I N F L U S S O DEL T O M I S M O A B I S A N Z I O NEL SECOLO XIV C. B U D A / R E G G I O CAL. Generalmente il progresso filosofico bizantino si fa arrestare alla chiusura della scuola d'Atene avvenuta nell'anno 429. Ci sembra errato o almeno eccessivo fermare l'evoluzione del pensiero bizantino al 429, specialmente se si pensa: l, ai programmi enciclopedici imposti da Teodosio II nel 425 all'universitä di Bisanzio e ehe costituirono come il tessuto connettivo della cultura bizantina sino al 1453; 2, ai vari fenomeni culturali sviluppatisi nel secolo XIV a cui precisamente intendiamo referirci, cioe alla lotta esicasta, alla traduzione cidoniana delle opere di S. Tommaso d'Aquino ed all'aspra polemica accesasi intorno ad essa. II risveglio occidentale dal secolo IX al secolo XII e di ben diversa portata, ma non bisogna trarre conclusioni negative per Bisanzio dal confronto con la fiorita filosofica della Scolastica dei latini, perche le vigorose affermazioni di questi in gran parte erano spiegate dalla depressione culturale operata dalle invasioni barbariche, le quali, con la nuova linfa germanica innestata sul tronco della humanitas latina, sotto il lievito dello spirito cristiano, produssero i capolavori vari del secolo XIII. I fenomeni culturali in Occidente sono, diremmo, eruttivi, perche vengono dopo un periodo di letargo, ehe non era, pero, spegnimento di vita. LOriente, invece, nello stesso periodo di tempo, pur mantenendo un livello culturale medio superiore a quello occidentale, riesce a vibrare piü intensamente sotto taluni stimoli. Uno di questi consiste nella diffusione delle opere deH'Aquinate tradotte nella lingua greca dai fratelli Procoro e Demetrio Cidone nel secolo XIV. Si accese una polemica aspra da parte dei puristi della tradizione conciliare e patristica contro il coraggioso nucleo di latinizzanti, per cui, direttamente o indirettamente, il pensiero di Tommaso d'Aquino fu largamente conosciuto a Bisanzio in quel secolo. Dallo Studio diretto di un opuscolo di un polemista bizantino, M.A. Panaretos, possiamo trarre motivo di giudicare ehe l'anima bizantina, in gran parte, reagi con asprezza all'infiltrazione tomista.1 Fatte queste precisazioni, dobbiamo ulteriormente osservare ehe la cultura filosofica bizantina nei secoli XI, XII, XIII, fa perno sui nomi di Michele Psellos, Giovanni Italos, Niceforo Blemmide, dei quali, il primo si occupo di Platone e gli altri due di Aristotile. La lotta tra platonismo ed 1 Cf. la confutazione di A. Panaretos all'opuscolo di S. Tommaso d'Aquino ,,Come si deve concepire la processione dello Spirito Santo": Cod. Marc. CLIII, ff. 353V, 21-26; 355V, 18; 357V, 12; 359r, 24-25; 362^, 5-6; 364^ 17; 364V, 14- Unauthenticated Download Date | 4/13/16 3:55 PM C. Buda: Influsso de l Tomismo a Bisanzio nel secoloXIV 319 aristotelismo giä delineata nelle tendenze diverse delle due scuole si accese molto piu vivamente con l'esicasmo nel secolo XIV, traendo spunti di vera e propria passione nei seguaci dei corifei di tale duello filosofico-teologico e motivi d'influsso o estensione del razionalismo dialettico nei responsabili della controversia, Palamas da una parte e Barlaam dall'altra. Teodoro il Metochita, Niceforo Gregoras, Demetrio Cidone, nel secolo XIV, rappresentano con i precedenti, Palamas e Barlaam, assieme al nugolo di minori, tra cui Panaretos, gli attori del risveglio bizantino, mentre l'esicasmo, le versioni cidoniane di S. Tommaso d'Aquino e l'unione delle due Chiese, bizantina e latina, costituiscono i catalizzatori dello stesso movimento culturale. Teodoro il Metochita, poi, e particolarmente additato da Sathas2 ed Ouspenski3 come il principale ispiratore del platonismo del secolo XV in genere e di Gemisto Pletone in specie4. a) E sieäs mo Esicasti erano ,,coloro ehe vivevano nel riposo",5 perche sostenevano la pratica del distacco assoluto dal mondo, cioe delPesichia o silenzio, come mezzo di unione con Dio. II calabrese Barlaam venne a conoscenza di quella pratica e dottrina, perche si trovava a Bisanzio con incarichi ufficiali da parte del patriarca Caleca; egli scateno la controversia6 ponendo in ridicolo sia la pratica della contemplazione ombelicale sia la dottrina deiresichia. L'esicasmo, variamente giudicato,7 per noi si riduce ad un'antitesi dottrinale tra Oriente ed Occidente e, propriamente, ad una ripulsione del razionalismo scolastico e del metodo tomista.8 b) Versioni cidoniane Demetrio Cidone, tessalonicese, segretario delPimperatore Giovanni Cantacuzeno, per svolgere meglio le sue mansioni di ufficio con mercanti veneziani, missionari e legati pontifici, apprese la lingua latina aiutato molto dai Frati Domenicani del convento di Pera, ehe gli fecero Studiare la nuova lingua sulle opere di S. Tommaso d'Aquino. Mosso dal pensiero tomista e dal realtivo rigore dialettico, Cidone tradusse le opere dell'Aquinate per farne conoscere il pensiero ai suoi compatrioti. La sua iniziativa 2 Biblioteca greca del Medio Evo, I, Introduzione, p. 64. Saggio sulla civiltä bizantina, pp. 263-264. 4 Tra tutte le sue opere la meglio conosciuta e „Commentari e Giudizi morali", ch'e una specie di enciclopedia. 5 C. N. Sathas, Storia della Grecia nel Medio Evo, t. VIII, prefazione, p. 6. 6 Gius. Schiro, Barlaam Calabro, Epistole Greche, Palermo, 1954. 