Convivere con il diabete L’importanza del dato glicemico I benefici di una maggiore consapevolezza Con la consulenza scientifica del Dr. Giuseppe Mitrano Specialista ambulatoriale Diabetologia ASL Napoli 3 Sud Progettazione e impaginazione: Mix Comunicazione Stampa: Nuova Grafica 2000 Finito di stampare: aprile 2014 Convivere con il diabete A parità di tutti gli altri fattori, un diabetico che conosce di più la propria malattia, vive più a lungo Elliott P. Joslin, 1947 Un piccolo opuscolo per aiutarti a capire “L’importanza dei dati”. Carissimo, questo piccolo opuscolo è dedicato principalmente alle persone con diabete che per ottenere un buon controllo della glicemia, oltre a seguire le prescrizione del proprio medico, hanno la necessità di poter valutare il loro andamento. La possibilità di misurare la glicemia in modo autonomo, non solo in situazioni di emergenza (come in caso d’ipoglicemia), ma anche in condizioni di vita quotidiana, aiuta a scoprirne le variazioni e porvi rimedio quanto prima. Una miniguida pensata non tanto per istruirti su come si fa per ottenere un’accurata misurazione glicemica, quanto per aiutarti a “scoprire” l’importanza della pratica della misurazione glicemica domiciliare, se fatta in modo costante e mirato. A me piace definirla “misurazione ragionata”. Vorrei che anche per te fosse così. Quindi un manuale non dedicato al “come si fa” ma al “perché si fa”. Elliot Proctor Joslin È nato nel 1869 a Oxford, Massachussetts. È stato il primo medico negli Stati Uniti a specializzarsi nella cura del diabete ed è stato il fondatore del Joslin Diabetes Center di Boston (Massachusetts, Usa), punto di riferimento mondiale per la ricerca e la pratica diabetologica. Fu il primo a sostenere che è necessario insegnare ai pazienti a prendersi cura del proprio diabete. Quest’approccio è comunemente indicato come “educazione all'autogestione del diabete” o Diabetes Self-Management Education. Egli è anche un pioniere riconosciuto della gestione della glicemia, intuendo che, il controllo glicemico stretto, porta a una riduzione delle complicanze e a una loro minore gravità. L’automonitoraggio glicemico ha un costo, ma è anche una necessità. Due aspetti contrapposti: l’aumento esponenziale dei nuovi casi di diabete, unito all’allungamento della vita media della popolazione, compresa quella affetta da diabete, ha aumentato in modo ragguardevole il numero di persone da assistere, con la conseguenza di un impegno economico sempre più oneroso da parte dei Sistemi Sanitari Nazionali, la cui sostenibilità è minata dall’attuale situazione economica. L’assistenza alla persona affetta da diabete si è arricchita negli ultimi decenni di nuovi farmaci, grazie ai quali si è potuto raggiungere obiettivi di controllo metabolico sempre più ambiziosi e con maggior sicurezza. Insieme alle nuove terapie, ha trovato sempre più spazio l’utilizzo dell’automonitoraggio glicemico domiciliare mediante l’uso di glucometri, strumenti tecnologicamente avanzati sempre più affidabili e dal facile utilizzo, grazie ai quali anche il paziente è in grado di valutare la sua glicemia e, in alcuni casi, intervenire. In questo modo la persona con diabete diventa parte attiva nella gestione della sua condizione, grazie anche ad un’opportuna formazione e non una mera informazione, da parte del Team Diabetologico. Il mancato incremento e, in alcune realtà locali, la riduzione progressiva delle risorse economiche e umane disponibili, ha condotto le Regioni Italiane ad emanare provvedimenti normativi che, anche in maniera diversificata, vanno nella direzione del risparmio presentato come mezzo per “razionalizzare” le risorse disponibili per l’automonitoraggio glicemico. La combinazione di questi due fattori fa si che a una domanda crescente è contrapposta una risposta a volte insufficiente, che in futuro potrebbe giungere ad un “razionamento” delle risorse disponibili, piuttosto che a una sua “razionalizzazione”. Convivere con il diabete Tutto ciò ha reso e rende sempre più necessario giungere ad un utilizzo veramente intelligente di uno strumento preziosissimo qual è l’automonitoraggio glicemico domiciliare. Non si è ancora giunti convintamente a riconoscere dignità terapeutica a un atto che, quando calato