ASL Alessandria Regione Piemonte La Comunicazione Transculturale in ambito vaccinale Proposta di un Modello Operativo Anna Maria Luzi Dipartimento Malattie infettive, Parassitarie ed Immunomediate Istituto Superiore di Sanità Premessa Struttura del Modello Operativo Suddiviso in tre aree/fasi temporali - accoglienza - intervento informativo sulla vaccinazione (su tipologia del vaccino, sui vantaggi, sui rischi sui bisogni informativi della persona migrante) - concordanza sull’intervento vaccinale e condivisione del calendario vaccinale tra operatore e persona migrante. Utilità del Modello Operativo Integrazione degli aspetti tecnico-scientifici con quelli comunicativo-relazionali Possibilità per l’operatore di seguire una mappa di riferimento, un percorso strutturato ed organico Caratteristiche del Modello Operativo Dinamico e flessibile, comprensivo di tutti gli elementi che interagiscono nella relazione professionale in ambito vaccinale: operatore socio-sanitario, genitori, patologia infettiva prevenibile attraverso la vaccinazione, comunicazione La comunicazione in ambito transculturale Processo dinamico e dialogico, in continua trasformazione. Nell’interazione si stabiliscono rapporti ed equilibri modificabili “in itinere” Consapevolezza della propria cultura e dei modelli che produce Consapevolezza/conoscenza dei modelli di salute del genitore straniero e delle conseguenti difficoltà di accesso/relazione Il Modello Operativo Un protocollo per l’operatore sanitario impegnato nell’intervento vaccinale con la persona migrante Accoglienza - 1 Preparare il setting interno (autoconsapevolezza) ed esterno (spazio, tempo, presenza del mediatore linguistico-culturale) Accogliere il genitore (presentazione adeguata, attenzione al non verbale, introduzione del tema vaccinale) Ascoltare attivamente la persona/utente, cercando di mettere a fuoco cosa la persona sappia della vaccinazione e della malattia che questa va a prevenire ( uso di tecniche - riformulazione, delucidazione, capacità di indagine, messaggi in prima persona) Focalizzare il problema della persona Fornire chiarimenti Individuare e condividere con la persona un obiettivo sul quale lavorare Intervento Informativo - 1 Proporre la vaccinazione, spiegando a cosa serve, quali malattie infettive si possono evitare con il vaccino, quali i possibili rischi e implicazioni. In caso di accettazione dell’intervento vaccinale da parte della persona migrante Proporre il consenso informato chiarendone l’obiettivo E’ importante che il genitore straniero comprenda realmente ed eventualmente firmi in modo consapevole e responsabile (vedere Concordanza Vaccinale) (In caso di non accettazione della vaccinazione, fornire materiale informativo, opuscoli etc e concordare la data di un successivo incontro……) Rispettare i tempi dell’altro e tenere presente la possibile diversità del significato attribuito alla vaccinazione dall’operatore sanitario e dalla persona migrante Chiudere la relazione (riassumere, verificare, salutare adeguatamente, rendendosi disponibili ad un eventuale contatto) …….(vedere Vaccinazione – 2) Intervento Informativo - 2 Preparare il setting interno(autoconsapevolezza) ed esterno (spazio, tempo, presenza del mediatore linguistico-culturale) Accogliere e ascoltare la persona migrante, Rispondere ai bisogni informativi del genitore /migrante in un linguaggio comprensibile (mediazione linguistico-culturtale, disegni, opuscoli….) •Verificare ciò che il genitore abbia compreso le informazioni circa la vaccinazione in programma •Accogliere, contenere e rispettare le emozioni (qualsiasi sia la modalità comunicativa utilizzata dalla persona migrante) •Fornire supporto emotivo •Proporre il Consenso informato •Effettuare l’intervento vaccinale Chiudere la relazione (riassumere, verificare, salutare adeguatamente, rendendosi disponibili ad un eventuale contatto) Concordanza Vaccinale - 1 Preparare il setting interno (autoconsapevolezza) ed esterno (spazio, tempo, presenza del mediatore linguistico-culturale) Accogliere e ascoltare attivamente la persona e i suoi eventuali bisogni informativi Fornire indicazioni ulteriori su eventuali effetti collaterali e reazioni avverse Concordare ed effettuare l’intervento vaccinale Concordanza Vaccinale - 2 Focalizzare l’attenzione anche sulla condivisione del calendario vaccinale (sviluppando l’empowerment della persona migrante e promuovendo un suo coinvolgimento nel processo decisionale) Per un’adeguata aderenza al piano vaccinale, è fondamentale che la persona migrante assuma un ruolo attivo nel farsi carico della propria/altrui salute E’ importante puntare sulla concordanza della persona migrante relativamente al calendario vaccinale, restituendole quindi consapevolezza, responsabilità e capacità decisionale nell’intero processo Chiudere la relazione (riassumere, verificare, salutare adeguatamente, rendendosi disponibili ad un eventuale contatto) • ................ALCUNE RIFLESSIONI Comunicazione non verbale Con la comunicazione non verbale (sguardo, mimica, distanza/prossemica, movimenti, gesti, contatto convenzioni di cortesia, tono, velocità, ritmo, uso dell’ironia del luogo, la gestione del comportamento anche corporeo ed espressivo) si trasmettono elementi fondamentali della relazione, emozioni, atteggiamenti e informazioni personali, che possono rappresentare utili indicatori per una corretta valutazione della richiesta di aiuto formulata dalla persona migrante Ascoltare attivamente Non affidarsi troppo alla comunicazione non verbale per segnalare che si sta ascoltando (es. annuire nel mediterraneo orientale e in altri paesi significa “no”) Segnali paralinguistici come interiezioni (ah!) usate come segnale di ascolto. Grande variabilità culturale, difficoltà di decodifica Problemi lessicali. Attenzione all’uso di terminologia specialistica nella fase di riformulazione. Difficile comprensione, comunicazione asimmetrica La nostra necessità di precisione lessicale si scontra con la “tolleranza per l’ambiguità” degli orientali (leggere tra le righe è sentito come valore culturale fondante) (Balboni 1999) Rispettare le pause silenziose … Paralinguistica Turni di parola L’interruzione è inconcepibile nelle altre culture dove si rispettano i turni di parola In Cina: breve pausa dopo la domanda (rispetto per l’interlocutore). Non affrettarsi ad anticipare “per facilitare” Un’intonazione troppo espressiva per enfatizzare una parola è disturbante (soprattutto per gli orientali che controllano l’espressione delle emozioni) Il nostro stile comunicativo è sentito complessivamente come aggressivo dagli altri - non-mediterranei - (mimica accentuata, gestualità, tono e intonazione) Velocità Il tono di voce, come quello di tutti i popoli del mediterraneo, è piuttosto alto Emozioni Secondo l’ipotesi universalista espressioni facciali ben definite che corrispondono alle sei emozioni di base (rabbia, paura, felicità, tristezza, sorpresa e disgusto), vengono universalmente riconosciute in culture molto diverse ‘Display rules’ regole di esibizione, culturalmente determinate, che permettono di stabilire quando è opportuno disporre alcuni comportamenti non verbali Gli orientali non esprimono le emozioni in modo facilmente leggibile (es. Cina, Giappone). Per non “perdere la faccia” (perdita del consenso sociale): assumere un’espressione impassibile, evitare di perdere il controllo di se stessi, di mostrare pubblicamente la propria frustrazione, la propria rabbia (Cina) Emozioni Nei Paesi arabi (e ovunque ci siano ruoli di genere squilibrati) le donne presentano una mimica facciale più contenuta Evitare il contatto fisico, soprattutto tra uomo e donna Nella cultura cinese non è previsto il contatto fisico, soprattutto tra estranei e in pubblico Più accettabile nell’America latina, nell’Europa