Ci mancherai Cev! > da pagina 4 San Lazzaro in Piazza Nuova serie: Bimestrale a distribuzione gratuita. Autorizzazione tribunale di Bologna n°4697 del 29/01/1978 Tariffa associazioni senza fine di lucro: “Poste italiane spa - Sped. in abb. postale - D.l. 353/2003 (conv. in l.2/02/2004 n°46) Art.1 comma2 DCB - Fil. di Bologna” contiene inserto Nasce la Casa della salute > a pagina 10 Pd, idee e progetti > da pagina 16 Addio a Tassinari > a pagina 19 Giornale della comunità sanlazzarese | anno XXXV | numero 3 | giugno luglio duemiladodici San Lazzaro in Piazza Sommario 10 3 4 5 6 7 8 10 La solidarietà L’aiuto della comunità ai terremotati Ciao Maurizio Ricordato il Cev in Consiglio comunale Le parole di Federica e degli amici Dopo il voto Il punto di Marco Macciantelli La Festa regionale Il sipario si alza il 22 giugno Il viaggio tra i volontari continua Sanità In via Repubblica la Casa della salute 13 11 12 13 14 15 16 18 19 23 Ambiente Il porta a porta è già un successo La città che cambia Parla l’assessore Leonardo Schippa Un nuovo centro per la città La fontana ha fatto il suo tempo La piazza centrale e la sua storia Il Pd Intervista al segretario comunale Il Partito tra la gente Il ricordo L’addio a Stefano Tassinari 20 21 22 25 29 26 27 31 Gente della città Il Centro Studi Danza San Lazzaro I volontari dell’Aeop 3 luglio 1944 I Martiri di Pizzocalvo nel 68° anniversario Amarcord La colonia elioterapica di Idice Lo stabilimento dell’Osca Notizie Centro servizi alla Cicogna Sanlazzarotv, bookcrossing Appuntamenti In copertina: La Festa de l’Unità della Cicogna (disegno di Agavenera) San Lazzaro in Piazza Editore: Pd Coordinamento di Bologna - via Rivani, 35 - Bologna - tel. 0514198111 Stampa: F.D. via San Felice, 18/a - Bologna Impaginazione e pubblicità: AGAVENERA - tel. 0514848157 - [email protected] Redazione: presso sede Pd, via Emilia, 2 (ponte Savena) San Lazzaro - tel. 051450654 [email protected] Chiuso in tipografia il 8 giugno 2012 - Tiratura: 15.000 copie Direttore editoriale: Tito Saracino Direttore responsabile: Giancarlo Perciaccante Coordinatore di redazione: Gianni Grillini Hanno collaborato: Federica Cevenini, Giancarlo Fabbri, Rosanna Facchini, Fabrizio Formica, Giulio Giusti, Marco Macciantelli, Dario Mastrogiacomo, Andrea Paolucci, Pier Luigi Perazzini, Enrico Salmi. 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Serate di solidarietà e raccolta fondi alla Festa de l’Unità della Cicogna. L’attività del Comune e di tante organizzazioni, sindacali, imprenditoriali, ricreative, sportive e di singoli cittadini. L’ Emilia trema ma non si ferma e riparte. È difficile, il sisma ha provocato danni per miliardi, ha buttato migliaia di cittadini fuori di casa, ha distrutto monumenti e messo in ginocchio un’area fortemente industrializzata. È difficile ma si deve fare, con l’aiuto di tutti. Come ha detto il presidente Napolitano nella sua visita del 7 giugno, “abbiamo fiducia nella gente emiliana, nella laboriosità, nello slancio produttivo, nella coesione di queste comunità”. E San Lazzaro non si è certo tirata indietro, con decine e decine di iniziative avviate subito dopo le prime scosse e che proseguiranno nel tempo. L’impegno del Pd La Festa regionale del Pd che sta per aprirsi alla Cicogna rappresenterà un momento centrale nelle iniziative di solidarietà verso le popolazioni colpite dal sisma. Già nelle passate settimane il Partito democratico aveva organizzato, insieme a Ca’ de Mandorli, la raccolta dei prodotti di prima necessità che, in accordo con la Protezione Civile, sono stati portati ai campi di Massa Finalese (nei pressi di Finale Emilia) e a San Felice sul Panaro. L’impegno proseguirà alla Festa: sarà organizzata una serata di solidarietà il 5 luglio con l’utile che sarà devoluto ai terremotati, così come era stato fatto negli anni passati per L’Aquila. In ristoranti e stand ci saranno delle urne per raccogliere fondi. Il Parco dei Gessi e dei Calanchi dell’Abbadessa, in collaborazione con i comuni di San Lazzaro, Ozzano e Pianoro, sta ospitando i ragazzi di Crevalcore nella Foresteria del Centro visita di Villa Torre. Ragazzi, genitori e accompagnatori saranno ospiti della Festa de l’Unità per una cena a cui parteciperanno anche iscritti e simpatizzanti del Pd che contribuiranno così alla cam- pagna raccolta fondi promossa dal Partito Democratico dell’Emilia Romagna. Altri contributi verranno infine dalla Tombola della Festa che destinerà il 40% dei soldi ricavati nelle serate del lunedì, alle popolazioni colpite dal sisma. Impossibile dar conto di tutte le iniziative organizzate, anche a San Lazzaro, dalle organizzazioni sindacali, da associazioni imprenditoriali, ricreative e sportive e da singoli cittadini. Ne ricordiamo alcune, insieme ad informazioni di carattere generale fornite dall’Amministrazione comunale. Donazioni, come fare? È attivo presso i locali dell’ex casa del Popolo (piazza Libertà, 1 – alle ne.sanlazzaro. bo.it. Orario: da martedì a venerdì 15-18 e sabato 9-12; Mediateca, tel. 051-622806061; orario lunedì 14-19.30 e da martedì a sabato 9-19.30. Consigli utili Sul sito del Comune sono disponibili l’elenco delle aree di attesa per la popolazione attivate in caso di emergenza e previste dal Piano Comunale di Protezione Civile e le informazioni per richiedere i sopralluoghi degli immobili. San Lazzaro solidale spalle del Palazzo Comunale) un punto di raccolta, aperto dalle ore 9 alle 12 e dalle ore 15 alle 18. Saranno i volontari delle associazioni del territorio a presidiare il punto di raccolta dove portare tende da campeggio, sacchi a pelo, giocattoli, lenzuola, coperte leggere, cuscini, brandine pieghevoli e materassini. Volontari, a chi rivolgersi? L’Informagiovani e la Mediateca del Comune di San Lazzaro raccolgono la disponibilità di giovani volontari per supportare le attività di soccorso nelle zone colpite dal terremoto. Info e iscrizioni all’Albo dei volontari: Informagiovani, tel. 0516228066, informagiovani@comu- Il Comune di San Lazzaro ha organizzato venerdì 8 giugno una giornata speciale di San Lazzaro Solidale per raccogliere davanti ai supermercati beni e/o generi a favore delle popolazioni colpite dal sisma. Arci San Lazzaro e Cna L’Arci San Lazzaro ha chiesto un contributo di 50 centesimi per ogni coperto in occasione della sagra della lasagna, la Cna devolve un’ora di lavoro degli impiegati ed ha attivato una mail ed un numero di telefono a disposizione delle imprese. Notte bianca La Notte Bianca, quarta edizione della manifestazione organizza- ta da Ascom Confcommercio in collaborazione con l’Istituzione Prometeo, è diventata serata di solidarietà per i terremotati. I negozi, aperti dalle ore 19 alle 24, hanno devoluto una percentuale sugli incassi e raccolto fondi per i terremotati. Polizia municipale Agenti della polizia municipale di San Lazzaro hanno portato aiuto ai colleghi nei comuni del ferrarese (Bondeno, Vigarano Mainarda, Sant’Agostino, Poggio Renatico e Mirabello) colpiti dal sisma, già all’indomani della prima scossa di terremoto. Consiglio comunale Nella seduta del Consiglio Comunale di martedì 29 maggio il presidente Corrado Fusai ha annunciato che il gettone di presenza della seduta sarà devoluto al fondo che la Regione Emilia-Romagna ha aperto per sostenere le popolazioni colpite. Concerto per il terremoto Gli artisti emiliano-romagnoli offrono, a titolo gratuito, un concerto di solidarietà il 25 giugno allo stadio Dall’Ara di Bologna. L’evento in diretta su Rai 1 in prima serata. Hanno sino ad ora dato la loro adesione: Paolo Belli, Samuele Bersani, Luca Carboni, Caterina Caselli, Cesare Cremonini, Andrea Griminelli, Francesco Guccini, Luciano Ligabue, Andrea Mingardi, Modena City Ramblers con Cisco, Nek, Nomadi, Laura Pausini, Stadio e Zucchero. I biglietti sono in vendita a 30 euro sui circuiti Ticketone (www.ticketone.it) e Charta Viva Ticket (www.vivaticket.it). * San Lazzaro in Piazza ciao Maurizio Il Cev, uno straordinario rappresentante del popolo di GIULIO GIUSTI La notizia della scomparsa di Maurizio Cevenini ha lasciato tutti attoniti e costernati. Dire “lo conoscevo” o “gli ero amico” era addirittura banale perché non potevi abitare a San Lazzaro o a Bologna e non conoscerlo, non essergli amico. Il ricordo del Consiglio comunale, del Pd e l’impegno a proseguire lungo la strada da lui tracciata per una politica al servizio della comunità. «R ingrazio il Comune di San Lazzaro per tutto quello che ha fatto per mio padre. Papà ne sarebbe stato contento così come lo era di vivere qui. Grazie per questa nuova occasione di ricordarlo anche in questa sala consiliare». Lo ha detto commossa Federica Cevenini intervenuta, con lo zio Gabriele, alla seduta del Consiglio comunale sanlazzarese apertasi, lo scorso 15 maggio, con la commemorazione di Maurizio, suo padre. Come ha ricordato il presidente del Consiglio, Corrado Fusai, «quest’aula consiliare vide Maurizio protagonista in varie vesti». Lo ha raccontato lui stesso, intervistato dalla figlia Federica per il libro “Bologna nel cuore”. Il “Cev” ha trascorso infanzia e giovinezza, già in politica, nella città petroniana. Poi l’impegno lavorativo a Villalba, iniziato come centralinista fino alla carica di amministratore delegato, e quelle di presidente provinciale e vicepresidente regionale dell’Aiop (Associazione italiana ospedalità privata). Nell’85 la decisione di Cevenini alla StraBologna con Morandi e Macciantelli lasciare la città per trasferirsi alla Mura San Carlo di San Lazzaro ai piedi dei colli e ai margini del Parco regionale dei gessi. «Nel ’90 - raccontava Maurizio alla figlia - accettai la proposta del sindaco di San Lazzaro, Sonia Parisi, di candidarmi alle elezioni. Entrai nella giunta e ricoprii la carica di assessore al personale, poi ai lavori pubblici occupandomi anche della ristrutturazione del palazzo comunale. Dopo due anni e mezzo di mandato gli impegni professionali, a livello Il suo ultimo scritto Ripubblichiamo l’articolo uscito nel numero dedicato al 25 aprile. “S e voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”. Queste sono le bellissime parole che Piero Calamandrei pronunciò nel 1955 agli studenti di Milano. Frasi che andrebbero fatte ascoltare ancora oggi ai nostri ragazzi, perché restano sempre vere e vive. Noi tutti abbiamo un debito enorme verso quelle persone, per lo più giovani, che hanno sacrificato la loro vita per la libertà dell’Italia e degli italiani, per il riscatto di un popolo al quale era stato sottratto tutto, anche la dignità. Da quel fermento è nata la nostra Costituzione, e tutti i diritti e i doveri che ne conseguono. Dalla lotta antifascista sono nate le radici e il tessuto della nostra democrazia. Sono passati 67 anni dalla liberazione, che celebriamo il 25 aprile, data simbolo di riscatto e unità. E ancora oggi, dopo 4 locale e nazionale, diventarono pressanti e mi portarono a optare per il ruolo di capogruppo in Consiglio comunale». I due brani biografici, tratti dal libro, sono stati citati dal sindaco Marco Macciantelli nel corso della commemorazione di Cevenini. «Ho in mente queste pagine - ha detto il sindaco - che mostrano il significato che Maurizio attribuì a quella sua prima esperienza di amministratore locale. Abbiamo alle spalle una settimana che ci ha travolto ma siamo qui per fare memoria. Abbiamo tutti negli occhi il suo sorriso, il contatto fraterno. Aveva una relazione con gli altri che andava al di là della collocazione politica. Maurizio Cevenini era uno straordinario rappresentante del popolo. Avremo altre occasioni per ricordarlo, come uomo e sportivo, e per ricordarne l’attaccamento, oltre a Bologna e al Bologna, anche a San Lazzaro. Questo è solo un primo momento. La nostra sarà una comunità allargata nel ricordo di Maurizio per l’amicizia che ci ha dato e per l’affetto che gli abbiamo voluto». Dopo queste parole i tanti presenti nell’aula si sono poi raccolti in un minuto di silenzio e in un muto saluto: «Ciao “Cev”». Il Pd, il suo partito, nel ricordare con commozione Maurizio, stringendosi ai suoi familiari, ha assunto “l’impegno a proseguire la ricerca di una politica che sia all’altezza dello sguardo della gente che gli ha voluto bene. Consapevoli che il legame profondo che Maurizio ha saldato con la città, con le Istituzioni e con il Pd non verrà mai meno”. * VISTO DAL CEV... tanto tempo, parliamo spesso di libertà e dignità. Lo facciamo quando difendiamo la nostra Costituzione; quando chiude un giornale; quando lottiamo contro la violenza e l’esclusione; quando difendiamo un posto di lavoro; quando pretendiamo di essere tutti uguali, come siamo. Lo facciamo perché la libertà, la dignità e l’unità sono principi nei quali crediamo, in virtù della nostra storia, della nostra comune eredità. Principi ai quali il Partito democratico, da sempre, si ispira. Gli alleati a Bologna entrarono il 21 aprile del 1945, accolti dai partigiani e dai cittadini, ma per convenzione la data nazionale della Liberazione è il 25 aprile. Dobbiamo celebrare un anniversario così importante rispettando il suo profondo significato e attualizzando il suo messaggio. Troppo spesso i principi dai quali è nata la Costituzione sono stati messi in discussione, attaccati, minacciati. Per difenderli bisogna partire da lì. E lì andare con il pensiero, nei luoghi dove si è lottato per la nostra libertà e dignità. Maurizio Cevenini San Lazzaro in Piazza ciao Maurizio Tanti i ricordi di mio padre legati a San Lazzaro Mi è stato chiesto di scrivere un ricordo di mio padre. Ne ho tanti, troppi in questi giorni. E tanti di questi ricordi sono stati vissuti a San Lazzaro, nella casa dove ho abitato con i miei genitori. Nonostante mio padre abbia svolto la maggior parte della sua vita politica a Bologna, non va dimenticato che lui è partito proprio da qui, dal Comune di San Lazzaro di Savena e che ricordava sempre con piacere il periodo passato come assessore. Ringrazio i cittadini e l’Amministrazione comunale per la disponibilità e l’impegno dimostrato nell’ultimo saluto ad un uomo che rimarrà nel cuore di molti. Federica Cevenini Il Consiglio comunale, con la figlia e il fratello di Maurizio Amava la gente e la gente lo amava Il mio pensiero va al tuo sorriso Tutti conoscevano Maurizio. Tutti gli volevano bene. Maurizio amava la gente e la gente lo amava. Aveva un suo modo, speciale, di trattare le persone. Ciò che lo rendeva unico, inconfondibile. Era quella cosa lì: la capacità di avere relazioni, di fare relazione, di stabilire un legame. Con un po’ di amicizia, in un mondo di pregiudizi; di concordia, in un contesto segnato dai contrasti; talvolta di portare una battuta sdrammatizzante, in un mondo che tende a prendersi troppo sul serio. Tutti, incontrandolo, avevano voglia di salutarlo, di stringergli la mano, di parlare con lui. Coloro che si proponevano una iniziativa, se volevano metterci un po’ di smalto, rilievo, sapore, rendendola un po’ meno paludata e ingessata, chiamavano lui, e lui, senza risparmio, accettava e ci riusciva. E ci sapeva fare, con parole semplici, facendosi comprendere da tutti, ma con estrema efficacia. Con lui le cose funzionavano meglio. Funzionava meglio il rapporto con la gente, la sua gente. Ecco: quella gente che oggi chiede una politica diversa, più vicina, più prossima, più semplice, più umile, più alla portata, più dell’amico che parla all’amico, piuttosto che fatta di discorsi distaccati o astratti. Ha fatto molto per tanti, ha fatto tanto per noi tutti, per la sua comunità. A San Lazzaro era benvoluto, stimato, come ottimo amministratore, dirigente politico, uomo schierato ma mai di parte, capace di coinvolgere tanti mondi, i mondi della vita reale. A tutti non sembra vero. Sembra di essere entrati in un film con la speranza che possa avere un altro epilogo. La notizia è stata un colpo di frusta che ci lascia storditi, attoniti. In un momento doloroso e triste come questo, dobbiamo pensare alla persona bella che è stato Maurizio Cevenini, a tutto quello che ha fatto, a tutto quello cha lascia, e fare memoria di lui: in quella memoria c’è un po’ della speranza che la sua testimonianza generosa lascia alla nostra comunità, al paese, a noi tutti, alla gente come alla politica, alle istituzioni come a tutti coloro che gli hanno davvero, sinceramente, profondamente voluto bene. Il Comune di San Lazzaro non mancherà di ricordarlo sempre nel modo che merita. Mi stringo alla famiglia e abbraccio Rossella, Federica e tutti i familiari. Marco Macciantelli Una pagina bianca che non avrei mai voluto riempire mi sta guardando e il mio pensiero va al tuo sorriso, che, sornione, riusciva sempre a spiazzare tutti e anche questa volta hai spiazzato tutti. Ragioni terrene cercano un perché e resta quindi il rammarico di non esserti stato vicino, per poter scrivere ancora, assieme, al futuro, mentre ora tutto diventa, è diventato, passato. Così il ricordo va a quando una trentina di anni fa ci siamo conosciuti e assieme abbiamo dato vita al comitato per la salvaguardia del futuro “parco della pace”, nel nostro quartiere a Mura San Carlo. E ancora ti ricordo quando, in prima fila, allora a rappresentare l’Amministrazione comunale, presenziasti all’inaugurazione della stessa chiesa di San Carlo. Ti vedevo in imbarazzo e in attesa (me lo dicesti a cerimonia finita) di una tirata d’orecchie per le lungaggini burocratiche, sia pur dovute, per arrivare a quel giorno. Poi ancora gli anni si sono rincorsi e dall’impegno politico locale sei passato a Bologna a più alti incarichi. Tuttavia tu e la tua famiglia siete stati sempre presenti alla vita di San Lazzaro e non è mancato mai il reciproco sorridente saluto all’incrociarsi per strada diretti ai rispettivi impegni. La tua Smart con i colori rossoblu vista lungo le nostre vie era comunque la certezza che Maurizio era a casa, con noi e tra noi. Tutto, fino al ritrovarci nello stesso partito, per diversi impegni, da gigante tu, molto più modesti i miei, ma entrambi schierati dalla stessa parte, per convinzione e servizio alla comunità. E ritrovandoci, da vicino e da lontano bastava un cenno, un leggero alzare la mano, uno sguardo, per stabilire l’intesa. Fino all’ultimo recente incontro con i volontari della Festa dell’Unità della Cicogna. Ci siamo parlati e immediata appunto l’intesa: “Scriveresti di volta in volta sulla nostra rivista alcune riflessioni sull’attualità politica?”