“Ai Caduti
di Nassiriya”
il Parco di
Corso Europa
a pagina 2
La magia
del Natale
alle scuole
Macchi
Claudio
Tomasini
sul podio
del judo
a pagina 13
a pagina 24
spazio
aperto
A N N O
X I I
N.
1
F E B B R A I O
2 0 0 8
Rivista civica a cura
dell’Amministrazione
comunale di
Somma Lombardo
Sped. in abb. post. 45%, art. 2, comma 20/b,
legge 662/96 Filiale di Varese
Il giorno della
Memoria
Intervento del Sindaco
per i ragazzi delle scuole,
in occasione della celebrazione
Tra le mie carte ho trovato questo pensiero: “Prova
anche tu una volta che ti
senti solo o infelice o triste, a
guardare fuori dalla soffitta
quando il tempo è così bello.
Non le case o i tetti, ma il cielo.
Finché potrai guardare il cielo
senza timori sarai sicuro di
essere puro dentro e tornerai
ad essere felice”.
Sono parole tratte dal diario di
Anna Frank, la ragazza ebrea
tedesca rifugiatasi ad Amsterdam con la famiglia, ed
eliminata dal mostro nazista
a solo 16 anni, nel lager di
Bergen-Belsen.
Da quella soffitta dove si nascondeva, Anna vedeva uno
squarcio di cielo con la sua
luminosità. Quella bellezza
l’ha aiutata a scrivere quel
pensiero, che vi ho letto, pieno
di bontà e di purezza, mentre
il mondo sprofondava nel
terrore della guerra e nell’odio
tra le genti.
Ed allora cari ragazzi, nel ricordo di Anna proviamo anche
noi a levare il capo verso il cielo,
stacchiamoci ogni tanto dalla
vita quotidiana, dai computer,
dalle play station, dai video
giochi e dal telefonino.
Alziamo lo sguardo stando in
silenzio, scopriamo il gusto del
meditare e perché no di dire
una preghiera.
Sono passati 63 anni da quegli
eventi. Viene da vergognarsi
di essere uomini e donne.
Anna era ebrea.
Gli ebrei sono parte della vita
cristiana e i cristiani sono parte
della vita ebrea.
Ho letto un libro dal titolo
Mitzvà. Mitzvà è una parola
ebraica. La parola Mitzvà
è semplice e bellissima,
vuoI dire insieme: senso del
dovere, carità, rispetto di
Dio e degli uomini.
È questo che dovete imparare
cari ragazzi: il coraggio di
non avere paura, il coraggio di non volere il male
o la distruzione degli altri
popoli.
Impariamo a non dimenticare; ricordiamoci sempre
di Anna e tutti i vostri coetanei spazzati via dalla follia
degli uomini, “passati per
un camino e ora sono nel
vento” come ci ricorda una
bellissima canzone dal titolo
“Auschwitz” che ha accompagnato la mia e la giovinezza
dei vostri Professori.
Il Sindaco
Guido Colombo
“In onore del
prof. Gualdoni”
Il Sindaco Guido Colombo
Non ho avuto il piacere di conoscere il prof. Umberto
Gualdoni a cui oggi va l’affetto e la stima della nostra
Città; me ne dispiace. Una considerazione acuta mi è
capitata tra le mani scritta da un insegnante che afferma:
“Non si insegna quello che si vuole; dirò addirittura che
non si insegna quello che si sa o quello che si crede di
sapere; si insegna e si può insegnare solo quello che
si è”. Vedete, ragazzi, tutti possono lasciare una traccia
negli altri, e ciò accade anche con le parole ma soprattutto
con la presenza, cioè con la testimonianza.
La presenza è però esperienza e l’esperienza è sapienza.
In latino sapere significa “aver sapore” e quindi il vero
sapere è dare senso e gusto alla propria vita e all’altrui
vita. Ecco, Umberto si è messo in cattedra avendo “sapienza”, cioè sapore genuino di umanità e verità
da trasmettere a tutti voi.
Ringraziamolo per il bene che ha fatto, per il seme che
ha sparso e per il tempo che ci ha dedicato.
Al Professor Umberto Gualdoni
il premio “docente dell’anno”
Una mattinata di emozioni,
venerdì 25 gennaio, presso
la Sala civica “Giovanni Paolo
II” di Somma Lombardo
(VA) per la cerimonia di
premiazione de “Il Docente dell’Anno/Gran Premio
Power Service”, titolo che
per la sua prima edizione
è stato conferito al prof.
Umberto Gualdoni, già
insegnante presso l’Istituto
Comprensivo Scolastico
“Da Vinci” di Somma Lombardo (Varese).
Come documentano le foto,
la consegna del riconoscimento si è svolta con collaborazione dell’ICS guidato
dal prof. Dionisio Morinelli, che ha fatto gli onori
di casa, insieme al sindaco di
Somma, Guido Colombo,
e all’assessore alla Cultura,
Gerardo Locurcio. Strapiena la bellissima sala del
Centro civico, una struttura
polifunzionale recuperata
dalla ex “Casa del balilla”.
Presenti oltre 300 studenti
dell’istituto, diversi docenti,
rappresentanti dei genitori
e del consiglio d’istituto. La
motivazione ed il significato
del riconoscimento andato
al prof. Umberto Gualdoni
- la cui malattia fortemente
invalidante non gli ha con-
sentito di essere presente - è
stata illustrata da Roberto
Alborghetti, direttore di
Okay!, intervenuto anche
a nome del main sponsor, il
Gruppo Power Service.
Il prof. Umberto era rappresentato dal figlio Stefano e
dal padre, Luciano Gualdoni. Il “benvenuto” era stato
dato dal Dirigente scolastico
prof. Morinelli, che con parole commosse ha parlato del
prof. Gualdoni e del servizio
da egli reso alla scuola ed agli
studenti, anche attraverso il
suo paziente ed entusiasta
lavoro di ricercatore storico
(sul sito dell’Istituto ha creato
una vera e propria “banca
della memoria”).
Il sindaco, Guido Colombo,
ha portato il saluto della
cittadinanza, commentando
e sottolineando il significato
della cerimonia con la lettura
di alcuni testi, come un passo
tratto da “Il diario di Anna
Frank”. Due studenti, a nome degli allievi che hanno
avuto il prof. Gualdoni come
docente, gli hanno indirizzato espressioni di gratitudine
e di amicizia. Il figlio Stefano ha letto un commosso
Segue a pagina 2
spazio
aperto
Intitolato alle 19
vittime italiane
e alle 9 irachene
dell’attentato
terroristico
A maggio
2008
il prossimo
numero di
Spazio Aperto
Il termine per la consegna degli articoli da
pubblicare sul prossimo numero di Spazio
Aperto è stato fissato
per il 16 aprile. L’ufficio
comunale preposto al
ritiro è l’Ufficio Cultura
e Biblioteca.
amministrazione comunale
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 2
Parco di Corso Europa:
“Ai Caduti di Nassiriya”
Il 4 Novembre 2007 nell’occasione della Celebrazione
della Giornata delle Forze
Armate e dell’89° Anniversario della Vittoria della 1ª
Guerra Mondiale, la città di
Somma Lombardo ha voluto
ricordare i Caduti di Nassiriya
intitolando loro il Parco di
Corso Europa.
Tutti ricordano ciò che accadde in Iraq e più precisamente
nella città di Nassiriya il 22
Novembre 2003. Il Contingente Italiano composto
da militari di varie Armi, tra
cui Carabinieri, Paracadutisti, Genieri e Lagunari, fu
proditoriamente attaccato
nella base “Maestrale” da
un commando di terroristi suicidi che provocò la
morte di 17 militari e 2 civili
italiani e 9 iracheni. Il fatto
commosse tutti il mondo,
ma soprattutto in Italia vi
fu grande partecipazione
di popolo alle esequie che
avvennero a Roma all’Altare
della Patria.
Il Consiglio Comunale di
Somma già il 13 febbraio
2006 aveva approvato,
pressoché all’unanimità, un
ordine del giorno presentato dal Consigliere Selvini
(A.N.) in cui si chiedeva di
dedicare un parco ai caduti
in Iraq, in seguito la Giunta
Comunale aveva deciso per
il Parco di Corso Europa con
dedica specifica ai Caduti di
Nassiriya, dando mandato
al Sindaco ed agli Assessori
competenti di organizzare la
manifestazione per il successivo 4 Novembre.
Con la collaborazione degli
Assessori Locurcio e Consonni veniva posato, all’ingresso
del Parco, in un’aiuola, un
masso di granito con la scritta
in bronzo: “Ai Caduti di
Nassiriya”.
Il giorno della celebrazione
per mandato del Sindaco,
assente per improrogabili
impegni personali, il Vicesindaco Antonella Rossi ed il
Consigliere Romano Selvini,
hanno dedicato il Parco.
Dopo la cerimonia religiosa
in Basilica officiata dal Prevosto Don Franco Gallivanone
e la Cerimonia Civile al Monumento ai Caduti di Piazza
Scipione, dove il Vicesindaco
ha celebrato la ricorrenza, le
Autorità ed un lungo corteo
di Cittadini, accompagnati
dalla Banda “La Cittadina” si
sono recati al Parco di Corso
Europa.
Una breve introduzione
del Vicesindaco Rossi ha
introdotto la benedizione
e la preghiera del Prevosto
ed il Consigliere Selvini ha
pronunciato l’orazione ufficiale.
Egli ha ricordato il proditorio
attacco alla base “Maestrale” da parte di un nemico
invisibile che ha voluto colpire i soldati di “Pace”. Essi
erano laggiù con il solo scopo
di aiutare l’Iraq ad uscire da
una triste dittatura che aveva
disseminato di lutti e povertà
il Paese. Ha poi ricordato i Caduti, le Armi di appartenenza
e il grande commosso saluto
del Popolo Italiano ad Essi ed
allo loro Famiglie.
Il Consigliere ha anche ricordato il sacrificio di tutti i militari Italiani che in ogni parte
del mondo sono impegnati
per riportare e conservare
quel bene supremo che è la
libertà dei popoli, “devono
essere l’orgoglio della nostra
Patria e delle generazioni
presenti e future”.
L’lnno d’ltalia, interpretato
come sempre dalla nostra
banda, ha chiuso la toccante
cerimonia.
L’Amministrazione
Comunale
Segue dalla prima
Al Professor Umberto Gualdoni
il premio “docente dell’anno”
saluto suggeritogli da papà
Umberto, ormai costretto
all’immobilità per via di una
grave forma di sclerosi. Un
momento di grande emozione, accompagnato poi dal
conferimento della targa del
Gruppo Power Service e
da altri doni, tra cui il voucher
per un soggiorno-premio di
Domina Viaggi Evento.
Le parole del Prof.
Gualdoni
Queste le parole che il prof.
Umberto Gualdoni ha affidato al figlio Stefano affinché
fossero lette durante la cerimonia: “Essere di nuovo tra
voi, sia pur indirettamente,
è per me motivo di grande
felicità. Questo riconoscimento è giunto tanto gradito quanto inatteso. Ancora
oggi ripensando ai giorni
trascorsi come insegnante
non trovo nel mio operare
qualità particolari rispetto a
quello di altri colleghi. Certo
per me insegnare ai ragazzi
è stato, più che un lavoro,
un piacere.
Questo - come già ho avuto
occasione di dire - è stato possibile anche grazie all’amicizia e all’incoraggiamento di
tante persone incontrate a
scuola e fuori.
A tutte queste persone, e
in particolare a chi mi ha
voluto segnalare per il riconoscimento, al Dirigente
Scolastico la mia affettuosa
riconoscenza”.
La lettera degli ex
allievi
Carissimo Prof. Umberto,
oggi la città di Somma Lombardo è vicina a Lei e alla sua
famiglia, piena di gratitudine
per tutto ciò che ha fatto
per noi alunni e per l’ICS
“Leonardo Da Vinci”.
La parole più grande che ci
viene da dire dal profondo
del nostro cuore in questo
momento è GRAZIE! Grazie
per il sorriso che illuminava
le giornate di scuola, per
l’affetto e la fiducia che ha
sempre dimostrato nei nostri
confronti, per averci portato
fino in fondo al cammino della scuola media, nonostante
la malattia! In particolare
oggi ci vengono in mente le
belle lezioni di storia che lei
preparava con tanto cuore
per farci capire che “Storia”
non è solo un insieme di date
e concetti, ma soprattutto è
la narrazione di un cammino
umano, che si è compiuto
nel bene e nel male.
Lei ce lo ha fatto capire non
solo con il semplice libro di
testo, ma anche con docu-
Il XXII Agnesino
d’Argento conferito
al Prof. Attilio Selvini
L’Amministrazione Comunale e la Pro Loco della nostra città hanno conferito il XXII Agnesino d’Argento al sig. Attilio Selvini, Professore Emerito di Topografia e Cartografia alla
Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, per ”... l’impegno profuso nel mondo
della cultura e dell’insegnamento, per aver fatto conoscere attraverso i suoi saggi
l’amore per la propria terra e le sue genti, per l’impegno civile professato con
grande autorevolezza a favore della propria città e del suo territorio”.
Grazie Professore per la Tua modestia, perché la modestia, come dice La Bruyère nella
sua trattazione, I caratteri: “...è per il merito quello che sono le ombre per le figure di un
quadro: gli dà forza e rilievo”.
Il Sindaco
Guido Colombo
menti, immagini, oggetti,
mostre, illustrandoci il passato dei nostri nonni e di coloro
che ci hanno preceduto.
Non potremo mai dimenticarla: tutto ciò che abbiamo
fatto insieme sarà sempre
per noi un meraviglioso ricordo e lei rimarrà per sempre nei nostri cuori! Grazie
Prof!!! Con affetto, alunni
classe IIIC.
Chi è Prof.
Gualdoni
Il prof. Umberto Gualdoni
è stato nominato “Docente
dell’Anno 2007 /Gran Premio Power Service”, iniziativa alla sua prima edizione,
attraverso una singolare raccolta pubblica di candidature
nel mondo scolastico e nella
società civile.
Residente a Robecchetto
con Induno (Milano), è stato
candidato, con dettagliate
e articolate motivazioni, da
tutto l’Istituto Comprensivo Scolastico “Da Vinci” di
Somma Lombardo (Varese)
presso cui ha insegnato nella scuola secondaria di 1°
grado fino a poco tempo
fa, ossia fino a quando una
malattia fortemente invalidante l’ha costretto all’immobilità. Ora la sua unica
forma di comunicazione è
affidata al movimento degli
occhi. Fino all’ultimo istante
delle sue possibilità, il prof.
Gualdoni è stato fisicamente
presente a scuola, continuando in attività culturali
e didattiche di grande interesse e coinvolgimento degli
studenti.
Cinquant’anni, sposato,
papà di due figli, Umberto
Gualdoni si è laureato alla
Università Cattolica di Milano nel novembre del 1981
con il punteggio di 110 e
lode. Si è perfezionato in
filologia moderna ed ha iniziato la docenza di lettere
presso la Media di Somma
Lombardo, dove ha dato vita
ad attività e studi sulla storia
locale, con pubblicazione di
numerosi saggi, tra cui “La
guerra raccontata”, “Somma Lombardo nella bufera
della guerra”, “Album del
‘900”.
È stato coordinatore de “Il
piccolo Leonardo”, testata dell’ICS. Con gli alunni,
ha seguito la preparazione
di cd e ricerche storiche e
didattiche. I lavori hanno
avuto l’obiettivo di accrescere negli studenti il livello
di conoscenza della propria
città e di qualificare la scuola
come “laboratorio della memoria”. Ha dato vita anche
alla “banca della memoria”,
progetto informatico legato
al sito dell’ICS “Da Vinci”.
La motivazione
del premio
Questa la motivazione del
Premio: ”Un docente vicino
ai giovani, ai quali ha saputo
e sa trasmettere - anche
nella fase attuale della malattia - preziose conoscenze
ed esperienze di vita. Ha
appassionato gli studenti
alla storia, alla letteratura,
al cinema, stimolandoli ad
avvicinarsi alla tecnologia
informatica. Pur colpito da
una forma acuta di sclerosi,
che l’ha progressivamente
reso immobile, è stato fino
all’ultimo vicino ai suoi studenti, anche conducendo
personalmente attività integrative. La sua sofferenza
si è ora trasformata in una
esemplare lezione di umanità.”
Come noto, è ora in corso
la seconda edizione de
“Il Docente dell’Anno/
Gran Premio Power Service”. Per informazioni:
035/314720; www.scuolaokay.it
Roberto Alborghetti
Direttore rivista Okay!
spazio
aperto
amministrazione comunale
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 3
Assessorato all’Ambiente
Bando
Fondazione
Cariplo
Nuove opportunità
per risparmiare energia
Negli ultimi anni si è riscontrato un interesse crescente
nei riguardi dell’efficienza
energetica degli edifici, anche in campo legislativo. Ciò
nonostante si riscontrano
ancora oggi numerose difficoltà ad avviare concrete
azioni per migliorare le prestazioni energetiche degli
edifici e degli impianti, soprattutto a livello locale.
Al la lu ce di q ue ste
problematiche Fondazione
Cariplo ha pubblicato un
Bando per lo stanziamento
di fondi destinati ai Comuni
finalizzati alla diffusione della
conoscenza del problema
energetico in campo edilizio.
L’interesse per le tematiche
energetiche ed ambientali
da parte di questa Amministrazione ha portato alla
partecipazione al Bando e
alla successiva assegnazione,
tra i migliori progetti presentati, di un contributo pari a
euro 39.000.
Il progetto prevede numerose iniziative e attività che
vedranno il coinvolgimento
anche dei cittadini.
Audit energetici
Gli audit sono diagnosi
energetiche effettuate sugli
edifici, allo scopo di comprendere i necessari interventi tecnici e gestionali per
ridurre i consumi energetici.
Verranno realizzati otto audit
energetici su alcuni immobili
comunali, scelti a fronte di
opportune valutazioni tecniche (verifiche per recenti
interventi, elevati consumi
dell’immobile, interventi programmati, ecc.).
Il progetto prevede due diversi livelli di studio.
Audit leggero presso:
- Scuola Materna Galli;
- Scuola Elementare Rodari;
la messa in evidenza di eventuali inefficienze strutturali,
impiantistice e gestionali.
L’audit di dettaglio invece
comporta un approfondimento dell’analisi precedente, con la proposta di possibili
interventi di correzione e la
loro valutazione economica
ed ambientale.
Corsi di
formazione
- Tensostruttura;
- Scuola Materna Buratti;
- Scuola Media L. Da Vinci.
Audit di dettaglio presso:
- Palazzo Comunale;
- Scuola Materna Secondo
Mona;
- Centro Socio Educativo.
Il primo livello di approfondimento comporta la redazione di una scheda anagraficoimpiantistica degli edifici oggetto di studio; l’analisi delle
caratteristiche costruttive ed
impiantistiche dell’edificio, i
consumi ricavati da bollette e
Il Bando prevede inoltre corsi
di formazione per tecnici Comunali e amministratori volti
a fornire una conoscenza generale degli argomenti legati
alle diagnosi energetiche:
legislazione, certificazione,
tecnologie innovative dell’involucro e degli impianti, fonti
rinnovabili, aspetti finanziari
e contrattuali.
Mostra “l’alternativa
in pratica”
Nelle giornate 28-29 marzo 2008 sarà
allestita una mostra presso la Biblioteca di
Via Marconi - Sala Giovanni Paolo II Cinque
isole Tematiche offriranno una visione
teorica e pratica sulle tematiche legate alle
energie rinnovabili, risparmio energetico,
risparmio idrico e bioedilizia. Il giorno 28 la
mostra resterà aperta per le scuole mentre
durante la giornata di sabato, dalle 9 alle
13 e dalle 14 alle 18, sarà possibile la visita
da parte di tutti i cittadini.
Punto E3
Il progetto prevede l’apertura di uno
Sportello informativo (punto E3: Energia,
Ecologia, Economia) per tutti i cittadini e
le imprese.
Nello specifico il servizio di consulenza
fornirà informazioni sui seguenti aspetti:
- fonti di energia rinnovabile: solare termico, fotovoltaico, geotermia, eolico;
ABBIGLIAMENTO
FEMMINILE
- quadro di riferimento normativo;
- soluzioni tecnologiche per il settore
residenziale;
- soluzioni tecnologiche per il settore terziario e per l’industria;
- agevolazioni fiscali ed economiche;
- simulazioni di piani finanziari.
Verrà inoltre messo a disposizione materiale informativo e documentazione sulle
tematiche sopra riportate.
Sarà garantita la presenza di un operatore
qualificato nei giorni di mercoledì dal 20
febbraio al 7 maggio 2008 dalle ore
15 alle ore 18,30 presso l’Area Tecnica
Lavori Pubblici - Ufficio Agenda 21 (1°
Piano).
Le informazioni potranno essere richieste
anche telefonicamente al n. 0331.989054
negli orari di presenza degli esperti oppure
all’indirizzo e-mail: e3.sommalombardo@
retesinergie.it
Laboratorio
mobile
presso
il Parco
Comunale
di Corso
Europa
Dal 23 gennaio al 12
marzo nella nostra città verrà effettuata una
campagna di rilevazione dell’inquinamento
atmosferico mediante
un laboratorio mobile
collocato presso il Parco Comunale di Corso
Europa.
L’iniziativa nasce dalla
volontà dell’Ente di
approfondire la situazione della qualità dell’aria con la rilevazione
dei principali inquinanti: polveri sottili, ossido
di carbonio, biossido di
azoto, biossido di zolfo
e ozono. La realizzazione è stata possibile
tramite la disponibilità
e la collaborazione dell’Agenzia Regionale
della Protezione dell’Ambiente - Dipartimento di Varese che ha
messo a disposizione
questo sofisticato laboratorio per la misurazione in continuo
degli inquinanti. All’Ente resteranno in
carico unicamente i
costi per la fornitura di
energia elettrica.
Una volta ultimata la
campagna di rilevazione, i risultati verranno
resi pubblici.
Si ricorda inoltre che è in corso il
monitoraggio del particolato atmosferico
(PM10) mediante la
nostra centralina ubicata quest’anno presso la scuola materna
Secondo Mona.
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aperto
amministrazione comunale
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 4
Assessorato all’Ambiente
Risparmi
risorse, sostieni
l’ambiente,
migliori il tuo
futuro!
Fai la differenza:
diventa amico del riciclo
Questo è lo slogan che è
stato scelto per il progetto
di educazione ambientale che vedrà protagonisti
tutti gli alunni delle scuole elementari e medie di
Somma Lombardo a partire dal mese di febbraio e
per l’intero anno scolastico
2007/2008.
L’Ufficio Ecologia - Tutela
Ambientale ha elaborato
questo progetto, in accordo e secondo le indicazioni
fornite dalle insegnanti del
Circolo Didattico G. Rodari
e dell’Istituto Comprensivo
L. Da Vinci, per far comprendere ai ragazzi quanto
sia importante separare i
rifiuti, acquistare in modo
intelligente per ridurre la
loro produzione, trasferire
informazioni ai genitori e
a chi vive intorno, avviare
correttamente la raccolta
differenziata nella propria
scuola.
Gli interventi in classe da parte del tecnico comunale non
mancheranno di approfondire la problematica legata
all’abbandono di rifiuti nel
nostro comune per far comprendere le conseguenze
di scorretti comportamenti
e indurre i ragazzi ad una
maggior sensibilità su questo
tema che gioca un ruolo
decisivo per il loro futuro.
Le metodologie didattiche
sono state appositamente
studiate in funzione delle diverse fasce d’età privilegiando il gioco, attività pratiche e
creative per i più piccoli che
verranno guidati alla riscoperta del mondo del riciclo;
analisi del territorio tramite
schede e approfondimento
di specifiche problematiche
ambientali per i più grandi.
“Fai la differenza: diventa
amico del riciclo” vuole essere un invito rivolto alle nuove
generazioni ad un maggior
senso di responsabilità: solo
attraverso il loro contributo
è possibile un’inversione di
tendenza per risparmiare
nuove risorse e per preservare un ambiente più pulito
e salubre.
Distribuzione dei
contenitori del vetro, sacchi
gialli e calendario ecologico
Si ricorda che:
- tutti i cittadini (iscritti all’Ufficio Tributi) che non hanno
ricevuto a domicilio i nuovi contenitori del vetro e i sacchi
gialli per la raccolta della plastica, potranno rivolgersi per
il ritiro all’Ufficio Ecologia durante gli orari di apertura
dello Sportello (mercoledì dalle 15 alle 18, giovedì dalle
10 alle 13, sabato dalle 9,30 alle 12);
- il servizio di raccolta è garantito anche per eventuali
contenitori rigidi e svuotabili esposti in aggiunta al nuovo
contenitore appena distribuito;
- il calendario ecologico per le aziende e i cittadini è disponibile gratuitamente presso il Centralino del Comune
o sul sito www.sommalombardo.info.
Assessorato all’Ambiente-Agenda 21 C.U.V.
Agenda 21
C.U.V.:
progetto
“Q21+2”
Seminario edilizia
sostenibile e
risparmio energetico
Martedì 4 dicembre, presso
la sala Giovanni Paolo II del
Comune di Somma Lombardo, si è tenuto il Seminario
sull’Edilizia Sostenibile, in
collaborazione con l’Agenzia
CasaClima.
L’incontro è stato promosso
dall’Agenda 21 C.U.V., a
seguito della presa in carico
dell’Azione Pilota “Formazione degli Amministratori
e dei Tecnici Comunali” del
Piano d’Azione Locale.
Obiettivo del seminario: sensibilizzazione alla riduzione
dei consumi, aumento del
comfort abitativo e concessione di un contributo con-
creto per l’ambiente.
Nella prima parte si è evidenziato quanto le fonti
energetiche fossili (petrolio,
gas, uranio) siano sempre più
limitate. Questo si può verificare anche dall’aumento dei
prezzi energetici che comportano una crescita delle
bollette del riscaldamento,
della corrente e dell’acqua.
Il sistema degli edifici è responsabile del 45% circa
del fabbisogno energetico
nazionale, e quindi della
produzione di anidride carbonica.
L’Italia, aderendo al Protocollo di Kyoto, si è impegnata a
ridurre del 6,5% le emissioni
dei sei tra i più importanti gas
serra rispetto al 1990.
Questo non è avvenuto anzi, l’emissione di anidride
carbonica si è ulteriormente implementata rispetto ai
livelli di emissioni nazionali
previsti.
Attraverso questo seminario si è evidenziato come è
possibile coniugare comportamenti ecologici e calcoli
economici.
