bimbi
&bebè
EDIZIONE 2009/2010
{
}
Servitevi !
Esemplare
gratuito
Consigli per genitori di bambini fino a cinque anni
Se il parto
si fa
aspettare...
Sicurezza
al parco
giochi
Bimbi in
linea
perfetta
Perché
i bambini
non
ubbidiscono
Stimolazione
precoce
Intervista con il pediatra
REMO LARGO
GRAVIDANZA & PARTO ✽ SALUTE ✽ ALIMENTAZIONE ✽ SVILUPPO ✽ EDUCAZIONE
Indice
bimbi
&bebè
Care lettrici,
cari lettori,
­
i bambini sanno suscitare in noi emo
olta
talv
ma
zioni – in genere positive,
a­
anche negative – di cui non immagin
vamo neppure l’esistenza prima di
­diventare genitori. Se da un lato ogni
nostro
fase dello sviluppo fa sussultare il
glio,
cuore di gioia e ci riempie di orgo
arci
dall’altra il nostro tesoro riesce a port
hica.
al limite della resistenza fisica e psic
in­
e
eros
num
«Bimbi&bebè» contiene
aiu­
formazioni e suggerimenti utili per
tarvi nel vostro compito quotidiano
di genitori.
Vi auguro una piacevole lettura.
ATTUALITÀ
2 Stimolazione precoce
5 È arrivata la cicogna !
7 Sessualità nei primi anni di vita
GRAVIDANZA & PARTO
10 Consigli per il benessere della gestante
14 Se il parto si fa aspettare. . .
sALUTE
18 Perché gli strilli logorano ?
20 Consigli essenziali per l’allattamento
23 Cura del bebè dalla testa ai piedi
26 Come agiscono le vaccinazioni
28 Attenzione, scotta !
32 Sicurezza al parco giochi
35 Niente paura del dentista
ALIMENTAZIONE
Susanna Steimer Miller
Editrice e caporedattrice
Scoprite il più
dei momenti
Colophon
Edizione e redazione
Susanna Steimer Miller
pr solutions gmbh, Kilchberg
[email protected]
Direzione artistica
Peter Yates
Peter Yates Design, New York
Ispirati dai bambini.
Il tatto è il senso più sviluppato di un neonato.
È per questo che i nostri prodotti, come le
salviettine Pampers Sensitive e i pannolini
Pampers® New Baby, integrano ora il sistema
Comfort Soft, per avvolgere il vostro bambino
di una delicatezza incomparabile.
Composizione e litografie
Annemarie Gantenbein
satzbild, San Gallo
Traduzione
Patrizia Mina, Dino
Revisione
Tanya Schmid-Loringett,
Stallikon
38 Cucinare con i figli
40 La ricetta
42 Bimbi in linea perfetta
45 Il nostro tesoro beve abbastanza ?
SVILUPPO
Fotografie
Andreas Steimer
Foto Steimer, Rorschach;
Siggi Bucher, Zurigo
(ritratto di Remo Largo);
Istockphoto
(foto di copertina)
Stampa
AVD Goldach
Amministrazione degli
annunci
pr solutions gmbh
Kilchberg
Tel. 044 715 07 34
www.bimbi-e-bebe.ch
48 Importanza dei rituali
50 Apprendimento tardivo del linguaggio
52 I piccoli vivono l’attimo
EDUCAZIONE
54 Perché i bambini non ubbidiscono
58 Insegnare l’ordine ai piccoli
62 Asilo nido, gruppo di gioco o mamma diurna: come farlo sentire presto a suo agio
&
Bimbi Bebé
ATTUALITÀ
I bambini trag­
gono vantaggio
uno dall’altro
per il linguaggio,
e le capacità
motorie.
Intervista
2
Oggigiorno esistono
tanti modi per stimolare i piccoli. Ma cosa
occorre realmente
al bambino nei
primi anni di vita?
Nell’intervista seguente Remo Largo
risponde a questa
­domanda e a molti
altri interrogativi.
Stimolazione
precoce
Ogni bambino è un individuo a sé
e si sviluppa secondo i propri
ritmi. In che modo i genitori possono stimolare il loro bebè?
La sfida più difficile per i genitori è
proprio quella di non lasciarsi
guidare dalle proprie aspettative e
paure, ma d’impegnarsi a prendere
sul serio e a soddisfare adeguata­
mente i bisogni espressi dal bam­
bino. Il piccolo, ad esempio, sa
perfettamente e molto meglio dei
genitori quando è sazio.
Mai come durante la prima infanzia
l’essere umano è in grado di
acquisire conoscenze così facilmente. Non varrebbe quindi la
pena stimolare maggiormente i
bambini in età prescolare? Qual è
il modo migliore per farlo?
A mio avviso la stimolazione
migliore è consentire al piccolo di
sperimentare tutto ciò di cui ha
bisogno per sviluppare le compe­
tenze basilari come il linguaggio,
il comportamento sociale o la
motricità fino all’età di circa cinque
anni.
&
Bimbi Bebé
Professor Remo
H. Largo, esperto
in pediatria dello
sviluppo e autore
di best seller
Oggi molti neonati e bambini
piccoli hanno un’agenda zeppa
d’impegni paragonabile a quella di
un manager. Cosa pensa delle
numerose proposte per stimolare i
più piccoli?
Nulla. Dal mio punto di vista
stimolare un bambino non consiste
nell’iscriverlo a innumerevoli corsi.
Significa piuttosto consentirgli di
sviluppare le competenze di base.
Non esiste alcuno studio che
dimostri che stimolare un bambino
al di fuori delle competenze di base
procuri vantaggi a lungo termine. I
bambini «ultrastimolati» non sono
più bravi degli altri a scuola. Anzi,
qualche volta capita addirittura che
non riescano a sviluppare sufficien­
temente le competenze basilari
tanto sono occupati.
Nei primi anni di vita i bambini
imparano una nuova lingua molto
facilmente. Perché è critico nei
confronti dei corsi, ad esempio
d’inglese, per i bambini piccoli?
Il bambino deve innanzi tutto
imparare a padroneggiare la propria
Lo sapevate
che. . .
lingua materna e per farlo gli
occorrono almeno cinque anni.
Oltre a questa può imparare una
seconda lingua, ma non seguendo
un corso, bensì attraverso uno
scambio quotidiano di parole, ad
esempio con una zia o una bambi­
naia che parla perfettamente la
lingua. L’importante è che ogni
persona parli sempre una sola
lingua, altrimenti il piccolo rischia
di confondersi.
Lei sostiene che i bambini debbano stare con gli altri bambini.
Perché è tanto importante?
A partire dai due anni il bambino ha
bisogno dello scambio con gli altri
bambini, più grandi o più piccoli,
per diverse ore al giorno. Non c’è
maestro migliore dei bambini e
sono molte le cose che un bambino
può insegnare a un altro meglio
degli adulti. Il linguaggio, ad
esempio, viene esercitato molto più
intensivamente con gli altri bambini
che con gli adulti. Lo stesso vale per
il comportamento nei rapporti con
gli altri o per le capacità motorie.
. . . nei primi anni di vita
l’apprendimento avviene
attraverso due percorsi
diversi ? Da una parte i
bambini imparano e si
orientano imitando i loro
modelli, che possono essere i genitori o altre
persone di riferimento, le
sorelle e i fratelli e gli altri
bambini. Dall’altra vanno alla scoperta concreta del mondo che li circonda
studiando gli oggetti.
In che misura i bambini che frequentano un asilo nido sono
avvantaggiati rispetto ai piccoli che
stanno solo con la mamma?
A seconda della condizioni di vita
nelle abitazioni piccole, i vantaggi
&
Bimbi Bebé
Il modo migliore
per sviluppare
la competenza
sociale è stare con
gli altri bambini.
ATTUALITÀ
4
possono essere molteplici. I più
importanti sono le esperienze che il
bambino vive con i suoi simili.
Anche la più competente delle
mamme non può sostituire i com­
pagni di gioco. All’asilo nido il
bambino ha la possibilità di speri­
mentare attività che non sempre
può fare nelle abitazioni piccole,
come ad esempio sfogare la voglia di
muoversi e sviluppare le capacità
motorie scorrazzando all’aperto o
giocando nel bosco.
È arrivata
la cicogna!
La nascita del primo
figlio è un’autentica
rivoluzione per la
coppia. Il neonato
porta tanta gioia in
l primo figlio mette
casa, ma nel cona dura prova la maggior
tempo pone i genitori parte delle coppie. Improvvisa­
di fronte a nuove mente tutto cambia. Il tempo che
sfide. ogni partner aveva da dedicare ai
I
Scoprire
la
Divertente
cubo con forme
Nelle singole aperture si potrà inserire
la forma adatta. Basta premere un
pulsante e le facce del cubo si
aprono facendo uscire tutte le
forme inserite. Dai 15 mesi in su.
vita con i cinque sensi
piccoli passi in un grande mondo
Aqua Doodle
x ss.ch
memory® della fattoria
Un passatempo classico e
avvincente, ora con 24
cartine di morbida stoffa.
Dai 2 anni e mezzo in su.
Basta riempire il pennarello con
acqua e si può disegnare subito. La
superficie magica si colora di blu a
contatto con l’acqua. I disegni scompaiono appena l’acqua si asciuga.
Dai 18 mesi in su.
Palla sonora
Una leggera pressione su un disegno
e subito si produce un tipico suono
armonioso. I più piccoli impareranno
così a percepire e distinguere i diversi
suoni. Dai 6 anni in su.
www.ministeps.de
Cosa possono fare i genitori
per stimolare al meglio il loro
bambino?
La cosa più preziosa che i genitori
possano offrire al bambino è il loro
tempo: scoprire nuove cose, parlare
CR_Ministeps_148x102_d_f_i:CR_Ministeps_148x102_d_f_ie stare
20.05.09
15:10insieme. Uhr Seite 3
semplicemente
propri interessi, oltre che da
­trascorrere insieme, non c’è più.
«Entrambi i partner non possono
più disporre liberamente del pro­
prio tempo, ma devono accordarsi
tra loro. Questo può causare ten­
sioni», spiega Josef Jung, psicotera­
peuta e membro della direzione
dell’Istituto KJF di Lucerna per le
terapie rivolte ai bambini, agli
Matrimoni e
­divorzi in cifre
Nel 1970 gli uomini si erano
sposati in media a 26,5 anni,
le donne a 24,1 anni. Nel
2007 l’età del matrimonio
per gli uomini era salita a
31,2 anni e a 28,9 anni per le
donne. Nel 1970 le coppie
sposate erano state 46 700,
mentre i divorzi nel mede­
simo anno avevano rag­
giunto il numero di 6400.
Nel 2007 erano stati regi­
strati 40 300 matrimoni e
19 900 divorzi. La durata
media dei matrimoni sfociati
in un divorzio si attestava a
11,6 anni nel 1970 e a 14,5
anni nel 2007.
ATTUALITÀ
5
a­ dolescenti e alle famiglie. Anche
se il nuovo arrivato è ancora piccolo,
occorre spazio – sovente limitato
– per la carrozzina, la coperta da
gioco, il lettino e il fasciatoio.
RUOLI DIVERSI
Alla nascita del primo figlio, du­
rante il congedo maternità o con la
cessazione dell’attività professionale
la donna perde molti contatti
esterni. La nuova situazione si ri­
percuote tuttavia anche sul partner
maschile: «Molti papà subiscono
una sorta di shock da ‹breadwin­
L’arrivo di
un neonato
rivoluziona
la vita.
&
Bimbi Bebé
e
ATTUALITÀ
6
Sessualità
Nei mesi
successivi alla
nascita del
bambino il
tempo a
disposizione
della coppia è
pochissimo.
Ragione di più
per godersi
questi momenti!
{Consigli}
Favorire il rap­
porto di coppia
La capacità di comunica­
zione è determinante per la
durata e la qualità del rap­
porto di coppia. Riservatevi
mezz’ora due volte alla set­
timana o un’ora una sola
volta alla settimana per dia­
logare con il vostro partner.
Inserite l’«appuntamento» in agenda e sfruttate l’occa­
sione per scambiarvi le
­vostre sensazioni e non per
pianificare insieme la gior­
nata. Raccontate di voi ed
evitate di colpevolizzarvi a
vicenda. Dite al vostro part­
ner quali aspetti non gradite,
in che ambito desiderate un
maggiore appoggio o in che
situazione vi siete sentiti
incompresi.
&
Bimbi Bebé
Il bambino è un
­essere sessuale sin
dalla nascita.
Ma la sua sessualità
non assomiglia
per nulla a quella
degli adulti.
ner›. Improvvisamente si ritro­
vano nel ruolo maschile, a quanto
pare superato, di capofamiglia e
unica fonte di sostentamento»,
spiega Josef Jung. Le tensioni na­
scono anche dal fatto che ora il
­salario, spesso basso, deve bastare
per tre. «Passare da una relazione
a due a un rapporto a tre costitui­
sce un’autentica sfida.»
INFANZIA VISSUTA
La mamma e il papà si trovano –
volenti o nolenti – confrontati con
le esperienze della loro infanzia e si
chiedono se e in quali frangenti
comportarsi come fecero i loro
genitori. Le opinioni discordanti
possono dare origine ad accese
discussioni su quale delle famiglie
d’origine sia «la migliore».
­«Cercare l’appoggio della propria
famiglia ponendo nel contempo
delle delimitazioni può rivelarsi
una scelta pericolante», sottolinea
Josef Jung.
TEMPO PER LA COPPIA
I genitori non dovrebbero mai
dimenticare di essere anche una
coppia. A tutte le coppie giova
ritagliarsi dei momenti per stare
insieme. Il rimedio più efficace per
superare una crisi è il dialogo. «Che
la voglia d’intimità cali dopo la
nascita del bambino è un dato di
fatto. Per questa ragione è impor­
tantissimo che i partner affrontino
insieme anche l’argomento del
sesso», raccomanda Josef Jung.
Se l’atmosfera è tesa, sarebbe
sbagliato buttarsi nel lavoro invece
che prendersi il tempo di affrontare
i problemi con il partner. Anche
ritenere inutili o evitare i litigi è
controproducente. Una coppia che
si sforza di stare insieme solo «per il
bambino» è destinata prima o poi a
sfaldarsi. Parlare delle attese per­
sonali, esprimere i bisogni indivi­
duali ed esporre la propria opinione
aiuta molte coppie a superare la
crisi. ATTUALITÀ
nei primi anni
di vita
I
neonati amano
toccare ed esplorare il
mondo con i cinque sensi. Quando
al cambio del pannolino il ma­
schietto ha l’erezione o il clitoride
della femminuccia si inturgidisce,
molti genitori rimangono disorien­
tati. Bruno Wermuth, pedagogista
e consulente sessuale di Berna,
spiega: «Occorre innanzi tutto
chiarire che si tratta di reazioni
fisiche assolutamente normali, che
non scaturiscono dalle stesse
motivazioni sessuali degli adulti.»
Al bebè piace scoprire i propri
organi genitali ed è per questa
­ragione che dovrebbe avere la pos­
sibilità di sgambettare di tanto
7
in tanto tutto nudo. «Se il piccolo
esplora i genitali, è bene evitare
esclamazioni di disprezzo come
‹Non si fa› che potrebbero compro­
metterne il sano sviluppo sessuale»,
spiega il pedagogista. L’esperto
­consiglia inoltre ai genitori di chia­
mare gli organi sessuali con il loro
nome come gene­ralmente si fa con
le altre parti del corpo, e questo sin
da quando il bambino è piccolis­
simo. All’inizio vanno molto bene i
termini infantili, ma con il tempo è
preferibile utilizzare parole precise e
denominazioni corrette per indicare
le singole parti degli organi sessuali.
Secondo Bruno Wermuth questo è
particolarmente importante per le
Il bebè a­ssa­
po­ra il bacio
del fratellino.
&
Bimbi Bebé
lo sostengano nel suo orgoglio. «Ini­
bire la voglia del bambino di met­
tersi in mostra comprometterebbe
lo sviluppo della sua autostima, per­
ché il piccolo sarebbe indotto a pen­
sare che provare piacere sul proprio
corpo è una cosa da non fare», pre­
cisa il pedagogista sessuale.
ATTUALITÀ
8
«Mamma, come
ci è entrato
il bebè nella tua
pancia?»
Tutto ciò che do­
vreste sapere sul
«gioco del dottore»
Giocare al dottore sod­
disfa il desiderio na­
turale del bambino di
scoprire ciò che non
conosce.
Ogni bambino è libero di giocare e uscire dal gioco quando lo
desidera.
Nessun bambino ha
­diritto di fare del male a un altro bambino.
I bambini giocano al
­dottore di preferenza a
porte chiuse. I genitori
non devono intromet­
tersi, né pretendere di fare da spettatori o
addirittura di parteci­
pare al gioco.
Vanno evitate le situa­
zioni di diseguaglianza
sul piano della forza fi­
sica e mentale e quindi
le grandi differenze di
potere tra i bambini.
&
Bimbi Bebé
femminucce che, data la loro mor­
fologia, possiedono genitali assai
meno visibili di quelli maschili.
