Anno 3° - N. 6 - Notiziario del Gruppo Alpino ANGET - Marzo 2005 Cari soci e amici, la situazione finanziaria del Gruppo mi consente, questa volta, di inserire una pagina a colori, così ho ritenuto giusto e doveroso premiare la gentilezza , la fantasia e la “mano” del Generale “Mimmo” (Girolamo) Scozzaro, ultimo comandante della Brigata Alpina Tridentina oltre che carissimo amico, che ha aderito al mio invito ed ha realizzato, appositamente per il nostro notiziario, questa immagine di un Alpino che non ha bisogno né di commenti né di elogi: parla da sola. Bravo Mimmo e grazie da parte di tutto il Gruppo Alpino ANGET. SOMMARIO L’attività fisica in montagna Tutti al lavoro La campagna acquisti 2005 Ricordiamo un grande L’Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio 2 - 6 7 8 9 10 - 15 Quattro passi in cucina WWW - Che passione Tempo di musica Lettere al Capo Gruppo Buon Compleanno Appuntamenti Finale a colori 16 17 18 - 20 21 22 23 24 La preparazione tecnico-professionale del soldato futuro non potrà prescindere da una idonea esperienza addestrativa in alta quota. Sulla “Rassegna dell’Esercito” supplemento al n. 6/2004 della Rivista Militare pervenutomi soltanto pochi giorni prima di andare in stampa c’è un bellissimo articolo dal titolo “L’attività fisica in montagna” che non posso riportare nella sua interezza sia perché occuperebbe tutto il notiziario, sia perché troppo “tecnico e scientifico” in alcune parti del testo e nelle tabelle esplicative. Poiché è convinzione di molti che nelle Truppe Alpine non si faccia più attività in montagna, ritengo utile farvene una sintesi per rendere noto come si è modificato nel tempo l’approccio alla montagna da parte degli Alpini (compresi Genieri e Trasmettitori Alpini), da un sistema valido ma in sostanza molto “empirico” e affidato spesso alla capacità ed alla buona volontà di singoli Comandanti o Istruttori, a un sistema più scientifico e tecnico, fondato sull’acquisizione di rigorosi dati tecnici e antropometrici e sulla trattazione di questi dati da parte di studiosi di rara competenza e passione. Pagina 2 Premessa Durante il mio periodo di comando delle Truppe Alpine (fine 2000 - fine 2002) sono stato contattato, per l’avvio di un’attività di studio, da una coppia di studiosi dell’Università degli Studi di Perugia particolarmente appassionati di questo genere di approfondimenti: si tratta della Dott.sa Paola Gigliotti, delegata internazionale presso l'Unione Internazionale Associazioni Alpinistiche (UIAA) e del Prof. Francesco Michele Coscia, docente di Fisiologia applicata presso la Facoltà di Scienze Motorie dell'Università di Perugia, ai quali ho subito affiancato il Cap. Alessio Cavicchioli, istruttore di alpinismo delle Truppe Alpine e particolar- mente appassionato di tutto ciò che ha a che fare con la montagna. Questa attività di studio prevedeva il controllo periodico di un campione di alpini, poco più di un centinaio, che svolgesse un determinato tipo di attività fisica, per verificare con misurazioni tecnico-scientifiche-anatomiche le modifiche intervenute sul loro fisico a seguito dell’addestramento/allenamento effettuato e quindi, a posteriori, come eventualmente modificare le citate attività per conseguire i migliori risultati. In sostanza, l’approccio “da praticoni” per anni adottato in merito al problema di quale attività fisica far svolgere ai nostri uomini per addestrarli alla vita, al movimento ed al combattimento in montagna, diventava un approccio “scientifico” fondato non tanto sulla sensibilità e sulla capacità intrinseca dei singoli istruttori, quanto sui risultati di rilevamenti tecnici effettuati su un probante campione di uomini prima e dopo una certa attività. E’ appena il caso di notare che, quasi contemporaneamente, analoghe attività venivano svolte anche in altri paesi e, soprattutto negli Stati Uniti. L’11 settembre poi ha amplificato la necessità di preparare soldati di tutti gli eserciti (noi ci preoccupiamo del nostro ma il problema è comune con tanti altri) ad operare in zone e terreni montani o di alta quota (si prenda ad esempio il teatro afghano). Una proficua collaborazione Una mattina, in una delle tantissime «palestre al sole» delle nostre Dolomiti, i citati esponenti dell'Università degli Studi di Perugia e personale Pagina 3 delle Truppe Alpine danno avvio al lavoro in comune. La sensazione di comunione di interessi non stupisce nessuno (tutti quelli che vivono la montagna condividono interessi.. ), quello che impressiona è la piena convergenza di sinergie sfruttabili per il conseguimento di obiettivi comuni. Il lavoro, iniziato proprio quella mattinata, si inquadrava nell'ambito del programma scientifico EV- K2 del Centro Nazionale Ricerche