Introduzione Generale al Degrado della Terra e alla Desertificazione Anton Imeson Collana di Opuscoli: A Numero: 1 Contenuti: LO SCOPO DI QUESTO OPUSCOLO LA NATURA E L’ESTENSIONE DELLA DESERTIFICAZIONE NELL’EUROPA MEDITERRANEA ESEMPI DI DESERTIFICAZIONE ESAMINATI DAL PROGETTO LUCINDA L’URGENZA DI AFFRONTARE LA DESERTIFICAZIONE ED IL SUO COSTO SOCIALE IN CHE MODO LA SOCIETA’ E’ INFLUENZATA DALLA ESERTIFICAZIONE IN CHE MODO LA DESERTIFICAZIONE E’ COLLEGATA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO E ALLA PERDITA DI BIODIVERSITA’ LOTTA ALLA DESERTIFICAZIONE: LA DIRETTIVA EUROPEA PER LA PROTEZIONE DEL SUOLO LA DESERTIFICAZIONE CONSIDERATA NEL CONTESTO GLOBALE DESERTIFICAZIONE: POSSIBILI SOLUZIONI GLI STUMENTI DISPONIBILI PER LA LOTTA ALLA DESERTIFICAZIONE BIBLIOGRAFIA E LETTURE DI APPROFONDIMENTO 1
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LO SCOPO DI QUESTO OPUSCOLO La desertificazione rappresenta una grande sfida per l’Europa. L'obiettivo degli opuscoli prodotti nell’ambito del progetto Lucinda è quello di diffondere le conoscenze acquisite sul fenomeno della desertificazione nel corso degli ultimi decenni di ricerca. La desertificazione è influenzata da diversi fattori, tra cui l'impatto dell'attività umana sui processi di degrado del suolo. Questi includono, per definizione, l’erosione del suolo, la salinizzazione, gli incendi, l’inquinamento e il depauperamento delle acque sotterranee. Il funzionamento e il benessere dell'ambiente fisico è influenzato dal modo in cui utilizziamo il suolo e le risorse idriche. Gli impatti del clima e del cambiamento climatico sono un altro aspetto, così come il degrado dei suoli e il sistema culturale che abbiamo ereditato. Siamo in grado di affrontare la sfida della desertificazione? Gli studi dimostrano che, sebbene la desertificazione sia un fenomeno complesso e difficile da quantificare, molte soluzioni sono a portata di mano. Per risultare attivabili, esse necessitano l’implementazione di conoscenze scientifiche e tecniche, la partecipazione degli stakeholders locali e nazionali e l’applicazione di leggi che regolamentino uso del suolo e allocazione delle risorse idriche. Le leggi di cui sopra sono identificabili nei Trattati delle Convenzioni Internazionali, nelle direttive dell'Unione europea (suolo, acqua e nitrati, per esempio) e nella legislazione nazionale, negli ambiti dello Sviluppo Sostenibile e della Pianificazione Territoriale. Le ricerche degli studiosi europei in tale settore possono rivelarsi estremamente utili alla definizione ed implementazione di politiche e norme da parte della UE. Tali informazioni vengono spesso divulgate mediante pubblicazioni scientifiche e relazioni difficili da trovare ed in cui le implicazioni politiche non sono sempre chiare (14). I policy makers lamentano il gap che esiste tra scienza e politiche. Il gap che vedono i ricercatori, invece, è quello tra l’urgenza di affrontare il problema e l’implementazione di piani di azione adeguati. Ci sono dozzine di soluzioni che potrebbero essere adottate. La lotta alla desertificazione dovrebbe essere la pietra angolare dello sviluppo sostenibile. Le tre serie di booklets del progetto Lucinda introducono il lettore al tema della ricerca nell’ambito della desertificazione e alle sue implicazioni. Il gruppo A, di cui questo rappresenta il primo booklet, fornisce una introduzione metodologica e olistica al problema. Il gruppo B descrive i principali processi di desertificazione. Il gruppo C delinea il fenomeno della desertificazione presso differenti paesaggi mediterranei. L'obiettivo di questo booklet (A1) è di fornire una introduzione generale alla desertificazione e ai processi di degrado del suolo, tematiche che saranno affrontate più dettagliatamente nei booklet rimanenti. LA NATURA E L’ESTENSIONE DELLA DESERTIFICAZIONE NELL’EUROPA MEDITERRANEA La desertificazione e il degrado del suolo rappresentano fenomeni che da sempre affliggono gran parte della regione mediterranea. La desertificazione viene oggi definita come "il degrado del suolo indotto dalle attività umane che riduce la capacità del terreno e del suolo di produrre le risorse dell'ecosistema di cui la società necessita". La Convenzione delle Nazioni Unite ha affermato che il fenomeno del degrado del suolo può essere definito desertificazione solo quando esso si verifica presso regioni aride, anche se occorre chiarire che tale precisazione non è accettata dalla totalità della comunità scientifica. La desertificazione può verificarsi ovunque, evidenziando che alcune località risultano più vulnerabili a tale fenomeno. 2 Oggi internet costituisce un’importante canale di diffusione delle tematiche inerenti la desertificazione. In particolare, il sito ufficiale della Convenzione delle Nazioni Unite nella lotta alla desertificazione descrive l’estensione del fenomeno e fornisce rappresentazioni degli indicatori di desertificazione, segnalando le aree sensibili. E’ possibile reperire informazioni più dettagliate visitando il sito di Desertlinks.