nella sua realtà normativa, viene definito ovunque in Italia: “Piano terapeutico per presidi”. L’utilità dell’automonitoraggio glicemico nelle persone con diabete è stata confermata da molti studi negli ultimi anni, anche nel diabete non insulino trattato, dimostrando un reale vantaggio se strutturato e abbinato all’educazione. L’obiettivo è il raggiungimento del “Buon Controllo Glicemico” attraverso la personalizzazione della terapia. Ringrazio Roche Diabetes Care che mi ha dato l’occasione di produrre questo manuale per fornire alla persona con diabete, ma anche ai suoi famigliari e a coloro che intervengono nella gestione della sua condizione, gli elementi di conoscenza basilari e fondamentali per un utilizzo consapevole e quindi veramente razionale (utile) per la cura del suo diabete. Allo stesso modo ringrazio chi, avendo la pazienza di leggere questo opuscolo, lo troverà utile a comprendere l’importanza del grandissimo contributo che, un uso corretto o meglio consapevole dell’automonitoraggio glicemico, è in grado di fornire a tutte le persone con diabete per il raggiungimento degli obiettivi glicemici che gli garantiranno il miglior beneficio dalla miglior cura. Giuseppe Mitrano Convivere con il diabete Indice dei contenuti Obiettivi del controllo metabolico Come misuriamo la glicemia Che cosa vuol dire controllare la glicemia Quali parametri valutare 6 7 8 9 Autocontrollo glicemico Cosa vuol dire A cosa serve l’automonitoraggio Come documentarlo 14 15 17 18 Scarico dati Vantaggio della gestione computerizzata dei dati Grafici da valutare (semafori –flow chart) 20 21 22 Team Diabetologico Ruolo e competenze a supporto del paziente 28 29 6 | L’importanza del dato glicemico Obiettivi del controllo metabolico Attuare misure correttive personalizzate di terapia e stile di vita, per giungere ad un controllo stabile e quindi meno dannoso. Convivere con il diabete | 7 Come misuriamo la glicemia Prima di illustrarti cosa s’intende per “obiettivo del controllo metabolico” consentimi di spiegarti brevemente come si misura la glicemia. Come già sai, la glicemia è la quantità di glucosio presente nel sangue ed è misurata prelevando un campione di sangue venoso. Il suo valore, espresso in mg/dl, rilevato a digiuno di mattina non deve superare i 100 mg/dl nelle persone senza diabete. In realtà la misurazione avviene su plasma, che costituisce la parte liquida del nostro sangue separato dalle sue cellule. La glicemia cosi misurata, è detta “glicemia plasmatica” e, di norma, si esegue nei laboratori. Questo è importante perché essa è leggermente diversa dalla “glicemia capillare”, che si misura con piccoli apparecchi detti glucometri (meter), grazie ai quali potrai misurarla da solo e in condizioni di vita ordinarie (per esempio a casa, al lavoro, in vacanza...). Quest’opuscolo è dedicato alla possibilità che hanno le persone con diabete, i loro famigliari o chi li ha in “cura”, di poter disporre in un tempo rapidissimo e con pochi e semplici gesti, di un dato preziosissimo quale la glicemia. La moderna tecnologia delle strisce reattive, utilizzate dalla maggioranza degli apparecchi, consente di avere valori glicemici su sangue capillare molto vicini a quelli del plasma, che restano comunque quelli di riferimento. La precisione e l’accuratezza dei più attuali apparecchi li rende davvero affidabili, se correttamente utilizzati. 8 | L’importanza del dato glicemico Dopo questi semplici concetti penso che tu abbia ben compreso che, grazie all’utilizzo del glucometro, hai la possibilità di conoscere il tuo valore glicemico in qualsiasi momento e che questo è molto simile a quello ottenuto in laboratorio. Puoi fidarti! Il buon controllo metabolico si ottiene con l’attuazione costante di una gestione personalizzata del diabete, che include sia farmaci correttamente assunti, sia un corretto stile di vita (alimentazione associata ad un esercizio fisico appropriato e regolare). Tutto ciò richiede la possibilità di verificare l’andamento della glicemia nel tempo, in modo costante e corretto. Che cosa vuol dire controllare la glicemia Quando usiamo il termine “controllare la glicemia”, immediatamente pensiamo all’utilizzo del glucometro per avere il valore glicemico in un tempo più o meno