vogliamo rendere la nostra
struttura accessibile dobbiamo fare in modo che questa informazione sia chiara per chi
viene nella nostra struttura. Si va poi sul territorio dove salgono i problemi, legati ai
trasporti, accessibilità negli alberghi altre nelle strutture. Ma il concetto di turismo è
anche esperienza, chi è che parta da una altra parta del mondo per venire nel nostro
paese per stare in un albergo accessibile? No, è l’esperienza la persona con bisogni
specifici deve avere la possibilità di muoversi, in modo libero, vivere il territorio, cioè
creare itinerari accessibili, dove gli alberghi abbiano camere accessibili dove vi sia la
cultura e la formazione atta a capire le esigenze della persona. La catena prosegue anche
al ritorno quando torna a casa perché trasmette il gradiente di accessibilità percepito. Ci
sono altri aspetti legati anche i numeri che si stanno sviluppando in futuro. Turismo
accessibile a chi? Individualità è essenziale. Si spendono risorse pubbliche per scrivere
dei tomi in cui si scrivono i criteri di accessibilità per venire incontro alle esigenze di
tutti, ma è impossibile farlo, non si riuscirà mai l’ingrediente ottimale di ciò il singolo
individuo ha bisogno ci sono anche vari canali che possono essere utilizzati per
raccogliere le informazioni. Nel concetto di Enat abbiamo sviluppato un sito che
consiste nel creare un network di operatori ristoratori, tour operator e in base a stesso si
sta iniziando a creare un contesto nel quale le persone le aziende le associazioni abbiano
la possibilità di parlare tra loro, conoscersi e verificare sul territorio quali sono i
gradienti utili a tutti. Rispetto agli obiettivi della accessibilità non dobbiamo mai
dimenticare che ogni individuo ha le sue esigenze e come tale, è fondamentale, non
riusciamo mai a capire le prospettive che portano avanti il discorso. Io faccio parte di
una associazione, il motore che ha mosso le nostre attività è una ottica sociale, c’è un
aspetto economico che abbiamo sottolineato, si parla spesso di un miliardo di persone al
mondo che sono potenziali fruitori di turismo accessibile, parliamo di una tendenza di
mercato che è quella che sta andando verso un allargamento del contenitore legato al
turismo accessibile. Nel 1960 il 9% della popolazione italiana era over 65 nel 2000 era
il 18% nel 2008 era il 20 nel 2040 arriveremo al 32, 6% in Europa circa il 28, 6%
esuliamo gli ambiti economici che il governo italiano dovrà affrontare, ma questo vuole
dire che ognuno di noi rientrerà in questo contesto e come o tale bisogna pensare al
ritorno enorme. Al momento i numeri sono a volte contestualizzati in maniera diversa
ma a livello europei ci sono 127 milioni di persone che rientrano nel turismo accessibile
tra i più gravi a quelli più leggeri e anziani. Questo vuole dire un turismo accessibile che
può generare un flusso economico solo in Europa pari a 166 miliardi di euro. Ben oltre
tutte le prospettive che abbiamo visto fino adesso. È un potenziale enorme. Parlavamo
di comunicazione e di elementi legati alla accessibilità. Ci sono tanti eventi, andando in
giro anche all’estero, in Italia, non ce ne rendiamo conto ma siamo avanti, vi sono
parecchi eventi, riusciamo a catalizzare finanziamenti legati all’Europa nel contesto del
turismo accessibile ma non riusciamo spesso a comunicarli, l’approccio si divide in due
fasi, l’organizzazione perché bisogna capire gli elementi per generare la destinazione
turistica perché non si tratta di un singolo albergo o di un elemento della catena, è il
contesto, la destinazione deve essere accessibile nella sua interezza e deve includere
tutto. La comunicazione che è fondamentale perché se faccio un evento e non lo
comunico è impossibile che poi se ne venga a conoscenza. È una tavola rotonda questa
quindi ci sarà la possibilità di capire le esigenze, verificare le domande e capire come
possiamo aiutare e spiegare un fenomeno che non è di nicchia ma è assolutamente
importante nello sviluppo turistico di qualsiasi regione che voglia implementare tale
contesto. Grazie.
Grazie. Essendo una tavola rotonda possiamo aprire al pubblico. Sono anche arrivate
delle domande. Darei la parola ad Antonella Ferrari, che è stata Presidente di G40, sei
Presidente, è un network dal 2009 e attualmente sei dirigente. Il ruolo fondamentale
siete voi che dovete distribuire i pacchetti, fate questo con le vostre agenzie e anche con
i vostri operatori, c’è un legale. Io trovo che oggi sia fondamentale che nei vostri
pacchetti ci siano pacchetti con itinerari accessibili. Gli elementi ci sono altrimenti non
riesco a capire come un tour operator solo in Piemonte, nel senso che noi siamo
Piemontesi, ci vantiamo, non c’è Venezia, Roma, ma il Piemonte si è dato molto da
fare. C’è un tour operator che lavora molto, chi si avvicina al mondo della disabilità a
un figlio o parente, io ho un padre. Chi si è mosso lo ha fatto perché sul mercato non
c’era nessuno. Lavora molto all’estero, con i turisti stranieri e quindi c’è la possibilità.
Della tua relazione che hai preparato vorrei capire con te cosa possono fare, voi come
potete fare, essendo coi con Gattinoni mondo vacanze primo network in Italia, ho
partecipato a convention e mi sono preparato.
FERRARI: Vi ringrazio, se sono qui è perché ci interessa in assoluto l’argomento, non
solo per il business ma perché c’è una convinzione etica da sposare e certamente
soluzioni da dare per questo tipo di turismo che non è solo una nicchia. Con piacere ho
notato durante tutta la mattinata i vari interventi e ho scoperto cose nuove, perché
nessuno nasce imparato.
Da Fabrizio ce ho avuto il piacere di conoscere ieri sera e nel vedere tutte le sue
fotografie durante i viaggi, ho apprezzato – scusate il confronto diretto – la schiettezza,
sei molto pratico, però volevo fare una considerazione. A questo tavolo ci sono persone
e istituzioni e poi sentiremo parlare anche Luca che rappresenta il mondo del turismo a
360 gradi. È corretto dire che bisogna prestare più attenzione e formazione, quello che
io chiedo adesso è la sinergia, è vero che trovi tante cose sul web ma ci sono tante realtà
che si chiama Tiziana, Simona, che le ho le sento mia, ci sono in Sicilia, Sardegna,
Toscana, devono essere scoperte o farsi scoprire, questo è un discorso che condivido è
legato alla comunicazione tra noi, all’incentivazione tra questi progetti. Tornando a me,
quindi Gattinoni mondo vacanze rappresentiamo un network, cosa è un network di
agenzie di viaggi, lo trovate da Wikipedia, significa appartenere a una forma
organizzativa che tramite la stipola con i tour operator ha varie finalità siglare contratti,
convenzione con alberghi associazioni di categorie per dare al cliente finale il servizio
migliore e migliore prezzo le agenzie affiliate a un network al contrario a quelle legate a
un franchising lavorano in totale autonomia. Questo significa che io rappresento
banalmente imprenditori sul territorio nazionale che stanno pagando le tasse
innanzitutto, che non sono abusivi, tengo a ribadire questo concetto perché anche
nell’ambito del turismo accessibile ci sono associazioni o comunque delle situazioni
borderline, non si può fare, questa cosa va debellata. In tutto questo ragionamento posso
dire che non siamo il primo network, a livello di numerico siamo il quarto e di fatturato
il terzo, quindi siamo agenzie di qualità, ci abbiamo tenuto, io sono nel network da
undici anni da cinque mi occupo di questo, sono un agente di viaggio evoluto perché poi
ho imparato a capire quali sono le necessità di tutto il comparto turistico di tutta la
filiera turistica. Non si tratta di trovare solo il ristorante giusto, l’albergo giusto a chi ha
una disabilità quindi significa anche a 360 gradi capire che c’è tutto un comparto in
Italia che consta di 9800 agenzie viaggio che causa crisi causa web sta perdendo forza
io ne rappresento 680 sul territorio nazionale abbiamo firmato un accordo e ci
impegniamo nel fare sistema. Queste agenzie rappresentano 80 persone che devono dare
da mangiare a 80 mila famiglie quindi l’importanza dell’agenzia ha il suo ben perché.
L’agenzia del mondo delle vacanze si sono strutturate per promuovere il turismo per
convivere con un andicap. L’obiettivo è creare un’agenzia di viaggio presente col sul
territorio nazionale preparati a fare la corretta consulenza su questa fascia di utenza, non
vi sto mandando il messaggio che di queste agenzie tutte sono preparate, formate e tutte
si sono attrezzare come Acchita, che è nel nostro gruppo per fare questo tipo di turismo,
ma vi garantisco che ci sono eccellenze all’interno del nostro gruppo che sanno vendere
bene e consigliare su tutto il prodotto Italia soprattutto per il discorso dell’incoming.
Non significa seguire un cliente disabile fare una semplice segnalazione, un cliente vip
che vuole una camera con il succo di ananas in frigorifero sempre fresco, significa
veramente dare la maggiore rilevanza e opportuna assistenza a 360 gradi. Devo
necessariamente sapere io che vendo questo tipo di prodotto e lo vendo tramite il tour
operator sapere qualsiasi tipo di percorso nel caso di disabilità motoria debba fare il mio
cliente e a cosa va incontro. L’agenzia di viaggi Gattinoni risiete online oltre che su app.
