Ci mancherai
Cev!
> da pagina 4
San Lazzaro
in Piazza
Nuova serie: Bimestrale a distribuzione gratuita. Autorizzazione tribunale di Bologna n°4697 del 29/01/1978
Tariffa associazioni senza fine di lucro: “Poste italiane spa - Sped. in abb. postale - D.l. 353/2003 (conv. in l.2/02/2004 n°46) Art.1 comma2 DCB - Fil. di Bologna”
contiene inserto
Nasce la Casa
della salute
> a pagina 10
Pd, idee
e progetti
> da pagina 16
Addio
a Tassinari
> a pagina 19
Giornale della comunità sanlazzarese | anno XXXV | numero 3 | giugno luglio duemiladodici
San Lazzaro
in Piazza
Sommario
10
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5
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7
8
10
La solidarietà
L’aiuto della comunità ai terremotati
Ciao Maurizio
Ricordato il Cev in Consiglio comunale
Le parole di Federica e degli amici
Dopo il voto
Il punto di Marco Macciantelli
La Festa regionale
Il sipario si alza il 22 giugno
Il viaggio tra i volontari continua
Sanità
In via Repubblica la Casa della salute
13
11
12
13
14
15
16
18
19
23
Ambiente
Il porta a porta è già un successo
La città che cambia
Parla l’assessore Leonardo Schippa
Un nuovo centro per la città
La fontana ha fatto il suo tempo
La piazza centrale e la sua storia
Il Pd
Intervista al segretario comunale
Il Partito tra la gente
Il ricordo
L’addio a Stefano Tassinari
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21
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25
29
26
27
31
Gente della città
Il Centro Studi Danza San Lazzaro
I volontari dell’Aeop
3 luglio 1944
I Martiri di Pizzocalvo nel 68° anniversario
Amarcord
La colonia elioterapica di Idice
Lo stabilimento dell’Osca
Notizie
Centro servizi alla Cicogna
Sanlazzarotv, bookcrossing
Appuntamenti
In copertina:
La Festa de l’Unità della Cicogna (disegno di Agavenera)
San Lazzaro in Piazza
Editore: Pd Coordinamento di Bologna - via Rivani, 35 - Bologna - tel. 0514198111
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Coordinatore di redazione:
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Hanno collaborato:
Federica Cevenini, Giancarlo Fabbri, Rosanna Facchini, Fabrizio Formica, Giulio Giusti, Marco Macciantelli, Dario Mastrogiacomo, Andrea Paolucci, Pier Luigi Perazzini, Enrico Salmi.
Foto: Fabbri.
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San Lazzaro
in Piazza
solidarietà
Terremoto
La comunità si mobilita
a cura della redazione
Programmate anche a San Lazzaro decine e decine di iniziative. La raccolta di prodotti di prima necessità effettuata da Pd e Ca’ de Mandorli. Serate
di solidarietà e raccolta fondi alla Festa de l’Unità della Cicogna. L’attività
del Comune e di tante organizzazioni, sindacali, imprenditoriali, ricreative, sportive e di singoli cittadini.
L’
Emilia trema ma non si
ferma e riparte. È difficile, il sisma ha provocato
danni per miliardi, ha buttato migliaia di cittadini fuori di casa, ha
distrutto monumenti e messo in
ginocchio un’area fortemente industrializzata. È difficile ma si deve
fare, con l’aiuto di tutti. Come ha
detto il presidente Napolitano nella sua visita del 7 giugno, “abbiamo fiducia nella gente emiliana,
nella laboriosità, nello slancio produttivo, nella coesione di queste
comunità”.
E San Lazzaro non si è certo tirata
indietro, con decine e decine di
iniziative avviate subito dopo le
prime scosse e che proseguiranno
nel tempo.
L’impegno del Pd
La Festa regionale del Pd che sta
per aprirsi alla Cicogna rappresenterà un momento centrale nelle
iniziative di solidarietà verso le
popolazioni colpite dal sisma. Già
nelle passate settimane il Partito
democratico aveva organizzato,
insieme a Ca’ de Mandorli, la raccolta dei prodotti di prima necessità che, in accordo con la Protezione Civile, sono stati portati ai
campi di Massa Finalese (nei pressi
di Finale Emilia) e a San Felice sul
Panaro. L’impegno proseguirà alla
Festa: sarà organizzata una serata
di solidarietà il 5 luglio con l’utile
che sarà devoluto ai terremotati,
così come era stato fatto negli anni
passati per L’Aquila. In ristoranti e
stand ci saranno delle urne per
raccogliere fondi.
Il Parco dei Gessi e dei Calanchi
dell’Abbadessa, in collaborazione
con i comuni di San Lazzaro, Ozzano e Pianoro, sta ospitando i ragazzi di Crevalcore nella Foresteria del
Centro visita di Villa Torre. Ragazzi,
genitori e accompagnatori saranno ospiti della Festa de l’Unità per
una cena a cui parteciperanno anche iscritti e simpatizzanti del Pd
che contribuiranno così alla cam-
pagna raccolta fondi promossa
dal Partito Democratico dell’Emilia
Romagna. Altri contributi verranno infine dalla Tombola della Festa che destinerà il 40% dei soldi
ricavati nelle serate del lunedì, alle
popolazioni colpite dal sisma.
Impossibile dar conto di tutte le
iniziative organizzate, anche a
San Lazzaro, dalle organizzazioni
sindacali, da associazioni imprenditoriali, ricreative e sportive e da
singoli cittadini. Ne ricordiamo alcune, insieme ad informazioni di
carattere generale fornite dall’Amministrazione comunale.
Donazioni, come fare?
È attivo presso i locali dell’ex casa
del Popolo (piazza Libertà, 1 – alle
ne.sanlazzaro.
bo.it. Orario:
da martedì a
venerdì 15-18
e sabato 9-12;
Mediateca, tel.
051-622806061; orario lunedì 14-19.30
e da martedì a sabato 9-19.30.
Consigli utili
Sul sito del Comune sono disponibili l’elenco delle aree di attesa
per la popolazione attivate in caso
di emergenza e previste dal Piano
Comunale di Protezione Civile e le
informazioni per richiedere i sopralluoghi degli immobili.
San Lazzaro solidale
spalle del Palazzo Comunale) un
punto di raccolta, aperto dalle ore
9 alle 12 e dalle ore 15 alle 18. Saranno i volontari delle associazioni
del territorio a presidiare il punto
di raccolta dove portare tende da
campeggio, sacchi a pelo, giocattoli, lenzuola, coperte leggere,
cuscini, brandine pieghevoli e materassini.
Volontari, a chi rivolgersi?
L’Informagiovani e la Mediateca
del Comune di San Lazzaro raccolgono la disponibilità di giovani volontari per supportare le attività di
soccorso nelle zone colpite dal terremoto. Info e iscrizioni all’Albo dei
volontari: Informagiovani, tel. 0516228066, informagiovani@comu-
Il Comune di San Lazzaro ha organizzato venerdì 8 giugno una
giornata speciale di San Lazzaro
Solidale per raccogliere davanti ai
supermercati beni e/o generi a favore delle popolazioni colpite dal
sisma.
Arci San Lazzaro e Cna
L’Arci San Lazzaro ha chiesto un
contributo di 50 centesimi per
ogni coperto in occasione della
sagra della lasagna, la Cna devolve
un’ora di lavoro degli impiegati ed
ha attivato una mail ed un numero di telefono a disposizione delle
imprese.
Notte bianca
La Notte Bianca, quarta edizione
della manifestazione organizza-
ta da Ascom Confcommercio in
collaborazione con l’Istituzione
Prometeo, è diventata serata di
solidarietà per i terremotati. I negozi, aperti dalle ore 19 alle 24,
hanno devoluto una percentuale
sugli incassi e raccolto fondi per i
terremotati.
Polizia municipale
Agenti della polizia municipale di
San Lazzaro hanno portato aiuto
ai colleghi nei comuni del ferrarese (Bondeno, Vigarano Mainarda,
Sant’Agostino, Poggio Renatico
e Mirabello) colpiti dal sisma, già
all’indomani della prima scossa di
terremoto.
Consiglio comunale
Nella seduta del Consiglio Comunale di martedì 29 maggio il presidente Corrado Fusai ha annunciato che il gettone di presenza della
seduta sarà devoluto al fondo che
la Regione Emilia-Romagna ha
aperto per sostenere le popolazioni colpite.
Concerto per il terremoto
Gli artisti emiliano-romagnoli
offrono, a titolo gratuito, un concerto di solidarietà il 25 giugno
allo stadio Dall’Ara di Bologna.
L’evento in diretta su Rai 1 in prima
serata. Hanno sino ad ora dato la
loro adesione: Paolo Belli, Samuele Bersani, Luca Carboni, Caterina
Caselli, Cesare Cremonini, Andrea
Griminelli, Francesco Guccini, Luciano Ligabue, Andrea Mingardi,
Modena City Ramblers con Cisco,
Nek, Nomadi, Laura Pausini, Stadio
e Zucchero. I biglietti sono in vendita a 30 euro sui circuiti Ticketone
(www.ticketone.it) e Charta Viva
Ticket (www.vivaticket.it). *
San Lazzaro
in Piazza
ciao Maurizio
Il Cev, uno straordinario
rappresentante del popolo
di GIULIO GIUSTI
La notizia della scomparsa di Maurizio Cevenini ha lasciato tutti attoniti e costernati. Dire “lo conoscevo”
o “gli ero amico” era addirittura banale perché non potevi abitare a San Lazzaro o a Bologna e non
conoscerlo, non essergli amico. Il ricordo del Consiglio comunale, del Pd e l’impegno a proseguire lungo
la strada da lui tracciata per una politica al servizio della comunità.
«R
ingrazio il Comune
di San Lazzaro per
tutto quello che ha
fatto per mio padre. Papà ne sarebbe stato contento così come
lo era di vivere qui. Grazie per
questa nuova occasione di ricordarlo anche in questa sala consiliare». Lo ha detto commossa Federica Cevenini intervenuta, con
lo zio Gabriele, alla seduta del
Consiglio comunale sanlazzarese apertasi, lo scorso 15 maggio,
con la commemorazione di Maurizio, suo padre.
Come ha ricordato il presidente del Consiglio, Corrado Fusai,
«quest’aula consiliare vide Maurizio protagonista in varie vesti». Lo ha raccontato lui stesso,
intervistato dalla figlia Federica
per il libro “Bologna nel cuore”. Il
“Cev” ha trascorso infanzia e giovinezza, già in politica, nella città
petroniana. Poi l’impegno lavorativo a Villalba, iniziato come
centralinista fino alla carica di
amministratore delegato, e quelle di presidente provinciale e vicepresidente regionale dell’Aiop
(Associazione italiana ospedalità
privata). Nell’85 la decisione di
Cevenini alla StraBologna con Morandi e Macciantelli
lasciare la città per trasferirsi alla
Mura San Carlo di San Lazzaro ai
piedi dei colli e ai margini del Parco regionale dei gessi.
«Nel ’90 - raccontava Maurizio
alla figlia - accettai la proposta
del sindaco di San Lazzaro, Sonia
Parisi, di candidarmi alle elezioni.
Entrai nella giunta e ricoprii la
carica di assessore al personale,
poi ai lavori pubblici occupandomi anche della ristrutturazione del palazzo comunale. Dopo
due anni e mezzo di mandato gli
impegni professionali, a livello
Il suo ultimo scritto
Ripubblichiamo l’articolo uscito nel numero dedicato al 25 aprile.
“S
e voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la
nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono
impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”. Queste sono le bellissime parole che Piero Calamandrei pronunciò nel 1955 agli studenti di Milano. Frasi che andrebbero fatte ascoltare
ancora oggi ai nostri ragazzi, perché restano sempre vere e vive. Noi tutti
abbiamo un debito enorme verso quelle persone, per lo più giovani, che
hanno sacrificato la loro vita per la libertà dell’Italia e degli italiani, per il
riscatto di un popolo al quale era stato sottratto tutto, anche la dignità.
Da quel fermento è nata la nostra Costituzione, e tutti i diritti e i doveri
che ne conseguono. Dalla lotta antifascista sono nate le radici e il tessuto
della nostra democrazia. Sono passati 67 anni dalla liberazione, che celebriamo il 25 aprile, data simbolo di riscatto e unità. E ancora oggi, dopo
4
locale e nazionale, diventarono
pressanti e mi portarono a optare per il ruolo di capogruppo in
Consiglio comunale».
I due brani biografici, tratti dal
libro, sono stati citati dal sindaco
Marco Macciantelli nel corso della commemorazione di Cevenini.
«Ho in mente queste pagine
- ha detto il sindaco - che mostrano il significato che Maurizio
attribuì a quella sua prima esperienza di amministratore locale.
Abbiamo alle spalle una settimana che ci ha travolto ma siamo
qui per fare memoria. Abbiamo
tutti negli occhi il suo sorriso, il
contatto fraterno. Aveva una relazione con gli altri che andava
al di là della collocazione politica.
Maurizio Cevenini era uno straordinario rappresentante del popolo. Avremo altre occasioni per ricordarlo, come uomo e sportivo,
e per ricordarne l’attaccamento,
oltre a Bologna e al Bologna, anche a San Lazzaro. Questo è solo
un primo momento. La nostra
sarà una comunità allargata nel
ricordo di Maurizio per l’amicizia
che ci ha dato e per l’affetto che
gli abbiamo voluto».
Dopo queste parole i tanti presenti nell’aula si sono poi raccolti
in un minuto di silenzio e in un
muto saluto: «Ciao “Cev”».
Il Pd, il suo partito, nel ricordare con commozione Maurizio,
stringendosi ai suoi familiari, ha
assunto “l’impegno a proseguire
la ricerca di una politica che sia
all’altezza dello sguardo della
gente che gli ha voluto bene.
Consapevoli che il legame profondo che Maurizio ha saldato
con la città, con le Istituzioni e
con il Pd non verrà mai meno”. *
VISTO DAL CEV...
tanto tempo, parliamo spesso di libertà e dignità. Lo facciamo quando
difendiamo la nostra Costituzione; quando chiude un giornale; quando
lottiamo contro la violenza e l’esclusione; quando difendiamo un posto di
lavoro; quando pretendiamo di essere tutti uguali, come siamo. Lo facciamo perché la libertà, la dignità e l’unità sono principi nei quali crediamo,
in virtù della nostra storia, della nostra comune eredità. Principi ai quali il
Partito democratico, da sempre, si ispira. Gli alleati a Bologna entrarono il
21 aprile del 1945, accolti dai partigiani e dai cittadini, ma per convenzione la data nazionale della Liberazione è il 25 aprile. Dobbiamo celebrare
un anniversario così importante rispettando il suo profondo significato e
attualizzando il suo messaggio. Troppo spesso i principi dai quali è nata
la Costituzione sono stati messi in discussione, attaccati, minacciati. Per
difenderli bisogna partire da lì. E lì andare con il pensiero, nei luoghi dove
si è lottato per la nostra libertà e dignità.
Maurizio Cevenini
San Lazzaro
in Piazza
ciao Maurizio
Tanti i ricordi di mio padre
legati a San Lazzaro
Mi è stato chiesto di scrivere un ricordo di mio padre. Ne ho tanti, troppi in
questi giorni.
E tanti di questi ricordi sono stati vissuti a San Lazzaro, nella casa dove ho
abitato con i miei genitori. Nonostante mio padre abbia svolto la maggior
parte della sua vita politica a Bologna, non va dimenticato che lui è partito
proprio da qui, dal Comune di San Lazzaro di Savena e che ricordava sempre con piacere il periodo passato come assessore.
Ringrazio i cittadini e l’Amministrazione comunale per la disponibilità e
l’impegno dimostrato nell’ultimo saluto ad un uomo che rimarrà nel cuore
di molti.
Federica Cevenini
Il Consiglio comunale, con la figlia e il fratello di Maurizio
Amava la gente
e la gente lo amava
Il mio pensiero
va al tuo sorriso
Tutti conoscevano Maurizio. Tutti gli volevano bene. Maurizio amava la gente e la gente lo amava. Aveva un suo modo, speciale, di
trattare le persone. Ciò che lo rendeva unico, inconfondibile. Era
quella cosa lì: la capacità di avere relazioni, di fare relazione, di stabilire un legame. Con un po’ di amicizia, in un mondo di pregiudizi; di concordia, in un contesto segnato dai contrasti; talvolta di
portare una battuta sdrammatizzante, in un mondo che tende a
prendersi troppo sul serio. Tutti, incontrandolo, avevano voglia di
salutarlo, di stringergli la mano, di parlare con
lui. Coloro che si proponevano una iniziativa,
se volevano metterci un po’ di smalto, rilievo,
sapore, rendendola un po’ meno paludata e
ingessata, chiamavano lui, e lui, senza risparmio, accettava e ci riusciva. E ci sapeva fare,
con parole semplici, facendosi comprendere
da tutti, ma con estrema efficacia. Con lui le
cose funzionavano meglio. Funzionava meglio
il rapporto con la gente, la sua gente. Ecco:
quella gente che oggi chiede una politica diversa, più vicina, più prossima, più semplice,
più umile, più alla portata, più dell’amico che
parla all’amico, piuttosto che fatta di discorsi
distaccati o astratti.
Ha fatto molto per tanti, ha fatto tanto per noi
tutti, per la sua comunità. A San Lazzaro era
benvoluto, stimato, come ottimo amministratore, dirigente politico, uomo schierato ma
mai di parte, capace di coinvolgere tanti mondi, i mondi della vita reale.
A tutti non sembra vero. Sembra di essere entrati in un film con
la speranza che possa avere un altro epilogo. La notizia è stata un
colpo di frusta che ci lascia storditi, attoniti. In un momento doloroso e triste come questo, dobbiamo pensare alla persona bella
che è stato Maurizio Cevenini, a tutto quello che ha fatto, a tutto
quello cha lascia, e fare memoria di lui: in quella memoria c’è un po’
della speranza che la sua testimonianza generosa lascia alla nostra
comunità, al paese, a noi tutti, alla gente come alla politica, alle istituzioni come a tutti coloro che gli hanno davvero, sinceramente,
profondamente voluto bene.
Il Comune di San Lazzaro non mancherà di ricordarlo sempre nel
modo che merita. Mi stringo alla famiglia e abbraccio Rossella, Federica e tutti i familiari.
Marco Macciantelli
Una pagina bianca che non avrei mai voluto riempire mi sta guardando e il mio pensiero va al tuo sorriso, che, sornione, riusciva
sempre a spiazzare tutti e anche questa volta hai spiazzato tutti.
Ragioni terrene cercano un perché e resta quindi il rammarico di
non esserti stato vicino, per poter scrivere ancora, assieme, al futuro, mentre ora tutto diventa, è diventato, passato.
Così il ricordo va a quando una trentina di anni fa ci siamo conosciuti e assieme abbiamo dato vita al comitato per la salvaguardia
del futuro “parco della pace”, nel nostro quartiere a Mura San Carlo.
E ancora ti ricordo quando, in prima fila, allora
a rappresentare l’Amministrazione comunale, presenziasti all’inaugurazione della stessa
chiesa di San Carlo. Ti vedevo in imbarazzo e in
attesa (me lo dicesti a cerimonia finita) di una
tirata d’orecchie per le lungaggini burocratiche, sia pur dovute, per arrivare a quel giorno.
Poi ancora gli anni si sono rincorsi e dall’impegno politico locale sei passato a Bologna a più
alti incarichi.
Tuttavia tu e la tua famiglia siete stati sempre
presenti alla vita di San Lazzaro e non è mancato mai il reciproco sorridente saluto all’incrociarsi per strada diretti ai rispettivi impegni.
La tua Smart con i colori rossoblu vista lungo
le nostre vie era comunque la certezza che
Maurizio era a casa, con noi e tra noi. Tutto,
fino al ritrovarci nello stesso partito, per diversi impegni, da gigante tu, molto più modesti i
miei, ma entrambi schierati dalla stessa parte, per convinzione e
servizio alla comunità.
E ritrovandoci, da vicino e da lontano bastava un cenno, un leggero alzare la mano, uno sguardo, per stabilire l’intesa. Fino all’ultimo recente incontro con i volontari della Festa dell’Unità della
Cicogna. Ci siamo parlati e immediata appunto l’intesa: “Scriveresti
di volta in volta sulla nostra rivista alcune riflessioni sull’attualità
politica?”. Hai subito accettato e poi lo hai fatto, con garbo, come
sempre è stato il tuo stile, e anche adesso ci accingevamo a contattarti per ritornare ad avere il tuo scritto. Certo, tutto ciò ci mancherà e magari ti proporremo una nuova rubrica: “Cronache dal cielo”.
Lassù, ricordati, essere di San Lazzaro e di Bologna è di sicuro meritorio, fatti strada, e prima o poi, vedrai, tutti ci rivedremo.
Tito Saracino
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San Lazzaro
in Piazza
dopo il voto
IL PUNTO
Attenzione al malessere
che c’è nella società
di MARCO MACCIANTELLI
S
ul recente voto amministrativo, riprendo il passaggio di un articolo del professor Roberto D’Alimonte, osservatore non schierato, il quale, sul “Sole 24 Ore” del 22 maggio, ha scritto: “Ha ragione
Bersani a parlare di vittoria netta del centrosinistra. Pd e alleati amministravano 55 Comuni su 157 e sono passati a 85 senza contare
gli 11 vinti dalla sinistra senza il Pd. Ciò premesso, va però ripetuto
ancora una volta che questo risultato non è il prodotto di un allargamento della base elettorale dei partiti di centrosinistra”.
In effetti, il centrosinistra non ha fatto il pieno del proprio voto potenziale. Siamo in presenza di un fenomeno astensionistico di proporzioni significative che il centrosinistra, pur ottenendo un risultato tutto sommato buono, non è riuscito a intercettare e ad attrarre.
Quindi: piedi per terra. Attenzione al malessere che si muove nella
società. Nessuna enfasi.
Detto questo e gettando un occhio sulla nostra regione, è bene
stabilire una distinzione tra alcuni casi, dove si è vinto e bene, altri
dove si è perso, come Parma e Comacchio, altri ancora, come Budrio,
dove si è vinto, ma di stretta misura. A Parma e Comacchio ce l’ha
fatta il M5S, al secondo turno, con un’affermazione molto chiara. In
situazioni segnate, per quanto in forme diverse, da inchieste della
magistratura riguardanti le Amministrazioni di centrodestra degli
ultimi anni, con interruzione traumatica del mandato e relativo commissariamento.