Lo spreco di energia si può
combattere con l’utilizzo di
energie rinnovabili, con una
progettazione previdenziale
ed una tecnica degli im-
Sportello Agenda 21 C.U.V.
Presso lo Sportello Agenda 21 C.U.V. è
disponibile documentazione informativa
relativa agli incentivi, contributi e sovvenzioni (vedi Finanziaria 2008) per:
- sostituzione frigoriferi, congelatori e
combinati con classe A+ e A++;
- sostituzione finestre con infissi in edifici
già esistenti;
- sostituzione di impianti di riscaldamento
con caldaie a condensazione e non;
- riqualificazione energetica degli edifici
esistenti e coibentazione di strutture orizzontali e verticali;
- installazione di pannelli solari fotovoltaici
per la produzione di energia elettrica;
- installazione di pannelli solari per acqua
calda sanitaria.
Inoltre sono disponibili opuscoli sul rispar-
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A G.
mio dell’acqua, “economia domestica”,
utilizzo della compostiera domestica,
ecc..
Ogni cittadino si può rivolgere allo Sportello
per avere informazioni e materiale divulgativo inerente alle Azioni di Sostenibilità
promosse dall’Ente.
Il suddetto materiale è scaricabile dal sito:
www.agenda21cuv.it
Per ulteriori
informazioni:
Sportello Agenda 21 CUV
Area Tecnica - LL.PP.
e-mail: [email protected]
tel. 0331.989054 - www.agenda21.it
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pianti rivolta alla sostenibilità
ambientale: installazione di
pannelli fotovoltaici, isolamento termico, qualità dei
serramenti, ventilazione controllata, geotermia, ponti
termici, ecc..
Si è poi passati alla normativa regionale in ambito
energetico, con l’analisi dei
relativi requisiti di prestazione
nel caso di edifici di nuova costruzione, di ristrutturazione
e manutenzione straordinaria dell’involucro.
Il certificato energetico di
un edificio garantisce l’ottimizzazione dell’efficienza
energetica e contribuisce a
prevederne i costi di gestione. Questo documento deve
essere recepito non come
una privazione ma come una
possibilità di migliorare.
Nel pomeriggio sono stati
mostrati esempi pratici di
costruzioni edili con applicazioni di progettazione ecosostenibili certificati.
Per risparmiare energia e
ridurre le emissioni di anidride carbonica prodotte dagli
edifici è necessaria la collaborazione di tutti: operatori
edili, costruttori, progettisti,
produttori di materiali, politici, amministratori, fornitori
di servizi.
Al seminario erano presenti,
oltre al Gruppo Tecnico di
Coordinamento Agenda 21
CUV, i rappresentanti amministrativi ed i tecnici comunali
interessati di tutti i Comuni
del CUV.
Questo a dimostrare l’impegno della Pubblica Amministrazione nello sviluppo
di progetti locali nel rispetto
dell’ambiente.
Sportello Agenda 21 C.U.V.
Rossana Vergani
Teo e Ale s.n.c.
di Garzonio Matteo e La Mendola Alessandro
Posa pavimenti galleggianti * Posa serramenti
Perlinature * Pergolati * Lavori di falegnameria
Sede legale: Via Pascoli, 85 - 21019 Somma Lombardo (VA)
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spazio
aperto
Rinnovata la
convenzione
triennale
amministrazione comunale
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 5
Televita: un servizio
attento e puntuale
L’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Somma
Lombardo ha rinnovato, con
una convenzione triennale,
il Servizio di Televita gestito
dalla Cooperativa Sociale Iris
di Gallarate.
Tale servizio si è dimostrato
di alta qualità e competenza
e interessa, allo stato attuale,
una quarantina di cittadini
sommesi. Si rivolge a persone sole e anziane, fornendo
loro, tramite un collegamento con terminale alla centrale
operativa, servizi di soccorso
e assistenza.
Televita opera nella direzione
che l’Assessorato ai Servizi
Sociali ritiene più consona
e concreta per affrontare le
Sei un azienda e
cerchi personale?
Cerchi il tuo
primo lavoro
o uno stage?:
rivolgiti al servizio
Comunale!!
Sei disoccupato
o vuoi cambiare
lavoro?
Lo sportello InFormaLavoro
dal mese di gennaio, in attesa
della prossima apertura del
servizio InformaGiovani, in
un’ottica di continuo rinnovamento e implementazione
amplia il proprio orario di
apertura al pubblico: lunedì e mercoledì dalle 16,30
alle 18,00, martedì, giovedì
e venerdì dalle 10,00 alle
13,00. Questa però non è
la sola novità per il settore
lavoro del Comune: accanto
ai servizi che fino ad oggi
l’InFormalavoro poteva offrire (orientamento scolastico
e lavorativo, consultazione
di giornali e banche dati
di offerte di lavoro, Blog e
mailing list) la Città di Somma Lombardo ha ottenuto
anche l’autorizzazione dalla Regione Lombardia per
poter operare nei servizi al
lavoro.
Infatti, in base all’art. 6, comma 1 del d.lgs. 276/03, anche
i comuni sono autorizzati di
diritto allo svolgimento delle
attività di intermediazione
nella ricerca di lavoro: cioè
sarà possibile per le aziende, cooperative e Agenzie
per il Lavoro far richiesta di
personale direttamente alla
SOMMA
LOMBARDO
Nuova Area
Immobiliare
Tel. 0331.251.718
Via Maspero, 8
21019 Somma Lombardo
(VARESE)
necessità dei cittadini che
sono in una situazione di
bisogno: nella concretezza.
Un servizio attento, puntuale, vantaggioso anche dal
punto di vista economico,
basato sulla competenza de-
gli operatori e delle persone
che lavorano per Televita.
Con gli operatori Televita,
l’utente può entrare in contatto in ogni momento per
avere consigli, conforto, sostegno, ma anche per comunicare con un’équipe medica
in grado di fornire notizie di
carattere sanitario. Attraverso il Telesoccorso, invece, è
possibile, con un segnale
d’allarme trasmesso dalla
persona in difficoltà, attivare
un immediato contatto, da
parte della centrale operativa
di Televita, con i soccorritori che gli utenti abbonati
avranno evidenziato nella
scheda personale.
I cittadini che volessero ade-
Zona. Mezzana, ultima, favolosa MANSARDA con travi in
legno e un ambiente
caldo e raccolto. APPARTAMENTO trilocale con doppi servizi e
balconi da cui si domina il verde paesaggio
circostante. Box doppio e posto auto. DA
VISIONARE!!
Rif. 107
rire al Servizio di Televita o
che fossero interessati ad
avere ulteriori informazioni
possono rivolgersi all’Ufficio
Servizi Sociali del Comune di
Somma Lombardo (telefono
0331989016) il lunedì dal-
le 10.00 alle 12.00 e dalle
16.30 alle 18.00, il mercoledì
dalle 16.30 alle 18.00 e da
giovedì a sabato dalle 10.00
alle 12.00.
Antonella Rossi
Assessore ai Servizi Sociali
Associazione Prevedit e Cooperativa
Progetto ’98 in collaborazione con
Assessorato ai Servizi Sociali Città
di Somma Lombardo
Cercano volontari/
volontarie
Per sostegno compiti con i ragazzi delle scuole medie.
Il servizio si svolgerà presso la Fondazione Casolo nei
giorni di: martedì e giovedì dalle ore 14,00 alle ore
16,30. L’impegno potrà essere anche di una sola volta
alla settimana. Per informazioni rivolgersi a Maria
Cristina Ielitro 3333307070.
Nonni
nella rete
Parte un corso gratuito di
informatica di base per gli
anziani di Somma. I docenti?
gli studenti dell’Istituto per
Geometri
banca dati dello sportello
per i Servizi al Lavoro del
Comune presso l’ufficio InFormaLavoro.
Quindi, per la prima volta in
Provincia di Varese un comune, in un’ottica di sempre
maggior attenzione all’utente e alle sue necessità reali,
potrà operare sul proprio
territorio nell’incontro fra
SOMMA
LOMBARDO:
zona verde e tranquilla VILLETTA
unifamiliare divisa
per il box con terrazzo, porticato e
giardino privato. Da
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Rif. 109
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piano, abitazione di
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oltre a bilocale di 60
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Rif. 102
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Rif. 154
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Per avere maggiori informazioni potete contattare
il servizio InFormaLavoro
(www.iflsommalombardo.
blogspot.com) al numero
0331/989017, oppure all’indirizzo e-mail informalavoro
@sommalombardo.info.
Mirko Pagani
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Rif. 104
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lati. € 260.000
Rif. 117
Avrà luogo nei mesi di marzo e aprile un corso gratuito
di informatica di base, rivolto agli anziani della nostra
città, promosso dall’assessorato ai Servizi Sociali in
collaborazione con il servizio InFormaLavoro, l’istituto
Geometri, il Centro Anziani e il Circolo Didattico Rodari
di Somma Lombardo.
Grande novità sarà però il corpo docenti del corso:
i ragazzi dell’Istituto Geometri di Somma Lombardo
che, mettendo a disposizione il proprio tempo libero,
contribuiranno a far avvicinare gli anziani al mondo
dell’informatica e all’immensa banca dati di informazioni
che è la rete Internet. È previsto un incontro pomeridiano settimanale di circa un’ora e mezza presso l’aula
informatica della scuola primaria “Rodari” in via Villoresi (gli orari e il giorno saranno comunicati in seguito)
per un totale di 10 lezioni. Questa sarà sicuramente
l’occasione per attivare processi intergenerazionali di
educazione sociale che, da un lato aiutino gli anziani
a comprendere meglio la cultura giovanile, e dall’altro
diano una concreta possibilità ai ragazzi di conoscere
il grande bagaglio culturale di esperienza che queste
persone hanno.
Mirko Pagani
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Rif. 169
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Rif. 168
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Rif. 138
spazio
aperto
amministrazione comunale
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 6
Problematiche giovanili:
quali le politiche?
Presentiamo qui di seguito i risultati del questionario somministrato ai giovani
perché ognuno ne tragga le proprie risultanze e considerazioni. È necessario
precisare che esso non è stato pensato e costruito da un esperto di statistica,
né da un sociologo o altro esperto del settore, ma da chi vive giornalmente i
contatti con i giovani in quanto operatore del Comune addetto a seguire le
Politiche Giovanili. Ed è proprio con il contributo, le domande e le richieste
dei giovani che è stato costruito il pacchetto delle domande alle quali ha
risposto un considerevole numero di giovani. Sono stati individuati alcuni
punti di raccolta in luoghi ritenuti di maggior presenza di giovani: 15 box
dislocati nella città (biblioteca, centralino del comune, parrocchia, centro
commerciale, bar pub, negozi, piscina, Istituto superiore dei Geometri, CFP
ecc.). Sono stati raccolti 657 questionari. Circa un terzo di questi è arrivato
dai ragazzi delle superiori anche grazie al supporto dei Docenti che hanno
stimolato i giovani generalmente restii a parlare delle loro problematiche.
lmporta poco che alcuni possano essere ragazzi “di passaggio” e che vivono solo metà della loro giornata, quella scolastica, a Somma, ma vivono le
stesse problematiche di quelli sommesi. C’è da notare che un box non è
stato recuperato perché smarrito (quello posto all’oratorio).
L’Assessore alle Politiche Giovanili
Gerardo Locurcio
I risultati del questionario “Giovani”
All’interno del mondo “giovani” si è deciso di
dedicare uno spazio privilegiato ai protagonisti
della ricerca per capire, grazie alle loro risposte,
quali sono i loro maggiori bisogni ed interessi e
cosa potrebbe fare l’Amministrazione locale.
Il questionario è stato auto-somministrato ai ragazzi delle classi terze dell’Istituto Comprensivo
Leonardo Da Vinci, a tutte le classi dell’Istituto
Tecnico per Geometri e agli studenti del Centro di
Formazione Professionale Ticino Malpensa.
In un secondo tempo, nel periodo tra maggio
2007 e luglio 2007 sono stati dislocati per la città
15 contenitori per la raccolta dei questionari (allegati al numero II del giornale comunale “Spazio
Aperto” del maggio 2007). Grazie a questi box
sono stati raccolti altri 258 questionari.
Questo report si compone di 4 parti:
• Chi sei? (dati di tipo socio-anagrafici).
• Il tempo libero.
• I bisogni.
• I valori.
Chi sei?
In totale sono stati elaborati 657 questionari, di
cui 387 maschi e 270 femmine. Tra gli intervistati si nota come il maggior numero di risposte
provenga dai maschi nella fascia d’età tra i 14 e
17 anni (56%), il 24% sono tra i 18 e 24 anni e
solo il 19 % è tra i 25 e 30 anni. Il titolo di studio
della maggioranza dei giovani monitorati dal
questionario è la licenza media (55%) il 16%
ha un diploma di scuola superiore, il 15% una
qualifica professionale, il 12% una laurea e solo
il 3% un master post-laurea.
Tempo libero
I ragazzi trascorrono nella maggior parte dei casi
il loro tempo libero all’interno del territorio della
propria città, solo il 20% degli intervistati, infatti,
passa questo tempo nei comuni limitrofi ad oltre
10 km da Somma Lombardo.
Un altro dato significativo è che solo il 46 % dei
giovani sommesi sono però impegnati in attività
extra scolastiche o extra lavorative all’interno di
associazioni, che per la maggior parte sono di tipo
sportivo (calcio, ginnastica, arti marziali, ecc.)
Nel loro tempo libero i giovani di Somma Lombardo si ritrovano con gli amici (28 %), guardano la
televisione (13 %) o praticano sport (12%). Solo
un numero molto esiguo di ragazzi si interessa di
attività di volontariato o artistiche di vario genere.
Per quanto riguarda il luoghi di ritrovo maggiormente frequentati restano comunque pub e locali,
parchi e oratorio.
Cosa faccio nel tempo libero
numero
risposte
Vado al cinema
100
Faccio sport
194
Guardo la TV
217
Mi ritrovo con i miei amici 459
Vado al bar, pub, locali
111
Vado all’oratorio
73
Faccio shopping
70
Frequento corsi
di vario genere
20
Visito mostre e musei
16
Vado ai concerti
34
Vado in discoteca
61
%
6%
12%
13%
28%
7%
4%
4%
1%
1%
2%
4%
Suono uno strumento
Faccio attività artistiche
di vario genere
Faccio volontariato
Vado a teatro
Vado allo stadio, palazzetto
Vado in piscina
Faccio delle gite
Visito città d’arte
Leggo libri
Altro
36
2%
26
21
14
29
38
35
36
52
22
2%
1%
1%
2%
2%
2%
2%
3%
1%
I Bisogni
La maggioranza dei giovani intervistati (49%) lamenta una mancanza di iniziative e manifestazioni
di loro interesse sul territorio comunale e solo un
numero esiguo (10%) afferma che pur essendo
proposte molte iniziative sul territorio comunale
non sono comunque di loro interesse.
In particolare, è stato chiesto quali strutture mancano sul territorio: stranamente, un buon numero
di ragazzi ha sottolineato la mancanza di una sala
multimediale (12%), se pur presente all’interno
della Biblioteca Comunale. Questo può essere il
segnale forse di una mancanza di pubblicizzazione
del servizio. Altre strutture richieste dai giovani sono
discoteche (16 %) e piste di pattinaggio (9%).
Quali strutture mancano nella tua città?
numero
di risposte
%
Sala multimediale
152
12%
Centri di aggregazione
giovanili
84
7%
Parchi e giardini
71
6%
Discoteche
206
16%
Spazi per convegni,
mostre, conferenze
104
8%
Piste di pattinaggio
117
9%
Campi sportivi
73
6%
Piscine
101
8%
Cinema
75
6%
Librerie
23
2%
Sale prova
di registrazione
105
8%
Musei
103
8%
Teatri
60
5%
Altro
15
1%
Alla luce di queste considerazioni i ragazzi hanno
individuato delle iniziative che secondo il loro parere meriterebbero di essere realizzate. Le attività
che hanno riscosso il maggior numero di consensi
sono state quelle a carattere sportivo (21 %) e a
carattere musicale, in particolare fiere del disco (11
%) e concorsi musicali (10 %). È stato proposto
anche un quesito relativo alla formazione, che ha
messo in luce l’esigenza di avere sul territorio un
maggior numero di corsi sportivi (20 %), musicali
(15 %), informatici (12 %) e fotografici (11 %).
I Valori
L’ultimo tema trattato nel questionario riguardava
i valori che i ragazzi sentono propri in relazione
alle diverse sfere della vita quotidiana: genitoriale,
amicale, culturale e sociale. Si evidenzia che, sia
la famiglia che il gruppo amicale hanno un ruolo
fondamentale nella vita dei ragazzi, soprattutto,
come del resto era logico attendersi, per la fascia
compresa tra i 14 e 17 anni, che costituisce il 56
% degli intervistati.
Fiducia nella famiglia
Molto
Abbastanza
Poco
Nulla
%
72%
17%
5%
6%
Fiducia negli amici
Molto
Abbastanza
Poco
Nulla
%
46%
42%
8%
4%
Infatti, proprio nell’età adolescenziale è maggiormente evidente la ricerca di una propria indipendenza psicologica, manifestata spesso attraverso
la ricerca di autonomia nei confronti degli adulti
(processo di differenziazione per potersi riconoscere) e il desiderio di integrazione sociale (ricerca
del senso di appartenenza al gruppo). Lo sviluppo
affettivo, cognitivo e coporeo sono passaggi fondamentali ed obbligati per la crescita verso l’età
adulta: tali processi sono facilmente riscontrabili
nelle risposte ottenute alle domande del questionario in relazione ai propri valori personali.
È necessario tenere in debita considerazione
anche il risultato ottenuto in relativamente alla
fiducia riposta nelle forze dell’ordine, nello Stato,
nella Pubblica Amministrazione e nelle Comunità
Religiose: forse specchio di un malessere e di un
disinteressamento che supera i confini territoriali
di un Comune.
Fiducia nelle forze
dell’ordine
Molto
Abbastanza
Poco
Nulla
Fiducia comunità religiose %
Molto
13%
Abbastanza
24%
Poco
36%
Nulla
27%
Fiducia nei
partiti politici
Molto
Abbastanza
Poco
Nulla
%
5%
18%
36%
41%
Fiducia nello stato
Molto
Abbastanza
Poco
Nulla
%
7%
32%
38%
23%
Fiducia
nell’Amministrazione
pubblica
Molto
Abbastanza
Poco
Nulla
%
6%
30%
41%
23%
Fiducia nelle associazioni di volontariato%
Molto
16%
Abbastanza
39%
Poco
29%
Nulla
16%
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manutenzione di
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terrazzi
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• V.T.A.
• Impianti di irrigazione
spazio
aperto
Relazione del
Sindaco sul
percorso politicoamministrativo
del nosocomio
cittadino
amministrazione comunale
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 7
La situazione
dell’Ospedale “Bellini”
Ritengo utile far precedere
questa mia breve relazione
sull’attuale situazione funzionale dell’Ospedale “Bellini”, da una breve memoria
del percorso politico-amministrativo che ci ha condotto
a questo punto.
Esso servirà sia per meglio
comprendere la situazione
attuale, sia per non reiterare
inutili proposte già formulate
e dibattute che per sfatare
definitivamente quell’atteggiamento insipiente
che induce l’identificare
il nostro impegno per
l’ospedale “Bellini” per
una anacronistica iniziativa campanilistica.
In proposito ribadisco con
fierezza e convinzione che
adoperarsi per il funzionamento ottimale del Nosocomio è un dovere verso i
cittadini di ieri che l’hanno
voluto, assumendosi enormi
sacrifici, e un impegno per
quelli di domani ai quali
spetta a me consegnarlo ben
funzionante, sottraendolo
alla logica che oggi lo vede
anche luogo di “parcheggio” di personale inviso a
Gallarate.
Fin dal 1981 l’obiettivo di
chi ha governato la sanità di questo territorio fu
quello di convertire il
“Bellini” in una struttura
per lungo degenza geriatria, ignorando la realtà e
chiudendo ottusamente gli
occhi davanti all’evidenza
che denunciava, a chiare
cifre statistiche, l’efficienza
del servizio e l’affluenza di
utenza che superava i confini
del bacino attribuitogli sulla
carta.
La forza dell’utilità del suo
servizio territoriale e l’impegno dei miei concittadini costituitisi nel COMITATO PRO
OSPEDALE hanno fatto sì che
il Nosocomio continuasse
ad essere una struttura per
acuti, in una posizione strategica per questo territorio
densamente abitato e con
una grande infrastruttura
trasportistica - Malpensaposta a pochi chilometri di
distanza.
Sorvolando su molte assurdità burocratiche e ottusità
politiche l’anno orribilis
fu il 1997, quando l’allora
direttore generale BERGER
chiuse il reparto di chirurgia
e ridusse l’orario di apertura
del pronto soccorso portandolo a sole 6 ore, dalle
8 alle 14, con chiusura del
sabato e della domenica
e trasformandolo in primo
intervento.
L’uscente direttore generale
RANIA in una seduta aperta
di Consiglio Comunale, anno 1998, chiese un periodo
di studio per cercare di porre rimedio alla demolizione
del “Bellini” perpetrata dal
suo predecessore, periodo di studio che sfocio nel
Piano Operativo Aziendale
1999/2001.
Potenziamento del nosocomio “Bellini” con:
1. prolungamento del primo intervento dalle 8 alle
20, riapertura al sabato ed
alla domenica con even-
Ordine del giorno approvato
dal Consiglio Comunale
di Somma Lombardo a favore
dell’Ospedale Bellini
e della Day Surgery
Il Consiglio Comunale di Somma Lombardo
Visto:
che quanto previsto nel Piano Strategico Aziendale dell’Azienda Ospedaliera di Gallarate
relativamente all’Ospedale Bellini è stato solo parzialmente realizzato e che, in particolare,
il previsto potenziamento della Day Surgery non è stato ancora attuato;
Considerata l’importanza di:
prevedere la piena attuazione del P.O.A. 2008 e l’ampliamento a sostegno della Day
Surgery dell’Ospedale Bellini di Somma Lombardo;
evitare, in ogni caso, la trasformazione dell’Ospedale Bellini in mera riabilitazione
estensiva;
attrezzare e/ o strutturare con indipendenza gestionale la Day Surgery di Somma
Lombardo, provvedendo alla contestuale sinergia tra la stessa e il Pronto Soccorso del
Bellini;
Verificato:
l’elevato livello, sia quantitativo che qualitativo, delle prestazioni erogate dalla Day Surgery
e del positivo contributo che la stessa apporta all’intera Azienda Ospedaliera;
CHIEDE
che venga attuato il P.O.A. 2008 con tutte le possibili implementazioni a sostegno della
Day Surgery del Bellini;
che il futuro Piano Operativo Aziendale sia oggetto di approfondito dibattito tra i diversi
livelli istituzionali e, tenendo debitamente conto delle considerazioni espresse in questo
documento, assuma tra i suoi obiettivi prioritari lo sviluppo della Day Surgery presso
l’Ospedale Bellini di Somma Lombardo;
che i servizi svolti dalla Day Surgery vengano debitamente pubblicizzati.
Ritenendo, in ogni caso, opportuno che la Direzione dell’Azienda Ospedaliera di Gallarate,
prima di ogni decisione in merito al futuro dell’Ospedale Bellini di Somma Lombardo,
debba relazionare sia agli organi amministrativi del Comune, Sindaco e Giunta, sia in
apposita seduta del Consiglio Comunale, impegna e da preciso mandato al Sindaco
e alla Giunta di promuovere e effettuare incontri a tutti i livelli, istituzionali e non,
finalizzati a concretizzare quanto sopra considerato e richiesto.
tuale estensione nelle 24
ore in considerazione dello sviluppo aeroportuale di
Malpensa;
2. nomina del primario di
medicina e potenziamento
del centro per ipertensione
arteriosa;
3. ristrutturazione delle due
sale operatorie poste al secondo piano della struttura
ospedaliera, ancor oggi inagibili, perché, scandalo nello
scandalo, i finanziamenti
regionali ottenuti furono
dall’Azienda Sanitaria di
Gallarate restituiti, perché non spesi;
4. attivazione di 12 posti letto
di Day Surgery aziendale;
5. attivazione di 12 posti letto
di Five Surgery (chirurgia di
5 gg.);
6. attivazione di 12 posti letto
di ortopedia;
7. mantenimento dell’attività chirurgica anche in
supporto alle urgenze del
primo intervento.
Confortati dal Piano Operativo Aziendale i miei concittadini costituirono un
COMITATO pro TAC per il
potenziamento della struttura Ospedaliera mediante una
moderna apparecchiatura,
e ciò per dare un servizio
migliore ai pazienti abbattendo, di fatto, la lista di
attesa; in cambio ottennero dalla direzione generale
la presenza costante di un
radiologo che rimase, però,
solo per un anno.
L’apparecchiatura, però, non
è mai stata utilizzata in tutta
la sua efficienza mortificando le attese dei pazienti e
l’impegno tenace di chi ha
lavorato e lavora tutt’oggi al
“Bellini”, e ciò per lo scarso
impegno (aggiornamento
professionale) dei radiologi
alle dipendenze dell’Ospedale di Gallarate.
Col passare degli anni soltanto alcune promesse sono state mantenute, mentre quelle
qualificanti si sono perse per
strada, sino all’affermazione
rilasciata nell’ottobre ultimo
scorso dal direttore RANIA
sulla istituzione di 22 posti
letto di riabilitazione geriatria di mantenimento dell’ex
chirurgia.
La Day Surgery fu istituita con
deliberazione n. 1124 del 14
ottobre 1998, e nel suo declinare, l’Unità Organizzativa
Chirurgica Multidisciplinare
contava 36 posti letto ed una
struttura di personale composta da: un responsabile
medico dott. Gianfranco Vanelli; tre dirigenti medici; un
capo sala; cinque infermieri
professionali; tre ausiliari.
Nel 2001 si dimise il dott.
Vanelli; nel 2002 il dott. Bresciani e il dott. Cinelli venne
trasferito al pronto soccorso
di Gallarate; all’inizio del
2003 il dott. Pesda chiese il
trasferimento ad Angera.
Tutto ciò a dimostrazione del disinteresse perpetrato da Gallarate nei
confronti di un servizio
professionale di qualità
richiesto dagli utenti.
Così l’attività si ridusse fortemente e venne mantenuta
operativa dai medici che a
rotazione provenivano dall’Ospedale di Gallarate.
