Stelluccio Fiumara
CASSARO
Origini, Territorio e Curiosità
Atti del Convegno:
Cassaro: Ricordi, Curiosità
©Stelluccio Fiumara, immagini e testo 2013
www.stellucciofiumara.it
e-mail: [email protected]
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A mia moglie Pina
e
Alle mie figlie Laura e Sabrina
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INTRODUZIONE
Cassaro, paesino dal fascino fiabesco, scenario di vita
quotidiana, attore silente di tanti fatti e misfatti, storici
e attuali.. ecco, “Cassaro fu galeotto..”, frase spesso
ricorrente nella mia vita e proprio questa sorta di
magnetismo e l’amore incommensurabile per questa
piccola oasi ed il suo territorio sono stati artefici di
questo mio progetto, ovvero la forza motrice che mi ha
condotto ad approfondire diverse tematiche sulle origini
e la sua storia. Più informazioni trovavo, maggiori
erano le curiosità che emergevano in me, tanti perché e
la brama di scoprire, ricostruire, confrontare, studiare e
proseguire nella ricerca aumentavano.
Frutto di questa sana passione sono state le numerose
osservazioni e riflessioni maturate nel tempo e ho
ritenuto utile, ai fini di conoscenza e di input per coloro
che ne avessero avuto amore ed interesse nel prosieguo
degli studi e ricerche, rendere pubblico i risultati
attraverso delle conferenze.
Con il patrocinio dell’Amministrazione comunale ed il
supporto del Sindaco Prof. Nello Pisasale e
dell’Assessore Geom. Sebastiano Buscema, nonché con
il sostegno morale dell’Associazione Sicilia Antica di
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Sortino di cui ne sono socio, ho organizzato tre incontri
nella prestigiosa sala delle conferenze di Palazzo
Garfì.
Ho pensato di trascrivere gli argomenti trattati nei
suddetti incontri per dare una sorta di sistematicità al
risultato dei miei studi e questo libricino narra l’iter
seguito nella terza conferenza; è una trattazione breve e
spero che questa sinteticità possa essere rincuorante per
chi ne fosse prevenuto alla sua lettura, “perderete solo
pochi minuti del vostro tempo”!
La consapevolezza del valore del proprio territorio
implica una conoscenza di esso, senza la quale non si
può avere rispetto delle vestigia del passato.
Dr Stelluccio Fiumara
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Locandina 3° Convegno Palazzo Garfì, Cassaro
17 Marzo 2012
Realizzazione grafica Sig. Maurizio Serio
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PREFAZIONE
In questo ultimo libercolo della trilogia: “Cassaro,
Origini, Territorio e Curiosità” ho voluto proporre un viaggio
immaginario negli anfratti della memoria Cassarese,
rievocando tradizioni e curiosità del passato; per alcuni
lettori sarà, in parte, come rispolverare un percorso di
storia che talvolta ci ha ritrovato uniti nel godere di ciò che
la semplicità e la genuinità della tradizione ha
rappresentato, con momenti ludici alternati ad altri intensi
di religiosità e solennità; per altri lettori, invece, mi auguro
che sarà un iter di scoperta e conoscenza delle nostre radici
e di come il Paese era vissuto, senza barriere economiche,
politiche e sociali, ma con un unico comune denominatore,
la gioia e l’orgoglio di essere Cassaresi.
La fotografia, in questo terzo scritto, è protagonista
ed è testimonianza diretta dei ricordi e curiosità che sono
stati brevemente evocati; essa è, infine, autorevole prova di
ciò che di obbrobrio è stato compiuto in un tempo ormai
remoto ma che è stato emulato in un passato recente.
Mi auguro che la lettura e visione di queste poche
ma intense pagine risveglino una sana attenzione al
recupero e alla riqualificazione del nostro Paese, punta di
diamante di un tesoro che è il territorio Ibleo.