Prevede il coinvolgimento attivo di del gruppo di lavoro misto includenti persone
normodotate che con disabilità. Gattinoni mondo vacanze vuole essere la risposta di chi
può aiutare anche tramite il supporto di tutti i tour operator che pronti e attenti ce ne
sono, non li troviamo spesso sul web. Ribadisco, non solo alberghi, agriturismi
ristoranti ma anche viaggi o l’esperienza della crociera nel mediterraneo o altri
continenti. Io personalmente ho seguito un gruppo di persone che avevano una disabilità
motoria, si sono recati a Madagascar è stata una esperienza incredibile perché in questa
struttura sono assolutamente attrezzati in toto per dare qualsiasi tipo di assistenza è stata
una esperienza che ci ha appagato appieno, per me che avevo organizzato il viaggio e
per i miei clienti. Voglio rivedere le foto che ci ha fatto vedere Fabrizio, ciò invece
consulente di viaggio dare forza a questo progetto e dire: ti riesco a proporre di andare
in Cambogia. Dimmi dove vuoi andare che ti mando, perché voglio capire tutte le
opportunità che ti possiamo dare, voglio un ritorno dal web a me.
Quello che mi piace è non avere paura o timore perché la maggiore parte delle volte
quando si reca in una agenzia di viaggio è o mamma e quindi cerca i posti più
accessibili e quindi sono con categorie medio alte, al di là che di questo momento c’è
crisi, quindi chi ha una disabilità non ha tutto questo denaro quindi vuole utilizzare
strutture di due o tre stelle perché il cinque stelle sono capace di trovarlo, per cui non
avere la paura. Quello che mi piace di te è che sei attiva, l’India può essere
problematica, poi quello sta al turista, al viaggiatore, dire: voglio una situazione più
agevole ma non avere la paura quando entra qualcuno dire: forse è meglio che vai in un
altro posto perché è più sicuro, è bello sperimentare perché poi è due balle organizzare
gli stessi tour quando c’è una persona con caratteristiche diverse è anche più stimolante.
Due Gattinoni mondo vacanze sono qui davanti, fanno già questo tipo di lavoro.
L’ultima cosa: le agenzie Gattinoni mondo vacanze promuovono l’incoming per
incentivare il turismo che viene dall’estero, con uno speciale accordo siamo autorizzati
alla vendita ti servizi e biglietti per ex po’. L’ultima slide è una frase che a me è piaciuta
molto di Marcus è un disabile la disabilità non è una coraggiosa lotta o il coraggio di
affrontare le disabilità è un arte è un modo ingegnoso di vivere e insieme potrà
diventare un modo ingegnoso di vivere viaggiando. Aggiungo. Grazie.
Sempre la tua solita energia, ogni tanto incontro i tuoi soci, quel giorno sono energetici
in modo particolare è perché ti non u incontrata. Con questo accordo che abbiamo
firmato spero che sarai il mio incubo.
Elisabetta Grasso, direttrice del consorzio turistico Langhe Monferrato e Roero che da
poco è stato riconosciuto patrimonio dell’UNESCO. Con Elisabetta ci conosciamo da
quanto tempo. Sicuramente le agenzie di viaggio deve avere un prodotto, che deve avere
degli elementi. Si sono scoperte delle cantine fantastiche, non ci sono finestre, c’è una
lente che è posizionata fare vedere dei monumenti. Come mai poi questi posti molto
esclusivi sono accessibili, quale è il problema di creare un prodotto nel territorio?
GRASSO: Il nostro ruolo è sempre stato quello dal lontano 1992 di essere una risorsa
importante per il territorio, essere vicini agli operatori del mondo del turismo,
rappresentiamo gli alberghi, i ristoranti, osterie, trattorie caratteristiche tutto il mondo
dei fornitori di escursioni e tour attività particolari che vadano incontro all’autenticità
del nostro territorio perché è proprio grazie a questo e al rapporto umano che sono
cresciute hanno ora avuto questo riconoscimento. Siamo negli uffici turistici insieme
alla ATL e in un altro ufficio turistico, questo non solo per avere un ufficio in più ma
per un messaggio diverso che vogliamo dare ai turisti, che è quello di non farli sentire
dei numeri ma degli ospiti, amici che entrano a fare parte di un territorio. Il nostro
valore è quello di essere vicino alle strutture aiutarle a crescere intraprendere nuove
strade. Abbiamo ora 11 mila posti letti e ci sentiamo addosso la responsabilità di
riuscire a fare in modo che questi operatori sopravvivano e i turisti ne parlino bene e
vadano via soddisfatti del nostro servizio. Abbiamo visto in questo progetto del turismo
accessibile a cui ci siamo avvicinato l’anno scorso una importante risorsa per lo
sviluppo sociale ed economico delle nostre colline. Ci rendiamo conto forse perché
siamo scrupolosi, di avere tutta una serie di aspetti in cui potremmo migliorarci,
abbiamo un turismo di qualità abbiamo strutture di livello medio alto, nella maggiore
parte sono piccole, a dimensione familiare, con una media di dieci, venti camere e poi
altre strutture più piccole, hanno bisogno di fare con noi un percorso di crescita, devono
imparare i bisogni e le aspettative di questa clientela accogliere persone con disabilità
fisiche e sensoriali vuole dire attrezzarsi chi ha una disabilità temporaneo, le mamme
con il passeggino, le persone anziane attrezzarci per permettere un accesso più semplice.
Il nostro obiettivo è quello di aumentare l’attrattivi delle nostre strutture e del territorio e
imparare a avere un approccio diverso, più sensoriale ed emozionale. Siamo abituati a
presentare un territorio partendo dalle chiese, dai musei, magari offrendo una riflessione
in più sui profumi, sui sapori e odori che il nostro territorio ha in maniera entusiasta è
una emozione in più per tutti i nostri ospiti. Sotto l’aspetto delle opportunità è
importante la diversificazione del prodotto altrimenti offriamo belle strutture ma che
hanno un servizio di camera e colazione e quando cerco la struttura con gli animali per i
bambini o quella che mi offre servizi particolari il nostro vuole è quello di
accompagnare le strutture nella diversificazione anche per destagionalizzare e quindi
avere ospiti in tutte le stagioni, riusiamo a farli arrivare ad mesi per potere offrire
maggiori attenzione. Questo progetto che abbiamo portato avanti con la città di asti ha
portato alla realizzazione di questo opuscolo che trovate al desk informativo siamo
arrivati alla realizzazione di itinerari, perfezionati, sul sito vi sono i a dettagli
sull’accessibilità. Abbiamo avuto modo di avere dei raffronti trovandole o partecipare a
momenti di formazione. Questo è l’inizio di un percorso, abbiamo guide turistiche che
hanno già predisposizioni relazionali e sono particolarmente sensibili a questi temi ma
questa può essere un’occasione per selezionare delle nuove professionalità colgo
l’occasione perché se in sala c’è qualcuno interessato a avere un percorso in questo
senso potrà acquisire il patentino e svolgere questa attività in pieno titolo, perché
l’accompagnatore è quello che ti fa vivere l’emozione della vacanza, se è una persona
disabile molto meglio. In questo momento nel nostro territorio non le abbiamo o forse
non sono entrate in contatto con noi. Sicuramente partiamo da una base molto
importante, l’aspetto del calore e dell’accoglienza è quello che ci caratterizza, chi viene
sul nostro territorio apprezza questo aspetto, è un turismo che ritorna, noi ci teniamo a
dialogare, li facciamo accomodare offriamo un biscottino alle nocciole. Questo è quello
che riteniamo che vada al di là di tutto il mondo del web al quale occorre guardare con
attenzione ma questo valore umano il web non te lo dà quindi nonostante la difficoltà a
rimanere vivo il territorio è cresciuto ed è arrivato ad avere questi consensi importanti
per questo. Quando i turisti vengono e sono soddisfatti dicendo che la vacanza sulle
nostre colline non se l’aspettavano e ne parleranno bene per noi è importante e
riteniamo sia utile proseguire. Quando mi si dice quali sono le prospettive turistiche io
proprio ieri ne ho sentita una. Struttura finita, tutto a posto, dettagli, arriva il vigile e
dice: no, guarda che devi fare la camera per i disabili. Il problema ultime strutture è che
c’è un po’ di confusione, perché ognuno dice la sua, la A.S.L., i tecnici del Comune e a
volte diventa un ostacolo il fatto che abbiano le idee confuse su questo aspetto e
soprattutto non si sentono preparati a accogliere questo ospite perché non conoscono i
bisogni questo è un percorso di formazione che dobbiamo portare avanti. Siamo qui per
iniziare questo ulteriore momento di approfondimento. La nostra è una zona a
vocazione enogastronomica importante, ristoranti importanti, hanno una sensibilità
legata alla intolleranza alimentare, c’è personale in grado visto che vanno a fare la spesa
al mattino, di dire quali sono gli ingredienti assemblati nel piatto, molti hanno
ingredienti per celiaci. Sotto l’aspetto degli itinerari turistici c’è molto da fare anche per
la cartellonistica, linguaggio, crediamo molto in questo percorso, è importante che poi
nel momento in cui vengono elaborati degli itinerari e pacchetti turistici è importante
promuoverli, trovare canali giusti, associazioni e tour operator, ne abbiamo uno
importante qui oggi, anche l’estero, perché viviamo con i turisti stranieri, capire lo
sviluppo in termini promozionali. Sicuramente quello che non vogliamo fare è iniziare
la promozione di un prodotto su cui non siamo preparati, noi ci teniamo particolarmente
a non attirarci giudizi negativi perché non siamo pronti. Ci crediamo e siamo qui per
questo.