(3) I fattori che possono essere utilizzati quali indicatori di desertificazione sono molteplici. Gli indicatori di desertificazione possono essere collegati a processi ed effetti fisici, come la siccità, l’abbassarsi del livello delle acque sotterranee o l’erosione del suolo; a condizioni socio‐economiche, come la diminuzione del reddito, o ad una combinazione di entrambi i fattori. Un’eccellente sintesi delle problematiche globali collegate alla desertificazione e al degrado del terreno nel Mediterraneo si riscontra in una pubblicazione del 1992 (15). Da allora, gran parte della ricerca europea è stata indirizzata all’individuazione di possibili soluzioni alle problematiche di desertificazione lì menzionate. Queste includono: la tecnologia applicata all’agricoltura, le pratiche di coltivazione, il pascolamento, la deforestazione, l'irrigazione e il turismo. L’UE ha proposto un approccio sistematico per spiegare e gestire la desertificazione. Le forze che innescano la desertificazione possono essere illustrate in quanto Driver che poi causano un Pressione, che ha un Impatto a cui siamo in grado di Rispondere. I processi di desertificazione odierni sono simili, e allo stesso tempo diversi, dalla desertificazione del passato. Il contesto odierno crea condizioni più favorevoli in cui strutturare possibili soluzioni del fenomeno. Sia oggi che ieri, comunque, i driver della desertificazione sono costituiti principalmente dall'uso del territorio, dalla cultura e dal clima. Nel bacino del Mediterraneo, la geologia e la geomorfologia, il clima e la cultura umana sono tutti possibili fattori di desertificazione. Gli agenti fisici che rendono la terra vulnerabile includono il clima, caratteristiche stagionali e precipitazioni irregolari, e la geomorfologia, versanti ripidi e rocce sensibili all’erosione. Ma è la nostra cultura, insieme ai nostri comportamenti, che rendono inevitabile il processo di desertificazione. Esempi di come e perché la desertificazione possa condurre al collasso di società sono segnalati nelle letture consigliate (es. 4). Alcune società del passato dimostrano come l’impiego di politiche adeguate possono impedire il degrado del suolo e la distruzione delle loro civiltà. ESEMPI DI DESERTIFICAZIONE ESAMINATI DAL PROGETTO LUCINDA Figura 1. Come combattere la desertificazione, Cinque Terre, Italia Figura 2. Cinque Terre, Italia Esistono molte strategie di successo per combattere la desertificazione. Un esempio è visibile nella zona delle Cinque Terre, in Italia. La realizzazione di terrazzamenti su terreno molto scoscesi ha reso possibile e produttiva l’agricoltura, richiedendo però, al tempo stesso impegno e gestione. Una regione che stava perdendo, attraverso l’erosione, la sua terra e i suoi abitanti, è stata trasformata in un bene nazionale che fornisce lavoro e crea un paesaggio che è oggi patrimonio mondiale dell’UNESCO. Tra il 1990 e il 2000 l’attività di ricerca europea si è concentrata su specifiche aree target del Sud Europa. Ciò ha consentito lo studio di processi complessi, la misurazione di trend di lungo periodo ed il confronto tra anni diversi (1, 4, 6). L’impatto fisico più critico della desertificazione è la perdita della capacità di un’area di immagazzinare l’acqua derivante dalle precipitazioni e di regolare il ciclo idrologico e l’equilibrio salino. Di conseguenza il suolo diventa più caldo e più asciutto. In termini pratici questo vuol dire che la popolazione troverà molto difficile vivere lì, in quanto la terra diventerà infertile e potranno verificarsi carestie e inondazioni. Grecia, Spagna, Portogallo e Italia, sono caratterizzati da vaste aree che hanno subito perdite nella capacità di fornire acqua, cibo e materie prime agli esseri umani. Insieme al suolo perso 2000‐5000 anni fa, sono andate perse anche le cose di cui le persone del tempo beneficiavano. Anche se il suolo a nostra disposizione oggi ha caratteristiche completamente differenti dall’originale, esso è comunque dotato di qualità che lo rendono idoneo agli usi moderni grazie all’impiego di colture, tecnologie e attività alternative. Esistono nuovi mercati, colture alternative e servizi per l’ecosistema totalmente 3 diversi verso i quali la nostra moderna cultura è in grado di creare valore. Questi valori provengono da molte cose, compresi turismo e ricreazione, degustare acqua e vino, e la biodiversità. Questo è adattamento. La desertificazione, anche se contestuale, è sempre caratterizzata da processi fisici ed attività umane simili. I processi di degrado del suolo variano in base al tipo e alla resistenza della roccia, così come al regime delle precipitazioni e da come il ciclo idrologico è stato inavvertitamente modificato dalle azioni umane. Questo avviene perché, per esempio, le aree calcaree degradate appaiono simili lungo il mediterraneo del nord. Ciò implica che le lezioni su come gestire la desertificazione devono essere condivise all’interno delle regioni calcaree. Figura 3. Capre al pascolo nell’isola di Lesvos I cambiamenti di land use e la distribuzione idrica Quando gli agricoltori o i silvicoltori decidono di cambiare land use e sviluppare nuove colture, in vista di una nuova opportunità di mercato o per seguire una politica agricola o forestale, spesso modificano i suoli irreversibilmente. Le funzioni dell’ecosistema che hanno impiegato secoli per stabilirsi e dai quali ne dipendono altri (ad esempio, acqua potabile e la protezione dalle inondazioni) non sono inclusi nell’equazione così che le generazioni future dovranno pagarne il prezzo e fornire una spiegazione del cambiamento climatico. (7) Figura 4. Capre al pascolo vicino Malaga, in Spagna 4 La principale causa della desertificazione è sempre stata l’eccesso di bestiame e il sovra‐pascolamento. Queste fotografie sono state scattate a Lesvos e vicino Malaga; in entrambi i casi l'erosione del suolo è stata causata dal pascolamento di pecore e capre. Il suolo vulcanico di Lesbo è molto sensibile ai fenomeni di erosione, in quanto l’assenza di materia organica impedisce di trattenere l’umidità. Non c’è relazione tra il numero di capre che la gente vuole possedere e la capacità di portata della terra poiché