ligurialbum cultura, appuntamenti, mode e personaggi LUNEDÌ 4 FEBBRAIO 2008 & volti TEATRO STABILE risvolti INTERVISTA DI GIULIANO GALLETTA www. giulianogalletta.org «VEDE guardi bene, quando si ferma la neve, com’era bella piazza De iverse donne, negli Ferrariprimachefacesseroquell’ame anni, ricanata che c’èultimi adesso». Probabil stanno cominmente me la ricorderei anche da solo ciando a racconma Eli Tagore insiste perché osservi tare la croce, e non bene, dentro la sua de neige, soloboule la delizia, del-la fontana madri. prima della e il suo l’essere Nei “riforma” Paesi anglosassoni aperto, che voltoilsidibattito illumina ènel sorrisotanto di una ra ègazza, stato coniato unè la acronimo, come da ragazza lunga trec “Smum” per indicare la “Smart, cia che raccoglie i suoi capelli grigi. Middle-Class, Uninvolved MoPer l’anagrafe Eli Tagore pronipote ther” ovvero la donna “intellidi Rabindranath Tagore, uno dei mag gente, borghese, non coinvolta”, gioriè poeti premio Nobeldella per la che stufaindiani, di recitare la parte letteratura nel 1913 Anche ha 78 perché, anni (ma mamma perfetta. ormai si sa, non basta scarsamente più essere l’anagrafe è una faccenda mamme perfette: bisogna essere interessante) e vive in una grande casa Supermamme chestorico riescono connel cuore del centro di Genova temporaneamente a curare i figli e dove l’abbiamo incontrata. il marito, la casa, a fare carriera, a La discendenza dal poeta è matrili occuparsi degli anziani genitori e neare -ecome il suoconsigliano cognome è gli quello del anche psicopadreitaliano,Pizzamiglio,malafami logi - a “prendersi un po’ di tempo glia dell’illustre prozio Prima dell’estate ha«permetteva fatto moltodi discutere articolo del Daily utilizzare il un nome Tagore ci racconta Mail firmato a chi si dedicavadaadHelen attività Kirwanartistiche, Taylor, e scrittrice conè poesia, giornalista musica, letteratura». E così un figlio di 10 anni e uno di 12: distato perall’idea Elizabeth,dell’arrivo chitarrista classica sperata di sei con una lunga carriera edidiconcertista, settimane di vacanze, un sacco in tempo tutta Europa, e didainsegnante. Le pa di libero passare con i reti della casa sonodi tapezzate di foto figli, ha confessato non divertirsi affatto a giocare con loro: “Quando grafiedellafamiglia,deimaestrimaso erano piccoli preferivo prattutto gli amati allievi. lavorare cheCosa stare con dell’India? loro, perché era ricorda molto meno ha i «Io sono natastressante. a Genova nelMi 1930. sempre annoiato portarli alle miei genitori si erano conosciutilaafaVe feste, in piscina, raccontargli neziadella nel 1925, mianotte. madreLiera arrivata vola buona amo, nalì come turista. Mio era geno turalmente, ma mipadre annoiano a morte”. Come Kirwan-Taylor vese, ma aveva vissuto negli Stati Uniti aveva previsto, di e parlava moltoè stata bene subissata inglese. Mia critiche accuse di essere una madre, ae di Calcutta, aveva ricevuto cattiva madre. Per contro, molte un’educazione totalmente inglese, altre donne l’hanno ringraziata parlava francese e tedesco. ma nondiil per avere trovato il coraggio bengali e ilmio nonno, ufficiale rompere tabù: «Nessuno cimedico aveva dell’esercito l’aveva avvertito - è laangloindiano, frase più ricorrente battezzare sacerdote porto -fatta di quello chedaciunaspettava davvero». ghese. Io andai in India per la prima Alcune in effetti hanno provolta all’inizio deglicianni Sessanta, vato. E’ il caso per esempio di dopo il mio matrimonio a LondraRacon chel Cusk, canadese non ancora un ingegnere petrolifero indiano, che tradotta in Italia, che in “A life’s era anche mio cugino, maalle nonfuture riuscii work” (Picador) spiega mai ad ambientarmi. già mamme tutto quelloBombay che c’èera davalloradauna megalopoli consull’allati problemi vero sapere sul parto, tamento, sui giorni sempre uguali, che tutti conosciamo, completamente