2000
–
2005
C ent r o s p e ci a l i st ic o p er l a pr even z ione
del le d ipendenze e
l a pr omo z ione del l a s a lut e
QUADERNO 05
Info:
T. 0471
F. 0471 324 801
w w w.f 940 220
info@f or um-p.it
or um-p
.it
Impressum
1 Di quale coraggio ha bisogno la prevenzione?......................02
2 Chi siamo….....................................................................06
3 Il lavoro in rete.................................................................10
4 Attività di ricerca..............................................................12
5 Conferenze e attività di aggiornamento nel 2005.................20
Forum Prevenzione
Centro specialistico per
la prevenzione delle dipendenze
e la promozione della salute
Via Monte Tondo 1/b
39100 Bolzano
www.forum-p.it
[email protected]
T. 0471 324 801
F. 0471 940 220
6 Responsabilità individuale e partecipazione civile................22
Comunità. I progetti..........................................................24
Design
Gruppe Gut Gestaltung
7 La resilienza, ovvero
ciò che ci protegge in tempi difficili....................................26
Famiglia. I progetti...........................................................30
Fotografia
Dariz, photocase.de, foto d’archivio
8 La “Peer Education” come strategia
di intervento nella prevenzione...........................................32
Giovani. I progetti.............................................................36
Traduzione italiana
Silvia Manzardo
04.2006
9 La prevenzione nella scuola italiana....................................40
10 Altri ambiti......................................................................44
11 Opuscoli. Biblioteca. Lavoro con i media.............................46
12 Sito internet www.forum-p.it..............................................48
13 Consumo, dunque sono?...................................................50
Con il sostegno della Ripartizione Sanità della
Provincia Autonoma di Bolzano
PREMESSA…
Care lettrici e cari lettori,
quella che vedete è la terza edizione del nostro quaderno: modificato nella
grafica e più dettagliato nei contenuti, il quaderno cresce insieme al Forum
Prevenzione.
In qualità di centro competente nella prevenzione delle dipendenze e nella
promozione della salute lavoriamo da ormai cinque anni nei settori della famiglia, dei giovani e del lavoro di prevenzione nei comuni in forma sempre
più differenziata, e siamo attivi anche nel campo delle aziende, dello sport e
dell’attività fisica. L’attività di ricerca è inoltre divenuta parte integrante del
nostro lavoro.
La presente pubblicazione offre un panorama delle tematiche prevalenti e
delle attività del 2005, unite a riflessioni attuali ad esse collegate.
Buona lettura!
Il team del Forum Prevenzione
02 DI QUALE CORAGGIO HA BISOGNO LA PREVENZIONE?
1
Di quale
coraggio ha
bisogno la
prevenzione?
Wolfgang Hainz
Chi lavora nella prevenzione delle dipendenze
ha a che fare notoriamente con la paura. La paura dei genitori che i propri figli possano “scivolare” e rovinarsi la vita, la paura degli insegnanti
che nella propria scuola possa accadere un
episodio increscioso e scoppiare uno scandalo,
la paura dei politici di non essere rieletti se non
assumono una posizione coerente nei confronti
dell’incubo della dipendenza.
Con il tempo la prevenzione ha imparato ad
andare incontro a queste paure e a metterle in
discussione. In un oscuro passato, alcuni de-
cenni or sono, si è persino tentato di utilizzare la
paura in funzione preventiva: con la demonizzazione e una politica terroristica si cercava di fare
in modo che le persone prendessero distanza
dalle droghe. Ma la realtà ci ha dimostrato che
ciò non è avvenuto. Per fortuna, ci sono stati
uno sviluppo e un progresso in tal senso, e si è
giunti a riconoscere che un principio puramente
autoritario solo di rado dissuade veramente le
persone dal compiere ciò che vorrebbero fare
per motivi di ordine personale. Da una politica
terroristica e proibizionistica, la prevenzione si è
mossa in direzione di un atteggiamento di tipo
prevalentemente umanistico, che non condanna,
ma accetta, e che ha fatto della prevenzione, e
non della preoccupazione, il suo motto. I concetti
originari della prevenzione delle dipendenze vengono utilizzati sempre più raramente nella nostra
società, e questo è un vero progresso.
Fin qui tutto bene. Tutti potrebbero ritenersi
soddisfatti. Se non ci fosse una sensazione di
disagio che pervade la maggior parte degli esperti nel campo della prevenzione. Ed è la paura
della domanda (posta magari in tono esitante):
“Scusate, ma i vostri interventi a cosa hanno portato?” Questa è la domanda che la prevenzione
teme maggiormente. Come posso dimostrare che
quello che io faccio è anche efficace?
Una volta ripresisi dal primo attimo di disorientamento, si comincia a rimuginare. Questo dubbio
logorante l’abbiamo già avvertito altre volte e ci ha
accompagnato di frequente, nella speranza che
nessuno ce lo ponesse in maniera critica. Ora
però io oso porre questa domanda a me stesso
e con ciò a tutti noi. Per quanto si rifletta e si
discuta, si perviene infine alla conclusione che
alla domanda, così come è posta, è praticamente
impossibile rispondere. Ma questo significa che
la prevenzione è inefficace? Se si lasciasse parlare l’opinione pubblica, mi azzardo ad ipotizzare
che la risposta della maggioranza sarebbe un no.
In una certa misura quasi tutti hanno comunque
la sensazione che ciò che viene fatto sia necessario ed importante.
Questo ci porta a considerare che forse la domanda relativa alla dimostrazione di efficacia non
è quella giusta. Non potrebbe darsi che la prevenzione abbia fatto grandi progressi dal punto di
vista dei concetti e dei contenuti, rimanendo però
soggetta, nella valutazione dei propri interventi,
ad un dogma inutilizzabile? Come se si volesse,
per prendere un esempio dalla fisica, misurare la
temperatura con un righello.
Non è invece molto più opportuno un radicale
ripensamento, che si allontani dal presupposto
secondo il quale è sempre necessario dimostrare
in maniera univoca l’efficacia dei singoli interventi, per poterli in questo modo legittimare? Non è
necessaria piuttosto una diversa coscienza di sé,
per cui gli esperti nel campo della prevenzione
affrontino il proprio lavoro con una rinnovata fiducia in se stessi, che peraltro sempre propugnano
agli altri come qualcosa che è necessario alla
sopravvivenza? Scrive Alfred Uhl: “Un ulteriore
sviluppo positivo della prevenzione delle dipendenze richiede un’azione liberatrice, emancipatoria degli esperti nel campo della prevenzione;
in concreto, un rammentarsi delle proprie forze
e una consapevole difesa di quelle capacità e di
quei compiti, che di fondo non dovrebbero essere
messi in discussione.” (Uhl, 2005). Su questa
base la prevenzione può allora esporsi anche
apertamente alla discussione sui limiti della
conoscenza, il cui superamento spesso viene
richiesto, e al quale spesso si reagisce solo con
un attivismo fuorviante.
Questo implica anche un ripensamento del
concetto stesso di valutazione, che spesso viene
troppo esteso, e inteso come mera dimostrazione
di efficacia. Dalle “forderungen und anleitungen”
per la valutazione, redatte dal “Qualitätszirkel
Evaluation” (Circolo di Qualità sulla valutazione,
Vienna), ricaviamo la seguente definizione: “La
valutazione è una forma sistematica e documentata di riflessione in merito all’utilità di determinate procedure”.
04 DI QUALE CORAGGIO HA BISOGNO LA PREVENZIONE?
Attenzione: l’utilità, non l’efficacia! Una sottile
differenza, ma di non poco conto. L’efficacia
implica un effetto prevedibile (scientificamente
definito), che però non tiene in considerazione né
la libertà decisionale e l’autonomia dell’individuo,
né le complesse dinamiche di una società. L’utilità di un intervento, invece, viene codeterminata
essenzialmente da chi ne trae utilità.
Oggetto della valutazione e della certificazione
di qualità può e deve essere, di conseguenza,
il modo di procedere professionale, vale a dire
come le acquisizioni attuali e significative della
ricerca scientifica psicosociale vengono trasferite
nella prassi preventiva e vengono trasmesse ai
gruppi interessati. La sopraccitata utilità di un
intervento operativo non si definisce quindi solo
verificando se effettivamente grazie a quell’intervento meno persone sono divenute tossicodipendenti, bensì, per esempio, verificando se
le informazioni trasmesse al gruppo interessato
erano significative, oppure se l’intervento è stato
accettato dal gruppo.
La prevenzione necessita, di conseguenza,
di un approccio scientifico che si allontani da un
semplice principio di causa – effetto, in direzione di una ricerca incentrata sui processi e di
una valutazione formativa che tenga conto della
complessità della vita. Per approdare a nuove
conoscenze e a nuovi interventi è necessario un
continuo scambio tra le conoscenze scientifiche
derivate dalla psicologia, dalla pedagogia e da
altre scienze sociali, e le esperienze concrete di
prevenzione.