gli animali mangiano grano importato. Il clima e il suolo attualmente non sono in grado di sostenere la coltivazione del grano, che in passato era fiorente. La foto 4 (Malaga, Spagna) mostra come il pascolamento delle capre sui pendii ripidi comporti lo smottamento di materiale ed il calpestio del terreno, che viene poi eroso dalla pioggia. Figura 5. Allevamento estensivo di suini nel Guadalentin, Murcia, Spagna Figura 6. Terra abbandonata nel Guadalentin Le immagini precedenti presentano esempi di cambiamenti di land use nella provincia di Murcia. L'irrigazione per l’attività agricola e l’allevamento dei suini si stanno diffondendo in aree un tempo utilizzate per il pascolo. L'acqua e il suolo sono stati sovra‐utilizzati in una maniera insostenibile. Si riscontra frequentemente una forma di agricoltura che si sposta da quei suoli contaminati con materie plastiche e chimiche, che si salinizzano e vengono abbandonati dopo pochi anni. Le sfide principali dell’allevamento suino concernono la disponibilità di acqua potabile e lo smaltimento degli effluenti. L’erosione del suolo e i suoi impatti fuori sito sono un’ulteriore risultato di un’agricoltura che si sposta verso altre aree quando il suolo è localmente contaminato. La regione lungo la parte inferiore del Guadiana, in Spagna e Portogallo è interessata da una lunga storia di degrado ambientale derivante dalle politiche di land use attuali e passate, dall’estrazione mineraria e dalla siccità. Le fotografie 6 e 7 sono relative alla regione dell’Alentejo; mostrano il ritorno della vegetazione sui campi agricoli abbandonati, una volta utilizzati per la coltivazione del grano. Da queste immagini è possibile notare il suolo eroso e poco profondo e terreni che sono molto sensibili a fenomeni di erosione. I terreni sono stati erosi durante la metà del secolo scorso e oggi stanno raggiungendo il mare di Lisbona, 50 anni più tardi. Il fenomeno delle inondazioni a Lisbona rappresentano una risposta ritardata all’erosione nell'Alentejo. Un fattore scatenante nel fenomeno delle inondazioni è il suolo eroso, una volta emerso e oggi sul letto del fiume. Le foto 8 e 9 mostrano la provincia di Huelva in Spagna, in cui il suolo è stato spianato e compattato per creare un substrato per le arance. La diga Almacreva, sul fiume Guadlentin, sta avendo un grande impatto ambientale (Curfs 2007). La foto 10 mostra l’effetto dei bovini sul suolo in Alentejo. I bovini non sono stati allevati nella regione, ma le sovvenzioni europee hanno incoraggiato tale attività. Lo spianamento del terreno rappresenta la principale causa di degrado del territorio e di inondazioni. Il compattamento del suolo lungo i versanti è una delle principali cause di erosione del suolo. Questo è vero in Italia, come pure in Norvegia, Spagna, Inghilterra e Paesi Bassi. Alcuni tipi di roccia producono paesaggi desolati, perché i versanti e i suoli risultano instabili. In Italia e in Spagna, questi suoli sono spesso convertiti alla coltivazione di frumento. I versanti così rimodellati non resistono a lungo e le piogge ingrossano e disperdono i suoli. Le frane e le inondazioni che seguono le piogge possono avere effetti devastanti. I calanchi, nella maggior parte dei casi, ricompaiono. Adattarsi alla desertificazione: ricostituzione delle acque sotterranee, erosione, irrigazione e imboschimento. Le testimonianze del degrado passato dei suoli sono conservate ovunque nel paesaggio mediterraneo, come pure nella documentazione scritta. La desertificazione passata ha prodotto suoli poveri in molte aree. Talvolta è possibile ripristinare alcune qualità di tali suolo, ma non sempre. Questo non è un problema, perché il suolo può essere destinato ad una nuova funzione. Oggi la desertificazione si verifica in paesaggi già colpiti in passato dallo stesso fenomeno. Quando la foresta primordiale è stata cancellata migliaia di anni fa, il suolo si è spostato dai versanti verso il fondo delle valli. Nel momento in cui il pascolo non ha permesso il recupero della copertura vegetale, 5 alcune persone hanno sfruttato i vantaggi che il degrado ha portato con sé. Questi includevano più acqua e suolo per le colture irrigue della valle, con maggior infiltrazione, percolazione e ricostituzione delle acque sotterranee. I terreni alluvionali potevano essere facilmente coltivati e i livelli di acqua regolati per aumentare notevolmente. La civiltà passata potrebbe non essere esistita senza l'erosione del suolo e la desertificazione. Quindi, oggi, l'erosione del suolo dai versanti significa il trasferimento delle risorse a valle, dove alcune persone ne beneficiano. Oggi l'abbandono di molte aree destinate all’aridocoltura evidenzia l’incremento della copertura vegetale nella regione (Hill 2007). Più alberi e suolo significa un abbassamento dei livelli delle acque sotterranee; questo può significare una maggiore salinizzazione e degrado del terreno nelle aree alluvionali. Tuttavia, il motivo principale dell’abbassamento del livello delle acque sotterranee non è la ricomparsa dei boschi, ma il pompaggio delle risorse idriche da parte degli agricoltori, che non consentono il loro ripristino. Ciononostante, l’impatto dell’agricoltura irrigua sulla quantità e la qualità delle acque, e l’incapacità di regolamentare e controllare questo fenomeno rappresenta un grave problema di desertificazione. L’URGENZA DI AFFRONTARE LA DESERTIFICAZIONE Esiste un’urgenza estrema di affrontare il problema della desertificazione. A livello globale, la desertificazione è costata diversi miliardi di euro, molto più di quanto indicato dalla UNCCD, che limita il