SENSAZIONI PIACEVOLI
Dai due anni in poi il bambino co­
mincia a toccare i propri genitali in
modo mirato allo scopo di procu­
rarsi sensazioni piacevoli. «La ma­
nipolazione dei genitali finalizzata al
proprio godimento è possibile già in
tenera età. Si tratta tuttavia soltanto
di un contatto fisico che genera pia­
cere», spiega l’esperto. Molti geni­
tori nel vedere il loro piccolo
toccarsi si allarmano in quanto uti­
lizzano un proprio codice adulto per
interpretare questi atti, ciò che in­
vece non avviene nel bambino.
Bruno Wermuth spiega che i piccoli
non sono ancora in grado di suddi­
videre in categorie la sensualità, la
tenerezza e la sessualità.
RISPETTARE I LIMITI
I bambini sono curiosi per natura.
Molti di loro si mostrano piuttosto
affascinati dagli organi sessuali dei
genitori e vorrebbero toccarli, susci­
tando talvolta sconcerto. A tale pro­
posito Bruno Wermuth afferma:
«Tutto dipende dall’età del bam­
bino. Se un piccolo di due anni desi­
dera toccare velocemente il pene del
papà, può andare bene. A sei anni
invece questi contatti sono da rite­
nere inopportuni e fuori luogo. Na­
turalmente i toccamenti genitali
sono vietati se il loro scopo è finaliz­
zato al godimento di un adulto.» I
genitori devono dire espressamente
al bambino che non vogliono o non
vogliono più essere toccati. Così fa­
cendo il piccolo impara che ogni es­
sere umano è libero di decidere del
proprio corpo e quindi anche di ri­
fiutare tali contatti fisici.
FAR MOSTRA DI SÉ
La maggior parte dei bambini pic­
coli ama spogliarsi completamente.
Alla fine del secondo anno di età
molti si divertono a scoprire e met­
tere in mostra i loro genitali. «Si
tratta di una fase del tutto normale,
che passa da sé», spiega Bruno Wer­
muth. Il bambino scopre quanto
può fare con il proprio corpo ed è
fiero del suo sesso. In questa fase è
importante che la mamma e il papà
EDUCAZIONE SESSUALE
IMPORTANTE
Alle prime domande del bambino
sulla sessualità o sulla riproduzione,
molti genitori si trovano in imba­
razzo. Bruno Wermuth spiega a tale
riguardo: «L’educazione sessuale è
un processo continuo. Il bambino
che chiede ha diritto di ottenere una
risposta ed è importante che i geni­
tori si attengano alla domanda senza
spingersi in interpretazioni perso­
nali.» Se il piccolo chiede in che
modo il bebè è entrato nella pancia
della mamma, è inutile lanciarsi in
spiegazioni biologiche. È meglio
­invece utilizzare un linguaggio sem­
plice e simbolico. Le prime volte non
è necessario fornire spiegazioni ap­
profondite e dettagliate. Basta sem­
plicemente dire al bambino che
quando i genitori fanno le coccole il
pisellino del papà entra nella farfal­
lina della mamma.
Dare un’educazione sessuale al
bambino è compito di ambedue i ge­
nitori. La mamma e il papà devono
sostenersi a vicenda al fine di creare
un approccio alla sessualità il più ri­
lassato e confacente possibile all’età
del piccolo. L’educazione sessuale è
importante per la prevenzione degli
abusi sessuali sui minori. Lettura
consigliata
Dal 2010 sarà disponi­
bile presso la vostra
consulente materna un nuovo opuscolo sul
tema dell‘educazione
sessuale nella tenera
età e sulla prevenzione
degli abusi sessuali sui minori. Questa pub­
blicazione è edita dalla
Fondazione ­svizzera per la protezione dell’in­
fanzia e dal ­servizio
svizzero di con­sulenza
genitore – bambino.
GRAVIDANZA & PARTO
10
La gravidanza non
è una malattia, ma
può essere accompagnata da piccoli
disturbi.
In caso
di nausea
Consumare
a volontà:
carne, insalate a foglia verde
scuro, uova, formaggi duri,
pancetta, pesce, alghe, sale
iodato, lenticchie, orzo,
mais, lievito, riso integrale,
yogurt, quark, funghi prataioli, avocado, cavolo verde,
panna, patate, prugne. Suggerimento: accompagnate
sempre la frutta con un cibo
salato (ad esempio cracker
salati).
Consumare con
parsimonia:
frutta (se non accompagnata con sale), peperoni
rossi, pomodori, zucca,
cavolfiore, tè nero e tè verde,
pistacchi, sesamo,
mandorle, pinoli, latte,
latticini acidulati, miele.
&
Bimbi Bebé
Consigli
per il benessere
della gestante
I
disturbi si manife­
stano soprattutto nel
primo e nel secondo trimestre della
gravidanza. All’inizio l’organismo
deve prepararsi allo sviluppo del
feto, mentre durante gli ultimi tre
mesi deve far fronte all’onere fisico
che la crescita del bambino com­
porta. Molti disturbi possono essere
alleviati seguendo i consigli della
levatrice Anna Heldstab Indermaur
di Berneck qui esposti. Se questi
rimedi non funzionano, è bene
chiedere aiuto alla levatrice o al
medico.
NAUSEA E VOMITO
Alla gestante che soffre di nausea
si consiglia d’indossare collant
contenitivi. La pressione esercitata
sulle vene da queste calze impe­
disce ai liquidi di accumularsi nei
tessuti e stabilizza la pressione
arteriosa. Per combattere la nausea
possono essere utili anche l’ago­
puntura, lo zenzero fresco a fettine
e il tè di menta (caldo, freddo o
Il periodo durante
il quale la maggior parte delle
­gestanti si sente
­meglio è il secondo trimestre.
Per ridurre la
ritenzione idrica
sotto forma di cubetti di ghiaccio).
In caso di forte nausea all’inizio
della gravidanza, si suggerisce di
provare a interrompere l’assun­
zione di preparati a base di vita­
mine e sali minerali in quanto
queste sostanze possono peggiorare
i sintomi. Nel limite del possibile,
la gestante dovrebbe ridurre il
proprio carico di lavoro (in ufficio,
a casa, nella cura degli altri figli)
perché anche lo stress può causare
la nausea.
RITENZIONE IDRICA
Durante la gravidanza i vasi san­
guigni diventano più permeabili
ai liquidi e tra le cellule può
­accumularsi acqua causando ad
esempio stanchezza ai piedi e
­ onfiore alle mani. In questo caso
g
giova indossare collant contenitivi
sin dal mattino prima di alzarsi e
adeguare la propria alimentazione.
Il metodo più efficace per com­
battere l’edema è quello di assumere
sale e proteine a sufficienza (sono
ideali sei piccole porzioni al giorno).
Anche l’infuso di foglie di grano
saraceno si è rivelato un rimedio
Distribuite sull’arco della
giornata sufficienti dosi
di sale e sei piccole porzioni
di proteine: ad esempio
quark, uova, latte, yogurt,
pesce, carne, salsicce,
formaggio, soia, noci, ceci,
lenticchie e altri legumi.
&
Bimbi Bebé
Benvenuti da
GRAVIDANZA
& PARTO
12
In caso di
bruciori
di stomaco
Sono di
aiuto:
patate, popcorn, latte,
panna, formaggio fresco,
quark, yogurt, mele crude
grattugiate, fiocchi di
avena, mandorle spellate,
crema di mandorle.
Peggiorano
i sintomi:
pietanze grasse e piccanti,
dosi abbondanti di carne,
legumi, pomodori, dolci,
cibi contenenti caffeina,
mentine, succhi di frutta e
alcolici.
Contro i bruciori
di stomaco
Consumate da cinque
a sette piccoli pasti al
giorno.
Fate una passeggiata
­digestiva invece di
un pisolino pomeridiano.
Mangiate almeno tre
o quattro ore prima di
coricarvi.
Dormite con il busto
­leggermente sollevata.
&
Bimbi Bebé
zione di calcio e magnesio. Per le
contrazioni precoci il rimedio più
efficace è generalmente il riposo. È
indispensabile inoltre prevenire la
stitichezza e la diarrea: la prima con
BRUCIORI DI STOMACO
Gli ormoni della gravidanza rallen­ i semi di pulicaria, la seconda con il
tè nero (lasciato in infusione per
tano la digestione e possono rilas­
almeno 10 minuti) abbinato ad
sare il muscolo costrittore tra
esofago e stomaco. Crescendo, il feto esempio a Bioflorin. Anche l’ago­
puntura dà buoni risultati.
comprime lo stomaco verso l’alto
impedendogli di distendersi com­
pletamente. Il risultato: il contenuto MAL DI SCHIENA
In gravidanza il bacino si allarga per
gastrico refluisce nell’esofago
effetto degli ormoni rendendo lo
provocando una dolorosa sensa­
zione di bruciore. La buona notizia: scheletro instabile e accentuando le
posture scorrette già presenti prima
dopo la 36a settimana questo
della gravidanza. Questo causa
disturbo cessa grazie all’abbassa­
facilmente dolori di schiena. Con
mento del feto nel bacino.
l’osteopatia e la terapia craniosacrale
è possibile correggere le posizioni
VARICI ED EMORROIDI
Gli ormoni gestazionali producono sbagliate e sciogliere le tensioni
muscolari. Anche l’agopuntura,
un effetto dilatante sull’intero
l’acupressione e il massaggio con gli
sistema venoso. Con la crescita il
oli eterici aiutano a lenire i dolori. A
feto potrebbe premere sulle vene
titolo preventivo vanno benissimo lo
materne e causare una stasi. I
yoga per le gestanti e la ginnastica
collant contenitivi procurano
per la schiena.
sollievo alla maggior parte delle
gestanti e riducono il rischio di
trombosi. Per prevenire le emorroidi DISTURBI DEL SONNO
La gravidanza costituisce uno
è importante garantire una buona
sforzo fisico per la donna. Il pan­
digestione, possibilmente facendo
cione e l’ansia dell’attesa, come
tanto movimento fisico, seguendo
pure il bisogno di andare sovente in
un’alimentazione ricca di fibre e
bagno durante la notte possono
bevendo molto. In caso di stiti­
disturbare sensibilmente il sonno.
chezza, i semi di pulicaria possono
Oltre all’agopuntura, la gestante
fare miracoli. Per l’uso esterno si
può trovare sollievo grazie a diverse
addicono i gel per le vene e per le
emorroidi le pomate all’amamelide. piante medicinali: fiori di arancio,
melissa, menta bergamotto, lup­
Anche l’agopuntura può essere di
polo, lavanda, iperico e valeriana.
buon ausilio per questi disturbi.
Ad eccezione della valeriana,
queste piante possono essere
CRAMPI E CONTRAZIONI
assunte sotto forma di tisana. Se i
PRECOCI
disturbi del sonno sono causati da
I crampi e le contrazioni precoci
sono generalmente causati dall’ipe­ un costante moto di pensieri può
essere utile anche la terapia con i
rattività della muscolatura liscia e
possono essere mitigati con l’assun­ fiori di Bach. efficace. Per trovare temporaneo
sollievo è consigliato inoltre il linfo­
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GRAVIDANZA
& PARTO
Induzione
del parto
14
Solo circa il 4% dei
bebè viene al mondo
alla data prevista
del parto. Più di un
terzo dei bambini si
fa sospirare e nasce
post-termine.
Se il parto
si fa aspettare. . .
Q
uando si avvicina la
data del parto, gran
parte delle gestanti non vede l’ora
che il bebè nasca. La pancia è in­
gombrante e l’impazienza cresce
ogni giorno. Alcune future mamme
si preoccupano pure per la salute
del nascituro. Il dottor Markus
Hodel, primario del reparto di oste­
tricia dell’Ospedale universitario
cantonale di Lucerna, tranquillizza
le partorienti: «Oltrepassare il
­termine previsto non costituisce di
Quanto dura la
gravidanza?
Teoricamente la gravidanza dura 40 settimane, rispet­
tivamente 40 x 7 = 280 giorni dall’inizio dell’ultima
mestruazione oppure 38 x 7 = 266 giorni dal concepi­
mento. Poiché sovente la donna non sa con precisione
quando è avvenuto il concepimento, si preferisce
basarsi sul giorno d’inizio dell’ultimo ciclo. Se anche
questo è sconosciuto, oggigiorno è possibile determi­
nare molto puntualmente l’età del feto e la data prevista
del parto grazie all’ecografia tra l’11a e la 14a settimana
di gravidanza.
&
Bimbi Bebé
per sé un motivo di preoccupazione
se il bambino sta bene.» Gli studi
dimostrano che il già esiguo rischio
di sofferenza fetale nel grembo
­materno comincia ad aumentare
leggermente circa sette giorni dopo
la scadenza del parto. A partire
dal 14° giorno dopo il termine si
parla di gravidanza prolungata. A
questo punto le complicazioni
­diventano più probabili.
CONTROLLI MINUZIOSI
Superato il termine previsto, il dot­
tor Markus Hodel consiglia di
sottoporsi a controlli più frequenti
per valutare la capacità funzionale
residua della placenta. «Nella cli­
nica ginecologica dell’Ospedale
cantonale di Lucerna visitiamo di
regola la gestante alla scadenza del
parto e poi 5, 7, 9, 11 e 13 giorni
dopo. La procedura varia da clinica
a clinica», spiega il dottor Hodel.
Durante la consultazione vengono
controllati il tono cardiaco, la
­quantità di liquido amniotico, l’at­
tività motoria del feto, i movimenti
Se la gestante
è rilassata,
le contrazioni
iniziano più
facilmente.
di respirazione prenatale e il peso
del bambino. «Se l’esito è buono, si
può tranquillamente aspettare»,
rassicura il ginecologo. Nel decidere
se attendere o meno viene comun­
que tenuto conto anche delle
condizioni della futura mam­ma e
della sua disponibilità ad affrontare
l’attesa.
MEZZI A DISPOSIZIONE
DELLA MEDICINA
La medicina alternativa offre sva­
riati rimedi per indurre il travaglio
(vedere a pagina 16). Se questi
­metodi non funzionano, l’Ospedale
cantonale di Lucerna propone alle
gestanti che hanno oltrepassato il
termine da sette giorni di provocare
il parto artificialmente. «La gestante
deve decidere da sola se vuole aspet­
tare ancora o no», afferma Markus
Hodel. Il parto indotto può essere
effettuato soltanto in ospedale e im­
plica il ricovero della partoriente.
La gestante dev’essere conscia della
possibilità che il travaglio duri fino
a 48 ore, talvolta persino 72. Un
­travaglio così può essere molto fati­
coso. L’induzione artificiale del
parto da 10 a 12 giorni dopo il ter­
mine prestabilito non influisce
per nulla sulla probabilità di dover
praticare un taglio cesareo. Generalmente alla gestante
viene somministrata una
­candeletta di prostaglandina,
una sostanza contenuta
anche nel liquido seminale. La
candeletta viene inserita nella
vagina dalla levatrice. La fu­
tura mamma deve rimanere
sdraiata per un’ora, dopo la
quale può alzarsi rimanendo
tuttavia in ospedale o nelle
­vicinanze. Se la cervice non è
ancora perfettamente matura,
è possibile ripetere l’appli­ca­
zione.
Per le donne che hanno
già partorito con taglio cesa­
reo non è possibile ricorrere a
­questo metodo in quanto le
doglie indotte artificialmente
potrebbero sollecitare ecces­
sivamente le cicatrici cesaree.
In questo caso alla donna
viene somministrato per infu­
sione un ormone che stimola
le contrazioni (ossitocina).
L’ossitocina viene utilizzata
anche per le gestanti la cui
cervice uterina è già molto
­matura o qualora le candelette
di prostaglandina non aves­
sero prodotto alcun effetto.
Rispetto alla somministra­
zione di candelette questo
metodo consente di pilotare
meglio le contrazioni, ma
­richiede il monitoraggio co­
stante del tono cardiaco
del bambino impedendo alla
partoriente di muoversi libe­
ramente.
&
Bimbi Bebé
LeShop.ch – Oggi la spesa si fa così.
GRAVIDANZA
& PARTO
Consigli utili per provocare
le doglie
16
Una volta giunta al termine prestabilito, la gestante può con­
tribuire a provocare le contrazioni adottando determinati com­
por­tamenti o applicando metodi naturali. La levatrice Anna
Heldstab Indermaur di Berneck ha raccolto i più importanti.
Evitare lo stress
Lo stress inibisce le doglie. Godetevi il tempo che vi ri­
mane da dedicare a voi stesse. Leggete, andate dalla
pedicure o dal parrucchiere. L’importante ora è svagarsi.
Fare movimento
Salire le scale, passeggiare, andare in bicicletta. . .
Il parto è un processo attivo e muoversi contribuisce
a provocarlo.
Sesso
I rapporti sessuali vicini al termine possono stimolare le
contrazioni grazie all’ormone prostaglandina contenuto
nel liquido seminale. Inoltre, l’orgasmo produce la con­
trazione dell’utero.
Agopuntura
L’agopuntura è indicata per preparare la gestante al
parto già dalla 36a settimana o per indurre le doglie se il
termine è già stato superato.
Omeopatia
Chiedete alla vostra levatrice o al vostro omeopata quali
globuli si addicono nel vostro caso per avviare le
contrazioni.
Aromaterapia
Diluite nell’acqua del bagno un olio che stimola le contra­
zioni (ad es. la speciale miscela di oli essenziali di
Ingeborg Stadelmann).