7 Cf. K. Krumbacher, Storia della letteratura bizantina 2 , p. 43; G. Papamichael, S. Gregorio Palamas, arcivescovo di Tessalonica, Saint-Petersbourg-Alexandrie, 1911, p. XV. 8 Cf. P (cod. Coisliniano 1000, con le epistole di Gregorio Palamas a Barlaam ed Acindino), f. 74V, 28 ss.; Epistola di Barlaam a Kilo Triclinio, De Process. Spirit. S., in W (cod. vaticano greco 1110), f. 52V, 20; f. 53r. 3 Unauthenticated Download Date | 4/13/16 3:55 PM 320 I. Abteilung ebbe tanto successo a corte e fuori di corte ehe in breve fu di moda essere tomista.9 Le versioni cidoniane di S. Tommaso si diffusero rapidamente fra gli eruditi bizantini,10 perche l'Aquinate fa uso abbondante della patristica greca, onde apparve come continuatore della scolastica Orientale.11 I puristi bizantini insorsero contro la dottrina ed il metodo tomisti, perche volevano immutata la loro antica dottrina12 ed, in certo senso, si puo affermare ehe la sconfitta degli antipalamiti inizio la rotta dello scolasticismo dOccidente oltre ehe della tendenza unionista tra le due chiese.13 c) Inßusso razionalista nella polemica bizantina e principali polemisti nel secolo XIV Bisogna premettere ehe il pensiero bizantino e neoplatonico ed il linguaggio relativo e, direi, pregnante o polivalente, per cui facilmente si poteva dar luogo ad una polemica indefinita in questioni ehe non poggiavano su di una terminologia di significato determinato e definito. II linguaggio bizantino, inoltre, e ricco di riferimenti a simboli ed immagini d'ispirazione scritturistica e patristica.14 Aristotile, in fondo, non esercito grande influsso, perche veniva usato con valore Strumentale, per un determinato momento e per un determinato fine; quindi, non informo di se la mentalitä bizantina a tal punto da infonderle una filosofia o maniera di vedere le cose. Tale conformazione spirituale si riflette anche in campo teologico, ove i bizantini non portano una concezione deduttivistica, scolastica alla maniera dei latini, ma piuttosto mistica, alla maniera di una determinata corrente patristica. Onde, il riferimento ai Padri costituisce il titolo maggiore di diffusione del pensiero tomista a Bisanzio.15 E la penetrazione della scolastica occidentale nella cultura bizantina del secolo XIV ebbe un'occasione ragguardevole nelle varie polemiche tra latini e bizantini. A tal fine e molto significativa la polemica tra Palamas e Barlaam. II calabrese, difendendosi dalle accuse del primo, ribadisce la necessitä di far leva sulla fede16 considerando addirittura i dogmi stessi in contrasto con gli umani ragionamenti,17 poiche con le leggi di una scienza non si puo spiegare un fenomeno ehe appartiene ad un mondo diverso. Invece Pala9 Notizie piü abbondanti circa la sua opera sono fornite da una specie di apologia personale ehe il Cidone indirizzo in fin di vita ai suoi amici compatrioti per motivare anche il suo lavoro circa la versione di opere latine; l'apologia fu edita da G. Mercat. in Studi e Testi, C. d. V., 1941, t. XLVI, pp. 359-403. 10 I. N. Karmiris, Somma Teologica di Tommaso d'Aquino, Atene, 1935, p. 35. 11 I. N. Karmiris, Somma Teologica di Tommaso d'Aquino, Atene, 1935, p. 40. 12 I. N. Karmiris, Somma Teologica di Tommaso d'Aquino, Atene, 1935, p. 40-41. 13 I. N. Karmiris, Somma Teologica di Tommaso d'Aquino, Atene, 1935, p. 38. 14 Cf. cod. Marc. CLIII, ff. 353r e v. 15 I. N. Karmiris, op. cit. p. 38. 18 Cf. Gius. Schiro, op. cit.: epist. I, 285-286; 355-358: pp. 240-243. 17 Va ricordato a proposito il ,,credo quia absurdum" di Tertulliano. Unauthenticated Download Date | 4/13/16 3:55 PM C. Buda: Influsso del Tomismo a Bisanzio nel secolo XIV 321 mas gli rimprovera di tenere in maggior considerazione Platone ed Aristotile anziehe la S. Scrittura ed i SS. Padri. Come Panaretos,18 Barlaam, giä prima, diffida dell'uso della ragione nei misteri della fede.19 ,,Anche negli scritti indirizzati ai latini - dice Barlaam a Nilo Triclinio — io sostengo questi principii e, cioe, ehe i misteri divini sono credibili, ma non dimostrabili; . . . dimostro, inoltre, piü chiaramente, perche consideri i problemi divini al di sopra di ogni dimostrazione."20 E Palamas, difensore dell'uso della ragione in materia di fede, nella polemica ehe ebbe con Barlaam, si accosta alla logica tomistica conferendo im valore sussidiario al sillogismo ,,che serve a puntellare i claudicanti ed a raffermare i sicuri".21 Barlaam, pero, in polemica con Palamas, fini con lo scendere sul terreno della ragione per convincere l'avversario ehe, nel suo tentativo di conciliazione con i latini, condotto per incarico ufficiale del patriarca Caleca, nulla aveva concesso agli stessi. Ed, in fondo, il calabrese, molto sensibile all'uso tomista della ragione accoppiato alla conoscenza della S. Scrittura22 ha contribuito ad instaurare in Occidente quel genere di argomentazione basato sulla ragione confortata dalla S. Scrittura, ehe fu una rivelazione a Bisanzio colle traduzioni cidoniane dell'Aquinate e fu fatto proprio polemicamente da esponenti e fautori della dottrina bizantina. A questi appartiene anche Panaretos, il quäle all'inizio dell'opuscolo contro PAquinate ricorda ehe scenderä in battaglia facendo uso della ragione e dopo aver cinta Tarmatura dei teologi.23 La scolastica tomista, basata sulla speculazione aristotelica, aveva fatto largamente penetrare il culto di Aristotile contro quello di Platone; ma gli eruditi bizantini non vedevano di buon occhio una fusione intima di Aristotile con i dogmi del Cristianesimo, perche lo Stagirita presentava punti dottrinali antitetici a quelli cristiani, onde si erano sforzati di evitare una vera fusione nei primi dodici secoli.24 II sistema tomista, quindi, ha occasionato la reazione e la polemica dei bizantini, i quali consideravano come nociva alla religione cristiana simile egemonia del pensiero e respingevano l'invasione del logicismo.25 Gli esicasti nei loro attacchi non 18 Cf. cod. Marc. CLIII, ff. 353r, 5-8; 355V, 16. Gs. Schiro, op. cit., epist. II, 37-40. 