Nel 2003 venne nominato
responsabile il dott. Valter
Ferri, ortopedico, che diede
subito ottimo impulso alla
Day Surgery con oltre 1090
interventi l’anno.
I dati definitivi dal 1998 al
2006 indicano in 7.200 gli
interventi eseguiti in D.S.; in
18.000 le visite effettuate e
ben 15.000 interventi ambulatoriali.
Ad oggi la Day Surgery esegue cinque interventi al giorno dal lunedì al venerdì per
45 settimane lavorative.
Se si autorizzasse anche la
seduta operativa del venerdì
si avrebbero 270 interventi in più all’anno, e con il
potenziamento del personale medico ambulatoriale si
opererebbe in specialità quali
la ginecologia, l’urologia ecc.
riducendo notevolmente le
liste di attesa, così da non
costringere tutti gli utenti
che di fatto chiedono prestazioni al “Bellini” a rivolgersi
presso strutture private accreditate.
L’ortopedia attualmente ese-
gue la metà degli interventi
annuali di routine: spalla,
mano, ginocchio e piede, ma
potrebbe porsi anche per interventi di robotica protesica
e mininvasiva, perché questa
è la chirurgia del domani e
perché al “Bellini” vi è professionalità e competenza.
Oggi il dott. Ferri è comandato anche in ortopedia ad
Angera, e ciò nuovamente a dimostrazione della
scarsa attenzione posta
da Gallarate nei confronti
del nostro nosocomio, e di
un servizio che può e deve
essere fiore all’occhiello
dell’intera Azienda Ospedaliera.
Della Radiologia qualcosa ho
già accennato.
Mi preme ricordare che l’organico prevede la presenza
di tre medici, invece dal 2005
ne è rimasto uno in servizio,
costringendo i miei concittadini a spostarsi tra Gallarate
ed Angera.
La refertazione degli esami
dipende da Gallarate e i tempi di risposta non rispettano
mai quelli stabiliti per legge,
inoltre dalla metà del 2007
dalle ore 16 alle 8 il sabato
è stata tolta la reperibilità
medica.
Ciò che è importante osservare è che dei tre ospedali del
Sant’Antonio Abate Somma
è essenziale, perché ne
aumenta il peso e dà forza all’intera Azienda; se
non ci fosse, Gallarate si
smembrerebbe.
Somma non ha paura di
presentarsi, perché Somma
ha sempre lavorato ed ha
sempre prodotto (i dati
statistici lo dimostrano), ed
anzi può fare molto di più e
lo sta già facendo anche con
la mortificazione di questi
anni; immaginiamo un po’
cosa potrebbe essere oggi il
“Bellini”, e di riflesso l’intera
Azienda Ospedaliera, se fosse stato assecondato nella
sua nuova specializzazione,
considerato che Somma ha
ed ha sempre avuto un suo
naturale bacino d’utenza con
una densità territoriale elevata per numero di abitanti che
travalica i confini regionali
verso il Piemonte.
Importante, comunque, e
non ripercorre il solito circuito
“mentale regionale” che
Somma è vicina a Gallarate
(ma Gallarate è più vicina a
Busto, ma questa è un’area
fortemente urbanizzata!) e
che c’è bisogno di occupare
un territorio che è sguarnito e quindi: Angera ha più
senso.
Questa affermazione, che
apparentemente è una
“grande pensata”, di fatto
non corrisponde alla consuetudine, al costume e quindi
alla mentalità della gente;
la realtà sta smentendo Angera: non ha bacino, non è
assecondata realisticamente
dai dati di fatto (le statistiche
lo dimostrano) ed è sostenuta solamente da logiche di
tipo aziendale.
Guido Colombo
spazio
aperto
...Una leggenda
per bambini che
può piacere a
tutti. E se così
fosse ci sarà un
seguito
cultura
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 8
Il topogatto
La leggenda narra che una
notte, al Castello dei Visconti
di S. Vito di Somma Lombardo alcuni malintenzionati tentarono di entrare
senza referenza alcuna; di
nascosto! Il Marchese Ermes,
disorientato dalle fanciulle
invitate alle sue danze e da
fiumi di antico vino e leccornie non si accorse di nulla.
Stava per avvenire il furto
del secolo. I ladri dovettero
dare ben più della loro esperienza per poter accedere
al Castello ed entrare senza
essere invitati!
Chi ha provato esibendo un
falso invito e fu scoperto, c’è
chi diceva di conoscere bene
il signor Ermes ma non era
vero, c’è chi tentava l’ingresso travestendosi da gendarme ma veniva smascherato
dallo stesso Marchese che
per i suoi precedenti bagordi
ben tutti li conosceva!...
Chi invece lavorava al circo,
tentava di saltare, con i più
impensabili stratagemmi, il
contorno del Castello che era
pieno d’acqua e di coccodrilli
ma decideva poi di lasciar
perdere perché troppo pericoloso.
L’accesso al Castello era possibile solamente quando il
ponte levatoio era abbassato e se nessuno era atteso
veniva alzato in modo tale
che tutto intorno nessuno
potesse passare per l’acqua
stagnante e soprattutto per
i coccodrilli che ci vivevano.
L’unico che poteva riuscirci era il TOPOGATTO. Così
veniva soprannominato da
chi compiacendosi diceva
di conoscer tale.
Era piccolo e veloce come
un topolino e nel contempo
silenzioso e astuto come un
micio che non si lamenta
mai.
Nessuno riusciva ne a vederlo ne a sentirlo... e ... in
barba alle guardie riuscendo
a passare anche attraverso
le sbarre delle finestre, riuscì
ad entrare senza troppo farsi
notare.
La guardia del Castello che
viveva da sentinella dell’intero Castello e non dormiva
mai, si accorse che quella
notte si accesero e si spensero due volte le luci della sala
del Marchese, che custodiva
la più antica raccolta di figurine d’oro zecchino di Conti
L’angolo di Rodari
e Baroni dei “tempi andati”
e dei suoi avi, diversamente
dal solito e andò a vedere
da vicino...
...Allarmi!? Allarmi?! pensò.
Ma non diede nessun allarme. Per poter catturare il
topogatto necessitavano rinforzi: tornò nella sua torretta
in fretta ma senza far rumore
e con il segnale che solo lui
conosceva chiese aiuto al
Conte Catoretti del vicino
Maniero-scuderia di Casorate Sempione che mandò
subito anzi immediatamente
la cavalleria; passando per le
gallerie sotterranee segrete
per non farsi vedere, per non
farsi notare e per non destare
preoccupazioni in Somma,
nel paese, inutilmente scompigli intorno al Castello che il
Marchese non voleva.
...Il TOPOGATTO è stato
circondato, dicevano quelli
della cavalleria! Tutto risol-
Il gregario
Filastrocca del gregario
corridore proletario,
che ai campioni di mestiere
deve far da cameriere,
e sul piatto, senza gloria,
serve loro la vittoria.
Al traguardo, quando arriva,
non ha applausi, non evviva.
Col salario che si piglia
fa campare la famiglia
e da vecchio poi si acquista
un negozio da ciclista
o un baretto, anche più spesso,
con la macchina per l’espresso.
Gianni Rodari
to signor Marchese è stato
Circondato.
...Prendetelo disse il signor
Ermes, lo voglio conoscere
(icc,icc..) quel simpatico furfante!!... Cosa pensava (icc)
di entrare così (icc) senza
essere invitatooo?!
Ma ancor prima del loro arrivo avendo sentito come un
terremoto per il galoppo della
cavalleria in avvicinamento,
astuto come un gatto e con
la velocità di un topo se la
diede a gambe senza nulla
rubare ma prese un gran
spavento da farsi scappare
la voglia delle sue invenzioni
contro la legge.
Il Marchese Ermes ringraziò
personalmente l’amico Conte Catoretti;... .serata (icc)
movimentata! (un po’); invitandolo alla prossima festa e
di non lasciare incustodito il
suo di Castello!! (oh oh, avrò
avuto mica io delle visite nel
frattempo!! oh oh!) Ma no!
Un brindisi al TOPOGATTO e
tutto è bene ciò che finisce
bene.
Alessandro Pivetti
un’altra, e l’avrebbe capito
nelle settimane successive.
Quella casa era strana: per
quanto perfettamente in
ordine e piena di mobili,
pareva mancare di quella
sensazione di focolare, di vita
a cui lui era abituato.
Anche nella camera che il
proprietario gli assegnò percepì quella sensazione, e in
ogni caso quella non era una
stanza per migranti.
Non capiva, ma presto avrebbe compreso.
L’uomo, impiegato della
stessa fabbrica dov’era stato
assunto lui, era una persona
gentile, più nei gesti che nelle
parole, perché parlava poco.
Nel tempo però riuscirono,
se non proprio ad entrare
in confidenza, perlomeno a
spezzare certi prolungati e
imbarazzanti silenzi.
Un giorno, tornando insieme
dal lavoro, si fermarono in un
bar e fu lì che l’uomo trovò il
coraggio di raccontare quello
che non avrebbe voluto dire,
e lui ascoltò quello che non
avrebbe voluto sentire.
Poche parole, tirate fuori a
fatica con una voce impastata dall’emozione; parlò
di un figlio, l’unico figlio,
perso alcuni anni prima, poi
guardando in faccia il giovane disse:
- Si chiamava come te.
Capì!
Di colpo capì perché l’aveva
accolto in casa, l’atteggiamento paterno che aveva nei
suoi confronti, quel piattino
con una mela che tutte le
sere trovava sul comodino
della sua stanza, quel bussare delicato alla porta per
dirgli che era ora di alzarsi e
di andare in fabbrica.
Di colpo capì, ma avrebbe
preferito ignorare.
Restò ancora alcuni mesi:
il tempo di rendersi conto
che quel lavoro non stava
aggiungendo valore alla sua
vita, che a parte l’amicizia
con la persona che l’ospitava, niente lo legava a quella
terra. Il giorno che ripartì,
l’uomo lo accompagnò alla
stazione. Non gli chiese più
di restare, come aveva fatto
nelle ultime settimane, lo
abbracciò e poi gli consegnò
un sacchetto di mele.
Non gli strappò la valigia di
mano, come fece suo padre
alcuni mesi prima, ma in
quell’istante, in quel preciso istante, ritrovò la stessa
amara sensazione.
Cercò d’immaginare lo stato
d’animo, d’interpretare il
groviglio di emozioni dell’uomo che aveva di fronte
e vide un treno partire e,
dal finestrino di una vettura, due ragazzi salutare; e
sulla banchina una persona
correre, in un vano tentativo
di salire sul treno ormai in
movimento.
Cercò d’immaginare e provò
dolore, e rabbia per un destino che stava togliendo a
quel padre l’illusione di un
secondo figlio.
Provò dolore.
E rabbia.
Il secondo figlio
Con una valigia,
un sacchetto di mele,
un biglietto di solo
ritorno...
Sul ripiano bagagli del treno:
una valigia di cuoio, un pacco
contenente alcuni scampoli
di ricami Sangallo, un sacchetto di mele.
Nella tasca della giacca: il
passaporto, il portafoglio
con un biglietto di solo ritorno e alcune banconote della
Confederazione.
Alle spalle sei mesi di lavoro
nella Svizzera tedesca; davanti a sé la strada ferrata
verso casa.
Ancora poche ore ed avrebbe ritrovato i genitori e, forse,
la fidanzata.
Lui, a differenza di tanti altri,
non era partito per fame e
nemmeno per soldi, anche
se a dirla tutta gli avevano
assicurato che lì, nel paese
di Guglielmo Tell, quello che
aveva fatto passare al figlio
Gualtierino la voglia di mangiare le mele, un operaio metalmeccanico specializzato
come lui avrebbe senz’altro
guadagnato bene, certamente più che in Italia.
Né per fame, né per soldi:
decise di partire perché lo
avevano già fatto alcuni suoi
amici e anche per il desiderio
di una nuova esperienza.
Si licenziò dall’officina aeronautica dove lavorava e
via.
Partì, ma non fu così semplice.
Suo padre si mise di traverso; della Svizzera, per di più
tedesca, non voleva proprio
sentirne parlare.
No, proprio non capiva
quella decisione affrettata,
il lasciare un posto di lavoro
sicuro, una vita tutto sommato comoda, per andare in
mezzo ai crucchi; e pensare
che il figlio qualche anno
prima, durante la resistenza,
aveva rischiato la vita per
cercare di rimandarli a casa
loro, i crucchi.
Anche la sua ragazza lo
minacciò: - Se parti, io ti
lascio!
Il giorno che a piedi andò
alla stazione, non c’era nessuno ad accompagnarlo; il
padre sino all’ultimo tentò
di fermarlo strappandogli
la valigia, ma poi, di fronte
alla cocciutaggine del figlio,
si arrese e lo lasciò al suo
destino, salutandolo con
affetto, e rabbia nello stesso
tempo.
Arrivato a destinazione, alcune persone lo accompagnarono nel villaggio dove vivevano gli immigrati italiani.
Il caposquadra che lo prese
in consegna parlò chiaro e
disse che le nuove baracche
non erano ancora pronte,
quindi nel frattempo doveva
dormire su, nel solaio; gli
consigliò di usare la valigia
come cuscino e non per
stare più comodo, come
aveva pensato lui in un primo
momento, ma per evitare
che nella notte sparisse.
Alla fine, non contento, usò
pure una scarica di parole
ironiche per esprimere il suo
punto di vista sulla decisione
del ragazzo di venire a lavorare in Svizzera.
Cominciamo bene, cominciamo proprio bene, pensò
prima di addormentarsi.
Restò solo alcune notti in
quel dormitorio umido e
maleodorante.
Nei giorni successivi prese a
girare il paese alla ricerca di
una camera in affitto; per
capire e farsi intendere da
quelle persone, che parlavano una lingua di cui lui non
intuiva nemmeno i punti
e le virgole, si fece accompagnare da un amico che,
avendo passato un lungo
periodo di “ villeggiatura “
nei campi d’internamento
nazisti, parlava discretamente il tedesco.
Niente da fare: appena capivano che era italiano, riceveva subito un secco rifiuto,
spesso contornato da frasi
per lui incomprensibili, che
il suo amico si rifiutava di
tradurre, ma che, dal tono,
si capiva bene non essere di
benvenuto.
Strideva quell’atteggiamento con il famoso motto svizzero: “Uno per tutti, tutti
per uno”.
Era quasi intenzionato a rinunciare, ma decise di fare
ancora un tentativo.
Dalla strada vide un uomo
indaffarato a pulire il giardino di casa e si avvicinò;
mascherò la stanchezza e lo
scoramento con un timido
sorriso e poi, educatamente,
domandò a quel signore
se aveva una camera da
affittare.
L’uomo, con atteggiamento
distaccato, gli chiese il passaporto; quando vide che
non era del sud, e ci tenne
a precisarlo, disse di sì.
La ragione di quel sì però era
Con una valigia,
un sacchetto di mele,
un biglietto di solo ritorno.
Verso casa.
Ermanno Bresciani
spazio
aperto
cultura
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 9
Pellegrinaggi (Prima parte)
peggio vicino Nauplia... nel
frattempo mi immaginavo
Schliemann rivoltarsi nella
tomba!
Certo che un viaggio in Grecia non può essere il frutto
di un’improvvisazione, dell’idea che questa terra dalla
millenaria civiltà non sia altro
che un luogo deputato a
vacanze “sole e mare”.
Siti archeologici come Micene, Delfi, Olimpia... non
vanno guardati, vanno interpretati, quasi studiati preventivamente, altrimenti si possono vedere effettivamente
solo “quattro sassi”.
Ovvio che le coste elleniche
danno la possibilità di scoprire spiagge e golfi marini
degni del paradiso... ma non
si può giungere al cospetto
dei Padri della civiltà (perlomeno delle loro vestigia) e
trattarli con sufficienza.
La Grecia, soprattutto quella
continentale e peloponnesiaca, si deve visitare come
una sorta di pellegrinaggio...
civile.
Pellegrinaggio a ringraziamento di ciò che quella civiltà
ha fatto ed ha permesso
che noi potessimo fare in
seguito.
E come qualunque pellegrinaggio va fatto rigorosamente con lentezza e povertà: niente pullman lussuosi,
alberghi a cinque stelle e
ristoranti con locale climatiz-
Il ragazzo disse: “...Non sono altro che quattro sassi
sparsi...”.
Il giovane si riferiva alla visita
effettuata alle rovine di Micene, nostra meta il giorno
seguente!
Avevamo scambiato qualche
parola essendo noi gli unici
italiani oltre loro nel cam-
zato e menu italiano!
In Grecia si viaggia con il
sole a picco sulla testa, il
finestrino abbassato per sentire i rumori del solleone, si
mangia nelle taverne dove il
pesce lo scegli tu dalla cesta
del pescato e i polipi sono
stesi ad asciugare sul filo
dei panni...
In Grecia si va per vedere
come millenni fa avessero
già raggiunto una perfezione
nelle arti la cui bellezza viene
tuttora presa ad esempio e
copiata.
In Grecia si viaggia per cercare di capire, e poi se non
si capisce tutto fa niente,
l’importante è provarci, dopotutto non è una lezione
universitaria: è un pellegrinaggio!
Stefano Dal Tin
cazione linguistica, che
si ritrovano lontane dalla
famiglia d’origine e che,
“costrette” a casa da bimbi piccoli, hanno poche
occasioni di socializzazione e di alfabetizzazione.
L’intento è quello di offrire
loro strumenti linguistici e
informazioni sul mondo dei
servizi (strutture sanitarie,
scuola, uffici...) che le aiutino a comprendere meglio
il percorso formativo dei
propri figli, così da esserne
sempre più coinvolte. Con
questa iniziativa la scuola,
diviene luogo privilegiato
del percorso di integrazione
che non è assimilazione ma
interazione, ovvero creazione di un modo di vivere di
nuovo tipo, che può nascere solo dalla conoscenza
reciproca, dall’informazione sui diritti/doveri, dalla
tolleranza, dallo scambio.
Tre docenti delle scuole del
In tutte le case
tutti lo leggono
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Nei ricordi miei ci sei anche tu grande fiume della mia
gioventù.
Solo a pensare a te ricordo i tempi passati insieme
ai miei fratelli... zoccoletti, vestiti sbiaditi, cappelli
di paglia. Ruzzolavamo giù per gli argini felici e
spensierati.
Schiacciando l’erba che emanava profumo di violette e
margherite. Verso l’imbrunire il sole si specchiava nelle
tue dolci, dolenti, acque...
È l’ora di tornare. Raccogliemmo mazzolini di viole e
margherite da donare al dolce viso di nostra madre che
ci stava ad aspettare.
Franca Naldi
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dei luoghi più interessanti,
spesso dispongono di piscina
quando il mare è lontano
e sempre presente almeno
una tipica locanda con piatti
strettamente locali (ah la
mousakà che delizia).
Naturalmente scordatevi un
tappeto erboso dove piantare la tenda!
Alcuni indirizzi?:
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Da gennaio, per due ore
la settimana, un gruppo di
donne (marocchine, pakistane, senegalesi, indiane,
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aperto
cultura
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 10
I due bassorilievi
della “Casa del Balilla”
2004 - I due pannelli in
bronzo patinato opera
dello scultore Pino Di
Gennaro attualmente sulle
due torrette
Nel maggio 2004 avvalendomi anche degli scritti dello
storico di Somma Lombardo,
maestro Enrico Colombo,
scrissi su “Spazio Aperto”
una cronistoria di quella che
per motivazioni storiche continuo a chiamare la “Casa
del Balilla” non solo perché
questo è il suo nome originale, ma perché il rifacimento
dello stabile, lasciato per
lunghi anni ad una colpevole
incuria, è stato riportato alla
sua primaria bellezza (grazie
alla giunta di sinistra-centro
amministrata da Claudio
Brovelli) nei minimi particolari, come fu ideata nel 1930
dall’allora regime.
Non starò qui a ripetere
quanto già allora riportato
con dovizia di particolari sulla
“Casa del Balilla”, dei nomi
di tutti coloro che contribuirono a renderla viva e vitale,
dei pregi, dei vantaggi per
la comunità che ebbe nel
passato, che ha nel presente
e avrà nel futuro.
Mi vorrei soffermare solo su
un particolare che l’allora
incompletezza esterna dello
stabile non mi diede modo
di parlarne.
Mi riferisco ai due affreschi
decorativi di metri 2,00x2,60,
posti sulle due torrette della
“Casa del Balilla”, che il 20
febbraio 1938 il noto pittore
sommese Mario Broggi
realizzò in collaborazione
con un altro pittore, Guido
Valli, per abbellime ulteriormente l’ingresso principale.
L’incuria dello stabile per
lunghi anni e l’imbecillità
di qualche “nulla facente”
nell’immediato dopoguer-
1938 - Le due opere pittoriche m 1.2,00x2,60 di Mario Broggi poste sulle due torrette della “Casa del Balilla”
ra resero i dipinti alquanto
precari. Se fossimo stati più
rispettosi della propria storia, (anche di quella magari
non da tutti condivisa) quei
dipinti, di un’epoca ormai
lontana, senza remora alcuna, si sarebbero potuti
tranquillamente recuperare, affidandoli per il loro
restauro, ad uno dei tanti
bravi pittori sommesi. Comunque chi si trova oggi a
passare per via Marconi e si
sofferma dinnanzi alla “Casa
del Balilla” può costatare
che in sostituzione ai dipinti
del maestro Mario Broggi
sulle torrette dell’edificio,
pur conservando le comici
in cotto, sono stati posti
due bassorilievi in bronzo
patinato, opera dello scultore Pino Di Gennaro. Opere
certamente di valore ma, per
il semplice cittadino, quale
il sottoscritto, rimangono
incomprensibili senza una
adeguata spiegazione.
Per soddisfare le mie curiosità, e non solo le mie, mi
sono mobilitato, e dopo tanti
“non so” (anche da parte di
coloro che avrebbero dovuto
saperlo) finalmente ho avuto
le risposte che cercavo presso
la biblioteca comunale; risposte in un documento che
qui riporto integralmente:
È sull‘idea del positivo
e del negativo che si articolano i due pannelli
realizzati da Pino Di
Gennaro per la biblioteca di Somma Lombardo: I segni e le forme
pensate dall‘artista
sono infatti declinati
in queste due possibilità della rappresentazione, trasformandosi
in matrice e foglio di
un libro immaginario,
esemplificativa metafora dei tanti volumi
che sono conservati
dentro le mura dell’edificio. Le due grandi pagine bronzee parlano
attraverso scritture diverse, che vanno dall’egizia alla latina, dalla
cuneiforme alla greca,
dall‘arabo e dal cinese
fino al braille. Accanto
a questi segni grafici ne
appaiono però altri, di
pura invenzione; alcuni
di essi sono presentati
come simboli collegati
alla storia del territorio
che ospita la biblioteca.
Vediamo così raffigurati lo stemma della
città, che apre e chiude il percorso visivo
impresso sui pannelli, il Castello, la Base
Geodetica, il Cipresso
e un elefante, ricordo
del passaggio, in tempi
remoti di Annibale per
queste zone.
L’intervento di Pino Di
Gennaro prosegue coerentemente il discorso
poetico ed espressivo
di questo artista, che,
dopo l’osservazione
degli spazi e dei dinamismi cosmici, si è
più recentemente interessato alla definizione di una scrittura
composta di immagini,
create per accompagnare e caratterizzare
i suoi interventi scultorei: da queste trame
di segni fitti e aperti
all‘interpretazione dello spettatore emerge
l’allusione a mondi
trascorsi e lontani, la
cui memoria, fissata
sulle pagine dei libri
più antichi, può essere
anche intuitivamente
evocata dall‘immaginazione fantastica di
un ‘artista.
di Francesca Pensa
Concludo il presente articolo con un opinione del tutto
personale: Pur ritenendo
certamente importanti i
due bassorilievi dello scultore Pino Di Gennaro, su
uno stabile di si fatta specie
come la “Casa del Balilla”,
avrei preferito vedere dei
dipinti o pannelli di carattere -classico-tradizionale.
C’era solo l’imbarazzo della
scelta: Un grande emblema
a colori della città di Somma
Lombardo.
Il Castello Visconti, la Basilica di Santa Agnese, o
quant’altro raffigurasse la
città.
Giampiero Ingignoli
spazio
aperto
Riflessioni sulla
città in occasione
della festa
patronale di
Sant’Agnese (20
gennaio 2008)
opinioni e cittadini
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 11
Don Franco e il “Discorso alla Città”
All’uscita dalla Santa Messa Solenne, celebrata lo
scorso 20 gennaio, in occasione della ricorrenza
della nostra Patrona Sant’Agnese, i commenti dei
parrocchiani, sul sagrato della basilica, erano tutti
entusiasti. Ho chiesto perciò al nostro Prevosto
Don Franco se fosse d’accordo a pubblicare il suo
“Discorso alla Città” su Spazio Aperto, affinché
il messaggio, ricchissimo di contenuti, potesse
arrivare a tutti i sommesi e divenisse oggetto di
approfondimento e di riflessione per ognuno. Ve
lo proponiamo qui di seguito.
Il Direttore
Gerardo Locurcio
“Il campanile, la piazza,
ogni nostro giorno”
Carissime sorelle, carissimi
fratelli,
anzitutto voglio rivolgere, a
nome del presbiterio e della
comunità parrocchiale di Sant’Agnese, a tutti i presenti, in
particolare alle Autorità che
hanno voluto prendere parte
a questo momento, il saluto
più cordiale.
Credo che mi comprenderete tutti se cercherò di essere
semplice e di rivolgermi direttamente ai ragazzi; questa è la
Messa più caratterizzata dalla
loro presenza e, inoltre, essi
devono poter comprendere
quello che diciamo, perché
essi sono destinatari di una
“consegna”: è per loro che
noi stiamo preparando una
città.
Qual è l’obiettivo di questo
intervento?
Se diventerà un appuntamento ripetuto, esso potrà sempre
di più essere un momento nel
quale la comunità cristiana,
nel suo complesso, si fermerà a leggere la realtà della
città, per riflettere e valutare
ciò che accade in essa e rianimare e riorientare la sua
responsabilità nei confronti
di questo spazio umano che
ci è affidato.
Troppo spesso infatti le
parole servono solo per
giudicare gli altri e il loro
operato, oppure per applicarsi al diffuso esercizio della
ricerca del colpevole.
Noi vogliamo dire a noi
stessi parole impegnative
anzitutto per noi, parole
sobrie, da onorare con le nostre scelte concrete, motivate
dal Vangelo.