suo impatto a specifici climi e territori. Le ragioni di un'azione urgente può essere trovato per esempio nel Manifesto del Campus de Excelencia (Rubio 2007) e nei risultati della Conferenza su suoli, Società e cambiamenti globali (Arnalds 2007). Durante gli ultimi tre anni, molte organizzazioni hanno segnalato l’esistenza di un allarme globale sulla desertificazione. Tuttavia, anche se la 6 desertificazione è menzionata nella agende dei governi, delle Nazioni Unite e del grande pubblico come una vera e propria minaccia, non sono state formulate ancora delle soluzioni adeguate. Il degrado del terreno e del suolo distrugge gli ecosistemi ad un ritmo allarmante. Se non si agisce presto, la sicurezza del genere umano nel lungo periodo potrebbe essere in pericolo. Sempre più spesso, la lotta alla desertificazione viene considerata come un mezzo per affrontare il cambiamento climatico. E’ necessario che la società contribuisca alla creazione di paesaggi che non sequestrino solo carbonio, ma che sostengano il ciclo globale dell’ossigeno, allo scopo di evitare il degrado catastrofico della terra in quanto habitat per l’essere umano. A livello locale l'urgenza nasce perché l’uomo sta distruggendo le risorse naturali necessarie alla vita. In tutti i paesaggi gli animali e le piante, sotto l'influenza del clima interagiscono con rocce o sedimenti producendo uno strato di suolo e vegetazione che regola il ciclo idrologico e climatico. Il nostro habitat ci fornisce tutti i benefit di cui abbiamo bisogno (come cibo, acqua, riparo e protezione dalle inondazioni). Le perdite di tali elementi possono essere descritte come perdite di capitale naturale, economico e sociale, o come perdite di beni e servizi offerti dalla terra. Questi vengono convertiti in qualcosa che ha valore solo in quanto bene immobile. Quando suolo formatosi nel corso di migliaia di anni è soggetto ad erosione, non è solo materia organica fisica (argilla o sabbia) che viene perduta, ma l’opera svolta da migliaia di anni da parte di molte forme di vita. Queste includono micro‐organismi e piante che hanno creato un habitat per la propria sopravvivenza, nonché per quella degli esseri umani che coltivano il suolo. Per la maggior parte delle persone, la terra è dotata di una dimensione estetica, psicologica e spirituale, e di un insieme di valori che lo rendono partecipe di una determinata cultura; gli esseri umani si identificano con la propria terra e attribuiscono ad essa qualità e valori unici. È la caduta di tali valori che causa l’abbandono della terra. Conclusioni: Millennium Assessment La condizione degli ecosistemi di tutto il mondo è stata esaminata l'anno scorso nel Millennium Assessment, documento che contiene anche un report relativo agli ecosistemi delle terre aride. "I cambiamenti degli ecosistemi che hanno contribuito al benessere umano e allo sviluppo economico hanno significato il degrado di altri servizi. Solo quattro dei benefici offertici dagli ecosistemi naturali sono migliorati negli ultimi 50 anni: coltivazione agricola, allevamento di bestiame ed acquicoltura, sequestro di carbonio. Due servizi ‐ pesca di cattura e di acqua dolce ‐ sono ben al di sotto dei livelli sostenibili della domanda attuale e futura. Gli esperti affermano che questi problemi ridurranno notevolmente i benefici per le generazioni future. " "La sfida di invertire il degrado degli ecosistemi andando incontro ai crescenti livelli di domanda, deve prevedere significativi cambiamenti politici e istituzionali. Occorre tuttavia considerare che le modifiche da effettuare sono consistenti e ancora in fase di progettazione. La tutela delle foreste naturali, per esempio, non contempla esclusivamente la salvaguardia della fauna selvatica, ma anche la distribuzione delle riserve di acqua dolce e la riduzione delle emissioni di anidride carbonica ". Quasi tutto ciò che ci occorre per la nostra vita ed il nostro benessere è fornito dalla terra e dal suolo sotto forma di benefici di cui noi godiamo, per la maggior parte delle volte inconsciamente. Secondo gli studiosi questi benefici fanno parte dell’ "ecosistema di beni e servizi" (ad esempio, cibo, riparo, aria pulita e acqua, protezione dalle inondazioni e dagli elementi naturali). La misura del danneggiamento di questi benefici contribuisce alla formazione del valore della cosiddetta"impronta ecologica" Ulteriori informazioni circa l'urgenza e la necessità di proteggere i suoli mondiali ed europei si trovano nelle opere di Rubio (2007), Arnalds et al 2007 e Imeson (2007). IN CHE MODO LA SOCIETA’ E’ INFLUENZATA DALLA DESERTIFICAZIONE La desertificazione ci sta rendendo sempre più poveri. Occorre destinare risorse finanziarie per la sostituzione dei servizi persi, importare beni che non possono più essere prodotti. La desertificazione colpisce anche la salute: si evince dalle temperature più elevate e dall’aumento della polvere, dall’incremento degli incendi boschivi. La desertificazione è una delle principali cause del cambiamento climatico. Tra i principali driver di desertificazione c’è la carenza di risorse idriche. Il fenomeno della desertificazione è maggiormente osservabile quando il degrado del suolo limita le nostre attività: i cinesi utilizzano quale indicatore di desertificazione, il numero di giorni all'anno in cui un fiume è in secca; la quantità di acqua disponibile per l'irrigazione o la quantità di umidità del suolo disponibile per una determinata coltura possono avere lo stesso impiego. Esempi dell’aggravarsi del fenomeno sono costituiti dalla riduzione della profondità del suolo e dall’intrusione dell’acqua marina nella falda freatica, fenomeni che influenzano le nostre condizioni di vita. Le capacità del suolo possono scomparire lentamente (le operazioni colturali o le precipitazioni che nel corso di secoli riducono gradualmente l’erosione del suolo). Anche la progressiva perdita delle particelle di suolo attaccate alla radice delle colture possono trasformare un terreno fertile in suolo inutilizzabile (come documentato nel Maine, USA). Suoli dotati di 150 cm di spessore 100 anni fa, adesso sono ridotti in pietre. IN CHE MODO LA DESERTIFICAZIONE E’ COLLEGATA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO E ALLA PERDITA DI BIODIVERSITA’ Cause comuni Questi fenomeni hanno in comune le stesse cause. 