20 Gs. Schiro, op. cit., epist. II, 41-48. 21 Cf. P (cod. Coislin. 100 con le epist. di Gregorio Palamas a Bari, ecc.), f. 74V, 29 ss. 22 Cf. epist. di Barlaam a Nilo Triclinio, De Proc. Sp. S., in W (cod. vatic. greco 1110), f. 52V, 20; 52r. 23 Cf. cod. Marc. CLIII, f. 353V. 24 I punti dottrinali di maggiore divergenza di Aristotile dal Cristianesimo consistevano nella dottrina deH'anima, di cui il filosofo non garantiva rimmortalitä, e la teoria della provvidenza, ehe difettava nella nlosofia greca in genere. 25 Gius. Briennios, Intorno alla S. Trinitä, vl. V, p. 84, arriva alla conclusione di rigettare l'introduzione del sillogismo e della dimostrazione in materia di fede e, fra l'altro, dice: ,,Bisogna impedire una lega di sillogismi nei trattati sacri, perche il sillogismo e debole e conduce inoltre alla falsitä . . .; coi sillogismi si conciliano le cose di fede, ma, al contrario va via la nostra fede, vengono meno i premi di questa e non crederemo piü a Dio, ma agli uomini. 19 Unauthenticated Download Date | 4/13/16 3:55 PM 322 I. Abteilung distinguevano la lotta contro Barlaam da quella contro l'Aquinate, ainzi „barlaamita" nel secolo XIV era divenuto sinonimo di partigiano dtella scolastica latina. 26 L'Aquinate aveva toccato punti controversi di dottrina e la polemiica non si fece attendere molto; sorsero parecchi bizantini antitomisti <con scritti particolari: 1. Nilo Cabasilas scrisse trattati antitomisti e mori circa il 1303.27 2. Nicola Cabasilas ha lasciato una confutazione dei latini. 3. Demetrio Crisolora ha impugnato l'opera di Demetrio Cidone conitro Nilo Cabasilas. 4. Barlaam prima del passaggio ai latini scrisse 22 trattati di cui due sono antitomisti. 28 5. Giorgio Voilos compose im trattato contro i latini. 29 6. Angelo Aeidaros, di cui c'e stata conservata nel codice urbinate 155 unOpera antitomista.30 7. Callisto Angelicude di Melene scrisse una confutazione del ,,Contra Errores Graecorum" di Tommaso d'Aquino.31 8. M. A. Panaretos, scrisse una ventina di opuscoli di cui due sono antitomisti: l'uno riguarda la processione dello Spirito S., l'altro riguarda il fuoco del purgatorio. Di questo illustreremo la figura e gli scritti. Matteo Questore Angelo Panaretos Fonti- La seconda metä del secolo XIV, per cio ehe riguarda Bisanzio, offre ancora molte lacune. Le sorgenti ehe possono servire per uno Studio su Panaretos sono poche e rare. Nelle opere dei contemporanei non s'incontra menzione alcuna intorno a questo nome e, nonostante il posto da lui occupato nel governo di Bisanzio, non apparisce in alcun atto ufficiale di quell'epoca cosi feconda di movimenti politici, religiosi e dottrinali strettamente connessi tra di loro. II primo cenno ehe riguarda il nostro polemista e posteriore al Concilio di Firenze (1439) e non porta altro ehe 26 Cf. cod. greco 1237, Bibl. Naz. di Parigi, sec. XV, ehe coötiene la seconda parte della Somma Teol. tradotta in greco; quivi si legge: ,,. . . questo sapiente, oltre ehe latino e barlaamita, o piuttosto e Barlaam ch*e tomista e latino, e, nel resto, meraviglioso". 27 I bizantini antiunionisti, con a capo Marco Eugenico d'Efeso, nel Concilio di Firenze hanno certamente utilizzato il corpus doctrinae sistematicum dei latini; anzi, nella dottrina tomista hanno trovato i primi elementi di risposta agli awersari. 28 I titoli sono: a) Contro Tommaso, il quäle dice ehe le persone divine non si distinguono tra di loro soltanto secondo la relazione; b) Contro Tommaso, il quäle dice ehe la paternitä soltanto e il fondamento delPipostasi della prima causa e per nulla, invece, l'innascibilitä. 29 II titolo e: ,,Giorgio Voilos contro i latini, volume I". 30 II titolo e: ,,Angelo Aeidaros contro Tommaso". 81 II titolo e: ,,Callisto Angelicude Meleniceota contro il 'Contra Errores Graecorum* di Tommaso latino". Unauthenticated Download Date | 4/13/16 3:55 PM C. Buda: Influsso del Tomismo a Bisanzio nel secolo XIV 323 il nome di Panaretos senza alcun altra indicazione. Si tratta di due scritti di Giovanni Plusiadeno, gi vescovo di Metona, ehe, elevato alla sede patriarcale di Costantinopoli, dopo il Concilio di Firenze conservo il nome di Giuseppe Metonense. Tornato in patria compose due scritti in favore dell'unione fiorentina. Nel dialogo „De differentiis inter Graecos et Latinos et pro concilio florentino" aH'avversario dell'unione fa confessare di avere ignorato la dottrina dei Padri e di aver avuto tra mano soltanto gli scritti di noti polemisti della scuola di Fozio, tra cui Panaretos. L'altro scritto della stessa indole e diretto contro M. Eugenio d'Efeso, cui, verso la fine, si rinfaccia l'adesione ai capi fautori dello scisma, fra i quali ultimi e notato Panaretos. I due scritti si trovano nel Migne, Patrologia Greca, t. XLIX, eil. 960, 1024-1094. La vecchia letteratura fa capo a Leone Allacci nella sua opera „De Ecclesiae occidentalis et orientalis perpetua consensione".32 Egli desume le sue notizie da Giovanni Plusiadeno, ma circa la data ove collocare il polemista e tratto in inganno dal tragico episodio avvenuto