La persona con disagio psichico Giovanni ha 67 anni e da quando è rimasto vedovo vive solo. Sta passando un brutto periodo, iniziato due anni fa con la morte della moglie e continuato con il pensionamento di poco successivo al lutto. Si è trovato ad affrontare di colpo giornate completamente diverse, solitarie e monotone. I due figli hanno famiglia, i nipotini sono una delle poche gioie che gli restano, ma vivono nel paese vicino. Gli hanno proposto un aiuto in casa, mica può far tutto da solo, lui che era stato abituato dalla sua Maria a sedersi a tavola e poi trasferirsi direttamente al divano davanti alla televisione senza sparecchiare; lui che ogni mattina trovava pronta la camicia stirata con la cravatta e i calzini giusti. Ha imparato a fare la spesa ed è passato alle polo. Non è più lo stesso di prima, esce poco di casa, compra il giornale e rientra. La domenica quando non è ospite dei figli va al ristorante in piazza, ma non ha fame. Un piatto veloce nel tavolo d’angolo e se ne va. Da qualche mese non chiude occhio la notte e oggi finalmente si è deciso a chiedere al suo medico una prescrizione per riuscire a dormire. Il dottore lo conosce da anni e nota subito quanto sia cambiato: “Buongiorno, da un bel po’ non ci vediamo. Ma neanche più il sabato sera al cinema. Porta sempre benissimo i suoi anni, ma sbaglio o è un po’ dimagrito?”. “Purtroppo sì, dottore, ma nulla è più come prima e non me ne do pace. Ormai non ci dormo la notte, sono appunto venuto da lei per provare con qualche medicina” confessa Giovanni. “Questa è una soluzione da non escludere” risponde conciliante il dottore “ma visto che la conosco da tanti anni mi posso permettere di farle notare che la situazione è un po’ più complessa. Non a caso mi sono lamentato di non vederla più in giro...”. “E’ vero, io che fino a pochi anni fa andavo sempre in bicicletta. Ma anche questa è acqua passata. Gli occhi e i riflessi non sono più quelli di una volta e chi si fida ormai a inforcare un velocipede con il traffico delle nostre strade? Così ho lasciato perdere”. Il medico si prepara a un intervento di promozione della salute: “Un vero peccato, ma che ne direbbe...”. 60 Che cosa deve prima di tutto trasmettere a Giovanni il medico per promuovere l’attività fisica? fornire un messaggio sui vantaggi per la salute di uno stile di vita complessivamente sano e motivare Giovanni 60 stabilire le quantità di attività fisica appropriate e prescriverle a Giovanni valutare attentamente i fattori di rischio di Giovanni e i rischi associati alla pratica dell’attività fisica evidenziare e descrivere dettagliatamente a Giovanni i danni per la salute derivanti dalla sedentarietà >Il ruolo degli operatori sanitari >Il medico di medicina generale è tra le più importanti figure professionali sanitarie atte a instaurare una efficace relazione di aiuto con l’utente in una dinamica di comunicazione e interazione. Si trova nella situazione giusta per impiegare le “migliori pratiche” e adattarle ai contesti e agli ambienti in cui saranno applicate. La priorità nell’operato del medico è quella di fornire un messaggio sui vantaggi per la salute di uno stile di vita complessivamente sano e di motivare il paziente. “... di qualche soluzione alternativa per fare un po’ di moto. Io ho già consigliato ad altri miei pazienti, di ogni età e con tanti problemi diversi, di partecipare ai gruppi di cammino e quasi tutti ne sono rimasti contenti. Sono organizzati dalla nostra USSL e si ritrovano parecchi pomeriggi nella palestra della scuola elementare e partono da lì”. Il medico illustra a Giovanni il programma. 