La base di una nuova coscienza di sé degli
esperti della prevenzione devono essere inoltre
quegli ineluttabili principi risultanti dai valori umanistici e democratici, che di per sé non hanno
bisogno di una conferma “scientifica”, come, per
esempio, il diritto ad un’informazione corretta,
il rispetto per la libertà di decisione e di azione
dell’uomo oppure il diritto di appartenere ad una
comunità sociale.
Questo è il coraggio che viene richiesto alla
prevenzione delle dipendenze: non quello di
rincorrere una veridicità scientifica, che in molti
ambiti è superata, e non può mai essere raggiunta nel contesto della prevenzione, ma il coraggio
di orientarsi in maniera nuova, partendo dalle
grandi conquiste teoriche ed etiche del passato,
e di trovare una nuova coscienza di sé, anche
metodologica, che sia compatibile con gli sviluppi
postmoderni della teoria scientifica.
“Cosa ci può essere di più frustrante della
sensazione di non avere raggiunto i frutti perché
ci è mancato il coraggio di scrollare l’albero?”
(adattato da Logan Pearsall Smith)
prevenzione = coraggio
06 CHI SIAMO …
2
Chi
siamo…
Dopo cinque anni di attività operativa, il Forum Prevenzione può essere considerato un centro di
competenza nel settore della prevenzione delle dipendenze e della promozione della salute. Il Forum Prevenzione è un centro specialistico rivolto a tutte le persone e alle istituzioni dell’Alto Adige che desiderino
realizzare progetti di prevenzione e iniziative di aggiornamento e di informazione su questa tematica. Il
servizio è impegnato anche a livello politico per promuovere un confronto sia sugli interventi di prevenzione sia sulle politiche familiari e giovanili, con l’obiettivo di creare delle condizioni sociali che migliorino
in generale la qualità della vita.
Il Forum Prevenzione è un servizio per la prevenzione delle dipendenze e la promozione della salute
che, in base ad una convenzione stipulata con la Giunta Provinciale di Bolzano, è incaricato di promuovere
iniziative di prevenzione universale e selettiva delle dipendenze. All’interno dell’ente gestore – un’associazione ufficialmente riconosciuta come personalità giuridica di diritto privato – operano rappresentanti di
strutture pubbliche e private attivi prevalentemente nella cura e/o nella prevenzione delle dipendenze.
Sybille Gasser,
Wolfgang Hainz,
Lucia Rizzieri,
Giuditta Sereni,
insegnante diplomata
di educazione fisica;
collaboratrice nei
progetti riguardanti
lo sport
psicologo e
consulente sulle
dipendenze;
principali settori di
competenza:
conferenze, gestione
di progetti, valutazione, gestione dei dati
e delle informazioni
pedagogista;
principali settori di
competenza:
conferenze, progetti
di prevenzione
selettiva; all’interno
dell’attività di prevenzione rivolta al gruppo
linguistico italiano si
occupa di bambini e
giovani
pedagogista clinica;
principali settori di
competenza: progetti,
conferenze, biblioteca;
all’interno dell’attività
di prevenzione rivolta
al gruppo linguistico
italiano si occupa del
lavoro con i genitori,
della scuola, della
prevenzione nei
comuni e
nelle aziende
Peter Koler,
Nicole Florian,
Christa Ladurner,
Sylvia Kössler,
psicologo e
pedagogista, direttore del centro;
principali settori
di competenza:
direzione del centro,
organizzazione e
coordinamento,
lavoro di rete,
contatti con i media
e pubbliche relazioni,
attività di ricerca,
conferenze
responsabile della
segreteria;
principali settori
di competenza:
amministrazione,
contabilità, acquisto
di opuscoli e libri,
telefono
sociologa, educatrice
e consulente sulle
dipendenze,
vicedirettrice del
centro; principali
settori di competenza:
sviluppo di progetti.
Dal novembre 2004
all’ottobre 2005
Christa Ladurner è
stata in congedo per
maternità. Dal suo
ritorno (a part time) si
occupa di un proprio
progetto di sostegno
ai giovani che vogliono
smettere di fumare.
psicologa,
si è occupata
inizialmente come
sostituta, dal
novembre 2005
come
collaboratrice, dei
settori che erano
prima di
competenza di
Christa Ladurner:
conferenze,
gestione di progetti
e biblioteca
Lukas
Schwienbacher,
pedagogista,
formatore di
adulti, educatore
e consulente sulle
dipendenze;
principali settori
di competenza: attività con
bambini e giovani,
lavoro nei comuni,
gestione di progetti
e conferenze
Per diversi progetti il Forum Prevenzione si è inoltre avvalso nel 2005 della collaborazione esterna di diversi altri
operatori, privati o incaricati da altre strutture.
10 IL LAVORO IN RETE
Settore sociale
Servizi sociali,
comunità alloggio
sociopedagogiche, servizi
di consulenza telefonica,
associazioni di genitori,
gruppi di mutuo ed autoaiuto,
cooperative sociali
Organizzazioni religiosi
Parrocchie, Caritas
Il lavoro
in rete.
Noi attribuiamo grande importanza alla collaborazione in rete con le altre strutture
che operano in questo campo. Con molte di queste esiste già da tempo una collaborazione organizzata e continuativa. La maggior parte dei progetti del Forum sono
progetti in comune con altri partner.
Nel nostro lavoro è fondamentale il lavoro in rete, basato su una collaborazione
efficace. La prevenzione è possibile, se è frutto del
lavoro e dell’impegno di molti.
Il Forum Prevenzione è inoltre membro dell’”Arge
Suchtvorbeugung”, il gruppo di lavoro austriaco per
la prevenzione delle dipendenze.
Inoltre è in contatto con altre regioni italiane, con
l’Austria, la Svizzera e la Germania.
Cultura, sport e tempo libero
Associazioni
Istruzione
Scuole materne, scuole
elementari, medie, superiori
e professionali, università,
educazione permanente
Sanità
Servizi per le dipendenze,
Servizi Psicologici, consultori,
comunità terapeutiche, reparti
ospedalieri, medici di medicina
generale
Economia
Aziende, cooperative, media,
associazioni di categoria
(commercio, turismo ecc.)
Mondo infantile e giovanile
Iniziative extrascolastiche
per l’infanzia e l’adolescenza,
istituti d’accoglienza per
scolari e giovani lavoratori
Mondo politico e amministrativo
Comuni, comunità comprensoriali,
uffici provinciali, organi e
responsabili politici, sindacati,
iniziative civiche
Lavoro in rete in generale
Lavoro in rete all’interno di progetti
Numero incontri: 56
Numero incontri: 176
Numero partecipanti: 511
Numero partecipanti: 1252
Gruppi target: numerosi partner
Gruppi target: partner nei progetti
4
12 ATTIVITÀ DI RICERCA
Attività di
ricerca
Campagna sul tabacco
In collaborazione con la
Ripartizione Sanità
Nel 2005 agli interventi in questo settore è
stata riconosciuta da parte dei responsabili politici una valenza prioritaria nelle strategie sanitarie.
In base a questa decisione, sono stati avviati
o proseguiti interventi concettuali e operativi a
diversi livelli e in diversi ambiti. Il Forum Prevenzione è divenuto in questo contesto un partner
importante della Ripartizione Sanità, ha lavorato
in maniera incisiva nei progetti sotto citati, supportandoli con le proprie competenze specifiche
e aggiornate.
lavoro teorico iniziato con l’elaborazione delle
“Linee d’indirizzo per una politica sulle dipendenze” e si fonda su tre strategie essenziali:
· prevenire o ritardare nei giovani il primo approccio con il consumo di tabacco,
· offrire aiuto a chi vuole smettere di fumare,
· proteggere i non fumatori dal fumo passivo.
C ampagna
Fallo per te.
Ce la fai.
Un progetto della Ripartizione Sanità
P iano per la
prevenzione, disassuefazione e cura del tabagismo in Alto Adige
Su incarico della Ripartizione Sanità e
in collaborazione con l’Ufficio Igiene
Una prevenzione globale del tabagismo comprende interventi di diverso tipo, da un lato diretti
all’individuo, dall’altro anche al suo ambiente,
migliorando, per esempio, la qualità della vita
sul posto di lavoro o in famiglia. Un terzo settore
d’intervento riguarda l’applicazione di leggi appropriate. Il progetto è finalizzato alla pianificazione
di interventi in Alto Adige e pone le basi di future
attività di prevenzione, disassuefazione e cura
del tabagismo. Questo documento porta avanti il
Nell’autunno 2005 ha preso avvio la campagna
“Fallo per te. Ce la fai.” e “Fallo per te. Noi ti
aiutiamo.“. Per la campagna sono stati utilizzati
diversi strumenti mediatici (poster, spot radiofonici, inserzioni, trasmissioni tv, spot televisivi,
internet, articoli giornalistici, biglietti del lido).
Il gruppo target sono fumatori che abbiano
superato i trent’anni. Obiettivo della campagna
è rinforzare la motivazione in chi vuole smettere
di fumare e rendere pubbliche le offerte di aiuto.
Vengono pubblicizzati corsi, consulenze individuali, informazioni sui sostituti della nicotina e
sull’auto-aiuto.
