Ministero dell’ Istruzione dell’Università e della Ricerca
Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia
Direzione Generale
UFFICIO VI Politiche per gli studenti
Il DIRIGENTE
Dott.ssa Anna Cammalleri
Prot.n. 9404
Bari, 19.X.2010
Ai Dirigenti delle Istituzioni Scolastiche
statali e paritarie
di ogni ordine e grado della Regione Puglia
Loro Sedi
e, p.c.
Ai Sigg. Dirigenti
degli Uffici di Ambito Territoriale Provinciale
della Regione Puglia
Loro Sedi
Al sito web
Sede
OGGETTO : Protocollo operativo per l’integrazione scolastica degli alunni con ADHD.
Si porta a conoscenza delle SS.LL. che l’Ufficio VI della Direzione Generale per lo Studente,
l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione del MIUR, nel dare seguito al documento sottoscritto da
AIRIPA (Associazione Italiana Ricerca ed Intervento nella Psicopatologia dell’Apprendimento), SINPIA
(Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza), AIDAI (Associazione Italiana per i
Disturbi di Attenzione, Iperattività e dell’Adolescenza), AIFA (Associazione Italiana Famiglie ADHD Onlus) e
consultabile sul sito dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), ha diffuso, con la nota prot. n. 4089-15/06/2010,
allegata alla presente, un protocollo operativo per l’integrazione scolastica degli alunni con ADHD.
Nel ravvisare la significativa utilità del protocollo come vademecum orientativo per le scuole che si
trovano nella necessità di elaborare strategie didattiche efficaci non solo per questi alunni speciali ma per
l’intera comunità educativa, si invitano le SS.LL. a portarlo a conoscenza dei rispettivi Organi Collegiali, nelle
loro diverse articolazioni, nonché di dedicarvi una sessione di lavoro del GLH d’Istituto, al fine di curvarlo sul
bisogno reale di ciascuna Istituzione scolastica e di consentirne, da parte dei docenti, una elaborazione
coerente con il profilo identitario disegnato in ciascun POF.
Responsabile del procedimento: prof.ssa Annalisa Rossi
Via Castromediano 123 – 70126 BARI
e-mail :
080-5506285
fax: 080.5506241
[email protected]
Ministero dell’ Istruzione dell’Università e della Ricerca
Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia
Direzione Generale
UFFICIO VI Politiche per gli studenti
Si suggerisce, quindi, di attivare tutte le procedure necessarie a permettere un allineamento dei
processi di presa in carico dell’alunno con ADHD al protocollo operativo di cui in parola, ivi compresa la
trasfusione nei PEI degli alunni medesimi delle indicazioni ivi contenute, opportunamente declinate nel
senso della personalizzazione.
All’uopo, si allegano inoltre alla presente anche le note MIUR, relative all’argomento in parola, prot.
nn. 0001968 del 1.04.2009 e 6013 del 3.12.2009, le “Indicazioni per la scuola” dell’Associazione AIDAI, le
“Strategie scolastiche” dell’Associazione AIFA – Onlus, le “Linee Guida per l’ADHD” del SINPIA.
Nella certezza di incontrare la consueta solerzia delle SS.LL., l’occasione è gradita per inviare distinti
saluti.
IL DIRETTORE GENERALE
F.to Lucrezia Stellacci
Responsabile del procedimento: prof.ssa Annalisa Rossi
Via Castromediano 123 – 70126 BARI
e-mail :
080-5506285
fax: 080.5506241
[email protected]
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Associazione Italiana per i Disturbi dell'Attenzione
e Iperattività (A.I.D.A.I.-ONLUS)
Organizzazione non lucrativa di utilità sociale
Sede legale: Via Bolognesi, 35 - 44034 Copparo (Ferrara)
Telefono e Fax: 0532/388175
C.F. e P.IVA: 01435870389
c/c postale: 10077444
Internet: www.aidai.org
E-mail: [email protected]
INDICAZIONI PER LA SCUOLA
IL COINVOLGIMENTO DELLA SCUOLA NELLA GESTIONE
DEGLI ALUNNI "DIFFICILI"
Il terreno preferito dal bambino disattento e iperattivo per "fare mostra" di tutte le sue
difficolta' e' sicuramente la scuola. Abbiamo intuito che Paolo oltre a essere una "croce" per
la madre e' anche l'incubo delle maestre che non sanno piu' cosa inventare per contenere il
comportamento imprevedibile e inadeguato di bambini come Paolo.
