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RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
EDIZIONI A CONFRONTO
A
ffrontiamo ora
la nostra indagine sulla Terza parte del
Sistema, l’Abbreviazione Logica, considerata
giustamente la « perla
del sistema Gabelsberger-Noe» dove si ritrovano tutto il genio inventivo dell’Autore e la
capacità di esprimere la
parola mediante i minimi elementi indispensabili all’esatta rilettura
rispettando le leggi della fonetica e dell’etimologia. In questa terza
parte, ovviamente facoltativa, è stata sviluppata una teoria non
sempre facile, ma di
grande importanza per
il raggiungimento delle
alte velocità oratorie,
scopo principale di
ogni sistema stenografico.
Con una oculata applicazione della A.L. lo
stenografo è in grado
di seguire gli oratori
più veloci senza nulla
tralasciare e senza, successivamente, trovare
difficoltà nella esatta rilettura dello stenoscritto, perché come tutti
sappiamo, le abbreviazioni sono intimamente legate al nesso logico
del periodo. Indubbiamente è richiesta, da
parte dello stenografo,
una buona conoscenza
ED ECCO
LA PERLA
DEL SISTEMA
GAB.-NOE
TERZA PUNTATA
di Vittoria Bolognesi Baviera
della nostra lingua, ma
proprio questo rappresenta il lato positivo
perché costringe chi
vuole applicare in elevato grado l’A.L. a studiare non solo la grammatica italiana, ma le
origini delle nostre parole per poter poi scrivere soltanto quella
parte che foneticamente o strutturalmente è
indispensabile per la
sua interpretazione.
Nella seconda edizione
i revisori del testo hanno giustamente cercato
di chiarire subito il concetto linguistico-grammaticale relativo alla
radice e alle desinenze
di derivazione, declinazione, coniugazione
delle parole italiane,
concetto purtroppo
non sempre molto
chiaro a studenti e non.
Vengono dati suggerimenti per agevolare la
rilettura, e cioè abbreviazione delle parole
che con «facilità e sicu-
rezza » possono essere
rilevate dal nesso dell’intera proposizione,
non abbreviare parole
per scrivere le quali la
mano deve percorrere
lo steso spazio come
per le intere, parole che
hanno già una sigla e,
soprattutto, non abbreviare parole semplici
secondo le regole stabilite per le composte.
Il capitolo si apre con
l’Abbreviazione Formale
anziché con la radicale.
Nella parte introduttiva viene esposto in
modo sufficientemente
chiaro in che cosa consiste questa abbreviazione cioè, come è ben
noto, «nell’indicare le desinenze di declinazione,
coniugazione e derivazione sulla seconda linea ausiliaria eliminando la radice perché il solo soggetto
della proposizione desterà
in noi l’idea del suo predicato».
Segue la esposizione
formale dei verbi anzi-
ché, come in seguito
vedremo, quella formale delle parole semplici.
L’esposizione dell’Abbreviazione Formale
dei verbi è divisa in due
paragrafi: A) come già
detto, e B) relativa all’aggiunta di una o due
consonanti radicali immediatamente precedenti la desinenza
quando questa presenti
desinenze uguali con
senso diverso, o il senso
non aiuti all’esatta rilettura.
Successivamente c’è
il capitolo dei verbi
composti abbreviabili con le sole particelle prepositive: es. adopera = ad
deporre = de
ecc.
oppure con la particella prepositiva e con la
desinenza di coniugazione, es. discendente
.
Segue l’Abbreviazione
dei sostantivi ed aggettivi sia di parola semplice che composta.
Per le parole semplici
nulla di particolare da
rilevare, per le composte è stato modificato
l’enunciato perché
troppo sintetico. Infatti
è detto: « Sostantivi ed
aggettivi composti abbre-
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
viati per mezzo della loro
prima parte e della desinenza della seconda».
Gli esempi sono stati
modificati nelle edizioni successive.
Particolarità grafiche: si
nota Sicilia
(da
sconsigliare) e Annibale
.
L’autore, dagli esempi
che seguono, dava la
precedenza all’Abbreviazione formale anche
quando poteva essere
applicata la radicale. Infatti vediamo: mondo
ali
.
L’esperienza professionale consiglia invece di
rispettare più che possibile l’accento perché
questo aiuta moltissimo nell’interpretazione
del segno abbreviato.
Altra curiosità graf ica: vostro
dove-
re
. Forme, ovviamente, completamente
decadute.
Fra gli esempi delle frasi con parole composte
notiamo: a coloro
che
di lui
di te
concordia
opuscolo
.
Si passa quindi all’«Abbreviazione a suono»,
chiamata successivamente «radicale». Infatti tutta la A.L. è a suono
perché come già detto
si mette prevalentemente in evidenza la
parte più sonora della
parola. Giusto quindi il
successivo cambiamento.
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Dopo una introduzione
dove viene spiegato
come con l’Abbreviazione formale si può cadere in errore in quanto
una medesima desinenza può essere comune a
vari verbi, sostantivi ed
aggettivi, entra nel vivo
delle regole. Tale introduzione è stata poi soppressa in quanto l’abbreviazione radicale
viene esposta prima
della formale e quindi
non è il caso di parlare
ancora di desinenze.
Nel paragrafo A è esposta la regola relativa alle
parole abbreviabili per
mezzo di vocale o dittongo medio sulla seconda linea aus.
Dagli esempi si rileva
che « ruppe » veniva
nua a notare la preferenza data alla Formale
senza rispettare l’accen-
scritto
anziché
,
muscolo
chiuso
anziché
.
