Lugano, 19 ottobre 2013 Monsieur Roger de Weck Direttore generale SRG SSR Giacomettistrasse 1 3000 Berne 31 La storia è solo degli uomini? Lo slogan televisivo che pubblicizza le docu-fiction “Gli Svizzeri” da 5,2 milioni prodotti da SRG SSR, corpo centrale di tutto il progetto attorno alla storia e al divenire del nostro paese, recita “Solo chi sa da dove viene, sa dove andare”. Siamo tutte d’accordo. Peccato che per metà della popolazione svizzera gli unici riferimenti presentati siano maschili, ributtando nell’oscurità il percorso nella storia che con fatica noi donne stiamo recuperando e valorizzando in questi ultimi decenni. A giustificazione di questa scelta abbiamo letto negli scorsi giorni sulla stampa svizzero tedesca (perché in Ticino non ci sono stati particolari approfondimenti) che non è possibile mettere delle “quote rosa” alla storia e che non ci sono donne significative nelle epoche scelte. Il problema non è quello di inventare una eroina medievale narrativamente avvincente, piuttosto quello di interrogarsi a quali esigenze rispondano le decisioni dei gruppi di lavoro e di esperti scientifici SSR (composti da quante donne?). Se, come viene esplicitato in una intervista a Mariano Tschuor (capoprogetto SRG SSR), si sono preferiti due momenti storici considerati di svolta per giungere allo Stato moderno, c’è da chiedersi se uno Stato possa considerarsi tale senza la metà della popolazione e se la conquista del diritto di voto delle donne non debba essere considerato un momento, seppur tardivo, di svolta. Non si tratta di mettere delle quote alla storia, ma di essere consapevoli che l’approccio storiografico scelto da SRG SSR esclude deliberatamente metà della popolazione, quella femminile. Disporre i fatti storici in un modo o in un altro, non è indifferente, e ciò influenzerà sicuramente l'opinione pubblica che assisterà alle trasmissioni della SRG SSR. Proprio tenendo conto di questo influsso dei media, ignorare le donne nello sviluppo storico del Paese è perlomeno ingiustificabile da parte di un ente che risponde a un mandato pubblico. I vertici SRG SSR sottolineano come il programma storico proposto in novembre si articoli su più fronti non limitandosi alla sola diffusione delle docu-fiction. Peccato che l’opuscolo contenga solo due momenti di approfondimento che interessano figure di donne, i ritratti di Meta von Salis e di Sophie Taeuber-Arp su SRF, il primo in romancio e il secondo in tedesco. Ma niente paura, proprio lei, sig. De Weck, ha assicurato che le diverse reti compenseranno questo oblio con trasmissioni che metteranno in rilievo anche la storia delle donne nel nostro Paese, e non dubitiamo che la nostra RSI sappia ottemperare a questa necessità. Oggi, 19 ottobre, siamo a Lugano per seguire la quinta giornata del ciclo di conferenze sulla Storia delle donne organizzata dall’Associazione Archivi Riuniti delle Donne Ticino (AARDT): un impegno per recuperare la nostra storia di donne e capire da dove veniamo e per sapere dove andare. Ci saremmo aspettate che anche la SRG SSR, quale società di diritto pubblico il cui mandato deve tener conto di tutta la popolazione, investisse con maggiore attenzione le proprie risorse, tenendo presente anche la dimensione di genere. Se è vero che non c’è futuro senza passato, abbiamo ancora molta strada da fare affinché il passato non sia interpretato solo come un affare di uomini. Cordiali saluti Le Svizzere