sulle notti insonni, sulle dueimmagi ore di diversa dall’India che avevo libertà gettano nato daiinaspettata racconti di che miatimadre: un nel panico, tanto che non riuscirai mondo sereno, raffinato, ricco di cul a fare nulla di quello che sognavi. tura. riesce Questa asituazione anche Cusk dire cose influì tremende negativamente sul mio matrimonio. restando ironica e divertente, e fa a Tornai Italia e poi di nuovo in preIndia pezzi lein frasi fatte (“Imparerai sto distinguere pianto delle coperadiverse volte, ilsino al divorzio. La liche da ricordo quello con della cosa che piùfame”), nostalgiae èilil coro degli spesso viaggio in osservatori nave. Durava(più quattordici osservatrici) sempre pronti a giugiorni, si partiva da Genova, si passava dicarti come madre indegna, colper il canale di Suez, era una pausa bel pevolizzandoti al minimo disagio lissima e nella mia cabina potevo tran Anche in Italia ci si comincia a quillamente esercitarmi alla chitarra. interrogare sul lato oscuro della maternità. Concita De Gregorio, Per noi concertisti l’esercizio continuo inviato di Repubblica e madre di è essenziale». quattro in “Una madre lo A chefigli, età lo hafacominciato a stu sa”, diaresottotitolo musica? “Tutte le ombre dell’amore perfetto” (Mondadori, sedici anni. Mi madre suonava 123«A pagine, 14 euro). Un libro cheil pianoforte mi ha trasmesso la pas nasce “dal disagio di non trovare sione per musica. padre invece fuori quellache c’è Mio dentro”. “Sul mi hadella chiesto di dargli lezioni quando tema maternità - scrive - c’è un sentire privatoforse e uno collettivo, aveva settant’anni, perché era un po’ geloso dei miei allievi, ma devo dire che imparava bene. Iniziai a studiare a Genova con i maestri Carlo Palladino e Mario Barbieri e prosegui la mia for mazione alla scuola chitarristica spa gnola sotto la guida di Andrea Paleolo 19 FOTO DI GIANNI ANSALDI www.ansaldi.it Le sorelle di Cechov alla Corte Eli Tagore, 78 anni, concerti sta, nella sua casa nel centro storico di Genova D Una scena dello spettacolo L’ARTISTA L’ARTISTA L’ARTISTA L’ARTISTA E’ successo l’altra sera in via Cesare Pavese nel quartiere delle “Lavatrici”, sulle alture tra Pegli e Pra’. Quattro volontari sono stati medi- E’ successo l’altra sera in via Cesare Pavese nel quartiere delle “Lavatrici”, sulle alture tra Pegli e Pra’. Quattro volontari sono stati medi- E’ successo l’altra sera in via Cesare Pavese nel quartiere delle “Lavatrici”, sulle alture tra Pegli e Pra’. Quattro volontari sono stati medi- E’ successo l’altra sera in via Cesare Pavese nel quartiere delle “Lavatrici”, sulle alture tra Pegli e Pra’. Quattro volontari sono stati medi- Quando Segovia recitò Tagore Giovani,filosofi ELI, CHITARRISTA CLASSICA E NIPOTE E STUDIANO LA TV DEL GRANDE POETA SI RACCONTA >> IL NOBEL INDIANO DAGLIANNISESSANTA AOGGI COMEÈCAMBIATOILRAPPORTO FRACULTURAEIMPRESE ••• RABINDRANATH Tagore (Cal cutta 1861 – Santiniketan 1941), premio Nobel per la letteratura nel 1913, è stato scrittore, poeta, drammaturgo e filosofo. Mentre Gandhi, con la disobbedienza ci vile, organizzò il nazionalismo in diano sino a cacciare gli inglesi, c’èTagore la vita si com’è e poi la sua rappropose dic’è conciliare e presentazione corale, pubblica e integrare Oriente ed Occidente. condivisa: non coincidono quasi Figlio di un bramino, studiòsempre nel mai, com’è possibile?”