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Rivista n° 6 del 22 Aprile 1987
ALLA RISCOPERTA DEL SANTUARIO MARIA SS. DELLO SPLENDORE
Noi viviamo in un mondo in continua e rapida evoluzione in tutti i campi, perché l’uomo,
come tutto il creato, appartengono a Dio che non è statico ma dinamico.
Tornando, dopo trent’anni, nel Santuario Maria Santissima dello Splendore, in qualità di
Superiore della locale Fraternità dei Cappuccini e Rettore del medesimo Santuario, ho avuto la
sgradita impressione come se il tempo qui si fosse fermato; come se questo sacro luogo non
solo non abbia camminato con i tempi, che si evolvono, ma che addirittura sia tornato indietro
di parecchi anni.
Appartenendo ad un movimento ecclesiale, il Movimento Sacerdotale Mariano, nato a
fatima (Portogallo) 8 maggio 1972 e diffuso in tutti i cinque continenti in maniera prodigiosa,
un vero esercito di Maria di circa 70.000 (settantamila) sacerdoti di tutte le congregazioni
religiose e decine di milioni di laici, ho potuto constatare che il livello di amore a Maria, dopo la
triste parentesi dell’immediato dopo Concilio Vaticano II, è risalito di parecchio, anche per
merito dell’attuale Papa Giovanni Paolo II “TUTTO Dl MARIA”. Per esempio: dagli anni ‘70
partecipo con alcuni pullman di pellegrini di Pescara e Montesilvano alla veglia di preghiera che
si tiene nella Basilica della Santa Casa di Loreto nella notte tra il 9 e 10 dicembre a ricordo del
“passaggio” della Santa Casa. Ho notato un continuo crescendo dal 1973 ad oggi. Nel 1986 la
grande basilica non è riuscita a contenere l’enorme afflusso di pellegrini provenienti da tutta
Italia. Questo fenomeno di riscoperta dei santuari mariani, come cliniche dello spirito, viene
notato ovunque. Per il Santuario Maria SS. dello Splendore di Giulianova questo fenomeno non
si è verificato affatto.
Qui s’impone un interrogativo: Quali sono le cause?
Secondo me sono diverse, ma possono essere ridotte a due:
1° Non si è capito il ruolo di Maria nell’economia della salvezza;
2° Non si è capito il ruolo del Santuario in una comunità cristiana.
IL RUOLO Dl MARIA NELL’ECONOMIA DELLA SALVEZZA.
Qual’è il ruolo di Maria nell’economia della salvezza?
Per una risposta esauriente a questo interrogativo si dovrebbe rileggere tutto l’VIII capitolo
della Costituzione dogmatica “Lumen Gentium” del Concilio Vaticano II e l’esortazione
apostolica “Marialis Cultus” di Paolo VI.
Cito solo alcuni passi della “Luiruen Gentium” e della “Marialis Cultus”. “La Vergine Maria,
che, all’annunzio dell’Angelo, accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò la Vita al
mondo, è riconosciuta e onorata come vera Madre di Dio e Redentore.
Redenta in modo sublime in vista dei meriti del Figlio suo e a Lui unita da indissolubile
vincolo, è insignita del sommo ufficio e dignità di Madre del Figlio di Dio, e perciò figlia
prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo; per questo dono di grazia esimia precede di
gran lunga tutte le altre creature, celesti e terrestri.
Insieme però è congiunta nella stirpe di Adamo con tutti gli uomini bisognosi di salvezza,
anzi è “veramente madre delle membra di Cristo, perché cooperò con la carità alla nascita dei
fedeli nella Chiesa, i quali di quel capo sono le membra”.
~i~
Per questo è anche riconosciuta quale sovreminente e del tutto singolare membro della
Chiesa, sua figura ed eccellentissimo modello nella fede e nella carità. La Chiesa Cattolica,
edotta dallo Spirito Santo, con affetto di pietà filiale la venera come madre amatissima.
La Beata Vergine, insieme con l’incarnazione del Verbo divino predestinata fin dall’eternità
quale Madre di Dio, per disposizione della divina Provvidenza fu su questa terra l’alma madre
del divino Redentore, compagna generosa del tutto singolare, e umile ancella del Signore.
Col concepire Cristo, generarlo, nutrirlo, presentarlo al Padre nel Tempio, soffrire col Figlio
suo morente in croce, cooperò in modo del tutto speciale all’opera del Salvatore,
coll’obbedienza, la fede, la speranza e l’ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale
delle anime. Per questo fu per noi madre nell’ordine della grazia.
