COMUNE DI SOMMACAMPAGNA – VERONA Consulta per la Famiglia Centro Pedagogico per l’Orientamento e la Formazione progetto territoriale di supporto alla famiglia MEMORIE DI UN PERCORSO Luglio 2001 – Maggio 2005 COMUNE DI SOMMACAMPAGNA – VERONA Consulta per la Famiglia Centro Pedagogico per l’Orientamento e la Formazione progetto territoriale di supporto alla famiglia MEMORIE DI UN PERCORSO Luglio 2001 – Maggio 2005 indice Presentazione 3 Premessa 5 1. Le ragioni di un percorso… 7 2. Fare rete intorno ai genitori, dar voce al territorio 12 3. Analisi qualitativa del ruolo genitoriale nel territorio 15 4. Una rete territoriale di supporto ai genitori 21 5. Osservando in profondità… - gruppo focus 24 6. Quali prospettive per il futuro? 28 7. Conclusioni 31 Stampato nel giugno 2005 da Cierre Grafica - Verona www.comune.sommacampagna.vr.it www.sommasociale.it tel. 045 8971351/2 fax 045 8971300 [email protected] I disegni sono stati realizzati dai bambini/e di Spazio Ragazzi Scuola & C. anno scolastico 2004-2005 2 presentazione La famiglia è oggi chiamata a vivere la responsabilità educativa in un’epoca di grandi e rapide trasformazioni sociali, economiche e culturali. È quindi comprensibile che possa talvolta sentirsi inadeguata o quantomeno che si trovi di fronte ad interrogativi di non facile soluzione. La consapevolezza di questa fatica ha fatto ritenere importante ai servizi sociali del nostro Comune progettare ed attivare iniziative di sostegno alla genitorialità quali ad esempio il progetto “Genitori si diventa” che ha affrontato negli anni significative tematiche educative. Il “Progetto territoriale di supporto alla famiglia” realizzato dalla Consulta per la famiglia e presentato in questa pubblicazione rappresenta un ulteriore passaggio di attenzione al compito dei genitori, teso alla valorizzazione delle risorse educative esistenti nella nostra realtà e alla progettazione di interventi innovativi sempre più mirati alle necessità rilevate. Con la consulenza del Centro Pedagogico Don Bosco, la Consulta ha lavorato in un arco di quattro anni per mettere in relazione tutte le realtà del territorio che operano in campo educativo, facendole conoscere tra di loro e attivando collegamenti che possano amplificare l’efficacia dei singoli interventi. Il quadro emerso ha evidenziato, al di là delle aspettative, una grande ricchezza di proposte educative sia in ambito istituzionale, da parte delle scuole e delle parrocchie, sia nel mondo del volontariato da parte di molte associazioni. 3 progetto territoriale di supporto alla famiglia Direi che il lavoro fin qui svolto ha conseguito un duplice obiettivo in quanto, accanto alla tessitura di una “rete educativa”, i cui nodi sono rappresentati dalle specifiche realtà educative, ha anche promosso nei genitori, in particolare nei rappresentanti di classe, una sensibilità educativa allargata che li ha portati già a farsi carico della nascita di alcune nuove iniziative. Questa pubblicazione vuole “dare voce” al lavoro svolto con l’auspicio che quanto finora realizzato sia un primo passo all’interno di un cammino che porta sempre più realtà associative e singoli ad interagire proficuamente per farci crescere come “comunità educante”. Un doveroso e sentito ringraziamento alla Consulta per la famiglia e, in particolare, al Presidente Roberto Gugolati, ad Anna Maria Salvagno che negli anni di realizzazione del progetto ricopriva l’incarico di Consigliere Comunale con delega alle politiche familiari e a Gloria Adami, convinta sostenitrice dell’iniziativa, che ha attivamente collaborato alla realizzazione del progetto; grazie infine alle “appassionate” consulenti del Centro Pedagogico Dott. Paola Ottolini e Dott. Cristiana Pauletti. IL SINDACO Graziella Manzato 4 Premessa rediamo che oggi la famiglia rivesta un ruolo educativo fondamentale, per una crescita sociale, culturale e valoriale delle nuove generazioni; ugualmente ci sembra però che i genitori si trovino a svolgere questo importante compito con difficoltà, sia per l’impegno lavorativo che limita il tempo a disposizione, sia per la complessità delle problematiche che riguardano la crescita fisica, psicologica e sociale dei figli. Per venire incontro a questa esigenza riteniamo di grande utilità ogni iniziativa che offra ai genitori un supporto sociale, che favorisca occasioni di confronto, formazione, ludicità e scambio di esperienze. C Il Comune di Sommacampagna proprio perché consapevole dell’importanza di investire in interventi di prevenzione e sostegno rivolti agli adulti – genitori, per favorire lo sviluppo del benessere familiare e sociale, da parecchio tempo si attiva sul territorio con iniziative di aiuto alla genitorialità. Soprattutto attraverso il progetto “Genitori si diventa”, che comprende incontri di sensibilizzazione e di approfondimento su diverse tematiche della relazione educativa, rivolte a genitori con figli nelle diverse fasce di età. Tale iniziativa si è sempre svolta in rete con altre realtà significative sul territorio (Scuola – Istituto Comprensivo, Gruppo S.O.S. Famiglia, Consulta per la Famiglia e Gruppo Camminiamo Insieme), raggiungendo un buon numero di genitori. Nel territorio del Comune di Sommacampagna sono attive anche molte altre realtà che promuovono varie iniziative a favore dei genitori. 