Quando si tratta di gestione del comportamento del bambino e' importante che le
insegnanti e lo psicopedagista abbiano la consapevolezza che esistono degli accorgimenti in
grado di ridurre la gravia' delle manifestazioni del DDAI.
Purtroppo i suggerimenti dello psicopedagogista non sempre vengono accettati di buon
grado dalle insegnanti in quanto vengono percepiti come giudizi di scarsa competenza
educativa. A volte si verificano episodi di sabotaggio dei consigli dello psicologo: vengono
applicati malamente allo scopo di dimostrare la loro inefficacia.
Dobbiamo prendere atto che il diverso atteggiamento degli insegnanti con il bambino
disattento/iperattivo ha un forte impatto sulla modificazione del suo comportamento. Non
dobbiamo dimenticare che la gravita' e la persistenza dei sintomi del DDAI risentono
notevolmente delle variabili ambientali: di come il bambino si sente accettato e aiutato di
fronte alle difficolta' (Barkley, 1997). Uno dei predittori un migliore esito del disturbo in eta'
adolescenziale sta proprio nel positivo rapporto che gli insegnanti sono riusciti ad
instaurare con l'alunno durante gli anni della scuola dell'obbligo.
Per riuscire ad essere pragmatici senza essere semplicisti abbiano individuato una serie di
accorgimenti rivolti in modo specifico agli insegnanti, in un'ottica di comprensione delle
difficolta' dell'alunno.
1
Prima di iniziare a lavorare…
1. Quando vengono spiegate le lezioni o vengono date delle istruzioni per eseguire dei
compiti e' importante che l'insegnante si accerti del livello di attenzione del bambino:
spesso i bambini iperattivi sono fisicamente e mentalmente occupati a fare
qualcos'altro (roteare penne, guardare o chiamare i compagni). In generale il
contatto oculare e' la tecnica più efficace per controllare l'attenzione del bambino.
2. Le consegne devono contenere delle istruzioni semplici e brevi. E' fondamentale
assicurarsi che il ragazzo abbia compreso le istruzioni di un compito; per essere
sicuri di ciò si possono fare le consegne ("cosa devi fare?").
3. Una volta dato un testo di un problema di aritmetica o un testo che contenga delle
istruzioni é opportuno aiutare il ragazzo disattento/iperattivo ad individuare
(sottolineandole con diversi colori) le parti importanti del testo.
Anche l'organizzazione della classe può aiutare…
A prescindere dal fatto che la migliore collocazione e' a discrezione dell'insegnante…
1. è opportuno controllare le fonti di distrazione all'interno della classe: non e' indicato
far sedere il ragazzo vicino alla finestra, al cestino, ad altri compagni rumorosi o ad
altri oggetti molto interessanti. Non e' ugualmente produttivo collocare l'allievo in
una zona completamente priva di stimolazioni in quanto egli diventa piu' iperattivo
perche' va alla ricerca di situazioni nuove e interessanti.
2. Disporre i banchi in modo che l'insegnante possa passare frequentemente in mezzo
ad essi, in modo da controllare che i piu' distratti abbiano capito il compito, stiano
seguendo la lezione e stiano eseguendo il lavoro assegnato.
Alcuni suggerimenti per la gestione delle lezioni…
1. Accorciare i tempi di lavoro. Fare brevi e frequenti pause soprattutto durante i
compiti ripetitivi e noiosi.