Grazie, l’ultima relazione è quella di Battifora che è Presidente di Astoi, dopo questa
relazione che ho sentito vorrei chiedere a Luca cosa può fare Astoi per il turismo
accessibile, credo che possa fare moltissimo e possa fare di più, anche perché se non
siete voi a mettere voci sul turismo accessibile, perché ci sono gli elementi, in Piemonte
c’è l’esempio, è vero che siamo fortunati ma in tutte le regioni ci sono e non c’è solo
Rita, in tutto il territorio sono disponibili ad accogliere i villaggi turistici al 90% sono
accessibili.
BATTIFORA: Mi rendo conto che sarete stanchi la giornata è stata intensa. Nel
tentativo di rispondere alla domanda che mi è stata posta faccio un ragionamento più ad
ampio spettro. Da un lato c’è la triste consapevolezza che nel 2014 stiamo ancora
parlando di queste cose, un paese moderno culturalmente evoluto dovrebbe avere già
superato tematiche di questa natura come in parte è già avvenuto negli Stati Uniti.
Dall’altro la consapevolezza che mi dà forza perché c’è un cambiamento in atto,
evidentemente c’è una presa di coscienza del tempo che abbiamo perso, di quanto non è
stato fatto in passato, eventi come questo e ci tenevo a essere presente e raccolto
l’invito, eventi come questo lo testimoniano. Credo che tutto passi in primis attraverso
una semplice questione di cultura, etica, civica e imprenditoriale quando parliamo di
turismo accessibile per me è già superato il termine, è segmento di mercato ha delle
esigenze come altre, quindi mi gli operatori se voglio seguire questo segmento devono
essere in grado di farlo. I tuttologi non hanno più grande appeal in ogni comparto c’è la
specializzazione che deve andare di pari passo con la fattibilità imprenditoriale.
Sicuramente questo cambiamento cui ho fatto cenno la cosa importante è che sta
avvenendo dal basso, cioè da chi lavora sul territorio, l’aeroporto, la fondazione, il
consumatore, è un motore che spinge verso l’alto l’evoluzione del cambiamento, anche
perché come ha sottolineato l’ex assessore ed eurodeputato dottore Cirio essere
aspettiamo che venga dall’alto campa cavallo, peraltro se non lo decide lui che ci deve
essere un Ministero per il turismo non lo possiamo fare noi che lo chiediamo da anni. È
imbarazzante confrontarsi con colleghi di paesi che non hanno un decimo dei beni che
abbiamo noi e vedere quello che riservano. Oggi c’è una delega al ministro dei beni
culturali ma se si va al ministero il turismo è un enclave. Un paese in cui l’85% del
patrimonio mondiale è nel nostro paese. Accessibilità è anche fare la salerno reggio
calabria e prendere un treno da Milano a Genova, è stata una impresa. Abbiamo tanto da
fare. La sintesi che si necessità è tra pubblico e privato, perché l’imprenditore deve
avere la capacità di guardare oltre ma deve avere la fattibilità, se una cosa costa troppo
farlo ne faccio un’altra l’imprenditore fa di mestiere. Se poi riesce a coniugare etica e
business e la sintesi migliore però non può prescindere da investimenti strutturali.
Piuttosto che se comunque fornire una serie di servizi mi costa il 35% in più di quelli
che servizi, per mie esperienze ho seguito per lungo periodo l’operatore con maggiori
fatturati per diversamente abili in Italia, che si faceva per uno spirito dell’imprenditore,
li si rompe la macchina dell’imprenditoria, su questo ci deve essere una volontà
dell’imprenditore che lavora nel settore ma credo che sia avvenendo come avviene in
tutta la filiera che può comporre un servizio turistico ma ci deve essere una visione di
insieme e sistemica che non può prescindere dal pubblico e dalla istituzione. L’obiettivo
deve essere quello che ci rivedremo qui il prossimo anno a parlare di programmazione,
idee e sviluppo, perché è un segmento del mercato che deve essere a pari dignità, non ne
vedo la ragione perché non debba essere tale e soprattutto deve affrontare tutte le
complessità che comporta andare in giro per il mondo. Al di là dei villaggi o crociere o
al di là di che è nel paese Italia che è anche una bella impresa, al Piemonte chapeau su
questo complimenti a voi che state lavorando ma non è così in tutta Italia, ma se
andiamo in paesi dove c’è ancora un percorso di crescita in termini di attenzione,
servizi, infrastrutture, strade, pullman a volte in alcuni paesi del mondo i a i mezzi sono
quelli che sono, ha citato prima Antonella Madagascar, Zanzibar per tanti anni ha avuto
un pullman che trasportava i clienti e se si rompeva si dovevano trovare delle macchine
il tabellone dell’aeroporto era una Lavagna con il gesso con scritto chi arrivava e chi
partiva. Questo non deve essere il dito dietro al quale ci nascondiamo per non vetere
quello che è fattibile. Sono a disposizione se ci sono delle domande, ringrazio tutti voi
per l’attenzione.
Chiedo un minuto perché abbiamo Fabrizio marti che va via e non si ferma. Io ho citato
la conferenza stampa del 28 novembre, abbiamo premiato Achita tour, c’è un premio
che non abbiamo fatto in tempo a consegnare, approfitto perché è arrivata l’Assessore
Paola Casagrande che consegnerà il premio a Rotex.
CASAGRANDE: Per saper raccontare con passione, ironia e senso critico le avventure
e le disavventure di un viaggiatore in carrozzini regalandoci nuovi sguardi e moderni
punti di vista sulle destinazioni e popolazioni del mondo.
MARTI: Grazie mille. Oggi è la giornata internazionale della disabilità e molte volte mi
viene detto: pensi solo a andare in giro e lavorare mai. In questo momento storico il
turismo, viaggiare quando vengono fatti dei tagli sui servizi sociali, l’andare in giro
viene visto come una cosa superflua, c’è altro da fare. È vero perché ci sono delle
esigenze che devono essere riempite ma viaggiare e muoversi vuole dire essere liberi e
quindi la possibilità di vedere nuovi mondi, confrontarsi con altre cose è libertà, è vero
che viaggiare può essere superfluo ma è anche vero se ci togliamo il piacere di fare
quello che vogliamo e spendere i soldi in maniera libera credo che sia una grossa
opportunità che dobbiamo darci in un momento come questo che ci sono delle esigenze
diverse. Vi ringrazio per il premio che non merito perché faccio una cosa che mi piace.
È bello essere premiati per qualcosa.
Grazie, ci ritroviamo qui alle tre meno un quarto. Grazie.
SESSIONE POMERIDIANA
CONVEGNO NAZIONALE TURISMO ACCOGLIENZA IN TUTTO E PER TUTTI
2.0
Sono Paola Casagrande tra qualche giorno direttore turismo cultura e sport per adesso
direttore formazione lavoro della regione. Questo pomeriggio presentiamo l’interazione
tra due realtà che hanno deciso qualche tempo fa di lavorare insieme di trovare delle
modalità innovative per comunicare le pari opportunità. Era stato dato un input da parte
del giunta di trovare modalità che non fossero le stesse per ragionare sulle pari
opportunità e i territori potessero lavorare su questi testimoni e esprimere idee
innovative, progetti coinvolgendo il territorio. In particolare si è scelto di lavorare sul
turismo accessibile e su questa parte con dei fondi del fondo sociale europeo 20072013
sono stati stanziati un milione di euro che sono stati messi a bando. Oggi abbiamo i
risultati, i progetti che sono stati risultati vincitori di questo bando, che ci racconteranno
quello che hanno ideato e realizzato soprattutto sui loro territori, proprio per fare in
modo che ciascuno di loro possa conoscere cosa altri hanno fatto, in modo da
contaminare tutte queste idee, questi progetti e darci nuovi spunti e opportunità per
continuare su questo lavoro. Questo bando era aperto a soggetti pubblici e soggetti
privati del settore turistico. C’era la possibilità per imprese, associazioni di categorie
università dipartimenti associazioni di imprese e tante altre, era stato fatto ampio per
cercare di selezionare il meglio e soprattutto anche per invitare i soggetti a lavorare
insieme. Questo credo che sia avvenuto molto bene sui territori e siamo contenti
dell’esperienza fatta. L’altro elemento fondamentale di questo bando, anche perché
ricordiamo che le risorse derivavano dal POR FSE era per permette lo sviluppo
turistico, quindi riguardava persone che già lavoravano, gli occupati e i disoccupati
proprio perché l’intento di queste risorse è sempre lavorare per un ulteriore occupazione
delle persone per fare in modo che più persone abbiano almeno migliorino la loro
occupabilità, perché l’occupazione è più complicata, per dare a più persone strumenti
che permettano di trovare su facilmente una occupazione. L’insieme di questi progetti
era mirato a queste attività. Io non vi ruberei altro tempo, credo che più che le mie
parole sia importante vedere i progetti e sentire quello che è stato realizzato, credo che
sia un bel variegato di possibilità di soggetti e di attività. Lascerei la parola a loro che
hanno gestito questi progetti per raccontarceli e farci conoscere quello che hanno
realizzato.
BADRIOTTO: Ho aiutato le aziende a capire le tecnologie e come muoversi, è
importante capire come muoversi in senso di mercato. Partirei con i i nostri pratici,
Mario Poma, direttore del gruppo di azioni locali delle valli di Lanzo Ceronda e
casternone.
