Coordinato da Claudio Lucchetta
Agenzia Adiconsum - anno XIX - n. 41 - 4 luglio 2007
Stampato in proprio in luglio 2007
In questo numero:
Nuova campagna Adiconsum
sull’educazione alimentare
La coalizione “Liberi da ogm”
presenta la consultazione nazionale
In primo piano
-Nuova campagna Adiconsum sull’educazione alimentare
Argomenti
-La coalizione “Liberi da ogm” presenta la consultazione
nazionale
-L’appello degli scienziati a favore della consultazione
-Etichettatura carni avicole: la Commissione Ue apre la
procedura di infrazione
In breve
-Ogm: le Regioni approvano il decreto che ripristina lo
0,1% di contaminazione nel bio
-Parmesan: il ricorso della Commissione Europea contro
la Germania sarà respinto?
-A Modena torna “Sicura”
-Nasce la Fondazione di ricercain agricoltura biologica e
biodinamica
Registrazione Tribunale di Roma n. 350 del 9.06.88 – Iscriz. ROC n. 1887
Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) art. 1, comma 2, DCB Roma
Adiconsum News
In primo piano
Nuova campagna Adiconsum
sull’educazione alimentare
L’iniziativa prende lo spunto da un progetto dell’Adiconsum
territoriale di Asti per la realizzazione di un corso multimediale
di educazione alimentare per gli insegnanti e gli alunni delle
scuole elementari e medie inferiori.
L’azione dell’Adiconsum sul tema dell’educazione alimentare
L’Adiconsum è impegnata da sempre in campagne di informazione volte
ad aumentare la consapevolezza dei consumatori per far sì che ognuno
possa esercitare il proprio diritto di scelta. L’attività di informazione nel
campo dell’educazione alimentare negli ultimi anni si è concretizzata in
particolare nella pubblicazione di due opuscoli della collana La guida del
consumatore: “La salute a tavola – Guida all’alimentazione responsabile”
e “L’alimentazione nella terza età – Mangiare bene per mantenersi sani”. Il
primo è stato realizzato nell’ambito di una campagna promossa dall’Adiconsum territoriale di Udine, in collaborazione con l’Assessorato all’Istruzione
della Provincia di Udine, che ha visto il coinvolgimento di diversi Istituti di
istruzione secondaria superiore attraverso l’organizzazione di un seminario
e la distribuzione dell’opuscolo stesso. Una tiratura supplementare del
vademecum (10.000 copie) è stata poi stampata dall’Adiconsum nazionale
e diffusa attraverso tutte le sedi periferiche. Il secondo opuscolo è nato
invece da un’iniziativa dell’Adiconsum di Frosinone, che ha organizzato
– con il supporto del Comune e dell’Adiconsum nazionale – un seminario
di educazione alimentare presso un locale centro anziani; dal materiale
preparato per l’occasione è scaturito infatti l’opuscolo che – grazie anche
al contributo della Fnp Cisl – è stato stampato in 10.000 copie e distribuito
ancora una volta attraverso le sedi periferiche dell’associazione.
Perché una campagna di educazione alimentare
per le scuole elementari e medie?
Ancora una volta, come nei due casi di cui sopra, lo spunto per una
nuova campagna è offerto dall’iniziativa di una Adiconsum territoriale. Si
tratta dell’Adiconsum di Asti, che con il contributo della Fondazione Cassa
di Risparmio di Asti, ha messo in cantiere un progetto che punta a coinvolgere le 85 scuole elementari e le 28 scuole medie della Provincia.
Con il progredire delle conoscenze scientifiche risulta sempre più evidente la stretta connessione tra alimentazione, stili di vita e salute. La
mancanza di una cultura nutrizionale di base e l’affermarsi di abitudini
sempre più sedentarie sono sicuramente le principali cause di un progressivo peggioramento delle nostre condizioni di salute. Del resto le
attività finora realizzate nel settore dell’educazione e della prevenzione
si sono rivelate insufficienti, sia a causa di un’inspiegabile carenza delle
risorse destinate allo scopo, sia per la mancanza di coordinamento delle
iniziative che pertanto risultano disarticolate ed eterogenee per contenuti,
mezzi ed obiettivi.