Se poi quello che proponiamo
aiuterà anche altri, non esplicitamente animati dalla fede
cristiana, o farà sorgere un
dibattito, una continuazione
della riflessione, saremo contenti e pronti a condividere un
tratto di ricerca comune.
Vorrei proporre a tutti di vivere
tre soste:
1. Saliamo sul campanile per
guardare la città
2. Usciamo sulla piazza
3. Cominciamo da ogni no-
stro giorno, dal nostro quotidiano
1. Saliamo sul
campanile per
guardare la città
Vorrei invitarvi tutti a salire
sul campanile per guardare la città: forse ne vediamo
ogni giorno tante parti, ma
è più difficile fermarsi a osservarla, a guardarla con
attenzione.
È facile infatti fermarsi a guardare solo la nostra casa, la
nostra scuola, il nostro luogo
di lavoro, il nostro rione...
Ma ogni parte della città è in
rapporto con le altre; è necessario allora fermarsi proprio a
guardarla tutta insieme.
Che effetto ci fa? Ci interessa?
La sentiamo come nostra?
Sentiamo passione per tutta
la città e per ogni sua componente?
Possiamo poi fermarci a osservare qualcosa in particolare:
Sapete che il piazzale vicino a
San Rocco il giovedì è riservato
al mercato, simbolo di tanti
altri luoghi simili presenti in
città.
Qui avvengono tanti incontri, moltissimi scambi, tutti
preziosi, ma alla fine questo
luogo - come tanti altri - è
caratterizzato dai soldi: se li
hai, puoi comprare, altrimenti
non puoi comprare.
Cosa sarebbe una città tutta
fatta di mercato? Cosa sarebbe una città dove contassero
solo i soldi che si hanno in
tasca?
E dove e come si potrebbe
comprare quello che non si
compra e non si può comprare con il denaro? Dove si
potrebbe comprare l’amicizia,
la condivisione, la gratuità, la
felicità...?
Guardiamo poi le strade e la
stazione: sono piene di persone che si spostano per il lavoro;
partono presto e tornano tardi;
fanno turni che si distendono
sulle 24 ore e le 8 di lavoro - quando fortunatamente
ci sono - possono diventare
molte di più per i viaggi e gli
spostamenti.
Ci sarà lavoro nel prossimo
futuro? Lo troveremo in città
o dovremo fare spostamenti
considerevoli?
Quanto questo fatto richiederà in termini umani?
Quali ricadute avrà sulla vita
delle famiglie, sulla qualità della vita delle persone, sulla presenza o meno di associazioni
di volontariato così importanti
per la vita della città?
Spostiamo lo sguardo su
Malpensa: tutto quanto si
dice in questi momenti sul
nostro aeroporto giunge un
po’ rarefatto in cima al campanile, dall’alto piuttosto si è
quasi rapiti dall’ammirazione
per la capacità tecnica degli
uomini...
Eppure anche in questo caso
sorgono molte domande: quale impatto ha questo colosso
sul nostro ambiente? quale
il tipo di lavoro che si vive a
Malpensa? È molto forte la
differenza tra quando sai che
domani e dopo e dopo ancora... potrai lavorare; e quando
invece sai bene che il tuo lavoro
finirà dopo pochi mesi e non
sei sicuro se ti verrà rinnovato
il contratto...
La nostra città dipende tanto
da Malpensa (il nostro Sindaco
parla di 1.300 sommesi che vi
sono occupati direttamente o
meno, con un coinvolgimento
di circa il 20% delle famiglie
della nostra città); per questo,
più che giudicare il passato,
non è necessario chiedersi se
non sia ormai indispensabile
una più coraggiosa azione a
favore di iniziative alternative produttive di lavoro nella
città, con determinanti scelte
conseguenti?
Guardiamo ora le vie della
città dall’alto: a zone dove
abbondano piazze e luoghi di
ritrovo di ogni tipo, si alternano zone tutte formate da vie
senza piazze, senza luoghi
di ritrovo, con case piccole,
pensate più per ospitare chi
torna a dormire che per viverci, case affacciate sulla via,
senza relazione organica
tra loro...
Chi le abiterà? Si potrà formare
un tessuto solidale tra chi verrà
a viverci? Saranno case “di passaggio” o abitazioni che consentiranno relazioni durature
e favoriranno appartenenze
significative alla città?
Quanto inciderà questo tipo
di case e il suo costo - economico, ma anche umano
- sulla formazione delle nuove
famiglie?
Un penultimo sguardo - ma
potremmo e dovremmo continuare - lo possiamo dare alle
vie del centro...
Quanti giovani uomini e donne
provenienti da altre nazioni
le percorrono, senza che ci
sia relazione con le persone
residenti da più tempo!
Sembra proprio che due, tre,
molte città - differenti per
etnie, classi sociali, categorie
- vivano una accanto all’altra,
senza rapporto e connessione...
Vorrei ora che guardaste con
me attraverso una finestra...
Guardate! C’è un giovane
malato da tanto tempo che
viene curato tutto il giorno
dalla sua famiglia.
Tranne un miracolo, la sua
situazione non può che peggiorare... Eppure la sua famiglia, pur stanca e segnata dalla
sofferenza, non cede, va avanti
giorno dopo giorno a custodirlo con ogni attenzione...
Attorno a lui talora la gente si
domanda: «Ma che senso ha?
Ne vale la pena?». L’amore
della sua famiglia ha già in sé
la risposta a queste domande
prima ancora di esprimerla in
parole...
Di episodi come questi - da cui
la città trae la linfa più preziosa
per vivere - ne potrei raccontare tanti... La conoscenza
diretta di esperienze simili mi
consentirebbe di portare molti esempi di una prossimità
che non fa sentire nessuno
estraneo e non amato, perché
fondata su un incondizionato
riconoscimento del valore assoluto di ogni persona.
La città - lo si comprende bene
- è frutto di piccole e grandi
scelte - tra queste molte non
dipendono da noi, ma moltissime dipendono proprio
da noi - che la portano verso
una direzione o verso quella
opposta.
Se guardate la nostra città e
considerate la sua storia, vi
scoprirete vicende stupende
di amore e di dedizione, ma
anche episodi meschini, frutto
di interessi privati che l’hanno
danneggiata pesantemente.
2. Usciamo sulla piazza
Ovviamente non vogliamo
“conquistare” questo spazio
per noi; da sempre la piazza
è luogo di incontro e di confronto...
Saremmo invece davvero contenti di poter aiutare a tenere
alto il livello del dialogo e del
confronto nella nostra piazza,
perché non si trasformi nel
salotto delle chiacchiere o del
Sant’Agnese 2008
Il “rinfresco” in onore a Sant’Agnese che da qualche anno
la Fondazione Visconti di San
Vito offre alla nostra Parrocchia
è divenuto ormai il tradizionale, festante appuntamento che
vede uniti autorità e rappresentanti della nostra comunità
civile ed ecclesiale.
Anche quest’anno più di duecento invitati hanno fatto corona a Mons. Giovanni Giudici
vescovo di Pavia che accolto
dall’avv. Gaetano Galeone
presidente della nostra Fondazione, è stato il celebrante
del solenne pontificale che ha
venerato la giovane martire
romana per secoli invocata
dalla Casata Visconti e successivamente anche dalla nostra
Città.
Di grande rilievo il messaggio dell’avv. Galeone rivolto
al presule ed alla nostra cittadinanza rappresentata ed
accompagnata dal sindaco e
dal Prevosto.
La sua esortazione a “rimboccarci le maniche” per compiere il bene, offrendo una
testimonianza positiva in una
società che quotidianamente
vive bersagliata dal negativo,
ha trovato pronta condivisione
nelle risposte del Vescovo e del
Sindaco Colombo che hanno
ribadito l’importanza di vivere
concretamente lo spirito di
autentica comunità per essere
la vera ricchezza della nostra
Somma e del nostro Paese.
La festa patronale, un momento di fede, di religiosità
popolare, di storia e di tradizione che grazie all’accoglienza dell’Avv. Galeone,
rivivono anche in Castello,
oggi immagine e cuore della
Fondazione nata per desiderio
del compianto Don Gabrio
dieci anni fa.
Per ricordare questa data il 24
maggio 2008, grande giornata
celebrativa del decennio di costituzione con la partecipazione della Veneranda Fabbrica
del Duomo di Milano che per
l’occasione porterà in Castello
un’antica “piramidiera “ della
Cattedrale milanese.
Un gesto simbolico per sottolineare i legami storici tra i
Visconti di Milano e di Somma
con il nostro Duomo.
Siamo quindi già calati nell’atmosfera del nostro decennale,
ma solo quando i “tempi saranno maturi” daremo notizia
di altri avvenimenti che avranno come cornice il Castello.
Maurizio Rossi
parlare disimpegnato o del già
ricordato e diffuso vezzo di
usare le migliori energie solo
per giudicare gli altri e il loro
operato.
Ci piacerebbe parlare della
città, di ciò che la fa vivere,
delle scelte che oggi possono
raccogliere l’eredità splendida
e ferita che ci è stata lasciata e
darle una forma un poco più
convincente...
Crediamo che nella piazza potrebbero farsi avanti i mercanti,
chiedendo di avere spazio libero e assicurando così in futuro
il benessere per tutti.
Pensiamo che potrebbero accodarsi anche i tecnici, proponendo la loro competenza
come via sicura per risolvere i
problemi della città.
Noi riteniamo necessario parlare della città in un modo più
“complicato”: naturalmente
non quello oscuro di chi riveste
di ideologia i propri interessi,
ma quello che si fa difficile ed
esigente perché è rispettoso di
tutti i valori in gioco.
Tre grandi lezioni ci aiutano a
capire meglio tutto questo.
1. Nel 1948 (60 anni fa), a
seguito di una stagione storica
assai tribolata, l’Organizzazione delle Nazioni unite stende
la Dichiarazione universale dei
diritti dell’uomo. La base di tutto - ci ricorda questo testo - sta
nel rigoroso riconoscimento
della persona umana nella sua
interezza e perciò dei diritti
inalienabili che ciascun uomo
e donna hanno in quanto tali,
e dei correlativi doveri.
2. Sempre nel 1948 (anche
in questo caso 60 anni fa), il
1° gennaio, entra in vigore la
Costituzione della nostra Repubblica. Essa è il risultato di
un grande dialogo - condotto
anche da grandi figure di cattolici - che produce un’intesa di
fondo su idee forti, relative alla
persona, al suo sviluppo nella
libertà in organico rapporto
con la società.
In piazza ci piacerebbe dare
il nostro contributo perché
sorgesse un dialogo di questa
portata, capace di ritessere
l’intesa di molti su idee forti,
di fondo, ispiratrici di un serio
e sodo lavoro di progettazione
della città, tale da dare ogni
volta l’anima alle concrete
realizzazioni.
3. La vigilia della scorsa festa di
Sant’Ambrogio, il nostro Cardinale ha proposto ai cristiani
una densa riflessione in cui ha
contestato il crescente disinteresse per la città e la chiusura di
chi vive solo per il suo interesse
(“L’uomo del cuore”: anima e
forza della città. Per una rinnovata responsabilità sociale.
Discorso alla città per la vigilia
di Sant’Ambrogio 2007). A
tutti noi ha ricordato che «vale
la pena» di impegnarsi a favore
della città.
3. Cominciamo da ogni
nostro giorno, dal
nostro quotidiano
Da dove possiamo cominciare?
Crediamo di poter fissare
qualche impegno in forma
di slogan.
a. Vogliamo sempre ricordare
che ogni parte della città comunica con le altre, in negativo
e in positivo. Diamo perciò
anzitutto cura alla parte che
ci è affidata.
Facciamo qualche esempio
in negativo: se uno sporca,
un altro dovrà pulire di più;
se uno fa solo i suoi interessi,
un altro faticherà a poter far
riconoscere i suoi; se uno non
rispetta il codice della strada,
un altro rischierà di farsi male;
se uno non fa il proprio lavoro,
un altro faticherà per lui...
Cominciamo quindi con coraggio dai nostri doveri in
ordine alla parte di città che
abitiamo.
b. Vogliamo sempre guardare
più in là di noi stessi e vivere la
responsabilità per l’intera città.
Ci educhiamo a uno sguardo
ampio sulle cose per capire le
conseguenze - attuali e nel
tempo - delle nostre scelte:
non solo su di noi, ma sull’intera città.
Coltiviamo una passione vera
e forte per la nostra città, che
si traduca in comportamenti
virtuosi, di rispetto della
legalità e di vero amore per
persone e cose.
c. Coltiviamo un clima di robusta esigenza educativa.
Crediamo che la scelta di un
certo stile di vita nella città
debba diventare così condiviso da essere il contesto nel
quale i piccoli crescono e i
nuovi arrivati imparano ad
abitarla: non ci sono “terre
di nessuno” da colonizzare
o da occupare, ma una città
che, proprio perché abitata,
“introduce” alla sua cultura
mentre ne ospita altre.
d. Chiediamo molto ai responsabili politici e agli amministratori che condividono la fede
cristiana.
A loro chiediamo di vivere una
reale esemplarità: per onestà e
rettitudine; per indipendenza,
in particolare rispetto alle voci
più forti e agli interessi privati
maggiormente reclamati; infine per intelligenza e lungimiranza, perché il “governo”
della città non perda con mortificanti semplificazioni parte
dei molteplici valori in gioco
nella vita di questo spazio
umano che ci è affidato.
Preghiamo Sant’Agnese, che
non fu arrestata dalla paura
né disorientata dagli insidiosi
allettamenti umani, perché ci
assista e ci guidi con la sua
luminosa linearità a servire la
nostra città.
Don Franco Gallivanone,
Prevosto
spazio
aperto
opinioni e cittadini
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 12
La ludoteca:
un servizio davvero speciale
Ho sempre creduto che
questa rivista civica potesse essere uno strumento
informativo privilegiato, in
quanto capace di raggiungere indistintamente tutte le
famiglie di Somma Lombardo. Per questo mi rivolgo a
loro in merito ad un tema che
ho particolarmente a cuore.
Ho avuto occasione di conoscere la ludoteca comunale
solo un anno fa, quando, in
una triste giornata invernale,
ho accompagnato il mio
nipotino nei locali adiacenti la scuola materna Galli.
Ho scoperto un ambiente
davvero accogliente, con
tantissimi giochi per tutte le
fasce d’età, un laboratorio
di pittura dove i bambini
possono liberamente colo-
rare e dipingere, fare tante
attività che a casa spesso
non potrebbero realizzare.
Un ambiente ricco di stimoli
nuovi non solo per i giochi,
le attrezzature (basti pensare
alla piccola cucina per le
bambine o le macchinine
per i maschietti), il grande
spazio a disposizione, ma
soprattutto per essere luogo
di ritrovo e confronto con
altri bambini, con la costante assistenza di personale
qualificato.
È stato bello vedere il mio
nipotino di due anni che
dal primo approccio timido
e spaesato, con il tempo ha
iniziato ad aprirsi ad altri
coetanei. “Lorenzo, giochi a
palla con me?” Ha esclamato
l’ultima volta rivolgendosi ad
un bambino che se ne stava
in disparte.
Purtroppo ho constatato con
rammarico il calo improvviso
del numero di bambini negli
ultimi mesi: un anno fa ogni
mattina vi era una media di
15 bimbi; ora se ne possono
contare solo 3 o 4. Non è
insolita la presenza di solo un
bambino. La riduzione così
significativa è avvenuta in
concomitanza con l’entrata
in vigore della nuova tariffa
di ingresso: da euro 1,5 ad
euro 4. Non è mia intenzione
discutere i motivi che hanno
portato da un giorno all’altro
ad un aumento così elevato,
scelta che ha indubbiamente
penalizzato le famiglie più
numerose e che forse ha
portato, contrariamente a
quanto si auspicava, ad una
diminuzione degli introiti
comunali. Vorrei solo esprimere alcune brevi personali
riflessioni in merito ad un
servizio, a mio giudizio, poco
conosciuto dalle famiglie e
forse non pienamente valorizzato dall’Ente.
La ludoteca non ha una funzione di “baby sitting”: la
presenza di un adulto per i
più piccoli è sempre richiesta. Pertanto la permanenza
nella stessa non si protrae
solitamente per oltre un paio
d’ore. In questo contesto
l’aumento dell’ingresso è
stato gravoso.
Inoltre pochi sanno che servizi analoghi nella nostra Provincia sono davvero rari ed è
facile, pertanto, ritrovarsi con
mamme o nonni di bambini
provenienti dai paesi limitrofi, che non possiedono
questo tipo di servizio. Sono
numerosi i genitori che, per
scelta e per possibilità, decidono di seguire direttamente
i propri figli nel corso dei
primi anni di crescita ed è
pertanto importante contare su un luogo come la
ludoteca di Somma. Credo
che il sostegno di questo servizio in futuro possa essere
non solo motivo di orgoglio
per questa città, ma anche
un modo per promuovere
l’educazione e la crescita
dei più piccoli ed attuare
concretamente politiche a
favore della famiglia.
Una nonna
Marisa Vignati
Ospedale Bellini, nuove speranze?
Anno nuovo, speranze
nuove... chissà, sarà così
anche per il nostro ospedale? Sicuramente il 2007
si è chiuso sotto i migliori
auspici.
A settembre, in occasione
della Fiera del Castello,
abbiamo constatato con
piacere un notevole interesse intorno alla nostra associazione: diverse
persone, infatti, si sono
avvicinate al gazebo, chi,
semplicemente incuriosito, voleva scoprire di cosa
si occupasse il Comitato,
chi chiedeva informazioni
sulle attività e gli impegni
per il futuro. Le risposte
sono state un po’ condizionate dalla situazione
di attesa in cui ci si trovava in quel periodo, vista
l’imminenza di un evento
di estrema importanza
quale il cambio del direttore generale dell’azienda
ospedaliera di Gallarate,
previsto per l’inizio del
2008. Già prima di questo
avvicendamento, però, le
acque intorno al Bellini si
erano mosse...
Durante la seduta del Consiglio Comunale, tenutasi
il 16-10-2007, ci si è interessati della sorte che
avrebbe subito l’ospedale
cittadino in seguito alle
dichiarazioni rilasciate po-
chi giorni prima dal dott.
Rania, il quale aveva prospettato l’istituzione di 22
posti letto di riabilitazione
geriatrica di mantenimento nell’ex chirurgia del
nosocomio.. Il dubbio è
sorto spontaneo: questi
posti sarebbero stati ricavati a discapito della Day
Surgery? La questione si è
presentata alquanto spinosa, tanto da indurre alla
decisione di fissare un altro
Consiglio Comunale ad
hoc per il 21-12-2007.
Per capire meglio la situazione, è opportuno fare
qualche passo indietro.
Ormai un decennio fa, il
direttore generale di nuova nomina, dott. Rania,
partecipò ad un Consiglio
Comunale, durante il quale si propose di risanare la
situazione ereditata dal
predecessore, che, tra l’altro, aveva ridotto notevolmente l’orario di apertura
del pronto soccorso e chiuso la chirurgia. In quella
occasione venne steso,
con l’aiuto di una commissione qualificata, il piano
strategico 1999/2001 che
prevedeva, per esempio,
un nuovo potenziamento
degli orari del primo intervento e la sua riapertura
durante il week-end, la
nomina di un primario di
F.LLI RIZZI
Parquet prefiniti
Rifiniture nell’architettura
d’interni
Manutenzione
stabili
21015 Lonate Pozzolo (Va)
Via Monte Grappa, 1 • Tel. e Fax 0331.668.245
medicina, ristrutturazioni
e aumento di 36 posti
letto tra Day Surgery, Five
Surgery e Ortopedia. Il piano ottenne il consenso di
tutte le parti, restava solo
da realizzarlo. Purtroppo,
però, ciò avvenne solo in
parte: i fondi che erano
pervenuti per le opere di
ristrutturazione delle sale
operatorie tornarono in
Regione verso la fine del
2001 per il loro mancato
utilizzo e, col tempo, altre
promesse fatte sono state
abbandonate. La stessa
Day Surgery (istituita con
delibera n. 1124 del 1410-1998), si ritrova, dal
2003 ad oggi, ad avere
un unico medico, il dottor
Valter Ferri (nominato grazie anche alle pressioni
continue del Comitato),
rispetto ai quattro previsti
e mantenuti soltanto fino
al 2001, quando, o per dimissioni o per trasferimenti, il numero iniziò a ridursi.
Da allora, i propositi di
avere un ospedale, seppur
“piccolo”, moderno, utile
e soprattutto efficiente
sono rimasti inalterati; ne
è ulteriore testimonianza
il fatto che, di fronte alla
probabilità di un ridimensionamento della Day Surgery, si è deciso di tenere
il Consiglio Comunale del
21 dicembre, cui si è accennato, per pianificare
gli interventi. In questa
sede è stato stilato un
documento riguardante
il POA (piano ospedaliero
aziendale) 2008, nel quale
si evidenzia la necessità di
sostenere la Day Surgery
e di pubblicizzarla a tutta
la cittadinanza, nonché
l’impegno di relazionare
al Comune e al Consiglio
Comunale ogni decisione
riguardante l’ospedale.
Al di là di questo importantissimo documento,
comunque, le attività da
svolgere in favore del
Bellini restano numerose;
l’ortopedia, per esempio,
potrebbe ottenere un nuovo impulso grazie ad interventi di robotica, protesica
e miniinvasiva; un ulteriore
potenziamento della stessa Day Surgery ridurrebbe
i tempi di attesa anche per
quanto riguarda gli altri
ospedali della zona. La
radiologia conta un solo
medico rispetto ai tre iniziali, con un conseguente
allungamento dei tempi
di risposta di refertazione;
situazione analoga si verifica anche al laboratorio di
analisi; e quale credito dare
alle voci secondo cui la
riabilitazione specialistica
non avverrà più in questo
ospedale? L’ambulatorio
di cardiologia è stato recentemente sottoposto ad
un’ottima ristrutturazione,
ma, per completare l’opera e rendere l’ambiente
ancora più funzionale ed
accogliente, sarebbe necessario un nuovo arredamento. Il nostro ospedale
riesce già a rendere degli
ottimi servizi ai diversi pazienti: nel 2006 le persone
che si sono rivolte a questa
struttura sono state circa
80000, tra i quali 14000
al primo intervento, 17000
in radiologia, 25000 al
laboratorio analisi, 21000
distribuiti tra visite, interventi ed esami ambulatoriali, 3000 ricoveri e 1100
interventi in Day Surgery.
Questi numeri rendono
bene l’idea di come il Bellini sia una struttura praticamente fondamentale
per il nostro territorio e
dovrebbero essere uno
stimolo perché si potenzino gli interventi diretti
a migliorarne la funzionalità, così da garantire
ai degenti un’assistenza
sempre più moderna ed
efficiente. In quest’ottica
bisognerà valorizzare le
capacità mediche specialistiche già operative, senza
rinunciare ad investimenti
mirati, magari cercando di
attuare il piano strategico
1999/2001.
Ovviamente, per realizzare
questi propositi, occorre
instaurare un rapporto costruttivo e collaborativo
sia con il comune sia con
il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di
Gallarate, il quale, come è
stato in parte anticipato, si
trova nel suo incarico dall’inizio del 2008. Il nuovo
direttore, il dott. Armando
Gozzini, ha già provveduto a visitare il Bellini: da
alcune sue dichiarazioni
rilasciate alla stampa, si
è appreso che l’ospedale
sommese lo ha colpito
positivamente, offrendogli, in termini di strutture
e di efficienza operativa,
un’impressione migliore
di quanto si aspettasse e
che pertanto le sue intenzioni nei confronti dello
stesso non saranno solo di
conservazione, ma anche,
e soprattutto, di “affinamento”. Alla luce di questi
sviluppi, il Sindaco di Somma ha provveduto a inviare
il documento (pubblicato
a pagina 7) al direttore,
in modo da renderlo partecipe dei progetti e delle
idee relative allo sviluppo del nosocomio. Come
Comitato, speriamo che
il nostro desiderio di un
incontro con il nuovo direttore generale per iniziare
a confrontarci e interagire,
sempre per il bene del Bellini, si realizzi il più presto
possibile; un altro incontro
molto importante, che si
dovrà tenere a breve, è
quello con il Sindaco della nostra città. Sarebbe
anche una buona idea
garantire la presenza del
dott. Gozzini ad un eventuale Consiglio Comunale
nel quale venga dibattuto
l’argomento Bellini.
La volontà di sostenere
l’ospedale sommese, di
migliorarlo, di potenziarlo
e di renderlo una struttura
sempre più dinamica rimane comunque l’obiettivo
prioritario, con la speranza
che l’anno nuovo possa
portare delle novità positive ed importanti sotto
tutti i punti di vista.
Per il Comitato pro
Ospedale “A. Bellini”
Mauro Tapellini
e Valeria Grazioli
spazio
aperto
opinioni e cittadini
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 13
Il Natale alle Scuole “Macchi”
Il periodo natalizio è, senza dubbio, il momento più
magico dell’anno per i nostri
bambini. La sua magia pervade tutti gli aspetti della
loro vita e non poteva non
essere accolta, ogni anno
con rinnovato entusiasmo
ed emozione, anche dalla
nostra scuola primaria “G.
Macchi”.
Ecco quindi fiorire, in queste
gelide giornate di dicembre,
numerose attività tra il sacro
e il profano: la partecipazione seria e impegnata degli
alunni al concorso comunale
dal tema natalizio, l’addob-
bo delle classi e dell’atrio
dell’edificio scolastico, l’arrivo di Babbo Natale (sì, avete
capito bene, proprio Lui!)
a bordo dell’auto dei vigili
urbani per distribuire cioccolatini e caramelle e, per
finire alla grande, un presepe
vivente con oltre duecento
figuranti.
Questi ultimi due eventi si
svolgono durante l’ultimo
giorno di scuola per accogliere appieno lo spirito natalizio:
lo scambio gioioso di piccoli
doni augurali e il raccoglimento, la preghiera per non
dimenticare il suo significato
più vero e profondo nella
nostra tradizione.
21 dicembre 2007, ore
10.30, suono insistente di
sirene... il suono si avvicina...
sempre di più...
Tra i bambini cresce la curiosità e anche un po’ di ansia.
Cosa sarà?
Ma... guardate là! È... è proprio Babbo Natale che esce
dall’auto dei vigili! E che gran
saccone ha in spalla!
Giù tutti di corsa nel cortile
della scuola per salutarlo e
ricevere i suoi doni.