breve. È necessario però ricordare che, “controllare la glicemia”, vuol dire anche mantenerla entro valori il più possibile vicini a quelli di una persona senza diabete o a quelli che il diabetologo ritiene più utili per te. Possiamo concludere che, “controllare la glicemia”, va oltre la semplice misurazione ed è riferito a tutto ciò che possiamo o dobbiamo fare dopo averla misurata. Questa possibilità la possiamo definire, più correttamente, “autocontrollo glicemico”. Il buon controllo metabolico si ottiene anche con una corretta alimentazione associata ad un esercizio fisico appropriato e regolare. Convivere con il diabete | 9 Quali parametri valutare Tutte le persone che hanno il diabete o chi gli sta vicino sanno che, per valutare la situazione, è necessario conoscere diversi dati importanti quali: la glicemia, misurata a digiuno o dopo il pasto; la presenza o meno di glucosio nelle urine (detta glicosuria) o di chetoni (detta chetonuria); Nonostante ciò quest’informazione è importante, perché ti consente di sapere se rientra nei valori consigliati dal tuo medico, oppure di quanto se ne discosta. Iniziare una giornata con un buon livello di glucosio, quasi sicuramente ti garantirà un controllo ottimale per il resto del giorno; viceversa un valore troppo alto o troppo basso ti dovrà indurre a pensare ad una possibile causa e ad agire di conseguenza. l’emoglobina glicata (HbA1c). Ciascuno di questi dati contribuisce, in maniera diversa, a guidare il medico nella valutazione del tuo controllo metabolico, nelle modifiche alla terapia, all’alimentazione e all’attività fisica, con l’obiettivo di migliorare o mantenere il compenso raggiunto. La glicemia a digiuno e dopo pasto: La glicemia che misuri la mattina, al risveglio e prima di colazione, è detta glicemia a digiuno. Ti fornisce un’informazione preziosa ma non sufficiente, perché rappresenta la fotografia di quell’istante. Dopo poco tempo quel valore cambierà, a volte anche di molto, in rapporto a cosa mangi e all’attività fisica che svolgerai. La glicemia misurata prima di un pasto è accettabile se compresa in un intervallo tra 70 mg/dl e 130 mg/dl. La glicemia, misurata 2 ore dopo l’inizio del pasto, è detta glicemia postprandiale ed è accettabile se < 180 mg/dl. Questa dato t’informa sull’adeguatezza della terapia al momento del pasto. Se raffronti il risultato ottenuto con i valori di riferimento che il tuo medico ti ha indicato, potrai accertare se hai centrato l’obiettivo. 10 | L’importanza del dato glicemico L’emoglobina glicata: Avrai sentito parlare tante volte dal tuo diabetologo dell’emoglobina glicata e della sua importanza per valutare il controllo glicemico. Provo a spiegarti, a modo mio, cos’è e a cosa serve. La misurazione dell’emoglobina glicata viene fatta periodicamente e si esegue su campione di sangue. Essa misura la quantità di emoglobina che è legata al glucosio e proprio per questo motivo è detta glicata. Il suo valore, espresso in percentuale o in mmol/mol, è tanto maggiore quanto elevata è la glicemia e quanto più a lungo questa si mantiene elevata. L’emoglobina glicata rispecchia la media della glicemia nei tre mesi precedenti il prelievo di sangue ed è correlata alla probabilità di incorrere nelle complicanze microvascolari (che colpiscono reni, occhi e nervi). La possiamo paragonare alla media dei voti scolastici di fine quadrimestre, con una grande differenza di significato rispetto a questa: la media scolastica quando sale è ben accolta dallo studente e dai genitori, quando l’emoglobina glicata aumenta, non è un buon segno, significa che la glicemia negli ultimi due/tre mesi è stata più alta rispetto alla precedente rilevazione. Quindi, la sua salita costituisce un campanello d’allarme! Dobbiamo capire il perché! Ritornando al paragone con la media scolastica, la persona con diabete dovrebbe mantenere la sua “glicata” sotto il valore del 6,5 % - 7 %, se la esprimiamo con il vecchio sistema, o minore di 48/53 mmol/mol secondo l’attuale normativa. Convivere con il diabete | 11 Delle eccezioni sono previste per le persone molto anziane o con altre patologie, per le quali è accettabile un valore differente, purché stabile nel tempo. L’emoglobina glicata alta non descrive però le variazioni glicemiche durante la giornata, non c’informa sulla presenza e sulla frequenza di valori bassi (ipoglicemie) o alti (iperglicemie). La misurazione dell’emoglobina glicata viene fatta periodicamente e si esegue su campione di sangue con esame di laboratorio. 