&
Bimbi Bebé
Stimolazione dei capezzoli
Stimolando i capezzoli si favorisce la secrezione dell’os­
sitocina, l’ormone che induce le contrazioni. Delegate
la stimolazione al vostro partner oppure utilizzate un ti­
ralatte. Stimolate ogni seno per cinque minuti e state
a vedere cosa succede.
Tisana per le contrazioni
Fate bollire 1 litro di acqua con 1 bastoncino di cannella,
10 chiodi di garofano e 1 cucchiaino di zenzero in pol­
vere per 2–3 minuti. Unite un cucchiaio di verbena
(acquistata in farmacia) e lasciate riposare la tisana in­
coperchiata per 5 minuti. Filtratela e bevetela tiepida
sull’arco della giornata. Se non succede nulla, ripetete
l’operazione dopo un giorno di pausa. Questa tisana può
essere bevuta per una settimana dopo il termine previ­
sto del parto.
Cocktail per il travaglio
Mischiate 2–3 cucchiai di olio di ricino e 2–3 cucchiai
di Cognac con 2 dl di succo di frutta (arancia o albi­
cocca) e agitate bene. Bevete il cocktail in una volta.
L’olio di ricino provoca la diarrea dopo 6 ore e stimola ef­
ficacemente la muscolatura uterina. Questo metodo
dovrebbe essere utilizzato soltanto dopo dieci giorni dal
termine previsto ed è l’ultima speranza prima dell’indu­
zione artificiale del parto.
«È così pratico quando si hanno dei bambini piccoli!»
Laura C.*, 33 anni, mamma di Mattia, 3 anni, e Chiara, 4 mesi
« Non è facile trovare un momento della giornata per fare la spesa al supermercato con i miei due bambini. Mattia vuole
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SALUTE
Tranquillizzare
il bebè
18
Perchè gli strilli
logorano?
Il pianto è l’unico
mezzo di comunicazione verbale di cui
dispone il lattante.
Se il bebè piange,
li strilli del neonato
non significa per
possono portare i geniforza che ha bisogno tori a limiti di sopportazione fisica e
di qualcosa. psichica che ancora non conosce-
G
vano. La consulente materna
Manuela Meyer-Mäder sostiene:
«Quasi sempre i grandi associano il
pianto a un dolore fisico. Volendo
solo il meglio per il loro piccolo, i
genitori attribuiscono sovente la
ragione degli strilli a un problema di
salute. Raramente però è così.» Per i
genitori è molto difficile imparare
Scuotere il neonato è pericoloso
Quando vi accorgete che siete sul punto di
perdere le staffe, mettete il bambino che strilla
nel suo lettino e lasciate la stanza per qualche
minuto. Infilatevi sotto la doccia o uscite a
prendere una boccata d’aria fresca per «staccare» e calmare i nervi. Non scuotete mai il
bebè! Potreste provocargli lesioni gravissime o
addirittura portarlo alla morte!
&
Bimbi Bebé
ad affrontare il pianto del loro
bambino, a sopportarlo e ad accettare che un bebè possa piangere
senza ragione apparente. Nei primi
due o tre mesi di vita il neonato ha
molto da imparare, compie enormi
progressi ed è esposto a numerosi
stimoli che lo portano a sfogarsi in
pianti soprattutto nelle ore serali.
Piangere fino a due ore e mezzo al
giorno è considerato del tutto
normale. Non riuscendo a confortare il piccolo, i genitori provano
insicurezza e si sentono angosciati o
addirittura frustrati. Le urla ininterrotte mettono a dura prova anche il
rapporto di coppia e suscitano in
molti genitori un senso di
abbandono.
IMPARARE AD AFFRONTARE
IL PIANTO
Manuela Meyer-Mäder consiglia ai
genitori di chiedere aiuto prima di
trovarsi al limite. «Per molti non è
facile in quanto vogliono avere tutto
sotto controllo ed essere dei genitori
perfetti», spiega la signora MeyerMäder. In caso di bisogno i genitori
possono rivolgersi alla consulente
Molti neonati si
tranquillizzano
solo se vengono
presi in braccio.
materna, al pediatra, alle organizzazioni di aiuto e, nelle situazioni di
emergenza, al numero sos genitori.
Anche lo scambio di esperienze con
altri genitori è importante.
Se il neonato strilla smisuratamente (più di tre ore per tre giorni
alla settimana e per un periodo di oltre tre settimane), è necessario
escludere eventuali problemi fisici.
Oggi si sa che solo raramente le
coliche gassose causano il pianto nei
primi tre mesi di vita del bebè. A
questa età il piccolo non è ancora in
grado di calmarsi da solo e deve
innanzi tutto imparare a farlo.
Riflettendo consa­pevolmente sul
pianto del proprio bambino, i
genitori arrivano a capire che non
fanno nulla di sbagliato. Un col­
loquio con la consulente materna
può aiutare a trovare strategie
individuali per far fronte alla situazione. Talvolta sono efficaci anche i
metodi della medicina alternativa.
MANTENERE LA CALMA
Secondo Manuela Meyer-Mäder, i genitori dovrebbero sfruttare
questi momenti per sviluppare la
forza di mantenere la calma. Il
pianto dei neonati non è un tema
rilevante soltanto nella cultura dei
paesi occidentali. In altre società
viene affrontato semplicemente in
modo diverso, ad esempio «portandosi addosso» il piccolo.
Purtroppo non esistono ri­
cette infallibili, ma vale la
pena provare questi
accorgimenti:
Aiutate il vostro bambino
a trovare un ritmo re­
golare di sonno-veglia.
Riducete gli stimoli
esterni.
Camminate con il piccolo
in braccio.
Uscite a fare una passeg­
giata (anche alla sera se
piange).
Cantategli una canzone
o caricate il carillon.
Fategli un bagno caldo
(37° C). In molti casi è
utile a calmare il bebè.
Praticategli un massag­
gio; talvolta basta acca­
rezzargli i piedini.
Dategli il ciuccio se suc­
chia bene dal seno.
Sostenetevi a vicenda con
il/la partner ed evitate
di attribuirvi la colpa a
vicenda.
Informatevi presso un
consultorio per mamme
e papà competente e
chiedete aiuto per tempo.
{Consiglio}
Che il pianto favorisca lo sviluppo dei polmoni è una leggenda metropolitana. Non lasciate piangere il vostro
­bambino troppo a lungo, ma ricercate piuttosto la ragione
delle sue urla. Dategli la possibilità di tranquillizzarsi da sé evitando di toglierlo subito dal letto se strilla. Talvolta
per calmarlo basta carezzargli la testa o cantargli una
canzone.
&
Bimbi Bebé
SALUTE
20
Più il bebè
succhia, più
latte viene
prodotto.
L’allattamento al
seno presenta molti
vantaggi, ma non
sempre funziona
al primo colpo. I
consigli qui riportati
possono aiutare
mamma e bambino
a vivere positi­
vamente questa
esperienza.
&
Bimbi Bebé
Consigli essenziali
per l’allattamento
N
ella nostra cultura
allattare il proprio bam­
bino al seno non è ormai più una
questione d’istinto. Sia la mamma
che il neonato devono apprendere la
tecnica e non è raro quindi incon­
trare qualche ostacolo iniziale.
Brigitte Benkert, consulente per
­l’allattamento IBCLC presso l’Ospe­
dale cantonale di Baden, ritiene
importante che le neomamme non
si ostinino ad allattare a tutti i costi
e che si lascino aiutare da un’esperta
ai primi tentativi. «In particolare
dopo un parto difficile mamma e
bebè hanno bisogno di riprendersi.
Lo stress influisce infatti negati­
vamente sulla lattazione», spiega
Brigitte Benkert. «Personalmente
consiglio alle coppie in attesa del
primo figlio di non precipitarsi a
spedire gli annunci di nascita e di
accettare le visite in ospedale sol­
tanto quando si sentono pronti.»
Durante il puerperio la mamma e il
bambino devono innanzi tutto
­stabilire una relazione. Una volta a
casa, la mamma non deve preten­
dere di essere una brava madre e nel
contempo una casalinga e una part­
ner perfetta. Quando il bebè dorme,
dovrebbe concedersi una pausa
­invece di sbrigare le faccende. Ai fini
dell’allattamento è assai più impor­
tante essere riposata che avere la
casa in perfetto ordine.
EVITARE LE ULCERAZIONI
AL CAPEZZOLO
All’inizio dell’allattamento gran
parte delle neomamme provano
dolore attaccando il bebè al seno.
Con la sua esperienza, la consulente
per l’allattamento può aiutare la
mamma a trovare la posizione
ideale per allattare e mostrarle la
tecnica di suzione corretta. Per
evitare di lesionare il capezzolo, è
fondamentale che il neonato afferri
il seno con la bocca avvolgendo tutta
l’aureola. «Il bambino dev’essere
tenuto in linea retta il più possibile
vicino al corpo e le labbra devono
essere rivolte verso l’esterno»,
raccomanda Brigitte Benkert.
SE IL LATTE NON ARRIVA
Vi sono mamme che inizialmente si scoraggiano, perché hanno la
sensazione di non produrre latte a
sufficienza. Tuttavia è del tutto
­normale che la lattazione richieda
un certo tempo. Nei primi tre giorni
di vita il neonato ha bisogno di as­
sumere tante piccole porzioni. È
importante sapere che la secrezione
di latte materno è regolata dalla
richiesta del bambino. Quindi, af­
finché il latte venga prodotto, è ne­
cessario che scorra. «Nelle prime
24 ore dopo il parto il neonato ri­
chiede il latte materno almeno quat­
tro volte e non è affatto inconsueto
che il secondo giorno reclami il seno
ogni due ore», afferma Brigitte Ben­
kert. Per avviare la lattazione può
essere utile assumere gocce per
l’allattamento, globuli omeopatici e
tisane di finocchio, melissa o appo­
site miscele di erbe, nonché massag­
giare il seno. Anche gli impacchi
caldi favoriscono la produzione di
latte. Durante il puerperio la lat­
controproducente. Bere in dosi superiori al
­fabbisogno riduce la quantità di latte.
Recenti studi hanno dimostrato che la flatulenza nel neonato non è causata da deter­
minati cibi, ma piuttosto dall’aria ingerita dal
bambino piangendo o succhiando avidamente
il latte materno. Cambiando posizione è possibile ­rallentare la fuoriuscita del latte.
tazione può essere stimolata pure
con il tiralatte. In alcune donne si è
rivelato efficace lo spray nasale a
base di ormone ossitocina di sintesi.
Il latte materno viene prodotto nel
tessuto ghiandolare, di cui un buon
60% si trova appena due o tre cen­
timetri dietro il capezzolo. A tale
proposito l’esperta consiglia: «Per
non ostruire i dotti galattofori la
mamma deve evitare di premere il
seno con il pollice. Comprimendo
invece la mammella con il palmo
della mano in modo uniforme ma
delicato è possibile favorire la fuo­
riuscita del latte.»
NON FORZARE L’ALLATTAMENTO
Il neonato trae beneficio da ogni
singola goccia di latte materno che
assume, anche se ad esempio la
mamma lo allatta solo parzialmente
per motivi di lavoro. «Un bebè che
succhia al seno con piacere non
rifiuterà il latte materno se di tanto
in tanto viene nutrito con il bibe­
ron», assicura Brigitte Benkert. Se
però la mamma non riesce ad
allattare il proprio bambino o
decide di rinunciarvi per il dolore
che provoca o per altri motivi, non
deve considerarlo un fallimento. La
decisione di allattare al seno è
personale e va presa individual­
mente.
Lettura
consigliata
‹‹
Cosa posso mangiare?
Oggigiorno non vi sono più regole severe. Le
mamme che allattano possono mangiare tutto
ciò che hanno sempre mangiato. L’alimentazione ideale dev’essere equilibrata e ricca di
frutta e verdura. Durante il periodo dell’allat­
tamento è importante bere molto (preferibilmente una bevanda a ogni poppata), ma non
oltre la sete – che potrebbe essere addirittura
«Allattare – perché
la vita inizi in modo
sano»
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può essere richiesto gratuitamente
inviando una busta
affrancata (C5) con
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svizzera per la Promozione dell’Allattamento al seno,
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Allattare – perché la vita inizi in modo sano
Aiuto vicino
Il sito (in francese e tedesco) dell’Associazione
svizzera delle consulenti
per l’allattamento (ASCA)
fornisce gli indirizzi
delle consulenti IBCLC:
www.stillen.ch. Per ulteriori domande sull’allat­
tamento può essere di
aiuto anche la levatrice:
www.levatrice.ch.
&
Bimbi Bebé
LA BELLEZZA È AMORE
SALUTE
Giocando o parlando
al bebè mentre si
svolgono le operazioni d’igiene, questo
rituale quotidiano
diventa per il piccolo
un momento particolarmente piacevole.
{Consigli}
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arrossato
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di allergie e non irrita gli occhi. I minerali naturali e l’olio di mandorle rinforzano la barriera protettiva naturale della pelle.
La pelle sotto il pannolino
umido è facilmente soggetta
alle irritazioni. Gli arrossa­
menti si curano efficace­
mente con una crema allo
zinco, che va spalmata in
uno strato sottile. Se la pelle
attorno ai genitali presenta
piaghe, Barbara Hertli con­
siglia di lavare la parte con
un decotto di corteccia di
quercia o di aggiungere il de­
cotto all’acqua del bagnetto.
Dopo aver asciugato bene la
pelle, tamponare le piaghe
con eosina. Appena la pelle
si è riformata, applicare uno
strato sottile di crema allo
zinco o di pomata cicatriz­
zante antisettica.
Cura del bebè
dalla testa
23
ai piedi
PELLE
Molti neonati hanno la pelle piut­
tosto secca, ma non è strano se si
pensa che hanno trascorso nove
mesi nel liquido amniotico. Talvolta
la pelle si squama e si formano
piccole screpolature. Per curarle non
si può far altro che massaggiare
bene la cute con un olio vegetale o
una lozione idratante per neonati.
La consulente materna Barbara
Hertli di Friborgo consiglia inoltre:
«È buona abitudine controllare le
pieghe della pelle. In queste zone lo
sfregamento, l’umidità e i batteri
possono causare in breve tempo
ferite dolorose.» Ne sono particolar­
mente colpite le pieghe del collo, le
ascelle e la zona dietro le orecchie.
Le pieghe della pelle devono essere
regolarmente lavate, asciugate a
fondo e unte con olio. Per l’igiene
quotidiana del viso, delle mani e dei
piedi, nonché dei genitali è suffi­
ciente utilizzare acqua calda e un
panno morbido.
IGIENE INTIMA
I genitali femminili vanno sempre
lavati procedendo dal davanti al
dietro per evitare che impurità e
batteri entrino nell’uretra. A casa
basta dell’acqua calda, fuori casa
sono pratiche le apposite salviettine
umide non profumate. Le impurità
tra le labbra vulvari si eliminano
Ai bebè
piace essere
accarezzati
durante il
cambio del
pannolino.
&
Bimbi Bebé
SALUTE
24
Per il bagnetto è
bene scegliere
sempre lo
stesso orario.
con un batuffolo di ovatta o un
inserto per pannolini imbevuto di
olio per neonati. Barbara Hertli
raccomanda di non togliere lo strato
biancastro untuoso che ricopre le
labbra genitali della femminuccia
appena nata in quanto protegge la
pelle e scompare rapidamente da
solo.
Nei maschietti è indispensabile
evitare di abbassare il prepuzio. Le
pieghe della pelle sotto lo scroto
vanno pulite preferibilmente con
acqua calda, asciugate tamponando
e unte con olio.
di annegamento è troppo elevato!
Inoltre potrebbe bruciarsi giocando
con il rubinetto dell’acqua calda.
Dopo il bagno il neonato va asciu­
gato perfettamente (senza dimen­
ticare le pieghe della pelle e gli spazi
tra le dita). Se necessario, può essere
massaggiato con un olio vegetale o
una lozione per bebè.
CAPELLI
I capelli vanno lavati preferibil­
mente durante il bagnetto passando
delicatamente un panno morbido
sul capo. Per i neonati basta dell’ac­
qua. Massaggiando ogni giorno il
cuoio capelluto con una spazzolina
morbida – ideali i movimenti
circolari – si favorisce l’irrorazione
sanguigna e si previene la crosta
lattea (vedere pagina 25).
OCCHI
Ai neonati capita sovente di avere
gli occhi «incollati» a causa del
canale lacrimale ancora molto
stretto. Le secrezioni si eliminano
passando un dischetto di ovatta
imbevuto di tè nero o di soluzione
salina sterile in direzione del naso.
Temperatura
dell’acqua
La temperatura
dell’acqua del bagnetto
dovrebbe essere di
37° C. Controllate
sempre la temperatura
con l’apposito termo­
metro e/o immergendo
il gomito.
&
Bimbi Bebé
BAGNETTO
Barbara Hertli consiglia di fare il
bagno al neonato secondo il bisogno
da una a tre volte alla settimana e di
utilizzare solo acqua, alcune gocce di
olio di mandorle o un detergente
delicato per bebè. È buona abitudine
preparare a portata di mano asciu­
gamano, abitini e prodotti trattanti
per il corpo prima d’immergere il
piccolo nell’acqua.