Forse, lì, le candidature del Pd avrebbero potuto essere più adeguate. Per esempio: oggi la gente non comprende il fatto che uno si candidi a fare il sindaco di Parma rimanendo presidente della Provincia.
Tutto ciò che sa di garanzie precostituite non fa una buona impressione. Però è anche vero che a Parma e Comacchio, più che un confronto tra opzioni programmatiche, è emerso un forte desiderio di
rinnovamento. Un vento di questo tipo è soffiato anche a Budrio; ma
evidentemente, almeno in parte, esso è stato raccolto dalla proposta del centrosinistra che, al secondo turno, seppur di stretta misura,
vince, col giovane Giulio Pierini, e, probabilmente, anche grazie al
lavoro fatto dall’Amministrazione uscente.
La vicenda budriese suggerisce alcune ulteriori considerazioni. E’
importante che il centrosinistra sia unito. Unito, prima di tutto, alla
propria comunità, pur nella pluralità delle sue espressioni. Non può
essere solo una sommatoria di sigle. Dal voto indubbiamente emerge - oggi come una novità, poi vedremo gli sviluppi - il M5S. Però attenzione: c’è il primo e il secondo turno. Sono due film diversi. Al primo turno, soprattutto nella nostra regione, il terzo polo non decolla
e il centrodestra si avvita su stesso. Al secondo turno, l’elettorato del
centrodestra confluisce sui candidati del M5S. Il quale non nasce ora
e non si esprime qui per la prima volta. Ha già avuto i suoi suffragi nel 2010 in Regione e poi lo scorso anno in Comune a Bologna,
conquistando quell’area di voto inquieto, anche civico, che, nell’area
metropolitana bolognese, da circa un decennio, è quantificabile in
circa il 10% dell’elettorato.
Anzi, forse per le realtà autenticamente civiche è giunto il momento
per una riflessione. Rimanere autonome o farsi fagocitare da quello
che si presenta, oggi, più che come un partito nuovo, come un nuovo partito, per quanto organizzato più sul web che sul territorio? Il
rischio è quello di essere cannibalizzate da una formazione legittima, come il M5S, che ha le proprie caratteristiche e ormai anche un
proprio “ceto politico”. Un centro gravitazionale che rischia di lasciare
intorno a sé il deserto del civismo non di partito.
Bisogna tuttavia sapere che il termometro misura la febbre, ma, in
genere, non è il rimedio. Un ruolo nella vicenda del voto l’ha certamente avuto il governo Monti, nel senso che, in un passaggio di
forte sofferenza per il Paese, le posizioni “contro” hanno intercettato
le istanze del disagio e della protesta. In questo senso, su una forza
riformista di responsabilità nazionale, come intende essere il Pd, ricade l’esigenza di tenere insieme il sostegno leale, senza disgiungerlo dalla capacità di incalzare il governo verso una maggiore equità.
Unendo la leale collaborazione con una proposta di cambiamento,
alternativa al centrodestra, in vista del rinnovo, entro un anno, della
legislatura nazionale.
Aggiungo che il confronto non può essere tra una politica malata
e una contestazione pregiudiziale; ma deve fondarsi sull’esigenza di
una profonda riforma della politica, a partire dalla legge elettorale
sino al finanziamento pubblico. I sintomi sono troppo chiari per non
vedere che siamo in presenza anche di una crisi degli istituti della
democrazia. Che c’è bisogno di arricchire quella elettivo-rappresentativa con forme in grado di coinvolgere di più la gente.
Bisogna sapere che c’è anche molta paura in giro, a causa della crisi,
e non mancano forme di ripiegamento e pericoli di rottura della coesione sociale.
È più semplice farsi suggerire da qualche sondaggista che cosa la
gente vuol sentirsi dire (questo è forse l’aspetto che, nonostante le
differenze, crea un’aria di famiglia tra Beppe Grillo a Silvio Berlusconi). Più responsabile è dire ai cittadini, dopo tante balle, la verità. Per
esempio, che la sfida per il nostro Paese, oggi, è, fino in fondo, nel
progetto europeo, non nell’uscita dall’Euro. Che con questa recessione, questo debito, questa crisi, occorre crescita, non decrescita,
giustizia sociale, non egoismo sociale.
Le vittorie del M5S a Parma e Comacchio, ora, mettono il M5S alla
prova. Ci sarà un processo di maturazione? Vedremo. Forse al M5S,
come a certi “eterni ragazzi”, avrebbe convenuto di più continuare a
tenere alta la tensione della speranza. Adesso devono dimostrare, sul
campo, di essere capaci di governare. E di fare, possibilmente, bene.
In campagna elettorale puoi dire quello che vuoi. Nell’azione amministrativa devi fare ciò che serve. Non per una nicchia, per tutti.
La foto di Falcone e Borsellino sulla facciata del palazzo comunale
In occasione dei venti anni della strage di Capaci sulla facciata del Palazzo Comunale è stata esposta la foto che ritrae i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L’iniziativa è stata curata dai consiglieri delle medie del Consiglio Comunale dei Ragazzi che quest’anno sono impegnati sul tema
della legalità. Dallo scorso marzo, ogni lunedì, i ragazzi hanno seguito un laboratorio di educazione alla legalità e pratica giornalistica in collaborazione con Voli soc. coop e Radio Città del Capo.
Inoltre, anche quest’anno il Comune ha aderito alla “Giornata della Memoria e dell’Impegno in
ricordo delle vittime delle mafie 2012” ospitando Margherita Asta, vittima dei crimini di mafia
all’età di 10 anni e utilizzando per una settimana nei menu delle scuole passata di pomodoro,
pasta, olio extravergine di oliva e marmellata di arance di Sicilia provenienti dalle cooperative di
Libera Terra che operano su terreni confiscati alla criminalità organizzata.
6
San Lazzaro
in Piazza
Segui
la cicogna!
22 giugno, si alza il sipario
Alla Cicogna la festa più bella
a cura della redazione
Parte l’appuntamento (quest’anno regionale) con il Pd e l’Unità nella tradizionale area di via Aldo Moro.
Un programma ricco di iniziative e di offerte per tutti. Annunciata la presenza di Bersani, Franceschini,
Finocchiaro ed Errani. Il lavoro dei volontari per l’allestimento degli stand.
T
ra pochi giorni si alzerà il
sipario della Festa regionale dell’Unità in via Aldo
Moro, terza edizione dopo quelle di
Bosco Albergati e di Imola. Da settimane tanti militanti del Pd, tanti
volontari stanno allestendo con
stand, palchi, bar, ristoranti e strutture di servizio, la grande area della
Cicogna dove da anni si svolge la
tradizionale Festa dell’Unita, che
quest’anno il Pd regionale ha voluto allargasse l’orizzonte all’intera
Emilia-Romagna. E quei volontari,
insieme a tanti altri, accompagneranno la vita della Festa che si prolungherà fino al 16 luglio.
Perché alla Cicogna? Per Giorgio
Sagrini, responsabile organizzazione del Pd regionale “è una festa ben
strutturata, forte di un’antica e solida tradizione, in grado - per dimensione e capacità - di accogliere un
pubblico numeroso. Queste feste
popolari sono la rappresentazione
concreta, evidente, della ‘buona
politica’ e il loro valore, la loro funzione è per il Pd e per la democrazia stessa di grande importanza.
Ciò grazie al lavoro di tanti volontari, cosa che vale più di mille parole”.
Non mancherà il ricordo del Cev,
come ha sottolineato il segretario
regionale del Pd Stefano Bonaccini:
“ Svolgere a casa sua, a San Lazzaro,
questa festa della buona politica, è
il modo migliore per ricordare lo
straordinario e limpido impegno
politico e civile di Maurizio Cevenini, che ha lasciato un vuoto incolmabile in ognuno di noi”
La Festa si presenta con un programma molto ricco. Previsti dibattiti di livello nazionale (non ancora
definiti nei dettagli) ma è certo che
la Cicogna ospiterà il segretario
nazionale Pierluigi Bersani, i capigruppo di Camera e Senato, Dario
Franceschini e Anna Finocchiaro,
il presidente della Regione EmiliaRomagna, Vasco Errani e tanti altri.
Sui giornali e sul web sarà data
notizia dei diversi incontri. Molti
anche sui temi locali con i sindaci e
gli amministratoti di San Lazzaro, di
Grazie a tutti dal Pd
Tutti gli anni una domanda percorre il nostro territorio: “ma la Festa de
l’Unità si fa ancora? e si chiama ancora così?”. Questo anno abbiamo risolto il dilemma sin da dicembre arrivando primi e vincendo le Primarie. Con questa battuta avevamo annunciato che nel 2012 alla Cicogna
la Festa dell’Unità si sarebbe svolta e sarebbe stata Festa regionale del
Pd. Impegno che diventa ancora più importante nel momento in cui la
nostra regione si mobilita per reagire al sisma che ha colpito le nostre
terre, e questa festa, che rappresenta tutta l’Emilia-Romagna, diventa il
simbolo di quanto sul territorio il nostro partito sta mettendo in campo
per non lasciare sole le persone colpite da questa grave calamità.
La Festa de l’Unità è anche centinaia di persone, iscritte e non al Pd che
prestano gratuitamente una parte del proprio tempo libero per 25 giorni (ma molti di loro ci lavorano già da parecchi mesi). Perché la Festa non
è una scenografia di Hollywood, non è un effetto speciale, è una cosa
viva, reale fatta di lavoro, sudore, impegno, urla, risate, preoccupazioni,
soddisfazioni di tante persone. A queste persone il nostro grazie, perché
attraverso il loro sforzo possiamo continuare a dire che la nostra politica
è finanziata in maniera pulita e trasparente. Pd San Lazzaro
Ozzano e del quartiere San Vitale.
“Parleremo – ha detto ancora Bonaccini - di quale futuro dare all’Italia e all’Emilia-Romagna. Lavoro e
impresa, welfare e giustizia sociale,
fisco, scuola e università, ambiente,
cultura, enti locali, riforma delle
istituzioni e della politica. Le nostre
feste sono il segno tangibile che la
nostra è una politica pulita per lo
sviluppo dell’Italia”
All’entrata della Festa ci sarà anche lo “Spazio Pd” dedicato alla diffusione di materiale prodotto dal
Partito e ad incontri con i cittadini.
Non mancheranno inoltre appuntamenti culturali e musicali di rilievo e un’offerta gastronomica ancor
più di qualità.
Tra le novità di quest’anno troviamo una nuova spaziosa libreria
che torna in campo, un luogo dedicato non solo ai libri (ne parliamo
nelle pagine seguenti). Lo “Spazio
giovani”, a cura dei Giovani Democratici (GD) proporrà filmati, musica, bar etc. “Open space 2012”, il
festival per i giovani di venerdì 6
luglio, dalle 18 alle due di notte con
tanta musica, venti dj e qualche
sorpresa, sarà una novità assoluta
per la Cicogna.
Come già annunciato, nell’organizzazione rientra, insieme al Pd di
San Lazzaro e a quello di Ozzano,
anche il Pd del quartiere San Vitale
con la sua ‘creatura’: l’Antica Ricetta, il ristorante dei sapori toscani
con le sue fiorentine; e sempre in
campo gastronomico la novità è
rappresentata da un piccolo ristorante: l’Hostaria umbra con i piatti
di quella regione. Si affiancano ai
Ristorante tradionale Antichi sapori, al ristorante tutto pesce “Al faro”,
senza contare poi la pizzeria, lo
spazio crescentine, bar e gelateria.
E poi la tombola, il gioco del tappo
ed altro ancora.
Come ogni anno sarà di nuovo
la volta della solidarietà, giovedì
5 luglio, con la serata destinata al
sostegno delle zone dell’Emilia Romagna colpite dal sisma.
Benvenuti alla festa! *
7
San Lazzaro
in Piazza
Segui
la cicogna!
In viaggio tra i volontari:
Come abbiamo scritto sul numero scorso c’è chi dà tantissimo, chi solo qualche ora di tanto in
tanto, ma tutti lo fanno con la consapevolezza che anche questa è politica e di quella buona. E
a tutti, nessuno escluso, va un sentito ringraziamento per il lavoro volontario concesso. Donne,
Americo, il cacciatore
che “parla” con i pesci
PAGINE A CURA DI
Ironia della sorte: un “seguace di Diana” al comando del ristorante Al faro
della Cicogna. 157 mila euro l’incasso del 2011, oltre 7 mila i coperti serviti.
C
hissà, con il nome che
porta (forse in famiglia
ammiravano la figura di
Amerigo Vespucci, navigatore ed esploratore vissuto tra il
1400/1500 che scoperse il Nuovo Mondo, tanto da lasciare il
suo nome al continente), Americo, Cassanelli di cognome, nella
vita avrebbe potuto trovarsi al
comando di un bastimento, le
navi di un tempo che solcavano
oceani e mari, una tecnologia
oggi decisamente andata in disuso. Ma forse era destino che,
a lungo andare, nella sua vita
dovesse misurarsi con i pesci,
nonostante la sua sviscerata
passione per la caccia.
Infatti sono anni che il ristorante “al faro”, il pesce della Cicogna, è sotto la sua responsabilità
e il team della struttura da lui coordinato è forte di altre “colonne
portanti”: l’inseparabile moglie
Bruna, la sorella Tiziana (un pilastro!), Guerino suo cognato
e sua moglie Lidia, altra sorella
di Americo (niente a che vedere
con il familismo… lì c’è da lavorare sodo e per giunta gratis!), le
sempre presenti Dalide (moglie
di Archimede Spisni, l’ideatore
del ristorante e responsabile per
anni prima di lasciarci) e Mirella
(nonostante la sua non più giovane età) e i tanti altri che ogni
sera prendono posizione all’interno dello stand: chi alle griglie
e alle friggitrici (Ivo, Gino, Gianni, la Norina), chi al bettolino (il
bar), chi alla cassa, in sala, allo
sgombero, ai lavaggi. Da fare ce
n’è per tutti. Fino a qualche anno
fa è stata della partita anche Lidia, moglie dell’indimenticabile
Luciano Pozzi, a cui non ci stancheremo mai di rivolgere il nostro pensiero e i nostri ringraziamenti, oggi, comprensibilissimo,
in ‘aspettativa’… A lei va un bacio
e un forte abbraccio e un invito:
vieni a trovarci, ti aspettiamo a
braccia aperte!
La gestione di un ristorante del pesce non si improvvisa
perché, ogni giorno, abbisogna
di lunghe preparazioni (in particolare la pulitura). Lavori che
impegnano dal primo mattino
se si vuole che ogni sera, alle seis
y media de la tarde (18,30), ci si
trovi pronti all’appuntamento
con Alfio, Giovanni e Mario che
premono all’ingresso chiedendo:
è pronto? quando si mangia? Il
lavoro, anche in questo caso, è
puro volontariato e non è poco.
Nei venticinque giorni - tanto
dura la festa della Cicogna - è pur
sempre doveroso fare i conti con
le quotidiane necessità personali
di ognuno che a volte si tende a
passare in secondo piano.
La prima esperienza del pesce
a San Lazzaro ebbe luogo nel
1982 nella festa del Parco della Resistenza. Poi, trasferita alla
Cicogna, via via lo stand è cresciuto fino a raggiungere i livelli
attuali. Quest’anno verrà festeggiato il 31° anniversario. Nel 2011
è stato realizzato un incasso di
157.000 euro con oltre 7 mila
coperti preparando circa quattro
mila porzioni tra spiedini, piatti
di fritto e grigliate miste. Ottantamila euro circa gli utili portati
nelle casse dalla struttura. Un
modo trasparente per finanziare
la politica.
In ‘plancia’ di comando, nel
tempo, si sono avvicendate anche le cuoche Bruna Alvisi e Rosa
Ottaviano. Da diversi anni, collaborano con noi Franco, ai primi
piatti, con quei suoi mustacchi
bianchi stile Novecento capace di gestire in contemporanea
una decina di padelle - vederlo
all’opera ha dell’incredibile al
punto che si è guadagnato l’appellativo di ‘spadellatore pazzo’
- e Marco (suo aiuto) figure fondamentali in cucina.
I risultati raggiunti, com’è naturale che sia, sono frutto di un
lavoro d’équipe. È anche questo
un modo per contribuire a diradare le nebbie che hanno avvolto la politica in questi ultimi
tempi. A tutti un sentito grazie! *
Morara ha raccolto il ‘testimone’ lasciato da Lelio
L
e Feste dell’Unità compiono ormai settant’anni e ogni edizione è
attesa, più o meno da tutti, come un avvenimento irrinunciabile.
In tutto questo periodo, come in ogni festa, anche a San Lazzaro abbiamo vissuto tanti ‘passaggi di testimone’. È forse questo il segreto
di queste feste. Come in una staffetta: funziona se chi riceve si fa
trovare pronto da chi porge.
A volte, nel nostro caso, è dovuto anche per motivi di salute. È successo alla pesca della Cicogna gestita per diversi anni da Lelio Benetti a cui, da queste pagine, mandiamo un saluto e un ringraziamento
per il lavoro svolto e fargli gli auguri di rimettersi presto. Da un paio
d’anni, al suo posto, è subentrato Mauro Morara che ha trasformato
la tradizionale pesca con numeri vincenti e serie che abbiamo con-
8
osciuto per tanti anni in un grande gioco
del tappo ad accumulo punti con la possibilità di vincere oltre ai soliti premi anche
bellissime piante. Con lui collaborano: Alessandra, Pietro, Franco,
Anna, Claudio, Aldina e Mario Panzacchi nel ruolo di ‘speaker ufficiale’ della Festa. L’anno scorso l’incasso ha raggiunto la cifra di
19.500 euro circa. Tolte le spese, in cassa sono rimasti 12.500 euro.
Mica male.
E per l’edizione 2012? Conoscendo Morara penso che ci riserverà
delle sorprese, ma a tutt’oggi è mistero… fitto. Pochi giorni ancora
d’attesa e potremo verificare tutti di persona. Appuntamento al
gioco del tappo!
San Lazzaro
in Piazza
Segui
la cicogna!
così nasce e vive la Festa
uomini, ragazzi, tutti quanti in blocco li vogliamo includere tra la Gente della città, la rubrica che
di tanto in tanto su queste pagine “accende i riflettori” su nostri concittadini, personaggi più o
meno noti, che si sono “guadagnati” quell’appellativo.
GIANNI GRILLINI
Lo stand che non c’era
I libri ritornano alla grande
Incontri con autori, editori e lettori. Prezzi scontati. Ma non solo: anche una
visita guidata a Pizzocalvo e la vendita dei prodotti di Libera.
L
o scorso anno la libreria
non c’era proprio e pure
negli ultimi anni ne portava solo il nome; di fatto era solo
uno spazio in cui erano ‘cumulati’ vecchi volumi ammuffiti, parte a metà prezzo, quasi nessuna
novità editoriale e via dicendo.
Forse, la ragione del suo insuccesso era racchiuso tutto lì.
Quest’anno, invece, e già questa è una prima buona notizia,
grazie al contributo di Roberta
Ballotta e dei volontari che collaborano con lei, vuole essere
uno spazio in cui trovare le ultime novità in campo librario, ma
non solo, anche un luogo dedicato alla presentazione di libri,
scrittori, editori. Quasi ogni sera
un libro, una presentazione, uno
scrittore: sull’antifascismo, sulla
Resistenza e sulla Liberazione;
sul contributo dato dalle donne
alla lotta per riguadagnare la libertà; sulle storie e sui miti del
Novecento ed altro ancora. Il calendario degli appuntamenti è
consultabile nell’opuscolo della
Festa.
«La Libreria - afferma Roberta
Ballotta - avrà uno spazio dedicato non solo alla vendita ma
anche alla presentazione di libri,
molti dei quali legati al nostro
territorio o a grandi personaggi
come il poeta Tonino Guerra recentemente scomparso. I libri ci
sono forniti da distributori particolarmente attenti all’editoria
locale e a piccoli editori emergenti. Sarà, quindi, un susseguirsi di appuntamenti (quasi ogni
sera, ndr) con scrittori e scrittrici
dell’area metropolitana presentati come di consueto da amici
giornalisti.
Inoltre - continua Roberta - abbiamo stabilito una importante
collaborazione con le sezioni
dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) di San
Lazzaro e di Ozzano Emilia: la
presentazione di libri inerenti
le tematiche dell’antifascismo e
della Resistenza legate al nostro
territorio e non solo».
«Su questi temi infatti - afferma
ancora Roberta - stiamo organizzando anche una visita guidata
nel tardo pomeriggio del 4 luglio
in via Montebello a Pizzocalvo.
L’occasione è quella di ricordare
l’eccidio delle otto vittime avvenuto il 4 luglio del 1944 (ricorre
quest’anno il 68° anniversario,
ndr) i Martiri di Pizzocalvo appunto, uccisi dai tedeschi».
La gestione di questa struttura
è frutto, unicamente, di lavoro
volontario.
«Per ora - assicura Roberta
- ruotano intorno alla Libreria
circa una quindicina di volontari
molto motivati, alcuni dei quali
già collaborano nella gestione
della Libreria al Parco Nord. Sono
docenti universitari, archivisti,
scrittori, bibliotecari, studenti,
operatori culturali. Altri volontari - conclude Roberta - sono
particolarmente graditi. Mi piace ricordare che la Libreria è un
importante luogo e occasione
di incontro con autori, editori e
lettori».
S’era detto “libri, ma non solo”.
Infatti, al suo interno saranno
esposti e venduti anche i prodotti di LIBERA. Quindi, “non solo
cibo per la mente”… come spesso ci ricorda un grande poeta bolognese: Roberto Roversi.
Infine, e anche questa è un’altra buona notizia, sulla vendita
dei libri sarà applicato uno sconto del 10% sul prezzo di copertina. *
ULTIM’ORA
L’incontro in Libreria, annunciato nell’opuscolo
della Festa per martedì 3
luglio, ore 21 “Il marketing
fa bene alla letteratura?”
con Antonio Paolacci,
direttore editoriale della
collana narrativa Perdisa
Pop, è stato spostato a
domenica 15 luglio
Pina, la tesoriera
I
l lavoro del tesoriere della Festa è gravoso, pesante e snervante:
tra i primi ad arrivare e l’ultimo a lasciare il campo spegnendo le
luci a notte fonda perché, ogni sera, i conti devono tornare. Nulla a
che vedere, si badi bene, con i ruoli negativi dei vari Belsito (Lega) e
Lusi (ex Margherita). Solo il ruolo (anche se in misura light, trattandosi di San Lazzaro) è simile.