. Regno Unito ove anglicizzò il pro pronti a giudicarti come madre inprio cognome (Thakur). In liriche degna, colpevolizzandoti al minimo disagio bebè. destinate aldel canto cheDe egliGregorio stesso l’autrice cita solodiper rimarcare, musicòli(“Offerta canto” 1913), dandola ormai per scontata parain lavori teatrali (“La vendetta gona argutamente i bambini svedella natura” 1884), in romanzi desi che hanno come modello la (“Il naufragio” 1906), in novelle, e liberissima Pippi Calzelunghe saggi e conferenze Tagore afda Piquelli italiani colpevolizzati nocchio; racconta Brooke fermò il proprio amoredi per la na tura e per Dio, le proprie aspira zioni di fratellanza, la propria pas sione (anche erotica). A destra nella foto, con il poeta, la madre di Eli Tagore e, in piedi, la nonna. Shields e della sua ormai celebre depressione post-parto; delle ninne nanne spagnole che servivano da valvola di sfogo alle madri e contengono frasi orribili (”Dio che me lo hai dato levamelo di torno”). A nostro (maschile) parere, il limite del libro riguarda gli uomini: l’autrice li cita solo per rimarcare, dandola ormai per scontata, la loro inettitudine e/o assenza. Lasciandoci il dubbio che anche tanti padri siano prigionieri di un ruolo che non corrisponde alla realtà. Alcune in effetti ci hanno provato. E’ il caso per esempio di Rachel Cusk, canadese non ancora tradotta in Italia, che in “A life’s work” (Picador) spiega alle future mamme tutto quello che c’è davvero da sapere sul parto, sull’allattamento, sui giorni sempre uguali, sulle notti insonni, sulle due ore di libertà inaspettata che ti gettano nel panico, tanto che non riuscirai a fare nulla di quello che sognavi. Cusk riesce a dire cose tremende gos a Instanbul. Mi innamorai della cultura e della lingua spagnola e per un periodo, negli anni Cinquanta, ho dato lezioni di spagnolo agli emigranti ita liani che dovevano partire per l’Argen tina.CompletaipoiglistudiconEmilio Pujol al conservatorio di Lisbona». Da allora non ha mai interrotto l’attività concertistica. Quali sono i compositori che le sono più cari? «Guardi questo è il programma di un concerto che ho tenuto su un nave di crociera della Costa. Ci sono Fresco baldi, Purcell, Galilei, Cimarosa, Sor, Granados, Tarrega, Albeniz. Può te nerlo». Grazie, ma voglio l’autografo e vorrei anche che mi raccontasse come conobbe Segovia. «Lo incontrai la prima volta all’hotel Colombia di Genova. Gli avevo scritto una lettera le ho sempre preferite alle telefonate e lui mi aveva invitato prima di un suo concerto che doveva tenersi a Palazzo Ducale. Parlammo a lungo in spagnolo. Poi venne una volta anche a cena a casa nostra. Con mia madreparlavaingleseericordocheSe govia recitò in quella lingua una poesia di Tagore che sapeva a memoria. A un certo punto mi chiese anche di andare a lavorare con lui, ma non accettai, era troppodonnaioloperilmiocarattere». Ha qualche progetto per il fu turo? «Non lo so. sono indecisa ma ho la sensazionechesiaarrivatoilmomento di cambiare qualcosa nella mia vita. Forse potrei tornare a Londra». OLGA, schiava degli impegni e dei doveri che si autoimpone; Irina, fresca e ottimista; Maša tra sportata da un destino che la tiene sempre in bilico. “Le tre sorelle” di Anton Cechov sono entrate a buon diritto nell’olimpo dei per sonaggi teatrali più famosi. E la frase “A Mosca a Mosca” che ac compagna come un leitmotiv os sessivo i loro sogni, destinati a in frangersi contro l’orizzonte della provincia, è celebre, quasi prover biale: riassume atteggiamenti psi cologici e stati d’animo. Il dramma di Anton Cechov de butta domani sera (alle 20.30) al Teatro della Corte con regia di Massimo Castri che commenta: «È un testo che anticipa il Nove cento, sembra che parli della no stra incapacità di vivere il pre sente e di costruire paziente mente il futuro». Per Olga, Irina e Maša, che hanno dovuto lasciare la città quando erano ancora bambine, c’è un solo “colpo di vita” nel gri gioredell’esistenzachealtrimenti conducono:l’arrivodiunaguarni gione di ufficiali nel dintorni della loro villa. È questo fatto a regalare loro l’illusione di poter evadere. Dipoterlofareattraversol’amore: in realtà non cambia la loro vita, così come il matrimonio non rie sce ad appagare le aspirazioni di Andrei, loro fratello.Lo spetta colo è prodotto dal teatro di Roma con una compagnia composta in gran