2. Rendere le lezioni stimolanti e ricche di novita': i bambini con DDAI hanno peggiori
prestazioni quando i compiti sono noiosi e ripetitivi (ad esempio un brano di un libro
viene compreso meglio se contiene delle figure. Anche il ritmo della voce
dell'insegnante quando spiega puo' incidere sulla capacita' attentiva degli studenti).
a. Interagire frequentemente, verbalmente e fisicamente, con gli studenti.
b. Fare in modo che gli allievi debbano rispondere frequentemente durante la
lezione.
c. Utilizzare il nome degli studenti distratti per la spiegazione.
d. Costruire situazioni di gioco per favorire la comprensione delle spiegazioni.
e. Utilizzare il gioco di ruoli per spiegare concetti storici, sociali in cui siano
coinvolti vari personaggi.
f. Abituare il ragazzo impulsivo a controllare il proprio lavoro svolto.
Anche l'ordine puo' aiutare…
1. E' importante stabilire delle attività programmate e routinarie in modo che il ragazzo
impari a prevedere quali comportamenti deve produrre in determinati momenti della
giornata.
2. E' importante definire con chiarezza i tempi necessari per svolgere le attività
giornaliere, rispettando i tempi dello studente (questo lo aiuta anche ad orientarsi
meglio nel tempo).
2
3. Aiutare l'allievo iperattivo a gestire meglio il proprio materiale: l'insegnante dovrebbe
dimostrare che dà importanza all'organizzazione lasciando 5' al giorno per ordinare il
proprio materiale.
a. Proporsi come modello per mantenere in ordine il proprio materiale e mostrare
alcune strategie per fare fronte alle situazioni di disorganizzazione.
b. Aiutare il ragazzo ad applicare (o inventare) delle strategie per tenere in
ordine il proprio materiale.
c. Premiare il banco meglio organizzato del giorno.
4. Utilizzare il diario per la comunicazione giornaliera con la famiglia (non per scrivere
note negative sul comportamento).
E per gestire il comportamento cosa si puo' fare...
1. Innanzitutto e' opportuno definire e mantenere chiare e semplici regole all'interno
della classe (e' importante ottenere un consenso unanime su queste regole).
2. Rivedere e correggere le regole della classe, quando se ne ravvede la necessità.
3. Spesso, e' necessario spiegare chiaramente agli alunni disattenti/iperattivi quali sono
i comportamenti adeguati e quali sono quelli inappropriati.
4. E' molto importante fare capire agli allievi impulsivi quali sono le conseguenze dei
loro comportamenti positivi e quali sono quelle che derivano da quelli negativi.
5. E' piu' utile rinforzare e premiare i comportamenti positivi (stabiliti
precedentemente), piuttosto che punire quelli negativi.
6. Fare esercizi di perdono e sottolineare i comportamenti adeguati del ragazzo
attraverso ampie ed evidenti gratificazioni.
7. Avere la possibilità di cambiare i rinforzi quando questi perdono di efficacia.
8. Si raccomanda di non punire il ragazzo togliendo l'intervallo, perche' il ragazzo
iperattivo necessita di scaricare la tensione e di socializzare con i compagni.
9. Le punizioni severe, note scritte o sospensioni, non modificano il comportamento del
bambino.
10.E' importante stabilire giornalmente o settimanalmente semplici obiettivi da
raggiungere.
11.E' utile informare frequentemente il ragazzo su come sta lavorando e come si sta
comportando soprattutto rispetto agli obiettivi da raggiungere.
Non dimentichiamo che e' opportuno...
1. Non creare situazioni di competizione durante lo svolgimento dei compiti con altri
compagni.
2. Non focalizzarsi sul tempo di esecuzione dei compiti, ma sulla qualita' del lavoro
svolto (anche se questo puo' risultare inferiore a quello dei compagni).