Anche se il bambino sa stare se­
duto, non deve mai essere lasciato
solo nella vasca da bagno. Il pericolo
ORECCHIE
Il cerume fuoriesce da sé, mentre il
padiglione auricolare si pulisce al
meglio con un panno umido. Vanno
evitati i bastoncini ovattati in
quanto spingono il cerume nel con­
dotto uditivo e rischiano di dan­
neggiare la membrana del timpano.
Per eliminare il cerume visibile,
­arrotolare un pezzetto di ovatta tra
le dita fino a formare una punta e
pulire esercitando leggeri movi­
menti circolari.
Dietro le orecchie possono
formarsi incrostazioni se la piega
della pelle non viene lavata regolar­
mente, asciugata a fondo e unta con
olio. Le incrostazioni si rimuovono
facilmente con olio per neonati e
ovatta.
NASO
Molti neonati hanno il naso otturato
e le loro mucose si seccano rapida­
mente. Poiché a questa età il bam­
bino non è ancora in grado di
soffiarsi il naso, spruzzare della
soluzione salina sterile nelle narici
può essere di grande aiuto. Le
secrezioni nasali si eliminano
introducendo dell’ovatta intrisa di
soluzione salina avvolta su sé stessa
fino a formare un bastoncino ed
esercitando dei movimenti circolari
all’interno della narice.
OMBELICO
Generalmente il moncone di
cordone ombelicale secca nell’arco
di 10–15 giorni e si stacca da solo.
L’ombelico dev’essere disinfettato
regolarmente con alcool fino a
completa guarigione. Anche una
volta caduto il moncone, l’ombelico
deve essere disinfettato per alcuni
giorni.
UNGHIE
Le unghie possono essere tagliate
al più presto dopo la quarta setti­
mana con le apposite forbicine.
Questa operazione risulta più facile
tenendo il bambino in grembo o
procedendo mentre dorme. Massag­
giare le unghie con olio di mandorle
per ammorbidirle.
{Consigli}
Contro la crosta
lattea
Massaggiate il cuoio capel­
luto del bebè con olio di
­mandorle due ore prima del
bagnetto. L’olio di mandorle
si elimina facilmente con
uno shampoo delicato per
neonati e un panno morbido.
Spazzolate i capelli con una
spazzolina morbida. Se ne­
cessario, ripetete l’opera­
zione per alcuni giorni.
Salute
I vaccini sono ben
tollerati?
I vaccini devono soddisfare elevatissimi requisiti di qua­
lità. Gli effetti collaterali (ad es. arrossamento nella zona
della puntura, febbre) si manifestano solo raramente e
sono di solito transitori. Negli ultimi anni in Svizzera non
sono stati registrati danni da vaccinazione.
Intervista
Professor Ulrich Hei­
ninger, membro
della Commissione
­federale per le vaccina­
zioni (CFV) e primario
dell’Ospedale pedia­
trico universitario di
Basilea
Basta un «pic»
per proteggerci
dalle malattie
potenzialmente
pericolose.
Le vaccinazioni
sono una delle mi­
sure di protezione
più efficaci a disposi­
zione della medicina.
Intervistato da
«bimbi&bebè»,
l’esperto in materia
Ulrich Heininger
illustra il mecca­
nismo di azione dei
vaccini.
Come agiscono
le vaccinazioni
Signor Heininger, come agiscono
i vaccini?
I vaccini simulano l’infezione na­
turale senza tuttavia causare le
possibili complicazioni che la ma­
lattia comporta. La grossa differenza
tra farsi vaccinare e «fare la malat­
tia» sta nel fatto che con il vaccino
viene inoculato l’agente patogeno o
parte di esso reso inoffensivo. Nel
caso in cui l’organismo venisse a
contatto con il virus vero della ma­
lattia, il sistema immunitario lo
riconoscerebbe immediatamente e
riuscirebbe a combatterlo con
successo.
L’Ufficio federale della sanità
pubblica consiglia di vaccinare i
&
Bimbi Bebé
neonati già a due mesi. Perché
così presto?
Trasmettendo al feto gli anticorpi
tramite la placenta e il cordone
ombelicale, la mamma contribuisce
a sviluppare il sistema immunitario
del bambino già durante la gravi­
danza. Alla nascita il neonato
possiede la massima protezione
immunitaria, ma questa diminuisce
nei primi mesi di vita. Tra il terzo
mese e il compimento del primo
anno, la protezione immunitaria si
riduce rapidamente. Si raccomanda
quindi di vaccinare il neonato già a
due mesi per fare in modo che possa
sviluppare la propria capacità
immunitaria quando la protezione
trasmessa dalla madre è ancora
buona. Generalmente i bambini di
due mesi sopportano molto bene le
vaccinazioni.
Quali sono gli obiettivi delle raccomandazioni ufficiali?
Si intende proteggere da una parte
l’individuo stesso e dall’altra l’intera
popolazione. Chi si fa vaccinare
contribuisce infatti a proteggere
contro le malattie infettive come il
morbillo, gli orecchioni e la rosolia
anche le persone che non possono
farlo per ragioni mediche (ad es. gli
individui immunodepressi). La
Svizzera raccomanda le vaccinazioni
anche per sostenere gli sforzi
dell’Organizzazione mondiale della
sanità volti a debellare nel mondo
malattie come il morbillo.
Negli ultimi anni in Svizzera si
sono verificate più volte epidemie
di morbillo. Come mai?
Per sradicare il morbillo nel nostro
Paese occorrerebbe vaccinare in due
Lo sapevate che. . .
. . . il morbillo non è inoffensivo? Questa malattia può
causare encefaliti che provocano epilessia e disturbi dello
sviluppo e in certi casi portare addirittura alla morte. Il
rischio di complicazioni aumenta con l’età. Le cosiddette
malattie infantili non vanno comunque mai sottovalutate.
dosi almeno il 95% dei bambini.
Come ben dimostra l’esempio della
Finlandia, questa percentuale
annullerebbe la possibilità di
epidemie. Attualmente in Svizzera
la copertura vaccinale dei neonati
contro questa malattia si situa
attorno all’87%.
Per quale ragione consiglia ai
genitori di proteggere i loro figli
conformemente al piano svizzero
di vaccinazione?
Lo sviluppo dei vaccini rappre­
senta una delle maggiori conquiste
della medicina. Ogni bambino
dovrebbe poterne usufruire e
potersi quindi proteggere contro
le dodici malattie potenzialmente
pericolose. Esistono molte altre
malattie trasmissibili contro le
quali purtroppo non esiste alcuna
protezione efficace. Vaccinarsi
significa quindi assumersi la
responsabilità per i propri figli e
per gli altri.
Lettura
consigliata
‹‹
26
L’opuscolo «Vaccinare i bambini? Si!
Perché?» risponde a numerose
­domande sulle
­vaccinazioni rac­
comandate per i
bambini. Questa
pubblicazione può
essere scaricata
dal sito ufficiale
dell’Ufficio federale della ­sanità
­pubblica (UFSP):
www.ufsp.admin.ch.
Vaccinare i
BAMBINI?
Sì! Perché?
&
Bimbi Bebé
Salute
28
Uno studio svedese
ha evidenziato che i
pazienti più frequentemente curati in
ospedale per ustioni
sono bambini tra 0 e
4 anni e anziani con
più di 85 anni. I
bambini piccoli non
sono in grado di
valutare i pericoli che
acqua o grasso
bollente, piastre
accese o fuochi aperti
comportano.
Attenzione,
scotta!
L
a ragione per cui
i bebè e i bambini piccoli si bruciano con particolare frequenza è legata al loro sviluppo.
Quando un neonato impara a muoversi, entra in contatto con gli oggetti che lo circondano. Il piccolo si
aggrappa e si appoggia ovunque e se
ad esempio tocca lo sportello bollente di una stufa a legna, non è capace di ritrarre velocemente la
mano. Christian Scherer, capo del
servizio Educazione dell’Ufficio prevenzione infortuni upi, riferisce che
la maggior parte degli incidenti con
ustioni che coinvolgono bambini
piccoli avviene in cucina e in bagno.
PERICOLI PRINCIPALI
Nei bambini la causa più frequente
di bruciatura è il contatto della pelle
con l’acqua bollente penetrata
attraverso i vestiti. Il calore elevato
si spinge in profondità danneggiando i tessuti cutanei. Talvolta la
lesione definitiva è constatabile solo
dopo sette giorni. Più raramente i
bambini si ustionano con il grasso
bollente, ma in questo caso le
conseguenze sono più gravi. Le
&
Bimbi Bebé
piastre calde, i ferri da stiro, gli
umidificatori e i fuochi di ogni
genere rappresentano ulteriori fonti
di pericolo. I fuochi aperti provocano bruciature e ustioni nei
bambini più grandicelli, prevalentemente dagli otto anni in su.
PREVENIRE È MEGLIO
CHE CURARE
«I genitori devono prevenire le
ustioni allontanando innanzi tutto
le potenziali fonti di pericolo»,
raccomanda Christian Scherer. È
importante che i genitori siano
coscienti dei pericoli, perché solo
così possono rendere attento il
bambino e spiegargli, mano a mano
che cresce, come proteggersi. «Per
far capire al piccolo che una cosa
scotta, si può ad esempio avvicinare
la mano del bambino alla fonte di
calore», suggerisce inoltre l’esperto.
I genitori possono ripetere questo
esercizio tutte le volte che lo ritengono necessario.
I genitori devono
prevenire le ustioni
allontanando innanzi
tutto le potenziali
fonti di pericolo.
In cucina
il pericolo
di scottarsi
è molto
grande.
&
Bimbi Bebé
È importante raffreddare il
più presto possibile la zona
colpita per evitare che il
­calore penetri in profondità
nei tessuti.
Salute
1
2
Come proteggere il vostro bambino. . .
. . . in cucina
Utilizzate le piastre posteriori
e girate il manico delle pentole
verso l’interno.
Montate una barriera di
protezione davanti ai fornelli.
. . . a tavola
3
4
Intervista
Dottor Clemens
Schiestl, direttore del
Centro per bambini
ustionati presso
l’Ospedale pediatrico
di Zurigo
Non lasciate il bambino solo
­davanti a una tavola apparecchiata e tenete le pietanze
calde lontane dalla sua portata,
ad esempio al centro del tavolo.
Anche al ristorante fate attenzione che non possa raggiungere le potenziali fonti di
pericolo (ad es. tazze di caffè
bollente, piatti preriscaldati).
Non lasciate giocare il
bambino vicino al piano di
cottura mentre cucinate.
Collocate gli elettrodomestici
come bollitore, tostapane,
Non tenete il bambino seduto
sulle vostre ginocchia se
state bevendo o mangiando
qualcosa di caldo. Una tazza
di tè bollente è sufficiente per ustionargli la superficie
cutanea al 30%.
Rinunciate alle tovaglie. Anche
un bambino molto piccolo
riesce a far cadere dal tavolo
. . . nella zona giorno
Tenete le candele fuori dalla
portata del bambino. Non
lasciate il piccolo solo e in­- custodito se c'è una candela
accesa e ricordate sempre di riporre i fiammiferi dopo
l'uso in un luogo sicuro.
. . . in bagno
Già una temperatura dell’acqua di 50° C può procurare
bruciature e ustioni sulla pelle.
Per proteggere il piccolo fate installare un miscelatore
provvisto di un dispositivo
termostatico.
Dopo aver utilizzato l’acqua
calda, lasciate scendere
Proteggete le prese con gli
appositi copriprese. Anche la corrente elettrica può
provocare gravi ustioni.
Schermate gli umidificatori, le stufe a legna e i caminetti
per impedire al bambino di
dell’acqua fredda. Se il bambino apre il rubinetto, non
­rischierà di scottarsi.
Controllate sempre l’acqua del bagno con il gomito o un
termometro (temperatura
­ideale per neonati e bambini
piccoli: 36–37° C). Immergete il piccolo nella vasca sol-
Cosa consiglia ai genitori in caso
di ustioni lievi?
È importante raffreddare il più presto possibile la zona colpita per evitare che il calore
penetri in profondità nei tessuti. Bastano
10–15 minuti sotto l'acqua a 20° C, ma non
più fredda per evitare di abbassare eccessivamente la temperatura corporea del ­bambino.
La bruciatura va raffreddata immediatamente, quindi se si è soli occorre dapprima
trattare la parte e poi chiamare i soccorsi.
Sulle ustioni non è opportuno applicare
creme, dentifrici, farina od olio ed è indispensabile non forare le eventuali vesciche.
macchina del caffè, fornello
per raclette o piastra per
cialde in modo che il bambino
non possa aggrapparsi al
cordone elettrico.
un piatto fondo colmo di
minestra bollente tirando il
bordo della tovaglia.
Non tenete in casa spirito da ardere. Per la fondue utilizzate piuttosto la pasta
combustibile, mentre per la griglia vanno benissimo i
cubetti accendifuoco.
In che modo la medicina può aiutare
i bambini ustionati?
Le cure sono notevolmente migliorate e oggi
abbiamo a disposizione i cosiddetti sostituti
cutanei. Un bambino con bruciature di estensione al 15% non è più considerato un caso
di emergenza ustione, bensì un caso di
emergenza estetica. La medicina ha compiuto grandi progressi anche nel trattamento
delle ustioni molto estese, tuttavia nella maggior parte dei casi rimangono grosse cicatrici. Il nostro obiettivo è quello di minimizzare
nel miglior modo possibile le cicatrici fisiche
e psicologiche del bambino e della sua
famiglia.
Richiedete i generici Mepha al vostro medico
o farmacista.
affidabili
Quelli con l’arcobaleno
&
Bimbi Bebé
Quando è necessario ricorrere
al medico?
Sempre quando si formano vesciche e se
l’ustione è più estesa di mezzo palmo della
mano del bambino. Anche le ustioni sul viso
e sulle mani sono delicate. Personalmente
consiglio di recarsi dal medico una volta di
troppo piuttosto che rischiare di trascurare la
ferita.
Generici Mepha –
quando il rapporto
prestazione e prezzo
deve essere giusto.
toccare queste pericolose
fonti di calore.
Non lasciate secchi di acqua
bollente sul pavimento. Il
bambino potrebbe inciam- parvi o cadervi dentro.
tanto quando la temperatura è perfetta. Non aggiungete
acqua calda quando il bambino è già nell’acqua.
Non lasciate il bambino incustodito nella vasca da bagno.
Oltre a correre il rischio di annegare, potrebbe bruciarsi con
il rubinetto dell’acqua calda.
Perché le ustioni possono avere conseguenze gravi nei bambini piccoli?
Più il bambino è piccolo, più sottile è la sua
pelle e quindi più profonda la lesione.
Bruciandosi ad esempio con dell'acqua a
70 gradi, la ferita in un adulto può guarire
senza lasciare tracce, mentre in un bambino
di un anno basta un contatto di soli uno o
due millesimi di secondo per produrre una
cicatrice.
1809
30
Trattamento di bruciature e ustioni
{Consigli}
Per la sicurezza
al parco giochi
SALUTE
Al parco giochi
i bambini vogliono
sfogarsi e
devono imparare a
convivere con
i pericoli.
32
Il gioco è
fondamentale per
lo sviluppo del
bambino. Le oasi
ricreative aiutano a
crescere e stimolano
la sicurezza di sé
e l’autostima. Ma
celano pure un
bambini tra 0 e 5
arrampicata e dondoli a bilico. Se
anni sono particolarmen­ inoltre la pavimentazione non è
rischio potenziale
idonea, le cadute possono causare
d’infortunio. te esposti ai pericoli dei parchi
Sicurezza
al parco giochi
I
giochi. Essi non possiedono ancora
la consapevolezza dei rischi e non
sono in grado di valutare il pericolo.
«I bambini piccoli non riescono a
prestare attenzione e a concentrarsi
a lungo su una situazione poten­
zialmente pericolosa e si lasciano
distrarre facilmente», spiega
Chris­tian Scherer, capo del servizio
Educazione dell’Ufficio prevenzione
infortuni upi. Nei parchi giochi la
caduta costituisce l’infortunio più
frequente e la parte più a rischio è
rappresentata dalla testa. La mag­
gior parte degli incidenti è legata
soprattutto alle attrezzature ludiche
come ad esempio scivoli, torri di
&
Bimbi Bebé
Sovente gli
incidenti capitano
perché i bambini si
lasciano distrarre
facilmente.
Abilità e
movimento
rischi – quindi prima di essersi
arrampicato sulla torre – solo all’età
di otto anni circa.
ferite.
CONSAPEVOLEZZA
DEL PERICOLO
Il bambino è in grado di guidare
intenzionalmente la sua attenzione
solo attorno ai cinque anni. A questa
età però si lascia ancora distrarre
rapidamente da ciò che lo circonda.
A cinque anni il piccolo si rende
conto ad esempio che potrebbe
cadere dalla torre di arrampicata
solo quando è ormai arrivato in
cima. Ai bambini più piccoli questa
consapevolezza acuta del pericolo
manca del tutto. Generalmente il
bambino impara a prevedere i
GESTIRE I RISCHI
I parchi giochi devono soddisfare
determinati requisiti di sicurezza ed
essere sottoposti a manutenzione.
Eliminare tutti i rischi è tuttavia im­
possibile, e ciò non avrebbe neppure
senso. Christian Scherer afferma:
«Al parco giochi i bambini vogliono
sfogarsi e devono imparare a convi­
vere con i pericoli. Questo non signi­
fica però che l’oasi ricreativa debba
esporre i piccoli a gravi rischi soltan­
to perché non rispettano le norme di
sicurezza e sono ad esempio sprovvi­
sti di una pavimentazione ammor­
tizzante che attutisce le cadute.»
