Convivere con il diabete
L’importanza
del dato glicemico
I benefici di una maggiore
consapevolezza
Con la consulenza scientifica del Dr. Giuseppe Mitrano
Specialista ambulatoriale Diabetologia ASL Napoli 3 Sud
Progettazione e impaginazione: Mix Comunicazione
Stampa: Nuova Grafica 2000
Finito di stampare: aprile 2014
Convivere con il diabete
A parità di tutti gli altri fattori,
un diabetico che conosce di più
la propria malattia, vive più a lungo
Elliott P. Joslin, 1947
Un piccolo opuscolo per aiutarti
a capire “L’importanza dei dati”.
Carissimo, questo piccolo opuscolo è
dedicato principalmente alle persone
con diabete che per ottenere un buon
controllo della glicemia, oltre a seguire
le prescrizione del proprio medico,
hanno la necessità di poter valutare il
loro andamento.
La possibilità di misurare la glicemia in
modo autonomo, non solo in situazioni
di emergenza (come in caso d’ipoglicemia), ma anche in condizioni di vita
quotidiana, aiuta a scoprirne le variazioni e porvi rimedio quanto prima.
Una miniguida pensata non tanto per
istruirti su come si fa per ottenere un’accurata misurazione glicemica, quanto
per aiutarti a “scoprire” l’importanza
della pratica della misurazione glicemica domiciliare, se fatta in modo
costante e mirato.
A me piace definirla “misurazione
ragionata”. Vorrei che anche per te fosse
così.
Quindi un manuale non dedicato al
“come si fa” ma al “perché si fa”.
Elliot Proctor Joslin
È nato nel 1869 a Oxford, Massachussetts. È stato il primo medico negli
Stati Uniti a specializzarsi nella cura del diabete ed è stato il fondatore
del Joslin Diabetes Center di Boston (Massachusetts, Usa),
punto di riferimento mondiale per la ricerca e la pratica diabetologica.
Fu il primo a sostenere che è necessario insegnare ai pazienti a prendersi cura
del proprio diabete. Quest’approccio è comunemente indicato come “educazione
all'autogestione del diabete” o Diabetes Self-Management Education.
Egli è anche un pioniere riconosciuto della gestione della glicemia, intuendo che,
il controllo glicemico stretto, porta a una riduzione delle complicanze e a una loro
minore gravità.
L’automonitoraggio glicemico
ha un costo, ma è anche una necessità.
Due aspetti contrapposti: l’aumento
esponenziale dei nuovi casi di diabete,
unito all’allungamento della vita media
della popolazione, compresa quella
affetta da diabete, ha aumentato in
modo ragguardevole il numero di
persone da assistere, con la conseguenza
di un impegno economico sempre più
oneroso da parte dei Sistemi Sanitari
Nazionali, la cui sostenibilità è minata
dall’attuale situazione economica.
L’assistenza alla persona affetta da diabete si è arricchita negli ultimi decenni
di nuovi farmaci, grazie ai quali si è potuto raggiungere obiettivi di controllo
metabolico sempre più ambiziosi e con
maggior sicurezza.
Insieme alle nuove terapie, ha trovato
sempre più spazio l’utilizzo dell’automonitoraggio glicemico domiciliare
mediante l’uso di glucometri, strumenti
tecnologicamente avanzati sempre più
affidabili e dal facile utilizzo, grazie ai
quali anche il paziente è in grado di
valutare la sua glicemia e, in alcuni casi,
intervenire.
In questo modo la persona con diabete
diventa parte attiva nella gestione
della sua condizione, grazie anche ad
un’opportuna formazione e non una
mera informazione, da parte del Team
Diabetologico.
Il mancato incremento e, in alcune
realtà locali, la riduzione progressiva
delle risorse economiche e umane
disponibili, ha condotto le Regioni
Italiane ad emanare provvedimenti
normativi che, anche in maniera diversificata, vanno nella direzione del
risparmio presentato come mezzo per
“razionalizzare” le risorse disponibili
per l’automonitoraggio glicemico.
La combinazione di questi due fattori fa
si che a una domanda crescente è contrapposta una risposta a volte insufficiente, che in futuro potrebbe giungere
ad un “razionamento” delle risorse disponibili, piuttosto che a una sua “razionalizzazione”.
Convivere con il diabete
Tutto ciò ha reso e rende sempre più
necessario giungere ad un utilizzo
veramente intelligente di uno strumento
preziosissimo qual è l’automonitoraggio
glicemico domiciliare. Non si è ancora
giunti convintamente a riconoscere dignità terapeutica a un atto che, quando
calato nella sua realtà normativa, viene
definito ovunque in Italia: “Piano terapeutico per presidi”.