1 60 Sono necessari accertamenti strumentali prima che Giovanni inizi a praticare l’attività fisica che il medico gli propone? no, per persone da ritenere altrimenti sane come Giovanni è sufficiente il giudizio clinico complessivo del medico 60 sì, perché Giovanni è una persona anziana e attualmente sedentaria sì, tutte le persone dell’età di Giovanni devono fare un elettrocardiogramma prima di qualsiasi programma di attività fisica no, perché Giovanni ha smesso da poco di usare abitualmente la bicicletta ed è da ritenersi sufficientemente allenato >Il test da sforzo finalizzato alla prescrizione dell’esercizio fisico va effettuato negli uomini sopra i 40 anni e nelle donne sopra i 50 anni con più fattori di rischio cardiovascolare o con cardiopatia nota.82,83 “Ma come faccio a regolarmi? Guardi che io non voglio usare strumenti complicati e in più ho paura che alla mia età mi venga un colpo”. “E’ semplice, deve camminare a una velocità che le consenta di parlare con chi le sta accanto. Se non ce la fa sta andando troppo di fretta e deve rallentare, se invece riesce, per esempio, anche a cantare deve essere meno pigro e accelerare”. 60 E’ utile spiegare e far utilizzare a Giovanni il test walk and talk come misura dell’intensità dell’attività fisica appropriata? sì, perché valuta l’intensità dello sforzo in atto in modo semplice ma molto efficace 60 sì, perché valuta l’intensità dello sforzo in atto con estrema precisione sì, perché allontana i pericoli di un’intensità elevata, da evitare a quell’età anche in un soggetto sano sì, perché individua indirettamente il raggiungimento di un’attività di intensità lieve, raccomandato nei soggetti dell’età di Giovanni >Il test walk and talk (vedi Metodi di misura) è un valido e semplice strumento da proporre alla persona anziana come riferimento dello sforzo in atto.78,79 “Tutto qui?” domanda Giovanni. “E io che già mi vedevo con orologi tecnologici come quelli che usa mio figlio per andare a correre”. “Niente di tutto questo. Ma soprattutto mi preme rassicurarla sul fatto che lei è una persona sana anche se non più giovanissima e che l’attività fisica a questi ritmi non è pericolosa. Anzi, deve guardare il bicchiere mezzo pieno e considerarne i vantaggi: qualche anno di vita guadagnato, un minor rischio di tumori, il cervello che si mantiene più giovane, muscoli e ossa più mobili ed elastici”. 60 Che cosa deve raccomandare il medico a Giovanni? far passare almeno 3 ore tra il pasto e la camminata farsi accompagnare sempre da un amico o da un conoscente fare un tipo di attività fisica che lo metta in relazione con altre persone scegliere le prime ore del mattino per svolgere attività fisica >Raccomandazioni: >consigliare un tipo di attività fisica che favorisca la relazione interpersonale 2 60 “E poi pensi al piacere di ritrovarsi con persone che conosce da tanto tempo, ma che ultimamente ha frequentato poco” aggiunge il medico per motivare ulteriormente Giovanni. “Speriamo. Perché lo ammetto con lei, dottore, ma non dica niente ai miei figli che altrimenti insistono con quella storia della badante... io ho il terrore di cadere. Ho una rampa di scale piuttosto ripida tra i due piani di casa mia”. 60 Si può prospettare a Giovanni una prevenzione delle cadute con la pratica dell’attività fisica raccomandata? rientra nel miglioramento dello stato di salute generale, ma non ci sono prove specifiche al riguardo il programma consigliato dal medico ha una provata efficacia rispetto al rischio di cadute l’attività fisica riduce il rischio di cadute, ma vanno raccomandati a Giovanni anche esercizi specifici per l’equilibrio 60 il programma raccomandato è inutile rispetto a questo problema dell’invecchiamento, a meno che non si associno esercizi specifici e intensi di potenziamento muscolare >Particolarmente temuta dagli anziani è l’eventualità di una frattura da caduta accidentale che può essere evitata preservando tono muscolare, elasticità ed equilibrio posturale anche con programmi di attività mirati. =“Guardi, è provato che una persona anziana in forma rischia meno di cadere e di procurarsi fratture, soprattutto se fa anche esercizi per l’equilibrio almeno 3 volte la settimana. E questi li può fare anche a casa per conto suo”. Il medico consegna a Giovanni un opuscolo che ne illustra alcuni. “Vedrà che si sentirà subito meglio e tornerà anche un po’ di buon umore”. “A dirla tutta questa chiacchierata con lei ha già avuto il suo effetto. Penso che abbia ragione, dottore, devo provare a riprendere contatto con il mondo e con la gente”. 3