L’incarico della Cicogna è affidato a una donna, alla Pina, e il suo lavoro non si esaurisce lì; ci sono i prezzi, i fornitori, le fatture, i contratti, la pubblicità, i pagamenti, i bilanci: mesi e mesi di impegno
estenuante, da gennaio a novembre e oltre (praticamente tutto l’anno). Nel ruolo di tesoriere, la Pina gode della nostra piena fiducia. Su
di lei e sul suo operato non ci sono ombre e dubbi: metteremmo la
mano sul fuoco senza indugi!
In verità, nella festa, non è sola: si avvale
della collaborazione di Alfredo, Tito, Roberto e la Bruna, ma il ‘peso’ maggiore ricade sulle sue spalle. Tanto per dare un’idea
si tratta, ogni sera, di impilare ogni tipo di monete (da 1 centesimo e
via dicendo, tutte girate da quella parte!), ordinare per tagli le banconote e fare i versamenti alla banca. A volte anche contare viti e
rondelle… Capite benissimo che ‘impilare e ordinare’ è proprio un
lavoro da certosino.
Alla Pina e a tutti i suoi collaboratori vogliamo fare gli auguri di buon
lavoro e, soprattutto, di impilare bene tutte le monete con una raccomandazione: tutte girate da quella parte…!
Pina, se non ci fossi dovremmo inventarti…
9
San Lazzaro
in Piazza
sanità
Un poliambulatorio più grande
per la “Casa della salute”
di GIANCARLO FABBRI
L’Ambulatorio ad accesso diretto trasferito, con orari allungati, dall’Ospedale Bellaria all’Ausl di via Repubblica. Potenziati i servizi. Cambierà l’assistenza sanitaria per rafforzare le cure primarie.
D
al 2 maggio l’Ambulatorio
ad accesso diretto, prima
al Bellaria, è entrato in funzione nei locali dell’Ausl in via Repubblica. Una decisione presa da
tempo che è stata ufficializzata
dalla firma di un accordo, lo scorso 26 aprile, tra Ausl, Comune e
sindacati Cgil, Cisl e Uil. Trasferimento che coincide col potenziamento delle attività in una fascia
oraria allargata rispetto a quella
precedente. Medico e infermiere
saranno infatti presenti dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19, e il
sabato, la domenica e i giorni festivi dalle 8 alle 20. Si tratta, come
hanno concordato le parti, di un
trasferimento apripista per il rafforzamento dei servizi territoriali,
nella prospettiva della realizzazione della “Casa della Salute”,
che avrà sede proprio nell’attuale poliambulatorio di San Lazzaro, che diventerà più grande.
«Sarà ampliato - come aveva
annunciato in aprile la dottoressa Maria Luisa Marcaccio, direttore sanitario dell’Ausl del Distretto
di San Lazzaro ­- di ulteriori 500800 metri quadri di superficie
nei prossimi due o tre anni. Ma
già prima diventerà una vera e
propria “Casa della Salute”, forse
la prima in provincia, col trasferimento in tale sede dell’ambulatorio. E invito tutti a non confonderlo con un pronto soccorso, o
a definirlo mini pronto soccorso.
È soltanto un ambulatorio rivolto ai cosiddetti “codici bianchi o
verdi”, ossia per problemi acuti
di modesta entità: febbri, manifestazioni dolorose addominali,
articolari o muscolari, non risolte con i farmaci di uso comune,
o per piccole ferite medicabili in
ambulatorio, quando il medico
di medicina generale non è reperibile».
Il potenziamento dei servizi
non riguarderà solo San Lazzaro
ma l’intero Distretto che comprende i comuni di Loiano, Monghidoro, Monterenzio, Ozzano e
10
Maria Luisa Marcaccio, direttore sanitario dell’Ausl
Pianoro. Con Macciantelli presidente del Distretto a osservare,
citando il professor Umberto
Veronesi, che gli «ospedali come
sono ora sono destinati a una
grande trasformazione e specializzazione». E che il Bellaria, «che
avrà funzioni di istituto di ricerca
scientifica (Irs) a livello regionale,
nelle neuroscienze, non ha le caratteristiche, e le specializzazioni,
per avere un pronto soccorso.
Con l’ambulatorio, quindi, incongruente con le sue funzioni».
Senz’altro i lettori ricordano
che, per iniziativa del comitato
Ambiente San Lazzaro Sud, tra
il 2002 e il 2003 furono raccolte
circa 26 mila firme per richiedere
l’apertura di un pronto soccorso
al Bellaria. Per valutarne la fattibilità fu poi costituito un tavolo
tecnico di lavoro che invece indirizzò la scelta a un modello di
“ambulatorio ad accesso diretto
diurno”. Poi avviato alla sperimentazione con decisione della
Conferenza sanitaria dell’area
metropolitana del 5 dicembre
2003. Ambulatorio che infine
prese il via il 29 marzo 2004, sostenuto da un protocollo d’intesa
con le parti sindacali. Precisando
che “pur essendo collocato in un
ospedale, non è dotato di sala
d’emergenza e quindi non è un
pronto soccorso, anche se può
inviare pazienti al ricovero nelle
più opportune sedi degli ospedali bolognesi”.
Come ha evidenziato la dottoressa Marcaccio «le verifiche
effettuate sull’attività degli anni
2005-2011 hanno rilevato un
calo degli accessi pari al 15%. Nel
2011 sono stati 4.801, con una
media di 13 al giorno compresi
quelli di pazienti in carico ai reparti che il sabato e la domenica
hanno bisogno di terapie. Il 50%
degli accessi - ha proseguito il
direttore dell’Ausl distrettuale - si
concentra nella fascia oraria dalle
8 alle 12 e solo l’1,3% degli accessi è seguito da ricovero. Il 95%
degli accessi presenta un codice
colore bianco o verde e il 40%
dei cittadini che vi accedono è
residente nel Distretto sanlazzarese, di cui il 29% nel Comune di
San Lazzaro, il 39% viene da Bologna e il rimanente da altri comuni. L’analisi delle diagnosi - ha
ribadito la Marcaccio - conferma
che l’assistenza richiesta è tipica
dell’attività della medicina del
territorio».
Nello stesso ambulatorio, dalle
20 alle 22 e dal lunedì al venerdì,
viene mantenuto l’accesso diretto alla “continuità assistenziale”
(ex “guardia medica”) del Distretto che fu trasferito in via Repubblica, dalla precedente sede, nel
dicembre 2011. L’attività dell’ex
guardia medica, con accesso telefonico per consigli e visite domiciliari, rimane invariata: tutte
le notti dalle 20 alle 8, il sabato e
i festivi dalle 8 alle 20, i prefestivi
dalle 10 alle 20.
Quindi, per concludere, per
l’Ausl l’obiettivo è quello della
“Casa della Salute” a San Lazzaro
perché «non vi è dubbio che l’aumento di domanda di salute, per
l’allungamento dell’aspettativa
di vita delle persone, e la maggior incidenza di malattie croniche, rende necessario un cambiamento radicale nelle modalità
di erogazione dell’assistenza
sanitaria, con investimenti meno
concentrati sull’area ospedaliera
e più orientati al rafforzamento
delle cure primarie e alla promozione dell’integrazione e del
coordinamento tra professionisti
diversi». *
San Lazzaro
in Piazza
ambiente
Rifiuti porta a porta, è già un successo
La raccolta aumentata del 30%
Un risultato al di sopra delle previsioni iniziali.
L’assessore ha colto l’occasione per ringraziare la
cittadinanza delle frazioni impegnate nella sperimentazione per la collaborazione dimostrata.
G
visioni iniziali che auspicavano
razie alla collaborazione e
di raggiungere almeno il 65% di
al senso civico dei cittadidifferenziato. E anche in questo
ni la raccolta dei rifiuti col
caso l’assessore ha colto l’occa“porta a porta”, avviato in alcune
sione per ringraziare la cittadifrazioni il 16 aprile, ha ottenuto
nanza delle frazioni impegnate
buoni risultati già alla prima setnella sperimentazione per la coltimana di sperimentazione. Nelle
laborazione dimostrata.
località Borgatella, Colunga, CroIn pratica col sistema del porara, Ponticella, e al “Trappolone”
ta a porta si torna all’antico. I più
nelle vie Madre Teresa di Calcutta
anziani certamente ricordano i
e Nazionale Toscana, ha già rag“ruscaroli” (o più correttamente
giunto il 60%. Ossia un incremen“netturbini”), non ancora definiti
to di oltre il 20% di differenziato
“operatori ecologici”, che ancora
che sarà di nuovo materia prima.
nella Bologna del secondo doTanto che il vice sindaco e aspoguerra giravano per la città, di
sessore all’ambiente, Giorgio Arcasa in casa, con i carretti trainati
chetti, lo ha subito definito «un rida cavalli. Ruscaroli che, con una
sultato importante che dimostra
trombetta, chiamavano in stral’impegno dei cittadini in questa
da le massaie per la raccolta del
sperimentazione. Sappiamo che
rusco che al tempo era spazzala novità comporta sempre qualtura integrata da resti di cucina
che disagio, ma ancora una volta
o piatti e bicchieri rotti. Tutto
i sanlazzaresi hanno mostrato un
quello che bruciava: legno, caralto senso civico raggiungendo
ta, eccetera, finiva nella stufa di
un ottimo risultato. Il 60% nella
cucina. Poi si era passati ai primi
prima settimana è l’ennesima
autocompattatori con carica da
prova che la sensibilità dei cittabidoni di lamiera zincata e infine
dini per i temi ambientali è alta e
quelli più moderni per i cassonetconsolidata da tempo».
ti col solo autista.
Nelle successive settimane c’è
Ora col porta a porta si ritorpoi stato un continuo incremenna all’antico con i bidoni di ferro
to fino al 70% di raccolta differensostituiti
da quelli di plastica; faziataGrafica,
registrato a metà
maggio. and
Comix
more
miliari o condominiali. Bidoni o
Un risultato al di sopra delle pre-
AGA
EN E R A
Al ruscarôl d’na volta (Il netturbino di una volta)
bidoncini grigi per indifferenziato e organico, sacchi invece per
plastica (gialli), carta (celesti) e
sfalciature e ramaglie (marroni).
In strada nelle località interessate
sono rimaste, infatti, soltanto le
campane del vetro.
I contenitori di plastica e una
prima dotazione di sacchi sono
stati distribuiti casa per casa da
personale Hera. Successivamente
i sacchi per la differenziata vanno
ritirati al municipio in piazza Bracci, alla stazione ecologica di via
Speranza, al circolo “La Terrazza”
in via del Colle alla Ponticella e,
per i residenti del “Trappolone”, al
circolo Arci in via Valleverde a Rastignano. Circolo dove si era svolto l’ultimo degli incontri pubblici
organizzati da Comune ed Hera
con l’assessore Archetti, il dirigente comunale architetto Anna
Maria Tudisco responsabile del
settore ambiente e per Hera l’ingegner Marco Mattioli e Gianni
Gamberini. Con cittadini, più preoccupati per problemi stradali e
parcheggi, che hanno dimostrato
la loro buona volontà e spirito di
collaborazione. L’ingegner Mattioli e Gamberini hanno poi spiegato come far funzionare bene
la raccolta raccomandandosi il
rispetto degli orari di esposizione
in strada di bidoni, bidoncini, o
sacchi di vari tipi.
I primi risultati sono buoni ma,
ovviamente, le verifiche vanno
fatte a lunga distanza. Una nuova serie di incontri per valutare i
risultati della sperimentazione,
«che però è senza ritorno» ha detto Archetti, si terrà forse ai primi
di settembre. «Ci saranno problemi - ha osservato Archetti - ma se
c’è la volontà le soluzioni si trovano; si tratta di cambiare abitudini
e di collaborare. Questa iniziativa
è una sfida per voi, per noi e per
Hera e tutti insieme dobbiamo
vincerla». *
gcf
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San Lazzaro
in Piazza
la città che cambia
«Manca una politica nazionale
a sostegno della casa»
di TITO SARACINO
A colloquio con l’assessore comunale alla qualità della città pubblica Leonardo Schippa. Il fondo
sociale per l’affitto passato dai 206 milioni del 2005 ai 14 del 2013. La situazione degli alloggi popolari e alcuni dei progetti in atto a San Lazzaro.
Le famiglie sono sempre più
colpite dagli effetti della
crisi. Avere una casa di proprietà o non averla, incide in
modo significativo sul bilancio familiare. Qual è la situazione nel nostro comune? Si
può parlare di “emergenza
casa” a San Lazzaro?
«Innanzitutto qualche dato. Nel
2005 le famiglie che hanno fatto
domanda di alloggio Erp erano
366 cui si sommavano 458 richieste di sostegno al pagamento dell’affitto, per una domanda
complessiva di abitazione sociale pari a 824 famiglie. Nel 2011 la
richiesta di alloggi Erp si è mantenuta invariata (371 domande)
a fronte di una modesta riduzione delle domande di sostegno dell’affitto (391 domande).
Complessivamente la domanda
sociale di abitazione nel nostro
comune riguarda il 5-6% delle famiglie residenti. Il dato è più alto
della media relativa alla provincia di Bologna. Non so se si possa
parlare di emergenza casa, ma sicuramente dobbiamo parlare di
emergenza in termini di assenza
di politiche nazionali a sostegno
della casa. Basti pensare che il
fondo sociale dell’affitto finanziato dallo stato si è abbattuto
dai 206 milioni di euro nel 2005
ai 14 milioni di euro previsti per
il 2013».
Sembra di capire che i comuni sono lasciati soli in questa
battaglia. Qual è la situazione degli alloggi popolari nel
nostro Comune?
«All’inizio del 2005 gli alloggi
popolari Erp (di proprietà comunale) in buone condizioni erano
circa 250 a fronte di circa 800 domande di casa popolare. Infatti
dei complessivi 400 alloggi circa,
i 135 localizzati in via Galletta (le
due stecche delle vecchie “case
Andreatta”) versavano in condizioni a dir poco precarie, una
decina di alloggi in via Canova
risultavano inagibili e alcuni
degli alloggi localizzati in Via
Montanara (ex scuole elementari di Colunga) necessitavano
di massicci interventi di manutenzione straordinaria. Insomma
oltre 150 alloggi dell’intero patrimonio edilizio comunale non
era in condizioni idonee e decorose per ospitare le famiglie.
A questo si deve aggiungere la
considerazione che gli interventi
manutentivi inderogabili, necessari ogni anno e ad ogni anno
sempre più costosi, non solo non
erano risolutivi ma ormai neppure economicamente sostenibili.
Pertanto a partire dal 2005 l’Amministrazione ha messo in campo una azione straordinaria sul
versante delle politiche abitative, un vero e proprio “Piano Casa
Una delle case da ristrutturare di via Canova
12
Vecchie e nuove costruzioni alla Mura San Carlo
per il Comune di San Lazzaro”,
potenziando l’offerta di residenza sociale e di case popolari».
Quali azioni in concreto?
«L’Amministrazione si è fatta
promotrice di progetti che hanno vinto finanziamenti pubblici
messi a bando dalla Regione
Emilia Romagna, classificandosi
peraltro sempre ai primi posti
delle graduatorie: è stato il caso
del progetto di sostituzione delle “Case Andreatta” a Mura San
Carlo, del progetto di riqualificazione delle case di via Canova
nel capoluogo e del progetto
per il recupero della ex scuola di
Idice da trasformare in alloggi a
locazione calmierata permanente.
Insomma a regime, potremo fare
affidamento su un patrimonio
edilizio pubblico completamente recuperato e ampliato per 435
alloggi idonei a disposizione per
chi ne ha bisogno».
Quale è il ruolo del Piano
Operativo Comunale sul
versante della offerta di residenza sociale?
«Nel Piano Strutturale prima e
nel Piano Operativo poi sono state fissate quote di edilizia sociale
superiori al 25% dell’offerta abitativa complessiva (laddove la
legge regionale fissa la soglia del
20%). Il dato è particolarmente
significativo se confrontato con
quello relativo a oltre la metà dei
comuni dell’area bolognese che
fissano l’offerta di edilizia sociale
tra l’8% e il 15% dell’offerta abitativa complessiva, ben al disotto dell’obiettivo regionale.
Quando all’inizio di questo mandato amministrativo abbiamo
avviato la riflessione verso la
formazione del Piano Operativo
Comunale, avevo immaginato
che gli interventi impostati sul
versante della riqualificazione
del patrimonio pubblico esistente (“Case Andreatta”, “Case
via Canova”) unitamente agli
interventi finalizzati alla riqualificazione a nord della via Emilia,
che coinvolgessero prevalentemente proprietà pubbliche, sarebbero stati sufficienti a perseguire l’obiettivo del risanamento del patrimonio residenziale
pubblico, ampliando l’offerta
di residenza sociale, all’interno
di contesti urbani riqualificati e
adeguati per dotazioni e servizi.
In realtà gli obiettivi delineati nel
programma del mandato amministrativo per lo sviluppo e la riqualificazione della città pubblica da una parte, e la contrazione
di risorse economiche pubbliche
dall’altra, hanno infine imposto
un approccio più ampio che si è
tradotto nel Piano Operativo Comunale approvato dal Consiglio
nel dicembre scorso». *
San Lazzaro
in Piazza
la città che cambia
Il centro sarà ridisegnato
ma senza stravolgimenti
di ENRICO SALMI
Le decisioni dei cittadini che hanno partecipato al Laboratorio per la riqualificazione di piazza Bracci e
delle aree limitrofe: riduzione del traffico, eliminazione dei parcheggi, mantenimento del mercato, sistemazione del Parco. Ora via all’iter per la scelta e la realizzazione del progetto.
I
l centro di San Lazzaro, nel
quadrante compreso tra le
vie Emilia, San Lazzaro, Repubblica e Rimembranze, sarà
ridisegnato ma non sarà stravolto. Lo hanno deciso gli stessi cittadini fissando le linee guida alle
quali dovranno poi attenersi gli
architetti che parteciperanno al
concorso di idee per la: “Riqualificazione di piazza Bracci e delle
aree limitrofe”.
Dopo sei incontri, coordinati
dall’architetto Alessandro Tugnoli – coadiuvato degli ingegneri Claudio Spalletti e Fernanda Canino – lo scorso 4 maggio
si è giunti alla sintesi e alla firma
di un documento, da parte dei
cittadini partecipanti, che elenca tali linee.
Gli obiettivi sono: ruolo degli
spazi pubblici; funzioni presenti
o da insediarvi; definizione delle
criticità e proposte. Ribadita la
necessità di rendere più omogeneo e vivibile il quadrante, le
decisioni sono state di lasciare
il monumento ai caduti dov’è
ora, di sostituire la fontana nello
stesso sito, di eliminare traffico e
parcheggio nella piazza con eccezioni per cerimonie religiose o
civili, e per i disabili. Eliminazione della sosta dietro al municipio, in piazza Libertà e nel parcheggino di via Rimembranze
dove si è proposto di realizzare,
per i giovani, un luogo di ritrovo
e di socializzazione attrezzato o
un chiosco.
Riguardo alla via Emilia: riduzione del traffico, per una
connotazione più urbana con
probabile restringimento di carreggiata; ma saranno poi i tecnici progettisti a proporre nuove
soluzioni. Su questo tema la discussione è stata anche accesa
ed è stata subito accantonata
l’idea di interrare la consolare
per espandere piazza Bracci fino
a raggiungere il portico sul lato
nord della via Emilia. Un’idea
Piazza Bracci
che, a detta di tutti i partecipanti, porterebbe a parecchi mesi di
lavoro sconvolgendo la viabilità
e il traffico nel centro. Alcuni per
scoraggiare, o ridurre, il traffico
di attraversamento hanno anche riproposto l’idea del ponte
sul Savena nella zona nord.
Ribadita anche la necessità
di rivedere aiuole, siepi e alberature della piazza e delle vie
Rimembranze e San Lazzaro
prive di marciapiedi. Per il parco
2 Agosto è stata proposta una
maggiore identificazione con la
sua intitolazione, la separazione
del percorso ciclabile da quello pedonale, il miglioramento
dell’illuminazione. Si è anche
rimarcata la necessità di una
pavimentazione più efficace
del crescentone di piazza Bracci
che non richieda, come ora, una
continua manutenzione per il
continuo distacco dei riquadri
in porfido troppo sottili. E’ stato
infine richiesto il miglioramento
dell’arredo urbano con la sostituzione e diversa collocazione
delle panchine, uguali in tutto il
quadrante, compreso il parco 2
Agosto, eliminazione o sposta-
mento di campane, cassonetti
e tabelloni per le affissioni, sostituzione dei lampioni stradali
(spesso tra le fronde degli alberi)
con altri più idonei.
A grande maggioranza la decisione di non spostare il mercato del sabato, e di studiare
nuove iniziative che rendano
la piazza più frequentata oltre
al capodanno, al carnevale, alla
fiera, alla festa del volontariato e
alle notti bianche. E quindi dare
la possibilità alle associazioni, o
ai privati, di proporre iniziative
di richiamo.
Nei sei incontri che si sono
svolti è stato fatto molto lavoro
che per la prima volta ha visto
tra gli attori principali due ragazzi lodati da tutti: il sindaco del
consiglio comunale dei ragazzi,
Luca Coppi, e il suo vice Enrico
Nanni. «Per me – ha riferito Coppi – il laboratorio è stato molto
interessante dandoci la possibilità di esprimere le nostre idee e
di sentire anche cosa ne pensano gli altri. A me la piazza piace
così com’è, ma è da abbellire e
spero tanto che venga poi realizzato un punto di aggregazione
per i ragazzi». Mentre Nanni ha
invece criticato «la scarsa partecipazione al laboratorio che ha
dato a tutti la possibilità di esprimersi e di proporre idee per fare
ancora più bella la nostra città».
Da parte sua il sindaco senior,
Marco Macciantelli, nel ringraziare i tecnici e i presenti, ha
rimarcato «la volontà dell’amministrazione di non interferire
con i lavori del laboratorio affidandosi alle valutazioni e alle
idee dei cittadini. Ora si avvia un
percorso di atti amministrativi e
di gestione del bando di concorso confidando in un buon risultato».