L’utilità dell’automonitoraggio glicemico
nelle persone con diabete è stata confermata da molti studi negli ultimi anni,
anche nel diabete non insulino trattato,
dimostrando un reale vantaggio se
strutturato e abbinato all’educazione.
L’obiettivo è il raggiungimento del
“Buon Controllo Glicemico” attraverso
la personalizzazione della terapia.
Ringrazio Roche Diabetes Care che mi
ha dato l’occasione di produrre questo
manuale per fornire alla persona con
diabete, ma anche ai suoi famigliari e
a coloro che intervengono nella gestione
della sua condizione, gli elementi
di conoscenza basilari e fondamentali
per un utilizzo consapevole e quindi
veramente razionale (utile) per la cura
del suo diabete.
Allo stesso modo ringrazio chi, avendo
la pazienza di leggere questo opuscolo,
lo troverà utile a comprendere l’importanza del grandissimo contributo che,
un uso corretto o meglio consapevole
dell’automonitoraggio glicemico, è in
grado di fornire a tutte le persone con
diabete per il raggiungimento degli
obiettivi glicemici
che gli garantiranno
il miglior beneficio
dalla miglior cura.
Giuseppe Mitrano
Convivere con il diabete
Indice dei contenuti
Obiettivi del controllo metabolico
Come misuriamo la glicemia
Che cosa vuol dire controllare la glicemia
Quali parametri valutare
6
7
8
9
Autocontrollo glicemico
Cosa vuol dire
A cosa serve l’automonitoraggio
Come documentarlo
14
15
17
18
Scarico dati
Vantaggio della gestione computerizzata dei dati
Grafici da valutare (semafori –flow chart)
20
21
22
Team Diabetologico
Ruolo e competenze a supporto del paziente
28
29
6
| L’importanza del dato glicemico
Obiettivi
del controllo
metabolico
Attuare misure correttive
personalizzate di terapia
e stile di vita, per giungere
ad un controllo stabile
e quindi meno dannoso.
Convivere con il diabete | 7
Come misuriamo
la glicemia
Prima di illustrarti cosa s’intende per
“obiettivo del controllo metabolico”
consentimi di spiegarti brevemente
come si misura la glicemia.
Come già sai, la glicemia è la quantità
di glucosio presente nel sangue ed è
misurata prelevando un campione di
sangue venoso. Il suo valore, espresso
in mg/dl, rilevato a digiuno di mattina
non deve superare i 100 mg/dl nelle
persone senza diabete.
In realtà la misurazione avviene su
plasma, che costituisce la parte liquida
del nostro sangue separato dalle sue
cellule. La glicemia cosi misurata, è
detta “glicemia plasmatica” e, di norma,
si esegue nei laboratori. Questo è
importante perché essa è leggermente
diversa dalla “glicemia capillare”, che si
misura con piccoli apparecchi detti
glucometri (meter), grazie ai quali potrai
misurarla da solo e in condizioni di vita
ordinarie (per esempio a casa, al lavoro,
in vacanza...).
Quest’opuscolo è dedicato alla possibilità
che hanno le persone con diabete, i loro
famigliari o chi li ha in “cura”, di poter
disporre in un tempo rapidissimo e
con pochi e semplici gesti, di un dato
preziosissimo quale la glicemia.
La moderna tecnologia delle strisce
reattive, utilizzate dalla maggioranza
degli apparecchi, consente di avere valori
glicemici su sangue capillare molto
vicini a quelli del plasma, che restano
comunque quelli di riferimento.
La precisione e l’accuratezza dei più
attuali apparecchi li rende davvero
affidabili, se correttamente utilizzati.
8
| L’importanza del dato glicemico
Dopo questi semplici concetti penso
che tu abbia ben compreso che, grazie
all’utilizzo del glucometro, hai la possibilità di conoscere il tuo valore glicemico in qualsiasi momento e che questo
è molto simile a quello ottenuto in laboratorio. Puoi fidarti!
Il buon controllo metabolico si ottiene
con l’attuazione costante di una gestione
personalizzata del diabete, che include
sia farmaci correttamente assunti, sia
un corretto stile di vita (alimentazione
associata ad un esercizio fisico appropriato e regolare).
Tutto ciò richiede la possibilità di verificare l’andamento della glicemia nel
tempo, in modo costante e corretto.