il 1273 (ch'erroneamente riporta all'anno 1247), narrato da Giorgio Pachimere nella storia di Michele Paleologo. Guglielmo Cave,33 qualificato Panaretos per ardente fautore dello scisma greco, lo identifica con Γοπιοηίιτιο pachimeriano, ripetendo le medesime inesattezze di Leone Allacci, eccettuata quella dell'anno cui si riferisce Giorgio Pachimere. Accusa, inoltre, di leggerezza la postilla di G. Sambuco circa la patria di Panaretos: „hie fuit rhodius"; ed egli aggiunge: „sed levi ratione fultus". Infine, tratto dal proposito polemico antitomista di Panaretos, lo inquadra nel secolo dell'Aquinate, contemporaneo a questo, „contra quem-dice il Cave-toties calamum strinxit"; non avr osservato ehe le versioni di Tommaso d'Aq., le quali abbiano avuto un qualsiasi influsso a Bisanzio, avvenivano circa So anni dopo la morte dell'Aquinate, e per opera dei fratelli Cidone. Casimiro Oudin 34 fa una specie di progresso logico nella correzione della nota di G. Sambuco, basato sempre sui dati erronei dei precedenti. Infatti, influenzato dal Cave, corregge il „paullo ante concilium florentinum" in „paullo ante concilium lugdunense", spostandolo indietro di circa due secoli. Mingarelli35 nella descrizione del codice Naniano CXXX, sebbene per primo abbia edito lo scolio di Panaretos al secondo opuscolo contro l'Aquinate, su cui si sono fondate le felici indagini di Pietro Risso, tuttavia non ha fatto altro ehe ripetere le inesattezze dei precedenti. La recente letteratura e stata inaugurata da Dimitracopulos,36 ehe ha intuito la radice dell'errore di tutti i precedenti storiografi, ma non ha avuto il "- Coloniae Agrippinae, 1648, p. 843. 33 De Scriptoribus ecclesiasticis, Ginevra, 1705, Appendice, p. 174. 34 De Scriptoribus ecclesiasticis, vl. I I I , p. 522 ss. 35 Graeci Codices manuscripti apud Nanios patricios venetos asservati, Bologna, 1784, pp. 209-303. 36 Graecia orthodoxa, Lipsia, 1872, pp. 48-53. Unauthenticated Download Date | 4/13/16 3:55 PM 324 /. Abteilung coraggio di proseguire nella via intrapresa; onde, il suo contributo e di grande valore, sebbene gli faccia torto la soverchia timidezza. Quelle scolio ehe non aveva dato alcun indirizzo al Mingarelli fece esitare il Dimitracopulos ed, infine, illumino P. Risso; il primo ebbe il solo merito di averlo dato alla luce, il secondo ebbe quello di avergli attribuito una certa importanza ed il terzo, poi, quello di averlo in pieno valorizzato. Alberto Ehrhard 37 dedica un paragrafo alla polemica del secolo X I I I : Die Polemik gegen die Lateiner im 13. Jahrhundert". Dallo stesso titolo tradisce la fönte delle sue notizie circa l'etä ove collocare il polemista. In nota, poi, avverte ehe l'opuscolo XI di Panaretos fu pubblicato anonimo dal Beveridge nel suo Synodicum (t. II, Londra, 1673, Pag· 2 73 ss·) e c^a il codice bodleiano-seldeniano (n. 43, sec. XVI, ff. 169), ehe contiene 20 opuscoli del nostro polemista. P. Risso, in parecchi articoli della Rivista ,,Roma e l'Oriente",38 passando al vaglio la letterarura antica e recente circa Panaretos, ne ha messo in luce tutta la crusca; eseguendo con metodo critico uno Studio personale sui codici ehe contengono le opere del polemista, ci ha dato in complesso le notizie piu attendibili circa l'etä in cui visse e gli scritti da lui composti; di questi, cinque furono anche pubblicati nella medesima rivista. M. Jugie ha dato posto al polemista tra gli autori del secolo XIV. 39 V. Laurent,40 sulle orme del Risso, ha dedicato al Panaretos un articolo riassuntivo della vita e delle opere; ha corretto e completato, pero, qualche notizia non troppo sicura del Risso. G. Mercati,41 nelle sue ,,Notizie su Procoro e Demetrio Cidone" qua e lä da luogo, tra le note, anche a Panaretos. Cenni biografici — Matteo Questore Angelo Panaretos e, quindi, un polemista bizantino della seconda metä del secolo XIV. Poche ed inesatte erano sino a pochi anni fa le notizie circa la persona e l'attivitä di questo scrittore, pubblico ufficiale di Bisanzio. L'oscuritä e pochezza delle notizie e dipesa dalla modestia del nostro autore, ehe, aH'infuori di qualche accenno, non entra mai in particolari autobiografici nelle sue opere, e, piü ancora, da quello ehe rimane d'inesplorato circa le cose del secolo XIV. La confusione ed inesattezza circa l'epoca in cui visse dipende da un invertimento di date e di persone, di cui e responsabile Leone Allacci. 42 Le notizie di questi circa Panaretos hanno creato un'erronea tradizione, cui K. Kmmbacher 43 ed U. Chevalier, 44 nelle rispettive bibliograne, hanno fatto eco. II nostro Panaretos e stato identificato con l'alto funzio37 Storia della Letteratura bizantina, Krumbacher, seconda edizione, Lipsia, 1897. Roma e l'Oriente, t. VIII, Grottaferrata, 1914. 39 Theologia Dogmatica Christianorum Orientalium, 1926. 40 Dictionnaire de Theologie catholique, t. XI, p. seconda, eil. 1842-1849. 41 Studi e Testi 56, Cittä del Vaticano, 1931. 42 op. cit., p. 933. 48 Storia della letter. bizantina, sec. ediz., Lipsia, 1897, p. 93. 44 Repertoire des sources historiques du moyen äge. Bibliografia, Parigi, 1907, vl. II, cl. 3484. 