Il gioco e il movimento sono
elementi essenziali per lo
sviluppo completo del bambino.
In età infantile la riflessione,
l’apprendimento e la percezione
sono strettamente legate al
movimento: ogni conoscenza
avviene tramite un’azione,
quest’ultima basata in genere
sui movimenti. Studi scientifici
hanno dimostrato che i bam­
bini che partecipano a pro­
grammi di stimolazione del
movimento ottengono risultati
migliori nei test d’intelligenza.
Le capacità motorie influiscono
anche sul piano sociale ed
emotivo. I bambini agili sono
infatti meno paurosi e più sicuri
di sé rispetto ai coetanei più
impacciati.
1. Controllate sempre che le
attrezzature ludiche non
presentino difetti (ad es.
viti allentate, schegge o
fenditure nelle superfici di
legno, ruggine, chiodi
sporgenti, spigoli e angoli
vivi, corde danneggiate,
elementi rotti) e informate subito il responsabile della manutenzione.
2. Non lasciate salire il
vostro bambino su una
struttura di arrampicata
con un casco da bicicletta in testa. Questo
copricapo atto a proteggere potrebbe provocare
il decesso in caso di
caduta. Rimanendo
sospeso con un laccio
attorno al collo, il bambino non ha alcuna
possibilità di liberarsi.
3. Date la preferenza alle
casse della sabbia provviste di copertura. Nelle
casse della sabbia scoperte il bambino potrebbe
sporcarsi con escrementi
animali. Tenete d’occhio il piccolo mentre gioca,
impeditegli di portare la
sabbia alla bocca e lavategli bene le mani quando
ha terminato di giocare.
4. Incoraggiate il bambino a
sperimentare giochi nuovi
e limitatevi ad aiutarlo
quanto basta. Sorvegliatelo, ma lasciate che si
metta alla prova da solo.
Non fategli notare costantemente i pericoli,
ma suggeritegli in maniera positiva come prestare attenzione alla sua
sicurezza. Ditegli quindi
piuttosto «Tieniti bene!»
invece di «Fai attenzione
a non cadere!».
&
Bimbi Bebé
Piccoli denti crescono…
SAlute
Sono numerose le
persone che non
vanno volentieri
dal dentista. Con
qualche accorgimento i genitori
possono evitare di
trasmettere le loro
paure al bambino.
Lo sapevate che. . .
. . . il 60–70% della
popolazione ha paura
del dentista?
Per la maggior parte
di queste persone
i timori sono legati
a esperienze
negative vissute
­durante l’infanzia.
La linea per l’igiene orale CANDIDA Junior è stata appositamente sviluppata per bambini ormai non più
piccoli ma che ancora non hanno raggiunto l’adolescenza. Per tutti i bambini tra i 6 e i 12 anni è per esempio
stato creato uno spazzolino in grado di pulire in denti in modo delicato e sicuro. E con il dentifricio in gel ricco
di pagliuzze luccicanti e all’aroma di arancia e frutto della passione lavarsi i denti diventa un vero spasso!
Niente paura
del
L
35
dentista
e cure dentarie
possono essere assai
sgradevoli. Risparmiare i tratta­
menti odontoiatrici al bambino è
possibile garantendo una buona
igiene orale sin dalla comparsa del
primo dente di latte. Una dentatura
di latte sana è infatti la migliore
premessa per la salute dei denti
permanenti. Fino a sei anni è
compito dei genitori assicurare
l’igiene dentale del piccolo. Al
bambino è sì consentito sperimen­
tare sin da piccolissimo l’uso dello
spazzolino stando seduto (per non
farsi male), ma sta comunque ai
genitori dare la spazzolata finale.
ATTEGGIAMENTO DEI GENITORI
Se i genitori parlano sempre bene
del dentista, non v’è ragione di
­temere che il bambino possa aver
paura di una consultazione di con­
trollo. Le minacce quali «Se non
­pulisci bene i denti, ti verrà la carie e
il dentista dovrà farti molto male
per otturare i buchi» incutono ti­
more. Prima del primo controllo,
È fondamentale che il
bambino viva
positivamente
la sua prima
esperienza dal
dentista.
&
Bimbi Bebé
può essere utile permettere al pic­
colo di assistere a una visita fissata
per i genitori o per i fratellini per
fargli capire che andare dal dentista
è una cosa del tutto normale e non
per forza dolorosa.
SAlute
36
{Consigli}
PRIMA VISITA
La dentista pediatrica Juliane Leon­
hardt Amar di Ginevra con­siglia di
effettuare il primo controllo da un
dentista specializzato per bambini
tra i due e i tre anni. A questa età
quasi tutti i denti di latte sono già
spuntati e il medico può informare
per tempo i genitori sulla corretta
Per una
dentatura sana
Cominciate a pulire i
denti al bambino appena
spunta il primo dentino.
Utilizzate uno spaz­zolino
piccolo e una piccola
dose di dentifricio per
bambini a basso tenore
di fluoro. Durante il primo anno di età spazzolate i denti
del bambino una volta al giorno, due volte dal
compimento di un anno
e tre volte a partire dal
secondo compleanno.
Pulite sempre i denti
dopo aver mangiato
dolciumi.
Date al piccolo pochi cibi
dolci e comunque di
preferenza soltanto ai
pasti principali. Evitate
le bevande zuccherate.
Utilizzate il filo interden-
tale a partire dai quattro
anni per i molari.
&
Bimbi Bebé
ti­vo della prima visita dal dentista.
«Si tratta di un investimento per
il futuro», spiega la mamma di due
teenager.
L’ideale sarebbe che il dentista
accogliesse il bambino e i suoi
genitori nella sala di attesa e che,
una volta entrati nella stanza delle
consultazioni, il piccolo potesse
guardarsi in giro, familiarizzare con
il nuovo ambiente e costruire la
fiducia nei confronti del medico
prima di prendere posto sulla
poltrona.
«Personalmente visito i miei
piccoli pazienti fino a tre anni
I piccoli
possono stare
a guardare
i fratelli più
grandi durante
la visita.
attenzione durante la pulizia. A tale
scopo utilizzo un peluche. Al
termine della visita faccio i compli­
menti al piccolo e gli offro un
regalino», racconta la dentista. Lo
specialista può venire in aiuto con
suggerimenti utili anche quando il
bambino rifiuta di pulirsi i denti.
COSE DA NON DIRE
Recandosi dal dentista il bambino
deve sentire i suoi genitori vicini.
Dal canto loro, essi devono dar
prova di grande pazienza. Se
durante la visita il piccolo prende
paura, è bene evitare d’incoraggiarlo
con frasi come «Non aver paura,
non fa male» in quanto le parole
«paura» e «male» hanno una
connotazione negativa. Anche le
minacce come «Se adesso non stai
fermo, me ne vado!» non aiutano a
distendere la situazione. Quanto
alla promessa quale «Se ti mostri
coraggioso, poi ti faccio un bel
regalo», serve a ben poco se il
piccolo è angosciato. Nessun tipo di
regalo può cancellare la paura in un
bambino.
Aiuto a portata di mano
Consultate il sito
www.kinderzahn.ch
per trovare il dentista
pediatrico più vicino
a casa vostra.
{Consigli}
Per facilitare
la pulizia
Prendete il bambino in
grembo girato di schiena
in modo tale da vedere
bene nella sua bocca.
Stabilizzate il mento del
piccolo con la vostra
mano.
Pulite dapprima le
superfici di mastica-
zione con piccoli
movimenti orizzontali.
Spazzolate quindi le
superfici interne ed
esterne in verticale con
movimenti leggeri
passando anche sulle
gengive.
Un mondo fantastico per i bebè
La morbida Palestrina Musicale Amici della
Natura è un vero paradiso, per i più piccoli –
ricca di giochi, motivi dai colori vivaci,
effetti luce e suoni della natura. Un
angolo meraviglioso dove giocare,
igiene orale e su ulteriori misure
preventive (alimentazione, fluoro­
profilassi) prima che si formi la
carie. La prima visita consente inol­
tre di valutare il rischio di carie
e di definire quindi insieme ai geni­
tori la frequenza dei controlli suc­
cessivi. Juliane Leonhardt Amar
ritiene molto importante che il
bambino conservi un ricordo po­si­
facendoli sdraiare in grembo a un
genitore. La vicinanza della mamma
o del papà li fa sentire più a loro
agio», spiega Juliane Leonhardt
Amar. Alla prima consultazione il
dentista deve dedicare sufficiente
tempo al piccolo e avere molta
pazienza. «Dopo aver controllato i
denti, mostro al bambino e ai
genitori dove prestare particolare
scoprire e rilassarsi, comodissima
da portare con sé.
www.fisher-price.ch
ALIMENTAZIONE
Le verdure
che i bambini
­preparano
con le loro
mani sono più
saporite!
Intervista
38
Marianne Botta
Diener, nutrizionista
e autrice di libri,
coinvolge i suoi
figli in cucina sin
da piccoli. In
questa intervista
spiega perché.
Cucinare
con i figli
Lei è mamma di sette bambini.
Perché incoraggia i suoi figli a darle
una mano nella preparazione dei
cibi?
Per molte ragioni. Cucinare insieme
piace ai bambini e rafforza il rapporto con i genitori. Se i genitori si
mettono da soli ai fornelli, concentrano la loro attenzione su pentole o
frigorifero, mentre se coinvolgono il
loro bambino, si dedicano nel
contempo anche a lui. I bambini si
entusiasmano nel vedere come
nascono le cose. Sin da piccolissimi
sono felici di contribuire agli
importanti doveri quotidiani. Dare
una mano ai grandi giova pure alla
loro autostima.
Imparare cucinando
Cucinare è un’esperienza creativa e giocosa che
stimola tutti i cinque sensi. Preparando il condimento
per l’insalata o lavorando un impasto si stimola lo
sviluppo della motricità fine e grossolana. Cucinando
i bambini imparano anche a dare il nome ai diversi
alimenti e capiscono come un medesimo ingrediente
può essere utilizzato per creare piatti diversi. Come
il pomodoro, che si impiega per insaporire i piatti di
carne, realizzare sughi per condire la pasta oppure
ancora per arricchire le insalate.
&
Bimbi Bebé
Marianne Botta
Diener, nutrizionista
e mamma di sette
bambini
Cucinare con i bambini richiede
però molto più tempo.
Sì, è vero. Ci vuole una buona dose
di pazienza e più tempo del solito.
Tuttavia sono convinta che valga la
pena fare questo investimento. Se
sin dalla tenera età gli si consente di
dare una mano ai fornelli, più avanti
il bambino sarà in grado di aiutare
davvero in cucina. E quando sarà
diventato un teenager, sarà capace
anche di prepararsi da solo un pasto
nei momenti di assenza dei suoi
genitori.
In che misura cucinare insieme
può influire sul comportamento
alimentare del bambino?
Posso affermare per esperienza che i
bambini ai quali è concesso mettere
mano ai fornelli sono migliori
forchette. Essi sviluppano una
relazione diversa con il cibo. Se il
bambino aiuta a preparare un pasto,
è anche più disposto ad assaggiarlo
e a mangiarlo.
Da che età i bambini possono
aiutare in cucina?
Molto presto. Non appena i miei
figli erano in grado di stare seduti
da soli nel seggiolone, ho sempre
permesso loro di guardarmi lavorare in cucina. Naturalmente
bisogna assicurarsi che non si
facciano male e posizionare il
seggiolone in modo tale che non si
brucino con gli schizzi di grasso. I
bambini sono capaci di svolgere
lavori semplici già attorno ai due
anni. Sovente la cosa migliore è
quella di lasciarli lavorare nel
seggiolone accostato al tavolo da
pranzo.
Quali lavoretti è un grado di svolgere un bambino piccolo?
Dipende dal bambino. Non sono
rari i piccoli che a due anni sanno ad
esempio già tagliare il formaggio a
pezzetti, sbucciare un cetriolo con il
pelapatate, mescolare il condimento
per l’insalata oppure togliere la pelle
a una salsiccia. Naturalmente è
necessario l’aiuto costante dei
genitori. Anche se il risultato non è
perfetto, il bambino non va mai
criticato, altrimenti gli passerà
rapidamente la voglia di stare in
cucina. I genitori devono inoltre
evitare di arrabbiarsi per il disordine creato cucinando con il piccolo.
Tornando ai pericoli in cucina, qual
è la sua esperienza in merito?
Molti genitori sottovalutano le
capacità dei loro figli. Personalmente ho notato ad esempio che a
tre anni il bambino è già in grado di
adoperare un normale coltello e che
il rischio di ferirsi è inferiore con
questa posata rispetto che con un
coltello a lama smussata, la quale
sfugge più facilmente alla presa. Per
evitare che il piccolo si ferisca, è
indispensabile tenerlo sempre
d’occhio e affidargli lavoretti adatti
alla sua maturità.
Lo sapevate
che. . .
. . . il bambino piccolo deve
assaggiare un cibo nuovo
almeno 10–15 volte prima di apprezzarne il sapore?
Poiché le papille gustative
che lo aiutano ad abituarsi al gusto si trovano sulla
lingua, basta che il bambino
metta l’alimento in bocca e poi lo sputi. È buona cosa
pure consentirgli di provare
le pietanze durante la loro
preparazione.
&
Bimbi Bebé
ALIMENTAZIONE
La ricetta
Girelle alle verdure
per 6 persone
1,2 kg di verdure miste
40
(ad es. carote, zucchine, broccoli,
cavolfiori, finocchi)
burro per la pirofila
250 g di ricotta
1 tuorlo
100 g di formaggio grattugiato
(ad es. Appenzeller o Gruyère)
Con questa
combinazione
di verdure,
pasta e formaggio i genitori
conquistano il
palato dei piccoli.
PROFUMI
AROMI
SICUREZZA
CREATIVITÀ
sale e pepe nero dal macinapepe
noce moscata grattugiata di fresco
4 sfoglie di pasta fresca
(2 confezioni)
3 dl di panna semigrassa
2 dl di brodo di verdura
Cucinare per il bambino: come preparare semplicemente
pasti equilibrati e sani con tutti i nutrienti necessari
In Svizzera amiamo preparare
da soli piatti gustosi e delicati
per il nostro bambino.
È un modo per occuparci personalmente del suo sviluppo.
I nutrizionisti sono unanimi: il
segreto per un’alimentazione sana
ed equilibrata sta nell’assicurare
al bambino pasti variati.
Tuttavia è talvolta difficile, nella vita
di tutti i giorni, scegliere e preparare
pezzi di carne e di pesce.
Milupa Ingredient - la chiave
per un’alimentazione variata
Milupa propone una nuovissima
gamma di prodotti per cucinare
da soli, in modo semplice, i pasti
più complicati:
Milupa Ingredient. Questi prodotti
sono “monoingrediente”, sono cioè
costituiti quasi integralmente dai
migliori pezzi già pronti di carne o
pesce.
1. Preparare delle
verdure con pasta o
riso secondo i gusti...
2. Aggiungere Milupa
Ingredient.
3. Scaldare il tutto (cfr.
fig. sottostante).
Milupa Ingredient - 2 x 80 g
di carne o pesce
Milupa Ingredient è un valido aiuto
che vi consente di preparare da soli i
pasti per il vostro bambino
assicurandogli nel contempo i
nutrienti necessari al suo sviluppo,
come gli acidi grassi essenziali, gli
omega-3, il ferro ecc.
Create voi stessi pasti equilibrati,
in tutta semplicità
Bastano 3 fasi per creare un pasto
completo:
Create un pasto
equilibrato, in tutta
semplicità
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Ingredient
Pasto
equilibrato
e/o
+
=
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Con Milupa Ingredient, è
facile creare regolarmente
per il vostro bambino pasti
equilibrati, sani e variati.
Mondare le verdure, tagliarle in bocconi, lessarle finché risultano morbide e lasciarle
­intiepidire. Distribuire la metà delle verdure
in una pirofila grande imburrata. Schiacciare
grossolanamente le verdure restanti con la
pressa per le patate o una forchetta. Mischiarle con la ricotta, il tuorlo e la metà del
formaggio. Condirle con sale, pepe e noce
moscata. Preriscaldare il forno a 220° C.
­Accomodare una sfoglia di pasta sulla superficie di lavoro e spalmarla con un quarto
della purea di verdure lasciando un bordo
di 1 cm. Arrotolare la sfoglia di pasta ben
stretta e dividerla in 6 parti (girelle). Farcire
le altre sfoglie di pasta allo stesso modo.
­Accomodare le girelle sulle verdure nella
­pirofila con la superficie di taglio rivolta
verso l’alto.
Distribuirvi sopra il formaggio restante,
annaffiare con il brodo e nappare con la
panna. Gratinare le girelle nel forno sulla
seconda scanalatura dal basso per 25–30
minuti.
Kinderkitchen – gli utensili da cucina di Kuhn Rikon
sono stati studiati per le piccole mani e testati
dai bambini. Queste creazioni consentono ai cuochi
in erba di sviluppare il senso per la qualità e l’organizzazione sin dalla tenera età stimolando nel
contempo la motricità fine e il piacere di cucinare.
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specializzati.