. Hai subito accettato e poi lo hai fatto, con garbo, come sempre è stato il tuo stile, e anche adesso ci accingevamo a contattarti per ritornare ad avere il tuo scritto. Certo, tutto ciò ci mancherà e magari ti proporremo una nuova rubrica: “Cronache dal cielo”. Lassù, ricordati, essere di San Lazzaro e di Bologna è di sicuro meritorio, fatti strada, e prima o poi, vedrai, tutti ci rivedremo. Tito Saracino 5 San Lazzaro in Piazza dopo il voto IL PUNTO Attenzione al malessere che c’è nella società di MARCO MACCIANTELLI S ul recente voto amministrativo, riprendo il passaggio di un articolo del professor Roberto D’Alimonte, osservatore non schierato, il quale, sul “Sole 24 Ore” del 22 maggio, ha scritto: “Ha ragione Bersani a parlare di vittoria netta del centrosinistra. Pd e alleati amministravano 55 Comuni su 157 e sono passati a 85 senza contare gli 11 vinti dalla sinistra senza il Pd. Ciò premesso, va però ripetuto ancora una volta che questo risultato non è il prodotto di un allargamento della base elettorale dei partiti di centrosinistra”. In effetti, il centrosinistra non ha fatto il pieno del proprio voto potenziale. Siamo in presenza di un fenomeno astensionistico di proporzioni significative che il centrosinistra, pur ottenendo un risultato tutto sommato buono, non è riuscito a intercettare e ad attrarre. Quindi: piedi per terra. Attenzione al malessere che si muove nella società. Nessuna enfasi. Detto questo e gettando un occhio sulla nostra regione, è bene stabilire una distinzione tra alcuni casi, dove si è vinto e bene, altri dove si è perso, come Parma e Comacchio, altri ancora, come Budrio, dove si è vinto, ma di stretta misura. A Parma e Comacchio ce l’ha fatta il M5S, al secondo turno, con un’affermazione molto chiara. In situazioni segnate, per quanto in forme diverse, da inchieste della magistratura riguardanti le Amministrazioni di centrodestra degli ultimi anni, con interruzione traumatica del mandato e relativo commissariamento. Forse, lì, le candidature del Pd avrebbero potuto essere più adeguate. Per esempio: oggi la gente non comprende il fatto che uno si candidi a fare il sindaco di Parma rimanendo presidente della Provincia. Tutto ciò che sa di garanzie precostituite non fa una buona impressione. Però è anche vero che a Parma e Comacchio, più che un confronto tra opzioni programmatiche, è emerso un forte desiderio di rinnovamento. Un vento di questo tipo è soffiato anche a Budrio; ma evidentemente, almeno in parte, esso è stato raccolto dalla proposta del centrosinistra che, al secondo turno, seppur di stretta misura, vince, col giovane Giulio Pierini, e, probabilmente, anche grazie al lavoro fatto dall’Amministrazione uscente. La vicenda budriese suggerisce alcune ulteriori considerazioni. E’ importante che il centrosinistra sia unito. Unito, prima di tutto, alla propria comunità, pur nella pluralità delle sue espressioni. Non può essere solo una sommatoria di sigle. Dal voto indubbiamente emerge - oggi come una novità, poi vedremo gli sviluppi - il M5S. Però attenzione: c’è il primo e il secondo turno. Sono due film diversi. Al primo turno, soprattutto nella nostra regione, il terzo polo non decolla e il centrodestra si avvita su stesso. Al secondo turno, l’elettorato del centrodestra confluisce sui candidati del M5S. Il quale non nasce ora e non si esprime qui per la prima volta. Ha già avuto i suoi suffragi nel 2010 in Regione e poi lo scorso anno in Comune a Bologna, conquistando quell’area di voto inquieto, anche civico, che, nell’area metropolitana bolognese, da circa un decennio, è quantificabile in circa il 10% dell’elettorato. Anzi, forse per le realtà autenticamente civiche è giunto il momento per una riflessione. Rimanere autonome o farsi fagocitare da quello che si presenta, oggi, più che come un partito nuovo, come un nuovo partito, per quanto organizzato più sul web che sul territorio? Il rischio è quello di essere cannibalizzate da una formazione legittima, come il M5S, che ha le proprie caratteristiche e ormai anche un proprio “ceto politico”. Un centro gravitazionale che rischia di lasciare intorno a sé il deserto del civismo non di partito. Bisogna tuttavia sapere che il termometro misura la febbre, ma, in genere, non è il rimedio. Un ruolo nella vicenda del voto l’ha certamente avuto il governo Monti, nel senso che, in un passaggio di forte sofferenza per il Paese, le posizioni “contro” hanno intercettato le istanze del disagio e della protesta. In questo senso, su una forza riformista di responsabilità nazionale, come intende essere il Pd, ricade l’esigenza di tenere insieme il sostegno leale, senza disgiungerlo dalla capacità di incalzare il governo verso una maggiore equità. Unendo la leale collaborazione con una proposta di cambiamento, alternativa al centrodestra, in vista del rinnovo, entro un anno, della legislatura nazionale. Aggiungo che il confronto non può essere tra una politica malata e una contestazione pregiudiziale; ma deve fondarsi sull’esigenza di una profonda riforma della politica, a partire dalla legge elettorale sino al finanziamento pubblico. I sintomi sono troppo chiari per non vedere che siamo in presenza anche di una crisi degli istituti della democrazia. Che c’è bisogno di arricchire quella elettivo-rappresentativa con forme in grado di coinvolgere di più la gente. Bisogna sapere che c’è anche molta paura in giro, a causa della crisi, e non mancano forme di ripiegamento e pericoli di rottura della coesione sociale. È più semplice farsi suggerire da qualche sondaggista che cosa la gente vuol sentirsi dire (questo è forse l’aspetto che, nonostante le differenze, crea un’aria di famiglia tra Beppe Grillo a Silvio Berlusconi). Più responsabile è dire ai cittadini, dopo tante balle, la verità. Per esempio, che la sfida per il nostro Paese, oggi, è, fino in fondo, nel progetto europeo, non nell’uscita dall’Euro. Che con questa recessione, questo debito, questa crisi, occorre crescita, non decrescita, giustizia sociale, non egoismo sociale. Le vittorie del M5S a Parma e Comacchio, ora, mettono il M5S alla prova. Ci sarà un processo di maturazione? Vedremo. Forse al M5S, come a certi “eterni ragazzi”, avrebbe convenuto di più continuare a tenere alta la tensione della speranza. Adesso devono dimostrare, sul campo, di essere capaci di governare. E di fare, possibilmente, bene. In campagna elettorale puoi dire quello che vuoi. Nell’azione amministrativa devi fare ciò che serve. Non per una nicchia, per tutti. La foto di Falcone e Borsellino sulla facciata del palazzo comunale In occasione dei venti anni della strage di Capaci sulla facciata del Palazzo Comunale è stata esposta la foto che ritrae i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L’iniziativa è stata curata dai consiglieri delle medie del Consiglio Comunale dei Ragazzi che quest’anno sono impegnati sul tema della legalità. Dallo scorso marzo, ogni lunedì, i ragazzi hanno seguito un laboratorio di educazione alla legalità e pratica giornalistica in collaborazione con Voli soc. coop e Radio Città del Capo. Inoltre, anche quest’anno il Comune ha aderito alla “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie 2012” ospitando Margherita Asta, vittima dei crimini di mafia all’età di 10 anni e utilizzando per una settimana nei menu delle scuole passata di pomodoro, pasta, olio extravergine di oliva e marmellata di arance di Sicilia provenienti dalle cooperative di Libera Terra che operano su terreni confiscati alla criminalità organizzata. 6 San Lazzaro in Piazza Segui la cicogna! 22 giugno, si alza il sipario Alla Cicogna la festa più bella a cura della redazione Parte l’appuntamento (quest’anno regionale) con il Pd e l’Unità nella tradizionale area di via Aldo Moro. Un programma ricco di iniziative e di offerte per tutti. Annunciata la presenza di Bersani, Franceschini, Finocchiaro ed Errani. Il lavoro dei volontari per l’allestimento degli stand. T ra pochi giorni si alzerà il sipario della Festa regionale dell’Unità in via Aldo Moro, terza edizione dopo quelle di Bosco Albergati e di Imola. Da settimane tanti militanti del Pd, tanti volontari stanno allestendo con stand, palchi, bar, ristoranti e strutture di servizio, la grande area della Cicogna dove da anni si svolge la tradizionale Festa dell’Unita, che quest’anno il Pd regionale ha voluto allargasse l’orizzonte all’intera Emilia-Romagna. E quei volontari, insieme a tanti altri, accompagneranno la vita della Festa che si prolungherà fino al 16 luglio. Perché alla Cicogna? Per Giorgio Sagrini, responsabile organizzazione del Pd regionale “è una festa ben strutturata, forte di un’antica e solida tradizione, in grado - per dimensione e capacità - di accogliere un pubblico numeroso. Queste feste popolari sono la rappresentazione concreta, evidente, della ‘buona politica’ e il loro valore, la loro funzione è per il Pd e per la democrazia stessa di grande importanza. Ciò grazie al lavoro di tanti volontari, cosa che vale più di mille parole”. Non mancherà il ricordo del Cev, come ha sottolineato il segretario regionale del Pd Stefano Bonaccini: “ Svolgere a casa sua, a San Lazzaro, questa festa della buona politica, è il modo migliore per ricordare lo straordinario e limpido impegno politico e civile di Maurizio Cevenini, che ha lasciato un vuoto incolmabile in ognuno di noi” La Festa si presenta con un programma molto ricco. Previsti dibattiti di livello nazionale (non ancora definiti nei dettagli) ma è certo che la Cicogna ospiterà il segretario nazionale Pierluigi Bersani, i capigruppo di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, il presidente della Regione EmiliaRomagna, Vasco Errani e tanti altri. Sui giornali e sul web sarà data notizia dei diversi incontri. Molti anche sui temi locali con i sindaci e gli amministratoti di San Lazzaro, di Grazie a tutti dal Pd Tutti gli anni una domanda percorre il nostro territorio: “ma la Festa de l’Unità si fa ancora? e si chiama ancora così?”. Questo anno abbiamo risolto il dilemma sin da dicembre arrivando primi e vincendo le Primarie. Con questa battuta avevamo annunciato che nel 2012 alla Cicogna la Festa dell’Unità si sarebbe svolta e sarebbe stata Festa regionale del Pd. Impegno che diventa ancora più importante nel momento in cui la nostra regione si mobilita per reagire al sisma che ha colpito le nostre terre, e questa festa, che rappresenta tutta l’Emilia-Romagna, diventa il simbolo di quanto sul territorio il nostro partito sta mettendo in campo per non lasciare sole le persone colpite da questa grave calamità. La Festa de l’Unità è anche centinaia di persone, iscritte e non al Pd che prestano gratuitamente una parte del proprio tempo libero per 25 giorni (ma molti di loro ci lavorano già da parecchi mesi). Perché la Festa non è una scenografia di Hollywood, non è un effetto speciale, è una cosa viva, reale fatta di lavoro, sudore, impegno, urla, risate, preoccupazioni, soddisfazioni di tante persone. A queste persone il nostro grazie, perché attraverso il loro sforzo possiamo continuare a dire che la nostra politica è finanziata in maniera pulita e trasparente. Pd San Lazzaro Ozzano e del quartiere San Vitale. “Parleremo – ha detto ancora Bonaccini - di quale futuro dare all’Italia e all’Emilia-Romagna. Lavoro e impresa, welfare e giustizia sociale, fisco, scuola e università, ambiente, cultura, enti locali, riforma delle istituzioni e della politica. Le nostre feste sono il segno tangibile che la nostra è una politica pulita per lo sviluppo dell’Italia” All’entrata della Festa ci sarà anche lo “Spazio Pd” dedicato alla diffusione di materiale prodotto dal Partito e ad incontri con i cittadini. Non mancheranno inoltre appuntamenti culturali e musicali di rilievo e un’offerta gastronomica ancor più di qualità. Tra le novità di quest’anno troviamo una nuova spaziosa libreria che torna in campo, un luogo dedicato non solo ai libri (ne parliamo nelle pagine seguenti). Lo “Spazio giovani”, a cura dei Giovani Democratici (GD) proporrà filmati, musica, bar etc. “Open space 2012”, il festival per i giovani di venerdì 6 luglio, dalle 18 alle due di notte con tanta musica, venti dj e qualche sorpresa, sarà una novità assoluta per la Cicogna. Come già annunciato, nell’organizzazione rientra, insieme al Pd di San Lazzaro e a quello di Ozzano, anche il Pd del quartiere San Vitale con la sua ‘creatura’: l’Antica Ricetta, il ristorante dei sapori toscani con le sue fiorentine; e sempre in campo gastronomico la novità è rappresentata da un piccolo ristorante: l’Hostaria umbra con i piatti di quella regione. Si affiancano ai Ristorante tradionale Antichi sapori, al ristorante tutto pesce “Al faro”, senza contare poi la pizzeria, lo spazio crescentine, bar e gelateria. E poi la tombola, il gioco del tappo ed altro ancora. Come ogni anno sarà di nuovo la volta della solidarietà, giovedì 5 luglio, con la serata destinata al sostegno delle zone dell’Emilia Romagna colpite dal sisma. Benvenuti alla festa! * 7 San Lazzaro in Piazza Segui la cicogna! In viaggio tra i volontari: Come abbiamo scritto sul numero scorso c’è chi dà tantissimo, chi solo qualche ora di tanto in tanto, ma tutti lo fanno con la consapevolezza che anche questa è politica e di quella buona. E a tutti, nessuno escluso, va un sentito ringraziamento per il lavoro volontario concesso. Donne, Americo, il cacciatore che “parla” con i pesci PAGINE A CURA DI Ironia della sorte: un “seguace di Diana” al comando del ristorante Al faro della Cicogna. 157 mila euro l’incasso del 2011, oltre 7 mila i coperti serviti. C hissà, con il nome che porta (forse in famiglia ammiravano la figura di Amerigo Vespucci, navigatore ed esploratore vissuto tra il 1400/1500 che scoperse il Nuovo Mondo, tanto da lasciare il suo nome al continente), Americo, Cassanelli di cognome, nella vita avrebbe potuto trovarsi al comando di un bastimento, le navi di un tempo che solcavano oceani e mari, una tecnologia oggi decisamente andata in disuso. Ma forse era destino che, a lungo andare, nella sua vita dovesse misurarsi con i pesci, nonostante la sua sviscerata passione per la caccia. Infatti sono anni che il ristorante “al faro”, il pesce della Cicogna, è sotto la sua responsabilità e il team della struttura da lui coordinato è forte di altre “colonne portanti”: l’inseparabile moglie Bruna, la sorella Tiziana (un pilastro!), Guerino suo cognato e sua moglie Lidia, altra sorella di Americo (niente a che vedere con il familismo… lì c’è da lavorare sodo e per giunta gratis!), le sempre presenti Dalide (moglie di Archimede Spisni, l’ideatore del ristorante e responsabile per anni prima di lasciarci) e Mirella (nonostante la sua non più giovane età) e i tanti altri che ogni sera prendono posizione all’interno dello stand: chi alle griglie e alle friggitrici (Ivo, Gino, Gianni, la Norina), chi al bettolino (il bar), chi alla cassa, in sala, allo sgombero, ai lavaggi. Da fare ce n’è per tutti. Fino a qualche anno fa è stata della partita anche Lidia, moglie dell’indimenticabile Luciano Pozzi, a cui non ci stancheremo mai di rivolgere il nostro pensiero e i nostri ringraziamenti, oggi, comprensibilissimo, in ‘aspettativa’… A lei va un bacio e un forte abbraccio e un invito: vieni a trovarci, ti aspettiamo a braccia aperte! La gestione di un ristorante del pesce non si improvvisa perché, ogni giorno, abbisogna di lunghe preparazioni (in particolare la pulitura). Lavori che impegnano dal primo mattino se si vuole che ogni sera, alle seis y media de la tarde (18,30), ci si trovi pronti all’appuntamento con Alfio, Giovanni e Mario che premono all’ingresso chiedendo: è pronto? quando si mangia? Il lavoro, anche in questo caso, è puro volontariato e non è poco. Nei venticinque giorni - tanto dura la festa della Cicogna - è pur sempre doveroso fare i conti con le quotidiane necessità personali di ognuno che a volte si tende a passare in secondo piano. La prima esperienza del pesce a San Lazzaro ebbe luogo nel 1982 nella festa del Parco della Resistenza. Poi, trasferita alla Cicogna, via via lo stand è cresciuto fino a raggiungere i livelli attuali. Quest’anno verrà festeggiato il 31° anniversario. Nel 2011 è stato realizzato un incasso di 157.000 euro con oltre 7 mila coperti preparando circa quattro mila porzioni tra spiedini, piatti di fritto e grigliate miste. Ottantamila euro circa gli utili portati nelle casse dalla struttura. Un modo trasparente per finanziare la politica. In ‘plancia’ di comando, nel tempo, si sono avvicendate anche le cuoche Bruna Alvisi e Rosa Ottaviano. Da diversi anni, collaborano con noi Franco, ai primi piatti, con quei suoi mustacchi bianchi stile Novecento capace di gestire in contemporanea una decina di padelle - vederlo all’opera ha dell’incredibile al punto che si è guadagnato l’appellativo di ‘spadellatore pazzo’ - e Marco (suo aiuto) figure fondamentali in cucina. I risultati raggiunti, com’è naturale che sia, sono frutto di un lavoro d’équipe. È anche questo un modo per contribuire a diradare le nebbie che hanno avvolto la politica in questi ultimi tempi. A tutti un sentito grazie! * Morara ha raccolto il ‘testimone’ lasciato da Lelio L e Feste dell’Unità compiono ormai settant’anni e ogni edizione è attesa, più o meno da tutti, come un avvenimento irrinunciabile. In tutto questo periodo, come in ogni festa, anche a San Lazzaro abbiamo vissuto tanti ‘passaggi di testimone’. È forse questo il segreto di queste feste. Come in una staffetta: funziona se chi riceve si fa trovare pronto da chi porge. A volte, nel nostro caso, è dovuto anche per motivi di salute. È successo alla pesca della Cicogna gestita per diversi anni da Lelio Benetti a cui, da queste pagine, mandiamo un saluto e un ringraziamento per il lavoro svolto e fargli gli auguri di rimettersi presto. Da un paio d’anni, al suo posto, è subentrato Mauro Morara che ha trasformato la tradizionale pesca con numeri vincenti e serie che abbiamo con- 8 osciuto per tanti anni in un grande gioco del tappo ad accumulo punti con la possibilità di vincere oltre ai soliti premi anche bellissime piante. Con lui collaborano: Alessandra, Pietro, Franco, Anna, Claudio, Aldina e Mario Panzacchi nel ruolo di ‘speaker ufficiale’ della Festa. L’anno scorso l’incasso ha raggiunto la cifra di 19.500 euro circa. Tolte le spese, in cassa sono rimasti 12.500 euro. Mica male. E per l’edizione 2012? Conoscendo Morara penso che ci riserverà delle sorprese, ma a tutt’oggi è mistero… fitto. Pochi giorni ancora d’attesa e potremo verificare tutti di persona. Appuntamento al gioco del tappo! San Lazzaro in Piazza Segui la cicogna! così nasce e vive la Festa uomini, ragazzi, tutti quanti in blocco li vogliamo includere tra la Gente della città, la rubrica che di tanto in tanto su queste pagine “accende i riflettori” su nostri concittadini, personaggi più o meno noti, che si sono “guadagnati” quell’appellativo. GIANNI GRILLINI Lo stand che non c’era I libri ritornano alla grande Incontri con autori, editori e lettori. Prezzi scontati. Ma non solo: anche una visita guidata a Pizzocalvo e la vendita dei prodotti di Libera. L o scorso anno la libreria non c’era proprio e pure negli ultimi anni ne portava solo il nome; di fatto era solo uno spazio in cui erano ‘cumulati’ vecchi volumi ammuffiti, parte a metà prezzo, quasi nessuna novità editoriale e via dicendo. Forse, la ragione del suo insuccesso era racchiuso tutto lì. Quest’anno, invece, e già questa è una prima buona notizia, grazie al contributo di Roberta Ballotta e dei volontari che collaborano con lei, vuole essere uno spazio in cui trovare le ultime novità in campo librario, ma non solo, anche un luogo dedicato alla presentazione di libri, scrittori, editori. Quasi ogni sera un libro, una presentazione, uno scrittore: sull’antifascismo, sulla Resistenza e sulla Liberazione; sul contributo dato dalle donne alla lotta per riguadagnare la libertà; sulle storie e sui miti del Novecento ed altro ancora. Il calendario degli appuntamenti è consultabile nell’opuscolo della Festa. «La Libreria - afferma Roberta Ballotta - avrà uno spazio dedicato non solo alla vendita ma anche alla presentazione di libri, molti dei quali legati al nostro territorio o a grandi personaggi come il poeta Tonino Guerra recentemente scomparso. I libri ci sono forniti da distributori particolarmente attenti all’editoria locale e a piccoli editori emergenti. Sarà, quindi, un susseguirsi di appuntamenti (quasi ogni sera, ndr) con scrittori e scrittrici dell’area metropolitana presentati come di consueto da amici giornalisti. Inoltre - continua Roberta - abbiamo stabilito una importante collaborazione con le sezioni dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) di San Lazzaro e di Ozzano Emilia: la presentazione di libri inerenti le tematiche dell’antifascismo e della Resistenza legate al nostro territorio e non solo». «Su questi temi infatti - afferma ancora Roberta - stiamo organizzando anche una visita guidata nel tardo pomeriggio del 4 luglio in via Montebello a Pizzocalvo. L’occasione è quella di ricordare l’eccidio delle otto vittime avvenuto il 4 luglio del 1944 (ricorre quest’anno il 68° anniversario, ndr) i Martiri di Pizzocalvo appunto, uccisi dai tedeschi». La gestione di questa struttura è frutto, unicamente, di lavoro volontario. «Per ora - assicura Roberta - ruotano intorno alla Libreria circa una quindicina di volontari molto motivati, alcuni dei quali già collaborano nella gestione della Libreria al Parco Nord. Sono docenti universitari, archivisti, scrittori, bibliotecari, studenti, operatori culturali. Altri volontari - conclude Roberta - sono particolarmente graditi. Mi piace ricordare che la Libreria è un importante luogo e occasione di incontro con autori, editori e lettori». S’era detto “libri, ma non solo”. Infatti, al suo interno saranno esposti e venduti anche i prodotti di LIBERA. Quindi, “non solo cibo per la mente”… come spesso ci ricorda un grande poeta bolognese: Roberto Roversi. Infine, e anche questa è un’altra buona notizia, sulla vendita dei libri sarà applicato uno sconto del 10% sul prezzo di copertina. * ULTIM’ORA L’incontro in Libreria, annunciato nell’opuscolo della Festa per martedì 3 luglio, ore 21 “Il marketing fa bene alla letteratura?” con Antonio Paolacci, direttore editoriale della collana narrativa Perdisa Pop, è stato spostato a domenica 15 luglio Pina, la tesoriera I l lavoro del tesoriere della Festa è gravoso, pesante e snervante: tra i primi ad arrivare e l’ultimo a lasciare il campo spegnendo le luci a notte fonda perché, ogni sera, i conti devono tornare. Nulla a che vedere, si badi bene, con i ruoli negativi dei vari Belsito (Lega) e Lusi (ex Margherita). Solo il ruolo (anche se in misura light, trattandosi di San Lazzaro) è simile. L’incarico della Cicogna è affidato a una donna, alla Pina, e il suo lavoro non si esaurisce lì; ci sono i prezzi, i fornitori, le fatture, i contratti, la pubblicità, i pagamenti, i bilanci: mesi e mesi di impegno estenuante, da gennaio a novembre e oltre (praticamente tutto l’anno). Nel ruolo di tesoriere, la Pina gode della nostra piena fiducia. Su di lei e sul suo operato non ci sono ombre e dubbi: metteremmo la mano sul fuoco senza indugi! In verità, nella festa, non è sola: si avvale della collaborazione di Alfredo, Tito, Roberto e la Bruna, ma il ‘peso’ maggiore ricade sulle sue spalle. Tanto per dare un’idea si tratta, ogni sera, di impilare ogni tipo di monete (da 1 centesimo e via dicendo, tutte girate da quella parte!), ordinare per tagli le banconote e fare i versamenti alla banca. A volte anche contare viti e rondelle… Capite benissimo che ‘impilare e ordinare’ è proprio un lavoro da certosino. Alla