Il Forum Prevenzione è membro del gruppo di
lavoro responsabile della campagna.
14 ATTIVITÀ DI RICERCA
Aiuto alla
disassuefazione per
giovani fumatori
O puscolo di
auto-aiuto
per fumatori
Su incarico della Ripartizione Sanità e
in collaborazione con l’Ufficio Igiene
L’opuscolo “Un auto aiuto per fumatori e fumatrici” è stato pensato per quei fumatori che vogliono
smettere senza ricorrere ad un aiuto esterno.
L’opuscolo contiene un programma di auto aiuto
e offre consigli e suggerimenti per smettere di
fumare da soli, gestire l’aumento di peso e le
ricadute.
Il testo è stato elaborato dal Forum Prevenzione.
Un progetto su incarico dell’Ufficio Igiene e Salute Pubblica della Ripartizione
Sanità
Obiettivo del progetto è quello di sviluppare, insieme ad esperti provenienti dalle diverse
strutture pubbliche e private, i moduli di un programma di disassuefazione al fumo, e di proporli
come progetto pilota a gruppi di giovani. L’intero
progetto verrà sottoposto passo per passo ad una
valutazione da parte di un istituto di ricerca esterno. Nel 2005 è stato messo a punto il progetto,
che servirà da base per tutti gli esperti coinvolti,
ed è stata creata una rete di referenti.
Riformulazione della
legge provinciale 69
Nel 2004 il Forum Prevenzione è stato chiamato a far parte di un gruppo di lavoro finalizzato
alla stesura di una proposta di riformulazione
della legge provinciale del 7.12.1978, tuttora in vigore, che regolamenta il settore delle dipendenze
a livello provinciale. Nel 2005 è stata redatta una
proposta per la Giunta Provinciale.
Una prevenzione globale dell’alcolismo
per l’Alto Adige
In collaborazione con la
Ripartizione Sanità
P rogetto
Cocaina
In collaborazione con la
Ripartizione Sanità
Dopo l’organizzazione di un convegno sul
tema cocaina nel novembre 2004, nel 2005, su
incarico della Ripartizione Sanità, è stato adattato
alla situazione locale e italiana (inserendo per
esempio statistiche locali e nazionali, informazioni
sulle strutture locali di sostegno) un opuscolo
informativo sulla cocaina, proveniente dalla Svizzera, che in seguito è stato pubblicato in italiano
e in tedesco.
Il progetto per una campagna di prevenzione globale dell’alcolismo in Alto Adige è stato
presentato nel dicembre 2003 ad un gruppo
di lavoro allargato, ed ha ottenuto un generale
riscontro positivo. Il progetto di massima redatto
allora è stato ripreso e ulteriormente sviluppato
nell’ottobre 2005 da un gruppo di coordinamento
formato nel mese precedente dalla ripartizione
dell’Assessorato alla Sanità ed alle Politiche
Sociali.
La ripresa di questi lavori stava molto a cuore
al Forum Prevenzione, ed era uno degli obiettivi
dichiarati nel programma annuale del 2005.
18 ATTIVITÀ DI RICERCA
C orso di
specializzazione per
operatori delle
dipendenze
In collaborazione con la Scuola Professionale Provinciale per le Professioni
Sociali “Hannah Arendt”
Io rinuncio
In collaborazione con l’Assessorato alla
Sanità, l’Ufficio Servizio Giovani, l’Associazione Famiglie Cattoliche, la Caritas,
il “Südtiroler Jugendring”, la “Südtirols
Katholische Jugend”, l’Azione Cattolica,
l’Intendenza Scolastica Tedesca, Ladina
e Italiana
“Io rinuncio” ha avuto luogo per la prima volta
nel 2005 come progetto sovraterritoriale in Tirolo,
Alto Adige e nel Salisburghese. Mediante diverse
iniziative, vuole invitare la popolazione ad alcune
volontarie azioni di rinuncia, da attuarsi nel
periodo di Quaresima: adulti e giovani rinunciano,
nelle sei settimane che intercorrono tra il mercoledì delle ceneri e Pasqua, del tutto o in parte
all’alcol, i bambini ai dolci.
Alla base dell’azione c’è la considerazione che
per un sano sviluppo della personalità può essere
importante prendere di tanto in tanto distanza da
alcune abitudini consolidate. Il periodo della Quaresima può essere un’occasione per sperimentare questa “distanza” per un periodo limitato.
Il Forum Prevenzione, all’interno del corso di
specializzazione per operatori delle dipendenze
presso la Scuola Provinciale per le Professioni
Sociali “Hannah Arendt”, oltre alla collaborazione
organizzativa, ha strutturato, anche nei contenuti,
i moduli didattici del seminario relativi al lavoro di
prevenzione, alla gestione del colloquio motivazionale e alla politica di prevenzione in ambito
nazionale e locale. Nel 2005 il seminario si è
concluso con successo.
Progetto di
valutazione interna
Partner: LBISucht
(Ludwig-Boltzmann-Institut –
Istituto di ricerca Vienna)
Nel 2005 ha avuto inizio una concreta collaborazione scientifica con il Ludwig-BoltzmannInstitut, un centro di ricerca nell’ambito sociale
con sede a Vienna, per la valutazione del lavoro
del Forum Prevenzione. Nelle intenzioni si tratta
di una valutazione strutturale, formativa e di
fattibilità. A livello metodologico, si opera una
distinzione tra valutazione esterna ed interna.
L’intero progetto dovrebbe concludersi nel dicembre 2007.
20 CONFERENZE E ATTIVITÀ DI AGGIORNAMENTO
Conferenze
e attività di
aggiornamento
5
Una strategia emancipatoria della promozione della salute si sforza di mettere le persone in condizioni
tali da poter esercitare un maggior controllo personale sulle proprie condizioni di vita. Al centro del
nostro agire c’è il rafforzamento delle risorse e delle potenzialità delle persone. Questo significa anche
mantenere un contatto con i nostri gruppi target, registrare i loro bisogni e desideri e reagirvi con offerte
adeguate, mettendo a disposizione la nostra esperienza professionale.
Le conferenze pubbliche e le attività di aggiornamento fanno parte dell’offerta standard del Forum Prevenzione, che tiene, dietro richiesta, conferenze e aggiornamenti in tutto il territorio della provincia.
Le proposte vengono aggiornate ogni anno in occasione dell’inizio dell’anno scolastico e sono visibili sul
sito www.forum-p.it
Nel 2005 sono state organizzate complessivamente 226 iniziative:
Tipologia
Numero
Partecipanti
Serate a tema Workshops
Iniziative di mezza giornata
Iniziative di una giornata
8 di cui quelle comprendenti
più giornate (compl. 28 giorni)
Prevenzione selettiva (Pit Stop)
Relazioni (di una o due ore)
Relazioni e workshops
all’interno di convegni, congressi, ecc.
43
106
10
14
1770
1838
135
223
26
16
n.p.
616
8
415
Totale 223
4997
Le iniziative erano rivolte ai seguenti gruppi target:
Gruppo target
Genitori Insegnanti
Moltiplicatori Operatori del settore
Giovani e studenti
Altri *alcune hanno coinvolto più gruppi
Numero delle iniziative*
48
23
27
22
143
24
22 RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE E PARTECIPAZIONE CIVILE
La prevenzione delle dipendenze e la promozione della salute non spettano solo allo Stato, a singole strutture specializzate o a gruppi di persone; al contrario. Molti cittadini
possono prestare il loro contributo, se si tratta di creare,
nella società, delle condizioni all’interno delle quali possano essere promossi degli interventi finalizzati alla promozione della salute. Per rendere possibile questo processo,
sono necessari spazi ed occasioni in cui le persone possano esprimere i propri desideri e i propri bisogni e possano
collaborare direttamente alla loro realizzazione.
Responsabilità
individuale e
partecipazione
civile
Lukas Schwienbacher
6
L
o sforzo teso a creare condizioni di vita
che promuovano la salute può coinvolgere tutti non essendo un privilegio di
esperti, gruppi professionali o di singole strutture
specializzate nel settore della salute. Questo – a
prescindere da un’esplosione di costi nel settore
sociale e sanitario assolutamente non finanziabile
– significherebbe promuovere uno sviluppo sociopolitico che in casi estremi può portare ad una
privazione di diritti e doveri personali. È sufficiente uno sguardo attento e critico per riconoscere
che questo processo strisciante di delega delle
responsabilità ha già preso avvio. Così si avverte,
non di rado, un forte richiamo allo Stato, affinché
si occupi maggiormente di “anziani”, “malati”,
“poveri”, “esclusi”, “disabili”, “tossicodipendenti”, “persone sole”, “immigrati”, “disoccupati”,
“violenti”, “emarginati”, ecc. La necessità e l’importanza di queste richieste sono legittime e per
principio non dovrebbero essere messe in discussione: molte persone sono costrette dalla necessità a richiedere aiuto e sempre ve ne saranno, date
le circostanze. Cresce la tendenza a sbarazzarsi
delle proprie responsabilità o di delegarle ad altri,
ciò significa che è necessario affrontare questa
tendenza crescente in maniera critica.