Kuhn Rikon – Massima espressione
del design
ALIMENTAZIONE
42
Soffrendo di eccesso
di peso già da piccoli,
il rischio di dover
lottare con la bilan­
cia anche in età
adulta è maggiore.
Ecco qualche
­suggerimento utile
per insegnare ai
genitori come met­
tersi sin dall’inizio
sulla retta via.
Tocca ai genitori scegliere
cosa portare in tavola,
ma sta al bambino decidere
quanto ne vuole.
Consigli alimentari essenziali
Bimbi in linea
perfetta
I
l sovrappeso può
causare problemi di
salute gravi, nonché disturbi psi­
chici e sociali. Oggigiorno sono
sempre più numerosi i bambini che
soffrono di malattie come diabete
di tipo 2, ipertensione, alterazioni
del metabolismo dei grassi e affe­
zioni articolari. I bambini in so­
vrappeso presentano una mobilità
minore e sono limitati nella coor­
dinazione, nella resistenza e nell’ef­
ficienza fisica.
SIN DALL’INIZIO SULLA
RETTA VIA
È possibile prevenire il sovrappeso
già in gravidanza. Sophie Frei,
nutrizionista e responsabile dei
programmi presso Suisse Balance,
Il peso del mio
­bambino è normale?
Per rispondere a questa domanda consultate il sito
www.promozionesalute.ch. Inserite «Calcolo del
BMI per i bambini» nel campo di ricerca e indicate
sesso, età, statura e peso. Scoprirete in quale catego­
ria rientra il vostro bambino.
&
Bimbi Bebé
Un’alimentazione
equilibrata e
ricca di frutta e
verdura previene
il sovrappeso.
spiega: «L’imprinting sulle abitu­
dini alimentari avviene già
nell’utero materno. Più l’alimenta­
zione della futura mamma è variata,
più ricco sarà il bagaglio di gusti
alimentari del bambino alla nascita
e più il piccolo si mostrerà aperto a
una vasta tavolozza di cibi.» Anche
le donne che allattano dovrebbero
seguire un’alimentazione equilibrata
e variata. Infatti, il latte materno
assume ogni volta un sapore diverso
a seconda di ciò che la mamma ha
mangiato. Rispetto ai neonati
allattati artificialmente, i bambini
allattati al seno sono generalmente
meno esposti al rischio di
sovrappeso.
AUTOREGOLAZIONE NELLE DOSI
I neonati e i bambini piccoli possie­
dono uno spiccato senso della fame
e della sazietà. I genitori non
devono compromettere questo
fattore di protezione naturale. Se il
lattante rifiuta il seno o allontana il
biberon, chiude la bocca o non vuole
saperne di finire l’ultimo cucchiaino
di pappa, i genitori devono saper
interpretare questi segnali e rispet­
tarli. «Il senso della fame può variare
sensibilmente da pasto a pasto e da
bambino a bambino», precisa
Sophie Frei. «Quando il piccolo è
capace di mangiare da solo, tocca ai
genitori scegliere cosa portare in
tavola, ma sta al bambino decidere
quanto ne vuole.»
GENITORI, ESEMPI DA SEGUIRE
Il comportamento a tavola non va
inculcato, bensì insegnato con il
buon esempio. «Per fare scoprire il
piacere di mangiare al bambino, i
genitori dovrebbero coinvolgerlo il
più presto possibile nella scelta
dei cibi e nella preparazione delle
pietanze», consiglia Sophie Frei.
«Se il piccolo rifiuta un alimento,
i genitori non devono desistere.
Talvolta il bambino ha bisogno di
assaggiarlo 10 o 15 volte prima di
abituarsi al sapore.» È importante
pure che i genitori si mostrino
Abituate il vostro bambino a bere acqua, sia
ai pasti che durante la
giornata. Evitate le
­bevande zuccherate!
Una varietà di frutta e
verdura di diversi colori
ogni giorno fornisce
molte sostanze nutritive
vitali.
I pasti – sono consigliati
cinque al giorno – devono essere regolari.
Consumare snack ricchi
di zucchero e grassi tra i
pasti o prima di mettersi
a tavola guasta l’appetito e favorisce il sovrappeso e la carie.
L’alimentazione dev’essere variata. Non ci sono
cibi vietati, ma è indispensabile controllare le
quantità, gli abbinamenti
e la frequenza del consumo. Sgranocchiare
fuori pasto dovrebbe essere consentito soltanto
una volta al giorno.
Mangiare non è un
­bisogno secondario:
spegnete il televisore
durante i pasti!
&
Bimbi Bebé
ALIMENTAZIONE
44
Il movimento
all’aria aperta
rinforza il
sistema
immunitario.
sempre positivi e mangino con
gusto ogni sorta di cibo sotto­
lineando ad esempio il sapore
straor­dinario di una fragola o di
un mandarino ben maturo.
FABBISOGNO ENERGETICO
IN EQUILIBRIO
La causa del sovrappeso è sem­
plice: se si assume più energia
(calorie) di quanta se ne consuma,
si ingrassa. Anche per i bambini è
così. Al fine di garantire il buon
equilibrio, il bambino deve poter
fare movimento sin da piccolo. I
lattanti riescono a sfogare libera­
mente la loro voglia di muoversi se
indossano vestiti comodi, se
possono talvolta sgambettare a
piedi nudi e rimanere sdraiati per
terra anziché in una sdraietta.
«Attraverso il movimento il neo­
nato acquisisce una serie di
­conoscenze e crea i presupposti
&
Bimbi Bebé
essenziali per apprendere altri
movimenti», spiega Sophie Frei.
Il movimento rafforza pure l’auto­
stima e stimola i sensi. Anche i
bambini piccoli hanno bisogno di
muoversi, sia in casa che all’aperto.
Essi dovrebbero poter uscire ogni
giorno, con qualsiasi tempo, e
giocare nella natura. Più ricco è il
bagaglio motorio del bambino,
maggiore è la sua capacità d’impa­
rare a padroneggiare rapidamente
altri movimenti. «Fare tanto
movimento nei primi anni è
determinante per il resto della
vita in quanto lo sviluppo della
mo­tricità grossolana si completa
in parte già a sei anni», afferma
Sophie Frei.
FAVORIRE IL MOVIMENTO
Per permettere al bambino di
raccogliere più esperienze di
movimento possibili, è necessario
soddisfare alcune condizioni.
Invece di relegare il piccolo nel
box è preferibile ad esempio
allontanare dalla sua portata tutti
gli oggetti pericolosi o preziosi.
I genitori possono stimolarlo a
fare movimento stuzzicandolo con
il gioco, ad esempio facendo
rotolare una palla. È importante
tenere d’occhio il piccolo e interve­
nire soltanto quando è realmente
in pericolo o necessita di aiuto.
Mamma e papà possono invogliarlo
a muoversi anche stando in casa,
magari ballando e scorrazzando
insieme a lui.
Fare movimento ogni giorno è
più semplice di quanto si pensi.
Basta ad esempio andare a fare la
spesa o accompagnare il bambino a
piedi all’asilo nido o al gruppo di
gioco.
ALIMENTAZIONE
Intervista
Professor Kurt Baer­
locher, pediatra e spe­­cia­
lista in alimentazione
infantile, San Gallo
45
Questo interrogativo
preoccupa molti
genitori nei primi
anni di vita del
bambino. Nella
seguente intervista
il professor Kurt
Baerlocher, specia­
lista in alimen­
tazione infantile,
offre consigli in
merito.
Nei primi mesi
di vita la crescita
dipende dal
metabolismo
individuale del
neonato.
Il nostro tesoro
beve abbastanza?
Quanto dovrebbe bere un neonato
nei primi mesi di vita?
Durante i primi quattro-sei mesi
il latte copre anche il fabbisogno di
acqua. Il latte materno e gli ali­
menti per lattanti contengono circa
l’87% di acqua. Il fabbisogno di
acqua è stimato a 130 ml per ogni
chilo di peso corporeo, equivalenti
a 150 ml/kg di latte (fascia da 130 a
180 ml). La dose di latte non
dovrebbe superare un litro al
giorno. Consiglio ai genitori di
osservare attentamente le consue­
tudini del bambino attinenti al bere
e di non cercare di alimentare il
piccolo secondo uno schema rigido.
Se le quantità assunte dal neonato
possono variare da un pasto
all’altro, la dose quotidiana com­
plessiva rimane generalmente la
stessa.
bevono nulla tra i pasti. Altri
invece si portano sempre appresso
il biberon per soddisfare il fabbi­
sogno di liquidi, ma così facendo
assumono cattive abitudini.
Succhiare costantemente dal
biberon causa infatti la malposi­
zione dei denti e la carie, in
particolare se la bevanda contiene
zucchero.
ALIMENTAZIONE
46
I bambini
devono bere
acqua non solo
ai pasti, ma
anche durante
la giornata.
Aiuto vicino
Se avete domande
­riguardanti l’alimen­
tazione del bebè o
del bambino piccolo
o concernenti altri
temi, rivolgetevi pre­
feribilmente al ser­
vizio di consulenza
per mamme e papà
della vostra zona.
­Potete richiedere l’in­
dirizzo all’Associa­
zione svizzera delle
infermiere consulenti
materne-pediatriche
tramite e-mail a
[email protected]
­oppure per telefono
allo 044 382 30 33.
&
Bimbi Bebé
Quando bisognerebbe dare
al bebè acqua o tisane non
zuccherate?
Se il neonato è allattato al seno, nei
primi sei mesi non ha bisogno di
bere né acqua né tisane, a meno che
il medico non l’abbia consigliato o
che faccia molto caldo in estate. Per
i bambini allattati invece con latte
artificiale suggerisco in genere di
dare tisane non zuccherate per
svezzarli dal pasto notturno ed
evitare di sovralimentarli. A diecidodici settimane il neonato do­
vrebbe aver sviluppato il ritmo
giorno-notte e dormire ininterrotta­
mente per otto ore. Vi sono però
bebè che durante il giorno bevono
troppo poco e devono quindi
compensare durante la notte. Per
questa ragione non è possibile
generalizzare. Dopo i sei mesi il
fabbisogno di liquidi si riduce
proporzionalmente all’apporto di
alimenti di complemento sotto
forma di pappe. A questa età il
fabbisogno giornaliero di acqua
ammonta a circa 110 ml per ogni
chilo di peso corporeo ed è coperto
dal consumo di latte e pappe.
A partire da che età è sensato
cominciare a utilizzare la tazza?
Il più presto possibile. Per i denti e
la posizione dentale è meglio bere
dalla tazza che dal biberon. Consi­
glio ai genitori di effettuare i primi
tentativi con la tazza quando il
bambino comincia a mangiare
seduto a tavola, quindi attorno ai
dieci-dodici mesi. Molti neonati
sono in grado di bere dalla tazza con
il beccuccio già tra i sei e gli otto
mesi.
Quali sono le conseguenze se il
bambino non beve abbastanza?
L'apporto insufficiente di liquidi
nell'arco della giornata può causare
stitichezza, portare alla disidrata­
zione, aumentare il rischio di
calcoli renali, favorire il mal di
testa, ridurre la concentrazione e
addirittura diminuire il rendi­
mento fisico.
Il suo bimbo ha
un già anno.
Perché smettere
di proteggerlo ?
Quanto dovrebbe bere un bambino
piccolo? Esiste una regola?
Dai due anni in poi il bambino
dovrebbe bere circa 500 ml di latte
al giorno, ma questa dose si riduce
consumando altri latticini. L’ap­
porto di liquidi va completato con
acqua o tisane non zuccherate. Dai
due ai quattro anni il fabbisogno
di liquidi ammonta a 1,2–1,4 litri
al giorno. Molti bambini non
soddisfano appieno questa neces­
sità. Tendenzialmente essi con­
sumano quantità insufficienti di
alimenti ricchi di acqua come
frutta e verdura e sovente non
Elenco dei punti vendita su www.aptamil.ch
In che modo i genitori possono far
bere il bambino a sufficienza?
Offrendogli acqua e tisane non
­zuccherate nella tazza (con il bec­
cuccio) durante i pasti e sull’arco
della giornata. I genitori dovrebbero
essere consapevoli dell’importanza
del bere e stimolare in questo senso
anche il loro bambino. Per lo svi­
luppo bere è fondamentale quanto
mangiare.
Bevande
ideali
Acqua del rubinetto,
acqua minerale non
gassata, tisane senza
zucchero. Le bevande
zuccherate come
sciroppi o succhi di
frutta favoriscono la
carie e il sovrappeso.
Abituare il piccolo a bere acqua
Siate coerenti e bevete acqua anche voi.
Con i pasti servite sempre solo acqua.
Porgete l’acqua al vostro bambino in un bicchiere divertente.
Dategli una cannuccia se gli piace.
I bambini più grandicelli preferiscono l’acqua fredda.
Continuate !
Con il latte materno lei ha protetto nel miglior modo possibile il suo bimbo, rafforzando
il suo sistema immunitario. Col tempo però,
avrà dovuto sostituire il suo latte con uno per
l’infanzia.
Il suo bimbo ha raggiunto i dodici mesi. Il suo
sistema immunitario si sta ancora sviluppando. Allora perché smettere di proteggerlo ?
Con Aptamil Junior potrà continuare. Questo è il primo latte junior che favorisce in
modo naturale il sistema immunitario del
suo bimbo, giorno dopo giorno, per farlo crescere in modo sano.
Sviluppo
Il rituale della
buonanotte
concilia il sonno
del neonato.
48
I rituali scandiscono la giornata e
trasmettono tranquillità e sicurezza
al bambino.
Rituali per
scandire il
tempo
I rituali legati ai
giorni di festa come
Pasqua, Natale o
compleanno rivestono una grande
importanza per i
bambini. Queste
ricorrenze rappre­
sentano dei punti
di orientamento
sull’arco dell’anno.
&
Bimbi Bebé
Importanza
dei rituali
I
rituali sono quei
comportamenti che in
virtù della loro ripetitività secondo
uno schema preciso e regole chiare
diventano via via abitudini. Spesso
i genitori mettono in atto rituali
senza neppure rendersene conto
­oppure si rifanno alla loro infanzia.
I rituali giovano al bambino sin
dalla tenerissima età: che sia il rituale del risveglio mattutino, la
­filastrocca prima di pranzo o il rito
della buonanotte, il piccolo acquista fiducia e sa che questi elementi
della giornata lo accompagneranno sempre.
I «filo conduttore» che scandisce
il ritmo della giornata aiuta in
­particolar modo i bambini con dif­
ficoltà a orientarsi nel tempo fornendo loro un punto di riferimento.
I rituali vengono in aiuto anche
nei momenti critici. Se ad esempio il
piccolo si fa male, un bacetto sulla
«bua» rende subito il dolore più
sopportabile. I rituali del mattino
aiutano invece il bambino a non essere in ritardo, mentre quelli di
­passaggio facilitano l’inizio di una
nuova fase come ad esempio il rito
del distacco se il piccolo frequenta
una struttura di custodia, un gruppo
di gioco o un asilo nido.
ADDIO AI CONFLITTI DI POTERE
I rituali contribuiscono a limitare le
discussioni a tavola. Se il bambino
sa che può cominciare a mangiare
quando si è lavato le mani e tutti
sono seduti a tavola, si è cantata la
rituale canzoncina, ci si è tenuti per
mano o si è augurato buon appetito,
il pasto inizia in maniera più
rilassata. All’ora di coricarsi i rituali
aiutano a evitare i conflitti di potere.
La consulente materna Christine
Schaub di Basilea assicura: «Scandendo la serata – cena, gioco
tranquillo, toilette serale, lettura di
una fiaba – il piccolo si prepara al
meglio per la notte.» Instaurando
un rituale della sera si corre meno il
rischio d’incappare in discussioni,
perché il bambino è più tranquillo e
si abbandona fiduciosamente al
sonno, certo di ritrovare ogni cosa al
suo posto anche «domani».
CONSIDERAZIONI NECESSARIE
Poiché il neonato si abitua facilmente ai rituali della nanna già dal
sesto mese, Christine Schaub
consiglia: «I genitori dovrebbero
scegliere rituali che possono mantenere a lungo termine. Devono essere
inoltre consapevoli del fatto che
ogni neonato ha brevi risvegli
notturni e che per riaddormentarsi
necessita sovente del medesimo
rituale della sera in quanto non è
ancora capace di tranquillizzarsi da
sé.» Il bambino che si addormenta
sempre e solo tra le braccia della
mamma, che a sua volta si molleggia seduta su un pallone medicinale,
richiederà il medesimo trattamento
ogni sera e, all’occorrenza, anche in
piena notte. È sicuramente più
sensato mettere in atto un rituale
serale che consenta al neonato di
addormentarsi da solo, come è pure
preferibile che i genitori si alternino
per fare in modo che il bambino
prenda sonno anche in assenza di
uno dei due.
MERITATO RIPOSO
Il bambino piccolo gusta appieno
l’affetto e l’attenzione che i genitori
gli dedicano durante i rituali serali.
Molti tentano perciò di prolungare
questi momenti chiedendo ad
esempio di poter ascoltare un’altra
fiaba o di bere un altro sorso d’acqua. A tale riguardo Christine
Schraub suggerisce: «Per potersi
concedere il meritato riposo serale, i
genitori dovrebbero limitare la
durata del rituale della buonanotte.» I rituali serali tirati per le
lunghe, in cui uno dei genitori viene
trattenuto o si addormenta nella
camera del bambino, sono sovente
causa di problemi di coppia.