parte di giovani. In scena Ro berto Baldassarri, Pietro Faiella, Claudia Coli, Milutin Dapcevic, Angelo Di Genio, Miro Bandoni, Mauro Malinverno, Laura Pa setti, Sergio Romano, Bruna Rossi, Roberto Salemi, Renato Scarpa, Alice Torrioni e Barbara Valmorin. Per “Tre sorelle”, in scena fino a domenica 10, sono validi tutti gli abbonamenti, oltre che le con suete agevolazioni per studenti e gruppi organizzati in collabora zione con l’”Ufficio rapporti con il pubblico” dello Stabile. Per mag gioriinformazioni:010/53421op pure sul sito www.teatrostabile genova.it o ancora scrivendo all’email info@teatrostabilege nova.it. Biglietti a 23,50 euro (primo settore) e 16 (secondo set tore). R. A. L’INCONTRO CON VITA Le “Illusioni ottime” di un “artistoide” che non si prende sul serio Domani alla Società delle letture scientifiche a Palazzo Ducale incontro con l’autore in occasione dell’uscita del suo libro UN VERONESE a Genova. Si chiama Carlo Vita, suo padre è stato il primo sindaco (socialdemocratico) di Verona del dopoguerra. Sul suo bi glietto da visita si definisce “arti stoide”. Infatti scrive versi, prose, saggi, recensioni. E dipinge, illustra, costruisce macchine inutili. Appar tiene alla schiera (e alla generazione) geniale e serenamente laboriosa dei Lele Luzzati, Eugenio Carmi, Flavio Costantini, e degli altri amici della Galleria del Deposito, da lui fondata con altri a Boccadasse nel 1963 e rie vocata nel quarantennale in una mo stra a Villa Croce. Arte? Diciamo, arte applicata alla Vita. Infatti l’attività pubblica di Carlo Vita tocca importanti momenti della Genova del dopoguerra. E’ caposervi zio dell’ANSA e come tale intervista Hemingway (di prima mattina, a un bar del porto, già immerso nel whisky). Dal 1960 dirige il servizio stampa della Cornigliano e dell’Italsi der. L’Italsider è un episodio fonda mentale(tipoOlivettiaIvrea)delrap porto industriacultura, industria vita. I disegni per la sicurezza degli stabilimenti li fornisce Carmi e Carlo Vita affida ad artisti di livello interna zionale le copertina della rivista aziendale,esegueiloroprogettiperla città. Passa infine all’Ansaldo e, chiusa nel 1983 la carriera di pierre, può dedicarsi ai suoi interessi di arti stoide. Prima va a Stromboli, ma presto si accorge che «vivere laggiù voleva dire insabbiarsi definitivamente... le per sone venute da fuori erano altret tante isole». Da ciò il ritorno in Ligu ria e una fitta serie di opuscoli e inter ventidaititoliarguti(“HaiQ?”,“Versi per versi”, “Piccola antologia di Grè”), sempre defilati, privati, ma sempre ricchi di umorismo e contatti rile vanti con la storia di tutti. Ne è esempio il volumetto di cui Claudio Bertieri, Giampaolo Gan dolfo e Stefano Verdino discutono con l’autore domani alle 18 alla So cietà delle Letture Scientifiche a Pa lazzo Ducale. Si chiama “Illusioni ot time” ed è edito da Campanotto (141 pag, 10,50 euro). Contiene una cin quantina di brevi poesie, seguite da altrettanti autocommenti, che par tendo dai piccoli nuclei di esperienza dei versi si allargano in raccontini, di vagazioni, rievocazioni. C’è Montale inquadrato a Boccadasse, Pound li gure ma anche veronese, l’amica Mo nica Vitti, Franco Croce, Sanguineti, famigliari, amici, fantasmi presenti e passati... Tutti coinvolti in un dialogo continuo, di carattere parametafisico come il quadro “Illusioni ottime” che dà titolo al volume ed è riprodotto al suo interno: un cubo dentro una sca tola, un Magritte senza personaggi. Il tono di fondo è montaliano (leo pardiano) in una certa lucidità amara ma non compiaciuta. E’ possibile, ci dice Carlo Vita, mantenere partecipe l’intelligenza e raccontare serena mente il proprio (nostro) mondo no nostante abissi storici e sfaceli quoti diani. Basta non prendersi troppo sul serio. MASSIMO BACIGALUPO Paolo Vita si definisce «artistoide»: è narratore, poeta, pittore e inventore