Pina e a tutti i suoi collaboratori vogliamo fare gli auguri di buon lavoro e, soprattutto, di impilare bene tutte le monete con una raccomandazione: tutte girate da quella parte…! Pina, se non ci fossi dovremmo inventarti… 9 San Lazzaro in Piazza sanità Un poliambulatorio più grande per la “Casa della salute” di GIANCARLO FABBRI L’Ambulatorio ad accesso diretto trasferito, con orari allungati, dall’Ospedale Bellaria all’Ausl di via Repubblica. Potenziati i servizi. Cambierà l’assistenza sanitaria per rafforzare le cure primarie. D al 2 maggio l’Ambulatorio ad accesso diretto, prima al Bellaria, è entrato in funzione nei locali dell’Ausl in via Repubblica. Una decisione presa da tempo che è stata ufficializzata dalla firma di un accordo, lo scorso 26 aprile, tra Ausl, Comune e sindacati Cgil, Cisl e Uil. Trasferimento che coincide col potenziamento delle attività in una fascia oraria allargata rispetto a quella precedente. Medico e infermiere saranno infatti presenti dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19, e il sabato, la domenica e i giorni festivi dalle 8 alle 20. Si tratta, come hanno concordato le parti, di un trasferimento apripista per il rafforzamento dei servizi territoriali, nella prospettiva della realizzazione della “Casa della Salute”, che avrà sede proprio nell’attuale poliambulatorio di San Lazzaro, che diventerà più grande. «Sarà ampliato - come aveva annunciato in aprile la dottoressa Maria Luisa Marcaccio, direttore sanitario dell’Ausl del Distretto di San Lazzaro - di ulteriori 500800 metri quadri di superficie nei prossimi due o tre anni. Ma già prima diventerà una vera e propria “Casa della Salute”, forse la prima in provincia, col trasferimento in tale sede dell’ambulatorio. E invito tutti a non confonderlo con un pronto soccorso, o a definirlo mini pronto soccorso. È soltanto un ambulatorio rivolto ai cosiddetti “codici bianchi o verdi”, ossia per problemi acuti di modesta entità: febbri, manifestazioni dolorose addominali, articolari o muscolari, non risolte con i farmaci di uso comune, o per piccole ferite medicabili in ambulatorio, quando il medico di medicina generale non è reperibile». Il potenziamento dei servizi non riguarderà solo San Lazzaro ma l’intero Distretto che comprende i comuni di Loiano, Monghidoro, Monterenzio, Ozzano e 10 Maria Luisa Marcaccio, direttore sanitario dell’Ausl Pianoro. Con Macciantelli presidente del Distretto a osservare, citando il professor Umberto Veronesi, che gli «ospedali come sono ora sono destinati a una grande trasformazione e specializzazione». E che il Bellaria, «che avrà funzioni di istituto di ricerca scientifica (Irs) a livello regionale, nelle neuroscienze, non ha le caratteristiche, e le specializzazioni, per avere un pronto soccorso. Con l’ambulatorio, quindi, incongruente con le sue funzioni». Senz’altro i lettori ricordano che, per iniziativa del comitato Ambiente San Lazzaro Sud, tra il 2002 e il 2003 furono raccolte circa 26 mila firme per richiedere l’apertura di un pronto soccorso al Bellaria. Per valutarne la fattibilità fu poi costituito un tavolo tecnico di lavoro che invece indirizzò la scelta a un modello di “ambulatorio ad accesso diretto diurno”. Poi avviato alla sperimentazione con decisione della Conferenza sanitaria dell’area metropolitana del 5 dicembre 2003. Ambulatorio che infine prese il via il 29 marzo 2004, sostenuto da un protocollo d’intesa con le parti sindacali. Precisando che “pur essendo collocato in un ospedale, non è dotato di sala d’emergenza e quindi non è un pronto soccorso, anche se può inviare pazienti al ricovero nelle più opportune sedi degli ospedali bolognesi”. Come ha evidenziato la dottoressa Marcaccio «le verifiche effettuate sull’attività degli anni 2005-2011 hanno rilevato un calo degli accessi pari al 15%. Nel 2011 sono stati 4.801, con una media di 13 al giorno compresi quelli di pazienti in carico ai reparti che il sabato e la domenica hanno bisogno di terapie. Il 50% degli accessi - ha proseguito il direttore dell’Ausl distrettuale - si concentra nella fascia oraria dalle 8 alle 12 e solo l’1,3% degli accessi è seguito da ricovero. Il 95% degli accessi presenta un codice colore bianco o verde e il 40% dei cittadini che vi accedono è residente nel Distretto sanlazzarese, di cui il 29% nel Comune di San Lazzaro, il 39% viene da Bologna e il rimanente da altri comuni. L’analisi delle diagnosi - ha ribadito la Marcaccio - conferma che l’assistenza richiesta è tipica dell’attività della medicina del territorio». Nello stesso ambulatorio, dalle 20 alle 22 e dal lunedì al venerdì, viene mantenuto l’accesso diretto alla “continuità assistenziale” (ex “guardia medica”) del Distretto che fu trasferito in via Repubblica, dalla precedente sede, nel dicembre 2011. L’attività dell’ex guardia medica, con accesso telefonico per consigli e visite domiciliari, rimane invariata: tutte le notti dalle 20 alle 8, il sabato e i festivi dalle 8 alle 20, i prefestivi dalle 10 alle 20. Quindi, per concludere, per l’Ausl l’obiettivo è quello della “Casa della Salute” a San Lazzaro perché «non vi è dubbio che l’aumento di domanda di salute, per l’allungamento dell’aspettativa di vita delle persone, e la maggior incidenza di malattie croniche, rende necessario un cambiamento radicale nelle modalità di erogazione dell’assistenza sanitaria, con investimenti meno concentrati sull’area ospedaliera e più orientati al rafforzamento delle cure primarie e alla promozione dell’integrazione e del coordinamento tra professionisti diversi». * San Lazzaro in Piazza ambiente Rifiuti porta a porta, è già un successo La raccolta aumentata del 30% Un risultato al di sopra delle previsioni iniziali. L’assessore ha colto l’occasione per ringraziare la cittadinanza delle frazioni impegnate nella sperimentazione per la collaborazione dimostrata. G visioni iniziali che auspicavano razie alla collaborazione e di raggiungere almeno il 65% di al senso civico dei cittadidifferenziato. E anche in questo ni la raccolta dei rifiuti col caso l’assessore ha colto l’occa“porta a porta”, avviato in alcune sione per ringraziare la cittadifrazioni il 16 aprile, ha ottenuto nanza delle frazioni impegnate buoni risultati già alla prima setnella sperimentazione per la coltimana di sperimentazione. Nelle laborazione dimostrata. località Borgatella, Colunga, CroIn pratica col sistema del porara, Ponticella, e al “Trappolone” ta a porta si torna all’antico. I più nelle vie Madre Teresa di Calcutta anziani certamente ricordano i e Nazionale Toscana, ha già rag“ruscaroli” (o più correttamente giunto il 60%. Ossia un incremen“netturbini”), non ancora definiti to di oltre il 20% di differenziato “operatori ecologici”, che ancora che sarà di nuovo materia prima. nella Bologna del secondo doTanto che il vice sindaco e aspoguerra giravano per la città, di sessore all’ambiente, Giorgio Arcasa in casa, con i carretti trainati chetti, lo ha subito definito «un rida cavalli. Ruscaroli che, con una sultato importante che dimostra trombetta, chiamavano in stral’impegno dei cittadini in questa da le massaie per la raccolta del sperimentazione. Sappiamo che rusco che al tempo era spazzala novità comporta sempre qualtura integrata da resti di cucina che disagio, ma ancora una volta o piatti e bicchieri rotti. Tutto i sanlazzaresi hanno mostrato un quello che bruciava: legno, caralto senso civico raggiungendo ta, eccetera, finiva nella stufa di un ottimo risultato. Il 60% nella cucina. Poi si era passati ai primi prima settimana è l’ennesima autocompattatori con carica da prova che la sensibilità dei cittabidoni di lamiera zincata e infine dini per i temi ambientali è alta e quelli più moderni per i cassonetconsolidata da tempo». ti col solo autista. Nelle successive settimane c’è Ora col porta a porta si ritorpoi stato un continuo incremenna all’antico con i bidoni di ferro to fino al 70% di raccolta differensostituiti da quelli di plastica; faziataGrafica, registrato a metà maggio. and Comix more miliari o condominiali. Bidoni o Un risultato al di sopra delle pre- AGA EN E R A Al ruscarôl d’na volta (Il netturbino di una volta) bidoncini grigi per indifferenziato e organico, sacchi invece per plastica (gialli), carta (celesti) e sfalciature e ramaglie (marroni). In strada nelle località interessate sono rimaste, infatti, soltanto le campane del vetro. I contenitori di plastica e una prima dotazione di sacchi sono stati distribuiti casa per casa da personale Hera. Successivamente i sacchi per la differenziata vanno ritirati al municipio in piazza Bracci, alla stazione ecologica di via Speranza, al circolo “La Terrazza” in via del Colle alla Ponticella e, per i residenti del “Trappolone”, al circolo Arci in via Valleverde a Rastignano. Circolo dove si era svolto l’ultimo degli incontri pubblici organizzati da Comune ed Hera con l’assessore Archetti, il dirigente comunale architetto Anna Maria Tudisco responsabile del settore ambiente e per Hera l’ingegner Marco Mattioli e Gianni Gamberini. Con cittadini, più preoccupati per problemi stradali e parcheggi, che hanno dimostrato la loro buona volontà e spirito di collaborazione. L’ingegner Mattioli e Gamberini hanno poi spiegato come far funzionare bene la raccolta raccomandandosi il rispetto degli orari di esposizione in strada di bidoni, bidoncini, o sacchi di vari tipi. I primi risultati sono buoni ma, ovviamente, le verifiche vanno fatte a lunga distanza. Una nuova serie di incontri per valutare i risultati della sperimentazione, «che però è senza ritorno» ha detto Archetti, si terrà forse ai primi di settembre. «Ci saranno problemi - ha osservato Archetti - ma se c’è la volontà le soluzioni si trovano; si tratta di cambiare abitudini e di collaborare. Questa iniziativa è una sfida per voi, per noi e per Hera e tutti insieme dobbiamo vincerla». * gcf CLICK fumetti personalizzati disegno a mano libera rendering 3D stampa offset/digitale siti web statici/dinamici E TA NTO A LT R O.. . fotografie professionali AGAVENERA di Giacomo Landi - Via Palazzetti 5/a - 40068 San Lazzaro di Savena (Bologna) ITALIA tel/fax (+39) 051.4848157 - [email protected] - www.agavenera.com 11 San Lazzaro in Piazza la città che cambia «Manca una politica nazionale a sostegno della casa» di TITO SARACINO A colloquio con l’assessore comunale alla qualità della città pubblica Leonardo Schippa. Il fondo sociale per l’affitto passato dai 206 milioni del 2005 ai 14 del 2013. La situazione degli alloggi popolari e alcuni dei progetti in atto a San Lazzaro. Le famiglie sono sempre più colpite dagli effetti della crisi. Avere una casa di proprietà o non averla, incide in modo significativo sul bilancio familiare. Qual è la situazione nel nostro comune? Si può parlare di “emergenza casa” a San Lazzaro? «Innanzitutto qualche dato. Nel 2005 le famiglie che hanno fatto domanda di alloggio Erp erano 366 cui si sommavano 458 richieste di sostegno al pagamento dell’affitto, per una domanda complessiva di abitazione sociale pari a 824 famiglie. Nel 2011 la richiesta di alloggi Erp si è mantenuta invariata (371 domande) a fronte di una modesta riduzione delle domande di sostegno dell’affitto (391 domande). Complessivamente la domanda sociale di abitazione nel nostro comune riguarda il 5-6% delle famiglie residenti. Il dato è più alto della media relativa alla provincia di Bologna. Non so se si possa parlare di emergenza casa, ma sicuramente dobbiamo parlare di emergenza in termini di assenza di politiche nazionali a sostegno della casa. Basti pensare che il fondo sociale dell’affitto finanziato dallo stato si è abbattuto dai 206 milioni di euro nel 2005 ai 14 milioni di euro previsti per il 2013». Sembra di capire che i comuni sono lasciati soli in questa battaglia. Qual è la situazione degli alloggi popolari nel nostro Comune? «All’inizio del 2005 gli alloggi popolari Erp (di proprietà comunale) in buone condizioni erano circa 250 a fronte di circa 800 domande di casa popolare. Infatti dei complessivi 400 alloggi circa, i 135 localizzati in via Galletta (le due stecche delle vecchie “case Andreatta”) versavano in condizioni a dir poco precarie, una decina di alloggi in via Canova risultavano inagibili e alcuni degli alloggi localizzati in Via Montanara (ex scuole elementari di Colunga) necessitavano di massicci interventi di manutenzione straordinaria. Insomma oltre 150 alloggi dell’intero patrimonio edilizio comunale non era in condizioni idonee e decorose per ospitare le famiglie. A questo si deve aggiungere la considerazione che gli interventi manutentivi inderogabili, necessari ogni anno e ad ogni anno sempre più costosi, non solo non erano risolutivi ma ormai neppure economicamente sostenibili. Pertanto a partire dal 2005 l’Amministrazione ha messo in campo una azione straordinaria sul versante delle politiche abitative, un vero e proprio “Piano Casa Una delle case da ristrutturare di via Canova 12 Vecchie e nuove costruzioni alla Mura San Carlo per il Comune di San Lazzaro”, potenziando l’offerta di residenza sociale e di case popolari». Quali azioni in concreto? «L’Amministrazione si è fatta promotrice di progetti che hanno vinto finanziamenti pubblici messi a bando dalla Regione Emilia Romagna, classificandosi peraltro sempre ai primi posti delle graduatorie: è stato il caso del progetto di sostituzione delle “Case Andreatta” a Mura San Carlo, del progetto di riqualificazione delle case di via Canova nel capoluogo e del progetto per il recupero della ex scuola di Idice da trasformare in alloggi a locazione calmierata permanente. Insomma a regime, potremo fare affidamento su un patrimonio edilizio pubblico completamente recuperato e ampliato per 435 alloggi idonei a disposizione per chi ne ha bisogno». Quale è il ruolo del Piano Operativo Comunale sul versante della offerta di residenza sociale? «Nel Piano Strutturale prima e nel Piano Operativo poi sono state fissate quote di edilizia sociale superiori al 25% dell’offerta abitativa complessiva (laddove la legge regionale fissa la soglia del 20%). Il dato è particolarmente significativo se confrontato con quello relativo a oltre la metà dei comuni dell’area bolognese che fissano l’offerta di edilizia sociale tra l’8% e il 15% dell’offerta abitativa complessiva, ben al disotto dell’obiettivo regionale. Quando all’inizio di questo mandato amministrativo abbiamo avviato la riflessione verso la formazione del Piano Operativo Comunale, avevo immaginato che gli interventi impostati sul versante della riqualificazione del patrimonio pubblico esistente (“Case Andreatta”, “Case via Canova”) unitamente agli interventi finalizzati alla riqualificazione a nord della via Emilia, che coinvolgessero prevalentemente proprietà pubbliche, sarebbero stati sufficienti a perseguire l’obiettivo del risanamento del patrimonio residenziale pubblico, ampliando l’offerta di residenza sociale, all’interno di contesti urbani riqualificati e adeguati per dotazioni e servizi. In realtà gli obiettivi delineati nel programma del mandato amministrativo per lo sviluppo e la riqualificazione della città pubblica da una parte, e la contrazione di risorse economiche pubbliche dall’altra, hanno infine imposto un approccio più ampio che si è tradotto nel Piano Operativo Comunale approvato dal Consiglio nel dicembre scorso». * San Lazzaro in Piazza la città che cambia Il centro sarà ridisegnato ma senza stravolgimenti di ENRICO SALMI Le decisioni dei cittadini che hanno partecipato al Laboratorio per la riqualificazione di piazza Bracci e delle aree limitrofe: riduzione del traffico, eliminazione dei parcheggi, mantenimento del mercato, sistemazione del Parco. Ora via all’iter per la scelta e la realizzazione del progetto. I l centro di San Lazzaro, nel quadrante compreso tra le vie Emilia, San Lazzaro, Repubblica e Rimembranze, sarà ridisegnato ma non sarà stravolto. Lo hanno deciso gli stessi cittadini fissando le linee guida alle quali dovranno poi attenersi gli architetti che parteciperanno al concorso di idee per la: “Riqualificazione di piazza Bracci e delle aree limitrofe”. Dopo sei incontri, coordinati dall’architetto Alessandro Tugnoli – coadiuvato degli ingegneri Claudio Spalletti e Fernanda Canino – lo scorso 4 maggio si è giunti alla sintesi e alla firma di un documento, da parte dei cittadini partecipanti, che elenca tali linee. Gli obiettivi sono: ruolo degli spazi pubblici; funzioni presenti o da insediarvi; definizione delle criticità e proposte. Ribadita la necessità di rendere più omogeneo e vivibile il quadrante, le decisioni sono state di lasciare il monumento ai caduti dov’è ora, di sostituire la fontana nello stesso sito, di eliminare traffico e parcheggio nella piazza con eccezioni per cerimonie religiose o civili, e per i disabili. Eliminazione della sosta dietro al municipio, in piazza Libertà e nel parcheggino di via Rimembranze dove si è proposto di realizzare, per i giovani, un luogo di ritrovo e di socializzazione attrezzato o un chiosco. Riguardo alla via Emilia: riduzione del traffico, per una connotazione più urbana con probabile restringimento di carreggiata; ma saranno poi i tecnici progettisti a proporre nuove soluzioni. Su questo tema la discussione è stata anche accesa ed è stata subito accantonata l’idea di interrare la consolare per espandere piazza Bracci fino a raggiungere il portico sul lato nord della via Emilia. Un’idea Piazza Bracci che, a detta di tutti i partecipanti, porterebbe a parecchi mesi di lavoro sconvolgendo la viabilità e il traffico nel centro. Alcuni per scoraggiare, o ridurre, il traffico di attraversamento hanno anche riproposto l’idea del ponte sul Savena nella zona nord. Ribadita anche la necessità di rivedere aiuole, siepi e alberature della piazza e delle vie Rimembranze e San Lazzaro prive di marciapiedi. Per il parco 2 Agosto è stata proposta una maggiore identificazione con la sua intitolazione, la separazione del percorso ciclabile da quello pedonale, il miglioramento dell’illuminazione. Si è anche rimarcata la necessità di una pavimentazione più efficace del crescentone di piazza Bracci che non richieda, come ora, una continua manutenzione per il continuo distacco dei riquadri in porfido troppo sottili. E’ stato infine richiesto il miglioramento dell’arredo urbano con la sostituzione e diversa collocazione delle panchine, uguali in tutto il quadrante, compreso il parco 2 Agosto, eliminazione o sposta- mento di campane, cassonetti e tabelloni per le affissioni, sostituzione dei lampioni stradali (spesso tra le fronde degli alberi) con altri più idonei. A grande maggioranza la decisione di non spostare il mercato del sabato, e di studiare nuove iniziative che rendano la piazza più frequentata oltre al capodanno, al carnevale, alla fiera, alla festa del volontariato e alle notti bianche. E quindi dare la possibilità alle associazioni, o ai privati, di proporre iniziative di richiamo. Nei sei incontri che si sono svolti è stato fatto molto lavoro che per la prima volta ha visto tra gli attori principali due ragazzi lodati da tutti: il sindaco del consiglio comunale dei ragazzi, Luca Coppi, e il suo vice Enrico Nanni. «Per me – ha riferito Coppi – il laboratorio è stato molto interessante dandoci la possibilità di esprimere le nostre idee e di sentire anche cosa ne pensano gli altri. A me la piazza piace così com’è, ma è da abbellire e spero tanto che venga poi realizzato un punto di aggregazione per i ragazzi». Mentre Nanni ha invece criticato «la scarsa partecipazione al laboratorio che ha dato a tutti la possibilità di esprimersi e di proporre idee per fare ancora più bella la nostra città». Da parte sua il sindaco senior, Marco Macciantelli, nel ringraziare i tecnici e i presenti, ha rimarcato «la volontà dell’amministrazione di non interferire con i lavori del laboratorio affidandosi alle valutazioni e alle idee dei cittadini. Ora si avvia un percorso di atti amministrativi e di gestione del bando di concorso confidando in un buon risultato». Infatti, con la firma del verbale, come ha spiegato l’ingegner Canino del settore urbanistico del Comune, ci sarà la pubblicazione del bando per un concorso di idee nazionale con la presentazione degli elaborati entro luglio per poterli poi esporre pubblicamente in occasione della prossima fiera di San Lazzaro. Esposizione che darà modo ai cittadini, soprattutto ai partecipanti al laboratorio, di esprimere considerazioni e pareri scegliendo poi i tre che ritengono i più aderenti alle linee guida emerse dal laboratorio. Gli autori degli elaborati più votati avranno poi tempo 60 giorni per uno studio di fattibilità che sarà poi valutato da un’apposita commissione tecnica. Il vincitore, entro ottobre, dovrà presentare il progetto preliminare che sarà poi esposto, a Bologna, assieme a quelli degli altri 18 comuni che, partecipando a un bando, sono stati finanziati dalla Regione che, successivamente, finanzierà in parte i 19 progetti comunali partecipati con cinque milioni di euro. Per saperne di più è possibile accedere al materiale che è