NOVEMBRE
L’EDITORIALE…
2011
(di Denise e Luigi)
Anche per il periodo autunnale e invernale il CAT ha programmato diverse iniziative per proseguire il suo impegno in vista della prossima Festa della Montagna e, più in generale, in vista dell’attuazione di qualcosa di
concreto per la comunità torrese.
Innanzitutto, ci preme ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla Festa di Halloween del 31 ottobre,
festa che abbiamo voluto organizzare con l’obiettivo di creare un ulteriore momento di aggregazione anche in
un periodo, quello autunnale e invernale, in cui i momenti di festa e di scambio sono pochi, e, mettendo al bando
ogni forma di ipocrisia, anche per creare un piccolo fondo-cassa utile alle prossime iniziative che l’associazione
deciderà di intraprendere.
Sempre con l’intenzione di “crescere” come Collettivo abbiamo scelto di dar vita a una LOTTERIA che avrà un
duplice fine: da una parte permetterci le nostre attività
durante l’arco dell’intero anno (perché sapete benissimo
che senza almeno un modesto budget non è possibile organizzare alcunché..), dall’altra per avere i fondi necessari
per contribuire in vari modi al miglioramento del nostro
borgo con iniziative che, ovviamente, concorderemo con
l’amministrazione comunale e con il resto delle realtà sociali presenti nel paese.
Anche in questo caso ci teniamo a sottolineare il fatto che
renderemo pubblica ogni nostra iniziativa, sia per una
questione di trasparenza e correttezza verso tutti i cittadini torresi che contribuiscono alla riuscita delle nostre manifestazioni, sia perché crediamo da sempre che l’informazione debba essere una delle prerogative di ogni associazione.
NOTIZIA FLASH! Come associazione ci sentiamo direttamente coinvolti nel progetto del Patto d’Amicizia tra
il nostro Comune e quello di Cotignola, paese d’origine di Serafina Melandri. L’iniziativa prevede un’iniziale
forma di collaborazione tra le associazioni di Torrebruna e quelle del Comune romagnolo per poi coinvolgere
tutta la cittadinanza. Crediamo, pertanto, che si tratti di un progetto interessante e di un’occasione di crescita
soprattutto per il nostro piccolo centro e che, quindi, meriti la giusta considerazione di tutti.
Torrebruna nel Patto dei sindaci: puntualizzazioni su un’opportunità preziosa per il nostro paese
di Luigi
Nicodemo
A seguito dell’adesione al “Patto dei sindaci”, il comune di Torrebruna ha potuto far parte del programma di sviluppo
voluto dall’Unione Europea relativo alle fonti di energia rinnovabili. Dalla partecipazione a questo programma abbiamo ricevuto dei fondi che, proprio in questo periodo, ci stanno permettendo di realizzare degli impianti fotovoltaici
sugli edifici pubblici, nonché la sostituzione sugli stessi edifici dei vecchi infissi a favore di nuovi che garantiscono un
risparmio energetico maggiore. Mi auguro che chi aveva dei dubbi sull’utilità della nostra adesione al suddetto patto,
possa trovare in queste piccole iniziative un motivo in più per ricredersi e per aver fiducia nell’attuale amministrazione comunale. Volevo inoltre mettere al corrente i nostri concittadini del fatto che, per garantire l’equità dei pagamenti delle tasse da parte di “tutta” la popolazione e per risistemare in maniera ottimale i nostri archivi e, naturalmente,
quelli dell’Unione dei comuni, è stato dato il via ai lavori di accertamento di TARSU (tassa sui rifiuti) e ICI (imposta
comunale sugli immobili) ed è stata attivata la procedura sugli Usi civici, così come la legge vuole che sia fatto. Naturalmente questo accertamento farà sì che si possano scoprire anche eventuali evasori e farà in modo di poter stabilire
in via definitiva i reali possedimenti di ogni cittadino. Vorrei scrivere un mio pensiero su un problema assai importante: bisogna che tutti comprendiamo il fatto che le tasse citate sopra restano in questo periodo in cui la crisi ed il
nostro governo ci stanno tagliando tutto l’unica linfa vitale dei piccoli comuni come il nostro ed è giusto che tutti le
paghiamo, in maniera equa ed onesta. Sappiamo tutti che i fondi da parte di enti superiori (stato, regione, provincia
etc.) diminuiscono, se non addirittura scompaiono, ma io sono convinto che tutti i miei onesti concittadini, che amano la propria terra, non si tireranno indietro perché sappiamo bene che è nostro dovere aiutare il paese.