38 Unauthenticated Download Date | 4/13/16 3:55 PM C. Buda: Influsso de l Tomismo a Bisanzio nel secolo XIV 325 nario suo omonimo, ehe Michele VIII Paleologo aveva mandato al II Concilio di Lione, ma ehe, nel corso della sua missione, fece la tragica fine di naufragio presso il capo di Malea nel promontorio del Peloponneso. II primo scritto di G. Plusiadeno45 ci mostra il Racendita, fautore dello scisma, ehe, messo alle streite, confessa di avere avuto tra le mani soltanto le opere di im tal Cabasilas, Psellos, Nicolo di Metona, Panaretos ed altri. Nel secondo scritto46 Gius. Metonense prova ehe Marco d'Efeso ha mutuato i suoi argomenti da altri scismatici a lui anteriori; verso la fine ha: ,,e tu, come dici, hai aderito ai tuoi SS. Padri e dottori, a Fozio, principe degli scismatici, anzi autore e fattore dello scisma, a Cabasilas, Palamas, Nicolo Metonense, Panaretos e gli altri, ehe, dopo lo scisma e la grande contesa, hanno parlato contro Roma". Dal passo riferito e chiara la figura di Panaretos: un bizantino ehe ha servito la causa dello scisma con la sua produzione letteraria; qualitä queste, ehe si adattano al nostro. Inoltre, dalla polemica contro il metropolita d'Efeso si deduce ehe certamente e vissuto prima di questo. L'Allacci, oltre all'errore della data, presunta deH'avvenimento, cui si riferisce Pachimere, ha commesso un'altra inesattezza qualificandolo „protovestiarius" invece di ,,praepositus o praefectus vestiarii". Come abbiamo notato nel paragrafo precedente, le notizie date dall'Allacci furono credute le piü sicure e non subirono mutamento di sorta nelle opere di Cave, Oudin e Mingarelli. Quest'ultimo ha confermato l'errore dei precedenti con una citazione di confronto del Fabrizio: 47 ,,atque Lambecius, ducibus Georgio Pachymere, 1. V historiae byantinae, c. 18 et 21, Petroque Possino in observationibus chronologicis ad 1. III hist. Georgii Pach., de imperio Michaelis Paleologi, c. 6, p. 518, refert eum (Panaretos) anno Cr. 1273 (non a. Cr. 1247 ut Allatius scripsit) ab imperatore Michaele Paleologo una cum aliis quattuor legatis concordiae eccl.ae causa missum esse Roman ad pontificem Gregorium X, et in itinere cum uno ex legationis suae collegis, magno interprete Berrheota, apud Maleam Peloponnesi promontorium, naufragio periisse". II Fabrizio finisce cosi: ,,hic est Panaretos Allatio memoratus p. 843 ,De Consensu'; 48 loanne Plusiadeno t. I Graecae Orthodoxae, p. 635; Arcudio p. 31".49 Dimitracopulos50 parla di Panaretos protovestiarius quando tratta degli autori del secolo tredicesimo. Riassume la nota di Panaretos all'opuscolo sul fuoco del Purgatorio e, testualmente, tratta di ,,Tommaso dell'ordine dci Predicatori, ehe viveva a Napoli in halia, fecondo scrittore di com4 op. cit.: Migne, P. G., t. CLIX, cl. 1092. op. cit.: Migne, P. G., t. CLIX, cl. 1092. 47 Bibliotheca graeca, i. ediz., vl. X, p. 532. 414 De ecclesiae occidentalis et orientalis perpetua consensione, Coloniae Agrippinae, 1648. 49 Dell'Arcudio abbiamo consultato l'opuscolo „Utrum detur purgatorium et an illud sit per ignem", l'opusc. contro Barlaam „De igne purgatorio", gli „Opuscula aurea theologica" ed il „De perpetuo consensu utriusque eccl.ae in discipl. sacram", ma non abbiamo riscontrato alcun riferimento alla citazione del Fabrizio. 50 op. cit., p. 48-53· 4li Unauthenticated Download Date | 4/13/16 3:55 PM J20 /. Abteilung menti alla Scrittura del Vangelo e del N. T. . . . i cui scritti furono sconosciuti a Bisanzio fino al regno di Cantacuzeno, verso la fine del quäle un tessalonicese, soprannominato Cidone versato nella lingua latina, fece la versione delle opere di quello in greco delle quali alcune furono trascritte dall'imperatore G. Cantacuzeno e si trovavano nella sua biblioteca"; la nota finisce con il proposito polemico di Panaretos di confutare le opere di Tommaso d'Aquino. Una seconda ragione ehe fa trattenere Dimitracopulos dalla correzione del Sambuco e ehe, avendo il nostro polemista confutato alcuni scritti di G. Beccos, sarä certamente vissuto dopo ehe questi fu patriarca (a. 1275), rnentre Tomonino pachimeriano era morto prima ehe il Beccos salisse al patriarcato di Costantinopoli. Nota ehe gli opuscoli di Panaretos sono 22; commenta il 7°, riportando un ingiurioso passo di confronto fra il papa di allora e l'apostolo Pietro. Da L. Allacci all'Oudin, e da questo all'Ehrhard, Panaretos e presentato come un polemista del secolo XIII, piü o meno identificato con lOmonimo pachimeriano. La nota di G. Sambuco: ,,Matthaeus hie fuit rhodius et vixit paullo ante concilium florentinum, ut apparet ex Scholario,51 vir non indoctus" fu presa in considerazione per essere corretta; Dimitracopulos, ehe non ebbe il coraggio di correggere la nota autografa del Sambuco, non seppe far di meglio ehe additare la via ad una critica piu soda. P. Risso52 mette in risalto il valore della via segnata dal Dimitracopulos ed utilizza con successo lo scolio di Panaretos all'opusc. sul fuoco del Purgatorio dell'Aquinate. 53 L'autore dello scolio e stato spettatore della fine del regno di G. Cantacuzeno et avrä scritto forse parecchi anni dopo. Cosi ci troviamo nel 1355 (quando Cantacuzeno si ritiro in convento), mentre romonimo pachimeriano era giä morto quasi un secolo avanti nel 1273. Esula dall'ordinario l'ipotesi ehe il Panaretos di Pachimere, salvatosi dal naufragio, abbia protratto la sua esistenza fino al 1355, quando giä doveva avere un'etä matura per fare parte di un'ambasceria imperiale e di quella indole. Inoltre, il proposito polemico dell'autore ci fa pensare ad un uomo non necessariamente giovane, ma, almeno, di energie non 51 Oltre alle opere dello Scholarios edite nella Patrologia greca del Migne, abbiamo accuratamente esaminato le opere del medesimo edite dal Jugie, Parigi, 1938, e specialmente i trattati sulla processione dello Spirito S., ove cita gliautori di polemica antilatina del secolo XIV, ma del nostro polemista non fa cenno alcuno. E v facile ehe la notizia, la quäle fa capo allo Scholarios sia semplicemente una Variante di qualche codice, ehe il Sambuco ebbe tra mani. 52 Rivista e tomo citati, p. 92. 