12 | L’importanza del dato glicemico La variabilità glicemica È possibile riscontrare iperglicemie importanti, a volte asintomatiche, sia dopo i pasti sia in altri momenti della giornata, anche in persone che hanno la glicemia a digiuno buona o una buona emoglobina glicata. Queste iperglicemie sono particolarmente dannose per i vasi sanguigni perché contribuiscono notevolmente all’insorgenza delle complicanze vascolari del diabete. Oscillazioni troppo ampie e troppo frequenti della glicemia, sono una minaccia importante per la salute e vanno trattate per minimizzarle al massimo. Allo stesso modo vi sono persone con diabete, soprattutto se di vecchia data, che hanno perso parzialmente la possibilità di avvertire valori glicemici sotto la soglia di 70 mg/dl. Queste ipoglicemie, anche se non particolarmente gravi, quando sono numerose contribuiscono anch’esse a determinare un danno ai vasi sanguigni con deterioramento precoce degli organi. Convivere con il diabete | 13 Infine vi sono persone che hanno frequenti, a volte bruschi, passaggi da valori glicemici bassi a valori alti. In tutti i casi che ho citato, ci troviamo di fronte al fenomeno della variabilità glicemica. Oscillazioni troppo ampie e troppo frequenti della glicemia, sono una minaccia importante per la salute e vanno trattate per minimizzarle al massimo. Per fare ciò è indispensabile documentarle e non affidarsi alla percezione della loro presenza. Grazie all’automonitoraggio, fatto in modo strutturato, è possibile individuare le situazioni con glicemie molto variabili, consentendo così di attuare misure correttive personalizzate di terapia e stile di vita, per giungere a un controllo stabile e quindi meno dannoso. 14 | L’importanza del dato glicemico Autocontrollo glicemico Per la donna in gravidanza con diabete l’uso dell’autocontrollo glicemico deve essere più intensivo. Convivere con il diabete | 15 Cosa vuol dire: Sentirai spesso utilizzare i termini “automonitoraggio” e “autocontrollo glicemico” come equivalenti, ma non è proprio così! Automonitoraggio e autocontrollo non sono esattamente la stessa cosa. In modo semplice posso dirti che, con automonitoraggio, indichiamo comunemente la pratica della misurazione glicemica domiciliare, attraverso l’utilizzo del glucometro. La misurazione glicemica talvolta è fatta per necessità, in maniera “non programmata”, a causa di una sintomatologia (pensa all’ipoglicemia) che richiede una verifica istantanea. Al di fuori delle condizioni di emergenza, la misurazione glicemica domiciliare fornisce informazioni utili quando fatta secondo una frequenza e uno schema personalizzato. In questo caso parliamo di automonitoraggio strutturato. Il dato così ottenuto ti consente d’intraprendere delle azioni correttive utili per far rientrare le glicemie nell’ambito del buon controllo metabolico, in questo modo si attua l’autocontrollo glicemico. Se la pratica dell’automonitoraggio necessita di un buon addestramento, l’autocontrollo glicemico richiede un vero e proprio intervento educazionale, quindi un percorso di apprendimento, per consentirti di poter utilizzare i dati dell’automonitoraggio strutturato e giungere all’autogestione attraverso l’autocontrollo. 16 | L’importanza del dato glicemico A questo punto penso avrai compreso che, dietro quel gesto semplice anche se a volte fastidioso di pungersi il polpastrello, ci deve essere un ragionamento che ti induca a pensare al motivo per cui è necessario farlo e quante volte, quale informazione stai cercando e in quali condizioni, come utilizzerai il dato ottenuto e con chi lo condividerai, perché possa essere valutato e utilizzato al meglio. L’autocontrollo glicemico richiede un vero e proprio intervento educazionale. L’AUTOCONTROLLO CONSENTE DI: Intervenire in modo tempestivo e corretto per gestire e risolvere l’ipoglicemia. Intervenire, anche in modo autonomo, sullo stile di vita. Aiutare a mettere in relazione l’andamento delle glicemie con le abitudini alimentari e l’esercizio