2000 – 2005 C ent r o s p e ci a l i st ic o p er l a pr even z ione del le d ipendenze e l a pr omo z ione del l a s a lut e QUADERNO 05 Info: T. 0471 F. 0471 324 801 w w w.f 940 220 info@f or um-p.it or um-p .it Impressum 1 Di quale coraggio ha bisogno la prevenzione?......................02 2 Chi siamo….....................................................................06 3 Il lavoro in rete.................................................................10 4 Attività di ricerca..............................................................12 5 Conferenze e attività di aggiornamento nel 2005.................20 Forum Prevenzione Centro specialistico per la prevenzione delle dipendenze e la promozione della salute Via Monte Tondo 1/b 39100 Bolzano www.forum-p.it [email protected] T. 0471 324 801 F. 0471 940 220 6 Responsabilità individuale e partecipazione civile................22 Comunità. I progetti..........................................................24 Design Gruppe Gut Gestaltung 7 La resilienza, ovvero ciò che ci protegge in tempi difficili....................................26 Famiglia. I progetti...........................................................30 Fotografia Dariz, photocase.de, foto d’archivio 8 La “Peer Education” come strategia di intervento nella prevenzione...........................................32 Giovani. I progetti.............................................................36 Traduzione italiana Silvia Manzardo 04.2006 9 La prevenzione nella scuola italiana....................................40 10 Altri ambiti......................................................................44 11 Opuscoli. Biblioteca. Lavoro con i media.............................46 12 Sito internet www.forum-p.it..............................................48 13 Consumo, dunque sono?...................................................50 Con il sostegno della Ripartizione Sanità della Provincia Autonoma di Bolzano PREMESSA… Care lettrici e cari lettori, quella che vedete è la terza edizione del nostro quaderno: modificato nella grafica e più dettagliato nei contenuti, il quaderno cresce insieme al Forum Prevenzione. In qualità di centro competente nella prevenzione delle dipendenze e nella promozione della salute lavoriamo da ormai cinque anni nei settori della famiglia, dei giovani e del lavoro di prevenzione nei comuni in forma sempre più differenziata, e siamo attivi anche nel campo delle aziende, dello sport e dell’attività fisica. L’attività di ricerca è inoltre divenuta parte integrante del nostro lavoro. La presente pubblicazione offre un panorama delle tematiche prevalenti e delle attività del 2005, unite a riflessioni attuali ad esse collegate. Buona lettura! Il team del Forum Prevenzione 02 DI QUALE CORAGGIO HA BISOGNO LA PREVENZIONE? 1 Di quale coraggio ha bisogno la prevenzione? Wolfgang Hainz Chi lavora nella prevenzione delle dipendenze ha a che fare notoriamente con la paura. La paura dei genitori che i propri figli possano “scivolare” e rovinarsi la vita, la paura degli insegnanti che nella propria scuola possa accadere un episodio increscioso e scoppiare uno scandalo, la paura dei politici di non essere rieletti se non assumono una posizione coerente nei confronti dell’incubo della dipendenza. Con il tempo la prevenzione ha imparato ad andare incontro a queste paure e a metterle in discussione. In un oscuro passato, alcuni de- cenni or sono, si è persino tentato di utilizzare la paura in funzione preventiva: con la demonizzazione e una politica terroristica si cercava di fare in modo che le persone prendessero distanza dalle droghe. Ma la realtà ci ha dimostrato che ciò non è avvenuto. Per fortuna, ci sono stati uno sviluppo e un progresso in tal senso, e si è giunti a riconoscere che un principio puramente autoritario solo di rado dissuade veramente le persone dal compiere ciò che vorrebbero fare per motivi di ordine personale. Da una politica terroristica e proibizionistica, la prevenzione si è mossa in direzione di un atteggiamento di tipo prevalentemente umanistico, che non condanna, ma accetta, e che ha fatto della prevenzione, e non della preoccupazione, il suo motto. I concetti originari della prevenzione delle dipendenze vengono utilizzati sempre più raramente nella nostra società, e questo è un vero progresso. Fin qui tutto bene. Tutti potrebbero ritenersi soddisfatti. Se non ci fosse una sensazione di disagio che pervade la maggior parte degli esperti nel campo della prevenzione. Ed è la paura della domanda (posta magari in tono esitante): “Scusate, ma i vostri interventi a cosa hanno portato?” Questa è la domanda che la prevenzione teme maggiormente. Come posso dimostrare che quello che io faccio è anche efficace? Una volta ripresisi dal primo attimo di disorientamento, si comincia a rimuginare. Questo dubbio logorante l’abbiamo già avvertito altre volte e ci ha accompagnato di frequente, nella speranza che nessuno ce lo ponesse in maniera critica. Ora però io oso porre questa domanda a me stesso e con ciò a tutti noi. Per quanto si rifletta e si discuta, si perviene infine alla conclusione che alla domanda, così come è posta, è praticamente impossibile rispondere. Ma questo significa che la prevenzione è inefficace? Se si lasciasse parlare l’opinione pubblica, mi azzardo ad ipotizzare che la risposta della maggioranza sarebbe un no. In una certa misura quasi tutti hanno comunque la sensazione che ciò che viene fatto sia necessario ed importante. Questo ci porta a considerare che forse la domanda relativa alla dimostrazione di efficacia non è quella giusta. Non potrebbe darsi che la prevenzione abbia fatto grandi progressi dal punto di vista dei concetti e dei contenuti, rimanendo però soggetta, nella valutazione dei propri interventi, ad un dogma inutilizzabile? Come se si volesse, per prendere un esempio dalla fisica, misurare la temperatura con un righello. Non è invece molto più opportuno un radicale ripensamento, che si allontani dal presupposto secondo il quale è sempre necessario dimostrare in maniera univoca l’efficacia dei singoli interventi, per poterli in questo modo legittimare? Non è necessaria piuttosto una diversa coscienza di sé, per cui gli esperti nel campo della prevenzione affrontino il proprio lavoro con una rinnovata fiducia in se stessi, che peraltro sempre propugnano agli altri come qualcosa che è necessario alla sopravvivenza? Scrive Alfred Uhl: “Un ulteriore sviluppo positivo della prevenzione delle dipendenze richiede un’azione liberatrice, emancipatoria degli esperti nel campo della prevenzione; in concreto, un rammentarsi delle proprie forze e una consapevole difesa di quelle capacità e di quei compiti, che di fondo non dovrebbero essere messi in discussione.” (Uhl, 2005). Su questa base la prevenzione può allora esporsi anche apertamente alla discussione sui limiti della conoscenza, il cui superamento spesso viene richiesto, e al quale spesso si reagisce solo con un attivismo fuorviante. Questo implica anche un ripensamento del concetto stesso di valutazione, che spesso viene troppo esteso, e inteso come mera dimostrazione di efficacia. Dalle “forderungen und anleitungen” per la valutazione, redatte dal “Qualitätszirkel Evaluation” (Circolo di Qualità sulla valutazione, Vienna), ricaviamo la seguente definizione: “La valutazione è una forma sistematica e documentata di riflessione in merito all’utilità di determinate procedure”. 