Infatti, con la firma del verbale, come ha spiegato l’ingegner
Canino del settore urbanistico
del Comune, ci sarà la pubblicazione del bando per un concorso di idee nazionale con la
presentazione degli elaborati entro luglio per poterli poi
esporre pubblicamente in occasione della prossima fiera di San
Lazzaro. Esposizione che darà
modo ai cittadini, soprattutto
ai partecipanti al laboratorio, di
esprimere considerazioni e pareri scegliendo poi i tre che ritengono i più aderenti alle linee
guida emerse dal laboratorio. Gli
autori degli elaborati più votati avranno poi tempo 60 giorni
per uno studio di fattibilità che
sarà poi valutato da un’apposita
commissione tecnica. Il vincitore, entro ottobre, dovrà presentare il progetto preliminare
che sarà poi esposto, a Bologna,
assieme a quelli degli altri 18
comuni che, partecipando a un
bando, sono stati finanziati dalla
Regione che, successivamente,
finanzierà in parte i 19 progetti
comunali partecipati con cinque
milioni di euro.
Per saperne di più è possibile
accedere al materiale che è stato inserito nel sito del Comune:
www.comune.sanlazzaro.bo.it. *
13
San Lazzaro
in Piazza
la città che cambia
Una nuova fontana per piazza Bracci?
La vecchia ha fatto poca “carriera”
di GIANCARLO FABBRI
È una delle decisioni scaturite dal Laboratorio di urbanistica partecipata per la riqualificazione della zona. C’è un progetto del 2009, una struttura innovativa proposta dalla Poggipolini e da Ansaloni Garden center.
U
na nuova fontana in piazza Bracci? Pare proprio di
sì dato che è una decisione presa dai cittadini sanlazzaresi nell’ambito del laboratorio di
urbanistica partecipata a titolo:
“Riqualificazione di piazza Bracci e delle aree limitrofe”. E dato
che quella tuttora esistente fu
inaugurata in pompa magna
nel 2004, la criticata fontana
non ha fatto una lunga carriera.
E dire che la fonte, ritratta anche dall’artista romano Cesare
D’Antonio per la copertina del
catalogo della sua mostra “L’isola che ci sarà”, nel 2008 in Sala di
Città, non appare poi così brutta
da richiederne la sostituzione
con un altro manufatto. Più che
brutta è infatti sfortunata.
Per fare un po’ di storia la fontana fu richiesta dai consiglieri
junior del consiglio comunale
dei ragazzi (Ccr) alla fine degli
anni ’90 con una collocazione
al centro del crescentone. L’idea
fu poi accolta con favore, anche
per il suo significato allegorico
di dispensatrice di vita, ma la
posizione bocciata per l’interferenza con il mercato settimanale.
I ragazzi presentarono anche
disegni con la fonte attrezzata
da sedili, tavolini e vasi di fiori.
La stesura del progetto fu poi
affidata all’architetto Angelo
Premi allora dirigente dell’ufficio urbanistico del Comune. In
una prima versione, del 2003,
l’architetto prevedeva, oltre alla
cascatella che sgorga da blocchi
di gesso (selenite), anche statue
in bronzo di tre bambini. Opere
non previste nella versione del
2004.
Sin da subito piovvero pesanti critiche per aver ornato
la piazza «con un monumento
brutto, inutile, gocciolante e
con l’acqua sporca sin dal primo
giorno». E anche per i troppi e
pericolosi spigoli vivi che poi
14
Il vecchio progetto non realizzato presentato da Ansaloni Garden
Center e dalla Poggipolini
vennero smussati. Furono anche montati impianti di filtraggio, fatte tante modifiche, ma la
fonte non ha avuto proprio successo. Tanto è vero che fu anche
definita un «abbeveratoio». Anche nel 2009, in una seduta del
consiglio comunale dei ragazzi,
i consiglieri junior esposero le
loro osservazioni sulla fonte: «è
troppo spesso vuota», «l’acqua è
sempre sporca», «d’estate cambia colore», «non si può bere»,
«è piena d’immondizia», insomma per tutti loro «è proprio brutta».
E in quella seduta, nel febbraio del 2009, l’allora dirigente ingegner Attilio Diani, del settore
lavori pubblici e manutenzioni
del Comune, su mandato della
giunta, consapevole dei limiti
dell’ormai vecchio manufatto,
tolse dal cilindro alcune idee per
la nuova fontana. Stando alle
bozze fatte vedere in quella occasione dovrebbe avere pianta
circolare, col bordo quasi a raso
con il piano della piazza, con
una decina di getti verso il centro dove si eleva una struttura in
titanio, a petali su piani sfalsati,
su cui creare giochi d’acqua.
Una struttura innovativa che si
disse proposta da Ansaloni Garden Center e dalla Poggipolini,
azienda specializzata nella fusione e lavorazione del titanio
e sue leghe, che aveva sollevato
l’entusiasmo dei ragazzi che approvarono l’idea.
Entusiasmo che fu un po’
smorzato dal sindaco Marco
Macciantelli: «L’idea – disse il
primo cittadino di San Lazzaro –
rientra nell’ambito di un progetto complessivo di riordino e rinnovo dell’arredo urbano. Come
la sostituzione delle pensiline
degli autobus, il rifacimento del
verde nelle rotatorie e di altri
spazi pubblici di San Lazzaro.
Ogni cosa a suo tempo seguendo una scaletta di priorità e anche il necessario iter tecnico sulla base delle nostre disponibilità
economiche. Non solo: dopo
quello dei ragazzi – precisa Macciantelli – è necessario il consenso dei cittadini raccolto nello
spirito della partecipazione».
Consenso, per la sostituzione
della fontana, che è giunto proprio in occasione del laboratorio
per la riqualificazione della piazza. *
Così la vorrei…
Ecco una fontana (bellissima) a cui ispirarsi per la piazza rinnovata.
L’ho vista in occasione di un mio viaggio a Malta e mi ha veramente
colpito. Rappresenta una palla di marmo galleggiante in una vasca
d’acqua che la fa ruotare continuamente su sé stessa. Essendo il
nostro territorio ricco di affioramenti gessosi, per la sua realizzazione ci si potrebbe ispirare a quest’ultimo minerale.
lettera di Tiziana Fenara
San Lazzaro
in Piazza
la città che cambia
Qui è passata la storia di San Lazzaro
dal 1070 ai giorni nostri
di PIER LUIGI PERAZZINI
La storia di piazza Bracci. Ripercorrendo gli eventi, dal vecchio lebbrosario all’Ospedale degli Esposti (cosiddetto “dei Bastardini”); dai frati dell’Osservanza alla sede attuale del palazzo comunale.
Da piazza Italo Balbo a piazza Risorgimento fino alla denominazione attuale.
N
el 1070 è documentata la
presenza di un lebbrosario
a Bologna posto lungo la
via Emilia, fuori, e a poca distanza
della più antica cerchia di mura (la
chiesa di San Michele detta “de’ leprosetti” ricorda nel nome quella
presenza). Non è chiaro quando
e perché fu deciso un suo allontanamento, ma probabilmente
occorreva evitare che la nuova
cinta muraria detta dei “torresotti”
finisse per inglobare nella città il
lebbrosario. Comunque sia, verso
la fine del sec. XII venne costruita
una nuova struttura lontana dalla
città. Il nuovo ospedale, con l’oratorio dedicato a San Lazzaro e il
cimitero, sorse nella cosiddetta
“guardia bolognese”, lungo e a ridosso della via Emilia, verso levante, distante tre miglia dalla città, in
località Ronco Maruni (già ricordata in documenti del sec. X); quella
presenza la caratterizzò talmente
che per individuarla si indicava
con il solo nome del suo ospedale
citato. In un documento del 1214,
già funzionante e perfettamente
organizzato.
La progressiva diminuzione
della lebbra e l’incremento delle
attività economiche che gravitavano sul lebbrosario, furono le
principali ragioni che fin dal sec.
XV resero sempre più popolosa
la nostra cittadina. Nei suoi pressi
sorsero nuove case e botteghe, ma
è nella seconda metà del Cinquecento che il suo volto cambiò. In
particolare fu ricostruito ex novo
l’ospedale, ma dalla parte opposta
della via Emilia, separandolo così
dalle altre strutture. La chiesa, restaurata, divenne parrocchia, con
campanile e portico, e venne costruito un palazzo da destinare a
sede amministrativa e deposito di
prodotti agricoli. Davanti a questo,
dove fino ad allora erano campi
coltivati, venne ricavato un grande
prato… il germe della nostra piazza. L’Opera Pia dell’Ospedale degli
Esposti di Bologna (il cosiddetto
“dei Bastardini”) il 17 luglio 1692
prese formalmente possesso dalla
Commenda di San Lazzaro di tutti
i beni, tra questi anche l’ospedale,
la chiesa e il palazzo, con l’obbligo
del pagamento di un laudemio alla
Camera Apostolica, e del ricovero e
cura dei poveri lebbrosi. Nel 1776
vi si trasferirono parte delle zittelle
(le ragazze dell’orfanotrofio), dove
avrebbero comodamente alloggiato, mentre per lo svago o per
prendere aria avrebbero potuto
giovarsi del grande prato, ma un
serio problema li indusse ad inviare un’accorata supplica al Papa,
dove lamentavano che:
“In confine di questa abitazione sonovi
alcuni terreni (…) sopra de’ quali sonovi edificj con alcune finestre, che hanno
un’immediato e vicinissimo prospetto
verso il Conservatorio di dette Zittelle,
in modo che resta impossibile l’impedire, che esse non vedano altri, e non
siano esse pure vedute...”.
Per questo motivo sollecitavano
il Pontefice all’acquisto dei terreni
e delle case che affacciandosi sul
prato mettevano in serio pericolo
le virtù delle ragazze. Fallito l’acquisto fu elevato sul confine un
alto muro per impedire pericolo di
sguardi.
Poi la bufera napoleonica con
l’entrata dei francesi in Bologna
(18 giugno 1796) e l’abolizione del
Governo Pontificio (Napoleone, 20
giugno 1796). È l’inizio di una grande confusione in Bologna e di una
profonda rivoluzione in tutte le
istituzioni e gli ospedali bolognesi
sono requisiti per curare i militari;
anche l’ospedale di San Lazzaro ne
è interessato. Le ragazze residenti
nel palazzo, per sicurezza, vennero spostate al conservatorio di
Bologna e i locali concessi in affitto a vari pigionanti. Nel 1802 una
nuova organizzazione amministrativa e territoriale, divenuta effettiva solo nell’aprile 1804, rendeva
il nostro comune, unito a Caselle
e Russo, autonomo da quello di
Bologna e la sua amministrazione
trovò sede negli stessi locali del
palazzo già utilizzati per l’alloggio
delle zittelle.
Restituite dal Congresso di
Vienna le Legazioni allo Stato
Pontificio nel 1815, ne seguì un
ennesimo riordino. Nel novembre
1817 venivano soppressi diversi
comuni, promossi tali nel periodo napoleonico, tra questi anche
quello di San Lazzaro. Liberati dagli uffici amministrativi, i locali della ex commenda nel maggio del
1818 vennero ceduti in godimento
perpetuo ai frati dell’Osservanza,
che vi si installarono (1818-1828)
quando, essendo terminata la ricostruzione della loro chiesa e
dell’antico convento, tornarono
definitivamente a risiedere sul colle dell’Osservanza.
Proprio nel 1828, San Lazzaro
(e le comunità circostanti) venne
nuovamente e definitivamente
disgiunto da Bologna e ripristinato
come comune autonomo. La sede
dell’amministrazione comunale fu
trovata nel “Casino di San Lazzaro”,
cioè nel palazzo annesso alla
chiesa di proprietà dell’Opera Pia
“Ospedale degli Esposti”, liberato
dai frati, e acquistato nel 1874 dallo stesso Comune, compresi chiesa
e il prato antistante, liberandolo
dal famoso muro ed erigendovi un
semplice steccato.
Con l’ampliamento e il rifacimento del palazzo comunale
(1908-09) si procedette all’inghiarazione dell’area già a prato, creando così una prima idea di piazza
pubblica, e nel 1923, il 24 giugno,
venne inaugurato il monumento ai caduti della guerra 1915-18,
monumento eseguito dal prof.
Riccardo Venturi e collocato quasi al centro di quell’area. Quello
spazio era veramente una pubblica piazza, anche se si presentava
piuttosto squallida, non solo per il
fondo in terra battuta e ghiaia, ma
soprattutto per i modesti prospetti
che la circondavano: a est confinava con la cavedagna che dalla via
Emilia portava alla villa Rossi (divenuta l’attuale via San Lazzaro solo
all’inizio degli anni Quaranta); e a
sud completamente aperta verso
la campagna dove oggi sorge la
chiesa (costruita nel maggio 1946).
Oramai a quella che era diventata a tutti gli effetti “la Piazza del
Comune” mancava solo un nome;
fu così intitolata a Italo Balbo, militare e uomo politico popolare
morto nel 1940, mentre la piazzetta sul retro del palazzo fu dedicata
a Gino Mori, locale medico condotto ucciso nel 1922 per odio politico. Denominazioni che nel luglio
del 1943, alla caduta del fascismo,
vennero prontamente convertite rispettivamente in Piazza del
Risorgimento (ora Piazza Bracci), e
Piazza dell’Unità (ora Piazza della
Libertà).
Risale invece al principio degli
anni Sessanta lo spostamento del
monumento ai caduti nella posizione attuale, nonché una radicale
sistemazione e nuova pavimentazione. Da allora, all’infuori della
costruzione ex novo del Parco 2
Agosto che fa da sfondo, nella nostra piazza vi sono stati solo alcuni
modesti interventi: sulle aiuole e
sull’alberatura, l’impianto di un
chiosco di gelati e di giornali, le
rampe di accesso a chiesa e palazzo e infine la costruzione di un’utile fonte e di una brutta fontana,
comunque tutti interventi che non
hanno modificato l’impostazione
di fondo.
Nel 1996 Dino Gavina, uno dei
protagonisti del design industriale
del Novecento, propose la costruzione di un muro per separare la
piazza dalla via Emilia, e la trasformazione del crescentone in un
giardino alberato con panchine.
Non credo che l’avrebbe voluta
veramente così. La sua era sicuramente una provocazione, l’urlo
disperato di un artista che soffriva
nel vedere l’inadeguatezza e il degrado del luogo più rappresentativo del nostro comune. *
15
San Lazzaro
in Piazza
partito democratico
“Il rinnovamento è necessario
ma serve la partecipazione di tutti”
di GIANCARLO PERCIACCANTE
Parla il segretario comunale del Pd Giacomo Landi. “Il nostro Partito ha dimostrato di essere l’unica forza politica nazionale oggi presente sul territorio. Per avere nuova fiducia dai cittadini occorre realizzare
le riforme annunciate da anni rimettendo al centro parole come solidarietà, comunità, bene comune”.
Alcuni dirigenti del Pd stanno sostenendo in queste
settimane che se non è possibile, per colpa della destra,
fare subito le riforme necessarie al Paese, da quella sul
finanziamento dei partiti a
quella elettorale, sarebbe
meglio anticipare all’autunno la data delle elezioni.
Quali sono le tue valutazioni?
«Che “la fretta fa i gattini ciechi”.
Ovvero prima di ipotizzare elezioni, a mio parere bisogna verificare fino all’ultimo se esistono
le condizioni politiche per soddisfare due temi. Primo, una legge
elettorale condivisa dalla maggioranza delle forze presenti in
Parlamento, per non assistere più
allo spettacolo indecoroso che
ad ogni cambio di maggioranza
parlamentare questa decide di
modificare la legge elettorale a
scapito dell’avversario. Secondo,
come richiesto ripetutamente
dal Pd e da Bersani in tutti questi
mesi, predisporre reali politiche,
basta con gli annunci a carattere
bisettimanale del Ministro Passera, atte ad avviare un’inversione
di tendenza nel Paese: dalla recessione alla crescita. Questo ultimo punto darebbe un senso al
sacrificio che tanti italiani stanno
facendo per garantire un futuro
all’Italia. Se queste condizioni
non si realizzano l’ipotesi di elezioni anticipate diventa una scelta da non scartare».
Come giudichi il voto amministrativo che ha visto un
netto successo del Partito
democratico in tutta Italia,
ma anche le affermazioni dei
grillini a Parma e Comacchio
e la vittoria ma di misura del
Pd a Budrio?
«Il nostro Partito ha dimostrato
di essere l’unica forza politica nazionale oggi presente sul territorio; l’unica che possa unire nord
e sud d’Italia, l’unica a ipotizzare
16
un futuro per questo paese. Il Pd
ha saputo tra l’altro diventare il riferimento di un nord Italia orfano
di quel centrodestra (Lega e Pdl)
che l’ha illuso in tutti questi anni
e che mai si è realmente occupato dei suoi problemi esplosi con
l’arrivo della crisi.
Quelli che si erano etichettati
come il Partito della Nazione, o
meglio conosciuti come Terzo
Polo, si sono liquefatti e oggi
sperano nella stella cometa Montezemolo di cui ricorderei il fallimento nella gestione di Italia ‘90.
E arriviamo all’affermazione, che
meriterebbe una riflessione sul
fatto che non va oltre gli Appennini, del Movimento 5 Stelle. Un
risultato figlio di tante ragioni,
ma oggi i così detti grillini sono
davanti alla prova dell’amministrare bene città importanti
come Parma. Le prime risposte
non sono positive.
Lo dimostrano le ingerenze del
Comico Santone, le parole a vanvera del futuro sindaco e dopo
parecchie settimane dal voto il
Comune di Parma, che, ricordiamolo, ha un buco di bilancio di
oltre 600 milioni di euro figlio
delle politiche del centrodestra,
aspetta ancora la sua giunta
mentre Doria a Genova l’ha già
presentata, così come negli altri
Comuni della nostra regione in
cui si è votato».
Grazie ad un emendamento
del Pd è stato dimezzato, a
partire da luglio 2012, il finanziamento ai partiti e successivamente, sempre per
iniziativa del Pd, la somma
risparmiata, circa 160 milioni, è stata destinata ai paesi
colpiti dal terremoto. Bersani ha detto: ci siamo tagliati
un braccio ma era la cosa giusta da fare. Condividi? Pensi
che questa sia la strada da
percorrere per riconquistare la fiducia dei cittadini nei
partiti?
«I soldi per le zone terremotate,
a cui va tutto il nostro affetto più
profondo, sono sicuramente una
scelta positiva. Alla fine di fiducia
ne abbiamo riconquistata poca,
al contrario ci siamo fatti dire che
potevamo proporre una sforbiciata maggiore o addirittura togliere del tutto il finanziamento.
Era corretto un ridimensionamento in una fase come quella
attuale. D’altra parte mi sembra
che si sia ceduto alla pressione di
una piazza vittima di tanta retorica e qualunquismo alimentati anche da una informazione che non
ha sempre fatto il suo dovere.
Qualcuno dovrebbe spiegare che
rapporto ci sia tra il finanziamento ai partiti e le indagini su Lusi e
gli scandali che hanno coinvolto
la Lega. Nessuno! Perché il primo
è un elemento che garantisce la
democrazia, gli altri sono possibili reati penali di cui la Magistratura si sta occupando.
Sul finanziamento pubblico bisogna che la gente si chieda se il
nostro paese deve somigliare agli
altri principali stati dell’Europa
Continentale (Germania, Francia
o Spagna). Oppure scegliere il
sistema americano dove le campagne elettorali sono finanziate
da lobbies, le quali poi pretendono dei risultati a loro favore
da chi si siede sugli scranni del
Parlamento. Probabilmente sono
controcorrente, ma credo che sia
necessario aiutare le persone a
ragionare e non alimentare solo
la loro rabbia, perché spesso questa si trasforma in un boomerang.
Se esiste un atteggiamento chiamato antipolitica questo è il termometro che misura le difficoltà
della politica. Per riconquistare
la fiducia dei cittadini occorre
tempo. È necessario finalmente,
come dicevamo prima, realizzare quelle riforme annunciate
da anni come la riduzione del
numero dei parlamentari, un
parlamento più efficiente e altre
ancora. In questa lunga strada
il Pd non deve abbandonare la
sua proposta di legge di riforma
dei Partiti che coniuga principi
di democrazia interna e trasparenza alla possibilità di accedere
al finanziamento pubblico degli
stessi. Occorre in tutto questo anche proporre un rinnovamento
della politica».
Tutti parlano di rinnovamento, anche dentro il Pd e l’hai
fatto anche tu adesso, ma nel
concreto non si capisce bene
come debba avvenire. Ritieni
sia necessario un forte ricambio generazionale? E pensi
sia sufficiente?
«Rinnovamento a mio parere
non può voler dire solo la cooptazione di giovani in politica, anzi
questo può essere deleterio. Un
San Lazzaro
in Piazza
partito democratico
“Le nostre entrate? Da lavoro volontario e tesseramento”
G
iuseppina Venturi, per tutti la Pina, prima con i Ds ora con il Pd
svolge l’importante ruolo di tesoriere dell’Unione Comunale a
San Lazzaro, la persona giusta per aiutarci a comprendere il bilancio
di un partito sul territorio e probabilmente a sfatare qualche leggenda metropolitana.
La prima domanda è quali sono le vostre entrate?
«Inizierei dicendo che, come hanno verificato i ladri che hanno colpito qualche settimana fa la nostra sede, nei cassetti non abbiamo
soldi ma solo tanta carta. A parte le battute la quota prioritaria delle
entrate della nostra Unione Comunale sono garantite dall’utile derivante dal lavoro e dal sudore dei tanti volontari che si impegnano
intorno a quell’evento che in questo numero del nostro giornale occuperà tante pagine, ovvero la Festa de l’Unità.
Altra voce delle nostre entrate è il tesseramento. Dall’importo che i
tesserati versano, la Federazione provinciale ristorna al territorio il
30% che a San Lazzaro viene suddiviso così: 50% all’Unione Comunale e 50% ai 6 Circoli territoriali per finanziare le loro attività dando
così un importante contributo alla vita politica del nostro comune.