fisico. Convivere con il diabete | 17 A cosa serve l’automonitoraggio La richiesta di praticare l’automonitoraggio secondo uno schema proposto dal medico e concordato con te, ci pone nella condizione di domandarci: perché ti è chiesto di farlo e perché proprio in quel modo? Nel diabete trattato con insulina l’automonitoraggio glicemico è fondamentale per eventuali correttivi alle unità da somministrare, o alla quantità di carboidrati da consumare o a entrambi. Nessuno si avventurerebbe nella cura di una malattia che può richiedere quattro somministrazioni d’insulina al giorno o è in trattamento con il microinfusore, di procedere senza conoscere il valore glicemico prima di ogni somministrazione. Sarebbe come chiedere a una persona di attraversare la strada quattro volte al giorno, tutti i giorni, e di guardare a destra e a sinistra solo se si ricorda. Impensabile e pericoloso, non trovi? Analogo ragionamento per la donna in gravidanza con diabete: in questo caso l’uso dell’autocontrollo glicemico deve essere più intensivo per consentire di raggiungere valori glicemici adeguati senza incorrere in ipoglicemie. Anche nei pazienti non insulino trattati la pratica dell’autocontrollo è un importante strumento di educazione, in quanto permette d’imparare come gestire il diabete, attraverso la correlazione tra il dato glicemico e la quotidianità. Condizione necessaria è che l’automonitoraggio segua uno schema ragionato e personalizzato, in modo da ottenere informazioni utili, con il giusto numero di misurazioni. L’esperienza ci insegna che non ne esiste uno che vada bene per tutti e per sempre. Sai bene che la glicemia può avere delle variazioni anche rapide e quindi, per poterle rivelare, è necessario stabilire uno schema di misurazioni in genere su base settimanale, che possa fornire le informazioni necessarie sia alla verifica dell’efficacia della terapia, sia alla documentazione dell’effetto sulle sue modifiche. Si tratta di ottenere i cosiddetti “profili glicemici” (pattern glicemici), sui cui si ragiona, mettendo in correlazione l’andamento della glicemia con quanto 18 | L’importanza del dato glicemico accaduto (tipo di pasto, esercizio fisico, attività lavorativa, imprevisti, malattia etc.), per poi attuare le eventuali modifiche terapeutiche. Come documentarlo Ogni volta che misuri la glicemia capillare con il tuo glucometro ricordati di rispettare poche e semplice regole, che trovi illustrate qui sotto. Il valore misurato è registrato nella memoria dell’apparecchio, insieme a data e ora in cui è stato ottenuto e permetterà al tuo medico di visualizzare un diario elettronico al momento della visita. Un tempo ciò non avveniva perché gli apparecchi non memorizzavano o avevano una memoria limitata a poche misurazioni. Ciò comportava la necessità di annotare su un foglio le misurazioni con aggiunta del giorno e dell’ora, questi elenchi di glicemie più o meno lunghi, costituivano il diario glicemico. Per essere facilitati nel compito ancora oggi viene consegnato ai pazienti un Diario Glicemico ordinato, sotto forma di libricino, che ti guiderà nell’inserimento dei valori glicemici misurati nei diversi momenti della giornata e della settimana, ma soprattutto ti permetterà di scrivere nelle note tutte quelle informazioni necessarie per capire l’andamento della glicemia (attività fisica, alimentazione, malattia, viaggi etc). Tenere un diario scritto ben fatto è abbastanza impegnativo, ma è importante farlo in modo ordinato e chiaro, per poterlo poi utilizzare al momento dell’incontro con il tuo medico. Spesso si è incompleti nel riportare i dati o li si trascrive in modo disordinato il che ne rende difficile l’interpretazione, anche al più volenteroso dei medici. Regole per un buon esame 1 Lava le mani con acqua tiepida e sapone e asciugale molto bene. CON STRISCE REATTIVE Inserisci la striscia reattiva. Premi con forza il pungidito contro la pelle per ottenere la goccia di sangue. Accosta il dito alla striscia reattiva. Leggi il risultato e rimuovi la striscia dall’apparecchio. SENZA STRISCE REATTIVE 2 3 4 5 Accendi lo strumento. Premi con forza il pungidito contro la pelle per ottenere la goccia di sangue. Accosta il dito alla zona reattiva. Leggi il risultato. 