Edizione 2002 oltre i geni GLI ALIMENTI TRANSGENICI Edizione 2002 Hanno realizzato questo opuscolo: Stefano Bassi Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna Sezione di Modena Maria Antonietta Bucci Sabattini Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell’Emila Romagna Sezione Provinciale di Bologna Giuliano Cotti Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell’Emila Romagna Direzione Tecnica-Area di Epidemiologia Ambientale Carlo Alberto Goldoni Azienda USL Modena Dipartimento di Sanità Pubblica Servizio Epidemiologia Antonio Lauriola Azienda USL Modena Dipartimento di Sanità Pubblica “InforMo” Cesare Rossi Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna Sede di Brescia Giuseppe Poda Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell’Emilia Romagna Sezione Provinciale di Bologna Materiale prodotto con il contributo della Provincia di Modena e dei Comuni di Castelnuovo Rangone e di Castelfranco Emilia Avenida progetto grafico e impaginazione Artestampa stampa Per informazioni sull’editing: Sistema Comunicazione e Marketing Dipartimento di Sanità Pubblica Azienda USL Modena, Via Canaletto 15, Tel.059.435107 Fax 059.435197 Non è semplice chiarire le perplessità causate dall’introduzione nel mercato di alimenti transgenici, principalmente per due ordini di motivi: 1 lo stato delle conoscenze e la complessità della materia non permettono di rispondere in maniera esaustiva a tutti i quesiti, 2 la discussione sul tema ha assunto toni emotivi e si sono formati due campi contrapposti: da un lato molti biotecnologi, dall’altro molte associazioni dei consumatori e degli ambientalisti. A fronte di ciò questo opuscolo si pone l’obiettivo di fare il punto della situazione, prescindendo da valutazioni critiche in un senso o nell’altro. dna Acido Desossiribonucleico Il DNA di un organismo vivente é la somma di informazioni fornite alla nascita dai genitori. I geni del DNA sono i depositari delle caratteristiche tipiche della specie e finora si sono modificati in due modi: - per cause naturali o “mutazioni spontanee” - con tecniche di selezione indotte dall’uomo parliamo di dna Un organismo vivente è un’entità biologica capace di riprodursi. Ogni organismo vivente è il risultato di una ricombinazione di informazioni fornite dai genitori. Le caratteristiche fornite dai genitori sono riposte nel DNA, struttura a doppia elica assimilabile ad una scala a chiocciola, dove sono identificabili i geni. I geni sono i depositari delle caratteristiche tipiche della specie. Essi non sono “stabili”, fissi per sempre, ma vanno soggetti a modifiche per cause naturali (mutazioni spontanee): si ritiene così che si siano evolute le forme viventi sulla terra. Attualmente come in passato mediante tecniche di selezione, l’uomo interviene sugli animali e sulle piante al fine di ottenere e migliorare le caratteristiche favorevoli. In questo modo sono state ottenute molte varietà di piante e razze di animali domestici. OGM: cosa sono Gli Organismi Geneticamente Modificati OGM: cosa sono L’ingegneria genetica modifica il DNA di un organismo vegetale o animale in modo diverso da quanto si verifica in natura. Tale organismo viene chiamato: “geneticamente modificato o transgenico”. cosa sono gli OGM Un organismo vivente si definisce Geneticamente Modificato (OGM) quando una parte del materiale genetico di cui è composto viene cambiata o integrata con procedure tali da non avere eguali in natura, utilizzando tecniche diverse da quelle usate finora dall’uomo. Mediante sofisticate tecniche di ingegneria genetica, che rientrano nell’ambito di quelle che vengono chiamate biotecnologie, alcuni geni presenti nel DNA di viventi possono essere trasferiti ad altri appartenenti anche a specie diverse. In questo modo si riescono ad introdurre caratteristiche nuove sia in organismi vegetali che animali, in tempi estremamente brevi. Da qui la definizione di organismi viventi