Che cosa vuol dire
controllare la glicemia
Quando usiamo il termine “controllare
la glicemia”, immediatamente pensiamo
all’utilizzo del glucometro per avere il
valore glicemico in un tempo più o
meno breve. È necessario però ricordare
che, “controllare la glicemia”, vuol dire
anche mantenerla entro valori il più
possibile vicini a quelli di una persona
senza diabete o a quelli che il diabetologo ritiene più utili per te.
Possiamo concludere che, “controllare
la glicemia”, va oltre la semplice
misurazione ed è riferito a tutto ciò
che possiamo o dobbiamo fare dopo
averla misurata. Questa possibilità la
possiamo definire, più correttamente,
“autocontrollo glicemico”.
Il buon controllo metabolico
si ottiene anche con
una corretta alimentazione
associata ad un esercizio fisico
appropriato e regolare.
Convivere con il diabete | 9
Quali parametri valutare
Tutte le persone che hanno il diabete o
chi gli sta vicino sanno che, per valutare
la situazione, è necessario conoscere
diversi dati importanti quali:
la glicemia, misurata a digiuno
o dopo il pasto;
la presenza o meno di glucosio
nelle urine (detta glicosuria)
o di chetoni (detta chetonuria);
Nonostante ciò quest’informazione è
importante, perché ti consente di sapere
se rientra nei valori consigliati dal tuo
medico, oppure di quanto se ne discosta.
Iniziare una giornata con un buon
livello di glucosio, quasi sicuramente ti
garantirà un controllo ottimale per il
resto del giorno; viceversa un valore
troppo alto o troppo basso ti dovrà
indurre a pensare ad una possibile causa
e ad agire di conseguenza.
l’emoglobina glicata (HbA1c).
Ciascuno di questi dati contribuisce, in
maniera diversa, a guidare il medico
nella valutazione del tuo controllo metabolico, nelle modifiche alla terapia,
all’alimentazione e all’attività fisica, con
l’obiettivo di migliorare o mantenere il
compenso raggiunto.
La glicemia a digiuno
e dopo pasto:
La glicemia che misuri la mattina, al
risveglio e prima di colazione, è detta
glicemia a digiuno.
Ti fornisce un’informazione preziosa
ma non sufficiente, perché rappresenta
la fotografia di quell’istante. Dopo poco
tempo quel valore cambierà, a volte
anche di molto, in rapporto a cosa
mangi e all’attività fisica che svolgerai.
La glicemia misurata prima di un pasto
è accettabile se compresa in un intervallo tra 70 mg/dl e 130 mg/dl.
La glicemia, misurata 2 ore dopo l’inizio
del pasto, è detta glicemia postprandiale ed è accettabile se < 180 mg/dl.
Questa dato t’informa sull’adeguatezza
della terapia al momento del pasto.
Se raffronti il risultato ottenuto con i
valori di riferimento che il tuo medico
ti ha indicato, potrai accertare se hai
centrato l’obiettivo.
10 | L’importanza del dato glicemico
L’emoglobina glicata:
Avrai sentito parlare tante volte dal tuo
diabetologo dell’emoglobina glicata e
della sua importanza per valutare il
controllo glicemico.
Provo a spiegarti, a modo mio, cos’è e a
cosa serve.
La misurazione dell’emoglobina glicata
viene fatta periodicamente e si esegue su
campione di sangue. Essa misura la
quantità di emoglobina che è legata al
glucosio e proprio per questo motivo è
detta glicata.
Il suo valore, espresso in percentuale o
in mmol/mol, è tanto maggiore quanto
elevata è la glicemia e quanto più a
lungo questa si mantiene elevata.
L’emoglobina glicata rispecchia la media
della glicemia nei tre mesi precedenti
il prelievo di sangue ed è correlata alla
probabilità di incorrere nelle complicanze microvascolari (che colpiscono
reni, occhi e nervi).
La possiamo paragonare alla media dei
voti scolastici di fine quadrimestre, con
una grande differenza di significato
rispetto a questa: la media scolastica
quando sale è ben accolta dallo studente
e dai genitori, quando l’emoglobina
glicata aumenta, non è un buon segno,
significa che la glicemia negli ultimi
due/tre mesi è stata più alta rispetto alla
precedente rilevazione.
Quindi, la sua salita costituisce un
campanello d’allarme! Dobbiamo capire
il perché!
Ritornando al paragone con la media
scolastica, la persona con diabete
dovrebbe mantenere la sua “glicata”
sotto il valore del 6,5 % - 7 %, se la
esprimiamo con il vecchio sistema, o
minore di 48/53 mmol/mol secondo
l’attuale normativa.
Convivere con il diabete | 11
Delle eccezioni sono previste per le persone molto anziane o con altre patologie,
per le quali è accettabile un valore
differente, purché stabile nel tempo.