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Omaggio alla mia amata Sicilia:
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RICORDI
Panorama del 1927 del nostro paesello
(vd. Libercolo “Cassaro: Il Territorio Racconta”):
Cassaro – Via Giacomo Matteotti:
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Cassaro – Via Umberto I nel 1950; strada a me cara
che mi riporta a ritroso nel tempo, quando da bambino,
vivendo a Scicli, ritornavo a Cassaro a trovare i miei nonni e
parenti:
Piazza Marconi:
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Cassaro – Via Tenente Rossitto; da notare la
presenza dei canali di gronda che permettevano all’acqua
piovana di defluire, senza che le strade si allagassero:
L’obelisco ieri:
Oggi, restaurato, è stato erroneamente rinominato “guglia”.
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Dal punto di vista architettonico è, e sarà sempre,
obelisco, in quanto la guglia, invece, è una sovrastruttura
architettonica.
Non è nemmeno monumento ai caduti del
terremoto 1693, come qualche benpensante ha scritto.
È ipotizzabile che l’obelisco avesse un suo gemello
situato nel lato opposto alla strada e, insieme, indicavano
l’inizio del paese per chi veniva da Palazzolo Acreide.
Il suo gemello, chiaramente è stato abbattuto per
esigenze urbanistiche da chi del valore storico delle opere
non aveva nessuna conoscenza, ne rispetto.
Questo mio schizzo visualizza come doveva essere:
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Un’altra bellissima cartolina di Cassaro panorama
lato sud:
La nostra ex stazione ferroviaria:
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Nel 1911 fu costituita la SAFS (Società Anonima per
le Ferrovie secondarie della Sicilia).
Nel 1912 fu sottoscritta la concessione per la durata
di 90 anni.
La ferrovia a scartamento ridotto fu realizzata in 6
lotti;
la Sortino Fusco – Palazzolo Acreide/Buscemi entrò in
esercizio nel 1918.
Il 30 giugno 1956 fu sospeso il servizio perché
ritenuta superata dal trasporto gommato.
Grave
errore,
perché
la
ferrovia
era
finanziariamente in attivo.
Un tentativo di recupero fu fatto dalla Provincia
Regionale di Siracusa, Presidente Mario Cavallaro, con
incarico all’Arch. Michele Liistro di redigere il piano
attuativo.
Nuove elezioni provinciali.
Cambia il Presidente. Il progetto abortisce.
Oggi il nulla.
Si parla di pista ciclabile; è quasi utopistico
pretendere che un ciclista amatoriale possa facilmente
percorrere la tratta Cassaro-Sortino.
È un territorio già congelato dall’ottusità delle
Istituzioni preposte alla salvaguardia; in questo modo non vi
sarebbe nessun beneficio al turismo ne riscontro
economico per il Paese.
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Cassaro – Stazione, prima del restauro:
Cassaro – Stazione, dopo il restauro:
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Il restauro ha decontestualizzato la stazione e non è
stato effettuato nessun tentativo di armonizzazione con la
natura circostante che ne risulta inquinata nel suo
paesaggio mistico e bucolico.
Se volessimo attenzionare l’utilizzo del denaro
pubblico per la realizzazione di questo “fantasioso”
restauro, ci si dovrebbe chiedere qual è la finalità o la mera
utilità.
Possiamo osservare, inoltre, come la poca
professionalità e capacità di cura nei dettagli abbiano
cancellato, con una facilità disarmante, la vecchia scritta
della stazione di Cassaro, indicativa del fatto che serviva
anche il Comune di Ferla.
Cassaro Stazione – particolare prima del restauro:
CASSARO - FERLA
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Oggi questa scritta non esiste più, in quanto nel
progetto di restauro non è stata presa in considerazione.
La vita contadina era anche alternata a momenti di
svago; il trenino, oltre ad avere la funzione di mezzo di
collegamento tra paesi della zona montana e provincia, era
anche un modo per conoscere il nostro territorio e godere
del paesaggio ibleo.
Trenino con gitanti domenicali:
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Trenino che attraversa Pantalica:
In un tempo ormai lontano, nelle case, non esisteva
l’approvvigionamento idrico, ad esclusione dell’uso
dell’acqua piovana delle cisterne.