dell’Est e nei Paesi arabi (ma tra persone dello stesso sesso – ci si può tenere anche per mano in molti Paesi) La dimensione culturale del tempo Il tempo non è un’entità astratta: ogni cultura lo percepisce e lo elabora in rappresentazioni diverse (ma in rapido cambiamento) Nelle società non occidentali NON è inteso come oggetto autonomo, come entità sovraindividuale. Tempo e attività umana sono correlati Per le culture cristiane e islamiche il tempo è lineare, per altre è circolare (es. buddismo) Tendenza a rappresentare solo il presente - visione sincronica (es. Rom) o a percepire il futuro come non modificabile in quanto nelle mani di Dio Nella lingua cinese parlata i verbi non hanno tempi (passato, futuro), si usa sempre il presente aggiungendovi una parola che dica tempo fa, anticamente, ieri, domani, in futuro, ecc... Illness, la prospettiva del persona Diverse visioni della malattia, “interferenze” con le spiegazioni scientifiche Interpretazioni sull’origine, sul significato del male, su come influisce sul ruolo della persona all’interno della comunità di appartenenza, sul suo comportamento e sulle relazioni sociali Inquadramento della terapia nei modelli tradizionali Difficoltà nella prevenzione/intervento vaccinale (non esplicitate nella relazione) Complessità nel definire un calendario vaccinale condiviso Diversa percezione del tempo e quindi nel programmare e seguire il piano in modo lineare (es. Cina) Impressione di non poter influire sul proprio destino Atteggiamento “attendista” (da noi viene letto come mancanza di autonomia) Pianificare a breve termine, appuntamenti successivi ravvicinati Saluti e strette di mano Nei paesi latini e nell’Europa dell’Est i saluti sono in genere più calorosi (abbracci, baci sulle guance tra persone dello stesso sesso) In Oriente la stretta di mano si sta velocemente diffondendo al posto dell’inchino (ev. accompagnata da un inchino accennato) È generalmente accettata (con qualche variante ed eccezione) Proporla comunque per primi, con discrezione, dosandola. Non accompagnarla con la presa sul braccio Non sempre la stretta degli altri è “dosata” secondo i nostri standard Nome Il nome è simbolo di differenziazione e indicatore delle tradizioni, della cultura e della storia familiare. Designa in modo univoco l’appartenenza a un gruppo In Africa l’attribuzione del nome può essere molto complessa (e la comprensione difficile) Con i cinesi NON usare solo il nome, senza appellativi. Identificare e usare il cognome (viene sempre scritto prima). Usare cognome e nome assieme solo se si conosce la persona Piuttosto che confondere nome con cognome, scriverlo o pronunciarlo senza attenzione … chiedere Silenzio Ogni cultura ha elaborato un campionario di silenzi diversi, che possono significare continuità rispetto alla parola o vuoto comunicativo. Comunica pudore, rispetto, è sconveniente dirlo? O non si trovano le parole? La codifica dei silenzi richiederebbe una buona conoscenza della cultura dei parlanti Nella cultura occidentale il silenzio ha una connotazione negativa: freddezza comunicativa, distanza, rifiuto o apatia Per gli altri può essere prudenza, rispetto verso l’interlocutore, paura di sbagliare, vergogna per non aver capito (es. Cina) Gli italiani non tollerano pause silenziose superiori a 10 secondi. “Small talk” di “riempimento”, imbarazzante o irritante per altre culture Sguardo La cultura determina i vari aspetti dello sguardo (direzione, frequenza, durata) In occidente lo sguardo diretto e prolungato è un segno di franchezza Per molte culture può essere interpretato come sfida ed essere vissuto come minaccioso, sfrontato o invasivo (es. Cina, Africa) Abbassare gli occhi non è necessariamente segno di disattenzione (imbarazzo, pudore, rispetto) Ridurre/dosare la durata del contatto Non generalizzare, variabilità all’interno di una stessa cultura: sono fondamentali i ruoli