L’Adiconsum è da anni impegnata in campagne di sensibilizzazione e
di formazione dei consumatori su questi temi, e riteniamo che i bambini
ed i ragazzi tra i 6 ed i 14 anni siano attualmente il target ideale. Sia per
la possibilità di intervenire precocemente in una fase particolarmente re-
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Adiconsum News
cettiva della loro vita, integrando le nozioni in questione in un contesto di
formazione più generale; sia per la capacità di questi soggetti di veicolare
l’informazione diffondendola anche all’interno delle famiglie.
La scuola e gli insegnanti sono, naturalmente, i soggetti più qualificati
per svolgere questo tipo di attività formativa, ma spesso i docenti non
dispongono di strumenti adeguati e moderni per tenere lezioni piacevoli
ed interessanti su questi argomenti.
Le azioni previste
Il progetto che l’Adiconsum di Asti realizzerà entro il 31 dicembre 2007,
con il supporto tecnico dell’Adiconsum nazionale, prevede la realizzazione
del seguente materiale:
• opuscolo/manuale per insegnanti
• opuscolo per gli alunni, suddiviso in 3 sezioni: alunni del I ciclo delle
scuole elementari; alunni del II ciclo delle scuole elementari; alunni
delle scuole medie
• cd rom contenente l’esposizione degli argomenti, oltre a giochi da
proporre agli alunni per facilitare l’apprendimento dei concetti
• schede riassuntive e di verifica degli argomenti trattati
Possibili sviluppi ed integrazioni
Come nei casi relativi alle iniziative delle Adiconsum di Udine e di
Frosinone precedentemente citati, anche il presente progetto locale si
presta ad essere esteso su più vasta scala, con l’obiettivo di raggiungere la diffusione più ampia possibile di informazioni relative alla corretta
alimentazione ed all’adozione di stili di vita salutari.
Argomenti
La coalizione “Liberi
da ogm” presenta la
consultazione nazionale
Obiettivo: 3 milioni di firme.
m
ercoledì 24 luglio è stata presentata a Roma la consultazione nazionale che si svolgerà dal 15 settembre al 15 novembre 2007 sul
tema Ogm e modello di sviluppo agroalimentare in Italia, promossa
dalla coalizione Italiaeuropa - “Liberi da ogm”.
L’iniziativa, che ha patrocinio del ministero delle politiche agricole,
riunisce le maggiori organizzazioni degli agricoltori, del commercio, della grande distribuzione, dell’artigianato, della piccola e media impresa,
dei consumatori, dell’ambientalismo, della scienza, della cultura, della
cooperazione internazionale, le quali lavoreranno durante i due mesi per
raccogliere i voti firmati dai cittadini italiani su schede distribuite capillarmente nel territorio attraverso banchetti allestiti nelle piazze italiane
e un programma di incontri e dibattiti.
L’obiettivo è raccogliere 3 milioni di voti firmati in una sorta di referendum propositivo.
Il prossimo grande appuntamento è il 10 settembre, quando ci sarà
una sorta di stati generali delle organizzazioni della coalizione, con la
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partecipazione di circa un migliaio di persone. Sarà un incontro aperto al
pubblico e alla stampa.
Il 15 settembre partirà ufficialmente la consultazione nazionale con 5
grandi eventi in simultanea emblematici delle motivazioni della campagna.
Si terranno a Milano, Firenze, Bologna, Bari e Napoli.
Per informazioni e per votare si può anche consultare il sito appositamente realizzato www.liberidaogm.org
Queste le organizzazioni che fanno parte della Coalizione Liberi da
Ogm:
Acli, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Agci Agrital, Aiab, Alpa, Assocap, Cia,
Cic, Città del vino, Cna, Codacons, Coldiretti, Confartigianato, Coop, Copagri, Federconsumatori, Focsiv, Fondazione Diritti Genetici, Greenpeace,
Legacoop Agroalimentare, Legambiente, Libera, Res Tipica, Slow Food,
Vas, Wwf.
(Liberi da Ogm)
L’appello degli scienziati
a favore della consultazione
Tra il 15 settembre e il 15 novembre 2007 si verifica qualcosa di nuovo. Una Consultazione nazionale, promossa dalla Coalizione ITALIAEUROPA - LIBERI DA OGM, rimette al centro delle decisioni
importanti i cittadini. Tutti gli attori del sistema agroalimentare italiano, vale a dire le organizzazioni
dell’agricoltura, dell’artigianato, della piccola e media impresa, della grande distribuzione, del consumerismo, dell’ambientalismo e della cooperazione internazionale, si ritrovano intorno a un interesse
comune. E insieme tornano a dialogare con i cittadini di “qualità e sostenibilità degli alimenti”.