L’emoglobina glicata alta non descrive
però le variazioni glicemiche durante
la giornata, non c’informa sulla presenza
e sulla frequenza di valori bassi (ipoglicemie) o alti (iperglicemie).
La misurazione dell’emoglobina
glicata viene fatta periodicamente e
si esegue su campione di sangue
con esame di laboratorio.
12 | L’importanza del dato glicemico
La variabilità glicemica
È possibile riscontrare iperglicemie
importanti, a volte asintomatiche, sia
dopo i pasti sia in altri momenti della
giornata, anche in persone che hanno la
glicemia a digiuno buona o una buona
emoglobina glicata. Queste iperglicemie
sono particolarmente dannose per i vasi
sanguigni perché contribuiscono notevolmente all’insorgenza delle complicanze vascolari del diabete.
Oscillazioni troppo ampie
e troppo frequenti della glicemia,
sono una minaccia importante
per la salute e vanno trattate
per minimizzarle al massimo.
Allo stesso modo vi sono persone con
diabete, soprattutto se di vecchia data,
che hanno perso parzialmente la possibilità di avvertire valori glicemici sotto
la soglia di 70 mg/dl.
Queste ipoglicemie, anche se non
particolarmente gravi, quando sono
numerose contribuiscono anch’esse a
determinare un danno ai vasi sanguigni
con deterioramento precoce degli
organi.
Convivere con il diabete | 13
Infine vi sono persone che hanno
frequenti, a volte bruschi, passaggi da
valori glicemici bassi a valori alti.
In tutti i casi che ho citato, ci troviamo
di fronte al fenomeno della variabilità
glicemica.
Oscillazioni troppo ampie e troppo
frequenti della glicemia, sono una
minaccia importante per la salute e
vanno trattate per minimizzarle al
massimo. Per fare ciò è indispensabile
documentarle e non affidarsi alla percezione della loro presenza.
Grazie all’automonitoraggio, fatto in
modo strutturato, è possibile individuare
le situazioni con glicemie molto variabili, consentendo così di attuare misure
correttive personalizzate di terapia e
stile di vita, per giungere a un controllo
stabile e quindi meno dannoso.
14 | L’importanza del dato glicemico
Autocontrollo
glicemico
Per la donna
in gravidanza con diabete
l’uso dell’autocontrollo glicemico
deve essere più intensivo.
Convivere con il diabete | 15
Cosa vuol dire:
Sentirai spesso utilizzare i termini
“automonitoraggio” e “autocontrollo
glicemico” come equivalenti, ma non è
proprio così!
Automonitoraggio e autocontrollo non
sono esattamente la stessa cosa.
In modo semplice posso dirti che, con
automonitoraggio, indichiamo comunemente la pratica della misurazione
glicemica domiciliare, attraverso l’utilizzo del glucometro.
La misurazione glicemica talvolta è
fatta per necessità, in maniera “non programmata”, a causa di una sintomatologia (pensa all’ipoglicemia) che richiede
una verifica istantanea.
Al di fuori delle condizioni di emergenza,
la misurazione glicemica domiciliare
fornisce informazioni utili quando fatta
secondo una frequenza e uno schema
personalizzato. In questo caso parliamo
di automonitoraggio strutturato.
Il dato così ottenuto ti consente d’intraprendere delle azioni correttive utili per
far rientrare le glicemie nell’ambito del
buon controllo metabolico, in questo
modo si attua l’autocontrollo glicemico.
Se la pratica dell’automonitoraggio
necessita di un buon addestramento,
l’autocontrollo glicemico richiede un
vero e proprio intervento educazionale,
quindi un percorso di apprendimento,
per consentirti di poter utilizzare i dati
dell’automonitoraggio strutturato e
giungere all’autogestione attraverso
l’autocontrollo.
16 | L’importanza del dato glicemico
A questo punto penso avrai compreso
che, dietro quel gesto semplice anche se
a volte fastidioso di pungersi il polpastrello, ci deve essere un ragionamento
che ti induca a pensare al motivo per cui
è necessario farlo e quante volte, quale
informazione stai cercando e in quali
condizioni, come utilizzerai il dato
ottenuto e con chi lo condividerai,
perché possa essere valutato e utilizzato
al meglio.
L’autocontrollo glicemico
richiede un vero e proprio
intervento educazionale.
L’AUTOCONTROLLO CONSENTE DI:
Intervenire in modo tempestivo
e corretto per gestire e risolvere
l’ipoglicemia.
Intervenire, anche in modo
autonomo, sullo stile di vita.
Aiutare a mettere in
relazione l’andamento
delle glicemie con
le abitudini alimentari
e l’esercizio fisico.
