32-a1 16 RIVISTA DEGLI STENOGRAFI EDIZIONI A CONFRONTO A ffrontiamo ora la nostra indagine sulla Terza parte del Sistema, l’Abbreviazione Logica, considerata giustamente la « perla del sistema Gabelsberger-Noe» dove si ritrovano tutto il genio inventivo dell’Autore e la capacità di esprimere la parola mediante i minimi elementi indispensabili all’esatta rilettura rispettando le leggi della fonetica e dell’etimologia. In questa terza parte, ovviamente facoltativa, è stata sviluppata una teoria non sempre facile, ma di grande importanza per il raggiungimento delle alte velocità oratorie, scopo principale di ogni sistema stenografico. Con una oculata applicazione della A.L. lo stenografo è in grado di seguire gli oratori più veloci senza nulla tralasciare e senza, successivamente, trovare difficoltà nella esatta rilettura dello stenoscritto, perché come tutti sappiamo, le abbreviazioni sono intimamente legate al nesso logico del periodo. Indubbiamente è richiesta, da parte dello stenografo, una buona conoscenza ED ECCO LA PERLA DEL SISTEMA GAB.-NOE TERZA PUNTATA di Vittoria Bolognesi Baviera della nostra lingua, ma proprio questo rappresenta il lato positivo perché costringe chi vuole applicare in elevato grado l’A.L. a studiare non solo la grammatica italiana, ma le origini delle nostre parole per poter poi scrivere soltanto quella parte che foneticamente o strutturalmente è indispensabile per la sua interpretazione. Nella seconda edizione i revisori del testo hanno giustamente cercato di chiarire subito il concetto linguistico-grammaticale relativo alla radice e alle desinenze di derivazione, declinazione, coniugazione delle parole italiane, concetto purtroppo non sempre molto chiaro a studenti e non. Vengono dati suggerimenti per agevolare la rilettura, e cioè abbreviazione delle parole che con «facilità e sicu- rezza » possono essere rilevate dal nesso dell’intera proposizione, non abbreviare parole per scrivere le quali la mano deve percorrere lo steso spazio come per le intere, parole che hanno già una sigla e, soprattutto, non abbreviare parole semplici secondo le regole stabilite per le composte. Il capitolo si apre con l’Abbreviazione Formale anziché con la radicale. Nella parte introduttiva viene esposto in modo sufficientemente chiaro in che cosa consiste questa abbreviazione cioè, come è ben noto, «nell’indicare le desinenze di declinazione, coniugazione e derivazione sulla seconda linea ausiliaria eliminando la radice perché il solo soggetto della proposizione desterà in noi l’idea del suo predicato». Segue la esposizione formale dei verbi anzi- ché, come in seguito vedremo, quella formale delle parole semplici. L’esposizione dell’Abbreviazione Formale dei verbi è divisa in due paragrafi: A) come già detto, e B) relativa all’aggiunta di una o due consonanti radicali immediatamente precedenti la desinenza quando questa presenti desinenze uguali con senso diverso, o il senso non aiuti all’esatta rilettura. Successivamente c’è il capitolo dei verbi composti abbreviabili con le sole particelle prepositive: es. adopera = ad deporre = de ecc. oppure con la particella prepositiva e con la desinenza di coniugazione, es. discendente . Segue l’Abbreviazione dei sostantivi ed aggettivi sia di parola semplice che composta. Per le parole semplici nulla di particolare da rilevare, per le composte è stato modificato l’enunciato perché troppo sintetico. Infatti è detto: « Sostantivi ed aggettivi composti abbre- RIVISTA DEGLI STENOGRAFI viati per mezzo della loro prima parte e della desinenza della seconda». Gli esempi sono stati modificati nelle edizioni successive. Particolarità grafiche: si nota Sicilia (da sconsigliare) e Annibale . L’autore, dagli esempi che seguono, dava la precedenza all’Abbreviazione formale anche quando poteva essere applicata la radicale. Infatti vediamo: mondo ali . L’esperienza professionale consiglia invece di rispettare più che possibile l’accento perché questo aiuta moltissimo nell’interpretazione del segno abbreviato. Altra curiosità graf ica: vostro dove- re . Forme, ovviamente, completamente decadute. Fra gli esempi delle frasi con parole composte notiamo: a coloro che di lui di te concordia opuscolo . Si passa quindi all’«Abbreviazione a suono», chiamata successivamente «radicale». Infatti tutta la A.L. è a suono perché come già detto si mette prevalentemente in evidenza la parte più sonora della parola. Giusto quindi il successivo cambiamento. 