Utilizzare i punti forti ed eludere il piu' possibile i lati deboli del ragazzo, ad esempio se
dimostra difficolta' fine-motorie, ma ha buone abilita' linguistiche puo' essere utile favorire
l'espressione orale, quando e' possibile sostituirla a quella scritta. Bisogna enfatizzare i lati
positivi del comportamento (la creativita', l'affettuosita', l'estroversione....).
3
AIFA Onlus
Associazione Italiana Famiglie ADHD
STRATEGIE SCOLASTICHE
CHE PERMETTONO DI MANTENERE L’ATTENZIONE E
L’ATTIVITA’ DEL BAMBINO ADHD ENTRO LIMITI ACCETTABILI
Si ringrazia la Dr.ssa Pamela Kvilekval che ha permesso la pubblicare sul nostro sito (www.erreddi.it/adhd) e
la diffusione gratuita di queste “strategie scolastiche”, da utilizzare per i bambini con deficit di attenzione e
iperattività e la Sig.Patrizia Stacconi, madre di una bambino ADHD e referente dei genitori della provincia di
Roma nel Progetto ADHD “Parents for Parents”, che ne ha curato la diffusione.
L
a capacità di apprendimento e un appropriato comportamento scolastico dipendono
dall’abilità del bambino ad orientarsi, a mantenere l’attenzione e a mantenere la sua
attività entro certi livelli per un determinato periodo di tempo.
ACCORGIMENTI PER CONTENERE UN’ECCESSIVA ATTIVITA’
Non tentare di ridurre l’attività, ma incanalarla ed utilizzarla per accettabili
finalità.
1. Dare incarichi che permettano il movimento controllato nella classe per fini non
distruttivi.
2. Permettere di stare in piedi di fronte al proprio posto, specialmente in prossimità
della fine del compito.
• Usare l’attività come un premio.
1. Dare il permesso per una attività (es. dare incarichi come portare un messaggio
a qualcuno, pulire la lavagna, mettere a posto i libri della cattedra, sistemare le
sedie) quale riconoscimento individuale di un suo successo.
• Usare l’attività come risposta alle istruzioni.
1. Usare metodi di insegnamento che incoraggio la risposta attiva (es. parlare,
muoversi, organizzarsi, lavorare alla lavagna).
2. Incoraggiare a tenere un diario dove scrivere, colorare ed altro.
3. Insegnare al bambino a fare domande pertinenti.
•
ACCORGIMENTI PER CONTENERE L’INCAPACITA’ DI ATTENDERE (IMPULSIVITA’)
•
Non chiedere al bambino di aspettare, ma dargli un sostituto verbale o una
risposta motoria da compiere durante l’attesa, e, quando possibile, nel
frattempo incoraggiare il suo fantasticare.
1. Istruire il bambino a continuare una parte più facile del suo compito (o a farne
uno sostitutivo) nell’attesa dell’aiuto dell’insegnante.
2. Insegnare al bambino ad affrontare in un test per prime le risposte a lui note.
3. Abituare il bambino a sottolineare o a riscrivere le domande prima di cominciare,
oppure a colorarne, con un evidenziatore, le parti più rilevanti.
4. Incoraggiare il bambino a scarabocchiare o a giocare con la gomma, col
segnalibro o con la matita mentre aspetta o sta ad ascoltare delle istruzioni.
AIFA Onlus – Associazione Italiana Famiglie ADHD www.aifa.it
1
5. Incoraggiarlo a prendere appunti (anche se solo per poche parole, quelle che lui
reputa le più importanti.
•
Incoraggiare il bambino a tirare fuori le sue capacità positive di leadership
invece di fraintendere la sua incapacità di attendere come impazienza o
prepotenza.
1. Suggerire o rinforzare altri ruoli (es. fare il capofila, distribuire i fogli).
2. Per i bambini che sempre interrompono, insegnare loro come riconoscere le
pause nella conversazione e come non perdere il filo del discorso.
3. Indicare al bambino quando serve un maggior autocontrollo per una specifica
attività.