{Consigli}
Cambiare il
rituale
Il vostro piccolo si addormenta solo portato in
braccio, cullato o coricato
insieme a un genitore?
Trovate che il rituale serale
instaurato sia troppo
faticoso e desiderate
modificarlo? Ricordate che i
bambini si adeguano molto
lentamente ai cambiamenti.
Procedete come segue:
1. eliminate tutte le azioni
che fanno addormentare
il piccolo (cullarlo, prenderlo in braccio) e sdraiatelo nel suo lettino;
2. riducete il contatto fisico;
3. dategli un peluche o il
succhiotto;
4. sedetevi accanto a lui;
5. rimanete nella stanza per
qualche minuto o uscite
subito.
&
Bimbi Bebé
Sviluppo
50
Le differenze
nell’apprendimento del linguaggio dimostrano
chiaramente quanto
siano diversi i bambini uno dall’altro.
La maggior parte
inizia a parlare attorno al compimento
del primo anno di
età, pochi già a otto
mesi, altri solo a
trenta mesi.
Apprendimento
tardivo
del linguaggio
C
irca il 15% dei bam­
bini in Svizzera comincia
a parlare tardi, ovvero a due anni
utilizza meno di cinquanta parole
(incluse le onomatopee) e non è
in grado di comporre enunciati a
due parole. Un bambino piccolo
che per un periodo prolungato non
parla o parla molto poco può su­
scitare preoccupazione nei genitori.
«L’uso tardivo delle parole non
­indica per forza uno sviluppo del
­linguaggio troppo lento o anomalo»,
tranquillizza Hilda Geissmann,
­logopedista presso l’Ospedale pe­
diatrico di Zurigo. «Circa la metà
dei ‹parlatori tardivi› recupera entro
i tre anni.» Ai genitori preoccupati
si consiglia comunque di rivolgersi a
uno specialista.
{Consigli}
Stimolare l’apprendimento del linguaggio
Parlate spesso al bambino sin dalla nascita.
Trasmettetegli il piacere di comunicare e di parlare.
Iniziate presto a sfogliare con il piccolo libri illustrati, a cantare
insieme e a fare giochi di parole.
Assecondate i suoi interessi.
Mantenete il contatto visuale per attirare la sua attenzione.
&
Bimbi Bebé
IMPORTANZA DEL LINGUAGGIO
QUOTIDIANO
Il bambino impara a parlare esplo­
rando gli oggetti con la bocca o con
le manine e sperimentando svariate
azioni. Così facendo sviluppa imma­
gini mentali e comprende che attra­
verso le parole può fare riferimento
ad azioni e oggetti concreti. Si rende
conto che riesce a parlare di queste
cose anche se non sono presenti. Se
il bambino non parla o parla molto
poco, i genitori possono aiutarlo
­nominando ripetutamente oggetti o
azioni mentre il piccolo fa il bagno,
si veste, gioca o accompagna il ge­
nitore a fare la spesa. «Vivendo
­queste situazioni quotidiane o gio­
cando insieme, il bambino impara
divertendosi che comunicare è
bello», spiega Hilda Geissmann.
FACCIA A FACCIA
A volte i bambini che iniziano tardi
a parlare comunicano soprattutto
attraverso un linguaggio mimico e
gestuale. Hilda Geissmann consi­
glia: «I genitori non dovrebbero
sempre indovinare i desideri del
bambino dal suo sguardo, ma piut­
tosto osservare attentamente i
­tentativi di comunicazione e offrirgli
Comunicate con il
bambino tenendovi
all’altezza dei suoi
occhi.
le parole di cui ha bisogno.» È sem­
plice: se il piccolo tenta di prendere
la palla e nel tentativo piagnucola, i
genitori possono aiutarlo chieden­
dogli: «La palla? Vuoi la palla?»
Spesso il piccolo fa capire loro che
hanno inteso bene. Porgendogli la
palla, è bene sottolineare l’azione
commentando: «Ecco la palla.»
Così facendo è importante mante­
nere il contatto visuale e comuni­
care con il bambino tenendosi il più
possibile all’altezza dei suoi occhi.
PROCESSO COMPLESSO
Il bambino ha bisogno di tempo per
organizzare il linguaggio. Ascol­
tando il suo interlocutore deve dap­
prima decodificare e comprendere il
messaggio, quindi pensare come e
quali parole scegliere, pronunciare e
combinare per comunicare a sua
volta. «Quando un bambino impara
tardi a parlare, vi è il rischio di non
lasciargli tempo a sufficienza per
esprimersi e di sommergerlo di pa­
role», mette in guardia la logope­
dista. Al bambino viene così negata
la possibilità d’imparare quanto è
possibile fare con le parole. Hilda
Geiss­mann sottolinea però anche
l’altro estremo: «Se il bambino è un
‹parlatore tardivo› , in alcuni casi
pure i genitori smettono di espri­
mersi e questo naturalmente non
giova al piccolo.»
IMPARARE IMITANDO
Poiché il bambino piccolo è capace
di concentrarsi su una determinata
cosa solo per pochi secondi, è bene
formulare enunciati brevi. Se il
bambino osserva un uccello, gesti­
cola e batte le manine, i genitori
dovrebbero imitarlo battendo
anch’essi le mani e pronunciando in
modo scandito la parola «uuuuc­
cello». «L’imitazione induce a
imitare», asserisce Hilda Geiss­
mann. L’esperta consiglia di
­riprodurre anche i movimenti, i
versi, le onomatopee e le parole del
bambino completandole con
l’aggiunta di una o due parole.
Lo sapevate
che. . .
. . . il bambino com­
prende da tre a quat­
tro volte più parole
di quante sia in grado
di pronunciare? A 10
mesi ne capisce circa
10, a 13 mesi ne cono­
sce già 50 e a 16 mesi
padroneggia fino a
100 parole. A 6 anni
il suo vocabolario
comprende da 9000
a 14 000 parole, ma
nella lingua attiva ne
utilizza solo da 3000
a 5000.
&
Bimbi Bebé
Per i bambini
il tempo è
più lungo che
per gli adulti.
SVILUPPO
Il tempo, fonte di controversie
Sovente la mancata
nozione del tempo causa
discussioni tra il bambino e
i genitori. Perché?
Per comportarsi adeguata­
mente con un bambino pic­
colo, i genitori devono sapere
quanto è sviluppato il suo
senso del tempo. Se già al
mattino il piccolo la tira per le
lunghe, molti genitori si inner­
vosiscono e interpretano la
perdita di tempo come una
provocazione. Il bambino però
non capisce perché deve
­spicciarsi. Non comprende
ancora le intenzioni dei geni­
tori e non è capace di accan­
tonare i suoi desideri. Dire
al piccolo «Su, sbrigati! Tra
dieci minuti arriva l’autobus»
non serve a nulla.
52
I piccoli
vivono l’attimo
Nei primi anni di
vita i bambini non
possiedono ancora la
nozione del tempo.
Secondi, minuti e ore
ire a un bambino nei
sono per loro concetti
suoi primi tre anni
insignificanti. di vita «Tra cinque minuti man-
D
giamo» oppure «Domani andiamo
allo zoo» significa non farsi capire.
Il piccolo comincia infatti a prendere
coscienza del trascorrere del tempo
soltanto tra i tre e i cinque anni.
«Questo sviluppo iniziale del senso
del tempo non ha tuttavia niente a
che vedere con la cognizione metrica
&
Bimbi Bebé
del tempo», spiega Oskar Jenni,
­responsabile del reparto di pediatria
dello sviluppo presso l’Ospedale pediatrico di Zurigo. Il bambino inizia
a comprendere la durata di una
­determinata unità di tempo solo in
età scolare.
COGNIZIONE DEL TEMPO
Lo sviluppo della nozione del tempo
dipende in larga misura dai pro-
gressi che il bambino compie in altri
campi. Fino a quattro anni ad
esempio il piccolo non è capace di
accantonare i propri bisogni. I suoi
desideri sono prioritari e vengono
prima di ogni altra cosa. Inoltre egli
non sa assolutamente mettersi dei
panni della persona che gli sta di
fronte e non è in grado di capirne le
intenzioni. «Solo a quattro anni il
bambino comincia a sviluppare la
percezione dell’altro che gli consente
d’identificarsi con chi gli sta di
fronte e di mettere da parte le sue
esigenze», afferma Oskar Jenni.
Contrariamente a quanto farebbe
un bambino di due o tre anni, a
quattro egli accetta più facilmente
Come dovrebbero comportarsi i genitori?
È utile ripetere sempre le me­
desime azioni. Così facendo i
genitori riescono a scandire
meglio il tempo e il piccolo ca­
pisce che può fare colazione
quando si è vestito e che deve
infilare le scarpe e la giacca
dopo aver spazzolato i denti.
Già i lattanti sono in grado di
acquisire il concetto di determi­
nate azioni. Con molti bambini
funzionano anche le scom­
messe come ad esempio
«Chi è il più rapido a mettersi
la giacca?» Dai quattro anni in
poi i genitori possono spiegare
al bambino che deve farsi tro­
vare pronto quando la lancetta
grande dell’orologio ha rag­
giunto un determinato punto.
di dover dapprima sparecchiare la
tavola per poi potersi sedere e
dedicarsi ai lavoretti manuali.
TEMPO PRESENTE
Il bambino piccolo vive nel presente e non è capace di porsi nel
passato. Sentendo i suoi genitori
raccontare episodi ed esperienze
della loro infanzia, si stupisce e
realizza che anche i grandi sono
stati bambini. Per la medesima
ragione non è in grado di raccontare come ha trascorso la giornata
all’asilo nido. Il piccolo sviluppa
tale capacità soltanto quando ha
acquisito una basilare concezione
del tempo.
Intervista
Oskar Jenni, libero
docente e responsabile
del reparto di pediatria
dello sviluppo presso
l’Ospedale pediatrico di
Zurigo
Quando val la pena cominciare a spiegare il tempo al
bambino?
Non ha senso iniziare prima
dell’età scolare, a meno che il
bambino non mostri interesse
per l’orologio. Nei primi cinque
anni di vita le valutazioni come
«Devi fare ancora due nanne e
poi arriva la nonna» sono più
comprensibili di «Dopodomani
arriva la nonna».
Per comportarsi adeguatamente
con un bambino piccolo, i ­genitori
devono sapere quanto
è sviluppato
il suo senso
del tempo.
&
Bimbi Bebé
EDUCAZIONE
Rivoglio
la penna!
54
A due anni i bambini vogliono
scoprire ed esplorare
il mondo senza
l’aiuto di nessuno. I
genitori dal canto
loro si sentono
sempre più coinvolti
nel ruolo di
educatori.
&
Bimbi Bebé
Perché i bambini
non ubbidiscono
L
a curiosità innata
del bambino è il miglior
presupposto per imparare. Quando
però il piccolo si impossessa del
costoso rossetto della mamma per
realizzare i suoi primi disegni op­
pure scambia lo scaffale dei libri
per una torre di arrampicata, è
davvero troppo! Tra un anno e
mezzo e tre anni e mezzo, il bam­
bino costringe i genitori a limitare
senza tregua la sua voglia di auto­
nomia. Porre dei limiti è impor­
tante per il piccolo, ma assai
faticoso e talvolta addirittura fru­
strante per i genitori se il bambino
non ubbidisce. Tutti i genitori di
bambini piccoli si trovano a vivere
momenti in cui hanno l’impres­
sione di aver perso il controllo del
bambino. Le scenate a tavola, lo
stress del mattino per vestirsi o le
discussioni serali per coricarsi sono
situazioni tipiche di questa fase
dello sviluppo.
PROSPETTIVA DEL BAMBINO
Per educare il bambino incorag­
giandolo nei suoi intenti è impor­
tante sapere che i piccoli vedono il
mondo da una prospettiva diversa
da quella degli adulti. Anna von
­Ditfurth, consulente educativa e
­collaboratrice scientifica presso
l’Istituto Marie Meierhofer per l’in­
fanzia di Zurigo, asserisce: «Fino
all’età di tre anni e mezzo circa, il
bambino non è capace di conside­
rare le cose dal punto di vista degli
altri.» Se ad esempio sputa sulla
­finestra del salotto, non capisce an­
cora perché il papà non trovi il fatto
per nulla divertente. Sgridare il
­piccolo è inutile. Meglio è invece
spiegargli che il vetro ora è sporco,
andare insieme a prendere uno
straccio e farsi aiutare a pulire la fi­
nestra. In questo modo il bambino
impara che ci sono dei limiti alle sue
azioni e che il suo comportamento
può avere delle conseguenze.
{Consigli}
Per vestirsi
Molti bambini piccoli attraversano una fase durante
la quale rifiutano di vestirsi
come vogliono i genitori.
Due suggerimenti per
facilitarvi il compito:
«IO VOGLIO!»
Il bambino piccolo non è in grado
di relativizzare i suoi bisogni. Aver
voglia di comporre un puzzle e nel
contempo essere attirato da una
palla e sentire il bisogno di bere
basta a farlo cadere nello sconforto
e a mandarlo in tilt. Anna von Dit­
furth spiega: «In situazioni del
­genere i bambini non hanno altra
risorsa che i loro genitori per riuscire
a tranquillizzarsi. La cosa ­migliore
da fare è riconoscere le sue necessità,
esprimerle a parole e ­fornirgli so­
stegno fissando delle priorità.» Ri­
sulta al contrario controproducente
tentare di calmare il piccolo in preda
alla disperazione proponendogli
delle alternative o chiedendogli la
ragione del suo stato d’animo.
1. fate scegliere al bambino tra due indumenti
(non di più per non
confonderlo);
2. applicate il sistema della
scelta alternata: lunedì
scegliete voi gli abiti,
martedì lasciate decidere al piccolo. Non
cri­ticatelo se l’abbina­
mento dei colori non è
perfetto.
&
Bimbi Bebé
EDUCAZIONE
I bambini
vogliono
innanzi tutto
essere amati.
56
Lo sapevate che. . .
. . . minacce, castighi, ricatti e ricompense sono metodi
inadatti per educare i bambini piccoli? Ricorrendo a
queste misure il bambino non diventa certo più ubbi­
diente. Si dimostra invece più collaborativo se capisce
che i suoi genitori gli stanno vicino per sostenerlo a
realizzare i suoi propositi, per aiutarlo nelle difficoltà
e per allontanarlo da azioni che possono avere conse­
guenze. Queste esperienze insegnano al piccolo ad
adeguarsi, a cooperare o a ubbidire.
&
Bimbi Bebé
«Agendo in questo modo non si fa­
rebbe altro che peggiorare la situa­
zione», precisa l’esperta. Anna von
Ditfurth consiglia in generale di li­
mitare le possibilità di scelta.
PUNTARE SULLA
COLLABORAZIONE
Per garantire un sano sviluppo
dell’autostima e dell’autonomia del
bambino è indispensabile che egli
capisca sin da piccolissimo di essere
una persona capace di agire (speri­
mentazione delle proprie capacità).
Anna von Ditfurth consiglia di coin­
volgere il piccolo in compiti quo­
tidiani adeguati alla sua età: «A due
anni il bambino è perfettamente in
grado di dare una mano a stendere
Urlare non serve a nulla. I bambini disubbidienti
ci sentono benissimo. D’altronde anche noi adulti
siamo meno disposti a collaborare se veniamo
rimproverati dal partner o dai colleghi d’ufficio.
il bucato oppure di giocare a ‹rigo­
vernare› intanto che la mamma cu­
cina. Per lui queste sono attività
divertenti.» L’importante è lasciarlo
lavorare secondo i suoi ritmi e possi­
bilmente a modo suo.
AGIRE DI PIÙ
I genitori si aspettano di riuscire a
educare correttamente il proprio
bambino seguendo semplicemente
l’istinto. Ma non è sempre così facile.
Anna von Ditfurth sostiene che gli
adulti e quindi anche i genitori ten­
dono a parlare e a spiegare troppo al
bambino piccolo, anziché agire. Se il
bambino tenta di arrampicarsi sullo
scaffale dei libri, sarebbe meglio che
i genitori non ripetessero x volte di
non farlo. Essi dovrebbero piuttosto
allontanarlo dichiarando «Qui non
devi arrampicarti» e riconoscere nel
contempo il suo bisogno dirigendolo
verso un’attività confacente. Dicen­
dogli «Vedo che hai voglia di arram­
picarti. Vieni, usciamo in giardino, lì
puoi farlo», il bambino comprende
che la sua esigenza viene presa sul
serio. Questo tipo di esperienza raf­
forza la fiducia del piccolo nei con­
fronti dei genitori e lo rende più
disponibile a cooperare in mancanza
di alternative.
METTERE ALLA PROVA
Lo sviluppo morale nel bambino
avviene nel terzo anno di età.
Posando ad esempio il piede al
bordo della strada sulla carreggiata
e osservando la mamma, il bambino
non fa altro che testare la morale,
ovvero cerca di scoprire se è impor­
tante o meno camminare sul
marciapiede. Molto spesso queste
prove vengono interpretate dai
genitori come una provocazione,
inducendoli a sgridare il piccolo.
Tale reazione ha tuttavia il solo
risultato d’invitare il bambino a
ripetere il gesto.
