FRANCESCO DI ZAZZO Poesie – Raccolta Per fragneto.com a cura di Ferdinando Di Iasio Francesco Di Zazzo è nato nel 1921 a Sparanise e risiede a Fragneto l’Abate (Benevento). Si è avvicinato alla letteratura e all’arte in genere fin dalla giovane età, meritando, nel corso degli anni, innumerevoli consensi da parte della critica e dell’opinione pubblica. Ha al suo attivo la pubblicazione di una trentina di opere di poesia: “Minigalleria di ritratti”, “Minifototeca”, “Minifotomosaico”, “Minifotosmontaggi di pseudopersonaggi”, “Minifotogrammi”, “Minitelefotogrammi”, “Minitelefotomosaico”, “Minifotocomposizione”, “Minitelefotocomposizione” (Ed. Albatros); “Minifotosequenza”, “Le grucce dei miei sogni”, “Ciche”, “Frulli d’ali tarpate”, “Trucioli e girigogoli”, “Sgorbi e sgarbi”, “Razzolar ruzzolando”, “Frammenti taglienti”, “Dispetti e sgambetti”, “Morsi senza rimorsi”, “Sereno variabile”, “Regolate tegolate regalate”, “Rospo con ruspa”, “Tersi, versi, persi”, “Meritate stilettate regalate” e “Faville a stille” (Ed. Gabrieli). È presente nella “Storia della letteratura dell’Ultimo Novecento” (Ed. Gabrieli). È la vita con le sue realtà e le sue contraddizioni, le sue gioie e i suoi dolori, la fonte d’ispirazione del nostro intelligente autore Francesco Di Zazzo. Non manca nelle liriche una sottile e piacevole ironia che ingemma i versi e rende gradevolissima lettura. Eppure è un sognatore consapevole, un poeta che sa ascoltare il cuore, in attesa di un tempo migliore. Uno sguardo alla politica e fioccano versi che esaminano situazioni sociali davvero critiche. Dovrebbe conciliare il tutto il buon senso, il rispetto e un lavoro a favore dei cittadini. L’uomo spera e attende sempre un’alba più luminosa. Francesco Di Zazzo sa guardare con occhio critico la realtà che lo circonda e farne poesia, con competenza e con un linguaggio estremamente gradevole. Questo opuscolo raccogliere solo alcune delle poesie scritte dall’autore nostro concittadino con l’intento di portare sempre più a conoscenza e diffondere, tramite le nuove tecnologie, la cultura la sensibilità e la capacità di esprimere delle emozioni. Dimostrazione che a volte bisogna cercare a casa propria quelle risposte che non riusciamo a trovare per il mondo. Ferdinando Di Iasio I VIANDANTI S’inseguono nell’ombra della sera, figure ignote, curve sotto il peso di un’immane fatica. Stanche nel volto e coll’andare incerto di chi ha poche speranze di vita. Figure inquiete che nell’ombra cupa, sembrano enormi, sotto il peso greve di un giorno incerto che al nuovo chiarore recherà l’annuncio di un altro dì di pena ancor più grave. DIFFERENZE Io non capisco perché un uomo, che, mangiando a spese d’una lista elettorale, sale a fare il ministro, lo chiamino “statista”, mentre un altro uomo, proprio come lui, tale e quale, che mangia a spese sue, lo chiamino “statale”… GIRO GIROMONDO Giro giro mondo sul globo vuoto e tondo si pigiano le genti di cinque continenti… ci son le dittature cariche di brutture, colme di porcherie e le democrazie le quali… invece, pure. Ci sono i deputati, obesi e affamati, ci sono i senatori, che mangian sugli allori, e un sacco di cornuti ignoranti o saputi… c’è il povero statale che sa la passa male e quando è pensionato anche peggio è trattato, come il lavoratore, che di fame non muore, ma tanto denutrito che crepa d’appetito… a tanti guai, un bottone può dar la guarigione e un giorno la darà (E salvati, fratello se puoi da quel macello!) Silviuccio, Putin, o, magari, Cossighin. SILVIO Silvio, sei di bell’aspetto tuttavia se ti rimiro mi sconcerta quel ciuffetto, che non vedo ad altri in giro. Non capisco se è un vessillo di pacifiche intenzioni o una specie di cavillo per confondere i minchioni. Ed allora dai capelli mi avventuro nel cervello, ma lì trovo un tal deserto, che più ancora mi