POMA: Intanto una presentazione veloce del progetto. Ha visto cinque soggetti
coinvolti la consulta, il gal Vallo di Lanzo, ISIT Federalberghi la descrizione la trovate
in questa brochure che riassume tutti i risultati del progetto, una guida utile per
ripercorrere tutto quello che è stato fatto. Questo progetto parte da Turismabile, un
progetto avviato nel 2007 gestito dalla consulta per persone in difficoltà, aveva degli
obiettivi molto precisi sui temi della accessibilità. Quello che questo progetto ha voluto
fare è approfondire queste tematiche, costruire un pacchetto accessibile, ci sono una
serie di componenti, mangiare, dormire accompagnamento e altro, ma se parliamo di
pacchetti dobbiamo fare attenzione alle esigenze del turista con disabilità, quindi
lavorare molto sul concetto di accessibilità delle strutture e capire fino in fondo un
turista quando viene che tipo di esigenze ha. Partendo dal presupposto che
l’accessibilità turistica deve essere progettata e comunicata in modo corretto, il progetto
si è rivolto agli operatori turistici, divisi in due gruppi, gli operatori della ricettività e un
altro gruppo costituito dai tour operator. La prima fase del progetto si è articolata in
diversi momenti di formazione sul tema del turismo accessibile, sull’aumentare il
bagaglio di competenze su queste tematiche perché c’è bisogno di fare un grosso lavoro
sia a livello generale che sul territorio che rappresento, le valli di Lanzo. Prima fase:
sensibilizzazione operatori turistici. Sono stati organizzati due incontri importanti due
ore di sensibilizzazione che hanno visto un centinaio di partecipanti, è stato fatto a
Lanzo torinese, capoluogo delle valli di Lanzo e poi un incontro importante a a Torino.
Primo incontro su queste tematiche relative alla accoglienza per tutti e poi la possibilità
di consolidare gli spunti e le nozioni apprese attraverso un corso a distanza. Anche qui
ci sono stati 60 iscritti, quindi c’è stato un buon prosieguo. Secondo seminario: ideare
commercializzare proposte commerciali turistiche dedicato agli operatori. Il seminario è
stato ideato per trasmettere conoscenze e competenze specifiche che servono per
costruire pacchetti turistici per tutti. C’è stato un intervento molto importante della
consulta degli esperti e di ISIT su approfondimenti di tematiche molto tecniche. Nove
tour operator coinvolti siamo soddisfatti c’è stata una partecipazione importante. Un
seminario intenso di 32 ore che ha visto sia lezioni di approfondimento, quindi su
questioni tecniche legate alla accessibilità fruibilità, accoglienza capire le esigenze di un
turista con disabilità. Non solo lezione classica ma anche un momento confronto e di
scambio di opinioni e conoscenze. Qual è il risultato di questo lavoro? La creazione di
un modello per le creazioni di pacchetti accessibili, il primo risultato lo trovate nella
cartellina, ci sono tutta una serie di indicazioni e linee guida che chi vuole progettare un
pacchetto turistico accessibile è bene e utile che legga e consulti, perché qui ci sono
delle indicazioni e spunti importanti. Il primo passaggio per avvicinarsi alla costruzione
di un pacchetto turistico, noi la chiamiamo la cassetta degli attrezzi, che può essere
implementata con più conoscenza, maggiore approfondimento, questo è già un
strumento di base che può essere utilizzato da tutti i tour operator, chi vuole lavorare
nelle proposte di soluzioni di soggiorno per tutti.
Seconda fase del progetto: qui ci siamo rivolti a un corso per persone occupate e
inoccupate laureate in discipline turistiche, l’obiettivo era quello di integrare le
competenze acquisite con nozioni specifiche sul turismo per tutti. 17 neolaureati hanno
partecipato molti sono qui, mi fa piacere che ci siano, un corso intenso, 120 ore di
formazione da maggio a giugno 2014, 80 di lezione teorica su tematiche che
all’università non si trattano, questo è stato il valore aggiunto, e 40 ore di esperienza
pratica nelle valli di Lanzo. 17 nostri giovani sono stati per due giorni sul territorio,
hanno girato in lungo e in largo, hanno conosciuto le strutture ricettive, sono andati a
visitare caseifici, attrezzature sportive, hanno visto tutti quegli elementi che servono per
costruire un pacchetto turistico accessibile. Faccio una piccola premessa ancora, perché
le valli di Lanzo? Perché a partire dal 2009 ha iniziato a lavorare sul turismo accessibile
con l’aiuto della consulta, sul nostro territorio su 24 strutture alberghiere due erano
parzialmente accessibili, oggi abbiamo 17 strutture, vedo qualche imprenditore in sala e
mi fa piacere, abbiamo lavorato sulla formazione e su costruire servizi accessibili a tutti,
i giovani non sono stati catapultati a caso ma sono arrivati su un territorio che un
minimo si era strutturato per riuscire a costruire delle proposte di soggiorno per tutti.
Terminato la education di due giorni i partecipanti sono andati presso i tour operator che
avevano partecipato alla prima fase e lì due giorni di intenso lavoro per costruire
pacchetti turistici accessibili. Sono stati divisi in cinque gruppi, ogni gruppo dovevano
costruire dei pacchetti parzialmente accessibili e anche completamente accessibili da
persone con difficoltà. Ogni pacchetto è completo da locandina, programma e di scheda
tecnica sulla accessibilità. Qui li vedete alleghi e sorridenti, siamo davanti a uno
stabilimento, questa visita al territorio ha fatto capire che qualche imprenditore restio si
sia interessato a quello che stavamo facendo. Qui possiamo vedere, faccio una breve
carrellata ma ci tengo a nominarli perché hanno fatto un lavoro interessante e sappiate
che già degli operatori di valle di Lanzo questi pacchetti li stanno utilizzando, in parte,
perché vanno migliorati. Con il tour operatore, con l’Achita tour tre pacchetti sempre
con l’Achita tour altri tre pacchetti… Con turismo Torino e provincia che ha partecipato
a tutte le fasi del progetto tre pacchetti… Con linea verde sempre tre pacchetti. E altri
tre pacchetti se con Achita tour. Tutti questi pacchetti li trovate non con le schede
tecniche approfondite ma con i contenuti di massima, all’interno del modello per la
creazione di pacchetti turistici accessibili. Risultato di questo progetto: una bella guida
sintetica che dà indicazioni per lavorare su questo tema in maniera approfondita. Io che
rappresento il settore turistico della valle di Lanzo 18 pacchetti turistici interessanti da
approfondire e valutare e anche la soddisfazione di avere visto dei giovani crescere su
queste tematiche, hanno veramente lavorato intensamente e io ne approfitterei per fare
un applauso perché sono stati veramente bravi. Vorrei farvi solo vedere un video della
durata di due minuti che propone un servizio di accompagnamento in montagna, è nato
in due anni, non esisteva, mette insieme operatori diversi, esperti di turismo, ho piacere
di farvi vedere questo servizio che è già attivo nelle valli di Lanzo e che anche i ragazzi
hanno potuto vedere perché qualcuno di loro ci è salito. Grazie.
Volevo solo aggiungere un risultato che forse loro non conoscono ma di fatto hanno
ottenuto con questo progetto, le valli di Lanzo stanno concorrendo su un progetto
nazionale delle aree interne e si svilupperà nei prossimi anni con un finanziamento
complesso tra fondi strutturali e fondi statali destinato a alcune aree. Nel fare questo
progetto loro hanno citato, hanno evidenziato questa attività che era stata fatta sul
turismo accessibile. Quando è venuto Barca e 15 ministeriali dei vari ministeri
dall’istruzione alla sanità, ai trasporti sul territorio perché è un progetto dove il
Ministero vuole vedere sul territorio quello che è stato fatto prima di decidere l’area che
avrà questi finanziamenti, questo aspetto di puntare sul turismo accessibile è piaciuto
moltissimo e quindi una grande possibilità l’avete avuta, vedremo, sicuramente è stato
un elemento molto considerato.
CERRATO: Buongiorno a tutti, io vi presento il progetto verso una città etica. Parlarvi
di cosa stiamo facendo ad asti ci vorrebbe un intero convegno di approfondimento per
esaminare i vari aspetti che stiamo affrontando. Sicuramente grazie al progetto della
Regione Piemonte alcuni di queste iniziative che stiamo sviluppando sul territorio da
adesso in poi saranno visibili a una platea sicuramente ampia. Il nostro progetto
l’abbiamo chiamato verso una città etica, nasce nel 2006 con un nome preciso, albergo
etico, sono i ragazzi che vedete in sala vestiti di arancione ai quali chiederei di alzarsi e
per i quali chiederei un applauso. Il Piemonte e non solo sta imparando a conoscere e a
riconoscere i ragazzi per tutte le attività che stanno facendo non solo Asti, sono
identificati con ristoranti e alcune attività. Poco per volta in tutta Italia stanno portando
la loro esperienza e quella dell’associazione albergo etico per cercare di fare cultura del
turismo, prima ancora di cultura del turismo e cultura del turismo per gli imprenditori
perché se non partano da questi ultimi i nostri pacchetti non saranno mai vendibili. Al
primo punto dobbiamo mettere la formazione e la cultura della classe imprenditoriale
del settore del turismo. Vediamo al progetto, si chiama verso una città etica. L’obiettivo
è stato chiaro, fare crescere il settore del turismo, quando abbiamo iniziato eravamo in
fase di candidatura per avere il rinascimento dell’UNESCO arriviamo adesso con questo
riconoscimento ottenuto a giugno 2014 e con le prime ricadute turistiche positive che
poco per volta iniziano a vedersi. Le linee del progetto erano due, turismo molto legato
al progetto Turismabile e poi l’inclusività lavorativa con persone con disabilità, formarli
e fare sì che entrino nel sistema economico del territorio, quindi i ragazzi che lavorano
nelle strutture e nei servizi collegati al turismo. Quattro erano gli obiettivi da
raggiungere del progetto: raccontare l’esperienza creare cultura tra operatori turistici,
fornire strumenti concreti e formare nuove professionalità. I partner del progetto
capofila il Comune di asta, altri partner l’associazione albergo etico l’la consulta per le
persone in difficoltà e la parte imprenditoriale, quindi il consorzio.