MANTENERE LA CALMA
Quando il bambino non ubbidisce,
molti genitori alzano la voce. Anna
von Ditfurth precisa a tale propo­
sito: «Urlare non serve a nulla. I
bambini disubbidienti ci sentono
benissimo. D’altronde anche noi
adulti siamo meno disposti a
collaborare se veniamo rimproverati
dal partner o dai colleghi d’ufficio.»
Per evitare che i conflitti con i figli
degenerino, i genitori dovrebbero
innanzi tutto ritrovare la calma.
­Talvolta è necessario anche lasciare
la stanza. Una volta placata la rab­
bia, è indispensabile aiutare il bam­
bino a tranquillizzarsi a sua volta.
Il bambino impara a diventare più
cooperativo e più incline ad ade­
guarsi alle situazioni riconsi­derando
successivamente in un momento e in
un luogo più confacenti determinati
suoi bisogni. Tornando all’esempio
del bambino che sputa sulla finestra,
si potrebbe concedergli una volta la
libertà di sfogarsi sputando nella
vasca da bagno.
{Consigli}
Rilassati a tavola
1. Evitate i conflitti di potere a tavola. Cercate di
mantenere un’atmosfera
­piacevole e rilassata durante tutto il pasto.
2 .Portate in tavola una
scelta di pietanze e la­
sciate dosare al bambino
i cibi.
3. Rinunciate alle discus­
sioni come «Dalla nonna
hai mangiato i broccoli,
perché ora non li vuoi?».
4. Se il bambino non gradisce un alimento, lasciate
che lo metta da parte sul
piatto.
5. Non esprimetevi in
modo negativo sul cibo
a tavola.
6. Se il piccolo commenta
il soufflé di zucchine con
un’esclamazione di disprezzo come «blah», fategli osservare che il cibo
non è «blah», ma che è
consentito dire che non lo
si vuole mangiare.
&
Bimbi Bebé
EDUCAZIONE
Intervista
Sarah Renold, peda­
goga, consulente
educativa e autrice
di libri, Aarau
58
Sovente i bambini
piccoli non si limitano a giocare nella
loro cameretta, ma
invadono anche
salotto e cucina
facendo arrabbiare
molti genitori. Sarah
Renold, consulente
educativa e autrice
di libri, spiega come
insegnare l’ordine ai
propri figli.
Insegnare
l’ordine ai piccoli
Perché quando i bambini giocano
creano subito un gran disordine?
In tenera età i bambini adorano
sparpagliare giocattoli e oggetti, e
giocare nel caos non li disturba
affatto. Essi non hanno ancora
sviluppato il senso dell’ordine come
lo intendono i grandi. Non ripon­
gono i loro vestiti nell’armadio e non
rimettono lo spazzolino nel bic­
chiere. Insomma, lasciano tutto in
giro dove capita. Al bambino
questi compiti vanno insegnati.
Riordinare – preferibilmente
una volta al giorno
I bambini rispondono bene ai rituali e alla routine.
Ecco perché fare ordine insieme una volta al giorno
è meglio che fare grandi pulizie una volta alla setti­
mana. È ideale inserire il rituale dell’ordine tra l’atti­
vità pomeridiana e l’ora della cena. Il bambino non
dovrebbe essere né troppo stanco né troppo affamato.
Fame e stanchezza lo metterebbero di cattivo umore
e ne ridurrebbero la disponibilità a dare una mano.
&
Bimbi Bebé
Perché in famiglia ci sono frequenti
discussioni quando si tratta di
riordinare?
Una ragione importante è che i
bisogni dei bambini sono diversi da
quelli degli adulti: il luogo dove il
piccolo gioca più volentieri e si sente
al sicuro – ad esempio in salotto
dove può vedere e sentire i suoi
genitori – coincide sovente con la
stanza in cui i genitori vorrebbero
un ordine perfetto. Una pretesa del
genere non è adeguata alle esigenze
del bambino e causa un inutile
stress. Questa fase dura comunque
solo quattro o cinque anni. Attorno
ai cinque anni il bambino comincia
a giocare nella sua cameretta o a
chiedere di uscire all’aperto con i
compagni.
Cosa possono aspettarsi i genitori
dal loro piccolo in fatto di ordine?
Non devono avere aspettative
troppo elevate. A tre anni ad esem­
pio il bambino non è ancora capace
di mettere in ordine da solo una
stanza.
{Consigli}
Idee per educare
all’ordine
I bambini piccoli
si sentono a
loro agio anche
nel caos.
I bambini non
hanno ancora
­sviluppato il
senso dell’ordine
come lo inten­
dono i grandi.
A partire da che età ha senso
insegnare l’ordine?
Il più presto possibile. Ai bambini
piccoli piace essere coinvolti nelle
«vere» faccende quotidiane. In
questo modo si sentono grandi e
sviluppano una sana autostima. A
un anno e mezzo il piccolo è in
grado di gettare il pannolino sporco
nell’apposito secchio, e per di più lo
fa divertendosi un mondo. La
maggior parte dei bambini a questa
età ha già raggiunto uno sviluppo
motorio tale da riuscire ad aiutare la
mamma o il papà a rimettere a
posto i giocattoli sparsi per casa.
Insegnando al piccolo a riordinare
come se si trattasse di un gioco o di
un rituale, tutto diventa più facile.
Per un bambino però riporre tutti i
giochi non significa mantenere
l’ordine a tempo indeterminato.
Forse i genitori dovrebbero chiudere
ogni tanto un occhio e giocare più
sovente con il piccolo.
Di cosa bisogna tener conto?
I bambini non sono capaci di svol­
gere diversi compiti insieme. Più
il bambino è piccolo, meno compiti
bisogna affidargli contemporanea­
mente! Fino a tre anni ne sa fare
uno alla volta, fino a quattro due e
oltre addirittura tre. Se il piccolo
I bambini molto piccoli
si divertono a raccogliere cubetti, mattoncini o palloni in una
carrozzina delle bambole o in un camioncino
e a svuotare il «bottino»
nel cassetto dei
giocattoli.
Fate una gara: «Chi
sarà il più veloce a mettere ordine? Tu o io?»
Lasciate scegliere al
bambino: «Preferisci
riordinare i cubetti, le
macchinine o i libri?»
La mamma o il papà si
occupa del resto.
Giocate al detective:
cerchiamo per casa
­dapprima i pezzi di Lego,
poi andiamo alla ricerca
delle figurine, delle
­automobiline ecc. Per
immedesimarvi nella
parte armatevi di cappello, cannocchiale
­(rotoli vuoti di carta igienica) e una grande borsa
(per infilarvi tutti gli oggetti trovati).
Importante: per questi giochi
dell’ordine concedetevi
tempo a sufficienza.
&
Bimbi Bebé
Quale atteggiamento produrrebbe
un effetto contrario?
Essere cinici ed esageratamente
­severi. Ciascun bambino ha i suoi
ritmi, proprio come gli adulti. Molti
genitori vorrebbero che il loro bam­
bino decidesse di punto in bianco
di fare ordine. Se non è così, per­
dono subito la pazienza e reagiscono
alzando la voce o mostrandosi ec­
cessivamente severi. Questo crea
inutili tensioni. Meglio sarebbe in­
vece pattuire insieme al bambino
il momento (ad esempio regolando il
contaminuti delle uova) in cui tutto
dev’essere nuovamente al suo posto.
EDUCAZIONE
60
Riordinare
insieme è più
divertente.
Lettura
consigliata
« Lo faccio
dopo ! »
Jane Bidder,
edizioni Red,
2008
&
Bimbi Bebé
è molto vivace o sognatore, è con­
sigliabile assegnargli sempre solo un
compito alla volta.
In che modo il bambino impara
a fare ordine?
A nessun bambino piace essere in­
terrotto mentre gioca. È bene
quindi mettere un limite di tempo:
«Quando suona il contaminuti delle
uova, devi mettere a posto le tue
cose, lavare le mani e appendere il
grembiule da disegno. Fino a quel
momento puoi continuare a dipin­
gere.» Per fare ordine insieme si
consiglia di utilizzare cassetti o sca­
tole a misura di bimbo, ovvero facili
da aprire e accessibili, quindi in
basso. La cosa più semplice è riporre
tutti i giocattoli nella medesima sca­
tola anziché ordinarli meticolosa­
mente per genere. Può essere ideale
ad esempio disporre i libri con
i libri, i giocattoli morbidi da una
parte e i giocattoli duri dall’altra.
Come motivare il piccolo
a mettere ordine?
I bambini vogliono ricevere compli­
menti sinceri per ciò che fanno.
«Brava Bianca, hai riposto le
stoviglie della bambola proprio
bene!» è una frase assai più incorag­
giante di «Accidenti Bianca, non
potresti finalmente togliere di torno
le tue cianfrusaglie?!» È buona cosa
pure stimolare il piccolo proponen­
dogli ad esempio: «Quando ab­
biamo finito di fare ordine, ti
racconto una storia.»
Quali sono le conseguenze se
i genitori non si fanno aiutare?
Il bambino cresce imparando che
riordinare non è compito suo e
pensando che può tranquillamente
dedicarsi ad altro intanto che i
genitori rimettono tutto a posto. I
bambini allevati in questo modo
quando saranno più grandi e
dovranno assumersi un lavoretto
vero e proprio avranno maggior
tendenza a opporre rifiuto.
Fantastiche
camerette
per bambini
Cosa succede se i genitori sono
disordinati?
Il bambino crede semplicemente
che debba essere così. Molto
probabilmente diventerà caotico
come mamma e papà. Ma questa
non è una buona premessa per la
scuola materna ed elementare,
dove invece l’ordine è richiesto.
Se i più grandicelli
non collaborano
Se il vostro bambino è già grandicello e pretendete che
sbrighi determinate faccende da solo, dovreste fissare
regole chiare: ognuno sparecchia il proprio piatto, ri­
pone la giacca nel guardaroba o mette il pigiama sotto il
cuscino. Se non rispetta le regole, ignoratelo di propo­
sito e procedete così: sollecitatelo una volta, al massimo
due, a riordinare. Se non ubbidisce, lasciate le sue cose
dove stanno e non prestategli più attenzione. La pros­
sima volta che vorrà qualcosa da voi – forse già dopo
qualche minuto – fategli notare che deve innanzi tutto
portare a termine il compito che gli è stato affidato. Così
facendo il bambino impara che prima deve ubbidire e
poi mamma e papà gli rivolgono nuovamente la loro
attenzione.
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EDUCAZIONE
62
Il bambino trae
profitto dal tempo
che trascorre all’asilo
nido, con il gruppo
di gioco o presso la
mamma diurna.
Tuttavia, per facili­
tare il passaggio alla
custodia extrafami­
liare adeguandosi
alle esigenze del
piccolo, è indispen­
sabile considerare
alcuni aspetti.
&
Bimbi Bebé
Asilo nido, gruppo
di gioco o
mamma diurna:
come farlo sentire
presto a suo agio
P
ur essendo molto
diversi, i bambini piccoli
hanno tutti un punto in comune: il
loro riferimento sono i genitori,
attraverso i quali si orientano e
acquisiscono sicurezza. Se il bam­
bino viene affidato a un servizio di
custodia complementare alla
famiglia, l’educatrice, la responsa­
bile del gruppo di gioco o la mamma
diurna diventa a sua volta una
figura di riferimento. Kathy Egli,
psicologa e formatrice di educatrici
della prima infanzia a Zurigo, sa
quanto sia importante per un
bambino l’esperienza del primo
distacco dalla principale persona di
riferimento: «Per i neonati e i
bambini piccoli il passaggio alla
custodia extrafamiliare non è di per
sé un problema, ma è determinante
il modo in cui questo avviene. Il
distacco vissuto serenamente è
un’esperienza che arricchisce per
tutta la vita.»
AMBIENTAMENTO
INDISPENSABILE
Per mettere a proprio agio il
piccolo nel suo nuovo ambiente, è
­fondamentale che i genitori lo
accompagnino per tutto il periodo
di ambientamento. «Aiutare il
bambino a inserirsi non significa
che nei primi giorni di frequenza
all’asilo nido, al gruppo di gioco o
presso la mamma diurna i genitori
debbano accompagnarlo e giocare
con lui. Non significa neppure che
il piccolo debba stringere subito
amicizia con gli altri bambini o
prendere immediatamente con­
fidenza con il nuovo ambiente»,
spiega Kathy Egli. «L’obiettivo
della fase d’inserimento consiste
nell’instaurare un rapporto tra il
bambino e l’educatrice, nonché tra
quest’ultima e i genitori.» Affidare
il bambino a una persona estranea
alla famiglia rappresenta un
­momento delicato anche per la
Caratteristiche di
un buon servizio
di custodia
I bambini
imparano
molto dagli
altri bambini.
mamma e il papà. Essi si sentono
tranquilli di lasciare il proprio
­piccolo soltanto quando hanno
­acquistato fiducia nei confronti
dell’educatrice. Se l’asilo nido, il
gruppo di gioco o la mamma
diurna richiede ai genitori di
partecipare all’inserimento del
piccolo, è segno di buona qualità
del servizio.
Tempi d’inserimento
Il periodo di ambientamento va pia­
nificato e adeguato ai bisogni del
bambino. Un metodo d’inserimento
sperimentato prevede che i genitori
trascorrano un’oretta insieme al
bambino nelle prime giornate, pre­
feribilmente consecutive. E ciò
anche se si prevede di affidare il
­piccolo alla struttura educativa sol­
tanto per un giorno alla settimana.
I genitori devono dare tempo al
bambino di staccarsi da loro e ri­
manere a sua disposizione senza
occuparsi in altro modo giocando,
leggendo o telefonando. Devono
­rivolgergli la loro attenzione e fun­
gere da base sicura. Dal canto suo
l’educatrice non deve spingere il
L’asilo nido o il gruppo
di gioco dispone di un
concetto pedagogico
­applicato quotidia­na­
mente.
La mamma diurna è in
grado d’illustrare il suo
approccio pedagogico.
La struttura richiede la
partecipazione dei ge­
nitori nella fase d’in­
serimento adeguata ai
bisogni del bambino.
L’educatrice compe­
tente è presente per
tutta la durata
dell’ambientamento.
I genitori sentono di po­
tersi fidare dell’educa­
trice responsabile.
Le giornate di ambien­
tamento vengono defi­
nite in modo tale che il
piccolo ritrovi il mede­
simo gruppo di bambini
e l’educatrice che già
conosce.
&
Bimbi Bebé
Für
imnella
Leben.
Per
ciòdas
cheWertvollste
c’è di più caro
vita.
EDUCAZIONE
64
bambino verso gli altri piccoli ospiti,
ma cercare di stabilire un contatto
attraverso il gioco.
Al più presto il quarto giorno i
genitori si allontanano per un breve
lasso di tempo rimanendo tuttavia
nei paraggi per poter ritornare sul
posto qualora il bambino non si
lasciasse consolare dall’educatrice.
Se in assenza dei genitori il piccolo
mostra di aprirsi al nuovo ambiente,
Separandosi in modo chiaro
e trasparente il piccolo
è in grado di gestire meglio
il distacco.
la durata può essere prolungata.
Nelle prime settimane è preferibile
affidare il bambino alla struttura
solo per mezza giornata.
CONTROLLO COSTANTE
Per garantire il benessere del
bambino è importantissimo rico­
noscere e rispettare i suoi segnali,
nonché lasciare che sia lui a
­decidere la durata della fase di
ambientamento. «Il piccolo è in
grado di affrontare serenamente il
&
Bimbi Bebé
passaggio alla custodia extrafami­
liare soltanto se sente di avere il
controllo sulla situazione», afferma
Kathy Egli.
Gli studi dimostrano che le con­
seguenze di un inserimento carente
si manifestano sovente solo dopo
circa sei mesi: il rapporto con i ge­
nitori non è gratificante, il bambino
è spesso ammalato oppure mostra
ritardi nello sviluppo.
MAI ANDARSENE ALLA
CHETICHELLA
Durante le giornate di ambienta­
mento, una volta arrivati alla strut­
tura i genitori devono attendere che
il bambino si senta a suo agio e sia
pronto al distacco. Essi si intratten­
gono dapprima qualche minuto
con il piccolo e l’educatrice, poi pro­
cedono con il rituale dei saluti. È
­assolutamente sbagliato allonta­
narsi di soppiatto! Il bambino per­
cepirebbe questo atto come un
abuso di fiducia. Anche al neonato i
genitori dovrebbero far capire che
devono assentarsi, ma che presto
torneranno a riprenderlo. «Sepa­
randosi in modo chiaro e traspa­
rente il piccolo è in grado di gestire
meglio il distacco», spiega Kathy
Egli. Raramente il pianto al mo­
mento dei saluti indica che il bam­
bino è infelice nella struttura
educativa. I test sullo stress hanno
dimostrato che ai bambini piccoli
giova poter esprimere i loro senti­
menti. Se il bambino durante la
giornata pensa di tanto in tanto ai
suoi genitori, è buon segno. L’edu­
catrice non cercherà di distrarlo, ma
lo conforterà esprimendo i suoi sen­
timenti con le parole. In questo
modo il piccolo si sente compreso e
può tornare a dedicarsi al gioco.
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bambino sano.
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è un progetto patrocinato dalle seguenti organizzazioni :
Associazione svizzera delle infermiere
consulenti materne-pediatriche
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