In primavera, quindi, le nostre nonne, andavano alla
cava (rive fiume Anapo) per lavare le lenzuola, le “frazzate”
(antiche coperte spesse e molto pesanti), sbiancare “a tila”
tessuta in inverno e quant’altro non era stato possibile
lavare nel lavatoio all’entrata del paese.
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“A Cava”:
Lavatoio con abbeveratoio (1926):
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Oggi non esistono più sia il lavatoio che
l’abbeveratoio accanto (1926), in quanto demoliti per
rendere percorribile con l’auto il tratto iniziale della via
Roma, eliminandone i gradini; la storica “vignazza” è venuta
meno, sostituita, invece, da una strada ad alta pendenza,
pericolosa e con ignara utilità; un altro pezzettino di storia
cancellato.
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Un omaggio affettuoso al Corpo Musicale di Cassaro,
diretto dall’allora amato Maestro Giuseppe Pappalardo.
La costituzione del Corpo Musicale è del 10 ottobre
1922 con il nome di “Corpo Musicale Giuseppe Verdi
Cassaro”:
In quegli anni, ormai passati, una buona parte dei
cassaresi ebbe la possibilità di avvicinarsi alla musica,
studiando ed imparando uno strumento musicale,
diventando così parte attiva della c.d. Banda paesana; tutto
ciò fu possibile grazie alla dedizione e all’amore per la
musica di G. Pappalardo, personaggio peculiare di quegli
anni, rimasto nel cuore e nei ricordi di chi ha avuto il
privilegio di conoscerlo.
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Un’altra attività amatoriale, oltre la suddetta musica, era ed
è il calcio. L’attuale Circolo Sportivo è stato costituito nel
1972.
Squadra di calcio del 1950:
Squadra di calcio degli anni ’80:
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Un omaggio doveroso ai nostri caduti in guerra, con
le foto di alcuni soldati.
I^ Conflitto Mondiale (1915-18):
Sig. Giuseppe Bardelli
Sig. Angelo Garro
Sig. Sebastiano Giardina
Sig. Salvatore Italia
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II^ Conflitto Mondiale (1940-45):
Sig. Salvatore Mineo
Lapidi commemorative
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Le foto di seguito riportate sono storiche
testimonianze del sorteggio effettuato per l’assegnazione
dei lotti Giambra; infatti, conseguenza della riforma agraria
sono i lotti ricavati dalla suddivisione del feudo Giambra in
appezzamenti di 5,5 ettari e le relative costruzioni di un
alloggio con annessi servizi.
La terra ai contadini, era il motto!
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Un’immagine di passeggiata fuori porta con auto,
oggi d’epoca; la strada è la provinciale Cassaro-Ferla –
Montegrosso, allora non ancora asfaltata e realizzata
tagliando il pendio del Castello di Cassaro. A destra si
intravvedono i binari della ferrovia Siracusa – Ragusa –
Vizzini. Siamo vicini alla Stazione Cassaro - Ferla:
Per il ferragosto era consuetudine trascorrere la
giornata alla cava, sotto il ponte, e il Comune provvedeva,
qualche giorno prima, alla pulizia del sito.
Di buon mattino, si occupavano i posti migliori per la
scampagnata. Era il tempo del vivere insieme con semplicità
ed armonia; ogni ricorrenza era un momento di unione e
socializzazione.
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Una fotografia storica della Chiesa di Sant’Antonio
con il suo bellissimo “chiano” e cancellata artistica in ferro
battuto.
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In questa prima immagine, oltre la festa in sé di
Sant’Antonio, è da notare i “dammusi” ricavati sotto il
“chiano”; alcuni di essi erano affacciati sulla Via Umberto I,
altri sul ronco limitrofo. Ho un ricordo labile di un dammùso
in cui c’era il barbiere e in un altro c’era l’abitazione della
famiglia del nostro defunto e indimenticabile “Fratinanu”
(al secolo Ferdinando Digiorgio).
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Sant’Antonio oggi:
Un’Amministrazione avanguardista smantellò ciò
che di bello esisteva per realizzare una brutta piazzetta
anonima con una scalinata ancora più brutta; a mio avviso,
la rimozione del “chiano”, ha indebolito l’assetto statico
della facciata, compiendo uno scempio architettonico.
