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protezione svizzera degli animali psaANIMALI SELVATICI Büchi Walter SUTTER
Folletti in casa – cosa fare contro
i ghiri?
I ghiri dal lato zoologico appartengono ai roditori e sono classificati nella famiglia dei cosiddetti
gliridi. I ghiri sono i nostri più grandi gliridi e misurano da 13 a 19 cm, in più si aggiunge una coda
lunga da 10 fino a 15 cm. Il colore del manto è grigio sulla schiena, nettamente chiaro quasi bianco sulla parte del ventre. I parenti prossimi sono il topo quercino e il topo delle nocciole: il primo
è un po’ più piccolo e ha la schiena bruna, una maschera facciale distintamente oscura e una coda
meno cespugliosa. Nettamente ancora più piccolo è il topo biondo oro delle nocciole.
Profondo sonno per mesi
I ghiri nella lingua tedesca vengono chiamati veramente con il nome giusto (Siebenschläfer = dormienti sette volte): quando si fa più freddo gli strani animali grigi si ritirano: cercano un posto
idoneo e resistente al gelo per dormire, dove essi dormono durante sette fino a nove mesi ( da settembre fino a maggio). Il luogo può essere la cavità di una pianta, una grotta, la cassetta di un nido
d’uccelli o una buca scavata nel terreno da loro stessi fino alla profondità di 60 cm. Per il loro letargo i ghiri scelgono spesso anche case, fienili e altre costruzioni dell’uomo: sono prediletti principalmente case di guardaboschi e padiglioni di giardino che nei mesi invernali vengono usati di
meno. Il posto per dormire è morbidamente imbottito con muschi, foglie ecc.; gli animali dormono
in posizione arrotondata e si coprono con la loro coda cespugliosa. Spesso dormono in comune in
piccoli gruppi. È sorprendente come in tutti i letarghi essi possono abbassare le loro funzioni cor-
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porali ad un minimo assoluto e malgrado ciò continuano a vivere. Brevi fasi di risveglio impediscono che le cellule muoiano. Così nei ghiri la temperatura corporea cala a 5 °C. e la respirazione è
fortemente rallentata, da raggiungere solo ancora da una a tre battute al minuto o da cessare addirittura per alcuni minuti, il cuore batte solo ancora 5 volte al minuto invece di 300. Con questi
provvedimenti il ghiro richiede un minimo di energia, che riceve dalle riserve di grasso rosicchiate
in autunno. Le riserve di grasso sono enormi: un ghiro in estate pesa 70–180 grammi: prima del
letargo egli può rosicchiare per arrivare a un peso fino a 400 grammi!
Dove e come vivono i ghiri?
I ghiri vivono principalmente nei vecchi boschi di latifoglie con molto sottobosco e vecchie piante
con fori di rami, di picchio ecc.; quale fonte di nutrimento hanno bisogno di piante grandi portatrici di semi, come faggi, querce o castani pregiati. Ma si possono incontrare anche nei boschi di
conifere, in frutteti, parcheggi o giardini. Il loro territorio preferito è il bassopiano: in Svizzera il
ghiro si trova in tutto l’altopiano, nel Giura, nel Vallese, nel Ticino e nelle valli dei Grigioni – in
generale però è diventato raro. Nel nostro paesaggio pulito e sfruttato intensivamente mancano
spesso gli ambienti vitali adeguati.
I ghiri sono attivi di notte e onnivori. L’alimento principale consiste in frutta, noci, gemme, corteccie, insetti , funghi o anche uova d’uccelli e i loro pulcini.
Il periodo di riproduzione inizia circa un mese dopo il letargo. Le femmine partoriscono dopo un
periodo di gestazione di quasi un mese 5 fino 7 piccoli (in casi eccezionali 11). Il maschio non si
occupa della prole, che viene allevata solo dalla femmina. I giovani animali alla nascita sono leggeri solo 2 grammi e ciechi, ma crescono molto in fretta, aprono gli occhi dopo tre fino a quattro
settimane e si arrampicano già a quattro sei settimane. All’età di sei – sette settimane i giovani
diventano già indipendenti.
Protezione legale
I ghiri sono rari e appartengono alle specie animali in pericolo di estinzione. Secondo la legge della protezione della natura e delle bellezze naturali la protezione dei ghiri e dei topi quercini sottostà ai cantoni mentre il topo delle nocciole è protetto per tutta la Svizzera. Attualmente (situazione
2010) i ghiri e i topi quercini sono protetti nei seguenti cantoni: AG, AI, BS, BE, GE, GL, OW, SH,
TI, TG, VD e ZG. Nei rimanenti cantoni i ghiri non sono particolarmente protetti, non appartengono
però anche alle specie cacciabili.