5 progetto territoriale di supporto alla famiglia È da qui che è emersa la necessità di migliorare il dialogo e l’integrazione tra realtà pubbliche e private del territorio che si trovano a contatto con i genitori, per sviluppare il processo già avviato, attraverso il confronto. L’obiettivo era quello di valutare nel loro insieme le iniziative già presenti sul territorio a favore dei genitori sviluppando le sinergie e ricercando i vuoti da colmare, a partire dalla situazione reale del nostro Comune. È stata individuata la Consulta per la Famiglia del Comune come organismo coordinatore del progetto e il Cepof (Centro Pedagogico per l’Orientamento e la Formazione) come consulente. Attraverso molti incontri è scaturita una analisi e un tentativo di risposta che ci sembrano importanti e che qui abbiamo riassunto; per chi volesse sono disponibili i documenti completi di tutti gli incontri presso la Consulta per la famiglia. Ci auguriamo che questo nostro lavoro possa diventare uno strumento utile a tutte le realtà che operano sul territorio pur con la consapevolezza che ancora molto resta da fare e che solo con la collaborazione si possono ottenere i migliori risultati. Ringraziamo tutti coloro che a vario livello hanno operato per la realizzazione di questo progetto, in particolare le Dottoresse Paola Ottolini e Cristiana Pauletti del Cepof. Un grazie di cuore ai ragazzi che con i loro disegni hanno contribuito a rendere questo lavoro più vivo. 6 1. le ragioni di un percorso… Breve analisi sociale della famiglia La famiglia è un soggetto sociale in continuo cambiamento e oggi, in particolare, si assiste ad una fase economica e culturale in cui occorre sostenerne la crescita. Non a caso infatti anche le politiche riferite alla famiglia hanno goduto di un’attenzione particolare negli ultimi anni; la normativa, sia a livello nazionale che locale, sta riconoscendo il ruolo centrale delle famiglie per lo sviluppo del benessere sociale e culturale. In particolare, la Legge n. 328 del 2000, all’art. 16 recita:“Il sistema integrato di interventi e servizi sociali riconosce e sostiene il ruolo peculiare delle famiglie nella formazione e nella cura della persona, nella promozione del benessere e nel perseguimento della coesione sociale, sostiene progetto territoriale di supporto alla famiglia e valorizza i molteplici compiti che le famiglie svolgono sia nei momenti critici e di disagio, sia nello sviluppo della vita quotidiana…” Il modo di comprendere le famiglie nella rete complessiva degli attori sociali segue la logica delle prevenzione e della promozione, già fortemente sostenuta con la Legge n. 285 del 1997 contenente le “Disposizioni per la promozione di diritti e opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”. In coerenza con questo approccio, le linee politiche rivolte agli altri attori sociali operanti con le famiglie stimolano ad interventi che “tengano conto dell’esigenza di favorire le relazioni, la corresponsabilità e la solidarietà fra generazioni, di sostenere le responsabilità genitoriali, di promuovere le pari opportunità e la condivisione di responsabilità tra donne e uomini, di riconoscere l’autonomia di ciascuno componente della famiglia…” (art. 16 Legge n. 328/2000); in tal senso si cerca di favorire una forte collaborazione tra realtà pubbliche e private che operano a favore delle famiglie nel medesimo territorio, nonché di gli interventi di tipo preventivo, come la formazione e la consulenza, per favorire il protagonismo delle famiglie finalizzato al benessere di ogni nucleo e della società intera (vedi Progetto di legge della Regione Veneto n.18 del 4 agosto 2000). Anche sul territorio veronese si sta assistendo a mutamenti continui rispetto al quadro “tradizionale” della famiglia, con la sempre maggiore presenza di nuclei monoparentali (di cui una percentuale sempre maggiore legata a separazioni e/o divorzi), di coppie “miste” (con uno dei due coniugi straniero), di famiglie di fatto… Con sempre maggiore ansia i genitori vivono il loro ruolo educativo nei confronti dei figli, anche a causa della complessa realtà odierna. Spesso in tale situazione viene coinvolta la famiglia allargata (nonni, zii ..) che si trova a svolgere un ruolo determinante nella relazione del nucleo più ristretto della coppia con o senza figli, oppure i genitori sono sempre più isolati e senza aiuto. Non sempre tali cambiamenti e problematiche si traducono in disagi manifesti, ma indubbiamente comportano delle fasi critiche all’interno di tutte le famiglie, fasi di cui la società deve farsi carico 8 progetto territoriale di supporto alla famiglia se vuole sostenere questo importante ambito di crescita di ogni persona. In tale contesto diventa anche fondamentale un’adeguata formazione degli operatori che si rivolgono alla famiglia attraverso diverse iniziative e servizi. Soprattutto lo sviluppo di competenze che aiutino a diversificare gli interventi preventivi e educativi in relazione alle tipologie di problematiche o di esigenze famigliari, nonché a favorire l’attivazione in rete dei soggetti operanti sul territorio, sembrano gli obiettivi primari a cui deve tendere la formazione rivolta a questi operatori. La situazione e gli obiettivi È all’interno di questo contesto generale di sviluppo e di cambiamento in rapporto al mondo “famiglia” che l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Sommacampagna ha portato avanti negli anni alcune iniziative. Nonostante la positività delle esperienze, i referenti delle realtà coinvolte nell’organizzazione hanno però rilevato il rischio di frammentarietà, di ripetitività e di accavallamento con altre iniziative proposte nel medesimo territorio (comprendente Sommacampagna e le due frazioni di Caselle e Custoza). Tale rischio, oltre a creare dispendi inutili di risorse umane ed economiche, viene valutato controproducente allo sviluppo di interventi educativi incisivi con i genitori. È per questo che il Settore Servizi Sociali del Comune ha deciso di promuovere una riflessione generale sulle iniziative esistenti di formazione dei genitori , chiedendo la consulenza del Cepof, in particolare attraverso la collaborazione della D.ssa Paola Ottolini e della D.ssa Cristiana Pauletti. L’obiettivo principale era quello di cominciare a realizzare un vero e proprio lavoro di rete tra tutti i gruppi, associazioni, enti che a vario titolo propongono attività rivolte ai genitori o alle famiglie. 