Direttore Generale – Dr. Roberto Landolfi DIPARTIMENTO ORTO-RIABILITATIVO PRESIDIO OSPEDALIERO “ A. LANDOLFI “ SOLOFRA Direttore Dr. Alfonso Erra L ‘ INTERVENTO DI ARTROPROTESI DI GINOCCHIO Opuscolo informativo per i pazienti A cura di : A. La Verde Dirigente Medico I° Livello U.O.C. Ortopedia e Traumatologia R. Gizzi Dirigente Fisioterapista Dipartimento Orto-Riabilitativo PREFAZIONE Con questo opuscolo si intende informare il paziente che dovrà essere sottoposto ad intervento di artroprotesi di ginocchio . Verrà illustrato tutto il percorso che va dalla visita specialistica ortopedica,al ricovero ,alla degenza ospedaliera,all’intervento ,al tipo di protesi utilizzata ed a tutte quelle norme da seguire dopo la dimissione . Tali note informative rappresentano un valido mezzo che permetterà al paziente di avere piena coscienza e conoscenza dei processi che dovrà affrontare nel percorso pre-peri e post operatorio. All’atto delle dimissioni al paziente verranno fornite tutte le informazioni che gli consentiranno non solo una deambulazione indipendente con l’aiuto di ausili ,di poter effettuare passaggi posturali indipendenti ma anche di tutte le notizie relative ai rischi connessi alla protesizzazione (cosa si puo’ fare – cosa non si deve fare – come e cosa fare ). FISIOLOGIA ARTICOLARE DEL GINOCCHIO Il ginocchio è l'articolazione intermedia dell'arto inferiore. E' un'articolazione che ha principalmente due gradi di libertà, la flessoestensione, e la rotazione interna-esterna. Il primo predomina in ampiezza sul secondo, il quale può avvenire solamente quando il ginocchio è in posizione di flessione. I movimenti di flessione e di estensione La flessione (Fig. 1) è il movimento che avvicina la faccia posteriore della gamba alla faccia posteriore della coscia. E' considerato come il movimento che avviene rispetto ad un asse posto sul piano frontale e che attraversa orizzontalmente i due condili femorali (asse di flesso-estensione). Poiché l'asse di flesso-estensione è orizzontale, a causa del valgismo fisiologico del ginocchio, esso forma un angolo di 93° con l'asse della gamba, e di 81° con il così detto asse anatomico del femore (asse della diafisi femorale). Ne consegue che durante la flessione completa, l'asse longitudinale, della gamba non si mantiene sul piano sagittale: il tallone si sposta medialmente, e quindi ad una flessione si accompagna sempre una adduzione. L'estensione è il movimento per il quale, a partire dalla posizione anatomica, è possibile provocare, passivamente, movimenti di estensione limitati a 5° o 10° a partire dalla posizione di riferimento. Fig. 1 I movimenti di rotazione interna ed esterna La rotazione interna-esterna ( Fig. 2) della gamba attorno al suo asse longitudinale avviene solamente quando il ginocchio è flesso. La posizione di riferimento utilizzata per la sua misura è con il soggetto seduto a gambe pendenti, con una flessione del ginocchio pari a 90° gradi. In queste condizioni la rotazione interna, porta la punta del piede in dentro mentre la rotazione esterna la porta in fuori. L'angolo è quello che l'asse del piede forma con la sua posizione di riferimento. I valori tipici sono di 30° e 40°, rispettivamente per la rotazione interna ed esterna. Fig. 2 I movimenti di abduzione-adduzione Il ginocchio non possiede questo grado di libertà. Esiste tuttavia un lieve movimento che la gamba può compiere intorno ad un asse perpendicolare all'asse di flesso-estensione e all'asse della gamba. Nella posizione di riferimento utilizzata per la valutazione della rotazione intera-esterna la gamba presenta un breve movimento passivo di abduzione-adduzione che