04 DI QUALE CORAGGIO HA BISOGNO LA PREVENZIONE? Attenzione: l’utilità, non l’efficacia! Una sottile differenza, ma di non poco conto. L’efficacia implica un effetto prevedibile (scientificamente definito), che però non tiene in considerazione né la libertà decisionale e l’autonomia dell’individuo, né le complesse dinamiche di una società. L’utilità di un intervento, invece, viene codeterminata essenzialmente da chi ne trae utilità. Oggetto della valutazione e della certificazione di qualità può e deve essere, di conseguenza, il modo di procedere professionale, vale a dire come le acquisizioni attuali e significative della ricerca scientifica psicosociale vengono trasferite nella prassi preventiva e vengono trasmesse ai gruppi interessati. La sopraccitata utilità di un intervento operativo non si definisce quindi solo verificando se effettivamente grazie a quell’intervento meno persone sono divenute tossicodipendenti, bensì, per esempio, verificando se le informazioni trasmesse al gruppo interessato erano significative, oppure se l’intervento è stato accettato dal gruppo. La prevenzione necessita, di conseguenza, di un approccio scientifico che si allontani da un semplice principio di causa – effetto, in direzione di una ricerca incentrata sui processi e di una valutazione formativa che tenga conto della complessità della vita. Per approdare a nuove conoscenze e a nuovi interventi è necessario un continuo scambio tra le conoscenze scientifiche derivate dalla psicologia, dalla pedagogia e da altre scienze sociali, e le esperienze concrete di prevenzione. La base di una nuova coscienza di sé degli esperti della prevenzione devono essere inoltre quegli ineluttabili principi risultanti dai valori umanistici e democratici, che di per sé non hanno bisogno di una conferma “scientifica”, come, per esempio, il diritto ad un’informazione corretta, il rispetto per la libertà di decisione e di azione dell’uomo oppure il diritto di appartenere ad una comunità sociale. Questo è il coraggio che viene richiesto alla prevenzione delle dipendenze: non quello di rincorrere una veridicità scientifica, che in molti ambiti è superata, e non può mai essere raggiunta nel contesto della prevenzione, ma il coraggio di orientarsi in maniera nuova, partendo dalle grandi conquiste teoriche ed etiche del passato, e di trovare una nuova coscienza di sé, anche metodologica, che sia compatibile con gli sviluppi postmoderni della teoria scientifica. “Cosa ci può essere di più frustrante della sensazione di non avere raggiunto i frutti perché ci è mancato il coraggio di scrollare l’albero?” (adattato da Logan Pearsall Smith) prevenzione = coraggio 06 CHI SIAMO … 2 Chi siamo… Dopo cinque anni di attività operativa, il Forum Prevenzione può essere considerato un centro di competenza nel settore della prevenzione delle dipendenze e della promozione della salute. Il Forum Prevenzione è un centro specialistico rivolto a tutte le persone e alle istituzioni dell’Alto Adige che desiderino realizzare progetti di prevenzione e iniziative di aggiornamento e di informazione su questa tematica. Il servizio è impegnato anche a livello politico per promuovere un confronto sia sugli interventi di prevenzione sia sulle politiche familiari e giovanili, con l’obiettivo di creare delle condizioni sociali che migliorino in generale la qualità della vita. Il Forum Prevenzione è un servizio per la prevenzione delle dipendenze e la promozione della salute che, in base ad una convenzione stipulata con la Giunta Provinciale di Bolzano, è incaricato di promuovere iniziative di prevenzione universale e selettiva delle dipendenze. All’interno dell’ente gestore – un’associazione ufficialmente riconosciuta come personalità giuridica di diritto privato – operano rappresentanti di strutture pubbliche e private attivi prevalentemente nella cura e/o nella prevenzione delle dipendenze. Sybille Gasser, Wolfgang Hainz, Lucia Rizzieri, Giuditta Sereni, insegnante diplomata di educazione fisica; collaboratrice nei progetti riguardanti lo sport psicologo e consulente sulle dipendenze; principali settori di competenza: conferenze, gestione di progetti, valutazione, gestione dei dati e delle informazioni pedagogista; principali settori di competenza: conferenze, progetti di prevenzione selettiva; all’interno dell’attività di prevenzione rivolta al gruppo linguistico italiano si occupa di bambini e giovani pedagogista clinica; principali settori di competenza: progetti, conferenze, biblioteca; all’interno dell’attività di prevenzione rivolta al gruppo linguistico italiano si occupa del lavoro con i genitori, della scuola, della prevenzione nei comuni e nelle aziende Peter Koler, Nicole Florian, Christa Ladurner, Sylvia Kössler, psicologo e pedagogista, direttore del centro; principali settori di competenza: direzione del centro, organizzazione e coordinamento, lavoro di rete, contatti con i media e pubbliche relazioni, attività di ricerca, conferenze responsabile della segreteria; principali settori di competenza: amministrazione, contabilità, acquisto di opuscoli e libri, telefono sociologa, educatrice e consulente sulle dipendenze, vicedirettrice del centro; principali settori di competenza: sviluppo di progetti. Dal novembre 2004 all’ottobre 2005 Christa Ladurner è stata in congedo per maternità. Dal suo ritorno (a part time) si occupa di un proprio progetto di sostegno ai giovani che vogliono smettere di fumare. psicologa, si è occupata inizialmente come sostituta, dal novembre 2005 come collaboratrice, dei settori che erano prima di competenza di Christa Ladurner: conferenze, gestione di progetti e biblioteca Lukas Schwienbacher, pedagogista, formatore di adulti, educatore e consulente sulle dipendenze; principali settori di competenza: attività con bambini e giovani, lavoro nei comuni, gestione di progetti e conferenze Per diversi progetti il Forum Prevenzione si è inoltre avvalso nel 2005 della collaborazione esterna di diversi altri operatori, privati o incaricati da altre strutture. 10 IL LAVORO IN RETE Settore sociale Servizi sociali, comunità alloggio sociopedagogiche, servizi di consulenza telefonica, associazioni di genitori, gruppi di mutuo ed autoaiuto, cooperative sociali Organizzazioni religiosi Parrocchie, Caritas Il lavoro in rete. Noi attribuiamo grande importanza alla collaborazione in rete con le altre strutture che operano in questo campo. Con molte di queste esiste già da tempo una collaborazione organizzata e continuativa. La maggior parte dei progetti del Forum sono progetti in comune con altri partner. Nel nostro lavoro è fondamentale il lavoro in rete, basato su una collaborazione efficace. La prevenzione è possibile, se è frutto del lavoro e dell’impegno di molti. Il Forum Prevenzione è inoltre membro dell’”Arge Suchtvorbeugung”, il gruppo di lavoro austriaco per la prevenzione delle dipendenze. Inoltre è in contatto con altre regioni italiane, con l’Austria, la Svizzera e la Germania. Cultura, sport e tempo libero Associazioni Istruzione Scuole materne, scuole elementari, medie, superiori e professionali, università, educazione permanente Sanità Servizi per le dipendenze, Servizi Psicologici, consultori, comunità terapeutiche, reparti ospedalieri, medici di medicina generale Economia Aziende, cooperative, media, associazioni di categoria (commercio, turismo ecc.) Mondo infantile e giovanile Iniziative extrascolastiche per l’infanzia e l’adolescenza, istituti d’accoglienza per scolari e giovani lavoratori Mondo politico e amministrativo Comuni, comunità comprensoriali, uffici provinciali, organi e responsabili politici, sindacati, iniziative civiche Lavoro in rete in generale Lavoro in rete all’interno di progetti Numero incontri: 56 Numero incontri: 176 Numero partecipanti: 511 Numero partecipanti: 1252 Gruppi target: numerosi partner Gruppi target: partner nei progetti 4 12 ATTIVITÀ DI RICERCA Attività di ricerca Campagna sul tabacco In collaborazione con la Ripartizione Sanità Nel 2005 agli interventi in questo settore è stata riconosciuta da parte dei responsabili politici una valenza prioritaria nelle strategie sanitarie. In base a questa decisione, sono stati avviati o proseguiti interventi concettuali e operativi a diversi livelli e in diversi ambiti. Il Forum Prevenzione è divenuto in questo contesto un partner importante della Ripartizione Sanità, ha lavorato in maniera incisiva nei progetti sotto citati, supportandoli con le proprie competenze specifiche e aggiornate. lavoro teorico iniziato con l’elaborazione delle “Linee d’indirizzo per una politica sulle dipendenze” e si fonda su tre strategie essenziali: · prevenire o ritardare nei giovani il primo approccio con il consumo di tabacco, · offrire aiuto a chi vuole smettere di fumare, · proteggere i non fumatori dal fumo passivo. C ampagna Fallo per te. Ce la fai. Un progetto della Ripartizione Sanità P iano per la prevenzione, disassuefazione e cura del tabagismo in Alto Adige Su incarico della Ripartizione Sanità e in collaborazione con l’Ufficio Igiene Una prevenzione globale del tabagismo comprende interventi di diverso tipo, da un lato diretti all’individuo, dall’altro anche al suo ambiente, migliorando, per esempio, la qualità della vita sul posto di lavoro o in famiglia. Un terzo settore d’intervento riguarda l’applicazione di leggi appropriate. Il progetto è finalizzato alla pianificazione di interventi in Alto Adige e pone le basi di future attività di prevenzione, disassuefazione e cura del tabagismo. Questo documento porta avanti il Nell’autunno 2005 ha preso avvio la campagna “Fallo per te. Ce la fai.” e “Fallo per te. Noi ti aiutiamo.