Le azioni, le avevamo elencate, scendiamo nel dettaglio. Raccontare le esperienze, il
primo prodotto che questo progetto ha dato, la possibilità di vedersi concretizzato è
questo libro, lo possiamo distribuire dopo, abbiamo alcune copie, l’abbiamo appena
ritirato dalla tipografia, per noi è un onore presentare oggi questo prodotto, si tratta
dall’esperienza di sette anni di albergo etico, che nasce da una esperienza specifica,
permettere a un ragazzo in sala, Nicolò Vallese di terminare il piano di studi della
scuola alberghiera. Altro protagonista Antonio De Benedetto, in sala con noi, è uno chef
è un ristorante dove Nicolò Vallese inizia a fare questo stage, Nicolò è un ragazzo
affetto di sindrome di down , in pochi mesi inizia a lavorare in cucina grazie alla
supervisione di Antonio De Benedetto poi viene mandato in sala a prendere le comande,
dopo pochi mesi inizia a prendere le comande nel dehors, passano pochi mesi e fa uno
stage in Valtellina, pochi mesi dopo ha le chiavi del ristorante e ora è stato assunto.
Questo è stato un percorso molto lungo perché non parte da psicologi, non parte da
medici, ma parte da professionisti, da chi si occupa di turismo, comunicazione,
architettura un approccio diverso a quello che chiamiamo un problema ma adesso
chiamiamo una risorsa, un valore aggiunto per il nostro territorio. Da allora sono nate
collaborazioni con la scuola alberghiera di asti che ha creato una serie di corsi per i i
ragazzi. Sono circa 70 i ragazzi attualmente in formazione e che l’hanno già fatta,
diversi hanno trovato lavoro, non c’è solo un ristorante, c’è una gelateria una macelleria.
Questa mattina abbiamo visto che il 2015 sarà un anno pieno di eventi la sfida è di
aprire l’albergo etico, in questi giorni stiamo facendo una serie di sopralluogo aprire
questa porta ora sembra una realtà. Lanciamo già al CPD se il prossimo anno sarà aperto
invitiamo a tenere la giornata di disabilità ad Asti. Il CPD con il progetto Turismabile è
stato fondamentale, per questo grazie perché attraverso le best practice e i principi di
Turismabile abbiamo permesso di rendere vendibile come proposta turistica la nostra
avventura che ora sta diventando una realtà imprenditoriale a tutti gli effetti.
Turismabile ha permesso di lavorare anche ad itinerari turistici. Albergo etico sarà uno
dei protagonisti a padiglione Italia ad Expò 2015 è stato scelto per realizzare uno dei
video e verrà mandato al padiglione Italia per fare vedere l’Italia che ce la fa.
L’azione due è creare la cultura nella filiera turistica, abbiamo detto che la formazione è
fondamentale e diventa fondamentale quella degli operatori i quali se capiscono le
problematiche e la fruibilità permetteranno la riuscita di tutti i nostri progetti. Per questo
sono stati realizzati incontri sul territorio sia nel Monferrato che nelle langhe aperte agli
operatori con il coinvolgimento dell’ordine degli architetti e dei geometri. Agli operatori
del settore coinvolti nel progetto è stata sottoposta una sorta di carta etica, un impegno
per realizzare tutta una serie di iniziative, di migliorie al proprio locale per rendere più
accessibile il locale e quindi il territorio. Azione 3: fornire strumenti concreti. Il
Comune di Asti nel mese di maggio ha acquistato 70 pedane per favorire la accessibilità
ai locali del centro di asti. Grazie al CPD sono stati individuati due itinerari nel centro di
asti gli uffici pubblici o le attività commerciali che si acquistano su queste vie hanno
avuto la possibilità di ottenere gratuitamente queste pedane da parte del progetto. È stato
realizzato un altro prodotto, anche questo in distribuzione, langhe Monferrato Roero
colline per tutti. I ragazzi che hanno partecipato ai corsi di formazione sono stati
realizzati degli itinerari. Sono state fatte 120 ore di lezione teorica e grazie alla consulta
sono stati mandati molti messaggi su come costruire un itinerario e come una struttura
deve essere costruiva o essere valorizzata con l’accessibilità. Pacchetti turistici che
riguardano la città di Alba, e asti, un itinerario del Barolo, uno del barbaresco ho
condiviso, altri su Canelli e un altro ancora nella zona nord del Monferrato quindi in
area appena riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio universale. A questo corso di
formazione hanno partecipato alcune delle persone che sono sedute qui con noi oggi che
hanno imparato a progettare il turismo in chiave nuova. I docenti hanno cercato di
trasferire ai partecipanti del corso il concetto del turismo per tutti. Questa è una
professionalità nuova, quindi anche per le persone che hanno partecipato a questo corso
si prospettano delle nuove possibilità di lavoro. Ai tour operator presenti in sala
possiamo organizzare un incontro immediato con qualcuno di questi ragazzi notizia di
questi giorni è che una delle ragazze che ha seguito il corso ad Asti è rientrata in
Sardegna e proprio in questi giorni sta attivando una attività di tour operator
specializzata nel turismo for hall
SALVESTRIN: Come avete visto tutti i nostri progetti sono figli di Turismabile è un
tavolo intorno al quale ci siamo seduti anni fa, iniziando a un input voluto dalla Regione
Piemonte a pensare che il turismo è veramente una cosa per tutti, qualcosa a cui tutti noi
aspiriamo. La vacanza è sì una parte della nostra vita piacevole, fa parte del nostro
tempo libero ma è a tutti gli effetti una attività imprenditoriale e come tale la dobbiamo
considerare. Se chi mi ha preceduto ha posato la sua attenzione sulla realizzazione di
itinerari accessibili noi invece abbiamo considerato una parte dell’esperienza di svago,
dell’esperienza turistica e abbiamo cercato di coinvolgere gli organizzatori di alcuni
grandi eventi che si svolgono sul nostro territorio e fare loro capire, confrontarci con le
loro esperienze e vedere dove fosse possibile intervenire per rendere queste grandi
manifestazioni accessibili a tutti. Il nostro gruppo di alcuno era composto anche dalla
CPD e dall’ISIT che grazie alle loro competenze ci hanno accompagnato per mano e ci
ha accompagnato in questa esperienza che ci ha soddisfatto molto. Il nostro progetto si
ha proposto di diffondere una nuova cultura della accoglienza. Abbiamo voluto capire e
fare capire fino a quale misura gli eventi potessero essere accessibili e godibili in
serenità divertimento e sicurezza da tutti i cittadini senza alcuna esclusione. Noi
abbiamo cercato di fare capire a chi organizza le manifestazioni che l’aspetto etico del
turismo per tutti è sicuramente fondamentale ma c’è anche una ricaduta economica
importante perché un evento, una manifestazione che può essere fruito da tutti aumenta
la presenza e quindi ha maggiore impatto. È sicuramente un vantaggio per gli operatori
stessi. Il nostro è stato un progetto molto articolato, come quelli che ci hanno preceduto.
Ci siamo mossi in più direzioni. Abbiamo iniziato circa un anno fa con tre incontri
preliminari che sono svolti a cura, Mondovì e Fossano laboratori di formazione aperti a
tutti gli operatori del turismo cuneese. Con questi momenti di riflessione abbiamo
voluto cominciare a parlare a chi il turismo lo organizza della possibilità di aumentare i
numeri dei turisti che affluiscono alle nostre manifestazioni con alcuni accorgimenti a
cui non avevamo mai pensato ma che non sono così costosi e possono solo fare del bene
alle manifestazioni pubbliche. Questo è un momento del evento che abbiamo fatto un
anno fa. Tra i nostri obiettivi c’era quello di creare e diffondere degli strumenti e delle
competenze tecniche che potessero fare sì, che si potessero realizzare sempre più
manifestazioni per tutti. Abbiamo realizzato un modello di realizzazione che definisce i
parametri minimi di fruibilità degli eventi. In pratica durante tutte le iniziative che
abbiamo realizzato abbiamo raccolto tutta una serie di indicazioni che sono confluite
nella realizzazione di una app in fase di ultimazione, che sarà intanto uno strumento
nuovo, non esiste ancora nulla del genere uno strumento che servirà di valutare la sua
reale fruibilità da parte del pubblico. Essendo il nostro un progetto finanziato da questo
bando della Regione Piemonte, che aveva alcuni punti chiavi: la formazione di persone
inoccupate e chi nel turismo ci lavora, abbiamo individuato una scuola superiore del
nostro capoluogo l’istituto Grandis che ha un indirizzo turistico e abbiamo proposto 60
ore di percorso formativa che sono andate a fare parte delle classi quarte e quinta di
questo istituto. I ragazzi si sono visti calati dall’alto questa proposta, non avevano
possibilità di dire che non interessava, i risultati che abbiamo ottenuto sono andati
veramente al di là delle nostre aspettative, questi ragazzi si sono appassionati al tema e
alcuni di loro lo hanno portato all’esame di maturità come oggetto della tesina. Il nostro
obiettivo è fornire del conoscenze di base per potere affrontare il tema del turismo
accessibile al meglio. Ci sono state lezioni di vario tipo, lezioni frontali, uscite sul
territorio incontri con persone che testimoniavano il modo diretto la loro disabilità e
parlare in modo sereno con scambio di opinioni vivace e interessante. Parlare ai ragazzi
di che cosa vuole dire doversi muovere in carrozzina, se non si vede bene o non si vede
del punto. Sono state 60 ore che i ragazzi hanno apprezzato moltissimo e dal nostro
punto di vista abbiamo creato un interesse che rimarca in questi giovani al di là delle 60
ore di percorso formativo. Al termine di questo percorso i ragazzi sono stati premiati
nella provincia dal Presidente di CPD Ferrero, dal nostro Presidente e anche dal
dirigente e dall’assessorato alle pari opportunità. Abbiamo iniziato già dalla primavera
2014 ad avvicinarci alla organizzazione del nostro territorio il festival mirabilia di
Fossano uno dei migliori d’Europa. La fiera nazionale del marrone alla 16 esima
edizione. E il peccato di gola tre eventi diversi perché il primo si svolge all’aperto in
spazi non organizzati perché gli artisti si esibiscono per strada ma altri che si svolgono
in sale all’aperto con sedute e palco la fiera nazionale del marrone è una manifestazione
che si svolge all’aperto in diverse piazze della città di cuneo non ha biglietto di ingresso.