9 progetto territoriale di supporto alla famiglia Piano di lavoro per la realizzazione di una rete di coordinamento e di un progetto integrato di formazione genitori nel territorio del comune di Sommacampagna Mappatura delle realtà del territorio Questa fase del progetto è stata caratterizzata da un’analisi della realtà territoriale che permettesse l’individuazione di quei soggetti/attori pubblici e privati che, in modo diretto e/o indiretto, svolgevano attività con genitori. Strumento fondamentale di questa fase è stata la “Guida ai Servizi”, opuscolo realizzato dalla Consulta per la Famiglia e dall’Amministrazione Comunale e inviato a tutte le famiglie del territorio con le indicazioni riguardanti tutte le Istituzioni-Associazioni operanti nel nostro Comune. In questo processo di mappatura del territorio, per l’individuazione delle potenziali realtà da coinvolgere nel progetto, sono stati utilizzati i seguenti criteri: ➟ Scelta di realtà pubbliche e private, nonché singole persone che potevano dare un apporto significativo al progetto; ➟ È stato dato particolare rilievo a quelle realtà che svolgevano attività di formazione con genitori (di qualsiasi tipologia: informativa, ricreativa, di approfondimento, personalizzata…); ➟ Definizione del nominativo preciso di un referente, che poteva essere quello istituzionale, accompagnato però da altri che venivano comunque riconosciuti come significativi. Le realtà individuate sono state quelle sotto elencate (per un chiarimento sulle attività specifiche di ogni gruppo o associazione, si può fare riferimento alla “Guida ai servizi del Comune”): 10 progetto territoriale di supporto alla famiglia Nido Comunale “Il Gelso di Anna” di Sommacampagna Nido “Sempre giocare” Sommacampagna Nido integrato “Il nido dei sogni” di Caselle Nido integrato di Custoza Materna “Campostrini” di Sommacampagna Materna Statale di Sommacampagna Materna “Ad onore degli eroi” di Caselle Materna “Divina Provvidenza” di Custoza Elementari Sommacampagna Elementari Caselle Elementari Custoza Media Sommacampagna Media Caselle Parrocchia di Sommacampagna Parrocchia di Caselle Parrocchia di Custoza Gruppo Scout Agesci Sommacampagna Comitato genitori scuole Associazione famiglie con portatori di handicap Associazione Famiglie per l’accoglienza Sommacampagna Gruppo famiglie affidatarie/adottive Sommacampagna Gruppo Camminiamo Insieme Sommacampagna Comitato per la mondialità Sommacampagna Promosport Sommacampagna Polisportiva Caselle Circolo Anspi La Quercia Sommacampagna Circolo Anspi La Fonte Caselle Gruppo SOS Famiglia Caselle Comitato Aiutiamoli a vivere Caselle Individuati i referenti di tutte queste realtà, sono stati contattati personalmente per spiegare il significato dell’iniziativa e invitarli a un primo incontro (Tavola Rotonda). 11 2. fare rete intorno ai genitori, dar voce al territorio invito, attraverso il contatto personale, ha fatto si che più del 70% delle realtà contattate fossero presenti alla Tavola Rotonda. L’ Anche la scelta della metodologia di incontro (la tavola rotonda appunto) ha creato i presupposti per un confronto che veniva considerato dagli stessi promotori (Comune e Consulta) come completamente aperto a qualsiasi risultato. Le persone invitate sono state stimolate ad un confronto sui seguenti punti: progetto territoriale di supporto alla famiglia 1. Come gruppo, istituzione, realtà territoriale, quali iniziative, interventi, avete sviluppato e/o state sviluppando per la formazione dei genitori e con quali finalità generali? 2. In base alla Vostra esperienza, a quali bisogni/esigenze dei genitori rispondono tali iniziative? 3. Quali sono invece, secondo Voi, i vuoti, le lacune da colmare nel supporto ai genitori? 4. Cosa si potrebbe fare, come realtà territoriale, per migliorare il supporto al ruolo educativo dei genitori? Testimonianza sulla tavola rotonda di uno dei promotori “Chissà come sarebbe andata, avevamo lavorato molto per preparare al meglio la serata e le domande che mi ponevo recandomi all’incontro erano molte: “Siamo stati capaci di spiegare l’obiettivo della serata?, le varie realtà sono disposte ad un confronto?..” Era una bella sfida. Tutti i dubbi si sono dissolti quando sono entrata in sala, quante persone! Quasi tutti gli invitati avevano risposto all’invito. Segnale che indicava il bisogno di confrontarsi. Dopo il saluto di Graziella Manzato (Assessore ai Servizi Sociali) e Roberto Gugolati (Presidente della Consulta per la famiglia) tutti i partecipanti si presentano.Tante facce conosciute, altri mai visti, alcuni con cui non parlavo da tempo e che rappresentano tante realtà diverse ma motivate. È bello vedere la ricchezza di iniziative e la disponibilità di così tante persone della nostra comunità. Dopo l’introduzione di Paola Ottolini (Cepof) siamo passati alla esposizione delle attività di ogni gruppo, associazione o ente, in riferimento alla formazione e supporto ai genitori. Gli interventi sono tanti e tutti espongono le attività già in atto. Emergono anche considerazioni molto interessanti su come aiutare i genitori nel loro delicato ruolo, in questa