A completare il capitolo entrate vi sono le sottoscrizioni, gli introiti
garantiti da qualche pranzo di autofinanziamento che realizziamo
durante l’anno e poi riceviamo dal Comune, come tutti gli altri partiti ci tengo a precisarlo, una piccola somma come rimborso delle
spese rendicontate sostenute dal Gruppo consigliare. Ultima voce le
trattenute che vengono fatte ai nostri consiglieri comunali per ogni
gettone di presenza che ricevono a seguito delle presenze o in Consiglio o in Commissione; al netto a loro restano 24 € circa sia che le
sedute durino 1 ora o più tempo».
Dopo le entrate, con uguale precisione ci rendiconti le uscite?
«Proprio voi mi fate questa domanda. Una delle nostre uscite principali è la pubblicazione di questo bel giornale e dei vari documenti
che nei vari numeri gli vengono allegati come la bandiera con scritto “W LA RESISTENZA”, oppure il programma della Festa de l’Unità
che trovate in questo numero.
Un’altra uscita importante del nostro bilancio è il costo delle nostre
sedi che a San Lazzaro sono quattro più il magazzino dove sono curinnovamento generazionale è
importante ma deve avvenire per
meriti e capacità e non in base
all’anno di nascita. Rinnovare a
mio parere vuol dire aggiornare
le buone pratiche della politica
del passato al ventunesimo secolo, e questo senza copiare gli
altri ma creando reali percorsi di
condivisione e costruzione delle
scelte. Su questo a San Lazzaro
stiamo lavorando ad una importante stagione, anche in vista delle amministrative del 2014, ma
permettimi oggi di mantenere
ancora un po’ di riserbo. Rinnovamento vuol dire riformare alcuni
aspetti del nostro amministrare. Rendere le scelte più attuali,
perché spesso si prende come
modello una società di 30 anni fa
che non esiste più».
Prima i partiti, poi i sindacati, quindi le istituzioni, a
partire dal Capo dello Stato
e dal Parlamento. Il ciclone
dell’anti-politica o, meglio, la
politica populista tipica delle
destre ma che attecchisce anche a sinistra, rischia di travolgere tutto. In quale modo
lo si può contrastare?
«Cominciamo a dire che il qualunquismo è storicamente un
sentimento della destra italiana
e chi ha visto in questi movimenti la nuova sinistra ha bisogno,
permettimi l’ironia, di andare
dall’oculista.
Come la contrastiamo? Con il coraggio di presentarsi alle nostre
Comunità con idee e progetti che
siano controcorrente rispetto alla
vulgata generale di una società
costruita sull’egoismo e l’individualismo, ma rimettano al centro
parole come Solidarietà, Comunità e Bene Comune. Contrastiamo
questa deriva e passiamo ai fatti
concreti. A San Lazzaro come Pd
abbiamo lanciato un progetto,
già attivo, che si chiama “Insàmm
par San Lâzar” (ne parliamo
nell’articolo a pagina 18 - ndr).
Nella stagione delle informazioni
secondo per secondo, occorre il
stodite le varie attrezzature per la Festa acquistate negli anni grazie
al lavoro volontario di tanti. Per le nostre sedi paghiamo un affitto, le
utenze (acqua, luce, gas, telefono) e ovviamente quanto necessario
come cancelleria e per le attrezzature utili alla nostra attività come
fotocopiatrice, stampanti, computer, etc.
Ricordo che il Pd è un partito, pertanto tra le uscite vi sono i costi
dovuti alla realizzazione delle varie iniziative pubbliche sul territorio che vanno dall’affitto dei locali (vedi Sala di Città), ai costi per la
realizzazione dei volantini e di eventuali affissioni. Un partito che
sta all’interno di una organizzazione territoriale (di carattere federale) dove i territori più fortunati (come il nostro) aiutano quelli più
in difficoltà e dove tutti si compartecipa ai costi generali sostenuti
dalle Federazioni provinciali, regionali e nazionale. Viene definito un
obiettivo, territorio per territorio, e quello di San Lazzaro è di qualche decina di migliaia di Euro.
Ovviamente durante le campagne elettorali, in particolare quelle
amministrative, vi sono costi aggiuntivi per garantire a tutti i nostri
candidati pari condizioni.
Vorrei concludere ricordando a chi ci legge che nessuno dei nostri
dirigenti sul territorio, a San Lazzaro come negli altri comuni, riceve
compensi o rimborsi per le spese telefoniche, di benzina e quant’altro. Siamo tutti volontari».
Un’ultima domanda e proviamo a sfatare una chiacchiera da
bar che ogni tanto riaffiora qua e là. Ma la sede in via Emilia,
angolo via Canova, è stata ristrutturata a spese del Comune,
quindi a carico dei cittadini?
«Ma chi è che racconta queste storie? La ristrutturazione ce la siamo
pagata, in tanti anni di risparmi, come le formichine, grazie sempre
al lavoro di tanti volontari, che dedicano il loro tempo libero a costruire, come in queste ore, la “cittadella” della Festa dell’Unità alla
Cicogna, che ci permette con gli utili di finanziare la politica in modo
pulito e trasparente. Un caloroso ringraziamento va a tutti, dalla
“fabbrica dei tortellini” a tutti coloro che lavorano negli stand della
Festa. Un consiglio: non ascoltate le chiacchiere da bar o dei salotti
delle parrucchiere...».
coraggio di intensificare i processi di formazione dando l’opportunità ai cittadini di saper leggere
questa marea di notizie che gli
piovono addosso, avendo noi per
primi il coraggio di non omettere le verità anche quando sono
scomode. Bisogna imparare ad
andare controcorrente, al punto
che non sarebbe male, perdonami la battuta, che il nostro simbolo contenesse un salmone».
Il legame con i cittadini è
sempre stata la carta vincente del Pci e dei Ds prima
e dovrebbe esserlo anche del
Pd ora. Molti sostengono che
si sia affievolita questa spinta al contatto diretto con la
gente, a causa anche della
crisi della militanza? E come
si possono superare queste
difficoltà?
«Quanto dici esiste anche nei
nostri territori e lo vediamo nella
difficoltà a realizzare il tesseramento, come nel dialogo quotidiano con le persone. Credo che
in questa intervista abbiamo provato ad indicare una via con cui
superare queste difficoltà.
Perché questo percorso di riavvicinamento si concretizzi occorre
che tutti si mettano in moto. Se il
Pd deve fare tanta strada, i cittadini e in particolare i nostri militanti non possono stare seduti ad
attendere. Se si vuole che questo
cambiamento si realizzi occorre
partecipare, sporcarsi le mani ed
essere parte di questo cambiamento. Se vogliamo che il Pd sia
protagonista e apra una prospettiva per il paese che non si fermi
a domani, ma sappia guardare
lontano, bisogna tornare a mettersi in gioco, modificare le cose
da dentro e non aspettare che
siano sempre gli altri a farlo per
noi. Probabilmente qualcuno si
arrabbierà per queste mie parole
ma io credo che in questo si riconosce un pensiero progressista
e riformista, altrimenti vorrà dire
che ha vinto anche tra di noi il
berlusconismo». *
17
San Lazzaro
in Piazza
partito democratico
“Il Pd non è più tra la gente?
È falso e ve lo dimostriamo”
di DARIO MASTROGIACOMO
Le attività del partito in città, da “Progetto 35” a “Insàmm par San Lâzer” e le tante iniziative dei Circoli
per riannodare i legami con la popolazione. La difficoltà a far passare, nella società in cui viviamo, una
comunicazione legata allo stare insieme e non all’individualismo esasperato.
E
siste tutta una corrente
di pensiero, diffusissima
e molto in voga tra alcuni
commentatori politici (quasi tutti)
e tra alcuni grandi giornali italiani
(quasi tutti) sul Pd che “non è tra
la gente” o che “dovrebbe tornare tra la gente” oppure “dovrebbe
copiare Grillo” ed era anche molto
in voga, prima dei noti fatti che
hanno azzerato le velleità padane, anche la seguente frase: “il Pd
dovrebbe fare come la Lega, presidiare meglio il territorio”. Dunque
abbiamo una sequela di luoghi
comuni che ovviamente, almeno
nei nostri territori, è quanto di più
lontano possa esserci dalla realtà.
Ma andiamo con ordine cercando
di raccontarvi al meglio le varie
iniziative che nel corso dell’ultimo
anno sono state messe in campo
dal Partito democratico.
Partiamo dalla formazione. Il
Pd di San Lazzaro ha organizzato a livello comunale un corso di
formazione politica, “Progetto 35”,
frequentato da ragazze e ragazzi,
giovani e meno giovani, che dal
mese di marzo al mese di giugno
hanno partecipato alle lezioni che
si sono succedute con frequenza
settimanale. Conoscete un altro
partito politico o anche un cosiddetto “movimento” che ha fatto
una cosa simile a San Lazzaro? No,
non esiste!
Poi c’è “Insàmm par San Lâzer”,
un progetto solidale, lanciato da
poco e che sta muovendo ora i
primi passi. L’ennesima scommessa democratica, mettere in rete le
forze vitali della comunità, per sostenere e sostenerci come comunità, non escludendo finanche un
sostegno economico che come
vedremo più avanti sta accadendo alla Ponticella.
Ma sul territorio esistono anche
i Circoli democratici, quanto mai
attivi e vitali e a San Lazzaro ve ne
sono diversi (Ponte Savena, Idice,
Ponticella, via Piave) tutti partecipati laboratori di comunità,
frequentati da normali cittadini
18
con a cuore il bene comune e una
sana passione per la politica.
Iniziamo dal Circolo tra i più
attivi: Ponticella, con a capo Archimede Romagnoli. Ha promosso (tra le tante), una iniziativa a
sostegno di un percorso ciclopedonale lungo le rive del Savena,
che collegherebbe il capoluogo
a Ponticella, senza bisogno di
usare l’automobile. Ma Ponticella
ha anche organizzato una cena
solidale (assieme ad altre realtà
associative) per raccogliere fondi
a sostegno dei giochi per i bambini del parco dell’infanzia, ed ecco
qui palesato il collegamento con il
progetto “Insàmm par San Lâzer”.
Al Circolo Strazzari invece sono
andati in scena vivaci dibattiti politici, uniti ad una bella grigliata
collettiva divertente e aperta a
tutti, fatta nel giardino del circolo
(ex dazio sul ponte del Savena).
Anche in questo caso il ricavato è
andato e andrà a sostenere i progetti di comunità.
Spostandoci nella zona del ca-
Conferenza comunale delle donne del Pd
Il 16 maggio presso la sede del Pd, ex Dazio in via Emilia, si sono riunite le aderenti alla costituenda Conferenza comunale delle Donne
Pd. Tutte le presenti hanno considerato molto importante la partecipazione, anche in forma organizzata, delle donne alla vita del
Partito, come previsto dallo Statuto, per valorizzare ancora meglio
le esigenze e le problematiche che emergono nella società.
Molti sono stati gli argomenti trattati: la violenza, il lavoro, le difficoltà delle famiglie e delle donne in particolare. Inoltre sono state
nominate, dopo regolare votazione, tre coordinatrici che si occuperanno dell’organizzazione delle attività che si andranno a concretizzare sia all’interno che all’esterno del Partito: Anna Boselli, Morena
Gubellini e Alessandra Poli.
Gli obiettivi primari sono quelli di valorizzare l’attività e l’impegno
delle donne e di dare loro “voce” in modo specifico promuovendo
anche incontri e dibatti. Un ulteriore incontro, al quale sono state
invitate tutte le donne che condividono gli ideali politici del Pd, si è
tenuto il 6 giugno sempre nella sede dell’ex Dazio. Durante la Festa
de l’Unità di San Lazzaro sarà promossa una serata per la presentazione della Conferenza comunale delle Donne a cui seguirà un
dibattito.
poluogo a ridosso dei colli, troviamo il Circolo II Giugno di via
Piave, che con il segretario Renato Ballotta ha proposto nel corso
dell’inverno appena trascorso una
serie di incontri settimanali, al venerdì, tutti molto partecipati, concentrandosi su temi politici locali
e nazionali. Il programma avrebbe
dovuto concludersi e culminare
nella festa della Repubblica del 2
giugno, poi sospesa a causa del
terremoto.
Un partito democratico attivo
e presente quindi, ma che certamente nella società in cui viviamo
fa molta fatica a far passare un
certo tipo di comunicazione, sembriamo lenti e pesanti, trasmettiamo un messaggio impegnativo.
Chi fa politica giornalmente se
ne rende conto, noi parliamo di
comunità, dello stare assieme, di
discutere e di progettare il futuro.
Fanno molto più presa (purtroppo) sulla società del post berlusconismo, messaggi che anzi
esaltano l’individualismo e portano il destinatario della comunicazione (preferibilmente virtuale e
contattato tramite web) ed i suoi
bisogni al centro dell’attenzione.
Le necessità dei giovani, contrapposte (nei fatti) a quelle degli anziani, i comitati civici contro tutto
e contro tutti; il no tav, il no gas, il
no all’inceneritore, il no alla discarica, il no alle pale eoliche(!), una
sorta di no collettivo, del tutti contro tutti che non promette nulla di
buono.
Ma a San Lazzaro il Partito democratico per quanto è nelle nostre possibilità e con il poco vento
in poppa disponibile, ha metaforicamente alzato le vele, siamo
pronti a dare il nostro contributo
per una reale ricostruzione del
paese, partendo proprio (e non
casualmente) dalla ricostruzione
dei rapporti umani.
Per rimanere aggiornati sulle
nostre iniziative potete trovarci
anche in rete:
www.pdsanlazzaro.it.
San Lazzaro
in Piazza
il ricordo
Addio a Stefano Tassinari
«Amico, mentore, guida»
di ANDREA PAOLUCCI
Scrittore, uomo di cultura, era legato a San Lazzaro che gli aveva attribuito la
cittadinanza onoraria nel 2002. A lui si devono rassegne di successo come La
parola immaginata, Ritagli di tempo e Raccontando tenute all’Itc-teatro.
C
inquemila battute spazi inclusi. Sarebbe piaciuto allo
Stefano giornalista. Quello
che non ho mai conosciuto, quello
di una delle sue 100 vite precedenti. Non ho mai conosciuto lo Stefano dell’infanzia ferrarese, quello del
liceo ad Argenta, quello delle prime
cotte, per la politica prima, per le
donne poi. Non ho mai conosciuto
lo Stefano laureato in Psicologia o
quello del periodo romano, quello
delle barricate a Radio Città Futura.
Non ho fatto in tempo a conoscere
lo Stefano viaggiatore rivoluzionario, utopico, quello del Nicaragua e
di mille altre terre promesse. Dello
Stefano musicista, “strimpellatore”
mi avrebbe subito corretto con una
punta di pudore, ho fatto in tempo
ad ascoltarne solo qualche nota.
Quello che ho conosciuto è lo Stefano mentore, amico, guida. È lo
Stefano delle tante serate passate
ad ascoltarlo parlare di libri, di spettacoli teatrali, di idee e battaglie per
una cultura a portata di tutti, accessibile, democratica.
Ho ammirato lo Stefano dei
progetti impossibili poi realizzati
(“Andrea, facciamo la prima reunion degli Area?” - “Ma Stefano,
non si parlano da trent’anni” - “Appunto!”). Quello che riempiva l’Itc
parlando di letteratura e di ’68. Lo
Stefano di Stefania affettuoso e “bisticcioso” perché due grandi teste
hanno bisogno di confrontarsi su
grandi temi quotidianamente. Ho
ascoltato rapito lo Stefano dei vini,
dei 45 giri, delle pipe che come tutte le passioni che lo attraversavano,
erano diventate occasione per accrescere il proprio sterminato sapere: mai conosciuto uno che sapesse
parlare in maniera così approfondita di chitarre, tabacchi, pentametri
e Spal. Ho avuto la fortuna di conoscere lo Stefano cuoco, alle feste di
Rifondazione, dove serviva grigliate di pesce per 300 persone e nella
veste più intima di padrone di casa
dal menu più di tradizione (uh, i
suoi cappellacci di zucca...).
Rigoroso, intransigente, fustigatore delle ipocrisie. Non te la mandava a dire e ogni volta che si accendeva, si accalorava per questa o
quella causa, lo faceva con una tale
lucidità d’analisi, una tale capacità
di argomentare che non ti lasciava
via di scampo. Perché questo faceva: ti dimostrava che le cose non
erano come a te faceva comodo
che fossero. Aveva la testardaggine
di chi sa di essere nel giusto. Per 15
anni sono stato il silente testimone
di memorabili incontri con assessori, sindaci, dirigenti e funzionari,
che finivano immancabilmente per
soccombere di fronte a idee, progetti, richieste ineccepibili dal punto di vista artistico, poetico, etico e
politico.
Stefano aveva semplicemente
sempre ragione. Su quasi tutto.
La prima volta che lo vidi era sul
palco dell’Itc. Era il 1997 e il teatro era ancora chiuso in attesa del
bando di concorso che da lì a qualche mese avrebbe assegnato al
Teatro dell’Argine la gestione. Noi,
il Teatro dell’Argine appunto, scoprimmo per caso che quella sera
un giornalista avrebbe intervistato
uno scrittore e il teatro sarebbe stato aperto per un paio d’ore. Mentirei se dicessi che eravamo lì per
l’intervistato o per l’intervistatore.
Nella nostra infinita ignoranza non
sapevamo né chi fosse l’uno né chi
fosse l’altro. A noi interessava solo
vedere il teatro dentro. Anche perché eravamo abbastanza sicuri che
sarebbe stata l’ultima volta. Mai
e poi mai ci saremmo immaginati
che la gara d’appalto (concorso
d’idee, si chiamava allora) l’avremmo vinta proprio noi. Eppure quella sera fu magica per tanti motivi
e negli anni successivi l’abbiamo
ricordata con lui in più occasioni.
In platea c’erano 10 persone (compresi noi che eravamo 4) e quella a
cui stavamo assistendo era la prima
edizione de La parola immaginata.
Qualche anno più tardi, in quello
stesso teatro, con la stessa rassegna e lo stesso giornalista, mille
persone assistevano all’incontro
con Assia Djebar, alla lettura di
Francesca Mazza, alle tarante scatenate di Eugenio Bennato. 300
spettatori assiepati ovunque sulle
poltrone, nei corridoi e sui gradini
e 700 in collegamento audio video
con il maxischermo allestito nel
vicino Pala Juri. Quella sera la fila
girava l’angolo di via Rimembranze. Era solo una decina d’anni fa ma
non esistevano telefonini con videocamera. Peccato.
Stefano era di una generosità
infinita, disinteressata. Si è battuto con noi e per noi in ogni nostra
battaglia. Si è prodigato e speso
fino all’ultimo per aiutarci a reperire fondi, a portare all’Itc grandi autori, musicisti, intellettuali, a legare
i suoi stupendi progetti al nome di
San Lazzaro e dell’Itc. Avrebbe potuto fare tutto questo in teatri più
grandi, lontano da qui. Ma Stefano
si sentiva fortemente legato a questa città, che gli aveva attribuito la
cittadinanza onoraria, e a noi. Di
più: si sentiva uno di noi, era uno di
noi. Gli piaceva chiamarci i ragazzi
dell’Itc e a lui, fratello maggiore,
avevamo riservato il nomignolo di
Tasso. Per pudore e rispetto non lo
abbiamo mai usato davanti a lui.
Oggi che il Tasso è impegnato in altri progetti, ci rimane la certezza di
essere un po’ più soli, un po’ più poveri e un po’ più impauriti. Ci mancherà come neanche noi possiamo
immaginare. Ciao Stefano. *
Stefano Tassinari, scrittore, giornalista,
“Un testimone del nostro tempo” Per l’assessore alla Qualità socio-cultuorganizzatore culturale, morto l’8 magrale Roberta Ballotta “Stefano Tassinari è
gio scorso all’età di 56 anni, aveva un profondo legame con San Lazzastato un intellettuale impegnato ed un protagonista importante della
ro. Come testimonia il commosso ricordo di Marco Macciantelli che si è
promozione culturale a San Lazzaro. Nella nostra comunità ha realizzadetto “profondamente addolorato” per la sua scomparsa esprimendo il
to percorsi che hanno coinvolto l’Amministrazione e l’Itc Teatro aprenpiù sincero cordoglio del Comune ai familiari ed in particolare alla comdo ad una fruizione della cultura di respiro metropolitano. Oggi perdiapagna Stefania de Salvador. “Lo avevo conosciuto – ha ricordato il sinmo uno scrittore, ma soprattutto un caro amico. San Lazzaro è stato per
daci - ai tempi di Rete 7, in studio, giornalista nella Tv pionieristica delle
lui un laboratorio permanente di sperimentazione, approfondimento
origini. Poi la scrittura, i libri, i romanzi, partecipe da protagonista della
e recupero del valore della scrittura, facendoci riscoprire anche autori
situazione letteraria italiana. Ma aveva in testa un’idea: che l’intellettuadimenticati”.
le, oggi, è un testimone, un testimone del proprio tempo. Per lui questo
Giancarlo Perciaccante, direttore del nostro giornale, ha lavorato con
ha significato un impegno, anche di carattere squisitamente politico,
Stefano alla redazione regionale de L’Unità. “Ho solo ricordi molto belcol suo pubblico. Di qui le rassegne che ha inventato, promosso, guili legati alla nostra collaborazione, che avrei voluto più lunga. Stefano
dato, intrecciando, tra loro, poesia, romanzo, musica, pittura, fotografia,
sapeva catturarti e farsi apprezzare, per le sue capacità ma anche per la
con la presenza, in presa diretta, degli artisti e degli interlocutori sul palsua disponibilità. Ci mancheranno la sua pacatezza, la sua determinaco, nello scenario dell’Itc teatro, di cui è stato un ispiratore e un artefice”.
zione, il suo coraggio”.
19
San Lazzaro
in Piazza
gente della città
Associazioni e volontariato
Negli ultimi tre numeri di “San Lazzaro in Piazza” abbiamo iniziato un percorso nelle realtà che
nel nostro territorio investono risorse ed energie e che in maniera diretta o indiretta forniscono
un importante valore aggiunto alla costruzione della comunità sanlazzarese. Una caratteristica
presente da sempre nei nostri territori dove passione e competenza, volontariato e professionalità,
mondo laico e mondo cattolico, di pari passo hanno consentito e consentono una tenuta del tessuto
sociale che continua a non arrendersi all’egoismo imperante. Abbiamo iniziato questo viaggio
PAGINE A CURA DI
La passione per la danza
tra immaginazione, fantasia e sogno
L’attività del Centro Studi Danza di San Lazzaro nelle parole della direttrice artistica Angela Valeriani. I
corsi si tengono nella palestra delle Pezzani in collaborazione con la Polisportiva Sport 2000.