il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto si verifica in natura (transgenici). Animali: gli animali transgenici possono diventare delle “ banche di organi” da trapiantare nell’uomo (xenotrapianti). farmaci animali Microrganismi geneticamente modificati che producono farmaci quali: insulina e vaccino dell’epatite B. piante Piante geneticamente modificate: possono diventare più resistenti ai disagi ambientali, agli erbicidi e ai parassiti; essere più nutrienti o conservarsi più a lungo cosa si può produrre Microrganismi geneticamente modificati che producono farmaci: insulina, interferoni, ormone della crescita, vaccini epatite B. Con le tecniche di ingegneria genetica è possibile ottenere molecole utili in quantità quasi illimitate, in condizioni che rendono impossibile i rischi di contaminazione da virus. Molte di queste sostanze venivano ricavate in passato dal sangue o da urine di donatori. Animali per la sperimentazione di xenotrapianti (ovvero animali transgenici quali “banche di organi” compatibili per essere trapiantati nell’uomo). Piante geneticamente modificate che esprimono caratteristiche nuove quali: resistenza ai disagi ambientali; tolleranza agli erbicidi; resistenza ai parassiti; migliori caratteristiche nutrizionali; maggiore conservabilità. leggi Chi autorizza in Italia e in Europa L’obiettivo più importante: conoscere e tenere controllati gli effetti degli organismi modificati geneticamente sull’ambiente e sulla salute umana e animale. Le leggi italiane e comunitarie prevedono procedure a cui tutti devono sottostare. Cosa prevede l’autorizzazione alla sperimentazione Fornire informazioni esaurienti ai Ministeri della Salute e dell’Ambiente. Controlli dell’Istituto Superiore di Sanità, con esperti dei Ministeri dell’Ambiente e delle Politiche Agrarie. Commissione Interministeriale per le Biotecnologie (CIB), che può rilasciare o rifiutare l’autorizzazione alla sperimentazione. autorizzazione Chiunque intenda effettuare quella che la legge definisce come “emissione deliberata nell’ambiente” di un OGM deve sottostare ad una serie di procedure previste dal legislatore nazionale e comunitario. Al fine di valutare e monitorare gli effetti sull’ambiente e sulla salute umana ed animale, la produzione viene autorizzata prima nella fase di sperimentazione in campo, poi nella fase di immissione sul mercato. autorizzazione alla sperimentazione •Chiunque intenda effettuare la coltivazione a fini sperimentali di piante geneticamente modificate deve presentare apposita notifica al Ministero della Salute e trasmetterne copia al Ministero dell’Ambiente. •Nella notifica devono essere fornite esaurienti informazioni di carattere operativo, scientifico, corredate da dati bibliografici. •Tutte le notifiche vengono sottoposte a una istruttoria preliminare in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e con esperti designati dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero delle Politiche Agrarie. •I risultati di tale istruttoria vengono sottoposti alla valutazione della Commissione Interministeriale per le Biotecnologie (CIB). •La CIB effettua una valutazione scientifica del rilascio la sperimentazione, autorizzandola, con eventuali prescrizioni o rifiutandola se le informazioni fornite non danno sufficienti garanzie di sicurezza. sperimentazione Le sperimentazioni sui vegetali nell’Unione Europea: circa 1630 notifiche di autorizzazione alla sperimentazione concesse fino al 2000. In Italia non sono ancora state concesse autorizzazioni alla produzione; sono però in corso sperimentazioni su diverse specie: pomodoro, mais, cicoria, patata, barbabietola, zucchino, melanzana, riso, ulivo, fragola. La sperimentazione sui vegetali comporta la coltivazione, ma poi il prodotto viene distrutto. commercio L’autorizzazione al commercio Chiunque intende immettere per la prima volta sul mercato un Organismo Geneticamente Modificato deve dimostrare all’Autorità competente che la sua