nostra realtà così complessa. Mi ha colpito l’estrema disponibilità di tutti e il clima di comprensione e collaborazione che si è creato. È stata davvero una serata da ricordare che ci carica di molte aspettative ma che sono certa ci permetterà di proseguire, sapendo che in molti lavorano per lo stesso obiettivo.” Gloria 13 progetto territoriale di supporto alla famiglia Ciò che è emerso con maggiore evidenza è la necessità di rafforzare il lavoro di rete tra le realtà che si occupano di genitori, di famiglie …cercando sempre di più il protagonismo diretto dei genitori nelle iniziative territoriali. Lo stimolo e la disponibilità dimostrate sia dalle realtà associative che dalle singole persone presenti, ha rafforzato l’intenzione di costruire insieme un percorso per la realizzazione di una rete territoriale di supporto alla genitorialità. È stato chiesto a questo punto un ulteriore coinvolgimento dei rappresentati dei gruppi, associazioni o enti invitati, per favorire una lettura della famiglia del nostro territorio per aumentare prima di tutto la competenza dei responsabili e fornire al Comune e alla Consulta tutta una serie di dati per ipotizzare degli interventi più mirati sul territorio, oltre a migliorare la circolazione delle informazioni tra le diverse realtà e tra queste e le famiglie. 14 3. analisi qualitativa del ruolo genitoriale nel territorio n seguito ai risultati della Tavola Rotonda che ha approfondito la lettura dei bisogni e delle risorse delle famiglie sul nostro territorio, è stato ridefinito il piano di sviluppo del progetto, prevedendo una fase di analisi comune del ruolo genitoriale attraverso una prospettiva di prevenzione. Si è scelto di operare secondo l’approccio “preventivo promozionale” poichè è il punto di vista che consente di fare chiarezza sulla realtà delle famiglie mettendo soprattutto in evidenza gli aspetti positivi e le potenzialità da promuovere e da sviluppare. Nella gestione di interventi territoriali, sia di ricerca che di formazione, è sempre elevato il rischio di agire con il condizionamento di modelli pre-costituiti che, spesso, sono caratterizzati da una visione negativa della famiglia e dei genitori. I progetto territoriale di supporto alla famiglia Questi modelli spesso generano interventi di “cura” della famiglia e, in particolare, dei suoi disagi, trascurandone però la dimensione delle risorse e dello sviluppo delle sue potenzialità. Negli ultimi anni l’approccio definito preventivo-promozionale si sta affermando come un modello di intervento che agisce a sostegno delle famiglie, mettendo in evidenza gli elementi di potenzialità e di sfida che la situazione attuale della genitorialità presenta. Nel caso del nostro progetto in particolare, fare riferimento a questo approccio ha consentito di proseguire nell’analisi qualitativa del ruolo genitoriale, sottolineandone in maniera prioritaria le potenzialità e le possibilità di sviluppo. Sono stati perciò invitati tutti i partecipanti alla tavola rotonda a proseguire l’analisi, attraverso incontri di gruppo all’interno di ciascuna organizzazione, per arrivare a “fotografare”, con una prospettiva il più possibile ampia, la realtà del nostro Paese, valorizzando l’esperienza maturata da ciascuna organizzazione nello svolgimento delle proprie ordinarie attività a favore del territorio. Per realizzare questa fase si è agito nel modo seguente: le consulenti del CePOF hanno predisposto, secondo quanto previsto dall’approccio teorico prescelto, una lista di fattori che fanno riferimento a condizioni sociali, culturali e educative delle famiglie; questa lista di fattori è stata sottoposta ai referenti delle associazioni e delle istituzioni presenti ed è stato loro chiesto di redigere una graduatoria in base alla presenza nella nostra realtà territoriale di questi elementi. Oltre a evidenziarne la presenza, le persone coinvolte, considerate dei veri e propri esperti, in quanto soggetti che hanno esperienza di relazione e contatto con i genitori sul territorio, hanno classificato gli elementi proposti distinguendoli in fattori di rischio o fattori di protezione. L’approccio preventivo promozionale infatti individua alcuni fattori che possono costituire un ostacolo o un rischio per lo sviluppo armonico della famiglia, denominati fattori di rischio; al contempo indivi- 16 progetto territoriale di supporto alla famiglia dua dei fattori che, se presenti nella famiglia, possono garantire il costituirsi di un ambiente sereno e prevenire l’insorgere di forme di disagio, denominati fattori di protezione o fattori protettivi. Essere in grado di individuare la presenza di questi fattori sul territorio, consente di programmare interventi di potenziamento dei fattori protettivi al fine di ostacolare l’affermarsi dei fattori di rischio. ANALISI DEI PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO E FATTORI PROTETTIVI (FR E FP) RISPETTO AL RUOLO GENITORIALE NELLA REALTÀ LOCALE Di seguito riportiamo la lista iniziale di fattori presentata all’attenzione dei membri delle associazioni, dalla quale sono stati individuati i tre principali fattori di rischio e i tre principali fattori protettivi. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. Elevato impegno lavorativo fuori casa dei genitori. Storia familiare di dipendenza da abuso di sostanze. Precedenti penali dei genitori. Presenza di una rete parentale di supporto. Condizioni di disagio economico. Genitori separati/divorziati. Famiglie monoparentali (vedovi, ragazze madri..). Mobilità elevata (frequenti cambi di residenza). Isolamento sociale delle famiglie. Occasioni di incontro formali ed informali tra genitori. Coesione familiare. Alta conflittualità familiare. Visione complessa dei problemi e delle loro cause. Equa distribuzione di potere e responsabilità nelle relazioni familiari. 