1
INDIGNATI DI TUTTO IL MONDO… UNITEVI!!!
di Eleonora Di Domenica
"Vivere è esistere, esistere è
anche resistere. Resistere è
impegnarsi e se impegnarsi,
comporta assumere delle posizioni, allora vuol dire, che abbiamo già creato una valida
alternativa, adatta alla nostra
esistenza.
Incazziamoci allora."
Questo é un breve passo tratto
dal saggio di Stephane Hessel,
un francese di 93 anni. Partecipò alla resistenza durante la
seconda guerra mondiale, ha
preso carta e penna e ha scritto
un opuscolo di 32 pagine dal
titolo «Indignez-vous!». Come
dire: indignatevi!
E l’euforia non sembra essersi
esaurita, è stato tradotto in moltissime lingue. Si pensa che
proprio da qui sia nato il movimento degli INDIGNATI, di cui
in questi giorni sentiamo tanto
parlare!
Tutto è partito dalla Spagna che
ha colto subito il significato di
quelle parole di quel “vecchio”
francese e ha deciso di far sentire la propria voce. Le proteste
sono iniziate il 15 maggio 2011 in
occasione delle elezioni amministrative; molti cittadini hanno dato
vita ad una larga mobilitazione di
protesta pacifica dal basso contro il governo spagnolo di fronte
alla grave situazione economica
in cui versa il Paese.
L'obiettivo del movimento è promuovere una democrazia più
partecipativa. Il movimento è
composto da cittadini in generale, disoccupati, casalinghe, immigrati, uniti dallo slogan: “Noi non
siamo marionette nelle mani di
politici e banchieri.” È stato ispirato in particolare dalle proteste
nel Nord Africa e nel Medio Oriente ed è stato essenzialmente
pacifico e privo di interferenze
politiche. Le proteste degli indignados hanno poi ispirato analoghe proteste in varie nazioni europee, tra cui l'Italia. Il movimento
ha protestato anche durante la
Giornata Mondiale della Gioventù
svoltasi a Madrid.
A 5 mesi di distanza, il 15 ottobre
2011, nel nome comune degli
Indignados, decine di proteste
hanno scosso il mondo intero,
interessando gran parte delle
capitali occidentali e molti centri
asiatici, quali Tokyo, Sydney o
Hong Kong.
Dal vecchio continente la protesta è rimbalzata anche dall'altra
parte dell'Atlantico. New York è
diventata il fulcro delle manifestazioni contro la finanza statunitense. Grazie a Twitter il movimento
Occupy Wall Street ha portato in
piazza migliaia di indignati a stelle e strisce. Tra arresti, cortei e
slogan anche gli Usa hanno dato
vita ad una mobilitazione senza
precedenti. E Zuccotti Park, a
due passi dallo spettro di Ground
Zero, è diventato il nuovo fulcro
dell'indignazione globale.
Si tratta comunque di manifestazioni pacifiche, al contrario di
quanto lasciano trapelare i nostri
media!
È gente disperata che scende in
piazza, che si mobilita, che decide di passare intere notti al freddo
e al gelo… gente che decide di
fare qualcosa, di reagire, di non
subire tutto passivamente.
Tutti nel nostro piccolo possiamo
fare qualcosa, già semplicemente
“indignandoci”, prendendo cioè
coscienza di ciò che ci circonda,
capire che non vogliamo essere
presi in giro da niente e da nessuno, che abbiamo dei diritti che
vanno rispettati e non rifugiandoci
nella frase: “Vabbè, ma io che ci
posso fare? Ormai…”
The Scream of the
Butterfly…
di Denise Marianacci
Certo, i cani randagi sono alquanto fastidiosi, perché lasciano i loro “ricordini” in giro...
Ma una soluzione c’è… sbattiamoli tutti in un pratico e funzionale canile.
Certo, i piccioni potrebbero
provocare qualche problemino
perché sporcano le nostre belle
automobili e i nostri cornicioni… Ma una soluzione c’è…
spariamoli tutti con un pratico
e funzionale fucile.
Certo, i poveri, i rom, i senzatetto ci danno fastidio: la loro
presenza ci rende nervosi… Ma
una soluzione c’è… rinchiudiamoli tutti in un pratico e funzionale lager.
Sì… Noi siamo abituati così…
Per ogni problema c’è una pratica e funzionale soluzione. E’
questo che ci rende speciali.
E’ questo che ci rende UMANI.