Il dibattitto non può prescindere dall’appoggio di tutti gli scienziati e gli studiosi che comprendono il valore della sostenibilità dell’innovazione scientifica e tecnologica. In ambito agricolo, la
questione riveste un significato cruciale. L’agricoltura europea deve affrontare criticità sempre più
pressanti, che richiedono scelte appropriate sia sul piano politico ed economico, sia sul piano scientifico e tecnologico. Per fare qualche esempio, si pensi alla sfida lanciata all’agricoltura europea dai
cambiamenti climatici e dalle urgenti misure fissate dal Protocollo di Kyoto. Ma si pensi anche alla
necessità di ridurre i fertilizzanti di sintesi e i liquami zootecnici per rispettare la Direttiva nitrati
dell’Unione Europea (91/676/CEE). Si tratta di sfide che si giocano interamente sulla capacità di
scegliere innovazioni sostenibili e conformi alla normativa ambientale.
Lo sviluppo del sistema agroalimentare, nel nostro Paese, deve tenere conto di alcuni fatti essenziali. Nella stragrande maggioranza dei casi le dimensioni dell’impresa agricola italiana sono
contenute, per la morfologia del territorio e per la storia socioeconomica nazionali. L’Italia quindi non
ha alcuna possibilità di competere sulla quantità della produzione, con bassi margini di guadagno,
ma può e deve competere sulla qualità, con alti margini di guadagno in particolare nell’esportazione. Tale affermazione è avvalorata dalla crescente domanda di alimenti tipici e genuini espressa
dai cittadini italiani ed europei.
Con queste premesse, i costi economici, ambientali e sociali di un’agricoltura sempre più dipendente dal petrolio, dalla chimica industriale e dai brevetti sarebbero enormi e privi di senso.
Anche le colture geneticamente modificate sono antieconomiche. Com’è documentato dagli
studi più avanzati di economia delle produzioni agricole, l’agricoltura transgenica non conviene, e
la ragione è molto semplice: il rapporto costi/ricavi dell’agricoltura transgenica è sostanzialmente
il medesimo dell’agricoltura tradizionale, ma il suo mercato è ristretto per la scarsa accettazione
mostrata dai consumatori. D’altra parte, al di là dell’analisi economica, le valutazioni sulle scelte
agricole devono tenere in considerazione l’obbligo di rispettare il Principio di Precauzione – previsto
dal Diritto internazionale e dal Trattato dell’Unione Europea – per evitare i rischi potenziali degli
organismi geneticamente modificati. Da questo punto di vista, il presente appello fa propri i principi
presentati dalla Società Italiana di Ecologia nel documento Scienza e Ambiente 2002 (scaricabile
www.dsa.unipr.it/site).
Il sistema agroalimentare europeo custodisce nella tipicità delle sue tradizioni e delle sue risorse
buona parte del potenziale innovativo necessario alla sua ripresa. La convenienza di far leva su quel
potenziale per consolidare processi produttivi e filiere sostenibili è sotto gli occhi di tutti. Nel breve
termine, quindi, occorre mettere a frutto tutte le competenze e le innovazioni utili a conservare e
valorizzare la diversità dei prodotti locali nel rispetto del territorio. Per esempio, si possono usare
tecniche innovative di migliormento genetico, che non fanno ricorso all’ingegneria genetica, perché
le varietà agricole esprimano caratteristiche desiderabili per l’ambiente. Anche gli investimenti in
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ricerca scientifica e tecnologica avanzata non possono attendere, dal momento che i danni provocati
dai cambiamenti climatici presto richiederanno di studiare e adottare misure di risparmio idrico,
chimico ed energetico lungo tutto il ciclo di produzione.
In Italia e in Europa molte delle risorse e delle competenze necessarie a raggiungere queste
finalità esistono già, ma è giunto il momento di trasformarle in programmazione e operatività di
sistema. L’obiettivo è ricostruire un patto sociale forte intorno alla sicurezza e alla salubrità degli
alimenti, definendo un modello di sviluppo ben ancorato alla realtà a vantaggio della collettività di
oggi e di domani. Un modello che, se trasferito nel contesto dell’Unione Europea, può innescare un
vero salto di qualità delle politiche comunitarie a cui i cittadini guardano con maggior interesse.