però scompare del tutto a ginocchio esteso; se questo movimento persiste anche a ginocchio esteso il comportamento va ritenuto patologico. Ad ogni modo, a causa del valgismo fisiologico del ginocchio durante la flessione, la gamba si porta verso il piano di simmetria del corpo, movimento che sul piano frontale può essere visto come un movimento di adduzione. Il valore tipico di questo angolo è di 10°- 15°. Sovraccarico funzionale: spesso è dovuto al tipo di attività svolta dal paziente; in questo caso assume particolare importanza il microtraumatismo ripetuto. Invecchiamento Ereditarietà: l’influenza del fattore genetico può esplicarsi in maniera diretta o indiretta. Nel primo caso può influire sulla qualità della cartilagine articolare o sulla composizione della sostanza fondamentale amorfa (SFA) della cartilagine stessa. Un meccanismo indiretto può essere rappresentato dall’obesità. Fattore endocrino: la netta preponderanza, per il sesso femminile e la comparsa della sintomatologia in menopausa, spinge a considerare il ruolo svolto dagli ormoni ovarici. Fattore vascolare: è stato ipotizzato un possibile ruolo della stasi venosa in quanto pazienti affetti da gonartrosi presentano, nel 20 - 40% dei casi, delle varici agli arti inferiori. Traumi: episodi traumatici a livello del ginocchio possono essere chiamati in causa nella genesi del fenomeno degenerativo. Figura 3: L’insieme delle strutture legamentose che costituisce il cosiddetto pivot centrale.1) Legamento crociato anteriore. 2) Legamento crociato posteriore. 3) Legamento collaterale mediale. 4) legamento collaterale laterale. LA PATOLOGIA ARTICOLARE DEL GINOCCHIO GONARTROSI E’ la localizzazione al ginocchio del processo artrosico.Come l’anca, il ginocchio partecipa al mantenimento della stazione eretta e alla deambulazione. In ragione della sua funzione e della sua posizione riusciamo a comprendere il motivo per cui sia frequentemente interessato dal processo degenerativo; infatti la forma secondaria al carico, con deviazioni assiali, rappresenta la stragrande maggioranza dei casi. Il sesso femminile in età avanzata, oltre la menopausa, è in assoluto il più colpito. Molti sembrano i fattori che hanno importanza nello sviluppo dell’artrosi del ginocchio: Eccesso di peso: le donne obese vanno incontro più frequentemente a questa patologia degenerativa. Deviazioni dell’asse ARTROSI FEMORO - TIBIALE SECONDARIA L’artrosi femoro-tibiale può riconoscere, svariate cause che possiamo riassumere in: 1) Deviazione assiale Sul piano frontale Sul piano sagittale 2) Post-traumatica Fratture Lassità legamentose Lesioni condrali 3) In corso di artropatie Corpi liberi intra-articolari Esiti di artriti, osteonecrosi, malattie metaboliche, emofilia... 4) Da patologia meniscale Post-meniscectomia Meniscosi Cisti meniscali 5) Da patologia rotulea Displasia femoro-rotulea Rotula alta e bassa Fratture Condromalacia QUADRO CLINICO La sintomatologia completa della gonartrosi è caratterizzata da dolore, impotenza funzionale, limitazione dei movimenti, rumori articolari, deformazioni e difetti di scorrimento. La forma primitiva spesso è bilaterale e nei casi in cui la sintomatologia è monolaterale, si osservano spesso alterazioni radiografiche in entrambe le ginocchia. Il sintomo principale è il dolore di riscaldamento che viene esacerbato dalla fatica e si attenua con il riposo; in fase iniziale, viene avvertito dal paziente solo quando assume certe posizioni (per es. quella accovacciata o inginocchiata), effettua uno sforzo particolare o compie determinati movimenti come salire e scendere le scale. EVOLUZIONE Per quanto concerne l’evoluzione, sono