rispondente alla voce «Sicurezza in montagna». In termini più specifici, partendo dall'analisi e dalla valutazione delle capacità fisiche di professionisti della montagna, l'obiettivo era quello di determinare gli standard fisici minimali per la pratica, in sicurezza, di attività in quota. Breve cenno meritano le succitate sinergie. La prima sinergia è determinata dalla turnazione annuale del personale (sussistenza, nella fase iniziale, del reclutamento di leva). Essa ha consentito la possibilità di una verifica iniziale dei valori medi di riferimento in un campionamento rappresentativo della popolazione «giovane» e la modificabilità, nel breve periodo, di tali valori (ovvero la valutazione dell'incidenza dell'allenamento). L'ambiente di riferimento ed i correlati compiti istituzionali hanno permesso inoltre la strutturazione di verifiche reali dei cosiddetti dati di laboratorio. Campionati sciistici delle Truppe Alpine (CaSTA), attività addestrative prolungate, biathlon, corsa in montagna, pentathlon, sci alpinismo ed altro hanno rappresentato naturali tavole di confronto. Inoltre, Pagina 4 per lo specifico militare, la condivisione degli obiettivi sopra esposti non escludeva l'estensione della sfera di interesse. Anzi, la qualifica di professionista militare della montagna porta con se l'impossibilità della scelta, in termini temporali e climatici, della frequentazione dell'ambiente e la considerazione che l'obiettivo stesso travalica quasi sempre il mero operare. In altri termini, le funzioni operative «muovere» e «vivere» richiedono la loro naturale implementazione nella funzione «combattere». Il lavoro ha prospettato la possibilità di gestire strumenti operativi e scientifici di screening iniziale (eventuale futura selezione di reclutamento), di individuare strumenti operativi e scientifici di valutazione periodica di standard prestazionali, di generare tavole di verifica della bontà delle scelte e degli adattamenti metodologici di preparazione fisica (allenamento o addestramento?). Il lavoro è iniziato nel 2001: sono stati monitorizzati 127 militari appartenenti alle Truppe Alpine attraverso 475 valutazioni. I gruppi di analisi, per coerenza espositiva, sono stati categorizzati in Alpini ed Istruttori Alpini (l'incremento della specifica di definizione è ovvio indice di un'azione di selezione qualitativa progressiva). Il ricorso alla visualizzazione grafica è stata una scelta obbligata nella ricerca della massima neutralità valutativa dei dati rilevati. Metodi di studio Lo studio è stato condotto secondo le linee guida dell'American College of Sports Medicine. Per semplificare al massimo, mi limiterò ad indicare solo che l'utilizzo di particolari test ha consentito la valutazione dei seguenti parametri correlati: - composizione corporea (percentuale di massa magra, massa grassa e loro distribuzione); - aerobic fitness, per individuare la capacità aerobica durante una prova da sforzo, con monitoraggio della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa; - flessibilità della colonna vertebrale per individuare l'elasticità dei muscoli cervico-dorsolombari e degli arti inferiori; - forza muscolare degli arti superiori; - valutazione del tono muscolare dei quadricipiti; - Total Fitness, dato che riassume tutti i precedenti e che individua in % la capacità fisica totale di appartenenza del soggetto. Analisi di variazione Senza addentrarsi in troppi particolari, è importante sottolineare come valori quali la flessibilità del dorso, la forza dei bicipiti e la massa grassa subiscano incrementi immediati (riferibili cioè a range temporali limitati) ad opera di programmi di allenamento specifici. Altri parametri, quali la frequenza cardiaca e la capacità aerobica risultano invece modificabili solo con tempistiche prolungate e con correlati lavori di allenamento di lungo periodo (essi evidenziano cioè tendenza alla permanenza nello stato). Conclusioni Il lavoro svolto ha dato la soddisfazione di trovare soggetti con ottime capacità fisiche generali e non soltanto per specifiche discipline sportive, evidente segno di un allenamento pluridisciplinare. Inoltre il test eseguito, proprio perché consente la Una squadra partecipante al Trofeo Mezzalana impegnata in un passaggio in cresta. Questa gara è sicuramente una delle più dure in cui addestramento fisico e addestramento psichico devono essere felicemente congiunti. Pagina 5 programmazione dell'allenamento ed il successivo controllo a distanza di tempo, è risultato ulteriore stimolo per soggetti già motivati. È’ importante notare anche il valore medio degli indici di capacità fisica: Gruppo Istruttori 84%, Gruppo Alpini 79% rispetto a quello di una popolazione di giovani sana valutata