2
DOPO IL REFERENDUM… di Francesca Colella
Il referendum è uno strumento di esercizio della sovranità popolare, sancita all’articolo 1 della Costituzione della
Repubblica Italiana, e l’esito referendario è una fonte del
diritto primaria che vincola i legislatori al rispetto della
volontà del popolo. Le tipologie di referendum contemplate dalla Costituzione Italiana sono quattro:
-quarto quesito:
-il referendum abrogativo di leggi e atti aventi forza di
legge
I quesiti sui servizi idrici derivavano da un’iniziativa civica
promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua,
mentre i quesiti sull’energia nucleare e sul legittimo impedimento sono stati promossi su iniziativa dell’ Italia dei
Valori.
-quello sulle leggi costituzionali e di revisione costituzionale
-quello riguardante la fusione di regioni esistenti o la
creazione di nuove regioni
-quello riguardante il passaggio da una Regione ad
un’altra di Province o Comuni
Il referendum del 12-13 giugno 2011 è stato un chiaro
segnale della volontà del popolo italiano di far valere la
propria sovranità. Dopo più di quindici anni un referendum ha avuto la maggioranza dei votanti e ha dato espressione alla voglia di cambiamento che anima la
società italiana.
Il governo Berlusconi ha più volte tentato di “boicottare”
il referendum: prima non accorpandolo con le elezioni
amministrative del 15-16 maggio spendendo, grazie alla
decisione del ministro Maroni, ben 400 milioni di euro in
più; poi modificando con interventi legislativi il testo del
terzo quesito riguardante la normativa sulla ripresa
dell’energia nucleare in Italia e di conseguenza rendendo nulli i voti dei numerosi italiani residenti all’estero, i
quali avevano già espresso il proprio voto (infatti per
questi ultimi la scadenza era prevista il 14 aprile 2011).
L’intento del governo, spiega il Presidente del Consiglio,
era quello di non permettere il referendum poiché influenzato dagli avvenimenti in Giappone: « Se fossimo
andati oggi a quel referendum, il nucleare in Italia non
sarebbe stato possibile per molti anni a venire. Abbiamo
introdotto questa moratoria responsabilmente, per far sì
che dopo un anno o due si possa tornare a discuterne
con un'opinione pubblica consapevole. Siamo convinti
che il nucleare sia un destino ineluttabile ».
Il 1º giugno 2011 l'ufficio centrale per il referendum costituito presso la Cassazione ha tuttavia stabilito che pur alla luce dell'emendamento presentato dal governo il referendum sul nucleare doveva essere comunque
svolto e che doveva essere relativo al testo normativo
risultante dalla modifica operata dal decreto omnibus.
Nonostante il “gioco sporco” del governo e l’invito indiretto del Presidente del Consiglio a non andare a votare,
i risultati sono stati positivissimi: si è raggiunto il quorum
con il 57,04% .
La vittoria del SI per ogni singolo quesito è stata schiacciante:
-primo quesito:
SI 95,35 %
NO 4,65 %
-secondo quesito: SI 95,80 %
NO 4,20 %
-terzo quesito:
SI 94,62 %
NO 5,38 %
Ad agevolare le “manovre” del governo ci sono poi stati i
media italiani, i quali fino ad aprile hanno fatto passare in
sordina ogni tipo di iniziativa popolare e non.
A sostegno del lavoro iniziato da queste due figure sono
nati non pochi comitati i quali però, a causa del poco tempo a disposizione e della scarsa organizzazione, hanno
avuto poca rilevanza. Inoltre questi movimenti sono diventati strumenti di lancio in politica di numerosi soggetti e
“spazio pubblicitario” per quei politici finiti nel dimenticatoio, finendo nuovamente a pensare al tornaconto personale e perdendo di vista l’obiettivo primario: la tutela del cittadino.
Dobbiamo inoltre riconoscere, al governo Berlusconi, la
strabiliante bravura nel mettere in ombra gli importantissimi risultati del referendum, concentrando l’attenzione
dell’italiano medio sulle sue attività ludiche.
Ma cosa ancora più sconcertante è il “vegetare”
dell’opposizione (se così la si può chiamare): siamo scesi
in piazza, abbiamo fatto festa, ognuno si è accaparrato il
merito e siamo tutti contenti, no?! Non c’è da battersi per i
finanziamenti alle rinnovabili! In fondo stiamo bene a fare
gli zimbelli di B & Co!