stato inserito nel sito del Comune: www.comune.sanlazzaro.bo.it. * 13 San Lazzaro in Piazza la città che cambia Una nuova fontana per piazza Bracci? La vecchia ha fatto poca “carriera” di GIANCARLO FABBRI È una delle decisioni scaturite dal Laboratorio di urbanistica partecipata per la riqualificazione della zona. C’è un progetto del 2009, una struttura innovativa proposta dalla Poggipolini e da Ansaloni Garden center. U na nuova fontana in piazza Bracci? Pare proprio di sì dato che è una decisione presa dai cittadini sanlazzaresi nell’ambito del laboratorio di urbanistica partecipata a titolo: “Riqualificazione di piazza Bracci e delle aree limitrofe”. E dato che quella tuttora esistente fu inaugurata in pompa magna nel 2004, la criticata fontana non ha fatto una lunga carriera. E dire che la fonte, ritratta anche dall’artista romano Cesare D’Antonio per la copertina del catalogo della sua mostra “L’isola che ci sarà”, nel 2008 in Sala di Città, non appare poi così brutta da richiederne la sostituzione con un altro manufatto. Più che brutta è infatti sfortunata. Per fare un po’ di storia la fontana fu richiesta dai consiglieri junior del consiglio comunale dei ragazzi (Ccr) alla fine degli anni ’90 con una collocazione al centro del crescentone. L’idea fu poi accolta con favore, anche per il suo significato allegorico di dispensatrice di vita, ma la posizione bocciata per l’interferenza con il mercato settimanale. I ragazzi presentarono anche disegni con la fonte attrezzata da sedili, tavolini e vasi di fiori. La stesura del progetto fu poi affidata all’architetto Angelo Premi allora dirigente dell’ufficio urbanistico del Comune. In una prima versione, del 2003, l’architetto prevedeva, oltre alla cascatella che sgorga da blocchi di gesso (selenite), anche statue in bronzo di tre bambini. Opere non previste nella versione del 2004. Sin da subito piovvero pesanti critiche per aver ornato la piazza «con un monumento brutto, inutile, gocciolante e con l’acqua sporca sin dal primo giorno». E anche per i troppi e pericolosi spigoli vivi che poi 14 Il vecchio progetto non realizzato presentato da Ansaloni Garden Center e dalla Poggipolini vennero smussati. Furono anche montati impianti di filtraggio, fatte tante modifiche, ma la fonte non ha avuto proprio successo. Tanto è vero che fu anche definita un «abbeveratoio». Anche nel 2009, in una seduta del consiglio comunale dei ragazzi, i consiglieri junior esposero le loro osservazioni sulla fonte: «è troppo spesso vuota», «l’acqua è sempre sporca», «d’estate cambia colore», «non si può bere», «è piena d’immondizia», insomma per tutti loro «è proprio brutta». E in quella seduta, nel febbraio del 2009, l’allora dirigente ingegner Attilio Diani, del settore lavori pubblici e manutenzioni del Comune, su mandato della giunta, consapevole dei limiti dell’ormai vecchio manufatto, tolse dal cilindro alcune idee per la nuova fontana. Stando alle bozze fatte vedere in quella occasione dovrebbe avere pianta circolare, col bordo quasi a raso con il piano della piazza, con una decina di getti verso il centro dove si eleva una struttura in titanio, a petali su piani sfalsati, su cui creare giochi d’acqua. Una struttura innovativa che si disse proposta da Ansaloni Garden Center e dalla Poggipolini, azienda specializzata nella fusione e lavorazione del titanio e sue leghe, che aveva sollevato l’entusiasmo dei ragazzi che approvarono l’idea. Entusiasmo che fu un po’ smorzato dal sindaco Marco Macciantelli: «L’idea – disse il primo cittadino di San Lazzaro – rientra nell’ambito di un progetto complessivo di riordino e rinnovo dell’arredo urbano. Come la sostituzione delle pensiline degli autobus, il rifacimento del verde nelle rotatorie e di altri spazi pubblici di San Lazzaro. Ogni cosa a suo tempo seguendo una scaletta di priorità e anche il necessario iter tecnico sulla base delle nostre disponibilità economiche. Non solo: dopo quello dei ragazzi – precisa Macciantelli – è necessario il consenso dei cittadini raccolto nello spirito della partecipazione». Consenso, per la sostituzione della fontana, che è giunto proprio in occasione del laboratorio per la riqualificazione della piazza. * Così la vorrei… Ecco una fontana (bellissima) a cui ispirarsi per la piazza rinnovata. L’ho vista in occasione di un mio viaggio a Malta e mi ha veramente colpito. Rappresenta una palla di marmo galleggiante in una vasca d’acqua che la fa ruotare continuamente su sé stessa. Essendo il nostro territorio ricco di affioramenti gessosi, per la sua realizzazione ci si potrebbe ispirare a quest’ultimo minerale. lettera di Tiziana Fenara San Lazzaro in Piazza la città che cambia Qui è passata la storia di San Lazzaro dal 1070 ai giorni nostri di PIER LUIGI PERAZZINI La storia di piazza Bracci. Ripercorrendo gli eventi, dal vecchio lebbrosario all’Ospedale degli Esposti (cosiddetto “dei Bastardini”); dai frati dell’Osservanza alla sede attuale del palazzo comunale. Da piazza Italo Balbo a piazza Risorgimento fino alla denominazione attuale. N el 1070 è documentata la presenza di un lebbrosario a Bologna posto lungo la via Emilia, fuori, e a poca distanza della più antica cerchia di mura (la chiesa di San Michele detta “de’ leprosetti” ricorda nel nome quella presenza). Non è chiaro quando e perché fu deciso un suo allontanamento, ma probabilmente occorreva evitare che la nuova cinta muraria detta dei “torresotti” finisse per inglobare nella città il lebbrosario. Comunque sia, verso la fine del sec. XII venne costruita una nuova struttura lontana dalla città. Il nuovo ospedale, con l’oratorio dedicato a San Lazzaro e il cimitero, sorse nella cosiddetta “guardia bolognese”, lungo e a ridosso della via Emilia, verso levante, distante tre miglia dalla città, in località Ronco Maruni (già ricordata in documenti del sec. X); quella presenza la caratterizzò talmente che per individuarla si indicava con il solo nome del suo ospedale citato. In un documento del 1214, già funzionante e perfettamente organizzato. La progressiva diminuzione della lebbra e l’incremento delle attività economiche che gravitavano sul lebbrosario, furono le principali ragioni che fin dal sec. XV resero sempre più popolosa la nostra cittadina. Nei suoi pressi sorsero nuove case e botteghe, ma è nella seconda metà del Cinquecento che il suo volto cambiò. In particolare fu ricostruito ex novo l’ospedale, ma dalla parte opposta della via Emilia, separandolo così dalle altre strutture. La chiesa, restaurata, divenne parrocchia, con campanile e portico, e venne costruito un palazzo da destinare a sede amministrativa e deposito di prodotti agricoli. Davanti a questo, dove fino ad allora erano campi coltivati, venne ricavato un grande prato… il germe della nostra piazza. L’Opera Pia dell’Ospedale degli Esposti di Bologna (il cosiddetto “dei Bastardini”) il 17 luglio 1692 prese formalmente possesso dalla Commenda di San Lazzaro di tutti i beni, tra questi anche l’ospedale, la chiesa e il palazzo, con l’obbligo del pagamento di un laudemio alla Camera Apostolica, e del ricovero e cura dei poveri lebbrosi. Nel 1776 vi si trasferirono parte delle zittelle (le ragazze dell’orfanotrofio), dove avrebbero comodamente alloggiato, mentre per lo svago o per prendere aria avrebbero potuto giovarsi del grande prato, ma un serio problema li indusse ad inviare un’accorata supplica al Papa, dove lamentavano che: “In confine di questa abitazione sonovi alcuni terreni (…) sopra de’ quali sonovi edificj con alcune finestre, che hanno un’immediato e vicinissimo prospetto verso il Conservatorio di dette Zittelle, in modo che resta impossibile l’impedire, che esse non vedano altri, e non siano esse pure vedute...”. Per questo motivo sollecitavano il Pontefice all’acquisto dei terreni e delle case che affacciandosi sul prato mettevano in serio pericolo le virtù delle ragazze. Fallito l’acquisto fu elevato sul confine un alto muro per impedire pericolo di sguardi. Poi la bufera napoleonica con l’entrata dei francesi in Bologna (18 giugno 1796) e l’abolizione del Governo Pontificio (Napoleone, 20 giugno 1796). È l’inizio di una grande confusione in Bologna e di una profonda rivoluzione in tutte le istituzioni e gli ospedali bolognesi sono requisiti per curare i militari; anche l’ospedale di San Lazzaro ne è interessato. Le ragazze residenti nel palazzo, per sicurezza, vennero spostate al conservatorio di Bologna e i locali concessi in affitto a vari pigionanti. Nel 1802 una nuova organizzazione amministrativa e territoriale, divenuta effettiva solo nell’aprile 1804, rendeva il nostro comune, unito a Caselle e Russo, autonomo da quello di Bologna e la sua amministrazione trovò sede negli stessi locali del palazzo già utilizzati per l’alloggio delle zittelle. Restituite dal Congresso di Vienna le Legazioni allo Stato Pontificio nel 1815, ne seguì un ennesimo riordino. Nel novembre 1817 venivano soppressi diversi comuni, promossi tali nel periodo napoleonico, tra questi anche quello di San Lazzaro. Liberati dagli uffici amministrativi, i locali della ex commenda nel maggio del 1818 vennero ceduti in godimento perpetuo ai frati dell’Osservanza, che vi si installarono (1818-1828) quando, essendo terminata la ricostruzione della loro chiesa e dell’antico convento, tornarono definitivamente a risiedere sul colle dell’Osservanza. Proprio nel 1828, San Lazzaro (e le comunità circostanti) venne nuovamente e definitivamente disgiunto da Bologna e ripristinato come comune autonomo. La sede dell’amministrazione comunale fu trovata nel “Casino di San Lazzaro”, cioè nel palazzo annesso alla chiesa di proprietà dell’Opera Pia “Ospedale degli Esposti”, liberato dai frati, e acquistato nel 1874 dallo stesso Comune, compresi chiesa e il prato antistante, liberandolo dal famoso muro ed erigendovi un semplice steccato. Con l’ampliamento e il rifacimento del palazzo comunale (1908-09) si procedette all’inghiarazione dell’area già a prato, creando così una prima idea di piazza pubblica, e nel 1923, il 24 giugno, venne inaugurato il monumento ai caduti della guerra 1915-18, monumento eseguito dal prof. Riccardo Venturi e collocato quasi al centro di quell’area. Quello spazio era veramente una pubblica piazza, anche se si presentava piuttosto squallida, non solo per il fondo in terra battuta e ghiaia, ma soprattutto per i modesti prospetti che la circondavano: a est confinava con la cavedagna che dalla via Emilia portava alla villa Rossi (divenuta l’attuale via San Lazzaro solo all’inizio degli anni Quaranta); e a sud completamente aperta verso la campagna dove oggi sorge la chiesa (costruita nel maggio 1946). Oramai a quella che era diventata a tutti gli effetti “la Piazza del Comune” mancava solo un nome; fu così intitolata a Italo Balbo, militare e uomo politico popolare morto nel 1940, mentre la piazzetta sul retro del palazzo fu dedicata a Gino Mori, locale medico condotto ucciso nel 1922 per odio politico. Denominazioni che nel luglio del 1943, alla caduta del fascismo, vennero prontamente convertite rispettivamente in Piazza del Risorgimento (ora Piazza Bracci), e Piazza dell’Unità (ora Piazza della Libertà). Risale invece al principio degli anni Sessanta lo spostamento del monumento ai caduti nella posizione attuale, nonché una radicale sistemazione e nuova pavimentazione. Da allora, all’infuori della costruzione ex novo del Parco 2 Agosto che fa da sfondo, nella nostra piazza vi sono stati solo alcuni modesti interventi: sulle aiuole e sull’alberatura, l’impianto di un chiosco di gelati e di giornali, le rampe di accesso a chiesa e palazzo e infine la costruzione di un’utile fonte e di una brutta fontana, comunque tutti interventi che non hanno modificato l’impostazione di fondo. Nel 1996 Dino Gavina, uno dei protagonisti del design industriale del Novecento, propose la costruzione di un muro per separare la piazza dalla via Emilia, e la trasformazione del crescentone in un giardino alberato con panchine. Non credo che l’avrebbe voluta veramente così. La sua era sicuramente una provocazione, l’urlo disperato di un artista che soffriva nel vedere l’inadeguatezza e il degrado del luogo più rappresentativo del nostro comune. * 15 San Lazzaro in Piazza partito democratico “Il rinnovamento è necessario ma serve la partecipazione di tutti” di GIANCARLO PERCIACCANTE Parla il segretario comunale del Pd Giacomo Landi. “Il nostro Partito ha dimostrato di essere l’unica forza politica nazionale oggi presente sul territorio. Per avere nuova fiducia dai cittadini occorre realizzare le riforme annunciate da anni rimettendo al centro parole come solidarietà, comunità, bene comune”. Alcuni dirigenti del Pd stanno sostenendo in queste settimane che se non è possibile, per colpa della destra, fare subito le riforme necessarie al Paese, da quella sul finanziamento dei partiti a quella elettorale, sarebbe meglio anticipare all’autunno la data delle elezioni. Quali sono le tue valutazioni? «Che “la fretta fa i gattini ciechi”. Ovvero prima di ipotizzare elezioni, a mio parere bisogna verificare fino all’ultimo se esistono le condizioni politiche per soddisfare due temi. Primo, una legge elettorale condivisa dalla maggioranza delle forze presenti in Parlamento, per non assistere più allo spettacolo indecoroso che ad ogni cambio di maggioranza parlamentare questa decide di modificare la legge elettorale a scapito dell’avversario. Secondo, come richiesto ripetutamente dal Pd e da Bersani in tutti questi mesi, predisporre reali politiche, basta con gli annunci a carattere bisettimanale del Ministro Passera, atte ad avviare un’inversione di tendenza nel Paese: dalla recessione alla crescita. Questo ultimo punto darebbe un senso al sacrificio che tanti italiani stanno facendo per garantire un futuro all’Italia. Se queste condizioni non si realizzano l’ipotesi di elezioni anticipate diventa una scelta da non scartare». Come giudichi il voto amministrativo che ha visto un netto successo del Partito democratico in tutta Italia, ma anche le affermazioni dei grillini a Parma e Comacchio e la vittoria ma di misura del Pd a Budrio? «Il nostro Partito ha dimostrato di essere l’unica forza politica nazionale oggi presente sul territorio; l’unica che possa unire nord e sud d’Italia, l’unica a ipotizzare 16 un futuro per questo paese. Il Pd ha saputo tra l’altro diventare il riferimento di un nord Italia orfano di quel centrodestra (Lega e Pdl) che l’ha illuso in tutti questi anni e che mai si è realmente occupato dei suoi problemi esplosi con l’arrivo della crisi. Quelli che si erano etichettati come il Partito della Nazione, o meglio conosciuti come Terzo Polo, si sono liquefatti e oggi sperano nella stella cometa Montezemolo di cui ricorderei il fallimento nella gestione di Italia ‘90. E arriviamo all’affermazione, che meriterebbe una riflessione sul fatto che non va oltre gli Appennini, del Movimento 5 Stelle. Un risultato figlio di tante ragioni, ma oggi i così detti grillini sono davanti alla prova dell’amministrare bene città importanti come Parma. Le prime risposte non sono positive. Lo dimostrano le ingerenze del Comico Santone, le parole a vanvera del futuro sindaco e dopo parecchie settimane dal voto il Comune di Parma, che, ricordiamolo, ha un buco di bilancio di oltre 600 milioni di euro figlio delle politiche del centrodestra, aspetta ancora la sua giunta mentre Doria a Genova l’ha già presentata, così come negli altri Comuni della nostra regione in cui si è votato». Grazie ad un emendamento del Pd è stato dimezzato, a partire da luglio 2012, il finanziamento ai partiti e successivamente, sempre per iniziativa del Pd, la somma risparmiata, circa 160 milioni, è stata destinata ai paesi colpiti dal terremoto. Bersani ha detto: ci siamo tagliati un braccio ma era la cosa giusta da fare. Condividi? Pensi che questa sia la strada da percorrere per riconquistare la fiducia dei cittadini nei partiti? «I soldi per le zone terremotate, a cui va tutto il nostro affetto più profondo, sono sicuramente una scelta positiva. Alla fine di fiducia ne abbiamo riconquistata poca, al contrario ci siamo fatti dire che potevamo proporre una sforbiciata maggiore o addirittura togliere del tutto il finanziamento. Era corretto un ridimensionamento in una fase come quella attuale. D’altra parte mi sembra che si sia ceduto alla pressione di una piazza vittima di tanta retorica e qualunquismo alimentati anche da una informazione che non ha sempre fatto il suo dovere. Qualcuno dovrebbe spiegare che rapporto ci sia tra il finanziamento ai partiti e le indagini su Lusi e gli scandali che hanno coinvolto la Lega. Nessuno! Perché il primo è un elemento che garantisce la democrazia, gli altri sono possibili reati penali di cui la Magistratura si sta occupando. Sul finanziamento pubblico bisogna che la gente si chieda se il nostro paese deve somigliare agli altri principali stati dell’Europa Continentale (Germania, Francia o Spagna). Oppure scegliere il sistema americano dove le campagne elettorali sono finanziate da lobbies, le quali poi pretendono dei risultati a loro favore da chi si siede sugli scranni del Parlamento. Probabilmente sono controcorrente, ma credo che sia necessario aiutare le persone a ragionare e non alimentare solo la loro rabbia, perché spesso questa si trasforma in un boomerang. Se esiste un atteggiamento chiamato antipolitica questo è il termometro che misura le difficoltà della politica. Per riconquistare la fiducia dei cittadini occorre tempo. È necessario finalmente, come dicevamo prima, realizzare quelle riforme annunciate da anni come la riduzione del numero dei parlamentari, un parlamento più efficiente e altre ancora. In questa lunga strada il Pd non deve abbandonare la sua proposta di legge di riforma dei Partiti che coniuga principi di democrazia interna e trasparenza alla possibilità di accedere al finanziamento pubblico degli stessi. Occorre in tutto questo anche proporre un rinnovamento della politica». Tutti parlano di rinnovamento, anche dentro il Pd e l’hai fatto anche tu adesso, ma nel concreto non si capisce bene come debba avvenire. Ritieni sia necessario un forte ricambio generazionale? E pensi sia sufficiente? «Rinnovamento a mio parere non può voler dire solo la cooptazione di giovani in politica, anzi questo può essere deleterio. Un San Lazzaro in Piazza partito democratico “Le nostre entrate? Da lavoro volontario e tesseramento” G iuseppina Venturi, per tutti la Pina, prima con i Ds ora con il Pd svolge l’importante ruolo di tesoriere dell’Unione Comunale a San Lazzaro, la persona giusta per aiutarci a comprendere il bilancio di un partito sul territorio e probabilmente a sfatare qualche leggenda metropolitana. La prima domanda è quali sono le vostre entrate? «Inizierei dicendo che, come hanno verificato i ladri che hanno colpito qualche settimana fa la nostra sede, nei cassetti non abbiamo soldi ma solo tanta carta. A parte le battute la quota prioritaria delle entrate della nostra Unione Comunale sono garantite dall’utile derivante dal lavoro e dal sudore dei tanti volontari che si impegnano intorno a quell’evento che in questo numero del nostro giornale occuperà tante pagine, ovvero la Festa de l’Unità. Altra voce delle nostre entrate è il tesseramento. Dall’importo che i tesserati versano, la Federazione provinciale ristorna al territorio il 30% che a San Lazzaro viene suddiviso così: 50% all’Unione Comunale e 50% ai 6 Circoli territoriali per finanziare le loro attività dando così un importante contributo alla vita politica del nostro comune. A completare il capitolo entrate vi sono le sottoscrizioni, gli introiti garantiti da qualche pranzo di autofinanziamento che realizziamo durante l’anno e poi riceviamo dal Comune, come tutti gli altri partiti ci tengo a precisarlo, una piccola somma come rimborso delle spese rendicontate sostenute dal Gruppo consigliare. Ultima voce le trattenute che vengono fatte ai nostri consiglieri comunali per ogni gettone di presenza che ricevono a seguito delle presenze o in Consiglio o in Commissione; al netto a loro restano 24 € circa sia che le sedute durino 1 ora o più tempo». Dopo le entrate, con uguale precisione ci rendiconti le uscite? «Proprio voi mi fate questa domanda. Una delle nostre uscite principali è la pubblicazione di questo bel giornale e dei vari documenti che nei vari numeri gli vengono allegati come la bandiera con scritto “W LA RESISTENZA”, oppure il programma della Festa de l’Unità che trovate in questo numero. Un’altra uscita importante del nostro bilancio è il costo delle nostre sedi che a San Lazzaro sono quattro più il magazzino dove sono curinnovamento generazionale è importante ma deve avvenire per meriti e capacità e non in base all’anno di nascita. Rinnovare a mio parere vuol dire aggiornare le buone pratiche della politica del passato al ventunesimo secolo, e questo senza copiare gli altri ma creando reali percorsi di condivisione e costruzione delle scelte. Su questo a San Lazzaro stiamo lavorando ad una importante stagione, anche in vista delle