E questa maternità di Maria nell’ordine della grazia perdura senza soste dal momento del
consenso fedelmente prestato nell’Annunciazione e mantenuto senza esitazioni sotto la croce,
fino alla perpetua consumazione di tutti gli eletti.
Difatti, assunta in cielo non ha deposto questa funzione di salvezza eterna. Con la sua
materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo, ancora peregrinanti e posti in mezzo a
pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata.
Per questo la Beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice,
Soccorritrice, Mediatrice. Il che però va inteso in modo che nulla detragga o aggiunga alla
dignità e alla efficacia di Cristo, unico Mediatore…
E questa funzione subordinata di Maria la Chiesa non dubita di riconoscerla apertamente,
continuamente la sperimenta e raccomanda all’amore dei fedeli, perché, sostenuti da questo
materno aiuto, siano più intimamente congiunti col Mediatore e Salvatore. (Lumen Gentiuun,
nn. 53, 61, 62).
“Cristo è la sola via al Padre. Cristo è il modello supremo al quale il discepolo deve
conformare la propria condotta, fino ad avere gli stessi suoi sentimenti, vivere nella sua vita e
possedere il suo Spirito: questo la Chiesa ha insegnato in ogni tempo e nulla, nell’azione
pastorale, deve oscurare questa dottrina.
Ma la Chiesa, edotta dallo Spirito ed ammaestrata da una secolare esperienza, riconosce
che anche la pietà verso la Beata Vergine, subordinatamente alla pietà verso il divin Salvatore
ed in connessione con essa, ha una grande efficacia pastorale e costituisce una forza
rinnovatrice del costume cristiano.
La ragione di tale efficacia è facilmente intuibile. Infatti, la molteplice missione di Maria
verso il Popolo di Dio è realtà soprannaturale operante e feconda nell’organismo ecclesiale. E
rallegra considerare i singoli aspetti di tale missione e vedere come essi siano orientati,
ciascuno con propria efficacia, verso il medesimo fine: riprodurre nei figli i lineamenti spirituali
del Figlio primogenito. Vogliamo dire che la materna intercessione della Vergine, la sua santità
esemplare, la grazia divina, che è in Lei, diventano per il genere umano argomento di speranze
supreme.
La missione materna della Vergine spinge il Popolo di Dio a rivolgersi con filiale fiducia a
Colei che è sempre pronta ad esaudirlo con affetto di madre e con efficace soccorso di
ausiliatrice. Esso, pertanto, è solito invocarla come CONSOLATRICE DEGLI AFFLITTI, SALUTE
DEGLI INFERMI, RIFUGIO DEI PECCATORI per avere nella tribolazione conforto, nella malattia
sollievo, nella colpa forza liberatrice; perché Ella, che è libera dal peccato, a questo conduce i
suoi figli: a debellare con energica risoluzione il peccato. E tale liberazione dal peccato e dal
male è - occorre riaffermarlo - la premessa necessaria per ogni rinnovamento del costume
cristiano. (Esortazione Apostolica “Marialis Cultus, 2 febbraio 1974).
IL RUOLO DEL SANTUARIO MARIANO.
Qual’è il ruolo del Santuario in una comunità cristiana?
A questo interrogativo rispondono l’attuale Papa Giovanni Paolo II e S. Francesco di Assisi.
“Una particolare manifestazione della maternità di Maria riguardo agli uomini sono i luoghi,
nei quali Ella s’incontra con loro; LE CASE NELLE QUALI ELLA ABITA; case nelle quali si risente
una particolare presenza della Madre. Tali luoghi e tali case sono numerosissimi. E sono di una
grande varietà: dalle edicole nelle abitazioni o lunghe le strade, nelle quali risplende
l’immagine della Madre di Dio, alle cappelle e alle chiese costruite in suo onore. Ci sono però
alcuni LUOGHI, nei quali gli uomini SENTONO PARTICOLARMENTE VIVA LA PRESENZA DELLA
MADRE. A volte questi posti irradiano ampiamente la loro luce, attirano la gente da lontano. Il
loro raggio può estendersi ad una diocesi, a un’intera nazione, a volte a più nazioni e persino a
più continenti. Sono questi i SANTUARI MARIANI.
~ ii ~
In tutti questi luoghi si realizza in modo mirabile quel singolare testamento del Signore
Crocifisso: l’uomo vi si sente consegnato e affidato a Maria; l’uomo vi accorre per stare con Lei
come con la propria Madre; l’uomo apre a Lei il suo cuore e le parla di tutto; “la prende nella
sua casa”, cioè dentro tutti i suoi problemi, a volte difficili. Problemi propri ed altrui. Problemi
delle famiglie, delle società delle nazioni, dell’intera umanità” (Giovanni Paolo II, Omelia tenuta
a Fatima, 13 maggio 1982).