20 | L’importanza del dato glicemico Scarico dati I dati trasmessi possono essere elaborati da particolari programmi per poter ottenere un numero aggiuntivo d’informazioni. Convivere con il diabete | 21 Vantaggio della gestione computerizzata dei dati I primi apparecchi si limitavano alla sola misurazione della glicemia. Con il passare degli anni le aziende del settore hanno introdotto sul mercato strumenti sempre più sofisticati, con i quali è stato possibile ottenere non solo misurazioni più accurate e affidabili, ma anche risultati in tempi sempre più brevi (oggi ridotti a pochi secondi) e con gocce di sangue molto piccole. Ciò che anche oggi rende sempre più interessanti questi piccoli e straordinari strumenti è, come prima ti ho detto, la possibilità di registrare nella memoria le misurazioni effettuate, conservandole con la data e l’ora in cui sono state praticate. Il numero di misurazioni memorizzate è così alto da raggiungere diverse centinaia: le memorie dei glucometri somigliano sempre più alle rubriche dei telefoni cellulari. Oggi è anche possibile memorizzare il valore glicemico insieme ad una serie di annotazioni che, anche se facoltative, sono di grande interesse pratico come vedremo più avanti. Al valore misurato è possibile aggiungere una serie di indicatori (marker) quali: se il valore è stato ottenuto prima di mangiare (marker preprandiale); se il valore è stato ottenuto dopo aver mangiato (marker postprandiale); se il valore è stato ottenuto in un momento particolare (esempio dopo l’esercizio fisico o in concomitanza di una sintomatologia particolare). Questi marker consentono, al momento dello scarico dati, di analizzare i valori raccolti in modo completo e correlandoli con le attività quotidiane. Inoltre è possibile, per te che lo utilizzi o per il tuo curante, ottenere le medie di tutti i valori glicemici riferiti a un dato periodo che va dai 7 ai 90 giorni precedenti. 22 | L’importanza del dato glicemico Infine puoi impostare degli allarmi sullo strumento, che ti consentono di ricordare quando devi misurare la glicemia ed essere aderente alle indicazioni del tuo medico, traendo dall’automonitoraggio strutturato, il massimo beneficio. Interessante vero?! Grafici da valutare I dati memorizzati nel glucometro possono anche essere trasferiti al computer, mediante l’uso di cavi di collegamento, USB o porta infrarossi. Questa procedura è nota con il termine di scarico dati. I dati trasmessi possono essere così elaborati da particolari programmi (diversi in rapporto alla casa produttrice dell’apparecchio), per poter ottenere un numero aggiuntivo d’informazioni. Avrai notato che ho parlato di dati registrati nella memoria del glucometro e non di glicemie. Infatti, ciò che è trasmesso non sono solo le glicemie con le rispettive date e ore, ma anche quelle note aggiuntive (marker) di cui ti ho prima parlato. Mi riferisco alla segnalazione del marker preprandiale, “misurazione prima del pasto” che in genere è rappresentata da una mela integra, oppure del marker postprandiale, “misurazione dopo il pasto”, rappresentata da una mela mangiata, o alla misurazione fatta in occasione di un esercizio fisico rappresentata, ad esempio in alcuni strumenti, da un omino che corre. Lo scarico dati avviene generalmente al centro diabetologico prima o durante la visita, da parte del medico o di un infermiere esperto. Esempio di grafico dell’andamento della glicemia Iperglicemia post-prandiale 200 Variabilità glicemica elevata 150 Glicemia pre-prandiale Intervallo glicemico ideale 100 50 Livello glicemia 28 Giorni 29 30 31 01 02 Rischio ipoglicemico elevato Convivere con il diabete | 23 In realtà potresti farlo anche tu a casa, se hai un PC e se sei stato educato dal tuo Team Diabetologico con una formazione specifica, non difficile ma necessaria per poterlo utilizzare correttamente. Al termine dello scarico dati, con pochi semplici passaggi, è possibile avere a Lo scarico dati avviene generalmente al centro diabetologico prima o durante la visita, da parte del medico o di un infermiere esperto. disposizione non solo l’elenco di tutte le glicemie da te misurate con la data e l’ora (come le avresti annotate sul diario cartaceo), ma anche grafici grazie ai quali è possibile visualizzare facilmente il tuo andamento glicemico e comprendere il tuo grado di controllo metabolico. 