amministrative del 2014, ma permettimi oggi di mantenere ancora un po’ di riserbo. Rinnovamento vuol dire riformare alcuni aspetti del nostro amministrare. Rendere le scelte più attuali, perché spesso si prende come modello una società di 30 anni fa che non esiste più». Prima i partiti, poi i sindacati, quindi le istituzioni, a partire dal Capo dello Stato e dal Parlamento. Il ciclone dell’anti-politica o, meglio, la politica populista tipica delle destre ma che attecchisce anche a sinistra, rischia di travolgere tutto. In quale modo lo si può contrastare? «Cominciamo a dire che il qualunquismo è storicamente un sentimento della destra italiana e chi ha visto in questi movimenti la nuova sinistra ha bisogno, permettimi l’ironia, di andare dall’oculista. Come la contrastiamo? Con il coraggio di presentarsi alle nostre Comunità con idee e progetti che siano controcorrente rispetto alla vulgata generale di una società costruita sull’egoismo e l’individualismo, ma rimettano al centro parole come Solidarietà, Comunità e Bene Comune. Contrastiamo questa deriva e passiamo ai fatti concreti. A San Lazzaro come Pd abbiamo lanciato un progetto, già attivo, che si chiama “Insàmm par San Lâzar” (ne parliamo nell’articolo a pagina 18 - ndr). Nella stagione delle informazioni secondo per secondo, occorre il stodite le varie attrezzature per la Festa acquistate negli anni grazie al lavoro volontario di tanti. Per le nostre sedi paghiamo un affitto, le utenze (acqua, luce, gas, telefono) e ovviamente quanto necessario come cancelleria e per le attrezzature utili alla nostra attività come fotocopiatrice, stampanti, computer, etc. Ricordo che il Pd è un partito, pertanto tra le uscite vi sono i costi dovuti alla realizzazione delle varie iniziative pubbliche sul territorio che vanno dall’affitto dei locali (vedi Sala di Città), ai costi per la realizzazione dei volantini e di eventuali affissioni. Un partito che sta all’interno di una organizzazione territoriale (di carattere federale) dove i territori più fortunati (come il nostro) aiutano quelli più in difficoltà e dove tutti si compartecipa ai costi generali sostenuti dalle Federazioni provinciali, regionali e nazionale. Viene definito un obiettivo, territorio per territorio, e quello di San Lazzaro è di qualche decina di migliaia di Euro. Ovviamente durante le campagne elettorali, in particolare quelle amministrative, vi sono costi aggiuntivi per garantire a tutti i nostri candidati pari condizioni. Vorrei concludere ricordando a chi ci legge che nessuno dei nostri dirigenti sul territorio, a San Lazzaro come negli altri comuni, riceve compensi o rimborsi per le spese telefoniche, di benzina e quant’altro. Siamo tutti volontari». Un’ultima domanda e proviamo a sfatare una chiacchiera da bar che ogni tanto riaffiora qua e là. Ma la sede in via Emilia, angolo via Canova, è stata ristrutturata a spese del Comune, quindi a carico dei cittadini? «Ma chi è che racconta queste storie? La ristrutturazione ce la siamo pagata, in tanti anni di risparmi, come le formichine, grazie sempre al lavoro di tanti volontari, che dedicano il loro tempo libero a costruire, come in queste ore, la “cittadella” della Festa dell’Unità alla Cicogna, che ci permette con gli utili di finanziare la politica in modo pulito e trasparente. Un caloroso ringraziamento va a tutti, dalla “fabbrica dei tortellini” a tutti coloro che lavorano negli stand della Festa. Un consiglio: non ascoltate le chiacchiere da bar o dei salotti delle parrucchiere...». coraggio di intensificare i processi di formazione dando l’opportunità ai cittadini di saper leggere questa marea di notizie che gli piovono addosso, avendo noi per primi il coraggio di non omettere le verità anche quando sono scomode. Bisogna imparare ad andare controcorrente, al punto che non sarebbe male, perdonami la battuta, che il nostro simbolo contenesse un salmone». Il legame con i cittadini è sempre stata la carta vincente del Pci e dei Ds prima e dovrebbe esserlo anche del Pd ora. Molti sostengono che si sia affievolita questa spinta al contatto diretto con la gente, a causa anche della crisi della militanza? E come si possono superare queste difficoltà? «Quanto dici esiste anche nei nostri territori e lo vediamo nella difficoltà a realizzare il tesseramento, come nel dialogo quotidiano con le persone. Credo che in questa intervista abbiamo provato ad indicare una via con cui superare queste difficoltà. Perché questo percorso di riavvicinamento si concretizzi occorre che tutti si mettano in moto. Se il Pd deve fare tanta strada, i cittadini e in particolare i nostri militanti non possono stare seduti ad attendere. Se si vuole che questo cambiamento si realizzi occorre partecipare, sporcarsi le mani ed essere parte di questo cambiamento. Se vogliamo che il Pd sia protagonista e apra una prospettiva per il paese che non si fermi a domani, ma sappia guardare lontano, bisogna tornare a mettersi in gioco, modificare le cose da dentro e non aspettare che siano sempre gli altri a farlo per noi. Probabilmente qualcuno si arrabbierà per queste mie parole ma io credo che in questo si riconosce un pensiero progressista e riformista, altrimenti vorrà dire che ha vinto anche tra di noi il berlusconismo». * 17 San Lazzaro in Piazza partito democratico “Il Pd non è più tra la gente? È falso e ve lo dimostriamo” di DARIO MASTROGIACOMO Le attività del partito in città, da “Progetto 35” a “Insàmm par San Lâzer” e le tante iniziative dei Circoli per riannodare i legami con la popolazione. La difficoltà a far passare, nella società in cui viviamo, una comunicazione legata allo stare insieme e non all’individualismo esasperato. E siste tutta una corrente di pensiero, diffusissima e molto in voga tra alcuni commentatori politici (quasi tutti) e tra alcuni grandi giornali italiani (quasi tutti) sul Pd che “non è tra la gente” o che “dovrebbe tornare tra la gente” oppure “dovrebbe copiare Grillo” ed era anche molto in voga, prima dei noti fatti che hanno azzerato le velleità padane, anche la seguente frase: “il Pd dovrebbe fare come la Lega, presidiare meglio il territorio”. Dunque abbiamo una sequela di luoghi comuni che ovviamente, almeno nei nostri territori, è quanto di più lontano possa esserci dalla realtà. Ma andiamo con ordine cercando di raccontarvi al meglio le varie iniziative che nel corso dell’ultimo anno sono state messe in campo dal Partito democratico. Partiamo dalla formazione. Il Pd di San Lazzaro ha organizzato a livello comunale un corso di formazione politica, “Progetto 35”, frequentato da ragazze e ragazzi, giovani e meno giovani, che dal mese di marzo al mese di giugno hanno partecipato alle lezioni che si sono succedute con frequenza settimanale. Conoscete un altro partito politico o anche un cosiddetto “movimento” che ha fatto una cosa simile a San Lazzaro? No, non esiste! Poi c’è “Insàmm par San Lâzer”, un progetto solidale, lanciato da poco e che sta muovendo ora i primi passi. L’ennesima scommessa democratica, mettere in rete le forze vitali della comunità, per sostenere e sostenerci come comunità, non escludendo finanche un sostegno economico che come vedremo più avanti sta accadendo alla Ponticella. Ma sul territorio esistono anche i Circoli democratici, quanto mai attivi e vitali e a San Lazzaro ve ne sono diversi (Ponte Savena, Idice, Ponticella, via Piave) tutti partecipati laboratori di comunità, frequentati da normali cittadini 18 con a cuore il bene comune e una sana passione per la politica. Iniziamo dal Circolo tra i più attivi: Ponticella, con a capo Archimede Romagnoli. Ha promosso (tra le tante), una iniziativa a sostegno di un percorso ciclopedonale lungo le rive del Savena, che collegherebbe il capoluogo a Ponticella, senza bisogno di usare l’automobile. Ma Ponticella ha anche organizzato una cena solidale (assieme ad altre realtà associative) per raccogliere fondi a sostegno dei giochi per i bambini del parco dell’infanzia, ed ecco qui palesato il collegamento con il progetto “Insàmm par San Lâzer”. Al Circolo Strazzari invece sono andati in scena vivaci dibattiti politici, uniti ad una bella grigliata collettiva divertente e aperta a tutti, fatta nel giardino del circolo (ex dazio sul ponte del Savena). Anche in questo caso il ricavato è andato e andrà a sostenere i progetti di comunità. Spostandoci nella zona del ca- Conferenza comunale delle donne del Pd Il 16 maggio presso la sede del Pd, ex Dazio in via Emilia, si sono riunite le aderenti alla costituenda Conferenza comunale delle Donne Pd. Tutte le presenti hanno considerato molto importante la partecipazione, anche in forma organizzata, delle donne alla vita del Partito, come previsto dallo Statuto, per valorizzare ancora meglio le esigenze e le problematiche che emergono nella società. Molti sono stati gli argomenti trattati: la violenza, il lavoro, le difficoltà delle famiglie e delle donne in particolare. Inoltre sono state nominate, dopo regolare votazione, tre coordinatrici che si occuperanno dell’organizzazione delle attività che si andranno a concretizzare sia all’interno che all’esterno del Partito: Anna Boselli, Morena Gubellini e Alessandra Poli. Gli obiettivi primari sono quelli di valorizzare l’attività e l’impegno delle donne e di dare loro “voce” in modo specifico promuovendo anche incontri e dibatti. Un ulteriore incontro, al quale sono state invitate tutte le donne che condividono gli ideali politici del Pd, si è tenuto il 6 giugno sempre nella sede dell’ex Dazio. Durante la Festa de l’Unità di San Lazzaro sarà promossa una serata per la presentazione della Conferenza comunale delle Donne a cui seguirà un dibattito. poluogo a ridosso dei colli, troviamo il Circolo II Giugno di via Piave, che con il segretario Renato Ballotta ha proposto nel corso dell’inverno appena trascorso una serie di incontri settimanali, al venerdì, tutti molto partecipati, concentrandosi su temi politici locali e nazionali. Il programma avrebbe dovuto concludersi e culminare nella festa della Repubblica del 2 giugno, poi sospesa a causa del terremoto. Un partito democratico attivo e presente quindi, ma che certamente nella società in cui viviamo fa molta fatica a far passare un certo tipo di comunicazione, sembriamo lenti e pesanti, trasmettiamo un messaggio impegnativo. Chi fa politica giornalmente se ne rende conto, noi parliamo di comunità, dello stare assieme, di discutere e di progettare il futuro. Fanno molto più presa (purtroppo) sulla società del post berlusconismo, messaggi che anzi esaltano l’individualismo e portano il destinatario della comunicazione (preferibilmente virtuale e contattato tramite web) ed i suoi bisogni al centro dell’attenzione. Le necessità dei giovani, contrapposte (nei fatti) a quelle degli anziani, i comitati civici contro tutto e contro tutti; il no tav, il no gas, il no all’inceneritore, il no alla discarica, il no alle pale eoliche(!), una sorta di no collettivo, del tutti contro tutti che non promette nulla di buono. Ma a San Lazzaro il Partito democratico per quanto è nelle nostre possibilità e con il poco vento in poppa disponibile, ha metaforicamente alzato le vele, siamo pronti a dare il nostro contributo per una reale ricostruzione del paese, partendo proprio (e non casualmente) dalla ricostruzione dei rapporti umani. Per rimanere aggiornati sulle nostre iniziative potete trovarci anche in rete: www.pdsanlazzaro.it. San Lazzaro in Piazza il ricordo Addio a Stefano Tassinari «Amico, mentore, guida» di ANDREA PAOLUCCI Scrittore, uomo di cultura, era legato a San Lazzaro che gli aveva attribuito la cittadinanza onoraria nel 2002. A lui si devono rassegne di successo come La parola immaginata, Ritagli di tempo e Raccontando tenute all’Itc-teatro. C inquemila battute spazi inclusi. Sarebbe piaciuto allo Stefano giornalista. Quello che non ho mai conosciuto, quello di una delle sue 100 vite precedenti. Non ho mai conosciuto lo Stefano dell’infanzia ferrarese, quello del liceo ad Argenta, quello delle prime cotte, per la politica prima, per le donne poi. Non ho mai conosciuto lo Stefano laureato in Psicologia o quello del periodo romano, quello delle barricate a Radio Città Futura. Non ho fatto in tempo a conoscere lo Stefano viaggiatore rivoluzionario, utopico, quello del Nicaragua e di mille altre terre promesse. Dello Stefano musicista, “strimpellatore” mi avrebbe subito corretto con una punta di pudore, ho fatto in tempo ad ascoltarne solo qualche nota. Quello che ho conosciuto è lo Stefano mentore, amico, guida. È lo Stefano delle tante serate passate ad ascoltarlo parlare di libri, di spettacoli teatrali, di idee e battaglie per una cultura a portata di tutti, accessibile, democratica. Ho ammirato lo Stefano dei progetti impossibili poi realizzati (“Andrea, facciamo la prima reunion degli Area?” - “Ma Stefano, non si parlano da trent’anni” - “Appunto!”). Quello che riempiva l’Itc parlando di letteratura e di ’68. Lo Stefano di Stefania affettuoso e “bisticcioso” perché due grandi teste hanno bisogno di confrontarsi su grandi temi quotidianamente. Ho ascoltato rapito lo Stefano dei vini, dei 45 giri, delle pipe che come tutte le passioni che lo attraversavano, erano diventate occasione per accrescere il proprio sterminato sapere: mai conosciuto uno che sapesse parlare in maniera così approfondita di chitarre, tabacchi, pentametri e Spal. Ho avuto la fortuna di conoscere lo Stefano cuoco, alle feste di Rifondazione, dove serviva grigliate di pesce per 300 persone e nella veste più intima di padrone di casa dal menu più di tradizione (uh, i suoi cappellacci di zucca...). Rigoroso, intransigente, fustigatore delle ipocrisie. Non te la mandava a dire e ogni volta che si accendeva, si accalorava per questa o quella causa, lo faceva con una tale lucidità d’analisi, una tale capacità di argomentare che non ti lasciava via di scampo. Perché questo faceva: ti dimostrava che le cose non erano come a te faceva comodo che fossero. Aveva la testardaggine di chi sa di essere nel giusto. Per 15 anni sono stato il silente testimone di memorabili incontri con assessori, sindaci, dirigenti e funzionari, che finivano immancabilmente per soccombere di fronte a idee, progetti, richieste ineccepibili dal punto di vista artistico, poetico, etico e politico. Stefano aveva semplicemente sempre ragione. Su quasi tutto. La prima volta che lo vidi era sul palco dell’Itc. Era il 1997 e il teatro era ancora chiuso in attesa del bando di concorso che da lì a qualche mese avrebbe assegnato al Teatro dell’Argine la gestione. Noi, il Teatro dell’Argine appunto, scoprimmo per caso che quella sera un giornalista avrebbe intervistato uno scrittore e il teatro sarebbe stato aperto per un paio d’ore. Mentirei se dicessi che eravamo lì per l’intervistato o per l’intervistatore. Nella nostra infinita ignoranza non sapevamo né chi fosse l’uno né chi fosse l’altro. A noi interessava solo vedere il teatro dentro. Anche perché eravamo abbastanza sicuri che sarebbe stata l’ultima volta. Mai e poi mai ci saremmo immaginati che la gara d’appalto (concorso d’idee, si chiamava allora) l’avremmo vinta proprio noi. Eppure quella sera fu magica per tanti motivi e negli anni successivi l’abbiamo ricordata con lui in più occasioni. In platea c’erano 10 persone (compresi noi che eravamo 4) e quella a cui stavamo assistendo era la prima edizione de La parola immaginata. Qualche anno più tardi, in quello stesso teatro, con la stessa rassegna e lo stesso giornalista, mille persone assistevano all’incontro con Assia Djebar, alla lettura di Francesca Mazza, alle tarante scatenate di Eugenio Bennato. 300 spettatori assiepati ovunque sulle poltrone, nei corridoi e sui gradini e 700 in collegamento audio video con il maxischermo allestito nel vicino Pala Juri. Quella sera la fila girava l’angolo di via Rimembranze. Era solo una decina d’anni fa ma non esistevano telefonini con videocamera. Peccato. Stefano era di una generosità infinita, disinteressata. Si è battuto con noi e per noi in ogni nostra battaglia. Si è prodigato e speso fino all’ultimo per aiutarci a reperire fondi, a portare all’Itc grandi autori, musicisti, intellettuali, a legare i suoi stupendi progetti al nome di San Lazzaro e dell’Itc. Avrebbe potuto fare tutto questo in teatri più grandi, lontano da qui. Ma Stefano si sentiva fortemente legato a questa città, che gli aveva attribuito la cittadinanza onoraria, e a noi. Di più: si sentiva uno di noi, era uno di noi. Gli piaceva chiamarci i ragazzi dell’Itc e a lui, fratello maggiore, avevamo riservato il nomignolo di Tasso. Per pudore e rispetto non lo abbiamo mai usato davanti a lui. Oggi che il Tasso è impegnato in altri progetti, ci rimane la certezza di essere un po’ più soli, un po’ più poveri e un po’ più impauriti. Ci mancherà come neanche noi possiamo immaginare. Ciao Stefano. * Stefano Tassinari, scrittore, giornalista, “Un testimone del nostro tempo” Per l’assessore alla Qualità socio-cultuorganizzatore culturale, morto l’8 magrale Roberta Ballotta “Stefano Tassinari è gio scorso all’età di 56 anni, aveva un profondo legame con San Lazzastato un intellettuale impegnato ed un protagonista importante della ro. Come testimonia il commosso ricordo di Marco Macciantelli che si è promozione culturale a San Lazzaro. Nella nostra comunità ha realizzadetto “profondamente addolorato” per la sua scomparsa esprimendo il to percorsi che hanno coinvolto l’Amministrazione e l’Itc Teatro aprenpiù sincero cordoglio del Comune ai familiari ed in particolare alla comdo ad una fruizione della cultura di respiro metropolitano. Oggi perdiapagna Stefania de Salvador. “Lo avevo conosciuto – ha ricordato il sinmo uno scrittore, ma soprattutto un caro amico. San Lazzaro è stato per daci - ai tempi di Rete 7, in studio, giornalista nella Tv pionieristica delle lui un laboratorio permanente di sperimentazione, approfondimento origini. Poi la scrittura, i libri, i romanzi, partecipe da protagonista della e recupero del valore della scrittura, facendoci riscoprire anche autori situazione letteraria italiana. Ma aveva in testa un’idea: che l’intellettuadimenticati”. le, oggi, è un testimone, un testimone del proprio tempo. Per lui questo Giancarlo Perciaccante, direttore del nostro giornale, ha lavorato con ha significato un impegno, anche di carattere squisitamente politico, Stefano alla redazione regionale de L’Unità. “Ho solo ricordi molto belcol suo pubblico. Di qui le rassegne che ha inventato, promosso, guili legati alla nostra collaborazione, che avrei voluto più lunga. Stefano dato, intrecciando, tra loro, poesia, romanzo, musica, pittura, fotografia, sapeva catturarti e farsi apprezzare, per le sue capacità ma anche per la con la presenza, in presa diretta, degli artisti e degli interlocutori sul palsua disponibilità. Ci mancheranno la sua pacatezza, la sua determinaco, nello scenario dell’Itc teatro, di cui è stato un ispiratore e un artefice”. zione, il suo coraggio”. 