nell'ambito civile tra studenti (55%). La considerazione che i militari di leva, sottoposti alle prime valutazioni, presentavano valori molto vicini a quelli degli studenti civili e che al termine dell'anno di servizio gli stessi avevano migliorato le loro capacità fisiche a valori medi intorno al 79% permette di estendere la discussione. Questi giovani, infatti, vengono «restituiti» alla società con delle capacità fisiche migliorate in maniera significativa, superiori a quelle della media di un gruppo di pari età di studenti. Ma è ancora più importante pensare al fatto che queste capacità fisiche sono migliorate attraverso attività fisico-sportive pluridisciplinari in ambiente alpino, che hanno indotto una mentalità rivolta all'esercizio fisico ed allo sport come stile di vita. Un recente articolo uscito in “Medicine & Science in Sports & Exercise”, rivista dell'American College of Sports Medicine, riporta le valutazioni delle capacità fisiche, rilevate con metodica simile a quella da noi utilizzata, di un gruppo di militari americani. Le capacità fisiche rilevate sui militari italiani delle Truppe Alpine sono equivalenti a quelle del campione dei colleghi americani riportate sulla rivista, se assunto come parametro di riferimento il generico gruppo Alpini, Pagina 6 superiori se il parametro assunto è il gruppo Istruttori Alpini. In sostanza, non vedremo i nostri Alpini andare in giro per le montagne con sensori appiccicati alla pelle, elettrodi infilati da tutte le parti e fili di tutti i colori sulla tuta da combattimento o sulla tenuta da roccia, ma sicuramente da questo studio e da altri che potranno essere effettuati per ampliarne o completarne i risultati, nascono le basi “scientifiche” per nuove metodologie addestrative e soprattutto per un controllo periodico adeguato del personale chiamato ad effettuare attività in montagna, sia per una più ampia disponibilità di dati conoscitivi statistici, sia per conseguire risultati migliori in tempi ridotti sia ancora, e non è certo l’ultimo elemento quanto ad importanza, per garantire una maggior sicurezza del personale stesso evitando di impiegare in attività eccessivamente pesanti chi non dovesse averne le capacità. (sintesi di Roberto Scaranari) Qui a lato è riportata (in bianco e nero ma in realtà c’è un po’ di verde ed un po’ di rosso) la sovracopertina del libro “Cronache del Genio Alpino” edito da Mursia nel 1980 e, come indicato nell’immagine qui a destra, riferito al periodo 1935-1980. Quella edizione era stata prodotta in un numero di copie piuttosto limitato, anche in relazione ad un mercato prevedibilmente alquanto ristretto, per cui già da qualche anno non se ne trova più una copia in circolazione. Da ciò è scaturita la necessità di farne una nuova edizione e, con l’occasione, di aggiornarla fino ai giorni nostri, inserendo il periodo dal 1980 in poi e correggendo le imprecisioni emerse nel tempo. Si è messo al lavoro un gruppetto di volenterosi formato dai Generali Stefanon, Ranieri, Di Donato, Resce e Scaranari che hanno raccolto un po’ di dati dalle memorie storiche dei vari reparti e che stanno completando testo ed immagini per dare la nuova bozza alla Casa Editrice entro la fine di aprile in modo da avere il nuovo libro pronto entro la fine dell’anno. Chi avesse episodi, aneddoti, foto o altro materiale che ritiene meritevole di entrare a far parte del libro per rendere meglio l’idea di che cosa fossero le nostre compagnie di Brigata ed i battaglioni Orta ed Iseo mi mandi il tutto entro il 30 marzo. R.S. Pagina 7 Ma come è formato, al 20 febbraio 2005, questo numero : 226 ‘ 72 64 7 18 65 avevano rinnovato entro il 20 novembre 2004 hanno rinnovato da allora al 20 febbraio 2005 (pochini) erano i nuovi soci alla data del 20 novembre 2004 sono i nuovi iscritti dal 20 nov. al 20 feb. 2005 (bene) sono gli iscritti 2004 che ancora non hanno rinnovato ai quali, immaginando che possano aver perso il numero _____ di CC postale, ho allegato un bollettino pre-stampato. 226 (nessuno si offenda: le Poste ci mettono un mese a comunicarmi gli accreditamenti) Bellezza Quater Bellezza Quater Bellezza Quater Bellezza Quater Bellezza Quater Bellezza Quater Nuovi Soci Simpatizzanti Montuoro Canova Bellezza Quater Natale Delvecchio Bellezza Quater Paolo Manella Bellezza Quater Giorgio Nuovi Soci effettivi Borgheresi Aldo Catalano Giovanni Sperati Alessandro Zampieri Fabrizio Zedda Ranieri Silvia Luca Matteo Sara Francesca Carlo Alberto Francesca Luciano Santo Silvano Non posso fare a meno di mettere in evidenza (se mai ce ne fosse bisogno) la partecipazione corale della famiglia “Bellezza Quater” (+ Francesca Montuoro che fa parte della famiglia) con il suo capostipite “Dott. Natale”, titolare della