Convivere con il diabete | 17
A cosa serve
l’automonitoraggio
La richiesta di praticare l’automonitoraggio secondo uno schema proposto
dal medico e concordato con te, ci pone
nella condizione di domandarci: perché
ti è chiesto di farlo e perché proprio in
quel modo?
Nel diabete trattato con insulina l’automonitoraggio glicemico è fondamentale
per eventuali correttivi alle unità da
somministrare, o alla quantità di carboidrati da consumare o a entrambi.
Nessuno si avventurerebbe nella cura di
una malattia che può richiedere quattro
somministrazioni d’insulina al giorno o
è in trattamento con il microinfusore,
di procedere senza conoscere il valore
glicemico prima di ogni somministrazione. Sarebbe come chiedere a una
persona di attraversare la strada quattro
volte al giorno, tutti i giorni, e di guardare
a destra e a sinistra solo se si ricorda.
Impensabile e pericoloso, non trovi?
Analogo ragionamento per la donna in
gravidanza con diabete: in questo caso
l’uso dell’autocontrollo glicemico deve
essere più intensivo per consentire di
raggiungere valori glicemici adeguati
senza incorrere in ipoglicemie.
Anche nei pazienti non insulino trattati
la pratica dell’autocontrollo è un
importante strumento di educazione, in
quanto permette d’imparare come gestire
il diabete, attraverso la correlazione tra
il dato glicemico e la quotidianità.
Condizione necessaria è che l’automonitoraggio segua uno schema ragionato
e personalizzato, in modo da ottenere
informazioni utili, con il giusto numero
di misurazioni.
L’esperienza ci insegna che non ne esiste
uno che vada bene per tutti e per sempre.
Sai bene che la glicemia può avere delle
variazioni anche rapide e quindi, per
poterle rivelare, è necessario stabilire
uno schema di misurazioni in genere su
base settimanale, che possa fornire le
informazioni necessarie sia alla verifica
dell’efficacia della terapia, sia alla
documentazione dell’effetto sulle sue
modifiche.
Si tratta di ottenere i cosiddetti “profili
glicemici” (pattern glicemici), sui cui si
ragiona, mettendo in correlazione
l’andamento della glicemia con quanto
18 | L’importanza del dato glicemico
accaduto (tipo di pasto, esercizio fisico,
attività lavorativa, imprevisti, malattia
etc.), per poi attuare le eventuali modifiche terapeutiche.
Come documentarlo
Ogni volta che misuri la glicemia
capillare con il tuo glucometro ricordati
di rispettare poche e semplice regole,
che trovi illustrate qui sotto.
Il valore misurato è registrato nella
memoria dell’apparecchio, insieme a
data e ora in cui è stato ottenuto e
permetterà al tuo medico di visualizzare
un diario elettronico al momento della
visita.
Un tempo ciò non avveniva perché
gli apparecchi non memorizzavano o
avevano una memoria limitata a poche
misurazioni.
Ciò comportava la necessità di annotare
su un foglio le misurazioni con aggiunta
del giorno e dell’ora, questi elenchi di
glicemie più o meno lunghi, costituivano
il diario glicemico.
Per essere facilitati nel compito ancora
oggi viene consegnato ai pazienti un
Diario Glicemico ordinato, sotto forma
di libricino, che ti guiderà nell’inserimento dei valori glicemici misurati nei
diversi momenti della giornata e della
settimana, ma soprattutto ti permetterà
di scrivere nelle note tutte quelle informazioni necessarie per capire l’andamento della glicemia (attività fisica,
alimentazione, malattia, viaggi etc).
Tenere un diario scritto ben fatto è abbastanza impegnativo, ma è importante
farlo in modo ordinato e chiaro, per
poterlo poi utilizzare al momento
dell’incontro con il tuo medico.
Spesso si è incompleti nel riportare i
dati o li si trascrive in modo disordinato
il che ne rende difficile l’interpretazione,
anche al più volenteroso dei medici.
Regole per un buon esame
1
Lava le mani
con acqua tiepida
e sapone e asciugale
molto bene.
CON STRISCE REATTIVE
Inserisci
la striscia
reattiva.
Premi con forza
il pungidito
contro la pelle
per ottenere
la goccia di sangue.
Accosta il dito
alla striscia reattiva.
Leggi il risultato
e rimuovi la striscia
dall’apparecchio.
SENZA STRISCE REATTIVE
2
3
4
5
Accendi
lo strumento.
Premi con forza
il pungidito
contro la pelle
per ottenere
la goccia di sangue.