I
l “Centro Studi Danza San
Lazzaro di Savena” trasmette
la passione per la danza alle
giovani sanlazzaresi da quasi tre
lustri. La scuola nasce infatti nel
1999 su iniziativa dell’attuale
direttrice artistica Angela Valeriani, insegnante cresciuta artisticamente nella sua Toscana,
avendo studiato a Firenze presso le Scuole di danza di Cristina
Bozzolini (direttrice artistica del
Balletto di Toscana) e di Giovanna Papi (prima ballerina del Comunale di Firenze) .
La scuola svolge i suoi corsi di
propedeutica alla danza, (classica e modern jazz), presso la
palestra delle Scuole elementari
Pezzani. I corsi, realizzati in collaborazione con la Polisportiva
Sport 2000 di via Kennedy, sono
rivolti a bambine e anche a bambini, a partire dai 4 anni sino ad
arrivare all’età adulta. Tanti sono
i meriti, le medaglie e le soddisfazioni arrivate nel corso degli
anni, che inorgogliscono la direttrice artistica e la scuola nel
suo complesso. Numerosissime
le partecipazioni a spettacoli
e concorsi di danza che hanno portato le ragazze dei corsi
avanzati a calcare i palcoscenici
della provincia di Bologna e oltre, da Piazza Maggiore (su invito
di Andrea Mingardi) sino al Castello Pasquini di Castiglioncello.
Importantissimi anche i successi a livello personale ottenuti
delle allieve. Dal corso interme-
20
dio proviene infatti una delle
ragazze che ha partecipato alla
selezione del Teatro alla Scala
di Milano. Un’altra ragazza, Annalisa Spinelli (allieva dei corsi
avanzati), ha avuto la grandissima soddisfazione di vincere una
borsa di studio per una prestigiosa scuola di danza di New
York e ancora altre sono le allieve che frequenteranno i corsi di
perfezionamento del Centre de
Dance di Rosella Hightowe di
Cannes, dove la stessa maestra
Angela Valeriani ha avuto modo
di perfezionare i suoi studi artistici. Una nota di merito va anche
a Margherita Campanini che lo
scorso anno è arrivata sino alle
fasi finali del concorso di Miss
Mondo, sicuramente non solo
per la sua innegabile bellezza ma
anche per l’eleganza del porta-
mento, sviluppata grazie alle ore
di lavoro e fatica sul palcoscenico
e in palestra.
Attiva e molto presente anche
visivamente in città, la scuola ha
sempre partecipato alle iniziative
promosse sul territorio e dal territorio, contribuendo alla crescita
culturale, artistica e sportiva di
San Lazzaro. Abbiamo visto infatti nel corso degli anni le giovani ballerine danzare alla Festa di
Primavera, al Carnevale, alla Fiera
di San Lazzaro, alla Festa del Volontariato, alla Festa dello Sport,
sino alla Notte Bianca e alla Festa
di Idice e in tante altre occasioni.
La Scuola organizza periodicamente stage di danza contemporanea avvicinando le ragazze ad
una nuova tecnica di studi. I corsi
per l’anno in corso si stanno avviando al termine e conseguen-
temente si avvicina uno dei momenti cruciali e più emozionanti
della stagione ovvero lo spettacolo di fine corso. Il momento fatidico arriverà il 15 Giugno quando andrà in scena al Teatro delle
Celebrazioni di Bologna “…e
venne chiamato UNIVERSO…
l’incontro con le grandi emozioni
della vita”, spettacolo a cui è stato
concesso anche il patrocinio del
Comune di San Lazzaro, in quanto iniziativa ritenuta lodevole per
finalità artistiche e culturali.
Per concludere, se gli allievi
(ragazze e ragazzi) ottengono
dei risultati così lusinghieri, gran
parte del merito va riconosciuto
all’insegnante, che così si racconta e ci racconta del suo prezioso
lavoro: “l’intento dell’insegnante sta nell’avvicinare i ragazzi al
gusto dell’arte in ogni sua forma,
stimolare la realizzazione pratica
di ognuna affinché i talenti personali vengano riconosciuti ed
espressi, condivisi e da qui appresi anche dagli altri, per giungere là dove immaginazione,
fantasia e sogno si destano e diventano forze creative. Conoscere se stessi e imparare ad educarsi con l’esercizio che a volte pare
ripetitivo e noioso ma che nella
sua ripetizione libera l’anima”.
Le iscrizioni per l’anno scolastico
2012/2013 saranno aperte dal 1
settembre.
Per informazioni dettagliate
sui corsi: direttrice artistica Angela Valeriani. *
San Lazzaro
in Piazza
gente della città
tante risorse per la comunità
visitando la scuola professionale dei Salesiani di Castel de’ Britti e poi raccontando due realtà
apparentemente distanti: il Basket San Lazzaro (Basket Save My Life) e Futuriamo, un servizio di
sostegno per gli studenti al Centro “Tonelli”. Poi abbiamo parlato dei corsi gratuiti per le donne
straniere e ancora di una società sportiva, la Vip, che fa pallavolo agonistica e organizza anche
iniziative di solidarietà. In questo numero parliamo di un Centro che insegna la danza classica ai
bambini e dei volontari dell’Aeop.
DARIO MASTROGIACOMO
Dal pedibus al terremoto
il supporto prezioso dell’Aeop
L’associazione di occupa di protezione civile e svolge attività di ausilio agli enti pubblici anche in collaborazione con la polizia municipale. In questi giorni sono impeganti con un campo base nel modenese.
I volontari Aeop li abbiamo incontrati decine e decine di volte nelle
strade di San Lazzaro in occasione
di feste, sagre e fiere; sono volti conosciuti dai cittadini, volti di persone che gratuitamente prestano
il loro tempo, dando un importante contributo al lavoro della polizia
municipale. L’ Aeop è un’associazione che si inserisce nel novero
dei vari sodalizi che a partire dagli
anni ‘90 hanno assunto sempre
maggiore importanza nel campo
della sussidiarietà. Simili per alcune prerogative alle Gev (guardie
ecologiche volontarie) forniscono
un importante ausilio alle forze di
polizia nel controllo e presidio del
territorio. Noi di “San Lazzaro in
Piazza” abbiamo pensato per questo mese, nello spazio dedicato al
volontariato, di intervistare uno
dei responsabili dell’Associazione,
il vice presidente della sezione di
Bologna, Marco Ballotta, per conoscere meglio la loro attività e il loro
impegno per San Lazzaro.
Cosa significa Aeop e come è
organizzata l’associazione?
«La nostra associazione si chiama
Aeop (associazione europea operatori polizia). È interamente basata sul volontariato e riconosciuta
ufficialmente dallo Stato, è una
Onlus ed è stata fondata a Roma
nel 1995. Ci occupiamo di protezione civile e svolgiamo inoltre anche l’attività di protezione, conservazione e valorizzazione dell’ambiente. Abbiamo la nostra sezione
a Bologna ma stiamo cercando di
I volontari dell’Aeop con Maurizio Cevenini
aprire una sede completamente
dedicata alla città di San Lazzaro.
l’Aeop svolge inoltre l’attività di
ausilio agli enti pubblici, spesso
(come a San Lazzaro) in collaborazione con la polizia municipale,
tramite interventi sulla viabilità
(dove consentito), e con attività di
assistenza svolte in occasione di
eventi sportivi e in caso di emergenze determinate da calamità
naturali, come sta avvenendo purtroppo in questi giorni».
In quali ambiti avete operato
con la polizia municipale di
San Lazzaro. I volontari sostengono un corso prima di
essere impiegati sul territorio?
«Abbiamo tanti volontari, anche
cittadini sanlazzaresi che hanno
collaborato gratuitamente a supporto della polizia municipale in
moltissime occasioni. Per citarne
alcune, possiamo indicare sicuramente il pedibus, il carnevale di
San Lazzaro, la notte bianca, sen-
za poi dimenticare la Fiera di San
Lazzaro e mi fermo qui ma potrei
citarne molte altre. Tengo anche a
dire che con il tempo si è creato un
rapporto splendido con il Comandante e con gli agenti della polizia
municipale di San Lazzaro, che
ringraziamo anche per la fiducia
sempre dimostrata nei nostri confronti. Ritengo infine che la collaborazione sia assolutamente positiva per la cittadinanza, a maggior
ragione perché ha un costo zero
per le casse comunali.
Riguardo alla sua domanda sulla
preparazione dei volontari, certamente bisogna completare un
preciso percorso formativo prima
di poter essere impiegati sul territorio. L’ultimo corso lo abbiamo
frequentato e completato nel
mese di marzo. Un corso progettato e finanziato dalla regione Emilia-Romagna, svolto direttamente
nella sede della polizia municipale
cittadina, con noi di Aeop, assieme
anche ad altri volontari di altre as-
sociazioni. Il corso base prevede
una prima parte orientata alla prevenzione dei conflitti che possono
crearsi tra le persone, ponendo
l’accento sulla preparazione del
volontario dal punto di vista psicologico e nella gestione pratica
delle difficoltà che eventualmente
possono verificarsi durante il “servizio”. La seconda parte è invece
più tecnica e affronta le leggi e i
regolamenti che disciplinano la
materia di polizia locale».
Avete in cantiere altre iniziative (corsi-attività) sul territorio
sanlazzarese?
«Abbiamo appena finito, nel mese
di maggio, un corso per volontari
di polizia ambientale e zoofilia,
gestito direttamente da Aeop e
svolto nei locali del Centro sociale “Tonelli” a Mura San Carlo.
Contemporaneamente come già
detto stiamo cercando di aprire
una sede a San Lazzaro per poter
essere coordinati meglio dagli enti
del territorio».
Per il terremoto che impegno
state sostenendo?
«Noi siamo dislocati in provincia di
Modena, a Cavezzo, dal primo di
giugno con un campo base gestito
a livello nazionale dalla nostra associazione. Abbiamo dodici tende
e per adesso ci stiamo occupando
prevalentemente dell’aspetto logistico, stiamo aspettando in questi giorni la consegna di un container che ci permetterà di gestire al
meglio le scorte alimentari necessarie alla popolazione». *
21
San Lazzaro
in Piazza
3 luglio 1944
Pizzocalvo, otto civili uccisi
Successe a San Lazzaro: l’eccidio dei Martiri di Pizzocalvo. Quest’anno ricorre il 68° anniversario della morte di
Ernesto Fini, Vittorio ed Ermenegildo Giardini, Antonio e Augusto Marzaduri, Nerino Lolli, Luigi Nanetti, Guido
Minarini, questi i nomi dei martiri di età compresa tra i 24 e i 39 anni. Rastrellati dalle “brigate nere” e da SS tedesche in via Montebello, nella frazione di Pizzocalvo, furono portati a villa Rusconi, nelle vicinanze di Pontebuco
dove aveva sede il Comando tedesco più importante di San Lazzaro e qui uccisi, forse anche torturati. Infine, sepPAGINE A CURA DI
«N
el tardo pomeriggio
del 3 luglio, tra le
sei e le sette, quando i contadini stavano tornando
dai campi - è detto dagli autori -,
fascisti delle “brigate nere” e SS
tedesche arrivati su un camion,
circondano la casa dei Marzaduri,
in via Montebello, nella frazione
di Pizzocalvo. I due fratelli, Antonio (25 anni) e Augusto (30), che
stavano lavorando senza alcun
sospetto, vengono presi e portati
sul camion, lasciato un po’ distante dalla casa. Sull’aia, oltre agli
altri famigliari, fra cui la sorella
Albertina, c’era un impiegato di
Bologna, Luigi Nanetti (37 anni),
lì sfollato (ospitato dal pastore
Nanni, un vicino dei Marzaduri).
Prendono anche lui. Si dirigono
poi verso la casa di sopra, dalla
famiglia Giardini. Anche lì ci sono
due fratelli: Ermenegildo (33
anni, sposato con Argia Righini:
due bambine di 6-7 anni e uno
di pochi mesi) e Vittorio (27). Per
primo prendono Vittorio, malmenandolo brutalmente. Ermenegildo cerca di nascondersi presso
i vicini, i Minarini, che stavano
ammucchiando covoni di grano.
Ma i rastrellatori arrivano anche
lì e lo prendono con Guido Minarini (24 anni), loro amico. Viene
catturato anche Nerino Lolli (24
anni), un altro giovane che li aiutava nel lavoro dei campi. Donne
e bambini assistono terrorizzati.
Ad un certo punto sembra che i
nazifascisti vogliano incendiare la
casa. Le donne cercano di mettere in salvo un po’ di roba, mentre
le bambine urlano credendo che
ci sia già il fuoco.
In un campo poco distante –
continuano gli autori - ci sono Ernesto Fini (38 anni) e sua moglie
(Teresa Biondi) intenti a rastrellare il fieno. Ernesto, sentendo le
urla e credendo che stesse andando a fuoco la casa, si precipita
per dare una mano. Ma lungo il
sentiero, uomini armati lo pren-
22
Anno 2009, commemorazione al cippo: il sindaco tra i fratelli Giuliano e Luisa
Giardini, figli di Ermenegildo, Dante Mezzetti (Anpi) e Agata Zambotti (Spi-Cgil)
ALBERTINA MARZADURI
(sorella di Antonio e Augusto)
«Ricordo molto bene l’arrivo verso sera di quel “mucchio di gente” che, sbucata da tutti gli angoli, circonda la casa. Mio fratello Augusto capisce cosa sta succedendo: “Qualcuno - dice - ha
spifferato che siamo a casa. Ci circondano per prenderci”.[…] Li
hanno portati via tutti e due, insieme a Nanetti, uno sfollato che
era in casa del pastore Nanni. Poi sono andati a prendere quelli
di sopra, i Giardini».
Albertina ce l’ha soprattutto con i fascisti, “peggio dei tedeschi”
- dice - in particolare con alcuni vicini, che ritiene responsabili
dell’arresto. Ce l’ha anche col prete di Pizzocalvo, don Borri. Racconta l’episodio della processione.
«Don Borri, vedendo in disparte Augusto che non partecipa, gli
si avvicina: “Marzaduri, qui c’è la processione!”. “Bene, la faccia”,
gli risponde. Don Borri, provocato dalla “sfrontatezza” lo prende
per la giacca e lo minaccia: “Oh, guardi bene che se non viene in
processione...”.
Augusto reagisce: “Se lei mi torna a tirare per la giacca la faccio
saltare di là dalla siepe!”. Don Borri, allora: “Ho già capito, siete
solo carne da cannone”.
Augusto racconta l’episodio ai famigliari, che stavano presso la
chiesa, dicendo: “Il prete di Pizzocalvo non mi è mica piaciuto...
Ho fatto sette anni di guerra, nessuno mi ha mai tirato per la giacca. Deve badare alla sua chiesa, non a me”. I suoi fratelli - dice
Albertina - non si interessavano di politica».
Racconta poi un altro particolare inedito, che confermerebbe la
responsabilità dei fascisti locali nella vicenda.
«La mattina dopo l’arresto si alza presto per andare nella stalla.
Sulla porta sente uno parlare col pastore, era un contadino che
abitava sotto di loro, noto fascista. Diceva al pastore che “li avevano ammazzati tutti” e mentre lo diceva sembrava contento.
Due giorni dopo gli stessi fascisti e tedeschi sono tornati e hanno
portato via tutto».
dono e lo portano sul camion
con gli altri. Il camion, con gli otto
prigionieri, si allontana.
Non si sa con certezza dove
vengano portati. Documenti e testimonianze oscillano fra villa Rusconi (o Roncaglio, all’inizio di via
Croara, sulla destra) e villa Calzoni
(oggi Veronesi, all’inizio dell’attuale via Martiri di Pizzocalvo,
sulla sinistra), entrambe occupate dai tedeschi e poco distanti fra
loro. Considerando il luogo dove
poi furono ritrovati, sembra più
probabile trattarsi di villa Calzoni,
anche se gli ordini potrebbero essere venuti da villa Rusconi, sede
del Comando tedesco più importante di San Lazzaro. Che cosa sia
successo là, nessuno lo sa, o l’ha
detto. Si sa soltanto che durante
la notte o alle prime luci dell’alba,
gli otto prigionieri vengono uccisi e sepolti frettolosamente lungo
il fosso, in mezzo alla sterpaglia,
in una buca, che forse essi stessi
avevano dovuto scavare, quasi di
fronte a villa Calzoni.
Alla fine di luglio - è affermato
- il Comando tedesco si degna di
dare una risposta al Commissario prefettizio di San Lazzaro che
chiedeva informazioni. Ma è una
risposta palesemente falsa (tranne, purtroppo, il fatto che erano
morti). Il documento mandato al
Comune, dove si comunica che i
prigionieri sono stati fucilati per
essere fuggiti durante il trasporto
in Germania, è di un burocratico
cinismo, che ancora oggi impressiona.
Il 13 settembre (oltre due mesi
dai fatti, ndr) il Commissario prefettizio informa il parroco di Pizzocalvo, don Borri, di quanto gli
avevano comunicato i tedeschi
e lo prega di fare “analoga comunicazione alle famiglie, con le
dovute cautele”. Due giorni dopo
don Borri conferma di avere compiuto “l’atto pietoso”.
Ma, a parte i Minarini per la ragione che si dirà, gli altri famiglia-
San Lazzaro
in Piazza
3 luglio 1944
barbaramente dai tedeschi
pelliti in una fossa comune senza darne immediata notizia ai famigliari tranne che ai Minarini, subito informati
per via di una loro conoscenza influente e rispettata dagli occupanti. Guido, infatti, fu dissepolto di nascosto dai
sui famigliari e portato al cimitero con l’impegno di non rivelare nulla agli altri. Testo e testimonianze di queste
pagine di Albertina Marzaduri, Anna Argia Righini e Teresa Biondi, sono tratte da Guerra e Resistenza a San Lazzaro di Savena di Werther Romani e Mauro Maggiorani (Edizioni Aspasia/2000).
GIANNI GRILLINI
ri soltanto alla fine della guerra
(cioè dieci mesi dopo, ndr) sapranno che i loro uomini non erano mai stati “avviati in Germania”,
ma ammazzati e sepolti a pochi
passi da casa, qualche ora dopo
essere stati arrestati. Che cosa
volevano coprire i tedeschi con la
formula stereotipata “Fucilati per
essere fuggiti durante il trasporto in Germania?”. Senza dubbio
non sono stati ammazzati perché
partigiani. Se ci fosse stato il minimo appiglio in questo senso,
l’esecuzione sarebbe stata sbandierata come una vittoria contro
i “banditi”.
Degli otto, forse solo Guido Minarini, che lavorava come portiere al “Putti”, aveva avuto contatti
con i partigiani. Qualifica riconosciutagli dopo la guerra, ma non
ci sono prove di una sua partecipazione attiva alla Resistenza.
Non a Pizzocalvo, in ogni caso.
Degli altri, in particolare dei Marzaduri e dei Giardini, al massimo
si può dire che non avevano simpatie per i fascisti, probabilmente
l’avevano per i partigiani (come
la maggioranza dei sanlazzaresi);
ma, come ci hanno detto i loro
famigliari, badavano a lavorare,
e basta. Del resto, in quella zona
(Pizzocalvo e Castel de’ Britti) si
sapeva che c’erano repubblichini
pericolosi. L’ambiente, insomma,
era molto diverso, rispetto alla
Borgatella, Colunga, Idice, dove i
gruppi partigiani si muovevano
con maggiore sicurezza.
Si potrebbe pensare, almeno
per quanto riguarda l’arresto, che
gli otto siano stati presi perché
non in regola con gli obblighi militari. Anche se la situazione non
è del tutto chiara, è certo che Fini
e Nanetti di obblighi non ne avevano. Minarini, pur lavorando al
Putti, pare fosse ancora arruolato
nei Carabinieri. Non si conosce la
posizione di Nerino Lolli. Forse
i Marzaduri e i Giardini qualche
problema l’avevano, ma si ricordi
Le vittime dell’eccidio del 3 luglio 1944 (Anpi San Lazzaro)
ANNA ARGIA RIGHINI
(moglie di Ermenegildo Giardini)
«Quella mattina sono andata nei campi ma non stavo bene: mi sentivo qualcosa dentro... Torno a casa, mi metto a letto. Verso sera […]
sento mio marito che mi chiama; dalla finestra vedo un mucchio
di gente. Prendo in braccio il mio bambino di 6 mesi e vado giù. Ci
hanno fatto sedere tutti per terra. Mio marito mi dice: “Io scappo
su, nella cascina”. Ho detto con Vittorio: sai che tuo fratello è andato
nella cascina? “Vallo ben a chiamare - mi dice lui - che adesso ci
danno fuoco”. […] Ermenegildo non era andato là, ma dai Minarini,
nostri vicini. Poco dopo vengono presi (lui e Guido) che non aveva
voluto scappare: “Per quel che abbiamo fatto - diceva - non abbiamo fatto niente…”. Li portano da noi con le mani alzate. C’erano
fascisti e tedeschi». Argia ritiene che si trattasse di fascisti locali.
«Nella confusione aveva sentito un conoscente (il loro calzolaio) rivolgersi a uno di questi, chiamandolo per nome: “Alberto, guardate
cosa fate!” e l’altro rispondergli: “Oh, al vaga ed lung, lo!” (lei vada di
lungo, cioè non si impicci). […]
Ricorda anche che prima dell’estate erano passati da casa loro tre
fascisti per arruolare i due Giardini. Ma loro dicevano: “Guardate,
abbiamo una campagna da mietere”». […]
«Vittorio lo hanno tanto picchiato […] Li portarono via a piedi insieme a Nerino Lolli. Suo marito aveva a mano una “bestia” [una mucca].
Mentre lo portavano via insieme alla mucca, si è voltato indietro e le
ha detto: “Vado via...”. Sono le ultime sue parole che ho sentito». […]
«Dicevano che li avevano portati a Carpi: cercano di informarsi, ma
nessuno dice loro niente. Un signore dice che al Botteghino della
Mura ha sentito don Borri che diceva che li avevano uccisi tutti. Vanno dal prete (verso il quale nutre ancora sospetti e risentimenti), ma
lui nega e dice di non sapere niente.