24 | L’importanza del dato glicemico Esaminiamone alcuni: Un primo dato che puoi immediatamente considerare è costituito dalla glicemia media, riferita a tutti i valori glicemici rilevati nel periodo prescelto (dai 7 ai 90 giorni precedenti) e, accanto a questo dato, troverai riportato anche il numero totale di misurazioni da te effettuate: questi due elementi ti dicono se sei un buon utilizzatore dell’automonitoraggio e come, di conseguenza, è la tua media glicemica. I dati scaricati possono essere poi analizzati separatamente raggruppandoli per valori che rientrano nell’ambito delle glicemie normali, valori alti (indicativi di iperglicemia), valori bassi (indicativi di ipoglicemia). Queste categorie vengono di norma raffigurate con un grafico a torta dove ogni spicchio, in base alla sua grandezza, indica la percentuale di ogni gruppo. Le glicemie possono anche essere analizzate per singolo giorno della settimana, in modo da farti capire se utilizzi lo strumento costantemente, oppure tendi a saltare dei giorni o preferisci fare l’autocontrollo solo in determinati giorni. Un tipico grafico delle glicemie è rappresentato da una linea che unisce ogni valore misurato nella giornata, ottenendo una curva indicativa delle oscillazioni glicemiche di uno o più giorni (pattern). Convivere con il diabete | 25 I programmi di scarico dati permettono anche di calcolare degli indici di probabilità di ipoglicemia (sigla LBGI) che di iperglicemia (sigla HBGI). Il significato di questi indici è quello di capire se hai un rischio elevato di incorrere in un’ipoglicemia o in un’iperglicemia. 26 | L’importanza del dato glicemico Lettura dei dati Adesso scendiamo un poco nel pratico. Stai utilizzando da tempo e correttamente il tuo glucometro: ti sei convinto. Per le misurazioni programmate hai seguito uno schema che ti è stato prescritto dal tuo medico; qualche volta hai misurato la glicemia in momenti non previsti perché hai avvertito qualche disturbo che hai voluto verificare e correggere da solo, se possibile. Per esempio percepisci dei sintomi che ti sono stati spiegati come possibili segni di ipoglicemia e l’uso del glucometro ti consente di confermare o smentire il tuo sospetto. SINTOMI DELL’IPOGLICEMIA Tremore, ansia, nervosismo Palpitazioni, tachicardia Sudore, sensazione di calore Pallore, sudore freddo Pupille dilatate Fame Giramenti di testa Formicolii a braccia e mani Nausea, vomito, malessere addominale Stato mentale alterato, instabilità Depressione, pianto, sensazione di morte imminente Pessimismo, irritabilità, aggressività, rabbia Cambiamento di personalità, instabilità emotiva Fatica, debolezza, letargia, sogni ad occhi aperti, sonno Confusione, amnesia, delirio Visione doppia o sfocata Comportamenti automatici Difficoltà nel parlare Atassia, scoordinazione, a volte scambiate per ubriachezza Problemi motori generali o localizzati, paralisi, emiparesi Parestesia, mal di testa Shock, coma, respiro anormale Convivere con il diabete | 27 Se il risultato così ottenuto dovesse confermare che la glicemia è inferiore a 70 mg/dl, è necessario intervenire, seguendo la regola del 15. Regola del 15 per il Trattamento dell’Ipoglicemia 1 ALIMENTI CONTENENTI 15 g DI CARBOIDRATI SEMPLICI 1 bustina di zucchero 1 cucchiaio da tavola di miele 125 ml di una bibita zuccherata o di un succo di frutta zuccherato 1 bicchiere di aranciata o coca-cola o altra bibita zuccherata (150 ml) 3 caramelle fondenti Assumere immediatamente 15g di carboidrati semplici 2 3 Rimisurare la glicemia dopo 15 minuti Se la glicemia è <100 mg/dl ripetere il punto 1 e 2, finchè non si ottengono due misurazioni consecutive >100 mg/dl, in assenza di assunzione di zucchero tra le due misurazione 28 | L’importanza del dato glicemico Team Diabetologico Il trattamento del diabete richiede la collaborazione di più figure professionali e anche della tua partecipazione attiva. Convivere con il diabete | 29 Ruolo e competenze a supporto del paziente Questo percorso lo sentirai nominare come “Educazione Terapeutica”. Sono giunto quasi al termine di questa “chiacchierata”. Spero di aver contribuito a farti comprendere meglio il reale ruolo dell’autocontrollo