sconcerto: sotto il ciuffo impertinente, Silvio mio, non tieni niente! UNO COSI’ Sono l’essenza della credenza, lo specchio del secchio. La bandiera della pattumiera. Lo stregone del sapone. Il fantino del lavandino. Il re del bidè. Scrivo la lirica sulla carta igienica. Sono il poeta profeta del progresso del cesso. UN CERCATORE Cercavi la pace dell’anima e la pace trovasti. Da quel giorno la vita ha cambiato tracciato ed è iniziato il nuovo cammino, un cammino di luce, di fede e di malafede L’UOMO Con tutto il cuore, stracolmo d’amore, spera, con furore, un giorno migliore, un po’ di tepore, non tanto dolore, un po’ di tremore, ma tanto calore, neppure un malore. Lieto vive le ore, scontento muore. COSE COSI’ Come il bruco sceglie le più belle foglie per deporre le uova, il prete rigetta la maledizione sulle più splendide carissime gioie. Poesie tratte da “Olimpo lirico – Sillogi di Autori d’oggi” Carello Editore DESTINAZIONE Quando ripeti sì come automa, “tutte le strade Portano a Roma” vorrei gridare con tanta possa, che invece menano tutte alla… fossa. LA VITA La vita è un’altalena che su e giù ci mena. Dirti che mi fai pena per me è una gran pena, ché son convinto, o lena, che, su quest’altalena, facciamo tutti… pena. L’ORCHESTRA Con l’orchestra che c’insorda la chitarra è giù di corda. D’ALEMA Da tutti era stimato, adesso è appena rispettato: beh, il suo prestigio è scosso, ma è sempre un “pizzo” grosso. IL CANE Meglio i cani che gli umani disumani. INCANTATO DISINCANTO Ed il ministro senza portafoglio in separata sede fa l’imbroglio. BOSSI Ei ci si levi di dosso. Si butti in un grosso fosso. IL RICCO Spesso, in Romagna, sogna lasagna molta ne magna e non si lagna. IL POVERO Pure in Romagna sogna lasagna, ma non ne magna e non si lagna. MORTE D’ALTRI TEMPI Mamma, perché non nacqui nei tempi antichi magari a Sparta sotto Leonida durante la guerra con i Persiani? Non era meglio morire allora come un eroe sotto le frecce con i trecento delle Termopili e non invece lasciar la pelle sotto le ruote delle automobili? DONNA Ogni donna in amore è una giostra che fa battere il cuore e la testa girare. Ma se smette di amare fa girare… le scatole. UN PRETE HA DETTO Sì, questa è la vita Mio compagno caro: io come porcaro, tu come somaro. PANNELLA Scansa pure chi ancor l’acclama: fa lo sciopero della… fama. DIGESTIONE Un tale faceva, appena mangiato, il chilo e godeva sul letto sdraiato. Da quando è d’un ente però presidente, il chilo ha scordato e, oggi, quel tale è sempre occupato a fare il quintale. IL FUNGO CINESE Un tempo, il fungo cinese guariva ogni malattia: or non esiste Paese che lo veda con simpatia. Poesie tratte da “Frustate pacate” Gabrieli Editore GIUDIZIO Non era il giudizio, non era il responso, non temevo il confronto, non temevo la verità temevo invece, generosità non meritata. FONDI Tanti buttano il cuore nei bassi fondi del vermicaio umano. E lì spesso… sprofonda. MARZO Attraverso i verdi campi una farfalla bianca azzarda il primo volo, incerta si posa sull’erba e un candido fiocco di seta annoda sui capelli del prato. CHE VIVE Nell’aria fresca di un autunno che ritarda i nostri respiri portano le ansie, quasi spasmodiche, del nostro amore che vive e rivive. INIZIO AUTUNNALE Guardo la montagna e mi perdo, quasi mi disfo e non vedo, e non sento, quasi mi spengo. VENTO Vorrei anima mia, chiudere la carezza del vento in uno scrigno misterioso, come se un poco della tua anima potesse rimanere in mio possesso. Pensiero davvero sconnesso. ALBA Il sole a picco, la finestra spalancata Maria Pia Valanca San Benedetto il frutto dei nostri occhi! Così sia anche in sascrestia. NUVOLA Abbandonarsi ai gorghi del tuo nulla, nuvola di raso grigio, che la luca smeriglia senza poterla trafiggere. IL SOLE E tu trionfi, perché la tua luca è un eterno segno d’amore e di