Lezione Semiotica 8
Ruggero Ragonese
• “È notoche la fonologia è riuscita, peraltro
non senza difficoltà, a costruire i concetti
di fonema, unità astratta, indipendente
dalle realizzazioni foniche al livello dei
segni, e di fèma o tratto distintivo, unità
minima costitutiva del fonema. La
semantica, che ha seguito lo stesso
percorso, ma con un notevole ritardo,
propone a sua volta quali nozioni
corrispondenti i sememi e i sèmi.”
[Greimas 1972: 138]
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• I sèmi, in quanto tratti distintivi, non hanno
altra esistenza se non relazionale e
• strutturale. Il loro valore si determina
sempre in una relazione binaria e tale
relazione deve essere considerata una
categoria semantica. Per esempio i sèmi
“maschile” e “femminile” non vanno intesi
in senso sostanziale, ma in senso
esclusivamente differenziale, poli di una
categoria semantica che possiamo
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denominare “sessualità”.
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• I lessemi, invece, sono luoghi d’incontro di diversi sèmi.
Per esempio il lessema
• alto racchiude i sèmi “spazialità”, “dimensionalità”,
“verticalità”; il lessema lungo contiene i sèmi “spazialità”,
“dimensionalità”, “orizzontalità”. Ora, analizzando i
lessemi nelle loro occorrenze concrete, ci si accorge che
sono costituiti da sèmi differenti: i sèmi nucleari, che
sono costanti, e i sèmi contestuali (detti ancheclassemi),
che dipendono appunto dal contesto in cui si inserisce il
lessema. I sèmi nucleari individuano elementi invarianti
di una unità di significazione. Greimas
• [1966] analizza il lessema «testa», e trova che nelle
varie occorrenze i sèmi sono i seguenti:
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•
•
•
•
•
•
•
•
•
a) “estremità” + “superiorità” + “verticalità”
la testa di un palo
essere alla testa della ditta
avere debiti fin sopra alla testa
b) “estremità” + “anteriorità” + “orizzontalità” +
“continuità”
testa di una trave
stazione di testa
c) “estremità” + “anteriorità” + “orizzontalità” +
“discontinuità”
vettura di testa testa di corteo prendere la testa
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• A partire da questa scomposizione del
lessema ‘testa’, Greimas ipotizza, come
abbiamo già visto, che si possa costituire
un percorso generativo del senso,
scomponendo il livello discorsivo (la
manifestazione testuale) e recuperando le
strutture semionarrative superficiali e
profonde.
• Alla base di questo percorso generativo
del senso troviamo (strutture
semionarrativo, livello profondo) il
quadrato semiotico che articola le
opposizioni di base fra i semi all’interno di
una categoria.
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Il quadrato, proprio perché alla base di un
testo, della manifestazione reale di un
processo, non è solo semantico, ma anche
sintattico
In pratica questo quadrato è percorso da
qualcuno o qualcosa. E' abitato da soggetti
che vi si posizionano. Non basta dire
maschile e femminile, ma bisogna anche di
individuare soggetti logico-narrativi che
abitino queste posizioni.
• La semiotica ha ripreso le indagini di Propp, al
fine di generalizzarle e di individuare alcune
strutture costanti che accomunano tutte le
narrazioni.
Da Propp a Greimas
•
•
È stato in particolare Algirdas J. Greimas che,
rielaborando le indicazioni di Propp e gli studi di
Lévi-Strauss, ha proposto una teoria generale
della narratività.
Secondo Greimas si deve preliminarmente
distinguere all’interno del livello semionarrativo due sotto-livelli:
1. un livello profondo, corrispondente alle categorie
assiologiche (valori, ideologie) e alle opposizioni
fondamentali che articolano il senso di ogni testo.
2. un livello semio-narrativo di superficie (quello
propriamente delle strutture narrative)
Greimas, però, rispetto a Propp ha inserito
due nuovi elementi: il primo lo abbiamo visto
è il quadrato
Il secondo è la riduzione di tutte le funzioni di
Propp (31) a due sole. Ci sono per Greimas
solo due funzioni principali che chiama
enunciati di base
Essi sono: congiunzione e disgiunzione
Il soggetto si unisce con un oggetto che viene
valorizzato oppure se ne allontana.
Insomma, se emerge un soggetto sul
quadrato, e deve emergere, questo soggetto
deve 'muoversi' o 'deve essere mosso'.