utilizzazione e quella dei prodotti derivati non comporta rischi per la salute umana ed animale né per l’ambiente. sperimentazione •La coltivazione sperimentale di vegetali transgenici è relativamente praticata in UE (fino al 2000 sono state concesse 1630 autorizzazioni). •In Italia sono state sperimentate diverse specie transgeniche (pomodoro, mais, cicoria, patata, barbabietola, zucchino, melanzana, riso, ulivo, fragola) in numerosi campi sperimentali distribuiti sul territorio nazionale. •La sperimentazione comporta la coltivazione ma non l’utilizzazione del prodotto, che deve essere distrutto. autorizzazione al commercio o Il fabbricante che intenda immettere per la prima volta sul mercato un OGM deve dimostrare, sulla base dei risultati dei precedenti dati sperimentali e di una documentazione scientifica appropriata, che il consumo dell’ OGM in questione e dei prodotti derivati, non comporta rischi per la salute umana ed animale e per l’ambiente: anche valutando gli eventuali effetti cumulativi. A tale scopo deve presentare una apposita notifica all’Autorità competente dello Stato membro. Entro novanta giorni dalla notifica l’Autorità competente può: 1) richiedere ulteriori informazioni, 2) respingere la notifica 3) trasmettere il parere favorevole alla Commissione Europea che lo comunica agli altri S tati membri. Ogni Stato, entro sessanta giorni, valuta il parere e in caso di obiezioni sottopone il problema ad un apposito Comitato. In caso di esito favorevole, la decisione viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea, tale autorizzazione ha una durata massima di 10 anni. mondo I caratteri genetici più frequentemente inseriti nei vegetali: I paesi che utilizzano di più l’agricoltura transgenica sono: tolleranza a erbicidi Usa 69% Cina 9% resistenza a insetticidi Argentina 15% Unione Europea 1% resistenza a virus patogeni Canada 9% Vegetali commercializzati principalmente nel mondo: mais, soia, colza, cotone, tabacco. soia mais colza tabacco cotone 31% 54% 69% 15% 9% 9% 14% 1% 11% 13% 40% 10% 25% i prodotti In Italia l’importazione della soia e del mais modificato geneticamente e la relativa commercializzazione è autorizzata solo per l’immediata trasformazione (alimenti, mangimi) e non per uso sementiero. Attualmente sono state inoltrate ai competenti organi europei richieste di autorizzazione per l’immissione sul mercato di altre piante geneticamente modificate, quali pomodoro, patata, barbabietola da zucchero, ecc. A tutt’oggi in Italia non sono state ancora concesse autorizzazioni. il mercato •Nel 2000 l’area delle coltivazioni transgeniche a livello planetario è stata stimata in 44 milioni di ettari. •Nel mondo i vegetali commercializzati sono principalmente soia (40%) dei transgenici prodotti, mais (25%), colza (10%), a cui si aggiungono tabacco (13%), cotone (11%), ed in misura minore patata, pomodoro, zucchino,riso. •L’Europa importa diversi milioni di tonnellate di semi di soia, che provengono da USA, Brasile ed Argentina, paesi in cui si coltiva soia geneticamente modificata ed in cui la separazione con la soia tradizionale non è richiesta; in particolare in Italia il fabbisogno è tale che almeno il 90% della materia prima è importata da paesi che da tempo hanno impostato le loro colture sul biotech. europa Nell’Unione Europea è stata autorizzata l’immissione sul mercato di 11 piante geneticamente modificate tra cui mais, soia, colza con caratteri di resistenza a parassiti e tolleranza ad erbicidi (mais e soia direttamente o con i loro derivati come amido di mais e lecitina di soia finiscono nei prodotti più svariati); di fatto tra gli stati membri dell’UE solo Francia e Spagna hanno autorizzato la coltivazione di mais transgenico. farina di estrazione di soia A seguito delle note vicende legate alla BSE l’utilizzo delle farine proteiche di origine animale per uso zootecnico è stato vietato su tutto il territorio comunitario. Gli allevatori hanno