17 Dopo una introduzione dove viene spiegato come con l’Abbreviazione formale si può cadere in errore in quanto una medesima desinenza può essere comune a vari verbi, sostantivi ed aggettivi, entra nel vivo delle regole. Tale introduzione è stata poi soppressa in quanto l’abbreviazione radicale viene esposta prima della formale e quindi non è il caso di parlare ancora di desinenze. Nel paragrafo A è esposta la regola relativa alle parole abbreviabili per mezzo di vocale o dittongo medio sulla seconda linea aus. Dagli esempi si rileva che « ruppe » veniva nua a notare la preferenza data alla Formale senza rispettare l’accen- scritto anziché , muscolo chiuso anziché . Giuoco e fuoco è quindi evidente che inizialmente si potevano portare sulla 2ª tutte le vocali medie e solo successivamente tale abbreviazione è stata limitata a parole con vocale A in radice. Infine si passa alla mista. Nel par. A si conti- to e perciò giunto ecc. Nell’abbreviazione mista di parole composte viene suggerito di dare la preferenza all’abbreviazione mediante le particelle prepositive e della vocale media della sillaba radicale, anziché, come è stato fatto successivamente, della particella prepositiva più la sillaba di radice CONVEGNO DELLA FONDAZIONE PRESSO IL GRUPPO GIUNTI IL FUTURO DELLA STENOGRAFIA TRA CULTURA E TECNOLOGIA Sabato 11 maggio p.v., presso la sede del Gruppo Editoriale Giunti - Villa La Loggia - Firenze - Via Bolognese 165 alle ore 10, la Fondazione «Francesco e Zaira Giulietti», congiuntamente all’Istituto Mignini di Perugia, ricorderà, in una pubblica cerimonia, ILDEBRANDO AMBROSI (Perugia 1850 - Livorno 1915). Eclettica Figura di docente, stenografo, linguista, calligrafo e pubblicista, l’Ambrosi fu, tra l’altro, fondatore dell’Istituto Stenografico Toscano (1877) e della «Rivista degli Stenografi». La celebrazione consentirà inoltre di ricordare i cinquant’anni dell’Istituto Mignini e di onorare la memoria del suo fondatore, Romano Mignini (1920-1954). Il pomeriggio, sempre nella stessa sede, la Fondazione Giulietti, in collaborazione con la Federazione Stenografica Italiana Gabelsberger-Noe e dell’Associazione Stenografica Magistrale Italiana Gabelsberger-Noe, organizzerà un incontro sul tema «STENOGRAFIA TRA CULTURA E TECNOLOGIA. QUALE FUTURO?». Saranno presenti docenti, professionisti e i rappresentanti dei Sistemi stenografici italiani. Sarà un’occasione per dibattere ed esaminare la situazione didattica e professionale della stenografia, alla luce dei nuovi programmi e dell’attuale realtà occupazionale e lavorativa. In serata, la Fondazione Giulietti metterà a disposizione un pullman per consentire l’eventuale rientro dei convegnisti a Montecatini, dove, domenica 12, sono in programma l’assemblea dell’EUSI e le premiazioni dei vincitori dei Campionati nazionali polivalenti 1996 - EUSI. Per eventuali, ulteriori informazioni rivolgersi a: Fondazione Giulietti - Piazzale Donatello 25 - 50132 Firenze - Tel. 055/5000042 - Fax 055/5001010. 18 RIVISTA DEGLI STENOGRAFI Il testo termina con le sigle parlamentari. Manca il capitolo delle omissioni di parola. 3ª edizione Le osservazioni generali introduttive alla terza parte, molto sintetiche nella seconda edizione, sono state ampliate e per la prima volta si parla di parte materiale e formale della parola. Ne viene spiegato, in modo abbastanza chiaro, il significato. Scompare la «Abbreviazione a suono» e appare la tripartizione a tutti nota ancora oggi: radi- della parola semplice: es. proruppe . Tale abbreviazione può essere fatta senza l’aggiunta della desinenza della parola o con tale aggiunta. Ed infine indicando la «u» media per mezzo della desinenza sotto base. Infine presenta le regole dell’abbreviazione mediante la particella prepositiva e della consonante iniziale della radice. Come si nota si tratta prevalentemente di una esposizione delle regole in modo diverso dall’attuale, ma il concetto di fondo è quello ancora oggi adottato, e il segno stenografico non ha subito mutamenti. Nulla di particolare per quanto riguarda i segni stenografici. cale, formale e mista. Ovviamente le parole vengono divise in semplici e composte e le relative regole sono presentate in due paragrafi distinti. Gli esempi sono quasi totalmente cambiati e sotto il profilo grafico notiamo alcune differenze rispetto all’attuale modo di rappresentare le parole. Notiamo almeno (senza innalzamento della l) ultimo (non era stata ancora apportata la modifica della « u » RIVISTA DEGLI STENOGRAFI iniziale con il segno alfabetico), continuiamo a vedere: nostro vostro albero avere Giuseppe sepolto ebbe ebbero . Nell’abbreviazione formale è stato ampliato il cappello introduttivo e vengono dati suggerimenti circa la scelta dell’abbreviazione formale rispetto alla radicale. Alcune particolarità grafiche nelle frasi di esempio: domandò navigazione diligenza dovere richiudeva dicendo con cui . Abbreviazione mista: La esposizione non subisce variazioni. Particolarità grafiche: non sa in cui . Il testo termina con le sigle parlamentari. 4ª edizione È pressoché identica alla terza. Nell’Abbreviazione formale di parole composta è stata modificata la presentazione della regola. Si legge infatti: «nei verbi composti talvolta con la sola particella prepositiva » anziché « colla particella prepositiva », come nella 3ª edizione. Troviamo corretta la parola diligenza non sa . 19