Mamme e insegnanti volenterose hanno lavorato
assiduamente, fin dai primi
giorni di dicembre, per confezionare gli involucri, diversi
per ogni sezione, che vengono poi riempiti di caramelle e
cioccolatini (già da qualche
anno generosamente offerti
dalla Lindt & Spruengli che
ringraziamo ancora).
Un momento davvero unico
e festoso per i piccoli alunni
della nostra scuola!
Ore 16.20: tutto è pronto
per il corteo che ci condurrà in Basilica attraverso le
principali via della nostra
città. Ogni classe ha il suo
ruolo: i piccoli delle prime
saranno gli angioletti, le
seconde i pastori, le terze
e le quarte rappresentano
rispettivamente i lavoratori
e le autorità nella Palestina
dell’epoca e, infine, le quinte animeranno i momenti
salienti della storia.
L’annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria, nel
cortile della scuola, dà inizio
alla rappresentazione sacra.
In seguito, una stella cometa
lunga qualche metro guiderà
i convenuti fino alla Basilica,
dove una chiesa gremita
assisterà all’arrivo di Maria e
Giuseppe a Betlemme, alla
loro vana ricerca di un rifugio
per la notte, alla nascita del
Bambino in una mangiatoia
e all’adorazione dei Magi.
La celebrazione vede la partecipazione attenta di tutti i
bambini, di ogni classe, con i
canti e le intenzioni preparati
nei giorni precedenti.
Non manca la presenza delle
autorità della nostra città:
la dirigente del Circolo “G.
Rodari” (e coordinatrice del
nostro plesso fino allo scorso
anno scolastico), il Prevosto,
il Sindaco, l’assessore alla cul-
tura e il dirigente del nostro
Istituto comprensivo “L. Da
Vinci”.
Al termine della S. Messa, la
“magia” di questa giornata
raggiunge il suo culmine:
alunni nuovi e vecchi, insegnanti, dirigenti, genitori
riempiono festanti la piazza
per scambiarsi gli auguri prima di iniziare le agognate
vacanze.
È questo uno dei momenti
emozionanti che la nostra
scuola riesce a creare, che
ci rende orgogliosi di farne
parte e che ci lega a lei con
un filo invisibile che resiste al
passare degli anni... chi ve lo
dice ne sa qualcosa...
Patrizia Comolli
mamma di Laura e Luca
“ex macchìna”
Quartiere di S. Bernardino e S. Rocco
La Festa di Natale 2007
Il Natale 2007 è passato da
poco ed è il momento di
tirare le somme sulla festa
della Vigilia tenutasi presso
l’Area Mercato di Somma
bassa.
A nome dei segretari dei
quartieri di S. Bernardino e S.
Rocco desidero innanzitutto
ringraziare le splendide persone che anche questa volta
si sono prodigate perché
questa giornata fosse un
successo e tutto riuscisse
al meglio.
Ringrazio anche le tante
- anzi tantissime - persone intervenute, piccole e
grandi: mai come questa
volta possiamo dire di aver
coinvolto persone di tutte
le età - da bambini di pochi
mesi a una nonna sprint di
100 anni! Un risultato così
positivo ripaga dell’impegno, del tempo e degli sforzi
profusi!
Sono ormai 5 anni che,
grazie alla buona volontà
e all’aiuto disinteressato di
tanti amici e concittadini la
nostra città vive, anche se
solo per un pomeriggio,
un momento così speciale
e magico e spero sinceramente di poter proseguire
ancora negli anni a venire.
Penso sia bello potersi ritrovare tutti insieme per vedere
la, gioia sui volti dei nostri
piccoli, scambiare quattro
parole e farsi gli auguri.
Anche questa volta non sono mancate bevande di ogni
genere, dolci e caramelle. Abbiamo intrattenuto i
bambini con giochi organizzati dall’Asilo Nido “La Giocomotiva”, uno “sponsor”
ormai consolidato.
Abbiamo offerto musica dal
vivo grazie alla presenza del
complesso “Calce viva” che
ha allietato il pomeriggio
con musiche natalizie e non
solo. Tanti generosi commercianti di Somma hanno
partecipato con omaggi e
contributi vari e a loro va uno
speciale ringraziamento.
Una menzione particolare
va ai volontari della Protezione Civile e alla polizia locale,
sempre presenti per garantire ordine e sicurezza.
Un ringraziamento va anche
all’Amministrazione Comunale che ha concesso tutte
le autorizzazioni. Sono certo
che per il prossimo 24 dicembre potremo ancora .
beneficiare dell’appoggio,
dell’approvazione e soprattutto di un maggiore aiuto
concreto da parte del nostro Comune, in particolare
dell’Assessorato preposto
a questo tipo di iniziative:
credo che progetti di questo
genere - per quanto semplici
- se condivisi a tutti i livelli,
possano essere un ottimo
esempio di collaborazione
tra cittadini e istituzioni e
facciano solo del bene alla
nostra Città.
Anche questa volta abbiamo voluto legare la festa
della Vigilia ad una iniziativa
benefica.
Come ricorderete, lo scorso
anno tutte le offerte raccolte
sono state consegnate al
nostro concittadino Andrea
Trevisan, volontario di Terrapatria Onlus in Burkina
Faso. Questa volta abbiamo pensato di aiutare una
comunità a noi tutti vicina:
l’ANFFAS di Maddalena che
ha la necessità di acquistare
un nuovo pulmino.
Spero che il nostro contributo e il contributo di tutti
i nostri concittadini - che in
questa sede pubblicamente
ringrazio - aiuti gli ospiti
dell’ANFFAS di Maddalena
a raggiungere il loro obiettivo.
Non mi resta che dare l’appuntamento alla prossima
Vigilia di Natale: vi aspetto
ancora numerosi e con tanto
entusiasmo per festeggiare
ancora, tutti insieme, la festa
più bella dell’anno.
Lino Marzolo
Segretario di Quartiere
S. Bernardino
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spazio
aperto
opinioni e cittadini
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 14
P (s) GT
(Piano di sgoverno del Territorio)
II mondo è fuori
dei cardini...
(Shakespeare, Amleto,
atto I, scena V)
Il 16 novembre 2007 le organizzazioni territoriali della CGIL e dello SPI hanno
avuto un incontro con gli
amministratori di Somma
interessati al PGT ( piano di
governo del territorio) : incontro deludente, a quanto
si apprende daIIa stampa
locale. La domanda è: ci si
poteva aspettare qualcosa
di diverso? A mio modesto
avviso no . Tempo fa, su
Spazio Aperto, in un articolo
dal titolo: “C, l’orgia delle
costruzioni” denunciavo le
stesse cose e la pericolosa
saldatura tra interessi privati
e interessi pubblici.
Le stesse cose, mutatis mutandis, sono state denunciate anche dal cons. Bollazzi:
molte cose mi dividono da
lui sul piano ideologico e
politico ma, sulla difesa del
territorio e dell’ambiente,
non esistono barriere ideologiche.
Il fatto è che questa Amministrazione che, ricordiamolo
visti gli strepiti che il centrodestra alza ad ogni piè
sospinto a livello nazionale,
ha vinto le elezioni per una
manciata di voti, si arroga
il diritto di governare come
un monarca assoluto. Non
rispetta l’opposizione, non
sente, o se sente ignora,
le parti sociali, trascura di
essere nel CUV e non condivide con gli altri comuni
le scelte strategiche per lo
sviluppo del territorio, già
duramente compromesso
dalla presenza di Malpensa,
e via enumerando.
Ripetiamolo forte e chiaro: lo
sviluppo urbanistico di Somma è, a dir poco, ipertrofico.
Si costruisce troppo, si intasano aree anche centrali, che
potrebbero essere destinate
ad altri usi, con la conseguenza che questo porterà ad
una congestione del traffico
veicolare, già eccessivo, il che
condurrà fatalmente ad un
peggioramento della qualità
della vita.
Se ciò si fa in funzione di
Malpensa, si deve tener conto che il sogno di Malpensa
come hub è svanito, checchè
ne dicano gli stolti apologeti
del progresso attraverso lo
sviluppo lineare: più consumi, più sviluppo, più traffico,
più progresso. Le cose non
stanno così, e il disastro ambientale su scala planetaria
è lì a dimostrarlo.
Chi crede più alla favoletta dello sviluppo illimitato
attraverso l’espansione dei
consumi? Ah si, qualche
fesso c’è ancora, e qualche
furbo, queIIi che, per parafrasare von Clausewitz, hanno
optato per la continuazione
dei propri affari con altri
mezzi (detto per inciso, a
me sembrano sempre i soliti
vecchi, frusti mezzi). Affaristi, speculatori, gente che si
crede moderna e invece è
tremendamente in ritardo
sui tempi. Il troppo cemento non è progresso, è un
cappio al collo delle città e
dei suoi abitanti, Il tutto per
favorire chi? Le lobbies dei
progettisti e dei costruttori,
ben rappresentati anche in
consiglio comunale?
Si dirà, è il mercato, bellezza.
Questa storia del mercato è
venuta francamente a noia.
Conscio di essere un signor
nessuno, faccio parlare Barbara Spinelli (oddio, sarà divenuta comunista anche lei?)
la quale, in un articolo sulla
Stampa del 16 dicembre
scorso scriveva: “Anche la
festa liberista è finita, perché
le virtù d’un mercato, senza
regole né interferenze si son
rivelate illusorie. Lasciato a
se stesso, esso ha generato
catastrofi”. “Siamo davanti
al più grande fallimento del
mercato che il mondo abbia
mai visto”, ha detto in una
conferenza a Manchester il
29 novembre 2007 l’economista Nicholas Stern, che
nel 2006 aveva presentato a
Blair un rapporto sul clima.
Non contento, vorrei citare
un’intervista data alla TV da
Patch Adams in margine ad
una conferenza fatta a Milano. Per chi non lo sapesse,
Patch Adams è quel medico
statunitense che si traveste
da cIown per far sentire a loro
agio i piccoli malati affetti
da gravi patologie e che,
come molti ricorderanno, fu
magistralmente interpretato
in un film da Robin Williams.
Egli dichiarò che la peggior
invenzione dell’uomo è stato il capitalismo, perché ha
messo al centro degli interessi il denaro. La centralità
del denaro ha reso l’uomo
succube di meccanismi egoistici e poco, o per niente,
solidali. Mamma mia, un
altro comunista!
E adesso chiudo, felice di
essere in questa compagnia,
e così facendo spero di tranquillizzare anche chi, tempo
fa e da queste colonne, si
rammaricava perché non
ci sono più i comunisti di
una volta.
Tranquillo, calmo: finché ci
saranno egoisti, sfruttatori,
intrallazzi e malaffare, ci saranno sempre i comunisti.
Finché ci saranno degli idioti
che, perché hanno avuto
accesso ad un piccolo incremento del loro liveIIo dei
consumi, sono convinti, come il voIteriano Pangloss,
di “vivere nel migliore dei
mondi possibili”, ci saranno
sempre i comunisti. Ma sì,
ma sì, non quelli trinariciuti,
come li avete sempre dipinti
voi, non quelli dei gulag,
come qualche fessacchiotto
revisionista continua a rimenare, mischiando menzogne
e verità e sparando cifre a
casaccio (ecco un’altra cosa
che ci è venuta a noia: certi
articoli di poveracci, ideologicamente parlando, che ci
affliggono con cifre, numeri,
comparazioni, raffronti al
fine di giustificare uno squallido passato. Ma piantatela lì!
Onorate i vostri cadaveri, ma
in silenzio!). Adesso riesumo
io il vecchio Karl Marx per
dimostrare quanto di valido
ci sia ancora nel suo pensiero.
Contestava, il nostro, già
150 anni fa circa, la soddisfazione di sé che, quando
si mostra, è solo volgare. E
noi siamo sommersi dalla
volgarità e dall’arroganza,
che della volgarità è madre.
Ma forse, consapevole che
Marx è forse troppo per le
menti deboli, vorrei citare
uno scrittore umorista inglese, Jerome K. Jerome:
”che faccenda atrocemente
insipida dev’essere la vita per
i soddisfatti! Come deve pesare il tempo sulle loro spalle!
Con che cosa mai occupano
i loro pensieri, supposto che
ne abbiano?”
Ecco, è chiaro chi sono i
tanto vituperati comunisti,
la cui sola parola scandalizza
torme di ipocriti, di sepolcri
imbiancati, di farisei e di
filistei? Sono quelli che non
stanno al quia, sono quelli
che non si accontentano
delle briciole mentre gli altri
divorano e distruggono il
pianeta, sfruttando uomini
e risorse, sono quelli che
hanno sconfitto il nazifasci-
smo e dato un sostanziale
contributo alla Costituzione
repubblicana, alla democrazia e allo sviluppo del Paese.
E non è certo per colpa loro
se le cose sono andate come
sono andate.
Mauro Picchetti
P.S. - Quando, tempo fa, la
stesura di quest’articoletto
era stata ultimata, ho preso conoscenza dalla stampa locale e da alcuni amici
dell’omelia del prevosto in
occasione della festa di S.
Agnese. Lungi da me l’idea di
voler strumentalizzare le parole altrui, ma devo rilevare
con soddisfazione che molte
delle mie, e di altri, preoccupazioni, sono condivise
da persone di altri ambienti
socio-culturali. Possa servire
tutto ciò a far riflettere chi,
scientemente o meno, abbia
dimenticato i suoi doveri
sociali, la correttezza dei propri comportamenti civici, la
coerenza tra parole e fatti.
Chi ha individuato, in buona
sostanza, nel danaro il vitello
d’oro, l’idolo che Mosè distrusse dopo la sua discesa
dal monte Sinai. In fondo,
non si tratta che di chiamare
le persone alla coerenza e alla
responsabilità per i destini
futuri della collettività. Certo,
non è cosa da poco, e non
è cosa che possa riguardare chi da questa situazione
trae cospicui e sostanziosi
vantaggi.
Al di là di ideologie e delle
confessioni religiose, dovremmo far nostro il verso
di Virgilio nell’Eneide: “sic
itur ad astra”, solo così si va
alle stelle. Sì, solo così! Con
lo sforzo collettivo, la buona
volontà, l’onestà intellettuale. Va da sè che l’onestà
tout court è la premessa
indispensabile.
2007: a Legnano si regala
una scuola e la politica è bipartisan!
1971: a Somma avviene la stessa cosa e la politica...
Fermo restando il plauso e
l’ammirazione per quanto
elargito dal compianto beneffatore colgo lo spunto
per ricordare quanto è suc-
cesso a Somma Lombardo
quando un altro emerito benefattore ha donato, completamente arredata, una
scuola materna pagandone
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anche i tributi dell’Ufficio del
Registro per la donazione.
Mi voglio togliere ora un
grosso sasso dalle scarpe
dopo tanti anni perché ciò
è dovuto al benefattore che
in quella occasione è stato
vilipeso con manifesti distribuiti per il paese!
Erano gli anni 1971 e dopo
essersi concertato con i
familiari, ed anche spinto
dal sottoscritto, il Cav. Rag.
Marino Buratti aveva deciso
di costruire questa scuola
applicando le più moderne
logiche del momento: in
ordine alla costruzione, agli
arredi, alla cucina ed alla
distribuzione interna delle
aule ingrandendo la costruzione per fare posto anche
ad un’aula di insegnamento per lo studio del piano,
professato gratuitamente
dalle suore, nonché di un
salotto per gli incontri tra
suore e prelati ed anche di
una stanza a due letti per
ospitare i religiosi che di
volta in volta giungevano
in paese per le loro visite
pastorali.
Ebbene all’inaugurazione di
questa scuola ed alla consegna al Sindaco del Comune,
che era stato affiancato dall’On. Luigi Scalfaro, evitarono di partecipare alcuni
imprenditori notissimi locali
e iniziò la distribuzione del
manifesto di contestazione
il quale biasimava la donazione e definiva una parziale
restituzione dei soldi rubati
ai suoi dipendenti!
Il manifesto stilato dalla sinistra sommese capitanata
allora dal Maestro Cionini
sollevò un’ondata di indignazione presso i ben pensanti ed anche da parte delle
rappresentanze provinciali
ed ecclesiastiche.
Tutto questo malgrado, il
signor Marino Buratti, aveva
speso senza chiedere “gloria” ma solo riconoscenza
alla sua famiglia alla quale
aveva sottratto circa centoottantacinquemilioni di
allora.
Sono contento che mi sia
stata data l’opportunità di richiamare il fatto perché ciò è
dovuto al mio “amico” Sig.
Marino, e si sappia quanta
cattiveria può emanare la
cattiva politica.
Io sono stato Presidente
dell’ente asili per sette anni e
per sette anni rappresentante nel consiglio dell’ente asili
per conto dei benefattori
e posso dirvi quindi anche
quanto segue: I detrattori
politici hanno voluto fare
chiudere l’aula di piano,
hanno voluto fare chiudere
la camera da letto per gli
ecclesiastici ed hanno voluto
anche eliminare l’insegnamento di cucito gratuito
delle suore...
Non ho altro da aggiungere...
Albino Vaglietti
spazio
aperto
opinioni e forze politiche
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 15
Crisi di governo... che fare,
per non perdere altro tempo
E... alla fine ci siamo arrivati, Romano Prodi è stato
sfiduciato dal Senato della
Repubblica ed il suo Governo è imploso!
Il termine, che trae origine
da una legge fisica, mai fu
più adatto: sono state cause
interne alla coalizione di
Governo a far cadere Prodi e
nonostante il nostro costante impegno di oppositori
(ricordate i week-end di fine
novembre spesi, anche a
Somma, per la raccolta firme
dal titolo ”Subito al voto”?)
non sarebbero certo bastate
le nostre azioni se la maggioranza non fosse stata
intrinsecamente debole.
Certo, l’impegno messo in
campo in quei gazebo ha
ottenuto ampia soddisfazione: del resto in tanti anni
di vita politica mai avevo
riscontrato una tale facilità
nel coinvolgere la gente;
evidentemente il livello di
impopolarità del Governo
agevolava molto il nostro
lavoro già allora.
A questo proposito mi corre
l’obbligo di ricordare una
infelice battuta di Ermanno
Bresciani, allora capogruppo
dei DS, oggi consigliere comunale del PD: “raccolgano
le firme contro Colombo...
non contro Prodi... Caro
Ermanno ,come hai potuto
notare Prodi è già politicamente finito, di contro
Colombo è e rimarrà Sindaco fino alla scadenza del
mandato: a volte il tempo
è galantuomo!
Tornando al tema della crisi
politica ,vorrei proporre del-
le riflessioni ai nostri cittadini
molti dei quali (abbiamo
raccolto più di settecento
firme) si erano già manifestati ansiosi di ”mandare a
casa” Prodi.
Oggi che la crisi è un fatto si
aprono diversi scenari:
1) elezioni politiche al più
presto, con l’attuale sistema
elettorale;
2) governo “istituzionale”
che serva unicamente a
riformare la legge elettorale;
3) governo di “grande coalizione” che realizzi una serie
di riforme istituzionali.
Scartata, come inattuabile, la terza ipotesi ,perché
troppi sarebbero i veti e
controveti, chi non auspicherebbe la soluzione di
un Governo “istituzionale”
che avesse come obiettivo
quello di darsi regole del gioco condivise e confrontarsi
successivamente in elezioni
politiche? Perché quindi non
andare diretti verso questa
soluzione?
Purtroppo votare con l’attuale sistema rischia di rimanere l’unica possibilità
attuabile concretamente,
perché il livello di diffidenza
tra i maggiori partiti non
sembra garantire nessuno.
Anche noi, che non abbiamo
mai pienamente condiviso la
legge elettorale in vigore, ci
troviamo in difficoltà nel sostenere con determinazione
la creazione di un Governo
Istituzionale ,soprattutto
davanti ai serissimi problemi
del Paese che non possono
attendere i “balletti” della
politica.
E poi il Partito Democratico,
partner essenziale per un
accordo, non è formato
solo da Veltroni e Franceschini ,entrambi degni di
ogni rispetto, ma anche da
persone come Bassolino (
uno dei “saggi” che hanno
costituito il partito) che, dopo quindici anni di governo
di Napoli, prima da Sindaco
poi da Governatore della regione Campania, non trova
in se la dignità per dimettersi
di fronte allo scempio dei
rifiuti. Dunque, se pur a
malincuore per quanto mi
riguarda, la parola torni pure
ai cittadini, questo, in fondo,
è il sale della democrazia.
Marcello Pedroni
Coordinatore cittadino di
Forza Italia
Chi si è dimenticato delle minoranze?
Non sono passati secoli
di oblio da quando eravamo all’opposizione, eppure sembrerebbe vero il
contrario, a leggere certi
articoli che appaiono sulla
stampa locale in cui i nostri
avversari politici non fanno
che frignare per la scarsa
considerazione tributata
loro dalla maggioranza attuale. Nell’ultimo j’accuse,
quello pubblicato su La
Provincia del 5 gennaio, un
esponente della minoranza, appartenente al Pd, per
l’ennesima volta dichiara:
“...Spesso veniamo convocati a cose fatte... Quando
presentiamo osservazioni
e proposte precise, queste
vengono ignorate”, riferendosi al modo in cui è
stato definito il tracciato
della futura tangenziale, a
suo dire senza aver tenuto
conto dei rilievi della opposizione.
Eppure sono trascorsi appena cinque anni da quando formulavamo le nostre
“osservazioni alla variante
generale al Prg adottata
con delibera di Consiglio
Comunale nr. 104 del
19/12/02” dalla passata
amministrazione.
Nella critica alla ipotesi di
tangenziale sud auspicata
dalla passata amministra-
zione, a ridosso dell’abitato, zona Cabagaggio e
Moncarletto per intenderci,
e suscettibile a nostro avviso
di fare solo danni all’ambiente portando ulteriore
inquinamento nella zona
sud della città, c’era pur
sempre la volontà di dare
vita ad una “opposizione
costruttiva”, quella che la
minoranza di oggi presume di esercitare. In una
lettera indirizzata all’allora
Sindaco Brovelli, ci eravamo piuttosto schierati a
favore di una tangenziale
ovest, da far passare sotto
il terrazzamento superiore
del nostro territorio per
congiungersi infine con la
strada per Malpensa, dopo
aver percorso un tratto in
galleria e lambito il PIP.
Non era forse la soluzione
migliore per allontanare il
traffico veicolare in transito e ridurre al massimo i
problemi di inquinamento,
sia acustico che atmosferico, per la nostra città?
Noi continuiamo ad essere
convinti che la risposta a
questa domanda sia affermativa, tanto è vero che si
tratta della soluzione adottata nell’attuale progetto
preliminare. Purtroppo, in
quella occasione, la nostra
proposta veniva respinta
con la motivazione che una
tale modifica della viabilità
era semplicemente incompatibile con gli “indirizzi
e le finalità del piano e
con lo studio di fattibilità
delle tangenziali” allora
prevalenti. E allora, caro
consigliere di minoranza,
vogliamo gettare solo fumo
negli occhi dei nostri concittadini o possiamo dire la
verità e riconoscere che i
primi a non aver mai tenuto
conto delle minoranze siete
stati voi, e per giunta sugli
stessi temi di cui si discute
adesso?
Francesco Casella
Segretario di Sezione
diversi nuovi posti auto.
Tuttavia, poiché a breve
si conosceranno i risultati
del preannunciato studio
viabilistico che ha messo sotto la lente di ingrandimento
diversi punti caldi della città,
tra cui via Giusti, e siccome
non è quantificabile a priori il
carico supplementare di traffico per il centro indotto dalla
apertura della bretellina, il
giudizio finale della commissione è stato piuttosto
quello di sospendere ancora
qualsiasi decisione.
Questi argomenti hanno
avuto la prevalenza anche
rispetto alla nostra posizione
favorevole a ridistribuire una
parte dei flussi dalla parte
bassa, costantemente sotto
pressione, a quella alta della
città.
Ma qualunque sarà il responso dello studio, di una
cosa siamo certi: la strada,
nelle attuali condizioni, non
può più essere lasciata; o si
troverà il modo di renderla
fruibile, oppure, ancora una
volta, si sarà trattato di un
intervento sbagliato, che
ha comportato spreco di
denaro pubblico, cui andrà
ad aggiungersi l’inevitabile spesa da sostenere per
smantellarla.
Claudio Scandroglio
Direttivo di Sezione
Il rebus della “bretellina”
Improvvisazione e superficialità a vari livelli, unite ad una
disperata ricerca del consenso ed ai soliti condizionamenti di natura burocratica
sono i tratti essenziali che
spiegano il lungo travaglio
della cosiddetta bretellina,
quel nastro d’asfalto di collegamento tra Corso Europa
a via Mazzini all’altezza di
Via Puccini che è manifesto
della condizione di paralisi
decisionale di una coalizione
al capolinea di una lunga
esperienza amministrativa.
Voluta dunque dalla passata
amministrazione, e costata ai
contribuenti ben 220 mila
euro, la strada versa in uno
stato di pietoso abbandono ormai da troppo tempo,
suscitando una spiacevole
sensazione che si avverte ad
ogni passaggio.
Nelle intenzioni di chi la ha
concepita doveva, in effetti,
funzionare da spartitraffico
per i veicoli provenienti da
Gallarate e Malpensa, e diretti a Vergiate, e per quelli
sulla direttrice opposta, che
già oggi intasano, incrociandosi, Corso Europa; figurarsi quando saranno pronti i
nuovi insediamenti.
Purtroppo, le modifiche al
tracciato rispetto al progetto
originario, suggerite sempre
dalla precedente ammini-
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strazione, invece di migliorare, hanno peggiorato la
situazione. Nella variante
attuale, la curva è diventata ancora più difficoltosa
per i veicoli provenienti da
Malpensa, come se il rattoppo avesse fatto più danni del
danno iniziale.
Proprio per porre fine ad
una situazione non più giustificabile, adesso che anche
gli ultimi ostacoli burocratici
sono stati superati, il nostro Gruppo, su iniziativa
del suo rappresentante Sen.
Luigi Peruzzotti, ha dunque
sollecitato la commissione
viabilità, da lui presieduta, ad
intraprendere un periodo di
sperimentazione, propedeutico alla definitiva apertura.
I tecnici municipali chiamati
a riferire alla commissione,
sia per la parte che riguarda i
lavori pubblici che per quella
relativa alla viabilità, hanno confermato la fattibilità
della operazione, essendo
sufficienti solamente alcuni
interventi aggiuntivi consistenti nel posizionamento di
segnalatori luminosi e rallentatori di velocità in prossimità
dello svincolo, con un onere
limitato a qualche migliaio
di euro.