In molti casi la responsabilità che è stata
delegata ad un’istituzione può essere restituita, almeno in parte, alla famiglia, ai vicini, al paese o al
quartiere. Per la realizzazione di quest’idea sono
necessari un impegno da parte della popolazione,
la partecipazione alla vita pubblica, ma anche
spazi ed occasioni, in cui le persone possano
esprimere i propri desideri e i propri bisogni. La
pianificazione e la realizzazione di progetti di
durata limitata, come per esempio la sistemazione della piazza del paese, di diversi spazi per il
tempo libero oppure l’organizzazione di iniziative
culturali o formative, potrebbe aver luogo tramite
la convocazione di assemblee dei cittadini, la
formazione di laboratori per attività future o la rilevazione di sondaggi. Compito di “persone chiave”
all’interno delle istituzioni, è poi quello di raccogliere le idee emerse e di coinvolgere le persone
nella pianificazione delle diverse iniziative. Per
fare questo è necessaria la disponibilità ad una
collaborazione costruttiva delle diverse strutture
pubbliche e private, di club, gruppi, associazioni o
singole persone presenti a livello locale.
Secondo questi principi operano alcuni
progetti di prevenzione che sono stati avviati e
portati avanti soprattutto negli ultimi anni in alcuni
comuni dell’Alto Adige: dal gruppo di progetto
sono state sviluppate, organizzate sul posto e rese
accessibili al pubblico una quantità di iniziative,
attività e manifestazioni finalizzate alla prevenzione delle dipendenze e alla promozione della
salute. Per garantire loro una certa tenuta, tali attività e programmi, che hanno riscosso successo,
devono essere continuamente animati e adattati
24 RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE E PARTECIPAZIONE CIVILE
al contesto dei diversi comuni. La continuità e la
tenacia di tutti coloro che partecipano a livello locale a queste iniziative sono un presupposto fondamentale per avviare processi di cambiamento e
mantenerli in vita. Le iniziative sporadiche portano
solo raramente al successo sperato, nella maggior
parte dei casi non sortiscono alcun effetto.
La prevenzione e la promozione della salute
non possono agire in maniera efficace dall’oggi al
domani, ma sono piuttosto, da intendersi come
un processo che assume forme concrete negli
anni e si serve di strategie, contenuti e metodi
più diversi. La promozione della partecipazione
civile e della responsabilità individuale può essere
vista come un percorso fatto di tanti piccoli passi.
Un percorso che ha l’obiettivo di fare in modo
che ognuno di noi presti un piccolo contributo
alla causa della promozione della salute e della
prevenzione.
Comunità.
I progetti:
La consulenza, il sostegno e la gestione di
progetti di prevenzione a livello comunale è
proseguita e si è in parte estesa nel 2005, poiché
altri comuni dell’Alto Adige si sono mostrati
interessati a questa concezione di prevenzione
delle dipendenze e promozione della salute.
Sono attualmente in corso progetti nei comuni di
Sarentino, Tires, Cornedo, Nova Ponente, Nova
Levante, Bressanone, Rodengo, Varna, Luson,
Naz Sciaves, Vandoies, Rio Pusteria, Ortisei,
Santa Cristina, Selva Gardena e Lagundo.
Esiste inoltre una collaborazione puntuale con
“Puls”, il progetto pusterese per la competenza vitale e la prevenzione delle dipendenze, il progetto
di prevenzione “Out of the blue” della Comunità
Comprensoriale Oltradige-Bassa Atesina e i circoli
“Eppaner Jugend” e “Sturzhelm” (Terlano).
G uida pratica
Progetto di
prevenzione alle
dipendenze e
promozione della
salute a livello
comunale
Nell’autunno del 2005 è stata portata a termine la stesura di una guida pratica che riassumeva
le basi teoriche e pratiche dei progetti di prevenzione a livello comunale, da un lato rafforzando
le premesse scientifiche di contenuti e obiettivi di
progetti di promozione della salute e di prevenzione delle dipendenze a livello comunale, dall’altro
motivando i possibili moltiplicatori ad avviare e a
portare avanti altri progetti nei comuni dell’Alto
Adige in collaborazione con il Forum Prevenzione.
7
La resilienza,
ovvero
Ciò
che
ci protegge
in tempi
difficili
Sylvia Kössler
D
iversi bambini si trovano oggi a
contatto con insicurezze, situazioni
pesanti e difficili condizioni di vita,
sviluppando però, sorprendentemente, personalità competenti, forti e stabili.
Gli adolescenti che crescono in famiglie dove
sono presenti fenomeni di dipendenza sono, per
esempio, più fortemente a rischio di sviluppare
loro stessi una dipendenza, rispetto ad altri che
non sono esposti ad essa e alle gravi conseguenze che comporta. Ma come fanno allora, per
esempio, i bambini e i giovani che vivono con
almeno un genitore alcolista – si tratta, secondo studi compiuti in zone vicine paragonabili
all’Alto Adige, di circa il 10 % dei bambini e dei
giovani – a condurre ciò nonostante, più tardi,
una vita libera dalla dipendenza e positiva? Che
cosa rende questi bambini così “forti” e di quali
risorse decisive dispongono, per essere in grado
di affrontare con successo, in confronto ad altri
bambini, delle condizioni di vita talmente pesanti?
Nella ricerca scientifica sulla resilienza si analizza
proprio questo fenomeno.
La resilienza può essere definita, in generale,
come “la capacità psichica di resistere a fattori
di rischio per lo sviluppo di natura biologica,
psicologica e psicosociale”, il polo opposto della
vulnerabilità.
Possiamo osservare segnali di resilienza nelle
situazioni pesanti più diverse, in presenza ad
esempio di un caso di alcolismo in famiglia, di
una separazione dei genitori, di uno stato di indigenza o di ripresa da avvenimenti critici.
A differenza di approcci precedenti, oggi si
parte dalla considerazione che la resilienza non
è un tratto congenito della personalità, ma un
processo dinamico che si instaura tra bambino e
ambiente circostante. Non è una qualità statica,
ma modificabile e specifica di certe situazioni,
che può essere appresa a qualunque età, per
quanto soprattutto nei primi dieci anni di vita.
In diverse indagini empiriche sui rischi che
condizionano lo sviluppo infantile – tra l’altro nello
studio longitudinale pionieristico Kauai di Werner
e Smith, iniziato nel 1955 e proseguito per 40
anni – si sono potute identificare alcune caratteristiche che risiedono per esempio nella personalità dell’uomo, nell’ambiente sociale ristretto, nella
rete di rapporti extrafamigliari e nell’ambiente
circostante:
di esse fanno parte strategie per la soluzione di
conflitti e problemi, ed esperienze positive del
passato (per esempio nella soluzione di problemi
a scuola), elevate competenze sociali e la capacità di ricorrere ad un sostegno sociale in caso
di bisogno, un comportamento attivo e flessibile
nell’affrontare e superare le situazioni, un atteggiamento ottimistico e fiducioso verso la vita,
un’alta dose di autostima, di fiducia in se stessi,
nelle proprie capacità e quindi nella propria autoefficacia e infine talenti, interessi e hobbies.
Accanto alle risorse personali, contribuiscono allo sviluppo della resilienza anche alcune
condizioni protettive presenti nell’ambiente in
cui il bambino si trova a vivere: relazioni stabili,
28 LA RESILIENZA
emotivamente positive con almeno una figura di
riferimento, così come una buona rete sociale
all’interno o al di fuori della famiglia, permettono
di imparare a risolvere problemi in modo attivo e
costruttivo, e forniscono importanti risorse, cui
si può far ricorso in situazioni difficili. La trasmissione di un pensiero ottimistico e resiliente
è un’importante pietra miliare, così come una
buona dose di umorismo.
Hanno un effetto rinforzante anche l’assunzione di responsabilità e incarichi commisurati
all’età e allo sviluppo, come per esempio, la cura
di fratelli più piccoli o alcuni lavori domestici.
Anche la messa a disposizione di risorse a livello
comunale può essere un primo passo.
Una sfida per la società è quella di mettere a
disposizione norme e valori, e di rafforzarli.
La resilienza consiste nella combinazione tra
questi diversi fattori di protezione.
La prospettiva è incentrata sulle risorse, e non
sui deficit, si basa sulle forze di ogni singolo, che
è chiamato a partecipare attivamente all’organizzazione della propria vita, dei propri rapporti
anche educativi, e della loro qualità.
Quale funzione hanno, ora, questi risultati all’interno della prevenzione, della promozione della
salute e quindi del nostro lavoro?