Dal sito del Governo leggiamo:
“Il Consiglio dei ministri del 3 marzo ha approvato in via
definitiva, a seguito dell’espressione dei pareri previsti, il
decreto legislativo che recepisce la direttiva europea
2009/28 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti
rinnovabili e che modifica il sistema degli incentivi statali.
Il provvedimento (decreto legislativo 3 marzo 2011 n.28)
mira al potenziamento e alla razionalizzazione del sistema
per incrementare l’efficienza e l’utilizzo di questo tipo di
energia ed ha, fra gli obiettivi principali, quello di diminuire
gli oneri “indiretti” legati al processo di realizzazione degli
impianti da essa alimentati (dall’autorizzazione alla connessione, all’esercizio). Si raggiunge, in questo modo, il
duplice obiettivo di incrementare la produzione di energia
da fonti rinnovabili per rispettare i target europei e di ridurre gli oneri specifici di incentivazione a carico dei consumatori finali.”
Per dovere di cronaca cito il ministro dell’Ambiente:
"Il provvedimento punta a dare stabilità e moralità a un
settore chiave per l’energia del futuro" ha dichiarato il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Sempre dalla stessa fonte:
8 Aprile 2011 “Nell’ambito delle iniziative del Programma
operativo interregionale Energie Rinnovabili e Risparmio
Energetico 2007-2013, sono stati stanziati 20 milioni di
euro per finanziare progetti innovativi riguardanti la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti
rinnovabili su edifici pubblici”.
SI 94, 05 %
NO 5, 95 %
>>> continua nella pag. seg. >>>
3
>>> continua dalla pag. prec. >>>
Ma, poiché Berlusconi la commedia napoletana ce l’ha nel
sangue, ecco che arriva il colpo di scena:
4 Luglio 2011 “l`Italia taglierà drasticamente gli incentivi per le
fonti energetiche rinnovabili allo scopo di ridurre il costo della
bolletta elettrica per i cittadini.”
Poco importa che solo quattro mesi prima si era deciso di recepire la normativa europea e investire quindi sulle “energie
del futuro”; poco importa che la riduzione del costo della
bolletta era solo del 3%, che a beneficiarne sarebbero stati
i grandi consumatori quindi le grandi industrie; poco importa che l’Autorità dell’Energia aveva deciso che dal 1 Luglio
ci sarebbe stato un aumento dell’ 1,9% delle medesime
bollette; ma soprattutto poco importa che con il taglio delle
agevolazioni voluto da Calderoli venivano sforbiciati anche
il “bonus” sulle bollette della luce e del gas che vengono
erogati dallo Stato a 3,6 milioni di famiglie povere, anziani e
malati.
Continueremo a farci scegliere o finalmente sceglieremo?
Sull’addio di Berlusconi e dintorni...
Situazione politica in pillole nel day after...
di Luigi D’Ettorre
Berlusconi se n’è andato in punta di piedi e rispettando stranamente quel bon ton istituzionale che in 17 anni ha sempre rifuggito neanche fosse un peccato mortale. Grosso modo sappiamo
già tutto del giorno dell’abdicazione quindi proporrei alcune
piste di riflessione, una sorta di appunti in ordine sparso, forse
all’apparenza sganciati tra loro, ma che danno il senso del clima
politico e civile che si vive attualmente in Italia.
Innanzitutto, grandi feste al momento delle dimissioni del Presidente del consiglio Berlusconi. Comprensibili, giustificate,
legittime. Senza tornare sulla sua pessima attività di governo va
semplicemente ricordato che dal 1994 (anno della sua SALITA
in politica, perché quando si è chiamati a governare l’interesse
pubblico e il bene comune si SALE, non si scende...) Berlusconi
ha governato ben 10 anni senza approvare nessuna delle riforme che servirebbero al Paese, ma anche peggiorando la situazione complessiva, soprattutto per i ceti popolari, per i lavoratori, i pensionati, gli studenti, l’ambiente, la nostra credibilità
internazionale, la morale pubblica, etc. Sicuramente un vincente delle competizioni elettorali, ma un modestissimo governante. Piccolo esercizio mentale: in 5 secondi sapresti indicare una
sua riforma così importante da rimanere nella storia? E non
rispondete la legge Cirielli come ha fatto un suo elettore ad una
manifestazione del Pdl, dopo averci pensato qualche secondo!!!
Il popolo è alla canna del gas e loro pensano alle piccole beghe
giudiziarie del loro capo... Bah...