7 Le principali cause della desertificazione (ma anche del cambiamento climatico, della biodiversità, della migrazione e della povertà) sono costituite da land use e pratiche agricole che influenzano negativamente clima, idrologia ed ecologia (in quanto conseguenza dello sviluppo economico e la crescita del consumo). Desertificazione, cambiamento climatico e perdita di biodiversità, ma anche povertà, disastri naturali e migrazione costituiscono tutti diverse conseguenze dello "sviluppo economico" guidato dal consumismo e dalla scarsa consapevolezza dell'impatto che ha sulle infrastrutture ambientali, sociali e del trasporto. In questo momento, in Indonesia, la conversione di terreni agricoli e foresta pluviale per la produzione di olio di palma fornisce un vivido esempio di tali processi, così come l'impatto della pesca sugli il degrado degli ecosistemi delle isole Galapagos. Desertificazione, cambiamento climatico e biodiversità coinvolgono tutti feedback tra i sistemi globale e locale che collegano la società, il commercio, l'economia e l'ambiente. Le pressioni che scatenano la desertificazione e la perdita di biodiversità sono misurate dagli scienziati mediante la creazione di indici basati sul totale della Produzione Primaria e l’utilizzo di questa da parte degli esseri umani (13). HANPP è un indicatore che consente di dimostrare l’impatto combinato di driver bio‐fisici ed umani sul processo di desertificazione. Calcola la quantità di capitale naturale prodotto in ciascuna area che viene lasciato per sostenere l'attività biologica del suolo. Se tale proporzione non viene rispettata, non saranno destinate abbastanza risorse per sostenere l'ecosistema del suolo. E 'come un sistema di tassazione. Se le persone sono costrette a pagare troppe tasse, esse potrebbero trovare difficoltà ad utilizzare i terreni in modo sostenibile o a mantenere il loro livello di benessere. La produzione primaria indica la quantità di materiale vegetale che può essere prodotta in determinate condizioni; essa risulta maggiormente elevata nelle aree in cui sono presenti più energia e acqua. La quantità di produzione primaria destinata 8 al consumo degli esseri umani è calcolata mediante una specifica unità di misura (gC / anno). Ogni anno gli esseri umani necessitano di circa il 20 per cento della Produzione Primaria Netta del suolo. Il pericolo di questo processo è stato già sottolineato più di un secolo fa. Anche se la desertificazione è spesso presentata come una problematica che affigge in particolare il continente africano, è possibile riscontrare aree simili in India, Cina ed Europa. In questi casi sono fattori quali la pressione antropica e gli stili di vita della popolazione che esercitano una elevata pressione sulle risorse. L’ammontare di materiale vegetale utilizzato varia notevolmente. I gruppi umani presenti in aree scarsamente popolate, come l'Amazzonia, consumano una piccola percentuale della PPN locale. Le grandi aree urbane consumano 300 volte in più rispetto alla produzione locale. La popolazione del Nord America necessita quasi del 24% della PPN regionale. Le aree in cui le persone consumano molto più di quanto non si produca subiscono effetti negativi sull'ecosistema locale. Grandi quantità di biomassa devono essere spostate dalle aree blu di Africa e Sud America per essere consumate in altre parti del mondo. Quando le persone migrano in Europa, lasciano le orme dei loro passi, perché questi necessitano ancora di cibo, vestiti ed energia. Un indicatore simile per il calcolo dell'impatto di tale sottrazione di risorse sulla desertificazione e sugli ecosistemi interessa il consumo idrico. La Figura X illustra il cambiamento storico del consumo idrico globale dal 1600. In una sola volta, tutto l'acqua del mondo è stata utilizzata da ecosistemi naturali. Tra il 1680 e il 1800, l'importo stanziato per l'agricoltura è aumentato da 600 a 2900 km3/anno. Oggi tale importo è aumentato esponenzialmente. L'aumento del cosiddetto “blue water flow” da 600 a 360 km3/anno è il risultato della perdita di vegetazione naturale. Soluzioni comuni La lotta contro la desertificazione è considerata sempre più anche come una strategia di lotta contro il cambiamento climatico. Sarebbe possibile avviare il processo di ripristino delle funzioni e dei servizi dei suoli affetti da degrado mediante il trasferimento di carbonio nel suolo. Nel Mediterraneo settentrionale, lo sviluppo di foreste presso suoli abbandonati risulta una strategia veloce ed efficace per il ripristino di molte funzioni oramai perse. Grandi quantità di carbonio sono state restituite al suolo. L’agricoltura e il “set aside” potrebbero essere gestite in modo tale che la lotta contro la desertificazione mediante il ripristino delle funzioni del suolo e del paesaggio possa avere un grande impatto positivo. LOTTA ALLA DESERTIFICAZIONE: LA DIRETTIVA EUROPEA PER LA PROTEZIONE