Se, anche in questo caso, la testa del capitato, che dovrà
sostenere il movimento residuo del polso, dovesse essere
gravemente degenerata potrà essere sostituita da una protesi
in pirocarbonio (Fig. 6a, 6b, 6c) così da mantenere un ampio
movimento di flesso-estensione evitando il più complesso
intervento di protesi totale o l’ultima spiaggia rappresentata
dall’artrodesi definitiva o “fusione” del polso (Fig 7).
Fig. 5a
Fig. 5b
Fig. 6a
L’ A R T R O S I
DEL POLSO.
PROTESI PARZIALI
Fig. 6b
Dr. Borelli Pier Paolo ©
Fig. 6c
Fig. 7
23 - ARTROSI del polso Parziale.indd 1-3
DR. PIER PAOLO BORELLI
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
Specialista in Chirurgia della Mano
Il presente opuscolo riveste carattere informativo per i pazienti.
Non è di carattere divulgativo o pubblicitario ed il suo utilizzo
è consentito solo all’interno del Poliambulatorio.
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Dal punto di vista anatomico l’articolazione del polso è molto
più complicata di articolazioni come l'anca e il ginocchio. E'
composta da una componente distale, il carpo a sua volta
costituito da 2 filiere di piccole ossa (scafoide, semilunare,
piramidale, piriforme, trapezio, trapezoide, capitato, uncinato)
unite tra loro da robusti legamenti e da una componente prossimale costituita da 2 ossa lunghe, il radio e l'ulna, connesse
tra loro da un complesso sistema capsulo-legamentoso (Fig. 1).
Quando la cartilagine che ricopre le strutture osse del polso e ne
permette uno scivolamento ottimale degenera a causa di artrosi, artrite, infezioni o traumi si instaura progressivamente una
sintomatologia dolorosa e una riduzione del movimento.
Protesi parziali di polso o “spaziatori”
Non sempre la degenerazione della cartilagine articolare è
diffusa a tutte le strutture ossee del polso da richiedere un
intervento di salvataggio così complesso come la protesi
totale di polso.
A volte il processo artrosico è selettivo. Se escludiamo le articolazioni alla base del pollice come la Trapezio metacarpale e
Scafo-trapezio-trapezoidale (sede di quella forma particolare
di artrosi denominata Rizoartrosi e per la quale si rimanda
alla relativa Brochure Informativa) possiamo prendere in
Fig. 1
23 - ARTROSI del polso Parziale.indd 4-6
considerazione situazioni in cui la degenerazione cartilaginea
risulta essere o direttamente correlata all'artrosi o secondaria
a fratture o pseudoartrosi o instabilità carpali o malattie
vascolari come il morbo di Kienbock e colpire il polso in sedi
anatomiche particolari come il semilunare, la testa del capitato e il polo prossimale dello scafoide. In tali situazioni si
creano a volte le condizioni per cui, al fine di eliminare il
dolore e preservare il movimento, le parti anatomiche degenerate devono o possono essere sostituite da “spaziatori” o vere
e proprie protesi monocompartimentali costituite da un materiale speciale, il pirocarbonio, altamente biocompatibile ed
utilizzato in campo medico da ormai 35 anni come componente delle valvole cardiache artificiali.
Una condizione particolare che sempre più spesso giunge
all'osservazione clinica è rappresenata dalla pseudoartrosi
dello scafoide carpale. In tale condizione può a volte verificarsi che il frammento prossimale sia in condizioni da non poter
essere più ricostruibile e da dover essere rimosso, per la sintomatologia dolorosa, in una fase antecedente all'inevitabile
instaurarsi della degenerazione artosica (Fig 2a). Allora per
prevenire o rallentare l'instabilità carpale secondaria viene
oggi inserito uno “spaziatore” in pirocarbonio che si “adatta”
alla cavità lasciata libera dall'asportazione del polo prossimale, consentendo tutti i movimenti del polso (Fig. 2 b).
Se invece la “storia naturale” della pseudoartrosi dello scafoide carpale compie il suo corso, l’artrosi può interessare le
articolazioni circostanti lo scafoide carpale e richiedere interventi di “fusione” selettiva che si prefiggono di mantenere
almeno una parte del movimento del polso in flesso-estensione. In tal caso l’intero scafoide può essere rimosso, eliminando così la causa del dolore, e le restanti 4 ossa vengono “fuse”
Fig. 2a
Fig. 2b
tra loro (“artrodesi dei 4 angoli”), preservando così un certo
grado di escursione articolare a livello della articolazione tra
radio e semilunare (Fig. 3).
Un'altra condizione particolare di artrosi del polso è quella
secondaria ad una instabilità post-traumatica del carpo di
vecchia data. In tale condizione può rendersi necessaria la
fusione tra il radio, lo scafoide e il semilunare (Fig. 4a). A volte
tuttavia, quando la degenerazione artrosica è diffusa anche
alla articolazione tra capitato e semilunare, può rendersi
necessaria, in associazione alla artrodesi radio-scafo-lunata,
la sostituzione della testa del capitato con una protesi in
pirocarbonio (Fig. 4b).
In altre condizioni, in alternativa alla “artrodesi dei 4 angoli”,
sempre al fine di eliminare il dolore e mantenere un certo grado
di movimento, può essere presa in considerazione la rimozione
di tutte le ossa carpali della prima filiera del carpo, quella
prospiciente il radio, consentendo al capitato di prendere il
posto occupato precedentemente dal semilunare (Fig. 5a, 5b)
Fig. 3
Fig. 4a
Fig. 4b
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