Mesi dopo assiste all’esumazione delle salme. […] Non c’era Guido
Minarini, che era stato “preso su” prima: per giustificare il fatto che
fosse stato portato al cimitero, dicevano che era stato mitragliato a
Carpi mentre tentava di scappare».
che pochissimi erano coloro che,
tornati a casa dopo l’8 settembre
‘43, avevano obbedito ai ripetuti
bandi della Repubblica di Salò.
[…] Ma raramente si arrivava a
fucilare i cosiddetti “disertori”, se
non facendoli passare per partigiani. In questo caso non ci sono
elementi che questa sia stata la
causa dell’arresto prima, e dell’eccidio indiscriminato poi. Né i tedeschi, né i fascisti, d’altronde,
vi hanno mai fatto riferimento.
Insomma, questo crimine resta
inspiegabile anche in base alle
stesse “regole” normalmente seguite dai nazifascisti.
Dalle testimonianze dei famigliari, tuttavia, qualche ipotesi si
potrebbe ricavare, ma ricordando
che si tratta solo di ipotesi.
Che in tutta la vicenda - è affermato ancora - ci sia stata la
partecipazione attiva di elementi
fascisti locali appare indubbio. I
Marzaduri e i Giardini, e lo stesso
Guido Minarini non erano ben visti da loro: non si interessavano di
politica, avevano rifiutato l’invito
ad arruolarsi nelle brigate nere,
qualche aiuto in cibo e vestiti agli
sbandati di passaggio dopo l’8
settembre l’avevano dato, forse
ne continuavano a dare anche a
qualche giovane che di nascosto
passava lungo l’Idice o lo Zena,
diretto verso Monterenzio, dove
“dicevano” che ci fossero i partigiani.
Questi sospetti probabilmente si intrecciavano con antipatie,
contrasti, vecchie ruggini che
sono quasi inevitabili nelle piccole comunità. C’era anche l’ostilità che per alcuni di loro aveva
il parroco di Pizzocalvo, don Elia
Borri, certamente più amico dei
fascisti che dei partigiani. Nelle testimonianze viene da tutti
ricordato, attribuendogli molta
importanza, un diverbio fra don
Borri e i Marzaduri, accaduto durante una processione, a cui i due
segue a pag. 24 >>
23
San Lazzaro
in Piazza
3 luglio 1944
>> segue da pag. 23
fratelli non avevano partecipato.
Ma è difficile pensare che sia stato proprio don Borri a denunciare
i Marzaduri, provocando così la
tragedia successiva. Qualcosa, sì,
potrebbe aver detto, ma senza
immaginarne le conseguenze.
Don Biavati nel suo “diario” lo
difende dall’accusa mossegli dai
partigiani di non avere impedito
il massacro, ritenendo che neppure lui, sul momento, ne fosse
stato informato. Il che, tuttavia,
non escluderebbe la possibilità,
sopra accennata, cioè che egli
abbia involontariamente favorito
la decisione dei fascisti locali di
far arrestare i Marzaduri e i Giardini. Che l’iniziativa sia partita dai
fascisti locali sembra più che probabile. Nel corso degli anni sono
stati fatti anche diversi nomi, che
in assenza di prove si preferisce
omettere.
Le cose, allora - avviandoci alla
conclusione - potrebbero essere
andate così.
I fascisti, calcando le tinte, denunciano alle SS tedesche la presenza, nella zona di Pizzocalvo, di
partigiani, che avrebbero nelle
case dei Giardini e dei Marzaduri
le loro basi. I tedeschi, preoccupati di avere nemici così vicini alle
sedi dei loro comandi, organizzano, con la complicità dei fascisti
che fanno da spie e da guide, la
spedizione. Catturati tutti gli uo-
mini che vengono a portata di
mano, li portano a villa Calzoni
(o Rusconi) per interrogarli, con
i metodi che sappiamo. Ed è forse a questo punto che succede
l’imprevisto. Qualcuno tenta di
fuggire, i tedeschi perdono la testa e ammazzano tutti? Qualcuno
muore sotto le torture e gli altri
vengono ammazzati per evitare che ci siano testimoni? Forse
i tedeschi hanno capito che le
accuse sono insostenibili e che
è stata tutta una montatura dei
fascisti per fare le loro meschine
vendette?
Sono solo ipotesi. Qualche indizio ci viene dalle testimonianze
(Teresa Biondi, moglie di Ernesto
Fini, ndr), ma l’unica certezza
sono quegli otto corpi buttati in
una buca sotto una spanna di terra. Due giorni dopo fascisti e tedeschi completano l’operazione:
ritornano a Pizzocalvo e rubano
tutto ciò che poteva essere rubato, lasciando donne, vecchi e
bambini in completa miseria. Nei
giorni successivi, come si può immaginare, i famigliari corrono da
tutte le parti per avere notizie dei
loro cari. Il capo dei repubblichini, un certo maggiore Zanarini,
li rassicura (intanto si prende i
salami e la farina che gli portano
per ingraziarselo), dicendo che
gli arrestati stanno bene e che si
trovano a Carpi in campo di concentramento.
Un mese dopo, invece, da don
TERESA BIONDI (moglie di Ernesto Fini)
Erano nel campo a lavorare, sotto la casa dei Giardini. […]
«Ad un certo punto - ricorda - sente urlare le bambine dei Giardini,
sembrava che stesse prendendo fuoco la casa. Ernesto corre su per vedere se c’era bisogno, ma quando è sulla strada vede due o tre persone
(pensa a dei cacciatori) che lo prendono e lo costringono ad andare su
con gli altri, contro il muro. […] Incontra il mugnaio del Mulino Grande
che le grida “di tornare indietro, perché li stanno caricando sul camion”.
Tornando indietro vede i tre fratelli Venturi, che abitavano di sotto alla
loro casa, nascosti in mezzo al granoturco: così si sono salvati».
«Mio suocero va al Palazzo del Bosco (la villa padronale abitata dal
fattore Gottardi) per sapere dove li avevano portati. A villa Rusconi, la
risposta. […] Raggiunta la villa la mattina dopo, Teresa con altri famigliari, vengono fermati da un tedesco: “Cosa volete?” “Vogliamo sapere
dove hanno messo i nostri, presi ieri sera. Ci hanno detto che li hanno
portati qua”. “Ma cosa volete da noi? Sono stati i vostri stessi italiani
che ci hanno tradito... Cosa cercate dai tedeschi... Non lo sapevate che
sono stati i fascisti a prenderli?” “Dove li hanno portati?” “Al campo di
concentramento di Carpi” è la risposta. Dopo questo scambio di battute si rivolgono a Zanarini, che aveva il comando dei fascisti (per lei un
“delinquente”, ndr). Lui li vuole tranquillizzare: “Non pensate a niente
perché i vostri dove li hanno messi stanno bene. Sono a Carpi, nel campo di concentramento.
Ogni tanto venite a sentire se ci sono notizie”. Qualche tempo dopo imparano che avevano portato in cimitero (a San Lazzaro) Guido Minarini.
24
Pizzocalvo, via Montebello civico nr. 10: la lapide ricollocata per volontà della famiglia Naldi (giugno 2004) nella zona dove le vittime
furono rastrellate
Borri vengono a sapere che sono
stati fucilati a Carpi mentre tentavano di fuggire. Ma dove siano
stati sepolti lo si ignorerà ancora
per diversi mesi. Tranne i Minarini, che invece l’hanno saputo
quasi subito, ma senza poterlo
rivelare agli altri. Era successo,
infatti, che i famigliari di Guido si
erano rivolti al primario del Putti,
il prof. Scaglietti, per vedere se
poteva fare qualcosa, dato che
era persona influente e rispettata anche dai tedeschi. Scaglietti
si diede da fare e seppe subito
quello che era successo. Per sua
intercessione, tuttavia, i Minarini ebbero il permesso, purché
lo facessero di nascosto e non
rivelassero nulla agli altri, di disseppellire il loro Guido e portarlo
al cimitero. Così fu fatto. Gli altri
poterono seguirlo soltanto il 17
maggio 1945, quando alla presenza dei famigliari furono estratti dalla buca dove erano stati gettati più di dieci mesi prima». *
In Municipio, realizzato da
Alessandro Gandolfi e con il
contributo di Arci-San Lazzaro
e Cassa di Risparmio, è esposto
il diorama (un plastico) donato
dall’Anpi in occasione della festa del 25 aprile.
Tornati per avere spiegazioni, Zanarini dice loro: “Guido aveva tentato
di scappare dal campo di concentramento; l’avevano ammazzato e poi
portato qui al cimitero”. “Anche i nostri?” “No, no - risponde - i vostri non
ci sono. State tranquilli”».
E loro, pazienti, aspettavano, e continuavano a portargli salami e salsicce
per avere in cambio qualche notizia.
«I Minarini, che tramite il prof. Scaglietti sapevano, non potevano parlare. Vicino alla villa c’era un contadino conosciuto dallo suocero di Teresa.
Gli chiese se sapesse o avesse sentito qualcosa. Lui disse di avere sentito
nella notte rumori e urla. Ma disse anche che i fascisti (o i tedeschi) erano
passati prima e gli avevano fatto chiudere usci e finestre e ordinato di
non uscire».
A Liberazione avvenuta, saputo che li avevano ammazzati tutti a San
Lazzaro, compreso Minarini, sono andati dal prof. Scaglietti per sapere
dove erano stati sepolti.
«“So dove sono, e adesso posso dirvelo”, rispose lui. Ha mandato uno
dei suoi, uno di quelli che avevano “preso su” Minarini e frugando tra gli
spini, finalmente trovano la buca. Sotto poca terra c’erano tutti e sette…
». Teresa, dopo cinquant’anni, non sa darsi pace. «Accusa duramente i
fascisti di Pizzocalvo e dintorni, spie dei tedeschi, che ce l’avevano con
quei “ragazzi” che non erano voluti diventare repubblichini, preferendo
entrare nei Carabinieri, e perché ogni settimana venivano a casa per
aiutare le loro famiglie. “La devono finire di venire sempre su, avanti e
indietro”, sembra che dicesse il fattore». […]
San Lazzaro
in Piazza
amarcord
Sulle tracce della vecchia
‘colonia elioterapica’ di Idice
di GIANNI GRILLINI
Da ‘colonia elioterapica’ a stazione radiofonica dell’Eiar. Idice, 1944, un centro ricetrasmittente ‘disturbava’ i messaggi lanciati da Radio Londra. A 68 anni di distanza c’è ancora chi cerca di ricostruirne la
storia. Notizie tratte dal quotidiano Il Domani di Bologna, 11 gennaio 2006.
I
n Via Ca’ Bassa angolo via del
Fiume, dove oggi sorge il “Centro Sociale Idice”, sorgeva la
stazione elioterapica “Assunta Panterna”, chiamata ‘colonia’ per il fatto
che lì, durante il ventennio di triste
memoria, i bambini vi trascorrevano periodi di vacanza. Colpiva la
rotondità dell’edificio, dallo stile inconfondibile. «Costruito sulle rive
del torrente Idice nei primi decenni
del Novecento, - citava l’articolo
del Domani - nel periodo del culto
littorio, lì, prendeva corpo, uno dei
fanatismi più curiosi del fascismo:
quello della formazione delle giovani leve». Oggi, in quel luogo, «tra
strade, abitazioni e verde pubblico,
bambini più o meno giovani, famiglie intere calpestano quell’area,
ignare, presumibilmente, che proprio quelle zolle siano state testimoni di uno dei più curiosi pezzi
della storia locale del secolo scorso».
Nell’agosto ‘43 l’edificio fu requisito dal 6° Reggimento Bersaglieri e
nel marzo ‘44 passò sotto il controllo militare tedesco. Più volte preso
di mira dai bombardamenti alleati,
semidistrutto, fu raso al suolo dalle
urbanizzazioni del dopoguerra. Lì,
durante il conflitto, era attiva una
stazione radiofonica dell’EIAR (Ente
Italiano Audizioni Radiofoniche), la
cui attività prevalente era quella di
“disturbare” le trasmissioni radiofoniche alleate.
«Felice non è felice; è cessata la
pioggia; la mia barba è bionda; la
mucca non dà latte; Giacomone bacia Maometto; le scarpe mi stanno
strette; il pappagallo è rosso; l’aquila
vola».Sempre citando Il Domani,
«erano queste le frasi in codice che
ogni giorno sulle frequenze della
celeberrima Radio Londra il colonnello Stevens (detto il “colonnello
buonasera”) comunicava una serie
di importanti messaggi, celati nel
codice di un fraseggio curioso e
strampalato e introdotti dalle prime note della 5ª Sinfonia di Beethoven (che ricordavano il suono
della lettera “V” - iniziale di vittoria
- scandite secondo l’alfabeto Morse). E proprio quei messaggi erano
nel mirino dei “disturbatori” della
stazione sanlazzarese».
Della colonia, nell’Archivio comunale, restano alcuni documenti
cartacei e una cartolina sbiadita.
«Ma c’è chi nella ricerca - continua
Il Domani - non si dà per vinto. Si
tratta del comitato “Guglielmo
Marconi International”, associa-
zione fondata nel
1995 che raccoglie
appassionati delle
tecnologie e della
storia legati alla radiofonia. Dal loro
sito www.radiomarconi.com è stato da tempo lanciato un appello: foto,
racconti,
documenti, qualunque
cosa possa aiutare
a ricostruire la storia di quell’edificio
e di ciò che in esso
succedeva prima o
durante l’assedio La vecchia ‘colonia elioterapica’ di Idice (pronazista è la ben- gettista ing. Mario Agnoli, dal settembre ’43
venuta per il “fan commissario prefettizio del Comune di Bologna
club” della radio». (foto: Novecento di provincia, memorie di una città
Insomma per i emiliana: San Lazzaro di Savena (Ed. CLUEB/2001).
sanlazzaresi è pro- L’area su cui sorgeva, oggi.
spettato «un avle scartoffie che teniamo, per pigrivincente “Chi l’ha visto?” storico: la
zia o gelosia del passato, chiuse in
possibilità, in altre parole, - concluun baule in cantina».
de il quotidiano - di riportare alla
Chi possedesse vecchie foto delluce ciò che è stato e che ora non è
la colonia o si sentisse di racconpiù, ma che in un modo o nell’altro
tare un fatto legato all’argomento
s’incunea nel dna di ogni ‘vecchio’
può farlo, contattando l’associaziosanlazzarese. Sicuramente di lei c’è
ne “Guglielmo Marconi Internatiotraccia nelle foto ‘di una volta’, nei
nal”. *
racconti degli anziani, magari nel-
Breve cronostoria basata su documenti cartacei (Archivio Storico Comunale)
>19 agosto 1943 (Prot. 1023). Il comando truppe al deposito 6^ Reggimento
Bersaglieri comunica al Comune di San Lazzaro.
Oggetto: Occupazione di locali per gli uffici del Deposito del 6^ Bersaglieri.
Si preavvisa codesto Comune, che questo comando provvederà alla consensuale
totale occupazione od alla relativa requisizione dei seguenti stabili posti in codesto Comune frazione di Idice:
1) Colonia Elioterapica “Panterna”
2) Palestra ginnastica annessa alla Scuola Elementare della frazione Idice ...
>19 agosto 1943 (Prot. 3240). Il Podestà del Comune di San Lazzaro comunica
alla sede Prov/ della Gioventù Italiana di Bologna .
Oggetto: requisizione dello stabile “Colonia Panterna”.
Per norma e per notizia Vi comunico che il Comando truppe al Deposito 6^ Reggimento Bersaglieri con sede in codesta città, ha notificato a questa Amministrazione che prossimamente andrà a requisire lo stabile denominato Colonia “Assunta Panterna” di proprietà di codesto ente.
>20 settembre 1943 (Prot. 3506). Il Podestà del Comune di San Lazzaro comunica al Centro Gioventù Italiana di Bologna .
Oggetto: Requisizione Colonia Panterna.
Per norma e notizia, si comunica che il Comando tedesco ha fatto presente di
requisire i locali della Colonia elioterapica “Assunta Panterna” di proprietà di codesto ente..
>18 luglio 1945 (Prot. 1282). Il Sindaco di San Lazzaro comunica al Genio Civile
di Bologna.
Oggetto: Colonia Elioterapia “Assunta Panterna”.
La Colonia Elioterapica Assunta Panterna, sita in località Idice di questo Comune, di
proprietà del cessato partito fascista, è andata completamente distrutta a seguito
dei numerosi bombardamenti aerei cui e stata soggetta specie nello scorso anno.
Poiché si ritiene possibile il recupero di un certo quantitativo di materiale, si ravvisa opportuno darne avviso a codesto Ufficio del Genio Civile per i provvedimenti
di competenza; trattasi di uno stabile che per essere appartenuto al disciolto partito fascista, deve divenire di proprietà statale.
>13 agosto 1945 (Prot. 1282). Il Sindaco del Comune di San Lazzaro comunica
All’Intendenza di Finanza di Bologna.
Oggetto: Colonia Elioterapica “Assunta Panterna” in località Idice.
Con mia nota pari numero del 18 luglio u.s. facevo presente al Genio Civile l’opportunità di recuperare il materiale dello stabile in oggetto distrutto in seguito a
bombardamenti aerei dello scorso anno. Poiché detto Ufficio non ha adottato al
riguardo alcun provvedimento, ritengo del caso interessare codesta Intendenza
[…] affinché si voglia provvedere al recupero del materiale di cui trattasi (putrelle,
ferro, ecc.) in ossequio alle disposizioni emanate in merito, che prevedono il passaggio allo stato dei beni già appartenenti al cessato partito fascista.
Fonte: www.radiomarconi.com
25
San Lazzaro
in Piazza
notizie
Approvato il piano del centro servizi della Cicogna
I
l Centro servizi è una struttura attesa da oltre trent’anni
da artigiani e imprenditori che
chiedevano attività di servizio
a supporto delle loro aziende.
Ritardo dovuto soprattutto alla
mancanza di imprenditori privati disposti a realizzarla e poi
a gestirla.
Il progetto, diviso in tre ambiti, prevede infatti nel primo
(quello più vicino alla rotatoria
tra le vie Aldo Moro e Maestri
del Lavoro) un parcheggio a
uso pubblico; nel secondo residence, uffici, ristorante, banca,
ambulatorio e palestra; nel terzo bar, supermercato, negozi e
un grande parcheggio sotterraneo. L’attuazione del Piano, che
fu adottato e già presentato
nel 2009, è ora subordinata alla
sottoscrizione di una apposita
convenzione urbanistica tra
l’Amministrazione comunale
e l’attuatore privato che solo
dopo tale atto potrà richiedere il
permesso di costruire le opere di
urbanizzazione primaria e gli edifici previsti in unico stralcio oppure con più stralci funzionali.
Il concretizzarsi del progetto
del Centro servizi ha preso il via
qualche anno fa con la cessione,
nel 2007, con un bando d’asta
pubblica, dell’area verde di oltre
21 mila metri quadrati racchiusa
tra le vie Aldo Moro, della Tecnica,
della Meccanica, che il Consorzio
artigianale Cicogna aveva passato al Comune. In pratica nella
lunga striscia di 50 metri di larghezza e 500 di lunghezza verrà
realizzata una serie di edifici per
svariate attività di servizio, e una
torre di otto piani fuori terra per
accoglienza, residence e uffici,
con nell’interrato circa 10 mila
metri quadri di parcheggi.
Stando alle relazioni degli architetti Leonardo Tizi e Giorgio
Volpe, il progetto - con un inve-
stimento complessivo di oltre 20
milioni di euro - prevede che l’intero complesso venga realizzato
con tecnologie per un risparmio
energetico di classe “A” pari, per
il riscaldamento, a un consumo
per metro cubo minore di tre litri di gasolio all’anno. Oltre alla
produzione di energia elettrica
con 250 metri quadri di pannelli
fotovoltaici.
Dovrebbe quindi essere data
risposta agli artigiani e alle associazioni di categoria, che da
tempo chiedono servizi per le
imprese: mensa, sportello informativo, albergo o residence,
banca, ambulatorio medico o infermeria, palestra, ristorante, bar,
tabaccheria con valori bollati e
articoli da ufficio, aule didattiche
e sale per incontri. Le funzioni
previste sono quelle concordate
dall’Amministrazione con le parti
sociali, le associazioni di categoria
e il Consorzio degli artigiani del-
la Cicogna durante il percorso
partecipativo svolto nel 2006
compreso un piccolo supermercato (circa 1.500 mq). E non
mancheranno aree verdi attrezzate anche se vicino c’è il parco
di Villa Montanari.
Come ha spiegato in consiglio l’assessore all’urbanistica,
Leonardo Schippa, su iniziativa
del Comune nell’ambito del primo Piano operativo comunale
(Poc), è prevista la riqualificazione di quest’ultima area per
la Protezione civile. Così come
gran parte dell’area verde che
sarà lasciata libera per eventuali attendamenti in caso di
situazioni di emergenza. Mentre la parte più prossima alla
ferrovia accoglierà la nuova stazione ecologica che consentirà
di liberare l’area di via Speranza
per destinarla a un ambito più
urbano come previsto dal Piano
strutturale comunale (Psc).
“San Lazzaro Solidale”
per aiutare chi non ce la fa
A
nche lo scorso 14 aprile tanti sanlazzaresi hanno accolto l’invito
alla solidarietà umana lanciato dai manifesti con l’immagine, da
una foto del nostro Giancarlo Fabbri, della famosa cantante e showgirl Cristina D’Avena nostra concittadina. Come ha rilevato l’assessore Raymon Dassi, «il merito è di tutta la nostra comunità se in un
periodo di crisi come questo sono stati raccolti circa 4.000 chili di
alimentari e generi di prima necessità, che saranno poi distribuiti a
chi ne ha bisogno. È anche vero che questa quinta edizione di “San
Lazzaro Solidale” - ha poi osservato l’assessore - è stata penalizzata
dal maltempo. Siamo comunque soddisfatti e dobbiamo ringraziare
i cittadini per la generosità, le associazioni di volontariato per l’enorme impegno, i nostri uffici e Cristina D’Avena che ha fatto da testimonial gratuitamente».
Infatti il risultato è anche merito dei tanti volontari di associazioni, centri sociali, parrocchie e sindacati che, dalla mattina alla sera,
hanno preso posizione agli ingressi di mini e supermercati Conad di
via Jussi e via Emilia, Margherita Conad G&G di via Jussi, Coop&Coop
di via Martiri delle Foibe, inCoop della Cicogna e Crai alla Ponticella.