Altro spunto di meditazione. Il ruolo di questa (pseudo) sinistra
inadeguata. Berlusconi toglie il disturbo e lei che fa? Abbraccia
senza un attimo di esitazione l’opzione di un governo cosiddetto “tecnico” guidato da un big dell’economia e della finanza
internazionale come Mario Monti! Bersani e il Pd si liquefanno
ed evidenziano i loro profondi limiti come leader e partito di
governo. Per due motivi: a) non chiedendo le elezioni immediate non sono riusciti ad avanzare la propria candidatura alla
guida del Paese. Siamo di fronte ad una sorta di “peccato originale” finalmente disvelato; b) il partito-riferimento della Cgil, il
sindacato più intransigente e conflittuale tra quelli confederali,
giudica positivamente il governo Monti che sarà protagonista
(quasi sicuramente) di una vera e propria macelleria sociale, in
quanto sarà chiamato ad attuare l’agenda di “riforme” e tagli
allo stato sociale imposto dalle istituzione europee, in primis
dalla BCE.
Ulteriore riflessione. Scene di festeggiamenti davanti al Quirinale nel giorno delle dimissioni di Berlusconi. La destra critica
vivacemente questa espressione di gioia politica e personale di
qualche centinaio di persone. Ma quando si metteranno da parte ipocrisie, perbenismi da quattro soldi, doppiopesismi???
Innanzitutto è quantomeno fisiologico che una parte di cittadini
festeggino quando un governo avversario va a casa. Ma questa
destra, su questo punto, dovrebbe solamente tacere visto che il 2
dicembre 2006, a soli 6 mesi di distanza dalla vittoria
dell’Unione di centrosinistra, organizzarono una manifestazione
a Roma per chiedere le dimissioni dell’allora Capo del governo,
Romano Prodi, eletto democraticamente dal popolo italiano! Poi
che si è fatto di male in quella piazza? Cantare, ballare, insultare
di tanto in tanto? Non dimentichiamoci che sono stati gli stessi
atteggiamenti dell’elettorato di centrodestra proprio in occasione di quel 2 dicembre e a volte anche di ministri berlusconiani.
O vogliamo dimenticare quando l’educatissimo Berlusconi definì “coglioni” gli elettori di centrosinistra? Allora qualche
“buffone” può anche prenderselo senza piagnucolare troppo
(senza considerare che un uomo politico, tra l’altro strapagato
come lui, dovrebbe aspettarsi onori ma anche critiche, anche
feroci...Poi se si è abituati a vivere ed esercitare la “professione”
circondato da paggi, paggetti e cortigiani è un altro conto...Questa tecnicamente è una forma di governo monarchica,
ma in Italia, almeno sul piano formale vige la Democrazia, che
implica contrasti, critiche, disordini, pluralismo, libertà di espressione, etc. come ebbero già a dire secoli fa pensatori autorevoli come Machiavelli, Montesquieu, Tocqueville, etc. Ultimo
spunto. E’ quantomeno ridicola l’opinione di alcuni elettori di
centrodestra intervistati dai Tg che si lamentavano del fatto che
oggi in Italia non sarebbe più il “governo a fare la l’economia,
ma l’economia a fare i governi”. Oppure che comanderebbe la
finanza sulla politica. Verrebbe da chiedere a questi ingenui o
cinici professoroni:<<E adesso lo avete scoperto???>>. 1) La
sovranità statale è stata erosa da almeno 20/25 anni, secondo la
stragrande parte della comunità scientifica politologia, giuridica, economica, sociologica. Sono stati colpiti tutti e tre i capisaldi dello Stato nazionale (popolo, territorio, sovranità) e la leva
finanziaria e la politica economica non sono più nella disponibilità dei governi, ma trasferite a organismi internazionali e sovranazionali. Adesso, solo perché tutto ciò ha avuto effetti
sull’esecutivo guidato dal loro capo, si svegliano dal lungo sonno
e si accorgono di questa decennale realtà? Che dire? Patetici?
Penosi? Ipocriti? Boh, scegliete voi l’aggettivo adatto... Poi questi elettori così...“svegli” se la prendono con Monti, la materializzazione della plutocrazia finanziaria globale e dell’elite economico-bancaria mondiale, ma dimenticano (o fanno finta di dimenticarlo) che nel 1994 fu designato da Berlusconi come commissario europeo e lui, in quei frangenti, spese parole al miele
proprio per il Cavaliere... Chiosa finale: meno ipocrisia, più coerenza, meno becero opportunismo, più onestà intellettuale. Bye.
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ALCHERMES novembre 2011