“. Per la campagna sono stati utilizzati diversi strumenti mediatici (poster, spot radiofonici, inserzioni, trasmissioni tv, spot televisivi, internet, articoli giornalistici, biglietti del lido). Il gruppo target sono fumatori che abbiano superato i trent’anni. Obiettivo della campagna è rinforzare la motivazione in chi vuole smettere di fumare e rendere pubbliche le offerte di aiuto. Vengono pubblicizzati corsi, consulenze individuali, informazioni sui sostituti della nicotina e sull’auto-aiuto. Il Forum Prevenzione è membro del gruppo di lavoro responsabile della campagna. 14 ATTIVITÀ DI RICERCA Aiuto alla disassuefazione per giovani fumatori O puscolo di auto-aiuto per fumatori Su incarico della Ripartizione Sanità e in collaborazione con l’Ufficio Igiene L’opuscolo “Un auto aiuto per fumatori e fumatrici” è stato pensato per quei fumatori che vogliono smettere senza ricorrere ad un aiuto esterno. L’opuscolo contiene un programma di auto aiuto e offre consigli e suggerimenti per smettere di fumare da soli, gestire l’aumento di peso e le ricadute. Il testo è stato elaborato dal Forum Prevenzione. Un progetto su incarico dell’Ufficio Igiene e Salute Pubblica della Ripartizione Sanità Obiettivo del progetto è quello di sviluppare, insieme ad esperti provenienti dalle diverse strutture pubbliche e private, i moduli di un programma di disassuefazione al fumo, e di proporli come progetto pilota a gruppi di giovani. L’intero progetto verrà sottoposto passo per passo ad una valutazione da parte di un istituto di ricerca esterno. Nel 2005 è stato messo a punto il progetto, che servirà da base per tutti gli esperti coinvolti, ed è stata creata una rete di referenti. Riformulazione della legge provinciale 69 Nel 2004 il Forum Prevenzione è stato chiamato a far parte di un gruppo di lavoro finalizzato alla stesura di una proposta di riformulazione della legge provinciale del 7.12.1978, tuttora in vigore, che regolamenta il settore delle dipendenze a livello provinciale. Nel 2005 è stata redatta una proposta per la Giunta Provinciale. Una prevenzione globale dell’alcolismo per l’Alto Adige In collaborazione con la Ripartizione Sanità P rogetto Cocaina In collaborazione con la Ripartizione Sanità Dopo l’organizzazione di un convegno sul tema cocaina nel novembre 2004, nel 2005, su incarico della Ripartizione Sanità, è stato adattato alla situazione locale e italiana (inserendo per esempio statistiche locali e nazionali, informazioni sulle strutture locali di sostegno) un opuscolo informativo sulla cocaina, proveniente dalla Svizzera, che in seguito è stato pubblicato in italiano e in tedesco. Il progetto per una campagna di prevenzione globale dell’alcolismo in Alto Adige è stato presentato nel dicembre 2003 ad un gruppo di lavoro allargato, ed ha ottenuto un generale riscontro positivo. Il progetto di massima redatto allora è stato ripreso e ulteriormente sviluppato nell’ottobre 2005 da un gruppo di coordinamento formato nel mese precedente dalla ripartizione dell’Assessorato alla Sanità ed alle Politiche Sociali. La ripresa di questi lavori stava molto a cuore al Forum Prevenzione, ed era uno degli obiettivi dichiarati nel programma annuale del 2005. 18 ATTIVITÀ DI RICERCA C orso di specializzazione per operatori delle dipendenze In collaborazione con la Scuola Professionale Provinciale per le Professioni Sociali “Hannah Arendt” Io rinuncio In collaborazione con l’Assessorato alla Sanità, l’Ufficio Servizio Giovani, l’Associazione Famiglie Cattoliche, la Caritas, il “Südtiroler Jugendring”, la “Südtirols Katholische Jugend”, l’Azione Cattolica, l’Intendenza Scolastica Tedesca, Ladina e Italiana “Io rinuncio” ha avuto luogo per la prima volta nel 2005 come progetto sovraterritoriale in Tirolo, Alto Adige e nel Salisburghese. Mediante diverse iniziative, vuole invitare la popolazione ad alcune volontarie azioni di rinuncia, da attuarsi nel periodo di Quaresima: adulti e giovani rinunciano, nelle sei settimane che intercorrono tra il mercoledì delle ceneri e Pasqua, del tutto o in parte all’alcol, i bambini ai dolci. Alla base dell’azione c’è la considerazione che per un sano sviluppo della personalità può essere importante prendere di tanto in tanto distanza da alcune abitudini consolidate. Il periodo della Quaresima può essere un’occasione per sperimentare questa “distanza” per un periodo limitato. Il Forum Prevenzione, all’interno del corso di specializzazione per operatori delle dipendenze presso la Scuola Provinciale per le Professioni Sociali “Hannah Arendt”, oltre alla collaborazione organizzativa, ha strutturato, anche nei contenuti, i moduli didattici del seminario relativi al lavoro di prevenzione, alla gestione del colloquio motivazionale e alla politica di prevenzione in ambito nazionale e locale. Nel 2005 il seminario si è concluso con successo. Progetto di valutazione interna Partner: LBISucht (Ludwig-Boltzmann-Institut – Istituto di ricerca Vienna) Nel 2005 ha avuto inizio una concreta collaborazione scientifica con il Ludwig-BoltzmannInstitut, un centro di ricerca nell’ambito sociale con sede a Vienna, per la valutazione del lavoro del Forum Prevenzione. Nelle intenzioni si tratta di una valutazione strutturale, formativa e di fattibilità. A livello metodologico, si opera una distinzione tra valutazione esterna ed interna. L’intero progetto dovrebbe concludersi nel dicembre 2007. 20 CONFERENZE E ATTIVITÀ DI AGGIORNAMENTO Conferenze e attività di aggiornamento 5 Una strategia emancipatoria della promozione della salute si sforza di mettere le persone in condizioni tali da poter esercitare un maggior controllo personale sulle proprie condizioni di vita. Al centro del nostro agire c’è il rafforzamento delle risorse e delle potenzialità delle persone. Questo significa anche mantenere un contatto con i nostri gruppi target, registrare i loro bisogni e desideri e reagirvi con offerte adeguate, mettendo a disposizione la nostra esperienza professionale. Le conferenze pubbliche e le attività di aggiornamento fanno parte dell’offerta standard del Forum Prevenzione, che tiene, dietro richiesta, conferenze e aggiornamenti in tutto il territorio della provincia. Le proposte vengono aggiornate ogni anno in occasione dell’inizio dell’anno scolastico e sono visibili sul sito www.forum-p.it Nel 2005 sono state organizzate complessivamente 226 iniziative: Tipologia Numero Partecipanti Serate a tema Workshops Iniziative di mezza giornata Iniziative di una giornata 8 di cui quelle comprendenti più giornate (compl. 28 giorni) Prevenzione selettiva (Pit Stop) Relazioni (di una o due ore) Relazioni e workshops all’interno di convegni, congressi, ecc. 43 106 10 14 1770 1838 135 223 26 16 n.p. 616 8 415 Totale 223 4997 Le iniziative erano rivolte ai seguenti gruppi target: Gruppo target Genitori Insegnanti Moltiplicatori Operatori del settore Giovani e studenti Altri *alcune hanno coinvolto più gruppi Numero delle iniziative* 48 23 27 22 143 24 22 RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE E PARTECIPAZIONE CIVILE La prevenzione delle dipendenze e la promozione della salute non spettano solo allo Stato, a singole strutture specializzate o a gruppi di persone; al contrario. Molti cittadini possono prestare il loro contributo, se si tratta di creare, nella società, delle condizioni all’interno delle quali possano essere promossi degli interventi finalizzati alla promozione della salute. Per rendere possibile questo processo, sono necessari spazi ed occasioni in cui le persone possano esprimere i propri desideri e i propri bisogni e possano collaborare direttamente alla loro realizzazione. Responsabilità individuale e partecipazione civile Lukas Schwienbacher 6 L o sforzo teso a creare condizioni di vita che promuovano la salute può coinvolgere tutti non essendo un privilegio di esperti, gruppi professionali o di singole strutture specializzate nel settore della salute. Questo – a prescindere da un’esplosione di costi nel settore sociale e sanitario assolutamente non finanziabile – significherebbe promuovere uno sviluppo sociopolitico che in casi estremi può portare ad una privazione di diritti e doveri personali. È sufficiente uno sguardo attento e critico per riconoscere che questo processo strisciante di delega delle responsabilità ha già preso avvio. Così si avverte, non di rado, un forte richiamo allo Stato, affinché si occupi maggiormente di “anziani”, “malati”, “poveri”, “esclusi”, “disabili”, “tossicodipendenti”, “persone sole”, “immigrati”, “disoccupati”, “violenti”, “emarginati”, ecc. La necessità e l’importanza di queste richieste sono legittime e per principio non dovrebbero essere messe in discussione: molte persone sono costrette dalla necessità a richiedere aiuto e sempre ve ne saranno, date le circostanze. Cresce la tendenza a sbarazzarsi delle proprie responsabilità o di delegarle ad altri, ciò significa che è necessario affrontare questa tendenza crescente