L’Italia e l’Europa sono oggi chiamate a scegliere tra i grandi profitti di poche imprese multinazionali e gli interessi di un’intera cittadinanza. La comunità scientifica, a prescindere dalle distinzioni
culturali e disciplinari, ha una grande responsabilità in questa scelta. Firmare l’appello Una scienza
responsabile per un cibo sostenibile è anzitutto un atto di civiltà della scienza: un atto semplice,
che restituisce agli scienziati il loro ruolo insostituibile nell’emancipazione della società.(*)
(*) Per aderire è sufficiente inviare una mail ai seguenti indirizzi:
[email protected]
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digitando “adesione appello” nel subject e indicando i seguenti dati nel messaggio:
– nome e cognome
– qualifica
– ente di affiliazione
– città
– e-mail
I dati personali saranno utilizzati esclusivamente per l’adesione all’appello e trattati conformemente alla normativa sulla riservatezza.
Argomenti
Etichettatura carni avicole:
la Commissione Ue apre la
procedura di infrazione
Un “parere motivato”, primo passo di una procedura
di infrazione, invita l’Italia a ripristinare la normativa
precedente, ma il Governo – supportato dai rappresentanti
della filiera – decide di opporsi.
s
econdo la Commissione UE l’ordinanza del Ministro della Salute 26/08/2005,
che nel momento del picco massimo dell’emergenza aviaria aveva introdotto
l’obbligo di indicazione dell’origine nell’etichettatura delle carni avicole, sarebbe in contrasto con la normativa comunitaria ed ostacolerebbe la libera
circolazione delle merci.
Questo è quanto risulta dal parere motivato – primo passo verso l’apertura
di una procedura di infrazione – inviato al Governo Italiano, con la richiesta di
un sollecito intervento per il ripristino della normativa preesistente (indicazione
dell’origine facoltativa).
Durante una riunione con le rappresentative dei produttori e dei consumatori
tenutasi questa mattina presso il Ministero della Salute, il Sottosegretario Patta
ha comunicato l’intenzione, di concerto con il Ministero delle Politiche Agricole,
di opporsi alle richieste della Commissione. La decisione ha ottenuto il consenso
unanime dell’assemblea.
Test noi consumatori
Adiconsum News
L’Adiconsum, da sempre favorevole a qualsiasi provvedimento mirante a favorire l’informazione del consumatore, sottolinea in particolare che l’indicazione
dell’origine è un dato essenziale che dovrebbe essere reso obbligatorio per tutti
i prodotti in commercio, e soprattutto per quelli alimentari.
Tale informazione, infatti
• è già disponibile e facilmente verificabile grazie agli obblighi di tracciabilità
previsti dalla normativa comunitaria (la menzione in etichetta, in altre parole,
è soltanto un trasferimento al consumatore di un dato che tutti i soggetti della
filiera hanno l’obbligo di conoscere)
• è, insieme alla data di scadenza e al peso netto, una delle menzioni più determinanti nelle scelte dei consumatori;
• è già obbligatoria per una serie di prodotti alimentari (carni bovine, uova,
pesce pescato o di allevamento, ortofrutticoli freschi, ecc.).
Inoltre condividiamo l’opinione del Sottosegretario Patta in merito alla assoluta
mancanza di coerenza della Commissione in questa circostanza; se infatti l’obbligo di indicazione dell’origine potesse veramente ostacolare la libera circolazione,
allora dovrebbe esserlo sempre ed in ogni caso.L’adozione di decisioni diverse in
merito all’etichettatura di prodotti simili a nostro avviso sembra rispondere più
ad interessi di parte che alla tutela del libero mercato.
In breve
Ogm: le Regioni approvano il decreto che
ripristina lo 0,1% di contaminazione nel bio
“Le Regioni hanno accolto il nostro decreto che ripristina la soglia dello 0,1%
di contaminazione Ogm nell’agricoltura biologica”. Lo dichiara il ministro Paolo
De Castro dopo l’approvazione, da parte del Comitato tecnico di coordinamento
in materia di agricoltura della Conferenza Stato-Regioni, dello schema di decreto
presentato in tal senso dal ministro. De Castro la ritiene “una scelta per garantire
la qualità dei nostri prodotti biologici, indipendentemente dalle scelte europee
che non abbiamo condiviso né votato”. In una nota dell’assessore all’Agricoltura
della Regione Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni, viene sottolineato che “l’iniziativa è stata sostenuta da numerose Regioni, associazioni di categoria e di
consumatori”. Il confronto tra Regioni e Ministro, viene ancora detto nella nota
“ha prodotto un testo che rafforza la posizione che il nostro Paese ha sostenuto
in sede comunitaria e che ci pone al primo posto nella difesa degli interessi della
nostra agricoltura”.