In cambio della chiusura
definitiva di via Puccini, ai
residenti sarebbero garantiti
spazio
aperto
opinioni e forze politiche
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 16
Malpensa: il grande imbroglio
Sono i giorni in
cui le vicende
dell’“Alitalia”
hanno riportato
lo scalo della
Brughiera
al centro
dell’attenzione
nazionale.
Peccato, tuttavia,
che nessuno si
occupi di......
Il rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità
(OMS) riguardante il convegno svoltosi tra mercoledì 13
e venerdì 15 giugno 2007
indica che, in Italia, la quota di
malattie per cause ambientali
è del 14 per cento per un totale
di 91.000 morti l’anno, di cui
8.400 morti precoci, a causa
di polveri sottili. La questione
ci riguarda direttamente per
il fatto che abitiamo in una
zona fortemente inquinata;
ma non sembra che questo
fenomeno preoccupi più di
tanto le istituzioni preposte
alla tutela della salute.
L’impatto dell’inquinamento
dell’aria sulla salute umana è
allarmante: 8.400 decessi l’anno, in media, sono attribuibili
alle concentrazioni di PM10
superiori ai 20 microgrammi
per metro cubo.
L’impatto dell’ozono a concentrazioni superiori ai 70
microgrammi per metro cubo
è stimato dello 0,6 per cento di
tutte le cause di morte.
Le diverse campagne mobili
effettuate dagli specialisti che
operano in seno all’”Agenzia
regionale per la protezione
dell’ambiente” (ARPA) negli
scorsi anni hanno evidenziato il
fatto che i principali inquinanti
l’aria, una volta monitorati,
superano abbondantemente
i valori-limite annuali per la
protezione della salute umana
così come essi sono previsti
dalle normative vigenti.
I dati dei rilevamenti (periodo
ottobre 2006-luglio2007) effettuati dai tecnici dell’ARPA
nelle postazioni di Somma
Lombardo, Gallarate, Busto
Arsizio e Lonate Pozzolo, indicano per il PM10, il cui valore
limite per la salute umana è
pari a 50 microgrammi per
metro cubo di aria da non
superarsi per più di 35 giorni
l’anno, nei soli due mesi di
novembre e di dicembre 2006
sono stati riscontrati 38 giorni
di superamento della soglialimite con punte di valore di
186 microgrammi per metro
cubo a Gallarate.
Ancora, per l’ozono, il cui limite di protezione per la salute
è di 180 microgrammi per
metro cubo, si sono registrati
valori di 280 microgrammi
per metro cubo a luglio 2007.
Ma in quale misura si esprime
l’incidenza dell’inquinamento
dell’attività aeroportuale di
Malpensa?
Considerando i dati riportati
dalla “Valutazione ambientale
strategica” (VAS) del “Parco
del Ticino” circa i consumi di
carburante e le relative emissioni di inquinanti da parte
di tutto il traffico veicolare
gravante all’interno del Parco
stesso, più l’area piemontese
che va da Sesto Calende a Trecate, il consumo di carburante
è pari a 407 tonnellate al giorno. Prendendo invece come
riferimento il giorno 4 agosto
2007, per il quale la SEA ha
comunicato, al comune di
Golasecca che li ha richiesti,
che i decolli di quel giorno
sono stati 438, il consumo di
carburante per il traffico aereo
ammonta a 475 tonnellate
per il giorno preso in esame,
contro le 407 tonnellate per
il traffico veicolare.
Ma la differenza sostanziale è
che le emissioni inquinanti del
traffico veicolare sono diffuse
in un’area di oltre 900 chilometri quadrati, mentre quelle
originate dal traffico aereo
sono concentrate in un’area
di soli 6 chilometri quadrati:
l’attività aeroportuale della
Malpensa risulta pertanto
essere la maggiore fonte di
inquinamento di tutta la Pianura Padana. A fronte di una
situazione ambientale ormai al
limite della vivibilità, è giunta
l’ora di iniziare un’inversione di
marcia, incominciando a parlare di un graduale ridimensionamento di Malpensa proprio
a partire dall’abbandono dello
scalo da parte di Alitalia.
Bisogna dar vita ad un piano nazionale del sistema
aeroportuale, al cui interno
dovrà trovare spazio una programmazione specifica per gli
aeroporti del Nord ed ad un
piano integrato del sistema
aeroportuale per il Norditalia
che dovrà avere l’obiettivo
di ridurre l’impatto sul territorio e sulle popolazioni,
adottando una Valutazione
Ambientale Strategica (VAS)
che ponga limiti certi allo sviluppo di Malpensa, difendere
l’occupazione, lottare contro il
precariato dilagante, garantire
trasporti integrati e funzionari,
una pianificazione locale e non
calata dall’alto, la difesa del
diritto degli utenti.
La Provincia la Regione e il
centrodestra in generale, da
anni invocano l’ideologia, il
miraggio, l’imbroglio del secondo hub italiano, con l’unico risultato della devastazione
urbanistica del territorio, in assenza di valutazione d’impatto
ambientale e di valutazione
ambientale strategica, e con
un piano regolatore locale mai
aggiornato da anni. Promesse
deluse anche per il lavoro:
dove sono i centomila posti
promessi, i begli studi di LIUC e
Bocconi? Restano il precariato
e lo sfruttamento.
Servono regole certe, urbanistiche e di diritto del lavoro,
e una pianificazione ispirata
al buonsenso invece che a
chimere ideologiche. Perché
nella situazione attuale non un
mattone in più deve essere aggiunto a Malpensa senza una
VAS preliminare. Si è creato un
mostro sul nostro territorio e
oggi Reguzzoni se la prende
con Alitalia e il governo e cavalca la protesta dei lavoratori,
ma dov’era quando i sindaci
del CUV lo invocavano?
Inoltre, se si è tanto liberisti,
perché si contesta istericamente il piano industriale di
Alitalia? La cattiva gestione di
Alitalia, in particolare sotto il
centrodestra, non lascia altre
opzioni praticabili a meno di
perdere altre dozzine di milioni
di euro l’anno.
Malpensa va insomma ripensata, inserita in un sistema
integrato, limitata nella sua
espansione, dicendo basta
alla politica della deregulation
e dell’anarchia, allo spreco di
immani risorse pubbliche, al
consumo del territorio, alla
precarizzazione del lavoro.
Si sa che le lobby interessate si
oppongono al ridimensionamento di Malpensa facendo
allarmismo e paventando la
crisi dell’economia regionale.
A queste sciocchezze non
crede più nessuno: sarebbe
un’economia da Terzo mondo, quella della Lombardia,
se essa dovesse reggersi solo
su una azienda erogatrice di
servizi anziché sulla capacità
produttiva che la contraddistingue.
Carmelo Foti
Angelo Giani
Rifondazione Comunista
Extracomunitari: i costi dell’assistenza
sociale sulle spalle dei sommesi
Ma non erano
una risorsa e
una ricchezza
collettiva da
valorizzare?
Per molti extracomunitari, uno
dei primi passi verso la tanto
decantata “integrazione”,
una volta acquisita la residenza, è quello di battere cassa e
spremere soldi dai Comuni
che tanto amorevolmente li
accolgono.
È quanto emerge anche
dall’ultimo bando per l’erogazione di sussidi ed aiuti
economici in genere. In particolare, per l’area “minori
e famiglie”, le richieste da
parte di extracomunitari
sono state oltre il 50%.
E pensare che per anni la
precedente Amministrazione
di Centrosinistra non ha fatto che ripeterci ad ogni piè
sospinto che gli immigrati
sono una risorsa. Non solo,
e come abbiamo già detto in
altre occasioni lo Statuto del
Comune di Somma, approvato da tutte le forze politiche
tranne che dal nostro gruppo,
recita testualmente che sono
una ricchezza collettiva da
valorizzare. Va da se che nulla
è cambiato da quando la nostra città è governata da una
maggioranza di Centrodestra
(Forza Italia, Lega Nord, UDC e
Alleanza Nazionale). Alla faccia dei Sommesi che si sentono
sempre più insicuri anche in
casa propria ed in particolare
di quei nostri concittadini che
faticano sempre di più ad arrivare non alla quarta ma alla
terza settimana del mese.
E la situazione complessiva,
sul fronte dell’immigrazione,
è destinata a peggiorare
dopo che il governo Prodi
ha spalancato le nostre
frontiere a rumeni e bulgari che dallo scorso anno
hanno acquisito il diritto
di invadere il nostro paese (e di mungere alle casse
comunali).
Ovviamente anche Somma
ha fatto il pieno di queste “risorse” tant’è vero che la presenza di rumeni regolarmente
residenti è più che triplicata.
E, dato che per acquisire la
residenza, occorre avere la
disponibilità di un alloggio,
sarebbe il caso che il sindaco ci
informi sui risultati di un’indagine avviata dall’Amministrazione sugli affitti. Ci riferiamo a
quanto da lui stesso dichiarato
in una pubblica assemblea e
solennemente confermato
oltre un anno fa nella sua relazione programmatica in cui
ribadiva la volontà di colpire
quei Sommesi che “chiedono
somme esorbitanti e che di
fatto favoriscono miseria e
disagio”.
Chi l’avrebbe detto che sono proprio i Sommesi i responsabili dell’invasione di
extracomunitari e di altri stranieri senza arte ne parte?
Per la verità a noi risulta che
il malcostume in materia di
locazioni è da addebitare quasi
totalmente a quegli immigrati
che subaffittano o “ospitano”
una mezza dozzina e oltre
di connazionali. I Sommesi
semmai sono vittime della
propria ingenuità o eccessiva disponibilità nei con-
fronti dei nuovi arrivati con
o senza permesso di soggiorno, col risultato che dopo aver
concesso l’alloggio ad uno o
due stranieri, se lo ritrovano a
loro insaputa ridotto a dormitorio pubblico ed in condizioni
di totale degrado.
Sempre a proposito della necessità di nuove regole per
limitare un’immigrazione
selvaggia, destinata inevitabilmente a gravare sui servizi
sociali del Comune, avevamo
“suggerito” al sindaco Colombo di seguire la stessa linea
intrapresa ormai da qualche
centinaio di suoi colleghi non
solo del Veneto ma anche
lombardi. I quali, sfidando una
normativa nazionale alquanto
lassista in materia di requisiti
per la residenza, hanno approvato regole più severe
sia per quanto riguarda il
reddito dei richiedenti che
per le caratteristiche dell’alloggio che deve rispettare le
condizioni minime di igiene ed
avere una metratura adeguata
al numero degli occupanti.
Di sicuro questi coraggiosi amministratori hanno ottenuto il
plauso incondizionato da parte dei loro concittadini e nessun prefetto si è permesso di
avviare iniziative legali nei loro
confronti. Qual è stata invece
la risposta del nostro sindaco
bonaccione ai suggerimenti
della lista civica “Insieme per
Difendere Somma”?: che le
nostre erano semplificazioni e
che “il controllo del territorio
si fa in altro modo, non certo
con le grida”.
Ancora una volta i Sommesi, soprattutto quelli
più indigenti e le vittime
di una certa delinquenza
sono serviti. E così, “Paga
somaro lombardo”, con la
benedizione della Lega, da
cui, in quanto partito di maggioranza, era lecito aspettarsi,
se non proprio delle grida,
almeno un sussurro.
Luigi Bollazzi
Insieme per
Difendere Somma
La crisi di Alitalia atterra a Malpensa
Pubblichiamo il testo presentato il 16 gennaio ’08 al Consiglio Provinciale Aperto tenutosi presso l’Università dell’Insubria a Varese
Chissà se tra i numerosi sindaci
qui presenti c’è qualcuno degli
87 che qualche anno fa erano
in prima fila col gonfalone del
Comune a manifestare contro
un aeroporto da tutti giudicato
illegale. Probabilmente i tempi
sono cambiati e nessuno parla
più di salute e rispetto per
l’ambiente. Noi non siamo
mai stati contro il progresso,
ma contro un aeroporto irrispettoso delle regole e delle
leggi. Chi di Voi è intervenuto
a suo tempo, al convegno sulle
metodologie per abbattere il
rumore aeroportuale, tenuto si
un paio di anni fa a Malpensa
Fiere, ha sentito parlare il direttore dell’aeroporto di Lione,
e, se non si è sentito uno del
terzo mondo, significa che non
solo non capiva il Francese,
ma nemmeno la traduzione
italiana.
Il piano regolatore prevedeva
per Malpensa un traffico di 8
milioni di passeggeri fino ad
un massimo di 12 con conseguente valutazione di impatto
ambientale. Oggi invece, il
traffico non solo si è portato
oltre i 12 milioni di passeggeri,
ma supera i 22 milioni annui,
senza contare il traffico delle
merci con aerei stracarichi che
sorvolano a bassa quota, nel
cuore della notte, il nostro
territorio. Noi pertanto, non
siamo più disposti a tollerare
l’arroganza di chi antepone
le leggi del profitto al rispetto
della persona e rivendichiamo
diritti e dignità pari a quelli di
qualsiasi cittadino. Sicuramente, la maggioranza di Voi non
abita a Somma Lombardo
e non immagina nemmeno
lontanamente cosa significa
avere oltre 400 aerei di giorno
e di notte sopra la testa. Lo sapete che diverse centraline, per
quanto taroccate, segnalano in
diverse parti di Somma valori
notturni in media di più di 70
decibel? Questo significa che il
livello di inquinamento acustico che noi somme si subiamo è
elevatissimo; il discorso è valido
anche per l’inquinamento atmosferico, che, forse, è ancora
più preoccupante: le rilevazioni
satellitari mostrano che l’Ovest
della pianura padana è l’area
più inquinata del continente
europeo. Considerato che le
emissioni prodotte da un aereo
sono pari a qualche migliaio di
autovetture, la diretta conseguenza è l’elevatissima incidenza di casi di tumori.
Per quanto riguarda la questio-
ne della salvaguardia dei posti
di lavoro che andrebbero persi
a causa del taglio dei voli, noi
siamo solidali con i lavoratori,
anche se siamo convinti che
alla maggioranza interessino maggiormente gli affari
e i guadagni. Chi ha creato
questo disastro economico
veda di provvedere, poiché,
se il carrozzone Alitalia è costato finora oltre 5 miliardi di
euro pagati dalla collettività,
non sarà un problema venire
in aiuto a questi lavoratori;
noi Sommesi anzi saremo i
primi a dare un contributo, in
cambio di una qualità di vita
più decente. Facciamo riferimento anche alle liquidazioni
miliardarie dei manager che
hanno solo prodotto disastri.
È colpa della dabbenaggine
dei nostri politici, se Malpensa
ha creato solo posti di lavoro
precari per la maggior parte dei
lavoratori e lauti stipendi a chi
parla con accento romanesco.
Ci rivolgiamo quindi a tutti
i livelli istituzionali, affinché
intervengano con fatti concreti
per il rispetto delle regole, delle
leggi e dei valori, che contraddistinguono un popolo civile.
Armando Curto
Comitato difendere Somma
spazio
aperto
storia locale
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 17
Reminiscenze
Le stesse cose di ogni anno.
Le stesse cose di ogni anno
alla vigilia, mettevano una
nota gaia e rumorosa sul
Piazzuolo di Via Valgella affollato di ragazzi irrequieti e
di donne convenute con le
secchie, coi boccali e coi rami
lucidati per attinger acqua
fresca e sufficiente nelle Feste
di Natale e Santo Stefano.
Alla prima Messa finita, le più
svelte delle donne, anziché
sfidare il freddo incombente
in vani conversari sul Sagrato
della Chiesa, raggiungevano
il Pozzo Valgella, zoccolando
forte sul selciato disuguale e
scivoloso della via del Ponte
che le languide fiamme dei
radi fanali a petrolio, chiazzavano di luce incerta e penosa
come tutte le cose vicine a
morire.
Dai tetti delle case disegnate
sulla volta cupa del cielo,
scendeva l’alba a slargare
la foschia umidiccia che pareva uscire in nere volute
dalla profonda e misteriosa
cavità del pozzo insieme col
sordido rumore dell’ordegno azionato con affanno
e senza tregua per estrarre
l’acqua pura alla superficie.
Le porte laterali del capanno sovrastante a protezione
della nera gola del pozzo
nulla lasciavano scorgere
all’interno, all’infuori del groviglio confuso e vociante
delle donne comandate dal
grave bisogno a manovrare
la gran ruota girante a strappi
impetuosi tra i canapi portatori delle secchie ricolme
e rovesciate nelle tazze di
ghisa che ornavano l’orlo di
pietra scalfita dal tempo. Lei,
quel giorno non era andata
Capanno del Pozzo Valgella da un disegno
di Piero Terzaghi
Piazza al Pozzo come si presenta ai giorni nostri. Da notare
la bella pavimentazione appena ultimata
al pozzo come di solito usava
nelle prime ore del mattino.
Occupata a rassettare ogni
cosa nel negozio, a mettere
in bell’ordine vasi e barattoli
intrecciandoli per la lieta circostanza delle Feste Natalizie
coi rami di ginepro raccolti
sugli scoscesi del Porto della
Torre, a formare gioiosi e
vivaci trofei coll’ausilio delle
merci più varie nella grande
vetrina o sui fianchi dell’ingresso per l’attenzione ed
il piacere dei passanti e dei
clienti affezionati, non si
era mai mossa dal banco
che per dare una rapida
occhiata al figliuoletto cinquenne, irrequieto e felice
della vacanza per giocare
coi coetanei sul Piazzuolo del
Pozzo a “bara bandera” o
ai “quattro cantoni” perché
tanti erano gli angoli del
vetusto capanno.
In sua vece, vi aveva mandato verso notte la Pensera,
cessato il lento rotare dei
rulli e dei cavi e la quiete era
venuta colle prime tenebre
accompagnate dal fine nevischio che copriva le strade
con una coltre d’argento.
I radi passanti s’affrettarono
a raggiungere le loro case
trascinando a viva forza i
mocciosi che non sapevano
staccare gli occhi estasiati
dalle vetrine dei negozi illuminati e ripieni di ogni ben di
Dio. Poi i tocchi lenti dell’Ave
Maria a chiusura della Vigilia,
quindi il silenzio completo.
La Pensera vi era tornata
avvolta in uno spesso scialle
per difendersi dal freddo
pungente e la sorprese già
intenta a rifinire le figure
del Presepio entro il cerchio
vivido della luce che pioveva dalla lucernetta amica.
La sorprese operosa come
sempre e lieta; lieta di quella
felicità che è frutto di pace, di
rassegnazione e di amore, di
quell’amore instancabile ed
inesauribile che usciva spesse
volte dal chiuso delle sue pareti domestiche per allargarsi
in silenzio ai confini del bene
e dell’assistenza compiuta.
Soccorreva difatti in silenzio
ed amava in silenzio con
quell’amore che riposava
nella sua anima pura come
una gocciola di rugiada nel
calice d’un fiore. Essa sapeva che donando al povero,
all’ammalato languente,
all’infelice che piange o al
bambino intirizzito, essa sapeva che ogni cosa le sarebbe
stata resa dall’amore.
Poco mancava alla mezzanotte quando tutte le figurine del Presepio fissate ai
cartoni formavano un grosso
involto coi nastri dai colori
vivaci, col muschio e coi tralci
di ginepro che la Pensera
reggeva delicatamente sotto
lo scialle avviandosi con lei
alla cascina dei Ronchi.
Bussarono con molta discrezione alla porta dell’Assunta
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una cara donnetta, semplice
e buona con gli spadoni d’argento nei capelli tirati lisci lisci
sulla nuca, una donnetta che
il destino le aveva messo a
fianco quando era venuta
giovane sposa nel paese a
lei estraneo. Da quel tempo,
la Pensera, era diventata la
sua amica, la sua confidente
più sicura e si valeva con
garbo del prezioso aiuto
e dell’esperienza maturata
cogli anni, ogni volta che il
dubbio la teneva incerta o
per tema di cadere in errori.
Ritornando dal Pozzo con le
secchie ricolme, la Pensera
le aveva detto: “Mi sono
incontrata con l’Assunta dei
Ronchi venuta per l’acqua.
Essa piange e si dispera
pel bambino ammalato e
non ha di che placarlo per
domani che è il giorno di
Natale...”
“Andrò io dall’Assunta aveva subito risposto – e voi
verrete ad accompagnarmi.
La sapete la mia idea? Questa sera faremo un’improvvisata all’Assunta col recarle
anche il nostro Presepio... Lo
immaginate come resterà
contento quel caro angioletto, quando, svegliandosi
domani, vedrà la bianca
stella sopra la capanna di
Gesù Bambino? Ora andate
a casa vostra e stasera dopo
cena ritornerete qui da me
che prepareremo tutto e a
modo...
“Ma - tentò di obbiettare la
Persera - se portiamo all’Assunta il Presepio che rimane
ai suoi bambini? Domani è
dì di festa anche per loro e
se aprendo gli occhi sulla
scia dei sogni dorati al suono lieto delle campane che
annunceranno la nascita
di Gesù, quale sarà il loro
cruccio nel trovare la casa senza Presepio, senza la
stella luminosa che insegna
la via agli uomini di Fede e
di buona volontà?”
“Avete ragione. Avete ragione! Ma quando spiegherò
loro che Gesù Bambino ha
voluto nascere nella Casa
dell’Assunta per stare accanto e proteggere il suo bimbetto ammalato, oh certo,
non piangeranno più, anzi
insisteranno per andarlo a
vedere ed io li accompagnerò ben volentieri. Ora
affrettatevi Pensera; recatevi
a casa vostra per le vostre
faccende così sarete presto di ritorno ad aiutarmi
a preparare il Presepio ed i
doni per l’Assunta. Andate
in fretta”. Nel capanno del
Pozzo Valgella aveva intanto
spazio
aperto
A N N O
X
N.
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O T T O B R E
2 0 0 6
Direttore responsabile:
Gerardo Locurcio
Comitato di Redazione:
Gianluca Sari, Paolo Tatti,
Alberto Visco Gilardi,
Mauro Picchetti,
Andrea Vaccariello,
Cristiana Marzolo,
Saverio Fantacuzzi,
Luciano Lombardi
dando nel contempo la voce
a cui fece eco lo scorrere del
catenaccio ed un “oh!” di
sorpresa e di commozione
mormorato dalla povera
donna.
Il bimbetto malato riposava
entro una cuna poco discosta
dal focolare alimentato a fatica dai scarsi tizzoni fumosi.
Essa si accostò al lettuccio
del bimbo dormiente e vi
depose con religioso silenzio
una soffice coltre di lana
quasi che il gesto rispondesse
agli impulsi del cuore; poi
con l’aiuto delle altre donne
distese muschio nel vano
della finestruola che aveva
lo sfondo dei vetri istoriati
dal fitto nevischio cadente.
La capanna col Bambino
Gesù, S. Giuseppe e Maria
in atto di adorazione, venne eretta sul margine di un
torrentello scavato nel verde
tappeto con carta d’argento.
Pastorelli con le cornamuse e
candidi armenti ebbero posto sugli angusti sentieri che
guidavano alla stella bianca
puntata sulla capanna. Tralci
di ginepro spandevano la
loro fragranza in quell’umile
canto dove la Fede, la religione e l’amore componevano il
grandioso trono di Dio.
Congedatasi dall’Assunta
commossa e piangente, le
sussurrò a voce bassa quasi
per tema di svegliare il bimbo: “Domani verrò a trovarvi
con i miei piccini. State lieta
Assunta che il Signore è con
voi”. Non piansero quando
svegliatisi all’alba sulla scia
dei sogni svaniti, scesero al
piano terreno per vedere
il Presepio che la mamma
aveva loro promesso.
Non piansero abbracciando la mamma adorata che
nel giorno del Santo Natale
raccontò ai figli con la voce
di una bellissima fiaba, la
nascita di Gesù nella casa
del bimbo ammalato.
Piero Terzaghi
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Pruerbi in dal nost dialett
storia locale
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 19
(Proverbi nel nostro dialetto)
Premessa:
Come anticipato nella quarta
ed ultima puntata di Spazio
Aperto (Maggio 2007) sui
modi di dire dialettali desidero, proporre alcuni tra i
moltissimi proverbi dialettali
che arricchiscono, con la loro
saggezza popolare, il dialetto
lombardo ed, in special modo,
il vernacolo sommese.
Per sottolineare l’importanza che ha sempre avuto “ul
Pruerbi” nella vita dei nostri
antenati, trascrivo parte di
quanto il “Dizionario Rizzoli
Larousse” riporta alla voce
Dialetto: “Breve detto popolare che, generalmente,
racchiude un insegnamento
desunto dall’esperienza”.
Certamente questa esperienza ha avuto bisogno di un
lungo periodo di anni per
verificarne la sua affidabilità,
come viene confermato da
questo detto popolare: par
fa un pruerbi ga voeur cent’ann (per fare un proverbio
ci vogliono cent’anni). Perciò
io penso, e forse non solo io,
che sulla loro saggezza occorre
aver fiducia. Di proverbi ve
ne sono moltissimi ed essi
trattano molti temi importanti
della vita spaziando dalla fede
in Dio alla superstizione, dalla
meteorologia all’agricoltura,
dalla medicina all’igiene ed al
“galateo”, ecc. I nostri antichi
padri non hanno tralasciato
temi che oggi consideriamo
“sport” ma che, per loro,
erano un modo di procurarsi il
“pane quotidiano” vale a dire
la pesca e la caccia.
Altri spunti molto utilizzati da
alcuni che si consideravano
certamente “filosofi della vita matrimoniale” furono: in
primis la famiglia, i figli, e di
seguito l’uomo e la donna sui
generis. In verità quest’ultimo
soggetto fu tra i più bersagliati
ovvero più utilizzato sia nel
bene sia nel male tanto che,
per trascriverli tutti, occorrerebbero decine di pagine.
Capita spesso nel leggerli di
trovarne alcuni che sembrano
in contraddizione con altri
e questo, a mio parere, non
lo considero un male. Infatti,
quante volte ci è capitato di
trovarci di fronte ad un fatto
che, in un primo momento, ci
appare sotto una luce favorevole e poi si rivela un errore,
Per iniziare ecco una serie
dedicata alla famiglia:
Dù cò sul cusin, fan girà la roda d’ul
murin.
Due teste su di un cuscino fanno girare la
ruota del mulino.
Vale a dire: quando due sposi si vogliono
bene, e vanno d’accordo, la loro vita ed i
loro affari andranno sempre bene.
Ma un altro proverbio mette in guardia gli
sposini troppo fiduciosi avvertendoli che:
Ogni matrimoni al gh’ha ul so demoni.
Ogni matrimonio ha il suo demonio.