in maniera critica. In molti casi la responsabilità che è stata delegata ad un’istituzione può essere restituita, almeno in parte, alla famiglia, ai vicini, al paese o al quartiere. Per la realizzazione di quest’idea sono necessari un impegno da parte della popolazione, la partecipazione alla vita pubblica, ma anche spazi ed occasioni, in cui le persone possano esprimere i propri desideri e i propri bisogni. La pianificazione e la realizzazione di progetti di durata limitata, come per esempio la sistemazione della piazza del paese, di diversi spazi per il tempo libero oppure l’organizzazione di iniziative culturali o formative, potrebbe aver luogo tramite la convocazione di assemblee dei cittadini, la formazione di laboratori per attività future o la rilevazione di sondaggi. Compito di “persone chiave” all’interno delle istituzioni, è poi quello di raccogliere le idee emerse e di coinvolgere le persone nella pianificazione delle diverse iniziative. Per fare questo è necessaria la disponibilità ad una collaborazione costruttiva delle diverse strutture pubbliche e private, di club, gruppi, associazioni o singole persone presenti a livello locale. Secondo questi principi operano alcuni progetti di prevenzione che sono stati avviati e portati avanti soprattutto negli ultimi anni in alcuni comuni dell’Alto Adige: dal gruppo di progetto sono state sviluppate, organizzate sul posto e rese accessibili al pubblico una quantità di iniziative, attività e manifestazioni finalizzate alla prevenzione delle dipendenze e alla promozione della salute. Per garantire loro una certa tenuta, tali attività e programmi, che hanno riscosso successo, devono essere continuamente animati e adattati 24 RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE E PARTECIPAZIONE CIVILE al contesto dei diversi comuni. La continuità e la tenacia di tutti coloro che partecipano a livello locale a queste iniziative sono un presupposto fondamentale per avviare processi di cambiamento e mantenerli in vita. Le iniziative sporadiche portano solo raramente al successo sperato, nella maggior parte dei casi non sortiscono alcun effetto. La prevenzione e la promozione della salute non possono agire in maniera efficace dall’oggi al domani, ma sono piuttosto, da intendersi come un processo che assume forme concrete negli anni e si serve di strategie, contenuti e metodi più diversi. La promozione della partecipazione civile e della responsabilità individuale può essere vista come un percorso fatto di tanti piccoli passi. Un percorso che ha l’obiettivo di fare in modo che ognuno di noi presti un piccolo contributo alla causa della promozione della salute e della prevenzione. Comunità. I progetti: La consulenza, il sostegno e la gestione di progetti di prevenzione a livello comunale è proseguita e si è in parte estesa nel 2005, poiché altri comuni dell’Alto Adige si sono mostrati interessati a questa concezione di prevenzione delle dipendenze e promozione della salute. Sono attualmente in corso progetti nei comuni di Sarentino, Tires, Cornedo, Nova Ponente, Nova Levante, Bressanone, Rodengo, Varna, Luson, Naz Sciaves, Vandoies, Rio Pusteria, Ortisei, Santa Cristina, Selva Gardena e Lagundo. Esiste inoltre una collaborazione puntuale con “Puls”, il progetto pusterese per la competenza vitale e la prevenzione delle dipendenze, il progetto di prevenzione “Out of the blue” della Comunità Comprensoriale Oltradige-Bassa Atesina e i circoli “Eppaner Jugend” e “Sturzhelm” (Terlano). G uida pratica Progetto di prevenzione alle dipendenze e promozione della salute a livello comunale Nell’autunno del 2005 è stata portata a termine la stesura di una guida pratica che riassumeva le basi teoriche e pratiche dei progetti di prevenzione a livello comunale, da un lato rafforzando le premesse scientifiche di contenuti e obiettivi di progetti di promozione della salute e di prevenzione delle dipendenze a livello comunale, dall’altro motivando i possibili moltiplicatori ad avviare e a portare avanti altri progetti nei comuni dell’Alto Adige in collaborazione con il Forum Prevenzione. 7 La resilienza, ovvero Ciò che ci protegge in tempi difficili Sylvia Kössler D iversi bambini si trovano oggi a contatto con insicurezze, situazioni pesanti e difficili condizioni di vita, sviluppando però, sorprendentemente, personalità competenti, forti e stabili. Gli adolescenti che crescono in famiglie dove sono presenti fenomeni di dipendenza sono, per esempio, più fortemente a rischio di sviluppare loro stessi una dipendenza, rispetto ad altri che non sono esposti ad essa e alle gravi conseguenze che comporta. Ma come fanno allora, per esempio, i bambini e i giovani che vivono con almeno un genitore alcolista – si tratta, secondo studi compiuti in zone vicine paragonabili all’Alto Adige, di circa il 10 % dei bambini e dei giovani – a condurre ciò nonostante, più tardi, una vita libera dalla dipendenza e positiva? Che cosa rende questi bambini così “forti” e di quali risorse decisive dispongono, per essere in grado di affrontare con successo, in confronto ad altri bambini, delle condizioni di vita talmente pesanti? Nella ricerca scientifica sulla resilienza si analizza proprio questo fenomeno. La resilienza può essere definita, in generale, come “la capacità psichica di resistere a fattori di rischio per lo sviluppo di natura biologica, psicologica e psicosociale”, il polo opposto della vulnerabilità. Possiamo osservare segnali di resilienza nelle situazioni pesanti più diverse, in presenza ad esempio di un caso di alcolismo in famiglia, di una separazione dei genitori, di uno stato di indigenza o di ripresa da avvenimenti critici. A differenza di approcci precedenti, oggi si parte dalla considerazione che la resilienza non è un tratto congenito della personalità, ma un processo dinamico che si instaura tra bambino e ambiente circostante. Non è una qualità statica, ma modificabile e specifica di certe situazioni, che può essere appresa a qualunque età, per quanto soprattutto nei primi dieci anni di vita. In diverse indagini empiriche sui rischi che condizionano lo sviluppo infantile – tra l’altro nello studio longitudinale pionieristico Kauai di Werner e Smith, iniziato nel 1955 e proseguito per 40 anni – si sono potute identificare alcune caratteristiche che risiedono per esempio nella personalità dell’uomo, nell’ambiente sociale ristretto, nella rete di rapporti extrafamigliari e nell’ambiente circostante: di esse fanno parte strategie per la soluzione di conflitti e problemi, ed esperienze positive del passato (per esempio nella soluzione di problemi a scuola), elevate competenze sociali e la capacità di ricorrere ad un sostegno sociale in caso di bisogno, un comportamento attivo e flessibile nell’affrontare e superare le situazioni, un atteggiamento ottimistico e fiducioso verso la vita, un’alta dose di autostima, di fiducia in se stessi, nelle proprie capacità e quindi nella propria autoefficacia e infine talenti, interessi e hobbies. Accanto alle risorse personali, contribuiscono allo sviluppo della resilienza anche alcune condizioni protettive presenti nell’ambiente in cui il bambino si trova a vivere: relazioni stabili, 28 LA RESILIENZA emotivamente positive con almeno una figura di riferimento, così come una buona rete sociale all’interno o al di fuori della famiglia, permettono di imparare a risolvere problemi in modo attivo e costruttivo, e forniscono importanti risorse, cui si può far ricorso in situazioni difficili. La trasmissione di un pensiero ottimistico e resiliente è un’importante pietra miliare, così come una buona dose di umorismo. Hanno un effetto rinforzante anche l’assunzione di responsabilità e incarichi commisurati all’età e allo sviluppo, come per esempio, la cura di fratelli più piccoli o alcuni lavori domestici. Anche la messa a disposizione di risorse a livello comunale può essere un primo passo. Una sfida per la società è quella di mettere a disposizione norme e valori, e di rafforzarli. La resilienza consiste nella combinazione tra questi diversi fattori di protezione. La prospettiva è incentrata sulle risorse, e non sui deficit, si basa sulle forze di ogni singolo, che è chiamato a partecipare attivamente all’organizzazione della propria vita, dei propri rapporti anche educativi, e della loro qualità. Quale funzione hanno, ora, questi risultati all’interno della prevenzione, della promozione della salute e quindi del nostro lavoro? Nell’ambito della prevenzione universale e selettiva, vale a dire di quella indirizzata da un lato a tutti i bambini e a tutti i giovani e dall’altro specificamente ai gruppi a rischio, vengono realizzati diversi interventi “diretti”, che danno degli impulsi positivi per lo sviluppo. All’interno di workshops rivolti ai giovani e di diverse altre iniziative di prevenzione rivolte specificamente ai bambini e ai giovani hanno grande importanza il rafforzamento della fiducia in se stessi – che si attua puntando sulle risorse individuali disponibili – e un confronto con la propria identità. Vengono chiamate in causa ed esercitate la competenza emotiva (per esempio la capacità di riconoscere ed esprimere i propri sentimenti) e quella sociale (per esempio la capacità di resistere alla pressione esercitata da un gruppo). Si stimola la collaborazione e si offrono diverse modalità di partecipazione, per esempio ai progetti all’interno dei comuni (un importante patrimonio di risorse a livello locale), oppure a progetti sullo sport (Lo sport: un mondo di esperienze) Un altro obiettivo è la trasmissione della competenza sui rischi, per esempio all’interno del progetto “Estasi e rischio“. Vengono inoltre realizzati interventi indiretti, come iniziative di aggiornamento rivolte a genitori, insegnanti o operatori giovanili, finalizzate al rafforzamento e alla sensibilizzazione della competenza educativa e gestionale, su argomenti quali i fattori di protezione e la comunicazione, poiché il comportamento resiliente si costruisce soprattutto nella interazione quotidiana con bambini e giovani. Nonostante la resilienza non sia un argomento nuovo, le numerosissime ricerche apparse negli ultimi tempi gettano una nuova luce sugli interventi e i progetti di prevenzione e di promozione della salute. Sicuramente, grazie a questa prospettiva diversa il nostro lavoro non subisce una modifica essenziale – dato che i fattori di protezione e la resilienza sono sempre stati elementi centrali della prevenzione – assumono però maggiore importanza certi interventi, obiettivi e soprattutto certi gruppi target della prevenzione selettiva (per esempio bambini provenienti da famiglie gravate da problematiche legate all’alcoldipendenza), e si getta una luce nuova su alcuni interventi, e probabilmente anche sulla loro legittimità. 30 Generazione E Un progetto della Comunità Europea in collaborazione con il Servizio di Educazione alla Salute dell’Intendenza Scolastica Tedesca, l’ISP di Vienna e il “Landesinstitut für Schule – Suchtprävention” di Brema. Famiglia. I progetti: “Generazione E” ha creato, con l’ausilio di un pool interdisciplinare di relatori, forme di lavoro con i genitori nuove, sia sul piano metodologico sia su quello dei contenuti, che hanno come oggetto i seguenti temi legati alla specifica realtà giovanile: “Bere, fumare, farsi le canne … mio figlio è a rischio?”, “Sperimentare i limiti – un tentativo di comprendere gli adolescenti”, “Il cibo – più di un nutrimento”, “Un’offerta un po’ diversa per padri e madri che lavorano”. Le diverse proposte sono state trascritte e pubblicate nell’ottobre 2005 in un quaderno di lavoro, che è stato presentato ai diversi referenti e ai media, insieme ai risultati della valutazione esterna. Dopo la conclusione del progetto della Comunità Europea, in giugno è stato stipulato un accordo di cooperazione con il Servizio di Educazione alla Salute dell’Intendenza Scolastica Tedesca, finalizzato all’implementazione e al proseguimento dei laboratori. Per l’autunno 2005 e la primavera 2006 sono stati progettati altri proseguimenti dei seminari rivolti ai genitori. C iclo di incontri Parliamo dell’alcol In collaborazione con l’Associazione Cattolica per le Famiglie dell’Alto Adige O puscolo per genitor I Parliamo dell’alcol – quello che genitori ed educatori dovrebbero sapere Nel 2004 è stato elaborato dal Forum Prevenzione un opuscolo rivolto espressamente a genitori ed educatori, pubblicato nel gennaio 2005 con il titolo “Parliamo dell’alcol”. Contiene informazioni sui giovani, l’alcol, i suoi effetti e i suoi rischi, e offre spunti e consigli per colloqui con bambini e adolescenti sull’atteggiamento nei confronti delle bevande alcoliche. Partendo dall’opuscolo informativo, è stato programmato per l’autunno un ciclo di incontri per tutta la provincia, tenuto con diversi relatori del Forum Prevenzione, del centro terapeutico Bad Bachgart e dell’associazione “Hands”. Nel corso di undici incontri serali a tema, tra l’ottobre e il dicembre 2005, i genitori hanno ottenuto preziose informazioni sull’alcol e vari punti di vista pedagogici. Il ciclo ha visto la partecipazione di più di 300 persone. Questa offerta entra ora a far parte del programma del Forum Prevenzione, che è disposto ad organizzare conferenze su richiesta. 32 PEER EDUCATION Lucia Rizzieri La Peer Education” come strategia di intervento nella prevenzione 8 N el periodo adolescenziale il gruppo di amici e di amiche acquista sempre più importanza e di conseguenza il distacco dal mondo adulto diventa sempre più evidente. Sentirsi accettati da un gruppo per i giovani è molto importante, per sentirsi apprezzati, adulti, “fighi”, forti. Nel gruppo si condividono gli stessi interessi, ci si diverte insieme, si fanno nuove esperienze. Con i coetanei si trova uno spazio per dimenticare o per isolarsi anche un po’ dalla quotidianità con i suoi problemi legati per esempio alla scuola, alla famiglia, al lavoro. Il gruppo è anche un’occasione per confrontarsi con le proprie debolezze, ma anche con le proprie qualità.Il gruppo diventa, a volte, terreno per vivere e cercare le prime esperienze di ebbrezza. In questi momenti i giovani si possono avvicinare a situazioni che potrebbero comportare dei rischi e dei pericoli e si devono confrontare da soli con decisioni importanti. Alla domanda perché i giovani bevono alcolici segue spesso la risposta “perché lo fanno anche gli altri”, perché esiste una pressione da parte del gruppo. Risulta sicuramente più facile per un giovane all’inizio delle sue esperienze farsi trascinare dagli altri, seguire il/i leader del gruppo, invece che prendere autonomamente una posizione. I genitori in questo caso non sono più presenti e non possono esercitare né un controllo su di loro né essere un punto di riferimento. Prendere una decisione autonoma all’interno di un gruppo non è sempre facile, soprattutto se questa decisione prende una direzione opposta rispetto a quella degli altri; inoltre non è sempre facile saper valutare se una situazione o un comportamento particolare comportano dei rischi e dei pericoli per la propria salute e quella degli altri. Far parte di un gruppo significa anche stare attenti agli altri, aiutare un amico o un’amica se si sente male, convincere qualcuno a smettere di bere 34 PEER EDUCATION e/o a non mettersi alla guida perché in evidente stato di ebbrezza, decidere di non bere perché si deve guidare, saper chiedere aiuto quando non si riesce a gestire una situazione. La prevenzione cerca con l’utilizzo di diverse strategie di fornire ai giovani un appropriato equipaggiamento per riconoscere e sviluppare fattori di protezione come la stima di sé, il senso di responsabilità, la qualità relazionale, ecc. La prevenzione attraverso specifici progetti e informazioni oggettive cerca di trasmettere messaggi che consentano ai giovani di percepire i propri limiti, vivere in maniera sana esperienze di ebbrezza e valutare in maniera responsabile una determinata situazione che potrebbe comportare dei rischi per sé e per gli altri. Una strategia efficace già utilizzata in altre regioni italiane come del resto anche in altri Paesi europei è la “Peer Education”, l’educazione tra pari, definiti appunto peers. I giovani peers trasmettono messaggi ai loro coetanei con un linguaggio “giovane-compatibile” e attirano l’attenzione anche perché risultano molto più autentici degli adulti. I peers, adeguatamente formati, possono diventare adeguati ed efficaci promotori del benessere all’interno del proprio gruppo di riferimento. Dunque, i pari edu- cano i pari, migliorando l’efficacia del processo e degli esiti educativi perché in possesso appunto dello stesso patrimonio linguistico, valoriale, rituale, a livello microculturale e microsociale. Di conseguenza l’interazione faccia a faccia tra pari, essendo meno inibente e più immediata, è avvertita come meno giudicante. Alla luce delle esperienze in altre realtà i peers sembrano essere molto apprezzati soprattutto nei progetti che lavorano nel Party Setting, ovvero nei luoghi del divertimento (durante feste, concerti). Il progetto Pit Stop del Forum Prevenzione, per esempio, avvierà un esperimento di Peer Education che vedrà il team operativo affiancato da giovani peers durante le uscite serali. Le informazioni trasmesse dai pari per esempio sullo stare attenti agli altri, sul consumo di sostanze