Soc. ARIS di Lombardore (TO), da anni amici degli Alpini ma soprattutto estimatori di chi fa le cose con serietà e con passione, di chi ha dei valori interni da mostrare e da difendere, di chi crede nelle istituzioni e fa di tutto perché queste possano migliorare e funzionale al meglio, insomma, sono estimatori di gente fatta come loro. Siamo felici ed orgogliosi di averli così massicciamente presenti nel nostro Gruppo e saremmo anche preoccupati, vista la loro presenza percentuale, per una eventuale ascesa al potere nel Gruppo se la leadership dei soci effettivi non fosse difesa dal nostro Statuto. Pagina 8 Secondo le nostre regole, questo è il primo notiziario del 2005 ma è anche l’ultimo che mando a chi non si è ancora messo in regola per il 2005 e non lo dovesse fare entro il prossimo 20 maggio, quando cioè dovrò andare in stampa per la spedizione del 1° giugno. Non si tratta di qualche Euro in più o in meno per la stampa o per i francobolli (i soldi ci so- no tanto è vero che ci siamo permessi una paginata a colori) ma è una questione di principio e di giustizia nei confronti di chi si è ricordato del Gruppo Alpino, ha perso tempo a compilare il modulo di Conto Corrente e, probabilmente, si è fatto una bella coda all’Ufficio Postale della sua città o paese per riuscire a spedirlo. Il Capo Gruppo Il 16 novembre dello scorso anno “è andato avanti” il Generale Mario Gariboldi. Ho scritto ai familiari quello che sentivo esprimendo il cordoglio mio personale e quello di tutto il Gruppo Alpino. Nel ringraziarmi per le parole scritte ma soprattutto per i sentimenti che erano nascosti dietro di esse, i familiari mi hanno mandato questa fotografia che mi affretto a pubblicare per dare l’opportunità di rivederlo a chi lo aveva conosciuto e per farlo conoscere, sia pure in una occasione così triste, a chi ne aveva soltanto sentito parlare senza avere l’opportunità, meglio dire “la fortuna”, di operare alle sue dipendenze. Roberto Scaranari Generale C.A. Mario Gariboldi : 28.2.1920 - 16.11.2004 Pagina 9 Scartabellando tra le carte che invadono disordinatamente la stanza lasciata libera da mio figlio quando si è sposato nel 2003 alla ricerca di argomenti per completare questo notiziario, considerata la pressoché totale assenza di “soci scrittori”, ho avuto la fortuna di imbattermi in un opuscolo illustrativo dell’Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio ed ho pensato che molti di voi saranno venuti a Roma chi sa quante volte e potrebbero non averne mai conosciuta l’esistenza, né l’ubicazione né che cosa può offrire alla vostra voglia di sapere. Pagina 10 Oggi rimedio a questa grave lacuna e trascrivo, quasi fedelmente, le informazioni inserite nel citato opuscolo, nella speranza di invogliare qualcuno ad andarlo a visitare perché, vi assicuro, ne vale proprio la pena. Prima di iniziare la descrizione vorrei evidenziare che si parla in genere più dell’Arma del Genio che non di quella delle Trasmissioni ma ciò è dovuto al fatto che per tanti anni esse hanno costituito un’arma sola. Vi garantisco che i reperti e le esposizioni relative alla Trasmissioni sono abbondanti ed interessantissimi. L’Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio dipende dal Ministero della Difesa tramite il Comando Militare della Capitale. È depositario di cimeli e documenti relativi alla storia dell'Arma del Genio, dell'architettura e dell’ingegneria militare. Assolve pertanto il principale compito di raccoglierli, custodirli ed esporli al pubblico. Oltre al Museo Storico delle Armi del Genio e delle Trasmissioni, al Museo Storico dell’Architettura Militare ed alla Mostra "Genieri e Trasmettitori per il Paese”, l'Istituto dispone di: - Archivio documentale sull'attività del Genio Militare, dal 1800 ai giorni nostri; - Archivio storico-iconografico sull'architettura e l'ingegneria militare, con 15.000 documenti a partire dal XIV secolo; - Archivio fotografico, con 20.000 lastre fotografiche; - Archivio dei decorati dell'Arma; - Biblioteca specializzata sull'ar- Stazione radiotelegrafica a scintilla con rivelatore a coherer, risalente a Guglielmo Marconi. Pagina 11 Plastico di Castel Sant’Angelo a Roma. chitettura, sull'ingegneria militare, nonché sulla vita e attività dell'Arma, con oltre 24.000 volumi. MUSEO STORICO DELLE ARMI DEL GENIO E DELLE TRASMISSIONI Occupa tutto il pianterreno dell'edificio per una superficie di circa 4400 mq. Poiché il Genio Militare è l'Arma tecnica per eccellenza e la più strettamente connessa con la vita civile, il tema principale che il Museo svolge non è tanto quello di esaltare le glorie, che pure sono copiose, conquistate sui campi di battaglia, quanto quello di testimoniare l'intima connessione che vi è Pagina 12 