sostituito quindi le proteine di origine animale con proteine di origine vegetale per l’alimentazione degli animali. Da qui il significativo incremento delle importazioni di soia. Nel 2000 sono state importate 2.270.000 tonnellate di farina di estrazione di soia Nel 2001 si è verificato un significativo incremento nell’importazione: periodo tonnellate 1° trimeste 2000 547.000 1° trimeste 2001 627.000 *fonte ISTAT (ASSALZOO) % di aumento + 12,7% L’informazione sulle etichette In USA e Canada le etichette dei prodotti alimentari non indicano la presenza di materie prime derivanti da piante transgeniche. Nella Unione Europea é previsto che gli alimenti transgenici devono avere una etichetta con la frase " prodotto con soia e/o granoturco geneticamente modificato" quando questi sono presenti in quantità superiori al 1%. Il controllo E’ di competenza fra gli altri dei Servizi del Dipartimento di Sanità Pubblica delle Aziende USL, insieme ai laboratori addetti al controllo ufficiale: Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente (ARPA) e Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZS) l’Europa comunitaria ha adottato il principio di precauzione che si applica nei casi in cui: etichette controllo “i riscontri scientifici sono insufficienti, non conclusivi o incerti e la valutazione scientifica preliminare indica che esistono motivi ragionevoli di pensare che gli effetti potenzialmente pericolosi per la salute umana e per l’ambiente possano risultare incompatibili con l’elevato livello di protezione prescelto dalla UE” etichettatura Nel 1996 la Commissione Europea ha autorizzato la commercializzazione della soia e del mais transgenici che vengono importati dagli USA e dal Canada. In America le etichette dei prodotti alimentari non indicano la presenza di materie prime derivanti da piante transgeniche. Per ovviare a ciò il Consiglio dell' Unione ha approvato una serie di regolamenti comunitari (n.1139/98, n.49/2000 e n.50/2000) che impongono l' etichettatura degli alimenti transgenici nei Paesi della Comunità. In questi regolamenti si prescrive, quando sono presenti prodotti alimentari derivati da soia e mais transgenico, che sia riportato in etichetta la dicitura " prodotto con soia/granturco geneticamente modificato" , quando viene superato un contenuto pari all’1%. chi controlla Il controllo sugli alimenti provenienti da organismi geneticamente modificati, rientra nell’ambito generale del controllo degli alimenti. Tale controllo viene effettuato fra gli altri dai Servizi competenti del Dipartimento di Sanità Pubblica delle Aziende USL, coadiuvati dai laboratori addetti al controllo ufficiale (ARPA, IZS). Fino a tutto il 1999, la norma principale di riferimento (Regolamento CE 1139/98) non prevedeva limiti di tolleranza. Tali limiti sono stati definiti da regolamenti comunitari pubblicati nel mese di gennaio 2000 (Regolamento CE 49/00, 50/00). Essi prevedono, quando viene superato un contenuto pari al 1%, l’obbligo di etichettatura anche per i derivati da soia o mais geneticamente modificati. controlli II° sem. 2000 - I° sem. 2001 ARPA Emilia-Romagna (Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna) ALIMENTI CAMPIONI ESAMINATI no assenza di OGM n. % presenza n. % Materie prime 153 71 46,4 82 53,6 Prima infanzia 72 61 84,7 11 15,3 Agricoltura biologica* 8 4 50,0 4 50,0 194 169 87,1 25 12,9 8 0 - 8 100,0 436 305 70,1 130 29,9 Alimenti per l’uomo mangimi Totale * Latte di soia D.M. 21 maggio 2001 n.371 * Tutti i campioni positivi sono risultati compatibili con le misure attualmente in vigore ad eccezione dei campioni da “agricoltura biologica che non devono contenere prodotti ottenuti da OGM mentre in tracce controlli sulle coltivazioni sperimentali Nel corso dell’anno 2000 l’ANPA (Agenzia Nazionale Protezione Ambiente), il NOE (Nucleo Operativo Ecologico) dell’Arma dei Carabinieri e le ARPA (Agenzia Regionale Prevenzione Ambiente), hanno eseguito a livello