psico-attive, sull’auto-valutazione dei propri limiti in stati di ebbrezza risulterebbe più efficace, non provenendo appunto solo da figure adulte. Questo è senz’altro un esempio per sviluppare e per incentivare le risorse dei giovani, coinvolgendoli e facendoli partecipare a progetti di prevenzione e dando loro la possibilità di sentirsi utili e apprezzati per ciò che sono e fanno. Giovani. I progetti: Pit Stop In collaborazione con l’Azienda Servizi Sociali di Bolzano Nel corso dell’anno il progetto Pit Stop ha raggiunto obiettivi importanti e un riconoscimento evidente da parte dell’opinione pubblica. L’anno di attività è stato caratterizzato da numerose uscite del team: in totale Pit Stop era presente a 26 serate – con una media di 2-3 interventi al mese – presso manifestazioni musicali in tutta la Provincia (Open air, concerti, manifestazioni organizzate da centri giovanili, feste di paese). Il team era presente con uno stand che è suddiviso in tre “stazioni” con 3 offerte diverse: la parte centrale con il materiale informativo, l’acqua, la frutta, le caramelle, ecc. La seconda offerta è caratterizzata da uno spazio di sosta dove i giovani possono tirare il fiato e fare due chiacchiere con il personale di Pit Stop. La terza offerta è la possibilità di sottoporsi ad un alcoltest. Questo spazio è stato organizzato in maniera da permettere una certa riservatezza e tranquilli- tà per coloro che effettuano il test. In tutto l’anno 2005 sono stati effettuati 617 alcoltest. L’obiettivo principale è sempre rimasto quello di trovare lo spazio per instaurare una relazione di fiducia con i giovani, per dare informazioni, per farli riflettere sul proprio stile di consumo e di vita. In media si avvicinavano allo stand tra i 100 e i 150 giovani a serata. Pit Stop è stato sempre più riconosciuto dai giovani che frequentano regolarmente le manifestazioni musicali e il successo può anche essere rimandato al fatto che organizzatori di manifestazioni si sono direttamente rivolti al Forum Prevenzione per richiedere l’intervento di Pit Stop. Il personale che collabora al progetto conta ormai 12 figure professionali, donne e uomini di diverse età, bilingui e che, in parte, lavorano anche presso strutture giovanili. LANC – Linee guida su Alcol, Nicotina e Cannabis In collaborazione con il n.e.t.z. (Arbeitsgemeinschaft der Jugendtreffs und Jugendzentren) Il progetto originario “LANC“ che era stato avviato nel 2002 da alcuni centri e circoli giovanili di lingua tedesca in collaborazione con il Forum Prevenzione e a cui si sta lavorando attualmente sotto la coordinazione del n.e.t.z., ha subito nel frattempo una profonda modifica nella sua concezione di base: non si tratta più di linee guida per rapportarsi all’alcol, alla nicotina e alla cannabis, bensì delle norme giuridiche che regolano il consumo di droghe legali e illegali nonché la vendita di alcol in centri e circoli giovanili. Il documento di base, che deve servire da traccia per un lavoro partecipativo su questi argomenti all’interno dei centri e circoli giovanili, verrà pubblicato nel marzo 2006 in lingua italiana e tedesca. Sia il n.e.t.z. sia il Forum Prevenzione accompagnano, dietro richiesta, i centri e i circoli giovanili che intendano mettere in pratica e far rispettare la normativa giuridica nella vita di tutti i giorni. F o rmazione pe R operatori g iovanili Zum Wohl! In collaborazione con lo “Jugendhaus Kassianeum” In collaborazione con il Kassianeum di Bressanone è stata organizzata per la prima volta nell’autunno 2004 una formazione sul lavoro di prevenzione delle dipendenze per operatori giovanili. Il corso comprendeva quattro moduli, di due giorni e mezzo ciascuno, nei quali sono stati trattati i seguenti argomenti: la teoria della prevenzione e la messa in pratica delle strategie preventive con gli adolescenti, l’applicazione del colloquio motivazionale con giovani in situazioni a rischio (vedi JU&MI), visita guidata alle istituzioni che si occupano di adolescenti in Alto Adige e all’estero, ed elementi di pedagogia esperienziale. Nel maggio 2005 la formazione è stata conclusa con successo da tutti i partecipanti. 38 Estasi e rischio In collaborazione con le strutture tedesche e italiane attive nel lavoro con i giovani JU&MI – Lavoro con i giovani e colloquio motivazionale Il progetto preventivo selettivo “Estasi e rischio” è stato elaborato dal Forum Prevenzione in collaborazione con Renato Botte, guida alpina e pedagogista. Il progetto ha suscitato un forte interesse sia tra gli adolescenti sia tra gli insegnanti, come dimostrano non solo le reazioni dei ragazzi, ma anche le valutazioni che sono state fatte dopo le varie manifestazioni. In collaborazione con lo “Jugendhaus Kassianeum” Nel 2005 si sono tenuti diversi seminari rivolti ad operatori giovanili sul tema “Colloquio motivazionale”, secondo il modello elaborato da W.R. Miller e S. Rollnick. Scopo di questa offerta è trasmettere questa forma di colloquio a più persone possibili, siano esse moltiplicatori o persone con un incarico professionale specifico, in modo tale da riuscire a coinvolgere, mediante un’offerta di dialogo efficace, giovani consumatori problematici o altre persone a rischio. Il confronto internazionale con altri stati mitteleuropei conferma che si tratta di un approccio che ha ormai assunto un ruolo fisso nella prevenzione selettiva. Anche per questo un resoconto sul progetto viene continuamente aggiornato e messo a disposizione di tutti sul web. body & soul Organizzato e promosso da un gruppo di lavoro composto da: AGJD, Arbeitsgemeinschaft der Jugenddienste, AKM (Arbeitskreis Männer), MAK (Mädchenarbeit Konkret), Centaurus, Jugenddienst Bozen, Jugendring, centro giovanile Fly, n.e.t.z. (Netzwerk der Jugendtreffs/-zentren), Forum Prevenzione e Young+Direct Il festival “body & soul“ si è tenuto nelle giornate del 24 e 25 aprile 2005 presso lo Jukas a Bressanone con il sostegno dell’ufficio giovani in lingua tedesca. Le tematiche affrontate durante le due giornate riguardavano amore, amicizia e sessualità e potevano partecipare ragazze e ragazzi tra i 14 e 19 anni di tutti tre gruppi linguistici. Lo sport: un mondo di esperienze In collaborazione con l’Assessorato alla Sanità, l’Intendenza Scolastica Tedesca, Ladina e Italiana, associazioni sportive tedesche e italiane, altri promotori di attività fisica non legati ad associazioni e il liceo sportivo di Vipiteno L’obiettivo del progetto è rendere attraenti lo SPORT e il MOVIMENTO come impiego alternativo del tempo libero, e presentare a bambini e adolescenti un variopinto insieme di forme di sport e di movimento fisico. Oggetto d’attenzione non è lo sport finalizzato alla competizione ma al divertimento. Nell’aprile 2005 il progetto “Lo sport: un mondo di esperienze” si è svolto per la seconda volta sui prati del Talvera. Più di 800 alunni delle scuole elementari e medie provenienti da tutte le località della provincia hanno avuto la possibilità di sperimentare attivamente 22 tipi di sport. La manifestazione è stata valutata con l’ausilio di questionari compilati dagli scolari e dagli insegnanti partecipanti, ed è stata prodotta un’esauriente documentazione del progetto. Nel 2006 la manifestazione avrà luogo in tre mattinate e si terrà anche in un altro scenario: la scuola superiore di Malles. I lavori preparatori sono iniziati già nell’autunno 2005. 9 Giuditta Sereni La prevenzione nella scuola italiana Ascoltare, raccogliere dubbi e timori, sostenere scelte e riflessioni, offrire occasioni di confronto, rispondere alle domande è stato in questi anni uno degli impegni che ci hanno guidato nel contatto con gli studenti. Da molti anni infatti il Forum Prevenzione è un interlocutore privilegiato nel rapporto con gli studenti che abbiamo incontrato in tanti incontri di classe. Ci viene quindi spontaneo fermarci un momento a riflettere su come il contatto con questi ragazzi ci abbia permesso di crescere, svilupparci, allargare i nostri orizzonti e pensieri. Infatti sia personalmente che professionalmente l’incontro con loro è stato arricchente e ci ha dato la possibilità di conoscerli e capirli meglio. Essi ci hanno fornito lenti e occhiali nuovi per poter leggere con occhi diversi il mondo giovanile. Nei nostri incontri in classe con loro infatti, oltre che di dipendenze si è parlato di interessi personali, attività, hobby, relazioni, obiettivi e traguardi da raggiungere nella vita e abbiamo scoperto persone ricche di entusiasmo e voglia di fare, riflessive e consapevoli, a volte timorose, dubbiose o disorientate, ma sempre con lo spirito giusto per andare incontro alla vita con entusiasmo e con delle mete, ma soprattutto con la