pace, che sempre vince ha vinto e vincerà nei secoli, sulle forze ostili alla vita. DOMANDA La città dei matti o dei supermatti? Poesie tratte da “Sei smorto sembri morto” Gabrieli Editore SOGNI Il guerrier sogna le schiere, il cacciatore le selve, il pescatore bisogna tante reti e tanti ami, il parrucchier come meta l’attesa carta moneta l’albelgatore triste usa il suo albergo come scudo e usbergo. COSI’ E’ Mangiamo, beviamo, godiamo, alla faccia di monna morte, che ci aspetta con la consorte per darci a dei vermi uno sciamo. DAMMI UNA MANO Fermati un po’, dammi una mano, dimmi con la tua bocca una parola che mi aiuti, su questa via pietrosa, a camminare senza inciampo alcuno; illuminamela, col tuo sorriso, che dalla vita mia toglie ogni peso e mi porta diritto in paradiso con un bel… sorriso. L’ONDA CANCELLA E RICANCELLA Sei solo un passante, tra anonimi viandanti, nello sgranarsi inesorabile di secol incalcolati, e l’onda cancella e ricancella, dietro di te i tuoi passi. UNA FANCIULLA RACCONTA Il ragazzo, che ho avuto, mi faceva piacere, mi faceva sognare, mi faceva ballare, ballare a bacchetta, lui era il direttore io il suo corpo di ballo. TOILETTE Mi rado, mi depilo, mi striglio, mi impomicio, mi faccio bello, mi lustro, mi tingo come domingo. Poesie tratte da “Orchestrate sforbiciate sconsacrate” Gabrieli Editore UNO SPASIMANTE Cara Loredana Berté lascia tutti e vieni con me. L’IMPOSSIBILE Non ubbidire a chi ti dice di rinunciare all’impossibile! L’impossibile solo rende possibile la vita dell’uomo. SPERANZA Per non morir di dolore, sperate in un domani migliore e il domani, che tristezza! È sempre la stessa schifezza. L’AMICIZIA Delle amicizie posso assicurare Che proprio a meno non se ne può fare, dato che non c’è gusto, è risaputo, a criticare chi ci è sconosciuto. GLI UMORISTI Agli umoristi d’ogni tempo vorrei s’innalzasse un monumento. Le buone barzellette sono dolci zollette di uno zucchero eccitante, le loro battute ravvivano la malinconica vita e la loro ironia fa scaturire la poesia perfino dalle tasse e dalle cambiali. L’umorista fa ridere chi piange: con la satira sferzante sveglia e riscuote un popolo schiacciato tra le ruote di una politica asfissiante… umorismo: fuoco d’artificio cui dobbiamo il beneficio di ridere nella noia, di trarre dal nostro cuore, perfino nel dolore, qualche lagrima di gioia. L’AMORE L’amore, nel suo indomito costrutto, è quella forza che può vincer tutto e quella debolezza che sovente può lasciarsi poi vincere da niente. GENERALMENTE In genere, chi ha proprio la mania di non restare senza compagnia, m’induce a sospettare per riflesso che da solo si stufi di se stesso. ZIA CONCETTA Ho visto zia Concetta che, perbacco, s’è messa addosso in vestitino a sacco. La nuova moda – esclamo – t’ha convinto, Macchè – fa lei – sono di nuovo incinta. STRANEZZE Il giorno prima, aveva scritto a Rita: - Io t’amo come la mia stessa vita – Sicché un tremendo dubbio le ha lasciato, dato che il giorno appresso s’è sparato. IL FATO Sarebbe una calunnia dir che il fato il suo dono a ciascun non abbia dato. Solo che i doni ha male ripartito: ad uno il cibo, all’altro l’appetito. Poesie tratte da “Mi perdo e mi ritrovo” Gabrieli Editore SUGGERIMENTO Dici sempre il tuo pensiero e il meschin ti eviterà. OPERE Lo splendor del pavon è gloria di Dio. Il satiro è generosità di Dio. L’ira del leone saggezza di Dio. Il nudo della donna è opera di Dio. SFOGO DI CORNUTO Un giorno i baci suoi amari li saggiai, strappando dalle labbra umore di veleno. AD UNA RESTAURATRICE Io non ti riconosco alcun talento se non sai restaurarmi il… monumento. FILOSOFIA SPICCIOLA Amare tutti possiamo. Sperare aiuta a vivere, fantasticare è donarsi ciò che avremmo voluto. È confortante credere in ciò, che vorremmo fosse. Poesie tratte da “Obama declama” Gabrieli Editore