Accosta il dito
alla zona reattiva.
Leggi il risultato.
20 | L’importanza del dato glicemico
Scarico dati
I dati trasmessi
possono essere elaborati
da particolari programmi
per poter ottenere
un numero aggiuntivo
d’informazioni.
Convivere con il diabete | 21
Vantaggio della gestione
computerizzata dei dati
I primi apparecchi si limitavano alla sola
misurazione della glicemia.
Con il passare degli anni le aziende del
settore hanno introdotto sul mercato
strumenti sempre più sofisticati, con i
quali è stato possibile ottenere non solo
misurazioni più accurate e affidabili,
ma anche risultati in tempi sempre più
brevi (oggi ridotti a pochi secondi) e
con gocce di sangue molto piccole.
Ciò che anche oggi rende sempre più
interessanti questi piccoli e straordinari
strumenti è, come prima ti ho detto, la
possibilità di registrare nella memoria
le misurazioni effettuate, conservandole
con la data e l’ora in cui sono state praticate.
Il numero di misurazioni memorizzate
è così alto da raggiungere diverse centinaia: le memorie dei glucometri somigliano sempre più alle rubriche dei
telefoni cellulari.
Oggi è anche possibile memorizzare il
valore glicemico insieme ad una serie di
annotazioni che, anche se facoltative,
sono di grande interesse pratico come
vedremo più avanti. Al valore misurato
è possibile aggiungere una serie di indicatori (marker) quali:
se il valore è stato ottenuto prima
di mangiare (marker preprandiale);
se il valore è stato ottenuto
dopo aver mangiato
(marker postprandiale);
se il valore è stato ottenuto
in un momento particolare
(esempio dopo l’esercizio fisico
o in concomitanza di una
sintomatologia particolare).
Questi marker consentono, al momento
dello scarico dati, di analizzare i valori
raccolti in modo completo e correlandoli con le attività quotidiane. Inoltre è
possibile, per te che lo utilizzi o per
il tuo curante, ottenere le medie di tutti
i valori glicemici riferiti a un dato
periodo che va dai 7 ai 90 giorni precedenti.
22 | L’importanza del dato glicemico
Infine puoi impostare degli allarmi sullo
strumento, che ti consentono di ricordare quando devi misurare la glicemia
ed essere aderente alle indicazioni del
tuo medico, traendo dall’automonitoraggio strutturato, il massimo beneficio.
Interessante vero?!
Grafici da valutare
I dati memorizzati nel glucometro possono anche essere trasferiti al computer,
mediante l’uso di cavi di collegamento,
USB o porta infrarossi. Questa procedura
è nota con il termine di scarico dati.
I dati trasmessi possono essere così
elaborati da particolari programmi
(diversi in rapporto alla casa produttrice
dell’apparecchio), per poter ottenere un
numero aggiuntivo d’informazioni.
Avrai notato che ho parlato di dati
registrati nella memoria del glucometro
e non di glicemie. Infatti, ciò che è
trasmesso non sono solo le glicemie con
le rispettive date e ore, ma anche quelle
note aggiuntive (marker) di cui ti ho
prima parlato.
Mi riferisco alla segnalazione del marker
preprandiale, “misurazione prima del
pasto” che in genere è rappresentata da
una mela integra, oppure del marker
postprandiale, “misurazione dopo il
pasto”, rappresentata da una mela
mangiata, o alla misurazione fatta in
occasione di un esercizio fisico rappresentata, ad esempio in alcuni strumenti,
da un omino che corre.
Lo scarico dati avviene generalmente al
centro diabetologico prima o durante la
visita, da parte del medico o di un infermiere esperto.
Esempio di grafico dell’andamento della glicemia
Iperglicemia
post-prandiale
200
Variabilità
glicemica
elevata
150
Glicemia
pre-prandiale
Intervallo
glicemico
ideale
100
50
Livello
glicemia
28
Giorni
29
30
31
01
02
Rischio
ipoglicemico
elevato
Convivere con il diabete | 23
In realtà potresti farlo anche tu a casa,
se hai un PC e se sei stato educato dal
tuo Team Diabetologico con una
formazione specifica, non difficile
ma necessaria per poterlo utilizzare
correttamente.
Al termine dello scarico dati, con pochi
semplici passaggi, è possibile avere a
Lo scarico dati
avviene generalmente
al centro diabetologico
prima o durante la visita,
da parte del medico
o di un infermiere
esperto.
disposizione non solo l’elenco di tutte
le glicemie da te misurate con la data e
l’ora (come le avresti annotate sul diario
cartaceo), ma anche grafici grazie ai
quali è possibile visualizzare facilmente
il tuo andamento glicemico e comprendere il tuo grado di controllo metabolico.