voglia di gustare il piacere di vivere bene e positivamente. Essi attribuiscono a questi aspetti fondamentali del loro contesto di vita un’importanza e un significato profondi, in quanto li sostengono nelle loro scelte di vita quotidiane, li aiutano a rapportarsi responsabilmente con sé stessi e con gli altri, a prendere le distanze dai rischi e dalle conseguenze di alcuni comportamenti che potrebbero compromettere il loro star bene e le conquiste che già hanno fatto nella loro vita. Questo atteggiamento positivo e propositivo proposto dai ragazzi nel loro approccio alla vita, alla società e alla realtà quotidiana, permette anche agli adulti di allontanarsi dagli stereotipi e dalla tentazione di vederli solo come soggetti trasgressivi, superficiali, insoddisfatti, immaturi, irresponsabili, senza voglia di fare o solo dediti alla ricerca del divertimento, del piacere e della spensieratezza. Quindi anche questo anno scolastico siamo tornati in classe, a cogliere insieme a loro il significato e il senso che danno alla loro giovinezza e a metterci a disposizione per offrire uno spazio e un tempo dove potersi raccontare senza giudizi e paure. Con l’esperienza acquisita in questi anni a contatto con tanti studenti abbiamo potuto così capire al meglio quali fossero i bisogni formativi e informativi che più di altri potevano interessare e soddisfare le aspettative dei ragazzi. In forza di ciò anche per l’anno scolastico 2005/06 si è pensato ad un percorso centrato sulle dipendenze offerto alle prime classi degli istituti superiori o a quegli studenti che non abbiano mai fatto incontri sulle dipendenze e che ne siano interessati. Un argomento quello delle dipendenze che è sempre attuale e che suscita interesse e curiosità nei 42 LA PREVENZIONE NELLA SCUOLA ITALIANA ragazzi soprattutto quando si offre loro l’opportunità di confrontarsi in gruppo sui propri stili di consumo e valutare il proprio rapporto con le sostanze. Visto però il riscontro positivo dello scorso anno del progetto pilota centrato sulla sessualità, affettività e dipendenze affettive, abbiamo voluto dare ampio spazio anche a questo progetto, offrendolo come proposta formativa a tutte quelle classi degli istituti superiori che fossero interessate a frequentarlo. Questo tema infatti ha interessato particolarmente i giovani proprio per la stretta attinenza con i vissuti con i quali ognuno di loro in questi anni di crescita e di sviluppo si confronta. L’affrontare questa tematica, ha portato alla luce alcuni bisogni; prima di tutto avere uno spazio e l’opportunità di parlarne fra loro ma anche con persone di riferimento che possano fornire spunti e riflessioni sull’argomento sia soggettivi che oggettivi, ed inoltre l’opportunità di confrontarsi con il gruppo dei pari sulle proprie relazioni sulla difficoltà alle volte di gestire una relazione equilibrata con il partner, e come molto frequentemente essa possa sfociare in comportamenti che possono portare ad una dipendenza affettiva. 44 ALTRI AMBITI Top on job In collaborazione con l’associazione “Hands” (che gestisce il progetto) Il progetto Interreg-III si è concluso ufficialmente nell’estate del 2004 con la pubblicazione e la distribuzione dell’opuscolo informativo. Anche nel 2005 si è continuato, all’interno del gruppo gestore, a lavorare ai contenuti dei seminari rivolti al personale direttivo delle aziende. Particolarmente significativo è il fatto che nel 2005 si sono tenuti tre seminari pilota in due aziende altoatesine, che sono stati valutati dai partecipanti in maniera estremamente positiva. Ciononostante sono ancora necessari alcuni sforzi affinché le aziende interessate ad affrontare questo argomento presentino la loro richiesta di intervento, poiché, a quanto pare, quello del consumo d’alcol sul posto di lavoro è un argomento ancora piuttosto delicato all’interno del settore economico-produttivo. Altri ambiti Step by Step In collaborazione con il Servizio di Educazione alla Salute di lingua tedesca Il Forum Prevenzione è partner di progetto del Servizio di Educazione alla Salute dell’Intendenza Scolastica in lingua tedesca per l’applicazione del programma informativo per insegnanti “Step by step”. Base di riferimento del progetto è la pagina web www.provinz.bz.it/step-by-step abbinata ad un programma di aggiornamento. Agli insegnanti delle scuole medie e superiori vengono offerte informazioni ed indicazioni da utilizzare qualora si trovassero a confronto, nella loro attività lavorativa quotidiana, con il consumo e/o la dipendenza da sostanze da parte dei loro studenti, o comunque con altri comportamenti problematici. Sotto 16 anni non vendiamo alcolici In collaborazione con il gruppo di lavoro “Eppaner Jugend”, l’Unione Commercio Turismo Servizi, la Comunità Comprensoriale Oltradige-Bassa Atesina e il Distretto Sociale Oltradige Questa iniziativa ha l’obiettivo di ridurre la vendita di alcolici a giovani sotto i 16 anni negli esercizi commerciali di tutto il circondario di Bolzano. L’idea del progetto è nata prima dell’entrata in vigore delle nuove normative di legge che regolano la vendita di alcolici nei negozi, ed è stata, per questo, un’iniziativa piuttosto “coraggiosa”, che ha coinvolto complessivamente 300 esercizi commerciali di Bolzano, della Val Gardena, della Val d’Ega, della Val Sarentino, della Val d’Isarco, della Bassa Atesina e dell’Oltradige. Droghe e cinema In collaborazione con il Cineforum Durante tutto il mese di marzo sono stati proiettati in tutto 5 film – “Le invasioni barbariche”, “My Name is Joe”, “Maria Full of Grace”, “Basquiat” e “La sposa turca” – che proponevano una visione allargata del tema, dal traffico illecito di stupefacenti, alla droga per uso terapeutico, al disagio sociale. Si è trattato di un viaggio nel mondo delle droghe drammatico, divertente ed emozionante. Per ogni film è stata preparata una scheda tecnica con la trama e alcune informazioni riguardo al contenuto e al regista. Prima di ogni proiezione veniva presentato il film e brevemente le attività che svolge il Forum Prevenzione e successivamente il pubblico poteva rivolgerci delle domande specifiche sui temi affrontati durante il film. 46 OPUSCOLI. BIBLIOTECA. LAVORO CON I MEDIA. 11 Opuscoli Il Servizio dispone di un’ampia offerta, continuamente aggiornata, di opuscoli e volantini in lingua italiana e tedesca, in parte prodotti dal Forum Prevenzione, in parte acquistati. Presso il centro sono disponibili per tutti gli interessati informazioni sugli aspetti più importanti delle dipendenze legate o meno alle sostanze. I materiali possono essere richiesti tramite la lista ordinazioni della pagina web www.forum-p.it Opuscoli. Biblioteca. Lavoro con i media. Biblioteca Nella biblioteca si trovano pubblicazioni sulle sostanze legali e illegali, sulle dipendenze non legate a sostanze, sulla prevenzione delle dipendenze, sulle realtà giovanili, la formazione dei genitori, ecc. Sono inoltre disponibili materiali pedagogici e didattici, testi letterari per genitori e adolescenti, film e cd. Al momento attuale la biblioteca dispone di oltre 1200 pubblicazioni. Inoltre raccogliamo e archiviamo informazioni attuali, articoli, notizie apparse su diverse riviste e su Internet. Il programma per la biblioteca è ottimizzato in maniera tale da selezionare liste di libri e di materiali che riguardino le tematiche di cui ci occupiamo, corredandoli di consigli rivolti a diversi gruppi target, in modo da poter essere inoltrati a privati o ad esperti. La nostra biblioteca specializzata è una fonte ideale di informazioni. I collaboratori del centro sono disponibili anche a collaborare a ricerche, seminari e tesi di laurea. La biblioteca è a disposizione del pubblico negli orari di apertura del Forum Prevenzione. Lavoro con i media Il centro ha un contatto stretto e continuo con i media locali, e prende posizione sulle diverse tematiche importanti per il lavoro di prevenzione. I progetti e le iniziative più significative del Forum Prevenzione vengono presentate ai media. Per i media altoatesini il Forum Prevenzione è un’importante fonte di informazioni nel settore della prevenzione, della dipendenza e delle droghe. Nel 2005 il Forum Prevenzione ha fornito ai media 50 contributi informativi sotto forma di comunicati stampa, interviste e conferenze stampa. Tra i temi importanti trattati figuravano tra l’altro le ”Linee d’indirizzo per la politica sulle dipendenze in Alto Adige”, il consumo di alcolici in Alto Adige, il consumo di droghe tra i giovani, i divieti e le strategie di prevenzione del tabagismo, e il progetto per i genitori “Generazione E”. Nella sede del Forum Prevenzione è a disposizione un raccoglitore che contiene tutti i contributi forniti dal centro ai diversi media. 