Senza il movimento, la variazione del
soggetto, non c'è narrazione. Per muoversi il
soggetto deve tendere o allontanarsi da un
soggetto
Lo schema narrativo
• Quanto alle strutture narrative, secondo
Greimas ogni racconto è organizzato
secondo uno schema narrativo canonico,
dato dalla successione di quattro fasi
distinte:
contratto competenza  performanza sanzione
(manipolazione)
Dimensione cognitiva
(Destinante – Destinatario)
manipolazione
sanzione
competenza → performanza
Dimensione pragmatica
(Soggetto – Oggetto)
dovere
S
sapere, potere
far essere
volere
virtuale
attuale
realizzato
SCHEMA NARRATIVO CANONICO
manipolazione
“Far Fare”
(far sapere, far volere)
dominante persuasiva
competenza
“Essere
del Fare”
performanza
“Far Essere”
sanzione
“Essere dell’Essere”
sapere
dominante interpretativa
volere dovere
sapere potere
‘far sì che S prenda una
mela’
‘voler/dover prendere
una mela’
‘prendere una mela’
‘credere nel potere della
mela’; ‘giudicare l’atto di
prendere una mela’
Attanti
Ispirandosi a Propp e a studi linguistici Greimas
distingue, riguardo ai personaggi tra:
•
•
attanti tipi ricorrenti astratti, e
attori, loro concreta (e variabile)
manifestazione.
Attanti
destinante
aiutante
oggetto
soggetto
destinatario
opponente
Lo schema è articolato su due assi: uno contrattuale, in cui
un’istanza di di destinazione agisce su un destinatario per
indurlo a fare qualcosa, e uno di realizzazione pragmatica, in cui
un soggetto-eroe compie un’azione per congiungersi con un
oggetto, ostacolato o aiutato da altre istanze collaterali.
Rapporti tra attanti e attori
1) Un attante corrisponde ad un attore
a
A
2) A più attanti corrisponde un solo attore
a a a
A
3) A un attante corrispondono più attori
a
A A A
Soggetto e oggetto
• Il valore dell’Oggetto non è quasi mai una
caratteristica intrinseca ad esso, ma piuttosto un
valore per il Soggetto, dunque un qualcosa che
serve alla realizzazione di quest’ultimo, alla
costituzione e al riconoscimento della sua
identità (valore di base).
Programma narrativo
• All’inizio della storia il soggetto è disgiunto
dall’Oggetto di valore. Per potersi congiungere,
egli mette in atto un programmi narrativo,
ovvero un programma d’azione finalizzato al
raggiungimento dell’oggetto di valore.
• Oltre al programma narrativo principale, vi
saranno anche dei programmi narrativi d’uso,
miranti a raggiungere i beni o gli strumenti
necessari all’ottenimento dell’oggetto di valore
(tali beni o strumenti avranno dunque un valore
d’uso)
Destinante e destinatario
•
Il destinate è colui a cui spetta
1. nella fase del contratto, inviare l’eroe a
compiere la sua impresa
2. nella fase della sanzione ratificare l’operato
dell’eroe e degli altri personaggi.
Nel primo caso si parlerà di destinante
manipolatore, nel secondo di destinante
giudicatore.
Destinante e destinatario
•
Il destinatario sarà invece colui cui sono rivolti
il comando (o l’invito) iniziale e la sanzione
finale.
•
Tra destinante e destinatario vi è un rapporto di
diseguaglianza: al Destinante pertiene il volere,
al destinatario il dovere. Inoltre, il primo si pone
a un livello trascendente (è garante di un
universo di valori)
Aiutante e opponente
•
•
•
Talvolta si possono trovare (specie nei racconti
folclorici) altri due attanti: l’aiutante e l’opponente, i
quali rispettivamente aiutano o si oppongono all’eroe
nel momento dell’acquisizione della competenza (cioè
nella realizzazione dei programmi narrativi d’uso).
L’opponente non è l’antagonista, vale a dire (nelle
fiabe) cioè colui che l’eroe deve affrontare nella prova
decisiva, ma qualcuno che lo ostacola al momento
della prova qualificante.
Questi due attanti sono detti talvolta circostanti, perché
la loro importanza è assai limitata: essi non sono
elementi necessari allo sviluppo del racconto, ed
intervengono soltanto nella fase di acquisizione della
competenza.
Anti-soggetto
Quello che per Propp era l’antagonista
diventa per Greimas un secondo soggetto
(detto a volte anti-soggetto) che cerca a
sua volta di congiungersi con l’oggetto,
mettendo in atto un proprio programma
narrativo e venendosi a trovare in una
situazione di confronto con il primo
soggetto.
Circolazione degli oggetti di valore
acquisizione
privazione
prova
appropriazione spoliazione
dono
attribuzione
rinuncia
Circolazione degli oggetti di valore
• Alle precedenti forme forme di circolazione di
valori vanno aggiunte:
– Lo scambio, che può essere considerato come un
dono reciproco.