4. Insegnare e rinforzare le convenzioni sociali (es. buongiorno, ciao, per favore,
grazie).
ACCORGIMENTI PER EVITARE LA CADUTA DELL’ATTENZIONE DURANTE I
COMPITI E NELLE ATTIVITA’
•
Diminuire la lunghezza del compito.
1. Dividere il compito in parti più piccole che possano essere completate il diversi
momenti.
2. Dare due compiti, facendo svolgere prima quello che piace di meno al bambino,
e poi il suo preferito.
3. Far fare pochi esercizi alla volta.
4. Nel presentare il compito usare un linguaggio preciso e globale.
5. Parcellizzare il compito da memorizzare invece di presentarlo nella sua
globalità.
•
Rendere i compiti più interessanti.
1. Permettere di lavorare in coppia, in piccoli gruppi.
2. Alternare compiti molto interessanti ad altri meno interessanti.
3. Usare proiettori da parete durante le spiegazioni.
4. Far sedere il bambino vicino alla maestra.
•
Cercare le novità, specialmente alla fine di un lungo compito.
1. Trasformare in gioco la correzione dei compiti.
2. Trasformare in gioco il ripasso mnemonico.
•
Non incoraggiare o rinforzare il giudizio di “bella addormentata”, ossia se il
bambino guarda fuori dalla finestra o ad un altro bambino non significa
perciò che sia disattento. Purché il suo comportamento non sia di disturbo,
non pretendere da lui una quiete assoluta che non sempre coincide con una
reale attenzione.
ACCORGIMENTI PER EVITARE LA MANCANZA DI PARTECIPAZIONE E
L’INCOSTANZA NEL TERMINARE I COMPITI.
•
Andare incontro alle scelte ed agli specifici interessi del bambino nei compiti.
1. Permettere, entro certi limiti, la scelta del compito, dell’argomento, dell’attività.
2. Capire le preferenze del bambino ed usarle come incentivo.
3. Attirare l’attenzione del bambino al compito.
•
Assicurarsi che i compiti coincidano con le capacità di apprendimento del
bambino e con le sue attitudini.
AIFA Onlus – Associazione Italiana Famiglie ADHD www.aifa.it
2
1. Permettere modalità alternative di risposte (es. scritte a macchina, con il
computer, registrate a voce).
2. Alternare il livello di difficoltà del compito.
3. Assicurarsi che il mancato svolgimento di un compito non dipenda dalla
disorganizzazione.
•
Accorgimenti per superare la difficoltà ad iniziare un compito: in generale
aumentare la strutturazione e l’importanza delle parti più rilevanti di un
compito o delle convenzioni sociali.
1. Predisporre l’attenzione del bambino alle richieste orali (es. dandogli anche delle
istruzioni scritte, permettendogli di prendere appunti).
2. Dare una struttura precisa ai compiti ed ai test (es. usare fogli a quadretti per la
matematica, stabilire degli standard per i compiti, essere il più specifici
possibile).
3. Inquadrare la struttura globale del compito (es. le domande fondamentali, il
percorso da compiere, le tavole del contenuto).
4. Permettere il lavoro in coppia o in piccoli gruppi purché a bassa voce.
5. Colorare, cerchiare, sottolineare, o riscrivere le istruzioni od i punti più difficili.
ACCORGIMENTI PER COMPLETARE IN TEMPO I COMPITI ASSEGNATI.
•
Incrementare l’organizzazione del lavoro con l’uso di liste, diari, quaderni di
appunti, cartelline.
1. Assegnare i compiti al bambino scrivendoli su agendine tascabili.
2. Scrivere i compiti assegnati sulla lavagna ed assicurarsi che li abbia copiati.
•
Stabilire le consuetudini per quanto riguarda l’uso dei materiali della classe e
per il vestiario.
1. Aiutare il bambino ad organizzare, con l’uso di raccoglitori, i compiti già fatti e
quelli da svolgere; lo stesso vale per gli appunti presi in classe per mantenerli in
ordine cronologico.