sempre stata tra Società civile e Genio militare. Tale connessione si manifesta principalmente in tutti i campi dell'Ingegneria e della Architettura e si esalta in occasione di pubbliche calamità. La testimonianza è fornita da pezzi autentici e da moltissimi modelli e plastici che con la loro tridimensionalità meglio aiutano la comprensione. Essi sono stati, per la quasi totalità, realizzati dall'Istituto stesso e molti di essi costituiscono veri capolavori nel loro genere. Preceduto da due sale d'onore in cui fanno spicco cimeli del Tenente del Genio Cavour e del Generale Menabrea, scienziato e Primo Ministro, il Museo è diviso in due grandi settori: il primo riguarda il Genio in tutte le sue specialità, quelle del tempo di pace, quelle che si formano in tempo di guerra e quelle che si sono tanto evolute nel tempo da diventare Armi o Corpi autonomi, quali l'Aeronautica Militare, L'Arma dei Trasporti e Materiali, il Servizio Chimico Militare e L’Arma delle Trasmissioni. Il secondo settore è dedicato al Genio Militare nelle varie guerre che si sono succedute già nel Regno di Sardegna e poi nello Stato Italiano, sino a tutto il secondo conflitto mondiale. Non è possibile riportare il contenuto di ogni singola sala. Si vuole soltanto richiamare l'attenzione sulla documentazione che si incontra lungo il percorso e che meglio testimonia l'importanza di certi aspetti tecnici e storici. Cosi è per l'ampia panoramica dei ponti stradali regolamentari e di circostanza per il rapido superamento delle interruzioni e subito dopo l'analoga documentazione sui ponti galleggianti in dotazione ai Pontieri, tra cui fa spicco il Ponte n° 160/14, protagonista di epici forzamenti di fiumi, quali il Piave nella prima Guerra Mondiale e il Dnyeper in Russia, nella seconda. Meritano poi attenzione i Dirigibilisti e gli Aerostieri che con i loro fragili mezzi preannunciarono la nascita dell'Aeronautica e, in particolare, una pala di elica del Dirigibile Italia e un monoplano Bleriot XI uguale a quello che attraversò la Manica nel 1909. Risalta poi un prototipo di aliscafo che nel 1907 raggiunse la velocità di 80 km/h. Un vasto settore è dedicato alle Direzioni del Genio Militare per la Marina che hanno realizzato tutte le Basi Navali dello Stato Italiano. Dopo il salone riguardante le Colonie, l'Arma dedica a tutti i propri Caduti un grande Sacrario impreziosito da un'Ara, donata da tutti gli Ufficiali del Genio, e da nove vetrate istoriate dal Maestro Duilio Cambellotti. Seguono le sale dedicate alle Campagne di Guerra e ai loro cimeli; ad iniziare dalla Repubblica Romana del 1848 - ‘49 per continuare con la Campagna di Crimea (1855 - 56) e con l’Assedio di Gaeta (1860 - 61), ove spiccano le grandi opere ossidionali del Gen. Menabrea ed i primi cannoni rigati del Gen. Cavalli. Quasi 600 mq. sono dedicati alla prima Guerra Mondiale, illustrata da plastici di eccezionale bellezza e precisione. Una piccola saletta è dedicata a S. Barbara, con 112 interpretazioni iconografiche. Segue una straordinaria carrellata documentale dei mezzi di trasmissione, dai segnali a fuochi dell'epoca omerica, all'impiego dei colombi viaggiatori, ai mezzi ottici sempre più perfezionati e quindi al telegrafo, alla radio e al suo geniale inventore, Guglielmo Marconi, Capitano del Genio, e ai suoi rivoluzionari apparecchi. Fuori di questa ultima sala, quattro bellissimi cannoni fusi in Cina nel secolo XVII ci ricordano quella straordinaria civiltà. Pagina 13 MUSEO STORICO DELL'ARCHITETTURA MILITARE Questo Museo occupa gran parte del primo piano per una superficie di 2800 mq. È a sé stante e, con dovizia di plastici e modelli, vi è esposta la storia dell'architettura militare italiana ed europea, a cominciare dai castellieri preistorici e i nuraghi sardi, per continuare con le fortificazioni romane, i castelli medioevali, i forti delle varie epoche sino ad oggi. Menzione particolare meritano i modelli delle macchine ossidionali e dei mezzi mobili di offesa romani, ricavati dalle sculture della Colonna Traiana. Così pure il modello del Ponte sul Reno, costruito dalle Legioni di Cesare presso l'odierna Bonn nell'anno 55 a.C., e gli splendidi plastici di alcuni noti castelli e di Castel S.Angelo, in particolare. Una saletta è dedicata agli architetti e ingegneri militari italiani che svolsero la loro opera in tutta l'Europa e nel Nord Africa, tra il 1100 e il 1700. Chiude la visita il Salone Giulio Cesare, dedicato al Primo Grande Geniere della storia. Modello di ponte pensile in legno sul Fiume Piave realizzato nel 19181919 per il ripristino della viabilità. Pagina 14 Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio Lungotevere della Vittoria, 31 - 00195 Roma Tel./Fax 06.3725446 e Tel. 