53 Riportiamo la traduzione dello scolio per meglio valutare l'analisi di P. Risso: ,,Bisogna sapere ehe questo italiano Tommaso fiori negli anni del regno del piissimo imperatore Andronico Paleologo . . . Avendo quegli sua dimora in Napoli d'Italia ed essendo dell'ordine dei Frati Predicatori, molto addentro nelle discipline aristoteliche . . ., scrisse anche moltissimi libri contro la santa nostrafede; e talilibri erano per avventura sconosciuti alla chiesa della nuova Roma fino al regno del piissimo Giovanni Cantacuzeno e collocati nella sua biblioteca. E noi, se Dio ci da agio, li confuteremo tutti ad evidenza, come giä questi suoi opuscoli sul fuoco del purgatorio e sulla processione dello Spirito Santo". Unauthenticated Download Date | 4/13/16 3:55 PM C. B u da: Influsso de l Tomismo a Bisanzio nel secolo XIV 327 troppo esaurite. Ancora: le versioni del Cidone sappiamo quando furono terminate; 54 senza intaccare l'esattezza di Pachimere, l'indagine critica sullo scolio ci permette di Stabilire la persona di im Panaretos diverso da quelle perito di naufragio presso il capo di Malea nel Peloponneso col qu le avr potuto avere vincoli di sangue, ma non d'identit personale. Anzi, aggiungiamo, nulla vieta ehe i vincoli di sangue tra il nostro Panaretos e quello di Pachimere, il qu le doveva avere certamente un posto distinto, con influenze anch'esse qualificate, nella burocrazia bizantina, abbiano giovato molto alla carriera burocratica del nostro polemista. In un opuscolo di Panaretos55 trovasi un'osservazione del nostro polemista, il cui significato rende una prova chiara e convincente circa l'et cui l'autore appartiene: „poiche dall'Incarnazione passarono gi 1356 anni, fino al presente, almeno per quello ehe ritengono gli stessi italiani, come rende manifesto la supposizione ehe siano456 anni fino ad oggi ehe si sono staccati e separat! da noi".56 Tutto quadra con quanto ha gi detto nello scolio dell'opuscolo contro l'Aquinate. Anzi determinerebbe, in certo senso, il periodo della sua fecondit polemica: 1355-1356 ed oltre per l'opera polemica antitomista; pi tardi quando la politica di Giovanni V Paleologo si orientava decisamente verso Roma e rafforzava cosi le tendenze unioniste dei latinizzanti, verso il 1369 o poco prima, avr varato i suoi opuscoli contro il primato romano. Un'altra prova dell'et cui deve assegnarsi Panaretos puo essere fornita dal destinatario del suo opuscolo „περί του ζέου ύδατος*' ch'e un tal Simone Atumano, secondo lui, vescovo di Reggio Calabria. L'Atumano cui allude l'opuscolo dev'essere certamente lo stesso ehe fu eletto vescovo di Gerace,57 in Calabria, nel 1348 e nel 1366 trasferito alla sede metropolitana di Tebe. Durante l'episcopato di costui, durato 17 anni nella sede di Gerace, avr avuto luogo la disputa cui accenna nell'opuscoletto. Di Simone Atumano, vescovo di Gerace, Ottaviano Pasqua58 ha qualche notizia, ehe a nostro parere, puo dare molta 54 II 24 Dicembre 1355 (anno bizantino ehe corrisponde al nostro 1354), alle ore 3 dopo mezzogiorno, fu terminata la versione della Somma contro i Gentili. 55 Cf. A. Papadopulos Kerameus: Catalogo dei codici greci (Bibl. Vatic.), Codici di Lesbo, p. 80, N. 92; l'osservazione si trova nel f. 75, N. 4. 56 Bisogna osservare ehe l'opuscolo, cui fa riferimento l'osservazione riportata nel testo, e contenuto solamente nel codice di Lesbo. 57 Cf. G. Mercati, Studi e Testi, t. XXX, C. d. V., 1916, pp. 26 e 30. Nell'indirizzo della lettera inviata il 23 Giugno 1349 da Clemente VI si legge: ,,A1 diletto figlio Simone Atumano eletto vescovo di Gerace"; segne la motivazione dell'elezione a quella sede, per essersi, cioe, resa vacante per l'awenuta inorte di Barlaam inCuria. II 17. 4. 1366 Urbano lo promuoveva alla sede metropolitana di Tebe ,,consideratis grandium virtutum meritis . . . et quod tu qui regimini cccl.ae giracensis hactenus laudabiliter praefuisti" ; quindi, fu vescovo di Gerace per 17 anni. L'ipotesi ehe nel frattempo lo stesso Atumano sia stato vescovo di Reggio Calabria non apparisce fondata. L'errore sia di Panaretos sia del copista circa il nome della citt e evidente. Forse una volta sparsa la notizia a Costantinopoli non pote essere facilmente controllata. Le notizie ehe l'opuscolo da intorno a Reggio sono esatte: era, infatti, in decadenza nel secolo XIV; contava appena 10.000 abitanti. 