Peccati di gola si svolge in padiglioni chiusi con biglietto di ingresso tre manifestazione
diverse con location diverse e quindi diversi problemi da approntare per quanto riguarda
la accessibilità. Con gli organizzatori di queste manifestazioni abbiamo fatto dei
percorsi, siamo stati fortunati o convincenti perché siamo entrati nella organizzazione
dell’evento, abbiamo fatto riunioni organizzative, abbiamo fatto confrontare gli
organizzatori con esperti, abbiamo fatto sopralluoghi, censimenti, riunioni con
imprenditori e inoltre abbiamo partecipato direttamente ad alcune di queste
manifestazioni con un stand dando un servizio di informazione della manifestazione
sulla accessibilità e fornendo un servizio di noleggio gratuito di carrozzine. Chi la sedie
a rotelle la deve usare abitualmente arriva con la propria sedia ma il nostro intento era
quello di fare capire che anche una persona che è anche affaticata, ha le ultime
settimane di gravidanza ha voglia di vedere in tranquillità può trovare il modo di farlo
se gli organizzatori della manifestazione forniscono un servizio di questo genere che
penso molti di voi avranno già visto in alcuni grandi ipermercati e centri commerciali, è
un modo per incentivare la fruibilità dell’evento, anche il Presidente di ISIT è stato da
noi a testare la fruibilità di peccato di gola. Questo è il logo che le tre manifestazioni
hanno potuto opporre. La manifestazione è stata approvata da eventi senza frontiere
perché abbiamo testato la manifestazione nel suo complesso. È stato fatto molto ma
molto altro rimane da fare. Il nostro scopo, la nostra speranza è che questo sia un primo
passo affinché altri organizzatori prendano spunto e si rendano conto che spesso non ci
vuole molto per fare sì che una manifestazione sia visitabile fruibile da tutti. Nello
specifico a Cuneo abbiamo anche verificato la accessibilità di tutta una serie di ristoranti
soci del consorzio di operatori turistici, hanno questo loro luogo, mangiarti, perché
vogliono che il loro modo di cucinare sia artigianale e a chilometri zero, è stata testata la
accessibilità e la possibilità di proporre piatti per diverse esigenze, dai piatti per chi
soffre di celiachia a piatti per chi è vegano o vegetariano. Ci siamo imbattuti in una
situazione già piuttosto buona, il nostro intervento non è stato visto come punitivo nei
confronti di chi ancora non si era messo al passo ma come incentivo o suggerimento per
fare qualcosa a cui non si era ancora pensato, anche dal punto di vista dell’accessibilità
vera e propria ci siamo resi conto di come noi italiani abbiamo molta fantasia, anche chi
ha un locale nel centro storico con difficoltà oggettive si è ingegnato a trovare soluzioni
alternative. La cosa che ci ha stupito favorevolmente è che spesso non si trattava di
ingressi secondari, ingressi dalla cucina, ma ingressi alternativi, magari anche da
montare e smontare all’occorrenza comunque con molta buona volontà da parte di
questi ristoratori. Nella seconda parte del 2014 abbiamo portato avanti il discorso del
coinvolgimento di chi già lavora nel settore turistico. Qui abbiamo incontrato sia
durante le manifestazione sia con lezioni frontali in aula gli operatori turistici e questi
sono stati organizzatori o personale che lavora negli IAT, negli uffici turistici, nelle
proloco, dando loro non tanto una formazione da zero, ma un percorso di rinforzo di
competenze che già potevano avere per formazione personale. Il tutto è stato portato
avanti in diversi momenti con lezioni frontali, confrontandosi direttamente con chi ha
esigenze particolari a tutti è stato consegnato un attestato di partecipazione. Abbiamo
dato molta importanza al nostro progetto perché parlandone si può fare sì che ad altri
vengano buone idee o si prenda spunto da lavori già fatti. Abbiamo diffuso comunicati
stampa, utilizzato pagine face book, questo lo abbiamo fatto con l’aiuto della
comunicazione fa il suo pane quotidiano, non faceva carpe del gruppo di lavoro base ma
Global Turist Consulting ci ha aiutato molto. Chi siamo resi disponibili a interviste
radiofoniche televisive, abbiamo fatto uscire articoli e interviste sulla carta stampata,
molto a livello locale proprio perché vogliamo che il nostro territorio cresca da potnvso
punto di vista. Una cosa che mi sono dimentica è la realizzazione di una carta di buone
maniere, consigli che servono per l’accoglienza di persone con disabilità, però vi devo
assicurare rileggendo sono quei consigli di buon senso che ognuno di noi deve applicare
senza avere il caso di una persona con disabilità evidente, ma un sorriso in un ufficio
turistico fa bene a tutti. L’empatia nei confronti di chi abbiamo davanti è importante
sempre e comunque. Chissà se siamo stati in grado. Una delle ragazze che ha seguito il
nostro corso, una ragazza di 17 anni ha scritto queste parole che ho riportato pari pari
perché mi sembravano importanti: alla fine del percorso possiamo dire di avere aperto
gli occhi verso le esigenze di tutti di avere acquisito una sensibilità maggiore dal punto
di vista umano sperando di poterla utilizzare in futuro anche
Ringraziamo per averci dato questa possibilità siamo certi che faremo tesoro di ciò che
abbiamo appreso. Direi che questo è un ottimo risultato.
DEPAOLI: Volevo portare il saluto della nostra Presidente Maria Rosa Fagnoni che
avrebbe voluto essere qui oggi e presentare lei questo progetto che dà l’avvio a un
discorso di accessibilità. È stata trattenuta da un Consiglio direttivo straordinario. Il
nostro progetto si può già riassumere in quelle due parole che seguono Novara in
inclusiva e innovativa, inclusiva perché è rivolta a tutti, e inclusiva perché i canali
comunicativa che abbiamo messo in atto per fare conoscere questo progetto sono nuovi
per noi. In queste due parole si riassumono una serie di programmi che ritroveremo più
avanti in questa presentazione.
Il partner del progetto sono diversi, capofila l’agenzia turistica della provincia di Novara
con partner principali la Camera di commercio e la consulta per le persone in difficoltà.
Una serie di altri enti non ha aderito immediatamente a una proposta progettuale che
all’inizio avevano tratteggiato solo come obiettivi preliminari. Il Comune di Novara, la
provincia di Novara, l’ente nazionale per la protezione e assistenza sordi, l’associazione
italiana celiachia, l’associazione amici… Ci tenevo a fare l’elenco di questo gruppo di
lavoro perché il tavolo che si è costituito è stato ricco di interesse ma anche di
prospettive future, perché si vorrebbe che il progetto non si esaurisse con la chiusura di
Novara in ma fosse un lavoro permanente anche a livello consultivo. Grazie a questo
tavolo aperto con questo progetto c’è stata una visione più ampia delle esigenze del
turista che magari non sono mai state appieno prese in considerazione e poi c’è stata una
analisi più critica dell’offerta turistica del nostro territorio. Il discorso delle strutture
ricettive veramente accessibili, dei monumenti accessibili nel nostro territorio sono stati
messi in luce con questo percorso. Abbiamo avuto scoperte positive e negative, perché
abbiamo visto che molte delle azioni che intraprendiamo, dei luoghi che proponiamo
per le visite non sono accessibili, per cui c’è tutto un lavoro da fare sugli operatori del
nostro territorio per renderli tali. Al contrario abbiamo scoperto che alcuni luoghi come
il broletto di Novara dove si svolgono eventi internazionali ha superato gli standard
richiesti per un turismo accessibili, questo è positivo per capire dove dobbiamo andare e
proporre il nostro territorio. La proposta progettuale è stata riassunta in questi tre
macropunti che vedremo poi un po’ meglio dettagliati nel discorso di obiettivi e azioni.