DEL SUOLO Ogni paese del Mediterraneo settentrionale ha la responsabilità di contribuire alla lotta contro la desertificazione. Oggi, nella maggior parte di tali paesi, la legislazione comprende azioni di prevenzione del fenomeno che fanno parte della più ampia strategia nazionale di sviluppo sostenibile, coordinata dal ministero dell'Ambiente. Le direttive UE non intervengono adeguatamente su tematiche quali la pianificazione territoriale e la distribuzione delle risorse idriche. Nessun paese europeo dispone di servizi di tutela del suolo o del territorio simili al sistema predisposto dagli Stati Uniti. Tale carenza di politiche e direttive è alla base di molte delle attuali minacce di desertificazione. I Piani di Azione Nazionali della UNCCD, al di fuori d'Italia, ricevono poco sostegno finanziario. La Comunità europea sta elaborando una direttiva sui suoli che fornirà un framework di supporto alla lotta contro la desertificazione. Questo strumento sarà in grado di fornire linee guida e regolamenti per impedire la diffusione della desertificazione? Il linguaggio utilizzato dalla Comunità Europea per descrivere la necessità di una convenzione per proteggere il suolo è molto simile al linguaggio usato dalla Convenzione per la Lotta alla Desertificazione: "I suoli della Comunità Europea soffrono di una crescente pressione ambientale causata dal attività umana quali pratiche agricole e silvicole inadeguate, attività industriali, sviluppo turistico o urbano. Queste attività stanno danneggiando la capacità del suolo di continuare a svolgere le sue funzioni cruciali. Il suolo è una risorsa di interesse comune per l’Europa e la mancata tutela di tale risorsa rischia di compromettere la sostenibilità e la competitività a lungo termine della Comunità. Inoltre, il degrado del suolo ha forti ripercussioni su diverse tematiche di comune interesse come ad esempio l'acqua, la salute umana, il cambiamento climatico, la tutela della natura e della biodiversità e la sicurezza alimentare. " Comunità Europea Il collegamento tra scienza e politica mediante l’approccio DPSIR L'approccio della Strategia per il Suolo è stato quello di analizzare le minacce per il suolo (tra cui la desertificazione secondo l’approccio Driver, Pressione, Stato, Impatto e Risposta). Tale metodo è utile in quanto consente alle politiche che amministrano le pressioni di essere collegate casualmente all’impatto che le stesse esercitano sui suoli. E’ possibile analizzare e valutare diverse risposte adattative adottate dalla società. Sono stati già menzionati i principali fattori di desertificazione. Le pressioni principali derivano dai cambiamenti di land use che modificano lo stato del suolo rendendolo incapace di regolare il runoff. E’ necessario elaborare soluzioni in grado di gestire in maniera sostenibile il territorio. La risposta dell'UE è stata quella di utilizzare sovvenzioni agricole a sostegno della compliance e della stewardship. In questo modo l'UE non fornisce un semplice servizio di tutela del suolo, ma dispone di un esercito di milioni di contadini e proprietari terrieri impegnati nella lotta alla desertificazione, ai cambiamenti climatici e nel miglioramento della biodiversità. Dal punto di vista della ricerca sul degrado del terreno, queste minacce possono essere studiate insieme, in quanto diverse espressioni del degrado 9 del suolo. La ricerca dimostra che non vi è alcuna necessità di esaminare queste minacce individualmente, devono essere considerate insieme, in un contesto specifico. Questo è il motivo per cui, negli Stati Uniti, un indicatore di qualità del suolo‐stabilità del suolo è utilizzato come indicatore generale di desertificazione. (12) Drivers
Response
s
Soil Protection
Sustainable Land Pressures
Management
State
LA DESERTIFICAZIONE CONSIDERATA NEL CONTESTO GLOBALE La Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD) è stata elaborata per promuovere e coordinare gli sforzi nella lotta alla desertificazione. (20) La Convenzione descrive la desertificazione come il degrado dei suoli in zone aride, semi‐aride e sub‐umide causato principalmente dalle attività umane e dalle variazioni climatiche. Questa definizione ha l’obiettivo politico di incoraggiare il flusso di denaro dai paesi ricchi ai paesi poveri e differisce dalla versione originale che considerava la desertificazione un processo mediante il quale l'uomo ha prodotto condizioni di desertificazione in aree precedentemente boschive. In quest’ottica la desertificazione è stata inserita nei programmi finanziati da altre organizzazioni internazionali come l'UNDP (sviluppo), la FAO (Agricoltura e Silvicoltura), la Banca mondiale (Povertà) e l'UNEP (Ambiente), che avevano i loro compiti, nessuno dei quali è stato è quello di sviluppare e applicare leggi e normative per la salvaguardia delle risorse naturali del mondo. La Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione ha un compito molto limitato per proteggere il suolo e le risorse agricole del mondo. Essa si occupa di organizzare e comunicare le azioni 10 intraprese nella lotta alla desertificazione. Non ha le risorse per gestire le azioni in corso. La UNCCD ha il potenziale per diventare la più importante base giuridica per la tutela della terra e del suolo e la protezione del mondo. Invece è stata cooptata alla lotta contro la povertà. Il booklet, "Preservare il nostro terreno comune 10 anni di UNCCD" è stato pubblicato nel 2004 per commemorare le sue attività. Esso fornisce un eccellente panoramica dei problemi da affrontare e descrive chiaramente l'approccio intrapreso. La Convenzione ha raggiunto