58 Constitutiones et acta synodi hieracensis, p. 270. Unauthenticated Download Date | 4/13/16 3:55 PM 328 T. Abteilung luce circa l'ubicazione della sua sede vescovile. L'autore, date brevi e concise notizie riguardanti la vita di Simone Atumano prima di essere eletto vescovo di Gerace, cosi conclude: „haud mediocri Jeracensis ecclesiae praerogativa, Simon apud eumdem Clementem pontificem gratis florens, tunc demum episcopus factus, cum episcopi duo et viginti, duo item archiepiscopi, in quibus Petrus huius nominis primus rheginus metropolitanus, qui turn forte Avenione aderant, ordine episcoporum primus descriptus est, et nominatus in litteris . . ." Quindi, essendo Simone Atumano vescovo di Gerace, la sede metropolitana di Reggio Calabria era occupata da quel tale ... ,,Petrus huius nominis primus". Inoltre, dal passo citato appare ehe Simone Atumano, per l'assenza degli altri vescovi ed arcivescovi di Calabria, in visitadioccasione ad Avignone, veniva nominato per primo in atti ufficiali: ,,. . . ordine episcoporum primus descriptus est et nominatus in litteris". Ci sembra, percio, ehe, essendo stato eletto da poco, e verificatasi nel frattempo Tassenza dei vescovi calabresi dalle loro sedi, il primo posto negli atti o elenchi ufficiali attribuito come vedemmo aH'Atumano avr potuto portare a Bisanzio l'idea di uno scambio di sede. Cosi Panaretos, rivolgendosi nel suo opuscolo all'Atumano, ch'egli chiama vescovo di Reggio Calabria, si sar fatto eco della comune interpretazione ehe si dava a quel nome messo in testa agli elenchi d atti ufficiali d'autorit vescovile. Queste notizie, ehe abbiamo personalmente raccolto dal citato Ottaviano Pasqua, valorizzano la nota di G. Sambuco, ehe rimane ancora non accertata circa la dipendenza dalle opere dello Scholarios; per quanto riguarda il ,,paullo ante concilium florentinum vixit", si puo intendere segnando la fine del nostro questore tra gli ultimi anni del secolo XIV. II nostro polemista visse a Costantinopoli59 e, probabilmente, in corte,60 in qualit di questore: titolo ehe sempre accompagna gli altri suoi tre nomi. Le diverse sottoscrizioni delle opere di Panaretos ci assicurano dell'alta carica ehe mantenne nelFamministrazione centrale di Bisanzio; era ufficio del questore la preparazione e redazione delle leggi e delle sentenze giudiziarie della pi alta giurisprudenza dello stato. II patronimico di Angelo sar anche stato per lui l'astro della fortuna. Angelo, infatti, ci fa pensare ad una lontana parentela con la dinastia regnante dei Paleologi, e sar stata questa una delle pi forti ragioni per cui ha potuto ricoprire l'alta carica, cui pochi provincali potevano ambire. Ci meraviglia, pero, il fatto ehe, nonostante l'influsso ehe un posto si distinto gli conferiva negli atti e nelle manifestazioni della 59 A. Dimitracopulos, op. cit. p. 49: „Sotto il nome di Panaretos si conservanc 20 opere scritte dal medesimo in Costantinopoli". Quindi, sar stato parecchio tempo a Bisanzio, se, negli ozi del suo alto ufficio, avr creduto di prendere parte alla poleniica con gli scritti. 60 Nel proemio dell'opuscolo degli Azzimi accenna a questa circostanza nominardo. l της ημετέρας αυλής. Inoltre, nello scolio sopra esaminato accenna alle versioni di T>mmaso conservate nella biblioteca di G. Cantacuzeno, onde, almeno, non gli sar s:ato difficile l'accesso alle aule imperiali. Unauthenticated Download Date | 4/13/16 3:55 PM C. Bunda: Influsso del Tomismo a Bisanzio nel secolo XIV 329 vita politica, in quell'epoca tanto satura di avvenimenti, il suo nome non sia citato dalle cronache contemporanee ne si trovi sottoscritto in alcun atto ufficiale. Come abbiamo giä osservato, il suo nome si trova per la prima volta negli scritti di Gius. Metonense, senza aggiunte, e dopo il concilio di Firenze.61 L'etä in cui visse ci da ragione del fatto ehe non sia menzionato da Gregoras ne da Cantacuzeno, ma solo da quelli ehe scrissero nella prima metä del secolo seguente. Cosi inquadrato Panaretos, in pieno secolo XIV, alla direzione di un ufficio si distinto, ehe gli ha consentito di assistere e, in certa misura, di prendere parte ai rivolgimenti politici e religiosi dell'epoca, ci puo dare ragione della sua opera, cui fa ricorso, com'egli fa capire, per l'indiscrezione di un tal Cidone di Tessalonica, ehe si era presa la briga di tradurre opere di Tommaso d'Aquino. 62 Inoltre, da quella specie di apologia personale, ehe Demetrio indirizzava ai suoi connazionali, sappiamo la benevolenza e, in parte, Tentusiasmo suscitato in corte dalle versioni cidoniane dell'Aquinate; cio ehe rende piü chiaro il malumore di Panaretos per il raffreddamento notato nella stessa corte circa le questioni disputate con i latini. Scritti di Panaretos. L'opera polemica di Panaretos conta una ventina di opuscoli, ehe non contengono molti dati storici e non hanno una notevole originalitä riguardo alla scelta dei temi, perche svolgono argoment' giä da altri piu ampiamente trattati. II pregio della sua opera si rivelai piü ehe in altro, in interessant! circostanze di quell'etä, come lo sviluppo di Bisanzio e l'influsso bizantino del pensiero tomista nel secolo XIV. Nella sua produzione letteraria, pero, si trovano opere originali ed opere di compilazione: le une e le altre trattano esclusivamente di punti storici o dottrinali in favore dello scisma bizantino e contro le dottrine e le pratiche particolari alla chiesa latina. Gli opuscoli di Panaretos tendono, quindi, a leggittimare lo scisma, a dissuadere i bizantini dai tentativi di unione promossi daH'imperatore, allora deciso partigiano del riavvicinamento con Roma, ed a scalzare, come meglio potesse, con tutti i mezzi, l'influsso del tomismo presso i suoi contemporanei. Panaretos e Tommaso d}Aquino. La lettura degli opuscoli trinitari di Panaretos ci porta a ridurre la sua argomentazione ad un solo raziocinio, ehe si basa sul principio d'identitä della logica aristotelica; raziocinio divenuto ormai classico nella letteratura polemica bizantina fin da Fozio. Ammettendo la processione dello Spirito anche dal Figlio, argomenta Panaretos, si ammettono due principi distinti nella Trinitä e, quindi, ne conseguono due spirazioni distinte e diverse; cosi perisce il concetto di