2. Spingere i genitori a stabilire in casa consuetudini giornaliere su come riporre i
libri ed usare il materiale scolastico.
3. Aiutare il bambino a tenere in ordine il banco organizzandogli lo spazio.
•
Organizzare il suo ambiente con divisori e materiali colorati.
1. Insegnare al bambino l’abitudine di porsi delle domande prima di iniziare
qualcosa o di lasciare un luogo (es. “Ho tutto quello che mi serve?”)
2. Scrivere promemoria da mettergli sul banco, sui libri, sul diario.
3. Incrementare la programmazione sequenziale del pensiero.
•
Esercitarsi alla programmazione.
1. Programmare le differenti attività (di cosa si ha bisogno, come dividere i compiti
in più parti)
2. Prevedere il tempo necessario per ogni singola attività.
3. Insegnare strategie per studiare.
•
Usare classificazioni, divisioni logiche, ripartizioni.
1. Insegnare l’uso di sistemi di scrittura col computer per riordinare le idee.
2. Insegnare al bambino a prendere note divise in tre colonne quando ascolta le
spiegazioni o legge il materiale (punti principali, punti di supporto, domande).
AIFA Onlus – Associazione Italiana Famiglie ADHD www.aifa.it
3
ACCORGIMENTI PER OVVIARE AD UNA SCARSA ABILITA’ MANUALE ALLA
SCRITTURA.
•
Ridurre la necessità di scrittura manuale.
1. Non obbligare il bambino a ricopiare del materiale: ciò diminuirà il suo livello di
qualità invece di migliorarlo.
2. Permettere al bambino di utilizzare gli appunti dei compagni o dell’insegnante.
3. Accettare compiti battuti a macchina, scritti al computer o registrati.
•
Non pretendere sempre alti livelli di qualità nella scrittura dei compiti ma solo
nelle parti più importanti dove è indispensabile la chiarezza.
1. Colorare, evidenziare, sottolineare quelle lettere che di solito il bambino non è
capace di fare in corsivo.
2. Ridurre lo standard per una scrittura accettabile
3. Evidenziare quelle parti del lavoro particolarmente ben fatte.
ACCORGIMENTI PER MIGLIORARE LA SCARSA STIMA DI SE.
•
In generale riconoscere le capacità e gli sforzi del bambino.
1. Richiamare l’attenzione sulle capacità del bambino creando, ogni giorno oppure
ogni settimana, dei momenti in cui lui o lei possano mostrare i loro talenti.
2. Riconoscere che l’eccesso di attività può anche significare un aumento di
energia e di produttività.
3. Riconoscere che essere un capobanda è una qualità da leader.
4. Riconoscere che l’attrazione a nuovi stimoli porta anche alla creatività.
•
Aumentare la soddisfazione del successo aiutando il bambino a migliorare le
sue qualità.
1. Riconoscere l’entusiasmo del bambino ed usarlo per sviluppare le sue qualità.
2. Evidenziare i suoi successi e non i suoi errori.
•
Coinvolgere il bambino nella soluzione delle sue difficoltà.
1. Fare, insieme al bambino, un elenco dei suoi comportamenti negativi,
descrivendo i momenti più difficili e decidere le strategie che possono essere
adoperate per evitare guai. Questo colloquio va tenuto privatamente, con calma
e con l’atteggiamento di chi cerca di risolvere dei problemi, non per
colpevolizzare il bambino.
2. Fare “giochi di ruolo” con il bambino in queste situazioni per praticare
comportamenti alternativi.
3. Iniziare con un solo comportamento a cambiare, tenendo una scheda apposita
per registrare successi ed insuccessi. Tener conto alla fine di ogni giorno di
quante volte il bambino è riuscito ad adoperare una strategia positiva.
4. Dopo il primo miglioramento, aggiungere un altro comportamento da cambiare e
decidere assieme al bambino la strategia (o le strategie) che devono essere
adoperate.
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4
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