19 San Lazzaro in Piazza gente della città Associazioni e volontariato Negli ultimi tre numeri di “San Lazzaro in Piazza” abbiamo iniziato un percorso nelle realtà che nel nostro territorio investono risorse ed energie e che in maniera diretta o indiretta forniscono un importante valore aggiunto alla costruzione della comunità sanlazzarese. Una caratteristica presente da sempre nei nostri territori dove passione e competenza, volontariato e professionalità, mondo laico e mondo cattolico, di pari passo hanno consentito e consentono una tenuta del tessuto sociale che continua a non arrendersi all’egoismo imperante. Abbiamo iniziato questo viaggio PAGINE A CURA DI La passione per la danza tra immaginazione, fantasia e sogno L’attività del Centro Studi Danza di San Lazzaro nelle parole della direttrice artistica Angela Valeriani. I corsi si tengono nella palestra delle Pezzani in collaborazione con la Polisportiva Sport 2000. I l “Centro Studi Danza San Lazzaro di Savena” trasmette la passione per la danza alle giovani sanlazzaresi da quasi tre lustri. La scuola nasce infatti nel 1999 su iniziativa dell’attuale direttrice artistica Angela Valeriani, insegnante cresciuta artisticamente nella sua Toscana, avendo studiato a Firenze presso le Scuole di danza di Cristina Bozzolini (direttrice artistica del Balletto di Toscana) e di Giovanna Papi (prima ballerina del Comunale di Firenze) . La scuola svolge i suoi corsi di propedeutica alla danza, (classica e modern jazz), presso la palestra delle Scuole elementari Pezzani. I corsi, realizzati in collaborazione con la Polisportiva Sport 2000 di via Kennedy, sono rivolti a bambine e anche a bambini, a partire dai 4 anni sino ad arrivare all’età adulta. Tanti sono i meriti, le medaglie e le soddisfazioni arrivate nel corso degli anni, che inorgogliscono la direttrice artistica e la scuola nel suo complesso. Numerosissime le partecipazioni a spettacoli e concorsi di danza che hanno portato le ragazze dei corsi avanzati a calcare i palcoscenici della provincia di Bologna e oltre, da Piazza Maggiore (su invito di Andrea Mingardi) sino al Castello Pasquini di Castiglioncello. Importantissimi anche i successi a livello personale ottenuti delle allieve. Dal corso interme- 20 dio proviene infatti una delle ragazze che ha partecipato alla selezione del Teatro alla Scala di Milano. Un’altra ragazza, Annalisa Spinelli (allieva dei corsi avanzati), ha avuto la grandissima soddisfazione di vincere una borsa di studio per una prestigiosa scuola di danza di New York e ancora altre sono le allieve che frequenteranno i corsi di perfezionamento del Centre de Dance di Rosella Hightowe di Cannes, dove la stessa maestra Angela Valeriani ha avuto modo di perfezionare i suoi studi artistici. Una nota di merito va anche a Margherita Campanini che lo scorso anno è arrivata sino alle fasi finali del concorso di Miss Mondo, sicuramente non solo per la sua innegabile bellezza ma anche per l’eleganza del porta- mento, sviluppata grazie alle ore di lavoro e fatica sul palcoscenico e in palestra. Attiva e molto presente anche visivamente in città, la scuola ha sempre partecipato alle iniziative promosse sul territorio e dal territorio, contribuendo alla crescita culturale, artistica e sportiva di San Lazzaro. Abbiamo visto infatti nel corso degli anni le giovani ballerine danzare alla Festa di Primavera, al Carnevale, alla Fiera di San Lazzaro, alla Festa del Volontariato, alla Festa dello Sport, sino alla Notte Bianca e alla Festa di Idice e in tante altre occasioni. La Scuola organizza periodicamente stage di danza contemporanea avvicinando le ragazze ad una nuova tecnica di studi. I corsi per l’anno in corso si stanno avviando al termine e conseguen- temente si avvicina uno dei momenti cruciali e più emozionanti della stagione ovvero lo spettacolo di fine corso. Il momento fatidico arriverà il 15 Giugno quando andrà in scena al Teatro delle Celebrazioni di Bologna “…e venne chiamato UNIVERSO… l’incontro con le grandi emozioni della vita”, spettacolo a cui è stato concesso anche il patrocinio del Comune di San Lazzaro, in quanto iniziativa ritenuta lodevole per finalità artistiche e culturali. Per concludere, se gli allievi (ragazze e ragazzi) ottengono dei risultati così lusinghieri, gran parte del merito va riconosciuto all’insegnante, che così si racconta e ci racconta del suo prezioso lavoro: “l’intento dell’insegnante sta nell’avvicinare i ragazzi al gusto dell’arte in ogni sua forma, stimolare la realizzazione pratica di ognuna affinché i talenti personali vengano riconosciuti ed espressi, condivisi e da qui appresi anche dagli altri, per giungere là dove immaginazione, fantasia e sogno si destano e diventano forze creative. Conoscere se stessi e imparare ad educarsi con l’esercizio che a volte pare ripetitivo e noioso ma che nella sua ripetizione libera l’anima”. Le iscrizioni per l’anno scolastico 2012/2013 saranno aperte dal 1 settembre. Per informazioni dettagliate sui corsi: direttrice artistica Angela Valeriani. * San Lazzaro in Piazza gente della città tante risorse per la comunità visitando la scuola professionale dei Salesiani di Castel de’ Britti e poi raccontando due realtà apparentemente distanti: il Basket San Lazzaro (Basket Save My Life) e Futuriamo, un servizio di sostegno per gli studenti al Centro “Tonelli”. Poi abbiamo parlato dei corsi gratuiti per le donne straniere e ancora di una società sportiva, la Vip, che fa pallavolo agonistica e organizza anche iniziative di solidarietà. In questo numero parliamo di un Centro che insegna la danza classica ai bambini e dei volontari dell’Aeop. DARIO MASTROGIACOMO Dal pedibus al terremoto il supporto prezioso dell’Aeop L’associazione di occupa di protezione civile e svolge attività di ausilio agli enti pubblici anche in collaborazione con la polizia municipale. In questi giorni sono impeganti con un campo base nel modenese. I volontari Aeop li abbiamo incontrati decine e decine di volte nelle strade di San Lazzaro in occasione di feste, sagre e fiere; sono volti conosciuti dai cittadini, volti di persone che gratuitamente prestano il loro tempo, dando un importante contributo al lavoro della polizia municipale. L’ Aeop è un’associazione che si inserisce nel novero dei vari sodalizi che a partire dagli anni ‘90 hanno assunto sempre maggiore importanza nel campo della sussidiarietà. Simili per alcune prerogative alle Gev (guardie ecologiche volontarie) forniscono un importante ausilio alle forze di polizia nel controllo e presidio del territorio. Noi di “San Lazzaro in Piazza” abbiamo pensato per questo mese, nello spazio dedicato al volontariato, di intervistare uno dei responsabili dell’Associazione, il vice presidente della sezione di Bologna, Marco Ballotta, per conoscere meglio la loro attività e il loro impegno per San Lazzaro. Cosa significa Aeop e come è organizzata l’associazione? «La nostra associazione si chiama Aeop (associazione europea operatori polizia). È interamente basata sul volontariato e riconosciuta ufficialmente dallo Stato, è una Onlus ed è stata fondata a Roma nel 1995. Ci occupiamo di protezione civile e svolgiamo inoltre anche l’attività di protezione, conservazione e valorizzazione dell’ambiente. Abbiamo la nostra sezione a Bologna ma stiamo cercando di I volontari dell’Aeop con Maurizio Cevenini aprire una sede completamente dedicata alla città di San Lazzaro. l’Aeop svolge inoltre l’attività di ausilio agli enti pubblici, spesso (come a San Lazzaro) in collaborazione con la polizia municipale, tramite interventi sulla viabilità (dove consentito), e con attività di assistenza svolte in occasione di eventi sportivi e in caso di emergenze determinate da calamità naturali, come sta avvenendo purtroppo in questi giorni». In quali ambiti avete operato con la polizia municipale di San Lazzaro. I volontari sostengono un corso prima di essere impiegati sul territorio? «Abbiamo tanti volontari, anche cittadini sanlazzaresi che hanno collaborato gratuitamente a supporto della polizia municipale in moltissime occasioni. Per citarne alcune, possiamo indicare sicuramente il pedibus, il carnevale di San Lazzaro, la notte bianca, sen- za poi dimenticare la Fiera di San Lazzaro e mi fermo qui ma potrei citarne molte altre. Tengo anche a dire che con il tempo si è creato un rapporto splendido con il Comandante e con gli agenti della polizia municipale di San Lazzaro, che ringraziamo anche per la fiducia sempre dimostrata nei nostri confronti. Ritengo infine che la collaborazione sia assolutamente positiva per la cittadinanza, a maggior ragione perché ha un costo zero per le casse comunali. Riguardo alla sua domanda sulla preparazione dei volontari, certamente bisogna completare un preciso percorso formativo prima di poter essere impiegati sul territorio. L’ultimo corso lo abbiamo frequentato e completato nel mese di marzo. Un corso progettato e finanziato dalla regione Emilia-Romagna, svolto direttamente nella sede della polizia municipale cittadina, con noi di Aeop, assieme anche ad altri volontari di altre as- sociazioni. Il corso base prevede una prima parte orientata alla prevenzione dei conflitti che possono crearsi tra le persone, ponendo l’accento sulla preparazione del volontario dal punto di vista psicologico e nella gestione pratica delle difficoltà che eventualmente possono verificarsi durante il “servizio”. La seconda parte è invece più tecnica e affronta le leggi e i regolamenti che disciplinano la materia di polizia locale». Avete in cantiere altre iniziative (corsi-attività) sul territorio sanlazzarese? «Abbiamo appena finito, nel mese di maggio, un corso per volontari di polizia ambientale e zoofilia, gestito direttamente da Aeop e svolto nei locali del Centro sociale “Tonelli” a Mura San Carlo. Contemporaneamente come già detto stiamo cercando di aprire una sede a San Lazzaro per poter essere coordinati meglio dagli enti del territorio». Per il terremoto che impegno state sostenendo? «Noi siamo dislocati in provincia di Modena, a Cavezzo, dal primo di giugno con un campo base gestito a livello nazionale dalla nostra associazione. Abbiamo dodici tende e per adesso ci stiamo occupando prevalentemente dell’aspetto logistico, stiamo aspettando in questi giorni la consegna di un container che ci permetterà di gestire al meglio le scorte alimentari necessarie alla popolazione». * 21 San Lazzaro in Piazza 3 luglio 1944 Pizzocalvo, otto civili uccisi Successe a San Lazzaro: l’eccidio dei Martiri di Pizzocalvo. Quest’anno ricorre il 68° anniversario della morte di Ernesto Fini, Vittorio ed Ermenegildo Giardini, Antonio e Augusto Marzaduri, Nerino Lolli, Luigi Nanetti, Guido Minarini, questi i nomi dei martiri di età compresa tra i 24 e i 39 anni. Rastrellati dalle “brigate nere” e da SS tedesche in via Montebello, nella frazione di Pizzocalvo, furono portati a villa Rusconi, nelle vicinanze di Pontebuco dove aveva sede il Comando tedesco più importante di San Lazzaro e qui uccisi, forse anche torturati. Infine, sepPAGINE A CURA DI «N el tardo pomeriggio del 3 luglio, tra le sei e le sette, quando i contadini stavano tornando dai campi - è detto dagli autori -, fascisti delle “brigate nere” e SS tedesche arrivati su un camion, circondano la casa dei Marzaduri, in via Montebello, nella frazione di Pizzocalvo. I due fratelli, Antonio (25 anni) e Augusto (30), che stavano lavorando senza alcun sospetto, vengono presi e portati sul camion, lasciato un po’ distante dalla casa. Sull’aia, oltre agli altri famigliari, fra cui la sorella Albertina, c’era un impiegato di Bologna, Luigi Nanetti (37 anni), lì sfollato (ospitato dal pastore Nanni, un vicino dei Marzaduri). Prendono anche lui. Si dirigono poi verso la casa di sopra, dalla famiglia Giardini. Anche lì ci sono due fratelli: Ermenegildo (33 anni, sposato con Argia Righini: due bambine di 6-7 anni e uno di pochi mesi) e Vittorio (27). Per primo prendono Vittorio, malmenandolo brutalmente. Ermenegildo cerca di nascondersi presso i vicini, i Minarini, che stavano ammucchiando covoni di grano. Ma i rastrellatori arrivano anche lì e lo prendono con Guido Minarini (24 anni), loro amico. Viene catturato anche Nerino Lolli (24 anni), un altro giovane che li aiutava nel lavoro dei campi. Donne e bambini assistono terrorizzati. Ad un certo punto sembra che i nazifascisti vogliano incendiare la casa. Le donne cercano di mettere in salvo un po’ di roba, mentre le bambine urlano credendo che ci sia già il fuoco. In un campo poco distante – continuano gli autori - ci sono Ernesto Fini (38 anni) e sua moglie (Teresa Biondi) intenti a rastrellare il fieno. Ernesto, sentendo le urla e credendo che stesse andando a fuoco la casa, si precipita per dare una mano. Ma lungo il sentiero, uomini armati lo pren- 22 Anno 2009, commemorazione al cippo: il sindaco tra i fratelli Giuliano e Luisa Giardini, figli di Ermenegildo, Dante Mezzetti (Anpi) e Agata Zambotti (Spi-Cgil) ALBERTINA MARZADURI (sorella di Antonio e Augusto) «Ricordo molto bene l’arrivo verso sera di quel “mucchio di gente” che, sbucata da tutti gli angoli, circonda la casa. Mio fratello Augusto capisce cosa sta succedendo: “Qualcuno - dice - ha spifferato che siamo a casa. Ci circondano per prenderci”.[…] Li hanno portati via tutti e due, insieme a Nanetti, uno sfollato che era in casa del pastore Nanni. Poi sono andati a prendere quelli di sopra, i Giardini». Albertina ce l’ha soprattutto con i fascisti, “peggio dei tedeschi” - dice - in particolare con alcuni vicini, che ritiene responsabili dell’arresto. Ce l’ha anche col prete di Pizzocalvo, don Borri. Racconta l’episodio della processione. «Don Borri, vedendo in disparte Augusto che non partecipa, gli si avvicina: “Marzaduri, qui c’è la processione!”. “Bene, la faccia”, gli risponde. Don Borri, provocato dalla “sfrontatezza” lo prende per la giacca e lo minaccia: “Oh, guardi bene che se non viene in processione...”. Augusto reagisce: “Se lei mi torna a tirare per la giacca la faccio saltare di là dalla siepe!”. Don Borri, allora: “Ho già capito, siete solo carne da cannone”. Augusto racconta l’episodio ai famigliari, che stavano presso la chiesa, dicendo: “Il prete di Pizzocalvo non mi è mica piaciuto... Ho fatto sette anni di guerra, nessuno mi ha mai tirato per la giacca. Deve badare alla sua chiesa, non a me”. I suoi fratelli - dice Albertina - non si interessavano di politica». Racconta poi un altro particolare inedito, che confermerebbe la responsabilità dei fascisti locali nella vicenda. «La mattina dopo l’arresto si alza presto per andare nella stalla. Sulla porta sente uno parlare col pastore, era un contadino che abitava sotto di loro, noto fascista. Diceva al pastore che “li avevano ammazzati tutti” e mentre lo diceva sembrava contento. Due giorni dopo gli stessi fascisti e tedeschi sono tornati e hanno portato via tutto». dono e lo portano sul camion con gli altri. Il camion, con gli otto prigionieri, si allontana. Non si sa con certezza dove vengano portati. Documenti e testimonianze oscillano fra villa Rusconi (o Roncaglio, all’inizio di via Croara, sulla destra) e villa Calzoni (oggi Veronesi, all’inizio dell’attuale via Martiri di Pizzocalvo, sulla sinistra), entrambe occupate dai tedeschi e poco distanti fra loro. Considerando il luogo dove poi furono ritrovati, sembra più probabile trattarsi di villa Calzoni, anche se gli ordini potrebbero essere venuti da villa Rusconi, sede del Comando tedesco più importante di San Lazzaro. Che cosa sia successo là, nessuno lo sa, o l’ha detto. Si sa soltanto che durante la notte o alle prime luci dell’alba, gli otto prigionieri vengono uccisi e sepolti frettolosamente lungo il fosso, in mezzo alla sterpaglia, in una buca, che forse essi stessi avevano dovuto scavare, quasi di fronte a villa Calzoni. Alla fine di luglio - è affermato - il Comando tedesco si degna di dare una risposta al Commissario prefettizio di San Lazzaro che chiedeva informazioni. Ma è una risposta palesemente falsa (tranne, purtroppo, il fatto che erano morti). Il documento mandato al Comune, dove si comunica che i prigionieri sono stati fucilati per essere fuggiti durante il trasporto in Germania, è di un burocratico cinismo, che ancora oggi impressiona. Il 13 settembre (oltre due mesi dai fatti, ndr) il Commissario prefettizio informa il parroco di Pizzocalvo, don Borri, di quanto gli avevano comunicato i tedeschi e lo prega di fare “analoga comunicazione alle famiglie, con le dovute cautele”. Due giorni dopo don Borri conferma di avere compiuto “l’atto pietoso”. Ma, a parte i Minarini per la ragione che si dirà, gli altri famiglia- San Lazzaro in Piazza 3 luglio 1944 barbaramente dai tedeschi pelliti in una fossa comune senza darne immediata notizia ai famigliari tranne che ai Minarini, subito informati per via di una loro conoscenza influente e rispettata dagli occupanti. Guido, infatti, fu dissepolto di nascosto dai sui famigliari e portato al cimitero con l’impegno di non rivelare nulla agli altri. Testo e testimonianze di queste pagine di Albertina Marzaduri, Anna Argia Righini e Teresa Biondi, sono tratte da Guerra e Resistenza a San Lazzaro di Savena di Werther Romani e Mauro Maggiorani (Edizioni Aspasia/2000). GIANNI GRILLINI ri soltanto alla fine della guerra (cioè dieci mesi dopo, ndr) sapranno che i loro uomini non erano mai stati “avviati in Germania”, ma ammazzati e sepolti a pochi passi da casa, qualche ora dopo essere stati arrestati. Che cosa volevano coprire i tedeschi con la formula stereotipata “Fucilati per essere fuggiti durante il trasporto in Germania?”. Senza dubbio non sono stati ammazzati perché partigiani. Se ci fosse stato il minimo appiglio in questo senso, l’esecuzione sarebbe stata sbandierata come una vittoria contro i “banditi”. Degli otto, forse solo Guido Minarini, che lavorava come portiere al “Putti”, aveva avuto contatti con i partigiani. Qualifica riconosciutagli dopo la guerra, ma non ci sono prove di una sua partecipazione attiva alla Resistenza. Non a Pizzocalvo, in ogni caso. Degli altri, in particolare dei Marzaduri e dei Giardini, al massimo si può dire che non avevano simpatie per i fascisti, probabilmente l’avevano per i partigiani (come la maggioranza dei sanlazzaresi); ma, come ci hanno detto i loro famigliari, badavano a lavorare, e basta. Del resto, in quella zona (Pizzocalvo e Castel de’ Britti) si sapeva che c’erano repubblichini pericolosi. L’ambiente, insomma, era molto diverso, rispetto alla Borgatella, Colunga, Idice, dove i gruppi partigiani si muovevano con maggiore sicurezza. Si potrebbe pensare, almeno per quanto riguarda l’arresto, che gli otto siano stati presi perché non in regola con gli obblighi militari. Anche se la situazione non è del tutto chiara, è certo che Fini e Nanetti di obblighi non ne avevano. Minarini, pur lavorando al Putti, pare fosse ancora arruolato nei Carabinieri. Non si conosce la posizione di Nerino Lolli. Forse i Marzaduri e i Giardini qualche problema l’avevano, ma si ricordi Le vittime dell’eccidio del 3 luglio 1944 (Anpi San Lazzaro) ANNA ARGIA RIGHINI (moglie di Ermenegildo Giardini) «Quella mattina sono andata nei campi ma non stavo bene: mi sentivo qualcosa dentro... Torno a casa, mi metto a letto. Verso sera […] sento mio marito che mi chiama; dalla finestra vedo un mucchio di gente. Prendo in braccio il mio bambino di 6 mesi e vado giù. Ci hanno fatto sedere tutti per terra. Mio marito mi dice: “Io scappo su, nella cascina”. Ho detto con Vittorio: sai che tuo fratello è andato nella cascina? “Vallo ben a chiamare - mi dice lui - che adesso ci danno fuoco”. […] Ermenegildo non era andato là, ma dai Minarini, nostri vicini. Poco dopo vengono presi (lui e Guido) che non aveva voluto scappare: “Per quel che abbiamo fatto - diceva - non abbiamo fatto niente…”. Li portano da noi con le mani alzate. C’erano fascisti e tedeschi». Argia ritiene che si trattasse di fascisti locali. «Nella confusione aveva sentito un conoscente (il loro calzolaio) rivolgersi a uno di questi, chiamandolo per nome: “Alberto, guardate cosa fate!” e l’altro rispondergli: “Oh, al vaga ed lung, lo!” (lei vada di lungo, cioè non si impicci). […] Ricorda anche che prima dell’estate erano passati da casa loro tre fascisti per arruolare i due Giardini. Ma loro dicevano: “Guardate, abbiamo una campagna da mietere”». […] «Vittorio lo hanno tanto picchiato […] Li portarono via a piedi insieme a Nerino Lolli. Suo marito aveva a mano una “bestia” [una mucca]. Mentre lo portavano via insieme alla mucca, si è voltato indietro e le ha detto: “Vado via...”