Diffondere la cultura di accoglienza turistica realizzare e promuovere itinerari turistici
valorizzare e promuovere il luogo novarese per una vacanza sana e stimolante, il
discorso dell’accoglienza è quello che abbiamo voluto perseguire con un discorso di
valorizzazione che ha riguardato i portatori di interesse del nostro territorio che
possiamo dividere in due macrogruppi: gli operatori delle ricettività, le guide turistiche,
le Amministrazioni locali e le associazioni sportive. Con questo primo gruppo abbiamo
fatto una serie di incontri a cui hanno partecipato esponenti della consulta per un
discorso di a partecipazione. Al di là di discorso teorici per cui si sono tracciati i
principi delle buone prassi abbiamo notato come ci sia stata una attenzione particolare
delle Amministrazioni perché rispetto a una partenza in cui gli itinerari sono stati
monitorati ci sono state Amministrazioni venuti da noi per chiedere di monitorare altri
itinerari per sapere se erano accessibili. Un discorso a parte merita l’istituto alberghiero
Ravizza anche in questo caso si è parlato di incontri di sensibilizzazione. Si è scelto
questo istituto perché c’erano ragazzi che sono il nostro futuro anche perché sono nel
settore turistico, e volevamo dare quello spunto in più su cui riflettere. Il discorso
dell’accoglienza è materia scolastica, il discorso dell’accoglienza per tutti è qualcosa in
più. L’avere insegnato che non basta solo il sorriso serve avere una attenzione
particolare per le persone che hanno disabilità e hanno bisogno di attenzione in più è
stato di stimolo per questi ragazzi che hanno avuto seminari e l’applicazione di quanto
appreso su due eventi avvenuti nel territorio.
A chi era rivolto questo progetto? Diciamo che i destinatari erano diversi, abbiamo
categorie diverse tra loro che vanno da famiglie con bambini, anziani persone con
disabilità motorie cognitive e sensoriali e persone affette da intolleranze alimentari. Nel
gruppo di lavoro un’attenzione l’abbiamo avuto alle persone che hanno problemi con la
celiachia. Gli obiettivi erano quelli di migliorare e ampliare la visita di turisti con
esigenze specifiche rivolto in particolare agli itinerari for hall che sono stati censiti e
dove avevano limiti per persone con ridotte capacità motorie erano stimolo per i
direttori dei musei dove siamo andati o per chi gestisce beni del territorio abbiamo
spiegato che bastava mettere una rampa o altri accorgimenti. Sviluppo e potenziamento
come destinazione turistica accessibile. Ricordiamo che il fine ultimo è anche quello di
portare sul territorio una ricaduta economica oltretutto l’essere accessibili a anno o
meno per l’Expò per Novara è un argomento di grande interesse perché siamo alle porte
del luogo dove si svolge l’evento clou del 2015, bisogna sfruttare appieno tutti i canali
che questo evento nazionale darà sul territorio. Le opportunità di cui abbiamo già
parlato per i ragazzi del Ravizza la grande opportunità sarebbe applicare questo progetto
all’offerta turistica futura, non vorremmo che tutto questo cadesse poi nel vuoto. La
volontà sarebbe quella, trovando le risorse, di proseguire alla sensibilizzazione e passare
alla realizzazione di strutture e coinvolgere altre persone perché il territorio prosegue in
una opera di accessibilità maggiore. Arriviamo alle azioni. La prima è la promozione
della cultura. Le giornate di lavoro sono state realizzate per informazioni e
sensibilizzazione e confronto da qui è nata una carta dei principi delle buone prassi di
accoglienza per tutti condivisa, poi c’è stata la creazione di itinerari turistici, in questo
caso dobbiamo dare atto e ringraziare per la loro opera di censimento Gianni Ferrero
Eugenia Monzeglio che ci sono stati accanto nel tracciare e nelle dare le indicazioni per
migliorare o per ampliare gli itinerari da cui siamo partiti. Questi itinerari rientreranno
nella pubblicazione di una guida bilingue Novara in distribuzione da gennaio. È
l’ultimazione quella della guida che raccoglierà tutte le azioni previste che va dall’aver
coinvolto tutte le strutture e avere fatto compilare un modello per capire se erano
accessibili o meno, per mettere i ristoranti, per mettere questi percorsi del for hall dove
segnalati a limiti delle persone con difficoltà. Il percorso formativo degli studenti
dell’istituto Ravizza era un modo per ampliare le loro competenze proprio perché
volevamo che questi ragazzi volevamo che fossero preparati su un discorso di
accoglienza. In questo senso il seminario prevedeva una parte in classe dove si spiegava
a livello teorico cosa si deve e non deve fare con un disabile, ma c’era una parte pratica
in cui hanno provato uno del percorsi all’interno dei monumenti storici di Novara ma
l’hanno testato anche con carrozzine o bendati per potere capire dall’altra parte quali
siano le difficoltà per un non vedente o per chi deve muoversi in carrozzina in una città
come Novara. Per la parte di supporto informativo abbiamo creato una pagina face
book, abbiamo incrementato il sito internet, sono stati fatti educational e c’è stata una
serie di azioni mirate che sono andate attraverso fiere in Italia e all’estero e anche
all’inserzione su riviste e giornali di tiratura nazionale di questo progetto. Qui vedete le
esperienze sul campo, le tre foto riguardano le uscite dei ragazzi e l’applicazione di
quanto appreso in classe nella parte sottostante. C’è un breve contributo di 30 secondi.
Per il discorso della Novara innovativa, quello che dicevo precedentemente abbiamo per
la prima volta fatto anche un bloc tour dedicato a Novara in hanno partecipato diversi
giornalisti che hanno utilizzato come blogger, di questi ve ne menziono alcuni nuovi
turismi viaggi e turisti per caso mi prendo e mi porto via, che hanno dedicato pagine e
indicazioni di questo blog tur realizzato nel novarese. Sono seguiti degli educational
tour con operatori e giornalisti e vi segnalo un educational dedicato ai cral, hanno
partecipato ITALGAS, beni culturali e il CDU nel venire a vedere e poi a proporla. I
percorsi che sono stati ritenuti accessibili e che quindi proporremo nella nostra guida
sono due sul centro di Novara, uno il trekking che ha un itinerario più naturalistico e
l’altro sul centro storico di Novara. Fuori dal capoluogo risale il tour nella bassa
novarese dove il campo della ghina è il gioiello del tour perché completamente
accessibile, esperienze sensoriali anche per i non vedenti e è una oasi stupenda da
visitare. L’altro tour è quello delle colline novaresi dove l’aspetto architettonico si
unisce a quello naturalistico per un supervulcano e per un discorso di enogastronomia,
c’è un altro itinerario suggerito dal territorio che sarà all’interno del parco naturale del
ticino. Chiuderei con il dire che il diffondere degli operatori turistici una cultura della
accoglienza turistica fondata sullo scambio di conoscenze fa sì che ci sia questa uguale
dignità delle persone e una pari dignità tenendo conto che il turismo accessibile è la
base fondante per una destinazione perché sia poi veramente accogliente per tutti non
solo per chi ha disabilità.
FUMAGALLI: Sono Stefania Fumagalli ma occupo dell’ufficio progetti di Coldiretti.
Vedo che sono tutti enti pubblici, noi siamo una associazione di categoria e vi spiego
perché ci siamo messi a lavorare su questo tema. Da una decina di anni abbiamo iniziato
a interrogarci ancora prima che ci fosse questa crisi, abbiamo avuto fortuna e siamo stati
precursori, la qualità della vita nelle aree rurali e come potevamo incidere per
migliorarla perché ci eravamo resi conto che i nostri giovani non si saranno fermati. Le
aree rurali per fortuna sono state rivalutate, abbiamo provato a pensare a come
rispondere a questo periodo di crisi, forse bisognava rivedere il modello di sviluppo
delle nostre aziende. Il tema su cui abbiamo iniziato a lavorare sulla agricoltura sociale,
tema che sarà legge nazionale e che però qualche anno fa era un tema non conosciuto.
L’agricoltura sociale e è quella attività che fanno uso delle risorse del territorio delle
piante e degli animali in aggregazione. Gli agriasilo e gli agritate, le cooperative verdi,
la terza è quella dell’inclusione sociale e lavorativa di soggetti vulnerabili o
svantaggiati. Le aziende sotto i 15 dipendenti non hanno obbligo di legge e scelgono di
fare questi percorsi, non si fanno da soli ma si fanno in rete collaborativa. Questa è una
rappresentazione grafica, la rappresentazione della rete Coldiretti Torino, nel 2010,
2011 e 2013 è fatta da aziende agricole, associazioni di volontariato, enti pubblici,
A.S.L., consorzi scuole ecc.. A un certo punto abbiamo visto gli esiti del lavoro che
abbiamo fatto sulle aziende agricole dove nel 2013 gli inserimenti occupazionali veri
sono stati 39 quindi numeri piccoli ma interessanti considerando realtà molto piccole.