06.47353149 Modalità di accesso - Direzione: nei giorni feriali (escluso il sabato) dalle ore 08,30 alle 12,30. - Musei: ingresso libero dal lunedì al venerdì dalle 08,30 alle 12,30. (per i Festivi e per visite guidate, prendere accordi con la Direzione). - Archivi e Biblioteca: martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 08,45 alle 11,45 e dalle ore 13,15 alle 15,15 (solo su appuntamento). E, per concludere, ecco il testo della Lapide dedicatoria della nuova sede iniziata il 20 marzo 1937 su progetto del Ten. Col. g. Gennaro De Matteis. Con sovrana determinazione del Re Vittorio Emanuele III si costituì nel 1906 in Roma, nel maschio di Castel Sant’Angelo, il Museo dell'Ingegneria Militare Italiana Successivamente, con decreto del 5 febbraio 1911, venne trasformato in “ Museo Storico dell’Arma del Genio” con sede nelle fabbriche dette di Urbano VIII nel recinto di Castel Sant’Angelo In seno al Museo venne costituito nel 1928 l'Istituto di Architettura Militare Nel 1934 i due enti anzidetti furono trasferiti nella Caserma Piave allora esistente sul Lungotevere della Vittoria Con decreto del 28 giugno 1934 i due enti citati furono uniti nell'attuale “Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio” che nell'anno 1940 prese stanza in questa sede. Pagina 15 Carlo Alberto Bruschi ha lasciato il segno anche in questa rubrica. Fra le tante ricette che ci ha inviato ne sono state scelte due ai vertici di un pranzo: un primo piatto ed un dolce. Ingredienti (per 4 persone): 2 salsicce morbide - 4 o 5 zucchine - 1 cipolla - olio extravergine di oliva - formaggio grana - 400 gr. di “mezze maniche” o “maccheroncini”. Preparazione Mettere sul fuoco una pentola con abbondante acqua per la cottura della pasta (aspettare a salarla fino a quando inizierà a bollire). Intanto preparare la salsiccia “sbriciolandola” con le dita aiutandosi con un po’ di farina per non farla appiccicare. Tagliare a pezzetti le zucchine e tritare la cipolla. In una padella che poi possa contenere anche la pasta, fare rosolare per bene la cipolla con un po’ d’olio, poi aggiungere le zucchine e la salsiccia lasciando cuocere e dorare per bene. Quando la pasta è quasi cotta (tenerla al dente) scolarla e metterla nella padella per amalgamarla con il sugo ormai cotto aggiungendo una bella manciata di formaggio grana. Servire calda aggiungendo (a seconda dei gusti) un filo d’olio d’oliva ed ancora un po’ di formaggio grattugiato. Pagina 18 16 Ingredienti 150 gr. di farina - 150 gr. di zucchero - 2 uova - 1/2 bicchiere di latte - 1 bustina di lievito - 50 gr. di burro - 1 pizzico di sale - buccia di limone - 6 mele golden. Preparazione Mescolare insieme lo zucchero, le uova e quasi tutto il burro. Aggiungere la farina (tenerne un pizzico) aiutandosi con il latte in modo da mantenere il composto fluido. Tagliare le mele sbucciate a listarelle e aggiungerle al composto. Imburrare la teglia da forno con il pochissimo burro avanzato e spolverarlo con un pizzico di farina per non fare aderire la torta al fondo.(Volendo si può aggiungere uva sultanina ed un po’ di yogurth). Per ultimo, sciogliere il lievito nel po’ di latte avanzato, metterlo nell’impasto, mettere il tutto nella teglia, livellarla bene e mettere subito in forno ben caldo (190°) per 1 ora o poco più. Aggiornamenti sul nostro sito “www.gruppalpanget.it” per chi non “smanetta” regolarmente su INTERNET. Il nostro sito è attivo da circa un anno ed ha avuto oltre 2000 visitatori: non molti, ma se consideriamo che è un sito dedicato ad una cerchia abbastanza ristretta di appassionati, non offre lauti guadagni né donnine facili né pozioni miracolose (a parte le nostre ricette di cucina), possiamo essere contenti. Nello spazio riservato alla “posta”, le comunicazioni più recenti, o più particolari, sono state: 14.2.2005 - Cipollone Pietro (nostro socio) “Cari Genieri Alpini. Su comunity di ANA.it si è aoerto un nuovo Forum dedicato a Genieri Alpini. Ci tengo a farlo sapere a chi può essere interessato. Grazie e buon lavoro a tutti.” 23.1.2005 - Orlando F.Bruno “Ho visitato il vs. sito, molto bello. Io non sono un alpino, anche se abito a Bardonecchia, ma sono orgoglioso di essere stato un trasmettitore (33° btg. Guerra Elettronica Falzarego). Se fra di voi c’è qualcuno che ha prestato servizio negli anni 1978-1979 nel 33° Falzarego, sarei felicissimo di salutarlo.” 