15. Capacità di comprensione dell’errore e ricerca di soluzioni comuni. 16. Partecipazione attiva della famiglia alla vita sociale del territorio. 17. Presenza di dialogo tra genitori e figli. 17 progetto territoriale di supporto alla famiglia 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. Presenza di valori ispirati all’impegno sociale. Aspettative chiare e realistiche nei confronti dei figli. Difficoltà a stabilire regole dentro e fuori il contesto familiare. Dialogo tra genitori ed altre istituzioni frequentate dai figli. Scarso coinvolgimento dei genitori nella vita dei figli. Punizioni eccessivamente severe nei confronti dei figli. Elevati interessi culturali nelle famiglie (lettura, cinema, teatro). Non coinvolgimento dei figli nelle decisioni familiari. Chiarezza e differenziazione di ruoli familiari. Elevata delega educativa della famiglia (verso scuola, parrocchia, associazioni…). Buona capacità di negoziazione tra i membri della famiglia. Elevate ansie e paure dei genitori verso l’esterno e verso il futuro. Flessibilità e capacità di adeguamento ai cambiamenti interni ed esterni alla famiglia. Interesse per l’andamento scolastico dei figli. Ostentazione dei beni materiali ed elevata importanza all’apparire. Riconoscimento dei reciproci successi. Elevata propensione delle famiglie al consumismo. Presenza di forti stereotipi di genere maschile e femminile nelle famiglie. Questo tipo di indagine ci ha permesso di capire la percezione di persone che hanno esperienza operativa con le famiglie e di individuare insieme alcune priorità d’intervento. Da tali priorità si potranno far emergere alcune iniziative in cui le diverse realtà del territorio potranno decidere se e come coinvolgersi in prima persona. Il tutto potrebbe sfociare quindi in un progetto territoriale condiviso da monitorare, valutare e riadattare continuamente. 18 progetto territoriale di supporto alla famiglia La tipologia dell’indagine attivata non voleva avere pretese statistiche, bensì ottenere risultati di tipo qualitativo. Anche perché il Comune e la Consulta avevano già impiegato energie e risorse in una indagine quantitativa svolta nel 1997 con l’aiuto di Dario Olivieri, dell’Università di Verona. Si era quindi già in possesso di dati raccolti con questionari a campione somministrati a diverse famiglie sul territorio. FATTORI DI RISCHIO FATTORI PROTETTIVI 1. Difficoltà a stabilire regole dentro e fuori il contesto familiare. 2. Isolamento sociale delle famiglie. 2. Elevata delega educativa della famiglia. 3. Elevate ansie e paure dei genitori verso l’esterno e verso il futuro. 1. Occasioni di incontro formali ed informali tra genitori. 1. Coesione familiare. 2. Presenza di una rete parentale di supporto. 3. Partecipazione attiva della famiglia alla vita sociale del territorio. 3. Interesse per l’andamento scolastico dei figli. Nell’incontro successivo sono stati raccolti i dati e formulati i primi commenti. Dall’elaborazione dei dati e dalla discussione che ne è seguita è scaturita questa graduatoria che individua i tre fattori protettivi e i tre fattori rischio considerati maggiormente presenti. I principali elementi di riflessione emersi sono: ➟ La scelta dei principali fattori di rischio e fattori protettivi è risultata abbastanza convergente nel gruppo; ➟ Sono ben distribuiti, nella percezione dei referenti, sia i fattori di rischio che i fattori protettivi; il territorio cioè pare percepire situazioni di rischio ma al contempo rileva anche situazioni decisive per ostacolare fenomeni di disagio; ➟ I fattori protettivi e i fattori di rischio maggiormente indicati si cor- 19 progetto territoriale di supporto alla famiglia relano ad una dimensione sociale della famiglia e anche ad una dimensione educativa; le domande implicite emergenti sono sia di formazione (educazione) sia di interventi sociali a favore delle famiglie sul territorio (sociale); ➟ Emerge però una sorta di “distanza” tra la famiglia e le altre istituzioni del Comune (scuola, ente pubblico, associazioni, parrocchie..), percepita o come atteggiamento di delega o come forma di mancanza di dialogo e confronto; ➟ L’immagine che emerge pare coincidere con una visione della famiglia rappresentata come un sistema fortemente scosso dalle trasformazioni sociali (isolamento, mobilità, disgregazioni, ruoli…) che cerca di resistere ancorandosi a forti valori e cercando di realizzare relazioni formali e/o informali; è come se la famiglia stesse chiedendo aiuto per proteggersi e non perdere la propria identità. Da tutti i dati e dalle riflessioni raccolte, emerge la seguente sintesi generale: Questa comunità, pur ricca di iniziative a favore della famiglia, sembra aver bisogno di riflettere maggiormente sulla domanda di supporto sociale che quest’ultima evidenzia; sembra inoltre emergere la necessità di un migliore confronto tra le realtà che lavorano per e con le famiglie, creando maggiori reti istituzionali, soprattutto per dotarsi di criteri per verificare e valutare le iniziative e i microprogetti che ognuna realizza sul territorio; Si evidenzia anche un’esigenza contingente di ascolto delle nuove famiglie (di cui alcune di immigrati) che si sono insediate in massa (sono circa 400) in una nuova zona residenziale del territorio, che attualmente sta rischiando di assumere i connotati della zona dormitorio; inoltre emergono anche delle difficoltà nella relazione famiglia-istituzioni, che si esprime appunto nella forma della delega o della mancanza di dialogo e che fatica a creare delle efficaci alleanze educative. 