Qui i volontari hanno informato dell’iniziativa chi entrava, presentando la “lista della spesa” e invitandoli alla donazione, raccogliendo
poi all’uscita i beni e gli alimenti lasciati dai sanlazzaresi come atti
di solidarietà verso chi è più sfortunato. Prodotti e generi alimentari
non deperibili, suddivisi per tipologia e immagazzinati, da distribuire
periodicamente alle persone e alle famiglie in difficoltà a cura delle
parrocchie e delle associazioni convenzionate col Comune che hanno aderito al “Progetto Lazzaro”.
E che la crisi si faccia sentire lo dimostra il fatto che nell’aprile del
2010 furono raccolti oltre 5.500 chilogrammi di prodotti, nell’ottobre
dello stesso anno e nell’aprile del 2011 se ne raccolsero circa 4.000 e
nel novembre scorso solo poco più di 3.000. Quindi il tornare ai 4.000
chili della terza e quarta edizione lascia ben sperare per il futuro.
26
Ed è lo stesso sindaco, Marco Macciantelli, a riconoscere che «la
crisi è davvero dura, preoccupante, e oltre il tunnel non si vede ancora una luce. Forse siamo nel momento più acuto con parte della
popolazione che rischia di finire in condizioni di povertà. Occorre più
coesione, anche con la sussidiarietà, e l’idea del Comune di San Lazzaro è di proteggere per quanto è possibile chi non ce la fa. Persone
che, anche per dignità, rischiano di diventare e rimanere “invisibili”. Il
risparmio è necessario, ma non sufficiente. In questo contesto può
inserirsi la nuova economia sociale del dono e della reciprocità. Dalla
comunità alla comunità come si cerca di fare con “San Lazzaro solidale”. Ringrazio tutti quelli che si sono messi a disposizione, gli uffici
e gli assessori Roberta Ballotta e Raymon Dassi per l’impegno garantito anche in questa occasione». Ed è lo stesso sindaco a precisare
che «non dobbiamo vivere l’esperienza della raccolta di “San Lazzaro
solidale” in termini “competitivi”. Non è questione di un chilo in più,
o in meno, perché sappiamo bene che il momento è difficile per tutti. Ma va vista come l’attitudine, della nostra comunità, a far fronte
alla crisi rafforzando la coesione sociale. È uno di quei casi - conclude
Macciantelli - in cui il “come” conta tanto se non più del “quanto”».
San Lazzaro
in Piazza
notizie
Sanlazzarotv, spegni la tv e accendi la comunità
I
l Comune passa al web 2.0
con due nuovi strumenti. Il
primo, tenuto a battesimo lo
scorso 18 maggio in Mediateca con una iniziativa pubblica, è Sanlazzarotv, la webtv
del Comune di San Lazzaro; il
secondo, nato per rispondere
ad una gestione dell’informazione rapida e aggiornata nei
giorni del terremoto, è il profilo dell’Amministrazione su
Twitter, il social network dei
140 caratteri e un hashtag (la
parola chiave contrassegnata
dal simbolo #).
Sanlazzarotv, nata per raccontare il Comune e il nostro
territorio, si affianca agli altri
strumenti di comunicazione
dell’Ente (sito, newsletter, San
Lazzaro Città, depliant e materiale informativo, Ufficio Stampa)
per garantire una informazione
efficace e aggiornata grazie alle
nuove tecnologie. La realizzazione della webtv si inserisce in un
più ampio contesto di comunicazione proprio dell’Amministra-
zione, che ha nel Piano strategico di comunicazione, approvato
dalla Giunta nel gennaio 2011, il
testo di riferimento.
Da casa, sul pc o sul tablet, potete informarvi su attività e servizi
oppure rivivere gli eventi della
città. Sono on line le interviste
a Giancarla Codrignani sulle
donne, Margherita Asta sulla
lotta alla mafia, alla cantante
lirica Yasuko Arimitsu e poi
ancora lo spot sulla sperimentazione della raccolta porta a
porta, un servizio sulla quadreria del 25 aprile e tanti altri
video tutti da scoprire.
Il www.sanlazzarotv.it è strutturato in primo piano, novità
e video più visti. C’è anche una
sezione audio che, al momento, ospita le registrazioni delle
sedute del Consiglio comunale.
Quanto a Twitter per conoscere
aggiornamenti, news ed eventi
potete seguire l’account istituzionale @ComSanLazzaro.
Fabrizio Formica
Col Bookcrossing
i libri incontrano i lettori
«Q
uesta iniziativa è un segno di sensibilità verso i nostri cittadini, e non solo, offrendo loro gratuitamente occasioni di svago e di arricchimento culturale». Lo ha detto il sindaco di San Lazzaro,
Marco Macciantelli, lo scorso 5 giugno in occasione del taglio del nastro, assieme all’assessore alla cultura Roberta Ballotta, inaugurando
il primo bookcrossing aperto nell’atrio del municipio.
Si tratta di piccole librerie aperte con volumi a disposizione di tutti
sulla stregua di altre iniziative tipo “libro vagabondo” o “volumi viaggianti”. Il termine inglese bookcrossing, traducibile in “passaggio di
libri” è dato dal fatto che l’iniziativa fa parte di un progetto internazionale dove, per esempio, un volume messo a disposizione a San
Lazzaro potrebbe finire in un altro continente.
Al Bookcrossing in municipio se ne aggiungeranno altri all’Ausl, in via
Repubblica 11, nella piscina di via Kennedy 63, e in altri siti da decidere. Ogni sito ospiterà una ventina di libri scelti dalla Mediateca che
provvederà, ogni settimana, a mantenerne la quantità con aggiunte
e sostituzioni. I lettori stessi potranno poi contribuire lasciando sul
posto i propri libri che saranno infine registrati ed etichettati a cura
della Mediateca e rimessi in circolazione. Se uno poi vuole sapere
dove sono finiti si può iscrivere al sito www.bookcrossing.com, dove
è possibile tracciarne il percorso – l’etichetta è un po’ come l’anello
alla zampa di un uccello migratore – incontrare altri lettori, scambiarsi titoli, opinioni e recensioni. Si potrà anche solo raccogliere un libro,
L’inaugurazione del BookCrossing
leggerlo, e riporlo poi nello spazio Bookcrossing più vicino; o anche
dove capita.
«Leggere libri nuovi, o altri più vissuti – ha detto l’assessore Ballotta –,
è la cosa più bella che ci sia e aiuta ad evadere dalle preoccupazioni
di tutti i giorni. Leggere è un piacere e questo è un piccolo segnale
di attenzione verso le persone grazie all’impegno del personale della
Mediateca sempre attento alla promozione della lettura».
Cordoglio per la scomparsa di Giuliano Host
Il Consiglio comunale ha ricordato Giuliano Host, titolare della farmacia di Idice, scomparso per un infarto lo scorso 25
maggio. Host era nato a Foligno nel 1953 da una famiglia istriana che nell’immediato dopoguerra dovette abbandonare
Fiume e tutti i suoi beni per sfuggire ai partigiani titini. Dopo anni di militanza, prima nel Msi poi in An, seppe farsi apprezzare anche dagli avversari politici per la sua signorilità e la correttezza. Fu consigliere comunale a San Lazzaro per il
gruppo di centrodestra Alleanza per le libertà nel mandato 1995-1999, poi del Polo delle libertà dal 1999 al 2000. A detta
dei suoi avversari «non ha mai fatto opposizione fine a se stessa, ma costruttiva, proponendo anche soluzioni alternative». Tuttora a San Lazzaro vivono figli o parenti di profughi giuliani, e dalmati, o di connazionali gettati nelle foibe, gli
inghiottitoi delle montagne istriane. Host fu proprio chiamato “Giuliano” per non dimenticare la perduta terra d’origine.
Fu sua la proposta di intitolare una strada di San Lazzaro ai “Martiri delle foibe” e, insieme all’associazione degli esuli, di
erigere un monumento a ricordo di quella tragedia che sarà realizzato dall’artista Achille Ghidini e posto nella stessa via.
27
***
Contrattazione sociale
e territoriale: lavori in corso…
di ROSANNA FACCHINI - segretaria Lega Spi/Cgil San Lazzaro
È
vero: a San Lazzaro abbiamo siglato a febbraio l’accordo con
l’Amministrazione comunale e ad aprile quello con l’Azienda sanitaria Bologna est, ma io continuo a preferire questa dicitura di prospettiva: lavori in corso…
L’attuale situazione politico finanziaria infatti, se vede un significativo cambio di governo centrale da un lato, dall’altro mantiene
inalterate tutte le ricadute in termini di restrizioni finanziarie per gli
Enti locali e di diminuzione del potere d’acquisto di salari e pensioni
peraltro non rivalutate, oltre ad un aumento sensibile della tassazione a carico di chi le tasse le ha sempre pagate, lavoratori dipendenti
e pensionati. Pertanto gli accordi, pur significativi, siglati con i più rilevanti enti territoriali di riferimento non possono ritenersi conclusi
e conclusivi, quanto piuttosto strumenti di “riduzione del danno”, di
contrasto ad una deriva di recessione anche in sede locale, da tenere
sotto costante controllo. Intanto sembra utile e doveroso rimarcare
che sia la piattaforma nazionale, sia quella territoriale, con cui ci siamo seduti al tavolo di contrattazione, è unitaria e confederale e ha
coinvolto non solo la rappresentanza dei pensionati, ma anche le tre
Confederazioni, integrate dalla Funzione Pubblica e dalle Rsu dell’Ente. Dopo una fase di sistematica e programmatica divisione del mondo del lavoro, questo è sicuramente il primo indicatore di valore degli
accordi siglati a San Lazzaro.
E veniamo al merito: il conteggio della nuova Imposta Municipale Immobili (Imu), che sostituisce l’Ici, demagogicamente abolita da
Berlusconi/Tremonti, è tuttora problematico, sia per le quantità, sia
per i tempi. Consapevoli che si tratta di una mini- patrimoniale “spuria”, si è preferito agire sull’Imu, articolandola nei modi e sui contenuti, piuttosto che agire di nuovo sull’addizionale Irpef, su cui si esercita
già anche l’addizionale regionale.
In proposito, pertanto, l’accordo recita testualmente che alle abitazioni locate a canone concordato e di proprietà di cooperative a
proprietà indivisa si applica l’“aliquota minima dello 0,76%, che non
comporterà anche in questo caso, per il Comune, alcuna risorsa aggiuntiva ai fini dell’equilibrio di bilancio”, mentre a quelle sfitte o locate a canone libero si applica l’“aliquota massima dell’1,06%, anche al
fine di incentivare la locazione degli immobili a canone concordato”.
Sulle case di proprietà, si prevede “l’applicazione dell’aliquota dello
0,44%, che a fronte di un gettito complessivo di € 6.250.000 costituirà
per il Comune risorsa aggiuntiva ai fini dell’equilibrio di bilancio solo
nella misura di € 750.000”, ma “per tutelare le fasce più deboli della
popolazione e in modo particolare i redditi da lavoro dipendente e
da pensione, viene prevista una ulteriore detrazione di € 70 per i soggetti con reddito Isee inferiore a 15.000 euro e da 15.000/20.000 euro
qualora il reddito familiare sia esclusivamente da lavoro dipendente e/o da pensione. Ciò al fine di abbattere l’aumento dell’aliquota
prevista per l’abitazione principale dello 0.04%”, e ancora l’elevazione
della detrazione di base (da € 200 a € 320) per famiglie con reddito
Isee, inferiore a 15.000 € nonché da 15.000/20.000 € qualora il reddito
familiare sia esclusivamente da lavoro dipendente e/o da pensione
al cui interno è presente un portatore di handicap, con invalidità del
100%”.
Inoltre agli immobili diversi dalle abitazioni e destinati effettivamente all’attività d’impresa, si applica l’“aliquota ridotta allo 0,96%”.
Infine “per tutti gli altri immobili che non rientrano nelle precedenti
fattispecie indicate: aliquota massima dell’1,06%”.
Reciprocamente consapevoli che quanto all’Imu il Comune è stato
ridotto ad esattore dello Stato, questi sembrano i correttivi di equità praticabili nel nostro territorio, che sono rinforzati e sostenuti dal
complesso dell’accordo che prevede anche altre significative misure,
finalizzate a:
• mantenimento e per quanto possibile qualificazione ulteriore del
sistema dei servizi socio assistenziali, educativi e di welfare in grado di fronteggiare i crescenti e nuovi bisogni.
• mantenimento dei volumi di servizio registrati nel 2011 relativa-
28
mente ai servizi socio assistenziali rivolti alle diverse categorie di
utenti: famiglie con minori, disabili, anziani.
• destinazione di risorse aggiuntive per riportare il volume dei servizi di assistenza domiciliare integrata rivolti agli anziani e di Centro
diurno al livello dell’anno 2010.
• incremento del livello di risposte alla crescente domanda di sostegno economico da parte delle famiglie colpite dalla crisi e in condizione di povertà attraverso un incremento dei budget destinati.
• mantenimento di rette e tariffe relative ai servizi socio assistenziali
e socio educativi.
• Incremento del fondo comunale per il sostegno delle famiglie affittuarie, che destina a questo fine risorse comunali per 80.000 euro a
fronte del precedente impegno di € 64.000.
Tarsu e addizionale comunale Irpef restano invariate. Inoltre si è
concordata “l’applicazione dell’Isee a tutti i servizi alla persona erogati dal Comune”, procedendo anche “ad approfondimenti mirati ad
affermare la parità di trattamento fra genitori coniugati e non coniugati, per l’accesso e la contribuzione nel campo dei servizi educativi
e scolastici”, proseguendo inoltre “il percorso di confronto attraverso
appositi incontri per i temi indicati nella piattaforma e non ancora
definiti”.
Particolarmente significativo infine è l’impegno condiviso alle
“azioni di contrasto all’evasione”, che dovranno rendere possibili i
seguenti interventi:
a) valutare con le Amministrazioni comunali del distretto la creazione di un ufficio distrettuale antievasione; controllo degli affitti a canone concordato;
b) partecipazione al controllo dell’evasione erariale e contributiva,
utilizzando anche le possibilità offerte dai nuovi strumenti normativi;
c) utilizzo di nuove banche dati;
d) potenziare i controlli delle dichiarazioni Isee, con particolare riferimento alla componente mobiliare del patrimonio, e acquisire anche
ulteriori dati su alcuni beni durevoli, indicatori di capacità contributiva.
Sarà attivato “un tavolo di confronto periodico sull’attività svolta
dall’Ente” anche per verificare l’impegno a “destinare alla spesa sociale la parte prevalente delle risorse recuperate”.
Le tariffe dei servizi scolastici sono invariate, mentre si introduce
una revisione del sistema tariffario del nido d’infanzia capace di attuare la “personalizzazione della tariffa mediante la determinazione
della stessa in misura proporzionale al valore Isee, entro un ventaglio
di importi compresi, per il nido a tempo pieno, tra un minimo di 50
€ mensili (per Isee da 0 a 3.500 euro) salvo esenzioni su valutazione dei servizi sociali e un massimo di 530 € mensili (da applicare ai
valori Isee maggiori di 35.000 euro); tale misura è individuata da un
“parametro di personalizzazione dell’1,5% del valore Isee” e mentre si
confermano tutte le riduzioni per frequenza ridotta, e le agevolazioni
“per pluriutenze, disabili e situazioni sociali”, si prevede “uno sconto
per ogni giorno di assenza, pari all’1,5% della tariffa attribuita”. Con la
stessa parametrazione, la tariffa del nido part time viene determinata
in misura pari ai 2/3 della tariffa a tempo pieno.
…E con l’AUSL? Dopo l’esperienza, calorosamente sollecitata dai
cittadini, all’Ospedale Bellaria, è partito il 2 maggio scorso l’Ambulatorio ad accesso diretto diurno, collocato nei locali dell’Ausl di via
Repubblica 11, nella prospettiva della Casa della Salute (vedi articolo
a pagina 10 - ndr), con un approccio condiviso dalle stesse organizzazioni sindacali.
Una prima informazione di merito è stata fornita dalla Lega Spi/Cgil
nell’assemblea pubblica del 30 aprile scorso, con l’impegno a realizzare unitariamente e in collaborazione con Amministrazione comunale e Ausl, una serie di incontri pubblici entro il mese di giugno, al
fine di diffondere capillarmente il nuovo presidio sanitario.
Sarà interessante proporre da queste stesse pagine il resoconto di
tali incontri e monitorare il nuovo percorso. *
San Lazzaro
in Piazza
amarcord
Una targa, una icona, una immagine, un simbolo, sacri o laici che siano, magari salvati dai segni del
tempo, possono aiutare a “non dimenticare” e a ricostruire un po’ di piccola storia locale. Anche piccole cose curiose, belle o brutte, poco importa. Se possiedi materiale utile alla ricerca mandali in
redazione (via mail, se digitalizzati) magari corredati da un semplice scritto che possa illustrarne i
contenuti. Oppure segnala l’eventuale luogo da fotografare, nel qual caso ci penseremo noi.
LO STABILIMENTO OSCA
Sulla via Emilia, all’altezza del civico 245, a poche centinaia di metri dal centro di San
Lazzaro, un tempo sorgeva uno stabilimento fondato nel 1947 dai fratelli Maserati chiamato Automobili Osca. Inizialmente si progettavano piccole vetture sportive convertite
poi nel 1950 in auto da corsa di formula due. Nel 1951, al volante il principe Bira, l’Osca
si aggiudicò una gara a Goodwood in Inghilterra. Questi i piloti alternatisi al volante
delle vetture prodotte nello stabilimento sanlazzarese: Bira, Rol, Bayol, Chiron, Cabianca, Piotti, Davis. E i risultati: un primo posto sul circuito “du Lac” ad Aix-les-Bains; un secondo a Siracusa; un quarto e un sesto a Pau. Nel 1962 i fratelli Maserati, ormai anziani,
cedettero l’azienda alla MV Agusta. In seguito, in quello stabilimento, presero vita altre
aziende (ricordiamo Campagnolo e Tecnomagnesio) per finire ai giorni nostri.
La targa posta dalla “Scuderia Bologna-motorismo storico” e dal nostro Comune (febbraio 2006); la fabbrica ormai dismessa a cavallo degli anni Sessanta/
Settanta; un raduno di vecchie Osca in Piazza Bracci; la “vecchia” targa del 1997
smarrita (forse durante i lavori di costruzione del nuovo insediamento) che
avrebbe dovuto fare bella mostra di sé al posto di quella collocata nel 2006.
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La poesia
Vorrei
Vorrei tornare piccino…
quando pensavo che mai
gli uomini avrebbero
fatto le guerre.
Quando non conoscevo…
l’incoscienza e la protervia
di chi continua a provocarne!
Vorrei poter tornare
al fascino discreto
delle piccole cose,
riascoltare i timidi
silenzi delle riflessioni,
lontano dal frastuono
vacuo di questi giorni!
Vorrei affondare ancora
le mani bambine…
nei colori dell’arcobaleno,
sentire le voci e gli odori
di suoni ormai perduti
di teneri pensieri…
di quei giorni lontani
che ci davamo la mano
e le promesse…
erano scritte sui sassi!
Gabriele Carati
A Villa Serena il filosofo e councelo
r Vittorio Riguzzi parlerà dei segreti
e dei meccanismi che regolano l’am
ore. Dal 20 giugno all’11 luglio,
quattro serate condotte dalle giornalis
te Gaia Giorgetti (Resto del Carlino) e Daniela Camboni (Corriere della
Sera) che intervisteranno l’ospite
e stimoleranno le domande del pub
blico. Ciascuna serata (inizio previsto per le 20,45), sarà introdotta dalla
lettura di un brano o una poesia d’amore, attinente all’argomento
trattato. Mercoledì 20 giugno si
comincia con Di cosa parliamo quan
do parliamo d’amore; mercoledì 27
giugno: “È finito il matrimonio d’am
ore?, martedì 3 luglio: Cosa scegliamo, cosa non scegliamo, mercole
dì 11 luglio: Libertà, colpa e responsabilità.
Vittorio Riguzzi è un filosofo. Si occu
pa di counceling filosofico e di
formazione. È docente di filosofia dell’
arte e saggista, redattore di varie
riviste culturali e autore di saggi di filos
ofia. La rassegna è realizzata grazie al contributo di Conad San Lazz
aro e Centro riabilitativo Gruppioni.
DI BUONA FAMA
o e che, in qualche
hanno fatto San Lazzar
Gli uomini e le donne che
Personaggi di San
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la storia. “Di buon
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scr
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di Città del Palazzo
sarà ospitata nella Sala
Lazzaro” è la mostra che
Comitato per lo stual 5 agosto. Curata dal
comunale dal 27 luglio
essorato alla QuaAss
l territorio, dal nostro
dio e la valorizzazione de
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collaborazione con
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mostra racconta in 15 pan
territorio locale. Per il
lasciato una traccia sul
diverse ragioni, hanno
Orsoni, Flavio e
Berti Pichat, Francesco
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Pisis, Padre Marella, Din
Luigi Bertelli, Filippo De
lo Jussi, Don Biavati,
Fantini, Luigi Donini, Car
Laura Rodriguez, Luigi
Maria Trebbi, CesaPoggi, Maria Mascagna,
Alfredo Nadalini, Paolo
lla mostra che, nei
de
tanto una prima parte
re Maltoni. Questa è sol
gi.
à con altri personag
prossimi anni, proseguir
BON VOYAGE, IN VIAGGIO
CON L’ESTATE GIOVANI
È un’estate all’insegna del viaggio
quella che propone l’Informagiovani.
Viaggi reali e metafore di viaggio, come recita il sott
otitolo della rassegna, sono il filo ross
o di Bon voyage
che si affianca al tradizionale calenda
rio di appuntamenti. La rassegna prop
one Informagiovaniexpress, due appuntamenti per
imparare a viaggiare low cost e per
sceg
liere la giusta
destinazione per chi vuole trascorre
re le vacanze studiando all’estero e
prosegue con altre
iniziative che sposano il tema del viag
gio allo sport, alla filosofia e alla lette
ratura.
Senza muoversi da San Lazzaro, i più
giovani potranno viaggiare fino in Giap
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Sulle tracce della vecchia colonia elioterapica di Idice