elementi prognostici sfavorevoli l’obesità e, soprattutto, la presenza di deviazione assiale (più grave se in varo). In genere la progressione è lenta ma clinicamente capricciosa, con recrudescenze seguite da periodi di remissione più o meno prolungati. Fig.5 Radiografia di ginocchio con artrosi monocompartimentale Fig.4 Radiografia di un ginocchio con grave gonartrosi L’evoluzione, come anche nelle altre localizzazioni dell’artrosi, è lenta e progressiva; alcune volte è rapida con la comparsa precoce di idrarto e deficit dell’articolarità. In ragione dell’intensità moderata e del carattere transitorio, molto spesso trascorre un certo periodo di tempo dai primi sintomi dolorosi prima che venga consultato un medico. Altro sintomo importante è l’impotenza funzionale e la limitazione dei movimenti che sono assenti nelle fasi iniziali della malattia. Negli stadi avanzati però costituiscono un’altra delle caratteristiche peculiari della malattia, la deambulazione su terreno accidentato, scosceso, molle è più difficile che su terreno duro e pianeggiante. Generalmente l’andatura non è zoppicante e raramente è necessario l’uso del bastone. Persiste, comunque, la difficoltà a salire o scendere le scale. La diminuzione della lunghezza del percorso di marcia è una buona misura dell’aggravamento dell’impotenza funzionale. La mobilizzazione del ginocchio può mettere in evidenza rumori di scroscio articolare che possono essere percepiti dal malato e obiettivamente saranno rilevati dalla palpazione. TRATTAMENTO Il trattamento medico e fisioterapico è sufficiente a controllare a lungo la sintomatologia nella maggioranza dei casi. Inoltre è importante che il paziente segua determinati accorgimenti atti a ridurre il dolore ed a rallentare il processo degenerativo. In primo luogo, qualora vi sia un eccesso ponderale, risulta fondamentale una dieta ipocalorica povera di grassi. Occorre ,altresì ,che il paziente limiti la durata della stazione eretta ,della marcia e che, durante la giornata, si conceda periodi di riposo, in posizione supina, a ginocchia estese. Per impedire l’instaurarsi della rigidità in flessione o la limitazione dell’escursione articolare delle ginocchia, si possono praticare cicli di chinesiterapia e di rinforzo della muscolatura quadricipitale. La terapia farmacologica si basa, come anche per le altre forme di artrosi, sulla somministrazione di farmaci per via generale e per via locale. Per via generale si useranno analgesici e FANS, mentre, per via locale, si potrà attuare un trattamento infiltrativo endoarticolare con farmaci cortisonici o condroprotettori.Nei casi di gonartrosi altamente invalidanti , in cui la deformità sono marcate con grave limitazione funzionale l’unica alternativa è l’impianto di protesi di ginocchio. Fig. 7 Articolazione di ginocchio prima e dopo intervento di impianto protesico Fig. 6 Impianto protesico ARTROPROTESI DI GINOCCHIO L’artroprotesi sostituisce le parti di articolazione usurate e compromesse e, una volta impiantata, deve concedere al ginocchio una stabilità ed una libertà articolare il più possibili ai limiti della norma.Le protesi di ginocchio possono essere classificate in: PROTESI VINCOLATE a cerniera a rotazione PROTESI DI SUPERFICIE monocodiloidee bicondiloidee condilari totali Le protesi totali “a scivolamento” sono attualmente preferite in quanto permettono un notevole risparmio osseo, spesso la conservazione del crociato posteriore e lasciano la scelta tra cementazione totale, parziale e ancoraggio diretto. Si preferisce la cementazione in pazienti molto anziani o con ossa distrofiche per consentire il carico immediato, mentre negli