20 4. una rete territoriale di supporto ai genitori risultata fondamentale l’analisi fatta sia per il numero delle realtà coinvolte ma soprattutto per il percorso di riflessione costruito insieme. Le conclusioni sono emerse da chi vive direttamente il territorio e ne promuove la vitalità. Ogni membro della rete diventa risorsa per le altre realtà, senza per questo minare la peculiarità in cui ognuna si identifica. L’apporto collettivo dei diversi punti di vista si evidenzia come un potenziale osservatorio efficace per misurare la condizione della famiglia nel Paese e l’eventuale supporto al ruolo genitoriale che viene richiesto. Il passo successivo sarà quello di dare maggiore competenza e capacità propositiva alle persone che già operano nelle varie realtà. E’ progetto territoriale di supporto alla famiglia Si formula quindi un vero e proprio progetto per realizzare una rete territoriale di supporto alla genitorialità”, le cui finalità sono: Analizzare, tramite appositi strumenti, i bisogni secondo un approccio complesso in termini di risorse e problematicità; Sviluppare strumenti e metodi di autovalutazione e valutazione delle attività esistenti; Apprendere nuove competenze per gestire meglio i progetti proposti dalle varie realtà e metodi per la valutazione delle attività che si fanno. PERCHÉ È IMPORTANTE LAVORARE SULLA VALUTAZIONE DELLE ATTIVITA’? Perché è un processo di analisi attraverso cui si verifica il raggiungimento dell’obiettivo di un determinato progetto o intervento; È un processo circolare in quanto ciò che si valuta dipende dagli obiettivi e l’esito della valutazione può definire nuovi obiettivi; Per effettuare una valutazione si possono prendere in esame sia elementi quantitativi che qualitativi. Valutiamo in concreto Viene iniziato il percorso analizzando “come esempio” una delle attività che da alcuni anni cerca di sostenere i genitori nel compito educativo:“GENITORI SI DIVENTA” realizzata dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con alcune realtà territoriali. Viene raccolto tutto il materiale relativo alla realizzazione delle diverse fasi del progetto (bozze di programma, volantini, locandine, relazioni, dispense, bilanci di spesa…) e il tutto diventa strumento di ana- 22 progetto territoriale di supporto alla famiglia lisi da parte dei referenti partecipanti agli incontri di rete. Da questo lavoro ne risulta una vera e propria relazione finale di valutazione del progetto, con le indicazioni per la successiva riprogettazione. L’analisi si svolge durante due incontri; più precisamente nella prima serata sono stati messi a disposizione dati quantitativi relativi al numero di presenze e ai costi sostenuti. Nella seconda serata si sono considerati maggiormente elementi qualitativi, come le osservazioni dei coordinatori del progetto presenti agli incontri, i risultati di eventuali questionari di gradimento sottoposti ai partecipanti alle diverse iniziative, gli elaborati e le dispense prodotte dai relatori. Come sfondo a tutto questo materiale, si è mantenuto il risultato dell’analisi dei fattori di rischio e protettivi svolta con i referenti delle diverse realtà; in particolare la gerarchia dei primi tre fattori è diventata un criterio trasversale attraverso cui valutare l’efficacia del progetto stesso. Il momento di verifica e valutazione del progetto “Genitori si diventa 2002-2003” ci sembra sia diventato una vera occasione di confronto sulle esigenze fondamentali dei genitori, oltre che un’opportunità di apprendimento di metodologie e strumenti per rendere più efficaci i nostri progetti di intervento. Il risultato del processo di valutazione ha portato a giudicare positivamente le proposte fatte ai genitori per la fascia 0-6 anni e preadolescenti/adolescenti, lasciando invece la fascia elementari/medie con più punti interrogativi, soprattutto circa il numero di genitori coinvolti. A questo punto si tratta di capire quali sono i limiti per poter migliorare le proposte di “Genitori si diventa”. 23 5. osservando in profondita’… gruppo focus agli incontri precedenti è stato focalizzato il “problema” riguardante la poca partecipazione dei genitori della fascia elementari/medie agli incontri; per tentare di capire più a fondo i motivi si decide di coinvolgere direttamente alcuni genitori con figli in età di scuola elementare e media, per meglio comprendere gli eventuali bisogni di supporto educativo o sociale nello svolgimento del loro ruolo: il gruppo focus. D Cos’è il gruppo focus? Il gruppo “focus” consente ad un ristretto gruppo di persone di confrontarsi rispetto ad un contesto ed ai problemi connessi al fine di condividerne le ipotesi di soluzione. Questo metodo prevede la pre- progetto territoriale di supporto alla famiglia senza di un facilitatore/coordinatore che formula le domande e registra le risposte. L’obiettivo è quello di effettuare una analisi per l’individuazione di bisogni. Facilitare nel gruppo il confronto per la condivisione della percezione dei bisogni e coinvolgere i componenti del gruppo nella trattazione dei bisogni. Grazie al contatto diretto e personale messo in atto da alcuni referenti della rete sono stati invitati alcuni genitori il più possibile rappresentativi delle categorie presenti sul territorio (Es: vecchi e nuovi residenti di tutte le frazioni, famiglie numerose e monoparentali, ecc.); la partecipazione al momento del gruppo focus è stata elevata e molto attiva. Da tale lavoro si sono raccolte alcune