Nell’ambito della prevenzione universale e selettiva, vale a dire di quella indirizzata da un lato a
tutti i bambini e a tutti i giovani e dall’altro specificamente ai gruppi a rischio, vengono realizzati
diversi interventi “diretti”, che danno degli impulsi
positivi per lo sviluppo. All’interno di workshops
rivolti ai giovani e di diverse altre iniziative di
prevenzione rivolte specificamente ai bambini e ai
giovani hanno grande importanza il rafforzamento
della fiducia in se stessi – che si attua puntando
sulle risorse individuali disponibili – e un
confronto con la propria identità. Vengono
chiamate in causa ed esercitate la competenza
emotiva (per esempio la capacità di riconoscere
ed esprimere i propri sentimenti) e quella sociale
(per esempio la capacità di resistere alla pressione esercitata da un gruppo).
Si stimola la collaborazione e si offrono diverse
modalità di partecipazione, per esempio ai progetti all’interno dei comuni (un importante patrimonio di risorse a livello locale), oppure a progetti
sullo sport (Lo sport: un mondo di esperienze)
Un altro obiettivo è la trasmissione della
competenza sui rischi, per esempio all’interno del
progetto “Estasi e rischio“.
Vengono inoltre realizzati interventi indiretti,
come iniziative di aggiornamento rivolte a genitori, insegnanti o operatori giovanili, finalizzate
al rafforzamento e alla sensibilizzazione della
competenza educativa e gestionale, su argomenti
quali i fattori di protezione e la comunicazione,
poiché il comportamento resiliente si costruisce
soprattutto nella interazione quotidiana con bambini e giovani. Nonostante la resilienza non sia
un argomento nuovo, le numerosissime ricerche
apparse negli ultimi tempi gettano una nuova
luce sugli interventi e i progetti di prevenzione e
di promozione della salute. Sicuramente, grazie
a questa prospettiva diversa il nostro lavoro non
subisce una modifica essenziale – dato che i
fattori di protezione e la resilienza sono sempre
stati elementi centrali della prevenzione – assumono però maggiore importanza certi interventi,
obiettivi e soprattutto certi gruppi target della prevenzione selettiva (per esempio bambini provenienti da famiglie gravate da problematiche legate
all’alcoldipendenza), e si getta una luce nuova su
alcuni interventi, e probabilmente anche sulla loro
legittimità.
30
Generazione E
Un progetto della Comunità Europea
in collaborazione con il Servizio di
Educazione alla Salute dell’Intendenza
Scolastica Tedesca, l’ISP di Vienna e il
“Landesinstitut für Schule – Suchtprävention” di Brema.
Famiglia.
I progetti:
“Generazione E” ha creato, con l’ausilio di un
pool interdisciplinare di relatori, forme di lavoro
con i genitori nuove, sia sul piano metodologico
sia su quello dei contenuti, che hanno come
oggetto i seguenti temi legati alla specifica realtà
giovanile: “Bere, fumare, farsi le canne … mio
figlio è a rischio?”, “Sperimentare i limiti – un
tentativo di comprendere gli adolescenti”, “Il cibo
– più di un nutrimento”, “Un’offerta un po’ diversa per padri e madri che lavorano”. Le diverse
proposte sono state trascritte e pubblicate nell’ottobre 2005 in un quaderno di lavoro, che è stato
presentato ai diversi referenti e ai media, insieme
ai risultati della valutazione esterna.
Dopo la conclusione del progetto della Comunità Europea, in giugno è stato stipulato un accordo di cooperazione con il Servizio di Educazione
alla Salute dell’Intendenza Scolastica Tedesca,
finalizzato all’implementazione e al proseguimento dei laboratori.
Per l’autunno 2005 e la primavera 2006 sono
stati progettati altri proseguimenti dei seminari
rivolti ai genitori.
C iclo di incontri
Parliamo dell’alcol
In collaborazione con l’Associazione Cattolica per le Famiglie dell’Alto Adige
O puscolo per genitor I
Parliamo dell’alcol
– quello che genitori
ed educatori
dovrebbero sapere
Nel 2004 è stato elaborato dal Forum Prevenzione un opuscolo rivolto espressamente a
genitori ed educatori, pubblicato nel gennaio
2005 con il titolo “Parliamo dell’alcol”. Contiene
informazioni sui giovani, l’alcol, i suoi effetti e i
suoi rischi, e offre spunti e consigli per colloqui
con bambini e adolescenti sull’atteggiamento nei
confronti delle bevande alcoliche.
Partendo dall’opuscolo informativo, è stato
programmato per l’autunno un ciclo di incontri
per tutta la provincia, tenuto con diversi relatori
del Forum Prevenzione, del centro terapeutico
Bad Bachgart e dell’associazione “Hands”.
Nel corso di undici incontri serali a tema, tra
l’ottobre e il dicembre 2005, i genitori hanno ottenuto preziose informazioni sull’alcol e vari punti di
vista pedagogici. Il ciclo ha visto la partecipazione
di più di 300 persone. Questa offerta entra ora a
far parte del programma del Forum Prevenzione,
che è disposto ad organizzare conferenze su
richiesta.
32 PEER EDUCATION
Lucia Rizzieri
La
Peer
Education”
come
strategia di
intervento
nella prevenzione
8
N
el periodo
adolescenziale il
gruppo di amici e
di amiche acquista sempre più
importanza e di conseguenza
il distacco dal mondo adulto
diventa sempre più evidente.
Sentirsi accettati da un gruppo
per i giovani è molto importante,
per sentirsi apprezzati, adulti,
“fighi”, forti. Nel gruppo si condividono gli stessi interessi, ci si
diverte insieme, si fanno nuove
esperienze. Con i coetanei si
trova uno spazio per dimenticare o per isolarsi anche un
po’ dalla quotidianità con i suoi
problemi legati per esempio alla
scuola, alla famiglia, al lavoro.
Il gruppo è anche un’occasione
per confrontarsi con le proprie
debolezze, ma anche con le
proprie qualità.Il gruppo diventa, a volte, terreno per vivere e
cercare le prime esperienze di
ebbrezza. In questi momenti i
giovani si possono avvicinare
a situazioni che potrebbero
comportare dei rischi e dei
pericoli e si devono confrontare
da soli con decisioni importanti.
Alla domanda perché i giovani
bevono alcolici segue spesso la
risposta “perché lo fanno anche
gli altri”, perché esiste una
pressione da parte del gruppo.
Risulta sicuramente più facile
per un giovane all’inizio delle
sue esperienze farsi trascinare
dagli altri, seguire il/i leader del
gruppo, invece che prendere
autonomamente una posizione.
I genitori in questo caso non
sono più presenti e non possono esercitare né un controllo
su di loro né essere un punto di
riferimento.
Prendere una decisione autonoma all’interno di un gruppo
non è sempre facile, soprattutto
se questa decisione prende
una direzione opposta rispetto
a quella degli altri; inoltre non è
sempre facile saper valutare se
una situazione o un comportamento particolare comportano
dei rischi e dei pericoli per la
propria salute e quella degli
altri. Far parte di un gruppo
significa anche stare attenti agli
altri, aiutare un amico o un’amica se si sente male, convincere
qualcuno a smettere di bere
34 PEER EDUCATION
e/o a non mettersi alla guida perché in evidente
stato di ebbrezza, decidere di non bere perché si
deve guidare, saper chiedere aiuto quando non si
riesce a gestire una situazione.
La prevenzione cerca con l’utilizzo di diverse strategie di fornire ai giovani un appropriato
equipaggiamento per riconoscere e sviluppare
fattori di protezione come la stima di sé, il senso
di responsabilità, la qualità relazionale, ecc.
La prevenzione attraverso specifici progetti e
informazioni oggettive cerca di trasmettere messaggi che consentano ai giovani di percepire i
propri limiti, vivere in maniera sana esperienze di
ebbrezza e valutare in maniera responsabile una
determinata situazione che potrebbe comportare dei rischi per sé e per gli altri. Una strategia
efficace già utilizzata in altre regioni italiane come
del resto anche in altri Paesi europei è la “Peer
Education”, l’educazione tra pari, definiti appunto
peers. I giovani peers trasmettono messaggi ai
loro coetanei con un linguaggio “giovane-compatibile” e attirano l’attenzione anche perché risultano molto più autentici degli adulti. I peers, adeguatamente formati, possono diventare adeguati
ed efficaci promotori del benessere all’interno del
proprio gruppo di riferimento. Dunque, i pari edu-
cano i pari, migliorando l’efficacia del processo e
degli esiti educativi perché in possesso appunto
dello stesso patrimonio linguistico, valoriale,
rituale, a livello microculturale e microsociale.
Di conseguenza l’interazione faccia a faccia tra
pari, essendo meno inibente e più immediata, è
avvertita come meno giudicante.
Alla luce delle esperienze in altre realtà i peers
sembrano essere molto apprezzati soprattutto nei
progetti che lavorano nel Party Setting, ovvero nei
luoghi del divertimento (durante feste, concerti).
Il progetto Pit Stop del Forum Prevenzione, per
esempio, avvierà un esperimento di Peer Education che vedrà il team operativo affiancato da
giovani peers durante le uscite serali.