una notevole esperienza nella descrizione e nella comunicazione di temi e problemi. Il Programma Ambientale delle Nazioni Unite ha anche sostenuto diversi studi sul fenomeno della desertificazione inerenti il mediterraneo settentrionale, a volte entro il frame work dei suoi programmi d'azione regionali. I siti web dell'UNEP e della FAO forniscono risorse utili e linee guida pratiche che, nel contesto appropriato, contengono preziosi strumenti. La Comunità Europea ei suoi Stati membri hanno sottoscritto l'UNCCD. I paesi interessati sono tenuti ad elaborare piani d'azione nazionali e riferire regolarmente sui progressi compiuti. Nel corso degli ultimi anni gran parte della ricerca europea sulla desertificazione è stata guidata da obiettivi utili a facilitare l'attuazione della convenzione nella Regione del Mediterraneo del Nord e ad elaborare piani d'azione regionali. Questo è la motivazione degli opuscoli del progetto Lucinda. Nel corso degli ultimi tre anni, molte organizzazioni hanno dato segnali di allarme, perché invece di migliorare, la desertificazione peggiora. Molti precedenti progetti europei come ad esempio MEDALUS e MEDACTION hanno spiegato il perché di questa situazione (18) Molte di queste ragioni si riferiscono a forze che entrano in gioco con l'incorporazione dei Paesi del Mediterraneo del Nord nel'economia dell'Unione europea e del resto del mondo. DESERTIFICAZIONE: POSSIBILI SOLUZIONI Una descrizione più dettagliata circa le possibili azioni da intraprendere nella lotta alla desertificazione sarà presente nel resto dei booklet del progetto Lucinda. Il primo passo nella lotta alla desertificazione consiste nell’individuazione delle minacce, dei costi, e delle pratiche di gestione del suolo a livello globale e locale. La desertificazione è un fenomeno che coinvolge differenti Ministeri, Dipartimenti ed Istituzioni, le cui responsabilità implicano l’individuazione di strategie di mitigazione del fenomeno. Il primo passo consiste nel riconoscimento della lotta alla desertificazione in quanto strategia per l’accesso allo sviluppo sostenibile. Il secondo passo è quello di promuovere una maggiore consapevolezza verso tematiche critiche quali la gestione e la tutela del suolo e degli ecosistemi. Le persone sono incoraggiate a considerare il terreno in quanto bene immobile in grado di generare e mantenere ricchezza nel tempo. Che il denaro del governo, sotto forma di sussidi, sia impiegato per la produzione di grano, o per la protezione di un habitat, o nella lotta alla desertificazione, occorre considerare che tale decisioni implicano un discorso di tipo monetario. L'attuale politica di pagare le persone per altri servizi che la loro terra fornisce può, nel lungo termine, rivelarsi un eccellente strategia, quando le persone ne capiranno veramente l'urgenza. Questa idea potrebbe essere ampliata in un framework di gestione delle risorse naturali e di sicurezza, invece di essere limitata entro le politiche di sviluppo agricolo e rurale. Anche la delimitazione o l’elaborazione di regolamenti che tutelino funzioni idrologiche, del suolo e del paesaggio da minacce (come ad esempio il cambiamento di land use) potrebbero risultare azioni particolarmente efficaci. SCAPE workshop sulla desertificazione Alcuni dei principali risultati di SCAPE, un progetto finanziato dall'UE, che ha organizzato meeting di esperti per discutere della desertificazione: • Una delle principali cause del degrado dei suoli e dell'erosione in tutta Europa consiste nel livellamento e nella spianatura del suolo. La compattazione del suolo, l'inversione del profilo del suolo influenzano da decenni i processi di erosione. • Il modo in cui coltivare o utilizzare il terreno evitando il degrado del suolo è noto. I principi della gestione sostenibile molto spesso non sono applicati a causa degli incentivi finanziari, e così le politiche sono indiscriminate. E’ tuttavia possibile aggiungere valore ai servizi forniti dalla terra, in modo che il suolo possa essere gestito in maniera sostenibile. • Per essere in grado di monitorare il degrado e la qualità del suolo, occorre avere informazioni sulla dinamica delle proprietà del suolo. Sono necessari nuovi approcci alla raccolta e all’organizzazione dei dati. • La desertificazione spesso si verifica a causa del sovra sfruttamento delle risorse, in questi casi la terra non è in grado di mantenere o ripristinare i beni e i servizi che fornisce. • La qualità del suolo. Fare il possibile per aumentare la qualità del suolo. Utilizzo di uno strumento per registrare questi dati e per dimostrare gli effetti positivi e negativi delle azioni intraprese. GLI STUMENTI NELLA LOTTA ALLA DESERTIFICAZIONE Ci sono diverse fonti da cui trarre informazioni e strumenti. In primo luogo, il sito web della UNCCD fornisce informazioni sui diversi aspetti della desertificazione. Fornisce un eccellente strumento di ricerca da cui è possibile scaricare: i report ufficiali presentati dai governi, i piani d'azione nazionali ed i progressi compiuti nell'attuazione della Convenzione. Alcuni dei piani d'azione nazionali (per esempio) descrivono in maniera eccellente le problematiche da affrontare e la loro origine. E’ possibile consultare anche i siti nazionali dell’UNCCD, per ricevere informazioni sulle attività in corso. I singoli paesi devono collaborare ai Piani d'Azione Regionali. I Programmi Regionali contengono le priorità tematiche e i programmi impiegati per coordinare le azioni inerenti le problematiche più urgenti. Molti di questi Programmi di Azione Regionale contengono informazioni realizzate mediante fondi per