esigenze di fondo che il gruppo rete ha condiviso e dal quale si è attivata una riflessione al fine di comprendere aspetti importanti e da tenere in grande considerazione per una progettazione di attività rivolte ai genitori che rispondano in modo efficiente ed efficace ai bisogni delle famiglie presenti sul territorio, come ad esempio: ➟ I tempi delle famiglie (periodi pieni di impegni, la coincidenza della preparazione ai sacramenti dei figli, la sera non sempre è praticabile da chi ha anche bambini più piccoli…). ➟ I tempi di sviluppo dei compiti evolutivi delle famiglie hanno fasi diverse, quindi sono opportune altre proposte (per i genitori con figli nella fascia delle elementari ci sono meno “urgenze”di gestione della relazione educativa; è periodo relativamente tranquillo). ➟ La continuità nella relazione scuola-famiglia nel passaggio materne-elementari ed elementari-medie. ➟ La vicinanza territoriale (a Custoza spesso ci si sente un po’ soli in quanto le attività si svolgono o a Sommacampagna o a Caselle). ➟ L’integrazione delle nuove famiglie con il vicinato e con le istituzioni. ➟ Coinvolgimento di diversi attori-educatori nelle proposte (insegnanti, operatori sociali, operatori pastorali, allenatori … e genitori insieme). 25 progetto territoriale di supporto alla famiglia ➟ Tempi ed esigenze delle famiglie monoparentali, separate, con situazioni di handicap, con anziani da assistere in casa… ➟ Relazioni tra genitori e relazione tra figli (amicizie dei ragazzi). ➟ Diffondere maggiormente i risultati, i contenuti di ciò che viene prodotto dalle attività. ➟ Comunicazione più precisa e mirata delle singole attività. ➟ Coinvolgimento diretto di gruppi di genitori nella realizzazione di iniziative e nel contatto .personale con altri genitori sul territorio – autopromozione con supporto delle istituzioni. ➟ Informarsi di altre esperienze di lavoro con genitori (es. scuola permanente per genitori a Bassano). ➟ Attenzione a tematiche legate all’ambiente, alla pace…per meglio capire gli sviluppi della società odierna e quindi i bisogni dei figli. ➟ Alternare proposte ricreative (gite, feste…), proposte formative (di diverso tipo, dalla conferenza al laboratorio) e proposte culturali, sia per i genitori che per i figli. ➟ Supporto nella gestione dei figli con servizi di animazione, baby sitting. Uno degli elementi fondamentali emersi dal confronto sui dati del gruppo focus è stata l’evidenziazione che le esigenze rilevate dai referenti del gruppo rete sono state praticamente confermate dagli stessi genitori; l’esigenza di relazione infatti era venuta alla luce precedentemente, riflettendo sui Fattori di Rischio e sui Fattori Protettivi. Questo dato va a valorizzare la capacità di lettura del territorio da parte di operatori che vivono a contatto con le famiglie, ed è già un importante risultato. Altra conferma riguarda la maggiore efficacia e, nello stesso tempo, adesione a proposte di tipo ludico–esperienziale con momenti di condivisione tra figli e adulti, soprattutto per la fascia della scuola elementare. Sono attività più complesse da realizzare, ma probabilmente molto più incisive. Emerge la necessità di trovare alternative per quanto riguarda la fascia oraria delle occasioni di incontro evitando così le serate. 26 progetto territoriale di supporto alla famiglia Inoltre si evidenzia la possibilità di svolgere anche percorsi paralleli per genitori e figli mantenendo gli stessi tempi, condividendo alcune tappe del percorso e, in tal modo, accrescendo il coinvolgimento delle famiglie stesse attraverso lo scambio. Dalle riflessioni finora sorte si evidenzia la difficoltà di comunicazione che i genitori iniziano a riscontrare nella relazione con i figli che frequentano la scuola elementare. Pertanto un’esperienza ben articolata potrebbe aiutare a sviluppare altre modalità di comunicazione (si fa riferimento esplicito alla comunicazione non verbale) al fine di mettersi in sintonia (es. laboratori di creatività, di gioco…). Inoltre, i genitori presenti al gruppo focus hanno sottolineato l’apprezzamento per questo invito rivolto loro da diverse realtà del territorio, come occasione di ascolto e di confronto reciproco. Rimane comunque da sviluppare questa capacità di relazione reciproca. 27 6. quali prospettive per il futuro? n questo arco di tempo, da settembre 2001 a maggio 2005, si è svolta una notevole mole di lavoro. I Da una lettura della famiglia e della genitorialità del nostro territorio si è passati ad un’analisi dei bisogni attraverso anche l’utilizzo della metodologia d’indagine del gruppo “focus”, dell’attività di “Genitori si diventa”per valutare insieme gli strumenti e le metodologie da adottare per rendere l’iniziativa più rispondente ai reali bisogni dei genitori. Questa analisi, oltre alla lettura e alla comprensione profonda della realtà territoriale, ha permesso l’acquisizione di competenze di analisi e valutazione utili per la programmazione di iniziative future. progetto territoriale di supporto alla famiglia Da tenere in gran considerazione e da valorizzare sono i risultati complessivi, quali: ➟ l’attivazione di un processo sul territorio che ha dato voce non solo a coloro che si occupano di attività rivolte direttamente o indirettamente ai genitori, ma anche ai genitori stessi; ➟ la creazione di un dialogo sincero e di uno scambio costruttivo tra i soggetti agenti nel Comune di Sommacampagna. La modalità di valutazione adottata è risultata complessa per certi versi, ma è stata svolta positivamente attraverso gli strumenti offerti; significativo inoltre è stato l’apporto del gruppo focus perchè ha