Le informazioni trasmesse dai pari per
esempio sullo stare attenti agli altri, sul consumo
di sostanze psico-attive, sull’auto-valutazione
dei propri limiti in stati di ebbrezza risulterebbe
più efficace, non provenendo appunto solo da
figure adulte. Questo è senz’altro un esempio per
sviluppare e per incentivare le risorse dei giovani,
coinvolgendoli e facendoli partecipare a progetti
di prevenzione e dando loro la possibilità di sentirsi utili e apprezzati per ciò che sono e fanno.
Giovani.
I progetti:
Pit Stop
In collaborazione con l’Azienda Servizi
Sociali di Bolzano
Nel corso dell’anno il progetto Pit Stop ha
raggiunto obiettivi importanti e un riconoscimento
evidente da parte dell’opinione pubblica. L’anno
di attività è stato caratterizzato da numerose
uscite del team: in totale Pit Stop era presente
a 26 serate – con una media di 2-3 interventi al
mese – presso manifestazioni musicali in tutta
la Provincia (Open air, concerti, manifestazioni
organizzate da centri giovanili, feste di paese).
Il team era presente con uno stand che è
suddiviso in tre “stazioni” con 3 offerte diverse:
la parte centrale con il materiale informativo,
l’acqua, la frutta, le caramelle, ecc. La seconda
offerta è caratterizzata da uno spazio di sosta
dove i giovani possono tirare il fiato e fare due
chiacchiere con il personale di Pit Stop. La terza
offerta è la possibilità di sottoporsi ad un alcoltest. Questo spazio è stato organizzato in maniera
da permettere una certa riservatezza e tranquilli-
tà per coloro che effettuano il test. In tutto l’anno
2005 sono stati effettuati 617 alcoltest. L’obiettivo
principale è sempre rimasto quello di trovare lo
spazio per instaurare una relazione di fiducia con
i giovani, per dare informazioni, per farli riflettere
sul proprio stile di consumo e di vita. In media si
avvicinavano allo stand tra i 100 e i 150 giovani
a serata.
Pit Stop è stato sempre più riconosciuto dai
giovani che frequentano regolarmente le manifestazioni musicali e il successo può anche essere
rimandato al fatto che organizzatori di manifestazioni si sono direttamente rivolti al Forum Prevenzione per richiedere l’intervento di Pit Stop. Il
personale che collabora al progetto conta ormai
12 figure professionali, donne e uomini di diverse
età, bilingui e che, in parte, lavorano anche presso strutture giovanili.
LANC – Linee guida
su Alcol, Nicotina e
Cannabis
In collaborazione con il n.e.t.z.
(Arbeitsgemeinschaft der Jugendtreffs
und Jugendzentren)
Il progetto originario “LANC“ che era stato avviato
nel 2002 da alcuni centri e circoli giovanili di
lingua tedesca in collaborazione con il Forum
Prevenzione e a cui si sta lavorando attualmente
sotto la coordinazione del n.e.t.z., ha subito nel
frattempo una profonda modifica nella sua concezione di base: non si tratta più di linee guida
per rapportarsi all’alcol, alla nicotina e alla cannabis, bensì delle norme giuridiche che regolano
il consumo di droghe legali e illegali nonché la
vendita di alcol in centri e circoli giovanili. Il documento di base, che deve servire da traccia per un
lavoro partecipativo su questi argomenti all’interno dei centri e circoli giovanili, verrà pubblicato
nel marzo 2006 in lingua italiana e tedesca.
Sia il n.e.t.z. sia il Forum Prevenzione accompagnano, dietro richiesta, i centri e i circoli giovanili
che intendano mettere in pratica e far rispettare
la normativa giuridica nella vita di tutti i giorni.
F o rmazione pe R
operatori g iovanili
Zum Wohl!
In collaborazione con lo
“Jugendhaus Kassianeum”
In collaborazione con il Kassianeum di Bressanone è stata organizzata per la prima volta
nell’autunno 2004 una formazione sul lavoro
di prevenzione delle dipendenze per operatori
giovanili. Il corso comprendeva quattro moduli,
di due giorni e mezzo ciascuno, nei quali sono
stati trattati i seguenti argomenti: la teoria della
prevenzione e la messa in pratica delle strategie
preventive con gli adolescenti, l’applicazione del
colloquio motivazionale con giovani in situazioni a
rischio (vedi JU&MI), visita guidata alle istituzioni
che si occupano di adolescenti in Alto Adige e
all’estero, ed elementi di pedagogia esperienziale.
Nel maggio 2005 la formazione è stata conclusa con successo da tutti i partecipanti.
38
Estasi e rischio
In collaborazione con le strutture tedesche e italiane attive nel lavoro con i
giovani
JU&MI – Lavoro con i
giovani e colloquio
motivazionale
Il progetto preventivo selettivo “Estasi e
rischio” è stato elaborato dal Forum Prevenzione
in collaborazione con Renato Botte, guida alpina
e pedagogista. Il progetto ha suscitato un forte interesse sia tra gli adolescenti sia tra gli insegnanti,
come dimostrano non solo le reazioni dei ragazzi,
ma anche le valutazioni che sono state fatte dopo
le varie manifestazioni.
In collaborazione con lo
“Jugendhaus Kassianeum”
Nel 2005 si sono tenuti diversi seminari rivolti
ad operatori giovanili sul tema “Colloquio motivazionale”, secondo il modello elaborato da W.R.
Miller e S. Rollnick.
Scopo di questa offerta è trasmettere questa
forma di colloquio a più persone possibili, siano
esse moltiplicatori o persone con un incarico
professionale specifico, in modo tale da riuscire
a coinvolgere, mediante un’offerta di dialogo
efficace, giovani consumatori problematici o altre
persone a rischio.
Il confronto internazionale con altri stati mitteleuropei conferma che si tratta di un approccio
che ha ormai assunto un ruolo fisso nella prevenzione selettiva. Anche per questo un resoconto
sul progetto viene continuamente aggiornato e
messo a disposizione di tutti sul web.
body & soul
Organizzato e promosso da un gruppo
di lavoro composto da: AGJD, Arbeitsgemeinschaft der Jugenddienste,
AKM (Arbeitskreis Männer), MAK
(Mädchenarbeit Konkret), Centaurus,
Jugenddienst Bozen, Jugendring, centro
giovanile Fly, n.e.t.z. (Netzwerk der Jugendtreffs/-zentren), Forum Prevenzione
e Young+Direct
Il festival “body & soul“ si è tenuto nelle giornate del 24 e 25 aprile 2005 presso lo Jukas a
Bressanone con il sostegno dell’ufficio giovani in
lingua tedesca. Le tematiche affrontate durante le
due giornate riguardavano amore, amicizia e sessualità e potevano partecipare ragazze e ragazzi
tra i 14 e 19 anni di tutti tre gruppi linguistici.
Lo sport: un mondo
di esperienze
In collaborazione con l’Assessorato alla
Sanità, l’Intendenza Scolastica Tedesca,
Ladina e Italiana, associazioni sportive
tedesche e italiane, altri promotori di
attività fisica non legati ad associazioni
e il liceo sportivo di Vipiteno
L’obiettivo del progetto è rendere attraenti lo
SPORT e il MOVIMENTO come impiego alternativo del tempo libero, e presentare a bambini
e adolescenti un variopinto insieme di forme di
sport e di movimento fisico. Oggetto d’attenzione
non è lo sport finalizzato alla competizione ma
al divertimento. Nell’aprile 2005 il progetto “Lo
sport: un mondo di esperienze” si è svolto per la
seconda volta sui prati del Talvera. Più di 800
alunni delle scuole elementari e medie provenienti da tutte le località della provincia hanno
avuto la possibilità di sperimentare attivamente
22 tipi di sport. La manifestazione è stata
valutata con l’ausilio di questionari compilati
dagli scolari e dagli insegnanti partecipanti, ed
è stata prodotta un’esauriente documentazione
del progetto. Nel 2006 la manifestazione avrà
luogo in tre mattinate e si terrà anche in un altro
scenario: la scuola superiore di Malles. I lavori
preparatori sono iniziati già nell’autunno 2005.
9
Giuditta Sereni
La
prevenzione
nella
scuola
italiana
Ascoltare, raccogliere dubbi e timori, sostenere scelte e riflessioni, offrire occasioni di confronto, rispondere alle domande è stato in questi
anni uno degli impegni che ci hanno guidato nel
contatto con gli studenti.
Da molti anni infatti il Forum Prevenzione è
un interlocutore privilegiato nel rapporto con gli
studenti che abbiamo incontrato in tanti incontri
di classe. Ci viene quindi spontaneo fermarci
un momento a riflettere su come il contatto con
questi ragazzi ci abbia permesso di crescere,
svilupparci, allargare i nostri orizzonti e pensieri.
Infatti sia personalmente che professionalmente
l’incontro con loro è stato arricchente e ci ha dato
la possibilità di conoscerli e capirli meglio. Essi
ci hanno fornito lenti e occhiali nuovi per poter
leggere con occhi diversi il mondo giovanile. Nei
nostri incontri in classe con loro infatti, oltre che
di dipendenze si è parlato di interessi personali,
attività, hobby, relazioni, obiettivi e traguardi
da raggiungere nella vita e abbiamo scoperto
persone ricche di entusiasmo e voglia di fare, riflessive e consapevoli, a volte timorose, dubbiose
o disorientate, ma sempre con lo spirito giusto
per andare incontro alla vita con entusiasmo e
con delle mete, ma soprattutto con la voglia di
gustare il piacere di vivere bene e positivamente.