. Sono le ultime sue parole che ho sentito». […] «Dicevano che li avevano portati a Carpi: cercano di informarsi, ma nessuno dice loro niente. Un signore dice che al Botteghino della Mura ha sentito don Borri che diceva che li avevano uccisi tutti. Vanno dal prete (verso il quale nutre ancora sospetti e risentimenti), ma lui nega e dice di non sapere niente. Mesi dopo assiste all’esumazione delle salme. […] Non c’era Guido Minarini, che era stato “preso su” prima: per giustificare il fatto che fosse stato portato al cimitero, dicevano che era stato mitragliato a Carpi mentre tentava di scappare». che pochissimi erano coloro che, tornati a casa dopo l’8 settembre ‘43, avevano obbedito ai ripetuti bandi della Repubblica di Salò. […] Ma raramente si arrivava a fucilare i cosiddetti “disertori”, se non facendoli passare per partigiani. In questo caso non ci sono elementi che questa sia stata la causa dell’arresto prima, e dell’eccidio indiscriminato poi. Né i tedeschi, né i fascisti, d’altronde, vi hanno mai fatto riferimento. Insomma, questo crimine resta inspiegabile anche in base alle stesse “regole” normalmente seguite dai nazifascisti. Dalle testimonianze dei famigliari, tuttavia, qualche ipotesi si potrebbe ricavare, ma ricordando che si tratta solo di ipotesi. Che in tutta la vicenda - è affermato ancora - ci sia stata la partecipazione attiva di elementi fascisti locali appare indubbio. I Marzaduri e i Giardini, e lo stesso Guido Minarini non erano ben visti da loro: non si interessavano di politica, avevano rifiutato l’invito ad arruolarsi nelle brigate nere, qualche aiuto in cibo e vestiti agli sbandati di passaggio dopo l’8 settembre l’avevano dato, forse ne continuavano a dare anche a qualche giovane che di nascosto passava lungo l’Idice o lo Zena, diretto verso Monterenzio, dove “dicevano” che ci fossero i partigiani. Questi sospetti probabilmente si intrecciavano con antipatie, contrasti, vecchie ruggini che sono quasi inevitabili nelle piccole comunità. C’era anche l’ostilità che per alcuni di loro aveva il parroco di Pizzocalvo, don Elia Borri, certamente più amico dei fascisti che dei partigiani. Nelle testimonianze viene da tutti ricordato, attribuendogli molta importanza, un diverbio fra don Borri e i Marzaduri, accaduto durante una processione, a cui i due segue a pag. 24 >> 23 San Lazzaro in Piazza 3 luglio 1944 >> segue da pag. 23 fratelli non avevano partecipato. Ma è difficile pensare che sia stato proprio don Borri a denunciare i Marzaduri, provocando così la tragedia successiva. Qualcosa, sì, potrebbe aver detto, ma senza immaginarne le conseguenze. Don Biavati nel suo “diario” lo difende dall’accusa mossegli dai partigiani di non avere impedito il massacro, ritenendo che neppure lui, sul momento, ne fosse stato informato. Il che, tuttavia, non escluderebbe la possibilità, sopra accennata, cioè che egli abbia involontariamente favorito la decisione dei fascisti locali di far arrestare i Marzaduri e i Giardini. Che l’iniziativa sia partita dai fascisti locali sembra più che probabile. Nel corso degli anni sono stati fatti anche diversi nomi, che in assenza di prove si preferisce omettere. Le cose, allora - avviandoci alla conclusione - potrebbero essere andate così. I fascisti, calcando le tinte, denunciano alle SS tedesche la presenza, nella zona di Pizzocalvo, di partigiani, che avrebbero nelle case dei Giardini e dei Marzaduri le loro basi. I tedeschi, preoccupati di avere nemici così vicini alle sedi dei loro comandi, organizzano, con la complicità dei fascisti che fanno da spie e da guide, la spedizione. Catturati tutti gli uo- mini che vengono a portata di mano, li portano a villa Calzoni (o Rusconi) per interrogarli, con i metodi che sappiamo. Ed è forse a questo punto che succede l’imprevisto. Qualcuno tenta di fuggire, i tedeschi perdono la testa e ammazzano tutti? Qualcuno muore sotto le torture e gli altri vengono ammazzati per evitare che ci siano testimoni? Forse i tedeschi hanno capito che le accuse sono insostenibili e che è stata tutta una montatura dei fascisti per fare le loro meschine vendette? Sono solo ipotesi. Qualche indizio ci viene dalle testimonianze (Teresa Biondi, moglie di Ernesto Fini, ndr), ma l’unica certezza sono quegli otto corpi buttati in una buca sotto una spanna di terra. Due giorni dopo fascisti e tedeschi completano l’operazione: ritornano a Pizzocalvo e rubano tutto ciò che poteva essere rubato, lasciando donne, vecchi e bambini in completa miseria. Nei giorni successivi, come si può immaginare, i famigliari corrono da tutte le parti per avere notizie dei loro cari. Il capo dei repubblichini, un certo maggiore Zanarini, li rassicura (intanto si prende i salami e la farina che gli portano per ingraziarselo), dicendo che gli arrestati stanno bene e che si trovano a Carpi in campo di concentramento. Un mese dopo, invece, da don TERESA BIONDI (moglie di Ernesto Fini) Erano nel campo a lavorare, sotto la casa dei Giardini. […] «Ad un certo punto - ricorda - sente urlare le bambine dei Giardini, sembrava che stesse prendendo fuoco la casa. Ernesto corre su per vedere se c’era bisogno, ma quando è sulla strada vede due o tre persone (pensa a dei cacciatori) che lo prendono e lo costringono ad andare su con gli altri, contro il muro. […] Incontra il mugnaio del Mulino Grande che le grida “di tornare indietro, perché li stanno caricando sul camion”. Tornando indietro vede i tre fratelli Venturi, che abitavano di sotto alla loro casa, nascosti in mezzo al granoturco: così si sono salvati». «Mio suocero va al Palazzo del Bosco (la villa padronale abitata dal fattore Gottardi) per sapere dove li avevano portati. A villa Rusconi, la risposta. […] Raggiunta la villa la mattina dopo, Teresa con altri famigliari, vengono fermati da un tedesco: “Cosa volete?” “Vogliamo sapere dove hanno messo i nostri, presi ieri sera. Ci hanno detto che li hanno portati qua”. “Ma cosa volete da noi? Sono stati i vostri stessi italiani che ci hanno tradito... Cosa cercate dai tedeschi... Non lo sapevate che sono stati i fascisti a prenderli?” “Dove li hanno portati?” “Al campo di concentramento di Carpi” è la risposta. Dopo questo scambio di battute si rivolgono a Zanarini, che aveva il comando dei fascisti (per lei un “delinquente”, ndr). Lui li vuole tranquillizzare: “Non pensate a niente perché i vostri dove li hanno messi stanno bene. Sono a Carpi, nel campo di concentramento. Ogni tanto venite a sentire se ci sono notizie”. Qualche tempo dopo imparano che avevano portato in cimitero (a San Lazzaro) Guido Minarini. 24 Pizzocalvo, via Montebello civico nr. 10: la lapide ricollocata per volontà della famiglia Naldi (giugno 2004) nella zona dove le vittime furono rastrellate Borri vengono a sapere che sono stati fucilati a Carpi mentre tentavano di fuggire. Ma dove siano stati sepolti lo si ignorerà ancora per diversi mesi. Tranne i Minarini, che invece l’hanno saputo quasi subito, ma senza poterlo rivelare agli altri. Era successo, infatti, che i famigliari di Guido si erano rivolti al primario del Putti, il prof. Scaglietti, per vedere se poteva fare qualcosa, dato che era persona influente e rispettata anche dai tedeschi. Scaglietti si diede da fare e seppe subito quello che era successo. Per sua intercessione, tuttavia, i Minarini ebbero il permesso, purché lo facessero di nascosto e non rivelassero nulla agli altri, di disseppellire il loro Guido e portarlo al cimitero. Così fu fatto. Gli altri poterono seguirlo soltanto il 17 maggio 1945, quando alla presenza dei famigliari furono estratti dalla buca dove erano stati gettati più di dieci mesi prima». * In Municipio, realizzato da Alessandro Gandolfi e con il contributo di Arci-San Lazzaro e Cassa di Risparmio, è esposto il diorama (un plastico) donato dall’Anpi in occasione della festa del 25 aprile. Tornati per avere spiegazioni, Zanarini dice loro: “Guido aveva tentato di scappare dal campo di concentramento; l’avevano ammazzato e poi portato qui al cimitero”. “Anche i nostri?” “No, no - risponde - i vostri non ci sono. State tranquilli”». E loro, pazienti, aspettavano, e continuavano a portargli salami e salsicce per avere in cambio qualche notizia. «I Minarini, che tramite il prof. Scaglietti sapevano, non potevano parlare. Vicino alla villa c’era un contadino conosciuto dallo suocero di Teresa. Gli chiese se sapesse o avesse sentito qualcosa. Lui disse di avere sentito nella notte rumori e urla. Ma disse anche che i fascisti (o i tedeschi) erano passati prima e gli avevano fatto chiudere usci e finestre e ordinato di non uscire». A Liberazione avvenuta, saputo che li avevano ammazzati tutti a San Lazzaro, compreso Minarini, sono andati dal prof. Scaglietti per sapere dove erano stati sepolti. «“So dove sono, e adesso posso dirvelo”, rispose lui. Ha mandato uno dei suoi, uno di quelli che avevano “preso su” Minarini e frugando tra gli spini, finalmente trovano la buca. Sotto poca terra c’erano tutti e sette… ». Teresa, dopo cinquant’anni, non sa darsi pace. «Accusa duramente i fascisti di Pizzocalvo e dintorni, spie dei tedeschi, che ce l’avevano con quei “ragazzi” che non erano voluti diventare repubblichini, preferendo entrare nei Carabinieri, e perché ogni settimana venivano a casa per aiutare le loro famiglie. “La devono finire di venire sempre su, avanti e indietro”, sembra che dicesse il fattore». […] San Lazzaro in Piazza amarcord Sulle tracce della vecchia ‘colonia elioterapica’ di Idice di GIANNI GRILLINI Da ‘colonia elioterapica’ a stazione radiofonica dell’Eiar. Idice, 1944, un centro ricetrasmittente ‘disturbava’ i messaggi lanciati da Radio Londra. A 68 anni di distanza c’è ancora chi cerca di ricostruirne la storia. Notizie tratte dal quotidiano Il Domani di Bologna, 11 gennaio 2006. I n Via Ca’ Bassa angolo via del Fiume, dove oggi sorge il “Centro Sociale Idice”, sorgeva la stazione elioterapica “Assunta Panterna”, chiamata ‘colonia’ per il fatto che lì, durante il ventennio di triste memoria, i bambini vi trascorrevano periodi di vacanza. Colpiva la rotondità dell’edificio, dallo stile inconfondibile. «Costruito sulle rive del torrente Idice nei primi decenni del Novecento, - citava l’articolo del Domani - nel periodo del culto littorio, lì, prendeva corpo, uno dei fanatismi più curiosi del fascismo: quello della formazione delle giovani leve». Oggi, in quel luogo, «tra strade, abitazioni e verde pubblico, bambini più o meno giovani, famiglie intere calpestano quell’area, ignare, presumibilmente, che proprio quelle zolle siano state testimoni di uno dei più curiosi pezzi della storia locale del secolo scorso». Nell’agosto ‘43 l’edificio fu requisito dal 6° Reggimento Bersaglieri e nel marzo ‘44 passò sotto il controllo militare tedesco. Più volte preso di mira dai bombardamenti alleati, semidistrutto, fu raso al suolo dalle urbanizzazioni del dopoguerra. Lì, durante il conflitto, era attiva una stazione radiofonica dell’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), la cui attività prevalente era quella di “disturbare” le trasmissioni radiofoniche alleate. «Felice non è felice; è cessata la pioggia; la mia barba è bionda; la mucca non dà latte; Giacomone bacia Maometto; le scarpe mi stanno strette; il pappagallo è rosso; l’aquila vola».Sempre citando Il Domani, «erano queste le frasi in codice che ogni giorno sulle frequenze della celeberrima Radio Londra il colonnello Stevens (detto il “colonnello buonasera”) comunicava una serie di importanti messaggi, celati nel codice di un fraseggio curioso e strampalato e introdotti dalle prime note della 5ª Sinfonia di Beethoven (che ricordavano il suono della lettera “V” - iniziale di vittoria - scandite secondo l’alfabeto Morse). E proprio quei messaggi erano nel mirino dei “disturbatori” della stazione sanlazzarese». Della colonia, nell’Archivio comunale, restano alcuni documenti cartacei e una cartolina sbiadita. «Ma c’è chi nella ricerca - continua Il Domani - non si dà per vinto. Si tratta del comitato “Guglielmo Marconi International”, associa- zione fondata nel 1995 che raccoglie appassionati delle tecnologie e della storia legati alla radiofonia. Dal loro sito www.radiomarconi.com è stato da tempo lanciato un appello: foto, racconti, documenti, qualunque cosa possa aiutare a ricostruire la storia di quell’edificio e di ciò che in esso succedeva prima o durante l’assedio La vecchia ‘colonia elioterapica’ di Idice (pronazista è la ben- gettista ing. Mario Agnoli, dal settembre ’43 venuta per il “fan commissario prefettizio del Comune di Bologna club” della radio». (foto: Novecento di provincia, memorie di una città Insomma per i emiliana: San Lazzaro di Savena (Ed. CLUEB/2001). sanlazzaresi è pro- L’area su cui sorgeva, oggi. spettato «un avle scartoffie che teniamo, per pigrivincente “Chi l’ha visto?” storico: la zia o gelosia del passato, chiuse in possibilità, in altre parole, - concluun baule in cantina». de il quotidiano - di riportare alla Chi possedesse vecchie foto delluce ciò che è stato e che ora non è la colonia o si sentisse di racconpiù, ma che in un modo o nell’altro tare un fatto legato all’argomento s’incunea nel dna di ogni ‘vecchio’ può farlo, contattando l’associaziosanlazzarese. Sicuramente di lei c’è ne “Guglielmo Marconi Internatiotraccia nelle foto ‘di una volta’, nei nal”. * racconti degli anziani, magari nel- Breve cronostoria basata su documenti cartacei (Archivio Storico Comunale) >19 agosto 1943 (Prot. 1023). Il comando truppe al deposito 6^ Reggimento Bersaglieri comunica al Comune di San Lazzaro. Oggetto: Occupazione di locali per gli uffici del Deposito del 6^ Bersaglieri. Si preavvisa codesto Comune, che questo comando provvederà alla consensuale totale occupazione od alla relativa requisizione dei seguenti stabili posti in codesto Comune frazione di Idice: 1) Colonia Elioterapica “Panterna” 2) Palestra ginnastica annessa alla Scuola Elementare della frazione Idice ... >19 agosto 1943 (Prot. 3240). Il Podestà del Comune di San Lazzaro comunica alla sede Prov/ della Gioventù Italiana di Bologna . Oggetto: requisizione dello stabile “Colonia Panterna”. Per norma e per notizia Vi comunico che il Comando truppe al Deposito 6^ Reggimento Bersaglieri con sede in codesta città, ha notificato a questa Amministrazione che prossimamente andrà a requisire lo stabile denominato Colonia “Assunta Panterna” di proprietà di codesto ente. >20 settembre 1943 (Prot. 3506). Il Podestà del Comune di San Lazzaro comunica al Centro Gioventù Italiana di Bologna . Oggetto: Requisizione Colonia Panterna. Per norma e notizia, si comunica che il Comando tedesco ha fatto presente di requisire i locali della Colonia elioterapica “Assunta Panterna” di proprietà di codesto ente.. >18 luglio 1945 (Prot. 1282). Il Sindaco di San Lazzaro comunica al Genio Civile di Bologna. Oggetto: Colonia Elioterapia “Assunta Panterna”. La Colonia Elioterapica Assunta Panterna, sita in località Idice di questo Comune, di proprietà del cessato partito fascista, è andata completamente distrutta a seguito dei numerosi bombardamenti aerei cui e stata soggetta specie nello scorso anno. Poiché si ritiene possibile il recupero di un certo quantitativo di materiale, si ravvisa opportuno darne avviso a codesto Ufficio del Genio Civile per i provvedimenti di competenza; trattasi di uno stabile che per essere appartenuto al disciolto partito fascista, deve divenire di proprietà statale. >13 agosto 1945 (Prot. 1282). Il Sindaco del Comune di San Lazzaro comunica All’Intendenza di Finanza di Bologna. Oggetto: Colonia Elioterapica “Assunta Panterna” in località Idice. Con mia nota pari numero del 18 luglio u.s. facevo presente al Genio Civile l’opportunità di recuperare il materiale dello stabile in oggetto distrutto in seguito a bombardamenti aerei dello scorso anno. Poiché detto Ufficio non ha adottato al riguardo alcun provvedimento, ritengo del caso interessare codesta Intendenza […] affinché si voglia provvedere al recupero del materiale di cui trattasi (putrelle, ferro, ecc.) in ossequio alle disposizioni emanate in merito, che prevedono il passaggio allo stato dei beni già appartenenti al cessato partito fascista. Fonte: www.radiomarconi.com 25 San Lazzaro in Piazza notizie Approvato il piano del centro servizi della Cicogna I l Centro servizi è una struttura attesa da oltre trent’anni da artigiani e imprenditori che chiedevano attività di servizio a supporto delle loro aziende. Ritardo dovuto soprattutto alla mancanza di imprenditori privati disposti a realizzarla e poi a gestirla. Il progetto, diviso in tre ambiti, prevede infatti nel primo (quello più vicino alla rotatoria tra le vie Aldo Moro e Maestri del Lavoro) un parcheggio a uso pubblico; nel secondo residence, uffici, ristorante, banca, ambulatorio e palestra; nel terzo bar, supermercato, negozi e un grande parcheggio sotterraneo. L’attuazione del Piano, che fu adottato e già presentato nel 2009, è ora subordinata alla sottoscrizione di una apposita convenzione urbanistica tra l’Amministrazione comunale e l’attuatore privato che solo dopo tale atto potrà richiedere il permesso di costruire le opere di urbanizzazione primaria e gli edifici previsti in unico stralcio oppure con più stralci funzionali. Il concretizzarsi del progetto del Centro servizi ha preso il via qualche anno fa con la cessione, nel 2007, con un bando d’asta pubblica, dell’area verde di oltre 21 mila metri quadrati racchiusa tra le vie Aldo Moro, della Tecnica, della Meccanica, che il Consorzio artigianale Cicogna aveva passato al Comune. In pratica nella lunga striscia di 50 metri di larghezza e 500 di lunghezza verrà realizzata una serie di edifici per svariate attività di servizio, e una torre di otto piani fuori terra per accoglienza, residence e uffici, con nell’interrato circa 10 mila metri quadri di parcheggi. Stando alle relazioni degli architetti Leonardo Tizi e Giorgio Volpe, il progetto - con un inve- stimento complessivo di oltre 20 milioni di euro - prevede che l’intero complesso venga realizzato con tecnologie per un risparmio energetico di classe “A” pari, per il riscaldamento, a un consumo per metro cubo minore di tre litri di gasolio all’anno. Oltre alla produzione di energia elettrica con 250 metri quadri di pannelli fotovoltaici. Dovrebbe quindi essere data risposta agli artigiani e alle associazioni di categoria, che da tempo chiedono servizi per le imprese: mensa, sportello informativo, albergo o residence, banca, ambulatorio medico o infermeria, palestra, ristorante, bar, tabaccheria con valori bollati e articoli da ufficio, aule didattiche e sale per incontri. Le funzioni previste sono quelle concordate dall’Amministrazione con le parti sociali, le associazioni di categoria e il Consorzio degli artigiani del- la Cicogna durante il percorso partecipativo svolto nel 2006 compreso un piccolo supermercato (circa 1.500 mq). E non mancheranno aree verdi attrezzate anche se vicino c’è il parco di Villa Montanari. Come ha spiegato in consiglio l’assessore all’urbanistica, Leonardo Schippa, su iniziativa del Comune nell’ambito del primo Piano operativo comunale (Poc), è prevista la riqualificazione di quest’ultima area per la Protezione civile. Così come gran parte dell’area verde che sarà lasciata libera per eventuali attendamenti in caso di situazioni di emergenza. Mentre la parte più prossima alla ferrovia accoglierà la nuova stazione ecologica che consentirà di liberare l’area di via Speranza per destinarla a un ambito più urbano come previsto dal Piano strutturale comunale (Psc). “San Lazzaro Solidale” per aiutare chi non ce la fa A nche lo scorso 14 aprile tanti sanlazzaresi hanno accolto l’invito alla solidarietà umana lanciato dai manifesti con l’immagine, da una foto del nostro Giancarlo Fabbri, della famosa cantante e showgirl Cristina D’Avena nostra concittadina. Come ha rilevato l’assessore Raymon Dassi, «il merito è di tutta la nostra comunità se in un periodo di crisi come questo sono stati raccolti circa 4.000 chili di alimentari e generi di prima necessità, che saranno poi distribuiti a chi ne ha bisogno. È anche vero che questa quinta edizione di “San Lazzaro Solidale” - ha poi osservato l’assessore - è stata penalizzata dal maltempo. Siamo comunque soddisfatti e dobbiamo ringraziare i cittadini per la generosità, le associazioni di volontariato per l’enorme impegno, i nostri uffici e Cristina D’Avena che ha fatto da testimonial gratuitamente». Infatti il risultato è anche merito dei tanti volontari di associazioni, centri sociali, parrocchie e sindacati che, dalla mattina alla sera, hanno preso posizione agli ingressi di mini e supermercati Conad di via Jussi e via Emilia, Margherita Conad G&G di via Jussi, Coop&Coop di via Martiri delle Foibe, inCoop della Cicogna e Crai alla Ponticella. Qui i volontari hanno informato dell’iniziativa chi entrava, presentando la “lista della spesa” e invitandoli alla donazione, raccogliendo poi all’uscita i beni e gli alimenti lasciati dai sanlazzaresi come atti di solidarietà verso chi è più sfortunato. Prodotti e generi alimentari non deperibili, suddivisi per tipologia e immagazzinati, da distribuire periodicamente alle persone e alle famiglie in difficoltà a cura delle parrocchie e delle associazioni convenzionate col Comune che hanno aderito al “Progetto Lazzaro”. E che la crisi si faccia sentire lo dimostra il fatto che nell’aprile del 2010 furono raccolti oltre 5.500 chilogrammi di prodotti, nell’ottobre dello stesso anno e nell’aprile del 2011 se ne raccolsero circa 4.000 e nel novembre scorso solo poco più di 3.000. Quindi il tornare ai 4.000 chili della terza e quarta edizione lascia ben sperare per il futuro. 