24 | L’importanza del dato glicemico
Esaminiamone alcuni:
Un primo dato che puoi immediatamente considerare è costituito dalla
glicemia media, riferita a tutti i valori
glicemici rilevati nel periodo prescelto
(dai 7 ai 90 giorni precedenti) e, accanto
a questo dato, troverai riportato anche
il numero totale di misurazioni da te
effettuate: questi due elementi ti dicono
se sei un buon utilizzatore dell’automonitoraggio e come, di conseguenza, è la
tua media glicemica.
I dati scaricati possono essere poi analizzati separatamente raggruppandoli
per valori che rientrano nell’ambito
delle glicemie normali, valori alti (indicativi di iperglicemia), valori bassi (indicativi di ipoglicemia).
Queste categorie vengono di norma
raffigurate con un grafico a torta dove
ogni spicchio, in base alla sua grandezza,
indica la percentuale di ogni gruppo.
Le glicemie possono anche essere
analizzate per singolo giorno della
settimana, in modo da farti capire se
utilizzi lo strumento costantemente,
oppure tendi a saltare dei giorni o
preferisci fare l’autocontrollo solo in
determinati giorni.
Un tipico grafico delle glicemie è rappresentato da una linea che unisce ogni
valore misurato nella giornata, ottenendo
una curva indicativa delle oscillazioni
glicemiche di uno o più giorni (pattern).
Convivere con il diabete | 25
I programmi di scarico dati permettono
anche di calcolare degli indici di probabilità di ipoglicemia (sigla LBGI) che di
iperglicemia (sigla HBGI). Il significato
di questi indici è quello di capire se hai
un rischio elevato di incorrere in
un’ipoglicemia o in un’iperglicemia.
26 | L’importanza del dato glicemico
Lettura dei dati
Adesso scendiamo un poco nel pratico.
Stai utilizzando da tempo e correttamente il tuo glucometro: ti sei convinto.
Per le misurazioni programmate hai
seguito uno schema che ti è stato
prescritto dal tuo medico; qualche volta
hai misurato la glicemia in momenti
non previsti perché hai avvertito qualche
disturbo che hai voluto verificare e
correggere da solo, se possibile.
Per esempio percepisci dei sintomi che
ti sono stati spiegati come possibili
segni di ipoglicemia e l’uso del glucometro ti consente di confermare o
smentire il tuo sospetto.
SINTOMI DELL’IPOGLICEMIA
Tremore, ansia, nervosismo
Palpitazioni, tachicardia
Sudore, sensazione di calore
Pallore, sudore freddo
Pupille dilatate
Fame
Giramenti di testa
Formicolii a braccia e mani
Nausea, vomito,
malessere addominale
Stato mentale alterato,
instabilità
Depressione, pianto,
sensazione di morte imminente
Pessimismo, irritabilità,
aggressività, rabbia
Cambiamento di personalità,
instabilità emotiva
Fatica, debolezza, letargia,
sogni ad occhi aperti, sonno
Confusione, amnesia, delirio
Visione doppia o sfocata
Comportamenti automatici
Difficoltà nel parlare
Atassia, scoordinazione,
a volte scambiate per ubriachezza
Problemi motori generali
o localizzati, paralisi,
emiparesi
Parestesia,
mal di testa
Shock, coma,
respiro anormale
Convivere con il diabete | 27
Se il risultato così ottenuto dovesse
confermare che la glicemia è inferiore
a 70 mg/dl, è necessario intervenire,
seguendo la regola del 15.
Regola del 15 per il Trattamento dell’Ipoglicemia
1
ALIMENTI CONTENENTI 15 g
DI CARBOIDRATI SEMPLICI
1 bustina di zucchero
1 cucchiaio da tavola di miele
125 ml di una bibita zuccherata
o di un succo di frutta zuccherato
1 bicchiere di aranciata o coca-cola
o altra bibita zuccherata (150 ml)
3 caramelle fondenti
Assumere immediatamente
15g di carboidrati semplici
2
3
Rimisurare la glicemia
dopo 15 minuti
Se la glicemia è <100 mg/dl
ripetere il punto 1 e 2, finchè
non si ottengono due misurazioni
consecutive >100 mg/dl,
in assenza di assunzione
di zucchero tra le due misurazione
28 | L’importanza del dato glicemico
Team
Diabetologico
Il trattamento del diabete
richiede la collaborazione
di più figure professionali
e anche della tua
partecipazione attiva.