(Fonte: Aiol – Agricoltura Italiana Online)
In breve
Parmesan: il ricorso della Commissione
Europea contro la Germania sarà respinto?
Una proposta incredibile quella dell’avvocato generale, lo slovacco Jan Mazàk,
che ha chiesto alla Corte di Giustizia di respingere il ricorso della Commissione
Europea contro la Germania, accusata di non aver perseguito la commercializzazione di “Parmesan”. Se confermata, la sentenza costituirebbe un severo vulnus
al sistema europeo delle Dop/Igp ed aprirebbe la strada a nuovi casi di imitazione
di prodotti di qualità.
Il 21 marzo 2005, infatti, la Commissione Europea aveva posto alla Corte di
Giustizia Europea il problema della presenza sul mercato tedesco di formaggio
“Parmesan”, evocativo della Dop “Parmigiano Reggiano”, chiedendo che la Germania
intervenisse su questo abuso a danno della denominazione protetta italiana.
Test noi consumatori
Adiconsum News
Le conclusioni dell’avvocato generale rigettano le richieste della Commissione
e, soprattutto, non impongono alla Germania di perseguire d’ufficio le denominazioni non conformi al diritto comunitario. In pratica, per tutelare in Europa le
Dop e le Igp sarebbe necessario promuovere azioni specifiche dinanzi ai tribunali
nazionali.”
“A questo punto – si legge in una nota di Confagricoltura – riteniamo urgente intervenire, e chiediamo anche l’intervento del nostro Governo in tal senso,
modificando la normativa comunitaria per chiarire definitivamente che la tutela
delle Dop/Igp deve essere garantita d’ufficio dai Paesi membri”.
(Fonte: Confagricoltura)
In breve
A Modena torna “Sicura”
Per il quarto anno consecutivo Sicura si ripropone a Modena (dal 19 al 21 settembre) quale insostituibile momento d’incontro fra i diversi soggetti che hanno
parte attiva nella filiera alimentare, offrendo loro la possibilità, attraverso un ampio
programma di convegni, conferenze, seminari, dibattiti, di esaminare i problemi
legati alla sicurezza degli alimenti, chiarire dubbi sulla normativa vigente in materia
e, attraverso corsi di formazione, offrire un momento di puntuale aggiornamento.
Sarà inoltre occasione per confrontarsi sulle esigenze delle imprese, sui diritti dei
consumatori e sui compiti dei controllori.
Ogni informazione e il programma specifico delle conferenze delle convention e
dei corsi (con accreditamento ECM) che si terranno all’interno della manifestazione
sono in continuo aggiornamento sul sito web dedicato www.sicura.info (Segreteria organizzativa Sicura 2007)
In breve
Nasce la Fondazione di ricerca
in agricoltura biologica e biodinamica
Il 18 luglio 2007 si è costituita ufficialmente La Fondazione di ricerca in agricoltura biologica e biodinamica in presenza dei soci fondatori: Associazione Italiana
Agricoltura Biologica, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Unione Italiana
Lavoratori agroalimentari, e Legambiente.
Il nuovo soggetto nasce con il principale obiettivo di rispondere al meglio alle
esigenze di un settore in costante crescita, come quello dell’agricoltura biologica,
che ha fame di ricerca e chiede risposte concrete. Ad oggi, infatti, meno dell’1%
della ricerca in agricoltura è destinato al settore biologico e biodinamico, nonostante l’Italia sia il primo paese produttore ed esportatore di biologico in Europa
e l’agricoltura biologica rappresenti un sicuro punto di eccellenza qualitativa delle
produzioni italiane.
La Fondazione – che ha già ricevuto il sostegno concreto di istituzioni, di diverse aziende del settore e di enti di ricerca – invita tutti i cittadini a sostenere
il progetto, diventando “Amici della Fondazione”.
(Fonte: AIAB – Associazione Italiana Agricoltura Biologica)
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