Subito un altro proverbio dà una mano al
primo dicendo che: l’importante è amarsi
veramente, poi ogni avversità la si può
vincere.
Quand l’amour al gh’è la gamba la
tira ul pè.
Quando c’è l’amore la gamba fa muovere
il piede.
Purtroppo a scegliere la moglie saggia, quella
che può far fiorire bene una famiglia, è
sempre difficile e così la pensava chi scrisse
questo proverbio:
A toeu miè, campà vecc e giugà a tarocch: da bùmm da fall a ga n’è pocch.
A prendere moglie arrivare alla vecchiaia e
giocare ai tarocchi: di quelli capaci di farlo
ce ne sono pochi.
Per chi non lo avesse capito che, maritarsi
bene per stare meglio non sia una cosa
facile aggiunse:
Chi se marida al giuga un ternu al
lott.
Colui che prende moglie si gioca un terno
al lotto.
Ma nel caso che, ci fosse stato qualcuno
duro di comprendomio, ovvero che non
capisse l’antifona, dettò anche questi due:
Ul matrimoni l’è mia faj par tutt. Gh’è
chi sa fa bell e chi diventa brutt.
Il matrimonio non è adatto a tutti. C’è chi si
fa bello e quello che diventa brutto.
Ul matrimoni l’è cume la mort. Pocch
ga rivan scurtà e fort.
Il matrimonio è come la morte. Pochi vi
arrivano ben preparati e forti
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Naturalmente vi sono proverbi che riguardano singolarmente i futuri sposi, così per
quanto riguarda il futuro marito abbiamo
questi consigli:
Ul matrimoni l’è bùmm par l’omm
bùmm e... par ul cujùmm.
Il matrimonio va bene per l’uomo buono
e... per il minchione.
L’omm spousà al gh’ha quatar P. Pena,
penuria, pentiment e penser.
L’uomo sposato ha sempre quattro P. Dolori,
povertà, pentimenti e pensieri
Per quanto riguarda l’AMORE (quello tutto
maiuscolo) il seguente proverbio non ne da
certamente una buona visione anche se, a
pensarci bene e vedendo come finiscono
oggigiorno tanti matrimoni, si potrebbe
dire che ha veramente ragione.
L’amour al comincia cuj parulin al và
avanti cuj paroll al finiss cuj parulasc.
L’amore comincia con le paroline va avanti
con le parole e finisce con le parolacce.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
A questo punto si potrebbe pensare che,
oppure viceversa?
Vi sono altri che, invece di darci
delle risposte o delucidazioni
utili per interpretare l’avvenire,
ci danno delle spiegazioni...
che non spiegano niente.
Ad esempio: quando uno ci
chiede come sarà il tempo di
domani e noi, che non siamo
certamente dei “Bernacca”
possiamo rispondere: Quand
ul campanin al gh’ha ul
capell, o k’al pioeuf o k’al
fa bèll. (Traduco: Quando il
campanile ha nuvole sopra di
sé, o pioverà o farà bello.
Un altro modo divertente di
come si può rispondere utilizzando i proverbi, a chi ci
vorrebbe far lavorare quando siamo di riposo e non ne
abbiamo proprio voglia di
“faticare”, potrebbe essere
questo. Una persona (sia essa
la mamma, il papà oppure...
la moglie) ci dice al mattino
di una qualsiasi domenica
svegliandoci:
Salta foeura dal lecc ka gh’è
chel laurà là da fa! (tr. Esci
dal letto che c’è quel lavoro
da eseguire.).
Si può rispondere: Un mument parchè ul sacch voeij
i proverbi, siano stati tutti opera dell’uomo per denigrare o più “cortesemente”
prendere in giro il soggetto femminile?
Leggendo questi pochi che seguono non
vi sarebbero dubbi
Quand ul Signor l’ha creà la dona ul
Bucik l’è restà a pè
Quando Dio creò la donna il diavolo rimase
senza impiego.
Dona ka piang, cavall ka suda, hinn fals
cume Giuda
Donna che piange, cavallo che suda, sono
bugiardi come Giuda.
Ecco una previsione quasi catastrofica di un
mondo governato dalle donne
Mò che i donn portan ul capèll, ul mund
l’andarà a burdèll.
Oggi che le donne portano il cappello il
mondo andrà a rotoli.
Per questa non c’è bisogno di interpretazione.
Pret, monigh, fràa e cumà hinn tuta
gent da lasà stà.
Preti, monache, frati e mogli è tutta gente
da non toccare.
Forse per questa occorre spiegare che, un
tempo, la spesa per un orologio era molto
grande non solo per l’acquisto ma pure per
la sua manutenzione, o riparazione, che
periodicamente bisognava fare.
Donn, avucatt e urlocc hinn trì spazasacocc.
Donne, avvocati e orologi sono tre che ti
vuotano le tasche.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Per controbilanciare i proverbi contro le
donne il “filosofo” meneghino pensò bene
di scriverne qualcuno contro gli uomini e di
questi ne trascrivo alcuni.
Nel primo esempio l’uomo viene accomunato all’asino, simbolo dell’ignoranza, ed a
un tacchino simbolo della vanità.
L’omm, l’asan e ul pulùmm hinn i trì
pusè cujumm.
L’uomo, l’asino ed il tacchino sono i tre più
coglioni del creato.
In questo lo si descrive come ardente amatore alla sera mentre al mattino, forse fiaccato
da quanto fatto durante la notte, non ha
voglia di alzarsi per andare a lavorare.
A la sira liumm e la matina pultrumm.
Alla sera leone al mattino poltrone.
Grande verità? Forse. Uno studente che
vuol prepararsi una bella carriera non ha
certamente molto tempo da dedicare alla
sua fidanzata.
Oman studius. Magher murus.
Uomo studioso. Fidanzato che vale poco.
Molto spesso l’apparenza inganna, meglio
quindi sincerarsi che come è bello fuori
anche il suo animo lo sia.
Anca l’omm l’è cume ul pèermarsc da
dentar e foeura al par sincèer.
Anche l’uomo è simile a una pera marcia
di dentro e fuori appare sana.
Avvertimento che le mamme davano alle
figlie un pochino sbarazzine. Questo significava: non fare la civetta con altri giovanotti o
peggio ancora perché quando sarai sposata
tuo marito presto o tardi ti rimprovererà
di quello che hai fatto. Ed allora saranno
dolori.
L’omm al gh’ha i dent da cann, s’al cagna
mia incoeu al cagna duman.
L’uomo ha i denti come quelli del cane, se
non morde oggi morderà domani.
al stà mia in pè (Un momentino perché il sacco vuoto non
sta in piedi: cioè devo prima
mangiare per poter avere la
forza o la voglia di lavorare).
Dopo aver fatto colazione
la prima persona ci rinnova
l’invito.
Mò ka ti sett pijn ti podat andà a laurà. (tr. Ora
che sei sazio puoi andare a
lavorare):
Ed ecco la bella risposta che
si potrebbe dare prima di rimetterci a letto: Panza pijna
la voeur ripoos (tr: pancia
piena vuol riposo) e ci si rimette
a dormire.
Comunque sappiamo che i
proverbi hanno avuto una
diffusione planetaria tanto da
trovarli in tutte le popolazioni
e lingue del mondo, dalle
più evolute alle più primitive.
Essi sono stati tramandati da
generazione in generazione
(come fu per la Bibbia) prima
oralmente poi, con l’avvento
della scrittura, codificati affinché questa loro saggezza
non venisse persa o dimenticata. Essi furono il patrimonio
incontestabile non solo del
mondo rurale o popolare ma
Per finire sugli uomini questa massima
avverte che. non c’è alcuna differenza tra
gli uomini di un tempo e quelli attuali, sono
sempre dei “pann poss” (molliccioni), i quali
presto o tardi (come fece Adamo, uomo di
fango) saranno facilmente maneggiabili o
modellabili (come se fossero di gesso) dalle
abili mani delle donne.
Una volta gh’eva l’omm da molta, adès
gh’è l’omm da gèss.
Una volta c’era l’uomo di fango, ora c’è
quello di gesso.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Adesso qualche proverbio di genere più
leggero, consigli per il benessere corporale
e per il vivere quotidiano senza grossi problemi quasi come le norme del galateo di
Monsignor della Casa.
Trumba da kù, sanità da corp.
Tromba di culo, sanità di corpo.
Anche se questo proverbio fa venire alle
narici il ricordo di profumi poco graditi,
dobbiamo ammettere che, senza ombra
di dubbio, è un saggio proverbio se non si
vuole avere dei forti dolori di pancia.
Subito però l’educatore prudente interviene
con questa massima per non farci fare delle
brutte figuracce.
Ga voeur custumà ul kù quand a l’è
daparlù parchè quand l’è cunt la gent
al fà figur par nient.
Bisogna educare il culo quando è solo
perchè quando è con la gente fa figuracce
per niente.
Però un diavoletto biricchino ci mette la
coda e, con quest’altro, vanifica ogni buon
intendimento dell’educatore.
Temp e kù fan quel che voeur lù.
Tempo e culo fanno quello che vogliono
loro
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
La var pusè ‘na bona lapa che ‘na
bona sapa.
Vale di più una buona lingua, che una
buona zappa.
Cioè: colui che sa parlare molto bene (specialmente quando si tratta di fare i propri
interessi magnificandosi o valorizzandosi
oltremisura), ottiene di più di chi è bravo
nel suo lavoro e non è capace di farsi valere
dai suoi superiori.
Mentre il seguente mette in guardia sul troppo “parlare” di fare, ovvero sulla promessa
di voler fare dicendo che, è meglio fare che
dire di voler fare.
Al var pusè un’andà che cent andèmm.
Vale di più un andare che cento andrò.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
La legura senza cour la sa ciapa a tucc
i our.
La lepre senza correre la si prende a tutte
le ore.
La si diceva al bambino che, dopo aver fatto
una marachella, scappava per non subire la
giusta punizione. Poi si aggiungeva:
Quant ti gh’avrè famm a rangiaremm
i cunt.
Quando avrai fame tornerai in casa e allora...
regoleremo i conti.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Cunt la pulenta la boca la sa contenta.
Con la polenta la bocca la si accontenta.
di tutti come c’insegna il detto:
i proverbi sono la scienza
dei popoli. Oggigiorno noi
che ci riteniamo più evoluti e
più istruiti dei nostri avi, dobbiamo riconoscere che, molto
spesso, ricorrere ai proverbi è
un aiuto per prendere delle
decisioni onde superare delle
problematiche o difficoltà che
abbiamo davanti.
Logicamente bisogna averne
un buona conoscenza onde
stabilire quale di essi è il più
idoneo da seguire in quel determinato momento.
Purtroppo molti pensano che
la loro validità sia scomparsa
perchè siamo nel ventunesimo
secolo e non “al temp da
Carlu codiga, da quand i
oman a tiravan sù i calzuni
cunt la ruzèla” (tr: al tempo
che fu, di quando gli uomini
tiravano su i pantaloni con la
carrucola), cioè più semplicemente che non sono più da
prendere come oro colato
perché non esiste più quel
mondo che li ha partoriti e
quindi oggigiorno, i proverbi,
non servono più.
Questo potrebbe anche essere
vero, dico potrebbe, se non
In tempi di carestia o durante le guerre che
periodicamente affliggevano il popolo, e
sulle tavole della povera gente vi era molto
poco da mettere sotto i denti, le mamme
dicevano questa frase ai loro bambini per
consolarli (si fa per dire) delle privazioni che
erano costretti a subire.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Quand la legura l’è in pè tucc i can ga
curan a-drè.
Quando la lepre è in piedi tutti i cani la
rincorrono.
Cioè: quando al bar (oppure in Parlamento)
viene proposta una questione, tutte le
persone vogliono dire la loro. Poi il solito
diavoletto volle dire la sua e così nacque il
seguente proverbio che, a pensarci bene,
non sarebbe poi così sballato.
Tanti cò tanti zucch, ma... tanti mamaluk.
Tante teste tante zucche, ma tanti mammalucchi.
Infatti se consideriamo che, quando sono
tante le persone che discutono su di un
problema, il più delle volte non combinano
niente di buono, oppure, peggio ancora,
fanno più disastri di quelli che vorrebbero
lasciare tutto come prima.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Ross e bleu amour da fioeu.
Rosso e blu amore di bambini.
Il rosso ed il blu sono colori amati dai bambini
e quindi sono questi i colori più adatti per i
maschietti. Oggigiorno quasi più nessuna
mamma segue questa massima, infatti basta
guardarsi attorno per notare bimbi e... adulti
con indumenti dagli strani colori.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Al vaar pusè un bùmm ripoos, Che ‘na
michetta sota al gòos.
Vale di più un buon riposo, che una michetta in gola.
Cioè: è meglio riposarsi quando si è molto
stanchi invece di mettersi a mangiare.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Al vaar nagotta sugutà a cour, al vaar
pusè rivà in temp.
Non vale nulla continuare a correre, vale di
più arrivare in tempo
È l’equivalente di: non serve correre, è meglio
partire in tempo. Oggigiorno con il ritmo
della vita che c’è questo proverbio sarebbe
da tener presente ogni giorno.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
A véss tropp bùmm, sa pasa par
cujùmm.
Ad essere troppo buoni, si passa per Coglioni.
Purtroppo è sempre stato così. Chi è troppo buono e caritatevole troverà sempre
persone che se ne approfittano per i propri
comodi ed interessi, sfruttandolo in tutti
i modi. Oggigiorno si pensa che sono gli
extracomunitari a comportarsi così ma
siccome il proverbio è di qualche centinaio
d’anni fa..... io penso che, in primis, si riferiva
a parenti ed amici.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Danè e amicizia la taja i gamb a la
Giustizia.
Soldi ed amicizie taglia le gambe alla Giustizia.
Proverbio vecchio come il mondo. Purtroppo
fosse che, in molte circostanze
sia di ordine morale, sia igienico sanitario, sia più prosaicamente nel vivere di tutti i giorni
la loro saggezza ci da delle
risposte a quesiti, oppure ci
fanno capire e superare alcune
difficoltà senza dover ricorrere
ad un “strizza-cervelli”.
Termino questa breve chiacchierata dando un piccolo
consiglio ed in modo particolare ai giovani. Perché non
studiarli nel loro intrinseco
significato e tenerli in mente di
modo da poterli utilizzare nelle
conversazioni che periodicamente facciamo sia con amici
sia con conoscenti, invece di
citare frasi della lingua di Cicerone per darci quel certo tono
di superiorità sapendo che,
oggigiorno, sono pochi coloro
che conoscono il latino?
Secondo me sarebbe più
“moderno e snob” mettere
al momento giusto della conversazione, un bel proverbio
dialettale (il più adatto ovviamente) prendendo così, come
dice quel detto: dù piviùmm
cunt un fasoeu (tr. due piccioni con una fava)?
Meditate gente, meditate.
è sempre stato così, valgono di più i denari
e le amicizie quando si ha qualche causa da
discutere in tribunale, e non sempre l’essere
dalla parte della ragione ci può salvare.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Danè e picà hinn catif da stimà.
Soldi e peccati sono difficili da valutare.
Sia i denari che uno possiede sia i suoi
peccati, sono cose difficilmente valutabili
da chicchessia.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Quand ul puarett al munta i scagn o
k’al spuda o k’al fa dagn.
Quando un povero diventa ricco (o potente)
o sputa addosso agli altri oppure fa danni.
Questa è una verità che gli anzianelli come
me, hanno sicuramente avuto modo di
sperimentare durante la loro vita. Non
parliamone poi se questo “poveraccio”
arrivasse a poter governare...
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Ed ecco alcuni per la delizia dei pescatori
che leggendoli avranno modo di giudicarne la loro validità. Si sa che i pescatori ed
i carabinieri da sempre sono il bersaglio
favorito dagli autori di barzellette, ma pochi
sanno dei proverbi a loro dedicati, perciò
ne trascrivo alcuni senza dare spiegazioni
ritenendoli inutili.
Chì tend a la pesca poch al tresca.
Chi passa il tempo a pescare poco lo passa
ad amare.
Chì gh’ha minga furtuna, ch’al vaga
mia a pescà ma al staga a kà.
Chi non è fortunato, non vada a pescare
ma stia a casa.
Chì gh’ha mia ciapà agun par S. Giuann
al và tutt a sò dagn.
Chi non ha preso agoni a S. Giovanni va
tutto a suo danno
I pèss gross a mangian quij piscinitt.
I pesci grossi mangiano quelli piccoli
I pèss gross a stann in fund.
I pesci grossi stanno sul fondo
Ul pèss ingurd al sa ciapa par la gora.
Il pesce ingordo lo si prende per la gola.
Ul pèss l’è sempur bùmm in di mees ka
gh’hann dentar l’erre.
Il pesce è sempre buono nei mesi con la
erre.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Per finire ne propongo alcuni sulla LIBERTA’,
ed anche per questi lascio a tutti la loro
spiegazione.
La Libertà de fà e de desfà, gh’è mia
danèe ka la poda pagà.
La libertà di fare e di disfare, non c’è denaro
che la possa comprare.
La vera Libertà l’è pusè dificil da cunservà che da cunquistàa.
La vera Libertà è più difficile conservarla che
conquistarla.
Beat chel ka l’è liber cuma’ n’usèll.
Beato colui che è libero come un uccello.
P.S. Ai Signori lettori di questo giornale: se
questa esposizione di proverbi l’avete gradita
e vi farebbe piacere di leggerne altri, Vi prego
gentilmente di farmelo sapere tramite la
signora Marzia o la signora Valentina della
Biblioteca Comunale. Grazie anticipate,
Carlo Ferrario.
Da: “Amarcord di un tempo che fu” di
Carlo Ferrario
spazio
aperto
Un po’ di
letteratura
bandistica
associazioni
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 20
La Banda c’è
La tradizione bandistica italiana ha goduto del favore di
molti tra i nomi più famosi
dell’Ottocento musicale, come Giuseppe Verdi, Amilcare
Ponchielli e Pietro Mascagni,
autori che hanno ricoperto
il ruolo di maestro di banda e hanno composto per
banda.
La banda ha avuto un ruolo
importante anche nella storia dell’opera, soprattutto a
partire dall’Ottocento, talvolta presente sulla scena (La
gazza ladra) ma più spesso
impiegata come seconda
orchestra dietro le quinte
(Macbeth), con effetto di
musica di scena. All’epoca di
Verdi la prassi era di scrivere
i passi operistici per banda
su due pentagrammi, senza
strumentazione. La distribuzione delle parti spettava al
maestro di banda.
Ma l’indiscusso merito della
lenta trasformazione delle
bande italiane va ad Alessandro Vessella (nato ad Alife,
Caserta nel 1860), direttore
della banda comunale di
Roma dal 1885 al 1921,
autore di un importantissimo testo di strumentazione e geniale innovatore
dell’organico bandistico.
Numerosi musicisti colti e
anche d’avanguardia si sono
cimentati nella scrittura per
banda tra l’800 e il ‘900, tra
tutti citiamo Gustav Holst,
di cui il corpo musicale ha
recentemente proposto “Second Suite in F”.
La maggior parte dei compositori contemporanei di
brani originali per banda
ulteriormente essere classificati in tre grandi famiglie:
• “legni” in cui troviamo
gli strumenti che, almeno
in origine, erano costruiti in
legno: il clarinetto, il flauto,
l’oboe, l’ottavino e la famiglia dei sassofoni.
• “ottoni” che comprendono gli strumenti costruiti,
almeno originariamente, in
ottone: il corno, la famiglia
dei flicorni (tra cui il baritono,
meglio conosciuto come
Il Corso
Allievi
proviene dall’Olanda e dagli
Stati uniti questi, oltre che
dal Belgio e dall’Italia. “La
Cittadina”, sotto la guida
del maestro Poli, è attenta
alle evoluzioni del panorama
musicale e, nelle esibizioni
concertistiche, ama affiancare alle opere più vicine alla
tradizione classica brani di
autori contemporanei.
Tra le proposte più apprezzate dal pubblico ricordiamo di
Jan Van der Roost “Four old
dances”, brano dal sapore
medioevale, e Rikudim, una
suite di quattro danze composte in modo originale nello
stile popolare israeliano.
E ancora di Jacob de Haan:
Oregon, Queens Park Melody, Ammerland, e Contrasto
Grosso. Per i prossimi appun-
tamenti stiamo preparando,
sempre di Van der Roost,
“Dakota”, una composizione dedicata alla cultura e alla
storia degli indiani Dakota
(Sioux).
L’organico
della Banda
Vogliamo qui cominciare
una sorta di giro turistico
all’interno dell’organico del
corpo musicale, cioè degli
strumenti musicali che ritroviamo nella Banda.
L’organico bandistico è costituito da strumenti a fiato e
percussione, anche se occasionalmente, specie nei concerti, può essere introdotto
ad esempio il pianoforte o
la tastiera.
Questi strumenti possono
Il Corpo musicale “La Cittadina” non avrebbe resistito
fino ad oggi e non avrebbe
raggiunto il livello artistico
attuale senza l’apporto costante di forze nuove.
Dal 1979 è stato attivato
un corso di orientamento musicale rivolto sia a
ragazzi che adulti con il
desiderio di apprendere o
approfondire lo studio di
uno strumento musicale
scegliendo tra:
- Flauto;
- Tromba;
- Bombardino;
- Clarinetto;
- Trombone;
- Basso;
- Sassofono;
- Flicorno;
- Batteria.
Il percorso di studio, che
prevede lezioni individuali e collettive AFFIDATE A
MAESTRI DIPLOMATI, è
costruito sulle esigenze dei
bombardino), il susafono,
la tromba, la tuba e il trombone.
• “percussioni” che sono
quelli in cui il suono viene
prodotto percuotendo con
vari mezzi membrane, tubi
metallici, legni. Possono
dividersi in quelli a suono determinato (xilofono,
timpani) e a suono indeterminato (batteria, grancassa, piatti, tamburello,
triangolo).
partecipanti e prevede:
• un livello di base per principianti;
• un livello avanzato per
i più esperti che possono
accedere a corsi di approfondimento.
Per chi intende affrontare un percorso professionale è possibile creare un
piano di studi finalizzato
alle ammissioni ai corsi di laurea di primo e
secondo livello previsti
dalle accademie di alta
formazione musicale
dei conservatori. L’ottimo livello di preparazione
è testimoniato dai brillanti
risultati raggiunti dagli allievi che hanno proseguito gli
studi in conservatorio dove,
in diversi casi, sono stati
subito ammessi al secondo
anno.
Per informazioni vi aspettiamo tutti i mercoledì dalle
21.00 alle 22.30 presso
la sede di via Fuser, 5.
bandalacittadina@libero.
it.
Simona Callegari
L’Associazione Nazionale Mutilati
e Invalidi del Lavoro
L’Associazione Nazionale
Mutilati e Invalidi del Lavoro opera dal 1943 ed è
attualmente riconosciuta
come un Ente morale con
personalità giuridica di diritto privato, cui è affidata,
con D.P.R. 31 marzo 1979,
la tutela e la rappresentanza di coloro che sono
rimasti vittime di infortuni
sul lavoro, delle vedove e
degli orfani. Dal 1° maggio
1999 l’ANMIL è entrata nel
Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) dell’INAIL quale
unico rappresentante degli
invalidi del lavoro. Assiste
e tutela moralmente gli
invalidi del lavoro attraverso numerosi servizi e promuovendo iniziative tese
a migliorare la legislazione
in materia di infortuni sul
lavoro e di reinserimento
lavorativo e a sensibilizzare
l’opinione pubblica su questi temi. Oltre ad una serie di
iniziative, a carattere locale
e/o nazionale, riguardanti
interventi di sensibilizzazione sia in materia di pre-
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venzione antinfortunistica
sia in materia di tutela delle
vittime degli incidenti sul
lavoro, ogni anno abbiamo
due appuntamenti fissi (l’8
marzo e la seconda domenica di ottobre) che coinvolgono l’intero territorio
nazionale. In particolare la
seconda domenica di ottobre, fin dal 1951, si celebra
in tutta Italia la Giornata
per le vittime degli incidenti
sul lavoro, manifestazione
istituzionalizzata con Direttiva del Governo del 1998.
Da alcuni anni, inoltre, l’8
marzo avviamo iniziative e
progetti articolati riguardanti il tema dell’infortunio
per le donne.
Attualmente l’ANMIL
conta circa 470.000 iscritti e rappresenta e tutela
una categoria composta
da oltre 980.000 titolari
di rendita tra infortunati
sul lavoro, vedove ed
orfani di caduti sul lavoro. L’ANMIL è diffusa in
modo capillare sul territorio
nazionale con:
Sede Centrale a Roma, 21
Sedi regionali, 103 Sezioni
provinciali, 200 Sottosezioni, 500 tra Delegazioni
comunali e fiduciariati.
L’ANMIL offre una serie di
servizi gratuiti tra cui:
- consulenza medico-legale
sui postumi dell’infortunio;
- consulenza legale generica e specialistica;
- patrocinio per questioni
connesse al collocamento
al lavoro;
- istruzione di pratiche
in materia infortunistica,
previdenziale ed assistenziale;
- rapporti con gli enti locali
per l’erogazione di prestazioni legate all’invalidità;
- Numero Verde per
l’assistenza tecnica in
materia previdenziale
800.864173;
- Numero Verde per il
sostegno psicologico degli infortunati sul lavoro
800.275050.
Il periodico bimestrale
“Obiettivo tutela - Anmil”,
edito dall’Associazione,
viene inviato, oltre che ai
circa 470.000 iscritti, anche
ai parlamentari e ai principali referenti istituzionali
dell’Associazione.
Inoltre l’ANMIL per venire
incontro alle esigenze della categoria si è costituita
come Agenzia per il lavoro
al fine di favorirne la formazione e l’inserimento
lavorativo dal momento
che l’occupazione è una
delle problematiche più
sentite. Le iniziative rea-
lizzate dall’Associazione
per promuovere la cultura
della sicurezza nei luoghi di
lavoro e quelle per migliorare la tutela delle vittime
di infortuni sono numerose
e cercano di coinvolgere
istituzioni, organizzazioni e
opinione pubblica affinché
ci sia una maggiore attenzione verso una questione
dalle molteplici sfaccettature e dai risvolti negativi che
l’intera società non può più
ignorare.
A Somma Lombardo
l’Anmil è presente grazie
all’importante collaborazione della storica delegata Sig.ra Maria Caccaro
in piazza Risorgimento
n. 1 - ogni martedì dalle
16 alle 18 e ogni giovedì
dalle 9.30 alle 11.30 (tel.
0331.254406).