altri casi, come nelle protesi d’anca, si evita il cemento per rendere più agevole l’eventuale rimozione e sostituzione della protesi stessa. Il modello protesico , la metodica di fissazione , la qualità dell’osso e la tecnica operatoria indicate sono di carattere generale e vanno adeguate alle caratteristiche soggettive del paziente APPROCCIO ALL’INTERVENTO Lo specialista ortopedico che durante una visita riscontri la necessità di ricorrere all’intervento di protesizzazione del ginocchio , provvederà a mettere in lista d’attesa per l’intervento il paziente. In seguito il paziente verrà contattato dal personale del Reparto di Ortopedia per fissare la data della preparazioneall’intervento (di tipo ambulatoriale), per effettuare gli esami di laboratorio di routine , ECG e Rx del torace e di entrambe le ginocchia ed ulteriori esami ritenuti necessari. Sara’ cura del paziente provvedere affinché due persone, di qualunque gruppo sanguigno, si rechino a donare il sangue presso il S.I.T. dell’Azienda Ospedaliera “G. Moscati” di Avellino . Il paziente dovrà inoltre sottoporsi a visita cardiologia e praticare un ecocardio e portare i referti all’atto del ricovero. Tra la visita specialistica ortopedica e la data del ricovero ,il paziente dovrà osservare una serie di provvedimenti che gli permetteranno di giungere all’intervento nelle migliori condizioni fisiche possibili: ¾ Evitare l’eccesso ponderale osservando una corretta dieta alimentare ¾ Nel caso il paziente assume farmaci Cardioaspirin, Acriptin, Cumadin,Tiklid…ect) questi andranno sospesi almeno 5 giorni prima del ricovero per l’intervento. Se ritenuto necessario dallo specialista anestesista tali farmaci potranno essere sostituiti con eparina. ¾ Prepararsi all’intervento mantenendo tonica la muscolatura degli arti inferiori : Rinforzo dei muscoli glutei , quadricipite e ischio-crurali (flessori del ginocchio) Sarà consentito ad un solo parente di intrattenersi in reparto la giornata dell’intervento e la notte immediatamente seguente. Per il restante periodo di degenza bisognerà attenersi alle regole di reparto ed agli orari di visita. N.B.:Al momento del ricovero il paziente dovrà portare con se tutta la documentazione in suo possesso ( radiografie , eventuali cartelle cliniche di altri ricoveri, referti di visite ed esami specialistiche effettuati) DURANTE IL RICOVERO Vengono ripetuti gli esami di routine. Viene richiesto il sangue all’emoteca di riferimento. Viene iniziata la profilassi antibiotica e tromboembolica . Viene effettuata la visita specialistica anestesiologica e viene fatto firmare al paziente il consenso informato per l’intervento. Il giorno prima dell’intervento il paziente viene preparato secondo un protocollo igienicoalimentare prestabilito . Il giorno dell’intervento il paziente resterà digiuno dalla sera prima. Cambio totale della biancheria del letto. Il paziente dovrà togliere tutti gli effetti personali (anelli,orologi,catenine,bracciali, protesi dentarie) e i propri indumenti per indossare l’apposito camice fornito dall’infermiere di reparto. Fig. 8 Vie d’accesso per l’impianto di artroprotesi INTERVENTO La via d’accesso chirurgica , il modello di protesi , la metodica di fissazione , la qualità dell’osso , la tecnica operatoria vanno adeguate alle caratteristiche soggettive del paziente. Il tipo di impianto “condiziona” l’immediato trattamento riabilitativo ;ad esempio : se la via d’accesso chirurgica scelta prevede l’osteotomia della tuberosità tibiale o la resezione del tendine quadricipitale al paziente verrà data l’indicazione di evitare di la flessione dell’anca a ginocchio esteso prima della completa