Convivere con il diabete | 29
Ruolo e competenze
a supporto del paziente
Questo percorso lo sentirai nominare
come “Educazione Terapeutica”.
Sono giunto quasi al termine di questa
“chiacchierata”. Spero di aver contribuito
a farti comprendere meglio il reale ruolo
dell’autocontrollo glicemico, senza averti
annoiato troppo.
Prima di congedarci vorrei dedicare
l’ultimo paragrafo di questa piccola
guida al Team Diabetologico.
Come hai ormai potuto constatare
durante la lettura di queste pagine, la
partecipazione attiva ed efficace delle
persone con diabete al controllo e alla
cura, è un elemento essenziale nel successo della terapia. Perché ciò avvenga è
necessario che tu abbia un livello appropriato di conoscenza e di capacità, che
ti permetta di prendere decisioni sia
nelle scelte quotidiane in termini di stile
di vita sia, se necessario, di aggiustamento della terapia stessa.
Questo tipo di formazione richiede
interventi effettuati fin dalla diagnosi,
e ripetuti nel tempo, per verificare e
rinforzare le conoscenze sul diabete
e sull’impatto che i comportamenti
quotidiani (assunzione di un determinato alimento, esercizio fisico, stress
fisico o emotivo ecc.) e la terapia, possono avere sul buon controllo glicemico.
Come ben sai, il diabete è una malattia
difficile da gestire non solo per chi ne è
affetto, ma anche per chi vi si dedica per
curarlo. Per questo motivo il suo trattamento richiede la collaborazione di più
figure professionali e, anche, della tua
partecipazione attiva.
Generalmente il Team è costituito, oltre
che dal diabetologo, da diverse figure
quali l’infermiere dedicato, la dietista, il
podologo, talvolta l’esperto di fitness
(per l’attività fisica). Ciascuna con il suo
ruolo ben definito e competenze specifiche, ha l’obiettivo di aiutare la persona
con diabete a divenire, attraverso un
percorso costante e continuo, l’artefice
del proprio controllo glicemico.
La realizzazione piena di questo processo
non può avvenire senza l’intervento del
Team.
30 | L’importanza del dato glicemico
La persona con diabete dovrebbe essere educata a:
1
2
Avere le abilità necessarie
per effettuare la rilevazione
della propria glicemia.
Saper interpretare i risultati
come base per intraprendere
un’azione.
3
4
Percepire i collegamenti
tra specifici comportamenti
(alimentazione, esercizio fisico)
e i risultati della misurazione
glicemica, prendendo da questi
la motivazione al cambiamento
dei comportamenti.
Mettere in atto autonomamente
comportamenti correttivi,
in risposta ai risultati delle
misurazioni glicemiche,
soprattutto per la gestione
delle ipo e iperglicemie.
Convivere con il diabete | 31
Per concludere ritorniamo alla citazione
iniziale di quest’opuscolo. Il dottor Joslin
mise per la prima volta il paziente
al centro e gli dedicò il primo testo
di Educazione Terapeutica in ambito
diabetologico, dal titolo “Diabetic
manual for the doctor and patient”.
Fu ancora Joslin che, dopo la scoperta
dell’insulina, valorizzò il ruolo dell’infermiere quale educatore delle persone
con diabete ad un uso appropriato
dell’insulina, in stretta armonia con la
dieta e con l’esercizio fisico. Con Joslin
è nata, dunque, negli Stati Uniti, la
figura dell’infermiere abilitato all’educazione dei pazienti diabetici.
Io sono sicuro che oggi
Joslin trasformerebbe
la troika in quadriga,
aggiungendo al suo carro
un quarto cavallo,
“l’automonitoraggio glicemico”
Oggi più che mai questa figura è
indispensabile all’interno del Team
Diabetologico, per intraprendere qualsiasi percorso educazionale non solo
rivolto all’uso appropriato e ragionato
dell’automonitoraggio glicemico domiciliare, ma anche al conseguimento di
tutte le conoscenze teoriche e pratiche
necessarie.
“A Joslin si deve il merito di aver immaginato un carro a tre cavalli, la troika,
per ottenere il pieno controllo del diabete.
I tre cavalli simboleggiano l'insulina,
la dieta e l'esercizio fisico, necessari per
ottenere la “vittoria” sul diabete”.
Io sono sicuro che oggi Joslin trasformerebbe la troika in quadriga, aggiungendo al suo carro un quarto cavallo,
“l’automonitoraggio glicemico”, riconoscendone la dignità di mezzo terapeutico
al pari dei primi tre.
E ricordati che alla guida del carro
ci sei tu.
Il tuo diabetologo
Note
Convivere con il diabete
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BR-Dato glicemico