Problemi con i ghiri
I ghiri appaiono negativi quando essi con il loro rosicchiare causano maggiori danni materiali a
pareti, isolazioni, ecc. o insudiciano le nostre abitazioni con urina e sterco. Anche ghiri scatenati
– specialmente i giovani – possono essere così rumorosi che un tranquillo sonno diventa difficile.
Chi ha dei ghiri in casa e non vuole sopportare i bizzarri folletti può tentare di cacciarli via. Attenzione: osservare le disposizioni di protezione dei singoli cantoni. Quando gli animali sono con sicurezza fuori casa, devono venire ermeticamente chiusi tutti gli accessi (finestre della cantina, del
tetto, nascondigli sul tetto, ecc.). Spesso è consigliabile chiamare per questo una persona competente o una ditta specializzata. L’impiego di veleno non è una soluzione: nei cantoni dove i ghiri
sono sotto protezione è proibito. Inoltre gli animali avvelenati soffrono una morte atroce. Non è da
sottovalutare anche la puzza di un corpo decomposto di animali morti in un posto inaccessibile.
Scacciare
Prima di chiudere gli accessi, bisogna assicurarsi che in casa non si trova più nessun animale. I
ghiri sono abbastanza sensibili agli odori. Circolano alcuni consigli e piccoli rimedi popolari che
dovrebbero agire, dove vale il motto «provare»: sono descritti efficaci: pepe, aceto, bastoncini d’in-
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censo, oli eterici, forti odoranti (p.e eucalypto ), stracci imbevuti di petrolio (pericolo d’incendio)
e così via. Quale vero «toccasana» viene considerato l’incenso. Quando il pavimento del solaio o i
locali, dove i ghiri si trattengono, vengono affumicati con incenso, i folletti dovrebbero svignarsela
– una prova sicura vale la pena. È importante, che si affumichi abbastanza a lungo (parecchi giorni o notti di seguito) e ripetere questo anche annualmente – se no i ghiri ritornano sicuramente.
Inefficaci si sono rivelati per contro apparecchi che emanano ultrasuoni – e altri suoni, musica o
rumore.
Cattura e liberazione
Nell’impiego di trappole bisogna osservare, che nel periodo di maggio / fine luglio c’è da calcolare
con giovani animali. In questo periodo per motivi di protezione animali non si possono mettere
delle trappole, poiché esiste il pericolo di catturare una mamma, che alleva in qualche posto i
giovani dipendenti. Questi senza la mamma morirebbero atrocemente.
Si adoperano solamente trappole per la cattura di animali vivi. È consigliato l’appello del competente guardacaccia o di uno specialista. In quei cantoni, dove i ghiri sono protetti, per la cattura
abbisogna un permesso dell’ufficio della protezione della natura. La trappola deve essere abbastanza grande (minimo 10 x 10 x 25 cm), di modo che gli animali non si feriscono. Affinché la lunga
coda non resti incastrata nella veloce porticina bisogna far attenzione che esista uno spiraglio di
ca. 6 mm (limare il pavimento di legno o piegare la porta verso l’alto). La trappola deve essere
controllata tutte le ore perché gli animali selvatici vi soffrono un grande stress e possono ferirsi
nell’intento di uscire. Quale esca si sono dimostrate efficaci frutta, noci, carne secca o tritata, ma
anche burro di nocciole.
Gli animali catturati devono essere messi di nuovo in libertà. Al meglio direttamente dalla trappola; in nessun caso tenere i ghiri per la coda – poiché nel pericolo possono abortire. Vale osservare
l’incredibile facoltà dei ghiri di ritrovare la casa: ritornano senza problemi parecchi chilometri dal
loro luogo di abitazione primitivo – come gestiscono ciò è tuttora sconosciuto. Il luogo della liberazione deve essere perciò distante al minimo 10 chilometri, tanto meglio se in mezzo ci sta un
fiume o una montagna. È importante che i ghiri vengano rilasciati solo nei posti, dove hanno anche
possibilità di sopravvivenza e non vengano portati in territori, dove non esistono simili animali. Al
meglio è adatto l’orlo del bosco; ma anche lì non è sicuro che l’animale sopravviva. Piccoli roditori liberati hanno spesso poche possibilità di sopravvivere, perché in un territorio nuovo a loro sconosciuto e spesso già occupato cadono subito vittime di un predatore.
Ulteriori opuscoli sul tema della PSA:
• Misure di autodifesa conformi alla protezione animali contro topi, martore e volpi
Questo opuscolo può essere ritirato alla segreteria (indirizzo sotto) o esiste già da scaricare sotto:
www.protezione-animali.com
Editore e ulteriori informazioni
8/2010
Protezione Svizzera degli Animali PSA, ufficio specialistico animali selvatici,
Dornacherstrasse 101, casella postale, 4008 Basilea, tel. 061 365 99 99, fax 061 365 99 90,
www.protezione-animali.com, [email protected]
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