guarigione ( tra la 5° e l’8° settimana). In modo analogo ,se l’asso è estremamente portico,è consigliabile posticipare il carico completo fino all’osteointegrazione periprotesica. In ogni caso , la concessione del carico dipende esclusivamente dall’esperienza e dall’orientamento del chirurgo. Fig.10 Successione radiografica della flessione di ginocchio POST-OPERATORIO Terminato l’intervento il paziente viene stabilizzato dall’anestesista per poter essere riportato in reparto senza problemi.Per i primi giorni al paziente vengono infusi liquidi necessari alla reidratazione post-chirurgica .La terapia antalgica viene stabilita e strettamente sorvegliata dall’anestesista ,dall’immediato post-operatorio, utilizzando una pompa infusionale (collegata al catetere venoso o peridurale) che contiene un’associazione di farmaci analgesici o anestetici che riducono il dolore e favoriscono le prime fasi della riabilitazione funzionale . 1 4 3 2 Fig. 9 1 Rotula 2 Tendine quadricipitale 3 Legamento collaterale 4 Menisco Fig. 11 Radiografie di impianto protesico di ginocchio RIABILITAZIONE Il trattamento riabilitativo post-operatorio nella protesi del ginocchio è di estrema importanza. L’opera del fisioterapista è determinante per la buona riuscita della prestazione chirurgica in quanto solo la stretta collaborazione fra chirurgo e riabilitatore riuscirà a completare con successo il difficile compito iniziato dal chirurgo; ricordiamo che il trattamento rieducativo condiziona notevolmente il risultato finale. Il trattamento fisiokinesiterapico non è facile ed è comunque indispensabile per ridare al ginocchio una valida funzionalità. Il trattamento riabilitativo si prefigge questi obiettivi: I. Prevenire i rischi da immobilizzazione a letto II. Recuperare un’articolarità quanto più ampia possibile in flesso-estensione (movimenti principali del ginocchio). Potenziare la muscolatura dell’anca e del ginocchio recuperando il tono e il trofismo dei glutei e del quadricipite, oltre che dei suoi flessori. Importante ricordare che il recupero del ginocchio passa essenzialmente attraverso una sua buona estensione, che avviene per l'azione del quadricipite ed in particolare per l'azione del suo ventre vasto mediale, che assicura gli importantissimi ultimi gradi. III. Insegnare al paziente a deambulare con l’ausilio di bastoni IV. Informare il paziente sui movimenti da “EVITARE” per non rischiare una lussazione della protesi , informarlo sugli ausili da adottare nei primi mesi dopo l’intervento ( rialzo per il water , calzascarpe con il manico più lungo,pinze con manico lungo per prendere eventuali oggetti caduti a terra , ausilio per infilare da soli le calze o calzini). V. Dare indicazioni per rendere funzionale l’abitazione per lo svolgimento delle normali attività quotidiane ( Utilizzo del rialzo per il water,utilizzare uno sgabello per la doccia, togliere tutti i tappeti e gli eventuali ingombri bassi). La riabilitazione inizia già il giorno stesso dell’intervento (compatibilmente con le condizioni generali) a letto del paziente. . Fig.12 Mobilizzazione passiva del ginocchio PRIMO GIORNO (Coincidente con lo stesso giorno dell’intervento) Il trattamento di recupero funzionale inizia subito dopo che il paziente, proveniente dalla sala operatoria, viene risistemato nel proprio lettino in reparto: (applicare la borsa di ghiaccio sul ginocchio allo scopo di ridurre l'edema e il mobilizzatore meccanico(Mod. Kinetec , vedi fig. 13), ciò per evitare aderenze, retrazioni dei diversi tessuti peri-articolari che possono compromettere seriamente il recupero funzionale dell'arto operato. Fig. 13 Mobilizzatore meccanico (Mod. Kinetec) Mobilizzazione dell’articolazione della tibio – tarsica in flesso-estensione ( Fig. 14 ) e in rotazione (Fig . 