26 Ed è lo stesso sindaco, Marco Macciantelli, a riconoscere che «la crisi è davvero dura, preoccupante, e oltre il tunnel non si vede ancora una luce. Forse siamo nel momento più acuto con parte della popolazione che rischia di finire in condizioni di povertà. Occorre più coesione, anche con la sussidiarietà, e l’idea del Comune di San Lazzaro è di proteggere per quanto è possibile chi non ce la fa. Persone che, anche per dignità, rischiano di diventare e rimanere “invisibili”. Il risparmio è necessario, ma non sufficiente. In questo contesto può inserirsi la nuova economia sociale del dono e della reciprocità. Dalla comunità alla comunità come si cerca di fare con “San Lazzaro solidale”. Ringrazio tutti quelli che si sono messi a disposizione, gli uffici e gli assessori Roberta Ballotta e Raymon Dassi per l’impegno garantito anche in questa occasione». Ed è lo stesso sindaco a precisare che «non dobbiamo vivere l’esperienza della raccolta di “San Lazzaro solidale” in termini “competitivi”. Non è questione di un chilo in più, o in meno, perché sappiamo bene che il momento è difficile per tutti. Ma va vista come l’attitudine, della nostra comunità, a far fronte alla crisi rafforzando la coesione sociale. È uno di quei casi - conclude Macciantelli - in cui il “come” conta tanto se non più del “quanto”». San Lazzaro in Piazza notizie Sanlazzarotv, spegni la tv e accendi la comunità I l Comune passa al web 2.0 con due nuovi strumenti. Il primo, tenuto a battesimo lo scorso 18 maggio in Mediateca con una iniziativa pubblica, è Sanlazzarotv, la webtv del Comune di San Lazzaro; il secondo, nato per rispondere ad una gestione dell’informazione rapida e aggiornata nei giorni del terremoto, è il profilo dell’Amministrazione su Twitter, il social network dei 140 caratteri e un hashtag (la parola chiave contrassegnata dal simbolo #). Sanlazzarotv, nata per raccontare il Comune e il nostro territorio, si affianca agli altri strumenti di comunicazione dell’Ente (sito, newsletter, San Lazzaro Città, depliant e materiale informativo, Ufficio Stampa) per garantire una informazione efficace e aggiornata grazie alle nuove tecnologie. La realizzazione della webtv si inserisce in un più ampio contesto di comunicazione proprio dell’Amministra- zione, che ha nel Piano strategico di comunicazione, approvato dalla Giunta nel gennaio 2011, il testo di riferimento. Da casa, sul pc o sul tablet, potete informarvi su attività e servizi oppure rivivere gli eventi della città. Sono on line le interviste a Giancarla Codrignani sulle donne, Margherita Asta sulla lotta alla mafia, alla cantante lirica Yasuko Arimitsu e poi ancora lo spot sulla sperimentazione della raccolta porta a porta, un servizio sulla quadreria del 25 aprile e tanti altri video tutti da scoprire. Il www.sanlazzarotv.it è strutturato in primo piano, novità e video più visti. C’è anche una sezione audio che, al momento, ospita le registrazioni delle sedute del Consiglio comunale. Quanto a Twitter per conoscere aggiornamenti, news ed eventi potete seguire l’account istituzionale @ComSanLazzaro. Fabrizio Formica Col Bookcrossing i libri incontrano i lettori «Q uesta iniziativa è un segno di sensibilità verso i nostri cittadini, e non solo, offrendo loro gratuitamente occasioni di svago e di arricchimento culturale». Lo ha detto il sindaco di San Lazzaro, Marco Macciantelli, lo scorso 5 giugno in occasione del taglio del nastro, assieme all’assessore alla cultura Roberta Ballotta, inaugurando il primo bookcrossing aperto nell’atrio del municipio. Si tratta di piccole librerie aperte con volumi a disposizione di tutti sulla stregua di altre iniziative tipo “libro vagabondo” o “volumi viaggianti”. Il termine inglese bookcrossing, traducibile in “passaggio di libri” è dato dal fatto che l’iniziativa fa parte di un progetto internazionale dove, per esempio, un volume messo a disposizione a San Lazzaro potrebbe finire in un altro continente. Al Bookcrossing in municipio se ne aggiungeranno altri all’Ausl, in via Repubblica 11, nella piscina di via Kennedy 63, e in altri siti da decidere. Ogni sito ospiterà una ventina di libri scelti dalla Mediateca che provvederà, ogni settimana, a mantenerne la quantità con aggiunte e sostituzioni. I lettori stessi potranno poi contribuire lasciando sul posto i propri libri che saranno infine registrati ed etichettati a cura della Mediateca e rimessi in circolazione. Se uno poi vuole sapere dove sono finiti si può iscrivere al sito www.bookcrossing.com, dove è possibile tracciarne il percorso – l’etichetta è un po’ come l’anello alla zampa di un uccello migratore – incontrare altri lettori, scambiarsi titoli, opinioni e recensioni. Si potrà anche solo raccogliere un libro, L’inaugurazione del BookCrossing leggerlo, e riporlo poi nello spazio Bookcrossing più vicino; o anche dove capita. «Leggere libri nuovi, o altri più vissuti – ha detto l’assessore Ballotta –, è la cosa più bella che ci sia e aiuta ad evadere dalle preoccupazioni di tutti i giorni. Leggere è un piacere e questo è un piccolo segnale di attenzione verso le persone grazie all’impegno del personale della Mediateca sempre attento alla promozione della lettura». Cordoglio per la scomparsa di Giuliano Host Il Consiglio comunale ha ricordato Giuliano Host, titolare della farmacia di Idice, scomparso per un infarto lo scorso 25 maggio. Host era nato a Foligno nel 1953 da una famiglia istriana che nell’immediato dopoguerra dovette abbandonare Fiume e tutti i suoi beni per sfuggire ai partigiani titini. Dopo anni di militanza, prima nel Msi poi in An, seppe farsi apprezzare anche dagli avversari politici per la sua signorilità e la correttezza. Fu consigliere comunale a San Lazzaro per il gruppo di centrodestra Alleanza per le libertà nel mandato 1995-1999, poi del Polo delle libertà dal 1999 al 2000. A detta dei suoi avversari «non ha mai fatto opposizione fine a se stessa, ma costruttiva, proponendo anche soluzioni alternative». Tuttora a San Lazzaro vivono figli o parenti di profughi giuliani, e dalmati, o di connazionali gettati nelle foibe, gli inghiottitoi delle montagne istriane. Host fu proprio chiamato “Giuliano” per non dimenticare la perduta terra d’origine. Fu sua la proposta di intitolare una strada di San Lazzaro ai “Martiri delle foibe” e, insieme all’associazione degli esuli, di erigere un monumento a ricordo di quella tragedia che sarà realizzato dall’artista Achille Ghidini e posto nella stessa via. 27 *** Contrattazione sociale e territoriale: lavori in corso… di ROSANNA FACCHINI - segretaria Lega Spi/Cgil San Lazzaro È vero: a San Lazzaro abbiamo siglato a febbraio l’accordo con l’Amministrazione comunale e ad aprile quello con l’Azienda sanitaria Bologna est, ma io continuo a preferire questa dicitura di prospettiva: lavori in corso… L’attuale situazione politico finanziaria infatti, se vede un significativo cambio di governo centrale da un lato, dall’altro mantiene inalterate tutte le ricadute in termini di restrizioni finanziarie per gli Enti locali e di diminuzione del potere d’acquisto di salari e pensioni peraltro non rivalutate, oltre ad un aumento sensibile della tassazione a carico di chi le tasse le ha sempre pagate, lavoratori dipendenti e pensionati. Pertanto gli accordi, pur significativi, siglati con i più rilevanti enti territoriali di riferimento non possono ritenersi conclusi e conclusivi, quanto piuttosto strumenti di “riduzione del danno”, di contrasto ad una deriva di recessione anche in sede locale, da tenere sotto costante controllo. Intanto sembra utile e doveroso rimarcare che sia la piattaforma nazionale, sia quella territoriale, con cui ci siamo seduti al tavolo di contrattazione, è unitaria e confederale e ha coinvolto non solo la rappresentanza dei pensionati, ma anche le tre Confederazioni, integrate dalla Funzione Pubblica e dalle Rsu dell’Ente. Dopo una fase di sistematica e programmatica divisione del mondo del lavoro, questo è sicuramente il primo indicatore di valore degli accordi siglati a San Lazzaro. E veniamo al merito: il conteggio della nuova Imposta Municipale Immobili (Imu), che sostituisce l’Ici, demagogicamente abolita da Berlusconi/Tremonti, è tuttora problematico, sia per le quantità, sia per i tempi. Consapevoli che si tratta di una mini- patrimoniale “spuria”, si è preferito agire sull’Imu, articolandola nei modi e sui contenuti, piuttosto che agire di nuovo sull’addizionale Irpef, su cui si esercita già anche l’addizionale regionale. In proposito, pertanto, l’accordo recita testualmente che alle abitazioni locate a canone concordato e di proprietà di cooperative a proprietà indivisa si applica l’“aliquota minima dello 0,76%, che non comporterà anche in questo caso, per il Comune, alcuna risorsa aggiuntiva ai fini dell’equilibrio di bilancio”, mentre a quelle sfitte o locate a canone libero si applica l’“aliquota massima dell’1,06%, anche al fine di incentivare la locazione degli immobili a canone concordato”. Sulle case di proprietà, si prevede “l’applicazione dell’aliquota dello 0,44%, che a fronte di un gettito complessivo di € 6.250.000 costituirà per il Comune risorsa aggiuntiva ai fini dell’equilibrio di bilancio solo nella misura di € 750.000”, ma “per tutelare le fasce più deboli della popolazione e in modo particolare i redditi da lavoro dipendente e da pensione, viene prevista una ulteriore detrazione di € 70 per i soggetti con reddito Isee inferiore a 15.000 euro e da 15.000/20.000 euro qualora il reddito familiare sia esclusivamente da lavoro dipendente e/o da pensione. Ciò al fine di abbattere l’aumento dell’aliquota prevista per l’abitazione principale dello 0.04%”, e ancora l’elevazione della detrazione di base (da € 200 a € 320) per famiglie con reddito Isee, inferiore a 15.000 € nonché da 15.000/20.000 € qualora il reddito familiare sia esclusivamente da lavoro dipendente e/o da pensione al cui interno è presente un portatore di handicap, con invalidità del 100%”. Inoltre agli immobili diversi dalle abitazioni e destinati effettivamente all’attività d’impresa, si applica l’“aliquota ridotta allo 0,96%”. Infine “per tutti gli altri immobili che non rientrano nelle precedenti fattispecie indicate: aliquota massima dell’1,06%”. Reciprocamente consapevoli che quanto all’Imu il Comune è stato ridotto ad esattore dello Stato, questi sembrano i correttivi di equità praticabili nel nostro territorio, che sono rinforzati e sostenuti dal complesso dell’accordo che prevede anche altre significative misure, finalizzate a: • mantenimento e per quanto possibile qualificazione ulteriore del sistema dei servizi socio assistenziali, educativi e di welfare in grado di fronteggiare i crescenti e nuovi bisogni. • mantenimento dei volumi di servizio registrati nel 2011 relativa- 28 mente ai servizi socio assistenziali rivolti alle diverse categorie di utenti: famiglie con minori, disabili, anziani. • destinazione di risorse aggiuntive per riportare il volume dei servizi di assistenza domiciliare integrata rivolti agli anziani e di Centro diurno al livello dell’anno 2010. • incremento del livello di risposte alla crescente domanda di sostegno economico da parte delle famiglie colpite dalla crisi e in condizione di povertà attraverso un incremento dei budget destinati. • mantenimento di rette e tariffe relative ai servizi socio assistenziali e socio educativi. • Incremento del fondo comunale per il sostegno delle famiglie affittuarie, che destina a questo fine risorse comunali per 80.000 euro a fronte del precedente impegno di € 64.000. Tarsu e addizionale comunale Irpef restano invariate. Inoltre si è concordata “l’applicazione dell’Isee a tutti i servizi alla persona erogati dal Comune”, procedendo anche “ad approfondimenti mirati ad affermare la parità di trattamento fra genitori coniugati e non coniugati, per l’accesso e la contribuzione nel campo dei servizi educativi e scolastici”, proseguendo inoltre “il percorso di confronto attraverso appositi incontri per i temi indicati nella piattaforma e non ancora definiti”. Particolarmente significativo infine è l’impegno condiviso alle “azioni di contrasto all’evasione”, che dovranno rendere possibili i seguenti interventi: a) valutare con le Amministrazioni comunali del distretto la creazione di un ufficio distrettuale antievasione; controllo degli affitti a canone concordato; b) partecipazione al controllo dell’evasione erariale e contributiva, utilizzando anche le possibilità offerte dai nuovi strumenti normativi; c) utilizzo di nuove banche dati; d) potenziare i controlli delle dichiarazioni Isee, con particolare riferimento alla componente mobiliare del patrimonio, e acquisire anche ulteriori dati su alcuni beni durevoli, indicatori di capacità contributiva. Sarà attivato “un tavolo di confronto periodico sull’attività svolta dall’Ente” anche per verificare l’impegno a “destinare alla spesa sociale la parte prevalente delle risorse recuperate”. Le tariffe dei servizi scolastici sono invariate, mentre si introduce una revisione del sistema tariffario del nido d’infanzia capace di attuare la “personalizzazione della tariffa mediante la determinazione della stessa in misura proporzionale al valore Isee, entro un ventaglio di importi compresi, per il nido a tempo pieno, tra un minimo di 50 € mensili (per Isee da 0 a 3.500 euro) salvo esenzioni su valutazione dei servizi sociali e un massimo di 530 € mensili (da applicare ai valori Isee maggiori di 35.000 euro); tale misura è individuata da un “parametro di personalizzazione dell’1,5% del valore Isee” e mentre si confermano tutte le riduzioni per frequenza ridotta, e le agevolazioni “per pluriutenze, disabili e situazioni sociali”, si prevede “uno sconto per ogni giorno di assenza, pari all’1,5% della tariffa attribuita”. Con la stessa parametrazione, la tariffa del nido part time viene determinata in misura pari ai 2/3 della tariffa a tempo pieno. …E con l’AUSL? Dopo l’esperienza, calorosamente sollecitata dai cittadini, all’Ospedale Bellaria, è partito il 2 maggio scorso l’Ambulatorio ad accesso diretto diurno, collocato nei locali dell’Ausl di via Repubblica 11, nella prospettiva della Casa della Salute (vedi articolo a pagina 10 - ndr), con un approccio condiviso dalle stesse organizzazioni sindacali. Una prima informazione di merito è stata fornita dalla Lega Spi/Cgil nell’assemblea pubblica del 30 aprile scorso, con l’impegno a realizzare unitariamente e in collaborazione con Amministrazione comunale e Ausl, una serie di incontri pubblici entro il mese di giugno, al fine di diffondere capillarmente il nuovo presidio sanitario. Sarà interessante proporre da queste stesse pagine il resoconto di tali incontri e monitorare il nuovo percorso. * San Lazzaro in Piazza amarcord Una targa, una icona, una immagine, un simbolo, sacri o laici che siano, magari salvati dai segni del tempo, possono aiutare a “non dimenticare” e a ricostruire un po’ di piccola storia locale. Anche piccole cose curiose, belle o brutte, poco importa. Se possiedi materiale utile alla ricerca mandali in redazione (via mail, se digitalizzati) magari corredati da un semplice scritto che possa illustrarne i contenuti. Oppure segnala l’eventuale luogo da fotografare, nel qual caso ci penseremo noi. LO STABILIMENTO OSCA Sulla via Emilia, all’altezza del civico 245, a poche centinaia di metri dal centro di San Lazzaro, un tempo sorgeva uno stabilimento fondato nel 1947 dai fratelli Maserati chiamato Automobili Osca. Inizialmente si progettavano piccole vetture sportive convertite poi nel 1950 in auto da corsa di formula due. Nel 1951, al volante il principe Bira, l’Osca si aggiudicò una gara a Goodwood in Inghilterra. Questi i piloti alternatisi al volante delle vetture prodotte nello stabilimento sanlazzarese: Bira, Rol, Bayol, Chiron, Cabianca, Piotti, Davis. E i risultati: un primo posto sul circuito “du Lac” ad Aix-les-Bains; un secondo a Siracusa; un quarto e un sesto a Pau. Nel 1962 i fratelli Maserati, ormai anziani, cedettero l’azienda alla MV Agusta. In seguito, in quello stabilimento, presero vita altre aziende (ricordiamo Campagnolo e Tecnomagnesio) per finire ai giorni nostri. La targa posta dalla “Scuderia Bologna-motorismo storico” e dal nostro Comune (febbraio 2006); la fabbrica ormai dismessa a cavallo degli anni Sessanta/ Settanta; un raduno di vecchie Osca in Piazza Bracci; la “vecchia” targa del 1997 smarrita (forse durante i lavori di costruzione del nuovo insediamento) che avrebbe dovuto fare bella mostra di sé al posto di quella collocata nel 2006. VILLANOVA (BO) DI TUTTO PIU’ SPECIALIZZAZIONE Plastiche per ogni uso Bologna Bus 89 SEDE Tel. 051 6062323 Fax 051 6062324 INGROSSO E DETTAGLIO TUTTO COSTA MENO A PREZZI MOP NON SOLO OFFERTE VILLANOVA (BO) - Tel. 051 6063737 - Fax 051 6063738 I MAGAZZINI MOP SONO DIVERSI nella forma, articoli e prezzi 29 San Lazzaro in Piazza appuntamenti nostre serate estive. Ricco cartellone di eventi, per tutte le età e gratuiti, che animerà le ibile on line : dispon è 2012 Il programma completo di San Lazzaro Estate .it zaro.bo .sanlaz omune www.mediatecadisanlazzaro.it - www.c L’AMORE E’ UNA COSA MERAVIGL IOSA TE SAN LAZZARO ESTA l, la rassegna 2 è il Biografilm Festiva La novità dell’edizione 201 a alle biografie ni anno Bologna dedic cinematografica che og fa tappa nelontri e retrospettive, che con anteprime, focus, inc o con due gn giu erdì 15 e sabato 16 la Corte comunale ven to. eventi a ingresso gratui nella Corte appuntamenti, sempre ali ion diz tra Confermati i Cantica e et a: l’Associazione Carmina comunale, con la music a serata un o on ng tival (4 luglio) propo l’Accademia Musica Fes dizione tra stra no lla de etti più celebri dedicata alle arie e ai du rende omaggna Festival (28 agosto) operistica; l’Emilia Roma à. incon il concerto dei Jam gio a Fabrizio De Andrè lti a bambini e rivo i col tta spe gli e ve Non mancano le iniziati una rassegna ne po pro lla Mediateca ragazzi. L’area ragazzi de , che rimette con il Teatro dell’ Argine teatrale in collaborazione vato all’interno us”, il teatro mobile rica in strada il suo “Teatrob rattini a cura bu di i di linea, e spettacol di un vecchio autobus del Teatrino dell’ Es. si trasforma rte del Palazzo comunale E, come ogni anno, la Co em cin a”, la rasr ospitare “La corte del in cinema all’aperto pe ne con Nosazio ora organizzata in collab segna cinematografica (inizio ore bre tem set 8 ì 7 giugno all’ della Cinema. Da gioved i film, italiani o rivivere le emozioni de 21,30), i cittadini potrann . gione cinematografica e stranieri, dell’ultima sta La poesia Vorrei Vorrei tornare piccino… quando pensavo che mai gli uomini avrebbero fatto le guerre. Quando non conoscevo… l’incoscienza e la protervia di chi continua a provocarne! Vorrei poter tornare al fascino discreto delle piccole cose, riascoltare i timidi silenzi delle riflessioni, lontano dal frastuono vacuo di questi giorni! Vorrei affondare ancora le mani bambine… nei colori dell’arcobaleno, sentire le voci e gli odori di suoni ormai perduti di teneri pensieri… di quei giorni lontani che ci davamo la mano e le promesse… erano scritte sui sassi! Gabriele Carati A Villa Serena il filosofo e councelo r Vittorio Riguzzi parlerà dei segreti e dei meccanismi che regolano l’am ore. Dal 20 giugno all’11 luglio, quattro serate condotte dalle giornalis te Gaia Giorgetti (Resto del Carlino) e Daniela Camboni (Corriere della Sera) che intervisteranno l’ospite e stimoleranno le domande del pub blico. Ciascuna serata (inizio previsto per le 20,45), sarà introdotta dalla lettura di un brano o una poesia d’amore, attinente all’argomento trattato. Mercoledì 20 giugno si comincia con Di cosa parliamo quan do parliamo d’amore; mercoledì 27 giugno: “È finito il matrimonio d’am ore?, martedì 3 luglio: Cosa scegliamo, cosa non scegliamo, mercole dì 11 luglio: Libertà, colpa e responsabilità. Vittorio Riguzzi è un filosofo. Si occu pa di counceling filosofico e di formazione. È docente di filosofia dell’ arte e saggista, redattore di varie riviste culturali e autore di saggi di filos ofia. La rassegna è realizzata grazie al contributo di Conad San Lazz aro e Centro riabilitativo Gruppioni. DI BUONA FAMA o e che, in qualche hanno fatto San Lazzar Gli uomini e le donne che Personaggi di San a. fam a la storia. “Di buon itto scr no han ne , do mo di Città del Palazzo sarà ospitata nella Sala Lazzaro” è la mostra che Comitato per lo stual 5 agosto. Curata dal comunale dal 27 luglio essorato alla QuaAss l territorio, dal nostro dio e la valorizzazione de ne Prometeo, la zio titu l’Is collaborazione con in e ale tur cul ioSoc lità rsonaggi che, per nelli una rassegna di pe mostra racconta in 15 pan territorio locale. Per il lasciato una traccia sul diverse ragioni, hanno Orsoni, Flavio e Berti Pichat, Francesco lo Car lti: sce ti sta o son 2012 o Gavina, don Salmi, Pisis, Padre Marella, Din Luigi Bertelli, Filippo De lo Jussi, Don Biavati, Fantini, Luigi Donini, Car Laura Rodriguez, Luigi Maria Trebbi, CesaPoggi, Maria Mascagna, Alfredo Nadalini, Paolo lla mostra che, nei de tanto una prima parte re Maltoni. Questa è sol gi. à con altri personag prossimi anni, proseguir BON VOYAGE, IN VIAGGIO CON L’ESTATE GIOVANI È un’estate all’insegna del viaggio quella che propone l’Informagiovani. Viaggi reali e metafore di viaggio, come recita il sott otitolo della rassegna, sono il filo ross o di Bon voyage che si affianca al tradizionale calenda rio di appuntamenti. La rassegna prop one Informagiovaniexpress, due appuntamenti per imparare a viaggiare low cost e per sceg liere la giusta destinazione per chi vuole trascorre re le vacanze studiando all’estero e prosegue con altre iniziative che sposano il tema del viag gio allo sport, alla filosofia e alla lette ratura. Senza muoversi da San Lazzaro, i più giovani potranno viaggiare fino in Giap pone o ripercorrere le tappe del Sommo Poeta. (info [email protected] ; 051.6228066) DINOSAURI ED ERA GLACIALE ri all’era glaciale. La novità più attesa, soprattutto per i più piccoli, è la mostra Dai dinosau a “Luigi DoniPreistori della Museo il e za Resisten della parco il re novemb 4 al agosto Dal 2 dominatori dei scoperta alla ia, preistor ni” offrono un affascinante viaggio tra i giganti della e i suoi glaciale periodo o dell’ultim animali gli vicino da dell’Era Mesozoica e per conoscere preistoanimali e ri dinosau di stiche iperreali ioni ricostruz no troveran i primi uomini. I visitator o imparare a costruire rici in scala 1:1, pannelli didattici per soddisfare ogni curiosità e potrann 132; 051.465 Tel. zioni: prenota e un dinosauro. Ingresso a pagamento. Informazioni ro. sanlazza omune. onini@c www.museodellapreistoria.it; museod 31 C a f è n à Stuzzicheria Pause pranzo Aperitivi con ampio buffet Serate degustazione vini Sala interna per feste e rinfreschi Veranda estiva Tabaccheria Valori bollati Cafènà Via Emilia, 247/D San Lazzaro di Savena (Bo) tel. 051465492 by Cafè deVie la Vie by Cafè de la