Essi attribuiscono a questi aspetti fondamentali
del loro contesto di vita un’importanza e un significato profondi, in quanto li sostengono nelle loro
scelte di vita quotidiane, li aiutano a rapportarsi
responsabilmente con sé stessi e con gli altri,
a prendere le distanze dai rischi e dalle conseguenze di alcuni comportamenti che potrebbero
compromettere il loro star bene e le conquiste
che già hanno fatto nella loro vita.
Questo atteggiamento positivo e propositivo
proposto dai ragazzi nel loro approccio alla vita,
alla società e alla realtà quotidiana, permette
anche agli adulti di allontanarsi dagli stereotipi
e dalla tentazione di vederli solo come soggetti
trasgressivi, superficiali, insoddisfatti, immaturi,
irresponsabili, senza voglia di fare o solo dediti
alla ricerca del divertimento, del piacere e della
spensieratezza.
Quindi anche questo anno scolastico siamo
tornati in classe, a cogliere insieme a loro il significato e il senso che danno alla loro giovinezza e
a metterci a disposizione per offrire uno spazio e
un tempo dove potersi raccontare senza giudizi e
paure. Con l’esperienza acquisita in questi anni
a contatto con tanti studenti abbiamo potuto così
capire al meglio quali fossero i bisogni formativi
e informativi che più di altri potevano interessare
e soddisfare le aspettative dei ragazzi. In forza di
ciò anche per l’anno scolastico 2005/06 si è pensato ad un percorso centrato sulle dipendenze
offerto alle prime classi degli istituti superiori o a
quegli studenti che non abbiano mai fatto incontri
sulle dipendenze e che ne siano interessati. Un
argomento quello delle dipendenze che è sempre
attuale e che suscita interesse e curiosità nei
42 LA PREVENZIONE NELLA SCUOLA ITALIANA
ragazzi soprattutto quando si offre loro l’opportunità di confrontarsi in gruppo sui propri stili
di consumo e valutare il proprio rapporto con
le sostanze. Visto però il riscontro positivo dello
scorso anno del progetto pilota centrato sulla
sessualità, affettività e dipendenze affettive, abbiamo voluto dare ampio spazio anche a questo
progetto, offrendolo come proposta formativa
a tutte quelle classi degli istituti superiori che
fossero interessate a frequentarlo. Questo tema
infatti ha interessato particolarmente i giovani
proprio per la stretta attinenza con i vissuti con i
quali ognuno di loro in questi anni di crescita e di
sviluppo si confronta.
L’affrontare questa tematica, ha portato alla
luce alcuni bisogni; prima di tutto avere uno spazio e l’opportunità di parlarne fra loro ma anche
con persone di riferimento che possano fornire
spunti e riflessioni sull’argomento sia soggettivi
che oggettivi, ed inoltre l’opportunità di confrontarsi con il gruppo dei pari sulle proprie relazioni
sulla difficoltà alle volte di gestire una relazione
equilibrata con il partner, e come molto frequentemente essa possa sfociare in comportamenti
che possono portare ad una dipendenza affettiva.
44 ALTRI AMBITI
Top on job
In collaborazione con l’associazione
“Hands” (che gestisce il progetto)
Il progetto Interreg-III si è concluso ufficialmente nell’estate del 2004 con la pubblicazione
e la distribuzione dell’opuscolo informativo.
Anche nel 2005 si è continuato, all’interno del
gruppo gestore, a lavorare ai contenuti dei seminari rivolti al personale direttivo delle aziende.
Particolarmente significativo è il fatto che nel
2005 si sono tenuti tre seminari pilota in due
aziende altoatesine, che sono stati valutati dai
partecipanti in maniera estremamente positiva.
Ciononostante sono ancora necessari alcuni
sforzi affinché le aziende interessate ad affrontare
questo argomento presentino la loro richiesta di
intervento, poiché, a quanto pare, quello del consumo d’alcol sul posto di lavoro è un argomento
ancora piuttosto delicato all’interno del settore
economico-produttivo.
Altri
ambiti
Step by Step
In collaborazione con il
Servizio di Educazione
alla Salute di lingua tedesca
Il Forum Prevenzione è partner di progetto del Servizio di
Educazione alla Salute dell’Intendenza Scolastica in lingua
tedesca per l’applicazione del
programma informativo per
insegnanti “Step by step”. Base
di riferimento del progetto è la
pagina web
www.provinz.bz.it/step-by-step
abbinata ad un programma di
aggiornamento. Agli insegnanti
delle scuole medie e superiori
vengono offerte informazioni ed
indicazioni da utilizzare qualora
si trovassero a confronto, nella
loro attività lavorativa quotidiana,
con il consumo e/o la dipendenza da sostanze da parte dei loro
studenti, o comunque con altri
comportamenti problematici.
Sotto 16 anni
non vendiamo
alcolici
In collaborazione con il
gruppo di lavoro “Eppaner
Jugend”, l’Unione Commercio Turismo Servizi, la
Comunità Comprensoriale
Oltradige-Bassa Atesina e il Distretto Sociale
Oltradige
Questa iniziativa ha l’obiettivo di ridurre la vendita di alcolici
a giovani sotto i 16 anni negli
esercizi commerciali di tutto il
circondario di Bolzano.
L’idea del progetto è nata
prima dell’entrata in vigore delle
nuove normative di legge che
regolano la vendita di alcolici
nei negozi, ed è stata, per
questo, un’iniziativa piuttosto
“coraggiosa”, che ha coinvolto
complessivamente 300 esercizi
commerciali di Bolzano, della
Val Gardena, della Val d’Ega,
della Val Sarentino, della Val
d’Isarco, della Bassa Atesina e
dell’Oltradige.
Droghe e
cinema
In collaborazione con
il Cineforum
Durante tutto il mese di marzo sono stati proiettati in tutto 5
film – “Le invasioni barbariche”,
“My Name is Joe”, “Maria Full
of Grace”, “Basquiat” e “La
sposa turca” – che proponevano una visione allargata del
tema, dal traffico illecito di
stupefacenti, alla droga per uso
terapeutico, al disagio sociale.
Si è trattato di un viaggio nel
mondo delle droghe drammatico, divertente ed emozionante.
Per ogni film è stata preparata una scheda tecnica con la
trama e alcune informazioni riguardo al contenuto e al regista.
Prima di ogni proiezione veniva
presentato il film e brevemente
le attività che svolge il Forum
Prevenzione e successivamente
il pubblico poteva rivolgerci delle domande specifiche sui temi
affrontati durante il film.
46 OPUSCOLI. BIBLIOTECA. LAVORO CON I MEDIA.
11
Opuscoli
Il Servizio dispone di un’ampia offerta, continuamente
aggiornata, di opuscoli e volantini in lingua italiana e tedesca,
in parte prodotti dal Forum
Prevenzione, in parte acquistati.
Presso il centro sono disponibili
per tutti gli interessati informazioni sugli aspetti più importanti delle dipendenze legate o
meno alle sostanze. I materiali
possono essere richiesti tramite
la lista ordinazioni della pagina
web www.forum-p.it
Opuscoli.
Biblioteca.
Lavoro con
i media.
Biblioteca
Nella biblioteca si trovano
pubblicazioni sulle sostanze
legali e illegali, sulle dipendenze
non legate a sostanze, sulla prevenzione delle dipendenze, sulle
realtà giovanili, la formazione
dei genitori, ecc. Sono inoltre
disponibili materiali pedagogici e didattici, testi letterari
per genitori e adolescenti, film
e cd. Al momento attuale la
biblioteca dispone di oltre 1200
pubblicazioni. Inoltre raccogliamo e archiviamo informazioni
attuali, articoli, notizie apparse
su diverse riviste e su Internet.
Il programma per la biblioteca
è ottimizzato in maniera tale
da selezionare liste di libri e
di materiali che riguardino le
tematiche di cui ci occupiamo,
corredandoli di consigli rivolti a
diversi gruppi target, in modo
da poter essere inoltrati a privati
o ad esperti. La nostra biblioteca specializzata è una fonte
ideale di informazioni. I collaboratori del centro sono disponibili
anche a collaborare a ricerche,
seminari e tesi di laurea. La
biblioteca è a disposizione del
pubblico negli orari di apertura
del Forum Prevenzione.
Lavoro con i media
Il centro ha un contatto
stretto e continuo con i media
locali, e prende posizione sulle
diverse tematiche importanti
per il lavoro di prevenzione. I
progetti e le iniziative più significative del Forum Prevenzione
vengono presentate ai media.