15) Fig.14 Fig. 15 Contrazioni isometriche del quadricipite (chiedere al paziente di schiacciare il proprio ginocchio sul letto) (Fig.16) Contrazioni isometriche dei glutei. In questa posizione far eseguire esercizi attivi di flessione ed estensione delle ginocchia (Fig.20) Sempre da seduto ,con i piedi in appoggio, far effettuare spinte alternate sui piedi (come se si volesse far schiacciare qualcosa sotto i piedi) Fig. 16 Flessione del’anca (assistita) a ginocchio esteso ,se la tipologia d’intervento lo permette. (Fig. 17) Fig. 17 Flessione ed estensione del ginocchio (gli esercizi vanno effettuati ad entrambe i lati) (Fig. 18) Fig. 18 Esercizi di abduzione (cauti) (Fig. 19) Fig. 19 SECONDO GIORNO Ginnastica respiratoria Rimozione del drenaggio Esercizi come il giorno precedente incrementando leggermente l’intensità degli esercizi. Il trattamento va ripetuto più volte nella stessa giornata TERZO GIORNO Continuare il programma del giorno precedente incrementando l’intensità degli esercizi Il paziente viene posto seduto ( sentito il parere dello specialista) Fig.20 Flessi-estensione del ginocchio QUARTO GIORNO Protocollo come i giorni precedenti I pazienti inizieranno gli esercizi per la stazione eretta Contemporaneamente al carico inizia la rieducazione propriocettiva allo scopo di far riacquistare al paziente la corretta percezione nello spazio delle sue articolazioni e di ottenere risposte muscolari riflesse alle sollecitazioni esterne, sempre più rapide e vicine a quelle fisiologiche. Esercizi da seduto per il recupero dell’articolarità in flesso-estensione con l’ausilio di una palla da 40 cm. .Chiedere al paziente di mantenere il piede sul pallone mentre si esegue il movimento di flessione ed estensione ( Fig. 21) Con l’ausilio di un deambulatore (nei soggetti anziani e’ da preferirsi quello con appoggio ascellare) ed opportunamente aiutato, il paziente inizierà gradualmente gli esercizi per la rieducazione al passo. E’ permesso al paziente utilizzare i servizi igienici (water con rialzo) Fig. 21 Esercizi propriocettivi per la flesso-estensione di ginocchio QUINTO GIORNO Protocollo come nei giorni precedenti Vengono inseriti esercizi in decubito laterale con l’aiuto del fisioterapista – Esercizi di flessione ed estensione dell’anca a ginocchio flesso ed esteso Tali esercizi verranno ripetuti anche in stazione eretta .Vedi fig. 22 – 23 -24-25-26-27 Questi esercizi potranno essere eseguiti con l’ausilio di un elastico che oltre ad incrementare la forza aumenterà il controllo dei movimenti dell’anca e del ginocchio interessato Esercizi di deambulazione all’indietro per favorire lo stretching dei tessuti molli anteriori e posteriori. Fig. 22 Fig. 24 Fig.23 Fig.26 Fig.27 VI GIORNO Protocollo come i giorni precedenti Nella stessa giornata o nella successiva il paziente verrà dimesso per continuare la riabilitazione a domicilio o presso una struttura riabilitativa Vengono consegnati al paziente il foglio di dimissione con le indicazioni in cui verranno riportate le date dei controlli successivi e l’eventuale terapia medica da proseguire a domicilio. Verrà consegnato al paziente il presente opuscolo Fig. 25 Fig 28 Nelle prime fasi del recupero porre molta attenzione all’altezza del sellino della cyclette. (A) Non troppo basso per evitare una eccessiva e brusca flessione del ginocchio (B) Non eccessivamente alto per evitare l’iperestensione del ginocchio operato CONSIGLI ALLA DIMISSIONE Controllo ambulatoriale a distanza di un mese dall’intervento E’ INDISPENSABILE