Noi siamo nipoti di Turismabile, e figli delle valle di Lanzo io ho partecipato alla
formazione e poi ho iniziato a ragionare su che cosa potevamo fare noi. Ho pensato che
era molto interessante il lavoro che stavano facendo con la CPD e quando è uscito il
bando della Regione Piemonte mi è venuto in mente di provare a fare un percorso
analogo che è quello che stanno facendo le valli di Lanzo con gli operatori turistici,
anche perché il turismo per tutti mette al centro la persona, l’agricoltura sociale uguale e
ci sembrava il giusto punto di partenza. Abbiamo presentato un progetto non da soli,
che aveva l’obiettivo di creare una nuova accessibilità della rete agrituristica doppia,
una accessibilità delle strutture in una logica di accoglienza per tutti, qualità elevata e
una accessibilità al lavoro per le persone che in situazione di svantaggio potevano
trovare impiego o formazione, un po’ come l’esperienza dell’albergo etico. Per farlo la
Coldiretti da sola non poteva fare nulla, la agricoltura sociale è una rete, ultimamente
abbiamo conosciuto CPT e ISIT, è più che altro un matrimonio, nel senso che in poco
tempo abbiamo fatto molti progetti e ne faremo ancora. Il partenariato è composto da
Coldiretti, ISIT… In origine perché il progetto a un certo punto ci sembrava riduttiva
tenerlo a livello provinciale, potiamo ragionato con Coldiretti Piemonte e quindi il
primo risultato è stato quello di allargare il lavoro che stiamo facendo su tutto il
territorio Piemontese e non solo confinato in provincia di Torino, la rete collaborativo…
Le azioni del progetto, abbiamo incontrato 80 – 90 persone per volta in incontri di
sensibilizzazione c’era di tutto, associazioni enti, ecc.. Abbiamo fatto la promozione e la
stiamo facendo nelle fiere specifiche, quindi grazie a ISIT e alla consulta, da poco la
fiera dell’agriturismo dove sono stata io di recente il progetto potrà avere probabilmente
anche un ampliamento a livello territoriale e a Milano abbiamo chiesto un mese di
proroga perché con l’Expò alle porte ci sembrava interessante non perdere l’occasione.
L’ultima azione di promozione che presenterà gli esiti del progetto dico apertura perché
per noi è inizio sarà fatta con la disability manager a gennaio inviteremo tutti ma lo
stiamo costruendo in questi giorni, vi posso dire che guardando i dati dell’Expò loro si
aspettano 200 mila persone disabili con famiglie. La costruzione di un modello di
intervento per gli agriturismi costruendo un gruppo di lavoro con i nostri agriturismi e
altri organismi, un gruppo di lavoro ha costruito delle linee guida che verranno
distribuite a tutti gli agriturismi della rete Coldiretti Piemonte, in particolare su 15
agriturismi dieci della provincia di Torino e cinque delle altre provincie è stato costruito
un percorso di progettazione puntuale dei percorsi di accessibilità dentro le strutture.
Ancora formazione per gli operatori, le cose sono simili con altri progetti, una
costruzione, un kit di strumenti che possono facilitare la comunicazione per tutti, quindi
mappe tattili e tutta una serie di strumenti che non ho ancora visto ma so che il gruppo
di lavoro ma ha mandato una mail è in fase di definizione. Sono state inserite delle
persone svantaggiate nelle aziende alcuni come momenti di formazione me in alcuni
agriturismi sono stati fatti dei tirocini veri che sono proseguiti a carico delle aziende e
mi dicono che due di queste aziende terranno le persone che sono state inserite. Lo
vedremo a fine tirocinio. Ultimo, la creazione della catena dell’accessibilità agrituristica
l’idea è di costruire una mappa ma anche le aziende agricole sociali, le botteghe di
campagna amica e tutti gli altri progetti che si muovono perché non si può essere
autoreferenziale e quindi dalle valli di Lanzo in poi credo che sarà interessante
ragionare. L’ultima cosa è che abbiamo chiesto agli agriturismi di inserire nei menù non
solo che tengano conto dell’esigenza di tutti ma il cibo civile, cioè quello prodotto in
aziende agricole, hanno assunto pagando come lavoratori, persone svantaggiate, non
avendo sgravi contributivi e lo fanno in una logica di responsabilità, è cibo, locale,
pulito buono cibo civile.
CARBONE: colgo l’invito a stare in tempi stretti, spero di riuscirci. La storia quando è
uscito questo bando eravamo in tempi non sospetti nessuno diceva di fare una ATL
unica ma ci siamo parlanti con Alessandria e con i consorzi turistici sapevamo che si
stavano orientando sulla disabilità e abbiamo deciso di guardarci intorno e vedere cosa
offriva il mercato. Cosa vendiamo adesso, il nostro è un territorio a vocazione
enogastronomica fatto di grande gastronomia e di colline, con un target abbastanza
ristretto, negli ultimi anni ha cominciato a allargarsi. L’arrivo di nuovi mercati ha
portato turisti nuovi, che arrivano ha nuove provenienze, con età diverse che arrivano da
noi con le famiglie con i bambini e su cui non siamo attrezzatissimi. Il progetto è stato
molto importante perché è stata la volta buona che abbiamo deciso di affrontare il
problema. Cercare di capire come un territorio che vive innanzitutto di turismo da vino
possa a lavorare con i bambini, ci abbiamo provato perché abbiamo un turista più
complesso con buona capacità di spesa l’altro lato è che se spende di più è pieno di
desideri. La lettura interna ha evidenziato una serie di problemi, lavorare con i bambini
non vuole dire solo che hai qualche turista in più, vuole dire avere un pubblico più
complicato con delle esigenze specifiche. La prima cosa che abbiamo fatto è stata quella
di relazionarci con gli operatori del territorio o, dialogo e sensibilizzazione, formazione
in senso stretto che non ci interessava moltissimo, non gli abbiamo la ricetta, devi fare
questo. Abbiamo cercato di capire che cosa era stato fatto, che cosa era utile e possibile
fare. Il bando partiva da un’azione per sollecitare il mondo del lavoro a creare nuove
opportunità. Questa è stata l’altra cosa importante che abbiamo cercato di mettere
insieme, delle attività formative per un gruppo di ragazzi, i narratori piccoli turisti.
Questa è stata la cosa che abbiamo cercato di mettere insieme. Lavorare con i ragazzi è
complesso richiede specificità. Noi non facciamo gli animatori turistici dove se guardi
che non si facciamo male va bene così. Si tratta del vino e quindi complicato. Cercare di
rendere il territorio enogastronomico aperto ai bambini e quindi formale ragazzi che
siano in grado di relazionarsi con loro e quindi inventare qualcosa a misura di bambino.
Abbiamo creato materiale specifico, il progetto si concluderà tra una settimana quando
consegneremo il materiale alle strutture che hanno aderito. Abbiamo censito le strutture,
siamo partiti a fare i cattivi, chi ha le caratteristiche a posto entrerà gli altri fuori. Nella
app che abbiamo creato troverete tante strutture. La finalità del progetto non è mettere i
i buoni di una parte e i cattivi dall’altra ma è cercare di fare capire che c’è possibilità di
altro turismo… Non chiediamo cose complicate cominciamo con l’accoglienza base e
quindi se nel ristorante hai un bambino non troppo appassionato di cena che non vuole
passare tre ore che discutono dei tannini del barolo magari con azioni come quelle il
problema si risolve.
L’obiettivo è di arrivare a avere un prodotto turistico fatto a posta per loro dove l’idea
non è di inventarsi qualcosa di nuovo ma modellare quello che già esiste e che sia
fruibile da un pubblico molto giovane. L’altro argomento che abbiamo cercato di
comunicare bene è che quello di cui stiamo parlando non è turismo scolastico inteso
come gruppo di bambini inteso insieme ma aprire un percorso che porti ad accogliere
meglio un pubblico di quarantenni che viaggiano da noi con una dotazione di under 12
che spesso non accogliamo bene. Fare qualcosa per loro cuore dire declinare l’offerta
per questa misura, è importante perché poi saranno loro a promuovere, alla fine
dell’anno dare se loro vanno a casa contenti i genitori sono contenti, se non sono
contenti i genitori sclerano. Loro sono il pubblico potenziale per il futuro se vanno a
casa felici metteranno un mi piace.
Non ci resta che ringraziare tutti coloro che sono rimasti con noi fino alla fine e tutti
coloro che hanno dato il loro apporto oggi. Ci sono state tante esperienze, riflessioni e
modi diversi di affrontare quello che ci interessa, cioè garantire il turismo per tutti,
garantire che questa regione sia più aperta disponibile, più appetibile per chiunque e
qualunque siano le esigenze delle persone che vogliono venire da noi. Questo deve
essere veramente il nostro motto, quello che deve caratterizzarci, quello che tutti
insieme possiamo vendere, vendere il nostro territorio, perché questa consapevolezza
che sta crescendo ci aiuta che chiunque venga in qualsiasi punto del nostro Piemonte
possa trovare un’accoglienza sempre più attenta alle sue esigenze. Abbiamo visto di
tutto, tutti i target abbiamo visto una partecipazione importante delle imprese, delle
ATL degli enti pubblici delle associazioni, consorzi. Io credo che la valenza di questi
progetti sia anche stata quella di far lavorare insieme più soggetti, è una abitudine che
ormai direi che su tutti i fronti stiamo prendendo e stiamo coltivando positivamente e
credo che ci debba caratterizzare per riuscire insieme a fare cose positive e crescere
naturalmente. Il prossimo anno sarà impegnativo, con tantissimi eventi sul territorio ma
forse sarà anche il più facile perché avremo occasione di avere tanta gente. Dobbiamo
lavorare molto bene perché queste persone si trovino benissimo e poi tornino negli anni
successivi quando non ci saranno questi attrattori e dobbiamo fare in modo che siano
talmente contenti da ritornare l’anno successivo o comunque ne parlino benissimo in
modo da garantirci gli stessi flussi per gli anni successivi. Abbiamo un gran lavoro
insieme da fare, ma sono certa che insieme potremo fare molto. Grazie a tutti.
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2.Trascrizione Convegno Turismo 2.0