Circolazione degli oggetti di valore
• Alle precedenti forme forme di circolazione di
valori vanno aggiunte:
– Lo scambio, che può essere considerato come un
dono reciproco.
– La comunicazione partecipativa, che si ha nei casi in
cui, nonostante l’oggetto circoli fra soggetti diversi,
nessuno alla fine ne viene veramente privato o vi
rinuncia volontariamente. Succede soprattutto nei
quando l’oggetto è di tipo immateriale. Esempio: il
passaggio di informazioni.
Soggetto di stato e soggetto del
fare
• Ogni storia può essere vista, in definitiva, come come una
successione di stati (cioè di situazioni in cui si trovano i personaggi
della storia) e di azioni che portano ad un passaggio da uno stato
all’altro.
• Poiché – come abbiamo visto - ogni racconto è caratterizzato, per
certi aspetti, dalla circolazione degli oggetti di valore tra soggetti, si
può affermare che ogni stato è definito sia da una congiunzione che
da una disgiunzione del soggetto rispetto all’oggetto di valore.
• D’altro canto il soggetto che è disgiunto o congiunto non
neccessariamente è anche lo stesso soggetto che opera la
congiunzione.
• In base a queste considerazioni distingueremo pertanto:
– un soggetto di stato, che si trova in uno stato di congiunzione o
di disgiunzione con l’oggetto
– un soggetti del fare, che opera la congiunzione e la disgiunzione.
Modalità
•
•
Secondo A. J. Greimas la competenza
del soggetto è definita, a livello molto
astratto da quattro “modalita”.
L’idea è che alla base del rapporto fra un
soggetto e un altro soggetto, o fra un
soggetto e il mondo, vi siano quattro
orientamenti di fondo:
Modalità
1.
Il primo consiste nei “desideri” del soggetto, radicati nella
sua individualità, e questo ambito è quello della modalità
del volere.
Modalità
1.
2.
Il primo consiste nei “desideri” del soggetto, radicati nella
sua individualità, e questo ambito è quello della modalità
del volere.
C’è poi l’aspetto più sociale del soggetto, che lo lega alle
regole della collettività con una serie di diritti e di doveri,
di comportamenti ammessi o vietati. Questo è l’ambito
della modalità del “dovere”.
Modalità
1.
2.
3.
4.
Il primo consiste nei “desideri” del soggetto, radicati nella
sua individualità, e questo ambito è quello della modalità
del volere.
C’è poi l’aspetto più sociale del soggetto, che lo lega alle
regole della collettività con una serie di diritti e di doveri,
di comportamenti ammessi o vietati. Questo è l’ambito
della modalità del “dovere”.
Vi è inoltre la modalità del sapere che definisce l’ambito
cognitivo del soggetto.
Infine, la modalità del potere, relativa da un lato alle
abilità del soggetto, dall’altra alle sue possibilità di
azione: il soggetto "può fare” qualcosa perché nessuno
glielo impedisce o vieta, o può fare qualcosa allorché
abbia la capacità di farlo.
Ruoli attanziali
• Uno stesso personaggio (un attore nella terminologia di
Greimas) può svolgere le funzioni di più attanti. Ad
esempio, potrà essere destinatore e soggetto del fare,
soggetto di stato e soggetto del fare, destinante di se
stesso (cioè destinante e soggetto del fare). In tutti
questi casi si dirà che uno stesso attore ricopre più ruoli
attanziali.
Questo percorso del soggetto si chiama
Programma narrativo, insieme a quello
principale ce ne possono essere secondariautonomi o d'uso.
Programmi narrativi semplici o complessi
PB base
[S1 (volere)
 (S2  O1)]
PN uso1 Ov2 (sapere)
[S1  (S2Ov2)]
PN uso2 Ov3 (potere)
[S1  (S2Ov3)]
• Infine, tutto ciò diventa 'manifesto' e si
realizza nel Discorso.
• Cioè il modello virtuale delle strutture
semio-narrative si rende attuale e presente
nella manifestazione testuale.
attorializzazione:
•
•
•
Strutture discorsive
rapporto univoco attante-attore
attore come sincrestismo di più attanti
ruolo attanziale ricoperto da più attori
temporalizzazione:
dall’ora dell’enunciazione, si proietta la categoria di
concomitanza/non-concomitanza
anteriorità
posteriorità
spazializzazione:
dal qui dell’enunciazione, si proietta un non-qui o altrove
osservazione-focalizzazione:
soggetto che nel testo esercita un fare percettivo, valutativo, cognitivo
aspettualizzazione (attoriale, temporale, spaziale):
Valorizzazione della componente tensiva; presentazione processuale di tempi,
attori e spazi.
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livello semio