CHE IL PAZIENTE , UNA VOLTA DIMESSO , PROSEGUA IL TRATTAMENTO RIABILITATIVO Fig. 29 Cyclette da camera Nei primi mesi dopo l’intervento : Evitare sedie troppo basse e poltrone Evitare di camminare su terreni accidentati Evitare l’aumento ponderale La ripresa delle normali attività ,ovviamente, sono legate ai controlli successivi all’ intervento.Dopo aver abbandonato i bastoni si potrà tornare al lavoro se l’attività prevalente e’ di tipo sedentario.In attività più impegnative è consigliabile un ulteriore periodo di riposo incrementando la fisioterapia. Lo sport non e’ vietato ai pazienti protesizzati purchè siano praticati a livello ludico-ricreativo e che prevedano attività che incidano poco sull’usura dell’impianto (nuoto,ginnastica ….) evitando comunque le situazioni pericolose. Fig.30 Cyclette portatile Fig.31 Movimenti fisiologici del ginocchio a) Flessione b) Estensione c) Intrarotazione d) Extrarotazione La guida è consigliata dopo aver abbandonato entrambe i bastoni evitando solo i sediolini eccessivamente bassi. Per salire e scendere le scale ,dopo aver acquisito un buon equilibrio sui bastoni ,si esercita il paziente a salire prima con l’arto sano ,quindi l’arto operato insieme ai bastoni e a scendere portando avanti i bastoni ,l’arto operato e per ultimo quello sano. Particolare attenzione va rivolta alla rieducazione della marcia, tenendo presente che la patologia preesistente ha modificato il normale schema di marcia, per cui il paziente tende a mantenere l’andatura patologica con zoppia. E’ consigliato l’utilizzo di una cyclette.(Fig.28 – 29) AUSILI ALZAWATER L’Alzawater (Fig. 31) viene fissato sul water in maniera sicura e stabile tramite un meccanismo di bloccaggio. Consente l’utilizzo anche a pazienti con problemi articolari . La leggera inclinazione in avanti della seduta aiuta a mantenere una corretta postura e riduce la flessione dell’anca e dell’articolazione del ginocchio. La seduta incorpora un’apertura frontale e una posteriore permettendo un migliore accesso per l’igiene personale. Fig. 33 Deambulatore con ascellari Fig.34 Deambulatore pieghevole BASTONI Bastoni con appoggio brachiale da utilizzare nella fase di ripresa del cammino (Fig.34) Fig.32 Alzawater DEAMBULATORI Deambulatore con ascellari (Fig.32) regolabile in altezza ,utilizzabile nelle prime fasi della deambulazione con soggetti anziani. E’ possibile inserire un sedile imbottito. Fig. 35 Bastoni Deambulatore pieghevole (Fig. 33) con snodo , da utilizzare nelle prime fasi della rieducazione al passo.Facilmente trasportabile perché richiudibile. Fig. 36 Cyclette portatile . DIPARTIMENTO ORTO – RIABILITATIVO PRESIDIO OSPEDALIERO “ A. LANDOLFI “ SOLOFRA UNITA’ OPERATIVA COMPLESSA ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA Direttore A. Erra UNITA’ OPERATIVA COMPLESSA MEDICINA RIABILITATIVA Direttore C. Rumiano Recapiti telefonici : ℡ 0825530332 Caposala U.O.Ortopedia ℡ 0825530333 Medicheria “ “ “ “ “ ℡ 0825530334 Reparto “ “ “ “ “ Fax : 0825 530271 ℡ 0825/530252 Reparto U.O. Med. Riabil. ℡ 0825/530223 Palestre Hanno collaborato alla stesura del presente opuscolo il seguente personale del Presidio Ospedaliero “A. Landolfi “ : • Personale medico e paramedico U.O.C. di Ortopedia e Traumatologia Direttore dott. A. Erra • Personale medico e paramedico U.O.C. Medicina Riabilitativa Direttore dott. C. Rumiano • Medici dell’ U.O.C. di Anestesia e Rianimazione Direttore dott. G. Ferrante • Personale medico e paramedico Blocco Operatorio • Direzione Servizio Infermieristico Presidiale Direttore Dott. F.L.Passerino • Direzione Sanitaria Presidio Ospedaliero Direttore Sanitario dott. A. Brogna