“Il servo di Dio Francesco, di statura piccola, di mente umile, di professione minore, nel
tempo che visse quaggiù, per sé e per la sua fraternità scelse una particella di mondo, per il
solo fatto che non gli fu assolutamente possibile servire Cristo altrimenti, che avendo qualche
cosa dal mondo.
Non senza una rivelazione e predisposizione divina, già in antico, fu chiamato Porziuncola
quel luogo che doveva toccare in sorte a coloro che desideravano di non avere nulla di proprio
in questo mondo.
Vi sorgeva una chiesetta dedicata alla Vergine Madre, la quale per la sua singolare umiltà
meritò di essere elevata, dopo il Figlio, alla dignità di capo di tutti gli eletti.
Il Santo amava questo luogo più di ogni altro, comandò ai frati di venerarlo con rispetto
speciale e volle che lo custodissero sempre come specchio di vita religiosa, in umiltà e
altissima povertà, riservandone però la proprietà agli altri, e ritenendone per sé e per i suoi
soltanto l’uso.
Vi si osservava una rigidissima disciplina in tutto, nel silenzio e nel lavoro e in tutte le altre
prescrizioni della regola. Senza tregua. giorno e notte, la fraternità dei Minori di quel luogo era
occupata nel lodare Dio e, tutti soffitti di una mirabile fragranza, vi conducevano una vita
veramente angelica.
Frate Francesco infatti, pur sapendo che il regno del cielo si può raggiungere ovunque e che
la grazia divina non trova difficoltà a scendere sugli eletti ovunque si trovino, tuttavia si era
accorto, per propria esperienza, che IL LUOGO DELLA CHIESA DI S. MARIA DELLA
PORZIUNCOLA GODEVA DI UNA MAGGIORE ABBONDANZA DI GRAZIA, ED ERA
FREQUENTEMENTE VISITATO DA SPIRITI CELESTI.
Spesso quindi diceva ai frati: “Guardatevi, figli, dall’abbandonare mai questo luogo. Se ve
ne cacciassero fuori da una parte, rientratevi dall’altra. Questo luogo infatti è veramente santo
e abitato da Dio” (Dagli scritti di Fra Tommaso da Celano).
CONCLUSIONE
Dopo sei mesi di permanenza in questo sacro luogo, e dopo aver osservato e studiato la
storia del santuario, oso affermare che esso deve essere riscoperto dai Giuliesi, perchè quanto
dicono il Concilio e il Papa sui santuari mariani trovino piena attuazione nella vita.
E opportuno ricordare che: qui la Madonna è apparsa a Bertolino; qui è scaturita dell’acqua
miracolosa; qui esistevano delle vasche nelle quali si immergevano gli ammalati e molti
venivano guariti (molto tempo prima che si parlasse di Lourdes); qui il buon popolo Giuliese ha
fatto sempre riferimento; qui la Madonna per secoli ha manifestato la sua maternità a quanti
l’hanno saputo invocare con la fede e la semplicità dei piccoli; questo luogo, afferma Raffaele
Pelagalli in un opuscolo del 1907, è stato riconosciuto e annoverato fra i più celebri Santuari
d’Italia.
L’ANNO MARIANO, indetto da Papa Giovanni Paolo II dal 7 giugno prossimo al 15 agosto
1988, è un’occasione per riscoprire il Santuario della Madonna dello Splendore e la sua storia
affascinante.
Spiritualmente, gli aderenti al Movimento Sacerdotale, Sacerdotale da quando sono qui, nel
pomeriggio della prima domenica di ogni mese, affollano il Santuario per un cenacolo di
preghiera e di fraternità, coinvolgendo anche gli abitanti di Giulianova.
Materialmente, si pensa di ampliare e restaurare il Santuario; si pensa ad una cripta per
attingere l’acqua direttamente alla sorgente e tentare di riscoprire le antiche vasche; si pensa
di innalzare un “Via Crucis” monumentale lungo la salita, che da Via Montello porta al
Santuario e che dovrebbe chiamarsi Via Bertolino.
La Madonna sta aspettando da parecchio tempo che venga ricollocata al giusto posto nel
cuore di ogni suo figlio Giuliese e non, per ripetere i prodigi di grazia che sempre ha operato.
Tu che leggi non temere di esagerare nell’amare e invocare Maria: Lei è la MAMMA CHE
GESÙ CI HA DONATO.
P. Paolino Nicola Potalivo
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