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Chiesa Madre con la sua vecchia facciata barocca,
incompleta e pericolante:
Chiesa Madre oggi, restaurata:
Anche questa Chiesa ha subito, oltre lo scempio di una
sostituzione di facciata, anche la manomissione del
“chiano” originario.
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Questa è una foto del matrimonio dei miei genitori
in cui si può notare l’assenza di gradini all’uscita della chiesa
com’era ab origine.
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Il piano fu eliminato, sempre da Amministrazione di
turno, avanguardista, per ricavare un “bellissimo” piazzale
per le auto.
A Cassaro si ritenne più utile e funzionale ricavare
un’altra area di parcheggio per far fronte ad eventuali
problemi di carenza di posti auto; realtà utopistica.
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Successivamente, capendo l’assurdità di quanto era
stato realizzato, si tolse lo scivolo e si realizzò una piazzetta.
Festa di San Sebastiano, foto storica:
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Pasqua: “’u scontru”:
Processione dopo “u scontru”:
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Dolci pasquali; periodo in cui la genuinità dei
prodotti e la tradizione prevalevano sulla grande industria
alimentare:
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Gruppo di giovani parrocchiani:
Importante era la funzione della parrocchia,
promotrice di diverse attività e centro di aggregazione
giovanile per eccellenza.
Fin da piccoli, infatti, si entrava a far parte della
comunità cattolica cristiana, frequentando il catechismo
(“duttrina”), che oltre ad essere una guida verso un
percorso di Fede interiore, era anche in grado di rafforzare
quei principi e valori già presenti in ciascuna famiglia.
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L’armonia del passato era anche nel condividere
emozioni ed avventure.
L’immagine sotto riportata ritrae un’escursione
sull’Etna organizzata dal Circolo Sportivo. In quel periodo,
infatti, erano molteplici le iniziative per favorire la creazione
di una comunità più compatta e coesa il cui punto di forza
era la voglia di stare insieme e divertirsi:
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Il carnevale era anche un’altra occasione di allegria
in cui la creatività di ciascuno era fondamentale per la
realizzazione di carri, utilizzando moto ape o camioncini
privati e vestiti di carnevale creati con materiale facilmente
reperibile; la semplicità, il divertimento e la voglia di
mettersi in gioco rendeva questo periodo festivo, atteso da
grandi e piccini, un’esperienza unica:
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La nostra storia contadina comprende anche la
coltivazione di frumento e, quindi, la necessità di mulini ad
acqua lungo il percorso delle antiche trazzere.
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Fotografie dei prodotti locali naturali, biologici,
risultato dell’esperienza e del grande sapere contadino:
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L’arte del formaggio e della ricotta:
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Diga San Nicola, costruita nei primi decenni del
secolo scorso per produrre energia elettrica:
Anapo in piena:
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CURIOSITÀ
Chiesa di Sant’Antonio:
Osservando la su indicata immagine si possono
notare due angeli accanto al simbolo del Cristo che
gioiscono per la Risurrezione; le mani si rivolgono ai fedeli
presentando il cuore della speranza.
La Risurrezione, infatti, apre la nostra vita alla
felicità piena, alla certezza che il male, il peccato e la morte
possono essere vinti.
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In questa immagine, invece, analizziamo i due
angioletti ai lati del simbolo della Madonna:
È un’immagine bellissima e rara.
Chi ha realizzato la composizione ha voluto dare un
forte messaggio simbolico; la scena rappresentata è
dinamica, infatti, non sono raffigurati due angeli diversi
poiché il protagonista è un solo angelo che prima, ha in
mano la palma dei penitenti, muore e si avvia verso gli
inferi, ma in seguito, grazie alla fiamma dell’amore di Maria,
è riportato in vita e tiene in mano la corona
dell’Immacolata.
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Sant’Antonio e il “Tau”:
In quest’immagine vi è una composizione armonica
in cui sulla sommità di essa vi è la presenza di un “Tau”,
simbolo degli Antoniani, probabilmente scelto perché, oltre
a ricordare la croce, rappresentava la stampella usata dagli
ammalati e alludeva alla parola “thauma”, che in greco
antico significa “prodigio”. La croce Tau veniva, infatti,
usata come amuleto per difendersi dalle piaghe e dalle
malattie della pelle.