confermato per la maggior parte l’analisi svolta dagli stessi referenti del territorio. Passando infine a valutare le proposte emerse, elenchiamo i bisogni e le rispettive possibili risposte concrete indicate. Forte esigenza di relazione esistente tra i genitori ➟ Organizzare un laboratorio creativo con bambini e genitori insieme oppure un’attività teatrale rivolta alla fascia dei genitori con figli nella scuola elementare al fine di sviluppare competenze specifiche della relazione ➟ organizzare una giornata di festa per la Famiglia (giornata di fine anno scolastico) in cui si possano contattare i rappresentanti scolastici come referenti. ➟ ci sarebbe bisogno di una “Casa per le famiglie” intesa come spazio culturale, più che fisico, di incontro tra adulti-genitori. Di fondamentale importanza è comunque la preparazione e la formazione che tale impegno chiede agli organizzatori. Ci si potrebbe informare meglio anche conoscendo altre esperienze in merito (in Italia in Emilia Romagna, oppure in Francia con le “maison de la famille”…). 29 progetto territoriale di supporto alla famiglia La difficoltà di dialogo tra famiglie e istituzioni: In tal senso gli “spazi” di dialogo sarebbero già presenti (scuola, parrocchia, associazioni varie, comune…) e quello che viene richiesto dai genitori è la creazione di maggiori occasioni di incontro tra loro e i diversi “educatori” che incontrano i loro figli; per questo sarebbe molto significativo realizzare attività dove genitori e “educatori” (insegnanti, allenatori, animatori, operatori sociali…) si incontrano e si confrontano per aumentare il benessere delle nuove generazioni. Non occorre creare nuovi spazi fisici, ma nuovi spazi mentali di convincimento di una crescita reciproca in questo scambio e incontro. Bisogno di formazione: ➟ Far nascere e sviluppare un corso specifico per genitori/educatori all’interno dell’Università del Tempo libero. Tale iniziativa è stata attivata già da gennaio 2005 con una buona partecipazione. ➟ Continuare gli incontri formativi per i genitori di nido e materne e per adolescenti. ➟ Realizzare un convegno di riflessione sui dati emersi dalla ricerca territoriale. L’attività di questo ultimo anno si è basata sulle conclusioni raggiunte dal progetto. È stato fatto un lavoro di sintesi del percorso con l’obiettivo di stampare un libretto che sia a disposizione di tutti e che verrà distribuito nei prossimi mesi. È stato attivato con successo il Corso per genitori e educatori all’interno dell’Università del tempo libero dal titolo “Psicologia dell’età evolutiva – 0 /10 anni” . Sei incontri tenuti dal prof. Roberto Zonta che si sono svolti dal 24 gennaio al 10 marzo 2005. La partecipazione è stata buona e nel questionario di verifica è stato giudicato molto interessante con la richiesta di ripeterlo per il prossimo anno, anche per altre fasce di età. 30 progetto territoriale di supporto alla famiglia Sono continuati gli incontri per i genitori del nido e della scuola materna e sono stati realizzati due incontri per i pre-adolescenti. Si è preso contatto poi con i rappresentanti di classe sia della scuola elementare che media per verificare la possibilità di realizzazione di iniziative che coinvolgano genitori e figli. I rappresentanti hanno risposto con entusiasmo e si sono resi disponibili per organizzare varie iniziative, in particolare sono state realizzate feste di fine anno scolastico nei vari plessi. 7. conclusioni ccoci arrivati alla conclusione di questo lungo cammino che ha visto, come motivazione principale, l’importanza di sostenere la famiglia nel suo delicato ruolo educativo/sociale affinché possa svolgere a pieno il proprio compito. Il risultato più significativo ci sembra sia stato quello di aver messo intorno ad un tavolo educatori, operatori sociali e genitori, valorizzando l’apporto significativo di ognuno, nel rispetto dei reciproci ruoli e senza “caricare” di ulteriore lavoro nessuno in particolare, ma mettendo a disposizione energie presenti ed attive. E È stata anche rilevata la difficoltà a lavorare per interventi preventivi e, a lungo termine, si è constatata un po’ di dispersione nella partecipazione. Il pericolo nel quale si poteva e ancora adesso si può incorrere è che non vedendo specifici risultati,no si colga la positività e,soprattutto,la concretezza che ha caratterizzato questo lavoro a nostro giudizio innovativo. È stata una sorpresa il constatare quante persone, attraverso il volontariato o il ruolo che rivestono all’interno della realtà in cui operano, siano interessate al benessere della nostra comunità, oltre alla conoscenza che hanno dimostrato nella lettura del nostro territorio. 31 progetto territoriale di supporto alla famiglia La presentazione di questo significativo lavoro è l’occasione per un ringraziamento ed un apprezzamento a tutte queste persone che hanno reso possibile, con la loro partecipazione, la realizzazione del progetto. Come prospettiva futura La Consulta per la famiglia si impegnerà perché le realtà finora coinvolte mantengano attiva una rete permanente di osservazione sul territorio per avere un continuo feed-back sulla situazione delle famiglie. Tale rete, grazie all’azione di monitoraggio, offrirà la possibilità di individuare piste operative di intervento più mirate. Speriamo che questo opuscolo possa diventare uno strumento utile a chi opera su questi temi, consapevoli che i risultati più significativi si ottengono condividendo gli obiettivi e lavorando tutti assieme per ottenerli e che ancora molto rimane da fare. “Il seme gettato germoglierà a suo tempo se alimentato di pazienza e costanza”