glicemico, senza averti annoiato troppo. Prima di congedarci vorrei dedicare l’ultimo paragrafo di questa piccola guida al Team Diabetologico. Come hai ormai potuto constatare durante la lettura di queste pagine, la partecipazione attiva ed efficace delle persone con diabete al controllo e alla cura, è un elemento essenziale nel successo della terapia. Perché ciò avvenga è necessario che tu abbia un livello appropriato di conoscenza e di capacità, che ti permetta di prendere decisioni sia nelle scelte quotidiane in termini di stile di vita sia, se necessario, di aggiustamento della terapia stessa. Questo tipo di formazione richiede interventi effettuati fin dalla diagnosi, e ripetuti nel tempo, per verificare e rinforzare le conoscenze sul diabete e sull’impatto che i comportamenti quotidiani (assunzione di un determinato alimento, esercizio fisico, stress fisico o emotivo ecc.) e la terapia, possono avere sul buon controllo glicemico. Come ben sai, il diabete è una malattia difficile da gestire non solo per chi ne è affetto, ma anche per chi vi si dedica per curarlo. Per questo motivo il suo trattamento richiede la collaborazione di più figure professionali e, anche, della tua partecipazione attiva. Generalmente il Team è costituito, oltre che dal diabetologo, da diverse figure quali l’infermiere dedicato, la dietista, il podologo, talvolta l’esperto di fitness (per l’attività fisica). Ciascuna con il suo ruolo ben definito e competenze specifiche, ha l’obiettivo di aiutare la persona con diabete a divenire, attraverso un percorso costante e continuo, l’artefice del proprio controllo glicemico. La realizzazione piena di questo processo non può avvenire senza l’intervento del Team. 30 | L’importanza del dato glicemico La persona con diabete dovrebbe essere educata a: 1 2 Avere le abilità necessarie per effettuare la rilevazione della propria glicemia. Saper interpretare i risultati come base per intraprendere un’azione. 3 4 Percepire i collegamenti tra specifici comportamenti (alimentazione, esercizio fisico) e i risultati della misurazione glicemica, prendendo da questi la motivazione al cambiamento dei comportamenti. Mettere in atto autonomamente comportamenti correttivi, in risposta ai risultati delle misurazioni glicemiche, soprattutto per la gestione delle ipo e iperglicemie. Convivere con il diabete | 31 Per concludere ritorniamo alla citazione iniziale di quest’opuscolo. Il dottor Joslin mise per la prima volta il paziente al centro e gli dedicò il primo testo di Educazione Terapeutica in ambito diabetologico, dal titolo “Diabetic manual for the doctor and patient”. Fu ancora Joslin che, dopo la scoperta dell’insulina, valorizzò il ruolo dell’infermiere quale educatore delle persone con diabete ad un uso appropriato dell’insulina, in stretta armonia con la dieta e con l’esercizio fisico. Con Joslin è nata, dunque, negli Stati Uniti, la figura dell’infermiere abilitato all’educazione dei pazienti diabetici. Io sono sicuro che oggi Joslin trasformerebbe la troika in quadriga, aggiungendo al suo carro un quarto cavallo, “l’automonitoraggio glicemico” Oggi più che mai questa figura è indispensabile all’interno del Team Diabetologico, per intraprendere qualsiasi percorso educazionale non solo rivolto all’uso appropriato e ragionato dell’automonitoraggio glicemico domiciliare, ma anche al conseguimento di tutte le conoscenze teoriche e pratiche necessarie. “A Joslin si deve il merito di aver immaginato un carro a tre cavalli, la troika, per ottenere il pieno controllo del diabete. I tre cavalli simboleggiano l'insulina, la dieta e l'esercizio fisico, necessari per ottenere la “vittoria” sul diabete”. Io sono sicuro che oggi Joslin trasformerebbe la troika in quadriga, aggiungendo al suo carro un quarto cavallo, “l’automonitoraggio glicemico”, riconoscendone la dignità di mezzo terapeutico al pari dei primi tre. E ricordati che alla guida del carro ci sei tu. Il tuo diabetologo Note Convivere con il diabete www.dmyfriend.com > libreria > manuali Un’intera libreria dedicata alla gestione del diabete RD000000052 Experience what’s possible. Impegnata per un ambiente migliore, Roche utilizza carta riciclata. www.accu-chek.it Roche Diagnostics S.p.A. I-20900 Monza (MI)