di genere e di potere Sorrisi In Occidente il sorriso esprime un generico accordo, o almeno attesta la comprensione di quanto si sta dicendo In altre culture questa interpretazione non è altrettanto certa (imbarazzo…) Per non offendere con un diniego, un orientale imbarazzato può limitarsi a sorridere e a mantenere il silenzio Forme di cortesia Rispetto assoluto per le persone - anche di poco - più anziane di noi. Non mettere mai in imbarazzo (soprattutto i cinesi) Accettare i regali, schernirsi ma con moderazione (es. Cina, Turchia) Non fare elogi in modo aperto e diretto su persone e oggetti (es. Senegal) Non tutti si soffiano il naso in pubblico… Accettare il baciamano Gestualità Gli italiani gesticolano molto e questo distrae, disturba e confonde persone di culture diverse. Non indicare. Accomodamenti… Difficoltà a interpretare la nostra gestualità, possibili malintesi Gestualità quasi assente in Oriente (controllo delle emozioni) Tabu’ della mano sinistra Chiedere il significato di gesti per noi poco chiari. Ma NON imitare, non generalizzare …. e infine considerare In alcune culture è MOLTO difficile ammettere di non aver capito o di NON essere d’accordo Riluttanza a dire NO. Deve essere dedotto dalla comunicazione non verbale (silenzio, sorriso) (Es. Cina) Le domande chiuse in certe culture (Oriente, in parte Africa, Turchia) “impongono” una risposta positiva (per rispetto) NON insistere nell’avere conferma dell’avvenuta comprensione, può essere offensivo (mossa up, sottolinea lo squilibrio di potere) e/o inutile (risposte positive) Riassumere “per se stessi”. Ricomporre assieme i passi del piano di intervento …. e infine considerare Da noi i convenevoli di chiusura sono brevi. In Oriente e nei Paesi arabi sono sempre molto estesi (e per noi esasperanti) L’invio presso altre strutture può essere vissuto come una mancanza di interesse per culture collettivistiche. Continuità e contatto con appuntamenti ravvicinati Modello Operativo Vantaggi Limiti • Identificazione e sistematizzazione di un protocollo di riferimento • Il Modello non è esaustivo • Confronto con professionisti che lavorano sul territorio • Integrazione di conoscenze, competenze ed esperienze di operatori con differenti ruoli professionali • Le aree operative del Modello Operativo applicato all’ambito vaccinale, nella loro articolazione processuale, necessitano di un’applicazione sul campo per provarne l’efficacia …. Conclusioni Utilità di definire un Modello Operativo, flessibile, dinamico finalizzato a rendere omogenei modalità di comunicazione nella prassi vaccinale Necessità di poter sistematizzare tutti gli aspetti costitutivi della relazione professionale (formazione, lavoro in rete, integrazione di multiprofessionalità) e di poter considerare alcuni elementi di base trasversali ad ambiti di intervento differenti (…….) Tutto questo al fine di garantire ad ogni genitore equità di trattamento, accesso ai Servizi, fruibilità dell’ intervento vaccinale A tal fine un Modello Operativo, così articolato, dovrebbe costituire un comune denominatore anche per la popolazione italiana.. Grazie per l’attenzione! • Il presente intervento è tratto da materiale didattico utilizzato in moduli formativi organizzati, in collaborazione con la dott.ssa A. Colucci e con la dott.ssa D. Barbina dell’Istituto Superiore di Sanità, nell’ambito del Progetto “Promozione e tutela della salute della persona straniera attraverso l’individuazione e la sperimentazione di una metodologia di intervento nell’ambito delle malattie infettive.” promosso e finanziato dal Ministero della Salute (anno 2009-11) Dott.ssa Anna Maria Luzi Ricercatrice, Psicologa, Psicoterapeuta Unità Operativa “Ricerca psico-sociocomportamentale,Comunicazione, Formazione” Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate Istituto Superiore di Sanità, Roma tel. 0649902029 – fax 0649902695 e-mail: [email protected]