Sezione provinciale
ANMIL
Gallarate - via Sommariva
n. 3
Tel. 0331.793455 - Fax
0331.774832
e-mail: [email protected]
Orari d’apertura al pubblico
Mercoledì, Giovedì e Sabato: 8.30 - 12.30
Martedì e Venerdì: 8.3012.30 / 14 - 17.00.
Maria Caccaro
spazio
aperto
Il pensiero
riconoscente dei
suoi dipendenti
associazioni
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 21
In ricordo
di Guido Mosterts
Le iniziative dell’AUSER
Con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura
di Somma Lombardo e la collaborazione
della Biblioteca Comunale
L’AUSER Insieme di Somma Lombardo organizza per
i mesi di febbraio, marzo, aprile e maggio le seguenti
iniziative culturali.
Febbraio
• mercoledì 20 - ore 21,00
Eresie nel Medioevo: tessitori e movimenti ereticali nel
basso medioevo
A cura della Professoressa Angela Fiegna Sorel
Marzo
• mercoledì 5 - ore 21,00
La Flagellazione di Piero della Francesca: tra storia e
scienze esatte la sfida di un grande artista
A cura della Professoressa Angela Fiegna Sorel
• mercoledì 19 - ore 21,00
I misteri musicali della basilica di Santa Maria del Fiore
a Firenze tra Medioevo e Rinascimento
A cura del Professor Matteo Mainardi
La storia è il susseguirsi di
tante pagine scritte nel bene
e nel male dagli uomini e
dagli eventi.
Ci sono però dei personaggi che, per ruoli e carismi,
segnano la storia per un
periodo, un’epoca che rimangono nel tempo, anche
se tutto passa.
Guido Mosterts, l’imprenditore-gentiluomo fu uno
di questi, segnando nella
nostra città un’epoca che
sentiamo nostra, legata alla
sua famiglia che, per più di
un secolo, esercitò, possiamo dire, il fascino di una
dinastia, guardata per signorilità e tratto, dispensatrice
in un leale rapporto di “do
ut des” di benessere verso
numerose famiglie sommesi,
che per tanti anni trovarono
nel Lanificio di Somma lavoro
sicuro e dignità.
L’Ingegnere, lo chiamavamo così, con rispetto ed
affetto, riservato ed austero
nel comportamento, ma
democratico nel rapporto
umano, sempre attento alle
esigenze della sua azienda
e delle sue maestranze, che
considerava patrimonio della
sua attività imprenditoriale,
fu per decenni con il cugino
Franco l’imprenditore che,
con le sue famose “coperte di sogno”, fece conoscere Somma in Italia e nel
mondo. Somma conobbe
invece la prodigalità della
famiglia Mosterts che fu
sempre pronta a considerare
i dipendenti del Lanificio la
loro famiglia allargata.
Rammento la silenziosa beneficenza di Giorgio e Suzette, signori di altri tempi.
Con la sua scomparsa si chiude una pagina importante
della nostra storia.
Rimane il nostalgico ricordo
di un uomo di stile, educato
all’antica originaria disciplina
prussiana, di un imprenditore onesto e corretto,
che ha lasciato alla nostra
Città il vanto di possedere
un grande marchio ed una
realtà imprenditoriale, oggi
continuata con passione ed
intraprendenza dal Gruppo
Gabel.
Inevitabile, l’oblio fa parte
del moto continuo della vita,
ma sono certo che a Guido
Mosterts verrà sempre imputato, a suo credito, quella
che, nel bilancio del vecchio,
glorioso Lanificio, fu una
voce rilevante: la liberalità
verso i suoi dipendenti.
Maurizio Maria Rossi
Aprile
• mercoledì 2 - ore 21,00
Sviluppo, sottosviluppo e tutela ambientale: gli obbiettivi
della Campagna del Millennio promossa dalle Nazioni
Unite A cura del Dottor Enrico Bigli
• mercoledì 16 - ore 21,00
Antifascismo e Costituzione. I valori repubblicani nel
sessantesimo anniversario della Carta Costituzionale
A cura del Professor Enzo La Forgia, dell’Istituto varesino
per la storia dell’Italia contemporanea e del movimento
di Liberazione L. Ambrosoli
Maggio
• mercoledì 7 - ore 21,00
Famiglia e TV: chi educa chi?
A cura del Dottor Alberto Pellai
• mercoledì 14 - ore 21,00
Nel deserto Gilf Kebir, La misteriosa regione di monti e
sabbia A cura del signor Renzo Bertolini
Le serate si terranno presso
la Fondazione Casolo
Largo Risorgimento, 2 - Somma Lombardo
Ingresso libero
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Per vetture e autocarri fino a 35 q.li, ciclomotori, motocicli
REVISIONI ANNO 2008: Vetture, autocarri: 1ª immatricolazione 2004, già revisionati 2006
Motocicli e ciclomotori: 1ª immatricolazione fino al 2004 già revisionati 2006
ALTRI SERVIZI DELL’OFFICINA
Riparazioni meccaniche, controlli iniezioni diesel e benzina, ricarica, manutenzione e sanificazione impianti AC Sostituzione gomme, bilanciatura e convergenza, sostituzione ammortizzatori, garanzie FIAT Centro Savarent, Ald, Arval, Leasys, Locat Rent, Car Server, Drive Service, Alphabet, Rete Points
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sito: www.autogea.it
e-mail: [email protected]
spazio
aperto
Associazione
“Per andare
oltre” Onlus di
Piazza Scipione
sport
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 22
Dieci anni
di assistenza e solidarietà
Il Presidente Carabelli accanto al Sindaco di Somma
La sede dell’Associazione in
Piazza Scipione
Domenica 16 dicembre
scorso, l’associazione con
le famiglie degli assistiti
s’è incontrata al Collegio
De Filippi di Varese per
uno scambio di auguri per
le festività Natalizie e di
Capodanno.
È stata questa l’occasione
per ricordare il decennale
della costituzione dell’associazione stessa alla presenza anche del Sindaco
della città di Somma che
ha assicurato per il futuro il
suo interessamento ai bisogni dell’Associazione che si
occupa dell’assistenza alle
persone colpite dalle conseguenze di traumi cranici
e alle loro famiglie.
Per una volta si dimenticano i disagi di tutti i giorni!
Difendere il nostro “Campo 10”
Letizia Moratti, sindaco di
Milano, la stessa che il 2
novembre 2006 si è rifiutata di rendere omaggio alle
tombe dei Caduti della R.S.I.
dei quali ha detto: “Ci sono
molti giovani che hanno
combattuto senza avere la
consapevolezza di quello
che facevano”, ora propone
SCUOLA
DI BALLO
In collaborazione con i maestri:
Giorgio Morniroli e Viviana Beia
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“nel segno della riconciliazione” che i caduti partigiani e
quelli della R.S.I. siano tutti
simbolicamente riuniti nel
Sacrario dei Caduti di Largo
Gemelli, una specie di “plaza
de los caidos” che rappresenterebbe la pietra tombale
delle profonde ferite e delle
divisioni e la chiusura di un
capitolo drammatico e doloroso della nostra storia.
La risposta dell’ANPI è arrivata fulminea: un netto
rifiuto nei confronti della
proposta “perché non si può
mettere sullo stesso piano
chi combattè per la libertà
e la democrazia e gli altri”.
Gli inqualificabili “altri” sono
manco a dirlo i Caduti della
R.S.I. che, sempre secondo
lorsignori, devono solo ringraziare questa democrazia
di avere concesso un lembo
di terra al cimitero di Milano
Musocco ove seppellire le
loro ossa.
Giampiero Ingignoli, presidente nazionale di Onorcaduti R.S.I., il 5 novembre
2006 scriveva una nobile
lettera alla Moratti augurandosi che il Sindaco cambiasse atteggiamento: “Noi
non vogliamo mettere sul
piedestallo i Caduti della
R.S.I. rispetto ad altri caduti;
vogliamo questo si, rendere
loro un minimo di giustizia
perché essi sono morti per
la Patria..... un suo auspicato
intervento potrebbe contribuire al raggiungimento
della pacificazione nazionale....”
I propositi della Moratti vanno nella direzione auspicata,
ma la soluzione non convince anche a prescindere dallo
sdegnoso rifiuto dell’ANPI.
I Combattenti della R.S.I.
non possono rinunciare al
Campo di Musocco ove ripo-
sano le ossa dei Caduti che
i famigliari ed i superstiti camerati hanno ritrovato dopo
lunghe e faticose ricerche e
riunito in quello che è diventato il “Campo dell’Onore”;
un lembo di terra nostra
perché l’abbiamo conquistata con una battaglia di anni
contro l’odio degli antifascisti, l’insensibilità dei pubblici
amministratori, gli ostacoli
della burocrazia, l’ostruzionismo e le discriminazioni
di sempre, le ripulse ed i
disconoscimenti di paternità
più recenti.
Qui, da parecchi decenni,
la nostra gente si riunisce
periodicamente per compiere un gesto di cristiano
cordoglio, ma anche per
onorare i suoi Caduti; qui
i superstiti volontari dell’ultima sfortunata battaglia
si ritrovano per guardarsi
negli occhi, rinverdire un
passato che non hanno
mai dimenticato, riconfermare la loro fede e trovare
speranza nei giovani che
hanno voluto raccogliere la
loro bella bandiera tricolore con l’aquila romana; qui,
in questo pezzo di terra,
che è diventato per la nostra gente il simbolo della
Patria, di fronte alle schiere
delle piccole lapidi bianche, viene periodicamente
rinnovato un giuramento
di fedeltà agli ideali.
Vogliamo che nel Campo
10 riposino i nostri morti e
che i nostri vivi si ritrovino
non solo per commemorare
i Caduti ma per continuare
anche ora, nel rispetto delle
regole della democrazia (di
cui nessuno può vantare la
primogenitrice perché fu
una nostra scelta individuale
e collettiva del dopoguerra
anche da parte di un Movimento che riconosceva
le sue radici nel Fascismo)
a rivendicare postulanti e
realizzazioni concrete che
non possono essere abiurate
perché rappresentano valori
compatibili con la stessa democrazia.
Benito Bollati
Per il Comitato Nazionale
Ricerche ed Onoranze
Caduti della Repubblica
Sociale Italiana Dir. Naz.
Somma Lombardo
spazio
aperto
Sezione di
Somma Lombardo
sport
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 23
Le attività 2008
del Club Alpino Italiano
Le attività della sezione
cittadina del Club Alpino
Italiano sono già riprese
dopo la pausa per le festività natalizie. Sono in pieno
svolgimento le escursioni invernali con racchette
da neve mentre è in fase
conclusiva il corso di sci di
fondo e alcune gite organizzate in collaborazione
con la Sezione CAI di Sesto
Calende.
A marzo inizierà il nutrito
programma escursionistico
il cui tema quest’anno è
“acque di terraferma”
che ci porterà a percorrere,
in montagna e non, facili percorsi alla scoperta o
riscoperta di riali, torrenti,
fiumi e laghi significativi
per il loro ambiente, la loro
storia e l’importanza che
hanno avuto per lo sviluppo
degli insediamenti umani.
A giugno riaprirà il Rifugio
Somma in Alta Formazza
che l’anno venturo festeggerà il cinquantesimo dall’inaugurazione.
Nutrita anche l’attività in
sede con conferenze e
proiezioni.
V’invitiamo a venirci a trovare nella nostra confortevole sede, presso la “Casa
del Curato”, il martedì e
venerdì dopo le ore 21.00
dove potrete trovare, oltre
ad uno spirito socievole ed
amico, una nutrita biblioteca di libri di montagna.
V’invitiamo inoltre a visitare
il nostro sito www.caisomma.it dove potrete trovare
programmi, informazioni
ed altro.
Calendimaggio 2008
La sezione di Somma
Lombardo del Club Alpino
Italiano (C.A.I.) organizza
per domenica 4 maggio
la quinta edizione del “Calendimaggio - il trionfo
della primavera”.
L’evento consiste in
un’escursione tra boschi
e campi di Somma Lombardo alla riscoperta del
territorio attraverso antichi sentieri ormai poco
frequentati.
L’itinerario partirà dalla sede del C.A.I. in Via Briante
23 presso la “Casa del
Curato” e, passando dal
Centro Sportivo Mossolani
raggiungerà la Cascina del-
la Valle. Da qui s’inoltrerà
nei boschi sotto la costiera
di Casorate fino ad arrivare
in prossimità della SS336 in
zona Ippodromo S. Uberto. Continuerà attraverso
l’ultimo lembo di brughiera
superstite, costeggiando
la recinzione dei “Frutteti”, passando sulla “pista
vecchia” fino ad uno dei
ponti della “ferrovia delle
barche” per poi girare a
nord e ritornare verso il
Centro Sportivo Mossolani
e da qui alla sede C.A.I.
Il percorso, di circa 12,8 chilometri sarà percorribile in
circa tre ore e trenta minuti,
al netto delle soste.
Il ritrovo presso la sede
C.A.I. è previsto per le ore
8.30 con partenza alle ore
9.00.
Al ritorno in sede i parte-
cipanti potranno gustare
una fumante zuppa ossolana ed altro. L’escursione,
aperta a tutti, si effettuerà
con qualsiasi tempo e si
raccomandano calzature
adatte ad un itinerario su
tratturi e sentieri di bosco. Le iscrizioni si ricevono
presso la sede C.A.I. di
Somma Lombardo il martedì e venerdì dopo le ore
21.00 o telefonando allo
0331.768311.
Il programma e l’itinerario
sono consultabili anche sul
sito della sezione C.A.I. di
Somma Lombardo www.
caisomma.it. dove è possibile trovare anche il programma delle escursioni di
tutto l’anno e altri eventi
che saranno organizzati.
Il Presidente
Renato Aggio
Quei “magnifici dodici”, guidati dal sommese Vito Casale
Il sig. Vito Casale, così chiamato molto rispettosamente,
instancabile alpinista particolarmente attratto dalle meraviglie dell’Alta Montagna, era
già per i suoi concittadini una
persona eccezionale quando
a Somma ancora non esisteva
una sezione del C.A.I.
In seguito proprio lui fu scelto, degnissimo, quale Primo
Presidente.
Uomo di molti pregi, tenace,
dotato di semplicità e modestia, operoso ed intraprendente, poco più che quarantenne,
padre di famiglia, iniziò i giovani oratoriani all’incontro con
la Montagna.
Impararono che solo con l’impegno delle proprie energie si
superano gli ostacoli ed educarono la volontà temprandola, rendendola combattiva.
Solamente in tal modo, come insegna la montagna
maestra di vita, si ottiene il
raggiungimento della meta
prefissata.
Terminata la seconda guerra
mondiale, il Sig. Vito passò all’organizzazione di escursioni
maggiormente impegnative,
entusiasmando, questa volta,
uomini maggiorenni, operai
che dipendevano anche da
lui, un “capo” delle officine
aeronautiche sommesi “Secondo Mona”.
Eccoli partire, nell’agosto
1945, in bicicletta da Somma
per esplorare, nei giorni suc-
cessivi, l’Alta Valle Antrona.
Le strade non erano trafficate:
transitava solo qualche automobile, ogni mezz’ora.
Però il trasferimento avveniva
di notte, perché durante il dì la
sferza del sole era insopportabile. Una pedalata di un centinaio di chilometri e poi, zaino
in spalla, scarponi ai piedi, quei
valorosi iniziarono a scarpinare
per una settimana.
Rincasarono raggianti. Avevano scoperto un mondo diverso: spazi immensi avvolti in un
silenzio assoluto, la cristallina
trasparenza dell’aria, un cielo
che sembrava infinito.
Avevano ammirato un Creato
nuovo, sentito nel profondo
dell’anima la presenza di Dio,
scoperto il sentimento della
fratellanza.
Poi giunsero le eccezionali ferie
dell’agosto 1946.
Meta: una vetta del Monte
Rosa, la Punta Gnifetti (m.
4554).
Somma vide partire i “Suoi
alpinisti”, sempre di notte,
sempre in bicicletta, sempre
per una pedalata di circa 100
chilometri, fino a Riva Valdobbia.
In seguito quei partecipanti furono soprannominati “I
Magnifici Dodici” dalla loro
mascotte, il tredicenne Giovanni Buraglio, vigilato da
quell’esperto alpinista che era
suo padre, e tutti guidati dal
sig. Vito Casale, l’intrapren-
I magnifici 12 e il ghiacciaio Lyskamm, anno 1946 (sono
11, il 12° scatta la foto)
dente organizzatore.
Ormai quasi tutti sono “andati avanti”, come dicono
gli Alpini.
Recentemente ci ha lasciati
anche Giovanni, indimenticabile sia come uno dei maggiori
sportivi sommesi, sia soprattutto per le sue eccezionali
doti di generosità e di altruismo che, indubbiamente, la
Montagna avrà contribuito a
donargli o a far emergere.
Quel giorno d’agosto del
1946, lasciata la bicicletta nell’oratorio di Riva Valdobbia,
presso la chiesa con la facciata
decorata da un grande affresco che raffigura il Giudizio
Universale, quegli alpinisti
sommesi, dotati di una molla
compressa che li portava ad
un continuo moto perpetuo,
cominciarono a spostarsi: su
fino al Colle di Valdobbia (m.
2480), poi giù nella valle del
Lys, su al colle della Bettolina
(m. 2896) e ancora più in
alto, dove stridevano rauche
le aquile.
Pesava tanto lo zaino contenente cibo per un’intera
settimana, perché nei rifugi
non c’era nemmeno il pane, e
l’indispensabile abbigliamento per proteggersi nelle varie
situazioni atmosferiche. Per
di più all’esterno dello zaino
stavano i pesanti ramponi
di quell’epoca e la piccozza
per sfidare con prudenza i
ghiacciai.
Nei pressi del Rifugio Quintino Sella (m. 3585) a quei
“Magnifici” apparve la figura
di un gigante, Luigi Frachey,
guida trentunenne di Champoluc, che il giorno seguente
li avrebbe accompagnati al
primo Quattromila della loro
vita, il Monte Castore, e il
giorno successivo, attraversato il Passo (m. 4272) del
Naso del Lyskamm e il Colle
del Lys (m. 4285), li avrebbe
guidati in vetta al Rosa, alla
Punta Gnifetti, dove sta la
Capanna Regina Margherita
(m. 4554), il più alto rifugio
alpino europeo.
Il panorama che godettero
dalla vetta del Castore (m.
4221), sfidando specialmente
lungo la sottile cresta ghiacciata un vento gelido ed impetuoso, già aveva colmato
di meraviglia gli occhi ed il
cuore di quei Magnifici, incantati dalla visione del Cervino e degli altri Quattromila
che si ergevano stupendi. Ma
quando il giorno successivo
giunsero dopo ore di faticoso
cammino sul terrazzino della
Capanna Regina Margherita
tutti rimasero ammutoliti in
contemplazione, anche se
l’estesissimo panorama era
in parte offuscato “da dense
nubi”.
Tremila metri più in basso
si scorgeva la Valle di Macugnaga. La Cresta Signal,
vicinissima, sfoggiava la Punta
Grober, la Punta Tre Amici.
Verso ovest sovranneggiava
il Monte Bianco.
Di fronte a quella grandezza
di monti, a tale solenne distesa di ghiacciai, era rimasta
ammutolita anche la Regina
Margherita, giunta faticosamente lassù nel 1893, per
l’inaugurazione della Capanna, accompagnata da uno
stuolo di guide alpine.
I “Magnifici Dodici” lasciato
il terrazzino e rientrati nella
piccola sala, si strinsero intorno al loro capo, il signor Vito
dal viso raggiante, perfetto
organizzatore, per ringraziarlo
felici e soddisfatti.
Erano giunti lassù per merito
suo e, da Somma, con l’energia delle proprie gambe e con
la forza della volontà.
Già avevano scordato le fatiche sopportate, la lotta contro
eventuali cedimenti, tutti i
disagi conosciuti a causa del
vento gelido e impetuoso, del
freddo intenso.
Li aspettava una discesa dai
4554 metri s.l.m., in parte con
ramponi e piccozza, giù fino
al Rifugio Gnifetti (m. 3647)
e oltre fino al Rifugio del Lys
accanto al Lago Gabiet (m.
2337) e ancora più avanti
fino al Col d’Olen (m. 2864)
e a Riva Valdobbia, dove li
attendeva una pedalata di
un centinaio di chilometri per
rincasare incolumi, stanchi,
abbronzati unitamente alla
loro eroica mascotte, Giovanni
Buraglio, valoroso alpinista di
tredici anni.
CAI Somma Lombardo
spazio
aperto
Il campione di
Judo conquista
il terzo posto
al Trofeo delle
Regioni
sport
anno XII n. 1 febbraio 2008 • pagina 24
Sul podio brilla
Claudio Tomasini
La stella sportiva cittadina
si chiama Claudio Tomasini.
Classe 1991, sommese da
generazioni, studente a
pieni voti al liceo scientifico
di Gallarate.
Ma soprattutto campione
italiano in carica nella categoria cadetti judo, l’antica
arte marziale giapponese
che da diversi anni gli sta
regalando molte soddisfazioni.
L’ultima è il terzo posto con-
quistato a Roma lo scorso
week-end nel “Trofeo delle
Regioni” gara nazionale
in cui Tomasini ha difeso
i colori della federazione
lombarda. “Ha perso l’ultimo combattimento a dieci
secondi dalla fine, altrimenti la finale sarebbe stata
sua”, commenta laconico
il suo maestro da oltre undici anni, Antonio Pitrelli,
contento in ogni caso dell’ottimo piazzamento e più
in generale di un 2007 da
incorniciare. Titolo italiano,
convocazione in nazionale,
un quinto posto sudato
al Trofeo Internazionale
di Zagabria e gli Europei
sfuggiti di mano per un
banale infortunio capitato
al momento sbagliato. Se
le premesse sono queste,
Il futuro sportivo di questo
ragazzo si annuncia davvero roseo.
(Prealpina 03/01/2008)
Il progetto di basket giovanile
di nuovo a Somma
Speravamo che l’idea di corsi
di minibasket a Somma potesse piacere, ma le nostre
previsioni sono andate oltre
le più rosee aspettative con
i 60 bambini/e che si sono
iscritti e che danno forza e
coraggio non solo alla nostra
idea, ma allo sport stesso.
Possiamo così parlare di un
successo straordinario per il
Nelson Basket, società sportiva nata già diversi anni fa
ma dallo scorso settembre
decisa a farsi carico anche
del settore giovanile a Som-
ma Lombardo. E a quanto
pare ci stiamo riuscendo, con
estrema gioia e tanto lavoro,
pronti ad andare avanti.
Il nostro impegno va proprio
in questa direzione: riportare
il mini basket in città, farlo
conoscere e renderlo alla
portata di tutti e nello stesso
tempo dare una mano alla
fondazione Giacomo Ascoli
onlus di Varese intenzionata
a realizzare un day hospital
presso l’ospedale Del Ponte
di Varese per bambini colpiti
da malattie oncologiche.
Il nostro progetto punta
ai giovani, a loro si rivolge
grazie alla bravura dell’allenatore Francesco Paolucci e
al basket Varese (progetto
Whirpool) che mira proprio
Gara Nazionale di Kung Fu
a Somma Lombardo
Finalmente il Kung Fu che conta approda
a Somma Lombardo con un prestigioso
evento sportivo: la quarta edizione del
“trofeo FONG TTAI”, gara nazionale di
tecnica a sole forme, organizzata dalla Federazione Europea. Questa competizione
itinerante, che negli scorsi anni ha avuto
come palcoscenico le città di Como, Milano
e Parabiago, sarà ospite per l’evento del
2008 nella nostra cittadina.
La gara, rivolta agli adulti e ai bambini dai
6 anni in su, avrà luogo il giorno 9 marzo
alle ore 15:30 presso la palestra comunale
di via Marconi 2.
Alla realizzazione dell’evento, oltre al
patrocinio della Polisportiva Sommese,
ha contribuito in maniera fondamentale
la preziosa partecipazione del maestro
Pitrelli, direttore della palestra Ken Kyu
Kai di Somma Lombardo, presso cui si
svolgono i corsi di Kung fu, Shaolin e Tai chi
chuan, tenuti dal maestro Galeazzo Franco
(vincitore della prima edizione del trofeo
“FONG TTAI”, nonché di numerosi altri
titoli tra cui i campionati italiani 2002).
L’ingresso è gratuito, vi aspettiamo numerosi.
Scuola Kung fu, che nella persona del suo
fondatore Maestro L. Bestetti (6° Chieh),
ha come scopo l’insegnamento e la divulgazione del Kung fu tradizionale cinese del
maestro Chang Dsu Yao (1917-1992).
Per Informazioni www.kenkyukai.it tel.
0331256760.
0331 259854
allo sviluppo del settore.
Abbiamo creato la squadra Esordienti (‘96-’97) che
partecipa al campionato FIP
e nel giro di qualche anno
vorremmo poter contare
su tutte le categorie delle
giovanili, dando così soddisfazione ai ragazzi che ci
seguono e che volessero
cimentarsi in competizioni al
di là del piacere di praticare
uno sport e di giocare in
palestra a Somma.
Chi tra l’altro fosse interessato ad iscriversi o ad avere informazioni dettagliate
può chiamare il numero di
cellulare 340-9757958 o
visitare il sito www.nelsonbasket.it Ma anche venire
direttamente alla palestra
comunale di viale XXV Aprile
dove si tengono i corsi di minibasket il lunedì e il venerdì
dalle 17 alle 20 su tre turni
di fasce d’età.
Nel frattempo è iniziata la
stagione agonistica della nostra squadra Senior, allenata
da Fabrizio Calvenzani, che
è iscritta al campionato F.I.P.
di Seconda Divisione. Abbiamo appena organizzato
il 5° Torneo Max Piantanida
nella palestra di via Marconi e l’anno prossimo, se
i dirigenti scolastici lo vorranno, riproporremo i corsi
di promozione allo sport
nelle scuole primarie durante
l’orario scolastico.
Intendiamo insomma tenere
viva la passione per il basket a
tutte le età. E non possiamo
che ringraziare l’amministrazione comunale e l’assessore
allo Sport per la disponibilità
dimostrata nei confronti della nostra società.
Nelson Basket
Presidente:
Rossano Trevisan
Vicepresidente:
GianLuigi Vecchi
Amministratore:
Aldo Pandolfi
Dirigenti:
Domenico Ferrare
Claudio Andrian
Girolamo Pasin
Segretario:
Gianni Bettoni
OTTICA
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di Prealta & C. s.n.c.
UITO
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