9.12.2004 - Cap.Corv. Pasquale Sperandeo “Egregi Signori, ho approfondito la conoscenza del vostro mondo e delle vostre qualità grazie a mio suocero, Col. Genio Alpino Luciano Salerno (n.d.r. “nostro socio”) e volevo porgere a tutti voi, genieri alpini, i miei calorosi saluti, uniti alla stima che nutro nei confronti di tutti gli alpini. Forse non sapete che in Marina Militare spesso diamo dell’ “Alpino”W ai marinai poco avvezzi alle cose di mare, ma mi rendo conto che probabilmente in realtà si fa un grosso complimento all’imbranato di turno per tutto quello che contraddistingue un alpino nel panorama militare. Ad abbundantiam quindi, con l’augurio che l’ANMI (n.d.r. “Associazione Nazionale Marinai d’Italia”) possa prendere spunto ed esempio dalle vostre attività associative, che mantengono alto lo spirito e l’orgoglio delle penne nere.” Ce ne sono altre legate soprattutto al periodo Natalizio ed una del Gen. Scozzaro che non pubblico per modestia e anche perché non ho più altre pagine libere. R.S. Pagina 17 Si tratta di un canto scherzoso, sicuramente di antica origine, con cui i trentini (lo si capisce dal dialetto e dalla terz'ultima riga dove si dice "ma da 'sta banda") deridevano i sudtirolesi e, in senso lato, tutti i montanari ed i vallidi lingua tedesca. Le strofe che seguono sono quelle verosimilmente più vicine allo spirito del canto. giani 'Na volta gh'era 'na brutta vecia che la gh'aveva do' denti soli. Ghe palpa uno, el ghe scorlava ghe palpa st'altro, e 'l ghe resta in man. Zwanwig personen in automobil, das ist zu viel, das ist zu viel. In eine svolten l'auto se volten, zwanzig personen alles kaputt. "Kommen mit mir" dis ‘na todesca, "sull'erba fresca a fare l'amor". Mi no capisso ne si e ne no e come 'n'asin ghe digo: "Yo, Yo!" Sprechen sie deutsch fino a Bolzan, ma da 'sta banda, ma da 'sta banda, sprechen sie deutsch fino a Bolzan, ma da 'sta banda se parla Italian! Pagina 18 Ancora nel campo della musica, vorrei proporvi l’Inno della Brigata “Sassari” dal titolo “DIMONIOS”. Mi potrete obiettare: “ma che c’entra questa Brigata non Alpina con noi ?” . NIENTE, è vero, se non che questi Sardi hanno uno spirito da tenerci allegramente testa. Non vi metto anche la musica, primo perché non ce l’ho e secondo perché non so quanti sarebbero capaci di leggerla (io no e me ne dispaccio molto, ….. ma c’è sempre tempo). Chi volesse averne un’idea, mi telefoni e gli farò ascoltare il brano via filo. Dimonios Diavoli China su fronte si ses sezzidu, pesa ! ch'est passende sa Brigata Thatharesa. boh...boh... E cun sa manu sinna sa mezus gioventude de Sardigna. Abbassa la fronte se sei seduto ,alzati ! perchè sta passando la Brigata Sassari. boh...boh... E con la mano benedici la migliore gioventù della Sardegna. Semus s’istiga de cudd'antica zente ch'a s'inimigu frimmaiat su coro boh...boh... Est nostra oe s'insigna pro s'onore de s'Italia e de Sardigna. Siamo la traccia di quell'antica gente che al nemico fermava il cuore. boh...boh... Oggi le loro insegne sono nostre per l'onore dell'Italia e della Sardegna. Da sa trincea Finas’a sa Croazia sos "thatharinos" han' ‘iscrittu s'istoria. boh...boh... Sighimos cuss'ormina onorende cudd'erenzia "thatharina". Dalla trincea fino alla Croazia i "sassarini" hanno scritto la storia. boh...boh... Seguiamo le loro orme onorando quell'eredità "sassarina". Pagina 19 Ruju su coro e s'animu che lizu cussos colores adornant s'istendardu. boh...boh... E fortes che nuraghe a s'attenta pro mantennere sa paghe. Rosso il cuore e l'animo come il giglio quei colori adornano il nostro stendardo. boh...boh... E forti come i nuraghi sempre all'erta per mantenere la pace. Sa fide nostra no la pagat dinari Ajò..Dimonios.. avanti..Forza Paris! La nostra fedeltà non ha bisogno di essere pagata Alè..Diavoli.. avanti..Forza Insieme! Il compositore, cui va tutta la mia stima ed il mio apprezzamento (il vostro dopo che avrete sentito il brano, intanto apprezzate il testo) è il Ten.Col. Luciano Sechi, del 45° Reggimento “Reggio”. Pagina 20 Premessa del Capo Gruppo Questa volta le lettere, quelle vere e proprie, cioè con domande o argomenti di un certo rilievo, sono state estremamente scarse mentre sono stati abbondantissimi i biglietti, più o meno variopinti e più o meno pieni di parole, per gli auguri di Natale. Io mi scuso con tutti ma, a meno di casi particolarissimi che non possono essere sbandierati ai quattro venti, le mie risposte non possono essere fatte altro che in questa rubrica. Se dovessi infatti rispondere singolarmente nascerebbero problemi di tempo (uno contro 226 oltre a tutti gli altri amici, parenti e colleghi al di fuori del Gruppo) ma anche di spese che, se addebitate al bilancio del Gruppo finirebbero per metterlo in ginocchio e se sostenute dal mio bilancio finirei prima o poi sul lastrico (e poi, sono “genovese”, ricordatevelo). Per tutto quanto precede, ringrazio tutti quelli che mi hanno scritto anche per gli apprezzamenti che molti hanno fatto per la mia attività di Capo Gruppo. E con questo argomento chiudiamo ma, mi raccomando, non ripetetevi