Per i media altoatesini il Forum
Prevenzione è un’importante
fonte di informazioni nel settore
della prevenzione, della dipendenza e delle droghe. Nel 2005
il Forum Prevenzione ha fornito
ai media 50 contributi informativi sotto forma di comunicati
stampa, interviste e conferenze
stampa. Tra i temi importanti
trattati figuravano tra l’altro le
”Linee d’indirizzo per la politica
sulle dipendenze in Alto Adige”,
il consumo di alcolici in Alto
Adige, il consumo di droghe tra
i giovani, i divieti e le strategie di
prevenzione del tabagismo, e il
progetto per i genitori “Generazione E”. Nella sede del Forum
Prevenzione è a disposizione un
raccoglitore che contiene tutti
i contributi forniti dal centro ai
diversi media.
48 SITO INTERNET
Sito internet
12
www.forum-p.it
Il nostro sito internet www.forum-p.it è stato
continuamente aggiornato e rielaborato anche
nel corso del 2005. La grafica e la concezione
di base non hanno subito sostanziali modifiche,
ma in autunno è stata introdotta un’importante
novità: il test “Check yourself”, che ha molto successo. Tramite la pagina web, sono a disposizione
delle persone interessate informazioni sul nostro
centro, sulle nostre attività, sulle nostre iniziative
e sui nostri progetti.
CHECK YOURSELF ovvero
Quanto è rischioso
il mio consumo di
sostanze?
“Check yourself” vuole stimolare adulti ed
adolescenti a porsi in maniera critica nei confronti del proprio consumo di sostanze, offrendo loro
la possibilità di ottenere un quadro del proprio
atteggiamento a questo proposito. Per ogni
sostanza viene posta una serie di domande in
merito al proprio consumo attuale. In conclusione
viene offerto all’utente un feedback sul proprio
tipo di consumo. È presente inoltre una lista di
links selezionati e un panorama delle offerte di
sostegno e di aiuto disponibili in Alto Adige. Il
vantaggio di questo test on line è l’anonimato,
l’aspetto non vincolante, nonché un impiego di
tempo relativamente ridotto.
“Check yourself” non sostituisce però la
consulenza individuale! Una prima stima del
proprio atteggiamento nei confronti del consumo
di sostanze, associato ad alcune informazioni
utili, può però essere un primo passo importante
verso una modificazione delle proprie abitudini
relative al consumo.
Nel 2005 sono stati eseguiti sulla nostra
homepage 5949 test on line, di cui 2907
riguardanti l’alcol, 1451 il tabacco, 512 i
farmaci e 1079 la cannabis.
50 CONSUMO, DUNQUE SONO?
Peter Koler
Consumo,
dunque
sono
Il processo di costruzione della propria identità
è, nella nostra società, estremamente individuale,
e dura tutta la vita. È anche faticoso, e richiede
un impegno forte e continuo. Per approdare alla
propria identità, oggi le persone devono affrontare
un lungo processo di sviluppo, cui partecipano,
accanto a genitori, fratelli e altri famigliari, anche
una quantità di strutture di socializzazione, di
istituzioni, così come altre persone.
Affinché la costruzione dell’identità riesca al
meglio, sono necessarie in primo luogo relazioni
emotive stabili con persone di fiducia, la sensazione di sentirsi compresi, sicuri e protetti, la
possibilità di apprendere dalle proprie persone di
riferimento modelli e strategie che ci consentano
di affrontare le sfide della vita e di gestire gli stati
d’animo che queste comportano. Ma tutto questo
non basta: anche se lo sviluppo di un proprio sé
sano – dotato di radici e di ali – riesce, sono
13
tuttavia necessarie anche tutta una serie di
risorse che ci aiutino a non sentirci disorientati
nel corso del nostro ciclo di vita o che non ci
inducano a delegare la costruzione della nostra
personalità a dei candidati esterni.
Uno di questi candidati sono le marche. In una
società che può offrire pochi modelli in campo
politico e sociale, che trasmette un’ampia pluralità
e relatività di valori e di progetti di vita, che modifica le identità sessuali e le strutture famigliari
e che promuove l’individualismo, le marche diventano un segno di valore, che conferisce senso
e identità. Le marche costruiscono la propria
immagine su meccanismi che conferiscono identità: “Le marche funzionano e armonizzano come
strumento di identità”, scrive Achim Joachim
Garth sulla rivista di economia “Brand 1”. Perché
le marche funzionino, devono essere chiamate in causa e risvegliate delle emozioni. Chi si
occupa di marche le tratta come se fossero delle
persone, e nei casi “ideali” fa delle marche delle
forti personalità. E devono esserlo tanto più quelle
marche che vengono vendute non tanto per il loro
valore reale, quanto per il fascino che esercitano
su quelle persone che aspirano all’integrità e la
cercano nelle marche. Il loro valore non risiede
tanto in un rapporto qualità – prezzo, quanto nello
status e nel prestigio che conferiscono.
“Chi vive con marche di lusso, è una persona
circondata da valori che le suscitano la speranza
di possedere anch’essa alcuni valori.”
Ha significato – e quindi anche identità – chi
può comprare e consumare queste cose. Se poi
consideriamo che, secondo la teoria dell’iceberg,
l’80 – 90 per cento delle nostre decisioni ha
un’origine emotiva, appare ancora più chiaro il
calcolo dei produttori e dei venditori di marche.
“Dimmi il nome e ti dirò chi sei.”
52 CONSUMO, DUNQUE SONO?
Diventa evidente, in questo contesto, se si osservano più da vicino le strategie pubblicitarie dei
diversi produttori di tabacco, il fatto che anche le
droghe si candidano ad offrire un’identità. Ogni
marca di sigarette si costruisce una personalità
precisa, sia essa quella dell’avventuriero o dell’uomo alla ricerca di sicurezza, quella dell’esponente
del jet set o dell’alternativo.
La stessa strategia guida anche i produttori di
alcolici. Un’analisi delle immagini e dei messaggi
trasmessi dalla pubblicità chiarisce immediatamente il carattere e lo stato d’animo collegati ad
una determinata bevanda alcolica. ABSOLUT!
Ma le sostanze psicoattive hanno, rispetto ad
altri prodotti di marca, un innegabile “vantaggio”,
perché non solo promettono emozioni, ma anche
ne risvegliano, mediante l’effetto sedativo, euforizzante ed ansiolitico che esercitano sulla psiche
umana. Con l’altrettanto univoco svantaggio, che
da queste sostanze è anche più facile diventare
dipendenti.
E con ciò approdiamo nuovamente ai compiti
che spettano alla prevenzione all’interno di questo
scenario sociale. Se le marche sono diventate
un valore così importante, la prevenzione può
utilizzare questo discorso, diventando essa stessa
una marca, la prevenzione®, la quale fa della
promozione della salute, dell’ottimizzazione delle
nostre condizioni di sviluppo e del rafforzamento
dell’identità i propri nobili prodotti. Un obiettivo sempre importante della prevenzione è lo
sviluppo della capacità di riflettere e di valutare
la propria vita quotidiana. Questa capacità ci
consente di differenziare e di decidere quali
sono i veri bisogni del nostro io, e quali bisogni ci
vengono invece indotti per manipolarci e creare
una nostra pseudoidentità. E collegata a questa
c’è un’altra capacità: conoscere se stessi, i propri
desideri e le proprie aspettative, i propri sogni e
le proprie paure, le proprie debolezze e le proprie
forze, consente di percepire meglio le proprie
competenze, fa crescere la fiducia in se stessi
e permette di tracciare più facilmente una linea
di confine tra sé e i fondamentalismi, l’abuso di
droghe, il consumismo e la smania del successo.
Impressum
1 Di quale coraggio ha bisogno la prevenzione?......................02
2 Chi siamo….....................................................................06
3 Il lavoro in rete.................................................................10
4 Attività di ricerca..............................................................12
5 Conferenze e attività di aggiornamento nel 2005.................20
Forum Prevenzione
Centro specialistico per
la prevenzione delle dipendenze
e la promozione della salute
Via Monte Tondo 1/b
39100 Bolzano
www.forum-p.it
[email protected]
T. 0471 324 801
F. 0471 940 220
6 Responsabilità individuale e partecipazione civile................22
Comunità. I progetti..........................................................24
Design
Gruppe Gut Gestaltung
7 La resilienza, ovvero
ciò che ci protegge in tempi difficili....................................26
Famiglia. I progetti...........................................................30
Fotografia
Dariz, photocase.de, foto d’archivio
8 La “Peer Education” come strategia
di intervento nella prevenzione...........................................32
Giovani. I progetti.............................................................36
Traduzione italiana
Silvia Manzardo
04.2006
9 La prevenzione nella scuola italiana....................................40
10 Altri ambiti......................................................................44
11 Opuscoli. Biblioteca. Lavoro con i media.............................46
12 Sito internet www.forum-p.it..............................................48
13 Consumo, dunque sono?...................................................50
Con il sostegno della Ripartizione Sanità della
Provincia Autonoma di Bolzano
2000
–
2005
C ent r o s p e ci a l i st ic o p er l a pr even z ione
del le d ipendenze e
l a pr omo z ione del l a s a lut e
QUADERNO 05
Info:
T. 0471
F. 0471 324 801
w w w.f 940 220
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QUADERNO 05