la ricerca 11 europei o nazionali. Per esempio il progetto DISMED ha sostenuto strumenti che sono stati poi applicati a livello regionale. Molti dei progetti di ricerca UE completati hanno siti web presso sui sono disponibili strumenti o relazioni molto dettagliate. Questi possono essere individuati mediante Google, ma anche attraverso il sito web di CORDIS e l’utilizzo di parole chiave quali “desertificazione” e “degrado del suolo”, “UNCCD” o “erosione del suolo”. Il (Joint Research Centre) è la principale organizzazione europea per lo sviluppo delle politiche sulla desertificazione. Attraverso il JRC è possibile reperire: analisi della ricerca UE sulla desertificazione, risultati di precedenti progetti, report di workshop. Inoltre, dati, mappe e prodotti del telerilevamento possono essere liberamente scaricati da Internet. Progetti conclusi hanno fornito una preziosa fonte di dati, descrivendo le condizioni di 10‐15 anni fa. Questi dati possono essere paragonati alle condizioni odierne per valutare l’andamento della desertificazione. La Comunità europea ha inoltre organizzato molte scuole estive sulla desertificazione, utili per comprendere il fenomeno. La Scuola Europea di Climatologia e il corso sui rischi naturali della desertificazione costituiscono un'ottima fonte di informazioni. L'UE ha inoltre organizzato una grande conferenza sulla desertificazione del Mediterraneo: i risultati della ricerca e la desertificazione, nel 1996 (4). Questa contiene molti consigli validi ancora oggi, ma poco seguiti. Fonti recenti Il recente Forum Internazionale su Suoli, Società e Cambiamento Globale tenutosi in Islanda nel settembre 2007, ha proposto di istituire un Gruppo di esperti per lo sviluppo di una piattaforma che consenta l’utilizzo degli strumenti elaborati. L'UNDP sostiene anche l’implementazione della UNCCD in diversi progetti. Anche se non attuati in tutta Europa, questi workshop forniscono risultati che valutano le informazioni provenienti dall’Europa 12 meridionale o lo stato dell'arte in riferimento al degrado del suolo. Il 7° Programma Quadro Europeo è una risorsa che può essere utilizzata per sostenere la lotta alla desertificazione. Inoltre DG‐ENV prevede sovvenzioni per le ONG nel suo programma LIFE. Recentemente Brandt (2006) ha organizzato un meeting virtuale intitolato “Desertificazione ‐ la strada da seguire”. Le discussioni e le conclusioni forniscono una fonte delle attuali conoscenze scientifiche in merito alla natura del problema e alle possibili azioni di mitigazione. Nella bibliografia è indicati un link di riferimento. 12. Calvo, Jose Ramon 2008. Manifesto on Desertification, Poverty and Migration, Campus de Excelencia, Fuerteventura, 8p. 13. Perez‐Trejo F.1992 Desertification and land degradation in the European Mediterranean EUR 14850 EN 63 p/ 14. SCAPE 2006 Strategies, Science and Law for the Conservation of the World soil resource 15. Thornes J.B. (1996) Introduction pp 1‐11 in Brandt and Thornes Mediterranean Desertification and Land Use. Wiley 554 p. 16. Thornes J.B. and Burke S. (1996) Actions taken by national governmental organisations to mitigate desertification in the Mediterranean. Concerted Action on Mediterranean Desertification Kings College, University of London 17. Tucson (1997) Combating Desertification: Connecting Science with Community Action. Conference at Tucson Arizona 12‐16th May 1997 18. UN (1992) Earth Summit Convention on Desertification, Brazil, 3‐14 June 1992. Department of Public Information UN. New York. 19. UNCCD 2004 Preserving our common ground: the UNCCD 10 years on. UNCCD Secretariat, Bonn Germany ISBN 92‐95043‐
00‐6 20p REFERENCES AND FURTHER READING 1.
Brandt J and Thornes, J.B Mediterranean Desertification and Land Use. Wiley 1996 2. Brandt J, Imeson, A. C and Geeson (2006). Desertification, the way ahead. E‐meeting organised 23 January to 1 Feb 2006 3. Brandt J and Geeson The Desertlinks ProjectDesertlinks http://www.kcl.ac.uk/projects/desertlinks/e
‐meetings/welcome.htm 4. Crete (1996) International Conference on Mediterranean Desertification. 29 October to !st November 1996 (Proceedings in Press) 5. Diamond , J. 2006. How societies chose to fail or survice. 6. Fantechi , R. and Margaris N. S. 1986 Desertification in Europe. Proceedings of the 1984 Symposium in Mytilini, Greece. 7. Falkenmark M and M. Lannerstad 2004. Consumptive water use to feed humanity‐
curing a blind spot. Hydol.Earth Syst.Sci.Discuss, 1 ‐7‐40Iceland (1997) Rangeland Desertification International Workshop Iceland September 16‐19th. 1997 8. Celand (2007) International Forum on Soils, Society and Working Group Outlines and Background material, 31‐August‐4 September 2007, 164 pages (available from Arnalds A. Soil Conservation Service Iceland.) 9. Imeson, A.C. and Cammeraat L. H. 1997 Desertification and Land Use in Mediterranean Europe. Pp 129‐133 in Thomas (ed) World Atlas of Desertification, UNEP, Arnold.11Imeson, A.C (editor) SCAPE Soil Conservation and Protection in Europe the way ahead. 2007 139 p (see Curfs M p.51‐54 Dam(n) the River and Roxo M. Roxo Land for Bread p63‐67) 10. Imhof Marc L. Imhoff1, Lahouari Bounoua1,2, Taylor Ricketts3,4, Colby Loucks3,Robert Harriss5& William T. Lawrence .2004 Global Patterns in Net Primary Production. Letters to Nature NATURE | VOL 429 | 24 JUNE 2004 | www.nature.com/nat 11. Janis 2007 International workshop on land degradation risk assessment and criteria development methologies in Europe UNDP Latvia (2007) 13 
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Introduzione Generale al Degrado della Terra e alla Desertificazione