in occasione della Santa Pasqua. -------- Ci scrive (una delle tante lettere) il consueto Carlo Alberto Bruschi. Nella sua lettera racconta della sua abitudine di comprare e leggere libri ma anche di ritagliare pagine di giornale che poi distribuisce ad amici e conoscenti per il piacere di divulgare notizie che ritiene di grande interesse. Il suo argomentare scivola poi sui ricordi della Val Visdende e di Cima Sappada (siamo nel regno della Julia) per finire con una ricetta di tortelli alla zucca, il testo di “Bombardano Cortina” ed un brano di Indro Montanelli sulle qualità degli Alpini. Risposta Caro Carlo Alberto, la tua costanza nello scrivere merita almeno il premio di essere citato in questa rubrica tuttavia devo dirti che se vuoi che una tua lettera venga pubblicata integralmente, cioè così come me la scrivi, deve trattare un argomento con un senso logico completo ovvero formulare una domanda cui potrei cercare di dare una risposta ovvero di procurarmela da chi potrebbe essere più preparato di me sullo specifico argomento. Io attendo fiducioso, anche da parte degli altri soci che, al contrario tuo, “battono la fiacca”. R.S. Pagina 21 A partire da questo numero inizia questa nuova rubrica con cui, di tre mesi in tre mesi, a nome di tutto il Gruppo, vengono formulati gli auguri di Buon Compleanno a tutti i soci che incapperanno nella lieta ricorrenza nei tre mesi successivi. Purtroppo ci saranno delle “dimenticanze” perché il Gruppo non dispone delle schede personali di tutti. I soci di cui mancano le schede personali ne troveranno una da compilare allegata al presente notiziario. Sarebbe auspicabile poterle ricevere tutte, così non ci saranno più trattamenti differenziati tra i vari soci. E intanto Alessandro Sperati Walter Fraticelli Luigi Vitale Giuseppe Valentini Antonio Leoci Franco Lusenti Matteo Bellezza Carlo Alberto Bruschi Miro Andreani Nunzio Marchetti Alfio Faustinelli Vincenzo Falco Massimo Peloia Gianluca Trippetta 3 marzo 6 marzo 7 marzo 9 marzo 13 marzo 14 marzo 14 marzo 16 marzo 20 marzo 24 marzo 25 marzo 26 marzo 30 marzo 31 marzo Riccardo Ganz Giuseppe De Chirico G.Battista Puricelli Emilio Mega Franco Bellinazzi 3 aprile 4 aprile 5 aprile 7 aprile 9 aprile Pagina 22 Luigi Buonerba Mario Samorì Davide Vanotti Luigi Di Giulio Guido Buonomini Roberto Susanna Giustiniano Cappellari Giorgio Bellezza Silvia Bellezza Gianluca Gorla Giovanni La Chiana 11 aprile 11 aprile 17 aprile 18 aprile 19 aprile 20 aprile 21 aprile 24 aprile 24 aprile 25 aprile 27 aprile Renato Corrà Salvatore Lombardo Antonino Ciardo Paolo Carosella Massimiliano Scarcia Rolando Ricci Giuseppe La Placa 1 maggio 3 maggio 3 maggio 4 maggio 6 maggio 20 maggio 20 maggio Nelle giornate del 5,6 e 7 maggio si terrà a Chianciano il 50° Consiglio Direttivo Nazionale ANGET al quale parteciperò in qualità di Capo Gruppo Alpino. In tale occasione presenterò la situazione del Gruppo al 31.12.04 ma parlerò anche di questo buon inizio 2005. Presenterò inoltre la situazione economica a fine 2004 e le previsioni di spesa per il 2005. Vi anticipo che sto adottando la politica di far crescere, se possibile, il capitale del gruppo del 10% annuo e ci stiamo riuscendo perché nono- Anno 3° . N. 6 . Marzo 2005 Direzione e redazione Via S.Erasmo 15—00184 Roma Tel. 348.7924800 e-mail: [email protected] Direttore Roberto Scaranari Collaboratori per questo numero Luciano Salerno Girolamo Scozzaro Paola Gigliotti Francesco Michele Coscia Alessio Cavicchioli stante le spese per le medaglie e per i notiziari, in due anni abbiamo quasi raddoppiato il patrimonio iniziale (fra poco ci quoteremo in Borsa). Il 14 e 15 maggio ci sarà invece l’Adunata Nazionale ANA a Parma. Come era stato proposto da qualcuno, cogliamo l’occasione per un incontro. L’appuntamento è fissato per le ore 15,00 di sabato 14 nella sede dell’Ass.ne Naz.le Marinai in Viale Piacenza 83/a. Tel. 0521.995484 - Autobus n. 12 dalla Stazione ferroviaria al capolinea davanti all’Associazione. Cari soci, io continuo ad aspettarmi da tutti voi grandi cose in tema di proselitismo ma .................. !?! DATEVI DA FARE !! Carlo Alberto Giuliano Pietro F.Bruno Pasquale Bruschi Ferrari Cipollone Orlando Sperandeo Pagina 23 Sopra. La Caserma Vittorio Veneto di Bolzano in una immagine mandataci dal Col. Luciano Salerno. La fotografia risale a molti anni fa ed è singolare notare come nelle immediate vicinanze ci siano soltanto prati e vigne mentre adesso il comprensorio militare in questione è circondato da condomìni in tutte le direzioni, con i connessi problemi di convivenza. Sotto. La riconoscibilissima penna del Gen. Scozzaro ha colpito ancora, questa volta prendendo di mira un Alpino impegnato nelle gare dei Ca.STA. Pagina 24