Giuoco e fuoco
è
quindi evidente che inizialmente si potevano
portare sulla 2ª tutte le
vocali medie e solo successivamente tale abbreviazione è stata limitata a parole con vocale
A in radice.
Infine si passa alla mista. Nel par. A si conti-
to e perciò giunto
ecc.
Nell’abbreviazione mista di parole composte
viene suggerito di dare
la preferenza all’abbreviazione mediante le
particelle prepositive e
della vocale media della
sillaba radicale, anziché, come è stato fatto
successivamente, della
particella prepositiva
più la sillaba di radice
CONVEGNO DELLA FONDAZIONE PRESSO IL GRUPPO GIUNTI
IL FUTURO DELLA STENOGRAFIA
TRA CULTURA E TECNOLOGIA
Sabato 11 maggio p.v., presso la sede del Gruppo Editoriale Giunti - Villa
La Loggia - Firenze - Via Bolognese 165 alle ore 10, la Fondazione «Francesco e Zaira Giulietti», congiuntamente all’Istituto Mignini di Perugia,
ricorderà, in una pubblica cerimonia, ILDEBRANDO AMBROSI (Perugia
1850 - Livorno 1915). Eclettica Figura di docente, stenografo, linguista, calligrafo e pubblicista, l’Ambrosi fu, tra l’altro, fondatore dell’Istituto Stenografico Toscano (1877) e della «Rivista degli Stenografi».
La celebrazione consentirà inoltre di ricordare i cinquant’anni dell’Istituto
Mignini e di onorare la memoria del suo fondatore, Romano Mignini (1920-1954).
Il pomeriggio, sempre nella stessa sede, la Fondazione Giulietti, in collaborazione con la Federazione Stenografica Italiana Gabelsberger-Noe e dell’Associazione Stenografica Magistrale Italiana Gabelsberger-Noe, organizzerà un incontro sul tema «STENOGRAFIA TRA CULTURA E TECNOLOGIA. QUALE FUTURO?».
Saranno presenti docenti, professionisti e i rappresentanti dei Sistemi stenografici italiani. Sarà un’occasione per dibattere ed esaminare la situazione
didattica e professionale della stenografia, alla luce dei nuovi programmi e
dell’attuale realtà occupazionale e lavorativa.
In serata, la Fondazione Giulietti metterà a disposizione un pullman per
consentire l’eventuale rientro dei convegnisti a Montecatini, dove, domenica
12, sono in programma l’assemblea dell’EUSI e le premiazioni dei vincitori dei
Campionati nazionali polivalenti 1996 - EUSI.
Per eventuali, ulteriori informazioni rivolgersi a: Fondazione Giulietti - Piazzale
Donatello 25 - 50132 Firenze - Tel. 055/5000042 - Fax 055/5001010.
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RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
Il testo termina con le
sigle parlamentari.
Manca il capitolo delle
omissioni di parola.
3ª edizione
Le osservazioni generali introduttive alla terza
parte, molto sintetiche
nella seconda edizione,
sono state ampliate e
per la prima volta si
parla di parte materiale e
formale della parola. Ne
viene spiegato, in
modo abbastanza chiaro, il significato.
Scompare la «Abbreviazione a suono» e appare la tripartizione a tutti
nota ancora oggi: radi-
della parola semplice:
es. proruppe
.
Tale abbreviazione può
essere fatta senza l’aggiunta della desinenza
della parola o con tale
aggiunta. Ed infine indicando la «u» media per
mezzo della desinenza
sotto base. Infine presenta le regole dell’abbreviazione mediante la
particella prepositiva e
della consonante iniziale della radice.
Come si nota si tratta
prevalentemente di una
esposizione delle regole
in modo diverso dall’attuale, ma il concetto di
fondo è quello ancora
oggi adottato, e il segno
stenografico non ha subito mutamenti. Nulla
di particolare per quanto riguarda i segni stenografici.
cale, formale e mista.
Ovviamente le parole
vengono divise in semplici e composte e le relative regole sono presentate in due paragrafi
distinti.
Gli esempi sono quasi
totalmente cambiati e
sotto il profilo grafico
notiamo alcune differenze rispetto all’attuale modo di rappresentare le parole. Notiamo
almeno
(senza
innalzamento della l)
ultimo
(non era
stata ancora apportata
la modifica della « u »
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
iniziale con il segno alfabetico), continuiamo
a vedere: nostro
vostro
albero
avere
Giuseppe
sepolto
ebbe
ebbero
.
Nell’abbreviazione formale è stato ampliato il
cappello introduttivo e
vengono dati suggerimenti circa la scelta dell’abbreviazione formale
rispetto alla radicale.
Alcune particolarità
grafiche nelle frasi di
esempio: domandò
navigazione diligenza
dovere
richiudeva
dicendo con cui
.
Abbreviazione mista:
La esposizione non subisce variazioni.
Particolarità grafiche:
non sa
in cui
.
Il testo termina con le
sigle parlamentari.
4ª edizione
È pressoché identica
alla terza. Nell’Abbreviazione formale di parole composta è stata
modificata la presentazione della regola. Si
legge infatti: «nei verbi
composti talvolta con la
sola particella prepositiva » anziché « colla particella prepositiva »,
come nella 3ª edizione.
Troviamo corretta la
parola diligenza
non sa
.
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Ed ecco la perla del Sistema Gabelsberger-Noe