48 SITO INTERNET Sito internet 12 www.forum-p.it Il nostro sito internet www.forum-p.it è stato continuamente aggiornato e rielaborato anche nel corso del 2005. La grafica e la concezione di base non hanno subito sostanziali modifiche, ma in autunno è stata introdotta un’importante novità: il test “Check yourself”, che ha molto successo. Tramite la pagina web, sono a disposizione delle persone interessate informazioni sul nostro centro, sulle nostre attività, sulle nostre iniziative e sui nostri progetti. CHECK YOURSELF ovvero Quanto è rischioso il mio consumo di sostanze? “Check yourself” vuole stimolare adulti ed adolescenti a porsi in maniera critica nei confronti del proprio consumo di sostanze, offrendo loro la possibilità di ottenere un quadro del proprio atteggiamento a questo proposito. Per ogni sostanza viene posta una serie di domande in merito al proprio consumo attuale. In conclusione viene offerto all’utente un feedback sul proprio tipo di consumo. È presente inoltre una lista di links selezionati e un panorama delle offerte di sostegno e di aiuto disponibili in Alto Adige. Il vantaggio di questo test on line è l’anonimato, l’aspetto non vincolante, nonché un impiego di tempo relativamente ridotto. “Check yourself” non sostituisce però la consulenza individuale! Una prima stima del proprio atteggiamento nei confronti del consumo di sostanze, associato ad alcune informazioni utili, può però essere un primo passo importante verso una modificazione delle proprie abitudini relative al consumo. Nel 2005 sono stati eseguiti sulla nostra homepage 5949 test on line, di cui 2907 riguardanti l’alcol, 1451 il tabacco, 512 i farmaci e 1079 la cannabis. 50 CONSUMO, DUNQUE SONO? Peter Koler Consumo, dunque sono Il processo di costruzione della propria identità è, nella nostra società, estremamente individuale, e dura tutta la vita. È anche faticoso, e richiede un impegno forte e continuo. Per approdare alla propria identità, oggi le persone devono affrontare un lungo processo di sviluppo, cui partecipano, accanto a genitori, fratelli e altri famigliari, anche una quantità di strutture di socializzazione, di istituzioni, così come altre persone. Affinché la costruzione dell’identità riesca al meglio, sono necessarie in primo luogo relazioni emotive stabili con persone di fiducia, la sensazione di sentirsi compresi, sicuri e protetti, la possibilità di apprendere dalle proprie persone di riferimento modelli e strategie che ci consentano di affrontare le sfide della vita e di gestire gli stati d’animo che queste comportano. Ma tutto questo non basta: anche se lo sviluppo di un proprio sé sano – dotato di radici e di ali – riesce, sono 13 tuttavia necessarie anche tutta una serie di risorse che ci aiutino a non sentirci disorientati nel corso del nostro ciclo di vita o che non ci inducano a delegare la costruzione della nostra personalità a dei candidati esterni. Uno di questi candidati sono le marche. In una società che può offrire pochi modelli in campo politico e sociale, che trasmette un’ampia pluralità e relatività di valori e di progetti di vita, che modifica le identità sessuali e le strutture famigliari e che promuove l’individualismo, le marche diventano un segno di valore, che conferisce senso e identità. Le marche costruiscono la propria immagine su meccanismi che conferiscono identità: “Le marche funzionano e armonizzano come strumento di identità”, scrive Achim Joachim Garth sulla rivista di economia “Brand 1”. Perché le marche funzionino, devono essere chiamate in causa e risvegliate delle emozioni. Chi si occupa di marche le tratta come se fossero delle persone, e nei casi “ideali” fa delle marche delle forti personalità. E devono esserlo tanto più quelle marche che vengono vendute non tanto per il loro valore reale, quanto per il fascino che esercitano su quelle persone che aspirano all’integrità e la cercano nelle marche. Il loro valore non risiede tanto in un rapporto qualità – prezzo, quanto nello status e nel prestigio che conferiscono. “Chi vive con marche di lusso, è una persona circondata da valori che le suscitano la speranza di possedere anch’essa alcuni valori.” Ha significato – e quindi anche identità – chi può comprare e consumare queste cose. Se poi consideriamo che, secondo la teoria dell’iceberg, l’80 – 90 per cento delle nostre decisioni ha un’origine emotiva, appare ancora più chiaro il calcolo dei produttori e dei venditori di marche. “Dimmi il nome e ti dirò chi sei.” 52 CONSUMO, DUNQUE SONO? Diventa evidente, in questo contesto, se si osservano più da vicino le strategie pubblicitarie dei diversi produttori di tabacco, il fatto che anche le droghe si candidano ad offrire un’identità. Ogni marca di sigarette si costruisce una personalità precisa, sia essa quella dell’avventuriero o dell’uomo alla ricerca di sicurezza, quella dell’esponente del jet set o dell’alternativo. La stessa strategia guida anche i produttori di alcolici. Un’analisi delle immagini e dei messaggi trasmessi dalla pubblicità chiarisce immediatamente il carattere e lo stato d’animo collegati ad una determinata bevanda alcolica. ABSOLUT! Ma le sostanze psicoattive hanno, rispetto ad altri prodotti di marca, un innegabile “vantaggio”, perché non solo promettono emozioni, ma anche ne risvegliano, mediante l’effetto sedativo, euforizzante ed ansiolitico che esercitano sulla psiche umana. Con l’altrettanto univoco svantaggio, che da queste sostanze è anche più facile diventare dipendenti. E con ciò approdiamo nuovamente ai compiti che spettano alla prevenzione all’interno di questo scenario sociale. Se le marche sono diventate un valore così importante, la prevenzione può utilizzare questo discorso, diventando essa stessa una marca, la prevenzione®, la quale fa della promozione della salute, dell’ottimizzazione delle nostre condizioni di sviluppo e del rafforzamento dell’identità i propri nobili prodotti. Un obiettivo sempre importante della prevenzione è lo sviluppo della capacità di riflettere e di valutare la propria vita quotidiana. Questa capacità ci consente di differenziare e di decidere quali sono i veri bisogni del nostro io, e quali bisogni ci vengono invece indotti per manipolarci e creare una nostra pseudoidentità. E collegata a questa c’è un’altra capacità: conoscere se stessi, i propri desideri e le proprie aspettative, i propri sogni e le proprie paure, le proprie debolezze e le proprie forze, consente di percepire meglio le proprie competenze, fa crescere la fiducia in se stessi e permette di tracciare più facilmente una linea di confine tra sé e i fondamentalismi, l’abuso di droghe, il consumismo e la smania del successo. Impressum 1 Di quale coraggio ha bisogno la prevenzione?......................02 2 Chi siamo….....................................................................06 3 Il lavoro in rete.................................................................10 4 Attività di ricerca..............................................................12 5 Conferenze e attività di aggiornamento nel 2005.................20 Forum Prevenzione Centro specialistico per la prevenzione delle dipendenze e la promozione della salute Via Monte Tondo 1/b 39100 Bolzano www.forum-p.it [email protected] T. 0471 324 801 F. 0471 940 220 6 Responsabilità individuale e partecipazione civile................22 Comunità. I progetti..........................................................24 Design Gruppe Gut Gestaltung 7 La resilienza, ovvero ciò che ci protegge in tempi difficili....................................26 Famiglia. I progetti...........................................................30 Fotografia Dariz, photocase.de, foto d’archivio 8 La “Peer Education” come strategia di intervento nella prevenzione...........................................32 Giovani. I progetti.............................................................36 Traduzione italiana Silvia Manzardo 04.2006 9 La prevenzione nella scuola italiana....................................40 10 Altri ambiti......................................................................44 11 Opuscoli. Biblioteca. Lavoro con i media.............................46 12 Sito internet www.forum-p.it..............................................48 13 Consumo, dunque sono?...................................................50 Con il sostegno della Ripartizione Sanità della Provincia Autonoma di Bolzano 2000 – 2005 C ent r o s p e ci a l i st ic o p er l a pr even z ione del le d ipendenze e l a pr omo z ione del l a s a lut e QUADERNO 05 Info: T. 0471 F. 0471 324 801 w w w.f 940 220 info@f or um-p.it or um-p .it