una sola divinitä, perche risultano piu dei e cio e assolutamente contrario 61 Migne, P. G., t. CLIX, eil. 1005-1092. La poca dimestichezza tra Dem. Cidone e Panaretos si deve molto alle tendenze latinofile del primo. Nel proemio dell'opuscolo da noi preso in esame Panaretos ha: , ,Abbattendo te (Tommaso d'Aquino), saranno riempiti di ogni confusione i volti di quegli abominevoli e stolti, ehe osano proclamarti piü grande ecc.": cf. cod. Marc. C L I I I , f. 353V. 62 22 Byzant. Zeitschrift 49 (1956) Unauthenticated Download Date | 4/13/16 3:55 PM 330 L Abteilung alla idea monarchica di Dio (cf. cod. Marc. CLIII f. 302V). Tale concetto nella filosofia bizantina, aprioristicamente esclude la comunicazione ad altre persone della Trinit all'infuori del Padre, di quanto s di principio, causa, origine: il Padre sarebbe Tunico ed esclusivo principio sia del Figlio ehe dello Spirito; la seconda persona per nessuna ragione potr essere principio della terza per un'attivit intranea, sia pure comunicata dal Padre. Se, poi, si vuole ritenere la dottrina latina, secondo la logica polemica di Bisanzio, non si potr evitare una composizione del Padre e del Figlio (cf. cod. Marc. CLIII, f. 303V, 18: συναλοίφεται) per quanto importa l'atto spirativo: d'altra parte, ammessa la composizione della causa, conseque la composizione del causato e lo Spirito diverrebbe composto, creato, inferiore al Figlio. II raziocinio dell'autore non ammette qualcosa di mezzo tra la visione sabelliana derivante dall'unica spirazione, ehe implicherebbe composizione della persona del Padre con quella del Figlio, e la concezione manichea di due cause, di due principi nettamente distinti, opposti nella Trinit , ove non rimarrebbe illesa la nozione di cio ehe e proprio e di cio ehe e comune (cf. cod. Marc. CLIII, f. 302V, 10-ii). Circa il rapporto tra la mentalit bizantina e quella occidentale spesso ci si fa un'idea inesatta, come abbiamo avuto modo di notare gi avanti. Bisognerebbe spogliarsi, per quanto e possibile, delle forme mentali inveterate ed impadronirsi delle abitudini intellettive degli altri popoli. La maniera bizantina di concepire la persona, per esempio, e differente dalla nostra. L'ipostasi e l'essere nella sua stretta accezione; la natura e, agisce, opera. L'ipostasi ha, possiede, domina. Bisogna ben figgere in mente questa nozione, se si vuole penetrare nella mentalit bizantina, perche i nostri dottori distinguono l'ipostasi e la sostanza per i loro caratteri opposti di possessore e cosa posseduta. Non s'insiste mai troppo sulla differenza tra la filosofia bizantina ed occidentale nelle speculazioni trinitarie. Si potrebbe dire ehe questa differenza consista nella maniera particolare ad ognuna di percorrere l'albero di Porfirio. I Peripatetici entrano ccn la sostanza, res universalissima, e discendono col genere e la specie, per avvicinarsi alla realt concreta, ehe infine incontrano neirultimo ternine, Tindividuo. Ora, questo metodo, per discensum, puo indurre a considerare ogni nodo dell'albero di Porfirio come apportante la sua par:e di realt concreta; il modo dell'ecceit o della suppositalit o della personalit non fornisce, infatti, ehe un ultimo complemento. I Greci, invece, entrano nell'albero di Porfirio da gi e laloro considerazione e conteniplazione (θεώρησις) risale verso la natura. In altri termini, il loro pensiero cade sulPindividuo, concreto insieme e sussistente, qu le esiste nelh realt con Tinsieme delle sue propriet tutte essenziali ed accidentali. Questo oggetto di prima osservazione del pensiero e Tipostasi; poi l'intelligmza esercita la sua analisi su questa realt ed il pensiero, procedendo per ascensum, si vede apparire da una parte le differenze specifiche e generiche, dall'altra l'ammasso degli accidenti. Questa opposizione di vuuale Unauthenticated Download Date | 4/13/16 3:55 PM C. Bunda: Influsso del Tomismo a Bisanzio nel secolo XIV 331 fra le due scuole si manifesta con una curiosa opposizione di linguaggio. Noi vediamo ehe gli scolastici usano le formule seguenti: ,,la sostanza esige gli accidenti, la natura individuata esige la sostanza come suo complemento naturale". AI contrario, dopo Giovanni Damasceno, e Tipostasi ehe richiede ed esige quanto sopra. L'ipostasi - per lui - esige ( ) d'aver una natura con accidenti ed esige ancora di sussistere in se. I latini, al pari dei bizantini, insegnano ehe il mistero della Trinitä eccede qualsiasi intelligenza creata, ma, ammessa la necessitä della rivelazione soprannaturale del mistero e rimpossibilitä di dimostrarlo, non segue ehe l'uomo debba astenersi da chiarimenti con l'uso di opportune analogie. Panaretos, fin dalla prima pagina osservando come delle cose strettamente soprannaturali non si possa intentare una dimostrazione alla maniera di quelle naturali, mostra una convinzione non esatta circa la mente di Tommaso d'Aquino, quasi ehe, sedotto dalla immaginazione, il dottore latino voglia applicare al mistero della Trinitä un ordine di origine e di sviluppo, ehe si verifica soltanto secondo un processo naturale, creato, per dedurre la dimostrazione del mistero. Le difficoltä di Panaretos trovano soddisfacente riscontro nelle seguenti opere dell'Aquinate: I. Contra Errores Graecorum. II. Summa Contra Gentes, i. IV, cpp. XXIX-XXV. III. De Potentia, questione X. IV. Commentarium in I Sent., questioni XI e XII. V. Summa Theologica, p. I, q. XXXVI, aa. 2, 3, 4. Unauthenticated Download Date | 4/13/16 3:55 PM