Secondo altre fonti, essendo il Tau l’ultima lettere
dell’alfabeto ebraico, esso indicava le cose ultime a cui il
grande Santo taumaturgo Antonio sempre pensava. Fin dai
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primi tempi sulla tunica e sul mantello dei monaci,
ambedue neri, campeggiava un Tau di colore azzurro, che
veniva cucito sul lato sinistro, dalla parte del cuore; anche
San Francesco utilizzò il Tau come segno o firma,
combinando l’antico significato della fedeltà per tutta la
vita con il comandamento di servire gli ultimi, i lebbrosi del
suo tempo.
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Nel tardo barocco si fa largo uso di mascheroni,
dall’aspetto più o meno brutto e con valenza scaramantica.
Essi caratterizzano i capitelli della facciata di Sant’Antonio:
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Interessante è la scoperta di mascheroni nascosti
nella base delle colonne:
Quest’ultimi dovevano essere celati per non essere visibili
dal maligno; fungevano da protezione del bene nel luogo di
culto.
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È presente, anche nella Chiesa di San Sebastiano, un
mascherone a protezione dal maligno che si trova,
all’interno di essa, nascosto nella composizione centrale
della volta:
La scrittura “Fortitudo et decor indumentum ejus” si
traduce in: “forza e decoro sono il suo vestito”.
La frase è tratta dal libro dei proverbi cap. 31 n. 25 e
manca di : “et ridebit in die novissimo”, cioè: “e se la ride
dell’avvenire”.
L’autore dello stucco ha riportato solo la parte che
riteneva più efficace nell’esprimere il proprio messaggio.
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BRUTTURE E RESTAURI
Un breve e veloce sguardo ai tentativi di restauro in
cemento:
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Nel lontano 1979 la Chiesa di Sant’Antonio è presa di
mira ancora una volta; si raggiunse l’apoteosi dello scempio
eliminando i pregevoli stucchi della facciata interna alla
Chiesa:
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Non mancano le brutture dell’oggi in bella mostra:
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Il nostro iter fotografico è giunto al termine e concludo con
una foto bellissima del fiume Anapo; lasciandoci travolgere
dalla serenità e armonia dell’immagine potremmo
imbatterci anche nei miti di Anapo, innamorato della bella
Ciane, e del semidio siciliano Dafni, vaccaro degli Iblei. Si
narra che nei pomeriggi estivi si possano ancora udire le
soavi melodie cantate da Dafni, figlio del dio Hermes.
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L’arte va apprezzata e amata e, se non capita ,
per lo meno
rispettata!
“CU’ CRIDI DI SAPIRI ASSAI SAPI NENTI”
Una mia foto durante il Convegno
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N.B.:
1. Le foto inserite in questo libercolo sono in parte mie,
scattate in vari anni, altre sono cartoline d’epoca e
alcune ricavate da internet o pubblicate su altri
testi.
2. Chi si riconosce nelle foto di gruppo è pregato
cortesemente di contattarmi, al fine di dare un nome
certo alle persone fotografate.
3. Chi, invece, per privacy, non vuole essere mostrato, è
pregato cortesemente di contattarmi e sarà
oscurato nelle immagini pubblicate.
4. Ho supposto, nella pubblicazione di alcune immagini
non mie, dell’esistenza di nessun copyright, data la
gratuità della pubblicazione e lo scopo divulgativo di
conoscenza storica di Cassaro e del suo territorio.
“Nel frattempo ho continuato le mie ricerche con l’amico
e sostenitore Geom. Sebastiano Buscema, valido
esploratore ed esperto botanico autodidatta. Abbiamo
individuato altri siti di notevole bellezza e importanza da
aggiungere al percorso storico del nostro territorio.”
Alla prossima…
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INDICE
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Introduzione
Prefazione
Ricordi
Curiosità
Brutture e restauri
pag. 5
pag. 11
pag. 13
pag. 51
pag. 59
66
67
Scarica

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