Nazionale, le ispezioni dei siti di rilascio sperimentale (campi in cui vengono eseguite le sperimentazioni relative alle piante geneticamente modificate). In particolare, in Emilia Romagna sono stati visitati 6 siti: 3 in provincia di Bologna 2 in provincia di Ravenna, 1 a Piacenza che sono risultati in linea con quanto indicato nella notifica di autorizzazione alla sperimentazione, ad eccezione di un caso in cui era stata variata la posizione del luogo dell’emissione. la salute La tecnologia utilizzata non è pericolosa. Non ci sono conseguenze di tossicità acuta. Su una possibile tossicità cronica si sa ancora poco e si é ancora a livello di ipotesi. salute La tecnologia utilizzata per produrre gli OGM non è pericolosa, sia per le sue caratteristiche intrinseche, sia perché l’attività di inserimento dei nuovi geni nel DNA delle cellule da modificare avviene in laboratorio sotto stretto controllo (onde evitare contaminazioni indesiderate da materiale genetico estraneo). Per quanto riguarda gli alimenti transgenici la produzione è autorizzata solo dopo una fase di sperimentazione che ne esclude la tossicità acuta e cronica negli animali da laboratorio. Si sa molto poco, peraltro, sulla tossicità cronica o su possibili effetti rari sull’uomo, a tale proposito sono state fatte alcune ipotesi: • ad esempio se in una pianta A viene trasferito un gene di un organismo B, che determina la produzione di una particolare proteina, una persona allergica nei confronti di questa proteina potrebbe andare incontro a una reazione allergica consumando un alimento prodotto con la pianta A modificata. ambiente Le reazioni per l’ambiente. L’introduzione nell’ambiente di geni non selezionati naturalmente può comportare effetti nel lungo tempo, quali eventuali interazioni con l’ecosistema, difficilmente prevedibile ed effetti a breve/medio tempo ambiente L’introduzione nell’ambiente di geni non selezionati naturalmente può comportare effetti nel lungo tempo, quali eventuali interazioni con l’ecosistema, difficilmente prevedibile ed effetti a breve/medio tempo, tra i quali è stato ipotizzato: • la selezione di ibridi ottenuta dalla diffusione, mediante il polline, dei transgeni della pianta modificata a piante della stessa specie o di specie affini, • la selezione di insetti resistenti ai caratteri inseriti nella pianta transgenica (l’ipotesi fa riferimento a piante modificate con un gene proveniente da un batterio che produce una proteina con effetto letale nei confronti di insetti parassiti dei vegetali), • la riduzione delle biodiversità, favorita dalla grande diffusione nonché dal massiccio utilizzo di pochi tipi di semi transgenici uguali in tutto il mondo, con conseguente scomparsa di razze e specie attualmente esistenti, • la maggior resistenza indotta geneticamente a trattamenti chimici può portare ad un maggior uso di questi prodotti. Cosa si sta facendo per una maggiore sicurezza? Proprio perché mancano dati sicuri, bisogna adottare dei comportamenti prudenti come ad esempio approfondire le prove sperimentali di tossicità cronica, informare meglio e di più il consumatore e controllare i processi produttivi in modo completo. sicurezza cosa si sta facendo per una maggiore sicurezza? E’ possibile, anche in assenza di dati certi, ottenere una maggiore sicurezza per le biotecnologie applicate all’industria agroalimentare adottando comportamenti maggiormente cautelativi, per esempio: •un diverso approccio alla tecnologia che privilegi nelle piante l’inserimento di geni utili provenienti da specie affini, •un maggiore approfondimento nella fase di sperimentazione, soprattutto in relazione alle prove di tossicità cronica, •una maggiore informazione per il consumatore, attraverso una idonea etichettatura, •un completo controllo sulla filiera produttiva mediante la possibilità di rintracciare, a partire da un prodotto, l’origine delle relative materie prime e viceversa. infor DIPARTIMENTO DI SANITÀ PUBBLICA